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COME AIUTARE PER ESSERE D'AIUTO Criteri di scelta per le misure compensative e dispensative. Esempi di pratiche efficaci. Conduttore: Anna Maria Marinoni

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COME AIUTARE PER ESSERE D'AIUTOCriteri di scelta per le misure compensative e

dispensative.Esempi di pratiche efficaci.

Conduttore: Anna Maria Marinoni

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STRUTTURA INCONTRO

La normativa come risorsa

Gli strumenti compensativi e le misure dispensative

PAUSA ?

Criteri di scelta degli strumenti compensativi

Esempi di pratiche efficaci: utilizzo inclusivo di strumenti e strategie

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NORMATIVA COME RISORSA

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Norme di riferimento

- L. 104/1992 per la disabilità;

- L. 53/2003 per la personalizzazione degli stumenti;

- L. 170/2010 e successive integrazioni per gli alunni con DSA.

I Bisogni Educativi Speciali

La direttiva del 27 dicembre 2012 inquadra i Bisogni educativi speciali (BES) in una visione globale della

persona che si accompagna efficacemente a quella del modello ICF.

Ufficio Scolastico per la Lombardia

Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione

scolastica. Concetti chiave e orientamenti per l'azione (Ufficio Scolastico per la Lombardia, gennaio 2014).

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Misure dispensative e strumenti compensativi

La Direttiva del dicembre 2012 porta l’attenzione alla rilevazione dei bisogni di ciascuno studente

“delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana al fine di realizzare appieno il diritto

all’apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà” (C..M. 6 marzo 2013)

“evidenzia il ruolo fondamentale dell’azione didattica ed educativa, e quindi il dovere per tutti i docenti, di

realizzare la personalizzazione del processo formativo di ogni alunno, anche attraverso l’utilizzo, quando

necessario, di misure dispensative e strumenti compensativi, con una “specifica attenzione alla distinzione

tra ordinarie difficoltà di apprendimento, gravi difficoltà e disturbi di apprendimento” (Nota prot. 2563 22.11.2013) .

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Per una didattica inclusiva

“Ribadisce che il Collegio dei docenti ha il compito di definire il curricolo in direzione inclusiva, capace di

rispondere ai bisogni di tutti e di ciascuno e tenendo conto dei due criteri della individualizzazione e della

personalizzazione, come prescritto anche, ad esempio per la scuola del primo ciclo, dalle Indicazioni

Nazionali (2012)”.

Gli strumenti che ha a disposizione sono

- POF in cui le scuole devono rendere esplicito “l’impegno programmatico per l’inclusione", vale a dire che

ogni istituzione scolastica, dopo "un’attenta lettura del grado di inclusività e degli obiettivi di miglioramento"

deve definire gli ambiti su cui intervenire: l’insegnamento curricolare , la gestione delle classi ,

l’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici , le relazioni tra docenti, alunni e famiglie”;

- PAI da considerare come un approfondimento in cui la scuola

“procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati

nell’anno appena trascorso e formulerà un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche,

istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell’anno successivo”.

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STRUMENTI COMPENSATIVIE MISURE DISPENSATIVE

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La Legge 170

individua come interventi della scuola nelle situazioni di DSA la didattica flessibile oltre alle misure

dispensative e a quelle compensative.

La Direttiva e la Circolare sui BES

precisano che “le scuole, con determinazioni assunte dai consigli di classe...possono avvalersi per tutti gli

alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalla

disposizioni attuative della L.170/2010 (DM 5669/2011)…”.

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Strumenti compensativi

sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.

Hanno il compito di sollevare l’alunno con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro

facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo.

Misure dispensative

sono interventi che consentono all’allievo di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano

particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.

L’adozione delle misure dispensative deve essere sempre valutata in base all’effettiva incidenza del disturbo

sulle prestazioni richieste e non deve differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di apprendimento.

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Stili di apprendimento e stili cognitivi

L'insegnante deve conoscere i propri stili cognitivi e le preferenze, in quanto condizionano le sue

modalità di “insegnamento” ed aiutare gli allievi ad esplorare i diversi stili di apprendimento e cognitivi.

Occorre

- diversificare le proposte operative didattiche, sperimentando strategie diverse;

- addestrare i diversi canali di accesso degli allievi valorizzando il canale visivo

- esercitare gli allievi ad una esposizione orale dei contenuti con il supporto di organizzatori visivi;

- proporre più modalità per ciascun compito richiestore.

Uso canali sensoriali diversi

L'uso uso costante e simultaneo di più canali percettivi (visivo, uditivo, tattile, cinestesico).

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Dottorato di Ricerca in Pedagogia, Progettualità e interventi educativi nella dislessia. Il progetto prodsa e le prospettive future di ricerca, Enrico Angelo Emili, tesi finale anno 2013, Università di Bologna

“Tendenzialmente, in considerazione dei loro disturbi, le persone con DSA prediligono i canali visivi e uditivi per bypassare ad esempio difficoltà di lettura. Rispetto agli stili cognitivi, ovvero le personali modalità di processamento ed elaborazione delle informazioni delle persone, Cornoldi, De Beni e il Gruppo di ricerca delle Prove MT, concordano su un modello basato su sei dicotomie.Gli stili scitati, non si riferiscono ad abilità proprie della personabensì alle preferenze d’uso che possono variare a seconda della disciplina di studio. In sostanza, le persone partendo dalle proprie abilità scelgono di utilizzarestrategie cognitive a loro più congeniali per risolvere particolari compiti”.

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Attuare ambienti di apprendimento efficaci

Occorre operare con unitarietà di intenti e privilegiare modalità di approccio che possano

– creae un clima positivo nella classe → i compagni come risorsa

– stimolare e sostenere la motivazione intrinseca → utilizzo di rinforzatori

- aiutare l'allievo a sviluppare autostima e fiducia nelle proprie capacità → lavorare sulle abilità emergenti

potenziando quelle presenti

Progettare per organizzare esperienze di apprendimento significative

Progettare significa pensare in modo strategico “correlando i fattori complessi dell’apprendimento e

dell’insegnamento nell’organizzazione degli ambienti e delle attività, nella scelta delle priorità, nella

produzione dei materiali, nella verifica dei risultati, nella valutazione dell’impatto dell’offerta formativa,

nell’analisi degli effetti a medio e lungo termine... L’organizzazione delle esperienze di apprendimento è

strettamente integrata con l’organizzazione didattica” (prof.sssa Iorio, Master DSA, Università Cattolica_ Mi, 2013).

Ruolo famiglia

La ricerca dimostra che l'azione formativa, la progettazione della scuola “risulta difficile, quasi nulla se i

genitori non collaborano: devono essere partner attivi” (Anna Oliviero Ferraris, appunti del Convegno “In

classe ho un bambino che”, Firenze 2013).

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ESEMPI DI PRATICHE EFFICACIUtilizzo inclusivo di strumenti e strategie

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INIZIA LA LEZIONE

Mantenere routine giornaliere

è utile per agevolare lo studente conoscere e capire ciò che ci si aspetta facciano.

Fornire uno schema, una mappa della lezione

serve per orientare nelle informazioni e offrire uno strumento di percezione di quanto durerà...

Richiamare la lezione precedentecon una sintesi guidata da domande

Facilitare la comprensione

- supportando con organizzatori visivi

- scrivendo alla lavagna parole chiave, costruendo mappe, schemi anche prima di presentare la lezione

- fermandosi per fare sintesi dei contenuti

- ripetendo e facendo ripetere in modi diversi i concetti più importanti

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Strutturare l' attività

procedendo in modo strutturato e sequenziale e proponendo attività con modello fisso e dal semplice a

complesso , facilita l’esecuzione delle consegne, la memorizzazione e l’ordine nell’esposizione dei

contenuti .

Favorire la motivazione

- variando azioni e contenuti

- creando un clima positivo in classe

- privilegiando strategie di apprendimento cooperativo in cui le capacità cognitive dell’alunno possano

- esprimersi nell’interazione con i compagni, incaricati di fungere da mediatori.

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VIA A LL'ATTIVITÀ

Chiarire o semplificare le consegne scritte

- sottolineando, evidenziando le parti significative delle indicazioni del compito (consegna)

- chiedendo di ripeterle con le loro parole

- mostrando esempi del lavoro

- utilizzando la risorsa compagno: far ripetere le indicazioni a un compagno

Prevedere attività pratiche

L'attività laboratorile, l'esperienza diretta, le attività pratiche facilitano l'acquisizione delle abilità prefissate: giochi

educativi, materiali auto-correttivi, uso PC ecc

Facilitare l'attenzione sull'attività

Possono essere usati cartoncini con “finestre” che lasciano leggere un’unica riga o un solo esercizio per volta

oppure un foglio bianco per coprire la sezione su cui l'alunno non sta lavorando.

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In Vademecum per gli insegnanti, a cura di Nanni G. e Giani M., scaricabile in Internet al sito htp://www.largocastelseprio.it/Download/risorse/file/materiale%20DSA/vademecum_insegnanti.pdf

Presentare una piccola quantità di lavoro

- riducendo la quantità, perchè alcuni alunni vanno in ansia di fronte alla mole di lavoro che vedono;

- evitando “affollamento” della pagina;

- facendo scelte grafiche di impostazione ed impaginazione.

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“ Come noterete questo libro è scritto in modo poco convenzionale: i caratteri sono più grandi della norma, l’intrlinea è più robusto e non è stata utilizzata la forma giustificata. Queste sono scelte motivate da una forte volontà di rendere questo testo il più leggibile possibile. I caratteri più grandi mostrano come un libro non sia un ostacolo insormontabile.Leggendo il racconto potreste pensare che questa scelta sia spinta da una volontà di rendere il testo più leggibile per i dislessici, ma non è solo questo il punto.Un formato più leggibile è un aiuto non solo per chi è dislessico, ma per tutti”.

Il Demone Bianco, di Giacomo Cutrera

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FACILITARE IL COMPITO RESO DEFICITARIO DAL DISTURBO

Facilitare lettura e comprensione

Leggo io per te per offrire una guida nella lettura (insegnanate, compagno, software ecc) offre all'alunno una

mappa del contenuto del testo.

Ti supporto con domande guida, mappe ecc per aiutarlo a focalizzare i concetti rilevanti durante la lettura del

testo.

Organizzatori grafici

- Costruire con loro o dare schemi-tabelle-mappe da completare durante la lezione favorisce la

schematizzazione e la codificazione di concetti ed eventi.

- Presentare contemporaneamente informazioni verbali e visive (testo integrato a imamgine...)

A piccoli passi

- Argomenti, informazioni nuove o complesse possono essere presentate a step.

- Predisporre verifiche brevi, su singoli obiettivi anche semplificando gli esercizi.

- Consentire tempi più lunghi o ridurre il numero degli esercizi nello stesso tempo.

- Spiegare utilizzando immagini, ma anche materiali strutturati e non.

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ATTREZZIAMO

...L'AULA

Alle pareti appendere cartelloni

- “schematici”, scritti in “stampatello maiuscolo”

Posizione banchi

- flessibilità

- attenzione ai bisogni del singolo (prima fila, di fronte, lontano dalla finestra...)

...LA CLASSE

Creare un clima positivo

in classe tessendo le maglie di una rete di collaborazione

Risorsa compagniI compagni sono da valorizzaqre come risorsa agevolando il lavoro a coppie, gruppi, la modalità laboratoriale... in cui il docente può far lavorare insieme alunni con diversi livelli di abilità per rivedere il lavoro, studiare, leggere l’uno all’altro...

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QUANTA... TECNOLOGIA?

Si deve superare il problema del

“superamento dell'adattamento della persona al compito, sollecitando anche l'adattamento del compito alla

persona e alle tecnologie” per utilizzarle “non nella maggior quantità possibile, ma il minimo indispensabile”

(Guerreschi, MASTER DSA, Cattolica_Milano 2013).

QUALE TECNOLOGIA?

Il carattere che agevola la lettura

Per facilitare la lettura di un testo è importante usare un carattere “pulito”, come l’arial, ad esempio.

Il progetto EasyReading ha creato un carattere, l’EasyReading appunto, specifico per la dislessia. Si tratta

di un font ibrido che mantiene alcuni “sfronzoli” per le lettere che percettivamente potrebbero essere

confuse con altre (es.: d / b).

Le mappe concettuali

Ci sono SW sia gratuito sia a pagamento per la costruzione di mappe.

La sintesi vocale

Trattasi di una tecnica per la riproduzione artificiale della voce, strumento che facilita la concentrazione

sulla comprensione del testo.

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