A.fortunati udine 22 giu 2011

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Costruire e promuovere la qualità nel sistema integrato dei servizi educativi per l'infanzia

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ALCUNE LINEE DI TENDENZA

• La diversificazione delle tipologie dei servizi

• La diversificazione dei soggetti titolari e gestori

• Le disparità territoriali e le liste di attesa

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La diversificazione delle tipologie dei servizi

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

1992 2000 2009

posti nidi posti servizi integrativi

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La diversificazione dei soggetti titolari e gestori

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

1992 2000 2009

Posti totale Posti pubblico Posti privato

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Le disparità territoriali e le liste di attesa

Nidi • 2000 • 2009

Posti per 100 bambini 0-2

maggiore o uguale a 18,0 (1)da 12,0 a 17,9 (1)da 6,0 a 11,9 (11)minore di 6,0 (7)

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Le disparità territoriali e le liste di attesa

Servizi integrativi • 2000 • 2009

Posti per 100 bambini 0-2

maggiore di 1,5 (4)da 1,0 a 1,5 (2)da 0,5 a 0,9 (4)minore di 0,5 (6)

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Le disparità territoriali e le liste di attesa

domanda / offerta

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

1992 2000 2009

Domanda complessiva di servizio Offerta complessiva di servizio

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IL NIDO COME SERVIZIO “FONDAMENTALE” E “DI QUALITA’”La storia dei nidi è stata storia di trasformazione dell’identità e della rappresentazione sociale dei servizi educativi per l’infanzia; si è compiuto infatti il passaggio:

• da servizi di supporto alla famiglia e alle istanze di emancipazione femminile (legge 1044/1971)

• a servizi caratterizzati da una prioritaria e prevalente vocazione educativa (art. 70 Legge finanziaria 2002 e sentenze Corte costituzionale n. 370/03 e 320/04)

• all’unitaria inclusione sia dei nidi che dei servizi integrativi al nido all’interno del sistema dei servizi socio-educativi per bambini in età 0-3 anni (art. 1, c. 1259, della legge finanziaria 2007)

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Costituiscono ingredienti della qualità:

• la stabilità dei contesti fisici e relazionali progettati e realizzati nei servizi

• la regolarità della loro frequenza da parte dei bambini

• la relazione fra servizi educativi e famiglie

• la progettazione dello spazio e del tempo

• la professionalità degli educatori e il tempo per la progettazione e la memoria

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Di questi elementi occorre tenere conto anche quando pensiamo al ruolo di supporto che i servizi offrono alle famiglie.

Infatti, questo importante aspetto non deve far dimenticare quali sono le condizioni necessarie per dare benessere ai bambini; cioè, come si diceva, la stabilità dei contesti fisici e relazionali progettati e realizzati nei servizi, la regolarità della loro frequenza da parte dei bambini, la relazione fra servizi educativi e famiglie.

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IL SISTEMA INTEGRATO DEI SERVIZI EDUCATIVI PER L’INFANZIALa recente elaborazione del nomenclatore interregionale dei servizi sociali, da parte del CISIS, e le attività di monitoraggio del piano straordinario e di assistenza tecnica al mezzogiorno sono un'altra "cornice" utile per approfondire altre importanti questioni; partendo da una rappresentazione dell'identità del progetto dei servizi educativi per la prima infanzia (quale esito delle esperienze degli anni '70 e '80 del secolo scorso) emergono sempre più chiaramente come rilevanti i seguenti aspetti:

• la nozione di sistema integrato

• il tema della promozione, regolazione e controllo

• le funzioni pubbliche di governo del sistema integrato in un quadro pluralistico di protagonismi

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QUALITÀ E COSTI DEI SERVIZI EDUCATIVIOltre il livello dei costi necessari a garantire lo standard (costo del lavoro e rapporti numerici) si apre la prospettiva di rendere qualità e costi dimensioni complementari da coltivare non tanto incrementando le risorse quanto investendo sulla capacità di utilizzarle bene

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QUALITÀ E COSTI DEI SERVIZI EDUCATIVIOltre il livello dei costi necessari a garantire lo standard (costo del lavoro e rapporti numerici) si apre la prospettiva di rendere qualità e costi dimensioni complementari da coltivare non tanto incrementando le risorse quanto investendo sulla capacità di utilizzarle bene

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Oggi sappiamo che qualità progettuale e organizzativa dei servizi e esercizio delle funzioni di governo e controllo del sistema sono elementi fondamentali:

• per garantire il rispetto degli standard

• per conciliare qualità e costi

Inoltre, sappiamo che:

• il governo e il controllo pubblico è necessario per garantire ai cittadini la qualità in ogni servizio – pubblico o privato – operante sul territorio

• il sistema ha necessità di integrare iniziativa pubblica e privata per espandersi attraverso la forza del pluralismo dei protagonismi

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L’EQUITÀ DI ACCESSO AI SERVIZIQuando un nido costa 500 euro al mese questo costo è insieme troppo alto per essere sostenibile dalla generalità delle famiglie e troppo basso perché sia garantita la qualità del servizio che viene offerto.

Un sistema di servizi educativi per la prima infanzia “fondamentali” e “di qualità” necessita di alcune condizioni:

• un mix fra pubblico e privato

• la responsabilità pubblica di controllare la qualità e di favorire un accesso effettivamente generalizzato ed equo a tutti i servizi, sia pubblici che privati

Anche il dibattito in corso a livello europeo pone al centro il tema della responsabilità pubblica di finanziamento del sistema.

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LA TRANSIZIONE INTER-GENERAZIONALE DELLE CULTURE E DEI SAPERI

Il processo di diversificazione del quadro delle esperienze ha registrato in molti casi, come si è potuto vedere, il progressivo affermarsi del protagonismo del privato sociale all’interno del sistema dell’offerta.

Ci sono alcune direttrici caratteristiche di questo processo

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La differenziazione fra aree di funzionamento ordinario dei servizi (in gestione pubblica diretta) e aree di flessibilità (affidate alle cooperative sociali); così si è prodotta una differenziazione verticale

La differenziazione fra servizi di nido (in gestione diretta) e servizi integrativi (affidati alle cooperative); così si è prodotta una differenziazione orizzontale

La differenziazione legata al diverso riconoscimento del valore del lavoro (diversità nei trattamenti contrattuali) e/o al diverso standard applicato all’organizzazione del servizio (per esempio nel valore di riferimento utilizzato per il calcolo del rapporto numerico); così di è realizzata una differenziazione in aree “di serie A” e “di serie B” del mercato

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In tutti questi casi, la differenziazione è anche un elemento che taglia la relazione intergenerazionale e ostacola la transizione della cultura fra le generazioni.

Questo elemento è stato evidenziato in vari casi come elemento che impedisce il “passaggio del testimone” fra le generazioni.

Occorre tenere presente però che questo tema andrebbe apprezzato in una diversa e più complessa relazione di reciprocità fra le generazioni

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Occorre guardare alla rete dei servizi come sistema interconnesso

Occorre contaminare le esperienze, rompendo le dinamiche di irrigidimento che si sviluppano nelle situazioni di maggiore garanzia e offrendo spazi e tempi di elaborazione dove gli assetti organizzativi ne offrano pochi.

Occorre una maggiore equità distributiva nel sistema degli elementi di stabilità e vitalità, nonché un più uniforme riconoscimento del valore del lavoro educativo con i bambini.

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LE POLITICHE PER L’INFANZIA SONO UN COSTO?L’ormai classica curva di Heckman, ci segnala da tempo come l’investimento economico rivolto ai primi anni di vita restituisca benefici economici per le società che sono capaci di scommettere sul futuro attraverso investimenti concreti sui bambini e sulle nuove generazioni.

Oggi sappiamo peraltro che solo l’intervento nei primi anni di vita consente di rompere la catena di riproduzione delle disuguaglianze sociali e di prevenire i processi di esclusione sociale.

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Possiamo dunque augurarci che il riconoscimento della produttività economica degli investimenti in educazione possa orientare anche la politica a dare attuazione – anche mediante adeguati investimenti per lo sviluppo e la gestione di servizi educativi e di cura per l’infanzia – alla concreta affermazione dei diritti di cittadinanza delle bambine e dei bambini.

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