La rassegna stampa di Oblique di settembre

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  • 7/27/2019 La rassegna stampa di Oblique di settembre

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    Per gentile concessione della casa editrice 66thand2nd,

    pubblichiamo lincipit del romanzo di Alain MabanckouZitto e muori, in libreria dal 3 ottobre.

    La rassegnastampa diOblique

    settembre 2013

    Non sono solo in questa cella. La divido con FabriceLorient, un rancese sulla quarantina, anche lui instato di detenzione provvisoria per cos mi hadetto una cazzata, una cosa da nulla. Non soche cosa intenda esattamente con una cazzata, unacosa da nulla, ma talmente sicuro del atto suo cheha giurato di chiedere un risarcimento per quelladetenzione a suo dire illegale.Fabrice risiede qui da due anni e, a giudicareda quanto smaliziato, ho limpressione che

    padroneggi perettamente il unzionamento dellamacchina giudiziaria di questo paese, soprattuttodel sistema penitenziario. Ci ha tenuto a redigerelui stesso la sua richiesta di libert provvisoria, per laquale aspetta con impazienza la risposta, mentre ioho lasciato are allavvocato Champollion.Fabrice alto, un bel ragazzo con una muscolaturascolpita, maculata di tatuaggi che riproducono neiminimi dettagli i volti della moglie e del fglio.In un certo senso mi ricorda il mio connazionale

    Pedro, il mio ratello maggiore, ma in versionepi sportiva. Fabrice tiene ai suoi muscoli piche a ogni altra cosa al mondo, Pedro invece hala fssazione del look, dei vestiti eccentrici e daicolori accesi. Se il mio compagno di prigionia mia pensare tanto a lui anche perch, da quandodividiamo questa cella, mi sento come a casa,come nel nostro monolocale di rue de Paradis. Lil capo era Pedro, qui naturalmente Fabrice checomanda. Innanzitutto perch, come Pedro, pi

    grande di me e poi perch sta qui da molto prima.E io ho una certa tendenza a onorare il dirittodi anzianit, che nella nostra trib bembe undovere sacro. Il atto che Fabrice sia un bianco noncambia il mio atteggiamento nei suoi conronti, un ratello maggiore anche lui, punto e basta.Il rispetto che gli dimostro lo irrita un po. Pensache lo accio perch voglio mettermi sotto la suaprotezione. Su questo stato molto chiaro fn dalprimo giorno: Senti, bello, qua io e te abbiamo a

    disposizione nove metri quadrati in tutto, e se ascuola eri bravo in matematica hai gi capito checi toccano quattro metri quadrati e mezzo a testa.Non voglio problemi con te. Sto solo aspettandotranquillamente di uscire da questo buco perrivedere mia moglie e mio fglio. Quindi i tuoiratello di qua ratello di l del cazzo con me nonattaccano, perch, a quanto mi risulta, io ratellinon ne ho, a meno che mio padre non abbia messole corna a mia madre! Ad ogni modo io sono fglio

    unico, e ci tengo a restarlo! Aerrato il concetto?.Siccome non rispondevo, ha continuato: Unaltracosa, prima o poi mi devi dire che hai attoveramente. Mica ci si fnisce cos, per caso, in questobel posticino, un motivo c sempre. Ne ho sentitedire di cotte e di crude sul tuo conto dalle guardie,qualche ora prima che arrivassi. Secondo loro sei undelinquente incallito, e se stavamo ai tempi dellaghigliottina tu saresti stato sicuramente il primodella lista.

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    Julien Makambo lascia il Congo e a Parigi assume una nuova identit. Ad accoglierlo c Pedro, suo connazionale,Sapeur e uomo dai loschi aari. Pedro lo prende sotto la sua ala e le cose sembrano procedere bene fno a unatidico venerd 13, quando Julien si ritrova accusato di un omicidio che giura di non aver commesso. Avrebbe

    scaraventato una giovane rancese gi da una fnestra. In prigione Julien scrive la sua storia su un diario un uomoche sfda il destino. Forse non un caso che Makambo in lingala signifca guai, perch di ronte ai guai regnainesorabile una regola: zitto e muori.

    Alain MabanckouZitto e muori

    raduzione dal rancese di Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco66thand2nd, collana B-Polar, pp 204, euro 15

    Alain Mabanckou nato a Pointe-Noire, Congo-Brazzavile, nel 1966. A diciottanni si traserito inFrancia. Oggi insegna letteratura rancoona alla Ucla. Di Mabanckou, 66thand2nd pubblicher linteraopera narrativa.

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    Simona Vinci, Scrittura e denaroNuovi argomenti, luglio-settembre 2013 5

    Cristina aglietti, Moehringer: Io, Agassi e il rapinatoreLa Letturadel Corriere della Sera, primo settembre 2013 9

    Fabio Gambaro, Storie in prima persona. Carrre: Cos racconto la realt e la ollia dei miei personaggila Repubblica, 4 settembre 2013 12

    Piero Vietti, La mia New York, citt di antasmi, si risvegliata popolata di mostriil venerd della Repubblica, 6 settembre 2013 15

    Paolo Di Steano, Ci ripenso dunque sono

    La Letturadel Corriere della Sera, 8 settembre 2013 17 Ida Bozzi, Le due versioni di Mari. Ovvero la lima dellesperienza contro limpeto dellesordioLa Letturadel Corriere della Sera, 8 settembre 2013 19

    Massimiliano Parente, LItalia (culturale) un paese per zombieil Giornale, 9 settembre 2013 21

    Cinzia Romani, Le paure del mio Gadda: tasse, matrimonio, sinistrail Giornale, 11 settembre 2013 22

    Fabio Gambaro, Gli scrittori della rivoluzione. Cos la primavera araba diventa letteraturala Repubblica, 12 settembre 2013 24

    Marco Cicala, O cina Bolao

    il venerd della Repubblica, 13 settembre 2013 26 Paola Casella, Odio i conormisti del webLa Letturadel Corriere della Sera, 15 settembre 2013 29

    Antonio Scurati, Martin Amis, il nostro eroe il Re gibboneLa Stampa, 15 settembre 2013 31

    Matteo Persivale, Aristotele scrive per la tvLa Letturadel Corriere della Sera, 15 settembre 2013 33

    Paolo Mastrolilli, Jonathan Lethem: La sinistra neworchese una tragicommediaLa Stampa, 17 settembre 2013 35

    Ciascuno porta in s un proprio avversario. | Emmanuel Carrre

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    Raccolta di articoli pubblicati da quotidiani, periodici e siti internet

    tra il primo e il 30 settembre 2013. Impaginazione a cura di Oblique Studio.

    Alessandro Gnocchi, Wallace cercava la luce ma lo tengono nel buioil Giornale, 19 settembre 2013 37

    Antonella Fiori, La verit sul caso JollEspresso, 20 settembre 2013 39

    Christian Raimo, Prontuario aggettivale per giornalisti culturali alle prime armiminima&moralia, 22 settembre 2013 41

    Luciana Sica, lvaro Mutis, lultimo scalo di un sognatore di navila Repubblica, 24 settembre 2013 43 Giulia DAgnolo Vallan, Salinger, rintratto senza scrittura

    il maniesto, 24 settembre 2013 45 Alessandro Piperno, Alice nel paese della sobriet

    IL del Sole 24 Ore, 26 settembre 2013 47 Mario Filliole, Anche gli scrittori nel loro piccolo hanno lX-Factor

    IL del Sole 24 Ore, 26 settembre 2013 49 Simonetta Fiori, Ci salveranno le traduzioni. Se Raskolnikov parla come uno studente di oggi

    la Repubblica, 28 settembre 2013 53

    Paolo Nori, 560 volte improvvisamenteLibero, 28 settembre 2013 55 Massimiliano Parente, Bernhard, la di cile arte di essere contro qualsiasi cosa

    il Giornale, 30 settembre 2013 57 Andrea Bajani, roppi libri. Cari esordienti, lasciate stare la scrittura

    la Repubblica, 30 settembre 2013 59

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    Come si fa a calcolare quanto vale una pagina scritta?Ovvio che dipende da chi la scrive e da quanto, questochi, in un dato momento, valga nel mercato editoriale.Poniamo dunque che io prenda da un editore unanticipo da 5 mila euro: se scrivo 180 pagine, la miapagina singola da 1800 battute, sacra unit di misura,varr 27 euro e 77 centesimi. Poniamo invece che iosia un autore pi quotato e prenda 50 mila euro dianticipo: la mia pagina varr allora 277 euro. Poniamoche quella pagina io la scriva in un giorno: quei 50 mila

    euro potrei guadagnarmeli in 180 giorni di lavoro, seimesi. Per, se a scrivere quelle 180 pagine ci metto unanno (mezza pagina al giorno) gli euro si dimezzano a137 al giorno, e se di anni ce ne metto 5 (1825 giorni)diventano 10 mila euro allanno, cio 27 euro algiorno. Se calcolo 8 ore di lavoro al giorno per 7 giornila settimana senza sabati n domeniche n festivi vari,la sacra unit di misura della mia paga oraria sar di3 euro e 37 centesimi. In effetti, allincirca la pagaoraria da fame che oggi, in tempi di crisi nerissima,

    molti cominciano ad accettare senza lotta.

    Voi direte: ma che cavolo di conti sono: uno scrittore,per campare, di mestiere fa altro. In effetti s, mavolendo anche no.Tutta la sfortuna economica della mia famigliadiscende dallimene di mia nonna. Se fosse o nonfosse integro quando, per la prima volta, a ventitranni, si un carnalmente a mio nonno, io non potrmai saperlo per certo: quando avrei voluto e potutodomandarglielo, lei era gi morta.Il problema sostanziale era che mio nonno, di

    anni, ne aveva diciotto, dunque cinque in meno dilei, e la sua ricca famiglia si scagli contro questaunione scandalosa che era, sostenevano padre,madre, zii e cugini di secondo e terzo grado,evidentemente sobillata dallaltra famiglia, quelladella ragazza perversa e perduta, per spillare denaroche avrebbe dovuto turare una mole di debiti nonindifferente nascosta dietro la facciata bianca esfarzosa di una villa sui primi colli bolognesi.Forse, se questo fosse un romanzo, se avesse lo

    spazio e il respiro di un romanzo, inizierei da

    Simona Vinci, Nuovi argomenti, n. 63, luglio-settembre 2013

    Scrittura e denaro

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    qui. O forse dovrei andare ancora pi indietro, inun passato remoto del quale restano s e no duedagherrotipi sbiaditi con la faccia truce e bella deltrisavolo biscazziere, beone, giocatore dazzardoe sperperatore dei beni di una famiglia non ricca

    ma fondata sul lavoro di tutti e tutte e dunquediscretamente benestante e possidente.

    Ma questo non un romanzo e dunque lascer gliavi al loro riposo e prover a ricominciare da vicino,anzi vicinissimo: dai 290 euro circa che ogni mesesborso alla tata (smezzati con il mio compagnoche lavora da casa anche lui, e anche lui, ahinoi, incampo editoriale, da precario) perch tenga miofiglio 3 ore 3 pomeriggi la settimana, totale 9 ore a

    8 euro luna, mentre io cerco di lavorare. Con quei290 euro, fino a due anni fa ci pagavo le sedute dallapsicoanalista, poi lanalisi finita e io ero contentadi aver nuovamente a disposizione quei soldi per lagestione della mia strana, abbastanza costosa vitada donna semi-single. Non fosse che appena sonosmontata dalla chaise longue color vaniglia e rosapallido dellanalista, una nausea improvvisa mi haavvertita che qualcosa stava accadendo dentro il miocorpo e in breve ho realizzato che quei 290 euro

    non li avrei affatto potuti considerare un capitale dainvestire in cibo giapponese, vestiti, libri o rata diun eventuale mutuo per un monolocale vista colli,ma che qualcuno se li sarebbe prontamente bevuti,mangiati, pisciati e cagati. E cos andata, ed anche cos che ho scoperto che ci vogliono pi di290 euro al mese per mantenere un bambino, tuttoconsiderato. La nascita di mio figlio ha coincisocon due terremoti. Uno sismico, fisico, insomma

    reale in senso stretto (nel maggio dello scorso anno,proprio mentre Ettore stava per nascere, lEmiliaRomagna, regione in cui vivo, stata colpita da unosciame di scosse sismiche che lhanno tormentata,dopo quella pi forte del 20 maggio, per oltre un

    mese e che hanno lasciato noi, che la abitiamo, conun sacco di crepe sotto, sopra, fuori e dentro) e unaltro terremoto che in realt metaforico non lo dipreciso, perch le vite di un sacco di persone intornoa me, la mia compresa, hanno cominciato a traballaresu fondamenta ribollenti e ora sono squassate in quae in l da quotidiani smottamenti di fondi.Fondi intesi come moneta, denaro, soldi. Non cisono soldi. Non ci sono pi soldi. Tutti voglionoessere pagati, ma nessuno ti paga. Molti hanno perso

    il lavoro e chi ancora ce lha, o da battitore libero,come me, se lo trova, viene pagato di meno. Mipresti, ti presto, ti devo, ti rendo, rate, mutui, leasing,tasse, tassi dinteresse, Equitalia, Ici, Imu, pensioni,debiti. Euro euro euro. Ovunque io mi giri, ovunquele mie orecchie si appizzino, le due sillabe maledettesi riproducono a ritmo frenetico, come un virusgeneticamente modificato per infettare luniverso,allinterno di qualsivoglia frase o concetto. Nientee nessuno sono esenti dal contagio. Forse era cos

    anche prima, forse, da quando il denaro statoinventato per facilitare le complicazioni del baratto(cosa me ne frega della tua farina, a me serve unchilo di strutto!) gli esseri umani, a ogni longitudineo latitudine del pianeta, in ogni tempo, non hannopotuto far altro che veder soccombere le loro lingue ei loro i dialetti sotto il peso sonante e sonoro di denari,quinari, dupondi, sesterzi, antoniniani, scellini,talleri, stateri, dracme Allinfinito, tutti i nomiche genti e paesi del globo abbiano mai inventato

    coniato! per rifersi alle monete che stabilivano estabiliscono il valore di ogni singola cosa e dunquedella vita intera. Ma io, prima, non ci pensavo. Omeglio, cercavo di non pensarci. La scrittura per me venuta molto prima dellidea che con essa avreipotuto guadagnarmi da vivere. Quando a ventiseianni ho firmato il mio primo contratto con una casaeditrice, lEinaudi, mi pareva surreale che mi desserodei soldi per ci che io consideravo la mia ragione di

    Euro euro euro. Ovunque io mi giri, ovunquele mie orecchie si appizzino, le due sillabemaledette si riproducono a ritmo frenetico,come un virus geneticamente modificato perinfettare luniverso, allinterno di qualsivogliafrase o concetto.

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    piantare tulipani a bordura di un balcone. E poi, tuttisono scrittori: chi che non ha un fascio di poesiedattiloscritte nel cassetto o un romanzo incompiutoispirato alla biografia della bisnonna? E allora? Micasi fanno pagare, questi tutti, per quel che scrivono, a

    volte, anzi, pagano di tasca loro perch qualcuno se lilegga! Lo sguardo di disprezzo misto a incredulit delsalumiere, della maestra, del commercialista, operaio,estetista, parrucchiera, calzolaio eccetera eccetera tutta gente che lavora! io lo conosco bene: madavvero ti credi, tu, che stai l seduto a infiocchettare frasi

    e a rigirarti i pollici mentre guardi fuori dalla finestra in

    cerca dispirazione, che quello l lavoro? Potessi starci

    io, in poltrona per quattrore di seguito a non far nulla.La scrittura una roba da ricchi. Una roba per chi

    se lo pu permettere. Gli altri, lavorano. Eppure, lamia esperienza delle cose mi diceva il contrario: ioscrivevo, e scrivere era snervante, faticoso, anchefisicamente, certo, con questa postura malsana cheti appiattisce le vertebre cervicali, la solitudine, laricerca ostinata della giusta concentrazione, gli occhiiniettati di sangue a fine sessione, la mandibola serratae dolorante, le ore sprecate a cercare la frase giustae cancellare quelle sbagliate, la documentazionepreparatoria, gli schemi, gli appunti. Non era lavoro,

    quello? Lo era, perch qualcuno, per tutte questecose di cui sopra, mi pagava. Eppure, piano piano

    poi sempre pi velocemente, qualcosa ha cominciatoa cambiare: improvvisamente cera sempre pigente che scriveva, e pubblicava, e di conseguenzasempre meno gente che ti voleva pagare. Se il pezzo articolo, recensione, sceneggiatura, eccetera chevolevano a gratis non glielo scrivevi tu, cerano decine,

    vita. Certo la vita era denaro, la vita denaro, il denaroera ed tutto felicit o dolore, malattia o cura, vitao morte e io lo sapevo benissimo per via di quellastoria dellimene di mia nonna e di tutto quel chene era conseguito e che arrivava fino alle banconote

    posate da mio padre la mattina certe mattine,non tutte sopra una mensola, infilate sotto unatazzina da caff ribaltata e dalle quali dipendevano ilprosciutto cotto, il litro di latte, i quaderni di scuolae la bolletta del gas pagata. Tutto insomma. O quasitutto, perch io scrivevo da quando avevo setteanni e ovviamente avevo sempre scritto gratis, perdesiderio, bisogno, rabbia, certo non per soldi. Gliscrittori, questo era evidente, erano ricchi da sempre,se no come avrebbero potuto trovare il tempo per

    scrivere? Scoprire le vite tormentate di alcuni diloro mi spalanc gli occhi. Honor De Balzac, JackLondon, Marguerite Duras, Henry Miller, GeorgesSimenon, Emilio Salgari, Sherwood Anderson.Tanti non erano nati in famiglie ricche, oppureerano pieni debiti e avevano scritto per denaro senzavergognarsene, anzi, con lorgoglio che ti pu dare ilriuscire a guadagnarti da vivere con la cosa che perte la vita: qualcuno paga per farti leggere a qualcunaltro che pagher per leggerti. Meraviglioso.

    Henry Miller ad esempio era il figlio di un sarto.Tutta la sua vita era stata segnata dalla lotta per lasopravvivenza in libert: libero dalla gogna dellavoro salariato, ma in fondo mai libero per nienteperch quando non hai un dollaro in tasca sei prontoa dipendere da qualcuno che ti mantenga oppure avenderti qualunque cosa, anche le pagine che scrivi.Soprattutto le pagine che scrivi, se scrivere la tuaragione di vita. E per Henry Miller lo era. Nel miopiccolo, lo era e lo anche per me. Dunque mi sono

    abituata in fretta, perch cos, ci si abitua in frettaa venir pagati per ci che si fa. Anche se la vergogna senso di colpa? pu persistere per un periododi tempo piuttosto lungo, a volte per sempre vistopoi che agli occhi di molti, quasi tutti, scrivere non lavorare. Scrivere un hobby come dipingerevasetti di ceramica o fare un solitario con le carte,sferruzzare un cappottino di lana per il bassotto,depilare unaiuola di salvia ingiallita in giardino o

    Quando a ventisei anni ho firmato il mio primocontratto con una casa editrice, lEinaudi,

    mi pareva surreale che mi dessero dei soldi perci che io consideravo la mia ragione di vita.

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    da ora in poi, si fa sempre pi inquieta e incerta.Se tutto, in questo mondo, merce, se tutto si puvendere e comprare, se su tutto si pu speculare etutto si pu deprezzare o discountare, come pula scrittura sottrarsi a questa legge? La scrittura

    a meno che non sia totalmente intima e privata,e se davvero lo fosse, giacerebbe in un cassetto enon proveresti nessuna tentazione di condividerlacon altri non anchessa una merce sottopostaalle regole del mercato? Questa domanda senzarisposta, questo dilemma mi perseguiter per tuttala vita. So che scriverei comunque, in qualsiasicondizione fisica o psicologica che continuasse inqualche modo a consentirmelo. Scriverei comunque,scrivo comunque, e niente che sia intimo: io scrivo

    per essere letta, e scrivo articoli, recensioni, lettere,racconti, frasi, poesie, status su Fb, regalerei e regalopezzi, pagine, commenti e storie, la scrittura eruttada me, erompe, mi squassa e sa trapelare da pori,squame, abrasioni, mescolarsi ai liquidi organici inuscita e schizzar fuori anche se non voglio. Certo, cos, scrivo comunque e scriver comunque, anche agratis, come ora, ma quando mi pagano scrivo conpi convinzione e dunque scrivo meglio. Dicono cheil poeta-assicuratore Wallace Stevens abbia detto

    che i soldi sono una specie di poesia, pi che altro,io credo che i soldi siano una specie di diabolica marassicurante Musa.

    centinaia di altri pronti a darglielo pur di compariresu una rivista, un giornale, un blog, partecipare aun progetto con una qualche visibilit. La scrittura,larte, non liberavano e non liberano pi nessuno, ctroppa offerta e poca richiesta. E in effetti la maggior

    parte degli scrittori che conosco e vale anche peri registi, i pittori, i fotografi e gli artisti in genere sono ricchi di famiglia. Larte e i soldi discendono dipadre in figlio come linfa in un pollone. Nessuno diquesti scrittori, registi, pittori, fotografi e artisti ingenere, ti dir quanto prende di anticipo, nessunodi loro ti parler dei debiti dei suoi genitori o dellaloro pensione da fame, nessuno ti parler della faticaad arrivare a fine mese, della scelta di vivere in unpaesino sperduto anche per risparmiare sullaffitto,

    dellattenzione maniacale che ci vuole per fare laspesa scovando le offerte senza sforare il budget, enon ti parler di queste cose per due motivi: il piprobabile che sia ricco di famiglia, il secondo, assaipi raro, la possibilit che si vergogni di mischiare ilsacro col profano.Non mi piace. Non mi piace perch non mi somiglia,perch non ha niente a che fare con me, con la storiadella mia famiglia e della mia vita, con la storia delmio scrivere, quindi con la mia lotta quotidiana di

    sopravvivenza da scrittore che continua, con fortunealterne, ormai da diciassette anni e che in questitempi di terremoto, e di figli da mantenere ora, e

    Se tutto, in questo mondo, merce,se tutto si pu vendere e comprare,

    se su tutto si pu speculare e tutto si pudeprezzare o discountare, come pu la scrittura

    sottrarsi a questa legge?

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    Come Emmanuel Carrre, J.R. Moehringer amaraccontare (anche) vite che non sono la sua. Il festivaldi Mantova lo presenta come lo scrittore che arrivato

    al successo scrivendo il libro di un altro, ma veroche questo giornalista nato a New York nel 1964, cheama Hemingway e Cheever, Faulkner e Alice Munro,ma anche Calvino e Pavese, ex corrispondente delLos Angeles Times (ha vinto il Pulitzer raccontando

    Gees Bend, una cittadina dellAlabama), ha iniziatoil suo viaggio nelle biografie partendo da s stesso.Ed stato proprio dopo aver letto il suo primo libro,

    Il bar delle grandi speranze (edito da Piemme nel2009 e ora ripubblicato nella collana Numeri primi),che Andre Agassi lo ha contattato per chiedergli dilavorare alla stesura della sua autobiografia, Open(Einaudi Stile libero). Il Pulitzer e la biografia di

    Cristina Taglietti, La Lettura del Corriere della Sera, primo settembre 2013

    Parla il giornalista premio Pulitzer arrivato al successo come ghost writer del tennista.

    Scrivere avere punti di vista diversi. Nel nuovo romanzo ha scelto quello di un bandito

    Moehringer: Io, Agassi e il rapinatore

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    Ho letto moltissimo Freud e Jung. Il primomi ha aiutato a capire meglio perch alcunepersone sabotano s stessi facendo lesattoopposto di ci che nel loro interesse.

    Agassi dice Moehringer alla Letturasono state duemeravigliose, impreviste benedizioni, ma stato,paradossalmente, soprattutto il libro con il campionedel tennis, un mix perfetto di ironia, consapevolezza,spietatezza amato dai lettori e acclamato dalla critica,

    a dargli una visibilit internazionale. La storia delragazzo costretto dal padre a diventare un campione

    stato un successo inaspettato anche se, dice, mentrescrivevo avevo la sensazione che ci fosse qualcosa dipotente e universale nella sua storia. Ma penso che siaimportante mettere da parte questo genere di pensieriquando stai lavorando. Sono inutili, invece deviconcentrarti sulla prossima parola, la prossima paginae non preoccuparti di come il libro sar accolto.

    Un successo senza nome, anzi con il nome deltennista, perch nel libro di Agassi la firmadi Moehringer non compare in nessun modo,soltanto un accenno nei ringraziamenti alla fine.La decisione stata esclusivamente mia, dicealla vigilia del suo arrivo al Festivaletteratura dovedialogher con Beppe Severgnini. Con Andresiamo come fratelli, ci sentiamo continuamente.Proprio stasera mi ha mandato un sms continua,a conferma dellinaspettata intesa nata dopo

    uniniziale riluttanza (lo scrittore ha detto vari noprima del s arrivato con la complicit della crisi delquotidiano in cui lavorava).I due hanno molte cose in comune, prima di tuttoun rapporto estremamente complicato (pur nelladiversit) con i rispettivi padri. NeIl bar delle grandisperanze Moheringer ha raccontato la sua infanziasolitaria, trascorsa al bancone del bar di quartiereascoltando la voce del padre, dj in una radio, che

    aveva abbandonato la famiglia. Le nostre storiesono in sincronia, cos come le nostre personalit.Abbiamo lavorato bene insieme perch ci siamorispettati, ci siamo voluti bene e avevamo unobiettivo comune. Ogni relazione richiede un po

    di tempo per andare daccordo, diciamo che nelnostro caso non ci voluto molto. Il segreto delsuccesso di questo libro, dice, lonest, ma perottenerla da Agassi Moehringer si affidato anchealla psicoanalisi: Ho letto moltissimo Freud e Jung.Il primo mi ha aiutato a capire meglio perch alcunepersone sabotano s stessi facendo lesatto oppostodi ci che nel loro interesse. Ho anche studiato,come modello, lautobiografia di Bertrand Russell. davvero onesto riguardo ai suoi errori, soprattutto

    riguardo alle sue disastrose relazioni sentimentali, inun periodo in cui questa capacit di autoanalizzarsinon era una pratica diffusa. Ho molto ammirato ilsuo approccio, il suo tono.Raccontare le vite degli altri come se fossero lapropria diventato il suo marchio di fabbrica. Dopoil successo di Open molti campioni lhanno cercatoper chiedergli di raccontare anche la loro vita, maMoehringer si negato preferendo dedicarsi alnuovo libro, Pieno giorno (pubblicato da Piemme in

    primavera), storia di Willie Sutton, un rapinatore dibanche a New York, che la vigilia di Natale del 1969riceve la grazia, esce di prigione e viene inseguito daun giornalista e un fotografo decisi a farsi raccontarela sua storia da prima pagina. Penso che la maggiorparte della scrittura, anche la scrittura di un memoir,spiega ti chieda di metterti nei panni di qualcunaltro, anche se laltro , semplicemente, il lettore.Scrivere di s, collaborare con un atleta famoso oentrare in comunicazione con un rapinatore morto

    per un romanzo, sono tutte modalit che hanno ache fare con la stessa cosa.La scelta del romanzo e non della biografia perraccontare la storia di Willie Sutton per Moehringer stata quasi obbligata. La verit intorno a questopersonaggio spiega pressoch sconosciuta.Lui stesso ha scritto due libri di memorie che sicontraddicono lun laltro. Sembra che tutti intornoa lui disdegnassero i fatti: i giornalisti che seguirono

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    Viviamo in un mondo di mitiche allo stesso tempo

    un mondo di specchi deformanti.

    stato completamente dimenticato spiega loscrittore. Mi intrigava anche il fatto che fosse unlettore forte, con una passione per i classici. Eraanche un grande raccontatore, un non violento, unbandito gentiluomo, con stile e savoir faire. Tutto

    questo ha fatto di lui un eroe popolare negli anniCinquanta e Sessanta e ho pensato che potesse essereun compagno ideale nel momento in cui le banchestavano facendo del loro meglio per rovinare ilmondo. Pieno giorno anche un libro sulla capacitdi fare un mito della propria vita. E sullimpossibilitdi conoscere qualcuno, incluso s stessi. Viviamoin un mondo di miti che allo stesso tempo unmondo di specchi deformanti. Nel libro Sutton descritto come un bandito narciso che non ama le

    brutte recensioni fatte dai giornali alle sue rapinee impazzisce se i poliziotti dicono che un suo colposembra opera di dilettanti. Problema che Moehringercome scrittore sostiene di non porsi: Sono troppooccupato a mettere a tacere il mio critico interioreper occuparmi anche di quelli esterni.Ma c una cosa su cui lo scrittore sembra esseredaccordo con il suo personaggio, almeno qualchevolta. quando dice che non esiste un problema chenon sia collegato con i soldi o con lamore, quindi

    non esiste un problema che non possa essere risoltocon i soldi o con lamore. Ma, per non sembraretroppo cinico, si concentra soprattutto sullamore:I miei romanzi possono essere visti come unatrilogia sullamore. il modo in cui possiamoavere esperienza del divino, della trascendenza.Daltronde se penso ai miei libri preferiti non mene viene in mente uno che non abbia, dentro, unastoria damore.

    la sua storia, i poliziotti che lo arrestarono, gli agentidell Fbi che lo braccavano. A questo punto la fictionera obbligatoria. Una finzione narrativa basata persu una grande mole di ricerche: Ho visitato tuttii luoghi pi significativi della sua vita, ho trovato

    vecchi faldoni della polizia, che erano stati persiper decenni, ho letto vecchie polverose trascrizionidi processi, ritagli di giornale ingialliti. Ho chiestoallFbi centinaia di documenti, ho parlato con personeche avevano conosciuto Sutton, compreso la figliadel suo ghostwriter. Insomma, ho fatto le ricerche dagiornalista, poi ho scritto come un narratore.Il libro raccontato dal punto di vista di un cronista,il che non deve essere certamente un caso. In fondo quello che ho fatto sempre. E poi mi affascinava

    lidea che Sutton abbia passato il suo primo giornodi libert, Natale, portando due giornalisti sui luoghipi significativi della sua vita. Mi sembrata una cosaestremamente evocativa e anche una struttura gipronta per raccontare la vita di qualcun altro. Non un caso neppure che la storia di un rapinatore dibanche (che non ha mai sparato un colpo di pistola)sia stata pensata nel 2008, in un momento in cuiqueste istituzioni cominciavano a essere guardate consospetto e ostilit. Ho preso la decisione di scriverne

    allapice della crisi finanziaria, di cui molti istitutidi credito sono stati la causa, ed stato anche unmodo per esprimere la mia animosit verso banchee banchieri che, per altro, sono stati visti in modonegativo per centinaia di anni. Negli Stati Uniti glistessi padri fondatori li guardavano con sospetto.Willie Sutton non un grande criminale, unpersonaggio famoso, capace di ispirare libri e filmcome Butch Cassidy. In passato lo stato, poi

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    Fabio Gambaro, la Repubblica, 4 settembre 2013

    Intervista allo scrittore di Limonov che sar al Festival di Mantova

    Storie in prima persona.Carrre: Cos racconto la realt e la follia dei miei personaggi

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    La rassegna stampa di Oblique | settembre 2013

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    La gente non mente per diciotto anni sullapropria vita e non massacra i propri familiari,

    tuttavia vive sulla propria pelle il divarioesistente tra limmagine che si mostra agli altri

    e la coscienza che si ha di s stessi.

    In La vita come un romanzo russo ha scritto diessere stato ossessionato per tutta la vita dalla ollia,dallorrore, dalla depressione per questo che ha sceltopersonaggi maledetti, come Jean-Claude Romand?Lattrazione per la ollia e lorrore stata a lungo

    presente in me per ragioni amiliari e personali cheho cercato di raccontare ed esorcizzare in La vitacome un romanzo russo. Con mia grande sorpresa,mi sono in parte liberato da quelle ossessioni.Oggi non avrei pi voglia di scrivere un libro comeLavversario, un libro proondamente dalla partedella ollia e della depressione.

    Quando lha scritto era per afascinato dalla ollia diRomand

    Certamente. Gli anni durante i quali ho lavoratoal libro sono stati i pi di cili della mia vita. Mivergognavo di quello che stavo scrivendo. Avevolimpressione che il libro avrebbe rivelato una partedetestabile di me stesso, dato che mostrava una sortadi a nit inorridita ma reale tra me e Romand.Naturalmente, io non ho trucidato nessuno, mapercepivo la stessa contraddizione tra limmaginepositiva che volevo proporre agli altri e limpressionedi una proonda indegnit. Ho provato sollievo

    quando, alluscita del libro, mi sono reso conto chequella contraddizione era molto diusa. La gente

    non mente per diciotto anni sulla propria vita e nonmassacra i propri amiliari, tuttavia vive sulla propriapelle il divario esistente tra limmagine che si mostraagli altri e la coscienza che si ha di s stessi.

    La storia di Romand ha quindi qualcosa d universale?

    Quando si racconta una storia, in un modo onellaltro se ne diventa parte in causa. Ci nonsignifca necessariamente scrivere in prima persona,ma solo avere coscienza che non si sta al di sopradella mischia. Questa consapevolezza fnisce per

    rendere il libro migliore. Emmanuel Carrre uno dei pi noti scrittori rancesi, amatissimo inpatria e tradotto in tutto il mondo. In Italia, il suoLimonov (Adelphi) stato per settimane in testaalle classifche, ricevendo gli elogi unanimi dellacritica. Il successo non ha cambiato le abitudini delromanziere, un cinquantacinquenne poco inclineal protagonismo, che per non esita a mettersia nudo nei libri, rivelando le proprie debolezzee contraddizioni. Come ha atto nelle pagine

    dellAvversario, un libro del 2000 riproposto inItalia sempre da Adelphi (ma gi tradotto nel 2002da Einaudi), in cui ha ricostruito la terribile storiadi Jean-Claude Romand, un uomo che, dopo avermentito per anni acendosi passare per medico,alla fne ha massacrato tutta la sua amiglia. Quellibro ha rappresentato una svolta nel mio percorsodi scrittore spiega Carrre, che l8 settembrechiuder il Festivaletteratura di Mantova, estivalche inizia oggi. Ho rinunciato per la prima volta

    alla fnzione, usando la prima persona. Nei librisuccessivi compreso quello che sto scrivendo,ma del quale, per una personale superstizione,preerisco non dire nulla ho sempre utilizzatoquesta prospettiva. Naturalmente, non ho nullacontro la fnzione in senso stretto e un giornopotrei perfno tornare a scrivere una storia del tuttoinventata. Per adesso per preerisco muovermi sulvasto terreno delle storie vere.

    Un elemento costante per la sua presenza in primapersona. Lautore che si racconta quando raccontaLa mia presenza cambia di volta in volta. Solo Lavita come un romanzo russo un libro veramenteautobiografco. In quelle pagine ero protagonista enon solo testimone. Negli altri libri ho scelto diraccontare storie su cientemente lontane dallamia esperienza, ma capaci di ar risuonare qualcosain me.

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    complessit delle cose che vorrei dire. Per evitare imalintesi, nei miei libri c persino una dimensionepedagogica.

    La presenza dello scrittore allinterno del libro

    contribuisce allesplicitazione di tale intenzionepedagogica?S, ed una presenza necessaria. Io cerco dicondurre il lettore allinterno di dilemmi esistenziali,problemi politici o atti storici, cercando di renderlicomprensibili e mostrandoli da punti di vista nonscontati. utto ci implica un intervento personale.La mia presenza non fglia del narcisismo, madellonest. necessaria ad accompagnare il lettorenella scoperta di un mondo. Inoltre, di libro in libro,

    cerco di stabilire un legame amichevole con chi milegge. Mi svelo sempre di pi, dato che, per costruiretale legame, occorre che il lettore mi conosca meglio.

    Spesso per lei si presenta in maniera quasi negativa. una orma di autocritica preventiva per evitare l eccessodegocentrismo?Anche limmagine che vira al negativo una ormadegocentrismo. Negli scritti autobiografci sinaviga sempre tra due scogli, lautocelebrazione e

    lautoagellazione. Per disposizione personale, tendopiuttosto verso la seconda. Quando si mostranole vite degli altri, mi sembra il minimo svelare unpoco anche s stessi, senza mettersi in una posizionedominante. Mostrare la propria debolezza sempregiusto, giacch al lettore a bene sapere che unoscrittore non certo un essere superiore solo perchscrive dei libri.

    Ciascuno porta in s un proprio avversario. Ladoppiezza, la menzogna, la paura di deludere gli altrisono realt che riguardano tutti. Romand una fguradel male, sebbene in lui non ci sia alcun sadismo. Nelsuo delirio, ammazza per paura di deludere gli altri.

    Questa dimensione del male legata alla paura e alladepressione molto diusa, anche se per ortuna nonsi maniesta quasi mai con gli stessi livelli dorrore diRomand. Il ascino che questassassino esercita su dinoi in ondo il rovescio della paura di ritrovarci ungiorno nel suo stesso baratro.

    Qual lavversario di uno scrittore?Non accio distinzioni tra lo scrittore e gli altri esseriumani. Per me, non esiste una paura specifca di chi

    scrive. Ho paura della pagina bianca o di scriveremale, ma in ondo le mie paure di scrittore sono lestesse che ho come individuo. Paure che per moltotempo sono state legate a una sorta di nevrosiinvalidante. Ho per limpressione di aver superatoquesta ase. Oggi il mio avversario ha un altro volto:lipertrofa dellio e la tentazione di mettersi tropponella posizione dello scrittore.

    Una posizione a cui per chi scrive non pu suggire

    Come scrittore, cerco solo di dare orma soddisacentee comunicabile a ci che ho nella testa, alle coseche vedo e al mio rapporto con il mondo. Vorreitrasmettere tutto ci nella maniera pi naturale ediretta possibile, senza prendermi troppo sul serio.Una parte del mio lavoro di scrittore fnalizzataa armi comprendere nella maniera pi giusta, neltentativo dessere semplice ma senza rinunciare alla

    Oggi il mio avversario ha un altro volto:lipertrofia dellio e la tentazione di mettersi

    troppo nella posizione dello scrittore.

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    sempre stato il mio peggior incubo. Unamattina ti svegli e scopri che le persone che ami,i vicini, i tuoi colleghi sono diventati tutti mostri.

    I mostri che probabilmente sono sempre stati.Colson Whitehead, 44 anni, neworkese, unodegli scrittori pi cool della sua generazione. imeha defnito il suo primo romanzo, Lintuizionista,la pi resca allegoria razziale dai tempidellUomo invisibile. Con John Henry estival haconcorso al Pulitzer insieme a Le correzioni diJonathan Franzen. E il suo Colosso di New York considerato il pi grande omaggio letterario allaGrande mela dopo l11 settembre. Ora sorprende

    tutti con un horror intitolato Zona Uno: ritrattodi una New York abitata dai sopravvissuti a unaepidemia che ha trasormato in zombie il 95per cento dellumanit. Il governo planetarioprovvisorio installatosi a Bualo (di cui a parteanche la pornostar italiana Gina Spens) ha decisodi ripopolare il pianeta partendo dalla zona diManhattan a sud di Canal Street. Da Chinatown,trasormata in ortezza, ai grattacieli di WallStreet pieni di zombie.

    Unendola ai miei temi di adulto, ho scritto il tipodi storia che mi piaceva ai tempi della scuola e chemi avrebbe scosso da giovane lettore. Amavo glihorror e anche se non distinguevo ra flm di serieA e B intuivo che signifcavano altro. Vidi Aranciameccanicache non avevo ancora dieci anni e pi dimille raccomandazioni mi convinse che non si deveaprire agli sconosciuti. E capii che era anche unametaora sociale.

    Ha scelto un genere tornato di moda: siamo in pienorinascimento zombie.Ormai ci sono diverse generazioni di zombie. I

    ragazzi che guardano in tvTe Walking Deadhannounidea di mostruoso diversa da me. Quando vidi Lanotte dei morti viventidi Romero ne ui sconvolto edeccitato. Non solo il primo zombie-movie che tuttiriconoscono come acuta critica sociale. Ma il primocon un nero nei panni delleroe: una rivoluzione. Epoi quellidea sconvolgente: il mostro pu esserechiunque.

    Il mostro della porta accanto.

    Esatto. Forse pu sembrare una lettura pessimistica,ma uno dei miei peggiori incubi. Pensate alragazzo della strage di Columbine. O alluomo diCleveland che ha tenuto segregate tre donne in casaper 10 anni, stuprandole e picchiandole. Personeche andavano a scuola o al lavoro, acevano partedi una comunit, avevano amici. Nessuno sapevacosa accadeva nella loro mente, se sono diventatimostri o lo sono sempre stati. Abbiamo scopertochi erano allimprovviso. Lepidemia del mio libro in

    ondo questo: per essere mostri basta smettere dipretendere di essere umani.

    La psicologia del protagonista descritta accuratamente,l aspetto sico lo intuiamo solo in un passaggio ambiguo.Come dire: le razze non contano?Da quando Obama stato eletto non si a altroche defnire la societ americana post razziale.Naturalmente non vero e qualunque nero pu dirlo.

    Anna Lombardi, il venerd della Repubblica, 6 settembre 2013

    Nel suo nuovo romanzo (horror) Colson Whitehead immagina una catastrofe che sconvolge la citt,

    con una convinzione terrificante: il male pu essere dovunque e in chiunque. Intervista a un sopravvissuto

    La mia New York, citt di fantasmi,si risvegliata popolata da mostri

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    Amo New York. Pensavo con una certa nostalgiaalla Manhattan dove sono cresciuto, quella inrovina degli anni Settanta e Ottanta. E poi allazona di Wall Street: dopo una certa ora davverospaventosa. Pensate alla citt come apparsa

    dopo luragano Sand. Mi ero appena traseritoda Brookln a Manhattan e siamo rimasti senzaluce per una settimana. Per mangiare e riscaldarciabbiamo dovuto arrangiarci come i sopravvissutidel mio romanzo.

    Perch il suo mondo post apocalisse dominato daibrand?Ho immaginato le cose del passato che sarebberotornate per prime: un sistema politico disunzionale

    e il dominio delle grie. Due elementi che dannoai sopravvissuti la speranza di poter imbellettare larealt con un nuovo packaging che mascheri le loroorribili esperienze. I brand come una sorta di litingdella realt.

    I sopravvissuti sono afetti da Pasd, che suona come Past,passato, ed una variante del disturbo post traumaticoda stress, il Ptsd, di chi torna dalla guerra.utti combattiamo con una sindrome post traumatica

    di qualche tipo: soriamo di insonnia o di colt disvegliarci, di perdita o aumento di peso, di mal ditesta, dinaudita pigrizia o eccesso di energia

    E il uturo come lo immagina? Davvero cos da paura?Lo immagino meglio di come lo descrivo. Non cisar unapocalisse zombie, e questa gi una buonanotizia.

    Ma se vivi in un mondo popolato da zombie, nontimporta se la persona vicino a te bianca o nera,emmina o maschio, del sud o del nord. Siamo tutti deisopravvissuti.

    errore, ma anche ironia, nostalgia, poesia. E una scritturaricca di ashback: quali sono i suoi rierimenti letterari?Di certo i umetti e la cultura pop anni Settanta. Maquando scrivo cerco sempre rierimenti diversi. Inquesto romanzo beh, James Joce, ma anche RalphEllison. E poi contemporanei come George Saunderse Junot Diaz, oni Morisson e Lorrie Moore. unlibro molto meditato.

    New York, la citt che non dorme mai, in un certo

    senso sempre stata una metropoli di zombie. E ungrande cimitero: da Duane Street, dove c la pi anticanecropoli cittadina, riservata agli schiavi, a quello sottoWashington Square. Per non parlare di Ground ZeroNon ho pensato a cose specifche, ma ra le tanteanime di New York c anche quella di essere unacitt di antasmi. Ma un luogo che possiedeunincredibile capacit di ripresa, come la eniceche rinasce dalle ceneri: in ondo questa la nuovaede che sostiene i miei sopravvissuti. Lo scenario

    una catastroe, e vale per qualunque momentodella vita: l11 settembre, un uragano, ma anche unatragedia personale come la perdita del lavoro o unlutto. Chiunque abbia voltato le spalle a qualcosa diterribile si pu ritrovare nel mio libro.

    Prima ancora che lo scenario, la citt la veraprotagonista del suo romanzo.

    Lo scenario una catastrofe, e vale per qualunquemomento della vita: l11 settembre, un uragano, ma anche

    una tragedia personale come la perdita del lavoroo un lutto. Chiunque abbia voltato le spalle a qualcosa

    di terribile si pu ritrovare nel mio libro.

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    Paolo Di Stefano, La Lettura del Corriere della Sera, 8 settembre 2013

    Ho lavorato tutta la mattina alla bozza di uno deimiei poemi, e ho tolto una virgola. Al pomeriggio lhorimessa. Chi non ricorda lautoironica confessione diOscar Wilde? Un paradosso, ma neanche troppo. I veriscrittori tolgono, cambiano e aggiungono di continuo.

    A volte lo fanno anche a cose compiute, quando il libroha gi da tempo cominciato la sua vita pubblica, come capitato a Michele Mari con il suo romanzo desordio,Di bestia in bestia, ripreso due volte ben dopo luscita del1989. Ma gli esempi del passato sono numerosi: bastipensare alle numerose tappe che portarono LudovicoAriosto a rivedere il piano dellOrlando furioso per oltredieci anni, fino a pochi mesi dalla morte e dopo molteristampe. E Torquato Tasso riscrisse la Gerusalemmeliberata chiamandola Conquistata per segnare lo

    scarto. Anche per Manzoni, come si sa, le progressiveriscritture imposero un cambiamento nei titoli: dalFermo e Lucia agli Sposi promessi ai Promessi sposi,con il travagliatissimo passaggio, per questultimo,dalledizione Ferrario 1827 alla cosiddetta Quarantanadegli editori Guglielmini e Redaelli.Insomma, letteratura ossessione, e ossessione insoddisfazione perenne. Non tutti lavorano in levare,come Mari. Per saperlo, non c bisogno di fare il nomedi Carlo Emilio Gadda, che considerava provvisoria

    praticamente tutta la sua produzione narrativa,compresi i romanzi e i racconti gi editi. Restando ainostri anni, va ricordato il caso di Alberto Arbasino, ilre della riscrittura, e non certo soltanto per la famosaserie di Fratelli dItalia 1, 2 e 3 (Feltrinelli 1963,Einaudi 1967, Adelphi 1993): rifacimento quasi totalee per di pi ampiamente accresciuto. Altro esempio:Antonio Moresco ha messo mano, a distanza di anni,a numerosi suoi libri, e Lettere a nessuno, transitando

    dalledizione Bollati Boringhieri del 1997 alla seconda,Einaudi 2008, quasi triplicato. Pi spesso si procedecon il bisturi, togliendo ripetizioni o aggiustando quae l una svista dellintreccio, un baffo del personaggio,un giro sintattico che non convince pi. Come ha fatto

    Umberto Eco apportando qualche variante stilisticaal Nome della rosa 1980, dopo tre decenni e trentamilioni di copie vendute. E si sa che qualche ritocco sopraggiunto, dopo venticinque anni dalla primauscita, anche perIl pendolo di Foucault.Pu anche capitare che a furia di cambiare venga fuoriun libro nuovo. Cos Italo Calvino, nel 1968, per ilClub degli Editori mette insieme due libri di raccontiprecedenti (Le cosmicomichee T con zero) ristrutturandolintera raccolta, che avr un titolo inedito: La memoria

    del mondo e altre storie cosmicomiche. Una nuova edizionegarzantiana (1984), con il titolo Le cosmicomiche vecchiee nuove, il frutto di una ulteriore revisione strutturalecon notevoli aggiunte. Come Giorgio Bassani, ancheGiuseppe Pontiggia stato un altro instancabilerifacitore di s stesso con seconde edizioni rivedutee ampliate, quando non addirittura interamenterinnovate. Occorre anche una buona dose di lucidit eautocritica: Mi sono reso conto che il testo presentavaalcuni difetti non marginali affermava nella Nota

    della Grande sera. Altre volte, le variazioni sono dettatedalle circostanze: dopo la prima edizione di Agostino(1945), Alberto Moravia potr finalmente permettersidi sostituire con il lei il voi imposto dal regimefascista.Non certo come dare una mano di vernice ai muridi casa e neanche come sanare le crepe di un edificioinvecchiato. una questione di orecchio, che sololautore pu valutare: lo stesso Mari, nella nota

    Liti con editori e con s stessi.

    Cos gli scrittori si riscrivono

    Ci ripenso, dunque sono

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    sospensione per sostituire le parolacce. Anzi, dicendosidisponibile a intervenire con pi decisione: Potreifarne (naturalmente a malincuore) ancora di pi, seLei lo credesse opportuno. Nel giro di un mese, per,non si tratt pi solo di usare i punti di sospensione,

    ma di attenuare, tagliare e ricucire, purgare, rifare:seguiranno, per Pasolini, giorni atroci.Pu sembrare incredibile, ma ci sono scrittorifiniti nella grande storia letteraria che di fronte aunosservazione del loro editore non fanno alcunaresistenza, assecondano desideri e capricci anche acosto di vedersi violentare il proprio testo: sono casiche si trovano raccontati, tra mille altri, nel librodi Alberto Cadioli Le diverse pagine (il Saggiatore2012), dove si affronta il ruolo delleditore nella

    confezione del testo letterario. Si veda, per esempio,la mitezza con cui lesordiente Beppe Fenoglio sisottopose alla revisione del duo Calvino-Vittorini(funzionario einaudiano il primo, direttore deiGettoni il secondo). Nellaffaire Fenoglio, cheVittorini non amava particolarmente, c qualcosadi beffardo. Lo scrittore di Alba ubbid ai desiderieditoriali di rivedere La paga del sabato, secondo lepuntuali richieste delleditor Vittorini: A me paredi avere abbastanza rinforzato e sostanziato i due

    ultimi capitoli che erano certamente i pi deboli: viho aggiunto un episodio per ognuno dei due capitoli.E mi pare di esser riuscito ad eliminare in parte quelche di ovvio lamentava il Sig. Vittorini.Neanche dopo la correzione, per, il romanzo piacquee dunque fu respinto, nonostante il parere cautamentepositivo di Calvino, espresso per lettera nel 50: Misembra che tu abbia delle qualit fortissime; certo anchemolti difetti, sei spesso trascinato nel linguaggio, tantepiccole cose andrebbero corrette, molte cose urtano

    il gusto specie nelle scene amorose e non tutti icapitoli sono egualmente riusciti. Per sai centraresituazioni psicologiche particolarissime con unasicurezza che davvero mi sembra rara. Alla fine sardon Elio a chiedere a Fenoglio di rinunciare al libroper concentrarsi sui racconti. E scrivendo a Pavese,anche lautore sar preso dal dubbio: Ma non ha forseragione, in fondo, il signor Vittorini?. No. Avevatorto marcio, e Fenoglio avrebbe dovuto insistere.

    finale alla nuova edizione, ad alludere alle VariazioniGoldbergeseguite da Glenn Gould. Certo, leditore hatutto il diritto (e anche il dovere) di dire la sua. Nel casodi Mari, non va dimenticato che Mario Spagnol gliaveva consigliato un energico editing sul manoscritto.

    Ne discusse a lungo con il giovane autore, che rispose:Pu darsi che lei abbia ragione, ma io non sentireipi il libro come mio. Spagnol cerc di aggirarelimbarazzo, sottoponendogli le revisioni realizzateda un altro scrittore (curiosit: chi sar mai?). Nullada fare, Mari non moll. Poi, nel 2004, cominci aripensarci e, senza renderne conto a nessuno, si misead asciugare e ritorn ad asciugare nel 2012. Il risultatodel doppio intervento lattuale edizione Einaudi,che forse d ragione (postumamente) a quel grande

    editore-cane-da-tartufi che fu Spagnol.Gli editori di razza, da primi lettori, non esitano a entrarein dialettica sui libri. Gli altri accettano o respingono,e basta. In una lettera Valentino Bompiani sugger condelicatezza a Eco di dare unocchiata al sogno di Adso(un po lungo e insistito) e di rivedere la descrizionedellincendio finale (non tutta utile). Il semiologo-scrittore, pur con lenorme stima che nutriva per il suoeditore storico, respinse gentilmente al mittente quelleosservazioni. E intervenne pochissimo. Ma si sa che

    zio Val non era un tipo facile. Con i primi raccontidel giovane Luigi Malerba reag a modo suo, cio dauna parte manifestando la propria fiducia, dallaltraprecisando che non sempre linvenzione regge tuttolarco del racconto [], la seconda parte stanca.E allora si finisce sul piano bozzettistico. Malerbaavrebbe accolto le proposte informando di avere gifatto delle correzioni che mi sembrano risolutive.Non fu vera tensione, comera stata nel 1955 quellatra Pier Paolo Pasolini e Livio Garzanti a proposito di

    Ragazzi di vita. Garzanti allultimo momento scrissePasolini al poeta Vittorio Sereni stato preso dascrupoli moralistici, e si smontato. Cos mi trovo condelle bozze morte fra le mani, da correggere e da castrare.Una vera disperazione, credo di non essermi trovatomai in un pi brutto frangente letterario. Leditoreaveva imposto allautore un lavoro di autocensurasempre pi radicale cui Pasolini, sulle prime, sembrdedicarsi senza batter ciglio facendo uso dei puntini di

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    Talvolta le vicissitudini editoriali e di scrittura dunromanzo sembrano ispirarsi al romanzo medesimo.Ad esempio, mentre lagrimensore di Kafka falliscenel tentativo di giungere al cuore del Castello, anche

    lo scrittore non conclude il romanzo: la doppiaincompiutezza, esterna e interna, fa schizzare alle stellelefficacia dellopera kafkiana, consentendoci (per uncaso che non pare per del tutto casuale) di trovareriverberato il significato nel significante, la sostanzanella forma, ovvero lincompiutezza del destinodellagrimensore nellincompiutezza del raccontokafkiano.Anche nel romanzo Di bestia in bestia di MicheleMari (nato nel 1955 a Milano, ora residente a

    Roma) la vicenda editoriale sembra in qualche modoparallela alla materia del romanzo. La prima edizioneusc per Longanesi nel 1989, e misurava 272 pagineassai fitte: ripubblicato da Einaudi, ne misura oggisoltanto 232 (in realt, del romanzo vero e proprio vene qualcunaltra di meno, poich Mari nella nuovaversione pubblica anche alcune pagine di una Notadel tutto inedita che spiega la riscrittura). Il romanzoraccontava e racconta tuttora, ma in maniera diversa lincontrollabile violenza e forza dirompente della

    bestia naturale, del mostro che tutti teniamo segreto,e daltro canto lenergia razionale che la fronteggia,cio la cultura. Cultura e natura sono incarnate in duegemelli di indole opposta, Osmoc e Osac, il primofaustiano e intellettuale, laltro bestiale e priapesco, ilprimo castellano circondato dai libri, il secondo unorco quasi animalesco nei suoi istinti sessuali e tenutoa bada dal fratello maggiore in unoscura torre. Lavisita nella propriet da parte di alcuni viaggiatori, tra

    cui una donna somigliante a Emilia, moglie defuntadi Osmoc, scatener Osac e con lui il confronto finale.La prima versione, quella del 1989, come testimoniail primo brano riportato qui accanto, era unesplosione

    caleidoscopica e straordinaria di lingua aulica econtenuti favolosi, una fantasmagoria di cavalierimoderni che richiamava la parodia donchisciottescaunita a certe avventure gotiche ottocentesche comeil Frankenstein di Mary Shelley, insieme ai raccontiscientifici ed eruditi degli esploratori positivisti e allechiose insistite dei filologi umanisti. Una somma diculture, di eredit, di influenze.Era per, anche, il primo romanzo pubblicato daMari: vi si leggeva tutta lincontenibile energia di un

    giovane scrittore, il gioco divertito della lingua, lelunghe teorizzazioni spinte sul filo della capziosit;vi si ironizzava sulla pedanteria del professorPesmai e dello stesso Osmoc, con le loro lunghedissertazioni sulla natura dellamore. Daltro canto viera anche la capacit istintiva di accelerare o rallentarelazione disseminando la narrazione di anticipazioni,giocando a irritare e irretire il lettore con lunghigiri di frase che ritardavano il compiersi dellattesocolpo di scena. Insomma, questa torrenziale scrittura

    era il vero mostro davanti al quale ci si trovavaaprendo linatteso capolavoro, era questo leccesso,listinto bruto. In una parola, quella prima versionerappresenta la natura.La nuova edizione diviene in qualche modo laversione di Osmoc, come se il trionfo della culturae dellesperienza sullimpeto originario si trasferissedalla vicenda dei due fratelli alla lotta delle parolesulla carta. Ecco, la vicenda editoriale del romanzo

    Ida Bozzi, La Lettura del Corriere della Sera, 8 settembre 2013

    Come cambia Di bestia in bestia ripubblicato con molti tagli

    Le due versioni di Mari.Ovvero la lima dellesperienza contro limpeto dellesordio

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    anni Ottanta e nella narrativa italiana in generale,cio laffabulazione libera che lambiva le vettedellassurdo, del fantasioso, evocando senza limitidi immaginazione la trilogia fantastica di Calvino, ilDraculadi Stoker, il bestiario medioevale e quantaltro

    (era soltanto una bestia: un pipistrello. Ma oh, chepipistrello! Mirabile visu, aveva le dimensioni di ungrosso tacchino, e la cosa pi impressionante nerail colore bianchissimo). Si tratta di un libro piportabile, quello che forse avrebbe voluto MarioSpagnol quando propose un energico editing racconta Mari nella Nota che lo scrittore rifiut.E che oggi sembra in fondo accolto. un esperimento nel laboratorio di uno scrittore. Perillustrarlo, un ultimo esempio. Nel secondo brano

    riportato qui a fianco, la dissertazione sullamoredella prima versione sintetizzata in un fraseggio pibreve: Riesce ad essere cos spaventosamente vuoto,come il Nihil antico. E la chiosa si fa pi efficacecon una semplice inversione degli elementi: lasostituzione da effettuarsi soltanto in una circostanzaparticolare, e revocabile a mia discrezione, diventaoggi una sostituzione, revocabile a mia discrezione,da effettuarsi soltanto in una circostanza speciale.Non solo lefficacia ai fini della suspense migliora,

    ma ecco, questa frase pare contenere ancheunautoprofezia: chiss che anche la sostituzionedella versione antica con quella del 2013, non sia daeffettuarsi in una circostanza particolare, a sua voltarevocabile a discrezione dellautore.

    ricalca quasi il contenuto del medesimo. Oggi per,dopo tanti altri libri racconta infatti lo stesso Marinella Nota alla fine del romanzo, ho riscritto Dibestia in bestia in modo pi asciutto, soprattutto ldove loltranza classicheggiante e laccumulo citativo

    rischiavano di privilegiare un controcanto parodico.Il testo del 2013 contiene ora indubitabilmentela stessa potenza immaginativa e meno ingenuitnarrative (ove ve ne fossero), meno digressioni erudite vere, ma insieme false, ovvero parodiche che allettore potevano sembrare faticose. Vi sono piccolescelte dissimulate, oltre al taglio di molte pagine, cheindicano come lo scrittore desideri oggi, dopo tantialtri libri (tra gli altri, impossibile non ricordare Iovenia pien dangoscia a rimirarti, con la sua mimesi

    del linguaggio settecentesco, edito da Longanesi nel1990, ripubblicato da Marsilio nel 1998 e da Cavallodi Ferro nel 2012; e poi Filologia dellanfibio, uscito perBompiani nel 1995 e poi per Laterza nel 2009, RossoFloyd, pubblicato da Einaudi nel 2010 e nel 2012)prendere le distanze dalla partecipazione totale diallora: un esempio per tutti sia il fatto che i personaggidella versione del 2013 si rivolgono luno allaltro conil voi, mentre nella versione dell89 si rivolgevano gliuni agli altri con il lei. Una lontananza, un distacco,

    in qualche modo, si aggiunto.Tuttavia, se nella versione del 2013 laccenno parodicosfuma e sono sfrondate molte pesantezze e lungaggini,sembra sfumare in parte anche leccezione cheil romanzo costituiva nella prosa realistica di fine

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    Massimiliano Parente, il Giornale, 9 settembre 2013

    LItalia (culturale) un paese per zombie

    Non un paese per vecchi, un paese per zombie,ormai a ogni livello: economico, politico, sociale,perfno sessuale, gli intellettuali raggiungono ilmassimo dellerezione per le arringhe della Boccassini.Figuriamoci la cultura, gi mortissima da quando nata. Bisogna avere il coraggio di ammetterlo: primauna lagna di libri cuore, cavalline storne di qua,trombette rinascimentali di l, un aannoso andare acarretta della cultura europea, un rigoglioso forire diletteratura nata morta, neppure lOrtis originale,

    copiato dal Werther. Dal dopoguerra in poi stendiamoun velo unebre pietoso, i giganti sarebbero gli uominie no di Vittorini, i riccetti di Pasolini, gli indierentidi Moravia, con intorno decenni di narrativa dellaResistenza, o della provincia, o del ritorno allacampagna. Il massimo delleros La ragazza di Bubedi Cassola, premio Strega. Il massimo delloriginalitinternazionale Italo Calvino, un epigono di Borges.Quindi, cari miei, non stona aatto che il premioCampiello questanno sia stato dato a Ugo Riccarelli, e

    direttamente postumo, lui se lo meritava. Non che ossevivissimo quando era vivo, ma almeno respirava, potevapresenziare, poteva andare l a are due salamelecchi edeglutire una tartina. Eppure, a pensarci, il premio almorto lunico premio con un senso culturale in Italia,tanto che siano premiati da morti o da vivi cambia poco,quasi non si nota la dierenza, almeno non vediamola accia da morto del morto premiato da vivo, nellatomba ci anno tutti una fgura migliore. In compenso ao ciare la cerimonia cerano due comici, Neri Marcor e

    Geppi Cucciari, i quali ormai non anno ridere neppure imorti ma non ha importanza, hanno tutti il sorriso rigormortis stampato sulla accia come quello di Fabio Fazio.Anche al premio Strega daltra parte il criterio questo. Inatti mica a suo tempo premiarono Scuola dinudo, unico vero capolavoro di Walter Siti. Al limitesarebbe andato bene premiare pure roppi paradisi,ma era ancora un romanzo troppo vivo, troppo pocoputrescente, con qualche barlume di universalit

    malgrado il pasolinismo. In Italia i grandi libri liaossano, li seppelliscono, nessuno ne sa niente, mentrequando cominci a are schio, a emanare quel tano didecomposizione, quando ti si ormano le ragnateletra le parole, quando racconti una storia gi scadutamentre va in stampa, ti premiano subito, sei dei loro.Ovviamente, in quanto zombie, devi essere uno zombieimpegnato e di sinistra, non c bisogno di ricordarlo.Finch Siti non ha scritto il romanzo giusto per ilcimitero italico, nessun grande riconoscimento. stato

    premiato senza esitazioni non appena ha pubblicato ilsuo romanzo pi provinciale, pi inognato nel sociale,nella crisi economica, pi vittimistico, pi lagnoso, piarreso perfno nel titolo Resistere non serve a niente. Evia, atto uori pure Siti, altro zombie libero a piedelibero. Unico barlume di vitalit del premio Strega stato Aldo Busi, escluso ingiustamente: era talmentemorto da aver dedicato il libro a Ingroia e da pubblicareil prossimo libro con il Fatto Quotidiano, peggio di cosnon si muore ti prendono nel casting di Te Walking

    Dead risparmiando sugli eetti speciali. Esequie diMarco ravaglio, immagino, e amen.Post (mortem) Scriptum: Non sar cos nel cinema,uno spererebbe. Il Leone dOro stato assegnato al flmdi Gianranco Rosi Santo GRA. Non pu essere robadagli orizzonti provinciali e neorealisti, mi sono detto,stiamo parlando della Mostra Internazionale dArteCinematografca, una vetrina per lItalia che costa 12,7milioni di euro (di cui 7 di denaro pubblico). Chisscosa signifca dinternazionale GRA, mi sono chiesto.

    E dopo aver appreso che un documentario atipicogirato con attori non proessionisti, come ai tempidi Pasolini e del primo Moretti, scopro che GRAsignifca Grande Raccordo Anulare. Ora, bello obrutto che sia il flm, non questo il punto, gi a Viterboavranno qualche di colt a capire il titolo. Prevedibilerisonanza zero. Comunque non ho visto il flm, non hoseguito la premiazione, e non mi ricordo pi se Rosi vivo o morto, quindi non dico altro.

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    Unamicizia formidabile tra due uomini di pennae di pensiero. Una vibrazione profonda tra mentiaffini, non comuni, che ancor oggi, a trentanni dalla

    scomparsa di Carlo Emilio Gadda, Pietro Citatievoca nel racconto di quel sodalizio, fisicamentedisciolto nel 73, alla morte dellIngegnere, tuttaviainestinguibile nellunico sacrario che conti, tra lamente e il cuore.Non ho mai pi conosciuto un uomo cos grande,dice lo scrittore che doma lemozione del ricordo

    abbassando lo sguardo sul divano giallo della suaelegante casa romana, ai Parioli. Le 44 lettere cheGadda gli sped, dal 57 al 69, sono ora raccolte in

    Un gomitolo di concause (Adelphi, pagg 239, euro14, a cura di Giorgio Pinotti). E gettano una lucenuova sul pi grande autore del nostro Novecentoche col suo giovane editor e confidente, conosciutonel 55 quando Citati recens sullo Spettatoreitaliano il gaddiano Giornale di guerra e di prigionia,parlava di tasse, cinema, cibo, editori avvoltoi che

    Cinzia Romani, il Giornale, 11 settembre 2013

    A trentanni dalla morte escono le lettere dirette a Piero Citati, allora suo giovane editor e confidente.

    In cui parla di soldi, donne, omosessualit. E dellorrore per ogni ideologismo

    Le paure del mio Gadda: tasse, matrimonio, sinistra

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    Mi telefonava, spietato, ogni giorno alluna emezzo, mentre ero a pranzo. La mia carne gelava

    e dopo una ventina di minuti era una suola.

    Che cosa le piaceva di pi, in Gadda?Il senso tragico che emanava da tutto, stando a lui.Aveva il senso del male universale. Seguirlo statoaffascinante: gli davo affetto ed ero molto efficiente.

    Nelle lettere indirizzate a lei spicca certa vitaintellettuale romana, o meglio il baccano romanodi ine anni Cinquanta, con la Morante che urlae pontiica troppo e Moravia che non capisceManzoni. Quale ricordo ha di quelle verboseacilonerie rasteverine?Lui non li sopportava. Adorava Manzoni e Ipromessi sposi, per cui stronc Moravia. Nonsopportava il loro sinistrismo, il loro ideologismo,le idee fatte. Con la Morante ebbe in comune un

    grande amore per Dostoevskij, ma Gadda avevauna grande cultura filosofica, conosceva Platone eLeibniz, detestava i luoghi comuni. Tra gli italianiammirava Montale, amava Ossi di seppia. E avevaamicizia per Attilio Bertolucci, uno dei pochi cheamasse il Pasticciaccio.

    Un aneddoto particolare?Aveva ossessioni insensate Il Pasticciaccio fuacquistato da Rizzoli per farne un film, poi affidato

    a Pietro Germi e a Gadda dettero un milione, cifrairrisoria nel 62. Siccome la sede della Rizzoli era

    un po fuori Roma, gli venne in mente che volesserotendergli un agguato, per riprendersi i soldi chegli davano. Cos mi chiam, per dirmi: Se nonritelefono entro le 19, chiami i carabinieri. Il cinemanon gli interessava: rispettava solo la letteratura e lascienza.

    vogliono la ghiotta preda cio lui, gite di relax eamici come Moravia e la Morante che una volta, auna cena, lhanno sfiancato, rintronato e vilipeso.

    Che tipo di amico u, per lei, Gadda e come potremmo

    denire la vostra amicizia?Unamicizia molto singolare: io avevo 27 anni, luioltre 60. Aveva molto affetto per me, ma non eralui che si occupava di me, ero io a occuparmi di lui.Mi telefonava, spietato, ogni giorno alluna e mezzo,mentre ero a pranzo. La mia carne gelava e dopouna ventina di minuti era una suola.

    Gli amici, per, si educano: gli ha mai detto nulla?Mai educato nessuno. Il fatto che per dieci-dodici

    anni i suoi libri sono passati per le mie mani. Mioccupavo di tutte le sue questioni personali, tasseescluse: aveva il suo commercialista. Aveva unatremenda paura di non pagarle correttamente e,un mese prima di pagarle, spariva. Fui io a farlocollaborare al Giorno e spesso mi chiedeva: Che leisappia, quanto ho guadagnato?. Era poverissimo.

    Di recente si parlato duna pretesa omosessualitdellIngegnere. Quale rapporto ebbe Gadda con le donne?

    Non era misogino, n omosessuale. Ma temevasempre che qualche donna lo volesse intrappolare eprenderlo come marito. Temeva soprattutto GiannaManzini e Maria Luisa Spaziani, questultimagrande cacciatrice di vecchi come Ungaretti eCecchi. Per le donne nutr grande affetto, matemeva la famiglia come istituzione. Tuttavia, avevaun interesse psicologico per il mondo omosessuale,del quale si faceva raccontare da Goffredo Parise,sposato ma con un lato omosessuale. Forse temeva

    di trasformare questo suo interesse in qualcosa didiverso. Con Pasolini, per esempio, non parlava ditali questioni: con lui si seccava, perch era un suoimitatore. E lui detestava gli imitatori. Aveva pisimpatia per Arbasino, omosessuale elegante chenon cacciava proletari, ma signori. Gadda avevauninclinazione per i giovani: furono loro, i pocomeno che trentenni Arbasino, Parise, Testori, adecretare il successo del Pasticciaccio.

  • 7/27/2019 La rassegna stampa di Oblique di settembre

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    Fabio Gambaro, la Repubblica, 12 settembre 2013

    Nel Maghreb cresce la generazione degli autori influenzati dal nuovo clima.

    Ma la narrativa non deve essere ostaggio della cronaca o della politica

    Gli scrittori della rivoluzione.Cos la primavera araba diventa letteratura

    La rivoluzione degli ultimi due anni ha talmentetrasormato le coscienze che non sar pi possibilevivere e scrivere come prima. La scrittrice

    tunisina Azza Filali riassume cos la situazione incui si trovano molti scrittori del suo paese e, piin generale, di tutto il Maghreb. Un mondo doveso a un vento di libert che scuote la societ civilee luniverso della cultura, rimettendo in discussionelo status quo e avorendo la nascita di nuovemodalit despressione, anche se naturalmente nonmancano le contraddizioni e i cambiamenti di rottarepentini. Di ronte agli avvenimenti degli ultimitre anni, molti scrittori sinterrogano sul loro ruolo,

    domandandosi come rendere conto di quantosta accadendo senza arsi agocitare dallurgenzadellazione politica e senza rinunciare allautonomiadella letteratura. Alcuni di loro ne discuteranno daoggi al 15 settembre a Bellinzona, in occasionedi Babel, il Festival di letteratura e traduzione,questanno dedicato alla rancoonia aricana. ragli invitati, accanto al romanziere Kamel Daoude alleditore Sofane Hadjadj, ci sar proprio AzzaFilali, la quale nel suo ultimo romanzo Ouattan

    (Elzad) ha raccontato il clima corrotto edisorientato del suo paese immediatamente primadel crollo del regime di Ben Ali. La scrittricerivendica il carattere impegnato della sualetteratura, ma acendo attenzione a distinguerela personale partecipazione alla vita politica delpaese dallattivit di scrittrice, che invece preerisceprendere le distanze dalle vicende politichecontingenti: La realt della unisia sempre

    presente nei miei libri, sullo sondo o attraversopersonaggi che ne evocano i problemi. Sto perattenta a non restare prigioniera della cronaca,

    perch la letteratura non ha il compito di restituirela realt nella sua immediatezza. Al contrario, devericostruire il reale a partire dal vissuto emotivo ecognitivo dellautore. La letteratura ha bisognodi tempi lunghi per lasciare decantare i atti epermettere alle storie di maturare. roppo a ridossodegli avvenimenti, la scrittura rischia di snaturarsi.Non a caso, la romanziera tunisina ha aspettatoquasi due anni prima di conrontarsi direttamentecon la primavera dei gelsomini, unespressione che

    per altro ricusa, in quanto tipica di un punto di vistaoccidentale, poco in sintonia con la drammaticit e laportata degli avvenimenti cui si rierisce. Proprio inquesti giorni sta concludendo il suo nuovo romanzo,Faits de peau, la cui vicenda si svolge nel mezzo dellastoria pi recente: Quello che minteressa sono ipersonaggi, le loro storie. Insomma, la letteraturanon deve essere presa in ostaggio dalla politica. Deveessere un percorso di libert a partire dal propriovissuto.

    Una preoccupazione condivisa da Kamel Daoud,che, dopo una bella raccolta di racconti, Lapreazione del negro (Casagrande), sta per pubblicareun nuovo romanzo intitolato Meursault, la contre-enqute(Barzakh), nel quale riprende la storia delloStraniero di Camus, ma raccontandola dal puntovista di un arabo. Libert anche dissacrare untesto sacro, spiega lo scrittore e giornalista, per ilquale i cambiamenti intervenuti nel mondo arabo,

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    Di fronte agli avvenimenti degli ultimi tre anni,molti scrittori sinterrogano sul loro ruolo,

    domandandosi come rendere conto di quanto staaccadendo senza farsi fagocitare dallurgenza

    dellazione politica e senza rinunciareallautonomia della letteratura.

    pur tra mille contraddizioni e di colt, hannoaperto nuove prospettive per tutto il Maghreb, anchesul piano culturale: Prima soocavamo, pensandoche nulla sarebbe mai cambiato. Oggi sappiamoche il cambiamento gi qui, e nulla sar pi come

    prima. Abbiamo riscoperto il senso della parolalibert e ci sono migliaia di storie da raccontare.Una prospettiva che nelle sue opere si traduce inuna scrittura dominata dallironia e dallassurdo,nella convinzione che, per appropriarsi del reale, laletteratura debba preerire le vie traverse: Di ronteai problemi della societ, e innanzitutto di ronteallaggressivit degli islamisti, ridere il solo mododi salvarsi. Ricorrere allassurdo non un esercizio dipigrizia intellettuale ma un vero e proprio diritto.

    Secondo Daoud, proprio questo atteggiamentobattagliero nei conronti dellintolleranza religiosa uno degli elementi di novit della nuovaletteratura maghrebina, che cos si dierenziada quegli autori ad esempio Kateb Yacine,Mohammed Dib, Rachid Boudjedra o RachidMimouni che in passato si sono conrontati conla realt coloniale e postcoloniale. Autori rispettati,certo, ma che oggi sembrano molto lontanidalle problematiche care ai lettori. Lo conerma

    Sofane Hadjadj, che tredici anni a ha ondatoad Algeri la casa editrice Barzakh: Rispetto allegenerazioni che li hanno preceduti, oggi gli autorisono pi sensibili a una problematica individuale.Si chiedono come parlare della singolaritdellindividuo in una societ da sempre dominatada una dimensione collettiva. Pi che la politica,vogliono arontare i problemi della quotidianite in particolare la sessualit, che resta il problemaondamentale per molti.

    In ogni caso per, anche per leditore algerino, laprimavera araba non ha ancora prodotto una vera epropria primavera letteraria. Certo, gli scrittori sisentono pi liberi, soprattutto le scrittrici, anche seper alcune tematiche (sessualit, esercito, religione) ancora molto diusa una sorta di autocensura.Anche per questo, sono ancora pochi gli autori chearontano direttamente gli avvenimenti politicidegli ultimi anni. Lo ha atto ad esempio ahar

    Ben Jelloun in un breve romanzo intitolato Fuoco(Bompiani), in cui ha rievocato la vicenda diMohamed Bouazizi, il giovane che, immolandosinel dicembre 2010, ha innescato la miccia dellarivoluzione tunisina. Una stagione presente in

    maniera molto personale anche nelle opere delpoeta tunisino Tar Bekri o del romanziere algerinoSamir oumi.Il clima incandescente delle rivoluzioni arabe haper potuto esprimersi nel cinema, nella musica esoprattutto nelle nuove orme di comunicazione,come testimonia il seguitissimo blog di LeenaBen Mennhi, in seguito diventato un piccololibro, unisian Girl. La rivoluzione vista da un blog(Alegre). La giovane autrice per altro presente

    anche nellantologiaNouvelles de unisie(Magellanet Cie/Elzad), in cui, insieme a Imam Bassalah,Yamen Manai, Habib Selmi e Monique Zletaoui,ha provato a raccontare il nuovo volto del suo paesenato dalla rivolta popolare. Insomma, il contestodella primavera araba aiuta la letteratura a osare dipi e ad essere pi originale, conclude Hadjadj,che aggiunge: Occorre per essere pazienti, senzacadere nella tentazione di scrivere per il pubblicoeuropeo. La rivolta letteraria degli scrittori del

    Maghreb deve rivolgersi innanzitutto al pubblicodei nostri paesi.

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    Se vi piacciono i libri di Roberto Bolao e la suavalorosa idea di letteratura, non dovreste andarea vedere mostre, in orte odore di idolatria, come

    Archivo Bolao 1977-2003, che da Barcellona appena partita per un tour mondiale. Che avrannomai da esporre su un antidivo del genere? vichiederete. Poi, siccome non avete la risposta e lacuriosit troppa, fnisce che fnite alla mostra.

    Oooh! Sotto vetro, trovate gli occhiali di Bolao,la sua macchina da scrivere e la tastiera di quandopass al computer. Ma pure oto, ritagli, disegni

    e soprattutto manoscritti. Una calligrafa piana,ordinata, totalmente decirabile. Limpressione che Bolao correggesse pochissimo. Falso. Inrealt correggeva un sacco mi dice CarolinaLpez, che spos Roberto nell85. Come si

    Marco Cicala, il venerd della Repubblica, 13 settembre 2013

    Officina Bolao

    Con laiuto della vedova e di una mostra, siamo entrati nel garage dellautore.

    Dove si possono contare i romanzi inediti, le poesie, i saggi e persino i quaderni

    che lui impaginava come fossero gi libri

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    Roberto Bolao riteneva che la letteraturafosse una faccenda da samurai:

    lotta di chi si sa sconfitto.Le sue storie sono piene di perdenti.

    spiegano allora i quaderni tutti precisini? Quellesono le belle copie. Belle davvero. Sembrano gistampate. Perch, come molti di noi ragazzinipredigitali, anche lamanuense Bolao si divertiva aimpaginare i propri taccuini acendoli assomigliare

    ai libri: titolo ben centrato in copertina, marginirispettati, disciplinata suddivisione in paragrafVoeurismo a parte, sbirciare in quelle pagine ce ne sono anche di caotiche e scarabocchiate pu essere istruttivo. Perch il genio proteiormedi Bolao ne esce umanizzato. E dopotutto, soloun manoscritto ancora in grado di trasmettertilemozione sporca della letteratura come o cina,corpo a corpo con il linguaggio. Un fle no.Spiacenti per i tecnoentusiasti.

    Ma molto delloriginalit di Bolao di cuiAdelphi ripubblica adesso in nuova traduzioneLa letteratura nazista in America risiede nelatto che u uno scrittore cerniera, a cavalcioni traNovecento di cui sapeva tutto e postmodernit.Perci nei suoi armadi non hanno trovato soltantocarte, ma anche dischetti: Per lesattezza 76, pi 69documenti su hard disk rierisce Carolina Lpez,mostrandomi un inventario dal quale emerge chedi Bolao sommersi ne restano ancora un bel

    po. In cire, 14.374 pagine. Quattro romanzi, 26racconti e una sflza di poesie, abbozzi, appuntiesti inediti o dimenticati dai titoli come al solitoipnotici: Lento palazzo dinverno; re minuti primadellapparizione del gatto; Diorama; Lo spettro diRudol Armand Philippi;Il contorno dell occhio; DF,La Paloma, obruk O Lo spirito della antascienza,omaggio al venerato Philip K. Dick. Storie nellequali spuntano vacche giganti con becco da papera,ragazzini dotati di occhi ai raggi x oppure un

    ciclista cinese di anni 142Ma come unzionava il cantiere-Bolao? Robertoera un abitudinario. Se stava pi di 15 giorni lontanoda casa andava uori di testa. Nel lavoro, un metodico.Lidea di partenza gli veniva da un racconto che avevaascoltato, una situazione a cui aveva assistito, unritaglio di giornale Prendeva appunti, abbozzavala storia, poi ne schizzava la struttura, sintetizzandoatti e personaggi in brevi sinossi, qualche volta

    stilava una lista dei capitoli Anche se poi, incorso dopera, gli capitava di modifcare limpiantooriginario. Negli archivi, non scopri un nuovoBolao, ma come se entrassi nel suo garage. Eradi quelli scaramantici e abbottonati, oppure parlava

    dei libri che stava costruendo? Ne parlava: lo acevarifatare dalla solitudine del lavoro di scrittura. Albar di quartiere gli chiedevano: Beh, come va ilromanzo?. E lui: Va, va. Per non si capisce benedove va.Genio e regolatezza: i cassetti di Bolao eranopieni di schemi. In quelli preparatori di 2666,suo opus magnum, tracciata la struttura tubolareche sarebbe stata lossatura del romanzo. E poitriangoli, rettangoli, ottagoni ai cui vertici vedi

    scritti nomi di flosof: Eraclito, SantAnselmo,Wol, Leibniz, Spengler, rendelenburg Lascrittura come arte. Marziale. Dagli archivi diBolao hanno ripescato 40 giochi di strategiae un mucchio di riviste specializzate. Sapevaa memoria i nomi di tutti i generali sovietici etedeschi che avevano combattuto a Stalingrado.Nella sua biblioteca cerano gli scritti completi diWinston Churchill, in sette volumi.In uno dei testi che compongono lottimo catalogo

    della mostra, lamico Javier Cercas scrive: Quandolo conobbi, Bolao era un peretto outsider.

    Ammiravo i suoi libri, ma ancora di pi il suoatteggiamento: la uriosa radicalit con cui, daquando era adolescente, aveva assunto la propriavocazione di scrittore. Il cliniano: Una volta checi sei dentro, aondaci fno al collo. Roberto Bolaoriteneva che la letteratura osse una accenda da

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    Che il mondo degli scrittori sia popolatodi canaglie, chiunque pu intuirlo, ma anchepieno di fessi. Non si rendono conto di quantosia effimero quello che fanno.

    imbastisce sortilegi letterari dal cuore misteriosoe terrifcante. Di un altro libro,I dispiaceri del veropoliziotto, Bolao rivelava in unannotazione: Ilvero poliziotto il lettore, che cerca invano dimettere ordine in questo romanzo indemoniato.

    RB trascorse quasi tutta la vita lontano dal Ciledovera nato nel 1953. Ventenne, u brevementeimprigionato nelle gattabuie di Pinochet. mortoa cinquantanni. Prolungando, a modo suo, i treierro che, secondo un modo di dire, suggellanoil destino, e orse la maledizione, degli scrittorilatinoamericani: destierro, encierro, entierro. Esilio(I miei fgli, Aleandra e Lautaro, sono la miaunica patria diceva), galera, morte. Ingredientidi un mito sul quale si fn troppo ricamato. Sar

    orse anche per via di certe vecchie oto che lomostrano giovane zazzeruto con eskimo e zaino onthe road ma una avola postuma, commerciale eabbricata, non a caso, negli Stati Uniti, attribuiscea Bolao trascorsi da eroinomane. Mentre chilha conosciuto bene assicura che, con buona pacedella santa trimurti dei Seventies, Hendri/Joplin/Morrison, lunica sostanza della quale rimaseaddicted fno allultimo u il t. Qualcuno sostienepure che Bolao mentiva, per indorarsi la biografa,

    quando raccontava di essere scampato per il rottodella cu a ai carnefci pinochetisti. Ma che volete:leggende nere, bubbole e malignit sono il prezzodella ama. Che, come RB sapeva perettamente, pirotecnia di una notte.Daltronde, non vi sar suggito: fno a poco tempoa, cera gente che se non avevi letto Bolao tiguardava come un poveraccio. Adesso, quegli stessisapientoni ti dicono con smorfa estenuata: Bolao?Naaa, basta, inazionato. Avanti un altro.

    Adesso riprendi in mano La letteratura nazista inAmericacol timore che qualcuno entri per comunicartiche Bolao-sbravinoma sopravvalutato. Sotto sottoc da sperarlo: ch, sbollita la bolaitepandemica, orse arrivata lora radiosa per (ri)leggersi il grandeRB in santa pace.Aspettando che dal garage saltino uori nuovibengala a illuminare la notte storica del romanzo edella poesia.

    samurai: lotta di chi si sa sconftto. Le sue storiesono piene di perdenti. Per senza quel culto allapparenza romantico, ma in ondo snobistico del loser con cui s impasticcata per decenni lasinistra vedovile e postrivoluzionaria. No, in Bolao

    lidea di racaso, allimento, appartiene al nocciolostesso dellimpresa letteraria. Quello di scrivere

    un mestiere abbastanza miserabile, ma molta gente convinta che sia magnifco. un paradosso, unequivoco incredibile disse in una amosa intervistatelevisiva. Che il mondo degli scrittori sia popolatodi canaglie, chiunque pu intuirlo, ma anchepieno di essi. Non si rendono conto di quanto siae mero quello che anno. Potrei mettere insieme

    venti autori della mia generazione e scoprirli tutticonvinti di essere bravissimi, in grado di durare neltempo. Senza contare la superbia, il sintomo diunignoranza bestiale.Nei diari di Bolao a ora una rase ricorrente:Soy inmensamente eliz. Ma dietro leuoriadella scrittura, dietro le trame unamboliche e ipersonaggi bislacchi, senti sempre picchiettareil tarlo della caducit. Violenza, ollia,annientamento. Una malinconia che non

    piega sentimentale, ma dimensione conoscitiva.utto questo apparenta ogni scritto suo allapoesia. E lo allontana dal cazzeggio ludicodel postmodernismo. Roberto si consideravainnanzitutto un poeta ricorda Carolina Lpez.Scrisse poesie tutta la vita. La poesia il nucleodi tutto il suo universo letterario. Romanziinclusi. Prendi Amuleto o Stella distante, dove lascrittura disadorna per niente alata, lirica

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    Paola Casella, La Lettura del Corriere della Sera, 15 settembre 2013

    Gioved scorso Bret Easton Ellis aveva 422.639ollower su witter (ma seguiva soltanto 156 profli):questo lo rende a tutti gli eetti una stella della rete.

    Il suo parlare esplicito per gli procura spesso deigrattacapi: Recentemente ho twittato che non avreicreduto a Matt Bomer, un attore dichiaratamente ga,come protagonista delladattamento cinematografcodi Cinquanta sumature di grigio; cos ho dovutoscrivere un articolo su Outper diendermi dallaccusadi omoobia: io, da sempre apertamente omosessuale.Unaltra volta ho scritto che secondo me lAcademaveva assegnato lOscar a Kathrn Bigelow soloperch una donna, e una gran gnocca. Inutile dire

    che migliaia di ollower, comprese mia madre e le miesorelle, mi hanno messo alla gogna. Dai, erano soltantoopinioni.Le ragazzo prodigio di Meno di zero e AmericanPsycho, oggi quarantanovenne sceneggiatore di TeCanyons, il flm di Paul Schrader presentato uoriconcorso a Venezia, davvero un enomeno pop o,per usare la sua autodescrizione, uno scribacchinoadolescenziale. Nei suoi tweet, Easton Ellis esprimepareri molto personali in atto di arte, letteratura,

    cinema e politica, qualifcandosi come opinionleader per i an che lo amano, o amano odiarlo.Il mio rapporto con i social media puramenteistintivo, dice. Ho voglia di esprimere un pensiero,unemozione, e lo accio di getto. Ma la mia vita ancora prevalentemente analogica: mantengorelazioni tattili, non mi basta chattare a distanza.

    In che modo usa i social media?

    Ne accio un uso improprio perch inseriscoraramente link e hashtag, e non rispondo quasimai ai messaggi altrui. Ho usato correttamente

    witter solo per incoraggiare i miei ollower aare crowdunding, cio a fnanziare Te Canyonsattraverso la piattaorma di Kickstarter, e per cercarecomparse per il flm: postavo un tweet la mattinaalle sei, alle undici cera gi la fla.

    Che cosa pensa di Facebook?Non mi piace pi, perch unziona soprattuttocome cane da guardia: molti genitori lo usanoesclusivamente per controllare i loro fgli. E leroe di

    Facebook Grump Cat, un gatto dallespressioneperennemente incazzata. witter invece il mioprincipale canale di inormazione, e un potentestrumento espressivo.

    Il limite dei 140 caratteri condiziona la sua scrittura?Costringe a limare costantemente, a essere severamentesintetico. In questa brevit coatta le opinioni sonoespresse in bianco e nero, senza mezzi toni e sumature.E poich si materializzano in modo decontestualizzato,

    sembrano sempre proclami assoluti.

    I social media hanno inuenzato il suo stile?Un tempo sbrodolavo, oggi sono molto pi conciso.Ma pi che il mio modo di scrivere, witter e Facebookhanno modifcato quello di leggere, abbassandodrasticamente la mia capacit di concentrazione: se ieriero in grado di divorare cento pagine di un romanzoin una sera, adesso atico ad arrivare a venti. E sono

    Lautore di American Psycho ha 422 mila follower e si distingue

    per testi spesso feroci. Le mie opinioni sono iperboli

    Odio i conformisti del web

  • 7/27/2019 La rassegna stampa di Oblique di settembre

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  • 7/27/2019 La rassegna stampa di Oblique di settembre

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    Uno di questi giorni dovremo ridare alla paroladecadenza un signifcato pi ampio di quello di uncaso personale. Perfno la nostra scialba storia non

    merita di essere ridotta a cronaca giudiziaria (oanche a cronaca politica).Presto o tardi dovremo are i conti con legemoniasottoculturale globale che si va aermando inOccidente. E meglio sarebbe arli prima che lei chiudai conti con noi. Questi conti li ha atti Martin Amis nelsuo ultimo romanzo Lionel Asbo. Lo stato dellInghilterra(in uscita in Italia da Einaudi, pp 250, euro 17).Andare a letto con lo spirito del tempo il compitodel romanziere. Andarci senza lasciarsene sedurre.

    Amis corre ancora una volta questo rischio ed impresa di cilissima perch oggi la neo-barbarie laria che respiriamo, una seconda natura, lideologia imperante in Nazioni che hanno perdutoogni impero, Nazioni che, sconftte dalla propriastoria (non da quella altrui), silludono di vivere dopoogni ideologia proprio perch ne sono prigioniere.Non a caso Amis elegge un delinquente psicoticoallito di successo a protagonista del proprio discorsosullo stato della Nazione (il sottotitolo del romanzo

    dichiara la sua ambizione). Lionel Asbo acronimo perAntisocial Behaviour Order, una misura introdottanel 1998 per contrastare i comportamenti antisociali la eccia della eccia, un bruto inetto perfno allavita delinquenziale, uno che va fero della propriaintenzionale stupidit, un criminale