La rivoluzione digitale e l’impatto sulle aziende · 2017. 11. 17. · L2 – Digital IQ Index:...
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Giovedì, 16 novembre 2017
Palazzo Mezzanotte – Piazza degli Affari 6, Milano
Intervento di David Pambianco
La rivoluzione digitalee l’impatto sulle aziende
Every Company is a
Tech CompanyPeter Sondergaard – 9/2013 - GARTNER
La presente analisi è stata effettuata attraverso:
METODOLOGIA
Interviste a manager e imprenditori
Questionari di un campione di aziende, piccole, medie egrandi, che rappresentano un fatturato di 8 miliardi di euro
Studi e ricerche esistenti
Stime e valutazioni Pambianco
3
4
LO SCENARIO- Digital Revolution -
DIGITAL REVOLUTION – LA NOVITÀ
5
Digitale e Tecnologia hanno reso concretamente possibile il CONTATTO DIRETTO tra brand e consumatore
Font
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DIGITAL REVOLUTION – I NUMERI
6
I numeri della rivoluzione digitale sono enormi
1994 $ 136 B
2010 $ 3 B
2006 $ 3 B
2011 $ 0,4 B
1998 $ 90 B
Anno fondazione Fatturato 2016
0,3 B
0,8 B
0,3 B
0,2 B
2 B
Active Users
2004 $ 28 B 2 B
1
1 Stima2 Daily
2
DIGITAL REVOLUTION – I GIOVANI CONSUMATORI
7
Le giovani generazioni sono i grandi attori di questo cambiamento perché hanno un approccio alla tecnologia diverso rispetto agli “adulti”
Oggi i millennials (21-37 anni) rappresentano
circa ¼ del mercato del lusso con proiezione al 40% nei prossimi 5/7 anni
8
DIGITAL REVOLUTION - I GIOVANI CONSUMATORI
I giovani si comportano allo stesso modo in tutto il mondo
le differenze geografiche
le differenze anagrafiche
Font
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9
DIGITAL REVOLUTION: LA SFIDA
Questa è la grande sfida delle aziende in questa fase
storica
La grande onda di Kanagawa - Katsushika Hokusai
TECNOLOGIA
NUOVE GENERAZIONI
MODO DI FARE
BUSINESS
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I (GRANDI) CAMBIAMENTI PER LE AZIENDE
Questo scenario richiede alle aziende un nuovo know-how in termini di:
NUOVO KNOW-HOW IN AZIENDA
11
2. Offerta di prodotto
3. Canali di vendita
4. Organizzazione
1. Gestione del brand e comunicazione
12
2007 2017
1. GESTIONE DEL BRAND – TUTTO È SOCIAL
Com’è cambiato il modo di assistere ad una sfilata(fonte: Facebook 26-10-2017)
Fonte: CC BY 2.0 – www.flickr.com
produrre i contenuti - sfilate, storytelling sushooting ed eventi, iniziative con testimonial…
1. GESTIONE DEL BRAND – LE AZIENDE FANNO DA SOLE
13
La tecnologia ha creato per le aziende una varietà di nuovi e potentistrumenti per comunicare direttamente con il proprio mercato. Leaziende possono e devono:
interagire con i consumatori attraversopagine social e internet
utilizzare/collaborare con gli influencers- cantanti, attori, blogger, super models
Fonte: L2 – Digital IQ Index: Fashion
dei fashion brand è presente con un profilosui principali social network
1. GESTIONE DEL BRAND – DOMINIO SMARTPHONE+SOCIAL
14
90%il
3,4 miliardi di smartphone
connessi nel mondo
#FollowersTop 10 Brand
Totale Top 10 189,1
H&M 27,3Victoria's Secret 27,1Zara 24,0Louis Vuitton 18,5
Burberry 17,1Michael Kors 16,7
Chanel 16,6
Gucci 15,3Dior 15,2Calvin Klein 11,4
#FollowersTop 10 Brand
Totale Top 10 136,2
Victoria's Secret 39,7
H&M 14,4
Chanel 12,5
Zara 11,1Louis Vuitton 11,1
Victoria Beckam 10,8Dior 10,1Dolce&Gabbana 9,3
Gucci 8,8
Prada 8,4
15
Fonte: Pambianco – valori in milioni2016
12 mesi#Followers
203,4
32,328,025,020,5
17,117,0
19,9
16,116,011,5
#Followers
227,0
57,2
23,124,3
22,619,3
17,317,114,7
17,9
13,5
201710 mesi
Var.%
+8
+18+3+4
+11
-+2
+20
+5+5+1
Var.%
+67
+44
+60+94
+104+74
+60+69+58
+103
+61
1. GESTIONE DEL BRAND – I TOP 10 BRAND SUI SOCIAL
201612 mesi
201710 mesi
Investimento medio in comunicazione: 3/5% del fatturato
% Ripartizione 2012 2016
46%12%11%8%
12%11%
100%
questionari
1. GESTIONE DEL BRAND – VERSO IL NUOVO MEDIA-MIX
16
Stampa 67%Campagne social 0%
Online display adv 1%Sfilate 5%Eventi 13%
Altro 14%Totale 100%
I tempi della comunicazione non sono più dettati dalle collezioni
Nella comunicazione digitale si ragiona a“feed” e “scroll”
Il prodotto segue la stessa velocità (piùuscite fino all’esasperazione del see nowbuy now)
2. GESTIONE DEL BRAND – ALTA VELOCITÀ
17
TL;DR = pochi secondi a disposizione perattirare l’attenzione del consumatore
I contenuti (instagram, e-commerce,…) vengono aggiornati confrequenza quotidiana
Font
e: F
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Collezioni sempre più frammentate per stimolare il consumatore
Pre Main Cruise Flash Capsule
2. OFFERTA DI PRODOTTO – USCITE CONTINUE
2012 40% 100% 5%
18
- -
Non ci sono più regole pre-costituite,
vale la strategia e il posizionamento delle singole aziendequestionari
2017 58% 100% 15% 12% 27%
Font
e: J
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Har
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3. CANALI – FINE DELL’ULTIMA WAVE DI ESPANSIONE RETAIL
Wholesale
Retail
2016
20%
80%
Il numero dei negozi monomarca è cresciuto negli ultimi anni
questionari
2016
68%
32%
GRANDI AZIENDE
MEDIE AZIENDE
19
2010
47%
53%
2010
80%
20%
GRANDI AZIENDE
MEDIE AZIENDE
20
Il numero dei negozi monomarca non aumenta piùNei prossimi anni sono previsti solo “aggiustamenti” della rete di negozi fisici.
7.016
5.194 5.614 6.0706.622 6.931 7.156
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017E
+8,1 +8,1 +9,1 +5,9 +1,8
(*) Analisi Pambianco su un campione di 10 top luxury brands (italiani e stranieri)
+2,0
3. CANALI – FINE DELL’ULTIMA WAVE DI ESPANSIONE RETAIL
CRESCIT
A TRAMITE ECOMMERCE
CR
ESC
ITA
TRAM
ITE
ECO
MM
ERC
E
21
3. CANALI – IL NUOVO RUOLO DEL MONOMARCA
Ripensamento dello store
Da unico punto di contatto con il consumatore a tassello di un percorso multi-point (aumenta la complessità)
Focus su: ottimizzazione dello store network aumento traffico nel punto vendita riduzione della superficie media cost-cutting e incremento resa al mq
3. CANALI – I TOP PLAYER E-COMMERCE
1,9 B
0,2 B
3,6 B
1,6 B
0,6 B
6,6 B
0,1 B
3,1 B
€
€
€
€
€
$
€
€
22
Fatturato specialisti
2
4
0,7 B$
1,1 B
0,07 B
1,8 B
0,9 B
0,2 B
1,2 B
0,09 B
1,6 B
n.a.
21%
36%
27%
28%
49%
74%
16%
25%
n.a.
20162013 CAGR %
3
1
2 Mr Granjon
4 Valore totale delle merci vendute
3 2013 Dato aggregato
1 Fashion
17,2 B€ 7,2 B 34%Totale
23
I Digital Native Brand
Web come mezzo primario di vendita einterazione, con i consumatori
No intermediari
Distribuzione solo online, eventualmente inseguito offline
caratteristiche:
3. CANALI – NASCITA DI NUOVI BUSINESS MODEL ECOMMERCE
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Department Store e Multibrand diventano e-tailer
Le potenzialità del mercato sui siti multi-brand sono almeno doppierispetto a quelle sul monobrand (Ikea accordo con Amazon)
1 Incluso Mytheresa, acquisita nel 2014
Fatturato online
Nordstrom 2
Neiman Marcus 1
4,4 B1,5 B
2 Dato riferito alle vendite full-priceLuisaviaroma 3 0,1 B 3 Stima
%
30%31%
95%
3. CANALI – NASCITA DI NUOVI BUSINESS MODEL ECOMMERCE
- YNAP- The Level Group- Triboo Digitale- Ibox- Zero Grey
25
La gestione dell’e-commerce52%
Diretta48%
in Partnership
83%Shooting fotografico
61%Web marketing
57%Logistica
17%Altro
Attività gestite direttamente dalle aziende
(contenuti, web design,…)
3. CANALI – LA GESTIONE DELL’E-COMMERCE
questionari
Fatturato online del campione
250~2/6%
milionidi €
deltotale
% aziende con negozi collegati alla piattaforma online (magazzino, ritiro e spedizione merce)
62%Sì
38%No
26
3. CANALI – IL CRM E LA COMMUNITY
L’importanza di creare una communityLa possibilità di essere in contatto diretto con migliaia/milioni diconsumatori ha generato la necessità di gestire in modo efficiente eefficace i rapporti con questi
79%Sì
21%No
% aziende con CRM (Customer Relationship Management)
questionari
27
sito internet aziendale di prodotto e di vendita
Tutti questi punti di contatto devono esserre gestiti dalle aziende in modo coerente e omogeneo
3. CANALI – LA SFIDA DEL MULTICHANNEL
… quindi, il consumatore ha diversi touch point con un brand:
siti di e-commercemultibrand
negozi monomarcafisici
(facebook, instagram, twitter… ciascuna con un suo stile di comunicazione diverso)
pagine social
Know-how “nuovi” tradizionalmente non presenti all’interno delleaziende. Es.:
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4. ORGANIZZAZIONE
Fashion content creator – acquisire competenze percreare contenuti da comunicare (figureprovenienti dall’editoria, dalla TV, dal cinema,..)
Digital merchandising – consumer experience onlinecoerente con quella offline (under 30)
Digital marketing specialist – utilizzo efficiente deicanali di comunicazione digitali (da editoria eagenzie…)
Nascita di nuove competenze
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In questo scenario cosi fluido, veloce e complessoil faro delle aziende deve essere
l’innovazione continua in tutti gli ambiti
Non c’è una ricetta buona per tutte le aziendeciascuna deve trovare la sua strada