La voce 3 giu 2006
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Transcript of La voce 3 giu 2006
Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana!
IN QUESTO NUMERO
Numero 3 – Giugno 2006
Onorificenze per Miguel A.Milano e F. Ciraolo Pag. 2 Italiani : patrioti o matrioti? di FDM Pag.7
I 100 anni di Antonina Bellanca Pag. 3 Case in festa Pag.8
Giovanni Panepinto eletto deputato regionale Pag. 3 Frammenti di vita vissuta di FDM Pag.10
Cianciana 2000 conquista la promozione Pag. 4 La corda di D. Panepinto - Maggio Siciliano Pag.11
Dario Castellano I° al torneo regionale di ciclismo Pag. 4 Mi chiedo...di Anzalone - I lavori degli alunni Pag.12
Le poesie di Gisella Montalbano nel Salotto Pag. 5 Intervista a Gabriella Ebano di E. Giannone Pag.14
Carziri di Cianciana di Gaspare D’Angelo Pag. 6 Anagrafe - Elezioni pag. 15 - Sostenitori Pag.16
Anno Scolastico 1968/69 - Cl. IV Sez. B – Insegnante Rosa Motta – Scuola Elementare E. De Amicis – Cianciana
Seconda fila in piedi da Sinistra: Gaspare Tagliarino, Salvatore Piazza, Gaetano Baiamonte, Gaetano Romeo,
Alfonso Martorana, Giuseppe Di Nolfo, Giuseppe Lo Bue, Angelo Bondì;
Prima fila in ginocchio da Sinistra: Angelo Alba, Angelo Alba, Giovanni Zaffuto, Angelo La Corte, Alfonso
Perzia, Antonino La Corte, Stefano Bosciglio.
C
O
M E
E R A V A M O
100 CANDELINE PER ANTONINA BELLANCA
LU CARZIRI DI CIANCIANA
CIANCIANA 2000 CONQUISTA LA PROMOZIONE
GIONANNI PANEPINTO DEPUTATO ALL’ASSEMBLEA
SICILIANA
LE POESIE DI GISELLA MONTALBANO
DARIO CASTELLANO I° NEL CAMPIONATO REGIONALE
Numero 3 - Giugno 2006
Pagina 2
La Voce di Cianciana
La Voce di Cianciana
Periodico bimestrale di informazione e
di cultura, edito dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” di Cianciana.
Anno VI, numero 3 - Giugno 2006
Direttore Responsabile: Enzo Minio
Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto
Progetto grafico e fotografico
Filippo Mattaliano, Stefano Panepinto Studio immagine
Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Rino Cammilleri, Gaspare D’Angelo, Agostino D’Ascoli, Fausto De Michele, Judith Evans, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Filippo Mattaliano, Nuccio Mula, Giusy Piazza, Alfonso Salamone. Direzione e Redazione: via Cavour, 3
92012 Cianciana (AG) Italy. Tel. 0922-987.462
E-mail Se volete inviarci un messaggio via e-mail, chiamate al numero di telefono in
alto. Vi sarà comunicato l’indirizzo.
Conto Corrente Postale n° 17905977 Conto Corrente Bancario:
vedi pagina 16 !
Autorizzazione Tribunale di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001.
Spedizione a regime libero. Autorizza-zione della Direzione Provinciale delle PP.TT. di Agrigento, settore commer-ciale Stampa: Tipografia Geraci - S. Stefano Quisquina (AG). Quanto espresso dai singoli autori, negli articoli firma-ti, non rispecchia necessariamente l’opinione del gior-nale. Gli autori, che sono del tutto liberi di esprimere il loro pensiero, se ne assumono implicitamente la re-sponsabilità. © Copyright 2006 - Associazione Culturale “Sicily Kult” - Tutti i diritti riservati. Senza il permesso del Direttore Editoriale, la riprodu-zione totale o parziale di qualsiasi parte del giornale è vietata.
IMPORTANTISSIME ONORIFICENZE PER DUE ARGENTINI DI
ORIGINE CIANCIANESE
FERNANDO CIRAOLO HA RICEVUTO LE INSEGNE
DELL’ORDINE DELLA STELLA DELLA SOLIDARIETA’
ITALIANA.
MIGUEL ANGEL MILANO E’ STATO INSIGNITO CON IL
TITOLO DI CAVALIERE DELL REPUBBLICA
ONORIFICENZE DEL 2 GIUGNO Rosario (Argentina) Il 2 giugno 2006, nel corso dei festeggiamenti per il 60°
anniversario della Repubblica italiana, sono state consegnate dal Console
Generale di Rosario (Argentina) Claudio Miscia le onorificenze conferite
dalla Presidenza della Repubblica ad esponenti della nostra collettività che
si sono distinti per merito.
I connazionali insigniti del grado di Cavaliere dell’Ordine al Merito della
Repubblica Italiana sono stati la compianta Idria Meacci, la cui onorificenza
è stata ritirata dalla figlia, Salvatore Santoro ed Eugenio Gambino Carloni.
Hanno invece ricevuto le insegne dell’Ordine della Stella della Solidarietà
Italiana il Maestro FERNANDO CIRAOLO, di origini ciancianesi ed
abitante a Rosario ed Ezio Mario Remo Daldoss, fregiati del titolo di Com-
mendatore, mentre l’avvocato di origini ciancianesi Miguel Angel Mila-
no, anch’egli abitante a Rosario, Giacomo Galli, Danilo Petrucci e Carmine
Nicola de Ninis, sono stati insigniti del grado di Cavaliere.
Ordine al Merito della Repubblica Italiana (OMRI)
Istituito nel 1951 (Legge 3 marzo 1951, n. 178), è il primo fra gli Ordini
nazionali ed è destinato a ricompensare benemerenze acquisite verso la Na-
zione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno di
pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari,
nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.
Il Presidente della Repubblica è anche Capo dell'Ordine, che è suddiviso nei
seguenti gradi onorifici: Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Com-
mendatore, Ufficiale, Cavaliere.
I colori dell'Ordine sono il verde e il rosso.
Ordine della Stella della Solidarietà Italiana (OSSI)
Fu il primo ad essere istituito nel 1947 (D. L. 7 gennaio 1947, n. 703), quale
particolare attestato a favore di coloro, italiani all'estero o stranieri, che ab-
biano specialmente contribuito alla ricostruzione dell'Italia.
Nel 2001 l’Ordine è stato rilanciato per espresso desiderio del Presidente
Carlo Azeglio Ciampi. Il Presidente della Repubblica è anche Presidente
dell'Ordine, che è suddiviso in tre gradi onorifici: Grande Ufficiale, Com-
mendatore, Cavaliere.
I colori delle insegne sono il rosso, il bianco e il verde. S.P.
Nella foto da sinistra il Cavaliere Avvocato Miguel Angel Milano ed il
Commendatore Maestro Fernando Ciraolo.
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Numero 3—Giugno 2006 La Voce di Cianciana
Giovanni Panepinto, segretario e diret-
tore generale nel comune di Favara,
classe 1961, è nato a Bivona. Coniuga-
to con la maestra Giovanna Raffa, da
alcuni mesi abita a Cianciana. Ha fre-
quentato il Liceo Classico negli anni
della contestazione politica del ‟70.
Consigliere comunale a soli 21 anni, a
25 era assessore e diventerà sindaco del
suo paese a soli 32 anni con il 52% dei
voti, riconfermato nel 1997 con il 79
%. Alla guida del comune per nove
anni affronta e risolve molti problemi come il sistema irriguo
per la coltivazione del prodotto tipico locale, la pesca, con-
sentendo il raddoppio delle aree coltivate e avviando la pro-
mozione del prodotto stesso in ambiti sia regionali e locali
(Sagre e pubblicità). Giovanni Panepinto ha avuto un ruolo
importante nel processo che lega L‟Università al territorio e
che ha portato, a Bivona, alla istituzione del Corso di Laurea
in Scienze forestali e successivamente alla creazione del polo
universitario naturalistico. Ha animato e coordinato
l‟ideazione e la realizzazione di alcuni progetti per lo svilup-
po locale, legati alle opportunità che si sono presentate nel
tempo. Nel 1999 viene eletto Presidente di una Agenzia di
Sviluppo locale (S.M.A.P. Spa) dai sindaci di altri 12 comu-
ni dell‟entroterra agrigentino e promuo-
ve due patti territoriali, uno generalista
e uno agricolo, entrambi finanziati con
150 miliardi di lire, che ha dotato il
territorio di 10 strutture agrituristiche e
28 caseifici. Nel 2001 ha promosso il
PIT n:23 ottenendo un finanziamento di
35 milioni di euro a favore del recupero
del patrimonio artistico dei 12 comuni e
delle imprese del territorio. Nel mese di
aprile Panepinto ha promosso il
“Distretto Produttivo dei Monti Sicani
– Settore Lattiero Caseario” insieme alla “Associazione Pla-
tani”, all‟Unione dei Comuni della Valle del Sosio e
all‟Agenzia di programmazione e Gestione Territoriale ed
Ambientale della Valle del Torto e dei Feudi. Giovanni è
stato nominato anche rappresentante legale del Distretto dei
12 Comuni aderenti : Alessandria, Bivona, Burgio, Camma-
rata, Casteltermini, Cianciana, Lucca Sicula, S.Biagio P. San
Giovanni Gemini, Sant‟Angelo Muxaro, Santo Stefano Qui-
squina e Villafranca Sicula. Al neo- deputato regionale Gio-
vanni Panepinto tutto lo staff della Voce di Cianciana formu-
la i migliori auguri per un impegno indefesso in favore del
nostro territorio per la sua crescita economica, culturale e
sociale. S.P.
GIOVANNI PANEPINTO ELETTO DEPUTATO ALL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
UN SECOLO DI VITA PER ANTONINA BELLANCA, VEDOVA DI GAETANO ABELLA
F esta grande a Cianciana il 18 maggio ultimo scorso: i
figli, le nuore, il genero, i nipoti, i pronipoti, alcuni
dei quali sono venuti dall‟estero, e tutta la comunità
ciancianese si sono stretti attorno alla signora Antoni-
na Bellanca che, in discreta salute e in piena lucidità, ha rag-
giunto il ragguardevole traguardo del centesimo anno di età. La
nonna di Cianciana si è recata nella Chiesa Madre, gremita da
tante persone, dove, alla presenza delle autorità del nostro pae-
se, è stata concelebrata una Messa da padre Salvatore Fiore, da
padre Gambino e da padre Ferraro. Un folto gruppo di alunni
della scuola primaria ha voluto donare alla longeva signora un
omaggio floreale, mentre il sindaco di Cianciana On. Salvatore
Sanzeri ha regalato una collana, dopo aver ricordato gli episodi
salienti di la „za Nena. Terminata la Messa i partecipanti si
sono recati all’Antico Ristoro per il rinfresco e per
l‟immancabile torta.
Di temperamento spartano, la vita non è stata certo facile per
Antonina, testimone di un secolo di cambiamenti che hanno
portato il nostro paese da un‟arcaica società contadina
all‟odierna società tecnologica. Lei ha visto lentamente arrivare
il treno, l‟elettricità, gli elettrodomestici, la trebbiatrice, i tratto-
ri, il telefono, la televisione etc, che
hanno profondamente trasformato la
nostra vita. Antonina si è relazionata
con l‟economia ciancianese nella
sua interezza. Sposata all‟età di 20
anni con Gaetano Abella ha avuto
quattro figli, i compianti Alfonso e
Giuseppe recentemente scomparsi,
Francesco e Calogera che insieme al
marito amorevolmente la accudisco-
no nella casa di Salita Cammarata. Con il marito ha lavorato a
lungo nei campi, per procacciare il sostentamento per la fami-
glia. Alla durezza dei tempi per Antonina si è aggiunta una
tragedia familiare, la perdita in giovane età del marito, avvenu-
ta nell‟agosto del „45, subito dopo la guerra. Dopo questo triste
avvenimento, per sfamare la famiglia, insieme alla figlia Calo-
gera, ha svolto l‟attività di panificatrice e ciò fino all‟età di 60
anni, quando ha ottenuto la pensione sociale. Antonina è stata
legata altresì al mondo della miniera : i figli Francesco e Giu-
seppe sono stati carusi, il figlio Alfonso vagonaro e tutti ricor-
dano la sua partecipazione all‟occupazione delle miniere avve-
nuta nel 1953.
La signora ha
vissuto anche
in Inghilterra
dove si erano
trasferiti i fi-
gli, sempre
disponibile a
dare una mano
per aiutare la
famiglia.
Salvatore
Panepinto
Numero 3 - Giugno 2006 La Voce di Cianciana
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CIANCIANA 2000:MISSIONE COMPIUTA!
I BIANCOVERDI CONQUISTANO LA PROMOZIONE
I l Cianciana vince il Play-off e conquista la seconda
promozione consecutiva, passando in soli due anni
dalla II categoria alla Promo-
zione.
Mister Scalia ha mantenuto la pro-
messa, fatta durante i primi allena-
menti due anni fa, quando quasi
scherzando ebbe a dire alla squadra :
“ Con questo gruppo fra due anni
giocheremo in promozione”.
Dopo la mezza delusione del primo
posto perso nelle ultime giornate, la
squadra del presidente Paturzo (tre
promozioni in quattro anni da quando
è presidente), si rifà con gli interessi
vincendo prima il Play-off del proprio
girone, nella relativamente facile
semifinale contro il Palermo S.R.L,
regolata con due gol del capitano Al-
fano, che hanno messo subito fuori
causa i palermitani, anche se al Cian-
ciana bastava il pareggio, in virtù del
miglior piazzamento in campionato.
Al cardiopalma invece la finale del
girone disputata sul neutro di Favara
contro il Campobello di Licata. La partita è stata una vera
e propria battaglia fino all‟ultimo respiro, con i campo-
bellesi che si portano in vantaggio, dopo due dei sette
minuti di recupero concessi dall‟arbitro, e mentre tutti in
tribuna si disperavano, visto che al Cianciana bastava il
pari, ecco arrivare al 98‟ il gol di Cavalca che ci proietta-
va verso la finalissima.
L‟ultimo atto di questo avvincente trhiller va di scena a
Corleone, paese designato ad ospitare lo spareggio finale
tra Cianciana e Capaci. Gli spalti sono gremiti, i tifosi di
entrambe le squadre realizzano coreografie degne di un
derby di serie A. I Ciancianesi sono costretti a cambiare
approccio alla gara, in considerazione del fatto che non ci
sono più per loro due risultati utili, ma resta solo la vitto-
ria, ed è VITTORIA! 2-1 con reti di Guddemi e D‟Anna.
Verso le sette di sera del 14 maggio, dalla piazza del pae-
se si sente in lontananza uno strano rumore che si avvici-
na sempre più. E‟ il rumore dei clacson delle auto dei
dirigenti e dei tifosi che tornando da Corleone, sfilando
allegramente in paese per festeggiare la meritata PRO-
MOZIONE. Alfonso Salamone
CICLISMO – DUE CIANCIANESI AL PRIMO E AL SECONDO POSTO
DARIO CASTELLANO VINCE IL CAMPIONATO REGIONALE DI CICLISMO, CATEGORIA
DEBUTTANTI. ALLA PIAZZA D’ONORE SAVERIO RAGONA
L ‟Associazione Ruota Libera Olimpia colpisce ancora. Dopo il terzo
posto conquistato da Liborio Curaba nella scorsa stagione, quest‟anno
essa riesce a piazzare due tesserati : Dario Castellano (di Domenico e
di Rosa Diliberto) classe 1991 e Saverio Ragona (di Salvatore e di
XXXXXX Montalbano) ai primi due posti della categoria debuttanti, nel 10°
Campionato Siciliano Gran Fondo Strada.
IL campionato si è articolato in tre tappe: la prima si è svolta a Patti (Messina) il
23 di aprile su un percorso di 120 chilometri, dove Castellano è arrivato 7° e
Ragona 8°; la seconda gara si è svolta a Modica (Ragusa) il 7 maggio su un per-
corso di 130 chilometri ed ha visto Ragona salire sul podio al 3° posto e Castel-
lano appena dietro: la terza ed ultima tappa si è svolta a Ribera ed ha visto ta-
gliare il traguardo Dario Castellano (foto a destra) che, grazie a questa vittoria di
tappa, si è aggiudicato anche il primato in classifica generale.
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Numero 3 - Giugno 2006 La Voce di Cianciana
In classifica generale, cioè per tutte le categorie, il primo dei ciancianesi è ancora
una volta il capitano Filippo Giannone, 72° su 412 partecipanti, seguito da Castella-
no 80°, Ragona 120°, Giovanni Liguori ( uno dei quattro bisacquinesi tesserati con
la squadra ciancianese) 103°, Piero Di Miceli 180°.
Dario Castellano è nato a Santo Stefano Quisquina l‟8 settembre 1991, è studente
del primo anno di ragioneria a Bivona. E‟ entrato a far parte dell‟Associazione Ruo-
ta Libera Olimpia nel 2005 cominciando a gareggiare solo quest‟anno con eccellenti
risultati, considerando che riesce ad allenarsi solo un paio di volte a settimana, per-
correndo una media di circa 120 chilometri.
Alfonso Salamone
ANCORA UNA PIACEVOLE SORPRESA PER LA VOCE
IL SALOTTO DELLA POESIA HA IL GRANDE PIACERE DI OSPITARE
ALCUNE COMPOSIZIONI POETICHE DI GISELLA MONTALBANO
Pubblichiamo con piacere alcune composizioni poetiche di Gisella Montalbano che, assieme alla famiglia, ci legge
in Sud Africa, terra dove è nata e risiede.
Le poesie di Gisella rivelano freschezza e sentimenti semplici e genuini, velati a volte da una nota di tristezza, legate
alla scomparsa del fratello Angelo, avvenuta pochi anni fa. Una poesia è scritta in inglese, ma la nostra amica dimo-
stra di possedere ancora la lingua del cuore, la nostra, il siciliano che la lega alle comuni radici. M.G.
10/11 SETTEMBRE 2003
Fara` un annu dumani
ca la nostra gioia divinta` tristizza,
quannu ni dissiru ca t‟arrinnisti
ca chiuisti l‟occhi e ti nni jisti.
Tannu n‟allarma`
e „ni ricurdammu ancora
e quannu taliammu li to foto,
c‟alligria davatu cu ddu bel surrisu.
Li to surrisi sempri sù ricurdati
e li tinemmu dintra di natri.
Nun ti livammu di li pinzeri oji
e mancu t‟alluntani di li nostri cori.
Chiangemmu sulu a pinzari,
comu semmu tristi di quannu ti nni jisti.
E veru ca la to vita ni parsi di picca durata
e la to partenza fu „mpruvvisata.
Ma anchi si tra di natri sì accantu
cridemmu ca cu Diu sì prisenti.
( 10/11 Settembre 2003)
L’ALLIGRIA
L‟alligria e` intra di natri,
nun e` na cosa ca ni dunanu
l‟atri.
Pirchi e` chiddu ca dicidemmu
„n ogni casu ca ni truvammu.
La dicisioni e` nostra
di comu vulemmu vidiri li cosi.
N‟esempiu e` la cumprensioni
di certe cosi intirpritati.
C‟e` cu la capisci accussì
e n‟atru ca la vidi accuddì.
E` accussi` pircio` l‟alligria,
e semmu natri ca dicidemmu
siddu arridiri vulemmu
pi cosi ca fatti o ditti sunnu.
L‟alligria nun dipenni
di ccu semmu o c‟avemmu,
pirchì l‟alligria veni
di comu natri pinzammo.
(5 novembre 2004)
ANGELO
An angel more in heaven,
A star more in the sky,
But you‟ll always be a part of us
Each day that goes by.
God needed you and called for you,
And without hesitation you left,
As if you somehow knew this place
Of where your needs are met.
You now have a better life,
In which you‟ll be forever glad
And it can‟t in anyway be compared
To the sufferings you once had.
So you‟ll be remembered with love,
Not only as a family member,
But also as a loving friend,
Who‟s left us memories to treasure.
(15 novembre 2002)
BONI E TINTI E` veru ca ci sunnu
nni tutti paisi di stu munnu,
li cosi boni e chiddi tinti
e nun sulu nni li nostri parti.
Li passari ca volanu nni l‟aria
e l‟armali ‟ncapu la terra,
l‟hannu vidè comu la genti
e sunnu inclusi l‟alberi e li pianti.
Si pinzammu ca a lu principiu di la criazioni
fummu criati cu na sula „ntinzioni,
ca era di circallu sempri a lu nostru Signuri
e intornu ni tinia senza prublemi.
E accussi` era fina a quannu Adamu e Eva sbagliaru,
ca si ficiru pirsuadiri di lu nimicu,
la frutta di l‟arbiru pruibitu pigliaru
cugliennusilla si la mangiaru,
di tannu a ora avemmu tanti prublemi
pi nun aviri ascutatu a lu Signuri,
e finu a quannu si fa vidiri arrè
è megliu prigallu ca senza d‟iddu facili nun è.
05/01/2003 Gisella Montalbano
Numero 3 - Giugno 2006 La Voce di Cianciana
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Carziri di Cianciana I Lautari, Anima antica, Narciso Records, 2004 di Gaspare D‟Angelo
I nizio quest‟articolo col ringraziare Ma-
riapia Gambino che mi ha fornito il
C.D. de I Lautari, Anima antica, dove
è incluso il pezzo “Carziri di Ciancia-
na”.
Di Mariapia, fine poetessa ciancianese, ci
siamo occupati nello scorso numero de La
Voce di Cianciana dove il direttore editoria-
le, Salvatore Panepinto, ricordava che Il Sole
di Tutti ( piccola Casa Editrice qui a Berga-
mo) ha scoperto e pubblicato i versi della
Gambino raccolti in Ho acceso candele al
vento, che presenteremo a Cianciana la pros-
sima estate.
In questo Villaggio globale in cui viviamo (la definizione
non è delle più belle ma rende l‟idea), può capitare che un
piccolo editore di collana che vive a Bergamo, con salde radi-
ci siciliane (il sottoscritto) incontri i testi poetici della Gambi-
no senza averla ancora incontrata di persona, pur essendo en-
trambi originari di Cianciana. E tra una telefonata e l‟altra, tra
una e-mail e l‟altra, abbiamo aperto la Collana di poesia con
Ho acceso candele al vento.
(Ad oggi i libri pubblicati sono otto e ve ne sono altri in can-
tiere. Chi volesse sottoporci i propri lavori può contattarci a :
[email protected], tel. 035 314749, cell. 338 52 13
292).
Mariapia Gambino vive e lavora a Faenza (Ravenna) dove
ogni anno, verso la fine del mese di novembre, si svolge una
delle più importanti manifestazioni musicali d‟Italia (MEI,
Meeting delle Etichette Indipendenti). Vi partecipano grossi
nomi della musica italiana di qualità , sarà sufficiente citare
Roy Paci e Carmen Consoli. La manifestazione si svolge pres-
so il centro fieristico di Faenza e i padiglioni vengono così
adibiti: due a palcoscenico, dove, secondo una scaletta stabili-
ta, si esibiscono i gruppi partecipanti, mentre gli altri due pa-
diglioni ospitano tutte le case discografiche che espongono e
vendono i loro C.D.
Nell’edizione del 2004, Mariapia e Gaetano (suo fratello,
autore dei disegni in Ho acceso candele al vento) comprano a
scatola chiusa il C.D. de I Lautari. Forte è il richiamo a
“Carziri di Cianciana” e, così, inizia il passaparola. Adesso il
disco è presente nelle case di tanti ciancianesi che vivono a
Cianciana, Faenza, Bergamo, Brescia, Palermo, Trissino
(Vicenza) dove vive e lavora Dino Vaccaro amante della mu-
sica popolare. (Ricordiamo che Dino Vaccaro è l‟autore della
bellissima foto “ Lu lamentu” apparsa sul numero scorso de
La Voce a pag. 6 che ricordava Stefano Alfano, altro grande
estimatore della musica popolare siciliana, scomparso 25 anni
fa e che l‟ultimo, nella foto, è Vincenzo D‟Angelo e non Ga-
spare D‟Angelo) .
Forse non tutti sanno che il nostro paese ha avuto la triste
fama di essere sede di un temutissimo, nonché inumano, car-
cere.
Carziri di Cianciana apre con un recitativo: “Se il mondo
fosse governato da chi veramente sa farlo, nessuno subirebbe
soprusi. E poi non permettere mai che una madre pianga,
piuttosto vivi tutta la tua vita con gli occhi gonfi di lacrime e
l’anima afflitta”.
Sono andato a rileggermi La strage dimenticata di Andrea
Camilleri nella prima edizione del 1985, Sellerio Editore (un
libro regalato a mia moglie dalla grande fo-
tografa Letizia Battaglia quando vivevamo
ancora a Palermo) per avere un‟idea di cosa
fosse un carcere come quello di Cianciana,
di Favignana, di Agrigento, nel periodo bor-
bonico: “Un cunicolo lungo tre metri e alto
poco più di un metro e venti nel primo tratto,
quello più vicino alla porta, così che per
entrarci si doveva quasi strisciare, e nel se-
condo tratto, la cella vera e propria, alto
non più di un metro e sessanta, lungo sì e no
due metri e mezzo, le pareti senza intonaco
rozzamente scavate all’interno del muro
perimetrale, un grosso anello da catena, una
finestrella a livello del pavimento munita di una doppia infer-
riata”.
Da un’altra piccola ricerca, ho trovato delle informazioni sul
terribile carcere Malaspina di Caltanissetta detto la “Tomba
dei vivi”. Si racconta infatti che il regnante che ne aveva ordi-
nato la costruzione, esaminando con infinita accuratezza
l‟opera dicesse all‟architetto che l‟aveva progettato: “Bravo,
avete costruito la tomba dei vivi” e che l‟architetto, si fosse, di
lì a poco, suicidato.
La musica popolare ha sempre avuto in Sicilia bravi inter-
preti che hanno saputo dar voce al lavoro del grande ricercato-
re di tradizioni popolari siciliane Giuseppe Pitrè che aveva
raccolto tantissime quartine scritte da carcerati, sovente incise
con le unghie sui muri delle celle! Citiamo solamente la gran-
de Rosa Balistreri , che è stata anche ospite nel nostro paese
in occasione di un concerto in Piazza Matrice organizzato
dall‟ ARCI nell‟estate del 1980. Qualcuno ricorderà la sven-
tura del povero carcerato, ingiustamente condannato a 30 anni
di reclusione, musicata e cantata da Rosa in “Buttana di to
mà”: “Buttana di to mà, ngalera sugnu / senza fari un millesi-
mu di dannu. (…) Hannu a finiri sti vintinov’anni / unnici
misi e vintinovi jorna”.
Consiglio ai lettori il C.D. di Rosa Balistreri, Noi siamo
nell’inferno carcerati pubblicato da Teatro del sole, maggio
2000, [email protected]. Questo è un altro CD a
cui tengo molto in quanto mi è stato regalato da uno dei produttori del Teatro del sole, il mio caro amico musicista e
cantante Maurizio Cuzzocrea. Da anni coltiviamo il sogno di
musicare alcuni miei testi poetici ma ci separano 1500 chilo-
metri però…non si sa mai.
Per chi vive dalle parti di Milano, segnalo un suo concerto
(stiamo sempre parlando di musica popolare, in questo caso
calabro-sicula) ad Assago il 7 Luglio.
In questo CD di Rosa Balistreri, c‟è anche la seguente:
“Judici ca la liggi studiati / nun lu sapiti lu nfernu unni si
trova./ Va jiti nni li vecchi carzaràti / ca iddi vi nni ponnu
dari nova/. Truvati deci giovini assettati/ ddà mmenzu ccè lu
mastru di la scola / . Di fogliu e fogliu lu libbru vutati / lu
nfernu nta lu càrziri si trova”.
Tornando a I Lautari ricordiamo che il gruppo è nato nel
1987 e che ha collaborato con Tony Cucchiara, Carmen Con-
soli, Gabriele Lavia, Pippo Caruso ecc. (Altro consiglio ai
lettori: visitate il loro sito www.ilautari.com e lasciate un mes-
saggio nel loro guest book. Agli artisti fa sempre piacere il
contatto col pubblico e vedere riconosciuto il proprio lavoro ).
Pagina 7
Numero 3 - Giugno 2006 La Voce di Cianciana
Per concludere, non aspetto altro che partecipare ad
un loro concerto dal vivo, meglio ancora nella no-
stra Sicilia e, perché no? proprio a Cianciana, per
condividere alcuni momenti emozionanti di eccel-
lente musica che ci riporta alle nostre radici cultura-
li.
Questo vuole essere anche un invito che rivolgo al
Sindaco On. Totò Sanzeri e all‟Amministrazione
Comunale. Io, per quanto mi riguarda, mi offro, sin
d‟ora, per contattare il gruppo.
Gaspare D’Angelo ([email protected])
Nella foto a destra I Lautari insieme a Carmen Con-
soli Foto di Antonino Parrinello
IL TESTO DI CARZIRI DI CIANCIANA
(Autori : Allegra, Castrogiovanni, Catàlfamo, Mobilia.
Registrato dal vivo a Scordìa da Toni Carbone)
Carziri di Cianciana traditura, ca cù ci trasi perdi la parola;
Ci malidicu lu tettu e li mura, lu mastru chi li fici puru ancora;
Cc‟è chiddu „i Favignana ch‟è cchiù scura,
ddà sulu s‟arribbassunu li chiova;
Mi cuntintassi „nta na sipurtura, no carzarato a la Vicaria nova.
Lu judici di mia si „namurau, l‟ura chi carzaratu mi mittìu,
e ntra na scura fossa mi jittau, d‟unni non si vidìa celu ne‟ Ddiu
Non sugnu mortu no, su vivu ancora,
ogghiu cci nn‟è a la lampa e ancora adduma,
curriti tutti a chiantarimi „i chiova
mentri ca sugnu „nta sta fossa scura.
N menzu lu chianu di la Vicaria, cu li manuzzi mi facìa signali;
Vitti ca c‟era la matruzza mia, e l‟occhi cci facianu „du funtani,
Matri, ca sulu vui pinzati a mia,
sugnu „n mezzu a li mali cristiani;
lu malu stari e la malinconia mi levanu la paci e lu campari.
Matri ch‟aviti figghi carzarati, iti a la Vicaria e li viditi;
Cci sunnu chiddi d‟i cammari „nsirrati,
si sunnu vivi o morti „un lu sapiti.
Mittitivi d‟arrassu e li chiamati,
la menti pinzirusa e vui chiangiti;
nui semmu „nta lu „nfernu cunnannati
Che gli Italiani abbiano uno scarso senso della patria è co-
sa risaputa e comunemente accettata.
Di motivi se ne sentono tanti. Alcuni sono storicamente
accertati, altri sono invece motivi da discussione la domenica
al bar Sport. Passiamoli un po' in rassegna.
C'è chi dice, dimostrando di saper far di conto, che l'Italia è
una nazione giovane. Non ha neanche 150 anni!
Chi invece pesca nelle sue reminiscenze scolastiche, mette-
rà in evidenza che il Bel Paese è stato la culla di diverse cul-
ture, ahimè, non tutte autoctone.
C'è poi chi sostiene che gli Italiani sono soprattutto dei
campanilisti, che vuol dire che non sono né nazionalisti, né
regionalisti, ma guardano solo al campanile della loro par-
rocchia.
I nostalgici di Sissi e del Walzer citano il Metternich, che
doveva tirare acqua al suo mulino, e diceva che l'Italia è solo
un'espressione geografica.
Un professore di storia ci racconterà che un patriottismo
vero e anche positivo in Italia c'è stato, almeno fino alla pri-
ma guerra mondiale, ma che poi il fascismo si è impossessa-
to di questo sentimento nazionale, dandogli così un colore
politico. Quindi si è arrivati al punto che, quando si sta tra
Italiani, si preferisce cantare "O bella ciao". Mentre è diven-
tato difficile esaltarsi alle note dell'inno di Mameli che più
che un sapore patriottico, quando non è stato usato per moti-
vi meramente burocratici, ha avuto per anni un sapore politi-
co.
È però vero che noi Italiani conosciamo benissimo il senti-
mento nazionale, ma questo viene fuori solo nelle manifesta-
zioni sportive, dove probabilmente sappiamo che non può
essere male interpretato. Infatti quando giocano gli Azzurri o
quando corre la Ferrari, i colori acquistano valenze sportive.
Nessuno si sognerebbe di dire che chi tifa per la Rossa è un
comunista o che chi tifa per gli Azzurri è un monarchico,
anche se i nostri calciatori portano i colori della casa reale
dei Savoia.
E per finire, c'è anche chi sostiene, sulla scorta del fatto che
gli Italiani sono famosi in tutto il mondo per essere dei mam-
moni, che gli Italiani non sono patrioti ma piuttosto
"matrioti", cioè hanno soprattutto un grande senso della
"matria" che sarebbe il luogo in cui si è nati e si è cresciuti.
Ma poi ci sono quelle bare avvolte nel tricolore e le mani
del presidente, uno che per un soffio non è rimasto a Cefalo-
nia dove nessuno ha avuto il privilegio del ritorno a casa in-
cartato nella bandiera. Il tricolore e le mani di un vecchio. E
allora ti senti italiano, sicuramente italiano, profondamente
italiano, direi anche fottutamente italiano… da sempre, per
sempre… italiano.
E del resto anche l'originalissimo concetto di matria non
annulla quello di patria anzi ne ha, per così dire, bisogno!
Visto che tutti hanno bisogno di un padre e di una madre per
venire al mondo.
Gli Italiani hanno un solo padre: l'Italia ... e tante madri
diverse. Madri che una volta hanno un accento sardo o friula-
no e altre volte parlano addirittura tedesco, francese, albane-
se, ladino, occitano ... . Ciò non toglie però che i fratelli d'I-
talia non possano continuare ad essere fratelli, figli di tante
madri e dello stesso fertilissimo padre.
Italiani : patrioti o matrioti? di FDM
Numero 3 - Giugno 2006 La Voce di Cianciana
Pagina 8
Serena Milioto di Massimo e di
Angela Carubia, nata a Palermo
il 17 febbraio 2006
Cristian Colletti di Lucien e Marieta
Stan, nato a Parma il 23-5-2006
Felice La Corte di Santo e di Enza
Antonina Lercara, nato a S. Stefa-
no Q. il 24 aprile 2006
N
A
S
C
I
T
E
Giovanni Giannone di Andre-
a e di Marisa Di Rosa, nato a
Palermo il 29 aprile 2006
Aurora Maria Ferraro di Luigi
e di Antonella Martorana, nata
a Palermo il 3 maggio 2006 Laurea in ingegneria elettronica per il dottor Gaetano
D‟Angelo. Università di Palermo, 5 maggio 2006
Nozze D’Oro Nozze d’oro per i coniugi Concetta Bavuso e Giovanni Siracusa, residenti ad Hoddesdon (Inghilterra) Cianciana 30 aprile 1956
Cianciana 28 maggio 2006
80°
compleanno
per
il signor
Antonino
Piazza
festeggiato
con la
famiglia
il 16 aprile
2006
Numero 3 - Giuigno 2006 La Voce di Cianciana
Pagina 9
80° COMPLEANNO
per la signora
Francesca Gaiteri, vedova
Provenzano,
festeggiato a Bollate
(Milano) il 4 marzo 2006
Nella foto la signora France-
sca è circondata dai figli
Giuseppe e Leonardo, dalle
nuore Sabina e Tanina, dai
nipoti Fabio, Marco, Lore-
dana, Francesco e Dario, dal
fratello Giovanni e dalla
cognata Anna, quest‟ultimi
venuti per l‟occasione dalla
Francia, ove risiedono
In buona salute e luci-
dità, patente di guida
recentemente rinnova-
ta, circondato
dall‟affetto della mo-
glie Maria Traina, dal-
le figlie Piera, Anto-
nella e Teresa, dai
generi, dai nipoti e da
tanti
parenti ed amici
90° COMPLEANNO
per Ercole (Nino)
Longo
festeggiato a Ciancia-
na il 3 giugno 2006
(vedi articolo del nipo-
te Fausto De Michele
70° COMPLEANNO per il signor Adolfo
Di Noto, nella foto con la moglie Mabel,
festeggiato a Quilmes (Arg.) il 5 marzo „06
Il comitato per i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio 2006.
Presidente Luca Papa Papini, nella foto con il papà Gianni e la mamma Rosamaria Carubia, Assistenti Giovan-
ni Cinquemani, nella foto con la moglie Tanina, e Salvatore Campisi, nella foto con la moglie Mariella.
76 anni per il signor Domenico Vizzì, nella
foto con la figlia Rosanna e con la signora
Ninfa Pensato di Vancouver, festeggiati a
Rosario (Argentina) il 16 marzo 2006
Pagina 10
La Voce di Cianciana Numero 3 - Giugno 2006
Frammenti di vita vissuta ovvero quando gli eroi pesavano 50 chili.
Dedicato a Nino Longo in occasione dei suoi primi 90 anni - di FdM
L o zio Nino ha una biografia degna di essere ro-
manzata, cosa, per altro, che vale per molti Cian-
cianesi che sono Siciliani assai speciali.
Comincerei dallo stupore che prendeva tutti
quando si caricava sulle spalle le pesantissime bombole ver-
di di gas, esercizio ginnico degno di uno Schwarzenegger,
che lui condivideva con due assistenti indimenticabili e mu-
ti. Muti non nel senso di omertosi, cosa che, visto che si par-
la di Siciliani, qualche idiota, in un‟associazione condiziona-
ta potrebbe pensare, ma sordi e muti veramente. Questi due
signori appartenevano praticamente alla famiglia ed erano
onnipresenti al bar tabacchi. Mi ricordo come questi due
fratelli fortissimi e robusti avessero uno sguardo tenerissimo
che emanava una grande bontà d‟animo. Famoso è
l‟aneddoto che si racconta ancora oggi di quella volta che lo
zio infervorato in una discussione fatta di gesti e parole, al
costante diniego dei due fedeli e insostituibili aiutanti, urlò
imprecando: “Ma chi minchia parlu arabu!!”; loro arrabbia-
tissimi e presi dalla discussione, noi spettatori, alle lacrime
piegati in due dalle risate per l‟involontaria battuta degna del
migliore Totò.
La forza di mio zio, due mani che avrebbero spezzato
catene, era resa più mitica dal vero nome “Ercole” scono-
sciuto ai più, e anche dai racconti della mamà Pitrì che spes-
so ci raccontava: “Chissu, u vidi chissu?! Chissu avia l‟ossa
moddri e quannu era picciliddru un putia stari all‟addritta,
allura un medicu mi insignò „na cura, mi dissi vossia avi a
ghiri a Sciacca, sabbia caida e acqua di mari.“ Allora non
c‟era né la fisioterapia né l‟ergoterapia, ma Talassa stava lì
dai tempi dei tempi a far perdere Ulisse e curare lo zio Nino
alias Ercole.
Ma quell‟uomo forte e irsuto era stato anche solo 50 chili
quando ventènne era partito per l‟Africa come caporal mag-
giore del genio a fare l‟istruttore militare. Lo zio s‟era fatta
la Cirenaica a 56 gradi all‟ombra, scorpioni come zanzare in
una sera d‟estate, beduini tagliagole e inglesi che non vede-
vano l‟ora di farti la pelle. Inglesi come lui. Sì perché lo zio
Nino, quando pesava 50 chili in Cirenaica, aveva ancora i
suoi bei capelli rossi e irsuti come una spazzola e la carna-
gione bianca come il latte. Un siciliano di Cianciana come
un irlandese di Kork e, tra le altre cose, un siciliano miraco-
loso. Sì, miracoloso, almeno per quel colonnello settentrio-
nale che in Cirenaica ci soffriva come un panetto di burro
sulla graticola. Torturato dalla beffa di avere avuto dal co-
mando di Tripoli un frigorifero che però nessuno sapeva fare
funzionare. Nessuno, tranne quel ciancianese che aveva lo
stesso aspetto del nemico. “Ma lei sa che cosa è questo?” -
“Sissignore, un banco frigorifero per il ghiaccio” - “E lei sa
come farlo funzionare?” - “Forse” - “Allora si metta
all‟opera”. Ora, uno che è cresciuto facendo granite, vuoi tu
che non sappia come funzioni un frigorifero? Al bar dei
nonni si facevano già le granite, prima dell‟invenzione del
frigorifero, immagazzinando la neve di Cammarata pressata
con la paglia fino a diventare ghiaccio in cantina, per poi
usarla nella centrifuga di legno, la stessa che già si usava a
Kalat Iblatanu all‟inizio del medioevo, ma questo il colon-
nello non poteva saperlo. Quello che era stato un bambino
dalle ossa molli graziato dalla talassoterapia, in meno di
un‟ora, mise il frigorifero militare in funzione. Dopo 24 ore
il colonnello di burro che sognava le Dolomiti, poteva assa-
porare una granita alla ciancianese, cose che a quei tempi, in
cui non c‟era ancora la globalizzazione già a nord di Napoli
non conosceva nessuno. Il caporal maggiore Nino Longo
diventò il beniamino del colonnello.
Ma lasciamo perdere, la Cirenaica e la sabbia del deserto,
che tanto sappiamo tutti come è andata, e saltiamo al primo
Dopoguerra. Sicilia. Ci si arrangiava. Le strade erano infe-
state da banditi. C‟era il famoso bandito Giuliano. La Banda
Salemi. Nino doveva aiutare al bar tabacchi del padre. Era
tornato dalla Libia, era scappato, grazie al fratello, ufficiale
d‟artiglieria, alla Compagnia Italia che andò a farsi ammaz-
zare a Berlino e aveva fatto il monaco a Cassino, solo tem-
poraneamente per non farsi accoppare. Ora si trattava di ri-
costruire, di portare avanti la piccola azienda familiare. Ogni
scadenza mensile bisognava andare con la tessera annonaria
a prendere le sigarette e gli altri tabacchi a Bivona. A quel
tempo ci voleva una giornata intera per andare a Bivona e
poi si ripartiva il giorno dopo. Lo zio, che prendeva le siga-
rette per gli unici tabacchini del paese, quello di suo padre e
di sua zia, ci andava con la scorta: due carabinieri e due
guardie campestri. A pensarlo oggi, non ci si crede: da Cian-
ciana a Bivona in camion con quattro uomini armati fini ai
denti per difendere Trinciato forte, cirina e Toscani, roba da
Afganistan. Di viaggiare di notte, neanche a parlarne. Tor-
nando da Bivona sul camion si sentono degli spari, la guar-
dia campestre un tale Albanese, cerca di tranquillizzare gli
amici e dice laconico: “Chisti cacciatura su” “Ma quali cac-
ciatura!? Ca ni stannu sparannu!!”. La camionetta si ferma
su un ponte sotto una gragnola di colpi di fucile e mitraglia-
trice, in poco tempo sono tutti al riparo. “Spara! Spara!”
dice lo zio e gli altri giovani e inesperti “Ma quali!? Ca
n‟ammazzanu a tutti!!” e allora lo zio prende in mano la
situazione e applica le tecniche di guerriglia insegnate tante
volte alle reclute come istruttore militare per imparare a te-
nere a bada gli inglesi. Strappa un fucile alla guardia campe-
stre, prende delle bombe a mano, intima alla scorta, di ri-
spondere al fuoco a intervalli regolari e chiede di coprirlo.
Quelli hanno capito che lui è l‟unico che sa quello che si
deve fare. E, intanto, giù proiettili come se piovesse. Lo zio
fa una classica manovra d‟aggiramento: mentre gli altri, spa-
rando regolarmente, costringono i banditi a stare coperti e a
concentrarsi su chi spara, lui scende nella scarpata, passa
sotto il ponte, e arriva sotto il costone da dove sparano i ban-
diti, prima gli serve due bombe a mano e poi un caricatore
del fucile d‟ordinanza della guardia campestre. I banditi
strammanu:“E chistu di dunni niscì!?” se la danno a gambe.
Chi glielo doveva dire a quei signori che avrebbero incontra-
to un tabaccaio di 50 chili dai capelli irsuti color del rame
esperto sopraffino nelle tecniche di guerriglia, uno che di
imboscate ne aveva già viste e superate più di una.
Ciancianesi, gente da non sottovalutare mai, nemmeno
quando sono sotto peso!
Numero 3 - Giugno 2006 La Voce di Cianciana
Pagina 11
Daniela Vézina in Panepinto, abitante a Montréal (Canada) ha colpito ancora. Ecco che
cosa ha inviato alla Voce, sempre al fine di suscitare il buon umore dei lettori e forse non
solo questo. Il brano che volentieri pubblichiamo sia in francese che in italiano, è intitola-
to La Corde, la Corda.
LA CORDE
Lors d‟un sauvetage 11 rescapés étaient suspendus à la corde
qui les reliat à un hélicoptère. 10 étaient des hommes et il y
avait...UNE femme parmi eux. La corde commençait à rom-
pre...Ils étaient tous d‟accord sur le fait qu‟il y avait une perso-
ne en trop sur cette corde prévue pour dix! Très rapidement
l‟un d‟eux devait impérativement se laisser tomber dans le vi-
de, pour sauver les autres...sinon...ils tomberaient TOUS! Per-
sonne ne pouvait se décider...Finalement, la femme prit la paro-
le et dit qu‟elle donnerait sa vie puor sauver ses amis, car le
destin des femmes est de : servir les hommes, servir leurs en-
fants, et se sacrifier cheque jours face au sexe supérieur pour
assurer le bonheur de celui - ci! Et quand elle eut terminé son
discours, tous les hommes applaudirent!!! NE SOUS - ESTI-
MEZ JAMAIS LE POUVOIR D‟UNE FEMME!
LA CORDA
Durante un salvataggio 11 superstiti erano attaccati ad una cor-
da che li legava ad un elicottero. 10 erano uomini e
c‟era...UNA donna tra loro. La corda stava per rompersi. Tutti
erano d‟accordo che c‟era una persona di troppo su questa cor-
da prevista per dieci! Molto rapidamente uno di loro doveva
per forza lasciarsi cadere nel vuoto per salvare gli altri … altri-
menti ...essi sarebbero caduti TUTTI. Nessuno potava decider-
si… Finalmente la donna prese la parola dicendo che lei avreb-
be dato la vita per salvare i suoi amici, poiché il destino delle
donne è di : servir gli uomini, servire i loro bambini e sacrifi-
carsi ogni giorno nei confronti del sesso superiore e per assicu-
rare la felicità di questi! E quando lei ebbe terminato il suo di-
scorso tutti gli uomini applaudirono!!! NON SOTTOVALU-
TATE MAI IL POTERE DI UNA DONNA!
PRESENTATO IN CIANCIANAIL VOLUME MAGGIO SICILIANO, TRADUZIONE IN LINGUA ITALIA-
NA DEL PROFESSOR FILIPPO SALVATORE OLIVERI DI MAJU SICILIANU DEL GRANDE
SCRITTORE CIANCIANESE ALESSIO DI GIOVANNI
Cianciana – Giorno 23 aprile, presso la sala
“Giovanni Falcone” del Centro Sociale, è
stato presentato al pubblico il volume MAG-
GIO SICILIANO, traduzione del professor
Filippo Salvatore Oliveri del volume MAJU
SICILIANU del nostro Alessio Di Giovanni.
Il professor Oliveri, nato a Roccapalumba
(PA) nel 1959, è etnoantropologo nella So-
printendenza dei beni culturali ed ambientali
di Caltanissetta. Ha pubblicato diverse colla-
ne di poesia e numerosi saggi di storia mo-
derna e contemporanea, dottrine politiche,
museografia demo – etno – antropologica,
etnografia, dialettologia, socio – linguistica,
critica d‟arte e letteraria e studi comparati
della funzione poetica.
L‟importante serata culturale, che ha richia-
mato tantissime persone, ha fatto parte delle manifestazioni
programmate dall‟Amministrazione Comunale in occasione
del 360° anno della fondazione di Cianciana, con l‟obiettivo
di diffondere il più possibile la conoscenza e lo studio
dell‟opera del Di Giovanni. Per tale motivo, come ha ricorda-
to il vice – sindaco dottor Gaetano Pulizzi,
l‟Amministrazione comunale ha curato la pubblicazione del
volume che va ad aggiungersi alle opere ripubblicate del Di
Giovanni e alle quali se ne aggiungeranno delle altre. Da qui
l‟accettazione del suggerimento proposto dal professor Olive-
ri di tradurre in lingua italiana la prima parte di Maju Sicilia-
nu e precisamente INVUCAZIONI e PRILUDIU. Scopo del-
la pubblicazione anche e soprattutto è il portare l‟opera di
giovannea all‟attenzione sia delle giovani generazioni cian-
cianesi sia all‟attenzione di un pubblico sempre più vasto.
A presentare l‟opera è stato il dirigente scolastico professor
Francesco Cannatella che alla Voce ha rilasciato le seguenti
note, estratte dalla sua conferenza:
“ Condivido pienamente la proposta e la finalità che Maggio
Siciliano ci offre: avvicinare i ragazzi ad
Alessio Di Giovanni ed ancor meglio offrire
una chiave di lettura dell’opera del Di Gio-
vanni ai ragazzi ed a quanti non riescono a
rapportarsi con facilità alla parlata ciancia-
nese ed al dialetto siciliano in genere. La
realtà linguistica dei nostri ragazzi è parti-
colare: essi nella familiarità parlano una
lingua, il siciliano, che non sanno leggere né
scrivere e di poi, scolasticamente, per obbli-
go, scrivono e leggono una lingua che non
sanno, positivamente, parlare.
Viviamo in un tempo in cui i massmedia ci
hanno convinto che la nostra cultura di ori-
gine è cultura inferiore e come tale da ri-
muovere, da dimenticare, quasi da provarne
vergogna. La prima vittima di questa guerra
di espropriazione culturale, sferrata dal capitalismo consu-
mistico, è stato il dialetto, sacrificato sul piano di una lingua
sciatta e vuota, fatta di slogan e portata avanti da una incolta
coiné televisiva: Noi crediamo il dialetto come identità cultu-
rale di un popolo. Ed ecco l’interessante proposta di Filippo
Oliveri, facilitare l’approccio del mondo descritto dal Di
Giovanni, attraverso una traduzione italiana di Maju sicilia-
nu, proponendo l’operatività dell’esperimento al mondo della
scuola: Il libro merita senz’altro una positiva risposta perché
la traduzione è come una finestra aperta per dare uno sguar-
do attento ed interessato a Cianciana, alle sue molteplici
implicanze culturali e al mondo delle tradizioni culturali.
L’opera Maggio siciliano credo abbia raggiunto il massimo
risultato possibile in un intervento di traduzione, la musicali-
tà del verso non ne soffre, il sapore ed il colore della poetica
digiovannea restano intatti. Ottimo lavoro che credo possa
considerarsi non altra opera quanto un legittimo continuum
di Maju sicilianu”. S.P.
Pagina 12
La Voce di Cianciana Numero 3 - Giugno 2006
Alla presentazione del libro Maggio Siciliano era presente, tra le tante personalità, l‟ispettrice Rosalba Anzalone che
ha assicurato al nostro giornale la sua collaborazione che comincia, già da questo numero, con la pubblicazione del
suo articolo intitolato Mi CHIEDO SEMPRE PERCHE’
MI CHIEDO SEMPRE PERCHE’ di Rosalba Anzalone
Ieri pomeriggio ero presente a Cianciana per la presentazione del
libro di Filippo Oliveri “Il maggio siciliano”, traduzione del famoso
“Maju siciliano” di Alessio Di Giovanni. Devo dire che nel percorso
di valorizzazione dell‟opera di Alessio Di Giovanni non mi aspettavo
che, a Cianciana, qualcuno tentasse un‟ operazione di questo tipo; la
cosa perciò mi ha molto incuriosito e sono stata molto attenta alle
motivazioni che lo stesso autore ha dichiarato e che lo hanno indotto
a tradurre.
Il problema della traduzione non è infatti così semplice come può,
a prima vista, apparire. Ma di questo dirò più avanti. Devo subito dire
all‟onesto Prof. Oliveri che le sue ragioni mi hanno quasi completa-
mente convinto della necessità da lui sentita di tradurre. Alcune paro-
le ed alcune espressioni usate dal Di Giovanni nel dialetto giurginta-
no sono un poco difficili da comprendere oggi e il simpatico profes-
sore ha voluto tradurre per padroneggiare meglio i contenuti
dell‟opera di Di Giovanni .Una motivazione del tutto personale e,
pertanto, da non mettere in discussione. “Mi sono messo alla pro-
va”,”ho voluto sperimentare”, ha detto cautamente l‟autore. Apprez-
ziamo la sua sincerità perché pensiamo che egli abbia, sia pure tardi-
vamente, riflettuto sul perché della sua traduzione. Ora a me nasce,
invece, un altro problema: per chi abbia pubblicato la traduzione.
Tradurre e pubblicare non sono, infatti, un tutt‟uno e sarebbe interes-
sante poter aprire un dibattito senza vincoli di tempo per poter chiari-
re questo punto che a me sembra molto importante. Si è voluto speri-
mentare anche attraverso la pubblicazione? Si è il professore interro-
gato sulla opportunità di inserire in un percorso di valorizzazione di
Alessio Di Giovanni e del siciliano una traduzione in italiano? Qui i
casi possono essere sostanzialmente due. O l‟autore non vede bene
questo percorso che alcuni considerano a ritroso, come una sorta di
ritorno alla barbarie, o si è lasciato tentare dalla curiosità di vedere
quale effetto l‟opera avrebbe potuto sortire negli ambienti culturali da
cui certamente ha potuto già cogliere il senso degli interventi. Non si
può infatti accettare la motivazione dell‟ottimo presentatore Prof.
Cannatella perché la estrazione socio-culturale dei presunti alunni
destinatari, di Cianciana o di Alessandria o di altra località più o
meno lontana, risulta diversa non solo da luogo a luogo, ma persino
da persona a persona, in relazione ai contatti che tale o tal altra perso-
na abbia potuto intrecciare.(E questo era anche quello che Alessio Di
Giovanni aveva capito dialogando non solo con Pitrè , ma anche con
Ragusa Moleti, con Corrado Avolio , ecc).
Secondo questa idea il problema non risulta infatti più semplifica-
re, ma avvicinare il lettore all‟autore e, certamente lo si può fare,
soltanto integrando i significati delle parole che dovessero risultare
lontani dall‟esperienza dei ragazzi(uso del vocabolario siciliano-
italiano).
Il progetto LIReS appositamente nato a livello regionale per fare
conoscere Alessio di Giovanni e altri autori locali alle scuole della
Sicilia, sta percorrendo questa strada.
Al di là delle questioni personali e delle proprie motivazioni oggi mi
sembra necessario guardare oltre la traduzione e la didattica e riguar-
dare il passato ed il futuro con un unico sguardo capace di rinsaldare
in ogni caso le nostre origini e fare proposte per il futuro. A noi ser-
vono sostanzialmente tre cose: il coraggio di dire di essere Siciliani
chiedendo a voce alta il riconoscimento del siciliano come lingua,
senza travestirci con l‟abito di altre nazioni come scherzosamente
diceva Gaetano Basile, la capacità di ascoltare gli altri e di dialogare
superando possibili individualismi e la capacità di studiare proposte
politico-culturali che riescano a rilanciare la Sicilia in forme moderne
che non rinneghino la propria storia e la propria cultura. (La Sicilia è
l‟unica regione a statuto speciale che non ha la lingua riconosciuta,
ancorché l‟Unesco in una ricerca parli del siciliano come di una lin-
gua non a rischio di estinzione).
Penso che ognuno debba fare la propria parte e anch’io sto cercan-
do di dire che la scuola deve fare la sua parte, impegnando una parte
della quota regionale del curricolo per lo studio e la ricerca della
scuola stessa sulla lingua siciliana. In Europa andremo, così, parlando
l‟inglese o l‟italiano,ma anche altre lingue, senza dimenticare il sici-
liano e i valori che esso veicola. E‟ nella nostra storia e nella nostra
identità culturale, di cui la lingua è il primo connotato, che possiamo
trovare le proposte di sviluppo per i nostri giovani.
Rosalba Anzalone
PORTATI FELICEMENTE A COMPIMENTO I PREGETTI DELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO
PROGETTO NARRA IL TUO VENERDI’ SANTO
In occasione dell‟inaugurazione
dell‟anno sociale della Congrega-
zione Maria Santissima Addolo-
rata e Gesù Crocifisso, avvenuta
il 22 ottobre 2005, il presidente
Angelo Bondì propose il progetto
Narra il tuo Venerdì Santo da
destinare agli alunni della scuola
dell‟obbligo. La proposta, accolta
dal dirigente scolastico Francesco
Cannatella, riscosse subito
l‟entusiastica approvazione di
insegnanti ed alunni. Il progetto ha coinvolto alcune classi
della scuola primaria e tutte le sei classi della scuola media. I
ragazzi della primaria, sotto la guida dell‟insegnante di religio-
ne Stefania Tedesco, hanno realizzato un quadro di grandi di-
mensioni, rappresentante una Croce che rinverdisce e hanno
dipinto su dei canali scene della Via Crucis. Per la scuola me-
dia la professoressa Vita Curseri ha seguito i ragazzi
nell‟esecuzione di vari elaborati grafico - coloristici di singoli
alunni, rappresentanti ritratti del Cristo morto e dell‟Addolorata
e un grande dipinto sempre dell‟Addolorata con il cuore trafitto
dai sette pugnali, realizzato collettivamente dagli alunni delle
varie classi. La stessa professo-
ressa ha guidato gli alunni nel
progetto Cianciana Odori e
Sapori (vedi articolo nella pagi-
na accanto) per la realizzazione
sia dei cartelloni che della carto-
line che rappresentano i simboli
architettonici di Cianciana, quali
l‟Arco di Santo Rocco, la Torre
dell‟Orologio e i nostri prodotti
locali quali l‟olio, il latte e i suoi
derivati, le fave, i ceci,il fru-
mento etc. e i frutti dimenticati
( sorbe, mele cotogne, nespole etc.) La mostra è stata inaugura-
ta nei locali della Congregazione alla presenza del sindaco San-
zeri, dell‟assessore Antonella Martorana, del dirigente scolasti-
co Francesco Cannatella, da monsignor Gaetano Diliberto, re-
sponsabile diocesano delle confraternite, da padre Fiore, da
padre Ferraro e ovviamente dal presidente Angelo Bondì. Un
doveroso ringraziamento è indirizzato al signor Antonino Mon-
talbano che ha realizzato i supporti in legno per la mostra.
S.P.
Numero 3 - Giugno 2006 La Voce di Cianciana
Pagina 13
PROGETTO SOLIDARIETA’
Le classi quinte della scuola primaria
di Cianciana, guidati dagli insegnanti
Pietro Carubia, Gaetana D‟Angelo,
Angela Montalbano, e Antonella Ci-
nà, hanno realizzato, nell‟ambito del
Progetto Solidarietà, alcuni lavori uti-
lizzando tecniche e materiali diversi.
Il progetto si è concluso il 3 maggio
con una mostra - mercato degli oggetti
realizzati il cui ricavato è stato devo-
luto in beneficenza in favore dei bam-
bini di Ismani, in Tanzania.
PROGETTO CIANCIANA ODORI E SAPORI
Il 19 maggio, a Cianciana, davanti alla scuo-
la media ”S. Mamo”, si è concluso il progetto
extracurriculare, finanziato dal Comune, di edu-
cazione alimentare ”Cianciana Odori e Sapori”.
Alla sua realizzazione hanno partecipato tutte le
classi della scuola media, impegnando 92 alunni e
13 insegnanti, coordinati dalla sottoscritta, docen-
te referente.
La manifestazione si è articolata in diversi mo-
menti: -presentazione dei lavori e delle otto carto-
line ”Cianciana Odori e Sapori”da parte degli
alunni; -momenti ricreativi di musica e balletto
siciliano; -interventi dei rappresentanti della Scuola, del Co-
mune, delle Associazioni; -vendita solidale dei prodotti realiz-
zati durante il percorso formativo del progetto, secondo lo slo-
gan “Adotta un Prodotto… Adotta un Bambino” Degustazione
dei prodotti tipici
Erano presenti alla manifestazione: Monsignore
Di Marco ed altri rappresentanti della comunità
“Cristiani nel mondo”, la Dott.ssa Margherita
La Rocca Ruvolo, rappresentante
dell‟Associazione Onlus “A cuore aperto”, il
Dott. Gullo per l‟assessorato Agricoltura e Fore-
ste, il Sindaco di Alessandria della Rocca, Ing.
Giuseppe Vaccaro, il Sindaco di Cianciana, On.
Salvatore Sanzeri, l‟Assessore alla Pubblica I-
struzione Antonella Martorana, il Dirigente Sco-
lastico Cav. Prof. Franco Cannatella e, natural-
mente, i genitori, gli insegnanti, gli alunni.
Quest‟ultimi, i veri protagonisti del progetto,
che, spero, abbiano imparato divertendosi, per-
ché sono convinta che alla base di ogni ap-
prendimento significativo sia necessario un
approccio stimolante, e questo è indispensa-
bile per l‟educazione alimentare, perché non
basta stimolare la
razionalità, facendo
acquisire le cono-
scenze, ma, princi-
palmente, bisogna
stimolare
l‟affettività, le e-
mozioni, per inne-
scare i processi di
maturazione che
hanno permesso di
raggiungere le se-
guenti finalità:
-fare maturare comportamenti consapevoli atti a
favorire stili di vita adeguati a mantenere il be-
nessere sia fisico che psichico. Perché come dice-
va Marziale: ”L‟importante non è vivere ma vi-
vere bene”.
-Fare capire come e perché si mangia, come si
dovrebbe mangiare, come orientarsi tra le pro-
prietà nutritive degli alimenti alla ricerca della
qualità e della tipicità, per diventare consumatori
consapevoli.
-Fare riscoprire, amare, proteggere e valorizzare
il nostro patrimonio gastronomico e culturale
attraverso la conoscenza dei prodotti tipici locali e del nostro
territorio, al fine di costruire la propria identità culturale per
diversificarsi e non globalizzarsi in maniera anonima, ma di-
ventare cittadini europei con un proprio bagaglio culturale, con
una propria identità da valorizzare e far conoscere, affinché
essa possa diventare un trampolino di lancio per la propria vita
(funzione orientativa del progetto).
Nel portare avanti il progetto si è dato ampio spazio
all‟operatività, attivando laboratori sensoriali per l‟educazione
del gusto e al gusto; laboratori di cucina, che ci hanno permes-
so di realizzare i numerosi prodotti che si sono portati sul tavo-
lo della beneficenza, in quanto un altro obiettivo che si è voluto
perseguire attraverso lo slogan” Adotta un Prodotto… Adotta
un Bambino” è quello di aprire il nostro cuore verso gli altri
affinché in esso possano germogliare e poi radicarsi i valori
della disponibilità, dell‟altruismo, del rispetto per gli altri, della
solidarietà.
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Numero 3 - Giugno 2006 La Voce di Cianciana Facendo seguito a quanto anticipato nel numero precedente, in questo numero La Voce ha il piacere di pubblicare
l‟intervista che il professor Eugenio Giannone ha fatto a Gabriella Ebano (nella foto), autrice del libro FELICIA E
LE SUE SORELLE, presentato a Cianciana presso il Centro Sociale, come i nostri lettori ricorderanno, il 29/3/ 2006.
INTERVISTA A GABRIELLA EBANO A CURA DI EUGENIO GIANNONE Si presenti. Cosa la lega a Cianciana? Mi chiamo Gabriella Ebano e sono nata a Roma il 5 agosto 1954, da madre romana e padre di Cianciana. Dopo aver conseguito la Laurea
in Storia, mi sono dedicata alla fotografia. Svolgo questa attività prevalentemente in campo sociale ed etnografico e insegno fotografia
presso scuole pubbliche ed istituzioni private. Coltivo da sempre un forte interesse anche per la scrittura. Felicia e le sue sorelle ( con in-
terviste e fotografie a venti donne parenti di vittime di mafia ) è il mio primo libro nel quale ho messo insieme le due passioni per la foto-
grafia e la storia.
Il legame con Cianciana è rappresentato quindi da mio padre Salvatore, nato in questa deliziosa
località il 24 ottobre 1923. Sono molti i ricordi che mi legano a Cianciana, dove venivo da piccola a
trovare i parenti, con i nonni che vivevano a Palermo. Mio padre mi raccontava spesso della sua
infanzia trascorsa in parte a Cianciana, perché il padre che è stato anche un piccolo caruso nelle
miniere di zolfo del paese, lavorava come casellante sulla linea ferroviaria Palermo – Agrigento e
non solo. Quindi tutta la famiglia si spostava spesso, però mia nonna è sempre tornata in paese per
far nascere tutti gli otto figli.
Come è nata l’idea di questo libro? Tutto è cominciato nel maggio 2003, quando mi trovavo a Cinisi per realizzare un servizio fotogra-
fico in occasione del 25° anniversario dell‟uccisione di Peppino Impastato da parte della mafia.
Così ho conosciuto Felicia Bartolotta, la madre di Peppino; abbiamo parlato tanto e sono subito
rimasta affascinata dalla sua figura, dal suo discorrere così forte, coraggioso e controcorrente.
L’ho fotografata, ma sentivo che non mi bastavano le immagini, perché c’era ancora tanto da rac-
contare. E ho pensato alle tante altre donne siciliane che hanno sofferto per l‟uccisione dei loro più
cari congiunti per mano mafiosa: Sono partita da Felicia e grazie al suo stimolo determinante ho
realizzato questo lavoro.
Dove è stato presentato? La prima presentazione si è svolta a Palermo il 28 ottobre 2005 con la partecipazione della maggior parte delle donne intervistate. In se-
guito a Napoli e a Rieti nell‟ambito delle iniziative della Carovana Antimafia di Libera, l‟associazione di don Ciotti. A Roma la presenta-
zione è avvenuta nella sede della Fondazione Di Vittorio: A Cinisi il 7 dicembre ‟05 in occasione del I° anniversario della morte di Felicia
Bartolotta Impastato.
Dall‟inizio del 2006 a Chieri (TO), poi A Partitico, a Trapani e ancora in alcune scuole di Palermo; in Toscana: a Massa e Fiesole. In pro-
vincia di Agrigento è stato presentato a Sciacca, Raffadali e a Cianciana. Ed ora sono di nuovo in partenza per Cremona.
Lei ha incontrato delle donne meravigliose. Quale impressione ha ricavato dai loro discorsi? Cosa le spinge ad essere iperattive? Aver conosciuto queste donne è stata per me una grande lezione civile e umana. Ho ammirato in loro la forza, la determinazione e il co-
raggio, e oltre il dolore che pure traspariva quando venivano rievocati i momenti più drammatici, ho potuto apprezzare anche doti più im-
mediate, come l‟ironia ad esempio. Ma soprattutto la volontà di essere ancora presenti e protagonista nelle tante battaglie per la legalità.
Una fra tutte, Rita Borsellino, rappresenta oggi un esempio alto di impegno e iperattività.
Nei familiari delle vittime non c’è sete di vendetta, ma un grande desiderio di giustizia. E’ così? Sì, è sempre la giustizia che viene ricercata. A volte senza ottenerla. Basti pensare ai 46 sindacalisti (di cui 5 sono ricordati nel libro) i cui
delitti sono rimasti impuniti. A tal proposito, vorrei ricordare le parole di Francesca Serafino, moglie di Calogero Cangelosi, segretario
della Confederterra di Camporeale, ucciso il 2 aprile del ‟48: “Legge non ne hanno fatta. Il processo per mio marito non l‟hanno fatto! Io
sono andata alla legge e ci ho detto così: A mio marito lo hanno ucciso, e io voglio giustizia!” Mi rispose il maresciallo: Signora, se ne
vada a casa, a noi non si comanda! Comanda la mafia!”.
In quale relazione stanno, secondo lei, mafia, disoccupazione e sotto – sviluppo socio-culturale? Dove è alto il livello di disoccupazione e in assenza di un adeguato sviluppo socio-culturale è chiaro che la mafia ha forti possibilità di
sviluppo e consolidamento. Questo è il nodo da sciogliere. Fino a quando in Sicilia, come in tutto il meridione, non verrà risolto il grave
problema della mancanza di lavoro che vede tra l‟altro, ancora oggi la partenza delle menti migliori, non si può sperare di contrastare le
varie organizzazioni criminali. Bisogna invertire la rotta e puntare molto sui giovani. E‟ poi indispensabile un impegno costante, fermo, ed
adeguato delle istituzioni tutte sia a livello regionale che nazionale in stretto rapporto fra loro.
…quindi la cultura come sinonimo di crescita.
Senz‟altro la cultura è un sinonimo indiscusso di crescita. Ad esempio a Cianciana esiste una splendida ed efficiente biblioteca comunale.
Questi sono gli esempi da seguire. E‟ chiaro che la lettura di un buon libro, la visione di film intelligenti, la visita di un museo offrono
molti spunti per la riflessione e quindi per la crescita culturale. “La mafia si combatte con la cultura, non con la pistola” : sono le parole
che spesso ripeteva Felicia Impastato a quanti andavano a trovarla a Cinisi e le chiedevano il suo parere su questo grave argomento.
La scuola ha svolto un ruolo fondamentale nell’educazione alla legalità. E le famiglie e le altre agenzie educative? Nulla si può eccepire sull‟impegno degli insegnanti e l‟interesse degli studenti sul fronte dell‟educazione alla legalità. E l‟esempio della
presentazione del mio libro a Cianciana ne è una prova evidente. In famiglia invece c‟è spesso silenzio fra genitori e figli, che lascia spazio
all‟assordante rumore di troppe trasmissioni “ spazzatura “ televisive subite passivamente tanto da divenire modelli di comportamento per
molti giovani. Invece ho molta fiducia nel mondo delle associazioni e del volontariato. Voglio ricordare l‟associazione Libera di don Luigi
Ciotti che da più di dieci anni è attiva per coordinare le varie associazioni che operano contro tutte le mafie.
Falcone, Borsellino, Livatino, Lorenzo Panepinto e altri parlano più da morti che da vivi. Era indispensabile giungere ad un’ecatombe
simile per recepire il loro messaggio? Cosa rimane di quel messaggio?
La mafia ha eliminato fisicamente tanti dei suoi avversari, ma questo non ha assolutamente significato la morte delle loro idee e delle loro
battaglie per la legalità. I giudici, i sindacalisti, gli uomini delle forze dell‟ordine, i giornalisti ed anche tutte le altre vittime innocenti sono
vivi e presenti tra noi anche grazie alle testimonianze dei familiari, di quanti li hanno conosciuti e che hanno collaborato con loro. Il mes-
saggio più forte che resta è che non si deve dimenticare che le loro morti sono un monito per tutti noi, perché dobbiamo ricordare che que-
sti martiri della democrazia fanno parte non solo della memoria storica siciliana ma di quella dell‟intera nazione.
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La Voce di Cianciana Numero 3 - Giugno 2006
NOTIZIE DALL’ANAGRAFE
D
E
C
E
S
S
I
MATRIMONI
Alfonso Carubia, nato a Cianciana il 26 febbraio 1930, deceduto il 6 maggio 2006
Salvatore Pulizzi, nato a Cianciana il 24 agosto 1910, deceduto il 13 maggio 2006
Giuseppe Catuara, nato a Santa Elisabetta il 25 gennaio 1921, deceduto 14 maggio 2006
Giuseppa Pollari, vedova Ferro, nata a Cianciana il 22 marzo 1920, deceduta il 17 maggio 2006
Gaetano Borsellino, nato a Cianciana il 21 gennaio 1926, deceduto il 17 maggio 2006
Antonina Ciraolo, nata a Cianciana il 9 febbraio 1926, deceduta il 4 giugno 2006
Vincenza Giannone, nata a Palermo il 10 febbraio1918, deceduta il 7 giugno 2006
Giacoma Perconti, coniugata Marino, nata a Cianciana il 20 settembre 1915, deceduta l’8/06/’06
Maria Carubia, vedova Martorana, nata a Cianciana il 24 settembre 1912, deceduta il 19 giugno 2006
Rosa Marino, vedova Martorana, nata a Cianciana il 9 ottobre 1926, deceduta il 20 giugno 2006
DECEDUTI FUORI CIANCIANA Andrea Ciraolo, di anni 51, nato a Torino, deceduto a S. Salvatore Monferrato (AL.) il 16 maggio 2006
Giuseppe Chiazza, nato a Cianciana il 16 agosto 1933, deceduto a La Grand’ Croix (Francia) il 21 maggio 2006
Onofrio La Corte, nato a Cianciana il 18 ottobre 1938, deceduto a Montréal (Canada) l’8 giugno 2006
La mafia uccide. Il silenzio pure. Quante candele dobbiamo ancora accendere perché la società si convinca che la mafia è un nemico
mortale di tutti gli onesti?
C’è ancora tanta strada da fare e penso che dovremo accendere tutte le candele del pianeta per scuotere e coinvolgere l’opinione pubblica.
E’ indispensabile inoltre che ognuno di noi faccia la sua parte con convinzione e serietà e che soprattutto si possa avere una reale fiducia
nelle istituzioni.
Diremo un giorno “la mafia è morta” o resterà solo un sogno? Per rispondere a questa domanda mi viene in mente “A morti d‟a mafia” la bella poesia di Michela Buscami (anche lei presente nel libro)
scritta dopo l’uccisione del giudice Livatino. Michela sogna la morte della mafia e descrive la gioia di tutti nell’apprendere tale notizia.
Poi al risveglio : “M‟arruspigghiu cu l‟ecu du me cantu // era tuttu un sonnu. Mi talìu „ntornu, // niente canciò, a mafia è sempri ccà. // A
n‟autru iurici ammazzaru. // Però, si natri lu vulemmu, sta morti si po‟ fari // e, macari fra cent‟anni, ma l‟avemu a vruricari”.
Altri lavori in preparazione? Tornerà ancora nella sua terra di origine? Quando ho iniziato le interviste per “ Felicia e le sue sorelle” stavo raccogliendo il materiale per realizzare un libro sulla mia esperienza
di volontariato in ex Jugoslavia durante la guerra di Bosnia. Ora spero di concludere presto questo progetto.
E poi, da un po’ di tempo sto elaborando un’idea di romanzo che potrebbe anche coinvolgere le origini della mia famiglia paterna. Spero
quindi di tornare spesso a Cianciana per trovare spunti e conciliare l’ispirazione. Anzi, lancio un appello tramite il vostro giornale : “Cerco
casa a Cianciana”. Inizialmente in affitto (sono un’inguaribile nomade e così mi sentirei più libera), non amo le comodità e gli alloggi
super moderni, anzi preferisco proprio le case d’altri tempi, magari con un terrazzino con vista sui tramonti di Caltabellotta….
Pietro Abisso e Eleonora La Mattina, Sciacca Basilica di San Calogero, 20 aprile 2006
Calogero Pullara e Francesca Curaba, Ribera Chiesa Madre, 27 aprile 2006
ELEZIONI PER L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA E PER IL RINNOVO
DEL PARLAMENTO SICILIANO - 28 MAGGIO 2006 I RISULTATI DI CIANCIANA
ELEZIONE PER IL PRESIDENTE: Musumeci voti 14 ( 0,56 %), Cuffaro voti 1.063 ( 42,90 %), Borsellino voti
1313 (52,99 %); Bianche 16, Nulle 72.
LISTE E PREFERENZE: Musumeci voti 4 ; Forza Italia voti 183 (Cimino 98, Giambrone 52, Bennici 13, Casera 4, Semina-
ra 2) Autonomia voti 39 ( Di Mauro 36, D’Orsi 1, Sciortino 1); UDC voti 464 (Brandara 60, Savarino 93, Di Paola 130, Milio-
to 147); Lista presidente voti 272 ( Grado 4, Arnone 11, Vita 241); Alleanza Nazionale 71 (Infurna 43, Biondi 4, Falzone 1,
Granata 17, Lazzaro 1, Sciangula 2); Uniti per la Sicilia 920 (Miccichè 17, Petrotto 1, Pulvirenti 1, Sanzeri 869, Tuttolomondo
2); Democratici di sinistra voti 324 ( Carreca 2, Garuana 4, Di Benedetto 5, Greco 1, Marinello 2, Panepinto 254; La Marghe-
rita voti 29 (Manzullo 9, Cusumano 3, Bonomo 9, Bruno 4); Impegno Sicilia voti 17 (Buscemi 4).
E’ DECEDUTO GIUSEPPE MENDOLA, UN UOMO CHE AFFRONTAVA LA VITA CON IL SORRISO
E’ venuto a mancare prematuramente all’affetto dei suoi cari e di quanti lo cono-
scevano, Giuseppe Mendola, persona integerrima e stimato da tutti. Nato ad Ales-
sandria della Rocca il 16 luglio 1951, era diventato ciancianese avendo sposato la
signora Croce Perconti, dalla quale ha avuto due figli: Anna e Antonino. Nel no-
stro paese si era facilmente inserito e con parte attiva. Faceva parte del Circolo
Cacciatori, coltivando le sue grandi passioni, la caccia ed il tiro al piattello, ed era
apprezzato per la sua intraprendenza. Spesso amava ripetere: Nenti amma a fari
sta sira? Lo abbiamo sempre visto sorridente e dotato di buon senso. Era impiega-
to alla Posta e conosceva ormai tutto il paese. Purtroppo un triste destino era per
lui segnato e, dopo qualche giorno dalla morte del fratello Dino, anche lui è stato
chiamato dal Signore, strappato all’affetto dei suoi cari. A dargli l’estremo saluto
sono stati in tantissimi, di Cianciana, di Alessandria e di altri paesi dove aveva
tanti amici. Noi soci del Circolo che lo conoscevamo e lo apprezzavamo, sentia-
mo già la sua mancanza, avvertendo il vuoto che egli ha lasciato. Pino sarà sempre
con noi e rimarrà indimenticato nei nostri cuori.
I soci del circolo Cacciatori di Cianciana
Numero 3 – Giugno 2006
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La Voce di Cianciana
L’abbonamento annuale per 6 numeri costa: per l’Italia € 21, per l’estero € 23. Se volete darci di più farete parte dei SOSTENITORI del giornale. Per l’Italia inviare la cifra a Salvatore Panepinto - via Cavour, 3 - 92012
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genzia di Cianciana, ABI-05772 CAB-82920, Conto Corrente n° 101400002499. Dall’estero vi consiglia-
mo di effettuare il versamento adoperando i seguenti codici, perché la spedizione costa molto poco: codice BIC PSANIT3PXXX; codice IBAN: PAESE CIN1 CIN2 ABI CAB CONTO IT 56 A 05772 82920 000010002499 Presso banca popolare Sant’ Angelo, Cianciana (AG)
ABBONAMENTO AL GIORNALE
DOLCI VACANZE A CIANCIANA
La nostra città continua ad attirare l’attenzione di curiosi e studiosi che accorrono numerosi a visitarla. Nel giro di un mese ab-
biamo ricevuto un gruppo di studenti della provincia di Catania, un nutrito gruppo di turisti romani e il 27 maggio gli amici
dell’Università della terza età di Palermo. Gli universitari sono stati accolti dal prof. Giannone che ha fatto da guida turistica e ha
organizzato, di pomeriggio al Centro Sociale, un recital di poeti ciancianesi. Dopo il saluto del vice-sindaco Pulizzi sono state
lette poesie di Alessio Di Giovanni, Agostino D’Ascoli, Salvatore Mamo, Pasquale Alba e dello stesso Giannone. Gli ospiti in
serata hanno fatto ritorno a Palermo, soddisfatti e con la promessa di un prossimo ritorno per visitare le maccalube, le zolfare e la
valle de Platani. Salvatore Panepinto
Dolci vacanze per la signora Carmela Curaba in
Milano, abitante a Rosario (Argentina) a Ciancia-
na per partecipare alle nozze dei nipoti Francesca
Curaba e Calogero Pullara.
SOSTENITORI DELLA VOCE La redazione del giornale ringrazia sentitamente gli abbonati che ci hanno ancora una volta confermato la fiducia. Un particolare ringraziamento è indirizzato ai seguenti sostenitori :
ITALIA : dottor Filippo Bavuso Volpe, Brusaporto (BG); Carmelo Perconti, Cernobbio (CO); dottor Salvatore Cuffaro, Erice
(TP); Gaspare Piro, Maslianico (CO); dottor Franco Bartolomeo, Alzate Brianza (CO); Giovanni Provenzano, Drezzo (CO);
Giuseppe Martorana, Anagni (FR); Gaetano D’Angelo, Cavallasca (CO); Ignazio Cammisano, Nuoro; Antonino Bavuso Volpe,
Monsummano T. (PS); Vincenzo Caltagirone, Maslianico (CO); Vincenzo Marino, Merate (LC); Dottor Filippo Di Noto,Milano;
Gaetano Di Chiazza, Torino; Pietro Vaiana, Cernobbio (CO); Giuseppa Salvioli, Palazzo A.(PA); Alfonso Greco, Solbiate Co-
masco (CO); dottor Stefano Cuffaro,Pordenone.
ESTERO GERMANIA : Gaspare Lo Monaco, Rosario Campisi; BELGIO : Giuseppe Savarese, Gianni Bartolomeo, Francesco
Miliano; INGHILTERRA : Rosa Savarese, Antonino Montalbano, G.Cicchirillo, G.Martorana, Filippo Abella; CANADA : Ni-
na e Rocco Ficara, Giuseppe Gambino, Giuseppe Di Stefano, Vince Bavuso, Stefano Giambrone, Antonino Panepinto; FRAN-
CIA : Antonino Marino, Antonino Caltagirone, Giuseppe Caltagirone, Santo Ritrovato, Ignazio Attardo, Stefano Lo Brutto, Vin-
cenzo Forte, Girolamo La Corte, Giuseppe Cardella; AUSTRALIA : Ignazio Pendino, Anna Barbera in Settecasi, Leonardo Ca-
rubia; ARUBA : Giuseppe Bellanca.
CIANCIANA : Gerlando D’Angelo, Tanina Impallari in Ferraro, Paolo Termini, Gaetano Ingravidi, dottor Antonino Arcuri,
maestro Piero Carubia, Giannone Filippo, Associazione Theatron, dottor Nello Paturzo, dottor Gerlando D’Angelo, professor
Giovanni D’Angelo, Zina e Girolamo Carubia, DAFFODIL, PIANTE, FIORI, CONFETTI ;
FOOD MARKET CONAD, SUPERMERCATO ALIMENTARE, DITTA ANTONINO CIMINO, ELETTRODOMESTICI,
ARTICOLI DA REGALO, Via Nazionale, Alessandria della Rocca.
ERRATA CORRIGE NUNERO 2/06. 1) Nella poesia VENTI MARZO 2006 di Gaetano Alessi, pubblicata nel Salotto della
Poesia, bisogna eliminare l’ultimo rigo (pesanti al pari e forse più di prima).2) Nella foto pubblicata in basso a pagina 6, correggi
Gaspare d’Angelo con Vincenzo D’Angelo. Ci scusiamo con i lettori per gli involontari errori.
SALUTI Il professor Eugenio Giannone saluta affettuosamente Antonino Panepinto, abitante a Montréal (Canada), facendogli
i migliori auguri per una completa guarigione.