“La rete di scuole” LA BREVE STORIA DELLA REPUBBLICA PARTENOPEA DEL 1799: LA FIGURA DEL...
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Istituto comprensivo “San Leo IX”
Sessa Aurunca“La rete di scuole”
LA BREVE STORIA DELLA REPUBBLICA PARTENOPEA DEL 1799: LA FIGURA DEL “LAZZARO” TRA STEREOTIPO E PREGIUDIZIO
Sviluppo della competenza: Ascolta e comprende testi di vario tipo "diretti" e "trasmessi" dai media, riconoscendone la fonte, il tema, le informazioni e la
loro gerarchia, l’intenzione dell’emittente
Prof.ssa
Nafisio Patrizia
Un’esperienza didattica nella Scuola Secondaria di primo grado
Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo
Docente: NAFISIO PATRIZIA
Competenza: Ascolta e comprende testi di vario tipo “diretti” e “trasmessi” dai media, riconoscendone la fonte, il tema, le informazioni e la loro gerarchia, l’intenzione dell’emittente.
Titolo dell’esperienza didattica: La breve parentesi della Repubblica Partenopea del 1799: la figura del “lazzaro”, tra stereotipo e pregiudizio.
Destinatari: Classe II C della Scuola Secondaria di I grado “De Sanctis”, I.C. “San Leone IX”MOTIVAZIONE FORMATIVA DELLA SCELTA
La presente esperienza didattica, finalizzata allo sviluppo della competenza di Italiano sopraindicata, estratta dalle Indicazioni Nazionali, ruota intorno ai temi dello stereotipo e del pregiudizio, cause, spesso di discriminazione e di gesti violenti anche in ambienti che dovrebbero garantire la crescita civica e morale dell’individuo. Quest’anno ho avuto il piacere di partecipare al progetto: “Formazione e Ricerca- La rete di scuole”, consistente in un corso di formazione, attraverso il quale abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con stimati professori, che ci hanno proposto validi suggerimenti sulle strategie e le metodologie da adottare in classe, per meglio garantire lo sviluppo delle competenze e il successo formativo dell’allievo. Durante gli incontri siamo stati invitati, per scuole, a scegliere una competenza da sviluppare in classe attraverso un percorso didattico. Avendo concordato con le colleghe del mio plesso una tematica comune da trattare, “Dallo stereotipo alla discriminazione”, ho ritenuto opportuno approfondire un avvenimento spesso trascurato dai testi di Storia della Scuola Secondaria di I grado, ma per me molto importante, perché fortemente legato alla realtà regionale dei miei allievi: la Repubblica partenopea e la figura del lazzaro (progenitore dello “scugnizzo”), tra stereotipo e pregiudizio.
Attraverso l’ascolto di testi precostituiti, visione di filmati e ascolto di canti, ho proposto l’analisi e l’approfondimento degli eventi accaduti a Napoli nel 1799 e che videro la monarchia dei Borbone, sostenuta dall’azione dei lazzari, entrare in aperto conflitto con la borghesia intellettuale napoletana: gli allievi sono stati chiamati a comprenderne le dinamiche, gli intrecci e le eventuali ripercussioni sulla realtà meridionale di oggi.L’argomento scelto ha permesso, altresì, di consolidare l’apprendimento di argomenti trattati (quali l’Illuminismo, la Rivoluzione francese e Napoleone Bonaparte), di cogliere con facilità l’importanza degli ideali di libertà e democrazia, fondamentali per la creazione, nei discenti, di un senso civico maturo e consapevole, non fondato sullo stereotipo, anticamera della discriminazione e causa, nella maggior parte dei casi, di contrasti che sfociano, spesso e volentieri, in azione violente (un esempio fra tanti: striscioni e cori offensivi negli stadi).Ho perseguito, pertanto, le seguenti finalità: comprendere che la memoria del passato va recuperata in quanto tale, nella
consapevolezza che il passato svolge un’importante funzione di comprensione e orientamento del presente;
formare la coscienza civile, educando ai valori della democrazia, dello Stato, dell’Europa, della mondialità, del pluralismo e del rispetto delle differenze;
cogliere i nessi tra fattori politici,economici, culturali e sociali, che determinano un fatto storico o ne conseguono;
formare una coscienza storica e critica, cioè la capacità di leggere eventi e processi inquadrandoli nel contesto spazio-temporale e interpretandone i rapporti di causalità, interazione, continuità e frattura con la storia passata e successiva;
Fornire un bagaglio di informazioni utili anche per lo studio di altre discipline come la letteratura, l’arte e la cittadinanza.
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CONTENUTI
La Repubblica partenopea del 1799: breve riassunto ciclostilato
Brani tratti dal Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, di Vincenzo Cuoco
Articoli tratti da “Il Monitore Napoletano”, di Eleonora Pimentel Fonseca
Canto dei Sanfedisti, con traduzione e commento
Inni (dell’Italia, della Repubblica partenopea)
Storia dei lazzari attraverso vari autori
• “I lazzari e la difesa della napoletanità”:
www.brigantaggio.net/brigantaggio/storia/altre/Ferrara03.htm
• I lazzari, di Andrea Balia: www.eleaml.org/nicola/rubrica/ab_lazzari.html
• Il regno dei lazzari, tratto da “Masaniello, il Re degli scalzi”, di Gabriele Scarpa
Lo stereotipo, il pregiudizio e la discriminazione
• Stereotipi di genere“Dalla parte di Camilla” e “Cosa leggono i bambini che ti stanno
intorno”, tratti da: http://leadershipfemminile.org/category/stereotipi-di-gener/
• articolo “Cuntala, il gioco contro gli stereotipi”, tratto da:
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2014/30-aprile-2014/cuntala-gi
oco-contro-stereotipi-223148292187.shtm
• Video scaricati da youtube di: cori razzisti cantati negli stadi e immagini di scritte
offensive sui napoletani; atti di bullismo fuori e dentro la scuola.
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PREREQUISITI
Nell’affrontare le tematiche proposte in questo lavoro gli allievi devono possedere i seguenti prerequisiti:
saper identificare le categorie di causa-effetto che si instaurano tra gli eventi storici;
saper comprendere gli argomenti nella loro successione diacronica e sincronica;
saper interpretare le fonti;
conoscere i tratti salienti del pensiero illuminista;
conoscere le tappe essenziali della Rivoluzione francese e le sue conseguenze;
conoscere gli eventi legati a Napoleone Bonaparte, in particolar modo la nascita
delle Repubbliche sorelle in Italia;
conoscere il significato di termini chiave come giacobinismo;
conoscere il significato di stereotipo, pregiudizio e di discriminazione.
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OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Attraverso questa esperienza didattica ho inteso offrire agli allievi una base per riflettere sugli eventi storici attraverso la ricerca e il ragionamento critico. Sono fortemente convinta che tramite lo studio di questa disciplina gli alunni sono educati alla cittadinanza attiva, in quanto si mettono in evidenza i rapporti tra istituzioni e società, differenze di genere e di generazioni, forme statuali, istituzioni democratiche. In linea di massima e tenuto conto delle singole peculiarità dei discenti, gli allievi sono pervenuti ai seguenti obiettivi:
Conoscere le vicende della campagna d’Italia di Napoleone e come erano visti i “popolani” (lazzari) attraverso le parole di uno scrittore e saggista italiano dell’epoca: Vincenzo Cuoco;
conoscere gli avvenimenti e i personaggi che ispirarono, animarono, interpretarono ed esaltarono la Repubblica Napoletana del 1799;
ricostruire idee ed eventi attraverso documentazioni, fonti e contributi apportati; conoscere le coordinate spazio-temporali in cui si inserisce l’evento storico; conoscere il significato storico e le personalità degli intellettuali napoletani protagonisti
della rivoluzione; saper riscontrare analogie e differenze con la Rivoluzione francese; saper usare in modo appropriato la terminologia relativa all’evento storico esaminato:
sanfedismo, giacobinismo, lazzari, patrioti; saper riscontrare le cause dei contrasti tra il popolo dei “lazzari” e i patrioti intellettuali; comprendere i motivi della breve durata della Repubblica; comprendere l’importanza e l’influenza del sentimento religioso sul popolo.
Nel corso delle lezioni sono stati coinvolti diversi ambiti disciplinari, oltre Storia, come: Italiano, proponendo testi e brani che si riferiscono ai temi trattati (Vincenzo Cuoco, Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Eleonora Pimentel Fonseca, articoli tratti da “Il Monitore Napoletano”); Arte e immagine, per lo studio delle fonti iconografiche a disposizione; Cittadinanza e Costituzione, per i rimandi alla Costituzione e ai diritti dell’uomo.
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ABILITÀ
Attraverso le attività svolte, gli allievi hanno sviluppato le seguenti abilità:
assume l’ascolto come compito individuale e collettivo, eliminando gli elementi di
distrazione;
mantiene la concentrazione con intensità e durata adeguate, sufficienti per comprendere
il messaggio e i contenuti e gli scopi di una comunicazione;
distingue le informazioni necessarie da quelle accessorie;
applica tecniche di supporto alla memoria e alla rielaborazione, durante e dopo l’ascolto
(parole chiave e regola delle 5W);
identifica la fonte, la funzione e le caratteristiche di testi orali e anche proposti dai media
tramite un percorso guidato dall’insegnante;
individua tesi, argomenti e prove in un brano storiografico;
produce messaggi chiari, corretti, organici, adattandoli allo scopo;
interagisce e comunica verbalmente in contesti di diversa natura;
collabora in gruppi di pari;
impara ad imparare.
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STRATEGIE E METODOLOGIE
Ho preferito lavorare con i miei allievi nella loro aula scolastica, munita di LIM, per sperimentare nel loro ambiente giornaliero le tecniche e le strategie ideate e programmate. L’unità di lavoro è stata strutturata in diverse fasi. Per ogni fase è stata operata, poi, un'ulteriore suddivisione: un primo momento in cui ho sondato le preconoscenze tramite brain-storming, oppure ho proposto domande o attività stimolo, a seconda dell’ascolto da fare in quella determinata ora. È seguito il momento più ampio dedicato all'attività degli studenti che ho monitorato. Vi è stato, poi, un terzo momento in cui si è avviata la riflessione su ciò che è stato fatto e su ciò che non si conosceva prima ed è stato “scoperto” durante l'attività.Mai come in queste attività mi sono resa conto di quanto sia fondamentale il ruolo dell’insegnante, che deve porsi non come colui che dall’alto cala le conoscenze, ma come un vero mediatore della conoscenza, stimolando i ragazzi alla scoperta: sono diventata, così, ricercatrice insieme ai miei alunni. L’azione didattica si è, pertanto, articolata nelle seguenti fasi:
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BRAIN-STORMING (tabella usata durante le attività)ILLUMINISMO
Quando? Dove?Perché?Chi? Che cosa?
RIVOLUZIONE FRANCESEQuando? Dove?Perché?Chi? Che cosa?
NAPOLEONE BONAPARTEQuando? Dove?Perché?Chi? Che cosa?
REPUBBLICA PARTERNOPEA - I LAZZARIQuando? Dove?Perché?Chi? Che cosa?
STEREOTIPO-PREGIUDIZIOQuando? Dove?Perché?Chi?
DISCRIMINAZIONE Quando? Dove?Perché?Chi?
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Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo I FASE
Brain-storming, per un’iniziale verifica delle conoscenze pregresse degli allievi. Ho
precostituito una tabella che ha funzionato,nel corso delle attività successive, come
mappa concettuale, essa è stata usata come modello per la preparazione di questa attività
ogni volta che si è ripetuta; è stata utilizzata come lista di controllo prima di rendere
conto dell’attività; è stata usata in classe per la valutazione dei contributi dei compagni;
ha funzionato come archivio dentro il quale sono stati collezionati, con il ripetersi
dell’attività, correzione di errori, competenze, idee per migliorare i prodotti e potenziare la
strategia per l’apprendimento.
Breve lezione frontale e presentazione del nuovo argomento da trattare (nascita e
fine della Repubblica Partenopea e la storia dei lazzari), attraverso la lettura e l’ascolto
di appunti proiettati sulla LIM e anche debitamente ciclostilati e distribuiti agli allievi,
per facilitare la fruizione dell’argomento. Durante ogni ascolto abbiamo creato insieme
un glossario, sempre consultabile attraverso la lavagna interattiva. Per verificare la
comprensione, ho fatto ricorso all’Idea Spinner[1], appresa durante le ore di corso del
prof. Comoglio. Non essendo riuscita a reperire una trottola, l’ho fatta costruita
artigianalmente da un amico, con il legno e un perno di ferro e, quando l’ho mostrata
agli allievi, ho colto l’occasione per parlare loro dello “strummolo”, un antico gioco di
strada napoletano, ormai caduto quasi completamente in disuso, che consiste in una
trottola solitamente di legno, terminante in un chiodo di metallo, e in una funicella
usata per lanciarla.
Tempo utilizzato: 2 ore.
[1] Idea Spinner: l’insegnante crea una trottola divisa in 4 quadranti, ognuno dei quali viene “etichettato” con una operazione come “Predire, spiegare, riassumere, valutare”. Dopo che viene presentato un nuovo contenuto, l’insegnante fa girare la trottola e chiede agli studenti di rispondere a una domanda in base alla posizione della trottola.
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Griglia di osservazione della tecnica “Idea Spinner”N° ALUNNI PREDIRE SPIEGARE RIASSUMERE VALUTARE
1 Angelone Emanuele2 Capasso Gabriele3 Capasso Tobia4 D’Addeo Antonio5 De Pamphilis Miriam6 De Paola Ernesto7 Della Monica Cecilia8 Di Notte Benedetta9 Di Resta Roberta10 Di Stasio Carola11 Fasulo Marta12 Franzone Marco13 Morrone Aquino14 Picierno Raffaella15 Sportiello Matteo16 Varone Emanuele
Esito tecnica applicata
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II FASE
Attività di pre-ascolto. Sono ricorsa a strategie di supporto, affinché gli allievi non
restassero passivi: ho letto loro i titoli dei brani che hanno ascoltato e ho posto domande
volte e prevedere quali informazioni avrebbero fornito i testi. In questa fase ho concordato
con la classe una tabella per comparare ipotesi personali e informazioni dell’ascolto (essa
è stata usata durante l’ascolto dell’intero brano). Nella colonna di sx sono stati indicati gli
argomenti a cui si prevedeva ricorresse il saggista, nella colonna di centro ogni allievo,
individualmente, ha sviluppato le sue ipotesi, le sue idee sul cosa, sul perché e sul come;
nella colonna di dx – durante l’ascolto – sono state appuntate le informazioni. Sono state,
infine, segnalate le coincidenze o meno con le previsioni.
Tabella per comparare ipotesi personali e informazioni dell’ascoltoPrevedo ciò che ascolterò Ipotizzo come si evolverà la
storiaConfronto tra le mie ipotesi e
le informazioni reali dell’ascolto
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Ascolto di brani tratti dal Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 di V. Cuoco.
Dopo aver effettuato un veloce brain-storming sugli argomenti trattati precedentemente
(aggiornando sistematicamente la tabella precostituita), ho proposto agli allievi la pratica
“Pollici in su e pollici giù”: mentre leggevo, cambiando il tono e l’espressione della voce
(quando ritenevo fosse opportuno sottolineare il messaggio trasmesso dal testo) ho
chiesto agli studenti di tenere le mani abbassate sul banco e di indicare se ciò che stavo
leggendo era comprensibile per loro: mostrando il “pollice in su” indicavano di aver
compreso, se non capivano mostravano “il pollice in giù”. Secondo il numero di studenti
che hanno indicato una mancata comprensione, ho distinto gli allievi in due versanti, ho,
poi, messo in coppia gli studenti e ho chiesto loro di discutere ulteriormente il concetto e
di predisporre domande. Sono ricorsa, a questo punto, alla tecnica Dentro-fuori il
cerchio[1]. Tempo utilizzato: 1 ora e 30 minuti.
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[1] Dentro-fuori il cerchio: cerchi interni ed esterni di allievi con uno di fronte all’altro. All’interno di ogni coppia di studenti che stanno di fronte, uno studente pone al compagno le domande che hanno scritto. Poi il cerchio esterno si muove per creare una nuova coppia e l’attività viene ripetuta.
III FASE
Lettura ed ascolto di un articolo tratto dal “Monitore Napolitano”, debitamente
proiettato sulla LIM, ascolto del Canto dei Sanfedisti, della traduzione all’impronta e
del commento, ascolto dell’inno della Repubblica partenopea e dell’inno nazionale di
Mameli (confronto fra i due inni, cogliendo analogie e differenze, attraverso un rapido
brain-storming). Applicando la tecnica Teste numerate insieme[1], ho sottoposto
quesiti agli allievi e le risposte sono state debitamente annotate in una griglia di
osservazione-valutazione, predisposta all’inizio delle attività e puntualmente
aggiornata.
Tempo utilizzato: 1 ora.
[1] Teste numerate insieme: ad ogni allievo viene assegnato un numero. La classe viene divisa in gruppi di lavoro. I membri di un gruppo lavorano insieme per concordare una risposta. L’insegnante sceglie a caso un numero. Lo studente con quel numero risponde per il gruppo.
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IV FASE
Visione del film “Il resto di niente” , regia di Antonella de Lillo e tratto dall’omonimo libro
di Enzo Striano sulla vita e l’esperienza rivoluzionaria di Eleonora Pimentel Fonseca.
Per lavorare efficacemente sul materiale cinematografico mi sono garantita la possibilità di
permanere in classe il tempo necessario e ho cercato di instaurare un clima ideale per la
visione del film (aula opportunamente oscurata, silenzio assoluto, motivazione ad una
buona recezione del video, ricorrendo all’uso di carta e penna, per appuntare nomi e
situazioni resi ormai noti nelle attività precedenti). È seguita una breve discussione guidata,
attraverso la quale ho colto l’occasione per spiegare dei punti del film che sono risultati
poco chiari. Per verificare la comprensione, gli allievi sono stati invitati a completare una
scheda. Tempo utilizzato: 3 ore.
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V FASE
Partendo dallo stereotipo del “lazzaro” abbiamo letto e ascoltato articoli di giornale tratti
direttamente dal web. Abbiamo analizzato immagini e situazioni, annotando nella nostra
tabella (quella del brain-storming) diversi luoghi comuni. Molto interessante è risultato il
momento in cui gli allievi hanno chiamato in causa loro stessi, recriminando ai rispettivi
compagni atteggiamenti discriminatori, basati su pregiudizi (secchione, incapace, snob,
adulatore, calcolatore…). Si è aperto un vivace dibattito che ha evidenziato l’eterogeneità
del gruppo-classe. Senza rendersene conto, ciascuno di loro ha finalmente espresso
chiaramente cosa pensava del rispettivo compagno. In questa fase ho funto da
moderatore, guidando gli allievi alla riflessione. Alla conclusione del dibattito, gli alunni
hanno ammesso che è stato bello lavorare con compagni con i quali non si sono mai
rapportati, perché hanno scoperto delle sfaccettature di questi che mai avevano notato,
per cui si sono ripromessi di conoscersi meglio, anche al di fuori delle mura scolastiche. Tempo utilizzato: 1 ora.
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VI FASE
Somministrazione prova di competenza, strettamente correlata ai contenuti
del mio percorso didattico.
Tempo utilizzato: 1 ora.
STRUMENTI
Durante lo svolgimento delle attività didattiche mi sono avvalsa dei seguenti strumenti:
Appunti ciclostilati predisposti da me
Film
Sussidi audiovisivi ed iconografici
Fotocopie (articoli tratti dal Monitore Napoletano)
SPAZI Aula scolastica.
ACCERTAMENTO DEGLI APPRENDIMENTISono state svolte attività in itinere durante le quali mi sono concentrata soprattutto sulle osservazioni di processo.
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VERIFICA DELLA COMPETENZA
La verifica di competenza si è articolata in diverse fasi distinte per sondare la capacità di
ascolto in diversi contesti comunicativi.
In una fase ho proposto l'ascolto di un brano e a seguire la compilazione di un questionario.
In un’altra fase vi è stata la visione di un film e la compilazione del relativo questionario.
Un’ulteriore fase è consistita in un dibattito in cui la comunicazione tra pari è stato il banco
di prova per sondare la capacità di ascolto dei miei alunni.
Nell’ultima fase ho somministrato agli allievi una prova in situazione.
Il tutto è stato supportato da griglie di osservazione e da griglie dettagliate per la valutazione
e la certificazione del livello di competenza.
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OSSERVAZIONI FINALI
Durante le attività svolte in classe per lo sviluppo della competenza scelta, ho avuto
l’opportunità di mettere in pratica alcune tecniche suggerite dai diversi professori che si sono
avvicendati nei seminari del corso. Mi sono resa conto che attraverso queste strategie
didattiche abbiamo la possibilità non solo di facilitare l’apprendimento dell’allievo, ma anche
di riuscire a monitorare momento per momento la capacità di recezione dell’alunno e, quindi,
a valutare lo sviluppo delle competenze del discente, attraverso l’acquisizione delle abilità e
delle conoscenze.
Gli allievi, dopo aver appreso di dover fare insieme a me questa esperienza didattica, hanno
lavorato con entusiasmo e curiosità, mettendo in pratica tutte le tecniche di ascolto che,
prima dell’inizio di ogni attività, suggerivo loro di praticare.
Tutti hanno partecipato apportando il loro contributo, sia nei lavori di gruppo che nei dibattiti,
rispettando il turno di parola, ascoltando con attenzione il punto di vista dell’altro e anche
quelli che sono restii a partecipare si sono messi in discussione, facendo registrare risultati
positivi.
In questo contesto ho effettivamente potuto rendere protagonisti della mia attività, del mio
fare didattico, non esclusivamente i programmi, ma gli allievi, sviluppando la propria
competenza di estrapolare la motivazione all’apprendimento e cercando di indurre loro ad
“imparare ad imparare”.
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Competenza da rilevare
Ascolta e comprende testi di vario tipo "diretti" e "trasmessi" dai media, riconoscendone la fonte, il tema, le
informazioni e la loro gerarchia, l’intenzione dell’emittente.
Produce messaggi chiari, corretti, organici.
PROVA IN SITUAZIONE
La professoressa di Storia, in seguito agli argomenti trattati in classe sulla Repubblica partenopea e sullo stereotipo
del “lazzaro”, chiede agli allievi di trovare su internet articoli e proposte di libri che possono essere utili a
comprendere meglio la figura del lazzaro nella società contemporanea, per redigere una relazione che metta in
evidenza l’effetto negativo "dello stereotipo" nei rapporti sociali, poiché generatrice di pregiudizio e di
discriminazione. Alcuni alunni trovano diverse fonti interessanti e le leggono alla classe.
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Articolo di giornale tratto da La Repubblica.it pubblicato l’8 ottobre 2005 di Vittoria Fiorelli
Recensione del libro “Masaniello, il re dei lazzari” (sottotitolo: storia di una rivoluzione tradita)
“Masaniello e i suoi fratelli, la lunga storia dei lazzari”
“L’ epopea dei lazzari si stempera in seguito nella narrazione degli anni della repressione della rivolta ad opera del
viceré duca di Onante il cui rigore veniva completato dalla violenza cieca della terribile peste del 1656 che avrebbe
decimato l’intera popolazione napoletana, ma che si è accanita in modo particolare su questa massa informe e
cenciosa, senza protezione e via di scampo. Il segno della presenza dei popolani dal rosso berretto frigio riemerge
nell’episodio della Repubblica napoletana del 1799. Una rivolta popolare raccontata come un fremito
incontenibile, della quale gli umori della marmaglia oscillavano dal sostegno del re alla fanatica protezione della
Santa Fede quando, influenzati da preti e predicatori, i lazzari diventarono strumento inconsapevole della
repressione. (…) Il libro si chiude accompagnando i lazzari nella storia dell’Ottocento, attraverso il loro legame con
i Borbone che si trasforma e trascolora in un rapporto ancestrale con la loro terra incarnata nella persona del re. E
il riscatto finale di questa plebaglia è assegnato agli scugnizzi, ultima trasformazione dello stereotipo che ha
accompagnato nei secoli il popolo di Napoli senza mai riuscire a liberarsi del tratto della violenza e del disordine
che, oggi, è tutto ciò che resta nei vicoli di questa città.
da “Vedi Napoli e poi vivi” gennaio 2, 2014 di Giulio Pica
“…lazzari, progenitori degli scugnizzi, costituivano l’elemento più turbolento della plebe cittadina, tanto da far coniare a
Wolfgang Goethe la famosa definizione di Napoli come “un paradiso abitato da diavoli”. All’interno di questa enorme
massa di sottoproletariato che non ebbe mai l’occasione di trasformarsi in proletariato industriale, iniziava a svilupparsi
un’associazione criminale dedita al controllo delle attività legali ed illegali; nelle carceri borboniche degli inizi del XIX
secolo i primi camorristi imponevano il pizzo anche sull’olio che gli altri detenuti usavano per illuminare il quadro della
madonna posto in una stanza del carcere. L’avvento dell’Unità d’Italia non migliorò la situazione, anzi si può dire che le
classi dirigenti del nuovo Stato italiano trovarono nella camorra un elemento utile a mantenere la pace sociale, nonché
un antagonista da combattere in alcuni momenti ed un alleato con cui trattare in altri. Del resto, gli ultimi tragici eventi
legati all’inquinamento della terra dei fuochi, dimostrano come industriali ed affaristi del Nord non abbiano avuto
alcuno scrupolo ad allearsi con i camorristi per trasformare gran parte del Sud nella loro pattumiera. Al di là di questi
aspetti negativi la cui ricostruzione storica richiederebbe pagine e pagine ancora, mi piacerebbe, invece, sottolineare
ciò che questa città ha dato e continua a dare in termini di produzione culturale e di elaborazione musicale. A
cominciare da Gian Battista Vico, passando per Cuoco, Filangieri, Mario Pagano, Eleonora Pimentel Fonseca, Matilde
Serao, fino ad arrivare a quella vera e propria icona del pensiero filosofico contemporaneo che è stato Benedetto
Croce….”.
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“A vulimmo ferni?… sempre pizza, mandolino e … chiavica” di Marina Salvadore
Rai, martedì 17 aprile, "Chi l'ha visto?". Quindicenne napoletano fuggito da casa cercasi. Gli occhioni della
madonnella addolorata, introducono penosamente il morboso servizio televisivo, girato nella "fatiscente" periferia
napoletana dal cui "malfamato" rione è scappato questo "meninho de rua". (…) Ancora non si sa se il ragazzino è
scappato per finire nel giro degli spacciatori, dei "mariuoli", della prostituzione o in altro inferno non dissimile;
non si sa se il ragazzino ha fatto una semplice "bravata": le immagini ci costringono su di un'unica pista possibile,
lastricata di MISERIA, ARRETRATEZZA, INCIVILTA' quindi DELINQUENZA!.. Senz'altro, il povero ragazzino, voce
narrante docet, è finito nei cunicoli della piramide fecciaiola del quartiere Gianturco; quartiere stranamente
impenetrabile persino alle forze dell'ordine ma NON ai potenti mezzi di Mamma RAI che, anzi, a lungo vi sostano!
(…) Matrigna Rai ha per l'ennesima volta pronunciato la sua sentenza su quella Napoli, su quel Meridione fetente
d'Italia che occorre tenere nelle retrovie dello scibile umano; quel Sud che costituisce e dovrà SEMPRE costituire la
cloaca massima d'Italia, perché alla classe dirigente italiana così necessita che sia. Stavolta, però, la Rai viene
pubblicamente "sputtanata", quando il dirigente il Centro di Prima Accoglienza dei Minori di Napoli, telefona in
diretta e riferisce alla "madonnella" che il "LAZZARO NAPOLITANO" è - dalla sera stessa in cui è scomparso - presso
il medesimo Centro, colà accompagnatovi da due Guardie Municipali. La madonnella, addestrata solo alle CERTE
sventure di Lazzari e Scugnizzi, irrecuperabili, ha un attimo di defaillance ed è costretta a sedersi per meglio
cogliere la madornale stranezza di un Servizio Sociale che a Napoli ha funzionato, eccome! (…)
Un’esperienza didattica nella Scuola Secondaria di primo grado
Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo
Da “Lezione di Legislazione minorile”del prof. Guida Gianluca
“ (…) quelli sono gli anni in cui a Napoli imperversano i Lazzari. Compaiono per la prima volta accanto a Masaniello, per sostenere la rivolta del 1647; senza arte né parte, senza casa né mestiere rappresentano il ceto più insignificante della plebe. Esattamente così li descrive A. Dumas nelle cronache di quei giorni:<<Il lazzaro non ha padrone, non ha leggi, è al di fuori delle esigenze sociali: dorme quando ha sonno mangia quando ha fame, beve quando ha sete. Gli altri popoli si riposano quando sono stanchi di lavorare; lui invece quando è stanco di riposare lavora[…]. Il lazzaro non ha opinione politica: si può dire innanzi a lui tutto che si vuole…, purché non si parli male della Madonna, di San Gennaro e del Vesuvio…>> (Dumas, il Corricolo, Napoli Riccardo Riccardi editore, 1950). I lazzari hanno costruito all’interno della loro società una vera e propria gerarchia tanto che tra loro eleggono un capo ufficialmente riconosciuto anche a Corte. Il lazzarone viene descritto come uno che risponde solo a se stesso ed alla sua libertà. Indubbiamente il confine tra camorristi ed i lazzari spesso è molto sottile, tanto che una forte presenza della camorra tra i lazzari della città la si ritrova anche nelle pagine del romanzo di Mastriani a loro dedicato; anche il Del Balzo racconta: << il lazzarone non ha perduto le sue tradizioni. E queste sono tre: lo scippo, lo sfregio, il piatto di maccheroni mangiato con le mani, in mezzo alla via… c’era una scuola tra i lazzaroni che al guaglione insegnava a scippare con destrezza>> (C. Del Balzo, Napoli ed i Napoletani, Milano fratelli Treves 1885).Tuttavia non si può dimenticare che alcuni lazzari idealisti hanno combattuto al fianco degli intellettuali ed alcuni dei loro capi sono stati impiccati come i martiri liberali. I guaglioni “scugnati” (espressione napoletana che vuol dire “senza denti”), altrimenti detti scugnizzi, come i lazzari prima diventano poi il simobolo della napoletanità. Vengono descritti di nobile cuore, intelligenti ed avvezzi alle privazioni ed alle sofferenze, pronti all’amore come all’odio (F. Mastriani, I Vermi, Napoli Luca Torre editore1994). Ragazzi completamente soli, spesso orfani, affollano i saloni dell’Annunziata dove l’unico ricordo felice può essere quel 25 marzo di ogni anno, giorno in cui vengono puliti e vestiti per poter essere esposti a chi cerca un figlio da adottare o una ragazza da sposare, da lì poi vanno ad affollare le strade della città. L’arte dell’arrangiarsi, che li caratterizza e che ha poeticamente riempito pagine di molti scrittori, nasconde una vita di stenti e di dolore.Ed è questa povertà che alimenta in quegli anni la devianza e popola gli stanzoni del Filangieri […].
Un’esperienza didattica nella Scuola Secondaria di primo grado
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1. I testi ascoltati sono articoli di giornale saggi storici recensioni di libri2. Chi sono gli autori dei testi ascoltati?………………………………………………………………………………………. 3.I diversi testi presentano i lazzari nello stesso modo?………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 4.In alcuni testi viene citata la Repubblica partenopea del 1799. Essa è nata grazie all’azione diLazzari Patrioti giacobini Sanfedisti
5.Definisci con una semplice frase chi erano i “lazzari”…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………6.Definisci con una semplice frase chi erano i “giacobini”………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 7.Definisci con una semplice frase chi erano i “sanfedisti”…………………………………………………………………………………………………………………….
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8. Secondo i giornalisti, l’eredità dei lazzari è raccolta dagli scugnizzi: essi, oggi, rappresentano: La parte della popolazione napoletana che vive nella piena legalità Lo stereotipo di coloro i quali anelano a una vita scevra di ogni forma di sopruso e di violenza Lo stereotipo di coloro i quali vivono all’insegna della violenza e del disordine
9.Il testo inerente la puntata di “Chi l’ha visto?” mette o no mette in evidenza uno stereotipo? Se sì, quale? Crea, secondo te, un pregiudizio?
………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. 10. Ritieni che sia giusto giudicare in base ad uno stereotipo?………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 11. Il pregiudizio è l’anticamera di
FratellanzaDiscriminazione e razzismoSolidarietà
12. Indica, ora, quale tipo di strategia di ascolto hai usato…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
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14. Quali informazioni utili hai ascoltato e ritieni di poter usare per stendere la relazione commissionata dall’insegnante? Scrivile in un breve testo, usando un linguaggio formale.
RUBRICA SPECIFICA OLISTICAlivelli A B C
indicatori descrittori descrittori descrittori
Ricavare informazioni da un testo ascoltato
Sa ricavare solo poche informazioni dal testo ascoltato. Le informazioni ricavate non sono tutte precise.
Sa ricavare parte delle informazioni dal testo ascoltato. Le informazioni ricavate sono precise
Sa ricavare tutte le informazioni dal testo ascoltato. Le informazioni ricavate sono precise
Essere consapevole delle strategie di ascolto attivate
Indica solo qualche fase della procedura utilizzata
Indica le principali fasi della procedura utilizzata
Indica con chiara consapevolezza le fasi della procedura utilizzata
Esattezza e chiarezza delle informazioni
Espone in modo disordinato e confuso le informazioni richieste
Espone ordinatamente le informazioni richieste,utilizzando opportunamente gli indicatori temporali e servendosi di un linguaggio chiaro
Espone con ordine e con precisione le informazioni, utilizzando opportunamente gli indicatori temporali e servendosi di un linguaggio chiaro e preciso
Adeguatezza dello stile alla situazione comunicativa e scelta del lessico
Il testo non risulta adattato al destinatario e alla situazione formale.
Il testo utilizza un registro semplice e un linguaggio adatto al destinatario e alla situazione.
Il testo utilizza un linguaggio formale e nel contempo ampio e vario adatto al destinatario e alla situazione.
Strutturazione della frase Le frasi sono spesso incomplete e non ben costruite.
Le frasi sono brevi, ma complete.
Le frasi sono complete, ben costruite e di varia lunghezza.
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