Ennio Morricone - RomaSette · 2020. 7. 13. · in primo piano. Il ricordo del vescovo Libanori che...

4
in primo piano. Il ricordo del vescovo Libanori che ha celebrato il funerale privato Ennio Morricone «vero artista, fede schietta» DI GIULIA ROCCHI veva chiesto un «funerale in forma privata» nel necrologio scritto di suo pugno, il maestro Ennio Morricone. E così è stato: le esequie si sono tenute lunedì 6 luglio nella cappella del Campus Bio–Medico di Roma, dove il compositore Premio Oscar era ricoverato a seguito di una caduta che gli aveva causato la rottura del femore, e dove si è spento nella notte tra domenica e lunedì. Presenti solo i familiari più stretti: la moglie Maria, i figli, i nipoti. Qualche amico, come il regista Giuseppe Tornatore e l’avvocato Giorgio Assumma, ma nessun altro. «Non voglio disturbare», aveva scritto il maestro. E così è stato. A celebrare il funerale, il vescovo ausiliare per il settore Centro, padre Daniele Libanori. Amico lui stesso di Morricone, che conobbe quando era ancora rettore della Chiesa del Gesù e il compositore abitava poco lontano. «Ogni mattina presto usciva di casa, andava a comprare il giornale e poi veniva in chiesa a pregare – racconta il vescovo –; partecipava anche alla Messa con la signora Maria. Poi, per i duecento anni della ricostituzione della Compagnia di Gesù, io lo avvicinai, una mattina d’estate, e gli chiesi se fosse disposto a scrivere una Messa; aggiunsi subito che non avrei mai potuto dargli un compenso e lui, con la generosità che gli era propria, rispose di sì». Immediatamente, ricorda monsignor Libanori, «cominciò a pensare a un’orchestra, a un coro, come se ci stesse pensando da chissà quanto tempo. Ma poi – prosegue – di lì a una settimana mi chiamò e mi disse di andarlo a trovare, e una volta giunto a casa sua, dove c’era anche la signora Maria, e mi chiese di scioglierlo dall’impegno, perché A proprio non riusciva nell’intento. Io lo tranquillizzai, dicendo che l’ispirazione quando viene viene… E sta di fatto che di lì a due mesi avevamo la Messa». Da allora tra il gesuita e il compositore iniziò una frequentazione assidua. «Lo andavo a trovare spesso, era un uomo molto piacevole – rievoca il presule –. Era una sorta di divo antidivo, è rimasto se stesso nonostante fosse un uomo di fama mondiale, con la sua semplicità e immediatezza. Aveva un carattere sanguigno ma anche un’affettuosità grande». In poche parole, «un vero artista», come monsignor Libanori ha sottolineato anche durante il funerale. «L’ho detto nell’omelia: gli artisti muoiono ma lasciano in mezzo a noi la loro anima, perché lasciano la loro musica», dice il vescovo. Commosso, ricorda i momenti passati insieme. «Era una persona che non amava farsi condizionare; quando accettava una committenza voleva sempre metterci del suo». Era particolarmente soddisfatto per la colonna sonora di Mission, sottolinea il presule. «Ma la musica di Morricone – riflette – regge benissimo anche senza il film, anche ascolata senza guardare le scene. Davvero è musica sublime, nella quale ha tradotto i suoni della natura, e ha saputo cogliere gli stati dell’animo umano trasformandoli in suoni... Questo è il genio». Eppure sempre riservato, in particolare «riguardo la sua fede – dice monsignor Libanori –; la sua è stata una fede semplice e schietta, era uomo dai sentimenti profondi. Ha sempre vissuto in maniera molto discreta. Se da una parte calcava i palcoscenici più famosi del mondo, quando rientrava a Roma viveva geloso della sua intimità». All’insegna della riservatezza decise di celebrare anche il sessantesimo anniversario di matrimonio con l’amata Maria (che nei giorni scorsi ha ricevuto una telefonata del Papa). A presiedere la cerimonia c’era, anche allora, l’amico “padre Daniele”. «Quello fu davvero un momento molto bello per tutti noi. Ha vissuto con grande intensità e grande sobrietà. Il mio è il ricordo di un uomo al quale ho voluto bene». Intanto il prossimo venerdì 17 luglio l’Aula Giulio Cesare ospiterà un Consiglio straordinario dedicato a Ennio Morricone. Sarà prevista la presenza di ospiti per ricordare la figura del grande musicista non solo attraverso le parole di chi l’ha conosciuto e gli ha voluto bene, ma anche attraverso l’ascolto di alcuni tra i suoi brani più celebri che hanno commosso ed emozionato intere generazioni. L’Aula voterà anche un documento per l’intitolazione dell’Auditorium Parco della Musica all’artista Premio Oscar. DI MICHELA ALTOVITI n vista della riapertura delle scuole a settembre, dopo il lockdown per l’epidemia di coronavirus e la didattica a distanza che lo ha caratterizzato, la diocesi di Roma intende contribuire al ritorno in classe in sicurezza mettendo a disposizione degli istituti romani le aule del catechismo e altri spazi parrocchiali. Lo ha annunciato lo scorso 7 luglio, con una lettera indirizzata a tutti i parroci, monsignor Pierangelo Pedretti, prelato segretario generale del Vicariato, spiegando che, «seguendo le indicazioni del nostro cardinale vicario, abbiamo avviato un’iniziativa, coordinata dal vescovo ausiliare Paolo Selvadagi, con il supporto dell’Ufficio per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica e dell’Ufficio giuridico del Vicariato, per aiutare le scuole di Roma a riprendere l’attività didattica a settembre». Nei giorni scorsi, riferendo in Senato, il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha reso noto che la spesa per la messa in sicurezza degli edifici scolastici ha registrato un’accelerazione: dopo i 510 milioni stanziati a marzo e i 320 ripartiti tra le Regioni ad aprile, altri 885 milioni sono stati messi a disposizione di Province e Città metropolitane per interventi di manutenzione straordinaria e 330 per il finanziamento di interventi per l’edilizia leggera. Tuttavia il distanziamento sociale, misura preventiva rispetto alla trasmissione del Covid–19, potrebbe richiedere anche l’utilizzo di spazi alternativi esterni alle strutture scolastiche. Per avere maggiore contezza delle effettive necessità degli istituti scolastici di spazi ulteriori e «per gestire in modo efficace questa importante iniziativa – scrive ancora Pedretti ai sacerdoti –, anche in relazione alle istituzioni civili di riferimento con cui stiamo studiando una possibile intesa, vi chiediamo di far pervenire all’indirizzo e–mail di questa Segreteria generale tutte le istanze ricevute sull’argomento e di provvedere a segnalare, sempre a mezzo di posta elettronica, le richieste che avete già ricevuto e la vostra eventuale disponibilità ad offrire alcuni spazi anche a prescindere dalle richieste ricevute». Quella della diocesi è una «proposta di solidarietà – dice Rosario Salamone, direttore dell’Ufficio scuola del Vicariato –, per metterci a servizio della società con atti concreti, rispondendo alla responsabilità comune che sentiamo di avere come mondo adulto – da un punto di vista morale, civile e formativo – nei confronti dei più giovani, affinché non si perdano». L’obiettivo è stendere «un protocollo d’intesa tra Vicariato, Comune di Roma, Regione Lazio e Ufficio scolastico regionale – spiega ancora Salamone –, ossia tra tutte le istituzioni preposte alla formazione e all’istruzione di bambini e ragazzi, trovando modi nuovi di rendere possibile l’attività didattica, con fantasia e impegno, dando vita ad un vero progetto di speranza». Il primo step è la ricognizione di quali e quanti locali siano effettivamente disponibili in ogni parrocchia, provvedendo, laddove necessario, alla messa a norma degli spazi, anche di quelli all’aperto, che «potrebbero essere destinati alle lezioni di educazione fisica alla mattina – aggiunge ancora il referente dell’Ufficio scuola diocesano –, senza per questo interferire con le attività di catechesi e animazione nelle parrocchie, destinate ai più giovani nel pomeriggio». I n «maestro di stile», un «grande esempio di musicista popolare e allo stesso tempo impegnato». Così monsignor Marco Frisina, direttore del Coro della diocesi di Roma, ricorda Ennio Morricone. Il sacerdote e il maestro nel 2016 avevano diretto l’Orchestra Roma Sinfonietta e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa U Cecilia in occasione della seconda edizione del “Concerto con i poveri e per i poveri”, che si svolse nell’Aula Paolo VI. Un’amicizia, la loro, che risale a trent’anni fa. Frisina e Morricone infatti si erano conosciuti nei primi anni ’90 e il loro rapporto – che il sacerdote definisce filiale – si era rafforzato quando Frisina iniziò a comporre le musiche del progetto internazionale “Bibbia” trasmesso dalla Rai dal 1993 al 2002. Proprio a quegli anni risale il ricordo più «emozionante» del direttore del Coro. «Avevamo già lavorato ad alcuni progetti comuni – racconta –. Quando ho iniziato a scrivere le musiche per la Bibbia televisiva, mi ha accompagnato nella stesura delle colonne sonore e fu l’occasione per recarmi per la prima volta a casa sua a piazza Venezia. Dopo aver chiacchierato della mia formazione si alzò e mi accompagnò in una stanza nella quale, per sua stessa ammissione, non faceva entrare nessuno. Tanto che era chiusa a chiave. Era il suo studio, il luogo in cui componeva. Per me fu una grande emozione, c’erano particole manoscritte sul tavolino dove scriveva. Ripenso spesso a quel momento». Negli anni la loro amicizia è maturata e «le feste erano l’occasione per sentirsi telefonicamente». Ennio Morricone era «un uomo di altri tempi» che lascia in eredità «il rigore compositivo»; un uomo, afferma Frisina, «di grande bontà e di grande dolcezza mascherata a volte di rudezza». Roberta Pumpo Insignito due volte del Premio Oscar ato a Roma nel 1928, Ennio Morricone è sta- to compositore, musicista, di- rettore d’orchestra e arran- giatore. Ha composto le mu- siche per più di cinquecento tra film e serie televisive, ol- te che opere contempora- nee. Sue le indimenticabili colonne sonore dei western di Sergio Leone, Duccio Tes- sari e Sergio Corbucci; ma an- che le musiche di capolavo- ri americani come Mission e Gli intoccabili. Nel 2007 Mor- ricone ha ricevuto il Premio Oscar onorario alla carriera «per i suoi contributi magni- fici all’arte della musica da film». Il 28 febbraio 2016 ot- tiene il suo secondo Oscar per le partiture del film di Quentin Tarantino The Hate- ful Eight, per la quale si è ag- giudicato anche il Golden Globe. Moltissimi i riconosci- menti di cui è stato insigni- to: tre Grammy Awards, quat- tro Golden Globe, dieci Da- vid di Donatello, il Leone d’O- ro alla carriera, solo per ci- tarne alcuni. Il 26 febbraio 2016 gli è stata attribuita la stella numero 2.574 nella ce- lebre Hollywood Walk of Fa- me. Il 27 dicembre 2017 ha ricevuto l’onorificenza di Ca- valiere di Gran Croce dell’Or- dine al merito della Repub- blica Italiana. N Frisina: «Un maestro di stile e rigore compositivo» «Quando andai a casa sua mi accompagnò in una stanza dove non faceva entrare nessuno, il luogo in cui componeva. Per me fu una grande emozione» la biografia Il vescovo Libanori L’iniziativa della diocesi di Roma sostegno alla ripresa dell’attività: la lettera di monsignor Pedretti Verso un’intesa con le istituzioni Salamone: proposta di solidarietà Al via una ricognizione dei locali Il murale di Harry Greb dedicato a Morricone, a Trastevere (foto Cristian Gennari) Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] In evidenza redo che davvero in tantissimi, soprattutto quel- li con qualche anno in più sulle spalle, abbiano incrociato almeno per una volta nella vita le opere di Morricone. Quelle più “alte” e quelle più “leggere”, dove l’aggettivo non intende sminuirne il valore – tut- to, nel suo lavoro, era frutto di rigore e di lavoro in- tenso e meditato, «l’arte è puro talento», diceva – ma è legato al genere che le caratterizzava. Si sono com- mossi sulle note di “Mission” (e quanto era dispiaciuto al maestro quell’Oscar non concesso, lo raccontò pub- blicamente), sono stati rapiti dalla musica di “C’era una volta il West” («penso che, quando fra cento, due- cento anni, vorranno capire com’eravamo, è proprio grazie alla musica da film, che lo scopriranno», di- ceva ancora), hanno ballato sulle canzoni di Edoar- do Vianello da lui arrangiate o cantato “C’era un ra- gazzo” e “Here’s to you” per dire “no” alla guerra e alla violenza. Chi ha potuto, a Roma, ha partecipa- to alla serie dei suoi concerti finali nel 2019 alle Ter- me di Caracalla per rendergli l’ultimo omaggio quan- do, novantenne, era salito ancora una volta sul pal- co per salutare il suo pubblico. Morricone ha attra- versato da protagonista la storia d’Italia degli ultimi sessant’anni. Umile e schietto. La sua musica ci ac- compagnerà sempre. (A. Z.) C La sua musica resterà sempre nel nostro cuore Francesco: migranti, in Libia si vive l’inferno nei lager di detenzione a pagina a pagina 3 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette Scuola, gli spazi parrocchiali disponibili per settembre Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] Anno XLVII – Numero 28 – Domenica 12 luglio 2020—

Transcript of Ennio Morricone - RomaSette · 2020. 7. 13. · in primo piano. Il ricordo del vescovo Libanori che...

Page 1: Ennio Morricone - RomaSette · 2020. 7. 13. · in primo piano. Il ricordo del vescovo Libanori che ha celebrato il funerale privato Ennio Morricone «vero artista, fede schietta»

in primo piano. Il ricordo del vescovo Libanori che ha celebrato il funerale privato

Ennio Morricone«vero artista,fede schietta»DI GIULIA ROCCHI

veva chiesto un «funerale informa privata» nel necrologioscritto di suo pugno, il

maestro Ennio Morricone. E così èstato: le esequie si sono tenutelunedì 6 luglio nella cappella delCampus Bio–Medico di Roma, doveil compositore Premio Oscar eraricoverato a seguito di una cadutache gli aveva causato la rottura delfemore, e dove si è spento nellanotte tra domenica e lunedì.Presenti solo i familiari più stretti:la moglie Maria, i figli, i nipoti.Qualche amico, come il registaGiuseppe Tornatore e l’avvocatoGiorgio Assumma, ma nessun altro.«Non voglio disturbare», avevascritto il maestro. E così è stato. Acelebrare il funerale, il vescovoausiliare per il settore Centro, padreDaniele Libanori. Amico lui stessodi Morricone, che conobbe quandoera ancora rettore della Chiesa delGesù e il compositore abitava pocolontano. «Ogni mattina prestousciva di casa, andava a comprare ilgiornale e poi veniva in chiesa apregare – racconta il vescovo –;partecipava anche alla Messa con lasignora Maria. Poi, per i duecentoanni della ricostituzione dellaCompagnia di Gesù, io lo avvicinai,una mattina d’estate, e gli chiesi sefosse disposto a scrivere una Messa;aggiunsi subito che non avrei maipotuto dargli un compenso e lui,con la generosità che gli era propria,rispose di sì». Immediatamente,ricorda monsignor Libanori,«cominciò a pensare a un’orchestra,a un coro, come se ci stessepensando da chissà quanto tempo.Ma poi – prosegue – di lì a unasettimana mi chiamò e mi disse diandarlo a trovare, e una volta giuntoa casa sua, dove c’era anche lasignora Maria, e mi chiese discioglierlo dall’impegno, perché

A

proprio non riusciva nell’intento. Iolo tranquillizzai, dicendo chel’ispirazione quando viene viene…E sta di fatto che di lì a due mesiavevamo la Messa». Da allora tra ilgesuita e il compositore iniziò unafrequentazione assidua. «Lo andavoa trovare spesso, era un uomomolto piacevole – rievoca il presule–. Era una sorta di divo antidivo, èrimasto se stesso nonostante fosseun uomo di fama mondiale, con lasua semplicità e immediatezza.Aveva un carattere sanguigno maanche un’affettuosità grande». Inpoche parole, «un vero artista»,come monsignor Libanori hasottolineato anche durante ilfunerale. «L’ho detto nell’omelia: gliartisti muoiono ma lasciano inmezzo a noi la loro anima, perchélasciano la loro musica», dice ilvescovo. Commosso, ricorda imomenti passati insieme. «Era unapersona che non amava farsicondizionare; quando accettava una

committenza voleva sempremetterci del suo». Eraparticolarmente soddisfatto per lacolonna sonora di Mission,sottolinea il presule. «Ma la musicadi Morricone – riflette – reggebenissimo anche senza il film,anche ascolata senza guardare lescene. Davvero è musica sublime,nella quale ha tradotto i suoni dellanatura, e ha saputo cogliere gli statidell’animo umano trasformandoliin suoni... Questo è il genio».Eppure sempre riservato, inparticolare «riguardo la sua fede –dice monsignor Libanori –; la sua èstata una fede semplice e schietta,era uomo dai sentimenti profondi.Ha sempre vissuto in manieramolto discreta. Se da una partecalcava i palcoscenici più famosi delmondo, quando rientrava a Romaviveva geloso della sua intimità».All’insegna della riservatezza decisedi celebrare anche il sessantesimoanniversario di matrimonio conl’amata Maria (che nei giorni scorsiha ricevuto una telefonata delPapa). A presiedere la cerimoniac’era, anche allora, l’amico “padreDaniele”. «Quello fu davvero unmomento molto bello per tutti noi.Ha vissuto con grande intensità egrande sobrietà. Il mio è il ricordodi un uomo al quale ho volutobene». Intanto il prossimo venerdì17 luglio l’Aula Giulio Cesareospiterà un Consiglio straordinariodedicato a Ennio Morricone. Saràprevista la presenza di ospiti perricordare la figura del grandemusicista non solo attraverso leparole di chi l’ha conosciuto e gli havoluto bene, ma anche attraversol’ascolto di alcuni tra i suoi branipiù celebri che hanno commossoed emozionato intere generazioni.L’Aula voterà anche undocumento per l’intitolazionedell’Auditorium Parco dellaMusica all’artista Premio Oscar.

DI MICHELA ALTOVITI

n vista della riapertura dellescuole a settembre, dopo illockdown per l’epidemia di

coronavirus e la didattica adistanza che lo ha caratterizzato,la diocesi di Roma intendecontribuire al ritorno in classe insicurezza mettendo adisposizione degli istituti romanile aule del catechismo e altrispazi parrocchiali. Lo haannunciato lo scorso 7 luglio,

con una lettera indirizzata atutti i parroci, monsignorPierangelo Pedretti, prelatosegretario generale delVicariato, spiegando che,«seguendo le indicazionidel nostro cardinale vicario,abbiamo avviatoun’iniziativa, coordinata dalvescovo ausiliare Paolo

Selvadagi, con il supportodell’Ufficio per la pastoralescolastica e l’insegnamento dellareligione cattolica e dell’Ufficiogiuridico del Vicariato, per aiutarele scuole di Roma a riprenderel’attività didattica a settembre».Nei giorni scorsi, riferendo inSenato, il ministro dell’IstruzioneLucia Azzolina ha reso noto chela spesa per la messa in sicurezzadegli edifici scolastici haregistrato un’accelerazione: dopoi 510 milioni stanziati a marzo e i

320 ripartiti tra le Regioni adaprile, altri 885 milioni sono statimessi a disposizione di Provincee Città metropolitane perinterventi di manutenzionestraordinaria e 330 per ilfinanziamento di interventi perl’edilizia leggera. Tuttavia ildistanziamento sociale, misurapreventiva rispetto allatrasmissione del Covid–19,potrebbe richiedere anchel’utilizzo di spazi alternativiesterni alle strutture scolastiche.Per avere maggiore contezza delleeffettive necessità degli istitutiscolastici di spazi ulteriori e «pergestire in modo efficace questaimportante iniziativa – scriveancora Pedretti ai sacerdoti –,anche in relazione alle istituzionicivili di riferimento con cuistiamo studiando una possibileintesa, vi chiediamo di far

pervenire all’indirizzo e–mail diquesta Segreteria generale tutte leistanze ricevute sull’argomento edi provvedere a segnalare, semprea mezzo di posta elettronica, lerichieste che avete già ricevuto ela vostra eventuale disponibilitàad offrire alcuni spazi anche aprescindere dalle richiestericevute». Quella della diocesi èuna «proposta di solidarietà –dice Rosario Salamone, direttoredell’Ufficio scuola del Vicariato –,per metterci a servizio dellasocietà con atti concreti,rispondendo alla responsabilitàcomune che sentiamo di averecome mondo adulto – da unpunto di vista morale, civile eformativo – nei confronti dei piùgiovani, affinché non si perdano».L’obiettivo è stendere «unprotocollo d’intesa tra Vicariato,Comune di Roma, Regione Lazio

e Ufficio scolastico regionale –spiega ancora Salamone –, ossiatra tutte le istituzioni prepostealla formazione e all’istruzione dibambini e ragazzi, trovandomodi nuovi di rendere possibilel’attività didattica, con fantasia eimpegno, dando vita ad un veroprogetto di speranza». Il primostep è la ricognizione di quali equanti locali siano effettivamentedisponibili in ogni parrocchia,provvedendo, laddove necessario,alla messa a norma degli spazi,anche di quelli all’aperto, che«potrebbero essere destinati allelezioni di educazione fisica allamattina – aggiunge ancora ilreferente dell’Ufficio scuoladiocesano –, senza per questointerferire con le attività dicatechesi e animazione nelleparrocchie, destinate ai piùgiovani nel pomeriggio».

I

n «maestro di stile», un«grande esempio dimusicista popolare e allo

stesso tempo impegnato». Cosìmonsignor Marco Frisina,direttore del Coro della diocesi diRoma, ricorda Ennio Morricone. Ilsacerdote e il maestro nel 2016avevano diretto l’Orchestra RomaSinfonietta e il Corodell’Accademia Nazionale di Santa

U

Cecilia in occasione della secondaedizione del “Concerto con ipoveri e per i poveri”, che si svolsenell’Aula Paolo VI. Un’amicizia, laloro, che risale a trent’anni fa.Frisina e Morricone infatti si eranoconosciuti nei primi anni ’90 e illoro rapporto – che il sacerdotedefinisce filiale – si era rafforzatoquando Frisina iniziò a comporrele musiche del progettointernazionale “Bibbia” trasmessodalla Rai dal 1993 al 2002.Proprio a quegli anni risale ilricordo più «emozionante» deldirettore del Coro. «Avevamo giàlavorato ad alcuni progetti comuni– racconta –. Quando ho iniziatoa scrivere le musiche per la Bibbiatelevisiva, mi ha accompagnatonella stesura delle colonne sonoree fu l’occasione per recarmi per la

prima volta a casa sua a piazzaVenezia. Dopo aver chiacchieratodella mia formazione si alzò e miaccompagnò in una stanza nellaquale, per sua stessa ammissione,non faceva entrare nessuno. Tantoche era chiusa a chiave. Era il suostudio, il luogo in cui componeva.Per me fu una grande emozione,c’erano particole manoscritte sultavolino dove scriveva. Ripensospesso a quel momento». Neglianni la loro amicizia è maturata e«le feste erano l’occasione persentirsi telefonicamente». EnnioMorricone era «un uomo di altritempi» che lascia in eredità «ilrigore compositivo»; un uomo,afferma Frisina, «di grande bontà edi grande dolcezza mascherata avolte di rudezza».

Roberta Pumpo

Insignito due voltedel Premio Oscar

ato a Roma nel 1928,Ennio Morricone è sta-

to compositore, musicista, di-rettore d’orchestra e arran-giatore. Ha composto le mu-siche per più di cinquecentotra film e serie televisive, ol-te che opere contempora-nee. Sue le indimenticabilicolonne sonore dei westerndi Sergio Leone, Duccio Tes-sari e Sergio Corbucci; ma an-che le musiche di capolavo-ri americani come Mission eGli intoccabili. Nel 2007 Mor-ricone ha ricevuto il PremioOscar onorario alla carriera«per i suoi contributi magni-fici all’arte della musica dafilm». Il 28 febbraio 2016 ot-tiene il suo secondo Oscarper le partiture del film diQuentin Tarantino The Hate-ful Eight, per la quale si è ag-giudicato anche il GoldenGlobe. Moltissimi i riconosci-menti di cui è stato insigni-to: tre Grammy Awards, quat-tro Golden Globe, dieci Da-vid di Donatello, il Leone d’O-ro alla carriera, solo per ci-tarne alcuni. Il 26 febbraio2016 gli è stata attribuita lastella numero 2.574 nella ce-lebre Hollywood Walk of Fa-me. Il 27 dicembre 2017 haricevuto l’onorificenza di Ca-valiere di Gran Croce dell’Or-dine al merito della Repub-blica Italiana.

N

Frisina: «Un maestro di stile e rigore compositivo»«Quando andai a casa suami accompagnò in unastanza dove non faceva entrare nessuno, il luogoin cui componeva. Per mefu una grande emozione»

la biografia

Il vescovo Libanori

L’iniziativa della diocesi di Romasostegno alla ripresa dell’attività:la lettera di monsignor PedrettiVerso un’intesa con le istituzioniSalamone: proposta di solidarietàAl via una ricognizione dei locali

Il murale di Harry Greb dedicato a Morricone, a Trastevere (foto Cristian Gennari)

Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) € 62Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected]

In evidenza

redo che davvero in tantissimi, soprattutto quel-li con qualche anno in più sulle spalle, abbiano

incrociato almeno per una volta nella vita le operedi Morricone. Quelle più “alte” e quelle più “leggere”,dove l’aggettivo non intende sminuirne il valore – tut-to, nel suo lavoro, era frutto di rigore e di lavoro in-tenso e meditato, «l’arte è puro talento», diceva – maè legato al genere che le caratterizzava. Si sono com-mossi sulle note di “Mission” (e quanto era dispiaciutoal maestro quell’Oscar non concesso, lo raccontò pub-blicamente), sono stati rapiti dalla musica di “C’erauna volta il West” («penso che, quando fra cento, due-cento anni, vorranno capire com’eravamo, è propriograzie alla musica da film, che lo scopriranno», di-ceva ancora), hanno ballato sulle canzoni di Edoar-do Vianello da lui arrangiate o cantato “C’era un ra-gazzo” e “Here’s to you” per dire “no” alla guerra ealla violenza. Chi ha potuto, a Roma, ha partecipa-to alla serie dei suoi concerti finali nel 2019 alle Ter-me di Caracalla per rendergli l’ultimo omaggio quan-do, novantenne, era salito ancora una volta sul pal-co per salutare il suo pubblico. Morricone ha attra-versato da protagonista la storia d’Italia degli ultimisessant’anni. Umile e schietto. La sua musica ci ac-compagnerà sempre. (A. Z.)

C

La sua musica resteràsempre nel nostro cuore

Francesco: migranti,in Libia si vive l’infernonei lager di detenzionea pagina a pagina 3

www.romasette.it

Inserto redazionale di

facebook.com/romasettetwitter.com/romasette

Scuola, gli spazi parrocchiali disponibili per settembre

Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari 3 - 20125 MilanoTel. 02.67801 - fax 02.6780483www.avvenire.it e-mail: [email protected]

Anno XLVII – Numero 28 – Domenica 12 luglio 2020—

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 2: Ennio Morricone - RomaSette · 2020. 7. 13. · in primo piano. Il ricordo del vescovo Libanori che ha celebrato il funerale privato Ennio Morricone «vero artista, fede schietta»

Sono 60 i contributi, su una rivista curatada alcuni docenti dell’Università di Tor Vergata,alla base di un atlante nazionale legato al virusStudi dedicati anche al crollo totale del turismo

Pandemia,la geografiadel Covid-19Ricerca sui cambiamenti intervenutinelle relazioni, nella vita quotidiana,nella socialità e gestione del territorio

DI MICHELA ALTOVITI

a geografia non è solo disciplinamnemonica e di localizzazione, maanche e soprattutto strumento in

grado di fornire un contributoermeneutico, che amplia la gamma delleconoscenze rispetto alla diffusione dellapandemia di coronavirus. Lo dimostra, unavolta di più, “Le geografie del Covid–19”, ilnumero dedicato della rivista digitaleopen–source “Documenti geografici”,curata dal 2012 da un gruppo di geografidell’Università Tor Vergata.Oltre sessanta contributi di ricercaaffrontano «i cambiamenti in atto nellerelazioni tra spazio e uomo – illustraPierluigi Magistri, docente di Geografiaall’ateneo romano e tra i promotori delprogetto di studio dedicato al Covid –,nella vita quotidiana e nella socialità, nellagestione amministrativo–territoriale e deiconfini, nella percezione dei luoghi, nelledinamiche geopolitiche e di cambiamentodegli assetti e degli equilibriinternazionali». Per Franco Salvatori,professore ordinario di Geografia a TorVergata e direttore responsabile di“Documenti geografici”, lo sforzocollettivo di ricercatori ed esperti delleUniversità di tutta Italia «rappresenta ilruolo della geografia nella comprensione enell’interpretazione del fenomenopandemico, in una prospettiva di “prontoutilizzo”». Perché delle conseguenze «dilunga durata» del virus, «che supereremocon il vaccino sul fronte sanitario ma cheha inciso fortemente anche a livelloambientale e sociale, devono farsi carico i

Lgovernanti, cogliendo gli effetti dellaglobalizzazione e riconoscendo comesiamo tutti abitanti della stessa “casacomune”», sottolinea l’esperto citandol’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.Ancora, Salvatori auspica che questo studioporti a comprendere il «ruolo pubblicodella geografia», favorendo unripensamento rispetto alla disciplina «findall’insegnamento nelle scuole», dovesembra essere materia “minoritaria”rispetto alle cosiddette scienze dure,«quelle che preparano di più e meglio,nell’immaginario collettivo, ad unaprofessione». È invece importanteriscoprire «il valore di formare ad unpensiero critico, capace di fare fronte allegrandi svolte epocali, quale è quella chestiamo vivendo – afferma con forzaSalvatori –. Non a caso, il passaggio dalMedioevo all’Età moderna ècaratterizzato dalle grandi scopertegeografiche»: è il 1492, anno del«superamento delle Colonne d’Ercole –fino ad allora interdette – ad opera diCristoforo Colombo», a segnarel’ingresso nella modernità.Anche Simone Bozzato, docente associatodi Geografia all’Università Tor Vergata ecuratore del numero in oggetto di“Documenti geografici”, auspica chesempre più «i geografi e i loro studivengano percepiti come vicini alledomande delle persone», in grado dioffrire chiavi di lettura e strumenti «perleggere gli effetti di un fenomeno su unterritorio non solo dopo che quest’ultimosi è verificato, ma anche in fieri». Nel casospecifico si sono analizzate ad esempio «le

correlazioni che le scienze mediche stannoevidenziando tra diffusione del patogeno econcause geografiche, da ricercarsi proprionel “paziente territorio”», spiega ilgeografo. Ancora, interessante considerarecome «spostamenti pendolari giornalieri,densità e strutture demografiche nonchémorfologia del territorio e compromissioniambientali hanno, con molta probabilità,esposto maggiormente alcune comunitàrispetto ad altre». Bozzato cita poi gliarticoli volti ad analizzare le ricadute delcoronavirus sul settore del turismo. «Unramo che dal 2003 non aveva maimanifestato segnali di crisi, nonostantequella economica che ha interessato negliultimi anni il nostro Paese – illustra –, conil diffondersi del virus e il lockdown è statoinvece interessato da un crollo totale». Daultimo, il geografo anticipa che la raccoltadi articoli dedicata alla pandemia«costituisce la base di partenza per larealizzazione di un atlante nazionaleitaliano del Covid–19, che è in cantierecome nuovo progetto».All’interno di “Documenti geografici”,nell’ambito della rubrica “Agorà”, sonoospitate le voci di autorevoli personalitàdel mondo del sapere e della cultura; traqueste quella di monsignor GianpieroPalmieri, vescovo ausiliare, che ha offertouna riflessione teologico–pastorale con uncontributo dal titolo “Diluvio ed Esodo:paradigmi biblici del “ricominciamento’”«su ciò che sta vivendo la Chiesa cattolicadi Roma in questa situazione dicambiamento sociale dovuto al Covid–19». Ne pubblichiamo un estrattonell’articolo a lato.

«Nel Vangelo Dio non punisce»:l’intervento del vescovo Palmieri

cco alcune riflessioni del vescovo ausiliareGianpiero Palmieri, pubblicate su

“Documenti geografici”.

La sera del 27 marzo 2020, in una piazza San Pietrovuota, Papa Francesco ha pronunciato unameditazione tutta centrata sulla narrazioneevangelica della tempesta sedata sul lago diTiberiade (Mc 4, 35–41), di grande impatto simbolico.Alcune sottolineature. Nel testo del discorso non èofferta nessuna “sponda” per chi interpreta lapandemia come castigo di Dio per il peccato, dalmomento che Gesù stesso prende le distanze e contestaquesta idea retributiva presente anche nella tradizioneebraica. Tuttavia questa «tempesta smaschera lanostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e

superflue sicurezze con cui abbiamo costruito lenostre agende, i nostri progetti, le nostreabitudini e priorità»; «abbiamo proseguitoimperterriti, pensando di rimanere sempre saniin un mondo malato». È la ripresa delleriflessioni espresse nell’enciclica Laudato si’riguardo all’attuale sistema macroeconomico,tecnocratico e sociopolitico a livello globale, chenon sa garantire pace, benessere e giustizia pertutti e che è ancora di più “smascherato” proprionel tempo della pandemia. Un sistema che nonregge l’urto di un’emergenza sanitaria è unsistema che va profondamente ripensato: il gridodei poveri (tra l’altro devastati già da altreepidemie) lo aveva in precedenza denunciatorimanendo per lo più inascoltato. Nel VangeloDio non punisce, ma ci provoca palesando leconseguenze delle nostre azioni.

E

Il presule: unsistema che nonregge l’urto diun’emergenzasanitaria vaprofondamenteripensato,inascoltato ilgrido dei poveri(devastati già daaltre epidemie)

Festa de’ Noantri, la Messa in piazza con De DonatisDI ROBERTA PUMPO

eppur con delle limitazioni, latradizionale Festa de’ Noantri aTrastevere si terrà anche al tempo del

Covid–19. Niente processioni per le viedel quartiere il sabato successivo al 16luglio, giorno in cui la Chiesa celebra lasolennità liturgica della Beata Vergine delMonte Carmelo. Niente abito nuovo perMaria perché il lockdown non hapermesso agli stilisti di confezionarlo. Mail cuore della solennità, la preghieraall’Immacolata, sarà incessante dadomani con l’inizio del triduo, a lunedì27 luglio con la Messa di ringraziamento.Nel mezzo i due appuntamenti più attesidai romani, soprattutto dai trasteveriniche hanno voluto aggiungere alla festal’appellativo “de’ noantri” cioè “di noialtri”, in opposizione a “voi altri che

abitate in altri quartieri”. Domenica 19 ilcardinale vicario Angelo De Donatispresiederà la celebrazione liturgica alleore 19 in piazza Santa Maria in Trastevere.La statua della Vergine in legno di cedrocustodita nella chiesa di Sant’Agata saràtrasportata per l’occasione in piazza issatasu un apposito automezzo. «Rispettandole distanze fisiche di sicurezza, per laMessa ci saranno oltre cinquecento postia sedere e saranno installati maxischermiper permettere a tutti di partecipare allaliturgia – spiega Pietro Solfizi, governatoredell’arciconfraternita del SantissimoSacramento e Maria Santissima delCarmine a Trastevere –. Siamo contentiche riusciamo a fare qualcosa. È la primavolta che non si tiene la processione per levie del quartiere. Si è svolta anche intempo di guerra». Si potrà accedere inpiazza solo muniti di biglietti che

potranno essere gratuitamente ritiratinella chiesa di Sant’Agata. Domenica 26monsignor Gianrico Ruzza, già ausiliaredi Roma e nominato da Papa Francescovescovo di Civitavecchia–Tarquinia,presiederà la suggestiva processione sulTevere della “Madonna Fiumarola”, cosìribattezzata perché, secondo la tradizione,la statua fu ritrovata alla foce del Teverenel 1535 dopo una violenta tempesta.Partenza prevista per le 19.30dall’imbarcadero del Circolo canottieriRoma. Alle 20.30 è previsto l’arrivo aPonte Garibaldi e anche in questo casonon si terrà la consueta processione fino aSanta Maria in Trastevere. L’effige saràimmediatamente trasferita nella chiesa diSant’Agata con un apposito furgone.«Nonostante le restrizioni, la gentedesidera questo momento – dice il rettoredella chiesa di Sant’Agata don Paolo

Asolan –. Non è un interesse legato soloal folklore ma c’è nel cuore deitrasteverini un profondo legame con laMadonna. C’è da sperare che l’assenzadell’aspetto popolare faccia emergere ilnocciolo che rende importante questacelebrazione e il motivo per il quale resitedopo secoli». Per don Renato Tarantelli èla prima Festa de’ noantri in qualità diprimicerio dell’arciconfraternita.Nominato lo scorso novembre, nonnasconde la sua emozione e confessa chesi sta preparando con la preghiera.Rimarcando le parole del rettore Asolan,afferma che «senza gli aspetti popolariemergerà il senso spirituale dellasolennità. È molto bello il modo in cuil’arciconfraternita si sta preparando aquesto momento. Il Signore stacompiendo cose più semplici macertamente più belle».

S

Domani a Trastevere l’inizio del triduoIl 19 la liturgia presieduta dal cardinale,il 26 la processione della “MadonnaFiumarola” sul Tevere guidata da Ruzza

Il vescovo Palmieri

La Festa de’ Noantri 2019 (foto Gennari)

2 Domenica12 luglio 2020

Dalla Santa Sede le proposte per il dopo-emergenza

DI ANDREA ACALI

no «tsunami di crisi umanitaria, in cuisiamo stati tutti colpiti dall’impattodella pandemia, particolarmente for-

te sull’armonia e sulla pace, con un aumen-to della violenza domestica, dei conflitti, del-la brutalità cresciuti nei vari Paesi. E di cuiavventurieri senza scrupoli hanno addirit-tura cercato di approfittare per scatenarenuove guerre». Sono gli eventi analizzati dal-la Commissione vaticana per il Covid–19presieduta dal cardinale Peter Turkson, pre-fetto del Dicastero per il Servizio dello svi-luppo umano integrale, intervenuto mar-tedì a una conferenza stampa in Vaticano.

Un incontro in cui sono state presentate leproposte della Santa Sede per fronteggiare leconseguenze della pandemia, elaborate dal-la Commissione voluta dal Papa lo scorsomarzo. A cominciare dalla riduzione dellespese militari, in linea con quanto chiestodal Papa all’Angelus di domenica.Il cardinale ha accolto con favore la recen-te approvazione da parte del Consiglio diSicurezza dell’Onu di un cessate il fuocoglobale. Ha ribadito con forza che occorrelavorare non per «generare conflitti ma perconsolidare la pace». Per questo dalla San-ta Sede arriva l’«appello per rafforzare le at-tività diplomatiche e dare aiuti e speranzasoprattutto nei luoghi più vulnerabili. De-ve esserci una sola lotta nel mondo – haripetuto il cardinale –: quella contro il Co-vid–19». Arrivano richieste di aiuto maspesso bisogna fare i conti con i conflittiesistenti. «Aumentano le tensioni politi-che, anche per il calo dell’occupazione ole limitazioni ai movimenti».

La Commissione «riconosce che non ci puòessere pace senza riconciliazione e guarigio-ne». Serve poi una «globalizzazione della so-lidarietà, perché siamo tutti collegati». L’o-biettivo è «promuovere la concordia inter-nazionale e la fiducia reciproca».Insieme al porporato c’erano due membridella stessa Commissione vaticana per il Co-vid–19: suor Alessandra Smerilli, coordina-trice della task–force Economia e ordinariodi Economia politica alla Pontificia FacoltàAuxilium (che sul nostro giornale cura la ru-brica dedicata all’Economia sostenibile), e A-lessio Pecorario, coordinatore della task–for-ce Sicurezza e officiale del Dicastero.«La pandemia – ha detto suor Smerilli – hafatto emergere l’importanza del bene comu-ne». Sono emerse «le nostre fragilità, a parti-re dai sistemi sanitari» e si è capito che «intutto il mondo hanno bisogno di maggioriinvestimenti di qualità». Drammatico, poi,l’impatto sui posti lavoro. «Le vie di uscita cisono – ha affermato la religiosa – ma richie-

dono capacità di visione, coraggio e colla-borazione internazionale. Nessuno Stato po-trà farcela da solo. Investimenti in sanità e cu-ra, transizione ecologica, riqualificazione deilavoratori e aiuto alle imprese».La strada indicata è l’abbandono dellacorsa agli armamenti per fare «la corsaverso la sicurezza alimentare, di salute elavorativa. Abbiamo bisogno – ha con-cluso l’economista – di un patto colletti-vo per indirizzare le risorse per la sicu-rezza nella salute e per il benessere».Pecorario ha snocciolato alcuni dati, tracui quello dell’Istituto internazionale diricerca sulla pace di Stoccolma, secondocui «la spesa militare globale nel 2019 è sta-ta di 1,9 trilioni di dollari Usa (che supe-ra di gran lunga le spese militari globali an-nuali durante la guerra fredda ed è circa300 volte il budget dell’Oms)». Il cardi-nale Turkson ha ricordato l’impegno del-le commissioni Iustitia et Pax e di CaritasInternationalis nelle Chiese locali.

U

Le riflessioni della task–forcevaticana per l’emergenza CovidSanità, ambiente, lavoroe riduzione delle spese militari

Suor Alessandra Smerilli

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 3: Ennio Morricone - RomaSette · 2020. 7. 13. · in primo piano. Il ricordo del vescovo Libanori che ha celebrato il funerale privato Ennio Morricone «vero artista, fede schietta»

Nella Messa a 7 anni dalla visita a LampedusaFrancesco ricorda l’incontro con i migrantisull’isola. Il pensiero agli abusi ai loro danni«Il benessere rende insensibili alle grida altrui»

Inaugurata al Pantheonla nuova illuminazione

Il Papa: Libia, l’infernonei lager di detenzione

DI ANDREA ACALI

ono passati sette anni da quellastorica e commovente prima vi-sita di Papa Francesco fuori dal

Vaticano, a Lampedusa, approdo dimigliaia di disperati, cimitero per mol-ti che cercavano una nuova vita e nonce l’hanno fatta, sponda di quel Me-diterraneo che tanti altri profughi ha

Singhiottito senza nemmeno restituir-ne più i corpi. Il pontefice ha volutoricordare mercoledì quel viaggio conuna celebrazione nella cappella di Ca-sa Santa Marta, alla quale ha parteci-pato solo il personale della sezioneMigranti e rifugiati del Dicastero peril Servizio dello sviluppo umano in-tegrale, a motivo della pandemia, coni sottosegretari, il cardinale Czerny epadre Baggio, in prima fila.«Alla luce della Parola di Dio – ha det-to il Papa nella sua omelia – vorrei ri-badire quanto dicevo ai partecipanti almeeting “Liberi dalla paura” nel feb-braio dello scorso anno: “L’incontrocon l’altro è anche incontro con Cri-sto. Ce l’ha detto Lui stesso. È Lui chebussa alla nostra porta affamato, as-setato, forestiero, nudo, malato, car-cerato, chiedendo di essere incontra-to e assistito”. Chiedendo di poter sbar-care», ha aggiunto a braccio. E ha poiricordato il passo evangelico “Tuttoquello che avete fatto…”. «Nel bene enel male – ha esclamato il Papa –.Questo monito risulta oggi di bru-ciante attualità. Dovremmo usarlo tut-

ti come punto fondamentale del no-stro esame di coscienza tutti i gior-ni. Penso alla Libia, ai campi di de-tenzione, agli abusi e alle violenzedi cui sono vittime i migranti, aiviaggi della speranza, ai salvataggie ai respingimenti».Poi, a braccio, ha raccontato il suo ri-cordo di «quel giorno di sette anni fa.Alcuni mi raccontavano le loro storie,quanto avevano sofferto per arrivare lì.E c’erano degli interpreti… e uno rac-contava cose terribili nella sua linguae l’interprete sembrava tradurre benema il primo parlava a lungo e la tra-duzione era breve. Pensai che quellalingua per esprimersi ha giri più lun-ghi. Poi il pomeriggio nella receptionc’era una signora – pace alla sua ani-ma, se n’è andata – che era figlia di e-tiopi e capiva la lingua e aveva guar-dato in tv l’incontro. Senta, mi disse,quello che il traduttore etiope le hadetto non è nemmeno la quarta par-te delle torture e delle sofferenze chehanno vissuto. Loro mi hanno dato laversione distillata. È quello che succe-de oggi con la Libia. Sì, c’è la guerra, è

brutta ma non immaginate l’infernoche si vive lì, in quei lager di deten-zione… E questa gente solo veniva conla speranza di attraversare il mare».Francesco, commentando le letture delgiorno, ha ricordato ancora una vol-ta, come fece a Lampedusa, che «la cul-tura del benessere, che ci porta a pen-sare a noi stessi, ci rende insensibili al-le grida degli altri, ci fa vivere in bolledi sapone, che sono belle, ma non so-no nulla, sono l’illusione del futile, delprovvisorio, che porta all’indifferenzaverso gli altri, anzi porta alla globaliz-zazione dell’indifferenza. L’appello diOsea ci raggiunge oggi come un rin-novato invito alla conversione, a vol-gere i nostri occhi al Signore per scor-gere il suo volto», perché «la ricercadel volto di Dio è garanzia del buonesito del nostro viaggio in questo mon-do». Il Papa ha concluso l’omelia in-vocando la Vergine Maria “Solaciummigrantium”, affinché «ci aiuti a sco-prire il volto del suo Figlio in tutti i fra-telli e le sorelle costretti a fuggire dal-la loro terra per tante ingiustizie da cuiè ancora afflitto il nostro mondo».

il turno del Pantheon: RomaCapitale e Acea vogliono per i

monumenti della Città eterna una«illuminazione artistica e d’accento»,con diversi piani di allineamento pernon «appiattire» il risultato finale. AlPantheon, venerdì sera è statoinaugurato l’ammodernamentodell’impianto di illuminazionepubblica che riguarda, così si leggenella relazione, «l’intero impiantoarchitettonico con unailluminazione d’accento cheenfatizza alcune parti ed elementid’arredo architettonico presenti».Sono così sottolineate le superficiverticali e gli elementi di marmo invia della Palombella, ma la veranovità è la nuova illuminazione delpiano di calpestio del pronao, ovverodel pavimento: l’obiettivo èrestituire l’intero volume delPantheon a una forte visibilitànotturna. I tecnici della Società Areti,in piena sicurezza sanitaria, nellanotte dell’8 luglio sono saliti nellospazio terrazzato accessibile dallacosiddetta basilica di Nettuno per ilpuntamento dei proiettori in vistadell’inaugurazione. Venerdì seraerano presenti il sindaco di Roma,Virginia Raggi; Michaela Castelli,presidente del Consiglio diamministrazione di Acea; DanielaPorro, a capo della Soprintendenzaspeciale archeologia, belle arti epaesaggio di Roma; Edith Gabrielli,alla guida della Direzione dei Museistatali della città di Roma;monsignor Daniele Micheletti,arciprete rettore della basilica delPantheon. «Tutti i romani, in ogni

epoca, dall’antichità a oggi – riflettemonsignor Micheletti –, sonoparticolarmente legati al Pantheon,che è sempre stato per ognigenerazione un punto di riferimentocentrale per la città. In un momentocome quello attuale, dove il futuro èpiù incerto che mai, come ha giàdetto il parroco per Santa Maria inTrastevere in una occasione similare,“la nuova illuminazione potràcontribuire a indicare la porta diingresso fisica e spirituale verso unluogo di culto che emana speranza,carità e solidarietà”». Ogni annomilioni di visitatori entrano nellabasilica del Pantheon: «Alcuni nonsanno neppure che è una chiesacristiana – dichiara ancora il rettore–. Alcuni non sono cristiani. Moltinon sono neppure donne o uominicon una qualche fede religiosa. Sonoturisti. Turisti dai mille volti, spessodistratti, quasi portati dal flussodelle altre persone e delle cose. Siavvicinano al Pantheon per visitareun monumento di Roma antica. IlPantheon invece ha ancora una suavita, parla al presente e ha unfuturo. Il Pantheon risuona ancoradi canti e di inni a Dio. È un luogo diraccoglimento e di ricerca, didomanda e di risposta, è ancora unospazio sacro». La rinnovatailluminazione, è la conclusione delsacerdote, «ci inviterà nella notte adalzare lo sguardo, non soltanto pervedere ma per osservare. Pietre,statue, marmi colorati, una cupolapoderosa aperta al cielo… Perchéogni uomo diventi viaggiatore epellegrino di se stesso». (Giu. Ro.)

È

el rispetto delle misure sanita-rie parte la “Sant’Egidio Sum-

mer”, dedicata alle persone in diffi-coltà e a quanti sono maggiormen-te colpiti dalle conseguenze dellapandemia: l’«espressione di un’Italiagenerosa, che non rinuncia a vivereun’estate solidale». Nei mesi di lu-glio e agosto, in tutte le città dove èpresente, la Comunità di Sant’Egidio

non interrompe la sua presenza ac-canto ai poveri, continuando la di-stribuzione della cena itinerante aisenza dimora, mantenendo apertele mense e i centri di aiuto, e propo-nendo ai poveri gite al lago, al mareo in montagna, ma anche visite aparchi e musei. La #santegidiosum-mer anche quest’anno «sarà un tem-po di amicizia e solidarietà, perché

il distanziamento fisico non diventimai isolamento e solitudine: una va-canza possibile grazie all’impegno li-bero e gratuito di numerosi volon-tari». A queste iniziative si affianca la“Summer School of Peace“, che hagià coinvolto, solo a Roma, un mi-gliaio di bambini e ragazzi delle scuo-le primarie e secondarie di primogrado in 20 quartieri della periferia.

N«Sant’Egidio Summer», amicizia e solidarietà

Torna «Echi d’organo», rassegna a Campitelliggi torna “Echi d’organo incantoria”, la rassegna musicale

nella chiesa di Santa Maria in Porticoin Campitelli giunta alla IV edizione eorganizzata dall’associazione “LaCantoria”. Per tre domenicheconsecutive professionisti affermati egiovani emergenti accompagnerannoall’organo soprani e tenori che siesibiranno davanti a un pubblico almassimo di 110 persone, in osservanzadelle norme di sicurezza per contenerela diffusione del Covid–19.L’appuntamento è alle 12 e ogniconcerto sarà preceduto dalla letturadel Vangelo del giorno e da unameditazione del parroco padre DavideCarbonaro. «Sarà un momento in cui lafede si incontra con l’arte, la bellezza ela musica – afferma il sacerdote –. IlSignore canta l’amore per la Chiesa e ilpopolo risponde alla bellezza della

Parola». La stagione musicale estiva aSanta Maria in Portico in Campitelli,uno dei più antichi santuari mariani diRoma, in realtà è già iniziata il 1°luglio con i “Concerti del Tempietto”promossi dall’associazione “Festivaldelle Nazioni” nel chiostro dellachiesa. Domenica scorsa, la comunitàaffidata alle cure pastorali dei ChiericiRegolari della Madre di Dio – ordinefondato alla fine del ‘500 da sanGiovanni Leonardi – ha ospitatol’arcivescovo Giacomo Morandi,segretario della Congregazione per laDottrina della fede. Il presule hapresieduto la celebrazione eucaristicatrasmessa in diretta su Rai Uno eall’inizio della liturgia ha pregato perPompeo Carbonaro, padre di donDavide, morto all’alba di domenica.Commentando il Vangelo, il presule hatracciato l’identikit dei “piccoli” ai

quali il Signore ha «manifestato imisteri del Regno» rimasti nascosti aipresuntuosi. Piccoli nell’anima,testimoni gioiosi della fede, miti ecapaci di compiere ogni dovere conamore. Questi sono i veri discepoli diGesù, coloro che sono in grado diaccogliere la Sua Parola, gli umili chesi stupiscono delle meraviglie di Dio alcontrario di chi, accecato dallapresunzione e dall’orgoglio, assume un«atteggiamento pregiudiziale». Gliscribi e i farisei di ieri sono i sudditidell’egocentrismo di oggi la cui«supponenza impedisce di diventarediscepoli». Nelle parole di Morandi, «lavia maestra è l’umiltà, la piccolezza dichi vive giorno dopo giorno nellaconsapevolezza che tutto è donato eche niente è dovuto». La paginaevangelica è scandita da tre azioniconcatenate. La preghiera di lode e di

ringraziamento di Gesù rivolta alPadre, l’invito ai discepoli adabbandonare ogni oppressioneaffidandosi a Lui e l’esortazione aseguire il Suo esempio. «L’oppressionederiva dal modo di vivere la fede», haspecificato Morandi, spiegando che lafede non può essere basatasull’osservanza delle leggi e deiprecetti. «Bisogna imparare a vivere lafede evangelizzando la gioia di esserecredenti – le parole del presule –, diessere discepoli non per meriti ma pergrazia, per un’iniziativa gratuita daparte del Padre che attira a Gesù, ilquale introduce nella vita trinitaria».Chi abbraccia il Vangelo impara daGesù la mitezza e «immette nellerelazioni la forza dell’amore». Perquesto l’esortazione del vescovo è di«fare per amore ciò che bisogna fareper dovere». (Ro. Pu.)

O

La chiesa diSanta Maria adMartyres,conosciutacomePantheon

in città

A Santa Maria in Portico per tredomeniche, ingressi contingentatiIl parroco: «La fede si incontra con l’arte, la bellezza e la musica»

Sette anni fa la visita del Papa a Lampedusa (foto Agenzia Sir)

3Domenica12 luglio 2020

arco Di Tommasi è il nuovopresidente dell’Azione cattolica

di Roma. A nominarlo, tra una ternadi candidati presentati dall’assistentediocesano don Sergio Paolo Bonanni,il cardinale vicario Angelo DeDonatis. Il porporato rivolge alnuovo responsabile «congratulazionie auguri per il lavoro importante chesi troverà a svolgere per la direzionedell’associazione diocesana in chiavedi collegialità e di unitarietà,coadiuvato dalla Presidenza e dalConsiglio diocesani». Succede a RosaCalabria, che ha guidato l’Acdiocesana negli ultimi sei anni.Marco Di Tommasi, della parrocchiaSan Mattia Apostolo, 62 anni, sposatocon Anna Luisa e papà di due figli, èpresidente parrocchiale. È statovicepresidente diocesano per ilsettore adulti. È ministrostraordinario della comunione. In

ambito lavorativo è dirigente di unente pubblico. «Assumo lapresidenza dell’Azione cattolicadiocesana di Roma con timore etremore – dichiara –, con un sottilesenso di indegnità e diinadeguatezza, ma con la fermaconvinzione che non sarò solo nelservizio e che la gioia sarà superiorealla fatica. Vi porto tutti nel cuore enella mia preghiera davanti alSignore, e vi chiedo di sostenermicon la vostra preghiera». Nella sualettera all’assistente diocesano, ilcardinale De Donatis ripercorre ilcammino pastorale e il ruolo dell’Acal suo interno. «Come si sa la diocesiha indicato alle parrocchie lacostituzione di équipe pastorali –ricorda il proporato –, comestrumenti operativi e propositivi, alloscopo di attuare la prospettivapastorale della presenza significativa

e testimoniante ed evangelizzantedelle comunità ecclesiali all’internodel tessuto cittadino, così come siesprime e vive nei quartieridifferenti. L’11 maggio scorso hoinviato una scheda ai parroci perinvitarli a riflettere insieme agli altrisacerdoti della parrocchia, aicollaboratori pastorali per avviare inmodo solidale la piena ripresa dellavita parrocchiale». Poi prosegue:«Sono convinto del ruolo chel’Azione cattolica può avere sianell’offrire la disponibilità ai singolisoci alla eventuale richiestapersonale di collaborazione da partedei parroci sia il convinto sostegno allavoro che l’équipe svolgerà perpromuovere la consapevolezza attivadell’intera comunità parrocchiale inchiave di evangelizzazione e ditestimonianza del Signore».

Giulia Rocchi

M

Morte di padre BoccuzzoEra parroco al Salario

n parroco molto delicato neirapporti personali e tenace nelperseguire i suoi obiettivi». Padre

Giuseppe Celano ricorda così il confratellopadre Nicola Boccuzzo dell’Ordine di SantaMaria della Mercede morto all’alba di venerdì,all’età di 76 anni. I funerali si sono svolti ieri.Dal 1° ottobre 2018 era parroco a Santa Mariadella Mercede e Sant’Adriano nel quartiereSalario e da qualche anno lottava contro untumore. Nato a Fontanarosa (Avellino) il 28giugno 1944, era stato ordinato sacerdote il 9agosto 1970 nell’ordine dei mercedari la cuispiritualità è fondata sull’imitazione di Gesùvisto come Redentore dell’umanità. Ha svoltoil suo ministero sacerdotale in vari comuniitaliani da Caltanissetta a Nemi a Orvieto.Nella località in provincia di Terni era statoanche cappellano dell’ospedale Santa Mariadella Stella dal 2012 al 2018. Per la diocesi diRoma era stato anche parroco della parrocchiadi San Ferdinando Re dal 2003 al 2006. (R. P.)

U«Marco Di Tommasi presidente dell’Ac diocesana

Marco Di Tommasi

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 4: Ennio Morricone - RomaSette · 2020. 7. 13. · in primo piano. Il ricordo del vescovo Libanori che ha celebrato il funerale privato Ennio Morricone «vero artista, fede schietta»

rriva dall’Australia,dopo la presentazioneall’ultimo Festival di

Berlino, una serieinteramente dedicata a unodei temi più delicati delnostro tempo:l’immigrazione. L’ha ideata,prodotta e interpretata –anche se in un ruolosecondario – la straordinariaCate Blanchett: australianalei stessa, ambasciatriceUnhcr (l’Agenzia Onu per irifugiati) e già due volte

premio Oscar con The Aviator e Blue Jasmine. La serie, daltitolo Stateless, è basata su fatti reali e racconta lacondizione di chi è senza uno spazio da vivere in armoniae nel quale poter progettare un futuro dignitoso. I seiepisodi, disponibili dall’8 luglio su Netflix, sonoambientati in un centro di detenzione per immigrati erichiedenti asilo nel cuore del deserto australiano: uncontenitore asettico, metallico, pieno di barriere eburocrazia. Lo spazio, soprattutto, di un’attesa logorante,

disumana, lunghissima, che ha il sapore della prigionianella speranza di una risposta positiva circa il visto pervivere in Australia. Un luogo respingente, quelloraccontato in Stateless, con la disperazione di curdi,iracheni, con famiglie ingiustamente separate, con undolore che contagia anche chi nel centro lavora, come duedei quattro i personaggi principali della serie che – permotivi diversi – si trovano a convivere in una realtà dove imigranti vengono chiamati con un numero e dove «è piùfacile pensare al passato dal quale si è fuggiti – dice Ameer,profugo afghano della minoranza hazara, una delle figurecentrali della serie – mentre uscendo sarebbe possibileimmaginare un futuro». È arrivato nel centro dopo averperso sua moglie e una delle sue due figlie nella traversatain mare, ma sarà disposto a separarsi anche dall’unicoaffetto rimastogli pur di rendergli possibile un futuro inAustralia. La seconda storia è quella di Cam: un agente cheinizia a lavorare nel campo per garantire benessereeconomico alla sua famiglia, ma viene presto contagiatodalla sofferenza vissuta ogni giorno e porta la sua crisipersonale in casa, fino a mettere a rischio il suomatrimonio. Poi c’è Claire, funzionario che deve gestire irapporti del centro con la politica e la stampa: ha semprevissuto il suo lavoro con rigore, ma per lei si apre un

conflitto interiore che la porterà a scegliere tra umanità ecarriera. Infine, c’è la storia da cui la serie traeprincipalmente ispirazione: quella di una donnaaustraliana affetta da problemi psichici che finisce nelcampo perché senza documenti e vi rimane, aggravandosi,per lungo tempo. Si chiama Sophie Werner (l’YvonneStrahovski di The Handmaid’s Tale) e si rifà alla storia veradi Cornelia Rau, nata in Germania ma in Australia conpermesso di soggiorno permanente. Malata dischizofrenia, fuggì nel 2004 da un ospedale psichiatrico efinì in uno dei centri descritti dalla serie rimanendovi permesi senza che venissero comprese la sua malattia e la suaidentità. Il suo ritrovamento mise in moto un’inchiesta dacui emersero molti casi di detenzione illegale e – spiegauna didascalia di Stateless – portò «all’urgente riforma deldipartimento immigrazione austrialiano». Sophie è quindisimbolo della scarsa cura verso ogni fragilità umana, diun’osservazione insufficiente della persona da parte di unintero sistema. Lo stesso Ameer dice: «Sono un padre, uninsegnante e un uomo di fede. Perché non vedete questoquando mi guardate?» La denuncia di Stateless, allora, ciricorda di anteporre sempre la vita, il suo sentire interiore,ogni singola sofferenza all’ interesse economico o politico.

Edoardo Zaccagnini

ARifugiati, su Netflix la serie-denuncia di Cate Blanchetttelevisione

Il report realizzato da Sfera (Rcs MediaGroup)in collaborazione con il Forum nazionaleIn difficoltà a causa dell’emergenza il 45,3% dei nuclei, per lo più per motivi economici

DI ROBERTA PUMPO

na fotografia con luci eombre. Se il lockdown,contro ogni più rosea

previsione, ha migliorato lerelazioni familiari, nel post Covid–19 cresce la preoccupazione perl’economia e nasce l’ansia chepossano presentarsi nuovepandemie. Il 45,3% delle famiglieitaliane sta affrontando difficoltàscaturite dall’emergenza sanitaria,problematiche che per il 71% siconcentrano nella sfera economicaseguite da incertezze lavorative(52%) e assenza di servizi e gestionedei figli (entrambi34%). Per questo 6famiglie su 10chiedono a granvoce l’assegnounico–universale perfiglio e il 51%auspica la ripresadelle attivitàscolastiche per tutti asettembre. Il ritornoin classe, infatti,inficia direttamente sull’attivitàlavorativa. È quanto emerge dalreport “Le famiglie e l’emergenzaCovid–19: una fotografia attuale”,realizzato dal networkinternazionale di Sfera, l’area di RcsMediaGroup dedicata all’infanzia,in collaborazione con il Forumdelle associazioni familiari.L’indagine è stata presentata giovedìmattina, durante una conferenzatrasmessa in streaming sulla paginaFacebook del Forum.Dal 5 al 15 giugno sono stateintervistate 12.500 famiglie e

l’attenzione si è focalizzata su uncampione di 1.344 nuclei i cuigenitori hanno un’età compresa tra i20 e i 59 anni con istruzioneelevata. L’improvvisa coabitazioneforzata da coronavirus ha permessoalle famiglie di trovare un proprioequilibrio. Il 56% degli intervistatiha affermato che il lockdown nonha inciso sulla relazione di coppia eper il 31% ha inciso positivamente.«Per tanto tempo si è parlato dellaqualità del tempo da trascorrere coni propri cari ma la “lezione Covid”insegna che è importante anche laquantità» ha rimarcato ChiaraBidoli, direttrice delle testate area

infanzia del gruppoRcs MediaGroup.Bilancio positivoanche per il 48% difamiglie con figli adimostrare che «lavoglia di stareinsieme ha vinto ledifficoltà oggettive».Per nulla rosee leprospettive per ilfuturo. Il 49% degli

intervistati prevede unpeggioramento della situazioneeconomica, il 47% di quellalavorativa ed è alta la percentuale dicoloro che vedono con criticitàl’aspetto sociale (33%).Gigi De Palo, presidente nazionaledel Forum delle associazionifamiliari, ha commentato l’aspetto“politico” emerso dalle rispostedelle famiglie italiane spiegandoche le misure adottate dal governocon il dl Rilancio sono state accoltecon poco entusiasmo. Il 71% non èsoddisfatto delle soluzioni previste

per il riavvio del prossimo annoscolastico, il 57% si è dettoscontento del reddito di emergenza,solo il 25% ritiene soddisfacentel’estensione dei congedi parentali,un italiano su 5 è contento delbonus per gli autonomi mentre unosu due non lo è affatto. «Le famiglievogliono misure concrete – ha dettoDe Palo –. Non hanno grilli per latesta e non vogliono laparcellizzazione degli aiuti». Per ilpresidente del Forum non chiedono«l’elemosina», ma desiderano«essere messe nelle condizioni diaiutare il Paese». Ancora una volta,«i nuclei familiari – ha rimarcato ilpresidente del Forum nazionale –sono espressione chiara delleesigenze del Paese reale ecomprendono la distanza deiprovvedimenti messi in campo daquanto è più necessario per loro eper i loro figli».Guardando all’immediato futuro,nei prossimi tre anni il fallimento diaziende e settori è fonte dipreoccupazione per il 68% dellefamiglie, seguito dall’aumento della

povertà (65%) e dall’incremento deldivario tra ricchi e poveri (50%). Inun arco temporale più ampio e conlo sguardo rivolto ai prossimivent’anni, cresce il timore per nuovepandemie e per il calo delle nascite.«Se non ci fossero state le famiglie,l’Italia non avrebbe retto», haspecificato Chiara Giaccardi,direttrice del comitato tecnico–scientifico dell’Osservatorionazionale sulla famiglia, la quale haammesso di non amare «la retoricadella ripartenza», che puòriguardare una macchina. «Lasocietà si rigenera e mette in campoenergie che scopre quando la provaè più dura», ha specificato. A talproposito ritiene che il senso dellegame e la responsabilità verso lefasce più deboli «debba esserevalorizzato in questa fase dirigenerazione».Per la scrittrice Francesca Vallaquesto «momento di fragilità» hamesso in luce la forza delle famiglieitaliane che hanno «reagitolavorando sull’ascolto eproteggendo i propri legami».

U

Famiglie,le prioritàper il dopo

la ricerca. Assegno unico e scuola per tutti a settembreNo agli armamentiInvestire in sanità

a pandemia ha rivelato la vera portata della nostrainterconnessione. Sappiamo che la salute è un bene

comune globale e che anche i servizi di prevenzione ecura devono essere globali. In particolare, la saluteglobale deve essere considerata un bene comune nelsenso che tutti ne hanno diritto, ma anche pariresponsabilità nel promuoverla. I sistemi sanitari intutto il mondo hanno bisogno di maggiori investimentidi qualità. C’è bisogno di protezione nei confronti dellemalattie trasmissibili, e di investire in prevenzione.Inoltre, la recessione economica che sta attraversandoe attraverserà tutto il mondo provocherà lospiazzamento di milioni e milioni di posti di lavoro. Lacrisi economica e sociale potrebbe avere dimensionidisastrose. In Italia le previsioni sono molto cupe daquesto punto di vista. Le vie di uscita ci sono, marichiedono capacità di visione, coraggio ecollaborazione internazionale. Investimenti in sanità ecura, transizione ecologica, riqualificazione deilavoratori e aiuto alle imprese che subirannoinizialmente danni dalla transizione. Di tutto questoabbiamo bisogno, e per farlo sono indispensabiliingenti investimenti pubblici. Papa Francesco haistituito una commissione per pensare al mondo apartire dalla pandemia. Ha chiesto soluzioni creative.Allora ci domandiamo: se invece di fare la corsa agliarmamenti, facessimo la corsa verso la sicurezzaalimentare, di salute e lavorativa? Cosa chiedono icittadini in questo momento? Hanno bisogno di unoStato militarmente forte, o di uno Stato che investa inbeni comuni? Come ogni cittadino vorrebbe che fosserospesi i propri soldi oggi? Ha senso continuare a faremassicci investimenti in armi se poi le vite umane nonpossono essere salvate perché mancano le strutturesanitarie e le cure adeguate? Se ho una persona malatain famiglia e ho bisogno di spendere per le cure, nonindirizzerò tutte le mie risorse per curare il miofamiliare? Oggi la prima sicurezza è quella della salutee dello star bene delle persone. A cosa servono arsenaliper essere più sicuri, se poi basta una manciata dipersone infette per far dilagare l’epidemia e provocaretante vittime? La pandemia non conosce confini. E cosìle soluzioni: devono essere senza confini. Sappiamobene che il tema è più complicato di quello chesembra: la corsa agli armamenti è un dilemma chevede gli Stati, per paura degli altri Stati, o per volerprimeggiare, continuare ad aumentare i propri arsenalimilitari. Ma questo genera un circolo vizioso che nonfinisce mai, spingendo ad aumentare sempre più lespese militari. La spesa militare nel mondo nel 2019 haraggiunto il livello più elevato. È una competizione chespinge a spese irrazionali pur di mantenere le proprieposizioni. Tale tipo di corsa si arresta solo con unavolontà collettiva di autodelimitazione. Abbiamobisogno di leaders coraggiosi che dimostrino di credereal bene comune. Abbiamo bisogno di un pattocollettivo per indirizzare le risorse per la sicurezza nellasalute e per il benessere.

L

La preoccupazione per lacrisi e per l’aumentodella povertà. De Palo:servono misure concreteInsoddisfazione dopoi provvedimenti adottaticon il dl Rilancio

cultura

Cinema in piazza a “Tor Bella”orna da domani al 26 luglio, a piazzaCastano, “R–Estate a Torbella – Notti

di cinema in piazza”, l’arenacinematografica all’ aperto promossadall’Osservatorio per la legalità e lasicurezza e dall’assessorato alle Pariopportunità della Regione Lazio, “Alicenella città” che cura la direzioneartistica, Libera, Tor Più Bella, EveryChild is My Child onlus, Zalib, Emergency,con il patrocinio del Municipio VI e ilsupporto di Mibact e Miur.Un programma di qualità che verràinaugurato dal regista ClaudioGiovannesi con “Fiore”, il 14 luglio PaolaCortellesi e Riccardo Milaniaccompagneranno la commedia “Comeun gatto in tangenziale”. Il 24 luglio unaserata dedicata alle scuole e alla realtàdel quartiere. Le proiezioni sarannoprecedute da sequenze dei film con lemusiche di Ennio Morricone per rendereomaggio al grande compositore.

T

informazione

Chiude «La Cittadella», la vicinanza della Fiscopo pochi giorni dalla sospensione delle pubblicazioni delsettimanale della diocesi di Trieste, “Vita Nuova”, «assistiamo ora

con sorpresa alla preannunciata cessazione, dal prossimo 1° gennaio2021, della pubblicazione del settimanale “La Cittadella”, una testatacon una lunga storia alle spalle ed edita da tre anni come

supplemento domenicale di “Avvenire”». Losottolinea in una nota Mauro Ungaro,presidente della Federazione italianasettimanali cattolici (di cui ancheRomasette.it fa parte), che esprime sostegnoe vicinanza al responsabile don GiovanniTelò. «Non possiamo come Fisc – di cui “LaCittadella” è storica componente – nonguardare con grande preoccupazione aquesta decisione», afferma Ungaro. «Consempre maggiore frequenza la vita delletestate diocesane viene decisa sulla base di

mere valutazioni di carattere economico, dimenticando che esserappresentano un’espressione di carità culturale a servizio di tutta lacomunità ecclesiale ed un elemento fondamentale per preservare lademocrazia nel nostro Paese. Quando un settimanale diocesano ècostretto a chiudere, viene spezzato per sempre quel filo di storie che,come ha ricordato Papa Francesco, costituisce la fondamentalememoria della comunità civile ed ecclesiale».

D

in città / 1

Foro di Augusto, torna spettacolo con Piero Angelaormula vincente non si cambia. La grandezza della storia, il fasci-no della “location” e la voce che anima il racconto: è il mix di “Viag-

gi nell’antica Roma”, lo spettacolo multimediale che fa rivivere la sto-ria del Foro di Augusto con la voce di Piero Angela.Dopo i successi degli scorsi anni torna: mercoledì scorso è partitala nuova stagione, e si andrà avanti fino all’8 novembre. Gli spet-

tatori possono sedere sull’apposita tribu-na in via Alessandrina, ovviamente con leregole dettate dall’emergenza sanitaria.Ingresso contingentato (max 50 persone areplica), misurazione della temperatura,audioguide protette da involucro monou-so e auricolari monouso, distanziamentointerpersonale di un metro.”Viaggi nell’antica Roma” – 8 lingue, tre re-pliche di 40 minuti ogni sera – è un’idea diPiero Angela e Paco Lanciano con la storicacollaborazione di Gaetano Capasso e con la

direzione scientifica della Sovrintendenza capitolina. I biglietti posso-no essere preacquistati online sul sito www.viaggioneifori.it o al callcenter 060608 (attivo tutti i giorni dalle ore 9 alle 19) o sul posto, pre-via compilazione della scheda anagrafica con i dati personali del visi-tatore, e nei Tourist Infopoint. Orari: dall’8 luglio al 31 agosto tutti igiorni ore 21 – 22 – 23. A settembre spettacoli dalle 20.

F

in città / 2

Aperto il centro estivo del Bioparco i vertirsi in sicurezza è lo slogan del centro estivo 2020 delBioparco di Roma. Rivolto ai bambini dai 4 ai 12 anni, è attivo

dal lunedì al venerdì con orario dalle 8.30 alle16.30. Le attività sonotutte all’aperto, per recuperare il tempo passato in casa; i bambinisono divisi in micro gruppi che prendono il nome di isole e svolgono

autonomamente le attività. I gruppi sonoautonomi e seguiti da un solo educatore,prevedendo un programma di turnazionedegli spazi in modo da evitaresovrapposizioni. Grande attenzione allemisure di sicurezza: oltre all’obbligo dimascherina per bambino eaccompagnatore, ogni educatore saràprovvisto, in aggiunta al kit di primosoccorso, del necessario per garantire lemisure igieniche, come gel disinfettante,mascherine di riserva e guanti monouso. Le

misure di prevenzione e le buone pratiche vengono inoltre veicolateattraverso info–grafiche, canzoni, cartelli, filastrocche. «Gli obiettiviper questa edizione – spiegano dal Bioparco – sono innanzituttoquello di offrire un programma giornaliero dai ritmi distesi; difavorire, nonostante la difficoltà, un clima di leggerezza e vacanza;di ideare attività di socializzazione che tengano conto del periodo diisolamento passato fino ad oggi».

D

4 Domenica12 luglio 2020

L’economia sostenibilea cura di

Alessandra Smerilli

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30