Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro...

12
Le Regioni Abruzzo e Piemonte così come Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte e Valle D'Aosta e Solstizio d'Estate Onlus non potevano non dedicare alcuni eventi al Salone internazionale del Libro di Torino alle celebrazioni dei 150° della nascita del "Vate". Si parte giovedì 16 alle h.16,00 (pres- so lo stand della Regione Abruzzo) con l'inaugurazione della Mostra ”Il Cenacolo e dintorni”, con testimonianze e reperti della prima metà del Novecento a cura dell’Archivio Illustrazione Abruzzese con la partecipazione degli Assessori alla Cultura di Regione Piemonte e Abruzzo; per passare venerdì 17 alle ore 12,00 (Sala Agorà - Pad. 5) alla presentazione del volume “ll fanciullo e la strega” a cura di Giusi Di Crescenzo; sempre venerdì 17 alle ore 17,00 (Pad. 3 Stand S76) "Storie di Migrazioni" con testimonianze Istituzionali, della Famiglia Abruzzese e Molisana e della Comunità Romena e la prevista partecipazione del Console generale a Torino Alexandru Mugurel Buje; sabato 18 ore 17.00 (Pad. 3 Stand S76) "La Medicina tradizionale in Italia e in Abruzzo. La Cina e il Paraguay" con la partecipazione della Ministra della Cultura del Paraguay Marcela Bartolozzi; sabato 18 ore 19.30 (Sala Arancio) il Concorso Internazionale di Ex Libris e sceneggiature il Bosco Stregato propone "Nel Segno del Vate" dedicato a G. D'Annunzio con relazioni tenute da Silvio Alovisio del Museo Naz. del Cinema...Guido Baldi e "L'uomo che rubò la Gioconda" di G. D'Annunzio, illustrata da Franco Prono; sabato 18 ore 21.00 (Sala Arancio) Il Concorso Internazionale il Bosco Stregato e Madre Tierra del Paraguay si raccontano; domenica 19 ore 19,30 (Pad. 3 Stand S76) serata musicale e poesia dedicata a G. D'Annunzio e Francesco Paolo Tosti. Non poteva mancare una nuova edizione del Concorso internazionale di Ex Libris e sceneggiature Il Bosco Stregato dedicato al nostro corregionale che la Famiglia Abruzzese e Molisana e Solstizio D'Estate Onlus insieme organizzano. Il Concorso merita qualche ulteriore spunto: quest’anno, a differenza delle passate edizioni, non ci saranno solo premi in denaro, ma anche soggiorni in Abruzzo e Piemonte. Questo per legare il “Vate” non solo al territorio abruzzese, dove è nato (come dimenticare il richiamo ai pastori e all’emigrazione e all’avellano –la nocciola-, che è pure un prodotto tipico del Piemonte, delle Langhe); ma a tutti i luoghi con cui il Vate è venuto in contatto: non solo italiani, ma francesi, istriani, inglesi con mostre itineranti in Italia e all’estero. Parlare di Gabriele D’Annunzio è far rivivere l’Italia di un tempo: un’epoca fortemente caratterizzata da un personaggio che è stato compositore, scrittore, poeta, drammaturgo, sceneggiatore, giornalista, gourmet, eroe, massone e temerario play boy. Se comunemente viene ricordato come il simbolo del decadentismo italiano, fu personaggio discusso e discutibile, fascinoso e deprecato, così come fu viaggiatore sempre attratto, e mai soddisfatto, da nuovi paesi e da nuovi orizzonti. Il bando, sia per la sezione Ex Libris che per la sezione sceneggiature, può essere scaricato dal sito:www.boscostregato.com, oppure richiesto per e-mail a:[email protected] Pagina 1 Direttore Responsabile: Tommaso Lo Russo L’A VELLANO 150° Anniversario della nascita di Gabriele d'Annunzio In questo numero Maggio Piovono Libri Un Salone da raccontare dal punto di vista abruzzese 1 “La tragica morte di Ippolito Nievo” di C.Glori 2 “Calendario”L’Aquila 6 aprile, cronaca di una rinascita” Intervista allo scrittore Angelo De Nicola 3 Intervista all’assessore alla Cultura della Regione Abruzzo Luigi De Fanis 4 Intervista a Francesca Pompa 4 Quel Ramo di Mandorlo di E.Centofanti 5 Dacia Maraini 5 Viva l’Italia di Dacia Maraini 6 Bando Concorso Nel segno del Vate7 La Grande Festa di Dacia Maraini 12 La presenza al Salone del Libro di Torino 12 Numero I/2013 Maggio 2013 di Carlo Di Giambattista Pres. Famiglia Abruzzese e Molisana Contatti: www.fampv.it / e-mail: [email protected] Rubrica DICOLAMIA Ditelo a noi: [email protected] Periodico di informazione della Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte e Valle d’Aosta Autorizzazione Tribunale di Torino: 3638 del 06/03/1986

Transcript of Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro...

Page 1: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Le Regioni Abruzzo e Piemonte così

come Famiglia Abruzzese e Molisana

in Piemonte e Valle D'Aosta e Solstizio

d'Estate Onlus non potevano non

dedicare alcuni eventi al Salone

internazionale del Libro di Torino alle

celebrazioni dei 150° della nascita del

"Vate".

Si parte giovedì 16 alle h.16,00 (pres-

so lo stand della Regione Abruzzo) con l'inaugurazione della

Mostra ”Il Cenacolo e dintorni”, con testimonianze e reperti

della prima metà del Novecento a cura dell’Archivio

Illustrazione Abruzzese con la partecipazione degli Assessori

alla Cultura di Regione Piemonte e Abruzzo; per passare

venerdì 17 alle ore 12,00 (Sala Agorà - Pad. 5) alla

presentazione del volume “ll fanciullo e la strega” a cura di

Giusi Di Crescenzo; sempre venerdì 17 alle ore 17,00 (Pad. 3

Stand S76) "Storie di Migrazioni" con testimonianze

Istituzionali, della Famiglia Abruzzese e Molisana e della

Comunità Romena e la prevista partecipazione del Console

generale a Torino Alexandru Mugurel Buje; sabato 18 ore 17.00

(Pad. 3 Stand S76) "La Medicina tradizionale in Italia e in

Abruzzo. La Cina e il Paraguay" con la partecipazione della

Ministra della Cultura del Paraguay Marcela Bartolozzi; sabato

18 ore 19.30 (Sala Arancio) il Concorso Internazionale di Ex

Libris e sceneggiature il Bosco Stregato propone "Nel Segno

del Vate" dedicato a G. D'Annunzio con relazioni tenute da

Silvio Alovisio del Museo Naz. del Cinema...Guido Baldi e

"L'uomo che rubò la Gioconda" di G. D'Annunzio, illustrata da

Franco Prono; sabato 18 ore 21.00 (Sala Arancio) Il Concorso

Internazionale il Bosco Stregato e Madre Tierra del Paraguay si

raccontano; domenica 19 ore 19,30 (Pad. 3 Stand S76) serata

musicale e poesia dedicata a G. D'Annunzio e Francesco Paolo

Tosti.

Non poteva mancare una nuova edizione del Concorso

internazionale di Ex Libris e sceneggiature Il Bosco Stregato

dedicato al nostro corregionale che la Famiglia Abruzzese e

Molisana e Solstizio D'Estate Onlus insieme organizzano.

Il Concorso merita qualche ulteriore spunto: quest’anno, a

differenza delle passate edizioni, non ci saranno solo premi in

denaro, ma anche soggiorni in Abruzzo e Piemonte. Questo per

legare il “Vate” non solo al territorio abruzzese, dove è nato

(come dimenticare il richiamo ai pastori e all’emigrazione e

all’avellano –la nocciola-, che è pure un prodotto tipico del

Piemonte, delle Langhe); ma a tutti i luoghi con cui il Vate è

venuto in contatto: non solo italiani, ma francesi, istriani, inglesi

con mostre itineranti in Italia e all’estero.

Parlare di Gabriele D’Annunzio è far rivivere l’Italia di un tempo:

un’epoca fortemente caratterizzata da un personaggio che è

stato compositore, scrittore, poeta, drammaturgo,

sceneggiatore, giornalista, gourmet, eroe, massone e temerario

play boy. Se comunemente viene ricordato come il simbolo del

decadentismo italiano, fu personaggio discusso e discutibile,

fascinoso e deprecato, così come fu viaggiatore sempre attratto,

e mai soddisfatto, da nuovi paesi e da nuovi orizzonti.

Il bando, sia per la sezione Ex Libris che per la sezione

sceneggiature, può essere scaricato dal

sito:www.boscostregato.com, oppure richiesto per e-mail

a:[email protected]

Pagina 1

Direttore Responsabile: Tommaso Lo Russo

L’AVELLANO

150° Anniversario della nascita

di Gabriele d'Annunzio

In questo numero

Maggio Piovono Libri

Un Salone da raccontare dal punto di vista abruzzese 1

“La tragica morte di Ippolito Nievo” di C.Glori 2

“Calendario”L’Aquila 6 aprile, cronaca di una rinascita”

Intervista allo scrittore Angelo De Nicola 3

Intervista all’assessore alla Cultura della Regione

Abruzzo Luigi De Fanis 4

Intervista a Francesca Pompa 4

Quel Ramo di Mandorlo di E.Centofanti 5

Dacia Maraini 5

Viva l’Italia di Dacia Maraini 6

Bando Concorso “Nel segno del Vate” 7

La Grande Festa di Dacia Maraini 12

La presenza al Salone del Libro di Torino 12

Numero I /2013

Maggio 2013

di Carlo Di Giambattista

Pres. Famiglia Abruzzese e Molisana

Contatti: www.fampv.it / e-mail: [email protected]

Rubrica DICOLAMIA

Ditelo a noi: [email protected]

Periodico di informazione della Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte e Valle d’Aosta

Autorizzazione Tribunale di Torino: 3638 del 06/03/1986

Page 2: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

La bella campagna “Ottobre, piovono libri”, da un paio d’anni è

stata anticipata a maggio, non sappiamo se sia una coincidenza

o (come speriamo), una strategia voluta per legare la campagna

al Salone di Torino, ma ci speriamo. Comunque sia, al Salone di

Torino c’era un’infinità di volumi per tutti i gusti e tutte le

tasche che aspettava appassionati e curiosi.

Dovendo dedicarsi a qualche filone ben definito, l’idea del

presidente della Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte, di

occuparsi dell’Abruzzo (con qualche eccezione) e della sua

editoria non sembrava male, anche se a dire il vero, all’inizio mi

era sembrata un po’ troppo di parte.

Poi si sa come capita con le iniziative, ci si appassiona e si

scoprono tante novità e aspetti impensabili e allora taccuino alla

mano si va per interviste. Però se credete che ciò sia facile,

provateci, l’inghippo è che: o arrivi troppo presto o troppo tardi

oppure scegli male il momento perché sta per andare in “onda”

una presentazione, un’altra intervista, una serie di pose per le

foto. Insomma, riuscire a terminarle tutte è un’impresa titanica,

lunare, ma pure avvicinarsi alla metà di esse. Per fortuna che

l’email, il telefono e via di seguito per trasformare in articoli il

brogliaccio degli appunti.

Riportiamo alcuni spunti dell’intervento di Paola Di Salvatore,

particolarmente significativi: “credo fortemente nella

significatività della parola, non solo nella sua preziosa

espressiva, ma nella capacità comunicativa di sentimenti e di

nuove conoscenze. La parola può essere letta su un foglio

bianco che magicamente si colora d’inchiostro, che dona un

sapore di nuovo e di mai scritto, di trasposizione dell’io che

diviene patrimonio dell’altro.

Se la parola si moltiplica e si diffonde è merito notevole di

Maggio Piovono Libri XXV Salone Internazionale del Libro di Torino

10-14 maggio 2012

Un Salone da raccontare dal punto di vista abruzzese

Johann Gutenberg che inventò la stampa a caratteri mobili e

permise al “popolo occidentale” di leggere e conoscere più

facilmente. Non va dimenticato che in Corea, a cura della

dinastia Goryeo, nel 1234, la stampa era già realtà.

Venendo all’Italia, la prima macchina per la stampa si ha a

Mondovì e risale al 1472, appena 16 anni dopo, la sua

introduzione in Europa, ma già nel 1841 Adamo da Rottweil ebbe

il permesso di esercitare la sua attività di stampatore a Bagno,

che era un rione di L’Aquila.

Venendo agli incontri, il primo avviene, allo stand Abruzzo, con

l’editore Marco Solfanelli per la presentazione di “Brucia anche

ora” dell’autore Sergio Ragnolini. Un giallo che inizia subito con

un tentato omicidio e un susseguirsi di fatti inspiegabili. Un

piccolo paese che vuole tutelare il proprio habitat e chi vi arriva

viene considerato subito una minaccia.

Si potrebbe sostenere, come osserva l’autore che il vedere il

turista come un intruso non si concilia molto con il bisogno di

ospiti che arricchiscono l’economia con le entrate turistiche.

Continuando con brevi flash su libro, nel giallo, l’investigatore è

un precario che si improvvisa, ma con successo, investigatore.

Il romanzo di oltre 500 pagine ha anche una funzione educativa,

ma la lettura è piacevole.

Non va dimenticato che Marco Solfanelli ha pure un’altra collana

editoriale, la Tabula Fati Edizioni” che cura la fiabetica che (per

chi vi scrive che cura il Concorso Internazionale Il Bosco

Stregato) è particolarmente intrigante e vi suggeriamo alcuni

titoli dei racconti: Le avventure di Holly, YVE, Le favole dell’antico

villaggio e racconti dal sottobosco etanti altri.

di Tommaso Lo Russo

Pagina 2 L’Avellano I/2013

“La tragica morte di Ippolito Nievo” Autore Cesaremaria Glori

Edizioni Marco Zolfanelli

di Tommaso Lo Russo

Il secondo romanzo, sempre dell’Editore Solfanelli, è legato a

Ippolito Nievo e alla versione della sua morte, trasfusa nel

romanzo da Cesaremaria Glori. Grandissimo scrittore il Nievo,

precocemente scomparso,nell’affondamento del piroscafo, nel 4

marzo 1861, è lo scrittore al quale sono più legato. Per me è un

tuffo nel passato di memorie che mi ricordano la giovinezza e a

tutte le sue opere che hanno caratterizzato le mie letture di

ragazzo.

Nievo, sarebbe potuto essere il rivale del Manzoni se non ci

fosse stata la tragica scomparsa che non gli fece tenere un ruolo

pieno nella storia dell’Unità d’Italia.

Si può anche dire che la fine di Ippolito Nievo fosse una morte

annunciata, sul quel piroscafo, con quel carico non doveva

salire, perché mai gli inglesi avrebbero permesso che arrivare

con quei documenti segreti che certificavano il loro

coinvolgimento.

Veniamo a qualche parte della trama.

Nel corso della navigazione verso le coste siciliane gli fu

affidato l’incarico di Vice Intendente, il che comportava la

responsabilità dell’amministrazione del corpo di spedizione e,

in seguito, dell’Esercito Meridionale. Un incarico di

responsabilità che si sarebbe prestato a critiche feroci che

puntualmente arrivarono e che erano determinate dal

“contrapporsi di Cavour e Garibaldi. Fu proprio per difendersi

da queste calunnie, che avevano trovato nella stampa

dell’epoca una tribuna ascoltata e temuta, che Nievo fu

Page 3: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

costretto a redigere un Rendiconto nel quale dimostrava, con

meticolosa precisione, l’operato suo e di tutta l’Intendenza”.

Si sa la verità è cosa seria e importante, ma per Nievo era

fondamentale e documentare il tutto con grande precisione era

“giusto”. Pur tuttavia nel fascicolo erano contenute notizie molto

riservate, anzi che non si sarebbero mai dovute rivelare. A oltre

150 anni dall’Unità d’Italia, sappiamo tutti che senza gli inglesi,

l’unificazione non ci sarebbe, forse ancora stata.

Nievo partì da Palermo con il vapore Ercole la sera del 4 marzo

1861: a bordo c’erano ottanta persone tra equipaggio e

passeggeri e, custodito in una voluminosa cassa, il Rendiconto

con tutti i documenti giustificativi che lui aveva predisposto. Il

console amburghese Hennequin, che a Palermo curava gli

interessi del Governo di Londra, aveva cercato di dissuaderlo

dall’imbarcarsi su quella nave, ma il Vice Intendente non era

uomo dall’abbandonare né il suo equipaggio né il prezioso

carico, e non comprese il criptico messaggio del’annunciato

disastro. Non sapeva che quel rendiconto non doveva vedere la

luce, perché avrebbe rivelato l’ingerenza pesante del Governo di

Londra nella caduta del Regno delle Due Sicilie. L’Intendenza

aveva dovuto gestire un ingente finanziamento in piastre d’oro

turche, che aveva favorito l’arrendevolezza di gran parte degli

ufficiali e delle alte cariche civili borboniche: un’ immobilità che

aveva paralizzato l’Esercito e soprattutto la Marina borbonica. La

reazione fu tardiva, lacunosa e minata dalla sfiducia aggravata

dal tradimento di molti, senza il quale il più grande e agguerrito

Stato della penisola italiana, con la terza flotta europea di quel

tempo, sarebbe difficilmente caduto.

Come era prevedibile, la nave colò a picco nel golfo di Napoli.

Pagina 3 L’Avellano I/2013

L’incontro con Angelo De

Nicola è sempre estre-

mamente intrigante.

Non so perché, ma

incontrandolo, lo associo

sempre ad un suo ma-

gnifico libro su Celestino

V che è anche romanzo

del mistero e delle tante

verità svelate o sem-

plicemente vero-simili.

Su Celestino V si sono

sbizzarriti in tanti, per-

sino chi vi scrive, ma le

suggestioni che arriva-

no dalla versione di De Nicola sono incommensurabili, perché

sanno di giallo che sembra svelare il mistero.

Al Salone e alla Tavola rotonda, “Odisseo, viaggio nel mito”,

presenta: Calendario”L’Aquila 6 aprile, cronaca di una rinascita.

Anno III dell’Editore One Group.

“Tutti i popoli hanno bisogno di misurare il tempo, anzi i

tempi, prendendo a riferimento quell'evento o quella data

circostanza. Per gli abitanti dell'Aquila l'anno ormai inizia e

finisce il sei aprile. E' da qui che prende via nel 2009 il

dramma del terremoto con la distruzione della città. è da

questa data che i cittadini iniziano a scandire il tempo della

rinascita con l'aiuto di un calendario che ha la singolarità di

restituire, attraverso immagini e cronaca in pillole, fatti

accaduti nell'anno appena finito, alimentando, giorno dopo

giorno, la speranza”.

Citiamo con piacere alcuni dei titoli degli interventi:

Sempre dello stesso autore De Giornalista e scrittore) e "Il

seme che germoglia" – Francesca Pompa (Presidente Edizioni

One Group) con la quale ci intratterremo nel proseguo di

questo numero.

“Calendario”L’Aquila 6 aprile, cronaca di una rinascita”

Intervista allo scrittore Angelo De Nicola

di Tommaso Lo Russo

Angelo DE NICOLA

Page 4: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Pagina 4 L’Avellano I/2013

Intervista all’assessore alla Cultura della Regione Abruzzo Luigi De Fanis di Tommaso Lo Russo

d. Lei è a conoscenza dell’ultima “boutade” di Vittorio Sgarbi

sui terremoti dell’Abruzzo e dell’Emilia e delle differenze di

approccio e di comportamento sulla ricostruzione tenuto dalle

due popolazioni?

r. a dire il vero mi è stato riportato qualcosa, ma bisognerebbe

conoscerne l’esatto contesto e completo intervento, ma

soprattutto ritengo che non sia il caso di entrare in polemica.

I due terremoti sono due immani tragedie ed entrambi meritano

rispetto e considerazione per le vittime in primo luogo, ma

anche per gli enormi danni subiti.

d. è quindi d’accordo sul passare ad altro di più lieto come la

recente partecipazione abruzzese al XXV Salone Internazionale

del Libro di Torino?

r. volentieri, ma non si può dimenticare e soprattutto pensare

per queste, come altre sciagure, in termini di rinascita, anzi

addirittura di “rinascimento”, nel senso di ripartire da una

tragedia per migliorare le cose.

“la Regione Abruzzo ha accettato la sfida lanciata dal tema

scelto quest’anno dagli organizzatori per celebrare i 25 anni del

Salone Internazionale del Libro di Torino sulla comunicazione e

sulla green economy.

Abbiamo partecipato, continua l’assessore De Fanis “con la

consapevolezza di essere in grado di competere, in campo

editoriale, con le moderne tecnologie e con le nuove frontiere

della scrittura e della letteratura. I nuovi mezzi di

comunicazione rendono più funzionali, più accessibili e più

fruibili i contenuti a tutti coloro che vogliono conoscere meglio i

prodotti editoriali e le eccellenze della nostra regione:le

bellezze storico–artistiche, i personaggi illustri, le risorse

naturalistiche, gli elementi della tradizione. Comunicare è una

parola antica e profonda che parla di flusso condiviso di idee,

pensieri, sentimenti. La comunicazione, dunque, è conoscenza,

informazione, in una parola sviluppo.

d. Lei fa quindi distinzione fra informazione e comunicazione.

r. Ovviamente si, come è evidente nel linguaggio del marketing

Intervista a Francesca Pompa Edizioni One Group

di Tommaso Lo Russo

Francesca Pompa, polie-

drica editrice, è sempre

un fiume in piena di

notizie, di attività che si

susseguono e intrecciano,

ma tutte con un comune

filo conduttore che le lega

in modo indissolubile. Le

emozioni che comunica in

modo impetuoso sono

troppe e vanno selezionate mettendone qualcuna ai primi posti

del valore, ma ci tengo a ribadire che cerchiamo di non

trascurare il campo dell’informazione che è più unidirezionale,

ma è anche il fondamento della nostra comunicazione. Senza la

prima non ci può essere una corretto messaggio della seconda.

In qualità di assessore alle Politiche Culturali della Regione

Abruzzo, sono lieto di aver partecipato, per la seconda

consecutiva, ad una delle più prestigiose manifestazioni del

settore, ritenendo dovere delle Istituzioni, sia pubbliche che

private, di garantire l’accessibilità intellettuale al patrimonio

culturale.

Utilizzare tutti i mezzi della comunicazione significa garantire

una migliore circolazione delle conoscenze, non limitandosi

semplicemente a promuover iniziative. In quest’ottica di

generale rinnovamento, la Regione Abruzzo e il mio Assessorato

hanno intrapreso la strada dell’innovazione tecnologica, con

iniziative tese a migliorare la comunicazione anche alla luce

della nuova creatività linguistica.

Un particolare ringraziamento va a tutte le Case Editrici

abruzzesi per l’impegno encomiabile e per la collaborazione, in

un momento di grandi difficoltà economiche che cerchiamo di

governare con intelligenza e consapevolezza e di fiducia nel

futuro che è già presente”.

perché tutte non le puoi reggere, assaporare e recepire. Fra i

tanti suoi libri editi, per mia formazione di vita, qualcuno mi

attira di più. Fra i tanti suoi sforzi e edizioni di libri

appassionanti, citiamo: “Quel ramo di mandorlo” dedicato ad

uno dei ristoranti più significativi non solo d’Abruzzo, spaccato

di vita e di storia, ma anche di leggende metropolitane, perché

frequentato da personaggi famosi come Fellini, Zeffirelli,

Pasolini, Giulietta Masina, il re Gustavo VI di Svezia e tanti altri

esponenti del cinema, della politica, della letteratura, della

pittura...

Ass. Cultura Regione ABRUZZO - Luigi DE FENIS

Francesca POMPA

Page 5: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Pagina 5 L’Avellano I/2013

Quel Ramo di Mandorlo Autore Errico Centofanti

Edizione One Group

di Tommaso Lo Russo

Stando ad uno scrittore piemontese, le colline in cinquant’anni

sono sempre le stesse così come il mare, come i trabocchi, ma

sono le attività dell’uomo che trasformano le cose che tocca.

Come non riconoscere che i ricordi ci servono per far finta che

nulla è cambiato e che tutto è come prima: la montagna, le forre,

i calanchi … ma in effetti tutto cambia perché noi cambiano e i

ricordi servono per ricordare con nostalgia spaccati di un tempo.

Errico Centofanti con quel “Quel ramo di mandorlo” funge da

memoria storica della città che non c’è: L’Aquila che tutti

vorremmo tornasse a rivivere. Protagonista del romanzo, lo

storico ristorante Tre Marie della famiglia Scipioni con i fatti e i

personaggi che hanno segnato un’epoca, trasformando questo

locale in un tempio di cultura e dell’enogastronomia di “buon

bere” e “ben mangiare”. Un luogo tra i più conosciuti e ambiti di

quegli anni, la cui notorietà rimbalzava dalle guide

gastronomiche e riviste patinate sino ai prestigiosi quotidiani

come il “New York Times”. Modello d’avanguardia per quei tempi

che oggi troverebbe riscontro nelle più sofisticate definizioni

dell’alta gastronomia. A significare il legame profondo con il

territorio, i luoghi da cui provenivano gli ingredienti migliori

della sua cucina, il primo patron degli Scipioni fece diventare

emblema del ristorante, un ramo di mandorlo. Da qui il titolo

del libro, “Quel Ramo di Mandorlo” che costituisce un ponte fra

tempi che non ci sono più e personaggi famosi che facevano

cultura e moda. “Se la più antica e miglior macchina del tempo è

il ricordo” – dichiara l’autore – “questo è un libro che con quella

macchina ha qualcosa in comune: offre agli aquilani, ma non

solo a loro, uno strumento per non dimenticare volto e anima

della città che c’era fino al 6 Aprile”.

Un’eredità di cui si

è fatto custode

Alido Venturi, l’im-

prenditore aquilano

che ha rilevato il

prestigioso marchio

Tre Marie e il suo

caratteristico locale

per restituirlo a

nuova vita.

Dacia Maraini

di Tommaso Lo Russo

Conobbi Dacia Maraini

agli inizi del ’90, quando

ero direttore dell’Apt

delle Langhe e Roero e

fu una grande espe-

rienza, veniva all’inau-

gurazione di una mostra

che avevamo appena

allestita e inaugurata.

Non per molte persone

come per la Maraini si

può sostenere che sono

cittadini del mondo.

Sia per vocazione, ma in buona sostanza per via delle parentele

da parte di madre, ma anche di padre, un frammischiarsi di

sangue:polacco, cileno, siciliano, inglese, ticinese ed esperienze

drammatiche in Giappone ne fanno una cittadina del mondo e

un’ambasciatrice della cultura dell’Abruzzo, ma anche delle

Marche e delle altre regioni, tutte.

Parlare di Dacia, anche per sommi capi, richiederebbe un

trattato ed è per questo che per questo breve inserto su

L’Avellano, ci limiteremo a due romanzi, per me emblematici,

lasciando a Antonio Lovascio il commento a “Viva l’Italia”.

Dacia MARAINI

Page 6: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Pagina 6 L’Avellano I/2013

Viva l’Italia Edizioni Rizzoli

Autore Dacia Maraini

di Antonio Lovascio

Quando abbiamo deciso con il Teatro Manet di mettere in scena il

testo di Viva l’Italia si erano appena celebrati i centocinquant’anni

dell’unità d’Italia, mentre la nostra compagnia era agli albori,

avevamo da poco stilato l’atto costitutivo. Eravamo senza una

produzione alle spalle e la necessità di impiegare un numero di

sette attori per ricoprire quattordici personaggi rendeva ancora più

difficoltoso portare a compimento l’intero percorso senza avere

incidenti. Un vero salto nel buio. Come spesso accade nel teatro o

dovrebbe accadere sono state la passione e la volontà a spingerci,

senza rete di protezione, verso quella che sarebbe presto

diventata una vera e propria impresa. Sarebbero tante le cose da

raccontare, le considerazioni da fare e le osservazioni da

sviluppare in base al testo e al lavoro svolto per renderlo vivo sulla

scena. Purtroppo mi trovo a dover condensare in poche righe ciò

che rappresenta l’idea madre, cercherò di spiegare brevemente il

nucleo principale della mia idea di regia, il fulcro dal quale sono

partito per raccontare “Viva l’Italia”. Anzitutto dovevamo fare i

conti con la mancanza di uno spazio per le prove. Abbiamo

cominciato il pellegrinaggio, ovvero, una serie di spostamenti

fortuiti, ora in un luogo ora in altro, persino nel mezzo di un

campo e nel salotto di casa mia. Da considerare che nessuno

spazio era idoneo alle prove per uno spettacolo teatrale, infatti

abbiamo potuto eseguire i movimenti in relazione all’apparato

scenico solo qualche giorno prima del debutto.

L’analisi del testo è stata condotta con precisione certosina.

Insieme agli attori abbiamo cercato di trovare tutti i possibili

significati, i diversi piani di senso, le ramificazioni che affondano

tra le battute. Attenti a non farci sfuggire niente abbiamo

metabolizzato simboli, messaggi e intenzioni prima di approdare

al lungo e faticoso lavoro di ricerca in scena.

La prima difficoltà, per me, era quella di coniugare tre epoche

diverse che il testo attraversa. La vicenda è ambientata due anni

dopo l’unità d’Italia, nel 1862. Il testo teatrale fu scritto da Dacia

Maraini nel 1971, e nel 1973 fu portato in scena per la prima volta

dal regista Bruno Cirino. Oggi, a distanza di quasi quarant’anni,

torna in scena con la mia regia. Come dare voce ad un unico

linguaggio che deve attraversare tre momenti distinti della nostra

storia? Per le ragioni enunciate pocanzi non starò qui a descrivere

le istanze sociali e politiche pertinenti a tali periodi e le loro

implicazioni nel tempo, tuttavia ho individuato un filo conduttore,

in chiave simbolica, che lega insieme le tre epoche.

Gli intellettuali definivano l’Italia preunitaria come un grande

contenitore, in fin dei conti il Risorgimento può essere visto come

un grande contenitore che al suo interno ingloba forze convulse:

idealismo puro, mito, retorica, simbolo, mistero, società segrete,

massoneria, onorata società, politica, brigantaggio, diplomazia,

battaglie sul campo e battaglie sociali, divario sociale, questione

meridionale che perdura fino ai giorni nostri e si proietta verso il

futuro. Un grande contenitore, segno presente e tangibile di quel

processo che ha portato all’unità politica del Paese, blocco unico e

mausoleo, monumento risorgimentale che divora tutte queste

forze convulse, le rigetta e le divora come “Saturno divora suo

figlio”.

Un contenitore, quindi, al centro della scena, una scena

astratta, a tratti dadaista, un parallelepipedo di colore nero (Di

circa 200 cm x 180 cm, realizzato dalla scultore Guglielmo

Vecchietti Massacci). Un contenitore che si trasforma, che

cambia volto, che attraversa l’epoca del trasformismo e della

strategia della tensione imprigionando dentro di sé quei

segreti inviolabili, impronunciabili, di terrorismo, massoneria,

mafia e politica.

Dall’interno del parallelepipedo fuoriescono voci e corpi, gli

attori come lapilli e magma incandescente esplodono

eruttando dal “Vulcano Italia”. Gli attori trasformano e

modellano il contenitore facendolo diventare pavimento della

prigione, ipotetico banco di un’aula di tribunale, il dentro e il

fuori di un mondo passato, presente e futuro. La reinvenzione

della scena diventa come la lingua usata nel testo, un impasto

reinventato che esce da un grande contenitore per narrare,

oggi, di una civiltà passata le cui scelte si ripercuotono ancora

sul nostro presente, un presente globalizzato e globalizzante:

un grande contenitore, nero fuori e bianco dentro. Come il

colore, non colore, dei costumi degli attori: pantaloni neri e

camicie bianche.

Il bianco e il nero della scena: “C’era un paese di Sicilia bianco

di terra e nero di carne”. Come uomini o animali poveri,

affamati e neri. Come il cavallo bianco di Bixio, come Bixio che

aveva cresciuto due bianche orecchie di gesso e l’Italia tutta

intera aveva cresciute orecchie bianche di gesso come lui.

Come l’Italia che è ancora in bianco e nero, divisa in due

grandi blocchi, il Nord e il Sud, perché come disse Cavour:

“Abbiamo fatto l’Italia ora dobbiamo fare gli italiani”.

Page 7: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Pagina 7 L’Avellano I/2013

Page 8: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Pagina 8 L’Avellano I/2013

Page 9: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Pagina 9 L’Avellano I/2013

Page 10: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Pagina 10 L’Avellano I/2013

Page 11: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Pagina 11 L’Avellano I/2013

Page 12: Numero I/2013 Maggio 2013 L’AVELLANO - Valerio Di DonatoL’Avellano I/2013 Pagina 3 L’incontro con Angelo De Nicola è sempre estre-mamente intrigante. Non so perché, ma incontrandolo,

Pagina 12 L’Avellano I/2013

Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte e Valle d’Aosta

Casella Postale 2111 - C.so Grosseto, 425

10151 TORINO

Telefono: 366 3690507

Posta elettronica: [email protected]

Sito Internet: www.fampv.it

Siamo anche su Facebook!

Aggiungici!

Famiglia AbruzzeseMolisana Piemonte

Valled’Aosta

La Grande Festa Edizioni Rizzoli

Autore Dacia Maraini

di Tommaso Lo Russo

L’autrice dedica “La grande festa” ai suoi morti, è un lungo libro

dedicato alle sue persone care, ma non è triste, agli uomini e alle

donne che ha amato e che ne hanno segnato il solco della vita.

La vita è un po’ come un biglietto da visita che scandisce tutte le

ricorrenze, la nascita, un avvenimento festoso, un matrimonio o

un legame fino all’ultimo, appunto la grande festa che si usava

una volta per accompagnare il defunto al trapasso.

Oggi si fa meno celebrazione dell’addio, perché il dolore vuole

essere un momento più intimistico.

Addirittura nel mio caso della recente scomparsa di mia madre

non lo ho detto quasi a nessuno, ma nemmeno io, come la

Maraini, nel ricordo dei miei morti sono triste perché tutti li ho

amati e tutti mi hanno lasciato un segno, una traccia della loro

presenza e che ricordo con malinconia.

La presenza al Salone del Libro di Torino

di Carlo Di Giambattista

La Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte opera da oltre

quarant’anni, il suo scopo è quello di promuovere ed integrare la

tradizione delle terre di origine all’interno della nuova terra di

residenza.

Tra le molteplici attività ha avviato un percorso di collaborazione

con la Regione Abruzzo nell’ambito del prestigioso Salone

Internazionale del Libro di Torino già nel 2011.

Nell’edizione di quest’anno si è sviluppata con la presenza

all’interno dello stesso Stand allestito dalla Regione Abruzzo e

uno spazio dove è stato presentato il periodico l’Avellano, nel

corso del Salone sono state effettuate alcune interviste che vi

sono proposte in questo numero speciale.