La residenza dell’ambasciata d’Italia a Bruxelles · prediligere un decorativismo pittorico...

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La residenza dell’ambasciata d’Italia a Bruxelles di Ugo Colombo Sacco di Albiano

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La residenza dell’ambasciata d’Italia

a Bruxelles

di Ugo Colombo Sacco di Albiano

Sono da ammirare due coppie didipinti. La prima è di scuolapiemontese della seconda metà delsecolo XVII e rappresenta scene diarte venatoria: La caccia al cervoe La caccia al cinghiale. L’azionesi sviluppa all’interno di paesaggipiemontesi idealizzati, trattati concaratteristiche affini alle vedute delLorraine, che lavorò a Roma inepoca coeva all’ignoto autore diqueste tele. La quantità di dettaglianeddotici fa pensare anche aun’influenza nordica. Inoltre,alcuni aspetti compositivi –quantunque assai tipicizzati –rammentano la concezione delpaesaggio che contraddistinsel’attività pittorica del Rosa e delCampagnola. L’altra coppia di dipinti è operadell’olandese Pietro II Van derHulst e si inquadra nell’ambito delgusto per i paesaggi italianizzantidei primi decenni del Settecento.L’artista fu attivo ad Anversa ed èmenzionato nel “Liggeren” (ilregistro cittadino della gilda) dal1631 al 1637. Le tele

Sono trascorsi cento anni(1907-2007) dallacostruzione del Palazzo

Caraman-Chimay di Bruxelles,sede dal dicembre 1919 dellaresidenza dell’Ambasciata d’Italiain Belgio. Lo scorrere del tempo haconferito alla dimora quell’alone disoave bellezza che incanta gliospiti.Appena entrati nell’ingresso siimpone allo sguardo lo Scaloned’onore in pietra di Francia che sisdoppia simmetricamente, a mezzavia, prima di accedere al pianonobile: esso produce un innegabileeffetto sorpresa per la suacentralità all’edificio, una raritàper le residenze brussellesicostruite nella Belle époque.L’Atrio d’onore ha unapavimentazione marmoreadisposta diagonalmente rispetto almuro. Le piastrelle che alternanoil marmo bianco, con venaturescure, a un marmo rosso, striato dibianco, conferiscono un tocco diluminosa solennità neoclassicaall’ambiente.

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La residenza dell’ambasci

ata d’Italia aBruxelles

di Ugo Colombo Sacco di Albiano

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rappresentano una Scenacampestre e La fiera del villaggio.La prima è ravvivata da unadescrizione sia di personaggiaffaccendati in attività mercantiliche di animali domestici. Il tuttoha un tocco felice nellavalorizzazione di momentianeddotici. La seconda riuniscetipi umani dell’Europasettentrionale e dettagliarchitettonici di stile classico, qualiuna copia del Tempio di Vesta aRoma, trasformato in chiesa,nonché una torre ispirata a quelleancora oggi visibili nelle muraantiche che cingono l’Urbe a sud.Dallo Scalone d’onore si accededirettamente alla vasta Salacentrale del piano nobile. Ilquadrato al centro dellapavimentazione, vero e propriocuore della residenza, èevidenziato in pietra di Francia edelimitato dal corrimano in ottonedella balaustra, ornata a motivivegetali con rifiniture in oro. Lerestanti porzioni dell’impiantitosono ricoperte da listelli di quercia

di Slovenia secondo un disegnoalla “Versailles”. Un bel lucernario quadrato,ripartito a cassettoni e realizzatoin cristallo traslucido, illumina diluce naturale l’intero ambienteche, nottetempo, è invece accesodai bagliori di due pregevolissimilampadari a soffitto in stilefrancese, ciascuno impreziosito dauna corona dorata e da grandilacrime di cristallo.La sala è abbellita da unaquadreria di prestigio. Veri gioiellisono le due Nature morte florealiattribuite a Mario de’ Fiori (PennaFermana, 1603 – Roma, 1673),artista celeberrimo per leghirlande, le corone floreali e ifestoni dipinti in vari palazziitaliani, sotto l’influenza di unasensibilità barocca che gli feceprediligere un decorativismopittorico sontuoso, ma non privodi una schietta indagine realisticadi derivazione fiamminga. In amboi dipinti coesistono varie tipologiefloreali (ortensie, camelie, rose,crisantemi, dalie, tulipani, ecc.)

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lancia un incantesimo su un uomogiacente a terra.Sulle pareti, troviamo ulterioridipinti secenteschi ascritti a ignotiautori olandesi, ma anch’essi piùrealisticamente provenienti dabotteghe artistiche italiane ovecircolavano disegni e incisioni dibuoni maestri: un Armento alpascolo, La mungitura, I pastori,Gli armenti, L’Armento conpastorella. L’arredo pittorico ècompletato da nature morte discuola napoletana e da un Carrodi Cupido trainato da amorini,anch’esso di tecnica italiana, comeevidenziato dalla scena di fondo.Proseguendo la visita entriamonello Studio dell’Ambasciatore. Ilsuo stile rompe deliberatamentecon quello degli altri spazi perpropiziare un’atmosfera consonaalla lettura e alle conversazioniristrette. Il soffitto è stuccato conun disegno geometrico regolare (acassettoni lignei quadrati e dipintidi bianco) che riprende quellodelle boiseries che decorano lepareti. La volta è intervallata datravi trasversali, ornate da motivia tralci e grappoli d’uva. Ilpregevole lavoro a stucco ha unasua continuazione nell’imponentecamino, decorato con unmedaglione a motivi vegetalirampicanti, racchiusi entro volutelaterali.Lo spazio che circonda il focolareè ricoperto da piccole piastrelleartigianali quadrate rappresentantivegetali e animali, smaltate di unchiaro colore verde-blu. Accedendo al Salone di gala siviene a contatto con uno spazioricco e generoso. Le paretipresentano decorazioni a stuccobianco molto elaborate e sonoimpreziosite da alti specchiincastonati in cornici di stuccodorato. Il risultato d’insieme è una

atmosfera particolarmenteluminosa, caratterizzata da unasontuosa eleganza che ricordavagamente alcuni ambienti dellaReggia di Versailles. L’attenzione ècatturata da un grazioso orologioda tavolo posto sulla mensola delcamino, opera del Rocquet:l’Allegoria del Tempo. Lo sguardoindugia dolcemente sulle movenzeeleganti della figura femminiledorata, sovrastata da un ampiomanto svolazzante, scolpita mentreè intenta a remare su una barcaguidata da cherubini e da draghi,il tutto sorretto da basamentidorati. L’insieme ricorda sial’orologio di meccanica francesedell’“Appartamento della Regina”che quello dell’“Appartamento deiQuadri Moderni” del PalazzoReale di Torino.Il posto d’onore nel salone ècomunque occupato da unelegante dipinto, di notevolidimensioni, attribuibile alla scuolapiemontese settecentesca. Essorappresenta, in primo piano, ilritratto di una famigliaaristocratica subalpina, raffiguratasecondo i canoni propri di unanota scena mitologica: lacelebrazione del connubio traVenere (indicativo di taleriferimento è il piccolo Cupido cheappoggia il braccio sinistro sullaspalla della sposa) e Adone(individuabile per la lancia dallatipica foggia utilizzata per lacaccia al cinghiale). Le tre figlie aipiedi della coppia rappresentanoFlora, Artemide e Persefone. Sullosfondo della tela scorgiamo unlago: verosimilmente un “Lagod’amore”, a significare la vastità eprofondità del legame affettivo cheunisce gli sposi. L’atmosfera di raffinata eleganzache impregna il salone siarricchisce di momenti di

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fuse in sapienti effetti policromi ele loro composizioni si qualificanoper l’assenza di simmetria el’orizzontalità, nonché per alcunielementi ispirati alle grottesche. Diparticolare interesse sono, inproposito, le due teste canine inatteggiamento aggressivo.Entrambe le tele sono circondateda splendide ghirlande, scolpitenella pietra.La Sala centrale accoglie anchedue quadri tradizionalmenteattribuiti alla scuola olandese, mache parrebbero piuttosto ascrivibilialla scuola italiana del XVII

secolo: il primo rappresenta SantaMaria Maddalena nel suo ritironel deserto, mentre ascolta lamusica degli angeli e cade inestasi. La tela è stilisticamenteinfluenzata dalla scuola bolognesee dal Guercino e gli angeli sonoperaltro raffigurati ricorrendo amoduli più conservatori; nelsecondo, Scena di sabba, l’artistadimostra una buona conoscenzadella colta bellezza e degli impasticromatici dei Carracci. Ilpersonaggio centrale è una strega,rappresentata al centro di uncerchio di candele accese, mentre

piemontese del XVIII secolo:notevole è quella intitolataProspettiva fiorita, sul cui sfondosi intravede un’architettura adarcata e un fontanone. Il Salone blu è altresì abbellito dauna collezione di undici pitture aolio settecentesche, attribuibili adautori diversi. Esse furonoconcepite come bozzetti perventagli. Un artista sicontraddistingue per la sensibilitànaif. Egli esprime doti di fineumorista, cui associa grazianarrativa e splendida cura deldettaglio. I suoi disegnirappresentano rispettivamente: Lapreparazione del sidro, La festanuziale, La visita alla fattoria, Lascampagnata.Un altro autore è un pittore coltoper gusto iconografico econoscenza anatomica. I soggettiraffigurati sono: Il carro diNettuno e Teti, L’avvento di Flora,Il carro di Aurora, Armida fra ipastori. Un altro ancoraindubbiamente un artista checonosce i canoni stilistici dellaminiatura orientale. Le suecreazioni sono: Il bagno delledame (ove si segnala il deliziosodettaglio del costume da bagnodelle dame) e Il banchetto delMandarino.Uscendo dal Salone blu, siattraversa la Sala centrale delpiano nobile e si accede alla Salada pranzo di gala: lo spaziodeputato al convivio dirappresentanza, secondo i canonidella cultura gastronomica edenologica italiana, in grado diesprimere valori che attraversanoil tempo, unendo gli uomini edelevandone lo spirito. Ancora vivoè il ricordo della colazioneorganizzata in onore delfidanzamento tra il principe diPiemonte, Umberto di Savoia e la

principessa del Belgio Maria Josèdi Sassonia Coburgo.L’ambiente è fortemente connotatoda un’abside ovale che ospita unvasto arazzo. Secondo unaconvincente, recenteinterpretazione, esso raffigurerebbeil momento in cui le figlie delprimo re mitico di Atene, Cecrope,disubbidiscono agli ordini ricevuti,aprendo la cesta loro assegnata incustodia da Atena e che racchiudeil piccolo Erittonio, insieme a unserpente. Sullo sfondo si intravedeun paesaggio curiosamentedominato da un castello in stilenordico. È da notarsi l’abileesecuzione del drappeggio, ditaglio greco-classico, mainterpretato con una sensibilità daitoni barocchi. I bordi dell’arazzoriproducono intrecci floreali efrutta, nonché motivi venatori.La tavola da pranzo ovale è dilegno pregiato e può riunirequaranta convitati. Le sedie sonodi tipologia classica con zampe aobelisco rovesciato e verniciate digrigio chiaro. Esse sono tappezzatecon una seta color giallopaglierino, resa più elegante dauna puntinatura di tono più scuro.Per il servizio da tavola, si faricorso al vasellame originale, conlo stemma dorato della Casa Realeitaliana. La tappezzeria a muro è realizzatain seta a righe di tonalità salmoneed è incorniciata in modo discretoentro una greca dorata verde. Duemaestosi specchi da pareteconferiscono luminositàall’ambiente. Il mobilio della sala èreso solenne da due mensole dimarmo a venature rossesupportate da zampe di legnointarsiate e dorate in stile Impero.Il pavimento è in listelli di legno diquercia slovena, con un disegnoidentico a quello della Reggia di

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gradevole distrazione grazie aquattro dipinti (La Primavera,L’Estate, L’Autunno e L’Inverno),attribuiti a un seguace di Jacopoda Ponte detto “il Bassano”(Bassano, 1517 ca. – 1592), unodei protagonisti del rinnovamentodella pittura veneta, moltoapprezzato per la creazione di veree proprie scene pastorali, più voltereplicate nella sua bottega edestinate a godere di grandesuccesso tra la fine del XVI el’inizio del XVII secolo.Probabilmente l’artista del PalazzoCaraman-Chimay è un maestronordico: assai concludenti sono idettagli miniaturizzati inprimissimo piano che parlano unlinguaggio pittorico tipico della

scuola olandese.Dal Salone di gala si entra nelSalone blu, così chiamato dalcolore delle tappezzerie (e deitendaggi) che arredano le pareti,intramezzate da stucchi bianchi diispirazione pompeiana, a diradatie leggeri motivi floreali. Si ammiralo splendido e sobrio caminobianco in stile Luigi XVI. Esso èsovrastato da un alto specchioovale a parete, la cui cornicestuccata e dorata è composta daovoli, perline, rosette, scanalaturee margherite stilizzate. Nello stessogusto sono realizzati il divano, lepoltrone e le sedie lignee bianche,intarsiate a scanalature. Le pareti sono ornate da duenature morte a olio di scuola

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Versailles.