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Martedì 21 settembre 2010 pagina 15

di Marco Maroni

G li è scappata una cifra.Una stima di costi ingrado di far cascare tut-to l’impianto retorico

sulla convenienza dell’atomoin Italia. A pubblicarla è nien-temeno che l’Associazioneitaliana nucleare (Ain), comi-tato che raccoglie i principalicentri di ricerca e gruppi in-dustriali attivi nel nucleare,

Enel inprima fila. Fondata nel 1958,membro del Forum atomicoeuropeo e della European nu-clear society, l’Ain è un po’ lapunta di diamante tecni-co-scientifica del mondo nu-clear ista.La stima, contenuta in unanota ufficiale che contestauno studio americano secon-

do il quale l’energia fotovol-taica sarebbe ora competi-tiva con quella nucleare,indica il costo dell'energianucleare prodotta dallenuove centrali tra i 10 e i 15

centesimi di dollaro alchilowattora. In

euro, fa tra gli 8e i 12 centesi-

mi, vale a di-re più delprezzo alqualel’energ iaè vendutanella Bor-sa elettricaitaliana,che nel cor-so del 2010è stato infe-riore ai 7centesimi.

“Rinascimentonu c l e a re ”

MA ALLORA che ne è dellaretorica dell’atomo come fon-te di elettricità a prezzo superconveniente rispetto ai costidel termoelettrico a gas o pe-trolio? Interpellata dal Fa t t oQuotidiano, l’Ain non ha volutofornire dettagli sulla stima, af-fermando che è tratta da “fo n t iindustriali, riservate”, tra lequali, ovviamente, l’Enel. Il co-losso energetico campione del“rinascimento nucleare” italia -no deve aver suggerito la partebassa della “fo rch e t t a ”, vistoche la ricerca di 300 pagine re-centemente commissionataallo studio Ambrosetti (“Il nu-cleare per l’economia l’am -biente e lo sviluppo”) e pubbli-cizzata con grande enfasi indi-ca un costo di 6 centesimi alch i l owa t t o ra .A conferma che le stime piut-tosto alte sul costo dell’energ ianucleare devono essere stateimputate agli esperti dell’Aincome una gaffe imperdonabi-le, va registrato che l’Associa -zione nucleare ha provvedutorapidamente a far sparire dal si-to la nota incriminata.La stima del costo dell’energ iaprodotta da impianti nucleariè una faccenda complessa,troppo spesso affidata ai pre-giudizi in un campo e nell’al -

tro. Ma i dati dell’Ain fanno ri-flettere sulla disinvoltura conla quale l’Enel e il Governo dif-fondono cifre a supporto dellatesi dell’economicità del nu-cleare. “Quelli pubblicati sonotutti range di prezzo”, spiegaun portavoce dell’Enel, “basatisu ragionamenti che hanno unorizzonte temporale dai 10 ai60 anni”.

L’incognitadei costi

VA QUI ricordato che stiamoparlando di impianti che na-scerebbero per una vita utile fi-no ai 60 anni, e per i quali il co-sto di produzione del chilo-wattora dipende per oltre il 90per cento dal costo di costru-

zione della centrale. Esempla-re il caso del primo reattore eu-ropeo in costruzione dopol’incidente di Chernobyl del1986, quello della cittadina fi-nlandese di Olkiluoto. Avviatonel 2000 il cantiere avrebbedovuto essere chiuso nel mag-gio 2009, spesa stimata: 2,5 mi-liardi di euro. I costi sono orasaliti a 5,5 miliardi e l’impiantosecondo Areva, il colosso pub-blico francese che lo sta realiz-zando, dovrebbe essere conse-gnato alla fine 2012.Areva è il partner con cui l’Enele il governo italiano hanno av-viato la nuova avventura nu-cleare italiana. Con Areva econ il gigante elettrico france-se Edf, l’Enel sta costruendo lacentrale di Flammanville (inNormadia), basata sulla stessatecnologia di Olkiluoto, notacome Epr (Europen pressuri-

Centrali, i tempi si allungano e qualcuno non ci crede piùDA UN RINVIO ALL’ALTRO PER LA COLLOCAZIONE DEI NUOVI IMPIANTI E L’AGENZIA È GIÀ IN RITARDO DI UN ANNO

zed reactor). A Flammanvillel’Edf è già stata costretta più diuna volta a rettificare verso l’al -to il costo previsto per il chilo-wattora prodotto, e proprio acausa dei ritardi nella costru-zione, che fanno impennare icosti finali di tutta l’operazio -ne.

Reattor iall’italiana

IN ITALIA si parla di realizza-re quattro reattori da 1.600megawatt di potenza, per uncosto stimato di 16 miliardi, 4miliardi a centrale. La cifra ap-pare ottimistica. Il gruppoenergetico tedesco E.on, inte-ressato alla partita, recente-mente ha affermato che cen-trali di questo tipo costerannoalmeno 6 miliardi. La differen-

za tra 4 e 6 miliardi equivale aun aumento del costo di pro-duzione del chilowattora al-meno del 30 per cento. Adaprile un analista Citigroup,primo gruppo bancario mon-diale, ha dichiarato che “da unpunto di vista economico, ilnucleare è una catastrofe, i co-sti devono essere trasferiti suicontr ibuenti”.Il decreto del febbraio scorsocon il quale il Governo ha datol’avvio al nuovo programmanucleare prevede una massic-cia campagna di “infor mazio-ne”per far accettare le centraliagli italiani. C’è da scommette-re che la campagna non spie-gherà che il chilowattora nu-cleare probabilmente coste-rebbe di più dell’energia checonsumiamo ora. Come anchei super-nuclearisti dell’Ainhanno scoperto.

La denuncia di “P re s a d i re t t a ”

CAOS SULLA SICUREZZAIN FINLANDIA

La costruzione della centrale nucleare di Olkiluoto3 in Finlandia doveva terminare nel 2009, maproblemi sulla sicurezza hanno fatto slittare laconsegna al 2012. Potrebbero però esserci altriritardi. Come ha denunciato domenica“P re s a d i re t t a ” di Riccardo Iacona, gli operaidell’impianto hanno ricevuto solo nel 2006 leistruzioni relative agli standard di sicurezza per lesaldature ma i lavori erano iniziati già nel 2003. Aoccuparsi dell’impianto è il gruppo francese Arevache presenterà lo stesso progetto anche in Italia.

GARANTISMI di G. Me.

L’EX CAV. TANZI, L’INDEGNOC alisto Tanzi non è più cavaliere del lavoro. Il

presidente Napolitano ha revocatol’onorificenza al protagonista del crack Parmalat,che ha vaporizzato 14 miliardi di euro. Il Quirinaleha deciso su richiesta del ministro dello Sviluppoeconomico Silvio Berlusconi (ad interim).Motivazione (testuale): “Indegnità”.Qui gli spiriti garantisti vacillano. Tanzi non hasubito alcuna condanna definitiva. Sui dieci annipresi in appello a maggio scorso deve ancorapronunciarsi la Cassazione. Il berlusconismoinsegna che fino alla sentenza della Cassazione, ein certi casi anche dopo, è da giustizialisti farsi ungiudizio delle persone. Invece Tanzi è già indegno.E l’on. Totò Cuffaro, condannato in appello a setteanni per favoreggiamento della mafia? E il sen.Marcello Dell’Utri, condannato in appello a setteanni per concorso esterno in associazione mafiosa?Degni o indegni? Ci vorrebbe una nota esplicativadel ministero dello Sviluppo economico.

Il chilowattoran u c l e a rep o t re b b ecostare 8-12centesimi dieuro, mentrel’Enel dice 6

di Giorgio Meletti

L’ ex ministro dello Sviluppo econo-mico, Claudio Scajola, era convin-

to di aver scoperto il segreto della ve-locità. Nel Paese che non riesce a rat-toppare l’autostrada Salerno-ReggioCalabria annunciava l’apertura a tap-pe forzate dei cantieri per la costru-zione di quattro centrali nucleari.Con l’ottimismo della volontà e conl’esibizione di un’aggressività futuri-sta, assicurava che entro la fine natu-rale della legislatura (primavera2013), le costruzioni sarebbero stateav v i a t e .

A DISTANZA DI UN ANNO dairoboanti annunci, e nonostante il ten-tativo del ministro dell’Economia Giu-lio Tremonti di surrogare le ventate dientusiasmo nucleare di Scajola, l’ope -razione accusa un clamoroso ritardo,al punto che gli stessi protagonisti

confessano a mezza bocca di non cre-derci più tanto. Colpisce il fatto che larelazione semestrale dell’Enel, pubbli-cata di recente con i conti al 30 giugno2010, non riservi una sola parola allostato di avanzamento del “r inascimen-to nucleare”.Il sottosegretario allo Sviluppo econo-mico, Stefano Saglia, che si è trovatosulla scrivania il fascicolo lasciato ine-vaso da Scajola, sta provando a mette-re insieme i pezzi. E sembra stia perarrender si.

INFATTI SCAJOLA aveva assicu-rato che entro febbraio 2010 la neo-nata Agenzia per la Sicurezza del Nu-cleare avrebbe battezzato i tre o quat-tro siti dove costruire le centrali ato-miche. Poi arrivò un piccolo colpo difreno: c’erano le elezioni regionali, inprimavera, era impensabile affrontar-le con tre o quattro regioni imbufaliteperché destinatarie di una centrale. Si

decise che a febbraio sarebbero statistilati solo i criteri di individuazionedei siti. E si celebrarono le regionalicon quasi tutti i candidati governatori,di destra e di sinistra, impegnati a giu-rare che mai una centrale sarebbe sor-ta a casa loro. Poi c’è stato il dramma diScajola, la casa regalatagli a sua insa-puta, le dimissioni. E tutto si è fermato.L’Agenzia per la sicurezza nuclearenon esiste ancora perché non sonostati nominati i cinque mebri (il pre-sidente, l’oncologo Umberto Verone-si in pole position, lo deve sceglierepalazzo Chigi, due membri il ministrodell’Ambiente, due membri lo Svilup-po economico). Una volta fatte le no-mine, i cinque dovrebbero darsi un re-golamento, che è leggermente piùcomplesso di un regolamento di con-dominio. A quel punto l’Agenzia do-vrebbe passare alla definizione dei si-ti.Per adesso si sa che il ministero dello

Sviluppo, per portarsi avanti con il la-voro, ha chiesto alla Sogin, braccio nu-cleare del governo, di preparare unalista delle localizzazioni possibili dellecentrali nucleari, però dev’essere unalista che non crei nervosismi, quindi isiti possibili devono essere possibil-mente diverse decine. Con questo li-stone sul tavolo comincerebbe il brac-cio di ferro con regioni e comuni.

MA ATTENZIONE: quello dellalocalizzazione dei siti, per quanto im-portante, è solo uno degli adempi-menti normativi e autorizzativi. La leg-ge 99 del 2009, che ha aperto la stradaal “rinascimento nucleare”, prevede laformulazione successiva di 25 decretiattuativi. Ai quali dovrebbe dedicarsiassiduamente, in questi mesi, il mini-stro dello Sviluppo economico chenon c’è. Infatti nel lungo elenco di attidi governo rivendicati da Silvio Berlu-sconi come ministro ad interim non

c’è alcun colpo di reni sul nucleare.

MA C’È UNA QUESTIONE piùpolitica, e quindi più rilevante, a get-tare un’ombra preoccupante sul futu-ro del “rinascimento nucleare”.L’obiettivo di avere i cantieri apertiprima delle elezioni si spiegava con lavolontà di mettere l’operazione al si-curo rispetto a possibili ribaltoni po-litici. Fermare un progetto sulla carta èsemplice, chiudere dei cantieri dovesi sono già spesi dei soldi è più com-plicato, anche perché sarebbe la ripe-tizione dell’enorme spreco di denaroseguito al referendum anti-nuclearedel 1987.L’apertura dei cantieri entro la prima-vera del 2013 è un obiettivo già uffi-cialmente abbandonato dal governo.Se poi le elezioni fossero anticipate,magari alla primavera del 2011, il di-scorso sarebbe ancora più gravemen-te compromesso.

Gli sprechipotenziali del

nucleare secondoMarilena Nardi

ECONOMIA

ATOMO PIÙ CARO DEL PETROLIOL’AUTOGOAL DEI NUCLEARISTIL’Ain fa sparire dal sito l’imbarazzante ammissione

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LA NAZIONE Pagina 19 – Siena ABBADIA Civitas in Regione «Difendiamo l’Unione dei Comuni» UNA DELEGAZIONE dell’Associazione Civitas di Abbadia San Salvatore ha incontrato, nel suo percorso di sensibilizzazione dell’opinione pubblica a tutela delle Comunità Montane, il consigliere regionale dell’Idv Marco Manneschi - Presidente della Prima Commissione affari istituzionali, programmazione e bilancio. «Un incontro molto produttivo» afferma Pierluigi Flori promotore dell’iniziativa. Manneschi ha fatto sua la richiesta, avanzata dall’Associazione, di sostenere l’opportunità di mantenere alle Unioni dei Comuni, nascenti dalla trasformazione delle Comunità Montane, la gestione delle deleghe regionali legate all’agricoltura, alla forestazione ed ai Consorzi di Bonifica che permetterebbe di unire il contenimento dei costi della rappresentanza politica e della gestione dei servizi amministrativi.

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LA NAZIONE Pagina 10 – Attualità Firenze, i balletti della politica Galli (Pdl) attacca la neo-finiana: «Vicino a te non ci sto più» di STEFANO CECCHI FIRENZE — L’OBAMINO di Italia non c’era, costretto negli studi Mediaset di Roma a registrare l’«one man show» per Matrix. Ma se Matteo Renzi fosse stato presente, probabilmente avrebbe avuto il sospetto che da rottamare come usato logoro non ci sia solo il vertice del suo partito. Perché ieri, in consiglio comunale a Firenze, è andato in scena uno spettacolo in due tempi che ha rimandato agli usi della prima repubblica, quando l’ostracismo fra forze politiche era esercizio praticato e il trasformismo un’opportunità. Tutto ha avuto inizio quando la vicecapogruppo del Pdl, Bianca Maria Giocoli, ha preso la parola per annunciare il passaggio al costituendo gruppo di Futuro e Libertà, nel quale confluiranno anche l’ex capogruppo di An, Riccardo Sarra, e un esponente del Pdl come Stefano Bertini, considerato fino a qualche tempo fa un verdiniano di ferro. Uno strappo doloroso per il Pdl, nella città del suo coordinatore nazionale. Uno strappo annunciato da tempo (la Giocoli era in rotta col partito, ‘colpevole’ fra le altre cose di averle preferito Giovanni Galli come capogruppo) ma che ha lo stesso scatenato un fortunale di polemiche. Non contenta dello schiaffo politico appena mollato, la Giocoli se l’è infatti presa proprio con il vicino di banco Giovanni Galli, sostenendo di non accettare lezioni «da esponenti di liste civiche passati in pochi giorni al Pdl». Apriti cielo. L’ex portiere di Fiorentina e Milan non ci ha infatti pensato troppo su. «Sono dispiaciuto per queste polemiche anche sul piano umano», ha detto. Poi, con gesto mutuato da Ezio Greggio a ‘Striscia la Notizia’, ha preso giacca, valigetta e scartoffie, e, fra lo stupore di tutti, si è alzato, allontanandosi dalla sua ex vicecapogruppo e trasferendosi due file sopra: «Accanto a quella non ci sto più». «Sono stata trattata come un’appestata», si lamenterà poi la Giocoli. Non immaginava che da lì a poco in quanto ad ‘appestati’ avrebbe avuto compagnia. QUALCHE minuto dopo, infatti, stavolta dai banchi della maggioranza, ha chiesto la parola Giovanni Fittante, consigliere eletto nelle fila del Pd ed autentico globetrotter della politica. Costui ieri voleva ufficializzare il nuovo cambio di casacca, dal Pd all’Idv, spiegando agli ex colleghi di partito le ragioni del suo gesto. Non ne ha avuto il tempo. Tutti i consiglieri del Pd, infatti, si sono alzati come poco prima aveva fatto Galli, ma loro l’aula l’hanno proprio abbandonata per protesta, lasciando Fittante a declamare le sue promesse («Il Pd mi ha attaccato ma io resterò fedele al centrosinistra») in un deserto istituzionale dal forte sapore ostracista. «Stiamo vivendo solo del peggiore trasformismo», si lamentava uscendo dall’aula un consigliere del Pd. A dire, involontariamente, che questa Firenze di inizio autunno, più che alla città di Obama rimanda piuttosto a quella di Depretis.

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LA NAZIONE Pagina 2 – Livorno «O Livorno cambia passo o non avrà più il potere di decidere» Il sindaco guarda al futuro e avverte la città. E la terna di possibili successori fa discutere non solo la Giunta di MICHELA BERTI LIVORNO — «O LIVORNO cambia passo oppure le decisioni importanti saranno prese fuori da questa città». Prefigura un futuro affatto roseo, il sindaco Alessandro Cosimi commentando la provocazione sui nomi usciti su queste pagine per il futuro primo cittadino: Emanuele Rossi, Andrea Romano e Marida Bolognesi. Il primo, Emanuele Rossi, è docente di diritto alla scuola superiore Sant’Anna e vanta un curriculum d’eccellenza nel settore; il secondo, Andrea Romano, firma di prestigio di molti quotidiani, da La Stampa a Il Riformista, è presidente della fondazione Montezemolo; la terza, Marida Bolgonesi, parlamentare di lungo corso, tornata alla ribalta dopo il congresso nazionale del Pd come esponente dell’area democratica a Livorno, è in odor di promozione alla guida dell’unione comunale del Partito Democratico. La «compagna, con diplomazia, pare abbia sorriso, del «bacio amaro» appena ricevuto. «Ma al di là dei nomi — dice il sindaco — Livorno ha bisogno di invertire la rotta e dare un segnale». Un salto di qualità a partire dalla maggioranza di centrosinistra che non sembra più essere capace di costruire un progetto per lo sviluppo e il rilancio della città. La terna di nomi — che in questi ultimi anni va tanto di moda — ha fatto sobbalzare quanti, ormai da tempo, stanno facendo un pensierino proprio su quel posto tanto ambìto. E che c’è di male? Commenta qualche «comunista doc»: in passato i «delfini» si preparavano per tempo, perché non si improvvisano i politici. E la scuola di partito, del vecchio Pci, seguiva con rigore la preparazione dei suoi amministratori. Nella giunta del sindaco Cosimi, però, non sembrano esserci «delfini» degni di sostituirlo, visti i pezzi da novanta che sono stati tirati in ballo. Un giudizio pesante nei confronti degli assessori comunali? «Affatto — assicura Cosimi — me li sono scelti e per me sono i migliori di questo mondo. Ci mancherebbe». E infatti tra i dieci assessori c’è già chi, su quel posto, ha messo gli occhi. NON CERTO l’assessore allo sport Claudio Ritorni: «Può anche darsi che, come sostiene Cosimi, nell’amministrazione non ci sia nessuno in grado di sostituirlo tra qualche anno per interpretare il “nuovo” che avanza. Le condizioni sono già cambiate. Ma il pensiero del sindaco non dovrebbe far trasalire nessuno, perché la politica deve esser fatta con spirito di servizio, per campare si fa altro. E comunque, io non sono interessato». Di rimando Fabio Del Nista, che stava camminando fianco a fianco all’assessore Ritorni — diretti in Comune — strizzando l’occhio rincara: «Diffidare sempre da chi dice che non è interessato ai posti! Non mi riferisco certo a Claudio, ma ad altri!». Perché, uno degli esponenti di spicco del Pd e dell’ex Margherita, presidente dell’Asa, è forse interessato? «Io no — risponde Del Nista sorridendo — ma ci sono molti interessati, anche nell’ex Margherita, soprattutto tra coloro che sono stati nella maggioranza (il riferimento è al presidente della Provincia Giorgio Kutufà, ndr) e che si rivolgono ai cattolici. Io sono da sempre in minoranza e laico, dunque sono tagliato fuori». E SI INCAMMINANO verso il Municipio dove, peraltro, qualche tensione nelle ultime settimane c’è stata. Soprattutto a seguito del documento che abbiamo pubblicato su queste colonne che non è affatto piaciuto al sindaco Cosimi. Nel Pd si è aperta la caccia alla «penna rossa» anche se qualcuno indica come ispiratore l’assessore Bruno Picchi, lavoratore instancabile della giunta Cosimi e politico apprezzato; altri invece tirano in ballo il capogruppo Gabriele Cantù che sempre più spesso ha il cerino in mano. Insomma nel Pd gli animi sono tutt’altro che sopiti. «A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?»: lo diceva il grande Totò...

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IL TIRRENO Pagina 3 - Livorno LA DISCARICA Esposto in procura del comitato Il caso del Limoncino lacera la maggioranza Nel vertice si consumano le tensioni interne: oggi nuovo tentativo ALESSANDRO GUARDUCCI JUNA GOTI LIVORNO. L’affare Limoncino sta lacerando la maggioranza, come dimostra il clima molto teso che ha caratterizzato il vertice andato in scena ieri pomeriggio a cui hanno partecipato Alessandro Cosimi, Giorgio Kutufà, i gruppi consiliari di maggioranza di Comune e Provincia e i segretari dei partiti (ci sono state delle defezioni, ma tutte giustificate). Un vertice che non ha affatto raggiunto l’obiettivo di comporre le diverse posizioni sulla vicenda, tant’è che le forze politiche si sono date appuntamento a questo pomeriggio per fare un nuovo tentativo di “conciliazione” in vista della delicata seduta del consiglio comunale di domani sera: la sensazione è che si tratti di un’impresa disperata. Il summit ha infatti evidenziato le frizioni tra i Dipietristi e gli altri partiti di governo e anche all’interno dello stesso Idv. Clima difficile anche in casa Pd, dove si ha la netta sensazione che si consumino anche tensioni che nulla hanno a che vedere con la questione della discarica. Intanto - dopo la denuncia presentata dai proprietari del sito industriale del Monte La Poggia - il comitato “no discarica” non si arrende. Anzi. “Non abbiamo effettuato alcun blocco - scrivono - perché di fatto la delibera comunale 1305/2010 ha stabilito che la società Bellabarba non può continuare l’attività estrattiva se non nei limiti della realizzazione della discarica”. In più, continua la nota, “la strada del Limoncino non è camionabile, non è munita di segnaletica stradale, non è asfaltata nel tratto terminale e quindi il passaggio dei mezzi pesanti solleva polveri. Nessuna autorità interviene, ma la strada non può essere usata per fini industriali”. Di qui la decisione di presentare un esposto alla Procura per verificare la correttezza dell’intera operazione Limoncino e, in particolare, l’idoneità della strada che porta all’impianto. La Forestale, interpellata dal comitato, l’ha definita “strada vicinale gestita direttamente dai frontisti con interessi privati”. Ma ha anche ricordato che le autorità competenti in materia sono altre.

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IL TIRRENO Pagina 10 – Livorno DISCARICA E BIOMASSE Tamburini: quante bugie sull’Italia dei Valori Tamburini continua a mentire spudoratamente sulla mia attività di consigliere, sull’Italia dei Valori e sul caso “discarica-biomasse”, così devo tornare a smentire le sue panzane. Quali bugie ha detto stavolta il mancato capogruppo Pdl? 1) il sottoscritto non sarebbe stato in Consiglio comunale al momento del voto sulle biomasse, anzi si sarebbe “auto esiliato in Sardegna” (sic): in realtà ero presente eccome, e dopo aver presentato la mozione, raccolto le firme, affrontato polemiche e cercato inutilmente di stanare l’opposizione, ho votato e fatto approvare dal Consiglio il documento che critica quel tipo di impianti; 2) gli assessori che, secondo Tamburini, avrebbero dovuto controllare i dirigenti che hanno firmato le autorizzazioni sulla discarica e sulle biomasse sarebbero esponenti dell’Italia dei Valori: in realtà durante tutto il procedimento che si è concluso con la concessione delle autorizzazioni da parte della Provincia, l’Idv non aveva nessun assessore nella giunta provinciale e non aveva ancora avuto l’assessorato all’ambiente in Comune. Discarica e biomasse non erano presenti neanche nel programma elettorale del centro-sinistra, perciò Idv non ha nessuna difficoltà a prendere le distanze da questi veri e propri scempi ambientali, sperando che prima o poi lo facciano anche gli altri. Visto che Tamburini è recidivo nell’inventarsi di sana pianta cose inesistenti per danneggiare gli avversari politici, chiedo al Tirreno di avvalorare le mie smentite controllando atti e verbali del Comune. Andrea Romano Italia dei Valori

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IL CORRIERE DI LIVORNO

www.corrieredilivorno.comMartedì 21 settembre 2010 15

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Pagine AperteLA PRESA DI POSIZIONE

«Moschea: sì ma a spesedei credenti, non del Comune»

Andrea Romano, del'Italia deiValori, interviene in meritoalle polemiche sollevate dallaproposta della comunità isla-mica di costruire una mo-schea.

Di fronte al dibattito apertosisulla richiesta degli islamici li-vornesi di poter avere una loromoschea dove pregare, possiamofar tesoro della posizione espres-sa dai ragazzi di Senza Soste,anche se sicuramente non sipossono annoverare fra i piùaccesi sostenitori (per usare uneufemismo) dell'Amministrazio-ne comunale.Senza Soste affianca saggia-mente al diritto costituzionale dilibertà religiosa e d'espressione,che va garantito senza se e senzama, la necessità del rispettoreciproco fra diverse culture edella laicità delle istituzioni pub-bliche, ricordando che la strut-tura dovrebbero pagarsela i cre-denti e non il Comune.Mi fa piacere ricordare che que-sta condivisibile presa di po-sizione si inserisce nel solcodelle più profonde tradizioni li-vornesi, dato che possiamo ri-trovarla, adattata ovviamente al

contesto dell'epoca, nel testodelle famose Leggi livornine,faro di tolleranza agli alboridell'era moderna: al paragrafoXX° si afferma infatti il dirittodegli Ebrei di costruirsi unaSinagoga a loro spese, spe-cificando che nessun "Christia-no" debba recare disturbo oviolenza agli usi "hebraici" eviceversa.I trasgressori del patto di rispettoreciproco, chiosava il GranducaFerdinando, saranno "puniti se-veramente, e conforme alle leggigastigati". Chiaro e semplice:libertà per tutti, sicurezza pertutti.E' fondamentale mantenere lalaicità delle istituzioni, a 360gradi: il Comune potrebbe dareun doppio segnale in questosenso, realizzando finalmente ilregistro per il testamento bio-logico, bloccato da mesi dopouna levata di scudi clericale, egarantendo che la dignità delculto dei musulmani, e di chiun-que altro, si realizzi a costo zeroper la cittadinanza e nel rispettorigoroso delle regole.

Andrea Romano(Italia dei Valori)

LA RIFLESSIONE

«È preoccupante che l'amministrazionenon pensi a mettere in sicurezza le strade»

La lettrice Giovanna Guelfiscrive una lettera in cui in-terviene sullo stato di degradourbano in cui verte il quartiereSorgenti, dove lei risiede.

Buongiorno, mi permetto di se-gnalare, ma forse non sono laprima e non sarò neanche l'ul-tima, lo stato delle strade intornoalla zona in cui risiedo da oltresei anni.Il quartiere è semipopolare, ilche non giustifica comunque lasituazione di degrado in cuiversa quella che i locali chia-mano Sorgentigrad, nome cheevoca un'atmosfera da periferiasovietica.Per oltre un anno, ma pro-babilmente anche di più, VialeUgo Foscolo è stato un cantieresenza soluzione di continuità,soprattutto a causa dei lavori diASA che, presumo, stesse so-stituendo la ghisa con il po-lietilene o comunque interve-nendo su una tubazione chedisperdeva.Sconcertante il fatto che i tubi in

polietilene, che dovevano ap-parentemente essere posati nelloscavo, siano stati accatastati eabbandonati su un marciapiede,senza alcuna protezione, per untempo indefinito. Mi permetto diricordare che in quei tubi ci devepassare il gas e che sarebbemeglio se le loro condizioni nonfossero deteriorate e i tubi nonfossero scaduti.La via principale, Via delleSorgenti, che taglia idealmentein due il quartiere non è maistata oggetto di interventi diripristino almeno negli ultimi seianni.In compenso, spuntano saltua-riamente anche in questa stradacantieri di vario tipo che, spesso,impediscono o rendono diffi-coltoso circolare o immettersi

nella suddetta strada, ad esem-pio, da Via San Matteo.Estremamente utile, in questoincrocio, lo specchio stradale,rivolto verso il basso e rimastoparzialmente coperto per lungotempo dalle fronde di un alberodel cimitero ebraico, che co-stringeva gli automobilisti aspingersi oltre lo stop per riu-scire a vedere le auto arrivare, aperenne rischio incidenti.Anche in questo momento lasituazione non pare migliorare,né sembra ci sia alcuna in-tenzione da parte di codestaamministrazione o da parte dellesocietà che gestiscono i sot-toservizi e sono responsabilidell'ammaloramento delle stradecitate, di intervenire in tempibrevi per il ripristino.

Anzi, di recente, un nuovo e perfortuna rapido intervento è statoeseguito in Viale Foscolo.Sarà pertanto mia cura inoltrarea codesta amministrazione larichiesta di risarcimento pereventuali danni la mia autodovesse subire transitando quo-tidianamente in Viale Foscolodove, per dovere di cronaca,devo dire che la parte finaledall'incrocio con Via Marzoc-chini, è stata invero ripristi-nata.Per caso in quel tratto ci abitaqualcuno che conta?Soprendente infine che si siaprovveduto, in passato, a mo-dificare l'assetto viario di VialeIppolito Nievo, da cui ci siimmette in Via delle Sorgenti,eliminando lo spartitraffico su

cui sostavano le auto per uncertamente più estetico mar-ciapiede, intervento peraltro re-plicato anche dal lato dell'o-spedale, senza pensare che unaritoccatina all'asfalto, già chec'era, avrebbe evitato nel marzodi quest'anno, quando Livorno èstata colpita da una specie dialluvione, di assistere allo spet-tacolo impietoso di chi, nonfortunato come me che ero inauto, si è trovato costretto inscooter a transitare in quel mo-mento zigzagando nell'acqua perevitare di bagnarsi fino alleginocchia.Devo dire che, neanche in tempipiù recenti, con piogge menointense di quella citata, la si-tuazione sulle arterie principalisi è rivelata molto diversa e, inuna città dove gli scooter pre-valgono sulle auto (e non credosia un'esagerazione), è preoc-cupante che l'amministrazionenon pensi a rendere più sicure econfortevoli le strade.Anche quando non piove....

Giovanna Guelfi

L ' I N T E RV E N TO

«Si condanni chi ha offesola memoria di Romani»

LA REPLICA

«Bce, niente giustifica la fusione»Il Comitato Amaranto SergioCorti per la Banca Costa Etru-sca, intende controbattere allalettera che il Consiglio di am-ministrazione della banca sta in-viando ai soci.

Nella lettera del Cda inviata ai socinon sono descritte sufficienti mo-tivazioni tali da giustificare unapossibile fusione; lo stesso Cdainfatti rimette la decisione, semprenella lettera, alla volontà sovranadell'Assemblea dei Soci eviden-ziando quindi anche la possibilitàche un diniego dell'assemblea pos-sa evitare la stessa fusione.Il Comitato Amaranto Sergio Cortisi è costituito con lo scopo di riu-

nire tutti i soci dissenzienti allafusione per continuare a mante-nere la finalità per cui la Coope-rativa di Credito Banca Costa Etru-sca è stata fondata ovvero quella disostenere l'attività creditizia delterritorio livornese incoraggiandole iniziative delle famiglie, deicommercianti, artigiani, associa-zioni, piccola e media impresa.I membri del Comitato ritengonoinfondate le motivazioni del Cdadella Banca Costa Etrusca di ve-dere nella Banca di Sovicille eChianciano Terme una realtà daprendere di esempio; realtà carat-terizzata da due paesini collinari eprevalente economia agricola. Ri-teniamo più che validi i presup-

posti di autonomia economica efinanziaria della Banca CostaEtrusca in un territorio come quel-lo livornese (Livorno, Rosignano,Cecina, Piombino) con un'e levataconcentrazione numerica di atti-vità commerciali e imprenditorialiben lontana da quella in cui si mi-sura il Credito di Sovicille e Chian-ciano Terme.La Banca Costa Etrusca in unoscenario territoriale così eviden-ziato ha tutti i presupposti per po-tersi espandere autonomamente ecreare un valido sostegno alle ini-ziative imprenditoriali locali.

Comitato AmarantoSergio Corti

(Banca Costa Etrusca)

I consiglieri comunali del PdlBruno Tamburini e MassimoCiacchini intervengono a pro-posito dei fischi degli ultras delLivorno durante il minuto di si-lenzio osservato in memoria delsergente Alessandro Romani.

Un altro nostro ragazzo è morto daeroe in Afghanistan a difesa dellalibertà e della democrazia in quelmartoriato Paese.Considerato che da anni ormai inostri soldati combattono, ma so-prattutto costruiscono scuole,ospedali e strade.Tenuto conto che hanno suscitatol'ammirazione, la stima ed il ri-spetto nel mondo ed in particolaredelle altre nazioni che stanno con-tribuendo alla ricostruzione del-l'Afghanistan e, elemento sotta-ciuto da molti, a tener lontano ilterrorismo islamico dall' Occiden-te; considerato che a conferma diquesto un sottufficiale italiano ver-rà decorato con la massima ono-rificenza al valor militare dal Pre-

sidente degli Stati Uniti d'Ame-rica; tenuto conto che un gruppo diultras del Livorno ha vigliacca-mente fischiato durante il minutodi silenzio in memoria della mortedel tenente Alessandro Romanidel glorioso reggimento Col Mo-schin all'inizio della partita con ilPortogruaro; considerato che que-sta cerimonia è stata osservata intutti gli stadi d'Italia in generale ecommosso silenzio, s'invita ilConsiglio Comunale ad esprimereuna ferma ed esplicita condannasenza se e senza ma dei respon-sabili che hanno vergognosamenteoffeso la memoria del tenenteAlessandro Romani e insieme a luil'Italia intera, i nostri ragazzi indivisa e come purtroppo altre voltenel passato hanno portato la nostracittà a una generale esecrazione.

Bruno TamburiniMassimo Ciacchini

(Consiglieri comunaliPdl Livorno)

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LA NAZIONE Pagina 7 – Livorno Rosignano. Oggi l’attesissimo voto sulla variazione di bilancio Banco di prova per la maggioranza E su tutta la vicenda-Rea grava anche l’esposto alla Corte dei Conti di CINZIA GORLA ROSIGNANO — VARIAZIONE di bilancio. Approda oggi in Consiglio Comunale la manovra da 9 milioni e 468.684,70 euro varata da Gennaro Tudisco, assessore al bilancio ed ex presidente del collegio dei sindaci revisori di Rea, per correggere l’errata previsione di 22 milioni di entrate Rea 2010 approvata il 15 aprile. Una previsione di bilancio che, ci è stato ripetuto più volte, contava su 35mila tonnellate di rifiuti dalla piana fiorentina e su 20mila da Lucca, ma senza un documento a garanzia e mai arrivati. E’ la prima variazione di bilancio al negativo di questo comune. E c’è molta attesa per la discussione. Vedremo cosa accadrà in fase di voto soprattutto tra i consiglieri Pd e Idv, perché il punto è tutto lì. E’ NELLA MAGGIORANZA che ci sono i numeri per l’approvazione. Ma ci sono anche alcuni mal di pancia. Vedremo se verranno superati al momento del voto. Un voto storico che sarà preceduto dalla presentazione alla Procura Generale della Corte dei Conti dell’esposto firmato da Francescalberto De Bari e Angela Porciani, capigruppo rispettivamente de «Il Cambio» e «Rosignano Democratica». Un esposto che si basa in buona parte sulla nostra inchiesta che ha rivelato anche tutti gli intrecci societari di Rea, con il socio privato Enerambiente, 24%, al centro di un’interrogazione parlamentare Pdl che chiede lumi su eventuali rapporti con la Sacra Corona Unita. E, in quanto socia al 49% di Te.Am Teramo Ambiente, Enerambiente anche al centro di un fascicolo aperto dalla procura di Teramo su Te.Am. Enerambiente che nel Cda di Rea, presieduto da Fabio Ghelardini, esprime Stefano Gavioli, che di Enerambiente è presidente. E che esprimeva anche Giovanni Faggiano, dimessosi su richiesta del sindaco Franchi dopo che abbiamo reso nota la sua condanna in primo grado per favoreggiamento nella tangentopoli brindisina del 2007. UN ESPOSTO che, sottolinea la Porciani, intende esprimere «grosse preoccupazioni» sulla responsabilità della presidente del consiglio Lucia Croce e di tutti i consiglieri sul voto di oggi. Vedremo cosa accadrà. Si attende il no delle forze di opposizione Rds e «Il Cambio». Vediamo cosa farà «A Sinistra per» con Luppichini e Franconi. E si attende il no del Pdl che con il capogruppo Luca Luparini ha affondato anche sui debiti che Rea, partecipata di maggioranza del Comune, ha nei confronti del Comune stesso. Perché, ricordiamo, non c’è solo un ridimensionamento enorme della previsione 2010, ma ci sono pure circa 14 milioni di debiti 2009.

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IL TIRRENO Pagina 9 - Grosseto «La pluriclasse era già stata decisa» Cagnacci (Pd) spiega i motivi della scelta a Fonteblanda ORBETELLO. «Adesso basta, è l’ora di finirla con queste polemiche, ecco la verità sulla scuola di Fonteblanda». A parlare in questo modo è Antonio Cagnacci, cittadino e tesserato del Partito democratico, promotore dell’iniziativa avvenuta a Fonteblanda, insieme al consigliere provinciale dell’Idv Anna Carbone. Sostiene Cagnacci che la pluriclasse per la scuola media di Fonteblanda era già una realtà definitiva in organico di fatto. «I numeri non consentivano un deroga successiva - spiega - come è stato possibile invece per la scuola media di Castell’Azzara». Cagnacci infatti, spiega che c’era stata la possibilità reale che alcune famiglie scegliessero alcune scuole limitrofe in grado di rispondere ai loro bisogni e altre minacciavano di fare altrettanto di fronte alla certezza irrevocabile della pluriclasse. Di fronte a queste ipotesi su richiesta di molti cittadini (che avevano avviato in proprio una petizione popolare), e di alcune famiglie coinvolte, hanno deciso di promuovere l’incontro pubblico, ritenendo che il problema fosse dell’intera comunità e non dei singoli genitori. «Lo spostamento della prima media ad Albinia - dice - oltre alla chiusura del plesso di Fonteblanda nel giro di due anni avrebbe avuto come conseguenza più dannosa, anche un aumento di alunni nelle classi di Albinia». Questa è la semplice realtà dei fatti. «La riforma Gelmini - aggiunge - è davvero “sciagurata” e ha distrutto con tagli e poca sensibilità buona parte della scuola pubblica. Rispetto ad un argomento come la formazione dei nostri figli e a tutti i problemi più urgenti della comunità, i cittadini si aspettano dal centrosinistra orbetellano, alternative serie, unitarie e possibilmente più incisive».

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LA NAZIONE Pagina 2 - Pistoia Imposte e tasse nuovo strumento di verifica del comune Via libera al Consiglio tributario IL CONSIGLIO comunale ha approvato la costituzione del consiglio tributario. Formato da quattro membri, designati dall’agenzia delle entrate, dall’agenzia del territorio, dall’Inps, dal comune, il consiglio tributario dura in carica tre anni e ha lo scopo di patecipare alle attività di accertamento fiscale. La proposta di delibera è stata presentata dall’assessore al bilancio Mirco Vannucchi: «E’ un organismo squisitamente consultivo. Esso, così prevede il regolamento, coadiuva l’amministrazione comunale nello svolgimento dei compiti di partecipazione all’accertamento fiscale e contributivo dei redditi delle persone fisiche e giuridiche». Il regolamento è stato approvato a maggioranza. Hanno votato a favore i gruppi Pd, Idv, Comunisti per Pistoia, Gruppo indipendente, Sinistra indipendente, Laici Riformisti. Hanno votato contro Forza Italia, An, Lega, Verdi. Secondo Alessandro Capecchi, capogruppo di An-Pdl, dovrebbe essere esplicitato il tipo di dati da raccogliere e valutare perché sia garantita la trasparenza e l’imparzialità del consiglio tributario. La normativa dovrebbe contenere indicazioni operative: «anche sotto il profilo della funzionalità, questo regolamento lascia perplessi», ha detto Capecchi. Pagliai ha definito disgustoso il fenomeno dell’evasione fiscale. Il capogruppo Udc ha notato che la fiscalità pesa soprattutto sui lavoratori dipendenti. Pur annunciando il voto favorevole, ha sottolineato la vaghezza con cui i compiti del nuovo organismo vengono enunciati. «Occorrerà monitorare l’attività del nuovo organismo. E’ qualcosa che merita di essere visto anche in una prospettiva di garanzia», ha detto Bartoli del Pd. Bartolomei, capogruppo di Forza Italia-Pdl, ha detto di non capire a cosa serva il consiglio tributario. Secondo Guiducci, consigliere Pd, è necessaria una nuova proposta fiscale per l’intero paese. «Dobbiamo essere chiari. I comuni non possono diventare cacciatori di teste, come vorrebbe il governo», ha detto —. Se mal gestito, il consiglio tributario può diventare un’arma impropria”. Anche secondo Fusari, capogruppo dei Verdi, il provvedimento non ha una grande utilità.