Stereotipo e pregiudizio
-
Upload
gianfranco-marini -
Category
Education
-
view
7.926 -
download
4
description
Transcript of Stereotipo e pregiudizio
Stereotipo e Pregiudizio
Psicologia Sociale StereotipiPregiudiziTeoria identità SocialeBiases cognitivi
Definizione Stereotipo• stereotipo deriva dalle parole greche "stereos" (duro, solido) e
"typos" (impronta, immagine, gruppo), quindi "immagine rigida“• definizione in psicologia:
– Lo stereotipo è un atteggiamento condiviso da un gruppo sociale– o ingroup: gruppo di appartenenza – e si riferisce a un altro gruppo sociale – o outgroup: gruppi esterni al proprio o di non appartenenza– a cui vengono attribuite determinate caratteristiche come tipiche
della sua identità– tali caratteristiche non rispecchiano la realtà oggettiva – ma sono generalizzazioni approssimative spesso infondate e non
basate sull’esperienza diretta– ma su processi di socializzazione (culturale, familiare, religiosa,
scolastica, ecc.)• definizione generale: rappresentazione cognitiva di un gruppo
sociale che associa quel determinato gruppo o categoria a una serie di caratteristiche distintive.
• definizione specifica: insieme coerente e rigido di credenze negative che un gruppo condivide rispetto a un altro gruppo
Esempi
Caratteristiche Stereotipo• Per comprendere il funzionamento degli stereotipi sociali occorre
prendere in considerazione le variabili cui si fa cenno nella definizione:
• Condivisione sociale degli stereotipi: misura in cui una certa immagine negativa, relativa a un gruppo, è condivisa da un altro gruppo sociale:– è ampiamente diffuso entro una cultura?– è una tendenza tipica di singoli individui?– o perché si possa parlare di stereotipo deve esistere una certa
condivisione sociale
• Livello di generalizzazione dello stereotipo: grado di omogeneità con cui le caratteristiche negative attribuite da un gruppo a un altro sono distribuite in questo ultimo:– tutti gli individui presentano tali caratteristiche o solo alcuni?– si può parlare di stereotipo solo quando vi è omogeneità totale tr i membri
del gruppo vittima dello stereotipo?• Grado di rigidità dello stereotipo:
– sono difficilmente modificabili in quanto profondamente ancorati alla nostra cultura e personalità o
– si possono modificare ed eliminare facilmente?
Stereotipi sugli italiani“Come si fa a zittire un italiano? Gli si legano le braccia dietro la schiena!”
“Perché gli italiani sono tutti bassi? Perché da bambini la mamma gli ha detto: quando sarai grande andrai a lavorare!”
“Da cosa si riconosce un italiano ad un combattimento di galli? E’ il solo che scommette sull’anatra.
Da cosa si riconosce la mafia in un combattimento di galli? Vince l’anatra…”
“Quanti italiani servono per cambiare una lampadina?
Mio cugino conosce un tipo che ha un fratello: il padre della sua ragazza ha fatto il militare con un certo Riccardo il cui cognato era stato a scuola con uno la cui madre aveva un laboratorio di calzature. Uno degli operai usciva con una ragazza. Il padre di questa andava sempre a messa la domenica con un certo Guido che conosceva un tipo che aveva una sorella che era sposata con un elettricista che ha detto che lo farebbe gratis”
Il paradiso europeo: i poliziotti sono inglesi, i meccanici tedeschi, i cuochi francesi, gli amanti italiani e tutto è organizzato dagli svizzeri.
L’Inferno europeo: i poliziotti sono tedeschi, i meccanici francesi, i cuochi inglesi, gli amanti svizzeri e tutto è organizzato dagli italiani”.
Funzione e Caratteristiche
• Processo di stereotipizzazione: consiste nell’estendere indistintamente a tutti i membri di un gruppo determinate caratteristiche:– si tratta di generalizzazioni semplicistiche– che ignorano le molteplici differenze e caratteristiche individuali
• Gli stereotipi sono schemi mentali che consentono di:– interpretare in termini generali il comportamento di un gruppo– valutare gli individui appartenenti a quel gruppo– prevedere il loro comportamento in base ad aspettative condivise
• Considerati come generalizzazioni approssimative, pos-sono costituire valide strategie cognitive– contesti con cui interagiamo sono complessi, è necessario
semplificare per meglio comprendere ciò che percepiamo e agire – categorizzazione e stereotipizzazione producono semplificazione– consentendoci di interpretare in modo più efficiente le situazioni in
cui ci troviamo– orientando più efficacemente il nostro comportamento– esempio: persona anziana > cedo il posto in pulmann– immagini: stereotipi sui giovani
Stereotipi in Europa
Stereotipi e Biases
• Stereotipo ed esperienza– gli stereotipi tendono ad essere confermati dalla nostra
esperienza– in quanto interpretiamo i dati dell’esperienza in base ai nostri
stereotipi– esempio: differenze di genere: uomo e donna al volante
• Biases cognitivi: forma di distorsione della valutazione causata da stereotipi e pre-giudizi– carenza o limite cognitivo: che produce errori sistematici e
costanti nel giudizio e di cui le persone sono inconsapevoli– esistono vari tipi di biases: della percezione, del giudizio, della
memoria, ecc.– nascono e si sviluppano nell’interazione sociale, possono essere
fondati su elementi ancestrali o fisiologici– influenzano comportamenti, opinioni, ideologie
• Biases tendono a confermare i nostri stereotipi:– Biases da categorizzazione, autoconvalida, autoconferme
comportamentali, ecc.
Esempi di Biases• Autoconvalida: una volta che ci siamo fatta un’idea sulle cose, tendiamo a
conservarla a dispetto delle prove contrarie. Ciò avviene per bisogno di coerenza, di armonia cognitiva, per economia cognitiva o omeostàsi. Ad esempio, noteremo un negro sdraiato su una panchina per convalidare il pregiudizio della pigrizia dei negri, senza considerare che è un’ora di riposo per tutti.
• Biases da categorizzazione: derivano dalla tendenza a catalogare le persone in classi o categorie. Così rimaniamo prigionieri degli stereotipi e delle etichette verbali senza approfondire la conoscenza della singola persona. Ad esempio, se un medico mi dà un consiglio esso avrà particolare valore per il fatto che viene espresso da un’autorità di competenza, da un medico (etichetta verbale) anche se magari si tratta di un’ovvietà che potrebbe essere espressa da chiunque.
• Autoconferme comportamentali: Se ci aspettiamo dall’altro un certo comportamento, in base a posizioni pregiudiziali, finiremo, in qualche modo, per provocarlo. Il famoso esperimento dell’ “effetto Pigmalione”: la classe presentata all’insegnante ignaro come super-dotata dagli sperimentatori e considerata tale dall’insegnante, finì per migliorare le sue prestazioni. I negri, ad esempio, saranno condizionati dagli stereotipi che li riguardano e portati a comportarsi di conseguenza; la stessa cosa vale per l’alunno ritenuto indisciplinato dalla maestra, ecc.
Altri tipi di Biases• La correlazione illusoria: sovrastimiamo l’associazione tra due variabili, dandole
un valore di rapporto significativo che di fatto non ha. Ad esempio, vediamo zingari in giro, poco dopo sentiamo dire che ci sono stati dei furti e pensiamo che gli zingari hanno rubato.
• Accentuazione: tendiamo ad accentuare le differenze tra esemplari di diverse categorie (sovrastima intercategoriale) e a minimizzare quelle tra gli appartenenti a una stessa categoria (sottostima intercategoriale). Ad esempio i “Lumbard”, nella propaganda leghista, appaiono omogeneamente industriosi e onesti, mentre al contrario, i Meridionali, succubi dello Stato assistenziale, tendenti alla raccomandazione
• Bias dello sguardo selettivo: effetto che avviene quando si notano cose a cui prima non facevamo caso, portandoci a ritenere erroneamente che accadano più spesso. Esempio: acquistato una nuova auto e inspiegabilmente si inizia a vedere la stessa macchina praticamente ovunque. Le donne in stato di gravidanza, improvvisamente notano un sacco di altre donne incinte intorno a loro. Oppure può accadere con un numero, con una canzone. In realtà tali cose accadono con più frequenza, siamo noi che abbiamo focalizzato quella cosa e quindi la notiamo più spesso. Il problema è che la maggior parte delle persone non lo riconosce come un bias di selezione e crede veramente che queste cose o questi eventi stanno accadendo con una frequenza maggiore, il che può portare a una sensazione molto sconcertante.
Altri tipi di Biases
• L’effetto sé/altro: usiamo spiegazioni esterne per il nostro comportamento e interne per gli altri; se le cose ci vanno male è perchè ci siamo trovati in una situazione troppo difficile, invece le difficoltà degli altri dipendono dalla loro incapacità.
• Il self-serving: vogliamo sostenere la tesi secondo la quale solo i successi dipendono da noi, mentre gli insuccessi dall’ambiente circostante. Se abbiamo buoni voti è merito nostro, se abbiamo brutti voti è colpa dei professori.
• Fallacia del giocatore: tendiamo a dare particolare importanza agli eventi del passato, credendo che influenzeranno in qualche modo i risultati futuri. L’esempio classico è il lancio della moneta. Dopo aver ottenuto testa, diciamo, per cinque volte consecutive, la nostra tendenza è quella di prevedere un aumento della probabilità che il prossimo lancio sarà croce. In realtà però, le probabilità sono ancora 50/50. Come dicono gli statistici, i risultati in diversi lanci sono statisticamente indipendenti e la probabilità di ogni risultato è sempre del 50%.
Definizione di Pregiudizio• Pregiudizio (dal latino prae, "prima" e iudicium, "giudizio") ha diversi
significati, collegati alla nozione di "giudizio prematuro“:– opinione preconcetta e parziale, basata su argomenti insufficienti o su
una loro non completa o indiretta conoscenza.– i pregiudizi, razziali, religiosi, etnici, generazionali, professionali, ecc. non
poggiano su una base reale, vera, non sono scientificamente dimostrabili– si distingue dal concetto erroneo perché è irreversibile, non viene
modificato neanche alla luce di nuove conoscenze ed esperienze ad esso contrarie
– è un atteggiamento di intergruppo, cioè posizioni di favore o sfavore che ha per oggetto un gruppo e si forma nelle relazioni intergruppo.
• Pregiudizio e stereotipo: si parla di pregiudizio (positivo o negativo) per rifarsi ad:– uno stereotipo scarsamente fondato su dati verificabili – che viene applicato alla realtà sociale– si tratta di atteggiamenti assunti sotto l’influenza di fattori emotivi e
cognitivi, di ordine socio-familiare, educativo, culturale, politico, religioso ed ambientale
– orientano e condizionano il nostro comportamento
• Definizione specifica: tendenza a considerare in modo ingiusti-ficatamente sfavorevole persone che appartengono a un determinato gruppo sociale
• Pregiudizio (dal latino prae, "prima" e iudicium, "giudizio") ha diversi significati, collegati alla nozione di "giudizio prematuro“:
– opinione preconcetta e parziale, basata su argomenti insufficienti o su una loro non completa o indiretta conoscenza.
– i pregiudizi, razziali, religiosi, etnici, generazionali, professionali, ecc. non poggiano su una base reale, vera, non sono scientificamente dimostrabili
– si distingue dal concetto erroneo perché è irreversibile, non viene modificato neanche alla luce di nuove conoscenze ed esperienze ad esso contrarie
– è un atteggiamento di intergruppo, cioè posizioni di favore o sfavore che ha per oggetto un gruppo e si forma nelle relazioni intergruppo.
• Pregiudizio e stereotipo: si parla di pregiudizio (positivo o negativo) per rifarsi ad:
– uno stereotipo scarsamente fondato su dati verificabili – che viene applicato alla realtà sociale– si tratta di atteggiamenti assunti sotto l’influenza di fattori emotivi e cognitivi, di
ordine socio-familiare, educativo, culturale, politico, religioso ed ambientale– orientano e condizionano il nostro comportamento
• Profezia che si auto-avvera o effetto Pigmalione:– tendiamo a modificare il nostro comportamento sulla base dei nostri pregiudizi– con la conseguenza di creare le condizioni che portano al loro verificarsi– esempio: Amilcare è convinto che i toscani sono persone litigiose, incontrando il cugino
livornese di Matilde assumerà un atteggiamento più provocatorio per difendersi dagli “inevitabili” attacchi che si aspetta. Ma questo suo atteggiamento sarà visto come ostile e ingiustificato dal cugino toscano che a sua volta si metterà sulla difensiva nei confronti di Amilcare, che lo percepirà come litigioso, rafforzando di conseguenza il suo pregiudizio.
Definizione di Pregiudizio
Tipologie di Pregiudizi
I pregiudizi più diffusi sono:• quello razziale:
– forte senso di discriminazione verso una gruppo umano, ad esempio
– l’antisemitismo;
• quello androcentrico: – la considerazione del maschio come essere superiore alla
donna;
• quello etnocentrico: – il concepire il proprio gruppo sociale come il centro e il punto di
riferimento in base al quale tutti gli altri gruppi vengono valutati e classificati.
Immaginipregiudizi etnocentricipregiudizi razzialipregiudizi androcentrici
Pregiudizi etnocentrici: gli italiani
Editorial cartoon in "The Mascot" newspaper, New Orleans, 1888,
pregiudizi razziali: le Leggi razziali
Leggi razziali promulgate dal regime fascista a partire dal 1938 e rivolte contro gli Ebrei
dallo stereotipo, al pregiudizio si arriva alla discriminazione
Il pregiudizio androcentrico 1Discriminazione femminile
– parità giuridica non significa parità effettiva – finché la società continua ad essere modellata su stereotipi e pregiudizi
che avvantaggiano il maschio
Esempio: pubblicità
vedi altri esempi
donna oggetto sessuale del desiderio maschilemaschio dominatore e cacciatore
Il pregiudizio androcentrico 2
Discriminazione femminile– doppio ruolo:
• angelo del focolare• cui è affidata cura dei figli e della casa
– in entrambi i casi ha un ruolo passivo e subordinato all’uomo
vedi altri esempi
Origini del pregiudizio e sue componenti
componente cognitiva: – processi di categorizzazione (percepiamo le persone come
membri di categorie sociali distinte) e – stereotipizzazione (associamo tratti tipici alle categorie sociale e
li generalizziamo) componente emotiva: Il pregiudizio è legato al fattore affettivo
- emotivo: – nel confronto con membri di altri gruppi sociali percepiamo
emozioni positive o negative (es. ansia, rabbia …)
componente comportamentale: si attivano processi di – discriminazione: Insieme di comportamenti positivi o negativi
diretti a individui sulla base della loro appartenenza a un determinato gruppo sociale
Esperimenti: influenza del giudizio altrui sul comportamento
In un college americano: un gruppo di ragazzi hanno individuato una ragazza bruttina (che non si sentiva particolarmente bella).
Hanno iniziato a elogiarla e a chiederle appuntamenti. Ad ogni appuntamento galante avevano azioni similari. Per il fatto di sentirsi così considerata, ha iniziato a curare
molto di più sé stessa. Verso gli ultimi appuntamenti era diventata più carina e rifiutava gli incontri con i ragazzi meno carini.
La ragazza aveva cambiato il proprio concetto di sé e si era migliorata nella cura; aveva maggiore sicurezza in sé.
Esperimento di Duncan, 1976– Descrizione: i soggetti dell’esperimento vedevano una scena videoregistrata
in cui c’erano due persone. Ad un certo punto una persona spinge l’altra. La richiesta era quella di spiegare cosa avevano visto, classificandolo come “comportamento scherzoso” o come “comportamento violento”. Dalle risposte si evince che:
• quando la persona che spingeva era un nero, il comportamento veniva classificato come violento.
• Quando la persona che spingeva era un bianco, il comportamento veniva classificato come scherzoso.
– Inoltre veniva chiesto di spiegare il comportamento in base a:• attribuzioni interne: il comportamento deriva da cause personali • attribuzioni esterne: il comportamento deriva da circostanze esterne.
– Anche in questo caso il fattore importante era la razza: • se l’autore della spinta era il nero, la spiegazione del comportamento era interna; • se l’autore della spinta era bianco, la spiegazione del comportamento era esterna. • In altre parole: quando i neri fanno qualcosa di male, la colpa è loro; quando i
bianchi fanno qualcosa di male, la colpa è delle circostanze. – Conclusioni: l’esperimento dimostra che gli stereotipi sui gruppi sociali
influenzano direttamente ciò che vediamo accadere nella vita associata– per approfondire vedi Esperimento di Duncan
Prima questioneDifferenza tra Stereotipo e Pregiudizio
• Definizione problema: stereotipo e pregiudizio sono processi diversi o termini che descrivono lo stesso fenomeno?– Prima Tesi: afferma l’identità tra stereotipo e pregiudizio,
• indicano diversi gradi di intensità dello stesso fenomeno: • l’espressione di una disposizione negativa verso l’altro, il diverso
– Seconda Tesi: si tratta di fenomeni differenti• non si può parlare di identità tra stereotipo e pregiudizio• nemmeno si può parlare di pregiudizio in generale
– ma di pregiudizi al plurale, infatti:• i diversi pregiudizi sono riconducibili a cause sociali, economiche,
politiche, culturali, ecc. molto diverse
• Definizione problema: l’origine di stereotipi e pregiudizi è da ricercare a livello naturale (neurologico – genetico) o dipende da fattori culturali (storici, sociali, economici, ecc.)?– Tesi naturalista: origine del pregiudizio dalle caratteristiche fisiologiche e
genetiche della nostra mente e/o dalle esigenze della vita associata, • pertanto sono inevitabili e non completamente eliminabili
– Tesi culturale: hanno origine da fattori culturali e storici, pertanto:• non sono irreversibili e possono essere eliminati
Seconda questioneI pregiudizi hanno una base di verità?
• Problema: l’errore insito nel pregiudizio consiste nell’attribuire caratteristiche arbitrarie a un gruppo sociale o nell’esagerare alcuni tratti effettivamente presenti in esso, quindi i pregiudizi:– prima tesi: possiedono un nocciolo di verità– seconda tesi: sono arbitrari, interamente riconducibili a fattori culturali
• Limiti Prima tesi: • rischia di offrire un supporto ai fenomeni di discriminazione sociale • in quanto considera vero, seppur esagerato, lo stereotipo/pregiudizio
• Limiti seconda tesi:• la lotta alle discriminazioni necessita siano riconosciute e accettate le
differenze, non ignorate o poste come non esistenti• uguaglianza non significa riconoscersi tutti uguali, ma consiste nel
riconoscimento delle differenze• senza che questo porti a una svalutazione,• ma sia anzi visto come un arricchimento
Terza questioneSono fenomeni psicologici o storico - sociali?
• Problema: si tratta di un problema duplice che riguarda stereotipi e pregiudizi:– con che tipo di fenomeni abbiamo a che fare?– con quali discipline studiarli per comprenderli?
• Stereotipi e pregiudizi come fenomeni storico - sociali– la loro descrizione e comprensione rimanda a cause di tipo: economico,
culturale, politico, ecc., – vanno quindi spiegati come risultato di dinamiche sociali conflittuali
• Stereotipi e pregiudizi sono fenomeni psicologici:– si sviluppano a partire dalle interazioni psico-sociali tra individui e gruppi– possono essere compresi solo conoscendo le modalità psicologiche
specifiche delle dinamiche interpersonali e ginter-gruppo
• Conclusione: • approccio complementare: esame di stereotipi e pregiudizi deve
essere condotto ricorrendo a entrambe le prospettive:• sia quella storico – sociale• che quella psico - culturale
Conseguenze del pregiudizio– la discriminazione: tratto in modo diverso delle persone che
appartengono ad un altro gruppo;– se allontano delle persone esse possono diminuire la loro
autostima, cambiano il concetto di sé: una persona può arrivare a svalutarsi completamente;
– ciò può portare ad una diminuzione dell’impegno, cambia e si riduce la motivazione (se so di essere isolato e non essere considerato). Le popolazioni e persone più oppresse vengono a coltivare molto meno le proprie capacità personali. I loro obiettivi sono bassi, non cercano il successo in qualche campo;
– si avverano le profezie, quando noi agiamo sugli altri in base a quello che ci aspettiamo da loro;
– ciò porta ad un isolamento sociale, una difficoltà a livello sociale a relazionarsi con gli altri, una chiusura sempre maggiore e una difficoltà a relazionarsi con gli altri.
Pregiudizi anti - italiani
"Occhio zio Sam arrivano i sorci": la vignetta, pubblicata nel 1903 da un giornale americano, evidenzia la pericolosità dei migranti italiani, "portatori" di mafia, anarchia e socialismo.
Teoria dell’identità Sociale (SIT)
Secondo la SIT (Social Identity Theory) il gruppo è il luogo di origine dell'identità sociale:
– nell'uomo vi è la spontanea tendenza a costituire gruppi, a sentirsene parte ed a
– distinguere il proprio gruppo di appartenenza (ingroup) – da quelli di non-appartenenza (outgroup), – vengono attivati meccanismi di bias cognitivo ed un comportamento
di favoritismo per il proprio gruppo (e l'inverso per gli outgroup). l‘ "identità sociale" dell'individuo si costruisce attraverso tre processi
funzionalmente collegati:1. Categorizzazione: l'individuo costruisce "categorie" funzionalmente
discriminanti di appartenenza, basate su:– fattori di vario tipo (età, genere sessuale, posizione sociale o
lavorativa, religione, appartenenza politica, tifo per una squadra di calcio, ideologie di riferimento, appartenenza etnica, etc...),
– tendendo a massimizzare le somiglianze tra i soggetti all'interno della categoria - NOI, massimizzando al contempo le differenze con i gruppi contrapposti - LORO.
2. Identificazione: le varie appartenenze ai diversi gruppi forniscono la base psicologica per la costruzione della propria identità sociale. L'identità sociale è in effetti costituita da una gerarchia di appartenenze multiple. È possibile distinguere tra:
Identità Situata (in un dato momento un'appartenenza può essere maggiormente saliente rispetto ad altre)
ed Identità Transitoria (un'appartenenza categoriale momentanea, legata a particolari situazioni/momenti; ad es., chi si autopercepisce ed autocategorizza come "tifoso" solo in occasione dei Mondiali di calcio e non in altre situazioni).
3. Confronto Sociale: l'individuo confronta continuamente il proprio ingroup – NOI, con l'outgroup di riferimento - LORO, con una condotta marcatamente segnata da bias valutativi in favore del proprio ingroup:
• Il proprio gruppo viene implicitamente considerato "migliore" rispetto agli "altri" • che vengono metodicamente svalutati o confrontati in chiave critica. • "Corollario" di questo processo è che parte della propria autostima individuale
può derivare anche dalla percezione di "superiorità" del proprio ingroup rispetto agli outgroups di riferimento,
• e questo fenomeno può quindi portare alla continua ricerca di occasioni di "confronto sociale" (esempi classici sono i continui confronti tra opposte tifoserie del tifo organizzato, o lo sviluppo di atteggiamenti razzistici nei confronti degli immigrati).
Teoria dell’identità Sociale (SIT)
Esperimento di Robbers Cave (Sherif, 1954)
Nel 1954 Muzafer Sherif organizzò un campo estivo vicino a Oklahoma City, nel parco di Robbers Cave L’Esperimento dimostrò la facilità con cui il gruppo adotta un’identità esclusiva e come tale identità possa degenerare in pregiudizio e antagonismo verso coloro che ne sono al di fuori Fase 1: inizialmente i ragazzi svolgevano le attività insieme, vennero in seguito divisi in due gruppi:
– Svilupparono un forte attaccamento nei confronti del proprio gruppo, stabilirono delle norme interne e scelsero un leader.
– Ciascun gruppo si diede un nome (“Aquile” e “Serpenti a sonagli”) e una bandiera.
Fase 2: Venne presentato una sorta di torneo in cui i due gruppi erano in competizione tra loro:
– Appena ebbe inizio la gara cominciarono ad amplificarsi le differenze esistenti tra “noi” e “loro” e nacquero soprannomi dispregiativi nei confronti dei membri dell’altro gruppo, considerato ormai avversario.
– Con il passare dei giorni e con il susseguirsi delle competizioni, la svalutazione del gruppo esterno divenne ancora più marcata,
– culminando in aggressioni fisiche e in reciproci atti di teppismo, anche quando le gare erano finite.
• Fase 3: successivamente venne introdotto uno scopo sovraordinato: cioè un problema importante per entrambi i gruppi, ma che un gruppo da solo non era in grado di risolvere da solo (ad es. riparare il camioncino). In questo caso, con uno scopo comune, l’ostilità diminuiva notevolmente, così come la tensione.
• Sherif dimostrò con questo esperimento:– che i gruppi si formano istantaneamente e in modo automatico;
l’appartenenza a un gruppo influenza il nostro comportamento sulla percezione che si ha degli altri.
– Si può rimediare all’antagonismo e ai conflitti tra gruppi, creando obiettivi comuni.
– L’opposizione Noi-Altri è una componente fondamentale della società.
Per approfondire: esperimento di Robbers cave:Pregiudizi e conflitti tra gruppi, in psicosocial.it
Esperimento di Robbers Cave (Sherif, 1954)
Esperimento di Robbers Cave - Immagini
Teoria dell’auto - categorizzazione
(Turner) L’individuo definisce se stesso non solo in termini personali ma anche
in base all’appartenenza ad una determinata categoria sociale Esistono vari livelli di astrazione nei processi di categorizzazione: il
livello interpersonale; quello inter-gruppale; quello interspecie. La categorizzazione non è costante: gli individui possono definire loro
stessi in un momento come appartenenti ad una categoria e, il momento successivo, come appartenenti ad una categoria differente: il processo di categorizzazione dipende dal contesto
L’individuo che si definisce in base alla sua appartenenza a una categoria vedrà nell’altro non più una singola persona ma un membro del suo stesso gruppo o di un gruppo distinto definizione in termini di “noi” e “loro” accentuazione dei contrasti inter-gruppali
Linkografia - Bibliografia
• http://web.tiscali.it/socialiumanescienze/stereotipi/definizione_di_stereotipo_e_preg.htm
• http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/psicologia-pedagogia/Psicologia/La-psicologia-sociale/Stereotipi-e-pregiudizi.html
• http://it.wikipedia.org/wiki/Stereotipo
• http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_dell'identit%C3%A0_sociale
• http://lospiritodeltempo.wordpress.com/2013/01/15/i-12-bias-cognitivi-che-ci-impediscono-di-essere-razionali/
• http://www.slideshare.net/paolascalella/gli-stereotipi-di-genere-nelle-fiabe-1069102
• http://www.psicosocial.it/esperimento-robbers-cave/
• http://www.slideshare.net/imartini/pregiudizio
• Presentazione “Psicologia Sociale: La percezione dei gruppi”, Simona Sacchi, 2009, Facoltà Sociologia Università di Milano – Bicocca
• Bruno Mazzara, Stereotipi e pregiudizi, il Mulino, Bologna, 1997