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LICEO CLASSICO “DANTE ALIGHIERI” RAVENNA—Anno 2/ Numero 4 CASO DIAZ: L’EUROPA CI CONDANNA Approvato dopo 14 anni il reato di tortura. Il mondo politico è complice dell’ennesima vergogna di Stato AGENTE SHOCK: “C’ero, lo rifarei mille volte” 23 ANNI: PROFUGO: La storia di un ragazzo sfuggito alla morte che vive nel centro di accoglienza di Villanova, alle porte di Ravenna NOVITÁ È arrivato il TG di Classico Times! Economia e finanza: stiamo uscendo dalla crisi? I sondaggi di La7 in esclusiva Tweet e scemenze memorabili LA POLITICA DELLA PAURA Perché in tempi come questi accusare zingari, mussulmani ed extracomunitari di ogni reato fa vincere le elezioni? TUTTA COLPA DELL’ISIS Fondamentalisti islamici come capro espiatorio dei problemi dell’Occidente I FILM PIÙ VISTI “50 sfumature di grigio” fa il pieno ma non convince. Focus”: l’ultima impresa di Will Smith tra inseguimenti, fughe e soldi CROLLO IN UNA SCUOLA DI OSTUNI Due bambini di 7 ed 8 anni feriti. Scoppia la polemica sui finanziamenti alla scuola pubblica

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LICEO CLASSICO “DANTE ALIGHIERI” RAVENNA—Anno 2/ Numero 4

CASO DIAZ: L’EUROPA CI CONDANNA

Approvato dopo 14 anni il reato di tortura.

Il mondo politico è complice

dell’ennesima vergogna di Stato

AGENTE SHOCK: “C’ero, lo rifarei mille volte”

23 ANNI: PROFUGO: La storia di un ragazzo sfuggito

alla morte che vive nel

centro di accoglienza di

Villanova, alle porte di Ravenna

NOVITÁ È arrivato il TG di Classico Times!

Economia e finanza: stiamo uscendo dalla crisi?

I sondaggi di La7 in esclusiva Tweet e scemenze memorabili

LA POLITICA DELLA PAURA

Perché in tempi come questi accusare zingari, mussulmani ed

extracomunitari di ogni reato fa vincere le elezioni?

TUTTA COLPA DELL’ISIS Fondamentalisti islamici come capro

espiatorio dei problemi dell’Occidente

I FILM PIÙ VISTI “50 sfumature di grigio” fa

il pieno ma non convince.

“Focus”: l’ultima impresa

di Will Smith tra

inseguimenti, fughe e soldi

CROLLO IN UNA SCUOLA DI OSTUNI

Due bambini di 7 ed 8

anni feriti. Scoppia la

polemica sui

finanziamenti alla

scuola pubblica

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LA POLITICA DELLA PAURA

Ora alzatevi spose bambine

che è venuto il tempo di andare

con le vene celesti dei polsi

anche oggi si va a caritare

E se questo vuol dire rubare

questo filo di pane tra miseria e sfortuna

allo specchio di questa kampina

ai miei occhi limpidi come un addio

lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca

il punto di vista di Dio.

(da Khorakhanè – Fabrizio De Andrè)

Fucili puntati, incitamento alla violen-

za, insulti, ruspe, terrore, odio. Il mon-

do in cui viviamo oggi sembra voler

inculcare solamente questo. Non c'è

più informazione che non contenga

un'esortazione a temere Rom, zingari,

extracomunitari e mussulmani. Chiun-

que ormai viene bollato per “diverso”.

Era il 3 febbraio 2015 ed in un piccolo

comune alle porte di Vicenza in Vene-

to, Graziano Stacchio, benzinaio di 65

anni ammazzava a colpi di fucile il

nomade Albano Cassol, un rapinatore

intento ad eseguire un colpo in una

attività adiacente alla pompa di benzi-

na. Cosa sia successo effettivamente

quel giorno sarà compito delle forze

dell'ordine stabilirlo; fatto sta che lo

stesso Stacchio, intervenuto pronta-

mente con le armi per risolvere una

situazione di pericolo si è ritrovato

in meno di due giorni su una miriade

di quotidiani nazionali e sulla bocca

di certi politici che lo elogiavano

come un eroe. Home di Facebook,

televisioni e manifestazioni politiche

3

(-anche se definirle manifestazioni

politiche è davvero troppo-) si sono

riempite di “Io sto con Stacchio” con

una velocità allucinante. In questo

caso il dibattito non è incentrato

sull'uso delle armi, sulla legittima

difesa e nemmeno sulla difesa di chi

si è macchiato di furti, che sia rom o

meno; bensì sul fatto che si è stru-

mentalizzata la vita di una persona

uccisa. Poco importa che lo stesso

Stacchio abbia implorato media e poli-

tici di non spettacolarizzare questa

tragedia, di non inneggiare all'uso

delle armi o di non essere riconosciuto

come un eroe perchè il danno ormai

era già fatto. L'ignoranza e la paura

avevano trovato il pretesto in cui at-

tecchire ed una nuova classe politica

un cavillo per fare leva sulla gente.

Mai come in questo momento, la mal-

leabilità degli italiani è stata così evi-

dente. E' bastato un benzinaio che ha

fucilato un Rom per convincere milio-

ni di persone che tutti i Rom dovreb-

bero essere presi a fucilate, è bastato

un attentato in nome dell'Islam per

convincere milioni di persone che

l'Islam dovrebbe essere radiato dal

mondo ed è bastata qualche parola

carica di odio, terrore e paura del di-

verso per far passare un'ondata di pro-

fughi in fuga da una guerra da noi

causata come un branco di assassini

tagliagole. E soprattutto, è bastata la

promessa di uno “Stop invasione” o di

un “Fuori dalle balle” per convincere

milioni di persone che questi mezzi

uomini e finti sceriffi che professano

tanto la legalità, la giustizia ed il lavo-

ro per gli italiani, possano di punto in

bianco radere al suolo con delle ruspe

tutti i campi Rom e bloccare gli sbar-

chi sulle coste della Sicilia. Proprio

loro, che hanno passato una vita a ru-

bare soldi agli italiani governando in

maniera scandalosa il paese, ora hanno

il coraggio e la faccia tosta di ripresen-

tarsi e promettere l'impossibile. E gli

italiani, ovviamente, gli credono. Sto-

ricamente parlando è risaputo che la

demagogia, ovvero l'arte di glorificare

le aspirazioni di un popolo sulla soglia

della disperazione, è una delle armi

migliori per vincere le campagne elet-

torali, ma la peggiore di tutte per far

progredire una nazione. Perchè è più

che evidente che se mai Matteo Salvi-

ni, Giorgia Meloni, Casapound o For-

za Nuova dovessero salire al governo

non sarebbero mai in grado di fermare

tutto questo. Non riusciranno mai a

rendere l'Italia per un clandestino un

posto più invivibile del paese da cui

egli proviene, così come non riusci-

ranno mai a cacciare uno zingaro ab-

battendogli la baracca in cui vive. Non

c'è possibilità di risolvere queste pro-

blematiche strumentalizzando tragedie

ed infondendo odio e paura ovunque,

perchè, anche questo è un dato di fatto

storico, l'odio e la paura non hanno

mai portato a nulla di buono. Se dav-

vero in questo momento nel nostro

paese c'è qualcuno di cui aver paura,

questo qualcuno è colui che esulta

ogni volta che sente la notizia di una

strage in mare a largo di Lampedusa, è

colui che, imbambolato di fronte a

Canale 5 crede alle parole di due ra-

gazze dal volto oscurato che dicono di

essere zingare e di campare di furti, è

colui che minaccia di radere al suolo i

pochi oggetti di una vita accatastati in

una baraccopoli. Se davvero dobbiamo

avere paura di qualcuno, scegliamo di

aver paura di chi usa la paura stessa

come arma di propaganda politica e

che spettacolarizza l'omicidio di un

uomo per ottenere consensi.

Chiunque uccide un uomo non sarà

mai un eroe. In nessun caso.

Michelangelo Vignoli, 5BS

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L'ENNESIMA TRAGEDIA DEL MARE NON

SERVIRÀ A NULLA Europa paralizzata di fronte ad un dramma che la riguarda

Dentro la Notizia: Renzi ‘Ue non

perda l’anima, ritrovi la digni-

tà’_politica_: - vertice a quattro prima del summit

Ue tra Renzi, Merkel, Cameron e Hol-

lande. Premier: ‘Sono ottimista sul

fatto che possiamo portare a casa il

segno che finalmente qualcosa è cam-

biato. Cameron: ‘Da noi mezzi ma non

migranti in Gb.’

Il 23 Aprile l’Europa si è vestita da

sarta: ministri degli esteri, dell’interno

e vari presidenti dell’Unione si sono

nascosti ancora una volta sotto il nome

dell’Unione Europea per rattoppare un

sistema che perde acqua da tutte le

parti. Servivano 900 morti perché

l’Europa si svegliasse? Anzi oggi si è

svegliata perché qualcosa è uscito dal

vertice, la solidarietà internazionale

comincia a prendere corpo: Belgio,

Norvegia e Gran Bretagna sono pronte

a fornire navi all’Italia … ma a quan-

do un’operazione sotto il nome Ue?

Ha ragione il Presidente della Repub-

blica italiana Mattarella che invoca un

intervento congiunto di Unione Euro-

pea, Onu e organizzazioni sovranazio-

nali; ovviamente con il coinvolgimen-

to di tutti i Paesi membri. Non dimen-

tichiamo che la destabilizzazione

degli Stati nord africani è stata provo-

cata dai Paesi occidentali. Non si può

pensare che gli sbarchi possano finire

domani, è possibile però attuare politi-

che che abbiano risvolto a medio e

lungo termine; cosa fondamentale:

ristabilire i legittimi governi sotto uni-

co controllo delle popolazioni autocto-

ne. L’unica cosa che deve rimanere

ben impressa è che l’uso delle armi

non risolve mai niente; vediamo alcuni

dei punti risultato del summit:

smantellamento della rete dei

trafficanti di esseri umani

incremento della cooperazio-

ne con Tunisia, Egitto, Mali, Ni-

ger e altri paesi

invio in questi paesi di perso-

nale non armato Ue per raccoglie-

re informazioni sui flussi dei mi-

granti

invio di personale sul posto

per richiedere asilo politico già

nel Paese d’origine

Sarebbe giusto se l’Unione si staccas-

se dal ruolo di sarta che rattoppa e

magari vestisse i panni di un artigiano

nel creare una politica per l’immigra-

zione efficace, che non può consistere

solo nel blocco navale, ma nel rispetto

dei diritti umani.

Terracina Sofia, 5BS

5

STORIE DI VITA PER RIFLETTERE UN PO’

La testimonianza di un profugo residente nel centro di

Villanova, alle porte di Ravenna

Villanova di Ravenna, una piccola

frazione della città. Ci si conosce

tutti, ci si sorride, si parla si scherza,

quando ci si incontra non si manca

mai di salutare. Insomma, un posto

tranquillo che di recente ha fatto

qualcosa di grande e importante. Da

pochi mesi sono arrivati, da Lampe-

dusa, 16 ragazzi, provenienti dai

paesi dove la guerra e la povertà

imperano da anni senza sosta, e noi

abbiamo incontrato due di loro, per

farci raccontare la loro storia. Uno di

questi ragazzi, (di cui non riporto il

nome per privacy) viene dal Sene-

gal. È da quando aveva 4 anni che

scappa dal suo paese, spostandosi di

anno in anno per cercare un po’ di

pace e serenità, ma la guerra pare

averlo inseguito per anni. Un anno

fa, finalmente, è sbarcato in Italia

dopo una lunga e pericolosa traver-

sata, rischiando la vita, per arrivare

alla vita stessa. Ci racconta che at-

traversare i paesi come clandestino è

difficile: fai il primo viaggio con

tutti i soldi che hai e se non bastano

devi fermarti a fare tappa per lavora-

re (anche per sei mesi), per poter

proseguire il viaggio ... ma se la po-

lizia facendo dei controlli ti trova

devi tornare indietro e ricominciare

il tuo viaggio da capo. Una corsa

contro la guerra, contro i controlli,

contro tutti, pur di arrivare alla sal-

vezza. Mesi, se non addirittura anni,

per attraversare dogane, confini,

paesi ... e poi, finalmente, il mare. E

quando sei in dirittura d’arrivo, pro-

prio in quel momento, rischi la vita

più che in altri momenti. Uno dei

ragazzi racconta di come ad un tratto

il barcone abbia iniziato a cedere e

l’acqua ad entrare dal centro della

barca: “Abbiamo avuto paura di non

farcela” ci dice “vedevo l’acqua che

entrava ed avevo data per certa la

mia morte. ...”. Fortunatamente i

soccorsi italiani sono arrivati in tem-

po e li hanno portati in salvo. Dopo

un anno passato a Lampedusa per

regolarizzare il suo arrivo clandesti-

no, alla fine è stato mandato con altri

ragazzi qui, a Villanova. Ora ha 23

anni e, finalmente sereno, può affer-

mare di avercela fatta. Le cose più

complesse, ora che è in Italia, ovvia-

mente riguardano l’integrazione: in

particolare imparare la lingua non

risulta subito facile (considerando

che la loro prima lingua è il senega-

lese e la seconda il francese), ma ora

riesce a farsi capire quasi senza pro-

blemi. Ci siamo fatti raccontare la

sua storia, per capire quanto siano

difficoltose e vicine le altre realtà.

Quelle di cui sentiamo parlare al

telegiornale e che sono così vicine

alla nostra... Basta aprire gli occhi,

per trovarle, e il cuore, per saperle

accogliere.

Letizia Recca V BS

6

TUTTA COLPA DELL’ISIS Fondamentalisti religiosi come capro espiatorio dei

problemi dell’Occidente

Come se i musulmani non riceves-

sero già abbastanza odio per colpa

dei loro "fratelli" fondamentalisti,

ecco che ogni volta che succede

qualcosa si dà la colpa a loro.

Quando è caduto l'aereo della Ger-

manwings un mese fa, senza nean-

che aspettare una qualche informa-

zione, la nostra amica Daniela San-

tanchè se n'è uscita chiedendo di

che nazionalità fossero i piloti, e

anche molte altre persone si sono

scagliate contro l'Islam, il capro

espiatorio del momento. Perché

ogni periodo ha bisogno di un ca-

pro espiatorio, no? Gli Ebrei, gli

zingari e i musulmani sono i più

gettonati. Il pilota della Ger-

manwings non solo era tedesco,

ma non aveva alcun tipo di colle-

gamento con l'ISIS, e ha fatto

schiantare l'aereo per motivi perso-

nali. L'ISIS è potente, molto poten-

te, ed è vicinissimo a noi, per que-

sto ci fa paura. Ma indirizzare così

tanto l'attenzione su un solo pro-

blema, seppur molto importante,

distrae da tutti gli altri.

7

Ma ormai la paura di questi estre-

misti è radicata: ogni musulmano è

un potenziale fanatico religioso,

ogni disgrazia è un potenziale at-

tacco terroristico e ogni barcone

dall'Africa è una potenziale inva-

sione araba. Di questo passo, quan-

do un bambino si comporterà male,

i genitori lo minacceranno dicendo

che potrebbe arrivare l'ISIS per

farlo stare zitto. Non si può pensa-

re che ogni singolo arabo/

Africano/persona con la pelle scura

che arrivi in Italia possa essere un

potenziale terrorista; anche perché,

ad essere sinceri, ci sono molti casi

di Inglesi e Americani non musul-

mani che si sono convertiti e poi

arruolati; anche degli Italiani, e

addirittura ravennati. Non dovrem-

mo quindi aver paura di ogni sin-

gola persona che ci circonda?

Nessuno ha paura dei cristiani per colpa delle crociate, e

nessuno ha paura dei tedeschi per colpa dell'Olocausto,

quindi non vuol dire che bisogna aver paura di tutti i

musulmani per colpa dell'ISIS.

Siamo però d'accordo che bisogna

fare qualcosa per fermare questa

minaccia: l'ISIS si può definire

senza dubbio come uno squadrone

di fondamentalisti religiosi con un

armamento che in poco tempo po-

trebbe fare invidia a quello degli

Stati Uniti. Peccato che gli stati più

potenti del mondo non stiano fa-

cendo molto per fermarli: l'Italia

non può fare moltissimo, ma la

Russia e gli Stati Uniti? Con il po-

tere e le risorse che hanno, non

avrebbero dovuto cominciare ad

affrontare il problema diversi mesi

fa, quando già giravano i primi

video? Non è che questi "pezzi

grossi" della guerra stiano sempli-

cemente sfruttando questa crisi per

distrarre le persone da tutti gli altri

problemi? In Italia la politica pre-

me molto sull'ISIS per spaventare

le persone e far crescere l'odio nei

confronti degli africani che vengo-

no qui a "rubarci il lavoro", e ciò

stanno facendo anche negli altri

stati. Ma lamentarsi di un proble-

ma non lo risolve. San far tutti a

dire che i terroristi dell'ISIS sono

spietati e crudeli, che ammazzano

donne, bambini, e tutti gli altri che

non si possono difendere, ma que-

sto non li fermerà di sicuro. Fino a

quando ci servirà per creare paura

e accrescere l'odio, l'ISIS sarà in-

vincibile.

Costanza Casadei, 3HL

Siamo però d'accordo che bisogna

fare qualcosa per fermare questa

minaccia: l'ISIS si può definire

senza dubbio come uno squadrone

di fondamentalisti religiosi con un

armamento che in poco tempo po-

trebbe fare invidia a quello degli

Stati Uniti. Peccato che gli stati più

potenti del mondo non stiano fa-

cendo molto per fermarli: l'Italia

non può fare moltissimo, ma la

Russia e gli Stati Uniti? Con il po-

tere e le risorse che hanno, non

avrebbero dovuto cominciare ad

affrontare il problema diversi mesi

fa, quando già giravano i primi

video? Non è che questi "pezzi

grossi" della guerra stiano sempli-

cemente sfruttando questa crisi per

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ATTENTATO AL TRIBUNALE DI MILANO Una sparatoria in pieno giorno innescata da uno squilibrato

fa scoppiare il caos

Giovedì 14 Aprile, tribunale di Mi-

lano. Ore 10:50. Al Palazzo di giu-

stizia di Milano, terzo piano nella

Seconda sezione penale si discute

riguardo un caso di bancarotta frau-

dolenta. L’avvocato Lorenzo Claris

Appiani, 37 anni, si alza per iniziare

la deposizione e si posiziona al cen-

tro dell’ aula. Sta per giurare ma

improvvisamente si sentono due

colpi di pistola. Claudio Giardiello

di 57 anni spara con la sua Beretta

98 a suo nipote Davide Limongelli,

41 anni, e Giorgio Erba, 59 anni.

Colpi precisi al petto; l’avvocato

Appiani, ex legale di Giardiello,

rimane impietrito mentre gli viene

puntata contro la pistola, e riceve

un colpo. Giudici e avvocati si but-

tano a terra e cercano riparo dentro

la Camera di Consiglio. In aula

scoppia il pandemonio. Gli spari

vengono uditi anche dalle aule

confinanti che, chiedendosi cosa

sia successo, iniziano a scappare.

Giardiello intanto imbocca lo sca-

lone e si dirige al primo piano ver-

so l’ufficio del giudice fallimentare

Fernando Ciampi, 71 anni, che in

passato si occupò del caso del falli-

mento della “Magenta Srl” ( l’a-

zienda diretta da Giardiello

9

prima del presunto

fallimento ). Durante il

tragitto incontra il

commercialista Stefa-

no Verna, 50 anni, che

in passato si occupò

anche lui di revisiona-

re i conti dell’azienda;

Giardiello lo ferisce

alla gamba. Successi-

vamente arriva all’uf-

ficio di Ciampi; lui è

seduto davanti alla sua

scrivania affiancato da una segreta-

ria che lo sta aiutando per un gua-

sto al suo PC. Giardiello spara due

colpi diretti al petto del giudice,

che si accascia a terra. Scappa for-

se confondendosi dalla folla e esce

dal Palazzo di Giustizia. Sono pas-

sati dieci minuti dal primo colpo di

pistola: Appiani e Ciampi sono

morti, Erba morirà durante il tra-

sporto in ospedale, Limongelli si

salverà dopo l’intervento e Verna

non è in pericolo di vita; in tutto

sono stati sparati 13 colpi in poco

più di 10 minuti. Il tribunale di

Milano viene blindato e intorno è

un andirivieni di polizia

e militari dei carabinieri; dopo i

primi veloci sopralluoghi si consta-

ta che Giardiello è riuscito a fuggi-

re. Scattano le ricerche: pattuglie

dispiegate per tutta Milano cercano

l’assassino, i carabinieri diramano

il mandato di cattura e la foto se-

gnaletica. Giardiello viene intercet-

tato dalle telecamere del comune

di Brughiero; successivamente vie-

ne catturato dai carabinieri nei din-

torni del centro commerciale

“Torri bianche” di Vimercate. Qui

finisce la sua fuga, ma noi inizia-

mo a porci diverse domande. Co-

me ha fatto un uomo qualunque a

procurarsi una tessera da avvocato

ed entrare come se nulla fosse den-

tro un palazzo di giustizia? Certe

falle nella sicurezza sono dimenti-

canze umane od omissioni volonta-

rie? Complice anche le misure del

Governo, il quale con la spending

review ha dato tagli netti ai anche

budget sulla sicurezza. Iniziamo a

rispondere a queste domande.

Giuseppe Castellino, 5B

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DISASTRO GERMANWINGS: UN

FOLLE ALLA GUIDA DI UN AIRBUS

Cronaca di un incidente che l'umanità intera fatica a capire

24 marzo 2014. Un airbus A320 della

Germanwings(linea low cost affiliata

alla Lufthansa) decolla alle 10:01 da

Barcellona, direzione Düsseldorf, con

arrivo previsto per le 11:49. L’aereo,

che trasportava 151 passeggeri, com-

presi i due piloti e gli altri membri

dell’equipaggio, non arriverà mai a

destinazione. Alle 10:38 infatti vengo-

no persi i segnali radar. Dopo poche

ore si è subito constatato che l’aereo è

precipitato nella zona del Massiccio

dei Tre Vescovadi, nel sud della Fran-

cia. Inizialmente si pensava che lo

schianto fosse dovuto a un problema

tecnico del mezzo, dato che di recente

era stato sottoposto a vari controlli per

un guasto al portellone anteriore del

carrello. Il problema però era stato

risolto e l’aereo era considerato idoneo

al volo. Dalla ricostruzione della sca-

tola nera si è scoperto che in realtà la

causa dell’incidente è stato dovuto un

errore, o meglio, ad una inten-

zione umana: <<Emergency,

emergency!>> le ultime parole

registrate dalla scatola nera.

Sono le parole del pilota, il qua-

le, assentatosi per un momento,

tornando alla cabina di pilotag-

gio la trova chiusa con il copi-

lota all’interno.

Il copilota, Andreas Lubitz, 34

anni; originario di Montabaur,

in Renania, aveva sospeso per

11 mesi l’addestramento nel

2009 a causa di una grave crisi

depressiva, dovuta al difficile

rapporto con la fidanzata. Ri-

sultava infatti “in parte non idoneo al

volo”. Perquisita la sua casa, è stato

ritrovato un certificato di malattia per

il giorno dell’incidente. Secondo la

procura tedesca, la sua instabilità men-

tale è stata la causa scatenante dell’in-

cidente. Il tutto potrebbe essere stato

intenzionale fin dall’inizio; non a caso

il copilota è sospettato anche di aver

messo un diuretico nel caffè del co-

mandante, costringendolo ad assentar-

si. Inoltre Lubitz stesso aveva affer-

mato di voler compiere un gesto

“eclatante”, qualcosa per cui l’umanità

intera “ricordasse il suo nome”. Quin-

di tirando le somme Lubitz, data la sua

instabilità mentale, ha escogitato tutto.

Irresponsabilità anche da parte della

compagnia aerea, che nonostante le

evidenti difficoltà del pilota sul piano

psicologico, gli ha permesso di volare.

Eleonora Margotti,5FL

Giuseppe Castellino,5B

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NEMMENO A SCUOLA SIAMO AL SICURO Crolla il soffitto in una scuola di Ostuni in Puglia .

Tre i feriti non gravi, ma una legge targata Monti impedisce

loro un risarcimento!

La scuola primaria di Ostuni, in provincia

di Brindisi, aveva iniziato i lavori di edili-

zia scolastica il 7 Ottobre 2010, durati per

ben quattro anni. Questi stessi progetti di

riqualificazione, seguiti da cinque imprese

e da poco terminati, non hanno portato

nessun risultato positivo. In questa scuola,

il 14 aprile 2015, l'intonaco è crollato:

cinque metri quadrati, dello spessore di tre

centimetri, hanno colpito due scolari di 7 e

8 anni, ferendo anche l'insegnante presen-

te. La stessa maestra, dopo l'accaduto, ha

messo in discussione la scarsa sicurezza

presente nelle scuole, collegandosi al do-

cumento del Governo Renzi, che aveva

promesso dei fondi considerevoli, precisa-

mente 1.094.000.000 euro, per l'edilizia

scolastica nel documento della Buona

Scuola. Ma, nonostante le vittime, nessu-

no verrà risarcito: il governo Monti ha

eliminato la possibilità di una probabile

accomodatura per la professoressa, essen-

do lì nel luogo e nell'orario di lavoro.

Dunque, non potrà nemmeno ottenere la

pensione privilegiata. Infatti, per ricevere

qualcosa, sia la docente che i genitori

delle vittime dovranno recarsi

presso un tribunale, per la cosiddetta cau-

sa di servizio. Vanessa Pannucchi, presi-

dente di Legambiente Scuola e Formazio-

ne, interviene, riportandoci la sua idea:

"Riproponiamo un problema mai risolto:

la qualità strutturale degli istituti scolasti-

ci italiani, che dipende soprattutto dal

patrimonio edilizio, legato a sua volta,

dalle diverse aree del Paese. In questo

caso, però, occorre verificare cosa non ha

funzionato, in una scuola terminata a gen-

naio." Come dice la dirigente, parliamo di

una questione mai risolta: un caso simile,

infatti, si era verificato anche al Liceo

Scientifico Darwin di Rivoli, ove era crol-

lato il soffitto, riportando quattro feriti

gravi ed un morto. A questo punto, le

domande nascono spontanee: perchè il

governo promette ciò che non può mante-

nere? Com’è possibile che nel 2015 ci sia

ancora un’arretratezza sulle misure di

sicurezza? Infine, se prima la domanda

era “chi ci proteggerà?“, ora ciò che ci

spaventa è sapere chi proteggerà i nostri

piccoli?

Priscilla Zappalà, 2AES

12

C’è stata tortura “Arrivato al primo piano dell’istituto, ho

visto che c’erano delle colluttazioni. Quattro

poliziotti, due in divisa e due in borghese

stavano infierendo sui manifestanti inermi a

terra. Sembrava una macelleria messicana”.

Non sono le dichiarazioni di qualche attivi-

sta sinistroide, ma quelle di Michelangelo

Fournier, funzionario della polizia che all’e-

poca del G8 era vicequestore aggiunto del

primo reparto mobile di Roma. È certo, alla

Diaz, durante l’incursione che Amensty

International giudicò la più grave sospensio-

ne dei diritti democratici in un paese occi-

dentale dopo la seconda guerra mondiale, è

stato commesso il reato di tortura.

I Fatti

La notte del 21 luglio 2001 più di 300 poli-

ziotti, senza l’autorizzazione di un magistra-

to fecero irruzione nella scuola Diaz e ag-

gredirono violentemente chi si trovava

all’interno, ferirono 82 persone su un totale

di 93 arrestati. Tra gli arrestati 63 furono

portati in ospedale e 19 furono portati nella

caserma della polizia di Bolzaneto, dove poi

avvennero ulteriori violenze indiscriminate

sui manifestanti. Durante l’irruzione i poli-

ziotti agirono sospendendo quelli che sono i

diritti umani e ricordando tempi bui della

nostra storia non fecero distinzione tra i

CASO DIAZ: L’ULTIMA VERGOGNA ITALIANA Salvati dall’Europa, ancora una volta

manifestanti, senza fermarsi davanti all’evi-

denza che li dentro non vi erano i temuti

black bloc, non si fermare infatti neanche

davanti ad un uomo di 62 anni, Arnaldo

Cestaro, che subì violenze e pestaggi da

parte della polizia tali da provocargli proble-

mi di cui risente tutt’ora. Così Il 7 Aprile

2015 la corte europea per i diritti umani ha

riconosciuto un risarcimento di 45mila euro

a Cestaro e ha condannato l’Italia per non

aver perseguitato e nemmeno identificato gli

autori delle violenze avvenute alla scuola

Diaz. Tutti oggi dovrebbero essere a cono-

scenza di tali fatti. Un film che posso consi-

gliare, da vedere e far vedere è senz’altro

“Diaz - Don't Clean Up This Blood”, in

alternativa si possono trovare su internet

documentari essenziali per comprendere i

tragici fatti del 2001 come “Black Bloc”,

che si può trovare sul sito di RaiTre o come

il documentario censurato dalla Rai, Bella

Ciao, che si può trovare su youtube. Trala-

sciando quindi un’ulteriore ricostruzione

dettagliata degli eventi, l’ultimo fatto che ha

destato scalpore nell’opinione pubblica sono

state le parole ormai note dell’agente di

polizia Tortosa. Frasi, scritte su face book,

sintomo di un problema che dai fatti di allo-

ra fino ad oggi, le istituzioni italiane hanno

cercato di porre nel dimenticatoio, hanno

cercato di passare oltre, cucendo qualche

toppa li dove era possibile e nascondendo i

veri colpevoli. Perché oggi non è possibile

che un poliziotto che avesse partecipato

all’irruzione possa scusarsi pubblicamente,

ammettendo che è vero, alla scuola Diaz ci

sbagliammo, agimmo in modo stupido.

L’interrogativo nasce spontaneo e mi sento

di riportare un’ulteriore riflessione recupera-

ta dal Blog di Luca Sofri : “”la domanda

insomma è: cosa abbiamo fatto perché un

agente di polizia che pensasse giusto e cor-

retto pestare a sangue delle persone avendo-

ne ricevuto ordine, nel 2001, non lo pensi

più oggi?

13

Spero di essere rassicurato, ma non rispon-

detemi “ci sono state delle sentenze”, che le

teste delle persone non si cambiano con le

sentenze.”

La Politica, e la memoria corta

degli italiani

Molti politici soprattutto esponenti della

Lega Nord, seguendo la svolta presa da

Matteo Salvini, ora simpatizzano sempre di

più con l’opinione pubblica che si rifà all’e-

strema destra, e spesso ci ricordano come fu

rovinata Genova durante gli scontri, cercan-

do di sviare il discorso e tirando in mezzo le

azioni dei Black Bloc. È chiaro a tutti che

gli scontri e i disordini in città ci furono,

che i Black Bloc fossero presenti e sarebbe-

ro stati da rinchiudere in galera con tutti i

manifestanti violenti, ma è ancora più chia-

ro che quest’ultimi non furono mai presi,

dimostrando una certa incompetenza nella

gestione da parte dei vertici più alti come da

parte dei poliziotti, probabilmente non pre-

parati adeguatamente a certe situazioni. In

secondo luogo, sentendo queste dichiarazio-

ni si comprende chiaramente come le colpe

non sono state solo dei poliziotti, che non

sono giustificabili come ci insegna la storia

con un “ma abbiamo solo eseguito gli ordi-

ni”, ma ci fa capire anche l’inadeguatezza

di chi li ha diretti, e l’inadeguatezza dei

politici incapaci di affrontare un problema,

molto più facile sviare e rimandare oltre. Le

istituzioni e gli alti vertici di comando sono

colpevoli di non aver compreso come una

tale irruzione priva di ogni senso sarebbe

stata letta dalle frange più estreme, presenti

oggi come allora all’interno dei corpi di

polizia, come una vendetta necessaria, come

un premio, una ricompensa, per i giorni di

scontri che avevano preceduto la fine del

G8. Si è dato vita ad un clima da guerra, in

cui o si stava con i poliziotti o contro. Gli

stessi dirigenti, una volta commesso questo

grave errore hanno tentato di salvarsi, intro-

ducendo le famose prove false, quel sac-

chetto di molotov che avrebbe dovuto

giustificare un’irruzione in stile seconda

guerra mondiale. La politica è colpevole

soprattutto perché non ha reso possibile che i

colpevoli fossero puniti ne da un lato ne

dall’altro causando come spesso avviene in

questi casi, una guerra tra poveri dove tutti

finiscono in mezzo al fango. Non esisterà più

il poliziotto buono o quello cattivo, ma solo

quello che picchia, e allo stesso modo non

esisterà più il manifestante pacifico e quello

violento, ma solo quello che lancia i sassi e

spacca le auto. Dove non c’è la certezza della

pena, dove le leggi mancano, nasce sempre

qualcuno disposto a farsi giustizia da solo.

La politica ha fallito perché era dal 1998

anno in cui il nostro paese ha ratificato la

Convenzione delle Nazioni Unite contro la

tortura che ci saremmo dovuti adoperare per

perseguire penalmente gli atti di tortura deli-

neati all’art 1 e solo oggi, a 27 anni da quella

ratifica e a 14 dai fatti della Diaz, in soli due

giorni la Camera ha approvato il disegno di

legge che introduce il reato di tortura. Perché

allora non è stato fatto prima se ci sono volu-

ti solo pochi giorni per approvare un testo

che di fatto era già pronto da molto più tem-

po? La memoria corta è sintomo tipico degli

italiani, si riscontra anche nel fallimento di

quella che è oggi la norma della prescrizione,

che ha salvato dalla condanna poliziotti e alti

vertici coinvolti e che salva tutt’ora delin-

quenti e corrotti. I condannati per i fatti di

Genova rimangono solo 25 funzionari dello

stato, che sono stati condannati per aver fal-

sificato le prove e aver firmato falsi rapporti.

Ancora una volta l’Italia ha avuto bisogno di

qualcuno che venisse da fuori per costringer-

ci ad agire, ancora una volta abbiamo aspet-

tato che fosse qualcun’altro a difendere i

nostri diritti. Cito la corte dei diritti dell’uo-

mo di Strasburgo: “l’inadeguatezza delle

leggi italiane non permette allo Stato di pre-

venire il ripetersi di tali violenze” e allora le

riflessioni da fare sarebbero tante , ma lascio

che ogni lettore tragga le sue conclusioni.

Eugenio Saltarelli, 5BS

14

TG CLASSICO TIMES Di Michelangelo Vignoli, Eugenio Saltarelli e Letizia Recca

POLITICA

Il ministro Lupi si dimette

Venerdì 20 Marzo Il 20 Marzo alle ore 11.00 il Ministro delle

Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi

ha rassegnato le sue dimissioni. Il ministro

non era stato indagato ma veniva citato più

volte nelle intercettazioni riguardanti un giro

di corruzione tra imprenditori e dirigenti del

Ministero. Il nuovo Ministro nominato da

Renzi è Graziano Delrio.

CRONACA ESTERA

Strage di Al Shabaab in Kenya, 147

morti Giovedì 2 Aprile 5 miliziani appartenenti al gruppo estremista

somalo di Shabaab hanno attaccato il Garissa

University College, un campus universitario

di Garissa, nel nord-est del Kenya vicino al

confine con la Somalia. Dei 500 studenti che

sono riusciti a scappare 79 sono rimasti feriti,

mentre 147 rimasti uccisi nell'attacco terrori-

stico.

POLITICA

Il PD si spacca sull'Italicum

Giovedì 16 Aprile L'assemblea del gruppo PD alla camera da il

via libera all'Italicum con 190 voti favorevoli

e 120 astenuti. La legge elettorale proposta

da Renzi quindi verrà messa in votazione alla

camera per il si definitivo senza ulteriore

modifiche, ma l'approvazione in parlamento

non è scontata. Si dimette il capogruppo Spe-

ranza evidenziando il suo dissenso dalla linea

del premier. Minacciano la Scissione anche

Fassina e Civati. Critico anche Bersani.

15

POLITICA ESTERA

Hillary Clinton candidata alle Pre-

sidenziali USA nel 2016 Manca ancora l'ufficilità, ma è lo stesso Oba-

ma a lasciar trapelare l'indiscrezione che po-

trebbe essere proprio lei la candidata per i

democratici alle presidenziali Usa del 2016.

Sul fronte repubblicano non sembra prevale-

re ancora alcun nome.

ECONOMIA

Pil, le previsioni lo danno in legge-

ro aumento Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto

in rialzo le previsioni del Pil italiano, sti-

mando un aumento dello 0.5% per il 2015 e

dell' 1.1% per il 2016. Cifre comunque infe-

riori alle previsioni del Def presentato dal

governo, 0.7% per il 2015 e 1.4% nel 2016.

POLITICA ESTERA

Polemica Vaticano/Turchia per le

parole del pontefice Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha

"condannato" le parole di Papa Francesco sul

genocidio armeno. Il portavoce di Ban Ki Moon,

segretario generale dell'Onu, ha detto che il mas-

sacro degli armeni fu "un crimine atroce", ma

non ha usato il termine genocidio.

Erdogan “Avverto il Papa di non ripetere questo

errore, e lo condanno”, ma l'UE si schiera dalla

SPORT

Ferrari sul primo gradino del

podio grazie a Vettel La Ferrari torna a vincere un Gran Premio

in Formula uno a distanza di quasi due

anni. Sebastian Vettel, con un guida impec-

cabile ed una strategia perfetta ha riportato

la Rossa sul primo gradino del podio. I

ferraristi ora sognano il mondiale.

16

RUBRICA DI ECONOMIA E FINANZA I numeri di Classico Times

Di Michelangelo Vignoli

17

ANDAMENTO DELLA BORSA DI

MILANO NELL’ULTIMO ANNO

18

SONDAGGI E INTENZIONI DI VOTO I numeri di Classico Times

Di Michelangelo Vignoli

INTENZIONI DI VOTO DEGLI ITALIANI PD - Partito Democratico: 35.3% Sel – Sinistra Ecologia Libertà: 4.1%

Altro Centrosinistra (Psi, Cd): 1.1% Movimento Cinque Stelle: 21.3% Forza Italia: 12.1% Fratelli d’Italia – An: 5.0% Lega Nord: 15.5% Ncd + Udc: 2.9%

Altro partito: 2.7% Scheda bianca: 2.5% Indeciso: 16.8% Astensione: 41.9%

LEADER POLITICI PIU’ APPREZZATI SERGIO MATTARELLA: 51% MATTEO RENZI: 30%

MATTEO SALVINI: 22% GIORGIA MELONI: 16% BEPPE GRILLO: 15% SILVIO BERLUSCONI: 14% ANGELINO ALFANO: 11% NICHI VENDOLA: 10%

19

Durante il suo primo anno di attività il Governo Renzi ha in-trodotto e stabilizzato il bonus mensile di 80 euro per i di-pendenti con stipendi fino a 26.000 euro lordi e ha tagliato del 10% l’Irap per le aziende. Lei personalmente si aspetta-va interventi più consistenti di riduzione delle tasse oppure ritiene che data la situazione dei nostri conti pubblici non fosse realisticamente possibile fare di più?

Si aspettava interventi più consi-

stenti di riduzione delle tasse 73

Ritiene che data la situazione dei

nostri conti pubblici non fosse

possibile fare di più

21

Non sa/Non indica 6

Parliamo ora della cosiddetta spending review, cioè la re-visione della spesa pubblica. A parte le spese per la politi-ca, tra queste altre aree di spesa pubblica, lei personal-mente su quali interverrebbe per ridurre gli sprechi e migliorare il bilancio dello Stato?

Pubblico Impiego 51

Difesa 31

Sanità 16

Pensioni 15

Infrastrutture e trasporti 11

Arte e cultura 8

Scuola 6

Tutela ambientale 5

Ricerca Scientifica 4

Non sa 12

20

CLOWNTERAPIA: PER TORNARE

A SORRIDERE Ne abbiamo sentito parlare alla scuola

elementare,allora li chiamavamo

“CLOWN DI CORSIA”. Non sono

“Pagliacci”, c’è una bella differenza

fra i clown e i pagliacci. Non solo

fanno ridere ma ci mostrano l’essenza

della vita. Secondo questa pratica la

risata non è solo un atto ma anche una

potente cura. La clown-terapia si è

diffusa ormai in tutto il mon-

do,sopratutto dopo il film Patch

Adams, è diventata una presenza inso-

stituibile negli ospedali. Il terapeuta si

è specializzato, ha addirittura studiato

per poter entrare in quel reparto, cosa

che difficilmente attribuiremmo ad un

ridicolo pagliaccio. Può operare in

gruppo o da solo. Può essere affidato

ad un intero reparto, che sia cardiolo-

gia,oncologia o pediatria,come può

essere che venga mandato da un sin-

golo paziente,che sia un anziano, un

bambino, un adulto, che si sia rotto un

braccio o che abbia un cancro termina-

le. In ogni caso deve essere pronto.

Deve essere pronto ad affrontare qual-

siasi storia e qualsiasi vita,che spesso

può essere appesa a un filo.

Nell’esatto momento in cui egli entra

nella stanza il paziente diventerà per

qualche ora il SUO PAZIENTE. E il

risultato finale deve essere lo stesso:

l’operatore dovrà riuscire a prescrivere

al posto di un farmaco un sorriso, la

medicina più potente di tutte. Queste

associazioni negli ultimi tempi hanno

fatto passi da gigante. Nel caso speci-

fico della pediatria si può dire che

hanno fatto miracoli, rendendo la vita

dell’ospedale, che per i bambini è qua-

si insostenibile, un luogo dove non ci

si cura semplicemente ma si CRESCE.

Non solo! Hanno coinvolto milioni di

ragazzi, per lo più minorenni,in tutto il

mondo a prendere parte a quest’attivi-

tà, estendendo il loro operato e ren-

dendolo più efficiente. Non è da di-

menticare il fatto che i clown non aiu-

tano solo il paziente, ma accompagna-

no nei momenti di difficoltà anche la

sua famiglia… Perchè se sorride lui

sorrideranno anche loro. Ecco perchè i

“Clown di Corsia” non sono solo pa-

gliacci da circo… Ma custodi della

chiave dell’anima e del cuore del ma-

lato che, per qualche ora, dimenticherà

di essere tale.

Alice Roncuzzi,2BES

21

“SOGNO O SON DESTO?” “Stavo cambiando il mondo e ho dimenticato la pentola sul fuoco”

È il 9 marzo, e il Palazzo dei Congressi di

Ravenna è gremito di gente. Professori,

alunni, addetti ai lavori, tecnici: difficile

fare una stima del numero esatto dei pre-

senti. Duecento, trecento persone, poco

importa; gli occhi di tutti sono già fissi

sulla platea, dove ha fatto il suo ingresso

Michele Dotti, protagonista indiscusso di

questa giornata. Ma chi è Michele Dotti?

Lui si definisce un instancabile sognatore,

e non è difficile credergli. Da anni si oc-

cupa di attività educative nelle scuole

primarie e secondarie, dove organizza

laboratori dedicati all’Intercultura, ai di-

ritti umani e alla pace. Inoltre, è un volon-

tario che ha portato per diversi anni il

proprio aiuto negli stati dell’Africa occi-

dentale e ha promosso campagne per la

sensibilizzazione sul commercio equosoli-

dale. Per di più ha anche scritto diversi

libri, tutti incentrati su tematiche come la

mondialità e l’Intercultura. Con questo

progetto teatrale intitolato “Sogno e son

desto! Stavo cambiando il mondo e ho

dimenticato la pentola sul fuoco” Michele

regala al suo pubblico qualcosa di più: un

viaggio. Un cammino fatto di parole, mu-

sica, brevi cortometraggi. Un percorso

simbolico che si pone numerosi obiettivi e

che tocca diverse tappe, tra cui la fraterni-

tà, la giustizia, il rispetto dei diritti umani

e dell’ambiente. Un viaggio che inizia lì,

sotto gli occhi attenti e curiosi dei suoi

ascoltatori, ma che non finisce quando lui

con un sorriso ringrazia tutti per aver pre-

so parte a questo evento. No, il viaggio

non si ferma in quel momento. Forse è

destinato a non arrestarsi mai, perché con

il suo spettacolo – che poi uno spettacolo

vero e proprio non è, non nel senso più

comune del termine; è qualcosa di diver-

so, ricorda più un monologo in bilico tra

ironia e serietà, dove non si capisce bene

dove inizi una e finisca l’altra – Michele

lascia al suo pubblico molto più che una

manciata di parole. Michele trasmette

fiducia, voglia di vivere e combattere per

qualcosa di migliore, per un mondo che

oggi non c’è, ma che forse un giorno ci

sarà. È il motivo per cui questo viaggio

non si interrompe al termine dell’incontro,

ma prosegue silenziosamente dentro

ognuno di noi, portandoci a riflettere, a

chiederci se non sia finalmente arrivato il

momento di metterci in gioco. Michele

parla direttamente a noi, noi ragazzi, esor-

tandoci senza mezzi termini a rivendicare

il nostro adesso e ad arrabbiarci con

chiunque ci dica che “voi giovani siete il

futuro”. No, noi siamo adesso. Non tra

due, tre, dieci, vent’anni: adesso, ora, sen-

za più perdere tempo. Abbiamo la capaci-

tà di cambiare le cose, abbiamo il diritto e

il dovere di cambiare le cose. E di farlo

con un sorriso, con il desiderio di creare

qualcosa di migliore. Ecco perché Miche-

le ci parla della foresta che cresce, anche

se è l’albero che cade a fare più rumore:

perché è nella foresta che piano piano

nasce e prende forma che risiedono la vita

e la speranza.

Francesca Sartori,5B

22

DARIO ARGENTO: UNA VITA DETTATA

DALLA PAURA

Dario Argento nasce a Roma il 7 set-

tembre 1940 dal produttore cinemato-

grafico Salvatore Argento e dalla foto-

grafa brasiliana Elda Luxardo. Argento

ha respirato sin da bambino aria di ci-

nema, imparando a guardare il mondo

come attraverso ad una cinepresa. Ispi-

ratosi al lavoro del padre ha intrapreso

la carriera di sceneggiatore, registra e

produttore cinematografico di film di

genere horror e thriller; la morte, l’as-

sassinio, il sangue, saranno infatti i

protagonisti di tutto il suo immaginario

di adulto. Dario Argento è stato autore

di 19 film, quali “L’uccello dalle piume

di cristallo”, primo suo film da regista e

attore(1970), “Profondo Rosso”(1975),

“Suspiria”(1977), “Il fantasma dell’o-

pera”, opera in cui recita la figlia se-

condogenita Asia Argento(1998),

“Phenomena”(1985), “Giallo”, chiama-

to anche “Argento”(2009). Questo mae-

stro dell’horror è stato anche autore di

un libro autobiografico intitolato

“Paura”, pubblicato nel 2014. In que-

st’opera Argento racconta con chiarez-

za e sincerità della sua vita, delle sue

paure e di ciò che lo ha ispirato nella

creazione delle sue opere. Questi af-

ferma inoltre -”Ho deciso di scrivere

questo libro per raccontare la verità

sulla mia vita. Sono state scritte così

tante cose su di me, alcune false, alcu-

ne troppo approssimative. Ho sentito il

bisogno di fermarmi, riflettere sul mio

passato e scrivere senza pudore né

vergogna la mia vita”- . Dario Argento

ha infatti dichiarato, anche durante

un’intervista, le sue più grandi paure,

tra le quali spicca in primo luogo quel-

la del buio. Dario confessa di non ave-

re avuto paura del buio come tutti i

bambini, aveva paura del corridoio

della sua casa. Era una forma perfetta

di terrore: puro, senza condizionamen-

ti. -“La mia camera da letto era l’ulti-

ma giù in fondo , quindi non avevo

scampo: dovevo attraversarlo intera-

mente” - ha affermato Argento. La sua

23

paura del buio non è una come tante-“

Di notte sono perseguitato da pensieri

più profondi, da incubi che hanno po-

co a che fare con il reale. Sono visioni,

allucinazioni.” Si

può notare però

che, molti anni

dopo, uno dei suoi

film più ama-

ti ,Profondo ros-

so , sia stato am-

bientato in un cor-

ridoio. Un’ altra

delle sue più im-

pensabili fobie è

quella del diavolo.

Argento ha dichia-

rato di aver letto

in passato un libro

che parlava anche

del diavolo e che

questo gli abbia

trasmesso una paura pazzesca, da

spingerlo ad abbandonare momenta-

neamente la sua abitazione e ad allog-

giare in un albergo vicino per paura

che “lui” potesse spuntare dal corri-

doio da un momento all’ altro. Il mae-

stro del brivido racconta anche di co-

me spesso i suoi film siano nati da

percorsi privati,esperienze personali

da cui trae ispirazione. Dario afferma

di parlare tutti i giorni con quella che

chiama "macchia nera", confessa di

lasciarsi andare e che i sogni più orri-

bili gli arrivino con frequenza, di esse-

re una persona schiva e molto educata

e di andarne molto orgoglioso.

A questi è inoltre capitato che eventi

in qualche modo casuali della sua vita

si siano poi rivelati fondamentali,-

“Questa casualità,

in fondo, è la cifra

dominante di tutti

i miei film: episo-

di che non com-

prendiamo e che

alcune volte scom-

pigliano i destini

degli uomini.

Thriller, horror,

fantastico, terro-

re, giallo, noir,

sono soltanto pa-

role che usiamo

per definire i no-

stri sogni” - asseri-

sce il regista. Da-

rio Argento

proietta infatti le sue paure e gli eventi

che accadono attorno a lui nei racconti

che compone, inserendogli elementi

horror e splatter che caratterizzano le

sue opere più note. Le sue paure sono

state le sue ispirazioni, il suo tentativo

di suicidio una nuova spinta per la

creazione di nuove terrificanti opere

capaci di spaventare il mondo intero.

Argento rimarrà sempre nella storia

per la sua capacità di coinvolgere il

pubblico all’ interno delle sue storie e

di tenerlo sulle spine sino all’ultimo

minuto.

De Caro Sarah

Iannaccone Angela,3BES

“Un mio film è quasi una seduta psicoanalitica”

24

50 SFUMATURE DI GRIGIO…

O 50 CENTIMETRI DI PELI?

(ATTTENZIONE ARTICOLO AD

ALTO CONTENUTO DI SPOI-

LER)

Tre coraggiose ragazze del Classi-

co Times si sono sacrificate eroica-

mente per dirigersi al cinema a

vedere 50 sfumature di grigio.

WOW. Sono cicatrici che non van-

no più via. Partiamo dalla protago-

nista:Anastasia Steele. Ragazza

insicura, particolarmente sfigata e

soffre probabilmente di herpes…

visto che per tutta la durata del

film non fa altro che mordersi le

labbra. Di lei scopriremo di più

continuando la visione del rullino.

Un giorno,a caso, la sua coinquili-

na/amica DISGRAZIATEMENTE

si ammala,così lei ha la fortuna di

poter andare ad intervistare il

“Figo” della città,un certo Chri-

stian Grey. Ultra-miliardario ov-

viamente. Ma riusciremo mai a

capire a che cosa è dovuta la sua

immensa fortuna? Naturalmente

no, perché anche se ci siamo tutti

sforzati. per capire che caspita di

lavora fa...il nulla. Un altro detta-

glio che ci ha fatto schiantare dalle risate è il fatto che pur es-

sendo circondato da delle segreta-

rie che sembrano uscite da una

rivista di Vogue lui va a prendersi

la ragazza ritardata di turno,ovvio.

Ah,non ho ancora detto che Ana-

stasia lavora in una ferramenta.

E finalmente il momento fatidico

del film! L'incontro! Dove nell'e-

satto momento in cui la nostra pro-

tagonista entra nell'ufficio inciam-

pa sul NULLA. Un classico. Bella

Swan...il ritorno. Seguono gli in-

tensi scambi di sguardi accompa-

gnati da versi inconcepibili come

dice la procedura. Per tutta la dura-

ta dell'intervista lei lo guarda come

se avesse visto un extra-terrestre,

poi lui deve “lavorare” quindi lei

se ne va e ruba la matita dell'uffi-

cio. Tornata a casa la prima cosa

che fa è aprire Facebook e iniziare

a “stalkerarlo” come una tredicen-

ne mestruata. Anastasia è innamo-

rata. Tant'è che una sera si sbronza

con uno shot al succo di mela,lo

chiama al telefono così a caso...e

gli vomita sulle scarpe. Romantico.

Complimenti ragazza mia. Hai ca-

pito tutto. Anastasia quindi si sve-

glia a casa di Mr. Grey e lo trova a

torso nudo. Completamente depila-

to (DETTAGLIO IMPORTAN-

TE). Iniziamo quindi a conoscere

le doti di questo uomo,che inizia a

fare dei regali alla protagonista

spendendo un capitale; cosine da

niente come, ad esempio, una Fer-

rari Testa Rossa. Inoltre guida

25

gli elicotteri … senza guardare

avanti, perché così fa più figo. Ma

ha due difetti: è un maniaco e non

sa sorridere. Arriva la notte che

tutti aspettavamo dall'inizio del

film. E si scopre che Anastasia è

vergine. Mr. Grey la squadra e la

prende palesemente in giro, con

battute simpatiche come emorroidi,

e poi se ne esce con una frase ridi-

cola:” Io non faccio l'amore, io

s***o forte”. Viva la modestia.

Senza farle troppe domande la por-

ta in una delle 400 camere da letto

e decide di provvedere lui. Lui si

ritoglie la maglia e... ha i peli sul

petto (anche se il giorno prima era

perfettamente depilato). Coerenza

al massimo. Ma quando Anastasia

si toglie i pantaloni, LA TRAGE-

DIA. 50 CENTIMETRI DI PE-

LAZZI. Mi è stato detto che era un

dettaglio presente anche nel libro

ed è vero che non tutte noi ragazze

ci curiamo. Ma sinceramente quan-

do si sa che si passerà la notte a

casa di un'ultra-miliardario da so-

li...penso che chiunque non avreb-

be esitato a farsi una lametta. La

scena dell'atto è semplicemente

ridicola. Ma c'è una rivelazione! A

Cristiano Grigio piacciono le cose

strane. Porta Anastasia di fronte

alla sua “stanza dei giochi”,dove

lei chiede “Giochi? Tipo l'Xbox

360?!”. CERTO CARA,CERTO.

Si scopre che è un sadomasochista.

E la invita a firmare un contratto,

che appunto tratta di quello. Lei

decide di provare di sua spontanea

volontà, ma non le piace ciò che le

viene fatto; si arrabbia con lui che

non l'aveva costretta in alcun modo

e il film finisce con lei che gli vieta

di raggiungerla in ascensore e

nell'esatto momento in cui le porte

si chiudono:

“Anastasia...”

“Christian...”

NON POTETE FARLO. Probabil-

mente soffrono di amnesia tempo-

ranea di breve durata. Vi sconsi-

glio caldamente la visione di que-

sto film...per chi invece avrà il co-

raggio di guardarlo gli auguro

BUONA FORTUNA.

Alice Roncuzzi 2BES

26

FOCUS: NIENTE É COME SEMBRA Il ritorno di Will Smith in un film da vedere!

Focus, film statunitense del 2015

che vede alla regia Glenn Ficarra e

John Requa ed il loro terzo film, ha

come personaggi principali l’attore

Will Smith e Margot Robbie, già

famosa per l’interpretazione in

“The wolf of wall street” di Martin

Scorsese. Nicky Spurgeon, inter-

pretato proprio dal famoso attore,

rappresenta un abile ed esperto

truffatore cresciuto in una famiglia

di borseggiatori, il cui unico fine è

il denaro proveniente dalle truffe

stesse, creando quasi un’azienda

totalmente illegale. Viene a cono-

scenza quindi di Jess Barrett, gio-

vane ragazza che cerca di entrare

nel “giro” delle frodi, e di cui si

innamora a New Orleans, durante

una truffa. È proprio qui, nella fi-

nale del Super Bowl che, con un

sottofondo musicale di non poca

importanza ( Sympathy for the de-

vil dei Rolling Stones), Nicky rie-

sce a raddoppiare il suo incasso

illegale portandolo alla somma di 4

milioni di dollari;Jess viene subito

abbandonata, non essendo più utile

a lui ed alla sua squadra. Dopo una

pausa di tre anni, mentre lavora ad

una frode affidatagli da Garriga,

proprietario di una scuderia di auto

da corsa, rincontra la giovane ra-

gazza; proprio quest’ultima rischia

di far saltare il piano di Nicky, che

prevede la vendita di alcuni pro-

getti molto importanti progettati da

Garriga a tutte le scuderie avversa-

rie. In un travolgente finale, i due

personaggi riescono a riavvicinarsi

dopo l’abbandono di New Orleans;

il piano di Nicky va a buon fine e,

anche se ferito gravemente, riesce

a sopravvivere ma non a recupera-

re l’ intero incasso, “rubato” dal

padre di Nicky stesso. Un film che

rientra nlla categoria “caper mo-

vie,cioè film di truffa e thriller per

quanto riguarda la prima parte,

mentre nelle scene conclusive la

storia d’amore viene messa in pri-

mo piano rallento di molto il ritmo

iniziale del film. In ogni caso il

film riceve dall’Internet Movie

Database un punteggio di 6,2 su

10.

Niccolò Michieletti,

Alberto Placci, 4BS

27

LE IDIOZIE DI CHI CI RAPPRESENTA

(CRIBBIO)

- LA BOLDRINI PROPONE:

“ TOGLIETE LA SCRITTA

“DUX” DA TUTTI

I MONUMENTI ! “

(… ma fate attenzione a come la

sostituite)

28

OSCAR 2015 (O l'imprevedibile virtù dell'insospettabilità)

Se l'anno scorso ci ha lasciato con l'a-

maro in bocca per la prevedibilità con

la quale sono stati assegnati i premi,

quest'anno, con alcune eccezioni, pos-

siamo solo dirci stupefatti.Perché si sa,

gli Oscar col tempo sono diventati

sempre più una cerimonia commercia-

le, più propensa a premiare la tematica

o la morale di un film che il merito

(Come per esempio The Wolf Of Wall

Street, snobbato agli Oscar precedenti

perché da molti ritenuto poco educati-

vo). Quest'anno invece, l'Academy a

ben pensato di stupirci. Stupirci in mo-

do negativo, perché siamo nel 2015 ma

ancora i personaggi maschili sono con-

siderati più importanti di quelli femmi-

nili, e lo si nota nella categoria miglior

film, dove non vi è nessun personag

gio femminile come protagonista. Stu-

pirci invece, in modo positivo, si per

le assegnazioni dei premi, ma ancora

di più per i discorsi di ringraziamento,

dove si percepisce tutta la rabbia, la

stanchezza e la voglia di cambiare

alcune, troppe cose, in un mondo che

dovrebbe essere ben più progredito di

quello che è in realtà. La rabbia in-

fiammatoria del discorso di Patricia

Arquette, vincitrice del premio Mi-

glior Attrice Non Protagonista per

"Boyhood", che, sebbene non sia stata

l'interprete più emozionante e merite-

vole tra le candidate, ha conquistato la

stima di molte donne, Meryl Streep

compresa, con il suo discorso per la

parità dei sessi. "È il nostro momento-

dice Arquette, -di avere gli stessi

29

diritti degli uomini negli Stati Uniti

d'America" L'emozione del 33enne

vincitore come Miglior Attore Prota-

gonista Eddy Redmayne, che dedica la

sua vittoria e il suo premio(che terrà

sempre con sè e luciderà regolarmente,

ci fa sapere) alla famiglia Hawking e a

tutte le persone nel mondo che com-

battono la SLA. L'imprevedibile ma

meritatissima vittoria dei due film più

stravaganti e peculiari del 2015, Bird-

man e Grand Budapest Hotel, che por-

tano a casa 4 statuette a testa, tra cui

una grande vittoria che riempie d'orgo-

glio tutti gli italiani, ovvero quella di

Milena Canonero per i Migliori Costu-

mi per GBH. Insospettabile anche il

discorso di Alejandro Gonzalez Inárri-

tu, che dedica il premio sia per la Mi-

glior Regia che per il Miglior Film ai

suoi compatrioti messicani, sperando

con loro che presto potranno costruire

insieme il governo che meritano e la

dignità, a molti non concessa, di essere

integrati in un grande paese di immi-

grati come l'America. La rivelazione

stupefacente del vincitore per la Mi-

glior Sceneggiatura non Originale di

The Imitation Game, con Graham

Moore che tranquillamente, anche se

visibilmente emozionato, confessa di

aver tentato di suicidarsi da adolescen-

te per via del suo orientamento sessua-

le e di non esserci riuscito contraria-

mente al protagonista del film Alan

Turing. Invita anche i ragazzi , a non

aver paura di ciò che sono, ma anzi, di

esserne fieri, e di poter avere l'occasio-

ne di fare qualcosa, di cambiare qual-

cosa. In poche ore il suo "stay weird

stay different" è il più twittato, reblog-

gato e condiviso in rete. E per ultimo

ma non meno importante, la fantastica

vittoria di "Glory"come Miglior Can-

zone, dal film "Selma",e il discorso di

Common e John Legend, che ricordano

che Selma è adesso, e non cinquanta

anni fa. Selma è la Francia che ribadi-

sce la loro libertà di espressione dopo

l'attentato terroristico a Charlie Hebdo,

Selma sono le persone in Hong Kong

che protestano per la democrazia, Sel-

ma sono le persone di colore sotto con-

trollo adesso che sono di più di quelle

sotto schiavitù nel 1850. Selma è ogni

volta che una persona subisce un ag-

gressione per il colore della pelle, per

la religione che professa, per il proprio

orientamento sessuale, per le proprie

idee e per i propri ideali. Questi Oscar

sono stati imprevedibili, emozionanti e

all'insegna dell'insospettabilità. Inso-

spettabile pensare che le persone famo-

se sono al di là dello stereotipo che ci

siamo costruiti su di loro, insospettabi-

le che anche loro pensino ciò che pen-

siamo noi, si arrabbino e posseggano la

stessa voglia che hanno le persone co-

muni di cambiare le cose. Insospettabi-

le, si. Ma è bello pensare che, proprio

come noi, anche loro marciano e stan-

no marciando, in questo momento,

attraversando l'Edmure Pettus Bridge,

sudati, pieni di sangue e lividi per i

poliziotti che li e ci aggrediscono. Ma

vanno avanti lo stesso, come noi. Si

rialzano e aiutano gli altri a rialzarsi, e

continuano a marciare, finché non ci

saranno più ragioni per farlo e poliziot-

ti a impedirglielo. E in quel momento,

potremmo urlare "Glory!", tutti quanti,

all'unisono. Perché ce l'avremo fatta.

Alessia Saragozza, 2BES

30

YES TO DESIGNER BABIES Figli con tre genitori, storico “ sì “ degli inglesi

382 parlamentari a favore, 128

contrari.Questi i risultati della vo-

tazione finale del 3 Febbraio nella

Camera dei Lord: il Regno Unito è

diventato il primo Paese al mondo

a permettere di avere figli nati da

tre genitori biologici. Lo stesso

premier conservatore Cameron ha

dichiarato il suo sostegno e verosi-

milmente la sua decisione è stata

influenzata dalla morte del figlio

per una rara forma di epilessiaJane

Ellison, Ministro inglese della Sa-

lute , ha definito la decisione del

Parlamento: «un passo coraggioso,

ragionato e informato». La proce-

dura (o per meglio dire il decoupa-

ge) è pensata per permettere alle

donne portatrici di gravi malattie

mitocondriali ereditarie di avere

bambini senza trasmettere loro

queste patologie devastanti. Prima

di entrare nello specifico però fac-

ciamo un tuffo nella biologia. Bi-

sogna sapere infatti che il DNA

presente nei mitocondri, essendo

organelli citoplasmatici di origine

materna, è diverso da quello del

nucleo. Di che cosa si tratta allora?

il DNA nucleare viene rimosso

dall’ovocita malato e trasferito in

uno sano poi fecondato in provetta.

L’embrione così ottenuto verrebbe

trasferito nell’utero della madre

per far procedere la gravidanza. Il

bambino nato grazie a questa tecni-

ca avrebbe il patrimonio genetico

del padre e della madre e il Dna

mitocondriale della donatrice: tec-

nicamente quindi il bambino

avrebbe tre genitori. La tecnica

non fa una piega, per quale motivo

allora tanti la osteggiano? Forse

perché secondo alcuni scienziati si

tratta di un passo avventato a causa

delle insufficienti conoscenze otte-

nute dagli esperimenti sugli anima-

li? O forse perché altri sottolineano

che non si sa che cosa succederà

alle prossime generazioni e quali

saranno i rischi a lungo termine? O

persino perché c’è chi ha riscontra-

to problemi ottenuti in alcuni espe-

rimenti con animali in cui è stato

mischiato DNA nucleare e mito-

condriale? La risposta è più sem-

plice e riguarda l’etica, ossia ciò

che è bene per la comunità. I primi

oppositori sono stati (ovviamente)

la chiesa inglese e quella cattolica,

secondo cui la tecnica non sarebbe

né sicura né giustificabile dal pun-

to di vista etico. Il rischio, dicono,

è che si arrivi in futuro a bambini

progettati su misura. Un sondaggio

fatto dal quotidiano inglese Tele-

graph manifesta che il 63% dei

lettori si schiera contro la decisio-

ne del Parlamento.«Non è ingegne-

ria genetica, ma un azzardo tecno-

logico dalle conseguenze impreve-

dibili», ha commentato Paola Ricci

Sindoni, presidente dell’Associa-

zione Scienza & Vita.

31

«Qualcuno ha detto che in fondo è

come un trapianto d’organo: pren-

do l’elemento che non va e lo so-

stituisco, ma non è affatto la stessa

cosa», specifica Domenico Coviel-

lo, genetista e direttore del Labora-

torio di Genetica umana dell’Ospe-

dale di Genova. «Il DNA mitocon-

driale non lavora da solo, ma è in

continua comunicazione e influen-

za reciproca con i geni contenuti

nel nucleo. In questo caso quindi si

introduce un genoma esterno che

interagisce con il nucleo origina-

rio». Le opinioni sono discordanti

e sicuramente da una parte si vuole

fornire un aiuto alle madri e

dall’altra si vuole evidenziare il

delirio di onnipotenza dei medici.

Resta il fatto che gli scienziati han-

no identificato centinaia di muta-

zioni del DNA mitocondriale che

possono provocare ogni sorta di

malattie con sintomi gravi, dalla

cecità all’epilessia agli ictus ricor-

renti. Ne è affetto circa un feto

ogni 5mila nati, e attualmente non

c’è cura. Quindi la donazione dei

mitocondri, si stima, potrebbe aiu-

tare in teoria circa 2.500 donne che

in Gran Bretagna presentano difetti

genetici. Carlo Bruschi, genetista

molecolare all’Icgeb (Centro Inter-

nazionale per Ingegneria Genetica

e Biotecnologia) di Trieste ha rive-

lato: «Non c’è bisogno di creare

nuove manipolazioni incontrollate

della natura. Queste sono fughe in

avanti dettate dall’ambizione, e

non si sa dove andranno a parare.

Inoltre dopo aver detto che è me-

glio prevenire che curare ora è opi-

nione diffusa che sia più facile in-

ventare piuttosto che guarire, per-

ché cercare una terapia efficace è

molto più difficile dell’usare le

scorciatoie permesse dalla tecni-

ca».

Emanuele D’Eliseo I A

32

CLASSICO IMMERSO NELL'ISOLA CHE

NON C'É

Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattinoooo!!

Ispirato a “Peter Pan” di James Mat-

thew Barrie, venerdì 20 marzo alle

21.00 al Teatro Rasi sono andati in

scena una parte dei nostri compagni di

scuola che hanno aderito anche que-

st'anno al progetto “Teatro non scuo-

la”. Per il secondo anno consecutivo le

guide che ci hanno seguiti durante i

pochi mesi prima dello spettacolo,

sono state Matteo Cavezzali e Giulia

Torelli, ed anche se abbiamo dovuto

correre un po' dietro al tempo, siamo

riusciti a rimanere soddisfatti del no-

stro lavoro. Lo spettacolo, intitolato “

L'isola che non c'è”, potete immagina-

re che ha trattato delle avventure di

Peter Pan, conosciuto più per la ver-

sione Disney che per il romanzo di

Barrie, il quale alle prese con un

“blocco dello scrittore” è in cura da

uno psicologo. Durante la rappresenta-

zione si sono potuti vedere una Wendy

svampita, dei bambini sperduti iperat-

tivi, una Trilly autoritaria, ma ai fin

dei conti premurosa, degli indiani va-

riopinti, dei pirati sempre pronti ad

ascoltare Capitan Uncino tra cui il suo

fedele Spugna e delle sirene più che

ammalianti...stronze! Senza preavviso

e con nostro grande stupore, ci siamo

dovuti esibire davanti ad un numero di

spettatori che non avevamo preso in

considerazione che potessero essere

così tanti (a nostro parere). Cogliamo

l'occasione per ringraziare il pubblico

che ci ha sostenuto durante l'intero

spettacolo, per ogni risata ed applauso

che ci hanno dedicato, sperando di

aver ricambiato allo stesso modo.

Federica Montecavalli 3Bart

33

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE

CLAUDIA ZANELLA Claudia Zanella, dopo anni passati a fare

l’attrice si è ritrovata, quasi per caso, a scri-

vere il suo primo romanzo. L’abbiamo

intervistata, per farci raccontare dei dettagli

che ho trovato illuminanti, che entrano non

solo nel romanzo, ma vanno dritto al cuore

e fanno riflettere sulla nostra vita e su quel-

la di chi ci circonda...Vi regalo le sue paro-

le sperando siano importanti e illuminanti

per voi quanto lo sono state per me… 1) Tu

sei un'attrice... quindi sarei curiosa di chie-

derti a quale ruolo che hai interpretato sei

più legata, se c'è, insomma, qualche perso-

naggio a cui tieni particolarmente, e quan-

do hai capito che questa era la tua strada. C

- Il personaggio a cui sono più legata è

quello di Sandra del film 'Briciole'. Un film

sui disturbi alimentari. Quando l'ho girato

avevo 22 anni, ero appena uscita dal Centro

Sperimentale di Cinematografia, e girare

subito un film da protagonista, così intenso,

fu un'enorme soddisfazione. Ho capito che

volevo fare l'attrice a 15 anni, quando ini-

ziai il mio primo corso di teatro al liceo. 2)

Che cosa ti ha spinto a scrivere un libro

(meglio, QUEL libro)? Da quali esigenze

nasce? C- sentivo l'esigenza di raccontare

questa storia. Volevo parlare di un'adozione

'speciale', un'adozione inizialmente non

voluta, piovuta dal cielo. 3) Perché hai

scelto di raccontare la storia di due cugine

piuttosto che (non so) due sorelle? C- Per-

ché la storia ha molti spunti autobiografici.

Il rapporto che racconto tra Irene e Viola, e

simile a quello che c'è tra me e Alessia, mia

cugina. 4) Sei molto legata a tua cugina,

che cosa c'è di speciale nel vostro rapporto

che ti ha spinto addirittura a dedicarle que-

sto libro? C- Siamo inseparabili. Ci adoria-

mo, siamo cugine, sorelle e migliori ami-

che. Lei è il mio equilibrio, e io sono il suo.

Volevo raccontare la bellezza di un rappor-

to vero, cresciuto, insieme, a noi negli anni.

5) Il cardine del libro è una bimba con gli

occhi color nocciola spalancati sul mondo

che si chiama Mia, e la frase che fa capire

quanto sia importante il futuro di questa

bambina, è "Mia è mia", ovvero il mo-

mento in cui Irene decide che non importa

essere la sua madre di pancia, perché

"l'adozione è un diritto del bambino, non

dell'adulto", pensi che sia così a prescin-

dere dalla famiglia che lo cresce (che sia

una famiglia composta da una persona o

due, che siano dello stesso sesso o di ses-

so opposto)?... insomma credi che fami-

glia sia Amore? Pensi possa essere suffi-

ciente come requisito per crescere un fi-

glio? C- La famiglia è quella che ti scegli,

non quella che erditi alla nascita. Una

famiglia può essere composta da un uomo

e una donna, come da due donne o due

uomini. Dove c'è amore, c'è famiglia. E

sono convinta che tutti i bambini del mon-

do hanno diritto ad avere una famiglia. 6)

Nel libro ci sono accenni a quello che è

stile di vita non solo dei personaggi ma

anche tuo, che se non sbaglio, sei vegana

(?) ... cosa ti ha spinto ad una scelta del

genere? C- dieci anni fa dopo aver visto

filmati sugli allevamenti intensivi, e dopo

aver studiato alimentazione, ho deciso che

la mia tavola sarebbe stata green: legumi,

cereali integrali, alghe, semi, frutta, ver-

dura. 7) E’ vero che il tuo libro non è nato

come tale ma che aveva inizialmente un

altro scopo? C- Nasce come sceneggiatura

per il cinema. Poi mentre lo scrivevo si è

trasformato in romanzo. Un 'ultima do-

manda… 8) un tradimento per cui Irene

non smette di amare... pensi che dopo il

tradimento si possa ricominciare ad ama-

re? C- certo che si può e si deve ricomin-

ciare ad amare. Il tradimento può essere

un piccolo inciampo in un lungo cammi-

no. Nei rapporti è fondamentale la capaci-

tà di perdonare.

Letizia Recca, 5BS

34

L'ITALIA, PAESE DEGLI SPRECHI

Come da abitudine gozzovigliavo su

internet a leggere notizie curiose e

interessanti, fino a quando mi im-

batto in questo articolo/annuncio

pubblicitario: il Governo Italiano

mette in vendita 33 auto blu imma-

tricolate tra il 2002 e il 2012 e pro-

venienti dal ministero della difesa.

Ma io soffro di insana curiosità e mi

sono documentato di più su queste

fantomatiche auto blu, e ho trovato

un articolo curioso datato 5 febbraio

’15 in cui si legge che le auto blu

effettivamente usate sono oltre 1000

( a fronte delle 100 previste; quanto

infatti previsto dalla famosa legge

“Spending Review”). Risparmio

stimato nel 2015? 43 milioni di eu-

ro. Allora io, mi sono posto una do-

manda. Ma lo Stato italiano con la

crisi in corso fa sprechi di questo

genere? La risposta mi è piaciuta

poco: si fa di peggio. Ma quando

parlo di sprechi, ne ho una interpre-

tazione molto lata; intendo anche

fenomeni come l’evasione fiscale

(che in Italia secondo la Corte dei

Conti vale circa il 30% del PIL). La

domanda adesso non la dobbiamo

porre a noi, ma a chi ci governa, che

dovrebbe scegliere il meglio per il

nostro Paese. Cari politici, perché

questi sprechi? Non penso si ponga-

no il problema più di tanto, dato che

lo stipendio netto di un parlamentare

sfiora i 14 mila euro mensili ( tra

stipendi e vari rimborsi, si va a sfio-

rare circa 80 mila euro annui).

Il problema allora è più grande di

quanto si pensi e non va ricercato

solo tra i ceti più poveri della socie-

tà, ma forse sarebbe arrivata l’ora di

dare l’esempio. Passando ad altro, il

Governo Italiano ha deciso di spen-

dere circa 14 miliardi di euro per

procedere all’acquisto di 90 caccia F

-35; una somma un po’ alta per un

Paese che dichiara nella costituzione

di ripudiare la guerra. Non dico che

sia sbagliato, ma prima di spendere

14 miliardi di euro in aerei che pro-

babilmente verranno usati molte

volte solo in esercitazioni, perché

non pensiamo di destinare questi

soldi alla sanità o all’ istruzione?

Sarebbe una scelta molto saggia dato

che si discute molto sull’edilizia di

ospedali e scuole pubbliche. La

scuola è uno dei punti nevralgici che

ogni nazione dovrebbe valorizzare al

meglio. Il governo Renzi ha promes-

so di investire molto sulla scuola

facendo partire anche un sondaggio

sulla possibile efficacia della rifor-

ma chiamata “Buona Scuola”, ma

fino ad oggi niente di veramente

concreto che possa dare una svolta a

tutto. Peccato che in questo pacchet-

to di riforme una cosa fondamentale

come l’edilizia scolastica non sia

trattata. Per finire con i botti vorrei

ritornare a fare una piccola riflessio-

ne sull’evasione fiscale. L’ Italia è

logorata da questo fenomeno che,

come abbiamo detto, si mangia il

30% del PIL italiano e crea un buco

di 180 miliardi di euro. In generale i

conti non tornano: su 41.320.548

35

contribuenti (dati del 2011 circa)

solo lo 0.1 denuncia più di 300 mila

euro, il 62,89% sta sotto i 26mila

euro, e il 27% grazie a deduzioni e

detrazioni non paga nulla. In Italia il

rapporto tra ricchezza e reddito di-

chiarato è 1 a 8; negli Stati Uniti

(prima economia mondiale) il rap-

porto è 5 a 3; e tutto ciò mi lascia

molto perplesso. Basta vedere questi

dati e bisognerebbe attuare al più

presto norme contro l’ evasione fi-

scale. Ma ciò non vuol dire che bi-

sogna andare a fare una multa di

5.000 ad un salumiere che ha regala-

to un panino ad un anziano con

grandissime difficoltà economiche,

ma andare a colpire persone come

falsi invalidi che ogni anno prendo-

no impropriamente dall’ INPS

milioni di euro senza fare niente

tutta la giornata. Su circa 5 milioni

di contribuenti sospetti, solo 200

mila vengono sottoposti a controlli,

ma poi ci si imbatte nella giustizia

italiana, in cui l’imputato trova il

suo alleato migliore. Solo per il pri-

mo grado di giudizio occorrono la

bellezza di 903 giorni e poi. sola-

mente l’ 1.7% di chi viene denun-

ciato è sottoposto ad arresto. Traen-

do le somme solo di questo articolo,

ad occhio e croce si arrivano a cifre

assurde tenendo conto solo di auto

blu e F-35. Abbiamo molte cose che

potremmo tagliare invece di tassare

ogni cosa ai danni dei ceti più pove-

ri. Iniziamo a riflettere su questo.

Giuseppe Castellino, 5B

36

TAMO MODA: LE SIRENE DI CRISTINA

ROCCA Domenica 29 marzo, il museo Ta-

mo, ormai conosciuto per le sue

iniziative fuori dall'ordinario mu-

seale, ha ospitato la splendida sfi-

lata della stilista Cristina Rocca.

La Presidente, Elsa Signorino, ha

aperto l'evento che prevedeva le

ammalianti figure delle sirene co-

me protagoniste, vestite di abiti

che ricordano le pittoresche onde,

sottolineando così l'appartenenza

ravennate al mondo del mare. Fon-

damentale l'introduzione dell'ar-

cheologa Giovanna Montevecchi,

la cui descrizione dell'oceano e

spiegazione della figura mitologica

della sirena, ha fatto immergere

noi spettatori nell'atmosfera subac-

quea. La sfilata ha visto un alter-

narsi di bellissime modelle che

fluttuavano fa i mosaici e facevano

volteggiare i loro abiti. Il pubblico,

proprio come accadde agli uomini

di mare che s'imbatterono in queste

creature affascinanti, è stato imme-

diatamente rapito, non solo dalle

silhouette delle ragazze, ma soprat-

tutto dai tagli decisi ma al contem-

po sinuosi degli abiti che la nostra

Cristina Rocca ha proposto. Abiti

da giorno, da sera, più eleganti e

meno eleganti si sono meritati gli

applausi e tutti i lodevoli compli-

menti. A chiudere la sfilata, i suoi

famosi abiti da sposa: leggeri e

brillanti hanno dominato la passe-

rella rendendo giustizia all'eccel-

lente lavoro della stilista. Un gran-

de applauso ha infine invaso la sala

quando Cristina Rocca è entrata in

scena, con un gran sorriso sul volto

e fiera delle proprie opere, ha rin-

graziato e ci ha lasciato in attesa di

una nuova collezione tutta da pre-

sentare!

Martina Marsico, 3BES

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MOMENTI

Guardarsi. Fuggire, inseguirsi, Prendersi e toccarsi

Come in un Gioco. Come da bambini.

Sorridere. Correre, Sudare, stringersi, abbracciarsi.

Cercarsi, fuggire e tornare: Ridere.

Amarsi.

IO-E-TE

Partire. Senza meta. Un viaggio, non importa dove.

Su un treno. Io-e-te, uno zaino, una valigia.

Tre giorni. Tutta la vita. Io-e.te. Il tuo respiro,

la tua anima, il tuo cuore. I tuoi occhi.

Il mio specchio. Un tuffo. Lo specchio si confonde. Io-e-te.

Carne ed anima. Respiri, sussulti.

Gambe, mani, labbra, corpi, coperte. Ed esci che non sei più tu.

Io-e-te.

Di Letizia Recca

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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Caporedattore: Michelangelo Vignoli

Vicecaporedattore: Alice Roncuzzi, Francesca Sartori

Redazione e collaboratori:

Costanza Casadei, Federica Montecavalli, Emanuele D’Eliseo, Benedetto

Ricci, Letizia Recca, Eleonora Margutti, Eugenio Saltarelli, Priscilla Zappalà,

Giuseppe Castellino, Alessia Saragozza, Sarah De Caro, Angela Iannaccone,

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I nostri proff.:

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