Giochi di ruolo

Passione

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o luoghi e/o a persone realmente esistenti è da

ritenersi puramente casuale.

Christine Key

GIOCHI DI RUOLO

Passione

Primo romanzo

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Christine Key

Tutti i diritti riservati

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«Basta! Ho deciso!» esplosi, aprendo la porta alla mia migliore

amica, e facendola accomodare all’interno della mia nuova casa.

Charlotte, non molto allarmata dalla mia ennesima decisione

impulsiva, ridendo mi chiese:

«Chi ti ha rotto adesso?» e, dondolando sul suo tacco dodici,

percorse il corridoio ed entrò nel salone sedendosi sul comodo so-

fà in pelle bianco.

«Devo dire sei stata brava ad arredare il tuo nuovo nido!» disse

guardandosi intorno.

Da qualche mese mi ero spostata dalla vecchia casa in affitto a

Notting Hill, a Chelsea dove avevo acquistato un appartamento in

stile Vittoriano, ristrutturato e moderno, più vicino alla city di

Londra.

Avevo giocato sui toni del bianco e del beige, e aggiunto ten-

daggi in seta dalle sfumature dorate. L’ingresso e il salone, pre-

sentavano grandi tappetti persiani, lampadari in cristallo, e un

caminetto sospeso che scendeva dal soffitto. Purtroppo avevo do-

vuto sostituire il vecchio e antico, in quanto non era recuperabile.

Il mio lavoro, che era costato sacrifici e sudore, ma nessuna

notte sotto qualche scrivania importante, mi permetteva di to-

gliermi vizi e capricci che prima non mi erano concessi, quando

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sgambettavo per la Direzione di una Banca di investimenti. Sti-

pendio basso e interminabili ore di lavoro straordinario, sabato

compreso, e nessuna riconoscenza.

La società che avevo costituito, insieme a un investitore già nel

settore, si occupava principalmente di Trading di materiale pri-

mario.

Dicendola tutta, non era mai stato nei miei sogni più reconditi,

piuttosto “palcoscenici e moda”, ma l’ignoto è sempre più attraen-

te del certo!

Inoltre, non solo per senso umanitario, avevo voluto inserire in

azienda un progetto nel settore dell’acqua potabile. Consideravo

tale tematica di vitale importanza e magari, poter arrivare un

giorno, a sostenere e aiutare, con qualche supporto ben studiato,

le popolazioni meno fortunate… anche se, detta così, sembrava

più uno slogan da reginetta di bellezza, tipo “vorrei la pace nel

mondo”!

Charlotte, al contrario di me, era una donna, anche lei vicino ai

quaranta anni, schietta, fino alla morte, e dura con chi lo merita-

va. Si innamorò talmente tanto del mondo del vino, da farne la

sua professione.

In primis divenne sommelier, e con il tempo uno dei migliori di

Inghilterra. Poi aprì un bellissimo studio di marketing e comuni-

cazione nello stesso settore e girava il mondo, un po’ chiamata a

dare giudizi, un po’ a promuovere le cantine che più adorava.

«Allora, oggi basta a cosa?» ripeté guardandomi da sotto le folte

ciglia.

«Sono stanca e ho voglia di staccare la spina, sbattere il mio cu-

lo su un comodo sdraio, e non toccare nessun mezzo che debba

guidare io!» risposi con enfasi.

«Cosa avevi in mente di preciso?» mi chiese curiosa.

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«Come al mio solito mi sono fatta abbindolare dall’annuncio di

qualcosa di nuovo…» dissi giocherellando con il mio Bulgari B.

zero tra le dita.

«Malata di shopping! Ma qui, immagino, non si parla

dell’ennesimo paia di Jimmy Choo di turno, vero?» chiese consa-

pevole che questa volta l’avevo fatta grossa.

«No.» risposi e ripresi a descrivere come una scolaretta: «Ho

letto che finalmente sarà varata la nuova nave da crociera super

chic del gruppo Princess dove lo shopping è fatto di una galleria

ad hoc con i migliori stilisti italiani e francesi, una Spa da urlo ge-

stita da Sisley, prodotti in cabina di Bulgari, ristoranti che vanno

dalla nuovelle cousine al giapponese, passando per mezzo emisfe-

ro, spettacoli etc… etc… etc… La ciliegina sulla torta: finalmente

hanno creato il modo per cui se sei single, o coppia senza figli,

potrai goderti la vacanza senza le urla isteriche di mamme e

marmocchi poco educati.» La guardai per capire una sua reazio-

ne ed esclamai:

«Insomma hanno diviso la nave!!!!!!» dissi con un tono tipo

commedia da palcoscenico.

Restai immobile. La mia amica invece mi stava scrutando a

bocca aperta, come se avesse appena visto un’infoiata prendere la

rincorsa per accaparrarsi l’ultimo paia di Chanel in saldo al 50%.

«Dai… che dici? Non ti sembra l’occasione perfetta per staccare

dal mondo e partire per mari sconosciuti? E in più questa crocie-

ra inaugurale prevede solo l’accesso su invito… anche se poi te la

paghi…»

Continuai in cerca di una sua reazione a parole.

«Ok, e da dove parte questa splendida e unica crociera, su un

grande barcone, che scarrozza pochi ricchi ma tanti soldi?» mi

chiese Charlotte sempre molto titubante.

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Presi il mappamondo in marmo che avevo fatto portare

dall’Italia, e con il dito iniziai a percorrere l’itinerario.

«Parte da Miami e scarrozza per il mare dei Caraibi, per poi at-

traversare l’Oceano e arrivare a Genova in Italia, toccando le isole

Canarie, il Marocco e la Spagna. Che dici? 20 giorni di piacere,

relax, shopping…»

«O 20 giorni di calvario se ti rompi…» rise guardando i miei

occhioni blu aperti a palla. E riprese con tono pacato: «Fammi

sapere se devo controllare voli last minute da qualche aeroporto

nel mondo, per farti tornare a casa!»

Charlotte conosceva bene le mie abitudini. Qualche anno pri-

ma, per farmi passare una delusione amorosa, ero partita per

Barcellona nei giorni di Natale. Arrivai e visitai subito le opere

che mi avevano sempre affascinato di Gaudì, come casa Batlò e

Mila, la Sagrada Familia e il bellissimo Parco Güell, ma il giorno

dopo mollai l’albergo e mi feci portare all’aeroporto di corsa in

cerca di un volo qualsiasi che mi riportasse in patria! E tutto que-

sto perché la mattina di Natale, appena sveglia, guardai fuori e

vidi… il nulla. Zero traffico, zero gente, una desolazione e il tem-

po stava peggiorando.

«Dai, a parte gli scherzi, sono felice che hai deciso di mollare la

tua scrivania. Ormai credo ci siano le impronte dei tuoi denti, se

guardi bene ai lati!» rispose ridendo.

«Allora convieni con me sulla scelta?» chiesi eccitata.

«No. Tu sai come sono io! Non sarebbe la mia prima, e nem-

meno seconda scelta. Ma credo invece che per te sia un toccasa-

na!»

«Sì!! Anche Jesse la pensa cosi!» dissi emozionata.

«Ah! C’è il suo zampino… E ci sono pure i suoi contatti! Vero?»

sorrise e concluse: «Voi due! Siete incorreggibili.» Mi abbracciò.

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«Chris, io purtroppo devo andare, devo vedere in centro un

gruppo di personaggi strani, che vogliono scoprire quanto costa

loro avermi in affitto per qualche giorno, mentre li accompagno a

visitare cantine di vino biologico.»

E strinse le spalle.

«Non ti piace il vino biologico?» le chiesi.

«No assolutamente. Ci sono delle cantine che meritano davvero

un encomio. Quello che non mi piace è doverle vedere a pranzo

oggi, quando potevo pranzare con te!» e fece il broncio.

Salutata la mia splendida spalla di avventure, iniziai a fare il

conto alla rovescia per la nuova impresa che mi aspettava.

Scrissi al mio migliore amico, Jesse, che come tutti i gay era

fantastico, bello da fare invidia e sempre allegro. Quando lo vede-

vo gli sussurravo all’orecchio: «Che spreco!» E lui mi guardava

con quegli occhi verde intenso e mi diceva: «Non devi essere egoi-

sta, le cose belle devono essere per tutti!»

Lo adoravo, ed era stato il mio gancio per poter riservare una

suite con balcone sulla nave dei sogni.

Mi diede appuntamento per un brunch veloce e per conse-

gnarmi tutte le informazioni e documenti necessari alla partenza

imminente. Mancavano solo cinque giorni. Wow, sabato avevo il

volo da Heathrow e dovevo avere tutto in ordine e questo signifi-

cava anche parrucchiere, unghie e magari un inizio di valigia.

Raggiunsi Jesse al Sartoria, dove prendemmo una buonissima

Coda di Rospo e un bicchiere di vino bianco. Uno Chardonnay

Fontanelle Banfi che la mia amica Charlotte diceva essere la sua

morte.

Ci piaceva andare a pranzo al Sartoria. Potevamo spettegolare e

poi uscire a fare shopping in un attimo, “il tutto con classe”. Que-

sto ovviamente era il pensiero di Jesse!

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Era un ristorante che proponeva pietanze in Stile Milanese, e

con una carta vini italiani interessanti. Si trovava a Mayfair, in

centro, dove Jesse spesso girava in cerca di idee.

«Allora principessa, pronta per la favola?» intonò guardandomi

arrivare di corsa.

«Prontissima, poi sono al salone per sistemare la chioma, le

mani e i piedi!»

«E shopping?» mi guardò da sotto i suoi classici Ray-Ban verdi.

«Non ci crederai, ma per una volta credo che non mi servirà

nulla… mi sembra ridicolo dirlo… ma ho tutto!»

«Non starai davvero scherzando?? Guarda che la ragazza,

sciarpata di verde, di I love Shopping, lo dice solo dopo aver bat-

tuto all’asta tutti i suoi pezzi migliori… che spreco!»

«Lo spreco… sei tu tesoro!» dissi con un sorriso sornione.

«No amore, le cose belle sono per tutti!» concludemmo in coro,

e ridendo brindammo al mio nuovo viaggio.

In effetti me lo meritavo, non avevo fatto vacanza da secoli e

non ricordavo nemmeno il gusto di infilarmi un abito da sera e

godermi la serata senza parlare di London Metal Exchange o di

Borsa di Shanghai!

«Allora, mia principessa, ricorda, sabato ore 10:45 volo da Lon-

dra, e dopo 9 ore circa, atterraggio a Miami. All’uscita ci sarà un

autista che ti verrà a prelevare per portarti all’hotel Viceroy Mia-

mi. Hai il pomeriggio per rilassarti e preparati per la serata di ga-

la della nuova nave, che si terrà al porto. La stessa macchina, e

quindi lo stesso autista, ti verrà a prendere per portarti all’evento.

Rigoroso vestito lungo, magari scollato da far vedere quelle tue

grazie che io non ho, ma che fanno morire tutti gli uomini…» Mi

guardò il décolleté che per me era abbondante, ma negli sguardi

etero, ci trovavi, spesso, un desiderio morboso di poterlo sfiorare,

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magari toccare.

Dopo la piccola pausa, Jesse, riprese: «Nella busta nera c’è il

pass. Ci sarà una piccola cerimonia e poi vi verrà servita la cena a

buffet su una struttura creata apposita al porto. Tesoro, tutto luci

e scintillio!» e continuò: «Dopo la cena, il tuo autista ti riporterà

in hotel per la notte, e, l’indomani mattina, colazione e partenza.

Il suo nome è Armand e starà con te dal tuo arrivo in aeroporto

alla tua partenza da Miami. è una persona fidata, mi è stato rac-

comandato dall’agenzia!»

«Wow Jesse, sembra che abbia confezionato un evento solo per

me!»

«Tesoro, l’abitudine alla perfezione mi segue come un’ombra,

anzi mi sa che ormai camminiamo insieme!» e rise.

Jesse aveva un’agenzia di eventi che, anche se non era ancora la

migliore della città, stava percorrendo la salita a grandi passi. Il

suo modo di fare e le sue conoscenze, gli avevano permesso di

proporsi in diverse organizzazioni. Non solo per la sua fortuna,

ma soprattutto per la sua professionalità e creatività, aveva parte-

cipato a numerose gare di appalto ed era riuscito a vincerne an-

che la maggioranza.

Lo conoscevo dal college e, che io ricordi, ha sempre preferito

sfilare boxer che mutandine striminzite. Lui e Charlotte erano il

mio mondo, e il mio guscio. Situazione reciproca: quando qual-

cuno di noi aveva una gioia, un dolore o solo un’imprecazione da

condividere, partiva la chiamata in conference!

Mentre sorseggiavamo il buon bicchiere di vino, chiesi: «Jesse,

ma c’è qualcuno che conosci alla serata e che possa farmi da spal-

la?»

«Vediamo… uhm… Ma certo principessa! Ho pensato anche a

questo.» esclamò con il sorriso stampato sulla faccia!

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«E… Non è un uomo. A quelli ci pensi già tu da sola! Si chiama

Monica, una mia cara amica italiana. È l’assistente dell’Art Direc-

tor del Gruppo navale. Per l’ottimo lavoro svolto, durante la rea-

lizzazione degli interni, il suo splendido capo le ha concesso di

partecipare all’evento e quindi raggiungere la sua famiglia a Ge-

nova per una vacanza!»

«Caaarino!»

«Jesse che ti devo dire, mi ha regalato una boccata di aria nuo-

va!» gli dissi prendendogli la mano da sopra il tavolo.

«Principessa… ti ho regalato un po’ di svago meritato!» rispose

stringendomela.

«Sei un tesoro!» dissi io sorridendo.

Passai il pomeriggio a mettere in ordine le mie cose per l’evento

più chic del momento del settore marittimo. Poi seduta sulla

chaise longue, navigai in internet in cerca di informazioni sulla

struttura galleggiante.

La valigia era già stata organizzata, ma non fatta, per non stro-

picciare i miei capi. Creme e affini in pool position nel mio ba-

gno.

«Perfetto!» dissi tra me e me.

Non mi restava che passare in ufficio la mattina seguente,

quindi finire di sistemare un paio di contratti di lavoro e fare un

ultimo check con i miei collaboratori, onde evitare che ci fossero

problemi durante la mia assenza.