La Pulce nell'Orecchio

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ISTITUTO ANNIBALE DI FRANCIA SCUOLA DI QUALITÀ CERTIFICATA GOOD NEWS Studiare allunga la vita S iete pronti a rimanere a bocca aperta??? Abbiamo una notizia che sicuramente vi stupirà e, forse, vi darà un po’ di sollievo. Un recente studio ha dimostrato che le inter- minabili ore passate a sfogliare pagine di pe- santi libri di storia e letteratura, i pomeriggi sprecati cercando di risolvere una semplice equazione matematica o tradurre una lunghis- sima versione di latino, si riveleranno in futu- ro utili al nostro benessere fisico, ripagandoci con una maggiore aspettativa di vita. Una ricerca, effettuata da Carlo Maccheroni, professore di demografia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino, evidenzia che un laureato vive in media sette anni in più di un diplomato. Per quanto queste affermazioni possano essere attendibili, ci lasciano alquanto perplesse. Ci chiediamo, infatti, come sia possibile che lo stress, a cui noi studenti siamo sottoposti ogni giorno, aiuti a vivere bene ed a lungo. Ci auguriamo comunque che questa notizia possa essere di consolazione per tutti quei ragazzi che, al suono dell’ultima campanella scolastica, incominciano a pensare scoraggiati alla marea di compiti che dovranno svolgere per il giorno dopo. Virginia Canu e Veronica Russo III Liceo Scientifico NOI, GENERAZIONE Z S pazio ai giovani! È questo uno dei più sfruttati gridi di battaglia che dà spe- ranza e riesce a far vedere il mondo da un’altra prospet- tiva, quella della cosiddetta generazione Z, i ragazzi nati tra il 1990 e il 2010, che da poco si affacciano nel mon- do degli “adulti”. Questa generazione è figlia della famosa generazione X, che ha visto crollare il muro di Berlino e ha seguito gli avvenimenti della guer- ra fredda. Ma rispetto ad essa, ha un nuovo modo di porsi al mondo: è nata con la rivoluzione telematica che dagli anni ‘90 in poi ha drasticamente cambiato il mondo della comunicazio- ne, è cresciuta tra internet e televisione ed ora è parti- colarmente a proprio agio nella grande realtà virtuale creata dalla rete. Riesce a muoversi, a comu- nicare velocemente, viag- giando intorno al mondo virtualmente e ricreandosi una seconda vita in digi- tale. Ma tutto ciò allonta- na drasticamente i giovani dalla realtà, che affrontano sempre più a fatica e dalla quale tendono a fuggire. In essa, infatti, sono costretti a confrontarsi con persone in carne ed ossa e non solo dei semplici account. Ma questa generazione non è formata soltanto da ragaz- zi web-dipendenti. “Quando negli anni Ottan- ta ci si recava nella Germa- nia dell’Est avevamo la sen- sazione di tornare indietro di trent’anni. È la stessa sensazione che hanno i nostri alunni - scrive il prof. Paolo Ferri dell’università di Milano Bicocca - quando entrano a scuola. Noi incontravamo gli amici al bar, loro vanno su Face- book”. Quando, dunque, i giova- ni di questa generazione - i cosiddetti “nativi digitali” - varcano il portone della scuola vengono catapul- tati indietro nel tempo: l’approccio “libresco” degli adulti - “immigrati digita- li”, ancora non pienamente integrati nelle tecnologie-, li annoia e non li stimola adeguatamente. Per migliorare la comuni- cazione intergenerazionale e per favorire il processo di apprendimento, la scuola deve necessariamente svec- chiarsi, introducendo tec- nologie multimediali avan- zate. Solo così si potrà colmare il divario esistente e far sì che la scuola possa davvero ap- passionare i giovani e gui- darli nel futuro. Enrica Zaccone IV Liceo Artistico LaPulcenell’Orecchio Nativi Digit@li 12 FEBBRAIO 2011 NOTTE DELLA CULTURA pag. 3 16 MAGGIO 2011 INFIORATA pag. 7 29 GENNAIO 2011 OPEN DAY pag. 8 Mostra in Fiera pag. 6 La Piramide di Tusa pag. 2 Sognando una grande festa per Padre Annibale Se è vero che l’identità di una realtà sociale si riconosce attraverso la sua cultura, è cer- to che quest’ultima ha nella religiosità uno dei suoi componenti più importanti. Messina, il 16 Maggio 2004, ha visto salire agli onori dell’altare un altro dei suoi figli, Padre Annibale. Egli nacque il 5 Luglio 1851 e, all’età di due anni, assaporò l’amarezza dell’orfanità per di- ventare un giorno “Padre degli orfani”. Molto presto sentì il bisogno insopprimibile di spendere la sua vita per il prossimo, non in senso astratto, ma nella persona dei poveri, ed in particolare degli orfani e dell’infanzia abbandonata, attraverso una carità definita “senza limiti e senza calcoli”. Tra le sue qualità umane si riscontrano innanzitutto i segni di una vasta intelligenza, che lo rendono un abile predicatore, giornalista, insegnante, poeta, ideatore di attività per diffondere la fede ma soprattutto promotore della pre- ghiera del Rogate. Padre Annibale, nel Quartiere Avignone, mise in evidenza la sua grande capacità comunicativa; egli, nonostante indif- ferenza, ostilità e degrado materiale e morale, riuscì a farsi mediatore tra parti tanto distanti e avverse. L’opera di redenzione umana e di evangelizzazione si presentò subito difficile, tanto che lo stesso clero messinese la riteneva un’impresa impossibile: i primi a mostrarsi ostili furono proprio gli abitanti di Avignone, che non vedevano di buon occhio l’arrivo di un prete, per lo più così giovane. Ma a darne risposta furono principalmente i suoi successi, tra i quali gli istituti educativo - assistenziali detti Orfa- notrofi Antoniani, destinati all’infanzia abbandonata, e le Congre- gazioni dei Rogazionisti del Sacro Cuore di Gesù e delle Figlie del Divino Zelo, alle quali era stata affidata la missione di pregare per le vocazioni e dedicarsi all’educazione dei fanciulli. Quei bambini erano per Padre Annibale gli adulti del domani, nonché gli adulti che oggi sembrano aver dimenticato tanto bene. Sembrerebbe proprio che lo zelo religioso della città dello Stretto, con ben due santi messinesi eletti in appena 16 anni, sia una peculia- rità di notevole spessore all’interno del panorama italiano; tuttavia, Messina non sembra sentire l’orgoglio di aver dato i natali ai propri santi, nè mostra di celebrarli adeguatamente. Perché, dunque, così poco rilievo a un santo che, proprio nella sua città, decise di operare portando ogni tipo di bene? Si pensa im- mediatamente ad un affronto alle tradizioni, ormai poco sentite dai messinesi e in particolare dai giovani; oppure, forse, il tempo trascor- so è ancora troppo breve da quella mattina del maggio 2004, quando Giovanni Paolo II, in Piazza San Pietro, proclamò santo il Padre del Rogate. La sua santità si mostra, così, ancora troppo giovane agli oc- chi del mondo. Egli è di oggi, ma è anche di domani, perché “i santi non invecchiano mai” (Giovanni Paolo II). Jessica Calandra, V Liceo Scientifico ANNO III N. 1

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Giornalino scolastico

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Page 1: La Pulce nell'Orecchio

ISTITUTO

ANNIBALE

DI FRANCIA

SCUOLA

DI QUALITÀ

CERTIFICATA

GOOD NEWS

Studiare allunga la vita

Siete pronti a rimanere a bocca aperta??? Abbiamo una notizia che sicuramente vi

stupirà e, forse, vi darà un po’ di sollievo.

Un recente studio ha dimostrato che le inter-minabili ore passate a sfogliare pagine di pe-santi libri di storia e letteratura, i pomeriggi sprecati cercando di risolvere una semplice equazione matematica o tradurre una lunghis-sima versione di latino, si riveleranno in futu-ro utili al nostro benessere fisico, ripagandoci con una maggiore aspettativa di vita.

Una ricerca, effettuata da Carlo Maccheroni, professore di demografia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino, evidenzia che un laureato vive in media sette anni in più di un diplomato.

Per quanto queste affermazioni possano essere attendibili, ci lasciano alquanto perplesse.

Ci chiediamo, infatti, come sia possibile che lo stress, a cui noi studenti siamo sottoposti ogni giorno, aiuti a vivere bene ed a lungo.

Ci auguriamo comunque che questa notizia possa essere di consolazione per tutti quei ragazzi che, al suono dell’ultima campanella scolastica, incominciano a pensare scoraggiati alla marea di compiti che dovranno svolgere per il giorno dopo.

Virginia Canu e Veronica RussoIII Liceo Scientifico

NOI, GENERAZIONE Z

Spazio ai giovani! È questo uno dei più sfruttati gridi di battaglia che dà spe-

ranza e riesce a far vedere il mondo da un’altra prospet-tiva, quella della cosiddetta generazione Z, i ragazzi nati tra il 1990 e il 2010, che da poco si affacciano nel mon-do degli “adulti”.Questa generazione è figlia della famosa generazione X, che ha visto crollare il muro di Berlino e ha seguito gli avvenimenti della guer-ra fredda. Ma rispetto ad essa, ha un nuovo modo di porsi al mondo: è nata con la rivoluzione telematica che dagli anni ‘90 in poi ha drasticamente cambiato il mondo della comunicazio-ne, è cresciuta tra internet e televisione ed ora è parti-colarmente a proprio agio nella grande realtà virtuale creata dalla rete.Riesce a muoversi, a comu-nicare velocemente, viag-giando intorno al mondo virtualmente e ricreandosi una seconda vita in digi-tale. Ma tutto ciò allonta-na drasticamente i giovani dalla realtà, che affrontano sempre più a fatica e dalla quale tendono a fuggire. In essa, infatti, sono costretti a confrontarsi con persone in carne ed ossa e non solo dei semplici account.Ma questa generazione non

è formata soltanto da ragaz-zi web-dipendenti. “Quando negli anni Ottan-ta ci si recava nella Germa-nia dell’Est avevamo la sen-sazione di tornare indietro di trent’anni. È la stessa sensazione che hanno i nostri alunni - scrive il prof. Paolo Ferri dell’università di Milano Bicocca - quando entrano a scuola. Noi incontravamo gli amici al bar, loro vanno su Face-book”. Quando, dunque, i giova-ni di questa generazione - i cosiddetti “nativi digitali” - varcano il portone della scuola vengono catapul-tati indietro nel tempo: l’approccio “libresco” degli adulti - “immigrati digita-li”, ancora non pienamente integrati nelle tecnologie-, li annoia e non li stimola adeguatamente.Per migliorare la comuni-cazione intergenerazionale e per favorire il processo di apprendimento, la scuola deve necessariamente svec-chiarsi, introducendo tec-nologie multimediali avan-zate. Solo così si potrà colmare il divario esistente e far sì che la scuola possa davvero ap-passionare i giovani e gui-darli nel futuro. Enrica Zaccone IV Liceo Artistico

LaPulcenell’Orecchio

Nativi Digit@li

12 FEBBRAIO 2011 NOTTE DELLA CULTURA pag. 3

16 MAGGIO 2011

INFIORATA pag. 7

29 GENNAIO 2011

OPEN DAY pag. 8

Mostra in Fiera pag. 6

La Piramide di Tusa pag. 2

Sognando una grande festa per Padre AnnibaleSe è vero che l’identità di una realtà sociale si riconosce attraverso la sua cultura, è cer-to che quest’ultima ha nella religiosità uno dei suoi componenti più importanti. Messina, il 16 Maggio 2004, ha visto salire agli onori dell’altare un altro dei suoi figli, Padre Annibale. Egli nacque il 5 Luglio

1851 e, all’età di due anni, assaporò l’amarezza dell’orfanità per di-ventare un giorno “Padre degli orfani”. Molto presto sentì il bisogno insopprimibile di spendere la sua vita per il prossimo, non in senso astratto, ma nella persona dei poveri, ed in particolare degli orfani e dell’infanzia abbandonata, attraverso una carità definita “senza limiti e senza calcoli”. Tra le sue qualità umane

si riscontrano innanzitutto i segni di una vasta intelligenza, che lo rendono un abile predicatore, giornalista, insegnante, poeta, ideatore di attività per diffondere la fede ma soprattutto promotore della pre-ghiera del Rogate. Padre Annibale, nel Quartiere Avignone, mise in evidenza la sua grande capacità comunicativa; egli, nonostante indif-ferenza, ostilità e degrado materiale e morale, riuscì a farsi mediatore tra parti tanto distanti e avverse. L’opera di redenzione umana e di evangelizzazione si presentò subito difficile, tanto che lo stesso clero messinese la riteneva un’impresa impossibile: i primi a mostrarsi ostili furono proprio gli abitanti di Avignone, che non vedevano di buon occhio l’arrivo di un prete, per lo più così giovane. Ma a darne risposta furono principalmente i suoi successi, tra i quali gli istituti educativo - assistenziali detti Orfa-notrofi Antoniani, destinati all’infanzia abbandonata, e le Congre-gazioni dei Rogazionisti del Sacro Cuore di Gesù e delle Figlie del Divino Zelo, alle quali era stata affidata la missione di pregare per le vocazioni e dedicarsi all’educazione dei fanciulli. Quei bambini erano

per Padre Annibale gli adulti del domani, nonché gli adulti che oggi sembrano aver dimenticato tanto bene. Sembrerebbe proprio che lo zelo religioso della città dello Stretto, con ben due santi messinesi eletti in appena 16 anni, sia una peculia-rità di notevole spessore all’interno del panorama italiano; tuttavia, Messina non sembra sentire l’orgoglio di aver dato i natali ai propri santi, nè mostra di celebrarli adeguatamente. Perché, dunque, così poco rilievo a un santo che, proprio nella sua città, decise di operare portando ogni tipo di bene? Si pensa im-mediatamente ad un affronto alle tradizioni, ormai poco sentite dai messinesi e in particolare dai giovani; oppure, forse, il tempo trascor-so è ancora troppo breve da quella mattina del maggio 2004, quando Giovanni Paolo II, in Piazza San Pietro, proclamò santo il Padre del Rogate. La sua santità si mostra, così, ancora troppo giovane agli oc-chi del mondo. Egli è di oggi, ma è anche di domani, perché “i santi non invecchiano mai” (Giovanni Paolo II).

Jessica Calandra, V Liceo Scientifico

ANNO III N. 1

Page 2: La Pulce nell'Orecchio

IISULLA SCUOLA PENSO CHE...

Quando ho letto il te-sto di Don Milani,

Lettera ad una professo-ressa, ho iniziato a guarda-re la scuola con occhi di-versi. Ho iniziato a pensare che siamo molto fortunati ad avere la possibilità di frequentare la scuola ed essere seguiti assiduamen-te dai nostri insegnanti. Spesso, purtroppo, si pensa che frequentare la scuola sia una consuetudine e per di più noiosa. Eppure la scuola, oggi più che mai, ha il compito oltre che di istruire, di educare i giova-ni al rispetto delle regole, ma soprattutto ha il dove-re di “aprire la mente” ed insegnare a pensare con la propria testa, perché solo

così la scuola prepara alla vita. La scuola descritta nel testo di Don Milani è un’idea di scuola davve-ro bella, dove chi è “lento svogliato e senza basi” vie-ne trattato con amore, ma non con superficiale buo-nismo. Avere la possibilità di ri-cevere dalla scuola tutto ciò significa costruire così le fondamenta del nostro futuro per una società mi-gliore. Perchè un uomo sarà in grado di migliorare il mondo circostante solo se prima avrà scoperto e conosciuto la Bellezza che ha dentro di sè.

Lidia Macrì III Liceo Artistico

“Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande I CARE: me ne im-porta, mi sta a cuore.” Don Lorenzo Milani

La scuola migliore è quella che fa crescere gli studenti credendo nella forza delle parole. La scuola peggiore è quella che fa crescere gli studenti a suon di umiliazioni, note e rimproveri.

La scuola migliore è quella dove i ragazzi sono tutti uguali davanti al registro. La scuola peggiore è quella dove il figlio dell’operaio, anche se in-telligente, viene giudicato ignorante per stupidi pregiudizi, a prescindere dalle sue effettive qualità.

La scuola migliore è quella dove gli alunni dialogano con i professori. La scuola peggiore è quella dove il professore spiega e interroga e gli alunni rimangono zitti ed immobili ad ascoltare, senza poter fare domande.

La scuola migliore è quella che ha ben presente che gli alunni di oggi sono i cittadini del domani. La scuola peggiore è quella che pensa solo al presente e non guarda al futuro.

Eleonora Melluso, I Liceo Artistico (foto di Smeralda Vadalà)

“La scuola migliore è...”

Turiddu era il più giovane dei Macaluso, ultimo di una famiglia di pescatori. Suo padre, il più giovane dei fratelli, era anda-

to a vivere in America, lasciando la moglie e i due fratelli a patire la fame. I primi tempi scriveva, poi di lui più niente. Suo nonno e i suoi zii erano pesca-tori da sempre. Turiddu di notte andava a pescare e di giorno ad aiutare compare Vicenzo a vendere pesce alla Vucciria. Il pesce che lui pescava di notte con gli zii, soprat-tutto quando riusciva a tirare su qualche aragosta, preferiva portarlo direttamente ai ristoranti di Mondello, perché compare Vicenzo glielo pagava due soldi. E così lui racimolava un gruzzoletto che con parsimonia metteva da parte nella speranza di partire per l’America in cerca di fortuna. Sabato mattina, lo storo di compare Vicenzo bru-licava di pesce fresco. Quel volpone era perfino ri-uscito ad accaparrarsi un pesce spada grosso vivo vivo, dalla spada irta e tagliente. Tutte le donne si accalcavano per comprarlo. Accanto c’era don Pa-squale, personaggio losco dalla faccia da brutto cef-fo, che vende le uova. Giovanni, dal lato opposto, aveva squartato il maiale che aveva cresciuto per otto mesi e, senza la minima emozione, lo aveva sgozzato, pensando a quanti bei soldini avrebbe guadagnato. E, non da ultimo, c’era Carmelo, l’ortolano, con la frutta e la verdura in bella mostra che banniava per il caldo, nella speranza mantenesse il suo turgore. Nella Vucciria ogni giorno i destini e le speranze si intrecciano in un trionfo vivido di colori e di vita. Martina Sciarrone, II Liceo Artistico

Tutto cominciò quando Calogero incontrò Rosalia alla Vucciria, il mercato di Paler-mo dove lei si recava ogni mattina per

fare la spesa. La sua bellezza rispecchiava i colori e gli odori tipici della calda Sicilia. Era una don-na sensuale, quando passava tra le bancarelle del mercato tutti si fermavano per ammirarla. Rosa-lia era il sogno proibito! Il suo profumo di zagara era inebriante e si confondeva tra gli odori propri della Vucciria, segnalando a tutti la sua presenza. Calogero faceva di tutto per incrociare i suoi passi, voleva fissarla negli occhi e farle capire che lui era perdutamente innamorato di lei. Rosalia, timida e schiva, sfuggiva gli sguardi di Calogero, temendo che le persone intorno potessero notare il suo ros-sore quando lui la ammirava insistentemente. An-che Rosalia, da mesi, aveva notato quel bel ragazzo alto, bruno e forte ma dallo sguardo dolce tanto da colpirla profondamente. Finalmente il giorno di Santa Rosalia Calogero decise di dichiararsi a lei portandole in dono un mazzo di zagare profumate. Luigi Bevacqua, I Liceo Artistico

DUE RACCONTI ISPIRATI ALLA VUCCIRIA DI GUTTUSO

Nuoce gravementealla salute

LA PULCE NELL’ORECCHIO

[email protected]

PROGETTO DEL LABORATORIO

DI COMUNICAZIONE

VIA SANTA MARTA 194, MESSINA

Omofobia

Gli Outsider dell’Arte

TUSA: L’UOMO DIVENTA PARTE DELL’OPERA

Èstato un vero bagno di cultura e d’arte quel-lo vissuto dagli studenti del Liceo Artistico

“Annibale Maria di Francia”, nei giorni 17 e 18 novembre scorsi, in una splendida località della provincia di Messina. Castel di Tusa è un luogo magico, dove la natura si esprime con le sue più belle forme ed il territorio è stato arricchito dalle installazioni d’arte contem-poranea volute da Antonio Presti, promotore della nota “Fiumara d’Arte”, realizzata grazie al contribuito di numerosi artisti provenien-ti da ogni parte del mondo. Qui gli studenti hanno incontrato Mauro Staccioli, rinomato scultore e autore, su commissione di Presti, della “Piramide”, che si trova in cima ad un promontorio. “...É una piramide che ha una disposizione particolare - dice l’autore - non è chiusa totalmente, ma ha uno spigolo aperto per consentire, in una direzione precisa, du-rante il solstizio d’estate, ad un raggio di luce di penetrare ed essere imprigionato”.

Smeralda Vadalà e Enrica ZacconeIV Liceo Artistico

Page 3: La Pulce nell'Orecchio

III

Visite guidate: dalle ore 20,00 alla 01,00A cura degli studenti dei Licei Scientifico e Artistico “Canoni-co Annibale M. Di Francia” e dei giovani dell’Associazione cultu-rale “Cara beltà”. Teatro Annibale Di Francia - Mostra “Sicilia bedda” a cura del Liceo Artistico “Can. A. M. Di Francia” – ore 23.30 Percussioni: Giusep-pe Oliva

Piazza Spirito Santo- Infiorata: “Mille petali per Pa

dre Annibale: illuminano la not-te della cultura”, a cura dei Licei Artistico e Scientifico “Can. A. M. Di Francia”

Chiesa S. Mariadello Spirito Santo- Trio di clarinetti: Lucio Bran-cati, Giuliana Nicotra e Marta Arcadia- Coro “Dolcissima musica”, di-retto dal M° N. Palermo- Mostra “Memoriae repertae”: le cripte, a cura dei Licei Artisti-co e Scientifico “Can. A. M. Di Francia”

Istituto Scolastico “Canoni-co Annibale M. Di Francia”- Mostra “L’ oggi del Monastero Spirito Santo” a cura degli alunni dell’Istituto Scolastico.- Proiezione della vivace e signi-ficativa vita scolastica- ore 21.30 lezione aperta di chi-tarra: M° Diego Marabello, chi-tarra rock- ore 22.30 Trio del M° D. Mara-bello, U. Vita e M. PeroneBatteria: M. Russo- Esibizione di break dance e tecktonik: F. Romeo, J. Palella, S. Romeo, S. Cucinotta and friends

Chiostro del Monastero dello Spirito Santo- Arpa: Martina Nasisi, Chitar-ra: Angela Russo- Mostra: “Creature angeliche: suggestioni artistiche e letterarie” a cura del Liceo Artistico “Can. A. M. Di Francia”.

Camerella Bizantina- Clarinetto: Lidia Brischetto, Flauto traverso: Anisia Brischet-to- ore 21.00 – Coro “A.M.Di Francia”, diretto dal M° D. Gior-gianni; Violino: Leo Chiara; Flauto traverso: M. V. Anastasi.

RIAPRONO IL CHIOSTRO DEL VECCHIO MONASTERO, LA CHIESA DELLO SPIRITO SANTO, LA CAMERELLA BIZANTINA, LE CRIPTE E IL MUSEO

UN VIAGGIO ALLA RISCOPERTA DEI TESORI DELLA CASA MADRE DELLE FIGLIE DEL DIVINO ZELO

Speciale 12 Febbraio 2011

I ragazzi del Liceo Artistico hanno avuto l’opportunità di visitare ed effettuare un rilievo all’interno delle due cripte rinvenute sotto la chiesa dello Spirito Santo, rima-ste in ottime condizioni nonostante il terremoto risalente al 1908. I progetti realizzati verranno esposti all’interno della

chiesa dello Spirito Santo, in occasione della notte della cultura.

Smeralda Vadalà e Carlotta Ingemi, IV Liceo Artistico

In mostra lo studio sulle Cripte

PROGRAMMA dalle venti all’una di notte

MADONNA DEL LATTE, XVI SECOLO

IL FASCINO

DEI LUOGHI DISANT’ANNIBALE

Riaprono al pubblico luoghi cari a Padre Annibale. In occasione della Notte della cultura, il 12 feb-braio, sarà possibile visitare parte della Casa Ma-dre delle Figlie del Divino Zelo: il Chiostro del vecchio Monastero risalente al 1291, la camerel-

la Bizantina, le stanze e il Museo di Padre Annibale e Madre

Nazarena. Seguendo le orme di Sant’Annibale e obbedendo alla sua volontà, nel 1895, fu proprio lei (per la quale è stata avviata la causa di beatificazione) che, per prima, si trasferì in quel luogo, portando con sé dodici orfanelle, e l’abitò.Pregevole il Chiostro del vecchio Monastero medievale, che ha resistito al terremoto del 1908; intatte le Cripte sotto la Chiesa

di S. Maria dello Spirito Santo, sulle quali noi ragazzi del Liceo Artistico abbiamo effettuato uno studio accurato, che sarà in mostra per l’occasione.Centinaia i visitatori che, l’anno scorso, hanno animato la sera-ta, attirati dalla bellezza e dal fascino di questi luoghi ancora da scoprire e dalle bellezze che in essi sono custodite.

Madonna del Buon Consiglio

Page 4: La Pulce nell'Orecchio

IV

Forse non tutti sanno che gli alcolici contengo-no solfiti. Ma che cosa sono?I solfiti sono dei “conservanti” contenuti natu-ralmente (anche se in basse quantità) nel vino e spesso aggiunti industrialmente nella produzio-ne di alcolici come liquori e birre. Inoltre ven-gono usati da alcuni produttori per ripulire dai batteri i tini che servono per conservare il vino.Sono dannosi alla salute quando se ne assumo-

no troppi e le persone sensibili sviluppano una grave reazione allergica. Negli Stati Uniti è obbligatorio dichiararli nell’etichetta dal 1987. a legge italiana invece nel 2005 (dopo vari casi di persone allergiche) ha stabilito che i produt-tori di alimenti devono indicare nell’etichetta la presenza di solfiti solo se superano il limite di 10 mg/kg di prodotto.Anche se sarebbe il caso che

diventasse obbligatorio indicarne la presenza a prescindere dalla quantità, considerato che le persone allergiche anche con pochi milligrammi rischiano di morire. Attenti anche a tutti que-gli alimenti che contengono additivi derivati dai solfiti (bisolfiti, metabisolfiti) indicati nelle eti-chette con le sigle che vanno da E220 a E228. (Fonte: Unione Consumatori) Federica Cucè, I Liceo Scientifico

Perché quel mal di testa dopo un bicchiere di vino?

Tra ombre e luceFu quella sera il cielo scuro, sporadiche le luci di città, ed errabondo fu, il mio pensiero, sul vuoto errare dell’umanità.

Vi son combattenti di guerre mai vinte,vi sono speranze, ideali mai spenti,vi son coraggiosi da imprese distinte,vi sono pensieri, ideali, tormenti,

Mio impavido cuore, ingiustizia disprezzaFiglio d’un epoca tra ombra e luce,sdegna indecisione, predica fermezzach’al mondo non vi sia più viso truce.Di vaniloqui e glorie fatue, son schiave l’anime, inermi e fredde statue,

Viandanti di passaggio, non lasciano ch’emblemi,d’un triste nubifragio,tra sperperi e problemi,

Non più assopita è la mente,domani avanza cautamente,lontano v’è spiraglio tra nebbia e opacità, sii vigile compagno, salvezza diverrà.

Sergio Russo, III Liceo Scientifico

In Ungheria hanno indetto un concorso per diventare Miss Mafia. Basta avere precedenti pe-nali per partecipare. In palio una macchina e tanti soldi.È stato inventato un chewing-gum che rimanendo 24 ore a contatto con l’acqua si scioglie. Grazie a questo i ragazzi potranno dire addio a macchie indelebili sui vestiti.In Florida esiste un albergo sott’acqua. Muniti di maschere e bombole d’ossigeno, i turisti pos-sono ammirare tutte le bellezze del fondale marino.A Cambridge è stata aperta una sala, in stile Harry Potter, dove i “babbani” potranno cenare in lunghe tavolate imbandite e illuminate da candelabri al prezzo di 57 sterline.A Seattle esiste un muro completamente ricoperto di chewing-gum divenuto oggi una popo-lare meta turistica Chiara Russo, Veronica Russo, Chiara Pistorio, Virginia Canu e Francesco Romeo III Liceo Scientifico

Al giorno d’oggi il calcio è parte della vita di ogni sportivo, tifoso, uomo, donna o bambino

che sia.Ormai consacrato come il gioco più bello del mon-do, è un fenomeno che attrae l’interesse della gen-te, per i contenuti, simbolici e valoriali, che esprime nella sua semplicità. Basta calciare un pallone per inseguire un sogno, un ideale, o più semplicemente, per buttarsi alle spalle ansie o pressioni di ogni giorno. Ma cosa rende speciali un gruppo di persone che corrono dietro ad una sfera di cuoio? Le apparenze nascondono progetti, vincoli d’ap-partenenza, di fedeltà e di amicizia, idee che ren-dono un atleta simbolo e modello di una città, di una nazione e di un mondo che, troppo spesso, non riesce a mettere in luce la miriade di aspetti forma-tivi di cui è intrisa tale disciplina sportiva. L’avvento dei mass media ha portato ad un incre-mento degli investimenti di magnati del settore industriale che speculano frequentemente sulla passione della gente, mentre ultras e fanatici sem-brano impegnarsi sempre di più per far apparire tifosi onesti come gruppi di rozzi e primitivi guer-rafondai. Il calcio predica rispetto, unione e integrazione e, come nel caso dei mondiali sudafricani, può di-ventare fonte di speranza e sviluppo, incoraggiare iniziative benefiche ed alimentare principi di tolle-ranza e solidarietà.

Queste iniziative de-vono però verificarsi più frequentemente, altrimenti rischiano di assomigliare più che al-tro a stucchevoli trovate pubblicitarie. Per que-sto, sarebbe necessari mostrarsi più coerenti e trarre esempio dai cam-pioni di un tempo, che scendevano in campo senza neanche aspettar-si di essere pagati e, dal-le grandi personalità del passato che si mettevano a disposizione per indire tornei e campionati, nei quali giocare assumeva il significato di confrontar-si, di imparare a crescere rimanendo uniti, con la voglia di restare sul rettangolo verde per diventare campioni nella vita, attraverso il sudore, lo spirito di sacrificio e la dedizione costante. Sarebbe bello tornare indietro e ricordare che il calcio ha origini ben precise, nasce nel degrado, tra i meno fortunati, in luoghi in cui ragazzi e bam-bini hanno trovato un modo per scacciare i demo-ni della fame e della povertà, al fine di allontana-re ogni malessere. Tante sono le testimonianze di fuoriclasse moderni che hanno vissuto un percorso del genere. A questo proposito mi hanno colpito molto le parole del fuoriclasse interista

Samuel Eto’o che ha dichiarato:

“Corro come un nero per vivere

come un bianco”Paradossalmente credo che per diventare qualcuno in questo sport, sia necessario abbandonare ogni ambizione individuale ed imparare ad essere una solida compagine. “Il primo che attacca è il portie-re, il primo che difende l’attaccante”. Questa frase mi ha fatto riflettere molto, credo sia la perfetta metafora dell’esistenza umana: un uomo che non ha uno scopo, nulla da condividere o qualcuno di

cui fidarsi nel momento del bisogno, non ha nien-te per cui vivere. È per questo che amo il calcio, nulla è mai banale, tutto si adorna di sfaccettature molteplici ed attuali e , mi piace pensare che tutti quelli che seguono questo sport lo facciano perché riescono come me, ad ritrovarsi in ciò che esso vuo-le trasmettere. Sergio Russo, III Liceo Scientifico

Rincorrendo un pallone… Quando in gioco c’è la voglia di lasciare il segno

Grest EstivoNei mesi di Giugno, Luglio e

da quest’anno a grande

richiesta anche a Settembre!!!

Info: 090.717011

Noi giovani siamo etichettati come indivi-dui silenziosi e indolenti, senza obiettivi, sen-za ideali, che accettano la vita per quella che è, senza lottare; lo stesso Eugenio Scalfari parla dei ragazzi come di coloro che: “Hanno cre-duto che tutto quello che c’era da fare fosse già fatto, mentre il malfatto era irrimediabile e comunque richiedeva un impegno impari alle loro forze”. Questo sembra essere anche il pensiero del-la società che ci considera troppo attenti alle “banalità” dell’esistenza: al vestiario, al diver-timento sfrenato; che ci crede senza sogni ed aspirazioni, ideali e propositi per il futuro. Se-condo noi invece non è così, siamo solo figli della società in cui siamo nati, che non ci ha richiesto sforzi o sacrifici immani e che è cer-tamente diversa da quella dei nostri genitori. I più anziani si potranno infatti ricordare del periodo della guerra , durante il quale hanno dovuto confrontarsi con i reali problemi del-la vita. Se la loro preoccupazione era legata alla paura per i bombardamenti, la nostra alla

scelta di un capo d’abbigliamento. Le diverse esperienze ci hanno portato dunque a con-frontarci su livelli di comunicazione differenti, da cui scaturiscono quei problemi di cui tanto si parla. Un discorso a parte va fatto per i genitori che, nutrendo eccessive aspettative sui figli, cercano di assicurare loro il futuro che hanno sognato

per se stessi. Più in generale, possiamo dire che le maggiori differenze tra noi e gli adul-ti stanno nel diverso modo di comunicare; quanti dei vostri nonni mandano un messag-gio per comunicarvi cosa si mangia a cena? O quale genitore trascorre il tempo libero chat-tando su Facebook? Il nostro è un dialogo di-

verso, istantaneo, veloce, nel quale viene messa da parte la mimica facciale. Questo modo di comunicare è necessario per noi giovani, con-tinuamente bombardati da diversi tipi di infor-mazione; non c’è da sorprendersi che, per noi, risulti normale chattare, messaggiare ed ascol-tare musica contemporaneamente. Il nostro è quindi un mondo diverso, ma no-nostante ciò non è vero che non vogliamo lot-tare per realizzare i nostri sogni; anzi, spesso, sono proprio gli adulti a non volerci ascoltare, perché ritengono che da noi possano provenire soltanto idee banali. Siamo noi che dobbiamo far ribaltare l’idea che la società ha di noi gio-vani, perché la diversa modalità di comunica-zione e il gap generazionale che ci divide non devono gettare un’ombra negativa sul nostro mondo. Solo mettendo da parte i pregiudizi con i qua-li ci guardano, gli adulti potranno imparare a diaologare in modo costruttivo con noi giovani e iniziare davvero a comprenderci.

Paola Arena e Chiara FerraloroIV Liceo Scientifico

Il modo diverso di comunicare dei giovani e i pregiudizi degli adulti

“Genitori, non ci capite? Almeno non etichettateci”

Cose dell’altro mondo

Page 5: La Pulce nell'Orecchio

La Giornata Nazionale degli Alberi

“Troverai più nei boschi che nei libri” Bernardo da Chiaravalle, XII secolo

V

Il 21 novembre scorso abbiamo festeggiato la Giornata Nazionale degli Alberi, promossa dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Messina, a piazza Duomo. Nell’ambito di questa iniziativa la classe III Liceo Artistico ha individuato a piazza “Francesco Lo Sardo”, un’area nelle imme-diate vicinanze della nostra scuola, un’aiuola che necessita di ma-nutenzione. Abbiamo, così, progettato l’allestimento di una delle aiuole in cui effettuare anche la piantumazione di un albero, for-nito dall’Azienda Demaniale Forestale di Messina. La festa dell’albero è nata con l’intento di promuovere la crea-zione di nuovi spazi verdi nelle città e di diffondere l’importanza della presenza degli alberi nelle aree urbane troppo cementificate. Messina meriterebbe, secondo noi, la creazione di un parco urba-

no sul colle del Tirone e non dell’ennesimo scempio edilizio con centro commerciale annesso. Gli alberi sono, infatti, l’elemento primario per garantire una migliore qualità dell’aria e, dunque, la salute di tutti i cittadini. III Liceo Artistico

WANGARI MAATHAI, nata in Kenya nel 1940, ha fondato nel 1977 il Green Belt Movement che ha realizza-to l’ambizioso progetto di piantare oltre 40.000.000 alberi. Premio Nobel per la Pace 2004, oggi è membro del parla-mento keniota e della commissione ONU che studia i cam-biamenti climatici.

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I mille orti che salveranno l’Africa! Il progetto promosso da Slow Food nell’anno della biodiversità.

Nelle periferie abitate da chi fugge dalle guerre, nelle scuole, nelle bidonville si è persa la memoria dei saperi ali-mentari che permettevano di resistere anche nelle situazioni più difficili. Le monocolture sacrificano all’export il cibo necessario al sostentamento di milioni di persone. Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha presentato a Terra Madre (un raduno di cinquemila rappresentanti delle comunità contadine provenienti da 163 Paesi) il progetto “I mille orti che salveranno l’Africa”. Due gli obiettivi: salvaguardare la biodiversità locale, arginare l’espansione delle monocolture. In Senegal il 95 % del riso coltivato è importato dal Sud Est asiatico e le produzioni tradizionali sono residuali. In Costa d’Avorio l’aumento dei conflitti impedisce la circolazione delle merci e la produzione agricola: con la realizzazione degli orti, si cercherà di recuperare l’uso degli ortaggi locali e del sumbalà - un composto che esalta la sapidità dei cibi - caduto in disuso e sostituito dal dado da brodo industriale; si cercherà anche di contenere il consu-mo del vino di anacardo, all’origine del moltipli-carsi dei casi di alcolismo. In Kenya scontri etni-ci e abbandono delle tecniche tradizionali hanno incrementato lo spostamento della popolazio-ne verso le aree urbane, i campi così sono stati progressivamente abbandonati e l’età media dei contadini è aumentata; per difendere l’equilibrio ambientale e sociale di questi villaggi ci saran-no più orti dedicati alla coltivazione dell’ortica e della zucca di Lare. Con il progetto Mangeonslocal, il Piemonte ha contribuito a mettere in contatto piccoli produt-tori e cuochi, per creare una rete di consumo ba-sata sui cereali locali, che verranno coltivati nei nuovi orti. Ad oggi ne sono stati realizzati 150, capisaldi della coltura tradizionale in una venti-na di Paesi, ma si spera di arrivare a quota mille entro il 2011. Massimiliano Chillemi, III media

La Pace è VerdeCittà a misura di bambino… un’occasione per divertirsi e per riflettere

Il 30 settembre 2010, la classe terza della scuola secondaria di primo grado “A.M. Di Francia” si è recata alla Villa Dante per partecipare alla manifestazione La pace è verde. Città a misura di bambino, promossa dall’Osservatorio dei minori “Lucia Natoli” in col-laborazione col Cesv di Messina. L’iniziativa, che ha coinvolto alunni di diverse scuole cittadine, aveva un significato particolare, coniugava due eventi di portata mondiale: l’Anno internazionale per la biodiversità e la Giornata della pace con la ricorrenza del quinto anniversario della morte di Alessandro Ricina, il dodicenne rimasto vittima nel 2005 di un tragico incidente, mentre giocava all’interno della Villa.

Nel corso della mattinata alcuni studenti hanno avuto modo di compiere un gesto dal valore fortemente simbolico: la piantumazione di un albero di ulivo, segno di vita e di pace. Il nostro compito è stato quello di scavare tutti insieme la terra e trasferire un piccolo albero dal vaso al terreno. Insieme ad alcuni rappresentanti dell’Osservatorio “L. Natoli” abbiamo poi discusso dell’utilità e della necessità del piantare alberi, in un’epoca in cui cresce su tutto il pianeta il fenomeno del disboscamento. Sono state lette anche alcune lettere, spedite dai diversi Stati che hanno aderito a questo evento. Romeo Giuliano, III media (foto di Giampiero Santoro)

Lo sapevate cheGli alberi scoraggiano il crimine...

Per sconfiggere la criminalità, che in molte città rappresenta una piaga difficile da sanare, Geoffrey Donovan, un ricerca-tore americano, ha proposto di usare alberi giganti. Da recenti studi, condotti da un gruppo di ricerca che ha usato la città di Portland come campione, è emerso infatti che alberi di grandi dimensioni - platani, pioppi, tigli, aceri, querce - possono rap-presentare un deterrente per i ladri. Que-sti, vedendo piante così rigogliose e ben curate, intuiscono che il quartiere è ben controllato e, di conseguenza, pensano di avere scarse possibilità di farla franca. Usa-re gli alberi per scoraggiare il crimine è una soluzione interessante e utile, perché per-mette di dare una mano all’ambiente, oltre che alla società. Massimiliano Chillemi e Enzo Cianci III media

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VI

IVa INFIORATA MESSINESEMILLE PETALI

PER SANT’ANNIBALE

“È l’Arte che riesce a riconciliare la volontà

e l’anima.” * ( José Antonio Abreu*)* José Antonio Abreu (1939) è un musicista, educatore e accademico venezuelano, fon-datore di El Sistema, una fondazione per la promozione sociale dell’infanzia e della gio-

ventù, attraverso un percorso innovativo di didattica musicale. L´Orchestra dei ragazzi di strada è una formazione che salva i giovani dei quartieri poveri di Caracas.

Sapori e Saperi della Sicilia

Dal 4 al 5 dicembre 2010 si è svolta, presso la Fie-ra di Messina, la mostra di pittura realizzata dagli studenti del Liceo Artistico, nell ’ambito dellamanifestazione “Sapori e saperi della Sicilia”.

Enrica Zaccone, Alla deriva, acrilico su tela.

Lidia Brischetto, Odori e Sapori della Sicilia, acrilico su tela. Cristina Tiano, Mercato, acrilico su tela.

Rossella Costa, Sapori e saperi della Sicilia, tecnica mista su tavola.

Page 7: La Pulce nell'Orecchio

La manifestazione Mille petali per Sant’Annibale, introdotta a Messina or-mai da tre anni per iniziativa dell’Istituto scolastico “Can. A. M. Di Francia - Spi-rito Santo ”, rappresenta un’occasione per la scuola di aprirsi alla città. L’Infiorata, promossa dal Liceo Artistico con la fina-lità di valorizzare le competenze acqui-site nell’ambito di tale percorso di studi, vede coinvolti in un clima di armonia e fattiva collaborazione allievi e docenti dell’intero Istituto scolastico.Nel clima gioioso della festa di Padre Annibale, il 16 maggio, in occasione dell’anniversario della sua canonizza-zione, il quartiere a lui caro si anima di colori e profumi degli innumerevoli fiori utilizzati per allestire i tappeti. L’iniziativa coinvolge l’intera area com-presa fra il quartiere Avignone e il Ti-rone, luoghi in cui ha vissuto e operato il Santo messinese. Le entusiaste scola-resche e i numerosi cittadini intervenuti alla manifestazione, nel corso delle pas-sate edizioni, hanno avuto l’occasione di guardare con occhi nuovi una piazza poco valorizzata del centro di Messina, scoprendo attraverso le visite guidate svolte dagli studenti del nostro Istituto il ricco patrimonio storico-artistico di questi luoghi. L’enorme successo riscos-so dalla manifestazione rappresenta ga-ranzia che l’Infiorata a piazza del Popolo possa considerarsi ormai, a pieno titolo, un tradizionale appuntamento cittadino.

IVa INFIORATA MESSINESEMILLE PETALI

PER SANT’ANNIBALE

VII

Piazza F. Lo Sardo16 Maggio 2011

Page 8: La Pulce nell'Orecchio

La Scuola che Ti guida nel futuro

ISTITUTO CANONICO ANNIBALE MARIA DI FRANCIA -SPIRITO SANTO-

22 e 29 01 2011DALLE 9 ALLE 20

CONVITTO

COMUNICAZIONE

LICEO SCIENTIFICO

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LICEO ARTISTICOsez. architettura e ambiente

SCUOLA DELL’INFANZIA

SEZIONE PRIMAVERA

SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO

LICEO SCIENTIFICO

LICEO ARTISTICO

29 Gennaio 2011DALLE 9 ALLE 20

La Scuola che Ti guida nel Futuro