RASSEGNA 13 settembre

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IL TIRRENO Pagina 7 - Toscana L’altra sinistra sceglie il sarcasmo Segue Travaglio come una popstar e sogna Vendola premier DALL’INVIATO MARIO LANCISI MARINA DI PIETRASANTA. La star indiscussa è Marco Travaglio. Seguono (a distanza) Antonio Di Pietro e Beppe Grillo. Per Fini stima, ma non ancora amore. E come candidato premier un uomo solo al comando: Nichi Vendola (sorpresa, a qualcuno non dispiace neppure Pier Luigi Bersani). Così si esprime il popolo del Fatto, il quotidiano di Antonio Padellaro, che ha festeggiato alla Versiliana il suo primo anno di vita. Tre giorni di dibattiti, 20 mila persone, spesi circa 12mila euro, (3-4mila li ha messi, tra le polemiche del Pdl, l’amministrazione comunale di centrosinistra, guidata da Domenico Lombardi). Il clou, ieri mattina, con il dibattito sulla corruzione con Di Pietro, Claudio Fava, Fabio Granata, il magistrato Francesco Greco e Matteo Renzi (assente per ragioni personali). Almeno tremila persone ad ascoltare. Se al popolo della sinistra inquieta che ieri ha invaso la Versiliana accostiamo anche i «marciatori» (2-3mila) dell’annuale marcia della giustizia da Agliana a Quarrata, svoltasi sabato sera, abbiamo un affresco dei personaggi e degli umori della sinistra in cerca di identità nell’Italia berlusconiana. Travaglio super star. Alla Versiliana l’applausometro ha sfiorato l’apice per Travaglio. Piace soprattutto ai giovani per l’ironia e il sarcasmo dei suoi discorsi e articoli. Fa opposizione a Berlusconi non stracciandosi le vesti come i moralisti, ma sorridendo (seppure di un riso amaro), dicono in coro Teresa e Alessandro, 25 anni, studenti di Massa. «E’ pungente e realista», aggiunge Michela di Pisa, 56 anni, insegnante in pensione. «Mi piace perché dice le cose come stanno», osserva Marco Carducci, 48 anni, avvocato massese. Infine Chiara, 27 anni, Pietrasanta: «Riesce in poche parole a dire le cose che ciascuno di noi vorrebbe poter urlare». Giovani senza partito. Travaglio, come Grillo, riesce, osserva Simona, 23 anni, Camaiore, a usare chiavi in grado di attirare l’attenzione dei giovani senza partito e senza politica: «Io prima quando in tv c’era la politica cambiavo canale. Discorsi fumosi, incomprensibili, noiosi. Travaglio invece è chiaro. Mi fa capire quello che succede in Italia». Travaglio e Grillo. Due personaggi che agganciano giovani non politicizzati o elettori delusi. Il popolo della scheda bianca, per intenderci. In un sondaggio su i lettori che vorrebbero come candidato premier per battere Berlusconi, il 36% ha risposto Grillo. Primo indiscusso. Seguito da Di Pietro (28%), Vendola (24%), Fini (5%) mentre Bersani ha preso solo il 2% (una percentuale più alta, nelle risposte registrate a Pietranta, forse perché siamo in Toscana e molti, anche se con qualche perplessità, alla fine potrebbero votare il segretario del Pd). Da Fini a Grillo. Travaglio e Grillo rappresentano mondi nuovi rispetto ai movimenti dei girotondi, dei professori, dei pacifisti e dei no global di sette-otto anni fa. Un’altra differenza, rispetto a quel periodo, è che, almeno nel popolo dei Travaglio e dei Di Pietro, trova cittadinanza politica e culturale la destra di Fini. «Proprio questa promiscuità, questo fronte da Fini a Vendola, è uno degli aspetti che più mi affascina e intriga del Fatto», osserva Antonio Capuano, 45 anni, libero professionista di Roma. «Il Pd? Come la Dc...». Qui, alla Versiliana, tra la gente che applaude il magistrato Greco e il finiano Granata, il partito più rappresentato è sicuramente quello di Di Pietro ma anche il Pd ha un certo seguito. Democratici critici, però. Come la pratese Cristina Bellandi, 57 anni, arredatrice: «Il Pd? Mi sembra sempre di più una nuova Dc». Dello stesso avvico anche Luigi Delli, 54 anni, anche lui di Prato: «Vorrei più coraggio dal mio partito». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giorgio Tegani e Marilena Cavan di Reggio Emilia: «Il Pd rischia di essere troppo clericale. E’ una fusione a freddo di due grandi tradizioni. La socialista e la cattolica-democratica. Anziché di valori si è pensato alle poltrone». La manna di Erri De Luca. Valori? Alla Versiliana il valore numero uno che tiene insieme gli elettori di Fini e i fans di Grillo è quello della difesa della Costituzione. Poi viene il rispetto della giustizia. La legalità. L’etica della cosa pubblica (non a caso il tema di ieri era la lotta alla corruzione). E la laicità. Nella marcia Agliana-Quarrata si è posta invece più l’attenzione su valori che hanno radici bibliche. «La manna scese dal cielo perché il popolo la mangiasse ma non la conservasse», ha spiegato lo scrittore Erri De Luca. Beni per tutti. Senza rendita. Senza ricchezze personali. Valori di un orizzonte più religioso che politico.

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LA NAZIONE Pagina 10 – Cronaca Accuse e insulti dell’Idv: “C’è lui alla testa della P3” Cesare-Berlusconi, Di Pietro cerca la rissa «Ora è anche un problema psichiatrico» ROMA — MENTRE i magistrati continuano ad indagare sulla cosiddetta P3 e sulle sue eventuali influenze nelle scelte della politica, della magistratura, e su chi possa essere quel ‘Cesare’ che tante volte ricorre nei colloqui tra gli indagati dell’inchiesta romana, Antonio Di Pietro di dubbi sembra averne pochi. E lancia accuse e insulti: «Berlusconi non ha alcun legame con la P3: è la testa della P3». «Finora abbiamo sempre ragionato sul coinvolgimento delle varie parti di questa piovra politica — ha aggiunto Di Pietro — ma a capo della piovra politica c’è proprio lui». Secondo il leader dell’Idv, l’attuale Governo non è più neppure «un governicchio» ma piuttosto «un governo a scopo criminale». Commentando la barzelletta su Hitler raccontata da Berlusconi ai giovani del Pdl, Di Pietro ha lanciato insolenze: «A questo punto il problema non è più solo politico o giudiziario, ma è di tipo psichiatrico».

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CORRIERE DI MAREMMA Sospesa la sentenza di Sakineh Soddisfazione anche in Maremma L’assessore provinciale Tenuzzo: “Mobilitazione fondamentale”. GROSSETO - L’assessore provinciale alle pari opportunità Tiziana Tenuzzo interviene sul caso di Sakineh Ashtani, la donna condannata alla lapidazione in Iran per adulterio e concorso in omicidio del marito. “Sono felice di ricevere la notizia della sospensione della sentenza di lapidazione di Sakineh Ashtani. Non si tratta certo di un avvenimento casuale, ma del risultato di una mobilitazione internazionale cui hanno partecipato Stati e popoli di tutto il mondo. È sicuramente un segnale che fa ben sperare da parte delle autorità iraniane ma questo non deve certo fermare tutti coloro che ritengono profondamente ingiusto il fatto che una donna possa essere condannata a morte per futili motivi. La mobilitazione deve quindi continuare per poter far capire a tutti la disumanità della pena di morte, in generale, e di come la discriminazione nei confronti delle donne, dall'altra, possa raggiungere vette di indicibile inciviltà. Ciò che dobbiamo fare, nella nostra vita di ogni giorno, è contribuire a rendere inaccettabile l'uso del concetto di religione, di cultura o di tradizione per giustificare la violenza contro le donne: perché la battaglia per i diritti umani deve essere una pratica quotidiana. Un piccolo contributo che ognuno di noi può dare affinché si possa mettere la parola fine all'uccisione delle donne e a tutte le altre pratiche che impediscono loro di mantenere l'integrità del loro corpo, dei loro diritti, e della loro dignità”.

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IL TIRRENO Pagina 1 - Massa - Carrara Problema rifiuti, l’Idv critica le politiche locali «Qui ci vuole un’azienda unica» Meloni: soltanto la raccolta porta a porta può evitare l’eco-tassa MASSA. Il problema dei rifiuti urbani continua ad essere al centro del dibattito politico. Il Comune e, quindi, i cittadini) si troveranno a dover pagare la eco-multa perchè non ha raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata indicati dalal Regione, intanto tra Massa e Montignoso scoppia la guerra dei rifiuti di confine. Problemi che hanno radici lontane. Come sostiene anche Severino Meloni, del coordinamento Idv Massa Carrara. «Oggi - scrive in proposito - si raccolgono i frutti di ciò che è stato seminato dalle amministrazioni precedenti, e finora condiviso anche da quelle attuali. ci sono responsabilità precise, individuabili nella totale mancanza di indirizzi politici strategici tesi a ridurre la massa globale dei rifiuti, che resta l’obiettivo più alto e più serio». Secondo Meloni, «pochi hanno messo in discussione il modello di sviluppo e lo stile di vita, con le contraddizioni non più sostenibili, i limiti ambientali e gli equilibri naturali del pianeta». E nessuno «ha messo in discussione la logica consumistica dell’usa e getta, in gran parte responsabile dell’incremento abnorme di rifiuti». E’ necessario, invece, prosegue l’esponente dell’Idv, «aggredire il problema su due fronti: innanzitutto è indispensabile un’azione politica di grande respiro e di media-lunga durata per un cambiamento di rotta radicale della produzione e del consumo. Scaricare le responsabilità del fallimento delle non-politiche dei rifiuti sulle spalle dei cittadini, quando è stato fatto poco o niente per educarli, per facilitarli nella raccolta differenziata e per premiare quelli più sensibili e impegnati nella separazione dei loro rifiuti, costretti a girovagare per la città alla ricerca dei cassonetti specifici è da irresponsabili». Per abbassare i costi, dunque, serve, secondo Meloni «un soggetto unico a livello provinciale con il compito di attuare con la massima efficienza, senza contraddizioni e contrasti tra enti diversi, la politica sui rifiuti decisa dai Comuni in piena coerenza con gli orientamenti e le scelte della provincia, che deve essere rivista assumendo l’obiettivo contenuto nella “Strategia rifiuti Zero” come orizzonte per il 2020». La strada da seguire è dunque quella della “raccolta differenziata porta a porta”, cioè la separazione e la raccolta dei rifiuti nelle case, dove vengono prodotti, e il loro successivo reinserimento nei cicli produttivi. «Solo un servizio organizzato in questo modo può seriamente responsabilizzare tutti i cittadini e garantire gli obbiettivi più ambiziosi a cui deve aspirare un’amministrazione che non pensi solo a gestire in qualche modo il presente ma anche a progettare il futuro».

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