Lobbisti. Orgoglio e Pregiudizio

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Lobbisti. Orgoglio e Pregiudizio Tra dicerie e maldicenze Dicembre 2015

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Lobbisti. Orgoglio e Pregiudizio

Tra dicerie e maldicenze

Dicembre 2015

Chi sono i lobbisti e cosa fanno?

Non molti lo sanno. Di certo in pochissimi riconoscono che l’attività di lobbying è strettamente connessa con l’esercizio della democrazia.In Italia la cultura politica si mostra riluttante a riconoscere il fenomeno degli interessi che si organizzano e dialogano con il decisore pubblico per rappresentare le proprie posizioni e le proprie istanze.Lo si relega spesso a fenomeno distorsivo di un modello democratico fondato sui partiti politici quali unici rappresentanti all’interno delle istituzioni.Oggi il termine “lobbying” sta iniziando a perdere la sua originaria accezione negativa?

I lobbisti

Altro che bambole, bottiglie e bustarelle...

1882Il cronista Edward Winslow Martin etichettava l’attività di lobbying come “broads, booze and bribes”, ossia bambole, bottiglie e bustarelle.

In molti ancora pensano che il lavoro del lobbista consista nel frequentare salotti mondani, partecipare alle cene, passare le proprie giornate in locali alla moda nei pressi dei Palazzi del Potere, sorseggiando champagne in compagnia di persone influenti. Ma le cose non stanno proprio così.

Il lavoro dei lobbisti

In un’intervista al “The Telegraph” del 3 settembre 2013, Andrew Lansley ‒ politico inglese del Partito Conservatore, eletto in Parlamento dal 1997 al 2015, Ministro della Salute dal 2010 al 2012 e Ministro per i Rapporti con il Parlamento dal 2012 al 2014 ‒ sosteneva:

«Voglio chiarire che i lobbisti svolgono un lavoro importante. È molto utile al Governo ascoltare le

opinioni di una vasta gamma di gruppi per essere sicuri di raggiungere il miglior risultato possibile».

«I lobbisti conoscono il loro territorio. Fanno un uso molto efficiente del tempo del loro cliente. Capiscono

dove si trova il problema, con chi andare a parlare e quali domande porre. I lobbisti sanno quali sono le informazioni

necessarie da ottenere e a quali domande si dovrà rispondere. I clienti potranno sapere chi convincere e perché. In sostanza, loro guidano i clienti attraverso

la giungla del Governo e dell’opinione pubblica».

Honourable John Reid, in The Question of Lobbying, marzo 2008.

Manuale del buon lobbista. Lezione n. 1: preparazione

«La sfida più grande che ci troviamo di fronte nell’attività di lobbying è riuscire a comprendere un tema dal punto di vista di coloro che ci governano.

Penso che la caratteristica principale che un cliente deve cercare in un buon lobbista sia l’abilità di leggere un tema in chiave prospettica, la capacità di aiutarlo a pensare come pensano coloro che sono al governo nell’affrontare un tema. Questo è l’unico modo per

portare a casa un risultato».

Sean Moore, Rettore dell’Advocacy School di Ottawa.

Manuale del buon lobbista. Lezione n. 2: la chiave prospettica

«L’americano medio non si rende conto di quanto la produzione normativa debba al lavoro dei lobbisti».

Eric Schmidt, ex Ad di Google, adesso Presidente del Cda. Intervista su “Atlantic Magazine”, 1 ottobre 2010.

«I lobbisti sanno bene di dover presentare le informazioni in modo veritiero.

In caso contrario perdono la loro credibilità e, se perdono la loro credibilità, perdono il loro accesso. La chiave per il successo di un lobbista è l’accesso».

Mark Mallory, Senatore dello Stato dell’Ohio, in The Lobbyist’s book of quotes, giugno 2010.

Manuale del buon lobbista. Lezione n. 3: capacità di scrittura e credibilità

Un problema culturale?

«Nell’opinione pubblica italiana il fenomeno delle lobby evoca generalmente giudizi negativi, essendo associato all’idea di manipolazione o di conflitti di interessi. Ritengo invece che anche in Italia, come in Europa, sia

necessario scommettere sulla trasparenza». On. Marina Sereni (PD), Vicepresidente della Camera. Intervista su “Il Tempo”, dicembre 2014.

«Questa assenza di regolamentazione consente alla politica di scaricare la responsabilità della propria inefficienza proprio sui lobbisti. Un provvedimento non viene approvato? Colpa delle lobby. Un disegno di legge si ferma? Colpa delle lobby. Le lobby sono diventate un paravento della politica che non vuole scontentare taluni soggetti e

non vuole assumersi la responsabilità della scelta». Prof. Pier Luigi Petrillo, docente alla LUISS Guido Carli. Intervista su “La Repubblica”, marzo 2015.

«È una questione di tradizione politica e culturale.

E mi riferisco sia a quella cattolica che a quella comunista che condividono un’idea negativa

della ricchezza. Quasi fosse necessariamente un peccato. Peraltro, scontiamo un approccio

fariseo: il denaro lo si fa ma non ci importa come. Così il lobbista è un peccatore e fare lobby significa raggiungere risultati con ogni mezzo.

Più o meno lecito». Prof. Ilvo Diamanti, professore di Scienze politiche all’Università di Urbino e di Régimes Politiques Comparés all’Université Paris 2 Panthéon-Assas. Intervista su “La Repubblica”, marzo 2015.

Un approccio fariseo

«Il Presidente è il lobbista del popolo». Hubert H. Humphrey, 38° Vicepresidente degli Stati Uniti dal 1965 al 1969.

«I lobbisti sono parte del processo politico così come lo sono il Congresso e il potere esecutivo. A Washington gran

parte delle informazioni che i decisori pubblici utilizzano per prendere le decisioni, proviene dai lobbisti».

Jeffrey A Birnbaum, editorialista. Intervista su “Luxner news”, ottobre 2014.

«L’attività di lobbying è parte del processo democratico e i parlamentari vi sono abituati. La loro abilità di separare

il grano dall’oglio non deve essere sottovalutata».Julian Priestley, Segretario Generale del Parlamento Europeo. Lettera al “Financial Times”, 25 gennaio 2006.

Un problema di tradizione democratica?

Anonymous

Dopo aver ottenuto l’inclusione delle cospicue voci da loro proposte tra le spese autorizzate dal Congresso, due lobbisti festeggiavano in un ristorante di Washington:

«Sai ‒ rifletté uno ‒ è un vero peccato che i nostri nipoti e pronipoti che non sono ancora nati, non possano vedere le cose formidabili

che il Governo fa con i loro soldi».

«Le Relazioni istituzionali (n.d.r. ossia l’attività di lobbying) sono un

test su come gestisci la frustrazione».

«Nove volte su dieci i Ministri stanno dalla parte della burocrazia ministeriale. Vuoi avere il 10% o il 99% delle possibilità di successo».

Un po’ di satira… autoinflitta