Rassegna 19 settembre

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IL TIRRENO Pagina 9 - Attualità Di Pietro all’attacco: «Pd in decomposizione» CHIETI. Un nuovo attacco a Walter Veltroni, definito il «radiologo di un Pd in decomposizione», e una sorta di ultimatum a Gianfranco Fini, perchè sia coerente e mandi a casa il governo Berlusconi con i voti dei parlamentari di Futuro e libertà. Antonio Di Pietro, nella seconda giornata della festa dell’Italia dei Valori, in corso a Vasto, va giù pesante con le parole nell’appellarsi ai vecchi e ai nuovi avversari del Cavaliere, e pretende una presa di posizione netta. All’ex segretario dei Democratici, il presidente Idv manda a dire che le primarie, in caso di crisi di governo, «non si possono fare in 45 giorni». Piuttosto, Veltroni e Pd non dovrebbero limitarsi ad assicurazioni sul voto della mozione di sfiducia sull’interim allo Sviluppo economico ancora nelle mani del premier, ma farebbero bene ad unirsi alla richiesta di una discussione in Parlamento, «al più presto», sul tema della pluralità dell’informazione. A Fini, l’ex pm di Mani pulite chiede invece di «appellarsi alla sua coscienza»: «Dopo aver affermato a Mirabello la centralità della questione morale, ora - insiste - il presidente della Camera sia coerente». Tuttavia Fabio Granata, presente oggi ad un dibattito a Palazzo d’Avalos, sede della festa dipietrista, replica con un cortese «no». Pur applauditissimo dalla platea dell’Idv, il parlamentare finiano dice che, «pur comprendendo che Di Pietro sta giocando la sua partita», Futuro e libertà non intende «dare a nessuno il vantaggio di essere chiamati traditori». Insomma, gli uomini di Fini, ribadisce Granata, voteranno i «cinque punti» del programma di maggioranza, perchè intendono «rispettare gli elettori» che li hanno scelti proprio in base a quel programma.

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IL FATTO QUOTIDIANO

pagina 6

Il documento

che ha diviso il partito

e i 75 firmatari

Q uesta settimana l’ex segretariodemocratico Walter Veltroni hascritto un documento per

chiedere al partito “un ritorno allo spiritooriginario del Pd”. Veltroni ha poi spiegatodi non voler fare un suo gruppoparlamentare ma un movimento. “Pe rfortuna – ha detto Veltroni – oltre a un’unità

operativa nel partito ci sono tante culturepolitiche che si esprimono anche condocumenti. Il mio è un documento politico,come ce ne sono tanti e deve essere accoltopositivamente. Voglio dare un contributo arendere il Pd più forte. Non c’è nessunaansia, nessuno spirito polemico. Io lavoronel Pd per il Pd”. L’intento prefissato non è

stato raggiunto, anzi: nel partito si è creataun’ampia frattura e l’unico risultato è statoquello di spaccare anche la minoranza.Dario Franceschini, infatti, “delfino” esuccessore di Veltroni nel Pd, non haapprezzato l’iniziativa dell’ex sindaco diRoma.Il documento ha raccolto 75 firme, Tra i

“FA PIÙ POLITICA DON CIOTTIIN UN GIORNO CHE IL PD IN UN ANNO”Michele Serra: “Vendola è la penultima speranza”

di Luca Telese

S e c’è uno che ha raccontatola storia della sinistra è lui,Michele Serra. Giornalista escrittore, ha cominciato co-

me correttore di bozze ed è di-ventato un corsivista pungente.Partiamo dal Caimano. Checos’è per te il berlusconismo?È una forma estrema di arcitalia -nità. Cioè di individualismo amo-rale, di spregio per le regole, disuperficialità puerile. Anche se fi-nisse Berlusconi, l’humus che loha fatto prosperare rimarrebbe.Da quattordici anni l’eserci -zio preferito della sinistra èdichiarare morto Berlusconi,salvo poi scoprire che non loè. Ti senti di fare pronostici?Lo abbiamo pensato finito moltevolte perché il nostro punto divista è quello del 20% di italianiche sanno chi è Verdini.Cioè?Quel 20% di italiani che leggonoi giornali e si tengono informati.Fuori da questo recinto, che èmolto autoriferito, si pensa, si vi-ve, e si vota, in modo molto dif-fe re n t e .Siamo passati dalla Casta alCatasto, la qualità dei politicisembra sempre peggiorare.Negli ultimi vent’anni si è abbas-sato il livello di moralità diffusa,non vedo perché la classe diri-gente dovrebbe essere più vir-tuosa del paese che rappresenta.Ti diranno che sei un insop-portabile moralista...Per conquistarsi la patente di mo-ralista, vent’anni fa, bisognava es-sere dei notevoli rompicoglioni.Oggi basta dire “non si passa con ilro s s o ” e già sei considerato tale.Buona questa. Allora al peg-gio non c’è mai fine?Non so cosa rispondere perchéciò che per me è “pegg io”, permolti è “meglio”.Sembra che la realtà stia pre-valendo sulla satira.La satira è al perenne insegui-mento della realtà, ma non rie-sce mai a raggiungerla. Come lalepre con la tartaruga.Casi di scuola?Entità come Fabrizio Corona, o ilTg1 di Minzolini, non erano pre-ventivabili neppure dal più divi-natorio e pessimista dei satirici.Cosa significa fare satira suquesti personaggi?È una forma deviata della crona-ca: racconta quello che vede.Siamo così vecchi da dire: erameglio la Prima Repubblica?Diciamo che la Prima Repubbli-ca cercava di usare le posate a ta-vo l a .E la seconda?Questi mangiano con le mani, eruttano con soddisfazione.So che può sembrare provoca-torio: ma noi oggi ci chiedia-mo se esiste ancora il Pd, o al-meno il suo gruppo dirigente.Esiste soprattutto come bacinoelettorale in cerca di un conte-nitore purchessia.È il minimo vitale.Per me è semplicemente miraco-loso che più di un quarto degliitaliani continuino a votarlo per

puro atto di fiducia, o di affettoper un’idea di “s i n i s t ra ” s e m p repiù labile e slabbrata.È un declino deciso da astrimalauguranti?Al contrario. Dagli ultimive n t ’anni di storia italiana si de-duce che la sinistra è fortissima,almeno come ipotesi: altrimen-ti, perché chi ha meno di 40 annidovrebbe votare a sinistra? Perun comizio di Fioroni?Raccontami com’è uno diquesti eroici elettori che han-no resistito a tutto.Non è così facile, per loro, rinun-ciare all’idea di una sinistra po-polare e di massa. Chi non votaDi Pietro perché lo giudica di de-stra, non vota per i partitini neo-comunisti perché li giudica pre-suntuosi e residuali, non votaper Grillo perché non sopportale urla, o si astiene o vota Pd tu-randosi il naso.Sono molti secondo te?È il mio ritratto.Allora, visto che questa basemeriterebbe la santità, par-liamo dei gruppi dirigenti.Il dramma del Pd è il suo mode-ratismo congenito: con la finedel vecchio mondo bipolare ser-viva una nuova radicalità de-mocratica, da ricercareanche fuori dalla tra-dizione comuni-sta.Tu sei un post?La tradizione co-munista italiana èpiena di meriti ci-vili e sociali, chec-ché se ne dica. Mala benzina politicae culturale per rea-gire al degrado,all’egoismo, al fami-lismo, alla mafiositàdiffusa, negli ultimive n t ’anni è stata re-peribile soprattuttonei movimenti della socie-tà civile.Un altro esempio.Fa più politica in un giorno donLuigi Ciotti che in un anno la di-rezione del Pd.Sarai pure santo, ma anchem a l i z i o s o.Bisognava avere l’umiltà di ca-pirlo, di aprire davvero le portealla società – non a Calearo! – enon è mai stato fatto.Spesso si teorizza la diffiden-za verso la società civile.I cosiddetti uomini dell’appara -to, amministratori e militanti,bravissime persone, tendonotragicamente a difendere la pro-pria esistenza: come ‘anima’ diun partito, non basta.Sei riuscito a capire perché dave n t ’anni D’Alema e Veltronilitigano?Bisognerebbe chiederlo a loro. Maseparatamente, perché se lo chie-di a tutti e due insieme, litigano.Cosa non va nel dibattito vi-sceral-epistolare del Pd?Che quasi nessuna delle loro di-scussioni riesce a coinvolgere lapubblica opinione. Veltroni ciaveva provato, a modo suo, manon ha avuto la forza di resistereai nemici interni.

Ti ha deluso?Si è offeso e se ne è andato. Per farepolitica bisogna essere meno per-malosi.È un retaggio della vecchiapolitica, questo modo di com-battersi, o un nuovo vizio?Tanto la lotta fratricida quanto leapparenze ipocrite, nel vecchioPci, avevano un senso perchéper tutti, dirigenti ed elettori, al-la fine contava solo il partito.E oggi, invece?Nel Pd, quando scorre il sangue,non si capisce mai bene per qua-le scopo, e in nome di quale lineapolitica. E alla fine l’inevita bile,crudele conclusione degli elet-tori è che ci si azzanna, in quelpartito, solo per fini personali.Tu non sei mai stato su una li-nea così drastica. Ora pensi co-

me Nanni Moretti che con que-sti qui non vinceremo mai?Non è più un giudizio politico. Èuna verità anagrafica.Cosa pensi di Grillo? La sua èantipolitica?Non mi piace l’abuso che si fadella parola “antipolitica”. Grillofa politica, eccome, e dice alcu-ne cose sacrosante.Quindi ti piace.I toni oracolari e l’insulto indiscri-minato lo rendono invotabile per

chi ha, della politica,un’idea più articolata epiù dialettica. Ma per unragazzo di vent’anni, chenella politica cerca so-prattutto adrenalina, ca-pisco che Grillo possa fa-re presa.Vendola è una promes-

sa non mantenuta o l’ultimasperanza?È la penultima speranza. L’ulti -ma è sempre la prossima.Di Pietro è di sinistra o è po-pulista?È un populista classico, di destrao di sinistra a seconda delle cir-costanze.In che senso?Il suo essere uomo di legge lo ren-de naturalmente nemico di questadestra. Ma se Fini e la sua “d e s t rare p u bbl i c a n a ” e legalitaria doves-sero diventare una realtà politicadi qualche peso, penso che gli to-glierebbero parecchi voti.Un paradosso: nel centrosini-stra ci sono accenti molto an-tiberlusconiani, ma si ha mol-ta indulgenza con la Leganord. È giusto?La Lega è un partito popolare na-to su basi etniche e con fortissimevenature razziste e autoritarie(come si è visto ad Adro). Comeaggravante, aggiungo che pro-tegge e organizza alcuni tra i cetipiù retrivi e renitenti alle leggi,come i produttori di latte evasoriche fregano i loro colleghi one-sti.Perché il berlusconismo ha di-mostrato la capacità di digerire

Michele Serra vistoda Emanuele Fucecchi

Sull’addio dell’excandidato premier

“Wa l t e rsi è offesoe se n’è andatoPer fare politicabisogna esseremenopermalosi

tutto, qualsiasi scandalo?Facile: perché non lo percepiscecome scandalo.Andrebbe attaccato in unmodo diverso? Come?Andrebbe attaccato per i dannistrutturali, economici e socialiche infligge. Il problema è cheogni critica a Berlusconi è unacritica all'illusione sciagurata dimilioni di berlusconiani. E to-gliere illusioni a un paese chenon ha molto altro su cui pun-tare, rende odiosi.Così è quasi inattaccabile...L’aspetto più geniale della pro-paganda berlusconiana è statofar credere che chi critica lo faperché è sfigato e invidioso, chiride come un pirla e dice ‘comesono contento’ lo fa perché è fe-lice. Rimane un pirla: ma gli toc-cherà scoprirlo da solo.Ci sono elementi di berlusco-nismo che si sono trasmessianche a sinistra?Sì ma sono casi sporadici. Le‘due Italie’, con buona pace dei‘terzisti’, esistono non perché cisono dei faziosi che si divertonoa dividerle, ma perché riflettonoculture, gusti, modi di viveremolto differenti.O v ve ro ?Il leaderino di sinistra che voles-se imitare Berlusconi si farebbesubito scoprire, perché al mo-mento decisivo si rifiuterebbe diraccontare la barzelletta su Hi-tler e finirebbe in lacrime.Uno dei più feroci critici diBerlusconi, sul tema del co-stume, oggi è Paolo Guzzanti.Molti dicono: ma fino a ieristava con Berlusconi.Paolo Guzzanti è matto ma è una

persona intelligente e per bene.Credo che il suo periodo berlu-sconiano affondi le radici nell’an -ticomunismo quasi ossessivo dimolti ex craxiani. Quando si sba-glia nemico, si sbagliano anchegli amici, e viceversa.A chi bisogna aprire il comita-to di Liberazione?A tutti quelli che quando si dice‘Repubblica italiana’ e ‘Costituzio -ne’ sentono il brivido dell’appar -tenenza. Se la domanda è ‘anche aifi n i a n i ’, la risposta ovviamente èsì. Io lavoro con le parole e dunquesono costretto a credere nelle pa-role: e quelle di Fini e dei suoi, dalpunto di vista della lealtà repubbli-cana e costituzionale, mi sembra-no inappuntabili.Hai una tentazione finiana,come tutti gli elettori di sini-stra, confessalo.Sogno una destra legalitaria perpotermi sentire di nuovo di sini-stra, e cioè critico verso gli ec-cessi legalitari.Cosa pensi di Fini?Si è ricordato che destra e lega-lità possono coincidere.Un governissimo di salvezzanazionale è utile o dannoso?Se fosse davvero un governo di sal-vezza nazionale, cambiasse questaschifosa legge elettorale e ci ripor-tasse al voto, sarei favorevole…C’è un però?Temo sia un’illusione. Si voterà aprimavera con questa stessa leg-ge-merda, la sinistra non sarà an-cora pronta (non è pronta, la si-nistra, per antonomasia) e tuttosarà possibile, anche che rivincaBerlusconi e torni ancora piùostaggio di Bossi. Un orrore: per‘for tuna’ ci siamo abituati.

TUTTI CONTRO TUTTI

Conflitto democraticoNel grafico le posizioni prese

all’interno del Partitodemocratico dopo

il documento di Veltroni.A destra, bandiere del Pd,

Walter Veltroni (FOTO ANSA),e Arturo Parisi (FOTO DLM)

Domenica 19 settembre 2010

firmatari, 44 sono stati eletti alla Camera e 31al Senato. Questi i nomi dei firmatari: MarilenaAdamo, Benedetto Adragna, Mauro Agostini,Emanuela Baio, Gianluca Benamati, MariaGrazia Biondelli, Giampiero Bocci, CostantinoBoffa, Daniele Bosone, Daniela Cardinale,Renzo Carella, Marco Causi, Stefano Ceccanti,Mauro Ceruti, Carlo Chiurazzi, Pasquale

Ciriello, Maria Coscia, Olga D'Antona, LuigiDe Sena, Roberto Della Seta, VittoriaD'Incecco, Alessio D'Ubaldo, Enrico Farinone,Francesco Ferrante, Donatella Ferranti, AnnaRita Fioroni, Giuseppe Fioroni, GiampaoloFogliardi, Mariapia Garavaglia, EnricoGasbarra, Francantonio Genovese, PaoloGentiloni, Roberto Giachetti, Paolo Giaretta,

Tommaso Ginoble, Gero Grassi, Pietro Ichino,Maria Leddi, Luigi Lusi, Alessandro Maran,Andrea Marcucci, Andrea Martella, DonellaMattesini, Giovanna Melandri, Maria PaolaMerloni, Marco Minniti, Claudio Molinari,Enrico Morando, Roberto Morassut, MagdaNegri Luigi Nicolais, Antonino Papania, AchillePassoni, Luciana Pedoto, Vinicio Pedoto,

Mario Pepe, Flavio Pertoldi, Caterina Pes,Raffaele Ranucci, Ermete Realacci, AndreaRigoni, Nicola Rossi, Simonetta Rubinato,Antonio Rusconi, Giovanni Sanga, AndreaSarubbi, Achille Serra, Giuseppina Servodio,Giorgio Tonini, Jean Leonard Touadi, SalvatoreVassalo, Walter Veltroni, Walter Verini,Giuliano Rodolfo Viola, Walter Vitali.

I MILITANTI IDV

“ GRILLO VUOLE UN PARTITO, QUINDI É UN NEMICO”di Wanda Marra

Va s t o

N ei giardini di Palazzo d’Ava -los a Vasto c’è un rinfresco.

Ma non è legato all’incontro na-zionale dell’Idv che si svolge apochi metri, nel cortile. È un ri-cevimento di nozze. Con glisposi che fotografano AntonioDi Pietro mentre detta la lineadel partito davanti alle teleca-m e re .In un angolo, un nutrito gruppodi donne si riunisce per un la-boratorio che non ha trovatospazio nel programma ufficiale.Tonino sdrammatizza: “Va bbè,non c’era la volontà di escluder-le”. Ecco, l’Italia dei valori è unpo’ così: un leader che ancora siimpone su tutto, un clima dakermesse e le tensioni internetenute abilmente sotto traccia.A giudicare dall’atmosfera chesi respira a Vasto, il partito è inuna fase di fiducioso passaggio.Dalla lotta al governo. Dalla te-stimonianza all’alternativa. Cipensa “il Presidente” in tardamattinata ad andare all’attacco.Affondi contro i Democratici,(“Walter Veltroni è il radiologodi un Pd in decomposizione”) econtro Fini (“Gli concediamo ildiritto di resipiscenza operosa,ma gli diciamo che ora che si èaccorto che è stato complicedelle leggi ad personam per 15anni non può rimanere nella

coalizione”). Chiari inviti a elet-tori delusi e/o potenziali a guar-dare al suo partito. D’altra partel’Italia dei valori, che ad oggiconta 108 mila iscritti, comespiega il responsabile dell’Or ga-nizzazione, Ivan Rota, è unarealtà eterogenea: molti arriva-no da quella che fu la Dc, nonmancano i delusi del Pd (“manoi siamo un partito di poliziot-ti, stiamo attenti a non imbarca-re chi viene da noi solo perchénon ha ottenuto quello che vo-le va”) né gli orfani della sinistraradicale. E molti hanno sceltoquesto partito dopo aver strac-ciato la tessera di An (“Fini oggidice le stesse cose che diciamonoi da anni”, spiega ancora Ro-ta).

PUNTO DI FORZA, ma an-che possibili elementi di debo-lezza. Soprattutto in una fase ditransizione. E tanto più se il Mo-vimento 5 stelle di Grillo si strut-tura fino in fondo come partito eruba a Di Pietro il voto di prote-sta. “Grillo vuole costruire unpartito. E dunque sì che è un ne-mico”, spiega un gruppetto diiscritti all’Idv di Pozzuoli, dalla fi-sionomia inconfondibile, che nedice la provenienza: Dc. Etero-geneo non solo per cultura po-litica l’Idv, ma anche per età (il28 per cento degli iscritti ha me-no di 35 anni), per estrazione so-ciale e per geografia. Per la mag-

gioranza, indiscussa la leader-ship di Di Pietro. I più, interpel-lati sul “capo”, ne ribadiscono ilcarisma: “Il suo peggior difetto?É il suo pregio: l’istintività e lapassionalità”, la risposta quasistandard. Spiega Lucio Lugli daLecce, insegnante in pensione, 2anni nel Pd: “È un partito la cuileadership in questo momento èindiscutibile. Grillo? Un interlo-c u t o re ”.

PIÙ CHIARO Gianfranco Ma-scia, leader del Popolo Viola, chesorprendentemente dichiara:“Bisogna lavorare per passaredalla protesta all’alter nativa”. Lafiducia nel leader significa anchechiudere un occhio rispetto allaquestione morale nel partito. Te-ma che nessuno è disposto a ca-valcare. Rocco Scavone, anzianomanovale della Basilicata, prove-niente da FI, mentre ribadisceche Di Pietro non si tocca, se lacava così: “Questione morale nelnostro territorio? No, solo arrivi-smo”. Meno diplomatica CarlaMioni, ministeriale di Idri (Lati-na), ex candidata alle Regionali:“É normale che in un partitonuovo succedano anche coseche non dovrebbero capitare.Ma Di Pietro, ce la mette tutta”.Con la veemenza dei suoi 25 annie la maglietta del movimentogiovanile del partito, “Valori incor so”, Consuelo Savarese apreun fronte: “Di Pietro dovrebbe

di Paola Zanca

“O h, Walterì!”. Fabri-zio, 53 anni, lavoraal mercato di fronteall’ingresso del Pa-

lazzo del Capitano del Popo-lo, a Orvieto. E quando lo vedearrivare non trattiene il saluto.Contento, che Veltroni è tor-nato? “Io so’ contento, è unabrava persona. Ha scritto unsacco di libri”. Provi a spiegar-gli che non è qui come scrit-tore, che tra poco spiegheràche cosa ha intenzione di farecon il suo movimento (con lam minuscola), che c’è una“scossa” nel partito. “Mah,non lo so, questi sono giochidi potere, noi siamo piccoliambulanti”. Veltroni intanto è

già circondato dalle telecame-re. Sta spiegando che “il Pd sa-rà sempre unito” e suggerisce“un’iniziativa pubblica, comeuna conferenza stampa, con ilsegretario e tutti i leader” perdenunciare lo scandalo dellacompravendita dei deputati edi un ministro dello Sviluppoeconomico che manca daquattro mesi e mezzo.

INTORNO non c’è la folla diuna volta – l’onorevole Moran-do non esita a dire che un po’di “ter rorismo” c’è stato, a co-minciare dal sito dell’associa -zione promotrice dell’assem -blea, Libertà Eguale, fuori uso dadue giorni –ma in tasca ci sonole firme di 75 parlamentari Pd,e l’ex segretario fa pure quel

nome, Berlusconi, che un tem-po era solo “il principale espo-nente dello schieramento av-ver sario”.Ma il brivido dura poco. Saràche il suo intervento viene su-bito dopo quello del battitorelibero Arturo Parisi, ma la sen-sazione è che “la scossa” si siagià esaurita. Non la dà PaoloGentiloni, co-fondatore delmovimento, che analizza la“crisi parallela”del Pd e del Pdle si rifiuta “di accostare il pre-dellino a l’U l i vo ”. Non la dàGiuseppe Fioroni, anche luianimatore dei 75, che non par-la dal palco, ma a margine notache “lo stupore per questa ini-ziativa è indice della sottovalu-tazione delle cose che sto de-nunciando da più di un anno”.Non la dà Sergio Chiamparino:dice che “l'iniziativa di Veltro-ni è utile”, che sbaglia chi “sipreoccupa che qualcosa simu ova ”, invita ad aprire fine-stre per “guardare quello chec’è fuori e far vedere quelloche c’è dentro”. Ma si fermaqui: dell’attesa candidatura al-le primarie, nel suo interventonon c’è traccia. Che sia anchelui, malignano fuori, uno diquelli che “aspetta che qualcu-no glielo chieda e magari poi sidegna di dire ‘potrei pensar-ci’?”.

MA NON È il giorno dellecose dette a mezza bocca. Ilmovimento non vuole ranco-ri. Arturo Parisi il documentonon l’ha firmato ma è feliceche si sia aperta la discussione:“Quando sentiamo il grido“unità, unità” d o bb i a m opreoccuparci assai. Così comequando i compagni di Bolognami dicono: “Chiudetevi in unastanza, fate pure a botte, mapoi uscite e diteci che fare”. Sa-ranno contenti, i compagni diBologna, della replica del se-gretario Bersani a Veltroni:“Giovedì c’è la direzione na-zionale, ne parleremo lì. Io daadesso parlo di Italia. Le altrecose ce le vedremo nei nostrior ganismi”.Ma tra le cose d’Italia, ricordaancora Parisi ce n’è una da af-frontare e si chiama Gianfran-co Fini. “Si è appropriato dellenostre parole, lo dobbiamo in-calzare: perché se passa dalleparole ai fatti, è finita la mag-gioranza. Se si ferma alle paro-le, e noi non lo diciamo, siamofiniti noi”.

Eccola, “la scossa”: “Cosaaspettiamo a chiedere una mo-zione di sfiducia per capire chista con Berlusconi e chi con-tro? Perchè non abbiamo mes-so in crisi il governo in Parla-mento?”. Parisi tira l’assist.Che non ha niente a che vede-re con la mozione di sfiducia alministro B., inteso come sosti-tuto di Scajola, che è stata an-nunciata da Franceschini e cheverrà discussa mercoledì nellaconferenza dei capigruppo.Per presentare la mozione ser-ve la firma del 10 per cento deiparlamentari e “solo il Pd puòfa r l o ”, perché è l’unico ad ave-re almeno 63 deputati e 32 se-natori. La richiesta per inserirela mozione in calendario vapresentata tre giorni prima

dell’eventuale voto. Quindi,“se non vogliamo arrivare alladata che lui ha già stabilito”,quel 28 settembre in cui Ber-lusconi andrà in Aula a illustra-re i “cinque punti”, bisogna fa-re in fretta, “è questione dio re ”. Domani, dopodomani:se il movimento di Veltronivuole scuotere l’immobilismodel partito, quale occasionemigliore? Di Pietro ha già dettosì.Walter sale sul palco. Ti aspettiquel bagliore di interventismoche solo un paio d’ore primahai intravisto davanti alle tele-camere. E invece eccolo parla-re dei “riflessi pavloviani delpassato” che non possono più“rispondere ai problemi delmondo”, del Patto per il lavoroda rifare, del Patto fiscale con ilpopolo delle partite Iva, dellaSalerno-Reggio Calabria. E lamozione di sfiducia? “C re d osia giusto discuterne, conside-ro la parlamentarizzazione del-la crisi un problema reale. Manon è compito mio”.

Dopo 24 ore “l’urlo” di Veltroniè già un lontano ricordo

PARISI PROPONE UNA MOZIONE DI SFIDUCIA A B.L’EX SEGRETARIO: “NON È COMPITO MIO”

capire che c’è anche qualcun al-tro che può fare il leader, LuigiDe Magistris. Molti di noi giovanivorrebbero questo. E l’a bbiamodetto chiaramente a Di Pietro alcongresso di Roma di febbraio”.In questa chiave è significativoche il dibattito più entusiastica-mente seguito (posti in piedi, co-retti, cartelli) sia quello sulla giu-stizia nel pomeriggio. Protagoni-sta? De Magistris. Salutato comeeroe nazionale, Fabio Granata.Ma poi il Presidente si riprendela scena e in diretta sul Tg3 rilan-cia: “Se non si va al voto antici-pato e si fanno, sono disposto ametterci la faccia. Io come Or-lando, De Magistris, Donadi. Per-ché stiamo strutturando unaclasse dirigente”. Generosità dagrande padre.

Bersani :“Giovedì c’è lad i re z i o n enazionale,valuteremo lì:da adesso parlod’Italia”

Antonio Di Pietroall’Incontro nazionale di Vasto

(FOTO ANSA)

TUTTI CONTRO TUTTI

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LA NAZIONE Pagina 11 – Livorno L’urbanistica e «La città a più voci» PIOMBINO — «LA CITTÀ a più voci». È il titolo del convegno organizzato dal comune di Piombino e dall’Istituto nazionale di urbanistica che si terrà il 25 settembre nella piazza del Cotone. Il tema del dibattito verterà su «Il governo del territorio tra tutela bisogni e partecipazione: una riflessione pubblica». Si inizierà alle 9,30 con l’intervento dell’assessore all’urbanistica di Piombino Luciano Francardi cui seguirà quello di Riccardo Nencini assessore regionale alla partecipazione. Sarà quindi la volta di Massimo Morisi docente in scienza della politica all’università di Firenze. L’esperienza urbanistica piombinese sarà illustrata da Camilla Cerrina Feroni dirigente del comune e quella di San Vincenzo dal progettista comunale Stefano Giommoni. Dalle 12.15 potranno intervenire i cittadini. Dopo il buffet tavola rotonda su «L’esperienza toscana nella lente piombinese». Le conclusioni saranno tenute da Anna Marson, assessore regionale al territorio.

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LA REPUBBLICA Pagina XI - Firenze Battaglia al Tar contro la Regione "Non rispetta le leggi antisismiche" Franca Selvatici Sul rischio sismico la Regione Toscana non ha fatto il suo dovere. Ha eluso una sentenza della Corte Costituzionale e beffato la normativa statale. E in tal modo non garantisce «la maggior sicurezza possibile delle persone e dei beni», come invece solennemente dichiara nella legge urbanistica regionale. L´accusa è contenuta nei ricorsi presentati dall´avvocato Gianluigi Ceruti, che chiede al Tar di annullare i permessi di costruzione di due ville a Siena, concessi senza l´autorizzazione sismica preventiva, sebbene Siena fosse classificata sino al 2006 in zona 2, a media sismicità. Dal 2003 il territorio italiano è diviso in quattro zone sismiche: la 1 è ad alto rischio, la 2 a medio, la 3 e la 4 a basso. L´istituzione delle zone sismiche compete in via esclusiva allo Stato, mentre le Regioni hanno il potere di collocare i propri Comuni in una delle quattro zone. Nel 2003 la Toscana fu la prima Regione a classificare i suoi 287 Comuni in base al rischio sismico: 186 in classe 2 (rischio medio), 77 in classe 3, 24 in classe 4. Nelle zone sismiche gli edifici devono essere costruiti con criteri di sicurezza tanto più elevati quanto più alto è il rischio. Il testo unico sull´edilizia stabilisce che nelle zone ad alta e media sismicità (1 e 2) i lavori non possono essere avviati senza la preventiva autorizzazione scritta del Genio Civile, mentre nelle aree a bassa sismicità bastano controlli a campione. Tuttavia, pur avendo classificato in zona 2 (medio rischio) oltre la metà dei propri Comuni, con l´articolo 105 della Legge urbanistica 1 del 2005 la Toscana non prescrisse l´autorizzazione sismica preventiva sui progetti. Il 20 aprile 2006 la Corte Costituzionale dichiarò l´incostituzionalità dell´articolo 105, spiegando che «l´intento unificatore della legislazione statale è palesemente orientato ad esigere una vigilanza assidua sulle costruzioni riguardo al rischio sismico, attesa la rilevanza del bene protetto, che trascende l´ambito della disciplina del territorio per attingere a valori di tutela della incolumità pubblica». In Toscana la sentenza fu accolta con grande allarme, nel timore che si paralizzasse l´attività edilizia. Ritenendo forse impossibile il potenziamento degli uffici del Genio Civile in modo da rendere più agili i controlli preventivi, la Giunta Regionale scelse una strada diversa. Una scappatoia, secondo le accuse. Con la delibera 431 del 19 giugno 2006, due mesi dopo la pronuncia della Consulta, istituì una quinta zona sismica speciale 3S, dichiarandola sia di media che di bassa sismicità, e vi riclassificò 106 Comuni prima inclusi in zona 2, fra cui Firenze, Livorno, Massa, Carrara, Pisa, Prato e Siena. Salomonicamente, stabilì che in questi 106 Comuni si progettasse come in zona 2, cioè con criteri di sicurezza più elevati, ma senza l´obbligo di richiedere la preventiva autorizzazione del Genio Civile, affidando la tutela della sicurezza alle autocertificazioni di progettisti e costruttori e a controlli a campione. Con rischi incalcolabili per l´incolumità delle persone e dei beni, è l´accusa contenuta nei ricorsi al Tar, in cui si ricorda il dramma dell´Abruzzo, dove sono mancati i controlli preventivi. Secondo i ricorrenti, la delibera regionale 431 è viziata da nullità per incompetenza assoluta, poiché l´istituzione di nuove zone sismiche spetta in via esclusiva allo Stato, e la nullità travolge tutti gli atti conseguenti, fra cui i permessi a costruire privi di autorizzazione del Genio Civile. Si sottolinea anche il tentativo di elusione della sentenza della Consulta e si chiede al Tar di ripristinare la legalità e il rispetto del diritto dei cittadini alla sicurezza. Prima ancora del Tar - si augura l´avvocato Ceruti - la nuova Giunta Regionale potrebbe annullare d´ufficio la delibera 431: «E il pensiero - scrive - corre al neo-assessore all´urbanistica Anna Marson da cui si attendono interventi profondamente innovatori».

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IL TIRRENO Pagina 1 - Pisa C-Global, appello alle banche socie La Provincia: Cr Volterra ed Etruria salvino la sede di Ospedaletto PISA. Ultimi tentativi per scongiurare la chiusura della sede di Pisa (e di Firenze) della C-Global, dopo la decisione dell’azienda di ricondurre tutto alla centrale di Collecchio, in provincia di Parma. Dove dovrebbero trasferirsi, con grandi difficoltà e rischio quindi di perdita del posto, anche i 65 lavoratori degli uffici di Ospedaletto. Nei giorni scorsi i consiglieri regionali Ferrucci, Tognocchi (Pd) e Chincarini (Idv) erano intervenuti per chiedere un tavolo di confronto. Situazione non facile da sbloccare, anche perché dai vertici della C-Global non sono giunte nemmeno dichiarazioni di disponibilità ad un incontro con l’assessore regionale Simoncini. Adesso un’ulteriore carta viene giocata facendo pressioni su importanti soci del gruppo Cedacri (sotto il quale si trova C-Global), ovvero la Cassa di Risparmio di Volterra e la Banca Etruria. E’ il presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, ad aver scritto una lettera in questo senso ai due presidenti degli istituti bancari, Giovanni Manghetti (Volterra) e Giuseppe Fornasari (Etruria, con sede centrale ad Arezzo). Alle banche Pieroni chiede «di fare quanto in vostro potere affinché la decisione possa essere rivista e l’azienda possa conservare le unità produttive in Toscana». Nella lettera si pone l’accento sulle problematiche dei lavoratori di fronte al paventato trasferimento a Collecchio. «Ciò equivarrà per molti - si legge - alla rinuncia al posto o ad un pesante peggioramento della qualità della vita dovendosi spostare o divenire pendolari. Il rischio è di impoverire pesantemente il tessuto produttivo, con la perdita di 65 posti di lavoro diretti e di altre decine, considerando l’indotto». Un giudizio critico da parte della Provincia viene espresso sul piano di riorganizzazione aziendale, definito «non coerente né con la professionalità dei dipendenti che l’azienda rischia di perdere, né con gli ottimi dati di C-Global e Cedacri, che ha presentato un bilancio 2009 con un indice di redditività in aumento del 480%». Pieroni si rivolge così alle due banche: «Credo che gli istituti di credito, insieme con gli enti locali, abbiano in questo momento storico ed economico la responsabilità di sostenere le imprese locali, scongiurando processi che possano favorire una delocalizzazione selvaggia». Che per la C-Global, secondo quanto affermano i sindacati, sarebbe anche verso la nuova sede in Moldavia. «Credo che, se esiste la volontà - riprende il presidente della Provincia - possano e debbano trovarsi soluzioni. L’area pisana, tra l’altro, offre supporti e competenze precise per aziende nel settore dei servizi avanzati, grazie alla presenza delle Università, dei Centri di Ricerca, di una vasta rete di competenze di altissimo profilo». Infine, l’auspicio che la C-Global «ripensi l’incomprensibile diniego rispetto alla partecipazione all’incontro con l’assessore Simoncini e gli altri soggetti, previsto per martedì 21».

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IL TIRRENO Pagina 4 - Cecina Dal Demanio edifici al Comune E presto in vendita ci sarà anche Villa Celestina MA.MO. ROSIGNANO. Sono sei gli immobili presenti nel comune di Rosignano che lo stato ha messo a disposizione del Comune di Rosignano. Sono gli effetti del “federalismo demaniale”, ma al momento l’ente sembra interessato ad acquisire solo uno dei pezzi presenti nella lista. Una lista in continuo aggiornamento, a cui presto potrebbe però aggiungersi un edificio di pregio e da poco ristrutturato: Villa Celestina. Ma ecco gli immobili attualmente inseriti nella lista disponibile anche sul sito dell’Agenzia del Demanio (per alcuni ci sono anche le foto): il centro civico di Nibbiaia, un box auto a Castelnuovo, case popolari al Gabbro, case popolari in via della Lombarda, una porzione di fabbricato in via della Cava e una palazzina con due appartamenti in via Zug. «Di questi pezzi - dice Luca Simoncini, assessore al patrimonio - siamo interessati solo all’acquisto del centro civico di Nibbiaia, valutato poco meno di 50mila euro. È un immobile che ci interessa su cui oggi paghiamo un canone piuttosto basso, ma che è destinato a lievitare in maniera esponenziale. E allora forse vale la pena comprarlo». Sì, perché lo stato non li regali questi immobili. «No, li scali dai contribuiti che spettano al Comune. Dunque, non sono per niente regali. È vero che le stime sono basse, ma perché spesso si tratta di fabbricati in pessime condizioni dove una ristrutturazione costa magari di più del prezzo d’acquisto». Simoncini dà anche un’anticipazione. «L’elenco del Demanio è in continuo aggiornamento e presto sarà inserita anche Villa Celestina. Ecco questo è un altro edificio su cui potremmo essere interessati all’acquisto, anche se prima c’è da capire la stima».

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IL TIRRENO Pagina 4 - Cecina Loprete: «Vogliamo sapere se il terminal è un’opportunità» L’Idv incontra l’Rsu della fabbrica «Scenari industriali incerti» ROSIGNANO. L’Italia dei Valori incontra le Rsu Solvay e Ineos. Le incontra per formulare una serie di domande: quale futuro avrà il parco industriale? Rigassificatore reale opportunità? È possibile immaginare scenari alternativi? Che succede al mercato della soda? «Queste - spiega Patrizio Loprete, coordinatore dell’Idv locale - sono solo alcuni degli interrogativi che affronteremo domani quando una delegazione dell’Idv guidata da Roberto Rizzo, responsabile lavoro Idv Toscana e dal consigliere regionale Marta Gazzarri incontrerà le Rsu Solvay e Ineos». La delegazione sarà composta da Patrizio Loprete, dell’assessore Luca Simoncini Assessore al Comune di Rosignano e della consigliere comunale Sandra Lancioni consigliere comunale.

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LA NAZIONE Pagina 9 – Livorno Rosignano Rigassificatore, l’IdV incontra le Rsu Solvay-Ineos ROSIGNANO — L’ITALIA dei Valori incontrerà domani le Rsu Solvay e Ineos. Molti gli argomenti che saranno toccati, da quale futuro avrà il parco industriale ai possibili scenari alternativi, dal fatto che il rigassificatore sia una reale opportunità a cosa stia succedendo al mercato della Soda, per finire alla necessità di salvaguardare il quadro occupazionale di Ineos. Questi sono alcuni degli interrogativi che una delegazione dell’IdV guidata da Roberto Rizzo, responsabile lavoro IdV Toscana, e dal consigliere regionale e capogruppo in Regione Marta Gazzarri, porrà alle Rsu Solvay e Ineos. La delegazione sarà inoltre composta da Patrizio Loprete, vicesegretario provinciale, Luca Simoncini, assessore al Comune di Rosignano, e Sandra Lancioni, consigliere comunale. Al termine sarà redatto un comunicato per informare dell’esito dell’incontro.

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LA NAZIONE Pagina 21 – Pisa Politica nel caos. L’opposizione getta le basi per andare nuove elezioni Salta il faccia a faccia col sindaco Rimandato l’appuntamento per «problemi familiari» di Buselli VOLTERRA — SALTA L’INCONTRO tra Rosa Dello Sbarba, leader del principale gruppo di opposizione, e il sindaco Marco Buselli. Il primo cittadino ha deciso di rimandare per motivi familiari. C’è stato invece un faccia a faccia tra la stessa Dello Sbarba e Danilo Cucini, esponente della «Sinistra per Volterra». Un incontro che forse ha già gettato le basi per una strategia che veda già oltre, magari verso nuove elezioni. Rosa Dello Sbarba e il sindaco dovevano confrontarsi su quanto sta accadendo in seno alla maggioranza dopo lo scoppio del «caso Orsi» e anche dopo la costituzione del gruppo «Progetto Originario» in seno alla forza politica che sostiene la giunta Buselli. Ieri è stata anche la giornata dei resoconti. A Volterra tutti parlano, ripercorrendone le tappe, della vicenda riguardante il super esperto Emanuele Orsi e il suo doppio curriculum. Lo scandalo scoppia il 10 settembre, quando il Partito Democratico e l’Italia dei Valori chiedono di poter visionare il curriculum di Emanuele Orsi depositato in municipio e che è servito al sindaco Buselli per nominarlo alla presidenza della casa di riposo Santa Chiara. Le opposizioni infatti sospettano difformità tra quel curriculum e quello che invece Orsi ha fatto pervenire all’Asav, il consorzio tra i comuni della Valdicecina che gestisce la discarica di Buriano e di cui Orsi è stato nominato presidente su proposta del Comune di Volterra. Le difformità ipotizzate da Pd e Idv vengono presto confermate. Orsi da una parte dichiara di essere laureato a Milano (cosa che poi risulterà non vera) e dall’altra a Siena. Salta fuori anche una carriera in Guardia di Finanza per ora non ancora accertata. Il sindaco cerca di correre ai ripari: prima predispone una verifica e poi convoca Orsi in giunta per il 14 settembre. Il super esperto originario della Brianza però non si presenta e contestualmente manda una lettera di dimissioni, che di fatto anticipa il provvedimento di revoca dell’incarico da presidente del Santa Chiara da parte del sindaco Buselli. La questione però è già passata sul piano politico. Piovono accuse di poca trasparenza, anche dall’interno della maggioranza. Pd e Idv chiedono un consiglio comunale sull’argomento e sulla tenuta della maggioranza. La Sinistra chiede le dimissioni del sindaco Buselli.

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LA NAZIONE Pagina 4 – Siena Verso le amministrative Liste civiche e Idv Prove di dialogo IL COORDINAMENTO provinciale e quello cittadino dell’Italia dei Valori con un documento congiunto hanno fatto sapere che «non si sono ancora verificate le condizioni per la nostra partecipazione alla coalizione di centro-sinistra per le prossime elezioni amministrative del Comune di Siena». In particolare specificano nel documento «prima di parlare di qualsiasi candidato, l’Idv intende procedere ad un approfondimento e ad un confronto sui temi programmatici». Ed è proprio in questo percorso di approfondimento che, nei giorni scorsi, i coordinatori comunale e provinciale dell’Idv, Bernardo Giorgi e Marco Raggiaschi, hanno incontrato, insieme al coordinatore regionale Fabio Evangelisti, il capogruppo della Mongolfiera Pierluigi Piccini e altri rappresentanti delle Liste Civiche. Un confronto nel corso del quale sarebbe stata lanciata l’idea di dar vita ad una lista comune. Intanto il segretario dei giovani ha inviato una mail a tutto il circolo di Siena dell’Idv affinché prendano parte alll’incontro promosso dalle Liste Civiche il prossimo 24 settembre nella sala delle Lupe di Palazzo Pubblico.

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LA NAZIONE Pagina 8 – Pistoia Il caso sulle bollette Legno rosso nuova polemica NON SOLTANTO gli incassi per l’uso del campetto sportivo. Alla polemica sugli impianti del Legno rosso potrebbe adesso aggiungersi anche la questione del pagamento delle bollette. Il capogruppo dell’Idv Andrea Betti spiega che in base alla convenzione originaria, il Comune avrebbe dovuto pagare le utenze fino a 44 mila euro l’anno. «Ma — aggiunge — solo per fare l’esempio del 2009, il totale di spese per luce, acqua e rifiuti ha superato le 66mila e 510 euro». L’amministrazione comunale avrebbe quindi mancato di richiedere alla società che gestisce gli impianti di Capostrada migliaia di euro moltiplicati per diversi anni. «Su questo — aggiunge — anche la Circoscrizione 3 ha gravi responsabilità». Betti aveva già sollevato il dubbio di un danno erariale al Comune a causa dei mancati introiti per la gestione dei campetti. Nel farlo aveva citato il parere dell’avvocato del Comune Vito Papa, che aveva definito macroscopicamente illegittima la delibera che assegnava al gestore i proventi per l’uso del nuovo campo da calcio. La posizione è stata contrastata dalla direzione generale di Palazzo di Giano, ma la polemica è destinata a continuare.

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IL TIRRENO Pagina 7 - Montecatini Betti (Idv) insiste, An chiede un’inchiesta «Legno Rosso, i conti non tornano neanche sulle bollette pagate» Domani riunione di maggioranza sulla vicenda PISTOIA. Sta per tornare alla ribalta la questione dei rapporti tra Comune e Polispostiva Legno Rosso, che gestisce gli impianti sportivi comunali di Capostrada. Anche stavolta sotto i riflettori finisce la convenzione che consente alla società sportiva di tenere per sé (salvo l’obbligo di reinvestirli nell’impianto) i proventi derivanti dal campo di calcio anziché versarli al Comune. Una clausola di estremo favore, che - secondo il consigliere comunale dell’Italia dei valori Andrea Betti - ha dirottato dalle casse comunali finora quasi un milione di euro. Ma stavolta Betti concentra la sua attenzione su un’altra parte della convenzione, quella che stabilisce chi deve pagare le bollette. «Secondo gli accordi - spiega il consigliere dell’Idv - il Comune doveva pagare acqua, luce, gas e rifiuti fino a 44.000 euro l’anno. Il resto doveva versarlo la polisportiva. Mi risulta invece che, almeno nel 2009, il Comune abbia praticamente pagato in toto le bollette, versando, oltre ai 44.000, altri 35.000 euro circa». Sull’argomento sta raccogliendo documentazione anche il capogruppo di Alleanza nazionale Alessandro Capecchi, che preannuncia la volontà di chiedere una commissione d’inchiesta sulla vicenda. «Vogliamo capire - spiega - come stanno davvero i rapporti tra Comune e polisportiva e se questo modello è stato applicato anche altrove oppure no. E poi bisogna chiarire una volta per tutte se è possibile che il Comune, come fa spesso, cambi le condizioni dei rapporti con i privati dopo che questi ultimi si sono aggiudicati una pubblica gara». Sul tema, comunque, c’è grande attenzione anche in maggioranza. Per domani è annunciata una riunione politica dei gruppi che sostengono la giunta Berti, con all’ordine del giorno, tra l’altro, anche questo argomento. A rendere più complessa la vicenda c’è da ricordare che, sulla convenzione tra Comune e Polisportiva Legno Rosso, il direttore generale Renzo Ferri e il capo dell’ufficio legale comunale Vito Papa hanno espresso valutazioni opposte: per il primo non ci sarebbe nulla di irregolare, il secondo l’avrebbe definita «macroscopicamente illegittima». F.Cl.

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IL TIRRENO Pagina 5 - Montecatini Il sindaco Borgioli rassicura i genitori e replica all’Idv: «Critica senza sapere di cosa parla» Mensa, locali pronti prima dell’apertura CHIESINA. «I lavori sono stati ultimati a tempo di record e i locali saranno pronti per l’apertura della mensa». Il sindaco Marco Borgioli rassicura i genitori e risponde all’Idv che accusava la giunta di aver avviato le opere di ampliamento del refettorio in contemporanea con l’apertura della scuola. Argomenta il primo cittadino chiesinese: «Noto che il portavoce dell’Italia dei Valori di Chiesina Uzzanese, si è adeguato perfettamente alla linea politica che il leader del suo partito sta portando avanti a livello nazionale: criticare senza sapere di che cosa si parla. Ma l’ignoranza, nel senso latino del termine, non giustifica attaccare a priori l’operato della nostra amministrazione». I lavori in via di ultimazione alla scuola elementare riguardano l’ampliamento della mensa, divenuta insufficiente per l’aumento degli utenti dell’anno scolastico 2010-2011. Opere indispensabili per consentire ai bimbi di disporre di spazi a norma e adeguati. «Una volta venuti a conoscenza della necessità - aggiunge Borgioli - abbiamo cercato una soluzione che fosse allo stesso tempo economica e flessibile in modo da permettere in caso di bisogno il ripristino, senza ulteriori spese, delle aule scolastiche nei nuovi locali mensa. Non è stato possibile iniziare i lavori prima che gli enti preposti approvassero il progetto e rilasciassero le relative autorizzazioni. Comunque i lavori sono stati ultimati a tempo di record e i locali saranno pronti per l’apertura della mensa. Ultima notazione: abbiamo trascorso parte delle nostre ferie per organizzare e seguire gli eventi dell’estate chiesinese, che hanno ottenuto successi e riconoscimenti da parte di tutta la cittadinanza non schierata. Capisco che, siccome la lingua batte dove il dente duole, il paragonare quanto fatto dalla nostra amministrazione con gli anni bui delle precedenti possa generare qualche mal di pancia ma, proprio per questo tipo di critiche pretestuose, noi continueremo a rispettare il programma che ci ha permesso di vincere le elezioni».

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IL TIRRENO Pagina 9 - Viareggio LIBERAZIONE Un anniversario infangato dai politici Si celebra in questi giorni la liberazione di Pietrasanta e della Versilia, è un anniversario amaro, un anniversario che vede un tricolore abbrunato a mezz’asta, per colpa di qualche partito politico che gioca alla distruzione dell’Unità d’Italia dimenticando tutti i sacrifici di chi diede la vita per la libertà, concittadini che si distinsero pur nella giovane età per atti di eroismo e coraggio, per una Pietrasanta migliore, per un’Italia migliore e unita. Rimane un lascito da difendere con tutte le nostre forze, un documento la Costituzione Italiana frutto di quel profondo sacrificio civico ed etico di cui si fecero promotori i padri costituenti da Nord a Sud. La Costituzione Italiana è oggi in balia di attacchi quotidiani da parte di politici arroganti e corrotti che la vorrebbero manipolare a proprio piacimento per raggiungere solamente i propri interessi personali. Sconfortante il livello che oggi l’Italia ha raggiunto, che l’Italia politica ha raggiunto, un deserto sterile di moralità dove dilaga imperante la corruzione a tutti i livelli in un paese privo di memoria. L’Italia dei Valori di Pietrasanta rende omaggio a tutte le associazioni, tra tutte l’Anpi, che tengono vivo il ricordo, la memoria storica del nostro paese, che informano i più giovani di cosa significò quel determinato periodo storico, affinché non cali il silenzio anche su questa pagina cruciale della storia d’Italia. Fabio Simonini Coordinatore giovani Idv della provincia

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LA REPUBBLICA Pagina VII - Firenze L´ingresso di Fidi Toscana è condizionato al mantenimento dei 370 posti di lavoro Isi, salvataggio made in Italy Tutte italiane le società che insieme rilevano l´89% della ex Electrolux SIMONA POLI Ad acquisire l´89 per cento delle quote sono la "Valerio Maioli Group" di Ravenna (che ha realizzato l´impianto di illuminazione nel circuito di Singapore dove si svolge il Gran premio di Formula 1 in notturna del 26 settembre), il gruppo Morandi e il gruppo Gattorno. Si è costituita così la società Sg green Power di cui è presidente Fausto Saccaro, già presente in Toscana in un´industria chimica di Rosignano. Ieri Saccaro insieme all´amministratore delegato di Isi Massimo Fojanesi, che detiene il 10 per cento del capitale, hanno partecipato ad un incontro con l´assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini, i rappresentanti dei sindacati, la Provincia, il Comune di Scandicci. «Ci hanno informato della nascita della nuova proprietà», dice Simoncini, «e ci hanno anche comunicato di aver firmato una lettera d´intenti con Fidi Toscana e l´imprenditore fiorentino Leonardo Bassilichi che sono interessati ad entrare nella società. Per quanto riguarda Fidi ho chiarito che il suo ingresso è condizionato dalla credibilità del piano industriale e dalla garanzia di mantenere i 370 posti di lavoro». Attualmente ci sono 100 dipendenti occupati a rotazione e, sempre a rotazione, gli altri 270 in cassa integrazione. Secondo le anticipazioni fatte ieri da Saccaro il piano di rilancio industriale, oltre ad una robusta ricapitalizzazione, prevede di portare da 50 a 150 megawatt la capacità produttiva dello stabilimento. Saccaro ha assicurato la sua volontà di giungere al «riassorbimento totale delle maestranze in tempi relativamente brevi». Il presidente della nuova azienda ha anche annunciato la volontà di convocare, per lunedì 4 ottobre, un primo tavolo aziendale per il concreto inizio del confronto aziendale sulla produzione di impiantistica solare. Per i sindacati sono intervenuti Rodolfo Zanieri della Uil, Giorgio Santini della Cisl, Mauro Fuso della Cgil, Stefano Andreini della Fiom, Alessandro Castini della Fim e Franco Nigi della Rsu di Isi. Ottimisti ma cauti: «Attenzione», hanno detto, «perché fra i lavoratori non manca la sfiducia, anche se la situazione sembra avviata ormai verso una buona soluzione». Per un problema che si risolve, subito se ne apre un altro. Simoncini fa sapere di aver ricevuto il rifiuto della C-Global a partecipare ad un incontro convocato dalla Regione con i sindacati per discutere delle prospettive dell´azienda. «Succede di rado che un gruppo industriale neghi alle istituzioni e ai lavoratori l´opportunità di un confronto», osserva Simoncini. Che racconta di aver informato della vicenda anche le banche che fanno parte della compagine societaria di C-Global, la Cassa di Risparmio di Volterra e la Banca Etruria di Arezzo. L´assessore avverte che «pur prendendo atto dell´atteggiamento dei vertici aziendali, la Regione conferma la sua disponibilità a contribuire ad una positiva soluzione della vicenda».