La Cooperazione italiana in Brasile · Ufficio di cooperazione dell’Ambasciata d’Italia in...

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punti di forza delle diverse tappe del percorso formativo in Brasile, dalla scuola materna ai diplomi post laurea. Segue un quadro sinottico degli interventi della cooperazione non governativa italiana nel settore dell’educazione - for- mazione, che attesta il conside- revole impegno italiano in que- sto campo. Oltre al contributo ufficiale, finanziato o co-finanziato dalla Direzione Generale allo Svilup- po del Ministero degli Affari Esteri, esistono poi numerosis- sime encomiabili iniziative a favore dell’inclusione sociale attraverso l’educazione e la formazione attuate da organiz- zazioni brasiliane che hanno una “marca” italiana. E’ il caso della Comunidade Inamar di Diadema (SP) che da quasi 40 anni gestisce un gruppo di scuole materne che offrono un servizio di eccellenza in una comunità alla periferia di S. Paulo. Il fondatore di questa Associazione, il cui lavoro pur- troppo è ancora poco cono- sciuto e valorizzato, è un italia- no di Piacenza, Franco Rigolli, che in un’intervista alla nostra newsletter ci racconta il per- corso (personale e comunita- rio) che ha portato da una felice intuizione ad una espe- Questo nuovo numero della nostra newsletter si presenta più ricco di articoli, più denso di contenuti e, soprattutto, con una nuova impostazione di tipo tematico. Questo numero trat- ta di una questione centrale: l’educazione e la formazione. Si tratta, in realtà, di un tema trasversale e cruciale per lo sviluppo di qualsiasi Paese: in modo particolare, per il Brasile, che ha già avviato significativi processi di emancipazione. In questa prospettiva, è eviden- te l’importanza e la centralità di tutte quelle politiche pubbliche e quegli interventi del terzo settore che hanno come obiet- tivo il miglioramento della qua- lità dell’educazione e, più in generale, il pieno ed effettivo riconoscimento del diritto all’educazione. Sostenere tali iniziative costituisce, di fatto, il mezzo più efficace per contri- buire allo sviluppo umano - nella sua accezione più ampia - di un Paese così ricco di poten- zialità come il Brasile. Questa newsletter si apre con un articolo che fornisce un quadro generale del sistema educativo in Brasile, descriven- do in breve le caratteristiche, i principali nodi problematici e rienza ricca di successi e risul- tati che, ci auguriamo, possano essere diffusi e replicati anche in altri contesti. La Comunidade Inamar si ispira al metodo didattico e pedagogi- co delle scuole materne di Reggio Emilia, conosciuto in tutto il mondo. Un Made in Italy che siamo orgogliosi di espor- tare! Oltre a Inamar, presentiamo le “buone pratiche” della’Associa- zione Lua Nova di Sorocaba e di Jardim Pedreira (entrambe nello Stato di São Paulo), della Ong MAIS a Santarem, del Movimento Sem Terra e del Progetto di Prevenzione degli Indecendi in Amazzonia. Tutti esempi della proficua collabora- zione tra Italia e Brasile nel campo dell’educazione. Da ultimo, come di consueto, la sezione delle news: notizie dal mondo della cooperazione italiana in Brasile, che speriamo sia utile per i nostri lettori. Cogliamo l’occasione per invi- tare tutti a contribuire ad arric- chire e rendere più partecipati- va questa sezione mandandoci le vostre notizie! Prima di augurare a tutti “Buona Lettura”, vorremmo ringraziare quanti hanno colla- borato a questo numero man- dandoci un articolo e condivi- dendo la propria esperienza. Obrigado! SOMMARIO: Editoriale 1 Il sistema educativo brasilia- no: quale futuro? 2 Una finestra sui progetti del programma di emergenza socio-sanitaria: L’ educazione materna come veicolo di sviluppo sociale nell’esperienza trentennale promossa a San Paolo da Franco Rigolli 7 Progetto “Empreteira Escola” - Lua Nova la ONG che costruisce il futuro con le donne 10 Una formazione professionale di qualità orientata al futuro: l’esempio di Pedreira 11 Ancora formazione profes- sionale, un elemento fonda- mentale nella prevenzione dei fuochi in Amazzonia 12 Il Movimento Sem Terra e la formazione 13 Formazione comunitaria: il Mais di Torino ci racconta il suo progetto lungo il Rio delle Amazzoni 14 La voce dei diritti: Nuova legge a tutela delle donne vittime di violenza 16 News: Prima riunione del Consiglio italo-brasiliano del 28 settem- bre 2006: le conclusioni 17 Attività di coordinamento I progetti di formazione del capitale umano del Programma 100 città I nuovi programmi promossi dalle Ong italiane approvati dal Ministero degli Affari Esteri Incontro del 4 dicembre 2006 con i cooperanti dei progetti delle ong italiane cofinanziati dal MAE Erasmus Mundis, il programma che offre possibilità di studio in Europa ai cittadini brasiliani Seminario “A vida começa onde a violência acaba” organizzato dal programma di emergenza socio- sanitario 18 18 19 20 20 20 La Cooperazione italiana in Brasile APRILE 2007 NUMERO 4 Ufficio di cooperazione dell’Ambasciata d’Italia in Brasile S.E.S. Av. das Naçoes - Lote 30, Quadra 807 70420-900 Brasilía (D.F.) - Brasile Tel.: +55-61 3442 9900 - Fax: +55-61 3244-8353 E-mail: [email protected] EDUCAZIONE E FORMAZIONE Il tema della nuova newsletter

Transcript of La Cooperazione italiana in Brasile · Ufficio di cooperazione dell’Ambasciata d’Italia in...

punti di forza delle diverse tappe del percorso formativo in Brasile, dalla scuola materna ai diplomi post laurea. Segue un quadro sinottico degli interventi della cooperazione non governativa italiana nel settore dell’educazione - for-mazione, che attesta il conside-revole impegno italiano in que-sto campo. Oltre al contributo ufficiale, finanziato o co-finanziato dalla Direzione Generale allo Svilup-po del Ministero degli Affari Esteri, esistono poi numerosis-

sime encomiabili iniziative a favore dell’inclusione sociale attraverso l’educazione e la formazione attuate da organiz-zazioni brasiliane che hanno una “marca” italiana. E’ il caso della Comunidade Inamar di Diadema (SP) che da quasi 40 anni gestisce un gruppo di scuole materne che offrono un servizio di eccellenza in una comunità alla periferia di S. Paulo. Il fondatore di questa Associazione, il cui lavoro pur-troppo è ancora poco cono-sciuto e valorizzato, è un italia-no di Piacenza, Franco Rigolli, che in un’intervista alla nostra newsletter ci racconta il per-corso (personale e comunita-rio) che ha portato da una felice intuizione ad una espe-

Questo nuovo numero della nostra newsletter si presenta più ricco di articoli, più denso di contenuti e, soprattutto, con una nuova impostazione di tipo tematico. Questo numero trat-ta di una questione centrale: l’educazione e la formazione. Si tratta, in realtà, di un tema trasversale e cruciale per lo sviluppo di qualsiasi Paese: in modo particolare, per il Brasile, che ha già avviato significativi processi di emancipazione. In questa prospettiva, è eviden-te l’importanza e la centralità di tutte quelle politiche pubbliche e quegli interventi del terzo settore che hanno come obiet-tivo il miglioramento della qua-lità dell’educazione e, più in generale, il pieno ed effettivo riconoscimento del diritto all’educazione. Sostenere tali iniziative costituisce, di fatto, il mezzo più efficace per contri-buire allo sviluppo umano - nella sua accezione più ampia - di un Paese così ricco di poten-zialità come il Brasile. Questa newsletter si apre con un articolo che fornisce un quadro generale del sistema educativo in Brasile, descriven-do in breve le caratteristiche, i principali nodi problematici e

rienza ricca di successi e risul-tati che, ci auguriamo, possano essere diffusi e replicati anche in altri contesti. La Comunidade Inamar si ispira al metodo didattico e pedagogi-co delle scuole materne di Reggio Emilia, conosciuto in tutto il mondo. Un Made in Italy che siamo orgogliosi di espor-tare! Oltre a Inamar, presentiamo le “buone pratiche” della’Associa-zione Lua Nova di Sorocaba e di Jardim Pedreira (entrambe nello Stato di São Paulo), della Ong MAIS a Santarem, del Movimento Sem Terra e del Progetto di Prevenzione degli Indecendi in Amazzonia. Tutti esempi della proficua collabora-zione tra Italia e Brasile nel campo dell’educazione. Da ultimo, come di consueto, la sezione delle news: notizie dal mondo della cooperazione italiana in Brasile, che speriamo sia utile per i nostri lettori. Cogliamo l’occasione per invi-tare tutti a contribuire ad arric-chire e rendere più partecipati-va questa sezione mandandoci le vostre notizie! Prima di augurare a tutti “Buona Lettura”, vorremmo ringraziare quanti hanno colla-borato a questo numero man-dandoci un articolo e condivi-dendo la propria esperienza. Obrigado!

S O M M A R I O :

Editoriale 1

Il sistema educativo brasilia-no: quale futuro?

2

Una finestra sui progetti del programma di emergenza socio-sanitaria:

• L’ educazione materna come veicolo di sviluppo sociale nell’esperienza trentennale promossa a San Paolo da Franco Rigolli

7

• Progetto “Empreteira Escola” - Lua Nova la ONG che costruisce il futuro con le donne

10

• Una formazione professionale di qualità orientata al futuro: l’esempio di Pedreira

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Ancora formazione profes-sionale, un elemento fonda-mentale nella prevenzione dei fuochi in Amazzonia

12

Il Movimento Sem Terra e la formazione

13

Formazione comunitaria: il Mais di Torino ci racconta il suo progetto lungo il Rio delle Amazzoni

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La voce dei diritti:

Nuova legge a tutela delle donne vittime di violenza

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News:

• Prima riunione del Consiglio italo-brasiliano del 28 settem-bre 2006: le conclusioni

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• Attività di coordinamento

• I progetti di formazione del capitale umano del Programma 100 città

• I nuovi programmi promossi dalle Ong italiane approvati dal Ministero degli Affari Esteri

• Incontro del 4 dicembre 2006 con i cooperanti dei progetti delle ong italiane cofinanziati dal MAE

• Erasmus Mundis, il programma che offre possibilità di studio in Europa ai cittadini brasiliani

• Seminario “A vida começa onde a violência acaba” organizzato dal programma di emergenza socio- sanitario

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La Cooperazione italiana in Brasile

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Ufficio di cooperazione dell’Ambasciata d’Italia in Brasile S.E.S. Av. das Naçoes - Lote 30, Quadra 807

70420-900 Brasilía (D.F.) - Brasile

Tel.: +55-61 3442 9900 - Fax: +55-61 3244-8353

E-mail: [email protected]

EDUCAZIONE E FORMAZIONE Il tema della nuova newsletter

P A G I N A 2

Il miglioramento della qualità del sistema educativo rap-presenta oggi una delle principali responsabilità dei Governi, che hanno l’obbligo di offrire conoscenze e capacità in modo che tutti possano essere messi in grado di esercitare piena-mente diritti e doveri con coscienza, di essere più produttivi e conquistare una più elevata qualità di vita.

Negli ultimi 10 anni l’attenzione è stata focalizzata soprat-tutto sull’educazione primaria, per combattere gli alti tassi di analfabetismo ancora presenti in molti Paesi in via di sviluppo, principale causa del ritardo nel loro sviluppo economico e sociale. Contribuendo al miglioramento economico di una nazione e permettendo una maggiore partecipazione dell’indi-viduo nella società, l’alfabetizzazione rappresenta uno dei principali diritti garantiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e uno degli Otto Obiettivi del Millennio.

Molti sono state le misure che negli ultimi anni il Brasile ha assunto per favorire l’inclusione sociale delle fasce più svantaggiate della popolazione attraverso l’educazione pubbli-ca di base; si ritiene però che occorre fare ancora di più, in una fase di transizione in cui la formazione del capitale umano dovrebbe rispettare più elevati standard qualitativi.

Nonostante il Paese abbia raggiunto un livello di alfabetiz-zazione quasi universale (98%) e un aumento del numero dei bambini che frequentano la scuola (solamente il 2% dei bambi-ni dai 7 ai 14 anni non frequenta la scuola dell’obbligo), non sempre si apprende ciò di cui realmente si ha bisogno, e gli indici di evasione e ripetizione scolastica sono ancora molto alti: 32% degli studenti è bocciato nella prima serie dell’inse-gnamento fondamentale. L’alto tasso di ripetizione scolastica comporta tra l’altro una forte riduzione della spesa investita per studente: la ripartizione del bilancio pubblico dedicato all’educazione, escluso il 90% riservato agli stipendi, è suffi-ciente solamente a finanziare quelli che già fanno parte della rete pubblica di insegnamento.

Struttura del sistema educativo brasiliano Alla base del sistema educativo brasiliano c’è la “Legge

sulle linee direttive e basi dell’educazione primaria” promulgata

Il sistema educativo brasiliano: quale futuro?

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nel dicembre del 1996. Tale legge ha completato le disposizio-ni in materia della Costituzione del 1988, definendo i ruoli e le responsabilità dei tre livelli di governo (federale, statale e municipale) nella distribuzione dei servizi educativi.

- L’educazione primaria obbligatoria (insegnamento fon-damentale), che va dai 7 ai 14 anni, e l’educazione infantile sono compito dei municipi;

- È competenza degli Stati invece organizzare ed ampliare l’insegnamento medio (14 – 17 anni) e l’educazione professio-nale;

- Il ruolo del governo centrale per questi due livelli è quello di formulare proposte per organizzare l’educazione nazionale, valutare l’adempimento scolastico a tutti i livelli, e stabilire le direttive di fondo del sistema ridistribuivo e sussi-diario. Solo l’insegnamento superiore e le scuole tecnico-professionale di livello intermedio sono di competenza diretta dell’Unione.

L’educazione di base in Brasile, secondo la legge del 1996, comprende il prescolare (per i bambini dai 0 a 6 anni), l’inse-gnamento primario o scuola fondamentale (durata minima di 9 anni) e la scuola media (durata minima di 3 anni). La scuola fondamentale è obbligatoria e gratuita, caratteristiche che - secondo la legge - dovranno in futuro estendersi anche all’in-segnamento medio.

L’insegnamento superiore, che corrisponde alla nostra edu-cazione universitaria e post universitaria, è invece caratteriz-zato da un numero di posti limitato. C’è dunque bisogno di passare una severa selezione per avere accesso a questo livel-lo di studio che include corsi di laurea, corsi post-laurea (master e dottorato), corsi sequenziali e corsi tecnici. Le istituzioni che offrono questo tipo di corsi possono essere pubbliche o pri-vate, ma indubbiamente quelle pubbliche si distinguono per l’eccellente qualità di insegnamento.

L’educazione infantile e il problema della qualità

L’accesso all’educazione infantile (scuola materna) rappre-senta uno dei fattori che contribuisce maggiormente all’au-

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mento della qualità educativa, data la propria capa-cità di stimolare lo sviluppo del potenziale del bam-bino sin dai primi anni di vita. Molti studi mostrano che i bambini che hanno avuto accesso ad una buo-na educazione infantile tendono ad avere migliori risultati nei livelli di studio successivi. Purtroppo questo tipo di insegnamento non ha ricevuto la dovuta attenzione e soltanto 1,4 milioni di infanti hanno accesso all’asilo, mentre il 18% dei bambini di 5 anni rimane fuori della scuola materna. Solo a brevi passi l’educazione materna infantile sta en-trando nelle agende politiche quale strumento di sviluppo fisico, emotivo ed intellettuale del bambino e quale servizio sociale di supporto alle famiglie.

Per affrontare il problema qualitativo dell’edu-cazione è necessario, come afferma la Commissione Internazionale sull’educazione dell’Unesco, migliora-re il reclutamento, la formazione, lo statuto sociale e le condizioni di lavoro dei professori in modo tale che questi possono rispondere ai requisiti di cono-scenza, competenza, motivazione e qualità persona-le necessarie per svolgere questo ruolo.

Sono attivi in Brasile 2,6 milioni di professori nell’ambito dell’insegnamento di base e di questi poco più di 2 milioni possiede una formazione com-pleta. Nella scuola fondamentale, dove si concentra il maggior numero di insegnanti, solamente i due terzi sono in possesso di un diploma di laurea.

Senza una buona formazione, i professori sono sprovvisti delle condizioni opportune per esercitare la loro professione, oltre ad affrontare situazioni difficili in contesti in cui la violenza ne fa da padro-na. Secondo una ricerca dell’Unesco svolta nel 2002 sul profilo dei professori brasiliani, il 55% degli in-tervistati affermò di avere problemi per mantenere la disciplina in aula, dovuti alle caratteristiche sociali e alle relazioni familiari degli alunni e di non essere nelle condizioni di svolgere adeguatamente il pro-prio lavoro fornendo agli studenti l’istruzione ne-cessaria a completare gli studi ed entrare con suc-cesso nel mercato del lavoro. I bassi salari rappre-sentano poi un ulteriore problema: nel 2001 le paghe medie dei professori che operavano nell'’am-bito dell’educazione di base erano di 811 reais al mese, poco più di due salari minimi, in un contesto dove il costo di trasporto puó incidere fino al 40%L’investimento nella formazione dei professori e il riconoscimento sociale dell’importanza del loro ruolo sono essenziali per il miglioramento della qualità dell’educazione brasiliana.

Per correggere il problema qualitativo, il go-verno federale brasiliano, ha recentemente adotta-to il Patto di Sviluppo dell’Educazione che sarà ope-rativo entro il 2007, con un investimento di 8 mi-liardi di reais per i prossimi quattro anni. Si tratta di un insieme di 40 misure che puntano ad elevare la qualità dell’insegnamento nell'’intero sistema educa-tivo, dalla scuola materna all’università. Una delle principali misure del Piano riguarda la metodologia con la quale vengono ridistribuite le risorse dal Governo federale alle scuole statali e municipali, che non sarà più basata soltanto sul numero degli alunni immatricolati, ma passerà a prendere in con-siderazione la qualità del servizio educativo presta-to da ogni scuola. Le scuole dovranno cercare un modello qualitativo stabilito a partire dai dati del

sistema nazionale di valuta-zione dell’educazione di base, recentemente adotta-to. Le mete saranno fissate prendendo in considerazio-ne la realtà di ogni regione, e serviranno come base di distribuzione delle risorse del Piano.

La scuola dell’obbligo e le politiche pubbliche

Il miglioramento del tasso di alfabetizzazione e l’aumento della frequenza scolastica è stato possibi-le soprattutto grazie ad interventi pubblici puntuali, quali il Programma Bolsa Familia e il Programma di sradicamento del lavoro infantile.

Il Bolsa Familia è un programma federale di tra-sferimento condizionato di reddito destinato alle famiglie in condizioni di povertà ed estrema pover-tà, che associa al trasferimento del beneficio finan-ziario l’accesso ad alcuni diritti sociali basici quali salute, alimentazione, educazione e assi-stenza sociale. Il ricevimento dell’ausilio finanziario è, infatti, condizionato al rispet-to, da parte delle famiglie, di alcune condi-zioni nei settori dell’educazione e della salute. I due macro obiettivi del program-ma sono combattere la miseria, causa dell’esclusione sociale, e promuovere l’emancipazione delle famiglie più povere offrendo i mezzi e le condizioni affinché queste possano perdere lo status di sog-getti vulnerabili che li caratterizza, oltre a promuovere l’accesso alla rete di servizi pubblici.

Il programma è stato creato nell’otto-bre del 2003, con l’unificazione dei 4 diffe-renti programmi nazionali di trasferimen-to: il Bolsa Escola, il Bolsa Alimentação, il Cartão Alimentação e il programma Ausilio Gas.

Il programma fornisce il trasferimento di reddito principalmente a due diversi gruppi sociali maggiormente vulnerabili, basandosi sulla divisione pro-capite del reddito familiare e sulla composizione del nucleo. Priorità viene data alle famiglie in condizioni di estrema povertà, con un reddito pro-capite fino ad un massimo di 50 reais, che rappresentano circa il 14,5% della popolazione. Queste famiglie ricevo-no un contributo di 50 reais, indipenden-temente dalla composizione famigliare; in aggiunta si ha diritto ad un trasferimento variabile di 15 reais per ogni donna incinta o nel periodo di allattamento, e per ogni bambino o adolescente in età compresa tra i 0 e i 15 anni. Le famiglie in condizione di estrema pover-tà possono accumulare il beneficio di base con quello variabile, ricevendo fino ad un massimo di 95 reais. Successivamente sono assistite le famiglie povere con un reddito mensile di massimo 100 reais, l’ulteriore 18,5% della popolazione nazionale che in questo caso ha diritto ad un trasferimento massimo corrispondente a 45 reais mensili. La con-

Per saperne di più consultare i siti:

Ministero da Educação www.mec.gov.br

Instituto Nacional de Estudos e Pesquisas Educacionais Anísio Teixeira www.inep.gov.br/pesquisa/publicacoes

Fundação Abrinq www.fundabrinq.org.br

Unesco www.unesco.org.br

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Dati sitetici: Nome: @lis - Health Care Network (H.C.N.) Sito Web: www.healthcarenetwork.it Settore d’intervento: Informatica applicata alla Salute Pubblica Area d’intervento: Municipalità di Belo Hori-zonte, Minas Gerais - Brasile Finanziatori: Commissione Europea (80%), Prefettura di Belo Horizonte (17%) e Provincia autonoma di Trento - Italia (3%) Budjet: 2.400.288 euro Data di inaugurazione: 01/10/03 Durata prevista: 3 anni Promotore: Commissione Europea (linea di finanziamento B7-311) Applicant: ong GVC, Gruppo di Volontariato Civile (Bologna – Italia)

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tinuità del pagamento dei benefici dipende dal rispetto, da parte delle famiglie beneficiarie e dei suoi membri, di alcu-ne condizioni che prevedono la partecipazione effettiva della famiglia al processo educativo infantile ed ai pro-grammi di salute offerti dallo stato. Ad esempio alle don-ne incinte è richiesto di prendere le dovute attenzioni e cure imposte dallo stato di gravidanza, mentre i bambini

fino ai 7 anni devono rispettare il calendario delle vaccinazioni obbligatorie ed effettuare le visite periodiche nei centri medici. Ma la cosa più impor-tante è che quelli tra i 6 e i15 anni sono obbligati a frequenta-

re la scuola e ad assistere ad almeno l’85% delle lezioni se si vuole ricevere il sussidio.

Da quando il programma funziona il numero dei bam-bini, facenti parte dei nuclei familiari beneficiari, che fre-quentano la scuola regolarmente ha raggiunto il 97% del totale.

Il PETI (Programa de Erradicação do Trabalho Infantil) fu creato nel 1996 dal Governo Federale per eliminare il lavoro minorile attraverso il finanziamento di borse di studio per frequen-tare la scuola di base, l’am-pliamento delle attività extra-scolari per i bambini vittime del lavoro infantile, e attività di produzione di reddito per i loro genitori.

In 15 anni il Brasile è riuscito a ridurre della metà il numero dei bambini dai 5 ai 17 anni sfruttati nei più degradanti lavori. Il PETI beneficia oggi 931 mila bambini garantendo alle famiglie di basso reddito una borsa di studio mensile in modo tale che mantengano i loro figli a scuola. I municipi che partecipano al Programma purtrop-po ancora scarseggiano nell’offerta di attività culturali, sportive e di rinforzo scolare in favore dei bambini che beneficiano del programma.

La formazione professionale Un Paese in transizione come il Brasile registra una

forte richiesta di tecnici: l’educazione professionale ha l’obiettivo di aiutare i giovani ad inserirsi nel mercato del lavoro e di permettere una migliore qualificazione a colo-ro che già svolgono una professione.

Questo tipo di educazione ha avuto inizio in Brasile nel 1909 ed è stata modificata con l’entrata in vigore della “Legge sulle linee guida e sulle basi dell’educazione primaria”, che la definisce come complementare e non più sostituti-va all’educazione di base. Entrambe devono contribuire alla formazione del cittadino lavoratore, anche se la re-sponsabilità deve competere a due entità distinte.

Secondo il testo della legge l’educazione professiona-

le rappresenta un fattore strategico di competitività e sviluppo, e deve rispondere alle costanti sfide del mondo produttivo, obiettivo ambizioso se si considerano le con-dizioni oggettive del paese (l’insufficienza delle risorse finanziarie dedicate all’educazione, le precarietà dell’inse-gnamento pubblico e le deficienze nella formazione dei professori). Inoltre la produzione e l’aggiornamento della conoscenza tecnica esige investimenti in personale, appa-recchiature, materiale didattico etc. non necessariamente compatibili con le richieste più urgenti del mercato, le quali sono in molti casi di carattere strettamente pragmatico in un contesto di disoccupazione.

La politica di formazione professionale è definita dal Ministero del Lavoro.

Recenti iniziative hanno previsto la creazione di Cen-tri di Formazione Professionale e il lancio del nuovo Pro-gramma Nazionale di Qualificazione Professionale (PNQ) che sostituisce il vecchio Piano Nazionale di Qualificazio-ne dei Lavoratori (PLANFOR). Questo programma è

diretto ai gruppi più vulnerabili, come le persone che ancora non hanno trovato un impie-go o coloro che già svolgono una professio-ne, ma hanno bisogno di una migliore qualificazio-ne, e viene finanziato grazie alle risorse del fondo di supporto ai lavoratori (FAT). I mag-giori limiti del vecchio programma riguardava-no le poche risorse ad esso dedicate e la breve

durata dei corsi diretti al trattamento di abilità specifiche. Circa 140 mila persone hanno beneficiato di corsi di for-mazione professionale grazie al PNQ tra il 2003/2004.

La formazione professionale viene offerta principal-mente dalle organizzazioni parastatali che fanno parte del sistema delle tre “S” - di cui fanno parte il Servizio Nazio-nale di Apprendistato Industriale (SENAI), commerciale (SENAC), rurale (SENAR) del trasporto (SENAT), e il SEBRAE. Tale servizio viene finanziato attraverso le impo-ste pagate dalle imprese, e allocate in pieno ai fornitori di servizio settoriale. Si tratta di corsi altamente professio-nali ma che ancora non si rivolgono alla popolazione di basso reddito, a causa principalmente delle quote di iscri-zione obbligatorie che - anche non essendo molto alte (dai 100 ai 200 reais) - non permettono l’accesso alle classi più basse, costrette inoltre a pagare le uniformi e i materiali, e a sostenere le spese di trasporto.

La combinazione di fondi pubblici dedicati alla forma-zione professionale e di politiche di attivazione del merca-to del lavoro è relativamente recente in Brasile. Un pro-gramma di stimolo al primo impiego (PNPE, Programa Nacional de Estímulo ao Primeiro Emprego de Jovens) è stato introdotto nel 2003 per i giovani tra i 16 e i

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Riferimenti bibliografici: “Educação: Carinho e Trabalho” Editora Vozes, 434 páginas

24 anni svantaggiati che possiedono una limitata formazione. La certificazione professionale rappresenta um’altra re-

cente conquista. Un programma di certificazione è stato at-tuato nel 2003 ed è diretto agli individui con basso reddito, scarse conoscenze e disoccupati, con lo scopo di migliorare la loro possibilità di trovare un lavoro. Oggi ci sono 2 program-mi pilota nel campo industriale nella città di San Paolo, ma un sistema di certificazione nazionale ancora non esiste. Il sistema universitario: dove il pubblico è privato

Partecipare invece ad un corso superiore nell’Università pubblica in Brasile non è una cosa semplice, specialmente per gli studenti provenienti dal sistema pubblico Oltre alla forte concorrenza che si incontra, il disinteresse e la mancanza di orientamento e informazione presenti nelle innumerevoli scuole pubbliche fanno sì che molti alunni non aspirino a pro-seguire gli studi. La necessità di cominciare a lavorare presto e la mancanza di incentivi da parte dei professori aggravano ancora di più la situazione.

Sono veramente pochi quindi coloro che decidono di affrontare il vestibular un´esame di ammissione all’università, consistente in una prova che richiede una preparazione accu-rata che raramente si acquisisce nel sistema della scuola supe-riore pubblica e per la quale si frequentano costosi corsi pre-paratori della durata di un anno, organizzati per lo piú da entitá private.

Un ulteriore problema è rappresentato dalle disparità regionali relative alla qualità del sistema pubblico, che nelle regioni del sud-sudest, grazie al maggior sviluppo economico e sociale conquistato, si presenta con livelli qualitativi che quasi raggiungono quelli europei. Nelle regioni del nord-nordest sono presenti le carenze maggiori.

L’estrema fragilità dell’insegnamento fondamentale e medio della rete pubblica ha prodotto una forte sottorappre-sentazione delle classi più basse all’interno dell’insegnamento superiore. Nel corso degli anni scolastici ha luogo una sorta di ‘depurazione sociale’ degli alunni. Al termine dell’insegna-mento medio rimangono nel sistema scolastico in media il 20% di coloro che hanno cominciato, che rappresenta in mag-gioranza quelli che possiedono le migliori condizioni.

Oltre agli alunni della scuola pubblica, sono tradizional-mente sottorappresentate nelle università brasiliane le mino-ranze o gruppi più vulnerabili - come le persone di discenden-za africana, che rappresentano oltre il 50% della popolazione, e quella indigena. Nel 2003 solamente il 2% dei posti disponi-bili nelle università era occupato da afro-brasiliani. Per dimi-nuire la distanza tra le fasce storicamente più marginalizzate e l’accesso all’insegnamento superiore, il Governo in carica ha introdotto nuovi dispositivi. Tra essi si distaccano i corsi pre-paratori gratuiti per il vestibular, diretti alla popolazione caren-te proveniente dalle scuole pubbliche, e le quote di partecipa-zione utilizzate per gli afro discendenti. La prima legge a ri-guardo è stata approvata a Rio deJaneiro nel 2003, dove l’Università Statale per la prima volta ha introdotto un siste-ma selettivo che prevede delle riserve per gli alunni della rete pubblica, e riserva il 40% dei posti alla popolazione negra e mulatta.

Nel gennaio del 2005 è stato istituito il Programma ProUni (Programma università per tutti) la cui finalità è quella di concedere borse di studio integrali o parziali a studenti con basso reddito che frequentano un corso di laurea, o un

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un corso sequenziale di formazione specifica. Sono state offerte nel primo anno di vita del programma 112 mila borse di studio, ma si è ancora lontani dall’o-biettivo di inserire nel 2010 il 30% della popolazione tra i 18 e i 24 anni nell’educazione superiore. Gli investimenti pubblici nell’e-ducazione

Dal 1998 il finanziamento dell’e-ducazione pubblica obbligatoria in Brasile viene regolato dal FUNDEF, il fondo per la manuten-zione e lo sviluppo dell’insegnamento obbligatorio e la valoriz-zazione dell’insegnamento. Si tratta di una politica pubblica pensata per modernizzare, a lungo termine, l’educazione nel paese garantendo la manutenzione delle risorse per il settore, oltre a rendere prioritaria la riduzione delle marcate disugua-glianze regionali.

Tuttavia, pur presentando un’evoluzione positiva nella quantità di risorse dedicate all’educazione, il FUNDEF non è stato capace di garantire gli obiettivi minimi desiderati per i diversi Stati. In particolar modo le regioni più povere del paese, localizzate nel Nordest, presentano una spesa media annuale per alunno ancora molto bassa, soprattutto se com-parata con i livelli internazionali. Inoltre il fondo non contem-plava l’educazione infantile né l’insegnamento medio e non prendeva in considerazione i giovani e adulti che non avevano terminato la scuola dell’obbligo.

Per superare i limite del FUNDEF, nel 2005 è stata ap-provata la proposta di emendamento costituzionale (PEC) che istituisce il FUNDEB, il nuovo fondo di manutenzione e sviluppo dell’educazione di base e di valorizzazione dei pro-fessionisti dell’educazione. Il FUNDEB, un fondo federale, contempla i tre livelli di educazione di base affermando l’im-portanza di integrare l’educazione infantile (inclusi gli asili nido), l’educazione primaria e l’insegnamento medio.

Le modalità di attuazione del FUNDEB, ancora in fase di definizione, prevedono che le risorse del fondo, centralizzate in ogni stato e tratte da otto diversi tipi di tributi statali e municipali, saranno redistribuite alle apposite segreterie in proporzione al numero degli alunni immatricolati nei tre livelli di educazione di base nelle rispettive reti pubbliche di inse-gnamento, avendo come base un investimento minimo per alunno, da determinare a livello nazionale. Quegli stati che non riusciranno a garantire tale ammontare minimo a tutte le matricole incluse nell'’intero sistema educativo di base, rice-veranno una compensazione dall’Unione.

L’aumento del volume delle risorse investite, dai 35,2 miliardi complessivi destinati all’educazione dal vecchio fondo ai 55,8 miliardi di reais previsti per il 2011 dal FUNDEB, e la maggiore partecipazione del governo federale si prevede amplino l’accesso all’educazione nel paese, stimolando l’in-gresso di nuovi alunni nell'’insegnamento primario e medio.

Il Ministero dell’educazione calcola che, dopo quattro anni di vigenza del nuovo fondo saranno beneficiati 48,1 milio-ni di studenti: 860 mila bambini faranno parte degli asili nido, 4,1 milioni del prescolare, 34,1 milioni dell’insegnamento primario ed infine 9 milioni frequenteranno le scuole medie.

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La cooperazione non governativa italiana è attiva in Brasile su vari fronti, in particolare quello educativo con diversi progetti por-tati avanti in diverse regioni del paese. Gli interventi riguardano la formazione professionale, il sostegno scolastico, la formazione di educatori ecc, tutti interventi che hanno come obiettivo principale l’inclusione sociale delle fasce più emarginate per combatte-re il problema della disuguaglianza socio economica, uno dei più rilevanti del paese. Dal 2001 ad oggi sono attivi 20 progetti socio educativi nel paese, portati avanti da 11 ONG italiane grazie al contributo del MAE.

ONG

CONTRIBUTO

MAE

AREA DI INTERVENTO

AMBITO DI INTERVENTO

Aibi 661.674,77 Bahia Rinforzo scolastico, formazione educatori Avsi 3.364.963,52 Rio de Janeiro, Minas Ge-

rais, Bahia Alfabetizzazione, rinforzo scolastico, formazione professionale, educazione ambientale

Ciss 495.333,13 Pará Formazione professionale Cisv 378.123,30 Rio de Janeiro Formazione professionale Elis 1.417.208,59 São Paolo Formazione professionale Fonton 314.901,00 Pará Formazione alla cittadinanza attiva Ipsia 1.368.999,35 Bahia,Pernambuco Formazione professionale, formazione educatori Mlal 1.769.578,00 Roraima, Pernambuco, Rio

de Janeiro Formazione professionale, rinforzo scolastico, formazione edu-catori

Movimondo 774.685,35 SãoPaolo Formazione professionale Ten 632.309,00 Bahia Formazione professionale Vides 372.814,22 Amazonas Formazione educatori, doposcuola e rinforzo scolastico TOTALE 11.550.590,23

I progetti cofinanziati dal MAE - Periodo di attuazione 2001/2006

Il contributo italiano alla formazione professionale

L A C O O P E R A Z I O N E I T A L I A N A I N B R A S I L E

Conclusioni Se si effettua una comparazione internazionale degli inve-

stimenti pubblici nell’educazione, si scopre che il Brasile non si differenzia molto dalle nazioni più ricche: lo Stato Brasiliano destina il 3,4 del PIL all’educazione di base, mentre nei Paesi dell’OSCE tale spesa corrisponde al 3,5%. La spesa pubblica relativa all’insegnamento superiore (universitario) subisce inve-ce un forte calo ed è rappresentata dallo 0,8% del PIL, mentre la media dei paesi OCSE è dell’1%.

Gli studenti universitari costano al governo brasiliano 11 volte di più che quelli della scuola primaria, e il paradosso è che questi ammontano al 2% del totale degli studenti, ricevendo il 19% del totale dei fondi diretti all’educazione, il che pone seri

dubbi sulla equità del sistema. Il Brasile dunque spende per l’istruzione quasi la stessa

percentuale del PIL dei Paesi sviluppati; tuttavia in un contesto complesso di un Paese in transizione come il Brasile, e con le distorsioni esistenti nel sistema, i risultati sono ben inferiori.

Altri Paesi emergenti del sud est asiatico hanno fatto dell’-educazione la loro priorità: nel caso della Tailandia arrivano a destinare il 40% della spesa pubblica all’educazione.

Per crescere il Brasile ha quindi bisogno id un sistema educativo di qualità, che sia orientato ad una maggiore inclusio-ne sociale che permetta l’accesso all’educazione a quei giovani e quei bambini, che compongono un’ampia percentuale della popolazione e che per ora rimangono esclusi.

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Alcuni dei problemi degli adolescenti, quali l’eva-sione scolastica e la man-canza di un lavoro digni-toso, hanno le loro cause nella prima infanzia. Un bambino ben alimentato, cresciuto con amore e seguito attraverso un programma pedagogico adeguato alle proprie necessità, oltrepassa i limiti che i propri mezzi gli impongono preparan-dosi per una vera inte-

grazione sociale. Essendo la scuola materna, dunque l’educazione infantile, uno degli aspetti più importanti della for-mazione dell’essere umano è sembrato opportuno prendere come riferimento una delle pratiche più innovative all’interno del Programma di emergenza socio-sanitaria attuato dall´Ambasciata d´Italia. Si tratta del progetto INAMAR, la cui idea vi proponia-mo attraverso un’intervista al presidente della ONG. Franco Rigolli, italiano di Piacenza, laureato in lette-re, belle arti e teologia, lavora come operatore so-ciale in Brasile dal 1956. Nel 1969 è presidente della ONG Comunità INAMAR, attiva dal 1971 nella periferia di São Paulo sul fronte educativo. La missione della Comunità INAMAR è quella di dare accoglienza ai bambini, e alle rispettive famiglie che vivono una condizione di vulnerabilità sociale, promuovendo l’educazione e la cittadinanza attra-verso la qualificazione e preparazione del personale professionale coinvolto. L’Associazione INAMAR è presente in Brasile da circa trenta anni, ed opera nella grande periferia di São Paulo. Perché si è deciso di intervenire proprio in questa zona? Normalmente le regioni del Nord esercitano un maggior fascino sulle ONG e sul volontariato stra-niero, sono però le periferie delle grandi metropoli del Sud-est del Brasile che ricevono la popolazione più povera e meno qualificata del Nord e Nord-est. Secondo il censimento del 2000, su ogni 10 abitanti del Brasile, otto vivono nelle grandi città. La periferia del Grande São Paulo è cresciuta vertigi-nosamente e disordinatamente, anche a causa dell’e-migrazione nordestina, e presenta i maggiori proble-mi sociali (la disoccupazione e la crescita della vio-lenza). Si contano 79,5 milioni di abitanti che rappre-sentano il 42,6% della popolazione brasiliana: è la città con la maggiore densità demografica e con il più alto indice di urbanizzazione: 92,1%. Il tasso di

disoccupazione tra i giovani di età tra i 15 e i 24 anni è tre volte più alto di quello della popolazione adul-ta. Secondo il Ministero della salute, l’indice degli omicidi in Brasile è passato dall’11,7 per mille abitan-ti nel 1980 al 28,36 nel 2003 e i giovani rappresenta-no le maggiori vittime delle morti violente. È questo il motivo della mia scelta. In cosa consiste la proposta educativa innova-tiva che l’ Associazione INAMAR porta a-vanti? Quali sono i legami con l’esperienza pedagogica italiana? La pedagogia è estremamente dinamica nella sua applicazione pratica, ma non presenta gran-di innovazioni. È sempre molto innovativo, moderno e avanzato tutto quello che proporziona i migliori risultati, mentre invece è sempre vecchio, superato tutto quello che non dà risultato, e che di solito è frutto di modismi senza fondamento. Oggi con gli studi realizzati e con i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione, é facile conoscere gli schemi più efficienti nel campo dell’educazione in tutto il mon-do. È possibile conoscere, riprodurre, adat-tare e perfezionare. Perfezionare sopratut-to con una continua preparazione del cor-po docente ed una costante analisi dei risul-tati con gli alunni. Come nelle migliori scuole, non esiste pro-priamente una nostra esclusiva proposta pedagogica, ma l’uso di ciò che esiste di migliore, adattato alle necessità e esigenze dell’ambiente e delle circostanze. Le mie origini ed i miei legami con l’Italia, specialmente con l’Emilia, che vanta da sem-pre efficienti esperienze nel campo dell’edu-cazione infantile, hanno facilitato contatti, visite, materiali ed esperienze. Perché si è deciso di intervenire nella fascia d’età da 2 a 6 anni e quali crede siano le carenze del sistema educativo infantile del paese? Gli studi più recenti dimostrano con chiarezza che questa é l’età in cui l’essere umano presenta la mag-gior capacità di sviluppo mentale e di assimilare informazioni. È anche l’età durante la quale si acqui-stano abitudini, comportamenti e si sviluppa la per-sonalità e la socializzazione. In questi anni, abbiamo potuto constatare la diffe-renza tra i nostri ex-alunni e gli altri bambini prove-nienti dagli stessi ambienti, ma che non hanno avuto la fortuna di frequentare scuole infantili.

Educazione materna come veicolo di sviluppo sociale Intervista a Franco Rigolli

UNA FINESTRA SUI

PROGETTI DEL PROGRAMMA DI

EMERGENZA SOCIO-SANITARIA

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Franco Rigolli presidente di Inamar

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L A C O O P E R A Z I O N E I T A L I A N A I N B R A S I L E

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La totalità dei nostri ex-alunni ha completato o sta comple-tando il “ciclo fondamentale” con ottimi risultati; sono i primi della classe e molti con-tinuano a studiare. Eliminando definitivamente quello che maggiormente ci preoccupava e che continua ad essere il maggior problema della scuola pubblica: la ripe-tizione e l’abbandono, così numerosi, specialmente nella periferia più povera. Inoltre, lavorando con bambi-ni di questa età é più facile influenzare positivamente la famiglia, specialmente le mamme. Lo sviluppo precoce e sorprendente del bambino crea un legame di fiducia e stima molto profondo tra la scuola e la famiglia, che rende più facile un intenso programma di inizia-tive che svolgiamo con la popolazione. Il sistema educativo infantile pubblico affronta gravi proble-mi, tanto nella qualità, tanto nella quantità dei servizi offerti. Contrariamente alle stime più o meno ufficiali, il servizio delle scuole infantili, a periodo integrale (9 ore al giorno), non arriva al 5% dei bambini. Un numero troppo piccolo perché abbia la possibilità di influenzare la qualità del “ciclo básico”. In termini di qualità, manca in assoluto una proposta nazio-nale che orienti, controlli e analizzi i risultati. Quale metodologia è applicata nella formazione degli insegnanti e nella pianificazione pedagogica, tenendo conto anche della mancanza della definizio-ne di una figura professionale specifica? I programmi che ottengono i migliori risultati nel campo dell’educazione infantile partano da un minuzioso schema di attività, tenendo conto della grande capacità del bambino di assimilare concetti e informazioni, specialmente quando presentati con giochi e attività ludiche che risvegliano la curiosità e l’interesse. Chiamiamo questa proposta “brincar de aprender” (giocare di imparare). In tutti i nostri nuclei abbiamo montato una “brinquedoteca”, un ambiente con materiali e situazioni che rendono facile assimilare concetti, colori, poesia, musica, teatro, piccoli sperimenti di chimica e fisica, computazione, biblioteca e molte oltre curiosità, dando particolare importanza alla lettura e alla scrittura. Abbiamo organizzato un coro di voci bianche, che si esibisce in pubblico con successo, e stiamo montando una mini or-chestra infantile, a dimostrazione della grande capacità del bambino in questa età. Affinché questo programma raggiunga le mete proposte, si rende indispensabile preparare il corpo docente. Perché la metodologia sia profondamente conosciuta e messa in prati-ca abbiamo montato un intenso e continuo programma di preparazione e aggiornamento dei nostri maestri, di cui fa parte il quaderno quindicinale (vedi la postilla “brincar de aprender” che sarà pubblicato anche on-line, grazie alla colla-borazione dell’Ambasciata italiana in Brasile).

Qual è l’importanza della scuola materna per la crescita dei bambini e per il raf-forzamento delle famiglie? Tutti gli studiosi educa-tori che hanno acquisito grande esperienza osser-vando direttamente il bambino, sono unanimi nell’affermare che dai due ai sei anni il bambino si trova nella fase con la maggior capacità di assi-milare informazioni.

Ancora più importante, questa capacità, che funziona in sequenza evolutiva, fa in modo che le informazioni assimilate oggi, lo preparino ad assimilarne, in seguito, altre più com-plesse. Inoltre, questo sorprendente sviluppo proporziona al bam-bino e alla famiglia sentimenti di auto-stima, di soddisfazione e capacità di iniziativa. La mamma è particolarmente sensibile a questi risultati, sentendosi tranquilla in relazione al figlio, orgogliosa per il suo sviluppo e libera per organizzare attività o programmi di lavoro e possa migliorare la situazione economica e realiz-zarsi professionalmente. Visti la bassa qualità del sistema educativo primario e secondario e la scarsa preparazione degli studenti che vogliono entrare all’Università, quale collega-mento lei intravede tra l’educazione materno-infantile e quella universitaria? Dopo ciò che è stato detto sulla capacità evolutiva in se-quenza di assimilare informazioni da parte del bambino, é facile capire l’importanza dell’educazione infantile come preparazione alla scuola primaria e secondaria e per il resto della vita. Questi risultati sono costatati con i nostri ex-alunni, che nel corso di studi successivi sono facilmente i piú bravi della classe. Tutti completano il corso secondario e molti conti-nuano a studiare. Un recente studio realizzato dalla Fundação Getúlio Vargas mostra l’importanza dell’educazione nella prima infanzia e i risultati sorprendenti: bambini poveri hanno frequentato con assiduità e profitto la scuola primaria e secondaria; quando adulti, hanno ottenuto un reddito maggiore e un indice molto minore di incidenza nella criminalità. Quindi meno necessità di programmi sociali. A questo riguardo sono ancora più convincenti, perché in più larga scala, studi realizzati negli Stati Uniti ed in Europa. Questi studi dimostrano chiaramente che adulti che hanno frequentato scuole infantili presentano una migliore stabilità familiare e professionale, minor necessità di aiuti sociali, insignificante incidenza in irregolarità e una maggior facilità di accesso agli studi superiori. I dati raccolti da una recente ricerca svolta dal grup-po di lavoro composto di esponenti del Ministero

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dello sviluppo sociale e lotta alla fame, dell’educazione e della pianificazione, bilancio e gestione, mostrano delle rela-zioni molto strette tra l’educazione ma-terna delle fasce più vulnerabili ed emar-ginate e il miglioramento della propria condizione eco-nomica e sociale. Lei cosa ne pensa? É facile comprovare la veridicità di questi dati, tanto nella nostra limitata esperienza di una piccola rete di quattordici scuole, come in studi più ampi realizzati in Europa e negli Stati Uniti, come appena detto. A questo riguardo é importante fare una riflessione: Paesi anche potenzialmente poveri, ma con una popolazione istruita perché hanno realizzato investimenti in programmi di qualità nell’educa-zione, si sono trasformati rapidamente in Paesi con una popola-zione di alta produttività, con iniziativa e con partecipazione ai beni di consumo. Mentre invece Paesi potenzialmente ricchi, ma con un’educazione deficiente, senza programmi ed investimenti, hanno sempre una popolazione povere. La soluzione definitiva dei problemi sociali passa sempre per la scuola. La scuola di qualità, che proporziona il completo sviluppo, é la soluzione più rapida, efficiente e economica. In che modo l’esperimento pedagogico educativo del

progetto INAMAR ha ispirato o può ispirare le politiche pubbliche, ossia i servizi materno infantili o la pre-scuola? Pensa che questo presenti una fattibilità eco-nomica? Come pensa che possa essere garantito un servizio di educa-

zione infantile pubblico che realmente soddisfi la richie-sta e le necessità della popolazione? Il nostro non é un esperimento, ma una proposta collocata in pratica dai centri di studi e dai Paesi che hanno la migliore educa-zione infantile, di cui noi siamo solo una piccola pietra di un gran-de mosaico. É fattibile, facile ed economica, a condizione che sussista una volontà politica di considerare l’educazione la priorità assoluta. Esperienze che abbiamo realizzato dal 1982 con imprese e dal 2000 con amministrazioni pubbliche hanno attenuto risultati tanto interessanti che é stato creato un programma (Creche lugar de crianças) che ha permesso l’apertura di decine di nuclei infantili con varie entità. Dal punto di vista economico, è importante sottolineare che le entità convenzionate con le Prefetture ricevono più o meno un quinto del valore pro-capite speso dal municipio per lo stesso servizio (noi dovranno poter spendere qualcosa di più, ma lo schema governativo dovrebbe spendere meno e sopratutto spen-dere meglio). Per garantire un servizio di educazione infantile che soddisfi in numero e qualità, é indispensabile che la popolazione cominci a fare pressione. Gli educatori, i media e parte della stessa popolazione si sono già

resi conto della pessima qualità dello scuola pub-blica. Vedi risultati del progetto PISA (Programme Inter-national Student Assessment) o del SAEB (Sistema

Nacional de Avaliação Básica). Secondo uno studio realizzato con la popolazione negli ambienti dei nostri nuclei, l’importanza e la necessità della scuola infantile appare al primo posto, prima della salute e della sicurezza. Alcuni cambiamenti si ottengano soltanto con la pressione popola-re, ma per esigere istruzione occorre vincere l’ignoranza, senza la quale é facile cadere in un circolo vizioso senza fine. Quali sono gli elementi che hanno determinato il succes-so del partenariato con il privato, pensate sia un’esperien-za replicabile su larga scala? É indubbiamente un’esperienza di successo perché é usata la for-mula che ha attenuto ottimi risultati in qualunque parte del mondo dove é stata applicata. Una formula magica molto semplice, addirittura elementare: 1. Minuziosa proposta pedagogica, scientificamente studiata e com-

provata, che accompagni la capacità evolutiva del bambino. (Tutto questo é già stato fatto, basta copiare, come fanno tutti. Il sapere é un bene comune).

2. Preparazione del corpo docente su questa proposta. 3. Monitoraggio nella sua applicazione. 4. Analisi costante dei risultati. L’esperienza, che non é più un’esperienza, ma una realtà vissuta in larga scala, é ripetibile in qualunque parte del mondo, perché é una formula che proporziona informazioni, stimola la curiosità, proporziona risposte e “giocando di imparare”. Quello che si impara giocando, non si dimentica mai più. Dopo trenta anni di attività, quali pensa siano i risultati più significativi che L’Associazione INAMAR ha raggiun-to? Siamo arrivati alla terza generazione dei nostri primi alunni. Molti ex alunni fanno parte del nostro corpo docente. Anzi abbiamo trovato in loro gli elementi più bravi e preparati per comporre la nostra “equipe” di coordinazione e per dirigere i vari nuclei. In 38 anni abbiamo raggiunto con i nostri alunni risultati sorpren-denti, che hanno entusiasmato i nostri maestri e le famiglie dei bambini. In questi anni abbiamo realizzato 121 corsi di aggiornamento e ottocento incontri di riflessioni quindicennale, e l’edizione di un quaderno quindicennale che presenta progressivamente la nostra proposta, raggiungendo migliaia di maestri e centinaia di scuole. Il lavoro realizzato con i bambini ci ha permesso un profondo dialogo con le famiglie e un’intensa partecipazione della popolazio-ne. L’insieme di attività e di incontri ha permesso un dialogo aperto e spontaneo, scambi di idee, di esperienze e di materiali che conti-nuano a tradursi in qualità e efficienza.

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Contatti: Comunidade Inamar Educação e Assistência Social Av. Antônio Sylvio Cunha Bueno, 1451 Jd. Inamar- Diadema - SP - CEP 09970-160 Telefax: (+55-11) 4059 6006 E-mail: [email protected] www.coinamar.org.br

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Da Febbraio 2007 i quaderni pe-dagogici sono disponibili in internet sul sito: www.coinamar.org.br

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“Il mio più grande sogno è quello di avere una casa tutta mia, anzi meglio ancora: costruita da me stessa. (…) La cosa più interessante è che questo progetto mostra a coloro che credono che solamente gli uomini possono costruire, che anche le donne sono capaci di fare lo stesso e meglio (…).” (Renata, abitante di Lua Nova) Il Progetto “Scuola per donne costrutto-re edili”, ha avuto inizio nel 2005 in asso-ciazione con entità filantropiche (Ação

Moradia, Physys, Mundo Pet, Sesi, Universi-tà di Sorocaba, Facoltà di ingegneria di Sorocaba, SPLICE del Brasile, Petrobras, Alcoa, Regione Veneto IRE – Venezia, il Ministero degli Affari Esteri italiano e l’Istitu-to Camargo Correa) L’associazione Lua Nova si prende cura di giovani madri in situazione di vulnera-bilità, soggette a problemi di prostituzio-ne, droga, vita di strada, violenza sessua-le e abbandono facendo si che sviluppino il proprio talento e le proprie abilità per affrontare la loro maternità in maniera autonoma e senza rischi. La maggior parte di queste giovani madri non possie-de dei riferimenti familiari, e si trova costretta a vivere in strada o in centri di accoglienza per sopravvivere alle difficili condizioni di vita alle quali sono sotto-messe. Molte perdono i propri figli per-chè vengono dati in affidamento ad istitu-zioni giuridiche. Il problema di trovare una casa, dopo essere andate via dalla residenza dell’as-sociazione, ha fatto si che Lua Nova intervenisse creando una Scuola per donne costruttori edili, che riunisce un’equipe di giovani madri che cercano l’apprendimento continuo e la conoscen-za nel settore della costruzione civile per poter costruire la propria casa. Il progetto “Scuola per costruttori edili” ha l’obiettivo di creare reddito, per i giovani e per l’organizzazione, attraverso la vendita di prodotti e servizi alla popo-lazione carente. L’iniziativa si struttura in 4 fasi: 1ª fase: (in corso) formare 12 ragazzi di Lua Nova nella costruzione di mattoni, nella costruzione civile, nella manuten-zione dell’orto biologico e del giardino, nella costruzione di materiali con pro-dotti alternativi e alla pratica dei gruppi di lavoro comunitari volontari;

2ª fase: collocare la scuola per costrut-

di raggiungere le seguenti mete: - Contribuire al cambiamento dello sta-tus sociale e allo sviluppo delle potenzia-lità di giovani, adolescenti, donne e ma-dri in situazioni di rischio sociale, - Promuovere lo spirito imprenditoriale di gruppo ed avvicinare ad una metodo-logia per la realizzazione di progetti abi-tativi, coinvolgendo partner che realizza-no lavori simili per l’attuazione di azioni in società; - Creare una metodologia di costruzione

civile per donne di basso reddito che possa essere replicata in altri Stati del Brasile; - Promuovere programmi di qualificazio-ne professionale e produzione di reddito attraverso corsi di formazione professio-nale per la costruzione civile . - Promuovere la formazione di gruppi di lavoro cooperativo; - Rendere operativa ed amministrare una Fabbrica di mattoni ecologici; - Promuovere gruppi di lavoro comuni-tari volontari per la costruzione di abita-zioni per le giovani madri beneficiarie del progetto, le cui case saranno costruite dalle stesse giovani madri e dalle proprie famiglie, attraverso il progetto, la meto-dologia e la supervisione tecnica del partner Ação Moradia; - Formare e rafforzare lo spirito impren-ditoriale individuale e collettivo dei mol-tiplicatori. Il grande aspetto innovativo è rappresen-tato dall’unione di vari settori della so-cietà, come il pubblico, il privato, il set-tore non governativo e della stessa co-munità lavorando per lo sviluppo di una tecnologia che raggiunga immediatamen-te la popolazione di basso reddito. Lo scopo è quello di costruire un disegno di politica pubblica che offra l’opportunità alle donne di ottenere una qualificazione professionale , sviluppare talenti nasco-sti, trovare un lavoro e realizzare il so-gno della propria casa. Raquel Barros–Presidente LuaNova

tori edili a disposizione della comunità offrendo mattoni e quattro corsi di for-mazione; 3ª fase: aumento della capacità di pro-duzione attraverso l’aumento della ma-no d’opera; 4ª fase: diversificazione dei prodotti e servizi offerti. A partire dall’agosto 2008 (2ª fase) Lua Nova si propone di allargare il progetto alla comunità intera, offrendo mattoni e

corsi di formazione per la costruzione della propria casa attraverso l’utilizzo della tecnica “kit costruisci la tua vita”. Questo kit include la vendi-ta di 8.400 mattoni ecologi-ci e un corso di formazione

per i propri clienti in modo tale da rea-lizzare il “sogno della propria casa”. Il target di Lua Nova è rappresen-tato dalla popolazione che pos-siede un basso potere di acqui-sto, che potrà realizzare il sogno della propria casa attraverso l’acquisto di mattoni ecologici e la costruzione grazie al metodo “fai da te”. La scuola per costruttori edili spera di arrivare al pubblico attraverso la vendita diretta di tecnologia, la creazione di partenariati con la municipalità, imprese di costruzione edile e altre ONG.

Il progetto è stato pensato per la popo-lazione carente che sogna una propria casa. Le giovani abitanti di Lua Nova aiuteranno le migliaia di persone che si trovano in una situazione di rischio co-me loro. La produzione di mattoni e la costruzio-ne delle case è responsabilità dei giovani, delle famiglie e degli amici, rendendo possibile l’aiuto reciproco, lo scambio di conoscenze e l’aumento dell’autostima, l’inclusione sociale e la dignità. Il progetto rappresenta un’audace pro-posta di politica pubblica e di trasforma-zione sociale attraverso cui la popolazio-ne emarginata ed esclusa può cambiare il proprio status sociale passando ad abita-re nel proprio sogno. La scuola per costruttori edili pretende

Progetto “Empreteira Escola” Lua Nova: la ONG che costruisce il futuro con le donne

TESTIMONIANZE:

“Io mi identifico molto con il progetto perché anche lui fa parte del mio sogno, quindi è stato li che io mi sono identificata. Spero che questo progetto delle case cresca ogni giorno di più, insieme ad ogni ragazza che si trova qui. Lavorare costruendo mattoni non è semplice, è molto faticoso ma quando veramente vogliamo qualcosa andiamo avanti, e tutto diventa più facile. Ed inoltre le persone che lavorano qui sono meravigliose”.

“Vorrei che questo progetto crescesse come un gigante e che con lui molte ragazze possano crescere, e sono convinta che un giorno io vedrò tutte le ragazze nella propria casa insieme ai loro figli. Qui ho cominciato a valorizzare le piccole cose ed ho imparato anche a valorizzarmi. Lua Nova mi ha trasmesso i valori che neanche la mia famiglia ha saputo darmi. E quando riceviamo appoggio per la Scuola di costrut-tori edili è una cosa molto speciale perché capisco il valore che anche gli altri danno al nostro lavoro”.

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Il Centro Educacional e Assistencial di Pedreira é un esempio brillante di come una formazione di qualità costituisca un fat-tore cruciale per lo sviluppo e il miglioramento della qualità di vita non solo della singola persona, ma dell’intera comunità. Il Centro, gestito dalla OSUC e fondato nel 1985, è un centro di referenza ed eccellenza nella formazione tecnica di giovani residenti in aree a rischio, e rappresenta un’iniziativa di grande potenziale ed impatto sul territorio, rispondendo ai bisogni formativi dei giovani residenti nell’area. Pedreira, infatti, con una popolazione di circa 100.000 abitanti, è attraversata da gravi tensioni sociali, tipiche delle periferie metropolitane, e dispone di un’offerta educativa estremamente limitata. L’area è parte del Comune di Santo Amaro, a 30 km dal centro di San Paolo, che recentemente è stato teatro di conflitti tra la polizia e gruppi criminosi. Dal 2002 si è attivata una proficua collaborazione tra il Centro e la Cooperazione italiana, attraverso un progetto co-finanziato dal MAE attraverso l’ONG italiana ELIS. Il progetto si pone l’obiettivo di contribuire allo sviluppo socio-economico del Bairro Jardim Pedreira, in un’ottica di medio – lungo periodo, attraverso l’aumento delle opportunitá di inseri-mento socio-economico di giovani in etá di ingresso nel mondo del lavoro ed il miglioramento della condizione lavorativa di adulti aggiornati e riqualificati. Le principali attivitá previste dal progetto, giá quasi in fase di conclusione, sono: 1. attivazione dei corsi istituzionali in telecomunicazione ed

informatica e reti (Telematica) ed aggiornamento curriculare dei corsi in impianti elettrici civili e industriali;

2. formazione dei formatori nelle seguenti aree: elettricitá, elettronica, telecomunicazioni ed informatica;

3. acquisto ed invio delle attrezzature per l’equipaggiamento dei laboratori di Impianti elettrici, elettronica, telecomunicazioni, telematica ed informatica; loro installazione collaudo e messa a punto;

4. allestimento di laboratori, officine ed aule; 5. assistenza tecnica e didattica; 6. accurata analisi dei fabbisogni formativi in funzione del tessu-

to produttivo locale, e definizione di profili professionali; 7. orientamento professionale dei giovani disoccupati, al fine di

indirizzarli verso percorsi formativi immediatamente spendi-bili sul mercato.

Le caratteristiche principali del Centro, che é ispirato ai princi-pi educativi e religiosi dell’Opus Dei e opera con il sostegno di varie entità pubbliche e private, sono: • l’attenzione particolare data al singolo individuo, che è ac-

compagnato nel suo percorso educativo da un tutor; • la complementa-rietà della scuola professionalizzante con quella pubbli-ca, per cui i ragazzi frequentano con-temporaneamente la scuola pubblica brasiliana ed il cor-so professionaliz-zante;

• la scelta accu-rata dei corsi in base all’anali-si di mercato, che ha suggeri-to una prepa-razione in set-tori di punta come quello informatico e telematico.

• la concertazione dei curriculum con le maggiori istituzioni brasiliane responsabili per la formazione professionale.

• l’adozione di percorsi che partono dalla quinta elementare e si concludono dopo 6 anni, garantendo per quanti completa-no ottime possibilità di inserimento nel mercato del lavoro, in settori di punta come quello telematico;

• il collegamento con il mercato del lavoro, infatti i ragazzi che frequentano il biennio fanno regolarmente degli stage pagati presso imprese del settore.

• il rapporto della scuola con le famiglie, che sono invitate a partecipare a riunioni regolari, e con la comunità. La comunitá beneficia dei servizi sanitari gratuiti prestati da medici speciali-stici presso la struttura della scuola. Inoltre, ogni anno la scuola organizza una fiera della scienza aperta al pubblico dove i ragazzi presentano i progetti che hanno creato;

• la selezione attenta tra i richiedenti attraverso prove scritte, orali e colloqui anche perché l’impegno richiesto, ossia una doppia scuola, è notevole;

• il contributo italiano in termini di innovazione tecnologica: i laboratori del Centro sono attrezzati con apparecchiature italiane di altissima tecnologia, che contribuiscono all’ottima qualità dei corsi offerti.

Considerate le condizioni normali delle scuole pubbliche brasi-liane - dove il 30% dei bambini che completa la quarta elemen-tare non sa leggere - ed i corsi professionalizzanti delle struttu-re pubbliche - che normalmente hanno una durata di tre mesi - è evidente come il centro di formazione si distingua per la qualità dell’insegnamento offerto. I risultati conseguiti dal Centro sono molto significativi: • il livello di abbandono, nei primi due mesi di corso, non supe-

ra il 5%; • l’84% dei ragazzi é occupato presso imprese del settore di

competenza, il 7% esercita lavoro autonomo, l’1% come im-prenditore, il 3% come stagisti, mentre il 5% è disoccupato.

• lo stipendio medio percepito dai ragazzi occupati è di circa 1150 reais, equivalente a 3 salari minimi e ½,, al punto che molti dei giovani diventano fonte principale di sostegno delle famiglie.

• l’80 % dei giovani che completa il percorso si iscrive a corsi universitari entro un periodo di 6-7 anni dalla conclusione. Risultato unico considerata la difficoltá di accesso per i giova-ni appartenenti alle fasce economicamente vulnerabili.

Una formazione professionale di qualità orientata al futuro: l’esempio del Centro Educacional e Asssistencial a Jardim Pedreira

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Il presidente Lula con in mano un prodotto artigianale dell’associazione MAHIRA Il processo formativo e la qualifica-zione professionale costituiscono l’attività principale del “Programma di prevenzione e controllo degli incendi nella foresta amazzonica”, intervento questo che ha per obietti-vo la diminuzione dei danni ambien-tali,sociali, sanitari ed economici provocati dalla distruzione della foresta a causa di incendi e di prati-che irrazionali di sfruttamento del territorio. Il percorso educativo, importante contributo per la salvaguardia della foresta tropicale sulla frontiera agri-cola dell’amazzonia brasiliana, preve-de lo svolgimento di corsi tecnici che hanno lo scopo di migliorare le con-dizioni di vita delle popolazioni amaz-zoniche che traggono il proprio so-stentamento dallo sfruttamento delle risorse forestali. I corsi, che propongono alternative all’uso del fuoco mediante l’applica-zione di tecniche di sviluppo sosteni-bile del territorio, sono rivolti agli agricoltori famigliari insediati nelle comunità rurali, e ai tecnici delle Segreterie dell’Ambiente dei munici-pi localizzati nelle aree raggiunte dal

programma. L’attività formativa, attraverso “Unità Dimostrative” –UD-, applica sul campo le tecniche alternative di maneggio integrale della proprietà rurale per l’incremento dell’econo-mia famigliare, ed il maneggio dei pascoli per il miglioramento della produzione nell’allevamento dei bovini. I corsi di formazione prevedono nel loro insieme l’utilizzo delle seguenti tecniche: a) metodologie per lo sviluppo so-stenibile b) tecniche di prevenzione e control-lo degli incendi e di sviluppo delle alternative all’uso del fuoco nelle pratiche agricole c) tecniche di maneggio integrale della proprietà rurale per l’incremen-to dell’economia famigliare e) tecniche di rimboschimento e di recupero dei suoli degradati (SAF’s) f) tecniche per il maneggio ed il mi-glioramento dei pascoli e per l’incre-mento della produzione bovina. g) tecniche per la lavorazione dei residui del legno h) pedagogia e educazione ambienta-le i) metodologie partecipative per la definizione delle politiche pubbliche locali Di grande importanza il trasferimen-to delle tecniche per il controllo e la prevenzione degli incendi destinate ai residenti delle comunità agricole. Attraverso la partecipazione al corso gli agricoltori apprendono, infatti, ad organizzarsi in gruppi di volontari - “squadre antincendio”- potendo in

questo modo arginare i danni pro-dotti dagli incendi innescati per la “pulizia” dei terreni incolti. Nell’ambito della qualificazione pro-fessionale si distacca per la sua valen-za socio-ambientale il lavoro svolto a Tucuruí, nello Stato del Pará, dal laboratorio sperimentale per il rici-claggio dei residui del legno. Virgilio Moura, coordinatore del Program-ma, utilizza il legname di scarto utiliz-zato per la produzione del carbone, come materia prima per la costru-zione di oggetti d’artigianato di gran-de qualità, dimostrando, che attività economiche alternative possono moltiplicare il valore dei residui oggi ridotti in cenere. (Uno studio dell’istituto per l’uomo e l’ambiente in Amazzonia - Imazon - ha posto in evidenza che di ogni metro cubo di legno, appena il 35% viene trasforma-to in prodotto finito, mentre il 65% finisce per essere bruciato).

La formazione tecnica nel programma di prevenzione degli incendi

Attività Quantità dei corsi effettuati

Numero totale partecipanti

Lotta contro gli incendi

150 3259

Sistemi agro-forestali

32 719

Maneggio del pascolo

120 2250

Ricilaggio del legno

7 140

Educazione Ambientale

30 1450

Nel panorama delle iniziative promosse dal Programma di prevenzione e con-trollo degli incendi nella foresta amaz-zonica i risultati sperati hanno spesso superato le aspettative, in particolare nell’ambito della formazione. Sorge quindi l’idea di un consolidamen-to locale delle metodologie utilizzate e la previsione di una moltiplicazione delle esperienze acquisite allargata all’intera regione amazzonica. Un esempio dell’inizio di questa nuova fase di attuazione può essere trovato negli accordi siglati nel 2006 con lo Stato del Mato Grosso e con quello del Tocantins. Le segreterie dell’Ambiente appartenenti ai due Governi hanno, infatti , previsto l’ utilizzo dei tecnici

del Programma per il trasferimento delle metodologie ai funzionari degli organi pubblici preposti alla salvaguar-dia dell’ambiente che lavorano per lo sviluppo sostenibile delle risorse dei territori compresi nell’arco del defore-stamento. L’aspettativa ulteriore é una futura integrazione, del patrimonio di cono-scenze acquisite dall’intervento, nel segmento formativo del “Programma Amazzonia” - percorso stabilito dal Governo brasiliano per lo sviluppo sostenibile della regione amazzonica. (Il documento riguardante il Program-ma Amazzonia - PA - è riscontrabile nel sito del Ministero dell’Ambiente brasiliano: www.mma.gov.br)

Aspettative

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L’educazione e la formazione nel Movimento Sem Terra

“Se si dà ad un contadino solo la terra continuerà ad essere ignorante e manipo-labile. Garantire ai poveri soltanto la possibilità di lavorare per se stessi, non risolve né il problema della povertà né quello della disuguaglianza. E’ per questo che il MST sostiene che i contadini devo-no avere diritto alla terra ed anche acces-so alla scuola, è questo che li libera, che offre loro la conoscenza e li fa diventare cittadini ”. In questo modo João Pedro Stedile, il dirigente più conosciuto del MST, ha spiegato perchè, di fronte alla domanda su quale dovrebbe essere la priorità per il Brasile da qui al 2010, ha parlato dell’ampliamento dell’accesso all'educazione. La sua risposta è abbastanza indicativa della natura del Movimento Senza Terra. Il MST é nato ufficialmente nel sud del Brasile nel 1984, ed è oggi presente in quasi tutti gli Stati del paese, con 350.000 famiglie insediate (che dopo anni di occupazioni hanno ottenuto le terre) e più di 150.000 famiglie accampate (che vivono cioè ai bordi delle strade o occupando lati-fondi e rivendicando l’espropriazione delle terre improduttive). Un movimento che si propone la con-quista delle terre per i senza terra coinvolti nell’organizzazione, ma anche un’ampia riforma agraria, e una tra-sformazione complessiva del modello economico del Brasile. Un movimento in cui si studia: 20-0.000 bambini e ragazzi nelle scuole di base degli insediamenti (cioè le terre conquistate stabilmente dai Senza Terra), e nelle scuole itineranti degli accampamenti, migliaia di persone nei corsi di alfabetizzazione per giovani e adulti, centinaia di studenti nei corsi di

formazione per insegnanti, tecnici di cooperative, tecnici della salute e nei corsi universitari, anch’essi in conven-zione con università pubbliche e priva-te. Tra i corsi più innovatori ci sono per esempio quelli in "Agro ecolo-gia" (uno di essi, presso la scuola Mil-ton Santos a Maringa nel Parana è stato appoggiato nel 2004 e 2005 dal Comune di Roma). Da 20 anni ormai esiste nel MST un Settore Educativo, che ha elaborato i principi dell’educazione del movimen-to e pubblicato una nutrita serie di materiali, frutto appunto della rifles-sione del collettivo. Questi materiali hanno raggiunto molti insegnanti in tutto il paese, anche quelli che non riescono a partecipare ai seminari e agli incontri nazionali sull'educazione delle campagne. La nostra educazione ­ sostiene il MST ­ è un'educazione innovatrice, che contribuisce a far sì che i lavoratori e le lavoratrici del-le campagne si approprino della loro storia, diventando soggetti con co-scienza e capacità di trasformare la realtà sociale in cui vivono.

Nei corsi di scuola superiore e univer-sitari organizzati dal MST c’è un conti-nuo alternarsi di moduli di “tempo scuola” e di periodi di “tempo comu-nità”. Gli studenti partono dai proble-mi della comunità in cui vivono. Passa-no alcuni periodi lontano da essa, studiando per affrontare con compe-tenza questi problemi, tornano poi nella comunità ad applicare ciò che hanno imparato e così via. Quello della formazione è un settore in cui la solidarietà di alcuni gruppi italiani si è espressa con più continuità negli ultimi anni. La Rete Radiè Resch, ad esempio, ha contribuito a sostenere, oltre ai corsi per tecnici di cooperative dell’Istituto Iterra di Veranopolis, la Campagna per la formazione di militanti avviata nel 2002 e la costruzione della Scuola Nazionale Florestan Fernandez, che è un po' il simbolo dell’impegno del MST

nei confronti dell’educazione e della formazione politica e della sua volontà di abbattere la recinzione del latifondo della cultura. La scuola è, infatti, pro-gettata come uno spazio di formazione tecnica, pedagogica e politica. Il 23 gennaio 2005 la Scuola Nazionale Florestan Fernandez è stata inaugura-ta. L'hanno costruita più di 1000 ac-campati e insediati di 23 stati del Bra-sile, con l’aiuto della solidarietà inter-nazionale di 15 paesi. La scuola, una volta completata, potrà ospitare con-temporaneamente 400 studenti. Ma i suoi corsi, in realtà, sono cominciati già nella fase della costruzione, per coloro che, raccolti in brigate dei vari stati del paese, hanno partecipato, con il loro lavoro volontario, alla sua edifi-cazione. Il progetto della scuola nazionale del MST prende forma nel 1998 con l’ac-quisto di un terreno nel comune di Guararema (SP). E’ stata la mostra Terra di Sebastião Salgado, regalata al MST, a rendere possibile la realizzazio-ne di questa prima fase del progetto. In Italia la ONG Fratelli dell’uomo ha distribuito, tra il 1997 e il 2000, la mostra "Terra", raccogliendo contri-buti da devolvere appunto all’acquisto del terreno. Le fotografie di Salgado sono servite a sensibilizzare, far parla-re del problema della terra in Brasile, fare conoscere il MST. Proprio nel 1997, per organizzare a Roma una prima esposizione della mostra Terra , è nato il Comitato di appoggio al MST. Il Comitato, insieme alla Rete Radiè Resch e al giornale Il Manifesto, si è poi fatto promotore di una campagna a favore della costruzio-ne della Scuola Nazionale. Le risorse raccolte in Italia, unite a quelle di altri paesi europei, hanno consentito di ottenere, attraverso la Caritas tedesca, un cofinanziamento della Commissione Europea per realiz-zare la prima fase della costruzione della Scuola. A favore del completa-mento e di un sostegno al funziona-mento della Scuola Nazionale sono state organizzate, negli ultimi anni, campagne di sensibilizzazione e iniziati-ve, in varie città italiane, che hanno visto come protagonisti anche inse-gnanti e formatori del MST.

Riferimenti:

Comitato di appoggio italiano al movimento www.comitatomst.it

Pagina ufficiale del movimento www.mst.org.br

Serena Romagnoli AMIG@S MST-ITALIA

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Che cos’è un facilitatore? di Luca Fanelli(*) L’elaborazione della metodologia Tra l’agosto del 2004 e giugno del 2005 rappresentanti delle organizzazioni CEAPAC, CEFT-BAM e MAIS hanno discusso la riprogrammazione del progetto Uirapuru, nome di fantasia del progetto AID7199/MAIS/BRA “Appoggio all’implementazione dell’agricoltura familiare nella regione del Baixo-Amazonas”, realizzato dalle organizzazioni CEAPAC, CEFT-BAM, MAIS e co-finanziato dal Ministero degli Affari Esteri. Il progetto è cominciato nel febbraio 2005 e ha una durata di 3 anni; il budget totale è di € 1.352.994. L’obiettivo specifico del progetto è “aumentare e migliorare la produzione agro-estrattivista di alcuni gruppi e comunità rurali coinvolte nel progetto, attraverso l'appoggio alla produzione – in particolare alla diversificazione delle colture, alla riforesta-zione – alla trasformazione e alla commercializzazione dei beni prodotti”. L’area di attua-zione comprende 10 villaggi e 3 gruppi, situati in 9 comuni del Baixo-Amazonas, Pará, Brasile. Il progetto, per ogni villaggio coinvolto, prevede la realizzazione di un diagnostico rurale partecipativo, la discussione del piano comunitario, la realizzazione di studi di fattibilità economica per le attività identificate nel piano; tali attività sono poi appog-giate mediante formazioni, appoggio a processi (inventario forestale, registri sanitari dei prodotti, ecc.) ed investimenti in infra-strutture e macchinari. Il progetto, presentato al Ministero degli Affari Esteri nel 1999, attribuisce — nella sua prima formulazione — una enfasi particolare ai corsi di formazione regionale in tecniche agricole, continuazione di un processo avviato dal CEFT-BAM, integrandolo con assi-stenza tecnica e investimenti in macchinari e infra-strutture. I corsi di formazione regionale si basano sull’idea che i contadini, du-rante un periodo di formazione tecnica pratica – in genere 4 moduli di 1 settimana – si impossessino di tecniche e che, tornati nella proprietà, le applichino e le diffondano. Nella valutazione di tale processo, peraltro, sono stati identificati come punti deboli la diffi-coltà di implementare le conoscenze acquisite e la difficoltà di diffondere i nuovi saperi. Si identifica anche quale problema la pun-tualità dei momenti di formazione, e la speculare mancanza di un accompagnamento costante. Tali valutazioni si confermano durante le visite nei comuni e nei villaggi del Baixo-Amazonas, tra contadini, tecnici, rappresentanti dei movimenti sociali; vi emerge quale importante necessità dei contadini la presenza assidua di tecnici, con la funzione di trasferire conoscenze e tecnologie agli agricoltori. Il contributo specifico di MAIS a questa discussione si può riassumere in due punti: spostare l’interesse dal trasferimento di cono-scenze e tecnologie dal tecnico al contadino, concentrandosi invece sulla necessità di sviluppare un trasferimento orizzontale; con-cretizzare l’idea dell’accompagnamento costante nella figura del facilitatore, una persona contrattata dal progetto che viva e lavori nel villaggio partecipante, e, considerato il primo punto, che abbia una funzione più identificabile come quella di animatore che quella di tecnico. La metodologia del facilitatore ha quale principale riferimento teorico le esperienze sistematizzate da Tilakaratna nel testo The animator in participatory rural development, scritto nel 1988 per l’ILO, nel quadro del programma Participatory Organisations of Rural Poor. Il testo è molto ricco e complesso, ma due principi fondamentali vi sono espressi. In primo luogo tutti gli esseri umani hanno

capacità di essere auto-sufficienti da un punto di vista materiale e intellettuale; tali ca-pacità sono inibite dalla situazione di oppressione; il facilitatore ha il ruolo di aiutare i soggetti partecipanti a sviluppare queste capacità. In secondo luogo, tale processo di sviluppo delle capacità deve darsi mediante un processo di apprendimento critico basa-to su una dialettica continua tra riflessione quanto alla propria esperienza e applicazio-ne del frutto della riflessione, in altre parole sul processo di azione – riflessione – azio-ne. L’implementazione Nonostante il fatto che tale metodologia sia sconosciuta nella regione, la proposta si è solidificata e cristallizza in un primo tempo nel profilo e nella funzione definito per la contrattazione nel quadro dell’equipe di progetto. In esso si è chiarito che “i facilitatori devono abitare insieme ai gruppi di produttori, ma non farne parte”. Che il loro ruolo

è: “seguire i produttori nella definizione del proprio progetto; facilitare lo scambio di esperienze...; seguire le dinamiche di gruppo e mitigare i problemi che sorgono...; aiutare il gruppo nella propria indipendenza”. Quanto al profilo, “il facilitatore è una persona con formazione multidisciplinare, più formatore che tecnico, con grande capacità di ascoltare, lavorando bottom-up, valorizzando i saperi dei partecipanti.... Nonostante siano importanti competenze specifiche, è più importante che... riconosca i propri limiti e faccia appello a specialisti; imprescindibile... è il rispetto dei contadini, della loro visione del mondo...”. Nel settembre del 2005 è realizzato il primo incontro di facilitatori, di 7 giorni: 2 sono finalizzati alla comprensione del progetto e

Metodologie Partecipative: riflessioni sul ruolo degli animatori La voce del MAIS

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della funzione del facilitatore, 5 alla formazione nella pratica del diagnostico rurale partecipativo. Sono formate 14 persone: 2 diventeranno facilitatori volontari e 5 (su 10) saranno scelti dopo un mese di esperienza. A novembre sono contrattati i primi 5 facilitatori, 3 del villaggio dove lavorano e 2 di un’altro luogo, tutti contadini. Alcune valutazioni provvisorie Dopo un anno di implementazione, è possibile fare alcuni primi bilanci dell’-esperienza, che dividerò in due parti: lo sviluppo dei facilitatori come perso-ne e la loro attuazione nel progetto; sarebbe importante anche valutare l’impatto della loro azione nei villaggi partecipanti, ma non è oggi ancora possibile analizzare tale aspetto. Per quanto riguarda lo sviluppo dei facilitatori, tutti hanno migliorato le proprie capacità di comunicazione; in un caso, il facilitatore ha sviluppato una profonda comprensione della proposta del progetto; due facilitatori in particolare , ma tutti in un modo o in un altro, hanno saputo formare altri facilitatori. I tre facilitatori che vivono nel proprio villaggio, hanno migliorato la propria condizione di vita, che è un risultato ambivalente. Uno dei princi-pali problemi sentiti dai facilitatori è il conflitto interno tra la “fedeltà” al villaggio dove lavorano e la “fedeltà” al progetto; un secondo problema è la sensazione di perdere credibilità nel corso del tempo. Nel quadro generale del progetto, un risultato positivo non previsto è che la presenza del facilitatore dà un senso di continuità alle azioni del progetto, nonostante la dispersione dei villaggi e le grandi difficoltà di comunicazione; i facilitatori sono stati anche fondamentali nell’accompagnare i villaggi nello sviluppo de diagnostico rurale partecipativo, nel raccogliere altre informazioni pun-tuali e alcuni sono stati in grado di formare altri facilitatori. I facilitatori hanno anche aiutato in molti casi nella logistica del proget-to, risultato ambiguo, perché potrebbe anche aver diminuito le capacità di auto-sufficienza dei villaggi. Un limite è l’incapacità della maggior parte dei facilitatori, di dare informazioni precise quanto a snodi decisivi del progetto – prio-rità, investimenti – legata anche alla difficoltà di prendere decisioni su questi aspetti. Tutti i facilitatori hanno avuto difficoltà a promuovere la valorizzazione delle capacità di tutti i contadini, in particolare dei più “deboli”, soprattutto per una radicata sfiducia nel sapere dei contadini. In alcuni casi, soprattutto nel caso dei facilitatori interni, il facilitatore ha preso partito per una di due parti in conflitto. A livello più generale, tranne una o due eccezioni, si rileva un volume di lavoro molto limitato dei facilitatori, in particolare nello svolgere funzioni complesse non puntuali.

Lezioni apprese Analizzando di forma generale l’esperienza di implementazione della metodologia dei facilitatori, la prima lezione appresa è che è meglio che il facilitatore sia esterno: ciò aumenta la curiosità e la comprensione del villaggio sotto una luce nuova, permette maggiore equilibrio nel conflitto tra fedeltà al progetto e al villaggio, oltre a molti altri vantaggi; questa indicazione rende più difficile individuare canditati, ma, una volta individuati, sono più motivati; ha un impatto nullo sulla sostenibilità, perché si ipotizza che il facilitatore interno, che ha un’attuazione limitata quando retribuito e stimolato, cessi di svolgere tale funzione quando queste condizioni non si verifichino più. Un nodo cruciale quanto al facilitatore esterno è la questione della credibilità, che è importante che si basi non sull’effetto-novità, ma su un lento e solido proces-so di consolidazione della fiducia. Una seconda lezione basilare è che è necessario investire molto in formazione dei

facilitatori, per dare loro strumenti per guardare ai villaggi dove lavorano con occhio analitico, per gestire riunioni e momenti di presa di decisione nel villaggio, per gestire conflitti e per comunicare in modo efficace e che tale processo formativo richiede una profonda comprensione da parte dell’equipe “centrale” della metodologia adottata. Conclusioni Analizzando di forma generale l’esperienza di implementazione della metodologia dei facilitatori, la prima lezione appresa è che è meglio che il facilitatore sia esterno: ciò aumenta la curiosità e la comprensione del villaggio sotto una luce nuova, permette mag-giore equilibrio nel conflitto tra fedeltà al progetto e al villaggio, oltre a molti altri vantaggi; questa indicazione rende più difficile individuare canditati, ma, una volta individuati, sono più motivati; ha un impatto nullo sulla sostenibilità, perché si ipotizza che il facilitatore interno, che ha un’attuazione limitata quando retribuito e stimolato, cessi di svolgere tale funzione quando queste condizioni non si verifichino più. Un nodo cruciale quanto al facilitatore esterno è la questione della credibilità, che è importante che si basi non sull’effetto-novità, ma su un lento e solido processo di consolidazione della fiducia. Una seconda lezione basilare è che è necessario investire molto in formazione dei facilitatori, per dare loro strumenti per guarda-re ai villaggi dove lavorano con occhio analitico, per gestire riunioni e momenti di presa di decisione nel villaggio, per gestire con-flitti e per comunicare in modo efficace e che tale processo formativo richiede una profonda comprensione da parte dell’equipe “centrale” della metodologia adottata. (*) Luca Fanelli – Coordinatore del progetto E-mail: [email protected]

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La voce dei diritti

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Il 22 settembre 2006 è entrata in vigore la legge denominata “Maria da Penha”, sanzionata dal Presidente Lula il 7 agosto dello scorso anno. Si tratta di una legge molto attesa da parte delle donne che in questo Paese meraviglioso sono spesso vittime della violenza dome-stica, problematica che affligge non solo le famiglie o i nuclei più marginali, ma anche la classe media. La violenza domestica è in realtà una pratica diffusa ancora in troppi Paesi e non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, riconoscendo la ripercussione di tale prassi sulla salute pubblica, ha lanciato nel 2003 uno studio multipaese, pubblicato nel 2005, nel quale è stato inserito anche il Brasile. Si tratta di un problema sia urbano che rurale: mentre il 29% delle donne intervistate nello studio dichiara di essere stata vittima di violenza fisica o sessuale, tale percentuale aumenta quando ci riferiamo al Nordest del Paese dove è 37 % delle donne a dichiararsi vittima. E’ nordestina la stessa Maria da Penha, farmacista brasiliana che ha dato il nome alla legge. Vittima per anni del marito che nel 1983 ha tentato di assassinarla per ben due volte, oggi Maria da Penha è viva ma paraplegica. La sua storia è emblematica: per ucciderla il marito le sparò un colpo d’arma da fuoco nel sonno, dichiarando poi si trattava di un incidente durante un tentativo di furto. Al rientro della moglie dall’ospedale tentò di folgorarla, mentre questa stava facendo il bagno. Soltanto nel 2006 è stata emessa la sentenza di condanna del marito a soli due anni di detenzione. Tutto ciò a 19 anni e sei mesi dall’accaduto, vissuti dal marito in libertà condizionata. La citata legge rivela comunque un passo avanti notevole rispetto alla situazione precedente, considerato che la legge del 1995 definiva la violenza domestica come un crimine di minor potenziale offensivo e, fatta eccezione per fatti gravissimi (ad esempio la morte della donna), rimetteva il caso al Tribunale dei Crimini Speciali condannando l’autore del reato appena al pagamento di una

cesta alimentare alla vittima, o alla prestazione di un servizio comunitario. Ciò aveva portato alla banalizzazione della violenza domestica e contribuito probabilmente alla diffusione della pratica. Tale normativa ha anche ridimensionato il possibile impatto deri-vante dall’istituzione da parte del Governo di misure quali l’istituzione di un dipartimen-to di polizia specializzato per la protezione della donna. La Legge “Maria da Penha” modifica il Codice Penale brasiliano e fa sì che gli aggressori possano essere arrestati e sottoposti a custodia cautelare. La legislazione cancella le pene alternative anteriormente applicate e aumenta la pena da uno a tre anni. Prevede inoltre altre misure, quali l’uscita dell’aggressore dal domicilio comune ed il divieto ad approssimarsi alla donna aggredita e ai figli. La violenza contro le donne è un tipo di violenza spesso silenziosa, alla stregua di quella rivolta nei confronti dei bambini. La morte violenta di 291 donne nel 2006 nello stato del Pernambuco, che conta una popolazione di ……… , è indicativa della sfida in atto per il

movimento delle donne, per le istituzioni e la società nel suo complesso. La ratifica brasiliana della Convenzione contro l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne (CEDAW) del 1984 testimonia dell’impegno del Governo in carica, che ha promosso l’adozione nel periodo 2003–2005 di tre im-portanti misure, tra le quali l’istituzione di una linea telefonica nazionale di denuncia della violenza (legge 10714/2003), l’obbligato-rietà della notifica dei casi di violenza da parte delle autorità sanitarie che accolgono le vittime di violenza (legge 10778/2003) e la definizione della violenza domestica come reato (modifica all’ art. 129 del codice penale). Il Governo in carica cerca di realizzare una politica nazionale per le donne attraverso consultazioni capillari a livello comunitario, locale, statale e federale. A piccoli passi le donne avanzano nella conquista dei propri diritti fondamentali.

A piccoli passi le donne brasiliane avanzano Promulgata la legge Maria da Penha

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Sezione News

Prima riunione del consiglio italo-brasiliano: Le conclusioni

Il 28 settembre 2006 si è tenuta a Roma la prima riunione del Consiglio Italo-Brasiliano per la Cooperazione Economica, Industriale, Finanziaria e allo Sviluppo, prevista dall’Accordo Quadro per la Cooperazione Economica, Industriale, Finanzia-ria ed allo Sviluppo firmato il 12 febbraio 1997. Era la prima volta, da quando nel 1997 è stato firmato l’Accordo quadro che ne prevedeva l’istituzione, che si tenuta una riunione del Consiglio italo-brasiliano. La delegazione italiana è stata presie-duta dal Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Donato Di Santo. La delegazione brasiliana è stata presieduta dalla Diret-trice per l’Europa del Ministero degli Affari Esteri, Maria Edi-leuza Fontanele Reis. I lavori del Consiglio si sono svolti in maniera costruttiva ed in un'atmosfera di cordialità ed amicizia. Le due delegazioni han-no ribadito di voler proseguire nella creazione di condizioni che incrementino gli scambi commerciali e la cooperazione economica tra i due Paesi. E’ stato convenuto che la seconda riunione del Consiglio italo-brasiliano verrà organizzata in Brasile nel secondo semestre del 2007. I lavori del Consiglio si sono svolti in due gruppi di lavoro. Uno di essi è stato dedicato alla cooperazione allo sviluppo. Ecco il testo del documento finale approvato dal Consiglio sui temi della cooperazione allo sviluppo: 1. Cooperazione allo sviluppo bilaterale: Per quanto riguarda la Cooperazione bilaterale, Italia e Brasile hanno concordato sulla priorità da attribuire alla lotta alla povertà in ambito urbano, tramite la riqualificazione e la rivitalizzazione di quartieri marginali nonché, in ambito rurale, tramite la valorizzazio-ne e la difesa del territorio e delle risorse naturali (salvaguardia della foresta amazzonica, tutela dell’agrobiodiversità). Una crescen-te attenzione sarà inoltre dedicata dalle parti alla tutela delle fasce deboli della popolazione, in particolar modo donne e minori ed al sostegno alle politiche pubbliche mirate ad una più equa ripartizio-ne della ricchezza nazionale. 2. Altri canali di cooperazione: Le due delegazioni hanno convenuto di approfondire le potenzialità offerte dai nuovi strumenti di cooperazione, quale la Cooperazione triangolare, che potrebbe essere utilizzata - tra l’altro - nei Paesi lusofoni per ottimizzare le azioni di entrambi i Paesi. Si è fatto l’esempio del Mozambico – Paese di interesse prioritario per en-trambi – dove si potrebbe esplorare anche la possibilità di eventuali collaborazioni nell’ambito della “Cities Alliance”, della quale sia l’Italia che il Brasile sono membri. Le Parti hanno pertanto stabilito di procedere alla formulazione di un accordo-quadro, di carattere pragmatico, che possa porre le basi di tale nuova forma di collabo-razione. E’ stata inoltre sottolineata la comune volontà di sostenere e favori-re la Cooperazione decentrata, che ha assunto una rilevante consi-stenza negli ultimi anni, valorizzando le esperienze di partenariato territoriale fra le amministrazioni dei due Paesi nelle aree di svilup-po economico locale, cultura, turismo, politiche sociali, cooperativi-smo. E’ stata menzionata la cooperazione tra comuni, province e regioni italiane e amministrazioni brasiliane nell’ambito dell’iniziati-va “100 città per 100 progetti Italia-Brasile”. A tale proposito, la DGCS e l’ABC hanno convenuto di avviare l’elaborazione di un progetto di accordo programmatico volto a definire gli obiettivi ed i settori di intervento di tale modalità di cooperazione, nonché appo-

siti meccanismi di cofinanziamento. Sulla base di tale accordo program-matico, che coprirà un periodo plu-riennale e potrà essere aggiornato annualmente, potranno essere stipu-lati accordi applicativi tra enti locali dei due Paesi. Particolare attenzione è stata consa-crata al ruolo della Cooperazione non governativa, presente in Brasile in maniera significativa con una serie di importanti interventi nei più diver-si settori. Nel sottolineare la rilevan-za dei risultati raggiunti e delle me-todologie adoperate, è stato auspica-to che, nel futuro, l’intervento delle ONG possa ulteriormente sviluppare programmi incentrati sul so-stegno alle comunità nella tutela del territorio, sull’educazione di base, sulla tutela delle fasce deboli della popolazione, nonché sulla povertà urbana e pianificazione territoriale locale, in linea con le priorità dal Governo brasiliano. Italia è Brasile si sono impegnate a prestare la massima attenzione ai vari canali di Cooperazione multilaterale, come ad es. la coopera-zione europea. A tale riguardo, l’Italia ed il Brasile hanno valutato congiuntamente l’efficacia delle politiche comunitarie di Cooperazio-ne nel Paese (quali il Country Strategy Paper) e discusso sulle mo-dalità per rendere maggiormente efficace e sistemico il coordina-mento delle azioni bilaterali e multilaterali. L’Italia e il Brasile guardano con interesse all’iniziativa del “G8/UNESCO World Forum on Education, Innovation and Research. New Partnership for Sustainable Development”, promossa dall’Italia come seguiti del Vertice di San Pietroburgo. Il World Forum, che si terrà a Trieste nella primavera del 2007, sarà un’occasione impor-tante per discutere, da differenti prospettive, il contributo del “triangolo della conoscenza” allo sviluppo sostenibile, in un dialogo costruttivo tra i Paesi G8, Paesi emergenti e organizzazioni interna-zionali. Si è inoltre concordato sulla necessità di un maggior coordinamento tra i diversi attori di cooperazione, italiani e brasiliani, ed a tal fine è stata proposta la triangolare e cooperazione decentrata. Meccanismi innovativi di finanziamento per lo sviluppo Il Brasile si felicita con l’Italia per l’adesione all’Iniziativa, lancia-ta alle Nazioni Unite nel novembre 2004 tra gli altri dal Presi-dente Lula, contro la fame e la povertà nel mondo e per lo sviluppo di meccanismi innovativi di finanziamento dello svilup-po. L’Italia ha partecipato al “Leading Group Meeting on Innovati-ve Financing Mechanisms”, che si è svolto a Brasilia il 6-7 luglio 2006. Italia e Brasile continueranno a lavorare per il potenziamento dei meccanismi innovativi con gli altri membri del “Leading Group on Innovative Financing Mechanisms”. E’ stata rilevata l’importanza dell’iniziativa denominata Advance Market Commitments (AMC), promossa dall’Italia, volta a facili-tare la ricerca e la commercializzazione di nuovi tipi di vaccini per le malattie che più colpiscono i paesi in via di sviluppo. Da parte italiana è stata accolta con compiacimento la presenza il 7 settembre 2006 a Roma del Brasile ai lavori del Gruppo Tecnico sul tema e ne è stata auspicata la piena partecipazione al progetto pilota che sarà lanciato entro la fine del corrente anno.

Il presidente Lula insieme al Ministro D’Alema

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L A C O O P E R A Z I O N E I T A L I A N A I N B R A S I L E

Si è svolto a San Paolo un incontro di coordinamento delle attività di cooperazione italiana in quello Stato. L’incontro costituisce uno dei seguiti della Conferenza di Salvador dell’aprile 2005, e fa seguito alle richieste in quella occasione espresse dai cooperanti e volontari italiani. Obiettivo dell’incontro è stato quello di rafforzare il coordinamento tra i programmi in corso, per evitare sovrapposizioni negli interventi e promuovere sinergie tra tutti gli attori della cooperazione italiana impegnata nello Stato di San Paolo. Hanno partecipato all’incontro, organizzato nei locali del Consolato Generale d’Italia, 14 Ong o associazioni italiane impegnate in attività di cooperazione nello Stato, i vo-lontari e i cooperanti italiani nella regione, alcune controparti locali dei programmi di

cooperazione italiani, alcuni rappresentanti della cooperazione decentrata italiana. L’incontro si è rivelato assai utile e particolarmente apprezzato dagli operatori, permettendo di conoscere e dibattere alcune problematiche locali dei programmi di cooperazione e mo-strando la presenza e il ruolo proattivo che l’Ambasciata da tempo si propone di svolgere nei confronti dei programmi italiani in Brasile. Si conta di promuovere nei prossimi mesi un incontro regionale a Recife, per i progetti italiani localizzati nel Nord-est del Brasile, a completamento della riunione di San Paolo e di quella analoga, pro-mossa a luglio 2006 a Belo Horizonte per le iniziative di Minas Gerais.

Incontro di coordinamento delle attività di cooperazione italiana a San Paolo (7 novembre 2006)

Nelle azioni e nei progetti di cooperazione che vengono coordinati e concepiti all’interno del Program-ma 100 città, di cui abbiamo parlato nelle edizioni precedenti, il tema della formazione è sovente cen-trale. La formazione è infatti uno degli strumenti in grado di proporre le esperienze ed i risultati dei progetti puntuali nella formulazione dei programmi di interesse generale, ma anche e soprattutto la formazione è lo strumento di eccellenza delle azioni che hanno come obiettivo strategico il rafforzamento delle competenze e dei servizi delle amministrazioni locali, la crescita della loro qualità ed efficienza.

Alcuni esempi:

Progetto della Scuola dell’acqua di Torino (Hydroaid), in partenariato con il Ministero delle Città brasiliano, che realizza corsi di formazione dei funzionari e responsabili di amministrazioni pubbli-che e di operatori del settore sui temi della gestione integrata delle risorse idriche e dei residui solidi urbani. La formazione realizzata in Brasile è rivolta a tecnici non solo brasiliani ma anche provenienti dai paesi latinoamericani ed africani di lingua portoghese. L’interesse maggiore riscontrato nella 1ª edi-zione del corso, che si è tenuto a Brasilia nel 2005, è rivolto all’interscambio sulle esperienze organiz-zative e gestionali che si stanno realizzando in Italia, in particolare nell'’ambito della attuazione della riforma del servizio idrico integrato che si sta estendendo nella gestione dei rifiuti solidi urbani.

Progetto sulla Mobilità Urbana, gestito dall’Asstra e dalla Segreteria di Mobilità Urbana nel Mini-stero delle Città, che è in fase di elaborazione e prevede la definizione di un piano formativo indirizza-to ai funzionari della mobilità urbana.

Proposta di progetto di rafforzamento dei servizi municipali brasiliani di cooperazione e relazioni internazionali la cui idea cardine è di valorizzare le esperienze e le buone pratiche degli enti locali italiani e brasiliani nella pratica delle relazioni internazionali. Il progetto attualmente in fase di studio e promozione da parte di ACEL e del FNP, prevede la realizzazione di moduli formativi dei funzionari pubblici locali in Italia ed in Brasile e corsi di formazione a distanza.

La cooperazione decentrata e la formazione del capitale umano

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P A G I N A 1 9 N U M E R O 4

Questa sezione vuole aggiornare l’elenco dei progetti approvati negli anni 2004 e 2005, pubblicato nei numeri precedenti del bollettino. Si tratta degli ultimi progetti promossi da Ong italiane e cofi-nanziati dal Ministero degli Affari Esteri italiano, approvati nel 2006. Progetto sociosanitario di base nelle Comunità km 1700 e Bananal Ente promotore: Ummi - Unione medico missionaria italiana Localizzazione: Bananal (TO) Finanziamento: euro 39.600 (solo pagamento oneri previdenziali) Data di approvazione: 31/07/2006 Il progetto si propone di contribuire allo sviluppo di una cultura di prevenzione per il migliora-mento delle precarie condizioni igienico sanitarie della popolazione residente nell’area caratte-rizzata da forte degrado, attraverso l’organizzazione di servizi sanitari di base e la formazione/educazione delle comunità coinvolte. Partnership pubblico privato per la riduzione della povertà nelle comunità dell’inse-diamento a basso reddito di Terezópolis Ente promotore: Avsi - Associazione volontari per il servizio internazionale Localizzazione: Terezópolis (MG) Finanziamento: euro 772.911 Data di approvazione: 31/07/2006 Il Progetto si propone di contribuire alla riduzione della povertà nell’insediamento a basso red-dito di Terezópolis e alla costruzione di partnership durature per lo sviluppo, che possano ave-re una possibile ricaduta per il potenziale di replicabilità anche in altre aree del municipio di Betim (MG). Promozione e uso sostenibile delle risorse naturali dell’Amazzonia sud-occidentale brasiliana Ente promotore: Cesvi - Cooperazione e sviluppo Localizzazione: Area amazzonica sud-occidentale (AC) Finanziamento: euro 509.271 Data di approvazione: 13/11/2006 Il progetto si propone di disegnare ed implementare una strategia per la conservazione ambien-tale e l’uso sostenibile delle risorse forestali, partendo dalla conoscenza delle interazioni fra il territorio, la biodiversità e gli aspetti socio-economici, per arrivare ad identificare e applicare o incentivare, tecniche e modalità produttive di scarso impatto ambientale e di alto rendimento economico. Sostegno a bambini, adolescenti e giovani della periferia nord di Belo Horizonte Ente promotore: Avsi - Associazione volontari per il servizio internazionale Localizzazione: Belo Horizonte (MG) Finanziamento: euro 26.400 (solo pagamento oneri previdenziali) Data di approvazione: 13/11/2006 Il progetto ha lo scopo di migliorare le condizioni di vita di bambini, adolescenti e giovani resi-denti in un’area geografica caratterizzata dalla povertà e dai bassi livelli di reddito, attraverso misure che contribuiscano alla loro formazione, qualificazione professionale e inclusione sociale. La rinascita delle sorgenti: progetto per la rivitalizzazione del ciclo dell’acqua nel territorio degradato di Minas Novas Ente promotore: Ciss - Cooperazione internazionale Sud-Sud Localizzazione: Minas Novas (MG) Finanziamento: euro 725.471 Il progetto si propone di contribuire al superamento delle problematiche connesse alle carenze idriche dell’ambiente semi-arido della zona, allo scopo di migliorare la qualitá della vita ed accresce-re la produzione agricola e zootecnica, attraverso percorsi formativi e interventi infrastrutturali, rispettosi dell’ambiente, che favoriscono lo sviluppo economico e sociale delle 100 comunità coin-volte.

I nuovi progetti promossi da Ong italiane cofinanziati dal Ministero degli Affari Esteri nel 2006

CESVI - cooperazio-ne e sviluppo onlus 24128 Bergamo Via Broseta 68/a tel. +39 035 2058058 fax +39 035 260958 www.cesvi.org [email protected]

CISS - Cooperazione Internazionale Sud-Sud 90141 Palermo Via Noto, 12 tel. +39 091 6262694 fax +39 091 347048 [email protected]

UMMI - Unione Medico Missionaria Italiana 37024 Negrar (VR) Viale Rizzardi, 4 tel. +39 045 7500501 fax +39 045 7500501 [email protected]

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In occasione della missione di ispezione e monitoraggio in Brasile della dott.ssa Sabrina Gullo, della DGCS VII, l´Ambasciata italiana a Brasilia ha organizzato il 4 dicembre 2006 un incontro con i volon-tari ed i cooperanti dei progetti di Ong italiane co-finanziati dal Ministero degli Esteri in Brasile. Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti delle Ong SIPEC, AVSI, RTM, MAIS, Fontov, CO-SPE, IPSIA CISS, e GVC; Suelma Rosa dos Santos, responsabile del desk Italia presso l’Agenzia di Cooperazione del Ministero degli Affari Esteri brasiliano; e Rita Cauli, dell’ufficio Ong della delega-zione della Commissione europea in Brasilia. La riunione aveva tra gli obiettivi di favorire l’incontro tra i rappresentanti dei progetti, promuoven-do lo scambio di informazioni e di esperienze, e di identificare e discutere le difficoltà riscontrate nella quotidiana attuazione dei progetti. La rappresentante del locale Ministero degli Esteri ha distri-buito la bozza di un manuale pratico per gli operatori della cooperazione italiana. Il documento (che contiamo di pubblicare al più resto sul sito internet dell’Ambasciata) si propone di fornire indicazioni operative su una serie di problematiche amministrative comuni ai progetti italiani di cooperazione in Brasile (in materia di visti, di importazioni, di esenzioni fiscali) che ultimamente hanno richiamato l’attenzione dell´Ambasciata. Tema assai dibattuto è stato quello relativo all’apertura di conti bancari in Brasile per la gestione dei progetti. E’ risultato che soltanto AVSI e GVC (quest’ultima attualmente operativo in Brasile solo con finanziamento UE) siano riuscite attraverso diverse modalità ad aprire conti intestati specificata-mente alle Ong per la gestione dei progetti. Varie opzioni sono state sottoposte alla rappresentante di codesto Ufficio: l’apertura di un conto presso una banca brasiliana in Italia (procedura adottata dall’ AVSI), il trasferimento dei fondi MAE su un conto dedicato aperto della controparte locale, il riconoscimento della Ong italiana come organizzazione internazionale (caso del GVC). Pure affrontato è stato il tema della documentazione amministrativa dei programmi, che per la nor-mativa italiana dovrebbe essere depositata in originale presso le sedi delle ONG italiane titolari dei programmi promossi, e che invece la legge brasiliana prevede sia depositata presso le controparti locali. È stato in proposito apprezzata l’iniziativa della Ong IPSIA, che ha concordato con la contro-parte locale di inviare in Italia le copie autentiche dei documenti, che la controparte mette a disposi-zione e si impegna a fornire in originale in caso di controlli amministrativo-contabili.

La Comunità Europea offre la possibilità di effettuare una specializzazione post laurea ai citta-dini dei paesi in via di sviluppo attraverso borse di studio finanziate dal programma Erasmus Mundis. Periodicamente sul portale dell’Unione si può trovare la lista dei master disponibili all’indiriz-zo: http://ec.europa.eu/education/programmes/mundus/index_en.html

Incontro con i volontari ed i cooperanti dei progetti di Ong Italiane co-finanziati dal MAE

Erasmus Mundis

Si terrà dal 15 al 20 aprile a Recife il seminario “A vida começa onde a violência acaba” sul sistema di protezione di bambini e adolescenti vittime di violenza domestica e sessuale, organizzato dal Pro-gramma di emergenza socio-sanitaria. Il seminario approfondirà le problematiche che le 53 associazioni facenti parte del programma si trovano ad affrontare nel loro lavoro quotidiano. Lo scopo dell’iniziativa è quello di formare dei moltiplicatori che in seguito potranno replicare gli strumenti appresi all’interno di ogni rispettivo contesto. Il seminario è stato organizzato in collaborazione con le associazioni Casa de Passagem e Cendhec. Per avere maggiori informazioni, o per consultare i materiali prodotti al termine del seminario contattare l’Ufficio di Cooperazione dell’Ambasciata d’Italia in Brasile.

Seminario “A vida começa onde a violência acaba”

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Ministero degli Affari Esteri

Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo

Ambasciata d'Italia a Brasilia

SES Av. das Nações, Quadra 807, Lote 30 70420-900 - Brasilia-DF - Brasil

Tel: (+55-61)3442-9900 Fax: (+55-61)3244-8353 www.ambbrasilia.esteri.it

Programma Emergenza socio-sanitaria

Coordinamento e supervisione:

Alberto Colella - [email protected] Redazione:

Erica Crescenzo, Anna Maria Graziano, Dolores Mattossovich Hanno collaborato a questo numero:

Raquel Barros, Roberto Bianchi, Luca Fanelli, Serena Romagnoli