La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

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I l ciclo illegale del cemento è una delle pia- ghe più preoccupanti che registra numeri sorprendenti non solo al sud ma in tutto il nord Italia. Negli ultimi cinque anni in Emi- lia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Pie- monte e Valle d’Aosta, le forze dell’ordine hanno accertato ben 7.139 reati, quasi 4 al giorno. Per un tipo di illegalità che coinvolge una selva di soggetti, passando, spesso, per i clan mafiosi. Il Veneto se la “cava” con 903 infrazioni, ma è da notare che in rap- porto alle dimensioni territoriali la nostra regione guadagna un buon terzo posto nella “classifica nera” alla pari con l’Emilia Roma- gna. Lo scorso 5 aprile si è tenuta la prima udienza per 51 imprenditori accusati di aver fatto “cartello”, tra il 2006 e il 2007, per pilotare le gare pubbliche per appalti stradali. Nel nostro territorio, I lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico sud sono stati in- teressati dal fenomeno dell’uso del cemento depotenziato. A dimostrarlo sono state le in- dagini sull’utilizzo di rifiuti come sottofondo stradale sequestrati dalla direzione distret- tuale antimafia della procura di Caltanissetta nel novembre del 2008. Sequestro, con fa- coltà d’uso dell’autostrada, che è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la documentazione, hanno riscontrato signi- ficativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiega- ti. Le settimane scorse, poi, ha fatto scalpore il controllo a sorpresa nel cantiere dell’ospe- dale unico di Schiavonia. Finalmente la sistemazione di via 28 Aprile Monselice pag. 6 Contributo contestato alla cooperativa Este, polemica pag. 8 pagg. 4-5 Cemento e illegalità cantieri nel mirino Valdastico Sud, indagini sui materiali usati Controlli anche nel nuovo ospedale unico LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010 ESTE RITROVA L’ANTICO MASTIO Entro l’estate il mastio del castello ritornerà alla città. Dopo più di un decennio, dunque, lo storico spazio del castello marchionale sarà ancora accessibile. Ad assicurarlo è l’assessore all’Ambiente che annuncia l’affidamento della gestione dei giardini del castello alla cooperativa sociale Idee Verdi. pag. 8 FESTA DEL PROSCIUTTO MONTAGNANA CAMBIA Sarà la Mark. Co & Co. di Padova a organizzare la prossima Festa del pro- sciutto veneto, appuntamento tra i più attesi di Montagnana. La referenziata e attrezzata agenzia con un’esperienza specifica nella gestione di grandi eventi, organizzerà per la prima volta la festa da venerdì 18 a domenica 27 maggio pag. 9 Meraviglie della scienza “dal vivo” Cultura locale pag. 14 della Bassa Padovana LA PIAZZA È DISTRIBUITA DA Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 48 www.lapiazzaweb.it EDITORIALE La crisi sta nei nomi dei veneti di Mauro Gambin C resce di settimana in settimana la lista dei nomi degli imprenditori, ma sa- rebbe giusto aggiungere anche quelli dei lavoratori dipendenti, che si sono tolti la vita dall’inizio della crisi per la mancan- za di lavoro o per il senso di frustrazione derivante dal non aver trovato mezzi e risorse per continuare a far progredire l’a- zienda. La Cgia di Mestre parla di più di 50 persone, tra i quali molti sono i veneti. Si tratta di un fenomeno senza precedenti che nasce dalla disperazione e che tuttavia è lontano dall’essere compreso e capito se anche il neo patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha dichiarato che non sempre la chiesa ha inteso il dramma di chi è senza lavoro. Ma in Veneto prima del “dramma di chi è senza lavoro” andrebbe compreso che cos’è il lavoro. In una regione i cui abitanti si chiamano Marangon, Scarparo, Muraro, Ortolan, Contadin, Fornaro o Lanaro è evi- dente che il mestiere è una forma di iden- tità. Il lavoro in veneto non è solo la fonte del reddito che permette un’esistenza più o meno decorosa alla quale non si riesce a rinunciare, come in molti hanno sostenuto, è un valore sociale fortemente correlato alla reputazione, all’onore e dunque al valore. [email protected] continua a pag. 3 continua a pag. 12 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio “L a salvaguardia idrogeologica del territorio è un problema, che ha dimensione mondiale ma questa azione, purtrop- po, non è ai primi posti delle politiche italiane”. Difesa idraulica, serve prevenzione *Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni di Anna Maria Martuccelli*

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La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

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Il ciclo illegale del cemento è una delle pia-ghe più preoccupanti che registra numeri sorprendenti non solo al sud ma in tutto

il nord Italia. Negli ultimi cinque anni in Emi-lia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Pie-monte e Valle d’Aosta, le forze dell’ordine hanno accertato ben 7.139 reati, quasi 4 al giorno. Per un tipo di illegalità che coinvolge una selva di soggetti, passando, spesso, per i clan mafi osi. Il Veneto se la “cava” con 903 infrazioni, ma è da notare che in rap-

porto alle dimensioni territoriali la nostra regione guadagna un buon terzo posto nella “classifi ca nera” alla pari con l’Emilia Roma-gna. Lo scorso 5 aprile si è tenuta la prima udienza per 51 imprenditori accusati di aver fatto “cartello”, tra il 2006 e il 2007, per pilotare le gare pubbliche per appalti stradali.

Nel nostro territorio, I lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico sud sono stati in-teressati dal fenomeno dell’uso del cemento depotenziato. A dimostrarlo sono state le in-dagini sull’utilizzo di rifi uti come sottofondo

stradale sequestrati dalla direzione distret-tuale antimafi a della procura di Caltanissetta nel novembre del 2008. Sequestro, con fa-coltà d’uso dell’autostrada, che è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la documentazione, hanno riscontrato signi-fi cativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiega-ti. Le settimane scorse, poi, ha fatto scalpore il controllo a sorpresa nel cantiere dell’ospe-dale unico di Schiavonia.

Finalmente la sistemazionedi via 28 Aprile

Monselice

pag. 6

Contributocontestato allacooperativa

Este, polemica

pag. 8

pagg. 4-5

Cemento e illegalità cantieri nel mirinoValdastico Sud, indagini sui materiali usati Controlli anche nel nuovo ospedale unico

LO NAZ/19/2010/CT01 04 2010

ESTE RITROVA L’ANTICO MASTIO

Entro l’estate il mastio del castello ritornerà alla città. Dopo più di un

decennio, dunque, lo storico spazio del castello marchionale sarà ancora

accessibile. Ad assicurarlo è l’assessore all’Ambiente che annuncia l’affi damento

della gestione dei giardini del castello alla cooperativa sociale Idee Verdi.

pag. 8

FESTA DEL PROSCIUTTOMONTAGNANA CAMBIA

Sarà la Mark. Co & Co. di Padova a organizzare la prossima Festa del pro-

sciutto veneto, appuntamento tra i più attesi di Montagnana. La referenziata

e attrezzata agenzia con un’esperienza specifi ca nella gestione di grandi eventi,

organizzerà per la prima volta la festa da venerdì 18 a domenica 27 maggio

pag. 9

Meraviglie della scienza“dal vivo”

Cultura locale

pag. 14

della Bassa Padovana

LA PIAZZA È DISTRIBUITA DA Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 48 www.lapiazzaweb.it

EDITORIALE

La crisi sta nei nomi dei venetidi Mauro Gambin

Cresce di settimana in settimana la lista dei nomi degli imprenditori, ma sa-rebbe giusto aggiungere anche quelli

dei lavoratori dipendenti, che si sono tolti la vita dall’inizio della crisi per la mancan-za di lavoro o per il senso di frustrazione derivante dal non aver trovato mezzi e risorse per continuare a far progredire l’a-zienda. La Cgia di Mestre parla di più di 50 persone, tra i quali molti sono i veneti. Si tratta di un fenomeno senza precedenti che nasce dalla disperazione e che tuttavia è lontano dall’essere compreso e capito se anche il neo patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha dichiarato che non sempre la chiesa ha inteso il dramma di chi è senza lavoro. Ma in Veneto prima del “dramma di chi è senza lavoro” andrebbe compreso che cos’è il lavoro. In una regione i cui abitanti si chiamano Marangon, Scarparo, Muraro, Ortolan, Contadin, Fornaro o Lanaro è evi-dente che il mestiere è una forma di iden-tità. Il lavoro in veneto non è solo la fonte del reddito che permette un’esistenza più o meno decorosa alla quale non si riesce a rinunciare, come in molti hanno sostenuto, è un valore sociale fortemente correlato alla reputazione, all’onore e dunque al valore.

[email protected] a pag. 3

continua a pag. 12

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

“La salvaguardia idrogeologica del territorio è un problema, che ha dimensione mondiale ma questa azione, purtrop-po, non è ai primi posti delle politiche italiane”.

Difesa idraulica, serve prevenzione

*Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifi che e Irrigazioni

di Anna Maria Martuccelli*

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Autorizzazione Sanitaria n° 86/12

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Autorizzazione Sanitaria n° 86/12

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TROVI SEMPRE QUELLO CHE CERCHI

bottega del pesce

TABACCHI

Rivenditore autorizzato

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Bassapadovana Provincia RegioneBassapadovana Regione

Con l’Agenzia delle EntratePATTO FRA 7 COMUNIPER STANARE I FURBI

Sette Comuni uniti per smascherare i furbetti del fi sco. Este, Montagnana,

Baone, Sant’Urbano, Pozzonovo, Curtarolo e Piazzola sul Brenta: queste

le municipalità che hanno aderito al “patto antievasione” con l’Agenzia

delle Entrate. Con questo patto i Comuni si impegnano a comunicare

al Fisco tutte quelle situazioni che possono essere indizio di possibile

evasione fi scale. La segnalzione farà scattare un accertamento dell’Agenzia e, qualora il sospetto fosse verifi cato,

garantirà al Comune il 100% delle imposte recuperate e delle sanzioni.

Un esempio? Le municipalità coinvolte possono segnalare al Fisco tutti quei

soggetti che esercitano un’attività senza partita Iva, che si qualifi cano

come enti “no profi t” e in realtà svol-gono operazioni a scopo di lucro; chi

vende aree edifi cabili senza dichiarare i proventi o chi partecipa ad abusivismi

edilizi residenziali ed industriali.

L’allarme di Coldiretti PadovaCINGHIALI SCATENATIRACCOLTO DISTRUTTO

“I Colli Euganei e la campagna circostante sono alla mercé di orde di branchi di

cinghiali che devastano colture, piante, campi, vigneti e oliveti. Da troppi anni l’a-gricoltura sta pagando un prezzo immane per un’emergenza che fi nora nessuno ha

saputo risolvere. Ma ormai siamo al limite, i nostri agricoltori sono esasperati, stanchi

e molto, molto arrabbiati. La situazione potrebbe degenerare se le autorità non

procederanno immediatamente con l’avvio degli abbattimenti”. Il presidente di

Coldiretti Padova Marco Calaon torna sul fl agello dei cinghiali che stanno devastan-

do letteralmente ettari di coltivazioni.

Casa Marina e Ostello ColliCAMPI AVVENTURASUI COLLI EUGANEI

Aperte le iscrizioni per i campi “avven-turia” estivi 2012 a Casa Marina ai piedi del Monte Venda e all’Ostello dei Colli Euganei. Tarifffe speciali per i ra-gazzi residenti a Este. Per informazioni e iscrizioni mail: [email protected], tel: 049.9131781 il mercoledì e il venerdì dalle 15:00 alle 18:00, fax: 049 9139183.

Monselice, culturaPREMIO TRADUZIONEPROVA A SCUOLA

Nell’ambito delle iniziative previste per il premio di traduzione 2012, venerdi 4 maggio alle 15 alla scuola Guinizzelli si tiene la prova di traduzione destinata agli studenti di Monselice e della pro-vincia di Padova. Le adesioni dovranno pervenire tramite le rispettive scuole. Informazioni presso la biblioteca di Monselice, tel. 0429 72628.

Scadenza bando 11 maggioDA MONSELICEAGLI STATI UNITI

Scade l’11 maggio il bando di concorso per selezionare quattro giovani residenti a Monselice dai 18 ai 29 anni di età che si recheranno negli Stati Uniti d’America per un periodo massimo di 10 giorni all’inizio del mese di Luglio 2012 per visitare Boston, New York, Philadelphia e Wa-shington nell’ambito delle attività previste dal progetto “La democrazia in America”. Bando e domanda di partecipazione disponibili nel sitowww.monselicegiovani.it oppure o nella sezione Albo Pretorio On Line del sito del Comune di Monselice.Per inormazioni: [email protected]

MONSELICE

pag. 6

Futuro delle scuoleopposizioni critichecon il Comune

ESTE, IL SERVIZIO

pag. 8

Trasloca nella nuovastruttura di Pràla Rsa Santa Teclaper anziani

SPORT CICLISMO

pag. 15

Lazzari (FormaggiBeni Monselice)vince a Cartura

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS SrlEdito da: Give Emotions Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEE CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ LOCALE

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMAURO GAMBIN [email protected] JOVANE [email protected]

Chiuso in redazione il 26 aprile CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONALLORETO, VIA BRECCIA (AN)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

BILANCIO PROVINCIALE

pag. 16

Reinvestiti sul territorio poco più di 41 milioni

SPAZI APERTI

pag. 17

Lotta all’illegalità, Padova un modello

ARCHEOLOGIA

pag. 21

Reperti romani in Corso Stati Uniti

EDITORIALE

La crisi sta nei nomi dei veneti“Era un gran lavoratore”, infatti è la defi nizione che per prima esce dal cassetto dei ricordi quando ricorre la commemorazione di

un caro estinto, perché in forma speculare dice già tutto, aver dedicato molto tempo al lavoro, infatti, signifi ca averne dedicato poco alle stupidaggini, essere rimasto lontano per fi sica stanchezza da tentazioni e vizi e di essersi occupati del proprio lasciando stare la “roba” degli altri. Insomma ligio e probo, signifi ca gran lavoratore. Altrove i crumiri sono stati disprezzati ma per i veneti aver lavorato tanto e in silenzio ha signifi cato formarsi un’identità collettiva nel periodo delle grandi migrazioni verso l’Argentina o lo stato di Rio Grande do Sul. Veneto nel mondo signifi ca, gran lavoratore. Nei fi lm della commedia all’Italiana del dopoguerra i veneti sul set hanno quasi sempre interpretato il ruolo di servi o di contadini. Umili ma indispensabili. Il valore positivo riconosciuto al gran lavoratore è rimasto valido anche dopo l’arcadia felix del Veneto rurale, durante gli anni del boom economico, delle partite Iva, del “magna e desmentega” il “lavoratore” non ha subito attacchi morali nemmeno davanti all’evidenza del puro materialismo, dell’accumulo di ricchezza da esibire se non da ostentare. Il lavoro in Veneto è stato usato anche come salvacondotto per svincolare l’obbligo del rispetto dell’ambiente o più semplicemente delle regole. Chi viene nel nome del lavoro, può molto in una terra come la nostra, esiste un’idolatria dell’impiego che è stata effi cace anche nel tempo in cui non esisteva la disoccupazione e oggi che di lavoro non ce n’è tanto nei giovani rimane invalsa la volontà di identifi carsi nella propria professione tanto da esibirla in forma di status e per questo, in modo paradossale, non appartieni al sistema produttivo, evitano i lavori più umili anche se più remunerativi. Il lavoro in Veneto invece è ancora una forma di identità e per questo la crisi non è solo economica ma sociale e valorale insieme.

segue da pag. 1

Mauro Gambin - [email protected]

SANITÀ

pag. 22-23

Piano sociosanitario, ospedali in bilico

SVILUPPO

pag. 26

Veneto Stradenon è ancora fuori dal tunnel

ARTE

pag. 28

Gusmaroli, leggerezza ed invito al sorriso

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• Impianti elettrici civili e industriali• Automazioni e riparazioni cancelli• Sistemi di allarme e videosorveglianza• Installazione e progettazione impianti fotovoltaici

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56 Argomento del mese

LEGALITÀ

La mafi a e l’edilizia veneta

Sul fronte della legalità qualcosa si sta muovendo anche tra le istituzioni, tanto che il 9 gennaio di quest’anno

è stato sottoscritto il protocollo della legalità nelle grandi opere pubbliche da parte del mi-nistro dell’Interno Annamaria Cancellieri, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dell’Anci e dell’Upi.

In particolare il protocollo defi nisce una misura molto importante quando estende l’attenzione e la richiesta dei dati ai subap-

paltatori e subcontraenti l’appalto. Sono molti coloro che valutano troppo alto, però, il tetto di 5 milioni di euro indicato come importo complessivo dei lavori sopra il quale è previsto che chi subappalta debba comunicarlo in Prefettura. Tale cifra molto elevata esclude tutto ciò che avviene per appalti più modesti che però sono quelli territorialmente più impattanti. Inoltre, il Protocollo non è perpetuo ma andrà a scadere tra due anni mentre molti lavori per cui è stato pensato durano tutti molto di più. Va, inoltre, chiarito chi debba controllare che le imprese effettivamente comuni-chino tempestivamente alla stazione appaltante ogni eventuale variazione dei dati originariamente trasmessi.

La “corruzione” dell’ambiente passa attraverso la corruzione dell’animo umano, una piaga che in Italia conosciamo bene e che i cittadini pagano

caramente ogni giorno attraverso le loro tasse. Ma se a questa si aggiunge il lavoro occulto della criminalità organizzata, il gioco sporco si fa anche pericoloso sia per le imprese venete che per gli stessi veneti.

Era il maggio del 1990 quando il giudice Paolo Borsellino, in un incontro pubblico in Veneto, disse: “Per quanto riguarda il rischio mafi a, voi, oggi, in questa regione, dovete preoccuparvi soprattutto della corruzione, perché la corruzione è l’anticamera della mafi a”. “Il motivo – aveva spiegato – è facile da ca-pire: se un esponente delle organizzazioni mafi ose va in cerca di punti di riferimento per riciclare o investire nell’economia legale capitali di origine illecita non può che rivolgersi a politici corrotti, cioè a persone che han-no rivelato una certa inclinazione”.

E in moltissimi casi la corruzione pervade il ciclo del cemento, come ha dimostrato l’inchiesta che ha

coinvolto la provincia di Venezia, che fecero dire al procuratore aggiunto di Venezia Carlo Mastelloni “è la prima volta dai tempi di Tangentopoli che si torna a colpire un sistema radicato, perdurante e organizzato”.

Vittorio Rossi presidente vicario della Corte d’appel-lo di Venezia in occasione della recente inaugurazione dell’anno giudiziario ha sottolineato che nella nostra regione “la corruzione è aumentata in maniera note-volissima, c’è uno scadimento del senso della giustizia non si vede il disvalore di questi comportamenti, sono quasi tollerati e accettati”. A conferma di queste affer-mazioni bastano solo pochi numeri: in Veneto i reati contro la pubblica amministrazione sono aumentati da 3572 a 4403, con un quasi raddoppiamento dei casi di peculato (più 77,1 per cento) e incrementi notevoli di corruzione (più 32,6%) e concussione (più 17,5%).

In questo panorama il ciclo illegale del cemento è una delle piaghe più preoccupanti che registra numeri sorprendenti non solo al sud ma in tutto il nord Italia. Negli ultimi cinque anni in Emilia Romagna, Veneto,

Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, le forze dell’ordine hanno accertato ben 7.139 reati, quasi 4 al giorno. Per un tipo di illegalità che coinvolge una selva di soggetti, dai “semplici” cittadini ai funzionari pubblici, dagli imprenditori ai colletti bianchi, passando, spesso, per i clan mafi osi:

Il Veneto se la “cava” con 903 infrazioni, ma è da notare che in rapporto alle dimensioni territoriali la nostra regione guadagna un buon terzo posto nella “classifi ca nera” alla pari con l’Emilia Romagna.

La corruzione riguarda il ciclo del cemento in tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione delle infrastrut-ture.

L’argomento è di grande attualità se pensiamo che solo il 5 aprile si è tenuta la prima udienza per 51 imprenditori accusati di aver fatto “cartello”, tra il 2006 e il 2007, per pilotare le gare pubbliche per appalti stradali.

L’inchiesta delle fi amme gialle, denominata “ap-

di Germana Urbani

EDILIZIALegambiente veneto

denuncia il lavoro di ruspe e di betoniere legali,

che secondo gli ultimi dati Ispra in Italia sono talmente

voraci da divorare ogni giorno qualcosa come 100 ettari

di territorio vergine, poco meno di 100 campi da

calcio per un impiego di oltre 3 miliardi di metri cubi

di calcestruzzo Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorioIl mattone selvaggio non risparmia nessun lembo d’Italia.

Facendo la conta dei reati accertati nel ciclo del cemen-to negli ultimi 5 anni, infatti, anche le regioni del nord

registrano perfomance allarmanti: 7.139 infrazioni, 9.421 persone denunciate, 1.198 sequestri, 9 arresti. Il Veneto, grazie all’operazione attenta delle forze di polizia, non evi-denzia episodi allarmanti in questo settore.

MATTONE SELVAGGIO

L’illegalità che permea il mondo delle costruzioni si cala in un paese che è tra i massimi produttori al mondo di calcestruzzo e con una delle più alte per-

centuali di consumo del suolo, che ha raggiunto il 7,3% della superfi cie totale: solo Olanda (13,2%), Belgio (9,8%) e Lussemburgo (7,4%) hanno saputo fare di peggio, secondo i dati dell’Istat.

L’ITALIA DEL CALCESTRUZZO

57Argomento del mese

paltopoli”, riguardava la gestione drogata di decine di gare pubbli-che soprattutto nel settore viario e dei lavori stradali mediante la formazione dei “cartelli” per concordare i ribassi.

Un altro processo che prende il via in questi giorni il processo contro Angelo Canalia, funzionario della provincia di Vicenza.

A seguito delle dichiarazioni dell’imprenditore Pietro Colpo il nucleo di polizia tributaria della guardia di fi nanza di Vicenza, coordinato dal maggiore Paolo Borelli, ave-va arrestato in fl agranza di reato il dirigente dell’uffi cio cave e miniere, Angelo Canalia, con l’ipotesi d’accusa di concussione aggravata e continuata.

Lo si accusa di aver preso tangenti per ri-lasciare le autorizzazioni. Altre sei persone, tre imprenditori, l’ex sindaco di Tezze e due funzionari della Regione, erano stati iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto per poter chiudere il cerchio su una situazione che metteva in luce la possibile esistenza di un “sistema corruzione”.

Quanto alla gestione delle infrastrutture, una delle notizie che è rimbalzata sulle cronache giornalistiche di tutta Italia è stata quella

che ha riguardato l’ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) nei confronti dell’Amministratore delegato dell’Autostrada Venezia-Padova, ad opera della Guardia di fi nanza. L’inchiesta ruota attorno a un presunto sistema illegale di aggiudicazione dei lavori pubblici, attraverso un vasto apparato corruttivo.

L’operazione – precisano gli inquirenti – costituisce la pro-secuzione dell’indagine svolta nei mesi scorsi a carico dei vertici

del settore edilizia della Provincia di Venezia, strettamente legati a un gruppo di imprenditori locali, che riuscivano perciò a farsi assegnare la quasi totalità dei lavori pubblici del Settore Edilizia, da svolgere nella provincia, senza nep-pure dover ricorrere a pubbliche gare d’appalto.

Il sistema di assegnazione si basava, spie-gano gli inquirenti, sul “cottimo fi duciario”, cioè la vecchia trattativa privata, in cui, per asserite ragioni d’urgenza, per l’importo dei lavo-ri da svolgere o per altre motivazioni di comodo, veniva omessa la gara pubblica, facendo ricadere la scelta sistematicamente sull’im-prenditore di riferimento.

Denuncia in Veneto

Le strade dell’illecitoOmbre su Valdastico e PassanteLe grandi infrastrutture che stanno cambiando il Veneto sono tutte interessate da

episodi o modalità d’appalto su cui i cittadini dovrebbero rifl ettere a fondo. I lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico sud sono stati interessati dal fenomeno

dell’uso del cemento depotenziato. A dimostrarlo sono state le indagini sull’utilizzo di rifi uti come sottofondo stradale sequestrati dalla direzione distrettuale antimafi a della procura di Caltanissetta nel novembre del 2008. Sequestro, con facoltà d’uso dell’autostrada, che è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la docu-mentazione, hanno riscontrato signifi cativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. Sul Passante di Mestre, invece, la Corte dei conti ha effettuato, nel 2011, una disanima della gestione dell’opera che mette in luce alcuni aspetti signifi cativi. Sotto il profi lo dei costi il progetto ha subìto tre va-rianti “che hanno comportato un notevole innalzamento dei costi”. Il preventivo del 2004 dichiarò un costo di 864.261.368,00 euro mentre il costo fi nale è risultato di 1.388.232.323,79 con un aumento fi nale del 60,62 per cento. Inoltre, il Passante è stato la prima grande opera conclusa con procedura d’”emergenza”, anche se in assenza di cataclismi. Su questo la Corte dei conti ricorda una segnalazione dell’Au-torità di Vigilanza sui contratti pubblici che nel 2009 sottolineava: “Si rappresenta il timore che il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale, celando l’assenza di adeguate strategie di intervento per la soluzione radicale del problema, si risolva in una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice de-gli appalti”. Con la medesima procedura si sta conducendo la Pedemontana veneta.

FIRMATO UN PROTOCOLLO PER LA LEGALITÀ

Era il lontano 1992 quando il boss di Cosa Nostra Giuseppe Madonia fu arrestato a Longare, nel vicentino, mentre era impegnato nell’attività di un’impresa edile atti-va nella costruzione di strade, fognature e opere idrauliche. Un avvenimento che

dimostra come l’insediamento mafi oso nel settore dell’edilizia veneta sia un fenomeno di lunga durata.

Più di dieci anni fa, infatti, un’analisi del Comando regionale veneto della Guardia di Finanza, denunciava come “la particolare struttura industriale, caratterizzata da una molteplicità di piccole e medie imprese a ristretta base societaria ed in perenne evoluzione tecnologica, rende il sistema permeabile alla penetrazione di tipo economico delle varie forme di criminalità”.

Venendo a tempi più recenti, il rapporto della Direzione investigativa antimafi a del primo semestre 2010 sottolinea che “nel Veneto permangono i segnali di interesse delle tradizionali organizzazioni di matrice mafi osa e tra queste la ‘ndrangheta, verso i settori dell’economia locale”. E gli analisti spiegano che la Dia è stata indotta a svolgere controlli maggiormente pervasivi su “soggetti segnalati per tali attività dall’Unità di informazione fi nanziaria della Banca d’Italia”. Sulla presenza in Veneto di società costituite, in toto o in parte, da esponenti della criminalità organizzata va rilevata la puntualizzazione del magistrato Olga Papasso che nell’ultimo rapporto della Direzione nazionale antimafi a, nel capitolo dedicato alle infi ltrazioni in Abruzzo relative alla ricostruzione del dopo terremoto, il magistrato dice chiaramente che non è dal sud che arriva il pericolo: “la maggior parte delle imprese infi ltrate da interessi mafi osi hanno spesso sede altrove, come si è detto prevalentemente a Roma, in Abruzzo, in Veneto e in Emilia Romagna, almeno per quanto riguarda l’esperienza fi n qui maturata”.

Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorio

La corruzione riguarda tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione

4 Argomento del mese44 Argomento del mese

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56 Argomento del mese

LEGALITÀ

La mafi a e l’edilizia veneta

Sul fronte della legalità qualcosa si sta muovendo anche tra le istituzioni, tanto che il 9 gennaio di quest’anno

è stato sottoscritto il protocollo della legalità nelle grandi opere pubbliche da parte del mi-nistro dell’Interno Annamaria Cancellieri, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dell’Anci e dell’Upi.

In particolare il protocollo defi nisce una misura molto importante quando estende l’attenzione e la richiesta dei dati ai subap-

paltatori e subcontraenti l’appalto. Sono molti coloro che valutano troppo alto, però, il tetto di 5 milioni di euro indicato come importo complessivo dei lavori sopra il quale è previsto che chi subappalta debba comunicarlo in Prefettura. Tale cifra molto elevata esclude tutto ciò che avviene per appalti più modesti che però sono quelli territorialmente più impattanti. Inoltre, il Protocollo non è perpetuo ma andrà a scadere tra due anni mentre molti lavori per cui è stato pensato durano tutti molto di più. Va, inoltre, chiarito chi debba controllare che le imprese effettivamente comuni-chino tempestivamente alla stazione appaltante ogni eventuale variazione dei dati originariamente trasmessi.

La “corruzione” dell’ambiente passa attraverso la corruzione dell’animo umano, una piaga che in Italia conosciamo bene e che i cittadini pagano

caramente ogni giorno attraverso le loro tasse. Ma se a questa si aggiunge il lavoro occulto della criminalità organizzata, il gioco sporco si fa anche pericoloso sia per le imprese venete che per gli stessi veneti.

Era il maggio del 1990 quando il giudice Paolo Borsellino, in un incontro pubblico in Veneto, disse: “Per quanto riguarda il rischio mafi a, voi, oggi, in questa regione, dovete preoccuparvi soprattutto della corruzione, perché la corruzione è l’anticamera della mafi a”. “Il motivo – aveva spiegato – è facile da ca-pire: se un esponente delle organizzazioni mafi ose va in cerca di punti di riferimento per riciclare o investire nell’economia legale capitali di origine illecita non può che rivolgersi a politici corrotti, cioè a persone che han-no rivelato una certa inclinazione”.

E in moltissimi casi la corruzione pervade il ciclo del cemento, come ha dimostrato l’inchiesta che ha

coinvolto la provincia di Venezia, che fecero dire al procuratore aggiunto di Venezia Carlo Mastelloni “è la prima volta dai tempi di Tangentopoli che si torna a colpire un sistema radicato, perdurante e organizzato”.

Vittorio Rossi presidente vicario della Corte d’appel-lo di Venezia in occasione della recente inaugurazione dell’anno giudiziario ha sottolineato che nella nostra regione “la corruzione è aumentata in maniera note-volissima, c’è uno scadimento del senso della giustizia non si vede il disvalore di questi comportamenti, sono quasi tollerati e accettati”. A conferma di queste affer-mazioni bastano solo pochi numeri: in Veneto i reati contro la pubblica amministrazione sono aumentati da 3572 a 4403, con un quasi raddoppiamento dei casi di peculato (più 77,1 per cento) e incrementi notevoli di corruzione (più 32,6%) e concussione (più 17,5%).

In questo panorama il ciclo illegale del cemento è una delle piaghe più preoccupanti che registra numeri sorprendenti non solo al sud ma in tutto il nord Italia. Negli ultimi cinque anni in Emilia Romagna, Veneto,

Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, le forze dell’ordine hanno accertato ben 7.139 reati, quasi 4 al giorno. Per un tipo di illegalità che coinvolge una selva di soggetti, dai “semplici” cittadini ai funzionari pubblici, dagli imprenditori ai colletti bianchi, passando, spesso, per i clan mafi osi:

Il Veneto se la “cava” con 903 infrazioni, ma è da notare che in rapporto alle dimensioni territoriali la nostra regione guadagna un buon terzo posto nella “classifi ca nera” alla pari con l’Emilia Romagna.

La corruzione riguarda il ciclo del cemento in tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione delle infrastrut-ture.

L’argomento è di grande attualità se pensiamo che solo il 5 aprile si è tenuta la prima udienza per 51 imprenditori accusati di aver fatto “cartello”, tra il 2006 e il 2007, per pilotare le gare pubbliche per appalti stradali.

L’inchiesta delle fi amme gialle, denominata “ap-

di Germana Urbani

EDILIZIALegambiente veneto

denuncia il lavoro di ruspe e di betoniere legali,

che secondo gli ultimi dati Ispra in Italia sono talmente

voraci da divorare ogni giorno qualcosa come 100 ettari

di territorio vergine, poco meno di 100 campi da

calcio per un impiego di oltre 3 miliardi di metri cubi

di calcestruzzo Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorioIl mattone selvaggio non risparmia nessun lembo d’Italia.

Facendo la conta dei reati accertati nel ciclo del cemen-to negli ultimi 5 anni, infatti, anche le regioni del nord

registrano perfomance allarmanti: 7.139 infrazioni, 9.421 persone denunciate, 1.198 sequestri, 9 arresti. Il Veneto, grazie all’operazione attenta delle forze di polizia, non evi-denzia episodi allarmanti in questo settore.

MATTONE SELVAGGIO

L’illegalità che permea il mondo delle costruzioni si cala in un paese che è tra i massimi produttori al mondo di calcestruzzo e con una delle più alte per-

centuali di consumo del suolo, che ha raggiunto il 7,3% della superfi cie totale: solo Olanda (13,2%), Belgio (9,8%) e Lussemburgo (7,4%) hanno saputo fare di peggio, secondo i dati dell’Istat.

L’ITALIA DEL CALCESTRUZZO

57Argomento del mese

paltopoli”, riguardava la gestione drogata di decine di gare pubbli-che soprattutto nel settore viario e dei lavori stradali mediante la formazione dei “cartelli” per concordare i ribassi.

Un altro processo che prende il via in questi giorni il processo contro Angelo Canalia, funzionario della provincia di Vicenza.

A seguito delle dichiarazioni dell’imprenditore Pietro Colpo il nucleo di polizia tributaria della guardia di fi nanza di Vicenza, coordinato dal maggiore Paolo Borelli, ave-va arrestato in fl agranza di reato il dirigente dell’uffi cio cave e miniere, Angelo Canalia, con l’ipotesi d’accusa di concussione aggravata e continuata.

Lo si accusa di aver preso tangenti per ri-lasciare le autorizzazioni. Altre sei persone, tre imprenditori, l’ex sindaco di Tezze e due funzionari della Regione, erano stati iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto per poter chiudere il cerchio su una situazione che metteva in luce la possibile esistenza di un “sistema corruzione”.

Quanto alla gestione delle infrastrutture, una delle notizie che è rimbalzata sulle cronache giornalistiche di tutta Italia è stata quella

che ha riguardato l’ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) nei confronti dell’Amministratore delegato dell’Autostrada Venezia-Padova, ad opera della Guardia di fi nanza. L’inchiesta ruota attorno a un presunto sistema illegale di aggiudicazione dei lavori pubblici, attraverso un vasto apparato corruttivo.

L’operazione – precisano gli inquirenti – costituisce la pro-secuzione dell’indagine svolta nei mesi scorsi a carico dei vertici

del settore edilizia della Provincia di Venezia, strettamente legati a un gruppo di imprenditori locali, che riuscivano perciò a farsi assegnare la quasi totalità dei lavori pubblici del Settore Edilizia, da svolgere nella provincia, senza nep-pure dover ricorrere a pubbliche gare d’appalto.

Il sistema di assegnazione si basava, spie-gano gli inquirenti, sul “cottimo fi duciario”, cioè la vecchia trattativa privata, in cui, per asserite ragioni d’urgenza, per l’importo dei lavo-ri da svolgere o per altre motivazioni di comodo, veniva omessa la gara pubblica, facendo ricadere la scelta sistematicamente sull’im-prenditore di riferimento.

Denuncia in Veneto

Le strade dell’illecitoOmbre su Valdastico e PassanteLe grandi infrastrutture che stanno cambiando il Veneto sono tutte interessate da

episodi o modalità d’appalto su cui i cittadini dovrebbero rifl ettere a fondo. I lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico sud sono stati interessati dal fenomeno

dell’uso del cemento depotenziato. A dimostrarlo sono state le indagini sull’utilizzo di rifi uti come sottofondo stradale sequestrati dalla direzione distrettuale antimafi a della procura di Caltanissetta nel novembre del 2008. Sequestro, con facoltà d’uso dell’autostrada, che è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la docu-mentazione, hanno riscontrato signifi cativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. Sul Passante di Mestre, invece, la Corte dei conti ha effettuato, nel 2011, una disanima della gestione dell’opera che mette in luce alcuni aspetti signifi cativi. Sotto il profi lo dei costi il progetto ha subìto tre va-rianti “che hanno comportato un notevole innalzamento dei costi”. Il preventivo del 2004 dichiarò un costo di 864.261.368,00 euro mentre il costo fi nale è risultato di 1.388.232.323,79 con un aumento fi nale del 60,62 per cento. Inoltre, il Passante è stato la prima grande opera conclusa con procedura d’”emergenza”, anche se in assenza di cataclismi. Su questo la Corte dei conti ricorda una segnalazione dell’Au-torità di Vigilanza sui contratti pubblici che nel 2009 sottolineava: “Si rappresenta il timore che il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale, celando l’assenza di adeguate strategie di intervento per la soluzione radicale del problema, si risolva in una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice de-gli appalti”. Con la medesima procedura si sta conducendo la Pedemontana veneta.

FIRMATO UN PROTOCOLLO PER LA LEGALITÀ

Era il lontano 1992 quando il boss di Cosa Nostra Giuseppe Madonia fu arrestato a Longare, nel vicentino, mentre era impegnato nell’attività di un’impresa edile atti-va nella costruzione di strade, fognature e opere idrauliche. Un avvenimento che

dimostra come l’insediamento mafi oso nel settore dell’edilizia veneta sia un fenomeno di lunga durata.

Più di dieci anni fa, infatti, un’analisi del Comando regionale veneto della Guardia di Finanza, denunciava come “la particolare struttura industriale, caratterizzata da una molteplicità di piccole e medie imprese a ristretta base societaria ed in perenne evoluzione tecnologica, rende il sistema permeabile alla penetrazione di tipo economico delle varie forme di criminalità”.

Venendo a tempi più recenti, il rapporto della Direzione investigativa antimafi a del primo semestre 2010 sottolinea che “nel Veneto permangono i segnali di interesse delle tradizionali organizzazioni di matrice mafi osa e tra queste la ‘ndrangheta, verso i settori dell’economia locale”. E gli analisti spiegano che la Dia è stata indotta a svolgere controlli maggiormente pervasivi su “soggetti segnalati per tali attività dall’Unità di informazione fi nanziaria della Banca d’Italia”. Sulla presenza in Veneto di società costituite, in toto o in parte, da esponenti della criminalità organizzata va rilevata la puntualizzazione del magistrato Olga Papasso che nell’ultimo rapporto della Direzione nazionale antimafi a, nel capitolo dedicato alle infi ltrazioni in Abruzzo relative alla ricostruzione del dopo terremoto, il magistrato dice chiaramente che non è dal sud che arriva il pericolo: “la maggior parte delle imprese infi ltrate da interessi mafi osi hanno spesso sede altrove, come si è detto prevalentemente a Roma, in Abruzzo, in Veneto e in Emilia Romagna, almeno per quanto riguarda l’esperienza fi n qui maturata”.

Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorio

La corruzione riguarda tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione

555Argomento del mese

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6 Monselice66 Monselice

L’ultima via inaugurata a Mon-selice è stata intitolata all’A-eronautica. Un evento voluto

fortemente dall’omonima associa-zione che ha attirato centinaia di cittadini per assistere a parate e voli acrobatici. “Quando ci è pervenuta l’istanza da parte dell’Associazione Arma Aeronautica la richiesta è stata accolta con favore perché si è ritenuto di dare un riconoscimento all’attività quotidiana svolta dall’Aeronautica nell’interesse dei cittadini – ha commenta-to il sindaco Francesco Lunghi - L’Aeronautica militare ha il compito primario di tutelare la sovranità nazionale attraverso la difesa aerea dei cieli e del mare, oltre a quello di garantire l’appoggio tattico alle Forze armate di superfi cie, esercito e marina. Inoltre in cooperazione con gli altri paesi Nato garantisce la sicurezza comune dell’Alleanza atlantica. L’intitolazione di questa via “Dell’Aeronautica” deve essere un ricordo non solo degli aerei che solcano i cieli ma anche di coloro che sono caduti per la difesa dell’Italia e dei cittadini, sia nei periodi bellici sia per incidenti vari avvenuti in tempi di pace”.

Intanto, la giunta comunale ha anche approvato il progetto preliminare dei lavori di realizzazione di 65 loculi all’interno dell’area del nuovo ampliamento del cimitero di San Bortolo, in prosecuzione del blocco di quelli esistenti. Si tratta di una nuova ala della lunghezza corrispondente a 13 fi le. Inoltre è prevista la prosecuzione del marciapiede sempre in betonella come tutte le pavimentazioni presenti all’interno del cimitero. La spesa complessiva prevista è di euro 67.000.

Il lifting del cimitero continuerà con il progetto di manutenzione straordinaria del muro di cinta (lato est ed ovest) particolarmente fatiscente. Si tratta di rifacimento degli intonaci, il ripristino dei mattoni faccia a vista dei pilastri e la sostituzione di grondaie e pluviali corrosi. La spesa complessiva prevista è di euro 33.000.

NEWS

Su richiesta dell’associazione di MonseliceSTRADA INTITOLATA ALL’AERONAUTICA

E.M.

Gli aerei che hanno sorvolatoMonselice durante l’inaugurazione

La vicenda sull’accorpamento di alcuni istituti scolastici voluto dalla Regione Veneto, non si è ancora conclusa. L’ul-

tima puntata riguarda la disponibilità di una sala pubblica per intavolare un dibattito tra istitutzioni e genitori. “Essendo stati coinvol-ti nella problematica, in qualità di Consiglieri Comunali, ritenevamo corretto e opportuno uno confronto – hanno spiegato i consiglieri Francesco Miazzi, Rino Biscaro, Gabriella Zanin e Pietroantonio Aldrigo - Con que-sta fi nalità, il 2 aprile come gruppi Consi-liari del centrosinistra, abbiamo presentato al sindaco la richiesta della sala consiliare per attuare questo confronto, al quale pen-savamo di invitare tutti i soggetti coinvolti e i genitori interessati. Il giorno successivo ci è stato notifi cato il divieto all’uso della sala consiliare e lo spostamento del con-fronto nella sala della Buona Morte, con il pretesto che si trattava di “dibattito aperto al pubblico”. Se avessimo voluto fare un’as-semblea indetta da gruppi o forze politiche, avremmo chiesto uno spazio con modalità

diverse. Il fatto che il confronto fosse aperto al pubblico, non poteva certo rappresentare un problema, visto che oltre al Consiglio Comunale, si sono svolte decine d’iniziative più o meno istituzionali, aperte al pubblico. E’ quindi lampante che ci stiamo trovando

di fronte all’ennesimo atto di arroganza da parte del sindaco, che evidentemente pensa di poter decidere impunemente chi possa usufruire di questo spazio istituzionale e quali debbano essere gli argomenti da trat-tare”.

Una vicenda che non si è ancora con-clusa, sulla quale è stato informato anche il Prefetto. “Ci sentiamo lesi nei nostri diritti di Consiglieri Comunali e non intendiamo ac-cettare passivamente questo sopruso, dato che questo sindaco con i suo giochetti ha già dimezzato la rappresentanza della mino-ranza – hanno commentato i consiglieri di minoranza - Rispetto istituzionale signifi ca che l’uso degli spazi dovrebbe avere fi na-lità chiare e regolamentate, ma soprattutto uguali per tutti i gruppi consiliari.

Perciò, di tutto questo renderemo par-tecipe il Prefetto di Padova, affi nchè faccia sentire la sua voce e intervenga per garan-tire l’agibilità a tutti i Consiglieri Comunali al fi ne di poter espletare pienamente il loro mandato”.

Negato l’uso della sala consiliare all’opposizione“Ci sentiamo lesi nei nostri diritti di consiglieri”

Il caso Ancora scintille sulla decisione di unifi care gli istituti scolastici

Accorpamento polemico

Il Municipio di Monselice

Il tanto agoniato intervento di sistemazio-ne di via 28 Aprile è iniziato. Un cantiere invocato ormai da anni, per una delle vie

più centrali di Monselice, ormai ridotta ad un safari di buche e avallamenti. La strada era addirittura diventata “ovale” formando una vistosa “pancia” nella parte centrale della carreggiata. Ma con questo intervento, la via avrà un volto completamente nuovo. Le ditte incaricate dei lavori hanno già posizionato la nuova segnaletica per far scattare la mo-difi ca alla viabilità. L’ordinanza fi rmata dal responsabile della viabilità prevede, per tutta la durata del cantiere, la chiusura al traffi co veicolare e il divieto di sosta con rimozione coatta per tutta via 28 Aprile, fi no al 19 set-tembre. Ma di fatto la chiusura sarà modula-ta a seconda dell’avanzamento del cantiere.

Per il momento il cantiere prosegue a pieno regime e i lavori sono partiti anche nell’altro troncone, all’estremità collegata alla piazza e a via Roma. Di fatto, da qual-che giorno via 28 Aprile è completamente off-limits alle auto: chi giunge in centro pro-venendo da via Roma, viene deviato sul lato di piazza Mazzini, dove il senso di marcia

è stato invertito, sbucando in via Dante. I lavori in corso, anche in questo primo tratto della via, stanno comunque lasciando libera metà della carreggiata. In via 11 febbraio è scattata invece l’inversione del senso di marcia. Stesso discorso per piazza Mazzini e via Dante: i veicoli sono stati dirottati verso il ponte della Pescheria, con uno stop all’altez-za dell’incrocio con via Zanellato.

In pratica, l’inversione del senso di mar-cia si rende obbligatoria per consentire una via di uscita a chi giunge in piazza e non può più proseguire su via 28 Aprile. Doppio senso di marcia invece in via Argine Destro, nel tratto compreso tra l’incrocio a rotatoria con via Castello e viale della Repubblica e il ponte di ferro. Per questo, lungo la stessa via scatterà il divieto di sosta.

Ad eseguire i lavori di rifacimento della pavimentazione stradale e dei marciapiedi, oltre alla sostituzione della rete idrica e fo-gnaria, saranno le ditte che si sono aggiu-dicate la gara: la Frealdo Asfalti srl di San Germano dei Berici (Vi) e la Capello snc di Villa Estense. La durata prevista del cantiere è di 180 giorni.

VIA 28 APRILE: FINALMENTE I LAVORI

E.M.

di Emanuele Masiero

Page 9: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

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8 Este88 Este

Una nuova struttura per disabili, fi nanziata con oltre 4 milioni dalla Regione. Ma le fon-dazioni e gli enti del territorio, a partire da

quelli di Este, non ci stanno: quel progetto rischia di “uccidere” il mercato e far morire le strutture già esistenti. E’ una polemica aspra quella nata nelle scorse settimane.

L’Ipas Società Cooperativa di Padova, ente al cui capo c’è Moreno Lando, ha ottenuto dalla Re-gione Veneto un fi nanziamento pari a 4.202.000 euro per realizzare una struttura per disabili a Mon-selice. L’intervento, mirato a garantire l’integrazione lavorativa dei portatori di handicap, sarà capace di accogliere 40 utenti. Sarà accolto da un fabbrica-to (denominato “Saiace C”) in via di costruzione nella zona industriale monselicense, in via Umbria. Quando il nome dell’Ipas è comparso nell’elenco dei progetto fi nanziati dalla Regione (in 86 avevano fatto richiesta, solo in 13 hanno ricevuto il fondo), è scoppiata la bagarre.

Il primo a protestare è stato il sindaco Gian-carlo Piva: “Il Comune di Monselice pare abbia avvallato il progetto per disabili di Monselice, senza però mettere mai al corrente gli altri sindaci dell’Usl 17. Nessuno conosce il progetto, nessuno sa di cosa si tratta, eppure l’investimento è notevole. Quella di Monselice è un’iniziativa non prevista dal “piano di zona”, e la sua realizzazione rischia di mettere a rischio di sopravvivenza tutti gli altri centri del territorio. Ruberà utenze alle altre strutture e dun-que anche quelle quote che la Regione rimborsa al nostro territorio nella cura di anziani e disabili, fondamentali per mantenere in vita questi centri”.

Fondazioni e coooperative del territorio confer-mano. Fondazione Franchin Simon, Fondazione Irea Morini Pedrina Pelà Tono, cooperativa sociale Giova-ni e Amici e cooperativa Alambicco hanno deciso di mettere nero su bianco questo dissenso, scrivendo ai sindaci dell’Usl 17, al coordinatore Dionisio Fiocco

e al direttore generale dell’Usl 17 Giovanni Pavesi.“Premesso che sarebbe interessante verifi care

il fabbisogno di questo servizio, - scrivono i quattro enti - la cooperativa Ipas comunica che, avvalendosi del socio privato Bramasole, e con il supporto del Servizio di Integrazione Lavorativa (Sil) dell’Usl 17, avvierà l’individuazione dei soggetti disabili da inserire nei lavori di assemblaggio.

Non ci sembra si tratti di una grande innovazio-ne, ma piuttosto la ripetizione di una prassi da tem-po consolidata nel territorio. La cooperativa Yges It, per esempio, svolge ad Este questo sercizio da un decennio e la Fondazione Irea sta completando nel-

la zona industriale di Este una struttura per disabili da occupare proprio in attività di assemblaggio”.

Con costi nettamente inferiori rispetto a quelli previsti per la nuova realtà di Monselice. Continuano le quattro voci: “Il fi nanziamento assegnato a Ipas pone fuori mercato tutte le altre attività del territorio impegnate in azioni di inclusione sociale attraverso il lavoro, che soccomberanno di fronte allo strapotere economico di chi potrà giocare con altre regole nello stesso ambito di intervento senza essere soggetto ai doverosi controlli che si applicano agli enti ac-creditati”. La richiesta è chiara: il progetto venga sfi duciato.

La polemica Protestano le cooperative sociali del territorio e il sindaco di Este

Coop disabili, aria di rivolta

Attivitàin un CentroDiurnodella BassaPadovana,protestanole cooperati-ve peril contributoad unanuova realtàche dovrebbe sorgerea Monselice

L’Ipas di Padova ha ottenuto 4 milionie 202 mila euro dalla Regione per una nuova struttura a Monselice

Tappa storica per la Rsa Santa Tecla di Este, l’istituto per anziani atestino. Ha infatti uffi cialmente chiuso i battenti il nucleo originario della struttura, la Santo

Stefano. Il 29 marzo tutti e 85 i residenti sono stati trasferiti nella nuovissima struttura di via Pra’, oggetto di un importante ampliamento. Monsignor Luciano Carraro, parroco del Duomo e presidente della fonda-zione che dirige la Santa Tecla, commenta così questo passaggio: “E’ un tappa che defi nirei epocale e che si è

svolta nel migliore dei modi e con grande professionali-tà da parte tutti gli operatori. Tre anni fa ci siamo detti: o chiudiamo la Santo Stefano, vista la struttura vetusta e poco consona alle esigenze degli anziani, o credia-mo nell’investimento per la Santa Tecla, garantendo peraltro anche il mantenimento dei quasi cento posti di lavoro legati al vecchio ricovero. Abbiamo optato per la prima ipotesi, e siamo tuttora convinti che quella sia stata una scelta di responsabilità”. Ora si apre un forte

interrogativo legato al futuro della Santo Stefano: l’im-mobile è imponente e si trova in una zona della città di alto pregio. “Avvieremo un ragionamento già prima dell’estate anche con le istituzioni del territorio, per ca-pire cosa fare di questo stabile che sicuramente ha un volume e una valenza notevoli”, assicura il monsignore. Intanto le tensioni tra direzione e lavoratori non si placa-no: lo scorso 5 aprile, si è tenuta una manifestazione di protesta di 60 lavoratori.

SANITA’ Trasferita nel nuovo stabile di via Prà. Ora si apre l’interrogativo sul futuro di S. StefanoSEDE TUTTA NUOVA PER GLI OSPITI DELLA RSA “SANTA TECLA”

N.C.

Entro l’estate il mastio del ca-stello ritornerà

alla città. Dopo più di un decennio, dunque, lo storico spazio del castello marchionale sarà ancora accessi-bile. Ad assicurarlo è l’assessore all’Am-biente, Ermes Trava-glia, che annuncia nell’occasione l’affi damento della gestione dei giardini del castello alla cooperativa sociale Idee Verdi di Aba-no Terme. Tra gli impegni di Idee Verdi c’è anche quello di riaprire l’accesso al mastio: “Dovremo riuscire a farlo entro l’estate - con-ferma l’assessore - e inizialmente si potrà arrivare fi no alla som-mità dei giardini per quattro ore alla settimana, nei weekend”. Idee Verdi ha vinto la concorrenza di Nova Cooperativa Sociale di Tribano e cooperativa sociale Giotto di Padova. Il Comune verserà in cinque anni alla realtà aponense 463 mila euro.

Alla cooperativa spetterà anche l’onere di provvedere ad installare nuove panchine, di mantenere la pulizia delle mura, di piantumare nuove siepi e di sostituire gli attuali alberi morti. Oltre ovviamente alla sistemazione della aiuole e alla pota-tura delle piante. E poi è previsto anche il censimento di tutte le essenze ospitate dai giardini, “allo scopo di creare un vero e proprio percorso botanico che parta dall’ingresso principale e arrivi fi no al mastio – anticipa Travaglia - Ogni pianta sarà corre-data da un’etichetta che ne specifi ca il nome e appositi segnali permetteranno di muoversi tra i giardini con una logica mirata a valorizzare i tesori verdi che vi trovano spazio. In questa maniera pensiamo di rendere i giardini anche meta di visite guidate e gite d’istruzione delle scuole del territorio”. Idee Verdi ha inoltre il dovere di utilizzare all’interno dei giardini solamente prodotti ecosostenibili.

NEWS

Affi data la gestione dei giardiniIL MASTIO DEL CASTELLO TORNAALLA CITTÀ ENTRO L’ESTATE

N.C.

Le mura del Castello

Se ne occuperàla cooperativasociale “IdeeVerdi” di Abano per cinque anni

La nuova Rsa Santa Tecla a Prà d’Este

di Nicola Cesaro

Page 11: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

999Montagnana

La Festa del Prosciutto, appuntamento tra i più attesi di Montagnana, cambia nome e gestione. Si chiamerà “Montagnana in festa.

Prosciutto Veneto Berico-Euganeo D.O.P. Vince il gusto” , è in programma dal 18 al 27 maggio, e la gestione è stata affi data alla Mark. Co. & Co, agenzia padovana di marketing e comunicazione che ha matura-to un’esperienza specifi ca nella gestione di grandi eventi. Questa realtà sarà dunque la prima “esterna” a prendere le redini dell’e-vento dopo la turbolenta dipartita della Pro Loco.

“Montagnana non poteva rimanere orfana di una delle sue manifestazioni più importanti – è il commento del sindaco Lo-redana Borghesan, che non ha mai lascia-to intendere di voler rinunciare alla festa - Dopo che la Pro loco ha dichiarato di non essere disponibile a svolgere questa edizio-ne, il Comune si è attivato per realizzare la festa comunque, perché è un evento che ha raggiunto una fama interregionale, è la vetrina di un prodotto locale di assoluta eccellenza e la nostra città non può privarsi di questa manifestazione”.

Le ditte con l’intenzione di organizzare la festa avevano tempo fi no allo scorso 2 aprile per manifestare la volontà di parteci-pare alla gara. La Mark. Co & Co. è quella che si è aggiudicata la gara. Il bando ha messo i paletti su tutti gli aspetti organiz-zativi dell’evento: l’assunzione di rischi e oneri organizzativi, gestionali e legati agli eventi proposti, l’autonomo approvvigio-

namento delle forniture elettrica e idrica, il reperimento di idonei sponsor per la manifestazione, il rispetto di tutta la nor-mativa in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e dei parametri previsti dalla normativa in materia di tutela dell’inquinamento acustico, l’assunzione delle spese per la fruizione delle strutture e degli spazi concessi, la migliore e più am-pia promozione dell’immagine del Comune di Montagnana.

Non mancano però le polemiche sul mancato affi damento della gestione della festa alla Pro Loco. Il consigliere di mino-ranza Alessandro Uguccioni, in proposito, denuncia: “In questi ultimi mesi, oltre alla voluta destabilizzazione della Pro loco, si sono succedute dimissioni a raffi ca, come quelle del presidente dell’Ac Montagnana e del presidente del Palio dei dieci Comuni. Che sta succedendo a Montagnana?”.

Affi data la gestione ad una agenzia padovana che seguirà ogni aspetto organizzativo dell’evento

La festa cambia nomeall’insegna del gusto

Una precedente edizione della Festa del Prosciutto

Non mancanoperò le polemichedella minoranzasull’esclusionedella Pro Loco

Quarant’anni di storia e di solidarietà con il Corno d’Africa per il Gma, il Gruppo Missioni Africa. Fin dalla

sua nascita, nel 1972, su iniziativa del fondatore padre Vitale Vitali, l’intervento formativo ed educativo del Gma in Africa e in Italia è rivolto prevalentemente a favore dei minori poveri con l’impegno di diffondere una cultura di solidarietà, di giustizia, di pace, di servizio e di pro-mozione sociale verso popolazioni svan-taggiate per un cammino di autosviluppo. “Quarant’anni si compiono una volta sola e per un’associazione come la nostra si tratta di un traguardo fondamentale. - spiegano i responsabili del Gma. Siamo una delle poche realtà del genere in Italia a festeggiare questo anniversario. Ad oggi contiamo più di seimila contatti e voglia-mo condividere i nostri primi quarant’anni con tutta la cittadinanza proponendo un momento di festa e rifl essione. Lo faccia-mo con due conferenze, la prima rivolta alle scuole superiori e la seconda alla cittadinanza”. All’appuntamento è per sabato 5 maggio. Al mattino l’incontro con le classi quarte e quinte degli istituti superiori di Montagnana, alle ore 17 il convegno aperto a tutti nella Chiesa S. Benedetto. Intervengono il fondatore Pa-dre Vitale Vitali, presidente, voce storia di Gma e del suo operato. Patrizia Sentinelli, già viceministro alla Cooperazione Inter-nazionale, porterà la sua esperienza di governo e di collaborazione con la società civile. Laura Viganò preside della facoltà di economia dell’Università di Bergamo e dirigente del Centro di Ricerca sulla Coo-perazione Internazionale, è volontaria di GMA e coniuga ricerca universitaria, vita familiare e volontariato attraverso la collaborazione con l’associazione in Etiopia, dove sono in corso progetti di microfi nanza. Eugenio Melandri, direttore della rivista Solidarietà Internazionale, è ideatore della campagna per l’assegna-zione del Premio Nobel per la Pace alle donne africane.

SOCIALE

Due incontri il 5 maggioGMA: 40 ANNIPER L’AFRICA

di Nicola Cesaro

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Page 12: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

10 Sguardo al Conselvano1010 Sguardo al Conselvano

Un programma completo e dettagliato, ma allo stesso tempo realistico: An-tonio Ruzzon, alla guida del gruppo

“Progetto Comune”, sottolinea che, “visto il periodo di congiuntura economica che stiamo attraversando, sarebbe ridicolo fare promesse impossibili da mantenere. Di certo possiamo garantire che al centro della nostra azione amministrativa ci sarà la persona. La tutela del sociale sarà una nostra priorità: assisten-za domiciliare, baby card sia per i nuovi nati e sia a sostegno anche del commercio locale, una struttura per l’infanzia e la distribuzione di pasti a domicilio. Quello che cercheremo di affermare con convinzione è il diritto alla salute, al lavoro e ad una migliore condizione della vita. I prossimi 5 anni saranno fon-damentali per decretare uno sviluppo sostenibile per il nostro territorio. Ormai da soli non si va più da nessuna parte. Dobbiamo saper creare il senso di una comunità unita che riesce a costruire rapporti profi cui con le altre comunità e con gli enti sovracomunali, come abbiamo fatto in questi anni di governo anche grazie al progetto dell’Unione dei Comuni”.

Maria Luisa Nucibella è stata capo scout, nonché fondatrice della compagna teatrale “Tealtro”con gli ex allievi del “Mattei”. E proprio all’istituto superiore va una delle prime rifl essioni. “L’autonomia delle nostre superiori è fondamentale, dobbiamo fare di tutto per mantenere la presidenza a Conselve per salvare l’identità della scuola”. Ad affi ancarla “Insieme per il bene comune”, gruppo con 8 candidati su 10 sotto i cinquant’anni, scelti per le specifi che competenze professionali ma anche per la “voglia di impegnarsi in prima persona per la propria città, pronti a portare nuove idee all’interno dell’amministrazione”. Nucibella ci tiene a sottolineare la continuità con il gruppo “Vivere Conselve”: “ci rifaccia-mo agli stessi principi e all’esperienza di questi anni, aperti alla società civile”. Nel pro-gramma ampio spazio alle politiche rivolte alla famiglia e al sociale, ma anche attenzione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile e ad una gestione attenta delle risorse pubbliche.

I PROGRAMMI

La sfi dante Nucibella è sostenuta da un gruppo giovaneRUZZON: ESPERIENZA E CONTINUITÀ

AntonioRuzzon

Ancora qualche giorno e Conselve avrà un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale. Comunque vada i dieci

consiglieri che saliranno al secondo piano di Palazzo Zen saranno in buona parte dei debuttanti perché tutti i gruppi in corsa hanno voluto candidare volti nuovi. Ormai la campagna elettorale volge al termine e, salvo imprevedibili novità delle ultime ore, il confronto politico è stato improntato nel segno della correttezza e della sobrietà. Ov-viamente non è mancata qualche polemica e qualche “colpo basso” per acquistare la ribalta o mettere in cattiva luce l’avversa-rio ma tutto si è risolto nella dialettica del confronto elettorale. A meno che le ultime battute non riservino degli improvvisi cam-biamenti di rotta i candidati più che ad attac-care gli avversari hanno pensato a costruire il consenso intorno al proprio gruppo. Nume-rosi gli incontri pubblici, i punti informativi e i banchetti in piazza, nessuno si è sottratto al confronto con i cittadini. Interesse e parte-cipazione anche nei tre “faccia a faccia” fra

i candidati sindaci organizzati, nell’ordine, da Legambiente, Parrocchia e associazioni di categoria del mondo produttivo.

Ricordiamo chi sono i candidati. An-tonio Ruzzon, sindaco in carica, 56 anni, funzionario delle Poste, scommette sulla rielezione alla guida della lista “Progetto Comune”, nella quale compaiono quattro consiglieri uscenti, fra cui due assessori, e sei debuttanti. Uno schieramento civico che guarda al centrodestra e che punta a prose-

guire l’esperienza amministrativa di questi cinque anni. Nel centrosinistra di è impodys la candidatura di Maria Luisa Nucibella, 61 anni, ex insegnante di materie letterarie e vicepreside dell’istituto “Mattei”, già asses-sore alla cultura con la giunta Sguotti. Può contare sull’appoggio della lista “Insieme per il bene comune” che raccoglie il Partito Democratico, buona parte del centrosinistra e del mondo del volontariato, rappresentata da numerosi giovani. Guarda al centrode-stra, dalla Lega al Pdl, ma anche ad altre forze sociali Mara Tosello, alla guida del nuovo gruppo civico “Tutti per Conselve”. Assessore uscente dell’attuale giunta, 36 anni, laureata in scienze politiche, compo-nente del direttivo provinciale del Pdl, è la più giovane aspirante sindaco e a settembre diventerà mamma. Il “Movimento 5 Stel-le”, candida a sindaco Luca Martinello, 44 anni, promotore fi nanziario, impegnato nel volontariato, membro del direttivo “Associa-zione fraternità e servizio” , vice presidente del consiglio di circolo didattico.

Quattro le liste in corsa: campagna elettorale“soft” con qualche polemica e colpo basso

Elezioni amministrative Conselvani al voto per scegliere il sindaco

Ormai i giochi sono fatti

Il Municipio di Conselve

Mara Tosello ha costruito insieme al gruppo “Tutti per Conselve” il pro-gramma elettorale “partendo dalle

criticità che Conselve sta vivendo in questo periodo e indicando le nostre proposte come punti di forza per costruire qualcosa di nuo-vo, che possa rispondere alle esigenze delle famiglie, dei giovani, degli anziani e del nostro tessuto produttivo e commerciale. Ad esempio sistemare gli edifi ci scolastici, salvare dal degrado il Prato Comunale, fare di Conselve un punto di riferimento del ter-ritorio per i Comuni vicini, concentrarsi sulle opere necessarie e utili. Di fronte alla ge-nerale disaffezione della politica proponia-mo di condividere le scelte importanti con i cittadini, lasciando da parte una gestione individualistica della cosa pubblica a favore della partecipazione e della trasparenza. Il tutto tenendo come punto di riferimento il modello famiglia. Posso contare su un gruppo eterogeneo nel quale prevalgono per quantità giovani pieni di entusiasmo e di voglia di imparare met-tendosi al servizio della comunità. Questo è il sale del nostro gruppo, e con questo gruppo vogliamo ridare gusto alla Città”.

Con il “Movimento 5 Stelle” il gruppo che ha come “portavoce” e candidato sin-daco Luca Martinello, vuole portare una ventata di novità a Conselve. Controcorren-te anche in materia di tasse, promettendo di applicare l’Imu al minimo. “Non vogliamo

mettere le mani nelle tasche dei conselvani - spiegano i candidati - e anzi ci mettiamo la faccia, primi fra tutti gli altri schieramen-ti e sebbene, non è, questa nostra idea, un mero e strumentale cavallo di battaglia, vo-

gliamo solo dimostrare che, senza le logiche di convenienza partitica e i giochi economici che vengono fatti a nostra insaputa, si possono trovare risorse

e con una economia delle voci di spesa, di contenimento degli enormi e superfl ui sperperi, si può evitare di far sempre rica-dere sui cittadini la colpa di amministrazioni poco attente, recuperando appunto risorse importanti. La casa è il bene più prezioso per le famiglie italiane, pagato con una vita di sacrifi ci. Oggi si sta avverando la previsio-ne che il debito pubblico verrà pagato dai risparmi dei cittadini.Invece deve pagare chi ha creato questa crisi economica: la politica dei partiti”.

Il Movimento 5Stelle ha portatoin piazza Grilloe promette l’Imual minimo

TOSELLO: AL CENTRO LA FAMIGLIA

di NIcola Stievano

Maria LuisaNucibella

Mara Tosello Luca Martinello

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La nuova mensa scolastica di Tribano è motivo di nuovi scontri tra maggioranza e opposizione visto che dopo anni la

struttura non è ancora funzionante. Si tratta di oltre 400 metri quadrati voluti dalla prece-dente amministrazione che ora sembrano del tutto inutili visto che una mensa esiste già ed è suffi ciente per le richieste del paese. L’inter-vento costato 450 mila euro è tuttavia privo di caldaia. “I lavori si sono conclusi l’anno scorso - spiega i’assesosre Denis Berto - ma il progetto risale al 2008. La mensa è stata costruita dalla Enerco, la società che doveva

costruire anche la piscina e la centrale a bio-massa, che avrebbe dovuto fornire il riscalda-mento. Di tutto questo non s’è fatto nulla ma la mensa è stata costruita lo stesso, senza caldaia. L’edifi cio nasce vecchio, è costruito male, con troppe colonne al centro che non ci consentono di usarlo come grande sala pub-blica. C’è già piovuto dentro e alcuni elementi del controsoffi tto sono fi niti a terra.”

Ora giunta ha intenzione di dividere in due l’edifi cio, lasciandone metà alle scuole per attività didattica o una nuova mensa, e destinando l’altra metà ad uso civico bibliote-

ca e entro anziani. Per poter rifare l’impianto termico della scuola media e della palestra, riscaldando anche la sala, l’amministrazione ha avuto un fi nanziamento regionale di 50 mila euro, con l’aiuto della consigliere regio-nale leghista Arianna Lazzarini.

Non manca la risposta del consigliere di o pposizione, Massimo Cavazzana, ex assessore delle passate amministrazioni: “Pur non avendo condiviso il progetto della nuova mensa, ma avendolo contrastato con forza in quanto ho ritenuto a suo tempo suffi ciente un modesto ampliamento dell’esistente mensa,

ritengo ingiustifi cabile avere una struttura praticamente ultimata da due anni e non an-cora utilizzata. E’ soprattutto incredibile che a tutt’oggi non sia ancora stata programmata una strategia di utilizzo alternativo alla “strut-tura mensa” di cui oggi, a causa dei tagli scolastici e dell’assenza di rientri pomeridiani risulta essere non più necessaria. Potrebbe però essere destinata ad utilizzi alternativi come ad esempio uno spazio complementare alla palestra oggi congestionata. E’ nostra opinione infatti che attività come la ginnastica antalgica, la ginnastica di mantenimento, la

box, la danza e attività che non necessitano di spazi ampi quanto un’intera palestra po-trebbero usufruire di tale struttura liberando orari essenziali per le altre attività dedicate ai ragazzi quali pallavolo, basket e quant’altro. Riteniamo sia fuorviante evocare la problema-tica della mancanza di impianto termico in quanto questa interessa tutto il plesso scola-stico ed è ben noto a tutti che la spesa neces-saria per la sostituzione delle caldaie esistenti è stata approvata con delibera di giunta non ottenendo nessuna priorità pur conoscendo la grave situazione impiantistica”.

Costata 450 mila euro ma manca la caldaia Il Comune trova i fondi per l’ulteriore cantiere

Il caso L’amministrazione ha ottenuto un fi nanziamento per l’impianto termico

Mensa nuova ma inutileLa nuova mensa, ultimata l’anno scorso ma ancora inutilizzatadi Cristina Lazzarin

12 Sguardo al Conselvano - Tribano1212 Sguardo al Conselvano - Tribano

segue da pag. 1

Dal periodo post-bellico si è vieppiù trascurato il fondamentale rapporto tra sviluppo e compatibilità idrauliche ed i Governi hanno continuato a porre poca at-tenzione a quella che oggi è un’evidente priorità per qualsiasi prospettiva di rilancio dell’economia del Paese. Non mancano certo le conoscenze e i dati sullo stato del territorio (dalle Autorità di Bacino ai Consorzi di bonifi ca) e, accanto alla giusta riforma della Protezione Civile, serve un Piano Straordinario di Manutenzione del Territorio, cui deve accompagnarsi l’azione quotidiana di adeguamento del reticolo idraulico; in questo, occorre una forte sinergia con gli enti territoriali, in particolare fra Consorzi di bonifi ca e Comuni. L’Anbi lo evidenzia da tempo e, da ormai tre

anni, produce un Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, tuttora disatteso in un Paese, dove si segnalano 500.000 frane ed oltre un milione di edifi ci a rischio idrogeologico, tra cui centinaia di ospedali e scuole.

In questo quadro – conclude - le donne hanno un compito importante non solo nella diffusione della conoscenza, ma ormai anche nella governance dell’equilibrio ambientale del Paese per evitare che, con un’effi cace immagine, a novembre l’Italia sia sempre sott’acqua.”

Difesa idraulica serve prevenzione

*Presidente Federcoopesca-Confcooperative Veneto

di Anna Maria Martuccelli*

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Page 16: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

14 Cultura locale1414 Cultura locale

La mostra “Scienza e Meraviglia” proce-de a gonfi e vele. L’evento, che termine-rà l’1 giugno, è un percorso interattivo

permanente dedicato alla conoscenza delle scienze e delle tecnologie, curato dall’asso-ciazione “La Fucina delle Scienze” con la collaborazione della Provincia di Padova e del Comune di Monselice. Le attività della mostra, che si trova al Museo Centanin di via Petrarca a Monselice, sono focalizzate sul coinvolgimento dei visitatori, allo scopo di avvicinarsi alla comprensione della natura e dei fenomeni naturali in modo intuitivo e

divertente. I visitatori (studenti delle scuole di ogni ordine e grado, famiglie, insegnan-ti, nonni) hanno la possibilità di osservare, toccare con mano, provare, sperimentare, usare i cinque sensi, per comprendere le leg-gi che governano i fenomeni naturali e per avvicinarsi alle conoscenze scientifi che alla base di alcuni processi tecnologici. Un esem-pio? I due percorsi didattici permanenti.

Il primo verte sulle tre tipologie di scien-ze: biologiche sul tema “la vita e le sue infi nite forme bellissime” (struttura e fun-zione delle cellule, alla scoperta del mondo

invisibile: dalle alghe ai protozoi, invertebra-ti e vertebrati a confronto, esperimenti sui cinque sensi), chimiche sul tema “Vita, Mo-lecole ed Energia” (le molecole della vita, la luce e i colori, indicatori naturali, il ph delle sostanze, sostanze polari e apolari, i saponi e i tensioattivi, dissoluzione e solvatazione, le pile e le celle elettrolitiche, energia: pas-sato, presente e futuro) e fi siche sul tema della pressione nei liquidi e nei gas (i vasi comunicanti, legge di Stevino, esperimenti sul principio di Pascal e sul teorema di Ber-noulli, legge di Boyle, esperimenti con la

pompa a vuoto). Il secondo percorso didattico è invece in-

centrato sul tema scientifi co-tecnologico con i “Fenomeni quotidiani e grandi macchine”, affi ancando alle macchine termiche, già presenti nel percorso museale, alcuni esperi-menti interattivi relativi alla termodinamica (sui temi del calore, lavoro, energia, pres-sione, volume, temperatura, trasformazioni termodinamiche) si potrà comprendere come dei semplici concetti elementari per-mettano il funzionamento di questi grandi ed utili strumenti di lavoro.

“E’ più facile imparare osservando e provando direttamente attraverso un’espe-rienza laboratoriale che studiando solo su testi – spiegano Francesco Lunghi, sindaco di Monselice e Barbara Degani, Presidente della Provincia di Padova - Sia i “Percorsi Di-dattici Permanenti” multidisciplinari, che le “Giornate della Scienza” monotematiche, sono gestiti da guide laureate in scienze biologiche, chimiche e fi siche, con lunga esperienza nella conduzione di attività di questo tipo, in particolare sotto l’aspetto di cura della proposta interattiva”.

I ragazzi possono osservare, toccare, provaree sperimentare le leggi dei fenomeni naturali

Monselice Fino al primo giugno la mostra al Museo Centanin di via Petrarca

Scienza “meravigliosa”Uno dei laboratori allestiti da “La Fucina delle Scienze”di Emanuele Masiero

E’ rimasta aperta in Pescheria vecchia fi no al primo maggio la prestigiosa mostra fotografi ca di Piergiorgio Branzi, fi orentino di 83 anni, uno dei professionisti più

importanti del panorama internazionale. Formatosi nella tradizione fi gurativa toscana, si identifi ca nel “realismo-formalista”.

Nel 1955 intraprende un lungo viaggio in motociclet-ta, attraverso l’Abruzzo e il Molise, la Puglia e la Lucania, la Calabria e Napoli, ma anche verso le zone depresse del Veneto.

L’anno successivo attraversa la Spagna. Collabora all’esperienza editoriale de “Il Mondo”, registrando con le sue immagini la nascita convulsa della società di massa, il formalismo nei comportamenti della nuova borghesia, il graduale processo di omologazione consumistica. Ma è

all’inizio degli anni Sessanta che la sua carriera decolla, con l’assunzione in Rai e l’invio, da parte del direttore del telegiornale Enzo Biagi, a Mosca quale corrispondente tele-visivo occidentale nella capitale sovietica. Rimarrà a Mosca quattro anni, una lunga convivenza, resa possibile dal primo “disgelo” Kruscioviano, e che gli suggerisce di riprendere in mano la macchina fotografi ca. Corrispondente poi a Parigi e inviato speciale in tutta Italia, ha realizzato anche inchieste e documentari in Europa, Asia, Africa. N.C.

LE FOTO DI PIERGIORGIO BRANZIUNO SGUARDO SUL MONDO

Arte a Este

Page 17: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

di NIcola Cesaro

LO SPORT in PRIMO PIANOin PRIMO PIANO

Quaranta candeline per il rugby atesti-no. Il 2012 è l’anno dell’atteso com-pleanno della società locale di palla

ovale, una delle più storiche del territorio. Con aprile sono infatti partiti uffi cialmente i festeggiamenti per i quattro decenni della società Rugby Este, nata appunto nell’aprile del 1972 e divenuta ben presto un’istituzio-ne per il mondo sportivo locale. L’occasione per celebrare l’importante anniversario è stata la manifestazione “Este in Fiore”. Venerdì 13 si è dato vita ad un incontro di rugby Under 16 al Campo Augusteo, tra gli inglesi del Leek e la formazione del C’è L’E-sterugby. Per il sabato successivo era previ-sto l’allestimento di un campo da mini-rugby in centro storico, ma l’iniziativa è saltata per colpa del maltempo. Verrà comunque ripetu-ta in futuro. L’evento clou di questo mese è stato però quello del 27 aprile, con la “ripe-tizione” della prima partita del 1972, quella tra il Rugby Este e il Tosi Mobile Rovigo, con

la presenza di alcuni giocatori di allora, che hanno deciso di scendere in campo nono-stante l’età e gli acciacchi.

La società Rugby Este conta attualmen-te 130 tesserati e importanti collaborazioni con Badia Polesine, Monselice e Mirano. Molti piccoli atleti di Este hanno solcato i campi fi no ad arrivare alle rappresentative venete e regionali, anche grazie a queste collaborazioni e ovviamente alla presenza di tecnici qualifi cati.

A fi ne degli anni Settanta la società ha sfi orato per poco la promozione in serie B,

nel rugby che conta. Le quaranta candeline rimarranno accese per tutto il 2012. Dall’1 giugno, per esempio, la sala San Rocco ospiterà una mostra di foto e oggettistica dedicati alla storia della società. Nella stes-sa settimana sarà organizzato un importan-te dibattito sulla palla ovale, con esperti e tecnici del settore, mentre il 9 giugno toc-cherà al torneo di Amnesty International di touch rugby, disciplina la cui Lega è stata fondata proprio ad Este qualche anno fa. Il programma dei festeggiamenti verrà reso noto al più presto.

Quarant’anni di rugbyCURIOSITÀ

E’ ritornata ad Este dopo ben 35 anni la mitica Lancia Stratos Camel di

Rino Rocca, compianto pilota atestino che dominò la scena rallystica degli anni Settanta. La vettura, che oggi vale ben 500 mila euro, è rimasta esposta a metà aprile presso la concessionaria Peugeot Auto In di via Padana Inferio-re. Il modello è il simbolo di una generazione: negli anni Settanta ha visto al volante il pilota atestino Rocca nei più importanti rally d’Europa, da Montecarlo a San Martino di Castrozza. La si vedeva girare per Este, ed era sempre uno spettacolo. L’auto era stata venduta nel 1977, anno in cui il pilota era morto prematu-ramente. La famiglia Rocca era stata costretta a vendere l’auto per problemi economici, e da allora quella vettura si era persa nei meandri della storia e dei ricordi. Gabriele e Paolo Rocca, familiari del pilota, hanno fatto il possibile per rintracciare quel mezzo. Alla fi ne sono riusciti a trovarlo a Marostica, nel garage di un collezionista. Più di trent’anni dopo la morte di Rino. L’attuale proprietario del mezzo è riuscito negli anni a ricostruire fedelmente la Lanca Stratos Camel, facendola ritornare con un lavoro certosino e dispendioso come alle origini. Lo stesso vicentino ha concesso la vettura per un’esposizione di due giorni, il 14 e 15 aprile, nella concessionaria di Estem che ha riacceso vecchi sentimenti e vecchie passioni. In molti hanno fatto tappa dai Rocca per ammirare il prodigio meccanico che per un decennio ha alimentato i sogni di numerosi appassionati.

IL RITORNO DELLA LA MITICA LANCIA STRATOS DI ROCCA

N.C.

A Cartura apertura uffi ciale della sta-gione per la categoria esordienti con la disputa del Gp Banca Credito

Cooperativo, organizzata dalla locale socie-tà. E’un gradito ritorno, dopo un anno di stop per la classica carturana, giunta alla 30esima edizione, fortemente voluto dalla Cartura Nalin e dal suo principale sponsor, la Banca Credito Cooperativo di Cartura del presidente Mario Sarti. Grande successo di partecipazione, con oltre 140 atleti, che sotto l’attenta regia del direttore di corsa Renzo Tolando si sono confrontati in un circuito di 6 km, da ripetere più volte a seconda della categoria, con conclusione sulla centralissima via Roma.

Tra i primi anni l’alta velocità ha impe-dito qualsiasi tentativo di fuga e nella vola-ta fi nale di gruppo compatto si è imposto con un poderoso spunto Matteo Lazzari, atleta di Noventa Vicentina che difende i colori dell’ Asd Monselice Formaggi Beni, al posto d’onore il trevigiano Davide Bauce ( Hawaiki Roncà) terzo posto per l’alfi ere

della San pietro in Gù Edoardo Bizzotto. Buona la prova di squadra per la San-tangiolese Us Acli che ha piazzato Enrico Molena e Fabio Mazzucco rispettivamente quarto e decimo, ottavo posto per l’attesis-simo corridore di casa Ivan Berto (Cartura Nalin). Tra i ragazzi al secondo anno gara caratterizzata dalla fuga a due di Simon Giacomello (Ciclistica Lupi) e Alex Gobbi ( Santangiolese). I due atleti, in perfetto accordo staccano tutti e si giocano allo sprint l’ambita vittoria che va nettamente all’atleta di San Martino di Lupari Simon Giacomello. A 25” gli inseguitori regolati dall’emiliano Nicolò Gozzo della Tonino Lamborghini, con Michael Moro e Matteo Baseggio ( San Pietro in Gù) che si pren-dono il 7.e 10. posto. La bella giornata di sport si è conclusa con le premiazioni operate dal presidente della società or-ganizzatrice Enzo Rango coadiuvato da Flavio Milani, vice presidente vicario della federciclo nazionale e dal sindaco di Cartu-ra Massimo Zanardo.

CICLISMO. Oltre 140 i giovani atleti in pista MATTEO LAZZARI DELLA BENI MONSELICESI IMPONE ALLA GRANDE AL GP DI CARTURA

Walter Lotto

C’è l’Este La società conta ben 130 tesserati e importanti collaborazioni

I ragazzi del C’è l’Este Rugby in campo il mese scorso

La bella volata di Matteo Lazzari ( Monselice Formaggi Beni)

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LO SAPEVI? L’oro puro è un metallo molto tenero, Per questo motivo non si fanno gioielli in oro puro: si consume-rebbero molto in fretta. I metalli che legano con l’oro puro sono diversi: l’argento, il rame, il palladio (che è molto costoso). Sorprendente è la duttilità dell’oro, cioè la docilità con la quale si lascia ridurre in fili sottilissimi; da un solo grammo si è uttenuto un filo lungo 3.500 metri. Non meno spettacolare la sua malleabilità; tecnicamente è possibile battere un’oncia di oro (31,1035 gr,) al punto da ottenere un foglio con una superfice di 16 mq.

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VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

Venti milioni di euro per la viabilità e 12 per le scuo-le: questi i maggiori investimenti previsti dal bilan-cio di previsione dell’anno 2012 della Provincia

di Padova e dal piano delle opere pubbliche messo a punto dall’amministrazione Degani. Il Consiglio della Provincia di Padova ha confermato lo schema, proposto dalla Giunta provinciale, che stabilisce un piano complessivo di circa 211,9 milioni di euro, dei quali 41,2 milioni di euro sono stati previsti per la siste-mazione o attuazione di opere di interesse pubblico. E’ questa la voce principale di spesa che è rientrata nel nuo-vo bilancio provinciale da poco redatto.

I risultati del bilancio sono stati presentati dalla presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, e dall’assessore provinciale al Bilancio, Fabio Conte, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il presidente del Consiglio provinciale, Luisa Sera-to, e tutti i capigruppo della maggioranza.

Nella conferenza stampa sono stati illustrati i set-tori nei quali verranno destinati alcune parti del bilancio redatto per il 2012, in particolare quelle riguardanti lo stanziamento di fondi per le opere pubbliche. La Pro-vincia ha previsto 20, 3 milioni di euro a favore della

viabilità stradale pubblica, 12,3 per l’edilizia scolastica e 8,6 per interventi sul patrimonio e per la realizzazione di piste ciclabili.

Gli obiettivi che la Provincia di Padova ha voluto rag-giungere mediante la nuova ma-novra fi nanziaria, sono: sostenere la tenuta dell’economia e della coesione sociale dell’area provin-ciale di Padova proseguendo ed ampliando l’impegno per le po-litiche del lavoro, per lo sviluppo

imprenditoriale e il welfare; garantire che la transizione istituzionale non incida sulla qualità e la continuità dei servizi e sulla programmazione degli interventi per la riqualifi cazione del territorio provinciale patavino; miglio-rare l’effi cienza della spesa pubblica; la riqualifi cazione edilizia e la manutenzione delle scuole; la manutenzione ordinaria delle strade con investimenti sostanziosi nella viabilità.

“Nel redigere il bilancio di previsione dell’anno 2012 – dichiara la presidente della Provincia Barbara Degani – siamo stati molto attenti al contenimento e all’analisi puntuale della spesa, e al rigore dei conti. Ab-biamo fatto scelte importanti a favore delle imprese, del lavoro e degli enti locali padovani, anche perché siamo

ben consapevoli di essere di fronte ad un periodo non proprio fl orido per la nostra economia, e quindi abbiamo optato per il sostegno economico verso il mondo del la-voro e verso i lavoratori.”

Continua Barbara Degani: “La Provincia ha voluto continuare nell’opera di cofi nanziamento di opere in-frastrutturali urgenti, che hanno richiesto il deposito, o meglio lo stanziamento, di circa 10 milioni di euro, inter-venti volti ad assicurare dei lavori per un valore totale di almeno 20 milioni.

Inoltre abbiamo previsto 4 milioni di euro di cofi -nanziamento per le piccole imprese, che si sono prese l’impegno di assicurarci dei piani di investimenti futuri per un totale pari 20 milioni di euro.”

“Infi ne – conclude la Degani – speriamo di rientrare nel breve periodo del credito, più che cospicuo, che anche la provincia di Padova vanta nei confronti del Ministero dell’Economia, in modo tale da poterlo ridistribuire nel territorio e non aggiungere spese che vadano ad incidere sulle tasche dei cittadini padovani, specie in questo pe-riodo di crisi.”

Ad oggi la provincia di Padova deve riscuotere i cosiddetti “residui attivi perenti” dal Governo centrale, che sono pari a 38 milioni e 455 mila euro. Un somma tutt’altro che trascurabile, di questi tempi.

di Manuel Glauco Matetich

Reinvestiti sul territorio poco più di 41 milioniin testa le strade, le scuole e le piste ciclabili

I conti di Palazzo Santo Stefano Degani: “Attenti a contenere i costi”

Bilancio della Provinciaun quinto per le opere

La presidente della Provincia Barbara Degani

Vantato un megacredito di oltre 38 milioni con il Ministero dell’Economia

Sonora bocciatura del bilancio della Provin-cia da parte delle opposizioni. Troppi debiti e una gestione che non taglia gli sprechi,

queste le principali accuse mosse alla giunta De-gani. Il Partito Democratico osserva che il debito per mutui e prestiti ormai ha superato quota 272 milioni, vale a dire circa 300 euro sulle spalle di ogni padovano.

Questo inoltre limita le risorse dell’ente che, per aver superato la soglia del 9% tra interessi e debito precedentemente contratto, non potrà stipulare mutui nel 2012. “Questo è il prodotto di 13 anni di amministrazioni Pdl-Lega Nord” sot-tolinea Fabio Rocco, capogruppo Pd, che ricorda come gli sprechi siano ancora troppi. Per Antonio Albuzio, capogruppo Idv: “E’ una grave irrespon-sabilità non intervenire sulla riduzione del debito, viste anche le entrate derivanti dalla vendita delle quote autostradali”.

L’opposizione è critica

“ANCORA TROPPI DEBITI,300 EURO A TESTA”

Con l’incalzare della crisi economica sono sempre di più i lavoratori che trovano diffi -coltà ad arrivare a fi ne mese. Per far fronte alla situazione, Camera di Commercio e Provincia dal 2010 hanno attivato un numero verde anticrisi. “Vogliamo dare un aiuto

concreto – dichiara l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Barison – alle famiglie dei lavoratori che più hanno risentito dell’infl usso negativo della crisi.” Sono state attivate anche delle “antenne” di ascolto in diversi comuni della provincia di Padova, per cercare di dare delle risposte strutturate che possano aiutare gli imprenditori e i lavoratori a trovare soluzioni concrete, oltre ai dieci sportelli Informalavoro già presenti. Sono 80 le persone a rischio psico-sociale per la crisi economica seguite dai Centri per l’Impiego della Provincia

di Padova in meno di due anni. Si tratta perlopiù di lavoratori dipendenti, autonomi ed ex autonomi che hanno perso l’occupazione. Degli 80 casi seguiti (40 dei quali segnalati dalla sola Camera di Commercio), per 60 persone è stato valutato un percorso di reinserimento lavorativo e di riqualifi cazione professionale nel biennio 2010-2012. Finora per il 20% dei casi è stato possibile attivare gli ammortizzatori sociali e altre forme di contribuzione messe a disposizione della Regione del Veneto; per il 32% dei soggetti è stato trovato un rapporto di lavoro. Quindi risulta che più del 50% dei casi è stata data una soluzione idonea, mentre le persone rimaste sono in carico al servizio che le accompagna per la ricerca di una siste-mazione nel tessuto aziendale del territorio. M.G.M.

CRISI DEL LAVORO OLTRE 80 PADOVANI SEGUITI IN MENO DI DUE ANNI

9Spazi aperti

Non conosce crisi la “holding” del falso e della con-traffazione: dall’abbigliamento all’agroalimentare, dalla componentistica per la casa all’elettronica,

non c’è settore del “made in Italy” che non sia immune dalla piaga dei prodotti tarocchi e, il più delle volte, peri-colosi per la salute. Senza contare che il falso alimentare vorticosi giri di denaro a favore della criminalità organiz-zata. I numeri illustrati dal colonnello Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di Finanza al con-vegno organizzato dal Consiglio Regionale del Veneto al Palazzo della Ragione a Padova sono da brivido. Borse taroccate, rubinetti cancerogeni, pennarelli tossici, falsi Rolex, luminarie killer, formaggio parmigiano proveniente dal Brasile, Barbera ‘made in Romania’: ammontano a oltre 900 milioni i prodotti contraffatti o tossici sequestrati dalle forze dell’ordine nel padovano in 2 anni e mezzo di applicazione del cosiddetto “modello Padova”, strategia integrata di collaborazione tra istituzioni, guardia di fi nan-za, carabinieri, polizia e associazioni di categoria.

I risultati del ‘protocollo’ per il contrasto alla contraf-fazione e la tutela del ‘made in Italy’ siglato a Padova nel 2009 e che vede coinvolti un’ottantina di comuni, la

Camera di Commercio di Padova, Ulss 16, Arpav, Univer-sita’ e associazioni consumatori, sono stati portati come esempio di una forma di collaborazione istituzionale da applicare in Veneto e non Solo. “Una grande operazione a tutela del made in Italy - ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato - che vuole rilanciare su scala regionale e nazionale la strategia di ‘tolleranza zero’ e di investigazioni mirate, guidate dalla lettura incrociata delle banche dati di enti locali e associazioni e da operazioni sistematiche di vigilanza e repressione, messa in atto nel Padovano. E’un lavoro che riteniamo fondamentale per salvaguardare fette impor-tanti di prodotto interno lordo che sono messe a rischio dall’importazione indiscriminata di prodotti che oltre ad essere spesso dannosi, sono sempre in concorrenza sleale con le produzioni della nostra economia. Il prossimo pas-so del Consiglio regionale sarà la proposta di una legge nazionale che consenta di fregiarsi del marchio “Made in Italy” ai prodotti agroalimentari che siano effettivamente prodotti con ingredienti tutti italiani, e non solo lavorati in Italia”. Ad ascoltare le preoccupate relazioni degli addetti ai lavori c’erano anche oltre 60 sindaci, con tanto di fascia

tricolore. Con molti di loro la Guardia di Finanza ha stretto degli accordi di collaborazione proprio per contrastare il mercato “inquinato” e stanare anche i tanti “furbetti del fi sco”. E sono sempre i sindaci a seguire i controlli sul terri-torio mirati ad individuare laboratori clandestini nei quali il lavoro viene sfruttato spesso per fi ni illeciti. Ma c’è anche un problema di carattere culturale, hanno sottolineato i relatori, perché i consumatori, spesso attratti dal prezzo particolarmente conveniente, non si rendono conto che il loro “risparmio” si traduce in un danno collettivo che può avere anche delle ripercussioni sulla salute persona-le, visto che i prodotti contraffatti sono spesso tossici e dannosi.

L’agroalimentare è uno dei settori più colpiti, ha ri-cordato Sergio Marini, presidente nazionale di Coldiretti:

“Per 20 miliardi di esportazioni di “made in Italy” ci sono almeno 70 miliardi l’anno generati dai prodotti dichiara-tamente falsi. Ci troviamo a fare i conti con una zona grigia molto vasta, dove gli interessi si infi ltrano anche nelle leggi. E’ giusto ricordare che fi no a poco tempo fa bastava aggiungere un po’ di sale e acqua nel pomodo-ro importato dall’estero per farlo diventare italiano. Poi, fi nalmente, a smontare questo immaginario collettivo ci ha pensato la sentenza che ha sancito che questa opera-zione è illegale. Per questo non dobbiamo mai perdere la capacità di indignarci, se non c’è qualcuno che la alimenta questa capacità va nel dimenticatoio. Ovviamente dobbia-mo operare anche sul fronte normativo e applicativo ma la battaglia si gioca nella cultura della legalità alla quale non possiamo rinunciare”.

La Regione plaude alla collaborazionetra istituzioni per debellare una piagaeconomica che alimenta la criminalità

Contraffazione & falsi In due anni e mezzo sequestrati quasi un milione di prodotti, molti dei quali dannosi per la salute

Lotta all’illegalità, Padova è un modello

Un momento dellatavola rotonda organizzataal Palazzo della Ragionea Padova dal ConsiglioRegionale del Venetodurante il convegnodedicato alla lottaalla contraffazione

Spesso la gentenon si rende conto del dannoche provoca il mercato del falso

Altre novità sul fronte cementifi ci. Que-sta volta però non riguardano solo la Bassa Padovana, ma tutto il territorio

nazionale. Sarebbe infatti in arrivo un prov-vedimento a fi rma del ministro dell’ambien-te Corrado Clini per far uscire i combustibili solidi secondari dalla gestione dei rifi uti e stabilirne l’impiego nei processi industriali e in particolare nel settore del cemento. Una notizia decisamente rilevante, sopratutto alla luce del recente avallo al Revamping di Italcementi. Tanto più che in Italia ogni anno si butterebbero in discarica circa 2,5 miliardi di euro di potenziali combustibili da utilizzare negli impianti industriali.

“Ci voleva un Governo tecnico appog-giato dai maggiori partiti per confezionare una simile nefandezza – ha commentato Francesco Miazzi, consigliere comunale della Nuova Monselice - Nella nostra zona di Este-Monselice, dove sono presenti 3 ce-mentifi ci e si produce il 60% del cemento veneto, questo provvedimento rischia di ge-nerare una sciagura epocale. L’Italcementi ha sempre sostenuto che avrebbe utilizzato il Cdr (combustibile derivato da rifi uti) solo se richiesto, ebbene, ora si troverà con nuo-ve condizioni per farlo”. Miazzi teme che si passi “da Cdr a Css”.

“Quando nella convenzione siglata con Comune di Monselice e Parco Colli Euganei, s’impegnava a non utilizzare Cdr afferma-va il vero – continua Miazzi - Infatti, ora il nuovo combustibile da rifi uti si chiamerà Css (combustibile solido secondario). L’in-cubo dei cementifi ci trasformati in veri e

propri inceneritori ormai è sempre più vicino alla realtà, con una differenza sostanziale: i cementifi ci che bruciano i rifi uti hanno li-miti di emissioni fi no a 10 volte maggiori di quelli degli inceneritori. E bruciare rifi uti non è la stessa cosa di bruciare combustibili fossili: le emissioni si diversifi cano in base al contenuto di metalli e plastiche e sono caratterizzate da una forte produzione di diossine.

Dobbiamo dire con chiarezza a tutti i cittadini della bassa padovana, che presto potrebbero avere non tre cementifi ci, ma l’equivalente di decine di inceneritori di rifi uti. In questo modo subiranno un colpo mortale tutte le attività economiche paral-lele cresciute in questi anni all’interno del Parco Colli, dal turismo ambientale e cultu-rale alle strutture ricettive famigliari, dalle produzioni di qualità e biologiche al circuito termale”.

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Venti milioni di euro per la viabilità e 12 per le scuo-le: questi i maggiori investimenti previsti dal bilan-cio di previsione dell’anno 2012 della Provincia

di Padova e dal piano delle opere pubbliche messo a punto dall’amministrazione Degani. Il Consiglio della Provincia di Padova ha confermato lo schema, proposto dalla Giunta provinciale, che stabilisce un piano complessivo di circa 211,9 milioni di euro, dei quali 41,2 milioni di euro sono stati previsti per la siste-mazione o attuazione di opere di interesse pubblico. E’ questa la voce principale di spesa che è rientrata nel nuo-vo bilancio provinciale da poco redatto.

I risultati del bilancio sono stati presentati dalla presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, e dall’assessore provinciale al Bilancio, Fabio Conte, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il presidente del Consiglio provinciale, Luisa Sera-to, e tutti i capigruppo della maggioranza.

Nella conferenza stampa sono stati illustrati i set-tori nei quali verranno destinati alcune parti del bilancio redatto per il 2012, in particolare quelle riguardanti lo stanziamento di fondi per le opere pubbliche. La Pro-vincia ha previsto 20, 3 milioni di euro a favore della

viabilità stradale pubblica, 12,3 per l’edilizia scolastica e 8,6 per interventi sul patrimonio e per la realizzazione di piste ciclabili.

Gli obiettivi che la Provincia di Padova ha voluto rag-giungere mediante la nuova ma-novra fi nanziaria, sono: sostenere la tenuta dell’economia e della coesione sociale dell’area provin-ciale di Padova proseguendo ed ampliando l’impegno per le po-litiche del lavoro, per lo sviluppo

imprenditoriale e il welfare; garantire che la transizione istituzionale non incida sulla qualità e la continuità dei servizi e sulla programmazione degli interventi per la riqualifi cazione del territorio provinciale patavino; miglio-rare l’effi cienza della spesa pubblica; la riqualifi cazione edilizia e la manutenzione delle scuole; la manutenzione ordinaria delle strade con investimenti sostanziosi nella viabilità.

“Nel redigere il bilancio di previsione dell’anno 2012 – dichiara la presidente della Provincia Barbara Degani – siamo stati molto attenti al contenimento e all’analisi puntuale della spesa, e al rigore dei conti. Ab-biamo fatto scelte importanti a favore delle imprese, del lavoro e degli enti locali padovani, anche perché siamo

ben consapevoli di essere di fronte ad un periodo non proprio fl orido per la nostra economia, e quindi abbiamo optato per il sostegno economico verso il mondo del la-voro e verso i lavoratori.”

Continua Barbara Degani: “La Provincia ha voluto continuare nell’opera di cofi nanziamento di opere in-frastrutturali urgenti, che hanno richiesto il deposito, o meglio lo stanziamento, di circa 10 milioni di euro, inter-venti volti ad assicurare dei lavori per un valore totale di almeno 20 milioni.

Inoltre abbiamo previsto 4 milioni di euro di cofi -nanziamento per le piccole imprese, che si sono prese l’impegno di assicurarci dei piani di investimenti futuri per un totale pari 20 milioni di euro.”

“Infi ne – conclude la Degani – speriamo di rientrare nel breve periodo del credito, più che cospicuo, che anche la provincia di Padova vanta nei confronti del Ministero dell’Economia, in modo tale da poterlo ridistribuire nel territorio e non aggiungere spese che vadano ad incidere sulle tasche dei cittadini padovani, specie in questo pe-riodo di crisi.”

Ad oggi la provincia di Padova deve riscuotere i cosiddetti “residui attivi perenti” dal Governo centrale, che sono pari a 38 milioni e 455 mila euro. Un somma tutt’altro che trascurabile, di questi tempi.

di Manuel Glauco Matetich

Reinvestiti sul territorio poco più di 41 milioniin testa le strade, le scuole e le piste ciclabili

I conti di Palazzo Santo Stefano Degani: “Attenti a contenere i costi”

Bilancio della Provinciaun quinto per le opere

La presidente della Provincia Barbara Degani

Vantato un megacredito di oltre 38 milioni con il Ministero dell’Economia

Sonora bocciatura del bilancio della Provin-cia da parte delle opposizioni. Troppi debiti e una gestione che non taglia gli sprechi,

queste le principali accuse mosse alla giunta De-gani. Il Partito Democratico osserva che il debito per mutui e prestiti ormai ha superato quota 272 milioni, vale a dire circa 300 euro sulle spalle di ogni padovano.

Questo inoltre limita le risorse dell’ente che, per aver superato la soglia del 9% tra interessi e debito precedentemente contratto, non potrà stipulare mutui nel 2012. “Questo è il prodotto di 13 anni di amministrazioni Pdl-Lega Nord” sot-tolinea Fabio Rocco, capogruppo Pd, che ricorda come gli sprechi siano ancora troppi. Per Antonio Albuzio, capogruppo Idv: “E’ una grave irrespon-sabilità non intervenire sulla riduzione del debito, viste anche le entrate derivanti dalla vendita delle quote autostradali”.

L’opposizione è critica

“ANCORA TROPPI DEBITI,300 EURO A TESTA”

Con l’incalzare della crisi economica sono sempre di più i lavoratori che trovano diffi -coltà ad arrivare a fi ne mese. Per far fronte alla situazione, Camera di Commercio e Provincia dal 2010 hanno attivato un numero verde anticrisi. “Vogliamo dare un aiuto

concreto – dichiara l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Barison – alle famiglie dei lavoratori che più hanno risentito dell’infl usso negativo della crisi.” Sono state attivate anche delle “antenne” di ascolto in diversi comuni della provincia di Padova, per cercare di dare delle risposte strutturate che possano aiutare gli imprenditori e i lavoratori a trovare soluzioni concrete, oltre ai dieci sportelli Informalavoro già presenti. Sono 80 le persone a rischio psico-sociale per la crisi economica seguite dai Centri per l’Impiego della Provincia

di Padova in meno di due anni. Si tratta perlopiù di lavoratori dipendenti, autonomi ed ex autonomi che hanno perso l’occupazione. Degli 80 casi seguiti (40 dei quali segnalati dalla sola Camera di Commercio), per 60 persone è stato valutato un percorso di reinserimento lavorativo e di riqualifi cazione professionale nel biennio 2010-2012. Finora per il 20% dei casi è stato possibile attivare gli ammortizzatori sociali e altre forme di contribuzione messe a disposizione della Regione del Veneto; per il 32% dei soggetti è stato trovato un rapporto di lavoro. Quindi risulta che più del 50% dei casi è stata data una soluzione idonea, mentre le persone rimaste sono in carico al servizio che le accompagna per la ricerca di una siste-mazione nel tessuto aziendale del territorio. M.G.M.

CRISI DEL LAVORO OLTRE 80 PADOVANI SEGUITI IN MENO DI DUE ANNI

9Spazi aperti

Non conosce crisi la “holding” del falso e della con-traffazione: dall’abbigliamento all’agroalimentare, dalla componentistica per la casa all’elettronica,

non c’è settore del “made in Italy” che non sia immune dalla piaga dei prodotti tarocchi e, il più delle volte, peri-colosi per la salute. Senza contare che il falso alimentare vorticosi giri di denaro a favore della criminalità organiz-zata. I numeri illustrati dal colonnello Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di Finanza al con-vegno organizzato dal Consiglio Regionale del Veneto al Palazzo della Ragione a Padova sono da brivido. Borse taroccate, rubinetti cancerogeni, pennarelli tossici, falsi Rolex, luminarie killer, formaggio parmigiano proveniente dal Brasile, Barbera ‘made in Romania’: ammontano a oltre 900 milioni i prodotti contraffatti o tossici sequestrati dalle forze dell’ordine nel padovano in 2 anni e mezzo di applicazione del cosiddetto “modello Padova”, strategia integrata di collaborazione tra istituzioni, guardia di fi nan-za, carabinieri, polizia e associazioni di categoria.

I risultati del ‘protocollo’ per il contrasto alla contraf-fazione e la tutela del ‘made in Italy’ siglato a Padova nel 2009 e che vede coinvolti un’ottantina di comuni, la

Camera di Commercio di Padova, Ulss 16, Arpav, Univer-sita’ e associazioni consumatori, sono stati portati come esempio di una forma di collaborazione istituzionale da applicare in Veneto e non Solo. “Una grande operazione a tutela del made in Italy - ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato - che vuole rilanciare su scala regionale e nazionale la strategia di ‘tolleranza zero’ e di investigazioni mirate, guidate dalla lettura incrociata delle banche dati di enti locali e associazioni e da operazioni sistematiche di vigilanza e repressione, messa in atto nel Padovano. E’un lavoro che riteniamo fondamentale per salvaguardare fette impor-tanti di prodotto interno lordo che sono messe a rischio dall’importazione indiscriminata di prodotti che oltre ad essere spesso dannosi, sono sempre in concorrenza sleale con le produzioni della nostra economia. Il prossimo pas-so del Consiglio regionale sarà la proposta di una legge nazionale che consenta di fregiarsi del marchio “Made in Italy” ai prodotti agroalimentari che siano effettivamente prodotti con ingredienti tutti italiani, e non solo lavorati in Italia”. Ad ascoltare le preoccupate relazioni degli addetti ai lavori c’erano anche oltre 60 sindaci, con tanto di fascia

tricolore. Con molti di loro la Guardia di Finanza ha stretto degli accordi di collaborazione proprio per contrastare il mercato “inquinato” e stanare anche i tanti “furbetti del fi sco”. E sono sempre i sindaci a seguire i controlli sul terri-torio mirati ad individuare laboratori clandestini nei quali il lavoro viene sfruttato spesso per fi ni illeciti. Ma c’è anche un problema di carattere culturale, hanno sottolineato i relatori, perché i consumatori, spesso attratti dal prezzo particolarmente conveniente, non si rendono conto che il loro “risparmio” si traduce in un danno collettivo che può avere anche delle ripercussioni sulla salute persona-le, visto che i prodotti contraffatti sono spesso tossici e dannosi.

L’agroalimentare è uno dei settori più colpiti, ha ri-cordato Sergio Marini, presidente nazionale di Coldiretti:

“Per 20 miliardi di esportazioni di “made in Italy” ci sono almeno 70 miliardi l’anno generati dai prodotti dichiara-tamente falsi. Ci troviamo a fare i conti con una zona grigia molto vasta, dove gli interessi si infi ltrano anche nelle leggi. E’ giusto ricordare che fi no a poco tempo fa bastava aggiungere un po’ di sale e acqua nel pomodo-ro importato dall’estero per farlo diventare italiano. Poi, fi nalmente, a smontare questo immaginario collettivo ci ha pensato la sentenza che ha sancito che questa opera-zione è illegale. Per questo non dobbiamo mai perdere la capacità di indignarci, se non c’è qualcuno che la alimenta questa capacità va nel dimenticatoio. Ovviamente dobbia-mo operare anche sul fronte normativo e applicativo ma la battaglia si gioca nella cultura della legalità alla quale non possiamo rinunciare”.

La Regione plaude alla collaborazionetra istituzioni per debellare una piagaeconomica che alimenta la criminalità

Contraffazione & falsi In due anni e mezzo sequestrati quasi un milione di prodotti, molti dei quali dannosi per la salute

Lotta all’illegalità, Padova è un modello

Un momento dellatavola rotonda organizzataal Palazzo della Ragionea Padova dal ConsiglioRegionale del Venetodurante il convegnodedicato alla lottaalla contraffazione

Spesso la gentenon si rende conto del dannoche provoca il mercato del falso

Altre novità sul fronte cementifi ci. Que-sta volta però non riguardano solo la Bassa Padovana, ma tutto il territorio

nazionale. Sarebbe infatti in arrivo un prov-vedimento a fi rma del ministro dell’ambien-te Corrado Clini per far uscire i combustibili solidi secondari dalla gestione dei rifi uti e stabilirne l’impiego nei processi industriali e in particolare nel settore del cemento. Una notizia decisamente rilevante, sopratutto alla luce del recente avallo al Revamping di Italcementi. Tanto più che in Italia ogni anno si butterebbero in discarica circa 2,5 miliardi di euro di potenziali combustibili da utilizzare negli impianti industriali.

“Ci voleva un Governo tecnico appog-giato dai maggiori partiti per confezionare una simile nefandezza – ha commentato Francesco Miazzi, consigliere comunale della Nuova Monselice - Nella nostra zona di Este-Monselice, dove sono presenti 3 ce-mentifi ci e si produce il 60% del cemento veneto, questo provvedimento rischia di ge-nerare una sciagura epocale. L’Italcementi ha sempre sostenuto che avrebbe utilizzato il Cdr (combustibile derivato da rifi uti) solo se richiesto, ebbene, ora si troverà con nuo-ve condizioni per farlo”. Miazzi teme che si passi “da Cdr a Css”.

“Quando nella convenzione siglata con Comune di Monselice e Parco Colli Euganei, s’impegnava a non utilizzare Cdr afferma-va il vero – continua Miazzi - Infatti, ora il nuovo combustibile da rifi uti si chiamerà Css (combustibile solido secondario). L’in-cubo dei cementifi ci trasformati in veri e

propri inceneritori ormai è sempre più vicino alla realtà, con una differenza sostanziale: i cementifi ci che bruciano i rifi uti hanno li-miti di emissioni fi no a 10 volte maggiori di quelli degli inceneritori. E bruciare rifi uti non è la stessa cosa di bruciare combustibili fossili: le emissioni si diversifi cano in base al contenuto di metalli e plastiche e sono caratterizzate da una forte produzione di diossine.

Dobbiamo dire con chiarezza a tutti i cittadini della bassa padovana, che presto potrebbero avere non tre cementifi ci, ma l’equivalente di decine di inceneritori di rifi uti. In questo modo subiranno un colpo mortale tutte le attività economiche paral-lele cresciute in questi anni all’interno del Parco Colli, dal turismo ambientale e cultu-rale alle strutture ricettive famigliari, dalle produzioni di qualità e biologiche al circuito termale”.

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Page 20: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

12 Noi e gli altri

Antonio Tamiozzo aveva 54 anni quan-do, il 31 dicembre scorso, si è tolto la vita nel capannone dell’azienda di

famiglia, fondata da sua padre quarant’anni fa. Da quel giorno in Italia, secondo i dati dell’associazione artigiani e piccoli impren-ditori di Mestre, altri 23 imprenditori, schiac-ciati dal peso della crisi economica, hanno subito lo stesso destino. Di questi ben 9 (il 40%), nel Veneto. Ed è proprio in questa regione, tanto spesso portata ad esempio di un’economia fondata sulla laboriosità di pic-cole e medie impresa a gestione familiare, che nasce l’associazione dei familiari degli imprenditori suicidi, iniziativa di Adiconsum e Filca-Cisl pensata per rompere il silenzio e la solitudine in cui sono immersi tanti lavo-ratori, consumatori, piccoli imprenditori e le loro famiglie a causa della pressione fi scale e della crisi economica.

Per la presentazione di “Speranzal-lavoro”, avvenuta lo scorso 16 aprile, è stato scelto un luogo simbolico: il Centro parrocchiale San Sebastiano di Vigonza, la stessa sala dove Laura Tamiozzo, 29 anni, fi glia dell’imprenditore vicentino, e oggi presi-dente dell’associazio-ne, aveva letto la let-tera “da imprenditrice a imprenditrice” scritta di suo pugno e indiriz-zata a Flavia Schiavon, classe 1980, fi glia di Giovanni Schiavon, titolare dell’impresa edile Eurostrade 90 di Vigonza, morto suici-da lo scorso 12 dicembre. La lettura era av-venuta il 28 marzo a Vigonza nel corso del toccante incontro-confronto organizzato dal-la Filca Cisl regionale sull’indifferenza che uccide. L’associazione, con sede a Mestre

(via Piave 7), risponde per ora all’indirizzo mail [email protected], ma ha in programma l’istituzione di un numero ver-de e la costituzione di un pool di psicologi che possano far fronte alle richieste d’aiuto.

Una risposta all’urgen-te necessità di rifonda-zione morale, culturale, politica ed economica di un sistema che non ha saputo rispondere ai bisogni reali e pressanti

dei suoi componenti, creando e potenziando ulteriori separazioni, confl ittualità, ingiu-stizie, isolamenti: “Tutelare le imprese e i lavoratori - si legge nel Manifesto costituen-te - signifi ca innanzitutto tutelare le persone e la struttura sociale che essi esprimono; a questo fi ne riteniamo urgente la creazione di una rete di riferimenti e di opportunità

di sostegno e affi ancamento alle situazioni instabili, delle strutture di emergenza (di assistenza legale, psicologica, fi nanziaria) che possano sostenere e rispondere alle situazioni di pressante necessità”. Azioni concrete che non solo potranno “consentire di riscattare vite e famiglie”, ma permette-ranno di “sottrarre la rete di correlazioni in cui la situazione critica è inserita - dipenden-ti, fornitori - dalla drammaticità della man-canza di risorse economiche; dalla catena di complessità successive causata dal venire meno dei pagamenti di servizi e beni; dalla desertifi cazione emotiva ed economica in cui le famiglie e le comunità, sommerse dal-le diffi coltà, sono costrette a sopravvivere”.

Un fenomeno dai contorni preoccupanti: più di 50 suicidi negli ultimi tre anni, nove solo negli ultimi quattro mesi: sono i numeri che raccontano il drammatico impatto della

crisi economica nel Veneto. Vittime designa-te sono gli imprenditori, messi alle strette da debiti, imposte, pagamenti che chissà quan-do e se arriveranno: “Si tratta di un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più – afferma Giuseppe Bortolussi, segre-tario Cgia Mestre - Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un siste-ma sordo ed insensibile”.

Secondo i dati dell’associazione di ca-tegoria mestrina, se nel 2004 le aziende che non superavano i 5 anni di apertura erano il 45,4% del totale; cinque anni dopo la percentuale sale a 49,6%. Tanto basta a immaginare dietro a queste percentuali, altrettanti lavoratori, famiglie, imprenditori lasciati alla solitudine di un destino amaro.

Dopo il dramma della morte del padre, LauraTamiozzo ha trovato il coraggio di reagire

Dopo i suicidi degli imprenditori Nasce a Vigonza la nuova associazione

“Speranza al lavoro”per sconfi ggere la crisi

La presentazione dell’associazione a Vigonza

“Tutelare le nostre imprese signifi ca prima di tutto tutelare le persone”

di Laura Organte

18 Noi e gli altri1818 Noi e gli altri

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12 Noi e gli altri

Antonio Tamiozzo aveva 54 anni quan-do, il 31 dicembre scorso, si è tolto la vita nel capannone dell’azienda di

famiglia, fondata da sua padre quarant’anni fa. Da quel giorno in Italia, secondo i dati dell’associazione artigiani e piccoli impren-ditori di Mestre, altri 23 imprenditori, schiac-ciati dal peso della crisi economica, hanno subito lo stesso destino. Di questi ben 9 (il 40%), nel Veneto. Ed è proprio in questa regione, tanto spesso portata ad esempio di un’economia fondata sulla laboriosità di pic-cole e medie impresa a gestione familiare, che nasce l’associazione dei familiari degli imprenditori suicidi, iniziativa di Adiconsum e Filca-Cisl pensata per rompere il silenzio e la solitudine in cui sono immersi tanti lavo-ratori, consumatori, piccoli imprenditori e le loro famiglie a causa della pressione fi scale e della crisi economica.

Per la presentazione di “Speranzal-lavoro”, avvenuta lo scorso 16 aprile, è stato scelto un luogo simbolico: il Centro parrocchiale San Sebastiano di Vigonza, la stessa sala dove Laura Tamiozzo, 29 anni, fi glia dell’imprenditore vicentino, e oggi presi-dente dell’associazio-ne, aveva letto la let-tera “da imprenditrice a imprenditrice” scritta di suo pugno e indiriz-zata a Flavia Schiavon, classe 1980, fi glia di Giovanni Schiavon, titolare dell’impresa edile Eurostrade 90 di Vigonza, morto suici-da lo scorso 12 dicembre. La lettura era av-venuta il 28 marzo a Vigonza nel corso del toccante incontro-confronto organizzato dal-la Filca Cisl regionale sull’indifferenza che uccide. L’associazione, con sede a Mestre

(via Piave 7), risponde per ora all’indirizzo mail [email protected], ma ha in programma l’istituzione di un numero ver-de e la costituzione di un pool di psicologi che possano far fronte alle richieste d’aiuto.

Una risposta all’urgen-te necessità di rifonda-zione morale, culturale, politica ed economica di un sistema che non ha saputo rispondere ai bisogni reali e pressanti

dei suoi componenti, creando e potenziando ulteriori separazioni, confl ittualità, ingiu-stizie, isolamenti: “Tutelare le imprese e i lavoratori - si legge nel Manifesto costituen-te - signifi ca innanzitutto tutelare le persone e la struttura sociale che essi esprimono; a questo fi ne riteniamo urgente la creazione di una rete di riferimenti e di opportunità

di sostegno e affi ancamento alle situazioni instabili, delle strutture di emergenza (di assistenza legale, psicologica, fi nanziaria) che possano sostenere e rispondere alle situazioni di pressante necessità”. Azioni concrete che non solo potranno “consentire di riscattare vite e famiglie”, ma permette-ranno di “sottrarre la rete di correlazioni in cui la situazione critica è inserita - dipenden-ti, fornitori - dalla drammaticità della man-canza di risorse economiche; dalla catena di complessità successive causata dal venire meno dei pagamenti di servizi e beni; dalla desertifi cazione emotiva ed economica in cui le famiglie e le comunità, sommerse dal-le diffi coltà, sono costrette a sopravvivere”.

Un fenomeno dai contorni preoccupanti: più di 50 suicidi negli ultimi tre anni, nove solo negli ultimi quattro mesi: sono i numeri che raccontano il drammatico impatto della

crisi economica nel Veneto. Vittime designa-te sono gli imprenditori, messi alle strette da debiti, imposte, pagamenti che chissà quan-do e se arriveranno: “Si tratta di un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più – afferma Giuseppe Bortolussi, segre-tario Cgia Mestre - Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un siste-ma sordo ed insensibile”.

Secondo i dati dell’associazione di ca-tegoria mestrina, se nel 2004 le aziende che non superavano i 5 anni di apertura erano il 45,4% del totale; cinque anni dopo la percentuale sale a 49,6%. Tanto basta a immaginare dietro a queste percentuali, altrettanti lavoratori, famiglie, imprenditori lasciati alla solitudine di un destino amaro.

Dopo il dramma della morte del padre, LauraTamiozzo ha trovato il coraggio di reagire

Dopo i suicidi degli imprenditori Nasce a Vigonza la nuova associazione

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La presentazione dell’associazione a Vigonza

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11Mondo scuola

Portare la scuola in territori che per le loro ostili condizioni climatiche e per il diffi cile contesto socioeconomico in

cui si trovano sono molto povere di infra-strutture.

Questo l’obiettivo per il quale saranno presto coinvolti attivamente gli allievi di Enaip Veneto, chiamati a costruire una scuo-la “mobile” energeticamente sostenibile per il villaggio di Wersege in Etiopia. Un pro-getto contraddistinto insieme da una forte valenza sociale oltre che da un signifi cativo impatto educativo.

Il progetto della “Mobile-School” nasce dall’idea di Paola Vecchiato, architetto che negli ultimi anni ha dedicato la propria espe-rienza e professionalità ai paesi più poveri e ai contesti abitativi più problematici. Un intervento concreto a favore di bambini e ragazzi a cui spesso è negato il diritto allo studio.

“Mobile-School” è una struttura facil-mente smontabile e trasportabile, costituita da unità mobili espandibili, con elevati stan-dard di qualità abitativa ed energeticamen-te sostenibile: un’aula che potrà accogliere dai 24 ai 48 giovani studenti, a seconda delle necessità e dunque dell’utilizzo.

Nel concreto, gli studenti dell’Enaip realizzeranno il prototipo a partire dalla pro-gettazione, con l’obiettivo fi nale di avviarne poi la produzione e installare la prima unità nel villaggio etiope.

I ragazzi saranno dunque impegnati nella progettazione tecnica a fi anco dei progettisti, nella defi nizione delle specifi che tecniche e nei test di laboratorio, costru-iranno le parti meccaniche ed elettriche, infi ne si occuperanno anche della logistica: montaggio, smontaggio e imballaggio, or-ganizzazione dei carichi, trasporto per la collocazione in sito.

Gli studenti saranno coinvolti in un’“im-presa formativa” ovvero una modalità di “formazione in assetto lavorativo” che per-metterà ai giovani partecipanti di cimentarsi in attività concrete fi nalizzate alla produ-zione, sperimentando così tempi, modalità organizzative e dinamiche di gruppo proprie di un’attività lavorativa ed economica. Mag-giormente interessati saranno gli studenti del comparto elettrico e dei settori della meccanica e della termoidraulica.

Un’iniziativa ambiziosa, per cui i pro-motori lanciano fi n da ora un appello ad aziende ed enti affi nché diventino partner

per la realizzazione del prototipo.Il progetto, che ha per motto “la scuola

costruisce la scuola”, è promosso, oltre che da Enaip Veneto ed Enaip nazionale, anche da Enaip Friuli e Acli.

Gode inoltre del patrocinio del comune di Padova e del comune di Trieste e della collaborazione dell’ambasciata d’Italia e dell’associazione italiana di Addis Abeba e di S.E. Project.

di Gloria Cesarotto

Gli studentipadovanirealizzerannoil prototipo,per farlo verrannocoinvolti in una “impresaformativa”

Il progetto Da un’idea dell’architetto Paola Vecchiato nasce una struttura smontabile e trasportabile a moduli

Enaip crea la scuola “mobile” in Etiopia

In alto, uno studente dell’Enaip all’opera (© Enaip Veneto / foto: G.De Sandre), in basso il progetto della scuola “mobile”

13Cultura provinciale

Nuove tracce della Padova romana sono venute alla luce – del tutto inat-tese – in zona industriale all’interno

di un cantiere di lavori commissionati dal Consorzio Zip in corso Stati Uniti. Cinque se-polture romane in un paio di metri quadrati, con corredi in terracotta, metallo e vetro. Una scoperta sensazionale a detta degli archeologi della Soprintendenza del Veneto, perché apre nuovi sce-nari per la comprensio-ne della storia di Padova e del suo territorio e dà impulso a nuove ricer-che in una zona non ancora esplorata.

“Nel corso di scavi per far passare i tubi delle fognature – ha raccontato il presiden-te Zip Angelo Boschetti – un colpo di ruspa ha fatto riaffi orare i primi resti. Abbiamo subito avvisato la Soprintendenza arche-ologica per avviare un’indagine di appro-fondimento”. Utilizzando la trincea scavata dagli operai, allargata di un paio di metri,

gli archeologi hanno fatto riemergere cinque sepolture databili al I secolo d.C.: “Anche se non è un ritrovamento cospicuo – ha spie-gato la responsabile della Soprintendenza per Padova Elena Pettenò – è però un indi-catore importantissimo del potenziale della zona, che andrà ora studiata come area centuriata nella parte meridionale di Pado-va, meno nota fi no ad oggi rispetto a quel-

la settentrionale”. Importante anche la qualità del materiale rinvenuto: ossuari fi t-tili contenenti le ossa combuste dei defunti, chiusi da coperchi,

sempre in terra cotta. Le tre tombe meglio conservate erano

state protette da anfore segate e deposte capovolte sul fondo delle fosse e in due se-polture le anfore poggiavano su una grande tegola utilizzata come fondo. Al loro interno oggetti di corredo legati al rituale funebre romano. “Abbiamo ritrovato vasellame da

mensa – ha spiegato l’archeologa Cecilia Rossi – come piatti, coppe e olpai, le an-tiche bottiglie, per le offerte alimentari ai defunti, durante i banchetti allestiti presso le tombe al momento della sepoltura, e poi balsamari vitrei, in origine contenenti gli oli e gli unguenti profumati cosparsi sui resti combusti.

Rinvenute anche quattro monete: rap-presentavano probabilmente gli oboli per Caronte, il mitico traghettatore delle anime dei defunti, e ci permettono di datare le tombe al I secolo d.C. La presenza in una tomba di una valva di conchiglia, impiegata

come contenitore per cosmetici, suggerisce che si trattasse di una deposizione femmini-le”. Ma cosa ci facevano lì queste tombe? Per ora è possibile azzardare alcune ipotesi generiche: “Probabilmente – a parlare è Stefano Tuzzato, l’archeologo che ha seguito la ricerca per conto della Soprinten-denza – questo nucleo di tombe è legato ad assi viari e a un insediamento del tipo a villa rustica, una sorta di fattoria”. Ma le ricerche non fi niscono qui: la Zip ha già in programma una campagna di prospezione tramite georadar che permetterà di vedere fi no a 15 metri sotto il livello del suolo.

Tornano alla luce cinque sepolture databili al I secolo dopo CristoOra le ricerche in profondità

Archeologia La scoperta durante gli scavi per le fognature in Corso Stati Uniti

Reperti romani tra le fabbriche

Alcuni degli oggetti rinvenuti negli scavi in zona industriale

Due mostre parallele, nell’ambito della rassegna “Padova Photo-Graphia”, curata da Maria Beatrice Autizi e

Angelo Maggi, sveleranno l’opera di due grandi fotografi . Di grande rilevanza sarà l’esposizione personale di Daniele Duca “Proximity”, affermato artista della fotografi a e copywriter: la mostra, ospitata fi no al 10 giugno negli spazi della Galleria Cavour, accompagnata da un catalogo a cura di Angelo Maggi, presenterà una ricognizione sorprendente degli oggetti del nostro tempo, cui lo sguardo ravvicinato dell’autore regala una dimensione poetica, ironica, a tratti visionaria. Un’altra sede cittadina prestigiosa, quella dell’Oratorio di San Rocco, accoglierà invece durante il medesimo periodo l’intenso reportage di Giovanni Marrozzini “La nouvel-le Semance”, parte di una lunga ricerca, di valore espressivo e documentario, svolta dal fotografo nella Repubblica del Camerun.

FOTOGRAFIA

Giovanni Marrozzinie Daniele Duca

Una foto di Marrozzini

Novità L’Archivio di Stato mette on line i documenti della Certosa di S. Bernardo

L’antico archivio delle pergamene cu-stodite nella Certosa di San Bernardo di Padova rinasce sul web. Grazie alla

collaborazione tra l’Archivio di Stato, la Provincia e il Lions Club Padova Certosa, un’intera collezione medievale è stata digitalizzata e resa disponibile su un sito dedicato e accessibile da www.aspd.beni-culturali.it.

“Si tratta di un evento particolarmente rilevante e unico nel Veneto – ha spiegato l’assessore Leandro Comacchio – perché la documentazione potrà essere consultata ovunque, da casa, a scuola o all’universi-tà, attraverso un collegamento internet. L’archivio è costituito da 589 pergame-ne risalenti al XII secolo e il fondo, tutto inedito, non era inventariato. I documenti sono stati restaurati, riordinati, indicizzati e infi ne digitalizzati per essere consultabili online.

È un’occasione preziosa per venire a conoscere i gioielli custoditi dall’Archivio che rappresentano la nostra storia e iden-tità”. In questa occasione a palazzo Santo Stefano è stata allestita un’esposizione, aperta al pubblico fi no a giugno, di alcu-ne pergamene originali dell’Archivio della Certosa, in particolare le più antiche del Monastero delle monache benedettine di

San Bernardo e la donazione del terreno sul quale costruire l’omonima chiesa.

“La pubblicazione digitale delle perga-mene – ha sottolineato la direttrice Fran-cesca Fantini D’Onofrio – fornisce quindi un agile strumento di ricerca per conosce-re, indagare e approfondire il patrimonio documentario medievale padovano.

L’utilizzo della tecnologia informatica permette infatti una migliore visualizza-zione dello scritto, superando le diffi coltà della lettura a occhio nudo e consentendo l’ingrandimento delle immagini per agevo-

lare il riconoscimento dei tratti scrittori. Gli originali, inoltre, saranno maggiormente tutelati dal degrado dovuto alla manipola-zione, permettendo così una più adeguata conservazione per i secoli futuri”.

Il sito dell’Archivio di Stato di Padova sarà rinnovato entro l’autunno per dare il giusto rilievo alla sala di studio virtuale che s’implementerà con la progressiva immis-sione di fondi documentari digitalizzati. Entro l’anno è previsto l’inserimento della cartografi a storica di Padova e provincia.

Le pergamene del XII secoloconsultabili dal computer di casa

Il dettaglio di una delle pergamente digitalizzate

L.O.

EVENTI E MOSTRE

FATIMA ABBADI E LE DONNESarà aperta fi no al 3 giugno presso la galleria Salmonà la personale della fotografa Fatima Abbadi, una ricerca sulla con-dizione femminile nel mondo dal titolo “Womens through my lens”. Alla sua indagine regalano in quest’ottica un’originale sensibilità le sue stesse origini, radicate in due mondi differenti ed apparentemente lontani: quello orientale e quello occidentale. Fatima Abbadi è infatti cresciuta in un ambiente e in una famiglia multietnici, che le hanno permesso di maturare vivendo culture e religioni diverse.

L’ARTE DEL RITRATTO MINIATOL’arte del ritratto miniato sarà in mostra fi no al 24 giugno a palazzo Zuckermann. Tale tecnica, che si caratterizza per una pittura minuta, descrittiva e analitica, è ben rappre-sentata nelle civiche collezioni. Le miniature, dovute principalmente ad artisti veneti, lombardi ed emiliani, coprono un arco cronologico che va dalla fi ne del Cinquecento all’Ottocento, come suggeriscono i dati stilistici e di costume degli effi giati. Si tratta di pezzi di particolare interesse per il loro carattere decorativo, per la cura dei dettagli dell’abbigliamento e dell’acconciatura dei personaggi e per la vivacità fi sionomica.

ANGELERI SUONA AGLI EREMITANIIl tradizionale ciclo primaverile di concerti al Museo Eremitani, organizzato dalla Fondazione Musicale Masiero e Centanin in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova giunge nel 2012 alla sua ottava edizione. Nei quattro concerti, dal 23 maggio al 14 giugno, Giovanni Angeleri con i Solisti dell’Orchestra delle Venezie propone interpretazioni di musiche del periodo romantico, classico e barocco con strumenti d’epoca; l’ideale ambientazione nella Sala del Romanino e nel Chiostro Albini contribuisce ad evocare le particolari emozioni suscitate dalle inedite sonorità degli strumenti antichi.

a cura di Laura Organte

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di Laura Organte

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11Mondo scuola

Portare la scuola in territori che per le loro ostili condizioni climatiche e per il diffi cile contesto socioeconomico in

cui si trovano sono molto povere di infra-strutture.

Questo l’obiettivo per il quale saranno presto coinvolti attivamente gli allievi di Enaip Veneto, chiamati a costruire una scuo-la “mobile” energeticamente sostenibile per il villaggio di Wersege in Etiopia. Un pro-getto contraddistinto insieme da una forte valenza sociale oltre che da un signifi cativo impatto educativo.

Il progetto della “Mobile-School” nasce dall’idea di Paola Vecchiato, architetto che negli ultimi anni ha dedicato la propria espe-rienza e professionalità ai paesi più poveri e ai contesti abitativi più problematici. Un intervento concreto a favore di bambini e ragazzi a cui spesso è negato il diritto allo studio.

“Mobile-School” è una struttura facil-mente smontabile e trasportabile, costituita da unità mobili espandibili, con elevati stan-dard di qualità abitativa ed energeticamen-te sostenibile: un’aula che potrà accogliere dai 24 ai 48 giovani studenti, a seconda delle necessità e dunque dell’utilizzo.

Nel concreto, gli studenti dell’Enaip realizzeranno il prototipo a partire dalla pro-gettazione, con l’obiettivo fi nale di avviarne poi la produzione e installare la prima unità nel villaggio etiope.

I ragazzi saranno dunque impegnati nella progettazione tecnica a fi anco dei progettisti, nella defi nizione delle specifi che tecniche e nei test di laboratorio, costru-iranno le parti meccaniche ed elettriche, infi ne si occuperanno anche della logistica: montaggio, smontaggio e imballaggio, or-ganizzazione dei carichi, trasporto per la collocazione in sito.

Gli studenti saranno coinvolti in un’“im-presa formativa” ovvero una modalità di “formazione in assetto lavorativo” che per-metterà ai giovani partecipanti di cimentarsi in attività concrete fi nalizzate alla produ-zione, sperimentando così tempi, modalità organizzative e dinamiche di gruppo proprie di un’attività lavorativa ed economica. Mag-giormente interessati saranno gli studenti del comparto elettrico e dei settori della meccanica e della termoidraulica.

Un’iniziativa ambiziosa, per cui i pro-motori lanciano fi n da ora un appello ad aziende ed enti affi nché diventino partner

per la realizzazione del prototipo.Il progetto, che ha per motto “la scuola

costruisce la scuola”, è promosso, oltre che da Enaip Veneto ed Enaip nazionale, anche da Enaip Friuli e Acli.

Gode inoltre del patrocinio del comune di Padova e del comune di Trieste e della collaborazione dell’ambasciata d’Italia e dell’associazione italiana di Addis Abeba e di S.E. Project.

di Gloria Cesarotto

Gli studentipadovanirealizzerannoil prototipo,per farlo verrannocoinvolti in una “impresaformativa”

Il progetto Da un’idea dell’architetto Paola Vecchiato nasce una struttura smontabile e trasportabile a moduli

Enaip crea la scuola “mobile” in Etiopia

In alto, uno studente dell’Enaip all’opera (© Enaip Veneto / foto: G.De Sandre), in basso il progetto della scuola “mobile”

13Cultura provinciale

Nuove tracce della Padova romana sono venute alla luce – del tutto inat-tese – in zona industriale all’interno

di un cantiere di lavori commissionati dal Consorzio Zip in corso Stati Uniti. Cinque se-polture romane in un paio di metri quadrati, con corredi in terracotta, metallo e vetro. Una scoperta sensazionale a detta degli archeologi della Soprintendenza del Veneto, perché apre nuovi sce-nari per la comprensio-ne della storia di Padova e del suo territorio e dà impulso a nuove ricer-che in una zona non ancora esplorata.

“Nel corso di scavi per far passare i tubi delle fognature – ha raccontato il presiden-te Zip Angelo Boschetti – un colpo di ruspa ha fatto riaffi orare i primi resti. Abbiamo subito avvisato la Soprintendenza arche-ologica per avviare un’indagine di appro-fondimento”. Utilizzando la trincea scavata dagli operai, allargata di un paio di metri,

gli archeologi hanno fatto riemergere cinque sepolture databili al I secolo d.C.: “Anche se non è un ritrovamento cospicuo – ha spie-gato la responsabile della Soprintendenza per Padova Elena Pettenò – è però un indi-catore importantissimo del potenziale della zona, che andrà ora studiata come area centuriata nella parte meridionale di Pado-va, meno nota fi no ad oggi rispetto a quel-

la settentrionale”. Importante anche la qualità del materiale rinvenuto: ossuari fi t-tili contenenti le ossa combuste dei defunti, chiusi da coperchi,

sempre in terra cotta. Le tre tombe meglio conservate erano

state protette da anfore segate e deposte capovolte sul fondo delle fosse e in due se-polture le anfore poggiavano su una grande tegola utilizzata come fondo. Al loro interno oggetti di corredo legati al rituale funebre romano. “Abbiamo ritrovato vasellame da

mensa – ha spiegato l’archeologa Cecilia Rossi – come piatti, coppe e olpai, le an-tiche bottiglie, per le offerte alimentari ai defunti, durante i banchetti allestiti presso le tombe al momento della sepoltura, e poi balsamari vitrei, in origine contenenti gli oli e gli unguenti profumati cosparsi sui resti combusti.

Rinvenute anche quattro monete: rap-presentavano probabilmente gli oboli per Caronte, il mitico traghettatore delle anime dei defunti, e ci permettono di datare le tombe al I secolo d.C. La presenza in una tomba di una valva di conchiglia, impiegata

come contenitore per cosmetici, suggerisce che si trattasse di una deposizione femmini-le”. Ma cosa ci facevano lì queste tombe? Per ora è possibile azzardare alcune ipotesi generiche: “Probabilmente – a parlare è Stefano Tuzzato, l’archeologo che ha seguito la ricerca per conto della Soprinten-denza – questo nucleo di tombe è legato ad assi viari e a un insediamento del tipo a villa rustica, una sorta di fattoria”. Ma le ricerche non fi niscono qui: la Zip ha già in programma una campagna di prospezione tramite georadar che permetterà di vedere fi no a 15 metri sotto il livello del suolo.

Tornano alla luce cinque sepolture databili al I secolo dopo CristoOra le ricerche in profondità

Archeologia La scoperta durante gli scavi per le fognature in Corso Stati Uniti

Reperti romani tra le fabbriche

Alcuni degli oggetti rinvenuti negli scavi in zona industriale

Due mostre parallele, nell’ambito della rassegna “Padova Photo-Graphia”, curata da Maria Beatrice Autizi e

Angelo Maggi, sveleranno l’opera di due grandi fotografi . Di grande rilevanza sarà l’esposizione personale di Daniele Duca “Proximity”, affermato artista della fotografi a e copywriter: la mostra, ospitata fi no al 10 giugno negli spazi della Galleria Cavour, accompagnata da un catalogo a cura di Angelo Maggi, presenterà una ricognizione sorprendente degli oggetti del nostro tempo, cui lo sguardo ravvicinato dell’autore regala una dimensione poetica, ironica, a tratti visionaria. Un’altra sede cittadina prestigiosa, quella dell’Oratorio di San Rocco, accoglierà invece durante il medesimo periodo l’intenso reportage di Giovanni Marrozzini “La nouvel-le Semance”, parte di una lunga ricerca, di valore espressivo e documentario, svolta dal fotografo nella Repubblica del Camerun.

FOTOGRAFIA

Giovanni Marrozzinie Daniele Duca

Una foto di Marrozzini

Novità L’Archivio di Stato mette on line i documenti della Certosa di S. Bernardo

L’antico archivio delle pergamene cu-stodite nella Certosa di San Bernardo di Padova rinasce sul web. Grazie alla

collaborazione tra l’Archivio di Stato, la Provincia e il Lions Club Padova Certosa, un’intera collezione medievale è stata digitalizzata e resa disponibile su un sito dedicato e accessibile da www.aspd.beni-culturali.it.

“Si tratta di un evento particolarmente rilevante e unico nel Veneto – ha spiegato l’assessore Leandro Comacchio – perché la documentazione potrà essere consultata ovunque, da casa, a scuola o all’universi-tà, attraverso un collegamento internet. L’archivio è costituito da 589 pergame-ne risalenti al XII secolo e il fondo, tutto inedito, non era inventariato. I documenti sono stati restaurati, riordinati, indicizzati e infi ne digitalizzati per essere consultabili online.

È un’occasione preziosa per venire a conoscere i gioielli custoditi dall’Archivio che rappresentano la nostra storia e iden-tità”. In questa occasione a palazzo Santo Stefano è stata allestita un’esposizione, aperta al pubblico fi no a giugno, di alcu-ne pergamene originali dell’Archivio della Certosa, in particolare le più antiche del Monastero delle monache benedettine di

San Bernardo e la donazione del terreno sul quale costruire l’omonima chiesa.

“La pubblicazione digitale delle perga-mene – ha sottolineato la direttrice Fran-cesca Fantini D’Onofrio – fornisce quindi un agile strumento di ricerca per conosce-re, indagare e approfondire il patrimonio documentario medievale padovano.

L’utilizzo della tecnologia informatica permette infatti una migliore visualizza-zione dello scritto, superando le diffi coltà della lettura a occhio nudo e consentendo l’ingrandimento delle immagini per agevo-

lare il riconoscimento dei tratti scrittori. Gli originali, inoltre, saranno maggiormente tutelati dal degrado dovuto alla manipola-zione, permettendo così una più adeguata conservazione per i secoli futuri”.

Il sito dell’Archivio di Stato di Padova sarà rinnovato entro l’autunno per dare il giusto rilievo alla sala di studio virtuale che s’implementerà con la progressiva immis-sione di fondi documentari digitalizzati. Entro l’anno è previsto l’inserimento della cartografi a storica di Padova e provincia.

Le pergamene del XII secoloconsultabili dal computer di casa

Il dettaglio di una delle pergamente digitalizzate

L.O.

EVENTI E MOSTRE

FATIMA ABBADI E LE DONNESarà aperta fi no al 3 giugno presso la galleria Salmonà la personale della fotografa Fatima Abbadi, una ricerca sulla con-dizione femminile nel mondo dal titolo “Womens through my lens”. Alla sua indagine regalano in quest’ottica un’originale sensibilità le sue stesse origini, radicate in due mondi differenti ed apparentemente lontani: quello orientale e quello occidentale. Fatima Abbadi è infatti cresciuta in un ambiente e in una famiglia multietnici, che le hanno permesso di maturare vivendo culture e religioni diverse.

L’ARTE DEL RITRATTO MINIATOL’arte del ritratto miniato sarà in mostra fi no al 24 giugno a palazzo Zuckermann. Tale tecnica, che si caratterizza per una pittura minuta, descrittiva e analitica, è ben rappre-sentata nelle civiche collezioni. Le miniature, dovute principalmente ad artisti veneti, lombardi ed emiliani, coprono un arco cronologico che va dalla fi ne del Cinquecento all’Ottocento, come suggeriscono i dati stilistici e di costume degli effi giati. Si tratta di pezzi di particolare interesse per il loro carattere decorativo, per la cura dei dettagli dell’abbigliamento e dell’acconciatura dei personaggi e per la vivacità fi sionomica.

ANGELERI SUONA AGLI EREMITANIIl tradizionale ciclo primaverile di concerti al Museo Eremitani, organizzato dalla Fondazione Musicale Masiero e Centanin in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova giunge nel 2012 alla sua ottava edizione. Nei quattro concerti, dal 23 maggio al 14 giugno, Giovanni Angeleri con i Solisti dell’Orchestra delle Venezie propone interpretazioni di musiche del periodo romantico, classico e barocco con strumenti d’epoca; l’ideale ambientazione nella Sala del Romanino e nel Chiostro Albini contribuisce ad evocare le particolari emozioni suscitate dalle inedite sonorità degli strumenti antichi.

a cura di Laura Organte

Ritrovate anfore,monete, piattie vasellame, forsein zona c’erauna villa o fattoria

di Laura Organte

212121Cultura provinciale

Page 24: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Piano sociosanitario Veneto, è allarme per i tagli in vista. L’allarme è arrivato al punto che in molti fra gli amministratori e forze

politiche temono per la chiusura di interi noso-comi. La Regione Veneto infatti, ha stilato nelle scorse settimane il nuovo piano per la riorganiz-zazione della sanità, che è arrivato all’esame della commissione competente contenendo già dei “criteri guida” ben precisi. Fra questi si è convenuto, per l’adeguamento dei costi stan-dard per il 2013, che la dimensione ottimale di una azienda sanitaria in Veneto debba es-sere quella di struttura di servizio ad un’area di 200- 300 mila abitanti. Il numero dei posti letto fi ssati è di 3 per mille abitanti per quan-to riguarda gli acuti. Il numero dei posti letto riguardanti le strutture di riabilitazione intensi-va è di 0,5 posti letto per ogni mille abitanti (come al centro di riabilitazione “San Camillo” a Venezia per intenderci). Sarà invece di 1,2 posti letto ogni mille abitanti la percentuale riferita alle strutture intermedie, come quelle per malati terminali oncologici, per malati di

Alzheimer, ospedali di comunità in aree come quelle montane e lagunari con grande disper-sione della popolazione. I nuovi criteri però, facendo un calcolo, portano ad una stima che prevede un taglio di circa 2000 posti letto a livello regionale. E questo rischia di comportare in alcuni casi tagli delle strutture ritenute non più funzionali lasciando scoperti interi territori e popolazioni che avranno a disposizione, solo l’ospedale del capoluogo di provincia. La “lista della paura” delle dismissioni in Veneto vede “nel mirino” i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e “Borgo Roma” a Ve-rona. A Dolo per cominciare il rischio in questa prospettiva è che vengano cancellati 365 di posti letto, a di Piove di Sacco 290, 230 ad Adria, 124 a Noventa Vicentina, 166 a Valda-gno, 170 a Bussolengo e ben 682 all’ospedale veronese “Borgo Roma”. Contro queste fosche prospettive, si sono mobilitati sindaci, associa-zioni, comitati, sindacati e consiglieri regionali. In quinta commissione in particolar modo: il

presidente Leonardo Padrin (Pdl), e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin (Pdl) , Bruno Pi-gozzo (Pd), Carlo Sernaglia (Pd) e Federico Ca-ner (Lega Nord). A fugare i timori più cupi ci ha pensato il consigliere regionale Bruno Pigozzo. “E’ indubbio – dice Pigozzo che ci possano essere preoccupazioni per i tagli in vista. Come consiglieri regionali cercheremo di salvaguarda-re in ogni modo il diritto alla salute. L’esame sul merito delle schede tecniche abbinate al Piano socio sanitario partirà in quinta commissione a metà maggio. Sulle schede ospedaliere la com-missione avrà parere vincolante e siamo pronti a rimediare se sono state fatte delle forzature proponendo emendamenti anche in accordo con le forze di maggioranza”. Intanto forze po-litiche, e referenti territoriali in tutte le province, hanno avviato mobilitazioni, raccolte di fi rme e in qualche caso hanno ottenuto rassicurazioni, che gli ospedali nei territori di loro riferimento non verranno chiusi. Per capire che succederà concretamente però bisognerà aspettare qual-che settimana.

di Alessandro Abbadir

Sanità, nuovi tagli in vista

Sono passate alcune settimane da quella sofferta conferenza stampa con la quale il direttore genera-le dell’Asl 16 Adriano Cestrone e il presidente della

quinta commissione sanità regionale Leonardo Padrin si sono affrettati a smentire le notizie che paventavano la chiusura dell’ospedale piovese.

Nel frattempo a palazzo Ferro Fini, in seno alla Quinta commissione, si è provveduto ad approvare il piano sanita-rio regionale con le relative schede ospedaliere. Ma qualcu-no non si fi da. Tant’è che il pubblico consesso di palazzo Jappelli ha elaborato ed approvato un ordine del giorno in

difesa dell’ospedale Immacolata Concezione. Il documento, presentato dall’opposizione e precisamente dai consiglieri Lino Conte, Stefano Chinaglia e Davide Gianella, è stato approvato all’unanimità e, quindi, anche dalla maggioran-za. Nello scritto gli autori si dicono ancora allarmati circa il futuro del nosocomio la cui chiusura “sarebbe di una gravità inaudita, in quanto stiamo parlando una struttura che serve da punto di riferimento sanitario a oltre 70 mila cittadini che faticherebbero molto trovare risposte dall’ospedale S.Antonio. Ricordiamo le promesse fatte da Padrin e Cestro-ne nel fugare le preoccupazioni sulle sorti del nostro ospe-

dale – si legge sempre nello scritto – e che nei piani della Regione non vi è volontà di chiuderlo, pur nell’ambito del piano di razionalizzazione delle spese sanitarie. Rimangono comunque le nostre preoccupazioni circa il ritardo nel rimuo-vere le situazioni di sofferenza in cui versano alcuni reparti per la mancanza della fi gura apicale di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Medicina e Geriatria”.

Il documento termina annunciando che il consiglio co-munale piovese si ritiene in stato di agitazione permanente e ben vigile circa le decisioni regionali.

SANITÀ PIOVESE IL CONSIGLIO COMUNALE VIGILA SUL FUTURO DELL’OSPEDALE

Le aree con una popolazione tra i 200 e i 300 mila abitanti avranno una Ulss di riferimento. I posti letto per acuti saranno 3 ogni mille abitanti

Gianni Patella

La paura è grande, l’ipotesi di una possibile chiusura dell’ospedale di Dolo in Riviera del Brenta ha fatto subito intervenire associazioni ed istituzioni che si sono mobilitate in sua difesa. Nelle scorse settimane, è stato chiamato direttamente in causa dalla Conferenza

dei sindaci dell’Ulss 13 il direttore generale Arturo Orsini. Orsini ha spiegato che da quanto ri-sulta, non è prevista alcuna chiusura dell’ospedale di Dolo (che insieme con quello di Mirano compone l’azienda sanitaria). Anzi, ha ribadito Orsini ai sindaci: sarà ben diffi cile chiudere una struttura che con 2700 dipendenti e essendo sempre sotto fi nanziata, è risultata un esempio di eccellenza a livello regionale. “Se stessimo a valutare il nuovo criterio - sottolinea il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 Fabio Livieri - questo è in Riviera e Miranese di 2,7 posti letto ogni mille abitanti, inferiore ai 3 previsti nelle nuove disposizioni. Sono stati stanziati 5 milioni per l’ammodernamento dell’ospedale di Dolo”. Soldi però che per altri sindaci non bastano proprio, visto che il “fabbisogno” richiesto e mai concesso, sarebbe di 40 milioni di euro. Resta poi aperta la questione dei territori “cerniera” e cioè quelli della Riviera Sud con i comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara e Campagna Lupia. Questi sono nei guai più di altri perché oltre a Dolo si parla del rischio della chiusura di un altro ospedale per queste popolazioni di riferimento: quello di Piove di Sacco. “Se chiu-dono gli ospedali di Piove e Dolo - dice sconsolato il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto - non ci resta che Chioggia, Padova o Mestre, tutte località che con il traffi co sono ad oltre un’ora di strada”.

Ulss 13 Dolo – Mirano

“NESSUNA CHIUSURA, SIAMO SOTTO FINANZIATI”

A.A.

Piano socio-sanitario Fissati criteri guida per l’adeguamento ai costi standard 2013

7Il Veneto in primo piano

Nello scacchiere della sanità provinciale il nuovo piano regionale conferma le tre Uls e i principali ospedali, su tutti Padova

che avrà un nuovo nosocomio sulla cui ubica-zione ormai i giochi sembrano fatti. La struttura sorgerà a Padova Ovest e, insieme a Verona, sarà una struttura di riferimento nazionale, al vertice della rete ospedaliera.

Quello di Padova sarà un “hub”, termi-nologia adottata dalla regione per defi nire gli ospedali di riferimento che avranno sede nei capoluoghi di provincia e potranno mantenere tutte le specialità. Ulteriore gradino è rappre-sentato dagli “spoke”, ospedali di rete che avranno un bacino di 200mila abitanti: Citta-

della – Camposampiero nell’Alta Padovana e il nuovo ospedale di Schiavonia fra Monselice ed Este nella Bassa. L’”offerta ospedaliera” si chiude con i “nodi di rete”: strutture per acuti prevalentemente ad indirizzo riabilitativo.

Una riorganizzazio-ne che signifi cherà chiu-sura di reparti (è il caso ad esempio dei servizi di otorino che troveranno posto solo negli ospedali di riferimento), o ricon-versione della struttura ospedaliera. Novità anche per i direttori generali poi dureranno tre anni e per non più di due mandati. Rivoluzio-

ne anche per le schede relative alla dotazione ospedaliera: spetterà alla giunta adeguarle, sentito il parere obbligatorio e vincolante della quinta commissione. Nella nostra provincia non ci saranno variazioni signifi cative per le tre Uls

(la 16 cittadina e del Piovese, la 15 del’Alta Padovana e la 17 della Bassa), tutte al di sopra del limite dei 200 mila abitanti e quindi non toc-cate dalla riorganizzazio-

ne territoriale. Per quanto riguarda gli ospedali a Padova il Sant’Antonio sarà una struttura “in-tegrata” con Piove di Sacco mentre nell’Alta

Cittadella e Camposampiero dovranno razio-nalizzare i servizi. Non ci dovrebbero essere sorprese per gli ex ospedali di Montagnana e Conselve, entrambi ad indirizzo riabilitativo. Il centro di riabilitazione funzionale di Conselve, riferimento regionale, passerà sotto la gestione diretta dell’Uls 17 già nei prossimi mesi, come annunciato. Tutto bene dunque? Leonardo Padrin, presidente della Quinta Commissione regionale Sanità, parla di una vera e propria rivoluzione. Per il centrosinistra invece il vero terreno di confronto saranno le schede regiona-li sulle singole strutture, per le quali c’è molta attesa e qualche preoccupazione. Ma ormai indietro non si torna.

di Nicola Stievano

Sanità Padova sarà la prima città veneta a testare il Pronto Soccorso provinciale

Confermate le tre Uls e gli ospedali principali

Alcuni repartidovranno chiudere,ora c’è attesaper le schededelle strutture

IN POLESINE

Il Polesine è salvo sul piano sanitario, dopo la decisione della V commissione regionale di tutelare la provincia di Rovigo per peculiarità e specifi cità del territorio. L’assessore regionale Pdl Maria Luisa Coppola e il consigliere Mauro Mainardi difendono l’autonomia dei due ospedali di Adria

e Rovigo contro l’accorpamento e ribadiscono: “Le Ulss rimarranno due. I continui blitz del Carroccio con Antonello Contiero e di Cristiano Corazzari, sostenitori dell’Ulss unica, sono miseramente falliti. Un territorio come il nostro non può prescindere da una rete ospedaliera vicina anche alle realtà più marginali. Il Polesine, in un’ottica di riforma della sanità, non poteva essere trattato al pari delle altre zone metropolitane della pianura”. Ora la parola passa al consiglio regionale che dovrà discutere e approvare il piano. E ancora, commentano: “la Lega ha tentato di mettere a segno un blitz per ac-corpare le due Ulss di Adria e Rovigo, ma noi a questo giochetto non ci stiamo e faremo di tutto per

rivendicare l’autonomia e la piena indipendenza delle due realtà. La partita attorno al piano socio-sanitario è aperta e noi la giocheremo fi no in fondo”. Secondo i due esponenti del centrodestra “i ri-sparmi minimi derivanti dalla fusione delle due aziende sanitarie non giustifi cano lo smantellamento di un sistema che funziona e che consente di presidiare il territorio con professionalità e competenza. L’Ulss di Adria, in particolare, ha i conti in ordine e nel tempo è riuscita a costruire un piccolo sistema di eccellenza, accorparla non solo è sbagliato politicamente ma anche economicamente”. Anche Corazzari conferma:” Adria dovrà essere ospedale di rete. Non vogliamo però difendere i posti degli amici degli amici. Qui nessuno ha fatto blitz in commissione sanità, peraltro a guida Pdl. Ci possono essere dei punti di vista diversi che si attenuano con il confronto ma non con gli attacchi. Mainardi peraltro è stato eletto nel listino di Zaia e non dovrebbe parlare male dei suoi alleati!”.

ADRIA SALVA, NON VERRÀ ACCORPATA ALL’ULSS 18 DI ROVIGO

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Piano sociosanitario Veneto, è allarme per i tagli in vista. L’allarme è arrivato al punto che in molti fra gli amministratori e forze

politiche temono per la chiusura di interi noso-comi. La Regione Veneto infatti, ha stilato nelle scorse settimane il nuovo piano per la riorganiz-zazione della sanità, che è arrivato all’esame della commissione competente contenendo già dei “criteri guida” ben precisi. Fra questi si è convenuto, per l’adeguamento dei costi stan-dard per il 2013, che la dimensione ottimale di una azienda sanitaria in Veneto debba es-sere quella di struttura di servizio ad un’area di 200- 300 mila abitanti. Il numero dei posti letto fi ssati è di 3 per mille abitanti per quan-to riguarda gli acuti. Il numero dei posti letto riguardanti le strutture di riabilitazione intensi-va è di 0,5 posti letto per ogni mille abitanti (come al centro di riabilitazione “San Camillo” a Venezia per intenderci). Sarà invece di 1,2 posti letto ogni mille abitanti la percentuale riferita alle strutture intermedie, come quelle per malati terminali oncologici, per malati di

Alzheimer, ospedali di comunità in aree come quelle montane e lagunari con grande disper-sione della popolazione. I nuovi criteri però, facendo un calcolo, portano ad una stima che prevede un taglio di circa 2000 posti letto a livello regionale. E questo rischia di comportare in alcuni casi tagli delle strutture ritenute non più funzionali lasciando scoperti interi territori e popolazioni che avranno a disposizione, solo l’ospedale del capoluogo di provincia. La “lista della paura” delle dismissioni in Veneto vede “nel mirino” i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e “Borgo Roma” a Ve-rona. A Dolo per cominciare il rischio in questa prospettiva è che vengano cancellati 365 di posti letto, a di Piove di Sacco 290, 230 ad Adria, 124 a Noventa Vicentina, 166 a Valda-gno, 170 a Bussolengo e ben 682 all’ospedale veronese “Borgo Roma”. Contro queste fosche prospettive, si sono mobilitati sindaci, associa-zioni, comitati, sindacati e consiglieri regionali. In quinta commissione in particolar modo: il

presidente Leonardo Padrin (Pdl), e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin (Pdl) , Bruno Pi-gozzo (Pd), Carlo Sernaglia (Pd) e Federico Ca-ner (Lega Nord). A fugare i timori più cupi ci ha pensato il consigliere regionale Bruno Pigozzo. “E’ indubbio – dice Pigozzo che ci possano essere preoccupazioni per i tagli in vista. Come consiglieri regionali cercheremo di salvaguarda-re in ogni modo il diritto alla salute. L’esame sul merito delle schede tecniche abbinate al Piano socio sanitario partirà in quinta commissione a metà maggio. Sulle schede ospedaliere la com-missione avrà parere vincolante e siamo pronti a rimediare se sono state fatte delle forzature proponendo emendamenti anche in accordo con le forze di maggioranza”. Intanto forze po-litiche, e referenti territoriali in tutte le province, hanno avviato mobilitazioni, raccolte di fi rme e in qualche caso hanno ottenuto rassicurazioni, che gli ospedali nei territori di loro riferimento non verranno chiusi. Per capire che succederà concretamente però bisognerà aspettare qual-che settimana.

di Alessandro Abbadir

Sanità, nuovi tagli in vista

Sono passate alcune settimane da quella sofferta conferenza stampa con la quale il direttore genera-le dell’Asl 16 Adriano Cestrone e il presidente della

quinta commissione sanità regionale Leonardo Padrin si sono affrettati a smentire le notizie che paventavano la chiusura dell’ospedale piovese.

Nel frattempo a palazzo Ferro Fini, in seno alla Quinta commissione, si è provveduto ad approvare il piano sanita-rio regionale con le relative schede ospedaliere. Ma qualcu-no non si fi da. Tant’è che il pubblico consesso di palazzo Jappelli ha elaborato ed approvato un ordine del giorno in

difesa dell’ospedale Immacolata Concezione. Il documento, presentato dall’opposizione e precisamente dai consiglieri Lino Conte, Stefano Chinaglia e Davide Gianella, è stato approvato all’unanimità e, quindi, anche dalla maggioran-za. Nello scritto gli autori si dicono ancora allarmati circa il futuro del nosocomio la cui chiusura “sarebbe di una gravità inaudita, in quanto stiamo parlando una struttura che serve da punto di riferimento sanitario a oltre 70 mila cittadini che faticherebbero molto trovare risposte dall’ospedale S.Antonio. Ricordiamo le promesse fatte da Padrin e Cestro-ne nel fugare le preoccupazioni sulle sorti del nostro ospe-

dale – si legge sempre nello scritto – e che nei piani della Regione non vi è volontà di chiuderlo, pur nell’ambito del piano di razionalizzazione delle spese sanitarie. Rimangono comunque le nostre preoccupazioni circa il ritardo nel rimuo-vere le situazioni di sofferenza in cui versano alcuni reparti per la mancanza della fi gura apicale di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Medicina e Geriatria”.

Il documento termina annunciando che il consiglio co-munale piovese si ritiene in stato di agitazione permanente e ben vigile circa le decisioni regionali.

SANITÀ PIOVESE IL CONSIGLIO COMUNALE VIGILA SUL FUTURO DELL’OSPEDALE

Le aree con una popolazione tra i 200 e i 300 mila abitanti avranno una Ulss di riferimento. I posti letto per acuti saranno 3 ogni mille abitanti

Gianni Patella

La paura è grande, l’ipotesi di una possibile chiusura dell’ospedale di Dolo in Riviera del Brenta ha fatto subito intervenire associazioni ed istituzioni che si sono mobilitate in sua difesa. Nelle scorse settimane, è stato chiamato direttamente in causa dalla Conferenza

dei sindaci dell’Ulss 13 il direttore generale Arturo Orsini. Orsini ha spiegato che da quanto ri-sulta, non è prevista alcuna chiusura dell’ospedale di Dolo (che insieme con quello di Mirano compone l’azienda sanitaria). Anzi, ha ribadito Orsini ai sindaci: sarà ben diffi cile chiudere una struttura che con 2700 dipendenti e essendo sempre sotto fi nanziata, è risultata un esempio di eccellenza a livello regionale. “Se stessimo a valutare il nuovo criterio - sottolinea il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 Fabio Livieri - questo è in Riviera e Miranese di 2,7 posti letto ogni mille abitanti, inferiore ai 3 previsti nelle nuove disposizioni. Sono stati stanziati 5 milioni per l’ammodernamento dell’ospedale di Dolo”. Soldi però che per altri sindaci non bastano proprio, visto che il “fabbisogno” richiesto e mai concesso, sarebbe di 40 milioni di euro. Resta poi aperta la questione dei territori “cerniera” e cioè quelli della Riviera Sud con i comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara e Campagna Lupia. Questi sono nei guai più di altri perché oltre a Dolo si parla del rischio della chiusura di un altro ospedale per queste popolazioni di riferimento: quello di Piove di Sacco. “Se chiu-dono gli ospedali di Piove e Dolo - dice sconsolato il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto - non ci resta che Chioggia, Padova o Mestre, tutte località che con il traffi co sono ad oltre un’ora di strada”.

Ulss 13 Dolo – Mirano

“NESSUNA CHIUSURA, SIAMO SOTTO FINANZIATI”

A.A.

Piano socio-sanitario Fissati criteri guida per l’adeguamento ai costi standard 2013

7Il Veneto in primo piano

Nello scacchiere della sanità provinciale il nuovo piano regionale conferma le tre Uls e i principali ospedali, su tutti Padova

che avrà un nuovo nosocomio sulla cui ubica-zione ormai i giochi sembrano fatti. La struttura sorgerà a Padova Ovest e, insieme a Verona, sarà una struttura di riferimento nazionale, al vertice della rete ospedaliera.

Quello di Padova sarà un “hub”, termi-nologia adottata dalla regione per defi nire gli ospedali di riferimento che avranno sede nei capoluoghi di provincia e potranno mantenere tutte le specialità. Ulteriore gradino è rappre-sentato dagli “spoke”, ospedali di rete che avranno un bacino di 200mila abitanti: Citta-

della – Camposampiero nell’Alta Padovana e il nuovo ospedale di Schiavonia fra Monselice ed Este nella Bassa. L’”offerta ospedaliera” si chiude con i “nodi di rete”: strutture per acuti prevalentemente ad indirizzo riabilitativo.

Una riorganizzazio-ne che signifi cherà chiu-sura di reparti (è il caso ad esempio dei servizi di otorino che troveranno posto solo negli ospedali di riferimento), o ricon-versione della struttura ospedaliera. Novità anche per i direttori generali poi dureranno tre anni e per non più di due mandati. Rivoluzio-

ne anche per le schede relative alla dotazione ospedaliera: spetterà alla giunta adeguarle, sentito il parere obbligatorio e vincolante della quinta commissione. Nella nostra provincia non ci saranno variazioni signifi cative per le tre Uls

(la 16 cittadina e del Piovese, la 15 del’Alta Padovana e la 17 della Bassa), tutte al di sopra del limite dei 200 mila abitanti e quindi non toc-cate dalla riorganizzazio-

ne territoriale. Per quanto riguarda gli ospedali a Padova il Sant’Antonio sarà una struttura “in-tegrata” con Piove di Sacco mentre nell’Alta

Cittadella e Camposampiero dovranno razio-nalizzare i servizi. Non ci dovrebbero essere sorprese per gli ex ospedali di Montagnana e Conselve, entrambi ad indirizzo riabilitativo. Il centro di riabilitazione funzionale di Conselve, riferimento regionale, passerà sotto la gestione diretta dell’Uls 17 già nei prossimi mesi, come annunciato. Tutto bene dunque? Leonardo Padrin, presidente della Quinta Commissione regionale Sanità, parla di una vera e propria rivoluzione. Per il centrosinistra invece il vero terreno di confronto saranno le schede regiona-li sulle singole strutture, per le quali c’è molta attesa e qualche preoccupazione. Ma ormai indietro non si torna.

di Nicola Stievano

Sanità Padova sarà la prima città veneta a testare il Pronto Soccorso provinciale

Confermate le tre Uls e gli ospedali principali

Alcuni repartidovranno chiudere,ora c’è attesaper le schededelle strutture

IN POLESINE

Il Polesine è salvo sul piano sanitario, dopo la decisione della V commissione regionale di tutelare la provincia di Rovigo per peculiarità e specifi cità del territorio. L’assessore regionale Pdl Maria Luisa Coppola e il consigliere Mauro Mainardi difendono l’autonomia dei due ospedali di Adria

e Rovigo contro l’accorpamento e ribadiscono: “Le Ulss rimarranno due. I continui blitz del Carroccio con Antonello Contiero e di Cristiano Corazzari, sostenitori dell’Ulss unica, sono miseramente falliti. Un territorio come il nostro non può prescindere da una rete ospedaliera vicina anche alle realtà più marginali. Il Polesine, in un’ottica di riforma della sanità, non poteva essere trattato al pari delle altre zone metropolitane della pianura”. Ora la parola passa al consiglio regionale che dovrà discutere e approvare il piano. E ancora, commentano: “la Lega ha tentato di mettere a segno un blitz per ac-corpare le due Ulss di Adria e Rovigo, ma noi a questo giochetto non ci stiamo e faremo di tutto per

rivendicare l’autonomia e la piena indipendenza delle due realtà. La partita attorno al piano socio-sanitario è aperta e noi la giocheremo fi no in fondo”. Secondo i due esponenti del centrodestra “i ri-sparmi minimi derivanti dalla fusione delle due aziende sanitarie non giustifi cano lo smantellamento di un sistema che funziona e che consente di presidiare il territorio con professionalità e competenza. L’Ulss di Adria, in particolare, ha i conti in ordine e nel tempo è riuscita a costruire un piccolo sistema di eccellenza, accorparla non solo è sbagliato politicamente ma anche economicamente”. Anche Corazzari conferma:” Adria dovrà essere ospedale di rete. Non vogliamo però difendere i posti degli amici degli amici. Qui nessuno ha fatto blitz in commissione sanità, peraltro a guida Pdl. Ci possono essere dei punti di vista diversi che si attenuano con il confronto ma non con gli attacchi. Mainardi peraltro è stato eletto nel listino di Zaia e non dovrebbe parlare male dei suoi alleati!”.

ADRIA SALVA, NON VERRÀ ACCORPATA ALL’ULSS 18 DI ROVIGO

Me.Ru.

232323Il Veneto in primo piano

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Page 26: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

8 Il Veneto in primo piano

La vecchiaia, un tempo nuovo nella società contemporanea. Nel corso dell’ultimo de-cennio gli anziani, anche in Italia, hanno

assunto un ruolo sociale nuovo, diventando in molti casi fulcro e punto di riferimento per inte-re generazioni. Hanno una vita sociale attiva, sono autonomi, occupati in hobby e attività di volontariato e, in molti casi, sono di supporto ai fi gli in diffi coltà sul piano lavorativo e occu-pazionale - non di rado come ammortizzatori sociali - e alle loro famiglie, sostegno per la cura e l’educazione dei nipoti. In Italia gli over 65enni che stanno in buona salute e continua-no ad essere parte attiva della nostra società sono 11 milioni.

E’ dunque evidente, considerato l’im-portante apporto che gli over 65 offrono alle comunità, la necessità e l’opportunità di riconoscere e restituire valore al ruolo sociale dell’anziano che, ancora oggi, nell’opinione comune continua ad essere visto troppo spes-so solo come un paziente da assistere o un

“peso” economico da sostenere.Partendo da questo presupposto - la ne-

cessità di restituire valore sociale agli anziani - è maturato il progetto “Anziani per Padova”, che prende il via il 7 maggio e proseguirà fi no al 13 del mese. Si tratta di un “contenitore” di inziative dedicate al tema dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni.

Un evento promosso dal Dipartimento in-teraziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 e l’Università di Padova, insieme all’Assesso-rato alle Politiche sociali e per la famiglia del Comune di Padova, all’Uffi cio scolastico pro-vinciale e all’Uffi cio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con CSV-Centro servizi per il volontariato della provincia di Pa-dova, di enti e istituti di cura, e con l’ampio coinvolgimento della rete di associazioni che operano sul territorio.

Inserito a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno europeo dell’invecchia-

mento attivo e della solidarietà tra le gene-razioni, il progetto padovano si confi gura ad oggi, a livello nazionale, come il più articolato degli eventi dedicati, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Segretariato Sociale Rai.

E proprio l’invecchiamento attivo, il dialogo e la solidarietà tra le generazioni saranno i temi al centro del ricco calendario: appuntamenti medico-scientifi ci, a partire dal Congresso nazionale della Società di Chirurgia geriatrica, il 10 e 11 maggio, all’aula Morga-gni del Policlinico universitario, e dal convegno sulla carta etica dei servizi alla persona an-ziana; corsi di perfezionamento per operatori sanitari, ad esempio sugli aspetti etici, giuridici e assistenziali per l’umanizzazione delle cure anche in fase terminale; dibattiti su questioni di stretta attualità, come quelli sul modello solidaristico intergenerazionale, la cura do-miciliare, le novità legislative in materia di previdenza; seminari sul rapporto tra terza età e tecnologie informatiche, le truffe agli

anziani... E ancora laboratori creativi, mostre, spet-

tacoli di teatro e musica.Occasioni di rifl essione sugli stili di vita

che consentono di restare in salute più a lun-go, ma anche di confronto tra generazioni, grazie al coinvolgimento di alcune scuole pa-dovane, alcune delle quali saranno impegnate nel progetto a livello organizzativo.

Fra gli ospiti che interverranno nei vari eventi in programma anche il famoso psicolo-go veronese Vittorino Andreoli che nella lectio dal titolo “La vecchiaia: tempio per un nuovo umanesimo”, affronterà il tema dell’invec-chiamento come opportunità e conquista della

società contemporanea.La settimana sarà l’occasione per an-

nunciare uffi cialmente la nascita di una Fon-dazione promossa dal Dipartimento che avrà l’obiettivo di favorire la prevenzione in età adulta e di migliorare le condizioni di vita dei pazienti geriatrici.

Per informazioni: uffi cio attività creative terza età - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova, via Giotto, 34 - 35137 Padova.Tel. 049 651255 fax 049 664814

Orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, martedì dalle 15 alle 16:30.

E-mail [email protected]

di Ornella Jovane

Per la maggior parte sono attivi, coltivano hobby, in molti lavorano e aiutano i fi gli. Negli ultimi 10 anni hanno assunto un ruolo centrale

Società “Anziani per Padova”, il progetto promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Ulss 16

Il tempo nuovo degli over 65

Gli anziani hanno assunto una funzione fondamentale

nell’organizzazione della società attuale

Dall’elaborazione dei dati Istat 2011 e Auser 2012 risulta che gli over65 in Italia sono 12.301.000 (il 20,3%

della popolazione italiana), di cui 16.000 ultracentenari. L’età media della popolazio-ne è passata da 41,7 anni nel 2001 a 43,5 nel 2011.

Tra il 1980 e il 2008 la speranza di vita alla nascita è cresciuta di oltre 8 anni. Oggi si attesta a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne e continuerà a crescere nei prossimi 40 anni, arrivando a quasi 90 anni per le donne e 84 per gli uomini.

La non autosuffi cienza. (dati Istat, 2011) Oltre 2.000.000 di anziani riporta-no una condizione di totale mancanza di au-tosuffi cienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana.

Il 74% degli ospiti delle strutture resi-denziali presenti in Italia sono anziani con almeno 65 anni (75.868 sono autosuffi -cienti e 225.182 non autosuffi cienti).

Anziani e lavoro. (dati Istat, Auser, 2011) Il lavoro rappresenta il 10% circa del reddito degli anziani in Italia. 375.000 gli occupati. Dal 2004 al 2011 il numero di oc-cupati tra i 55-64enni è aumentato dell’8% su tutto il territorio nazionale, passando dal 30,5% al 38% (dato Isfol, 2012).

La regione con il tasso di occupazione più alto è il Trentino Alto Adige.

Una vita attiva e impegnata. (dati Auser, 2012) Tra il 2001 e il 2010 la per-centuale di anziani tra 65 e 74 anni che fa sport in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8%.

Nel 2010 gli uomini nella fascia d’età 65-74 che praticano attività fi sica sono il 18% contro il 12,7% delle donne. Per gli over 75 si scende al 7,6% per gli uomini e al 4,1% per le donne.

Gli over75 che svolgono attività fi sica in modo continuativo sono passati da 1,4% a 3,5%, con un aumento del 2,1%.

Anziani e salute. (dati Auser, 2012)Tra il 2009 e il 2010 si è registrato

un aumento di oltre l’1% di coloro che si dichiarano in buona salute (per la fascia 65-74 si passa da 36,9% a 38,8%, per quella over75 da 20,9% a 22,2%).

Dal 2009 al 2010 è aumentato dell’1% il numero di coloro che si dichiarano in buona salute

PIÙ LONGEVI, PIÙ SPORTIVI E ANCORA LAVORATORI

In 10 anni il numero di anziani che pratica sport in modo continuativo è raddoppiato

Un contenitore di eventi incentrato sui temi dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni

24 Il Veneto in primo piano2424 Il Veneto in primo piano

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Page 27: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

8 Il Veneto in primo piano

La vecchiaia, un tempo nuovo nella società contemporanea. Nel corso dell’ultimo de-cennio gli anziani, anche in Italia, hanno

assunto un ruolo sociale nuovo, diventando in molti casi fulcro e punto di riferimento per inte-re generazioni. Hanno una vita sociale attiva, sono autonomi, occupati in hobby e attività di volontariato e, in molti casi, sono di supporto ai fi gli in diffi coltà sul piano lavorativo e occu-pazionale - non di rado come ammortizzatori sociali - e alle loro famiglie, sostegno per la cura e l’educazione dei nipoti. In Italia gli over 65enni che stanno in buona salute e continua-no ad essere parte attiva della nostra società sono 11 milioni.

E’ dunque evidente, considerato l’im-portante apporto che gli over 65 offrono alle comunità, la necessità e l’opportunità di riconoscere e restituire valore al ruolo sociale dell’anziano che, ancora oggi, nell’opinione comune continua ad essere visto troppo spes-so solo come un paziente da assistere o un

“peso” economico da sostenere.Partendo da questo presupposto - la ne-

cessità di restituire valore sociale agli anziani - è maturato il progetto “Anziani per Padova”, che prende il via il 7 maggio e proseguirà fi no al 13 del mese. Si tratta di un “contenitore” di inziative dedicate al tema dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni.

Un evento promosso dal Dipartimento in-teraziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 e l’Università di Padova, insieme all’Assesso-rato alle Politiche sociali e per la famiglia del Comune di Padova, all’Uffi cio scolastico pro-vinciale e all’Uffi cio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con CSV-Centro servizi per il volontariato della provincia di Pa-dova, di enti e istituti di cura, e con l’ampio coinvolgimento della rete di associazioni che operano sul territorio.

Inserito a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno europeo dell’invecchia-

mento attivo e della solidarietà tra le gene-razioni, il progetto padovano si confi gura ad oggi, a livello nazionale, come il più articolato degli eventi dedicati, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Segretariato Sociale Rai.

E proprio l’invecchiamento attivo, il dialogo e la solidarietà tra le generazioni saranno i temi al centro del ricco calendario: appuntamenti medico-scientifi ci, a partire dal Congresso nazionale della Società di Chirurgia geriatrica, il 10 e 11 maggio, all’aula Morga-gni del Policlinico universitario, e dal convegno sulla carta etica dei servizi alla persona an-ziana; corsi di perfezionamento per operatori sanitari, ad esempio sugli aspetti etici, giuridici e assistenziali per l’umanizzazione delle cure anche in fase terminale; dibattiti su questioni di stretta attualità, come quelli sul modello solidaristico intergenerazionale, la cura do-miciliare, le novità legislative in materia di previdenza; seminari sul rapporto tra terza età e tecnologie informatiche, le truffe agli

anziani... E ancora laboratori creativi, mostre, spet-

tacoli di teatro e musica.Occasioni di rifl essione sugli stili di vita

che consentono di restare in salute più a lun-go, ma anche di confronto tra generazioni, grazie al coinvolgimento di alcune scuole pa-dovane, alcune delle quali saranno impegnate nel progetto a livello organizzativo.

Fra gli ospiti che interverranno nei vari eventi in programma anche il famoso psicolo-go veronese Vittorino Andreoli che nella lectio dal titolo “La vecchiaia: tempio per un nuovo umanesimo”, affronterà il tema dell’invec-chiamento come opportunità e conquista della

società contemporanea.La settimana sarà l’occasione per an-

nunciare uffi cialmente la nascita di una Fon-dazione promossa dal Dipartimento che avrà l’obiettivo di favorire la prevenzione in età adulta e di migliorare le condizioni di vita dei pazienti geriatrici.

Per informazioni: uffi cio attività creative terza età - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova, via Giotto, 34 - 35137 Padova.Tel. 049 651255 fax 049 664814

Orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, martedì dalle 15 alle 16:30.

E-mail [email protected]

di Ornella Jovane

Per la maggior parte sono attivi, coltivano hobby, in molti lavorano e aiutano i fi gli. Negli ultimi 10 anni hanno assunto un ruolo centrale

Società “Anziani per Padova”, il progetto promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Ulss 16

Il tempo nuovo degli over 65

Gli anziani hanno assunto una funzione fondamentale

nell’organizzazione della società attuale

Dall’elaborazione dei dati Istat 2011 e Auser 2012 risulta che gli over65 in Italia sono 12.301.000 (il 20,3%

della popolazione italiana), di cui 16.000 ultracentenari. L’età media della popolazio-ne è passata da 41,7 anni nel 2001 a 43,5 nel 2011.

Tra il 1980 e il 2008 la speranza di vita alla nascita è cresciuta di oltre 8 anni. Oggi si attesta a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne e continuerà a crescere nei prossimi 40 anni, arrivando a quasi 90 anni per le donne e 84 per gli uomini.

La non autosuffi cienza. (dati Istat, 2011) Oltre 2.000.000 di anziani riporta-no una condizione di totale mancanza di au-tosuffi cienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana.

Il 74% degli ospiti delle strutture resi-denziali presenti in Italia sono anziani con almeno 65 anni (75.868 sono autosuffi -cienti e 225.182 non autosuffi cienti).

Anziani e lavoro. (dati Istat, Auser, 2011) Il lavoro rappresenta il 10% circa del reddito degli anziani in Italia. 375.000 gli occupati. Dal 2004 al 2011 il numero di oc-cupati tra i 55-64enni è aumentato dell’8% su tutto il territorio nazionale, passando dal 30,5% al 38% (dato Isfol, 2012).

La regione con il tasso di occupazione più alto è il Trentino Alto Adige.

Una vita attiva e impegnata. (dati Auser, 2012) Tra il 2001 e il 2010 la per-centuale di anziani tra 65 e 74 anni che fa sport in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8%.

Nel 2010 gli uomini nella fascia d’età 65-74 che praticano attività fi sica sono il 18% contro il 12,7% delle donne. Per gli over 75 si scende al 7,6% per gli uomini e al 4,1% per le donne.

Gli over75 che svolgono attività fi sica in modo continuativo sono passati da 1,4% a 3,5%, con un aumento del 2,1%.

Anziani e salute. (dati Auser, 2012)Tra il 2009 e il 2010 si è registrato

un aumento di oltre l’1% di coloro che si dichiarano in buona salute (per la fascia 65-74 si passa da 36,9% a 38,8%, per quella over75 da 20,9% a 22,2%).

Dal 2009 al 2010 è aumentato dell’1% il numero di coloro che si dichiarano in buona salute

PIÙ LONGEVI, PIÙ SPORTIVI E ANCORA LAVORATORI

In 10 anni il numero di anziani che pratica sport in modo continuativo è raddoppiato

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DAL 12 AL 20 MAGGIO 2012 AL PADIGLIONE 4 - STAMÌND 96

Page 28: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

11Voci da palazzo

vero la Società può vantare crediti verso la Regione per 117 milioni di euro che in Ve-neto Strade sono convinti di riscuotere entro l’anno ma se così non fosse? Ed è ovvio che così non sarà visto che sul bilancio regionale pendono i vincoli imposti dal Patto di sta-

bilità. Il presidente Ver-nizzi infatti è sembrato mettere le mani avanti quando ha parlato di un ridimensionamento del-le opere già progettate. “Per il prossimo triennio

– ha spiegato - ci sono di fatto sul tavolo 55 milioni, per questo stileremo una tabella delle priorità e su queste andremo ad inter-venire”. Senza mega piano triennale però e quindi non si sa su quali basi verranno decise queste priorità. Da ricordare che per i tre piani regionali approvati fi nora, dopo

il 2002 anno di inaugurazione di Veneto Strade, comprese le opere complementari al Passante di Mestre e all´A28, la società ha appaltato al 20 marzo 2012 interventi per 875 milioni di euro: 200 progetti di cui 115 già ultimati o in fase di realizzazione. Ma ci sono altri 800 milioni di progetti che con i chiari di luna degli ultimi tempi rischia-no alla grande.

Al vaglio dell’assessore Chisso c’è an-che l’ipotesi di mettere in rete Veneto Stra-de con l’altra società regionale Cav, Con-cessioni autostradali venete, che controlla il Passante di Mestre e un tratto dell’A4 con lo scopo di mettere insieme risorse utili al settore e dare fi ato alle casse della società con una ventina di milioni all’anno ma ad oggi si parla di se e ma appesi ai fi li del “forse domani”.

Dopo l’allarme di default lanciato da Silvano Vernizzi, ormai qualche mese fa, i soccorsi sono arrivati per

mettere al sicuro il futuro di Veneto Strade. L’amministratore delegato infatti aveva de-nunciato che se la Regione avesse confer-mato l’azzeramento degli stanziamenti per il 2012, come era apparso in un primo mo-mento, per la società, partecipata al 30% dalla Regione, al 50% dalle sette provincie e al 20 dalle società autostradali, sarebbe stato il tracollo. Per gli addetti ai lavori la squilla è suonata più o meno come un “Niente nuovi cantieri, nessuna garanzia d’interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria”. L’outing di Vernizzi ha tutta-via messo in moto una serie di richieste da parte dei consiglieri regionali all’assessore al bilancio, Roberto Ciambetti, che in parte sono state accolte e soddisfatte. Tuttavia a Veneto strade non sono stati destinati i 100 milioni di euro chiesti da Dario Bond, nemmeno i 40 ritenuti una soglia sicura per il proseguo delle attività. Ne sono stati assegnati 55. In tre anni, però. 15 per il 2011, 20 per il 2012 e altri 20 per l’anno successivo. Pochi o tanti, questo è quello che Ciambetti ha deciso di scucire. Sforzata la soddisfazione espressa dell’assessore Renato Chisso, anche se in occasione della presentazione del bilancio di Veneto Strade ha cercato di ridimensionare l’entità del rischio corso in precedenza. “La società - ha attaccato Chisso - è stata bistrattata da opinioni rese in libertà”. Insomma per l’assessore si sarebbe trattato semplice-mente di qualche parola sfuggita o detta in modo incauto. Più di qualcuno, invece, nel tentativo di chiusura dei rubinetti alla società avrebbe ravvisato un avvertimento o comunque il tentativo da parte della Lega di ridimensionare l’azione del potente as-sessore pidiellino. Non è detto, però, che i problemi siano fi niti per Veneto strade, per il Presidente esiste il rischio che le risorse siano poche per por-tare avanti le opere progettate. Lo stesso espetto è stato sottolineato anche dalla ca-pogruppo del Pd, Laura Puppato, sostenen-do che con i 20 milioni di euro stanziati per l’anno in corso e 120 di debito che pesano sulle casse della società, ora ridotti a 32, sia fantascienza immaginare un’attività che superi il limite dell’ordinario. A dire il

Bilancio regionale Alla società sono stati assegnati 55 mila euro in 3 anni

Veneto strade non è ancora fuori dal tunnel Vernizzi ha parlato di un ridimensionamento delle opere già progettate. Verrà data precedenza alla priorità ma manca un piano che ne stabilisca l’ordine

Ci sono altri 800 milioni di progetti che rischiano alla grande

Veneto Strade chiude con un bilancio in attivo di 32 mila euro con un patrimonio netto di 6.699.722 euro, con uno stato del patrimonio attivo di 663.932.777. Nel 2011 ha

destinato il 62,93% delle risorse in opere viarie, il 25,74% al personale (in calo), l’11,32% al funzionamento della società. Nel 2011 ha realizzato lavori per 29 milioni di euro.

NEWS IL BILANCIO DI VENETO STRADE

Per la capogruppo del partito democratico Laura Puppato è inconcepibile come i vertici di Veneto Strade abbiano il coraggio di continuare a vendere illusioni difen-dendo la funzionalità dell’ente e promettendo opere ed interventi a iosa. Se questi

signori - precisa - ritengono che un utile 2012 di 32 mila euro e le risorse dell’ultima fi nanziaria regionale (10 milioni per il 2012) possano far fronte al consistente indebi-tamento che Veneto Strade ha con le banche e assieme assicurare la prosecuzione di vecchi e nuovi lavori, oltre alla manutenzione ordinaria della viabilità, forse non hanno ben capito la situazione in cui ci hanno portato. Davvero - si chiede la capogruppo del Pd - sono convinti che si possa con queste disponibilità andare molto oltre il pagamento degli stipendi dei dipendenti e la gestione di una struttura così imponente? Ritornino con i piedi per terra - aggiunge Puppato - facciano i responsabili e non i venditori di fumo, dicendoci chiaramente come l’ente pensa di realizzare gli interventi ordinari di propria competenza, cosa ne sarà delle opere pubbliche previste dal piano triennale e che de-stino avranno i cantieri programmati da 10 anni e ancora da aprire per un ammontare di 800 milioni. Ed a proposito di federalismo stradale, tanto caro all’assessore Chisso - conclude la Puppato - vorrei invitarlo ad andare a visitare i cantieri in corso e a spiegarci ad esempio perché sulla Pedemontana non risulta a tutt’oggi impiegato neppure un lavoratore veneto.

“NON VENDETE ILLUSIONI”

“Un vecchio e guerresco fi lm d’epoca fascista raccontava di una battaglia navale tra la marina italiana e quella inglese. Sorpreso dal fuoco nemico, l’ammiraglio comandante faceva avanzare le cacciatorpediniere con un ordine preciso: ‘fare

fumo’. Le coraggiose navi si lanciavano velocissimamente contro l’avversario e, virando sul fi anco, emettevano una enorme quantità di fumo nerastro per impedire agli inglesi di vedere le navi da battaglia italiane. Gli inglesi però avevano il radar. Ecco, la capogruppo del Pd in Consiglio regionale mi sembra una cacciatorpediniera mandata a fare fumo, non avendo il radar”. L’assessore regionale alle politiche della mobilità prende da lontano le accuse della capogruppo Pd, che lamenta la scarsità di risorse della fi nanziaria regionale (“secondo lei 10 milioni di euro”) chiedendosi come possa Veneto Strade far fronte al consistente indebitamento con le banche e ai lavori. “Ricordo che quei presunti 10 milioni li ha votati anche lei, ma forse, causa fumo, non sa neppure cosa ha approvato, visto che si tratta di 15 milioni per il 2012, 20 per il 2013 e 20 per il 2014. L’esposizione bancaria è sempre un problema, ma se la capogruppo del PD avesse letto tutte le carte del bilancio di Veneto Strade Spa avrebbe scoperto che questa esposizione un anno fa era di 110 milioni di euro e oggi è calata a 36 milioni. Ci sono però crediti nei confronti della Regione per 117 milioni. In più la società ha anche degli utili, benché questi non rientrino tra gli scopi societari”. “Il vero problema non è l’esposizione della società, ma il fatto che la Regione non possa pagare ciò che le deve a causa del Patto di Stabilità, ma in ogni caso è un credito reale e non illusorio. Questa è la causa dell’indebitamento, rispetto a spese di gestione che sono diminuite e ad una confermata effi cienza della struttura di fronte a pro-blemi che sono e stanno diventando enormi a causa del drenaggio governativo di risorse locali. Questo ci porta a tenere i piedi ben per terra, su tutti i fronti infrastrutturali – dice ancora l’assessore – compreso quello della Pedemontana, che si paga da sé e rispetto alla quale abbiamo capito che la capogruppo del Pd lamenta una presenza di lavoratori siciliani, che in altra situazione sono stati ritenuti una sorta di portatori di interessi mafi osi. Mi fa piacere che la signora si sia anche lei convertita a privilegiare i veneti, ma il suo modo di proporre la cosa fuma di razzismo”.

LA CAPOGRUPPO NON VENGA A “FARE FUMO”

“Faccio i complimenti all’assessore Chisso - scrive la capogruppo democratica - per l’approfondita cultura cinematografi ca d’epoca fascista. La cosa fondamentale è che Chisso non continui a proiettare le sue trame di fantasia. Resti piuttosto sul

concreto, prima che quello su Veneto Strade diventi un fi lm drammatico. L’unica cosa che continuiamo a chiedere - precisa la Puppato - è che venga detto con chiarezza cosa faranno operativamente gli oltre 200 dipendenti di Veneto Strade e come procederanno i cantieri ed i progetti. I fondi deliberati con l’ultimo bilancio sono stati stanziati anche grazie al lavoro emendativo del Pd, per cui so benissimo di cosa stiamo parlando.

Proprio per questo ribadisco che le risorse attualmente a disposizione non riescono neppure a coprire gli appalti già fatti. La nostra - ribadisce - è una richiesta di chiarimenti tanto legittima quanto doverosa, alla quale la Giunta e i vertici di Veneto Strade devono altrettanto doverosamente rispondere. La cosa più sorprendente - conclude Puppato - è che Chisso e i suoi gridino al miracolo di fronte ad una situazione che in realtà sta pesan-temente pregiudicando l’immediato futuro dell’ente. Non mi sembra una cosa normale: a meno che non abbiano la passione per i fi lm dell’orrore...”.

“L’ASSESSORE LA SMETTA CON LE SUE TRAME DI FANTASIA”

Giovanni Vernizzi

BOTTA E RISPOSTA

Laura Puppato e Renato Chisso

26 Voci da palazzo2626 Voci da palazzo

Page 29: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

11Voci da palazzo

vero la Società può vantare crediti verso la Regione per 117 milioni di euro che in Ve-neto Strade sono convinti di riscuotere entro l’anno ma se così non fosse? Ed è ovvio che così non sarà visto che sul bilancio regionale pendono i vincoli imposti dal Patto di sta-

bilità. Il presidente Ver-nizzi infatti è sembrato mettere le mani avanti quando ha parlato di un ridimensionamento del-le opere già progettate. “Per il prossimo triennio

– ha spiegato - ci sono di fatto sul tavolo 55 milioni, per questo stileremo una tabella delle priorità e su queste andremo ad inter-venire”. Senza mega piano triennale però e quindi non si sa su quali basi verranno decise queste priorità. Da ricordare che per i tre piani regionali approvati fi nora, dopo

il 2002 anno di inaugurazione di Veneto Strade, comprese le opere complementari al Passante di Mestre e all´A28, la società ha appaltato al 20 marzo 2012 interventi per 875 milioni di euro: 200 progetti di cui 115 già ultimati o in fase di realizzazione. Ma ci sono altri 800 milioni di progetti che con i chiari di luna degli ultimi tempi rischia-no alla grande.

Al vaglio dell’assessore Chisso c’è an-che l’ipotesi di mettere in rete Veneto Stra-de con l’altra società regionale Cav, Con-cessioni autostradali venete, che controlla il Passante di Mestre e un tratto dell’A4 con lo scopo di mettere insieme risorse utili al settore e dare fi ato alle casse della società con una ventina di milioni all’anno ma ad oggi si parla di se e ma appesi ai fi li del “forse domani”.

Dopo l’allarme di default lanciato da Silvano Vernizzi, ormai qualche mese fa, i soccorsi sono arrivati per

mettere al sicuro il futuro di Veneto Strade. L’amministratore delegato infatti aveva de-nunciato che se la Regione avesse confer-mato l’azzeramento degli stanziamenti per il 2012, come era apparso in un primo mo-mento, per la società, partecipata al 30% dalla Regione, al 50% dalle sette provincie e al 20 dalle società autostradali, sarebbe stato il tracollo. Per gli addetti ai lavori la squilla è suonata più o meno come un “Niente nuovi cantieri, nessuna garanzia d’interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria”. L’outing di Vernizzi ha tutta-via messo in moto una serie di richieste da parte dei consiglieri regionali all’assessore al bilancio, Roberto Ciambetti, che in parte sono state accolte e soddisfatte. Tuttavia a Veneto strade non sono stati destinati i 100 milioni di euro chiesti da Dario Bond, nemmeno i 40 ritenuti una soglia sicura per il proseguo delle attività. Ne sono stati assegnati 55. In tre anni, però. 15 per il 2011, 20 per il 2012 e altri 20 per l’anno successivo. Pochi o tanti, questo è quello che Ciambetti ha deciso di scucire. Sforzata la soddisfazione espressa dell’assessore Renato Chisso, anche se in occasione della presentazione del bilancio di Veneto Strade ha cercato di ridimensionare l’entità del rischio corso in precedenza. “La società - ha attaccato Chisso - è stata bistrattata da opinioni rese in libertà”. Insomma per l’assessore si sarebbe trattato semplice-mente di qualche parola sfuggita o detta in modo incauto. Più di qualcuno, invece, nel tentativo di chiusura dei rubinetti alla società avrebbe ravvisato un avvertimento o comunque il tentativo da parte della Lega di ridimensionare l’azione del potente as-sessore pidiellino. Non è detto, però, che i problemi siano fi niti per Veneto strade, per il Presidente esiste il rischio che le risorse siano poche per por-tare avanti le opere progettate. Lo stesso espetto è stato sottolineato anche dalla ca-pogruppo del Pd, Laura Puppato, sostenen-do che con i 20 milioni di euro stanziati per l’anno in corso e 120 di debito che pesano sulle casse della società, ora ridotti a 32, sia fantascienza immaginare un’attività che superi il limite dell’ordinario. A dire il

Bilancio regionale Alla società sono stati assegnati 55 mila euro in 3 anni

Veneto strade non è ancora fuori dal tunnel Vernizzi ha parlato di un ridimensionamento delle opere già progettate. Verrà data precedenza alla priorità ma manca un piano che ne stabilisca l’ordine

Ci sono altri 800 milioni di progetti che rischiano alla grande

Veneto Strade chiude con un bilancio in attivo di 32 mila euro con un patrimonio netto di 6.699.722 euro, con uno stato del patrimonio attivo di 663.932.777. Nel 2011 ha

destinato il 62,93% delle risorse in opere viarie, il 25,74% al personale (in calo), l’11,32% al funzionamento della società. Nel 2011 ha realizzato lavori per 29 milioni di euro.

NEWS IL BILANCIO DI VENETO STRADE

Per la capogruppo del partito democratico Laura Puppato è inconcepibile come i vertici di Veneto Strade abbiano il coraggio di continuare a vendere illusioni difen-dendo la funzionalità dell’ente e promettendo opere ed interventi a iosa. Se questi

signori - precisa - ritengono che un utile 2012 di 32 mila euro e le risorse dell’ultima fi nanziaria regionale (10 milioni per il 2012) possano far fronte al consistente indebi-tamento che Veneto Strade ha con le banche e assieme assicurare la prosecuzione di vecchi e nuovi lavori, oltre alla manutenzione ordinaria della viabilità, forse non hanno ben capito la situazione in cui ci hanno portato. Davvero - si chiede la capogruppo del Pd - sono convinti che si possa con queste disponibilità andare molto oltre il pagamento degli stipendi dei dipendenti e la gestione di una struttura così imponente? Ritornino con i piedi per terra - aggiunge Puppato - facciano i responsabili e non i venditori di fumo, dicendoci chiaramente come l’ente pensa di realizzare gli interventi ordinari di propria competenza, cosa ne sarà delle opere pubbliche previste dal piano triennale e che de-stino avranno i cantieri programmati da 10 anni e ancora da aprire per un ammontare di 800 milioni. Ed a proposito di federalismo stradale, tanto caro all’assessore Chisso - conclude la Puppato - vorrei invitarlo ad andare a visitare i cantieri in corso e a spiegarci ad esempio perché sulla Pedemontana non risulta a tutt’oggi impiegato neppure un lavoratore veneto.

“NON VENDETE ILLUSIONI”

“Un vecchio e guerresco fi lm d’epoca fascista raccontava di una battaglia navale tra la marina italiana e quella inglese. Sorpreso dal fuoco nemico, l’ammiraglio comandante faceva avanzare le cacciatorpediniere con un ordine preciso: ‘fare

fumo’. Le coraggiose navi si lanciavano velocissimamente contro l’avversario e, virando sul fi anco, emettevano una enorme quantità di fumo nerastro per impedire agli inglesi di vedere le navi da battaglia italiane. Gli inglesi però avevano il radar. Ecco, la capogruppo del Pd in Consiglio regionale mi sembra una cacciatorpediniera mandata a fare fumo, non avendo il radar”. L’assessore regionale alle politiche della mobilità prende da lontano le accuse della capogruppo Pd, che lamenta la scarsità di risorse della fi nanziaria regionale (“secondo lei 10 milioni di euro”) chiedendosi come possa Veneto Strade far fronte al consistente indebitamento con le banche e ai lavori. “Ricordo che quei presunti 10 milioni li ha votati anche lei, ma forse, causa fumo, non sa neppure cosa ha approvato, visto che si tratta di 15 milioni per il 2012, 20 per il 2013 e 20 per il 2014. L’esposizione bancaria è sempre un problema, ma se la capogruppo del PD avesse letto tutte le carte del bilancio di Veneto Strade Spa avrebbe scoperto che questa esposizione un anno fa era di 110 milioni di euro e oggi è calata a 36 milioni. Ci sono però crediti nei confronti della Regione per 117 milioni. In più la società ha anche degli utili, benché questi non rientrino tra gli scopi societari”. “Il vero problema non è l’esposizione della società, ma il fatto che la Regione non possa pagare ciò che le deve a causa del Patto di Stabilità, ma in ogni caso è un credito reale e non illusorio. Questa è la causa dell’indebitamento, rispetto a spese di gestione che sono diminuite e ad una confermata effi cienza della struttura di fronte a pro-blemi che sono e stanno diventando enormi a causa del drenaggio governativo di risorse locali. Questo ci porta a tenere i piedi ben per terra, su tutti i fronti infrastrutturali – dice ancora l’assessore – compreso quello della Pedemontana, che si paga da sé e rispetto alla quale abbiamo capito che la capogruppo del Pd lamenta una presenza di lavoratori siciliani, che in altra situazione sono stati ritenuti una sorta di portatori di interessi mafi osi. Mi fa piacere che la signora si sia anche lei convertita a privilegiare i veneti, ma il suo modo di proporre la cosa fuma di razzismo”.

LA CAPOGRUPPO NON VENGA A “FARE FUMO”

“Faccio i complimenti all’assessore Chisso - scrive la capogruppo democratica - per l’approfondita cultura cinematografi ca d’epoca fascista. La cosa fondamentale è che Chisso non continui a proiettare le sue trame di fantasia. Resti piuttosto sul

concreto, prima che quello su Veneto Strade diventi un fi lm drammatico. L’unica cosa che continuiamo a chiedere - precisa la Puppato - è che venga detto con chiarezza cosa faranno operativamente gli oltre 200 dipendenti di Veneto Strade e come procederanno i cantieri ed i progetti. I fondi deliberati con l’ultimo bilancio sono stati stanziati anche grazie al lavoro emendativo del Pd, per cui so benissimo di cosa stiamo parlando.

Proprio per questo ribadisco che le risorse attualmente a disposizione non riescono neppure a coprire gli appalti già fatti. La nostra - ribadisce - è una richiesta di chiarimenti tanto legittima quanto doverosa, alla quale la Giunta e i vertici di Veneto Strade devono altrettanto doverosamente rispondere. La cosa più sorprendente - conclude Puppato - è che Chisso e i suoi gridino al miracolo di fronte ad una situazione che in realtà sta pesan-temente pregiudicando l’immediato futuro dell’ente. Non mi sembra una cosa normale: a meno che non abbiano la passione per i fi lm dell’orrore...”.

“L’ASSESSORE LA SMETTA CON LE SUE TRAME DI FANTASIA”

Giovanni Vernizzi

BOTTA E RISPOSTA

Laura Puppato e Renato Chisso

Page 30: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

12 Cultura veneta

Negli ultimi sei anni il mondo dell’arte è invaso da vortici di barchette di carta di diversi colori. L’au-tore è Riccardo Gusmaroli, nativo di Verona dal

1963, che abbiamo incontrato nel corso dell’inaugura-zione della mostra personale alla Galleria Orler di Mestre. Capsule farmaceutiche, uova di gallina lavorate con un trapano odontoiatrico, cartine geografi che, francobolli, barchette e aeroplanini di carta sono alcuni materiali usa-ti da Gusmaroli che non sono scherzi artistici tendenti alla provocazione, tema attuale dell’arte contemporanea, ma sono una sottile ironia che non fa quel passo successivo all’irretire l’usufruitore positivamente o negativamente. Oggetti quindi molto semplici ma decontestualizzati dalla visione quotidiana, come le barchette inserite all’interno di un ipotetico viaggio.

Com’è nata l’idea delle barchette e degli aero-planini?

“Non mi è nata l’idea, perché a dire il vero c’è l’ab-biamo dentro di noi da sempre. L’ho sfruttata in un altro modo, ossia la semplicità utilizzata per l’arte diventa fondamentale per la comunicazione. Ho utilizzato questi mezzi molto semplici per comunicare con l’arte”.

La tematica del viaggio e dei relativi vortici. Cosa signifi cano per lei?

“Il viaggio mi ha sempre appassionato. E’ un modo per sviare, cambiare e fare una strada diversa da quella di tutti i giorni. Non si può sempre fare nella realtà, ma c’è la possibilità di farlo nel privato grazie all’arte. La mente è predisposta al viaggio e l’arte è il mezzo che ci aiuta in questo”.

I colori dei vortici hanno una preferenza? “Non ho particolari preferenze e motivazioni. Per

esempio nel bianco, un non colore, si vede soltanto l’om-bra, mentre negli altri c’è una tonalità che può portare verso altre direzioni. Diciamo che è un effetto sentimen-tale che l’opera assume sulle persone”.

Quale importanza ricopre la fotografi a nel suo agire pittorico?

“Ho sempre fatto il fotografo, quindi utilizzo la fo-tografi a per coprire, ossia quando dipingo la voglio di-struggere. Questo con una sorta di simpatia, nel senso che cerco di cambiare l’aspetto fornendo una nuova vita. Libertà di materiali e superfi ci da utilizzare, passando per esempio attraverso i francobolli e le campiture monocro-me. Ogni materiale è uno spunto per compiere qualsiasi lavoro. L’infi nità del materiale a disposizione mi permette di lavorare su vari fronti, in modo da far capire meglio alle persone quello che sto facendo”.

La provocazione nell’arte. Quale personale opi-nione e quali sviluppi?

“La provocazione nell’arte è una cosa inutile perché in fondo siamo capaci tutti a fare. Con le mie opere sti-molo chi è di fronte a esse. Non do titoli ai lavori e non pretendo che una persona capisca il mio lavoro, ma che almeno sorrida. Cerco di dare la possibilità agli altri di vedere qualcosa di diverso”.

Qual è il suo concetto di Arte? “La mia arte non da messaggi ma stimola le persone

a capire qualcosa di se stessi. Tramite il mio lavoro do la possibilità agli altri di vedere in se qualcosa. Spesso non traspare il mio pensiero, non do messaggi ed è la cosa che preferisco. L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi. Non sono concettuale come lavoro perché procedo d’i-stinto. Nella realizzazione delle opere aspetto che arrivi una stimolazione per sviluppare qualcosa”.

di Alain Chivilò

L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi

Intervista Il sottile viaggio ironico di Riccardo Gusmaroli

Nei vortici di barchette di carta, l’invito al sorriso

Nella foto piccola l’artista veronese Riccardo Gusmaroli e alcune delle sue opere con i vortici fatti di barchette di carta

La mostra “Manciù. L’ultimo imperatore”, a Treviso presso la

Casa dei Carraresi, conti-nua il successo di visite e critica tanto da prorogare la chiusura al 20 maggio. Un’occasione in più per approfondire, a casa nostra, l’ultima epopea del Celeste impero che conclude un viaggio iniziato nel 2003, chiudendo con questa quar-ta tappa 2500 anni di storia della Cina. Un percorso sapientemente curato dal sinologo Adriano Màdaro che ha tracciato e proposto contenuti sempre vincenti e accattivanti. Dal 15 febbraio scorso la mostra ha rinno-vato dei reperti con un avvicendamento disposto dalla tutela del governo cinese che impone un’esposizione non più lunga di 3 mesi. Cinque vessilli imperiali sosti-tuiti con altrettanti in una versione di nuvole stilizzate a forma di spirale posti all’ingresso della mostra. Lo stesso per gli abiti imperiali come la veste estiva, le calzature di concubina e il set di borsette di seta da appendere alla cintura come da tradizione del popolo Manciù. Due nuovi dipinti del più grande pittore del ‘700 cinese il gesuita milanese Giuseppe Castiglione, tre ritratti imperiali e la seconda parte del rotolo di seta dipinto nel 1751 da Xu Yang che mostra lo svolgersi della vita quotidiana a Shaoxing. Semplicemente un successo avvalorato da una proiezione fi nale di più di 100 mila visitatori. La macchina organizzativa non si ferma qui, perché dal 26 ottobre prossimo ci sarà la prima mostra al mondo dedicata al Tibet. Il grande la-voro in precedenza svolto di divulgazione della cultura cinese, unito a ottimi rapporti con le massime autorità, del curatore Màdaro, unico membro non cinese del consiglio direttivo permanente dell’Accademia Cinese di Cultura Internazionale, porterà in occidente una mo-stra unica e irripetibile che musei prestigiosi europei e statunitensi non sono mai riusciti a ottenere.

Casa dei Carraresi, Treviso MANCIÙ ULTIMO ATTO

Al.Ch.

“Canova e la danza” è la mostra, presso il Museo e Gipsoteca di Antonio Canova

a Possagno (Tv) fi no al 30 settembre, che sviluppa la poetica del ballo, del volo e della suggestiva leggiadria del-la danza. Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822) si misura nella scultura con il motivo della fi gura in volo, traducendo il dinamismo della danza leggero e sinuoso, nel marmo o nel dipinto. La mostra ruota intorno al

modello originale in gesso della “Danzatrice con i cembali”, eseguito 200 anni fa nell’atelier romano dell’artista, restaurata grazie alla ditta Fassa Bortolo e al Bode Museum di Berlino che espone l’originale in marmo che fu eseguito per l’ambasciatore russo a Vienna Andrei Razumovskij. Duran-te la Grande Guerra, l’opera era stata danneggiata da una granata nei cannoneggiamenti che colpirono Possagno a ridosso dal Monte Grappa, troncando braccia e cembali. Oggi a distanza di quasi cento anni, grazie a un processo inverso a quello tradizionale, è stata fatta la scansione cad del marmo di Berlino ricostruendo così le parti mancanti in gesso tramite la tecnica del reverse engineering. A questo la pulizia fi nale ha completato defi nitivamente il restauro. Un’esposizione di oltre cinquanta opere di gra-fi ca, scultura, disegno, pittura e gessi quali la “Danzatrice con le mani nei fi anchi, la “Danzatrice con dito al mento, “Ebe” e “Tersicore”, oltre a opere mai esposte come per esempio i campi neri incisi da Martino de Boni su modello delle tempere di casa Canova.

Gipsoteca Canova a PossagnoLA “DANZATRICE” RITROVA I SUI CEMBALI

TRE MOSTRE DA NON PERDERE

Al secondo piano di Casa dei Carraresi di Treviso, durante l’esposizione Manciù, è pos-

sibile visitare gratuitamente la mo-stra “Germinazioni e sinestesie” con opere di cinque artisti: Emilio Casarotto (Arcugnano 1942), Stefano Curto (Segusino 1966), Giuseppe Denti (Cremona 1939), Renate Füerst (Braunschweig 1941), Luciano Tonello (Vicenza 1960), e Carla Villani (Thiene 1948). Il titolo della mostra parte da due considerazioni: la sinergia di pittura e scultura con cinema, musica, danza, fotografi a nell’ambito delle sinestesie che l’artista può far proprie attivando nel fruitore dell’opera connessioni che germinano potenzialità per visioni consapevoli e sensorialmente aperte. Fa-cendo una carrellata di queste interpretazioni artistiche diverse, si parte dalla scultura femminile di Casarotto dal richiamo arcaico e enigmatico, ai luccicanti lavori di Curto con Swarovsky, pietre, altri cristalli e presenze coralline, ai colori accesi e gli azzurri monocromatici di Denti, all’astrattismo della Füerst con un’esplosione di tinte ben equilibrato, a Tonello e le sue immagini che si susseguono a ritmo serrato con colti riferimenti, fi no alla Villani che con cromie particolari come l’ocra, il verde e il rosso etrusco ridisegna favole e nuove geografi e fantastiche. Dopo Eugenio Carmi e Giorgio Celiberti sempre nello stesso luogo, una mostra organizzata dall’Associazione artistica e socio-culturale ARTEFICIOlinea da vedere per apprezzare opere d’interessanti autori di diverse generazioni.

Contaminazioni artistiche “GERMINAZIONI E SINESTESIE”

La confettiera era il nome, fi n dal Quattrocento, del contenitore artistico che ve-

niva donato alle spose per i con-fetti. Invece dal Settecento in Francia viene coniato il nome di bomboniére. Nel 1896 in Italia la regina Margherita, per le noz-ze del fi glio Vittorio Emanuele di Savoia e Elena del Montenegro, da inizio alla tradizione che lega la bom-boniera al giorno delle nozze, come ricordo di un giorno di gioia, regalando una scatola d’argento a tutti gli invitati. Il vetro rappresenta un materiale con cui designer e artisti hanno ideato le bomboniere e in quest’ambito la mostra “Miniature di vetro. La bomboniera d’artista” a Venezia, presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Palazzo Loredan, presenta 400 bomboniere provenienti da collezioni private fi no al 10 giugno. In scena l’evoluzione delle bomboniere dagli anni ’30 con ciotole di grosso spessore, a quelle bizzarre e provocatorie dei ’50, fi no al cambiamento in oggetto decorativo di varia forma non contenente più i confetti in quanto posti ora in un sacchettino separato, sistema tutt’ora utilizzato. Non solo produzione veneziana con Barovier & Toso, Seguso, Venini, Carlo Scarpa ma una buona rappresentanza della produzione mondiale d’artista con i designer nordici degli anni Sessanta da Tapio Wirkkala a Bertil Vallien, lo Studio Glass americano con Dale Chihuly, l’Australia con Clare Belfrage e Jane Bruce infi ne Yoichi Ohira. E’ stata creata una sezione con artisti italiani che hanno ideato pezzi unici ironici e provocatori sul tema del matrimonio e della bomboniera.

Palazzo Loredan, VeneziaFINO AL 10 GIUGNO, 400 BOMBONIERE D’ARTISTA

Al.Ch. Al.Ch.Al.Ch.

28 Cultura veneta2828 Cultura veneta 13Cultura veneta

di Vesna Maria Brocca

Dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, arriva a Venezia la prima mostra ita-liana di “graphic novel”, dedicata cioè

ai romanzi a fumetti italiani. Sede espositiva di questa biblioteca immaginaria chiama-ta “Graphicnovel.it, Le roman graphique italien”, che accoglie 150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana di altrettanti autori italiani, è l’antica Torre Mas-similiana dell’Isola di Sant’Erasmo a Venezia. L’isola, considerata nei secoli come “l’orto di Venezia”, risplende nel-la sua vocazione fl oreale e agricola e ben si presta ad accompagnare il visitatore in lunghe passeggiate nella natura immersa tra terra e acqua e invita quindi a proseguire il percorso fi no alla sede dell’esposizione nella suggesti-va Torre, per scoprire questa forma narrativa

contemporanea che usa il linguaggio del fu-metto e lo declina in un’espressione autoriale esclusiva di cui l’Italia è capofi la internazio-nale per qualità delle produzioni. Questa bi-blioteca immaginaria accoglie le opere, tra le più rappresentative a livello internazionale, di 15 autori che sono: Vittorio Giardino, Loren-zo Mattotti, Igort, Leila Marzocchi, Gabriella

Giandelli, Gipi, Davide Toffolo, Stefano Ricci, Davide Reviati, Sara Colaone, Giacomo Nanni, Manuele Fior, Piero Macola, France-sco Cattani, Alessandro

Tota. Non solo fumetti, dunque, ma un vero e proprio viaggio attraverso le pieghe della nostra civiltà e della nostra storia, un’occasio-ne per neofi ti e appassionati del genere per scoprire nuovi scorci della contemporaneità italiana e vagare per le stanze di una vera e propria biblioteca virtuale. “Si tratta di una

biblioteca immaginaria - spiega la curatrice della mostra, Paola Bristot - dove ci si riferi-sce alle immagini, parti integranti la scrittura verbo-visiva del fumetto, che costituiscono i riferimenti ideali degli autori, e alla capacità visionaria che evocano”. Prodotta dall’As-sociazione Vivacomix e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Graphicnovel.it apre la stagione espositiva della Torre Massimiliana curata dall’Istituzione Parco della Laguna. Aperta al pubblico fi no al 20 maggio nei seguenti orari: mercoledì-giovedì-venerdì dalle 15 alle 19, sabato-domenica dalle 11 alle 19. Per informazioni: tel. 041.2444142, www.parcolagunavenezia.it

150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana

Arte Fino al 20 maggio alla Torre Massimiliana dell’Isola di Sant’Erasmo

“Graphic novel”, romanzi a fumetti italiani

Un vero e proprio viaggio attraverso le pieghe della nostra civiltà e della nostra storia

Fino al 23 maggio, con cadenza setti-manale nella giornata di mercoledì, in Aula Emiciclo all’Orto Botanico si tiene

un ciclo di seminari che approfondiscono alcuni temi della mostra “Visioni del suono. Musica elettronica all’Università di Padova” aperta fi no al 18 luglio negli spazi del CAM (Centro di Ateneo per i Musei) e organiz-zata dall’Università di Padova in collabo-razione col Conservatorio “Cesare Pollini”, col sostegno della Regione Veneto, della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Fondazione Antonveneta. La mostra ripercorre il sodalizio nell’ambito della musica elettronica, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, tra Conservatorio e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informa-zione dell’Università di Padova. Nascono infatti in quegli anni i primi corsi di Musica Elettronica, grazie alle sperimentazioni di Teresa Rampazzi e alle intuizioni del musi-cista Wolfango Dalla Vecchia, Direttore del Conservatorio di Padova dal 1971 al 1974, che si concretizzarono nella nascita, nel

1976, del Centro di Sonologia Computazio-nale (CSC) di Giovanni Battista Debiasi. I prossimi appuntamenti vedranno Federico Avanzini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova approfondire, il 2 maggio, il legame tra Numero e suono, e Sergio Canazza sempre del Dipartimento di Ingegneria dell’Infor-mazione dell’Università di Padova spiegare, il 9 maggio, il rapporto tra Suono e società. Nuria Schoenberg Nono sarà la protagoni-sta dell’appuntamento del 16 maggio dal titolo Luigi Nono e la musica elettronica. Il ciclo di incontri si concluderà mercoledì 23 maggio con il seminario tenuto da Nicola Bernardini, Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, e Giovanni De Poli, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, dal titolo Ricerca e produzione musicale oggi: SaMPL. L’entrata è libera fi no a esaurimento posti.

Musica elettronica

UN CICLO DI SEMINARI SULLA MOSTRA “VISIONI DEL SUONO”

Teresa Rampazzi nel suo studio

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12 Cultura veneta

Negli ultimi sei anni il mondo dell’arte è invaso da vortici di barchette di carta di diversi colori. L’au-tore è Riccardo Gusmaroli, nativo di Verona dal

1963, che abbiamo incontrato nel corso dell’inaugura-zione della mostra personale alla Galleria Orler di Mestre. Capsule farmaceutiche, uova di gallina lavorate con un trapano odontoiatrico, cartine geografi che, francobolli, barchette e aeroplanini di carta sono alcuni materiali usa-ti da Gusmaroli che non sono scherzi artistici tendenti alla provocazione, tema attuale dell’arte contemporanea, ma sono una sottile ironia che non fa quel passo successivo all’irretire l’usufruitore positivamente o negativamente. Oggetti quindi molto semplici ma decontestualizzati dalla visione quotidiana, come le barchette inserite all’interno di un ipotetico viaggio.

Com’è nata l’idea delle barchette e degli aero-planini?

“Non mi è nata l’idea, perché a dire il vero c’è l’ab-biamo dentro di noi da sempre. L’ho sfruttata in un altro modo, ossia la semplicità utilizzata per l’arte diventa fondamentale per la comunicazione. Ho utilizzato questi mezzi molto semplici per comunicare con l’arte”.

La tematica del viaggio e dei relativi vortici. Cosa signifi cano per lei?

“Il viaggio mi ha sempre appassionato. E’ un modo per sviare, cambiare e fare una strada diversa da quella di tutti i giorni. Non si può sempre fare nella realtà, ma c’è la possibilità di farlo nel privato grazie all’arte. La mente è predisposta al viaggio e l’arte è il mezzo che ci aiuta in questo”.

I colori dei vortici hanno una preferenza? “Non ho particolari preferenze e motivazioni. Per

esempio nel bianco, un non colore, si vede soltanto l’om-bra, mentre negli altri c’è una tonalità che può portare verso altre direzioni. Diciamo che è un effetto sentimen-tale che l’opera assume sulle persone”.

Quale importanza ricopre la fotografi a nel suo agire pittorico?

“Ho sempre fatto il fotografo, quindi utilizzo la fo-tografi a per coprire, ossia quando dipingo la voglio di-struggere. Questo con una sorta di simpatia, nel senso che cerco di cambiare l’aspetto fornendo una nuova vita. Libertà di materiali e superfi ci da utilizzare, passando per esempio attraverso i francobolli e le campiture monocro-me. Ogni materiale è uno spunto per compiere qualsiasi lavoro. L’infi nità del materiale a disposizione mi permette di lavorare su vari fronti, in modo da far capire meglio alle persone quello che sto facendo”.

La provocazione nell’arte. Quale personale opi-nione e quali sviluppi?

“La provocazione nell’arte è una cosa inutile perché in fondo siamo capaci tutti a fare. Con le mie opere sti-molo chi è di fronte a esse. Non do titoli ai lavori e non pretendo che una persona capisca il mio lavoro, ma che almeno sorrida. Cerco di dare la possibilità agli altri di vedere qualcosa di diverso”.

Qual è il suo concetto di Arte? “La mia arte non da messaggi ma stimola le persone

a capire qualcosa di se stessi. Tramite il mio lavoro do la possibilità agli altri di vedere in se qualcosa. Spesso non traspare il mio pensiero, non do messaggi ed è la cosa che preferisco. L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi. Non sono concettuale come lavoro perché procedo d’i-stinto. Nella realizzazione delle opere aspetto che arrivi una stimolazione per sviluppare qualcosa”.

di Alain Chivilò

L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi

Intervista Il sottile viaggio ironico di Riccardo Gusmaroli

Nei vortici di barchette di carta, l’invito al sorriso

Nella foto piccola l’artista veronese Riccardo Gusmaroli e alcune delle sue opere con i vortici fatti di barchette di carta

La mostra “Manciù. L’ultimo imperatore”, a Treviso presso la

Casa dei Carraresi, conti-nua il successo di visite e critica tanto da prorogare la chiusura al 20 maggio. Un’occasione in più per approfondire, a casa nostra, l’ultima epopea del Celeste impero che conclude un viaggio iniziato nel 2003, chiudendo con questa quar-ta tappa 2500 anni di storia della Cina. Un percorso sapientemente curato dal sinologo Adriano Màdaro che ha tracciato e proposto contenuti sempre vincenti e accattivanti. Dal 15 febbraio scorso la mostra ha rinno-vato dei reperti con un avvicendamento disposto dalla tutela del governo cinese che impone un’esposizione non più lunga di 3 mesi. Cinque vessilli imperiali sosti-tuiti con altrettanti in una versione di nuvole stilizzate a forma di spirale posti all’ingresso della mostra. Lo stesso per gli abiti imperiali come la veste estiva, le calzature di concubina e il set di borsette di seta da appendere alla cintura come da tradizione del popolo Manciù. Due nuovi dipinti del più grande pittore del ‘700 cinese il gesuita milanese Giuseppe Castiglione, tre ritratti imperiali e la seconda parte del rotolo di seta dipinto nel 1751 da Xu Yang che mostra lo svolgersi della vita quotidiana a Shaoxing. Semplicemente un successo avvalorato da una proiezione fi nale di più di 100 mila visitatori. La macchina organizzativa non si ferma qui, perché dal 26 ottobre prossimo ci sarà la prima mostra al mondo dedicata al Tibet. Il grande la-voro in precedenza svolto di divulgazione della cultura cinese, unito a ottimi rapporti con le massime autorità, del curatore Màdaro, unico membro non cinese del consiglio direttivo permanente dell’Accademia Cinese di Cultura Internazionale, porterà in occidente una mo-stra unica e irripetibile che musei prestigiosi europei e statunitensi non sono mai riusciti a ottenere.

Casa dei Carraresi, Treviso MANCIÙ ULTIMO ATTO

Al.Ch.

“Canova e la danza” è la mostra, presso il Museo e Gipsoteca di Antonio Canova

a Possagno (Tv) fi no al 30 settembre, che sviluppa la poetica del ballo, del volo e della suggestiva leggiadria del-la danza. Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822) si misura nella scultura con il motivo della fi gura in volo, traducendo il dinamismo della danza leggero e sinuoso, nel marmo o nel dipinto. La mostra ruota intorno al

modello originale in gesso della “Danzatrice con i cembali”, eseguito 200 anni fa nell’atelier romano dell’artista, restaurata grazie alla ditta Fassa Bortolo e al Bode Museum di Berlino che espone l’originale in marmo che fu eseguito per l’ambasciatore russo a Vienna Andrei Razumovskij. Duran-te la Grande Guerra, l’opera era stata danneggiata da una granata nei cannoneggiamenti che colpirono Possagno a ridosso dal Monte Grappa, troncando braccia e cembali. Oggi a distanza di quasi cento anni, grazie a un processo inverso a quello tradizionale, è stata fatta la scansione cad del marmo di Berlino ricostruendo così le parti mancanti in gesso tramite la tecnica del reverse engineering. A questo la pulizia fi nale ha completato defi nitivamente il restauro. Un’esposizione di oltre cinquanta opere di gra-fi ca, scultura, disegno, pittura e gessi quali la “Danzatrice con le mani nei fi anchi, la “Danzatrice con dito al mento, “Ebe” e “Tersicore”, oltre a opere mai esposte come per esempio i campi neri incisi da Martino de Boni su modello delle tempere di casa Canova.

Gipsoteca Canova a PossagnoLA “DANZATRICE” RITROVA I SUI CEMBALI

TRE MOSTRE DA NON PERDERE

Al secondo piano di Casa dei Carraresi di Treviso, durante l’esposizione Manciù, è pos-

sibile visitare gratuitamente la mo-stra “Germinazioni e sinestesie” con opere di cinque artisti: Emilio Casarotto (Arcugnano 1942), Stefano Curto (Segusino 1966), Giuseppe Denti (Cremona 1939), Renate Füerst (Braunschweig 1941), Luciano Tonello (Vicenza 1960), e Carla Villani (Thiene 1948). Il titolo della mostra parte da due considerazioni: la sinergia di pittura e scultura con cinema, musica, danza, fotografi a nell’ambito delle sinestesie che l’artista può far proprie attivando nel fruitore dell’opera connessioni che germinano potenzialità per visioni consapevoli e sensorialmente aperte. Fa-cendo una carrellata di queste interpretazioni artistiche diverse, si parte dalla scultura femminile di Casarotto dal richiamo arcaico e enigmatico, ai luccicanti lavori di Curto con Swarovsky, pietre, altri cristalli e presenze coralline, ai colori accesi e gli azzurri monocromatici di Denti, all’astrattismo della Füerst con un’esplosione di tinte ben equilibrato, a Tonello e le sue immagini che si susseguono a ritmo serrato con colti riferimenti, fi no alla Villani che con cromie particolari come l’ocra, il verde e il rosso etrusco ridisegna favole e nuove geografi e fantastiche. Dopo Eugenio Carmi e Giorgio Celiberti sempre nello stesso luogo, una mostra organizzata dall’Associazione artistica e socio-culturale ARTEFICIOlinea da vedere per apprezzare opere d’interessanti autori di diverse generazioni.

Contaminazioni artistiche “GERMINAZIONI E SINESTESIE”

La confettiera era il nome, fi n dal Quattrocento, del contenitore artistico che ve-

niva donato alle spose per i con-fetti. Invece dal Settecento in Francia viene coniato il nome di bomboniére. Nel 1896 in Italia la regina Margherita, per le noz-ze del fi glio Vittorio Emanuele di Savoia e Elena del Montenegro, da inizio alla tradizione che lega la bom-boniera al giorno delle nozze, come ricordo di un giorno di gioia, regalando una scatola d’argento a tutti gli invitati. Il vetro rappresenta un materiale con cui designer e artisti hanno ideato le bomboniere e in quest’ambito la mostra “Miniature di vetro. La bomboniera d’artista” a Venezia, presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Palazzo Loredan, presenta 400 bomboniere provenienti da collezioni private fi no al 10 giugno. In scena l’evoluzione delle bomboniere dagli anni ’30 con ciotole di grosso spessore, a quelle bizzarre e provocatorie dei ’50, fi no al cambiamento in oggetto decorativo di varia forma non contenente più i confetti in quanto posti ora in un sacchettino separato, sistema tutt’ora utilizzato. Non solo produzione veneziana con Barovier & Toso, Seguso, Venini, Carlo Scarpa ma una buona rappresentanza della produzione mondiale d’artista con i designer nordici degli anni Sessanta da Tapio Wirkkala a Bertil Vallien, lo Studio Glass americano con Dale Chihuly, l’Australia con Clare Belfrage e Jane Bruce infi ne Yoichi Ohira. E’ stata creata una sezione con artisti italiani che hanno ideato pezzi unici ironici e provocatori sul tema del matrimonio e della bomboniera.

Palazzo Loredan, VeneziaFINO AL 10 GIUGNO, 400 BOMBONIERE D’ARTISTA

Al.Ch. Al.Ch.Al.Ch.

13Cultura veneta

di Vesna Maria Brocca

Dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, arriva a Venezia la prima mostra ita-liana di “graphic novel”, dedicata cioè

ai romanzi a fumetti italiani. Sede espositiva di questa biblioteca immaginaria chiama-ta “Graphicnovel.it, Le roman graphique italien”, che accoglie 150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana di altrettanti autori italiani, è l’antica Torre Mas-similiana dell’Isola di Sant’Erasmo a Venezia. L’isola, considerata nei secoli come “l’orto di Venezia”, risplende nel-la sua vocazione fl oreale e agricola e ben si presta ad accompagnare il visitatore in lunghe passeggiate nella natura immersa tra terra e acqua e invita quindi a proseguire il percorso fi no alla sede dell’esposizione nella suggesti-va Torre, per scoprire questa forma narrativa

contemporanea che usa il linguaggio del fu-metto e lo declina in un’espressione autoriale esclusiva di cui l’Italia è capofi la internazio-nale per qualità delle produzioni. Questa bi-blioteca immaginaria accoglie le opere, tra le più rappresentative a livello internazionale, di 15 autori che sono: Vittorio Giardino, Loren-zo Mattotti, Igort, Leila Marzocchi, Gabriella

Giandelli, Gipi, Davide Toffolo, Stefano Ricci, Davide Reviati, Sara Colaone, Giacomo Nanni, Manuele Fior, Piero Macola, France-sco Cattani, Alessandro

Tota. Non solo fumetti, dunque, ma un vero e proprio viaggio attraverso le pieghe della nostra civiltà e della nostra storia, un’occasio-ne per neofi ti e appassionati del genere per scoprire nuovi scorci della contemporaneità italiana e vagare per le stanze di una vera e propria biblioteca virtuale. “Si tratta di una

biblioteca immaginaria - spiega la curatrice della mostra, Paola Bristot - dove ci si riferi-sce alle immagini, parti integranti la scrittura verbo-visiva del fumetto, che costituiscono i riferimenti ideali degli autori, e alla capacità visionaria che evocano”. Prodotta dall’As-sociazione Vivacomix e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Graphicnovel.it apre la stagione espositiva della Torre Massimiliana curata dall’Istituzione Parco della Laguna. Aperta al pubblico fi no al 20 maggio nei seguenti orari: mercoledì-giovedì-venerdì dalle 15 alle 19, sabato-domenica dalle 11 alle 19. Per informazioni: tel. 041.2444142, www.parcolagunavenezia.it

150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana

Arte Fino al 20 maggio alla Torre Massimiliana dell’Isola di Sant’Erasmo

“Graphic novel”, romanzi a fumetti italiani

Un vero e proprio viaggio attraverso le pieghe della nostra civiltà e della nostra storia

Fino al 23 maggio, con cadenza setti-manale nella giornata di mercoledì, in Aula Emiciclo all’Orto Botanico si tiene

un ciclo di seminari che approfondiscono alcuni temi della mostra “Visioni del suono. Musica elettronica all’Università di Padova” aperta fi no al 18 luglio negli spazi del CAM (Centro di Ateneo per i Musei) e organiz-zata dall’Università di Padova in collabo-razione col Conservatorio “Cesare Pollini”, col sostegno della Regione Veneto, della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Fondazione Antonveneta. La mostra ripercorre il sodalizio nell’ambito della musica elettronica, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, tra Conservatorio e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informa-zione dell’Università di Padova. Nascono infatti in quegli anni i primi corsi di Musica Elettronica, grazie alle sperimentazioni di Teresa Rampazzi e alle intuizioni del musi-cista Wolfango Dalla Vecchia, Direttore del Conservatorio di Padova dal 1971 al 1974, che si concretizzarono nella nascita, nel

1976, del Centro di Sonologia Computazio-nale (CSC) di Giovanni Battista Debiasi. I prossimi appuntamenti vedranno Federico Avanzini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova approfondire, il 2 maggio, il legame tra Numero e suono, e Sergio Canazza sempre del Dipartimento di Ingegneria dell’Infor-mazione dell’Università di Padova spiegare, il 9 maggio, il rapporto tra Suono e società. Nuria Schoenberg Nono sarà la protagoni-sta dell’appuntamento del 16 maggio dal titolo Luigi Nono e la musica elettronica. Il ciclo di incontri si concluderà mercoledì 23 maggio con il seminario tenuto da Nicola Bernardini, Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, e Giovanni De Poli, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, dal titolo Ricerca e produzione musicale oggi: SaMPL. L’entrata è libera fi no a esaurimento posti.

Musica elettronica

UN CICLO DI SEMINARI SULLA MOSTRA “VISIONI DEL SUONO”

Teresa Rampazzi nel suo studio

292929Cultura veneta

aiuta le associazioni di Padova e provincia a contrastare la diffusione di situazioni di povertà

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Associazione CSPDSCentro Servizi Padova SolidaleEnte gestore CSV Padova

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ness che si inserisce tra l’ allenamento e la chinesiterapia e rappresenta un importante strumento per tutti i centri fi tness.

In un corso di POSTURALTRAI-NING possiamo andare ad INSERI-RE anche LEZIONI A TEMA di altre ATTIVITA’ GINNI-CHE specifi che per le problematiche sopra dette, quali: IL PILATES, LA PANCA FIT E LO YOGA (posturale).

PILATES Il metodo Pilates è un sistema di al-

lenamento sviluppato nel 1920 da Joseph Pilates che mira allo sviluppo armonico e fl u-ido dei movimenti, rinforzando tutto il corpo, senza creare un eccesso di massa muscolare. L’utilità di tale metodo risiede nell’acquisire consapevolezza del respiro e della corretta postura della colonna vertebrale rinforzando i muscoli profondi del tronco (paravertebra-li), fondamentali per la stabilizzazione del rachide e nella prevenzione delle patologie vertebrali.

PANCAFITPancafi t agisce molto bene anche sulla

muscolatura degli atleti, allentando e ribilan-ciando i “freni muscolari” che sono i maggiori responsabili di rendimenti e risultati spes-so non soddisfacenti.

OBBIETTIVI RAGGIUN-GIBILI con l’utilizzo di Pan-cafi t:

1. miglioramento della qualità della respirazione e sblocco diaframmatico

2. miglioramento del-la postura tramite l’educazione alla Proprio-cettività, percezione dello schema corporeo e della postura corretta,

3. capacità di percezione dei cambia-menti che avvengono nel proprio corpo sia per ragioni fi siche che emotive

• miglioramento globale dello stato di salute e benessere psico-fi sicostudenti e ge-nitori.

YOGA Lo yoga è una disciplina fi sica e mentale

che consente di prendersi cura del proprio corpo e, allo stesso tempo, di sviluppare consapevolezza, calma ed energia. Lo yoga

è per tutti: bambini e adulti, donne in gravi-danza, anziani…

PER CUI, oggi nelle PALESTRE e CEN-TRI FITNESS più all’avanguardia, dove gli insegnanti continuano ad AGGIORNARSI e studiare le nuove discipline sportive anche per le persone che LO SPORT ATTIVO non riescono più a praticarlo per problemati-che fi siche, SI PUO’ TROVARE un corso di PSOTURAL TRAINING o POSTURALMENTE all’interno del quale, oltre a perseguire il rag-giungimento del benessere psico-fi sico ed il raggiungimento di una buona fi sica (senza per altro dover saltare o correre), si TROVA in un unico corso LEZIONI A TEMA di PILATES, PANCAFIT, YOGA POSTURALE, tutte fi naliz-zate a perseguire l’obiettivo del migliorare la POSTURA ed ottenere un buon lavoro fi sico.

HAI MAL DI SCHIENA? HAI LA SCO-LIOSI? NON HAI PIU’ 20 ANNI E GLI AC-CIACCHI TIPICI DI CHI NON FA SPORT?

DA OGGI sai che anche tu, qualsiasi sia l’età , puoi trovare il tuo corso per fare attivi-tà fi sica e migliorare anche le problematiche articolari: POSTURAL TRAINING.

BUON FITNESS A TUTTI

SEMPRE DI PIÙ MI CAPITA DI

SENTIRE GENITORI, RAGAZZI,

PERSONE DELLA TERZA ETÀ

LAMENTARSI CHE “NON POSSONO

FAR GINNASTICA“ PERCHÉ HANNO

MAL DI SCHIENA 0 CHE IL FIGLIO

HA LA SCOGLIOSI E QUINDI NON

PUÒ FARE GINNASTICA.

RUBRICHE

Ebbene, oltre al tradizionale NUOTO (di cui abbiamo già ampiamente detto dei benefi ci su tutto il corpo), in PALESTRA

stanno prendendo sempre più piede quelle attività legate alle problematiche articolari o di postura dovute alla sedentarietà, attività ginniche vere e proprie che abbinano il bene-fi cio della ginnastica in termini di Tonifi cazio-ne e miglioramento della condizione fi sica OLTRE al miglioramento della condizione ARTICOLARE e MUSCOLARE dal punto di vista della postura.

IL POSTURAL TRAINING E’ un programma di allena-mento che ha lo scopo di riportare il corpo verso la sua condizione di FUNZIONALITA’ AR-TICOLARE.

Possiamo identi-fi care la funzionalità articolare globale come l a capacità di un’ articolazione di svolgere age-volmente le sue funzioni principali:

• MANTENERE LA SUA POSIZIONE ANATOMICA CORRETTA

• MUOVERSI ATTRAVERSO RAGGI DI MOVIMENTO COMPLETI

Il nostro corpo perde il suo allineamento ideale a causa di posizioni scorrette mante-nute quotidianamente e questo genera una POSTURA SCORRETTA.

POSTURA= allineamento ide-ale del corpo che deve essere mantenuto sia durante posizioni stati-che che dinamiche.

Il corpo perde il suo allineamento a causa di alcuni muscoli che diventano troppo forti ed altri che diventano troppo deboli. Questa situazione genera 2 situazioni che prendo-no il nome di ACCORCIAMENTO ADATTIVO e DEBOLEZZA DA ALLUNGAMENTO.

Le articolazioni non allineate si muo-

vono attraverso traiettorie non corrette al-terando la normale mobilità articolare, così la funzione risulterà alterata generando una DISFUNZIONE. IL RISCHIO è CHE ALCUNE PARTI SI LOGORINOGENERANDO DOLORE E INNESCANDO PATOLOGIE. Il corpo crea perciò una corazza rigida di muscoli, tendini, legamenti che ci viene segnalata attraverso blocchi chiamati contratture e attraverso mo-vimenti articolari di dimensioni ridotte.

Questi blocchi, con il tempo si trasfor-mano in DISEQUILIBRI POSTURALI e fi siologici che provocano alterazio-ni della postura corretta e un cattivo funziona-mento di alcuni organi interni che spesso sono fonti di dolore.

Grazie a POSTU-RAL TRAINING:

• MIGLIORA LA POSTURA

• SI ELIMINANO TENSIONI MUSCOLARI• SI RISTABILISCE LA FUNZIONE DI

MOLTI ORGANI INTERNIGli obiettivi sono:• MIGLIORAMENTO DELL’ ELASTICITA’

MUSCOLARE• MANTENIMENTO DELLA MOBILITA’

ARTICOLARE• ALLENTARE LA TENSIONE DELLA MU-

SCOLATURA CERVICALE• ALLENTARE LA

TENSIONE DELLA MU-SCOLATURA LOMBARE

• RIEQUILIBRARE IL CINGOLO SCAPOLO OMERALE E QUELLO PELVICO

• RIEQUILIBRA-RE LE CURVE FISIO-LOGICHE DELLA CO-LONNA VERTEBRALE

• MIGLIORARE LA PERCEZIONE CORPO-REA

• ELIMINARE LA TENSIONE EMOTIVAIl postural training è un programma fi t-

info: >[email protected] < >www.canovasport.it<

Rubrica curata dal prof. Marco Canova, insegnante di Educazione Fisica, direttore tecnico di un centro sportivo

Ho mal di schiena, ho la scogliosi, ho problemi articolari, ma voglio... voglio... voglio... fare ginnastica?OGGI SI PUO’! POSTURAL TRAINING

MarcoCanova

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Comune di Padova

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vono attraverso traiettorie non corrette al-terando la normale mobilità articolare, così la funzione risulterà alterata generando una DISFUNZIONE. IL RISCHIO è CHE ALCUNE PARTI SI LOGORINOGENERANDO DOLORE E INNESCANDO PATOLOGIE. Il corpo crea perciò una corazza rigida di muscoli, tendini, legamenti che ci viene segnalata attraverso blocchi chiamati contratture e attraverso mo-vimenti articolari di dimensioni ridotte.

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Possiamo identi-fi care la funzionalità articolare globale come l a

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specifi che per le problematiche sopra dette, quali: IL PILATES, LA PANCA FIT E LO

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TENSIONE DELLA MU-SCOLATURA LOMBARE

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• MIGLIORARE LA PERCEZIONE CORPO-

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A cura di: Giannenrico Cocito, Notaio

Giannenrico Cocito Notaio - Sarò lieto di rispondere ai quesiti dei lettori da inviarmi al seguente indirizzo:[email protected]

Entro il 16 giugno 2012 dovrà versarsi la prima rata della celebre “nuova” imposta denominata IMU in parte sostitutiva della vecchia ICI.Essendosi creata una qualche confusione circa l’esatto calcolo delle aliquote comunali applicabili, per questa prima rata, sarà possibile far riferimento a quella legale (più avanti precisata), tenendo conto della eventuale modifi ca comunale e conguagliando il tutto al momento del pagamento della seconda rata del 16 dicembre 2012.L’imposta ha come presupposto il possesso di un bene immobile.Sono quindi tenuti alla corresponsione: il proprietario, l’usufruttuario,il titolare del diritto d’uso o d’abitazione, il titolare del diritto di enfi teusi, il titolare del diritto di superfi cie, il locatario di bene in leasing, il concessionario di beni demaniali.Il tributo riguarda anche gli immobili concessi in comodato d’uso avendo l’attuale testo di legge abrogato la disposizione che consentiva nella vecchia imposta ICI di assimilare

all’abitazione principale gli immobili concessi ad uso gratuito ai familiari.L’IMU è parimenti dovuta per gli immobili situati all’estero qualora nel possesso di persone fi siche residente in Italia.La base imponibile dell’imposta (ovvero il valore fi scalmente attribuito al bene di cui si ha il possesso) è determinata moltiplicando la rendita catastale dell’immobile (rivalutata del 5%) per un determinate coeffi ciente dipendente dalla categoria catastale dello stesso, ovvero:categoria A, C/2, C/6, C/7 moltiplicatore 160categoria. B, C/3, C/4, C/5 moltiplicatore 140categoria A/10, D/5 moltiplicatore 80categoria D moltiplicatore 60 (65 dal 1.1.2013)categoria C/1 moltiplicatore 55.Per quanto riguarda le aree fabbricabili, la base imponibile è determinata in base al valore di comune commercio. Alcuni Comuni hanno predisposto dei regolamenti che in qualche misura

forniscono un’indicazione standard per ciascuna zona territoriale.Per i terreni agricoli, la base imponibile è data dal prodotto tra reddito dominicale ( rivalutato del 25%) e il moltiplicatore di 130 (110 per quelli nel possesso di coltivatori diretti o di imprenditori agricolo professionali).Per gli immobili siti all’estero, la base imponibile è data dal valore dell’immobile risultante dall’atto di acquisto o, se non presente, dal valore di mercato locale dell’immobileL’aliquota IMU ordinaria è dello 0,76% e scende allo 0 ,4% per l’abitazione di residenza.Tuttavia ai Comuni è data facoltà di aumentare o ribassare dette aliquote fi no a 0,3 punti percentuali sull’aliquota ordinaria e fi no a 0,2 punti percentuali sull’aliquota ridotta.Potrebbe perciò accadere che per gli immobili non adibiti a residenza si sia tenuti a corrispondere l’imposta con aliquota 0,96, più diffi cilmente si avrà una diminuzione allo 0,46.Sono di contro ammesse alcune

detrazioni e precisamente di 200 euro per l’abitazione principale e di 50 euro per ogni fi glio di età non superiore a 26 anni, purché ivi residente e fi no al massimo di 400 euro.Per i fabbricati rurali strumentali alle aziende agricole, l’aliquota è dello 0,2 %.Vi sono altresì alcune esenzioni che per completezza si riportano: fabbricati classifi cati o classifi cabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9; fabbricati con destinazione ad usi culturali; fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto; fabbricati di proprietà della Santa Sede; fabbricati appartenenti agli Stati esteri e alle organizzazioni internazionali; terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina; immobili utilizzati destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive.Il versamento dell’IMU viene effettuato dal contribuente solo mediante modello F24 (reperibile in banca o in posta).

IL NOTAIO

Si avvicina il pagamento dell'Imu

PSICOLOGIA DEL LAVORO

Lo stress: principali modelli e risposte dell’organismoDott. Lara Tasso

Sarò lieta di rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail: [email protected]

Il termine stress è entrato a far parte a pieno titolo del nostro vocabolario e, purtroppo, anche della nostra vita. Ma sappiamo realmente cosa di cela dietro questo concetto?Tra i vari modelli di ricerca che cercano di spiegare lo stress, vi è quello dello stimolo, secondo cui le cause vanno ricercate nell’ambiente che pone richieste eccessive alla persona. Per esempio, secondo questo modello lo stress lavorativo è causato da un forte carico di lavoro e dalle diffi coltà a conciliare vita privata e occupazionale.Secondo il modello della risposta, invece, lo stress non è spiegato partendo dagli stimoli ambientali, bensì dall’esperienza provata dalla persona. Secondo questa prospettiva, lo stress è desunto da sintomi quali, per esempio, insonnia, mal di testa, problemi digestivi, che la persona sviluppa come risposta alle richieste esterne.Un altro modello, oggi dominante, è quello transazionale, che integra lo stimolo e la risposta in uno stesso processo: l’ambiente e la persona non sono analizzati separatamente ma in reciproca interazione tra loro. Lo stimolo

ambientale è percepito e valutato dalla persona, che mette in atto delle risposte fi siche, psichiche, emotive e comportamentali per far fronte alla situazione (coping). Tali risposte infl uenzano a loro volta l’ambiente esterno. Per esempio, di fronte ad un eccessivo carico di lavoro possiamo percepire la situazione al di fuori della nostra portata e le conseguenti risposte del nostro organismo saranno: aumento del battito cardiaco, sudorazione, dolori intestinali, mal di testa, insonnia etc. Possiamo decidere di non affrontare il compito o di svolgerlo in una situazione psico-fi sica non ottimale che comprometterà il buon esito del nostro lavoro. Non tutti reagiamo allo stesso modo di fronte allo stimolo: altri, infatti, possono percepire un eccessivo carico di lavorativo come una sfi da e rispondere con modalità psico-fi siche diverse dal caso precedente, che porteranno ad affrontare al meglio il compito anziché scappare da esso.Non è l’evento in sé, quindi, a causare lo stress, ma l’interazione tra esso e la persona, con tutto il suo bagaglio di esperienze, di caratteristiche fi siche, biologiche, emotive, psicologiche. Il

tutto, inoltre, è infl uenzato dal contesto in cui tale interazione avviene.Dopo aver incontrato i principali modelli sullo stress, vediamo ora come reagisce il nostro organismo davanti ad una situazione percepita come stressante. La prima fase è defi nita di ALLARME, ed è qui che l’organismo si prepara all’attacco o alla fuga dal compito o dalla situazione. La frequenza cardiaca aumenta, le pupille si dilatano, la digestione si interrompe, i muscoli si tendono. La seconda fase è la RESISTENZA, che si ha quando l’esposizione all’agente stressante è tale da far durare troppo a lungo i livelli di attivazione messi in atto nella fase di allarme. Per far fronte a questa fase il nostro organismo è costretto ad attingere a risorse aggiuntive, che sono sottratte a quelle necessarie al normale funzionamento corporeo, come la digestione o il mantenimento del sistema immunitario. La terza e ultima fase è l’ESAURIMENTO, che avviene quando l’organismo non riesce più a far fronte a livelli così alti di attivazione e sviluppa seri problemi fi sici, psichici e comportamentali. A tutti sarà capitato di provare quanto descritto nella prima

fase, e questo è del tutto normale e non comporta rischi per la salute. Provare livelli moderati di stress è, infatti, un fattore positivo, attivante. Il problema sopraggiunge quando si passa dallo stress buono (EUTRESS) e quello defi nito cattivo (DISTRESS), caratterizzato da un’eccessiva e prolungata attivazione dell’organismo. In questi casi la persona, oltre a sviluppare problemi fi sici, può mettere in atto comportamenti a rischio come l’abuso di alcool o sostanze, il gioco d’azzardo, eccessi di aggressività, non curanza delle norme sulla sicurezza.E’ quindi importante individuare i sintomi da stress eccessivo, cercando di staccare la spina e chiedendo aiuto a degli specialisti.

32 I nostri esperti3232 I nostri esperti

Federazione Nazionaledei Collegi deiMassofisioterapisti

CODEVIGO (PD) Via Dante Alighieri, 10 - Cell. 335 5358589MONTEGROTTO (PD) Via degli Scavi, 22

[email protected] - www.starbenepd.it

Associazione ItalianaFisioterapistiMetodiche Mézières

STUDIO WALTER BRUNO BARISONAbbiamo la possibilità di approfondire questo mese il tema della “TERAPIA MANUALE” e lo facciamo con lo specialista di massofisioterapia Walter Bruno Barison:

La terapia manuale è una disciplina specifica che appartiene alla fisioterapia per il trattamento di patologie muscolo-scheletriche, si basa sul ragionamento clinico ed utilizza approcci di trattamento specifici che utilizzano tecniche manuali, test di valutazione ed esercizi terapeutici seguendo i principi della fisiopatologia della medicina tradizionale. L’approccio preciso e dettagliato comprende una valutazione posturale con test della camminata e dei movimenti-situazioni che provocano dolore.

Ma la terapia manuale è in competizione con la diagnosi del medico o dell’ ortopedico? No, non è in competizione; diciamo che la completa

perchè il trattamento si propone come obiettivo il ripristino di una corretta postura o comunque la mobilità articolare, il trattamento dei sintomi dolorosi.

Quali sono i campi di applicazione? Sono molteplici: dolore di schiena, lombalgia, sciatalgia e problemi discali; il dolore al collo, torcicollo, cefalea-muscolo tensiva e mal di testa ricorrente, colpo di frusta, postumi di incidenti, artrosi e dolori riferiti al gomito, al ginocchio e alla spalla, postumi chirurgici e traumi sportivi

In merito alla frequenza delle sedute?La frequenza ha cadenza settimanale e non supera le tre/cinque sedute. Alla fine del trattamento è consigliata una rieducazione posturale secondo il metodo Mézières.

Page 35: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

A cura di: Giannenrico Cocito, Notaio

Giannenrico Cocito Notaio - Sarò lieto di rispondere ai quesiti dei lettori da inviarmi al seguente indirizzo:[email protected]

Entro il 16 giugno 2012 dovrà versarsi la prima rata della celebre “nuova” imposta denominata IMU in parte sostitutiva della vecchia ICI.Essendosi creata una qualche confusione circa l’esatto calcolo delle aliquote comunali applicabili, per questa prima rata, sarà possibile far riferimento a quella legale (più avanti precisata), tenendo conto della eventuale modifi ca comunale e conguagliando il tutto al momento del pagamento della seconda rata del 16 dicembre 2012.L’imposta ha come presupposto il possesso di un bene immobile.Sono quindi tenuti alla corresponsione: il proprietario, l’usufruttuario,il titolare del diritto d’uso o d’abitazione, il titolare del diritto di enfi teusi, il titolare del diritto di superfi cie, il locatario di bene in leasing, il concessionario di beni demaniali.Il tributo riguarda anche gli immobili concessi in comodato d’uso avendo l’attuale testo di legge abrogato la disposizione che consentiva nella vecchia imposta ICI di assimilare

all’abitazione principale gli immobili concessi ad uso gratuito ai familiari.L’IMU è parimenti dovuta per gli immobili situati all’estero qualora nel possesso di persone fi siche residente in Italia.La base imponibile dell’imposta (ovvero il valore fi scalmente attribuito al bene di cui si ha il possesso) è determinata moltiplicando la rendita catastale dell’immobile (rivalutata del 5%) per un determinate coeffi ciente dipendente dalla categoria catastale dello stesso, ovvero:categoria A, C/2, C/6, C/7 moltiplicatore 160categoria. B, C/3, C/4, C/5 moltiplicatore 140categoria A/10, D/5 moltiplicatore 80categoria D moltiplicatore 60 (65 dal 1.1.2013)categoria C/1 moltiplicatore 55.Per quanto riguarda le aree fabbricabili, la base imponibile è determinata in base al valore di comune commercio. Alcuni Comuni hanno predisposto dei regolamenti che in qualche misura

forniscono un’indicazione standard per ciascuna zona territoriale.Per i terreni agricoli, la base imponibile è data dal prodotto tra reddito dominicale ( rivalutato del 25%) e il moltiplicatore di 130 (110 per quelli nel possesso di coltivatori diretti o di imprenditori agricolo professionali).Per gli immobili siti all’estero, la base imponibile è data dal valore dell’immobile risultante dall’atto di acquisto o, se non presente, dal valore di mercato locale dell’immobileL’aliquota IMU ordinaria è dello 0,76% e scende allo 0 ,4% per l’abitazione di residenza.Tuttavia ai Comuni è data facoltà di aumentare o ribassare dette aliquote fi no a 0,3 punti percentuali sull’aliquota ordinaria e fi no a 0,2 punti percentuali sull’aliquota ridotta.Potrebbe perciò accadere che per gli immobili non adibiti a residenza si sia tenuti a corrispondere l’imposta con aliquota 0,96, più diffi cilmente si avrà una diminuzione allo 0,46.Sono di contro ammesse alcune

detrazioni e precisamente di 200 euro per l’abitazione principale e di 50 euro per ogni fi glio di età non superiore a 26 anni, purché ivi residente e fi no al massimo di 400 euro.Per i fabbricati rurali strumentali alle aziende agricole, l’aliquota è dello 0,2 %.Vi sono altresì alcune esenzioni che per completezza si riportano: fabbricati classifi cati o classifi cabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9; fabbricati con destinazione ad usi culturali; fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto; fabbricati di proprietà della Santa Sede; fabbricati appartenenti agli Stati esteri e alle organizzazioni internazionali; terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina; immobili utilizzati destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive.Il versamento dell’IMU viene effettuato dal contribuente solo mediante modello F24 (reperibile in banca o in posta).

IL NOTAIO

Si avvicina il pagamento dell'Imu

PSICOLOGIA DEL LAVORO

Lo stress: principali modelli e risposte dell’organismoDott. Lara Tasso

Sarò lieta di rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail: [email protected]

Il termine stress è entrato a far parte a pieno titolo del nostro vocabolario e, purtroppo, anche della nostra vita. Ma sappiamo realmente cosa di cela dietro questo concetto?Tra i vari modelli di ricerca che cercano di spiegare lo stress, vi è quello dello stimolo, secondo cui le cause vanno ricercate nell’ambiente che pone richieste eccessive alla persona. Per esempio, secondo questo modello lo stress lavorativo è causato da un forte carico di lavoro e dalle diffi coltà a conciliare vita privata e occupazionale.Secondo il modello della risposta, invece, lo stress non è spiegato partendo dagli stimoli ambientali, bensì dall’esperienza provata dalla persona. Secondo questa prospettiva, lo stress è desunto da sintomi quali, per esempio, insonnia, mal di testa, problemi digestivi, che la persona sviluppa come risposta alle richieste esterne.Un altro modello, oggi dominante, è quello transazionale, che integra lo stimolo e la risposta in uno stesso processo: l’ambiente e la persona non sono analizzati separatamente ma in reciproca interazione tra loro. Lo stimolo

ambientale è percepito e valutato dalla persona, che mette in atto delle risposte fi siche, psichiche, emotive e comportamentali per far fronte alla situazione (coping). Tali risposte infl uenzano a loro volta l’ambiente esterno. Per esempio, di fronte ad un eccessivo carico di lavoro possiamo percepire la situazione al di fuori della nostra portata e le conseguenti risposte del nostro organismo saranno: aumento del battito cardiaco, sudorazione, dolori intestinali, mal di testa, insonnia etc. Possiamo decidere di non affrontare il compito o di svolgerlo in una situazione psico-fi sica non ottimale che comprometterà il buon esito del nostro lavoro. Non tutti reagiamo allo stesso modo di fronte allo stimolo: altri, infatti, possono percepire un eccessivo carico di lavorativo come una sfi da e rispondere con modalità psico-fi siche diverse dal caso precedente, che porteranno ad affrontare al meglio il compito anziché scappare da esso.Non è l’evento in sé, quindi, a causare lo stress, ma l’interazione tra esso e la persona, con tutto il suo bagaglio di esperienze, di caratteristiche fi siche, biologiche, emotive, psicologiche. Il

tutto, inoltre, è infl uenzato dal contesto in cui tale interazione avviene.Dopo aver incontrato i principali modelli sullo stress, vediamo ora come reagisce il nostro organismo davanti ad una situazione percepita come stressante. La prima fase è defi nita di ALLARME, ed è qui che l’organismo si prepara all’attacco o alla fuga dal compito o dalla situazione. La frequenza cardiaca aumenta, le pupille si dilatano, la digestione si interrompe, i muscoli si tendono. La seconda fase è la RESISTENZA, che si ha quando l’esposizione all’agente stressante è tale da far durare troppo a lungo i livelli di attivazione messi in atto nella fase di allarme. Per far fronte a questa fase il nostro organismo è costretto ad attingere a risorse aggiuntive, che sono sottratte a quelle necessarie al normale funzionamento corporeo, come la digestione o il mantenimento del sistema immunitario. La terza e ultima fase è l’ESAURIMENTO, che avviene quando l’organismo non riesce più a far fronte a livelli così alti di attivazione e sviluppa seri problemi fi sici, psichici e comportamentali. A tutti sarà capitato di provare quanto descritto nella prima

fase, e questo è del tutto normale e non comporta rischi per la salute. Provare livelli moderati di stress è, infatti, un fattore positivo, attivante. Il problema sopraggiunge quando si passa dallo stress buono (EUTRESS) e quello defi nito cattivo (DISTRESS), caratterizzato da un’eccessiva e prolungata attivazione dell’organismo. In questi casi la persona, oltre a sviluppare problemi fi sici, può mettere in atto comportamenti a rischio come l’abuso di alcool o sostanze, il gioco d’azzardo, eccessi di aggressività, non curanza delle norme sulla sicurezza.E’ quindi importante individuare i sintomi da stress eccessivo, cercando di staccare la spina e chiedendo aiuto a degli specialisti.

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Page 36: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

VINO

ABBINARE IL CIBO AL VINO

IN OGNI ARTICOLO FINO AD ORA PUBBLICATO VI HO DETTO CHE UN VINO BEN SI ACCOMPAGNA AD UN DETERMINATO TIPO DI PIATTO, MA ORA HO LA SERIA INTENZIONE DI SPIEGARE CHE COSA VUOL DIRE L’ABBINAMENTO DEL VINO CON IL CIBO. L’ABBINAMENTO CIBO-VINO È UNA VERA E PROPRIA OPERAZIONE MEDIANTE LA QUALE SI CERCA DI OTTENERE UN CONNUBIO

PERFETTO TRA IL VINO ED OGNI PIATTO, CON L’UNICO INTENTO DI PASSARE DAL DESIDERIO AL PIACERE PER MEZZO DI UNA PROPRIA CULTURA PERSONALE. CERTE VOLTE CI SARÀ SICURAMENTE CAPITATO, AL RISTORANTE O IN ENOTECA, DI ORDINARE DA MANGIARE E DI TROVARCI A DIRE: E ORA CHE VINO CI METTO VICINO?

CI SONO DIVERSE SCUOLE DI PENSIERO AL RIGUARDO; ALCUNI SOSTENGONO CHE OGNUNO DI NOI DEVE LASCIARSI GUIDARE DAL PRO-PRIO GUSTO PERSONALE, DALLE PROPRIE ESPERIENZE, SENZA SEGUIRE ALCUNA REGOLA. SOLAMENTE IL NOSTRO PALATO ED I NOSTRI SENSI CI DIRANNO COME ASSAPORARE AL MEGLIO OGNI CIBO ED OGNI VINO, OGNI SCELTA È ASSOLUTAMENTE SOGGETTIVA. IL NOSTRO GUSTO È IL “GIUDICE SUPREMO”, SENZA AVERE BISOGNO DI ESPERTI.

ALTRI DICONO CHE CI SONO DELLE REGOLE DA SEGUIRE AL FINE DI OTTENERE OTTIMI RISULTATI, NEL SENSO CHE LE CARNI ROSSE NON VANNO MAI ACCOSTATE A VINI LIQUOROSI BIANCHI, NESSUN GRANDE VINO ROSSO DEVE ESSERE SERVITO COL PESCE O CON CROSTACEI E MOLLUSCHI; I VINI BIANCHI VANNO SERVITI PRIMA DEI ROSSI; I VINI LEGGERI PRIMA DEI VINI PESANTI; I VINI FRESCHI PRIMA DI QUELLI A TEMPERATURA AMBIENTE; LA GRADAZIONE ALCOLICA DEVE ESSERE CRESCENTE; SERVIRE VINI FRESCHI D’ESTATE E VINI MENO FRESCHI D’INVERNO. INSOMMA CE N’È DAVVERO PER TUTTI I GUSTI MA AL FINE DI INCAPPARE IN ERRORI BANALI E GRATUITI È BENE RICORDARE ALCUNE COSE. E CIOÈ CHE UN PIATTO DI UNA DETERMINATA REGIONE BEN SI ACCOMPAGNA AD UN VINO DELLA REGIONE STESSA; VINI STRUTTURATI VENGONO PREFERITI D’INVERNO E VINI PIÙ FRESCHI D’ESTATE. INOLTRE SI PUÒ GIOCARE ABBINANDO IL VINO AL CIBO PER CONCORDANZA E PER CONTRAPPOSIZIONE. GIÀ, SIGNIFICA CHE AD UN CIBO GRASSO CI POSSO METTERE UN VINO ALCOLICO MA ANCHE UNA BOLLICINA: AD UN FORMAGGIO UN ROSSO IMPORTANTE MA ANCHE UN MOSCATO SPERO DI AVER RESO L’IDEA SU COSA SIGNIFICA ABBINARE IL VINO AD UN CIBO, ANCHE PERCHÉ SI RISCHIA MOLTE VOLTE DI VANIFICARE IL LAVORO DI CHI PREPARA IL CIBO METTENDO VICINO UN VINO CHE NON CI DARÀ MAI IL PIACERE CHE MERITA.

DenisMeneghini

CUCINA

CHITARRINE PAGLIA E FIENO AL RAGÙ DI MAREUN PRIMO PIATTO FRESCO, LEGGERO E COLORATO. IL PESCE È L’INGREDIENTE IDEALE PER CREARE RICETTE LEGGERE: GARANTISCE PIATTI ELEGANTI ED, ALLO STESSO TEMPO, POCO IMPEGNATIVI. IL TIPO UTILIZZATO PER QUESTA RICETTA È IL PIÙ COMUNE, PER QUESTO LO ABBIAMO VOLUTO

ARRICCHIRE CON LE PRIMISSIME ZUCCHINE, UN PO’ DI MAIS A DARE COLORE ED UN INGREDIENTE DAL SAPORE PIÙ FRESCO, IL SEDANO. UNA PASTA ALL’UOVO È LA PIÙ INDICATA PERCHÉ PRENDE MEGLIO IL SUGO, INOLTRE, VOLENDO GIOCARE CON I COLORI….LA PAGLIA E FIENO È QUELLA CHE PIÙ SI ABBINA. UNA RICETTA DELICATA, MA ALLO STESSO TEMPO PROFUMATA GRAZIE ALL’AGGIUNTA DEL LIMONE, SIA IN SUCCO SIA NELL’OLIO, IDEALE PER LE PRIME GIORNATE DI PRIMAVERA DA PASSARE ALL’ARIA APERTA.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE:600G CHITARRINE ALL’UOVO PAGLIA E FIENO

900G MISTO PESCE (TOTANI, COZZE, POLIPETTI, SURIMI, CALAMARI, SEPPIOLINE, GAMBERETTI)2 ZUCCHINE PICCOLE

2 CUCCH MAIS DOLCE PRECOTTO

SEDANO FRESCO

¼ C IPOLLA BIANCA

PEPERONCINO IN POLVERE

OLIO EVO

OLIO AI LIMONI DI SORRENTO

VINO BIANCO

SUCCO DI LIMONE

DADO AROMATICO ALL’AGLIO E PREZZEMOLO, SALE

PROCEDIMENTOPULIRE IL PESCE, MONDARE E TAGLIARE LE ZUCCHINE. IN UNA PADELLA CON UN FILO D’OLIO EVO FAR SOFFRIGGERE LA CIPOLLA AFFETTATA FINEMENTE, UNIRE IL PESCE E LE ZUCCHINE; INSAPORIRE CON IL DADO, UN PIZZICO DI SALE (SE NECESSARIO), IL SUCCO DI LIMONE E CUOCERE CON IL VINO BIANCO. A METÀ COTTURA AGGIUNGERE IL SEDANO TRITATO ED IL MAIS. CUOCERE LA PASTA IN ACQUA BOLLENTE SALATA, SCOLARLA E FARLA SALTARE IN PADELLA CON IL PESCE, AGGIUNGENDO UN FILO D’OLIO AL LIMONE. SERVIRE SPOLVERANDO CON UN PO’ DI PEPERONCINO.

MANUELA E SILVIA BIZZO SPIZZICHI E BOCCONI B [email protected]

Azzurra Edizioni S.n.c. - C.P. 93/B - 35028 Piove di Sacco (PD) >[email protected]<

Impariamo l’inglese THE ANIMALS (gli animali) SOPRA E SOTTO Risolvendo entrambi i giochi otterrete, rispettivamente, il nome e il cognome dell’attrice in foto

Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. A schema ultimato, nelle caselle grigie, apparirà il cognome.

AB - ADA - BARE - EL - ELVIOERO - FE - FE - GEREITER - IVI - ORARIA - PDPINNA - RE - RUGA - SANSPIRA - TO - TRII - UOSAUSATO - VIP - VISNU

Chiave (5) - Il nome ...……….............

• “Ieri ho preso un cane per mia moglie” “Ah, sì? E dove fanno questi scambi?”• Fra fidanzati; “Caro, se tu mi amassi!” “Ma no, non aver paura che non ti amasso!”

• Un signore dice a sua moglie: “Sai cara, ho pensato che questa sera non potrai venire a teatro con quella tua vecchia pelliccia.” “Oh tesoro!” Esclama tutta felice la donna “E come hai risolto il pro-blema?” “Ho comprato un solo biglietto!”

• “Mia moglie ha perso la carta di credito” “E non hai sporto denun-cia?” “No, perché ho scoperto che il ladro spende di meno!”• Due pazzi al manicomio: “E se ci sposassimo? L’altro risponde: “Ma sei pazzo!?”• Luigi incontra Mirko: “Ehi Mirko, mia moglie ha letto “I tre porcelli-ni” e ha avuto tre gemelli, poi ha letto “Hansel e Gretel” e sono nati altri due gemelli!” “Luigi, scappo a casa!” “Perché?” “Mia moglie sta leggendo “La carica dei 101!””

Gli sposi

Chiave (4) - Un’animale...........................................................................................

ANT - BEARBEE - CATCHEETAHCRABCROCODILE

DEER - DOGDUCKEAGLEFINCH - FLYFOX - FROG

GIRAFFEJELLYFISHLIZARDMALLARDOWL

PIGSHARKSHEEPWHALEWOLF

AMICA - BRAD - BRATTFIGLI - FRATELLOFULL FRONTALI PROTAGONISTIPITT - PREMI - RUOLI - STUDI

• L’amore è qualcosa di così profondo che mai si potrà definire. Chi ama, mai potrà dire quanto ama, è infinito come l’universo.• Amare è breve, dimentica-re è lungo.• C’è tutta una vita in un’ora d’amore.• Amore: tanti sanno pro-nunciare questa parola, ma pochi sanno cosa significa veramente. Il vero amore

non è terreno ma spirituale.• Amare è anche soffrire per-ché la vera essenza della li-bertà, è amare una persona senza possederla. L’amore platonico non ti delude mai.• L’amore è la gioia di vivere. E’ l’unica stella che brilla nel cielo.• La massima forma d’egoi-smo è l’amore. Non amiamo i nostri partner, ma soltanto la loro capacità di amare noi.

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Page 37: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

VINO

ABBINARE IL CIBO AL VINO

IN OGNI ARTICOLO FINO AD ORA PUBBLICATO VI HO DETTO CHE UN VINO BEN SI ACCOMPAGNA AD UN DETERMINATO TIPO DI PIATTO, MA ORA HO LA SERIA INTENZIONE DI SPIEGARE CHE COSA VUOL DIRE L’ABBINAMENTO DEL VINO CON IL CIBO. L’ABBINAMENTO CIBO-VINO È UNA VERA E PROPRIA OPERAZIONE MEDIANTE LA QUALE SI CERCA DI OTTENERE UN CONNUBIO

PERFETTO TRA IL VINO ED OGNI PIATTO, CON L’UNICO INTENTO DI PASSARE DAL DESIDERIO AL PIACERE PER MEZZO DI UNA PROPRIA CULTURA PERSONALE. CERTE VOLTE CI SARÀ SICURAMENTE CAPITATO, AL RISTORANTE O IN ENOTECA, DI ORDINARE DA MANGIARE E DI TROVARCI A DIRE: E ORA CHE VINO CI METTO VICINO?

CI SONO DIVERSE SCUOLE DI PENSIERO AL RIGUARDO; ALCUNI SOSTENGONO CHE OGNUNO DI NOI DEVE LASCIARSI GUIDARE DAL PRO-PRIO GUSTO PERSONALE, DALLE PROPRIE ESPERIENZE, SENZA SEGUIRE ALCUNA REGOLA. SOLAMENTE IL NOSTRO PALATO ED I NOSTRI SENSI CI DIRANNO COME ASSAPORARE AL MEGLIO OGNI CIBO ED OGNI VINO, OGNI SCELTA È ASSOLUTAMENTE SOGGETTIVA. IL NOSTRO GUSTO È IL “GIUDICE SUPREMO”, SENZA AVERE BISOGNO DI ESPERTI.

ALTRI DICONO CHE CI SONO DELLE REGOLE DA SEGUIRE AL FINE DI OTTENERE OTTIMI RISULTATI, NEL SENSO CHE LE CARNI ROSSE NON VANNO MAI ACCOSTATE A VINI LIQUOROSI BIANCHI, NESSUN GRANDE VINO ROSSO DEVE ESSERE SERVITO COL PESCE O CON CROSTACEI E MOLLUSCHI; I VINI BIANCHI VANNO SERVITI PRIMA DEI ROSSI; I VINI LEGGERI PRIMA DEI VINI PESANTI; I VINI FRESCHI PRIMA DI QUELLI A TEMPERATURA AMBIENTE; LA GRADAZIONE ALCOLICA DEVE ESSERE CRESCENTE; SERVIRE VINI FRESCHI D’ESTATE E VINI MENO FRESCHI D’INVERNO. INSOMMA CE N’È DAVVERO PER TUTTI I GUSTI MA AL FINE DI INCAPPARE IN ERRORI BANALI E GRATUITI È BENE RICORDARE ALCUNE COSE. E CIOÈ CHE UN PIATTO DI UNA DETERMINATA REGIONE BEN SI ACCOMPAGNA AD UN VINO DELLA REGIONE STESSA; VINI STRUTTURATI VENGONO PREFERITI D’INVERNO E VINI PIÙ FRESCHI D’ESTATE. INOLTRE SI PUÒ GIOCARE ABBINANDO IL VINO AL CIBO PER CONCORDANZA E PER CONTRAPPOSIZIONE. GIÀ, SIGNIFICA CHE AD UN CIBO GRASSO CI POSSO METTERE UN VINO ALCOLICO MA ANCHE UNA BOLLICINA: AD UN FORMAGGIO UN ROSSO IMPORTANTE MA ANCHE UN MOSCATO SPERO DI AVER RESO L’IDEA SU COSA SIGNIFICA ABBINARE IL VINO AD UN CIBO, ANCHE PERCHÉ SI RISCHIA MOLTE VOLTE DI VANIFICARE IL LAVORO DI CHI PREPARA IL CIBO METTENDO VICINO UN VINO CHE NON CI DARÀ MAI IL PIACERE CHE MERITA.

DenisMeneghini

CUCINA

CHITARRINE PAGLIA E FIENO AL RAGÙ DI MAREUN PRIMO PIATTO FRESCO, LEGGERO E COLORATO. IL PESCE È L’INGREDIENTE IDEALE PER CREARE RICETTE LEGGERE: GARANTISCE PIATTI ELEGANTI ED, ALLO STESSO TEMPO, POCO IMPEGNATIVI. IL TIPO UTILIZZATO PER QUESTA RICETTA È IL PIÙ COMUNE, PER QUESTO LO ABBIAMO VOLUTO

ARRICCHIRE CON LE PRIMISSIME ZUCCHINE, UN PO’ DI MAIS A DARE COLORE ED UN INGREDIENTE DAL SAPORE PIÙ FRESCO, IL SEDANO. UNA PASTA ALL’UOVO È LA PIÙ INDICATA PERCHÉ PRENDE MEGLIO IL SUGO, INOLTRE, VOLENDO GIOCARE CON I COLORI….LA PAGLIA E FIENO È QUELLA CHE PIÙ SI ABBINA. UNA RICETTA DELICATA, MA ALLO STESSO TEMPO PROFUMATA GRAZIE ALL’AGGIUNTA DEL LIMONE, SIA IN SUCCO SIA NELL’OLIO, IDEALE PER LE PRIME GIORNATE DI PRIMAVERA DA PASSARE ALL’ARIA APERTA.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE:600G CHITARRINE ALL’UOVO PAGLIA E FIENO

900G MISTO PESCE (TOTANI, COZZE, POLIPETTI, SURIMI, CALAMARI, SEPPIOLINE, GAMBERETTI)2 ZUCCHINE PICCOLE

2 CUCCH MAIS DOLCE PRECOTTO

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¼ C IPOLLA BIANCA

PEPERONCINO IN POLVERE

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PROCEDIMENTOPULIRE IL PESCE, MONDARE E TAGLIARE LE ZUCCHINE. IN UNA PADELLA CON UN FILO D’OLIO EVO FAR SOFFRIGGERE LA CIPOLLA AFFETTATA FINEMENTE, UNIRE IL PESCE E LE ZUCCHINE; INSAPORIRE CON IL DADO, UN PIZZICO DI SALE (SE NECESSARIO), IL SUCCO DI LIMONE E CUOCERE CON IL VINO BIANCO. A METÀ COTTURA AGGIUNGERE IL SEDANO TRITATO ED IL MAIS. CUOCERE LA PASTA IN ACQUA BOLLENTE SALATA, SCOLARLA E FARLA SALTARE IN PADELLA CON IL PESCE, AGGIUNGENDO UN FILO D’OLIO AL LIMONE. SERVIRE SPOLVERANDO CON UN PO’ DI PEPERONCINO.

MANUELA E SILVIA BIZZO SPIZZICHI E BOCCONI B [email protected]

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Impariamo l’inglese THE ANIMALS (gli animali) SOPRA E SOTTO Risolvendo entrambi i giochi otterrete, rispettivamente, il nome e il cognome dell’attrice in foto

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AB - ADA - BARE - EL - ELVIOERO - FE - FE - GEREITER - IVI - ORARIA - PDPINNA - RE - RUGA - SANSPIRA - TO - TRII - UOSAUSATO - VIP - VISNU

Chiave (5) - Il nome ...……….............

• “Ieri ho preso un cane per mia moglie” “Ah, sì? E dove fanno questi scambi?”• Fra fidanzati; “Caro, se tu mi amassi!” “Ma no, non aver paura che non ti amasso!”

• Un signore dice a sua moglie: “Sai cara, ho pensato che questa sera non potrai venire a teatro con quella tua vecchia pelliccia.” “Oh tesoro!” Esclama tutta felice la donna “E come hai risolto il pro-blema?” “Ho comprato un solo biglietto!”

• “Mia moglie ha perso la carta di credito” “E non hai sporto denun-cia?” “No, perché ho scoperto che il ladro spende di meno!”• Due pazzi al manicomio: “E se ci sposassimo? L’altro risponde: “Ma sei pazzo!?”• Luigi incontra Mirko: “Ehi Mirko, mia moglie ha letto “I tre porcelli-ni” e ha avuto tre gemelli, poi ha letto “Hansel e Gretel” e sono nati altri due gemelli!” “Luigi, scappo a casa!” “Perché?” “Mia moglie sta leggendo “La carica dei 101!””

Gli sposi

Chiave (4) - Un’animale...........................................................................................

ANT - BEARBEE - CATCHEETAHCRABCROCODILE

DEER - DOGDUCKEAGLEFINCH - FLYFOX - FROG

GIRAFFEJELLYFISHLIZARDMALLARDOWL

PIGSHARKSHEEPWHALEWOLF

AMICA - BRAD - BRATTFIGLI - FRATELLOFULL FRONTALI PROTAGONISTIPITT - PREMI - RUOLI - STUDI

• L’amore è qualcosa di così profondo che mai si potrà definire. Chi ama, mai potrà dire quanto ama, è infinito come l’universo.• Amare è breve, dimentica-re è lungo.• C’è tutta una vita in un’ora d’amore.• Amore: tanti sanno pro-nunciare questa parola, ma pochi sanno cosa significa veramente. Il vero amore

non è terreno ma spirituale.• Amare è anche soffrire per-ché la vera essenza della li-bertà, è amare una persona senza possederla. L’amore platonico non ti delude mai.• L’amore è la gioia di vivere. E’ l’unica stella che brilla nel cielo.• La massima forma d’egoi-smo è l’amore. Non amiamo i nostri partner, ma soltanto la loro capacità di amare noi.

Aforismi sull’amore

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Page 38: La Piazza della Bassapadovana - 2012apr n48

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO DITE STOP

AGLI ERRORI CHE DAN-NEGGIANO LA VOSTRA COPPIA.

SIETE ANCORA IN TEMPO PER RIME-DIARE E RICOSTRUIRE · SALUTE LA SEDENTARIETÀ E LE RIPETUTE SOSTE AL RISTORANTE PENALIZZANO NON SOLO LA LINEA: ABBIATE MAGGIOR CURA DELL’ALIMENTAZIONE

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11

FASCINO IL VOSTRO UMORE AL-

TALENANTE NON VI FACILITA IN AMORE. PROVATE AD USCIRE DI PIÙ CON GLI AMICI E A CONOSCERE GENTE NUOVA· SALUTE LA FORMA È AL TOP, VA RIN-FORZATO L’EQUILIBRIO MENTALE CON ES-ERCIZI DI MEDITAZIONE E DI YOGA. NON SOTTOVALUTATE IL CONSIGLIO

SAGITTARIODAL 23/11

AL 21/12FASCINO DINAMICI E IPERATTIVI NON VI FER-

MATE UN ATTIMO E RISCHI-ATE DI PERDERE DI VISTA CIÒ CHE È PIÙ IMPORTANTE NELLA VOSTRA VITA · SALUTE TROPPO SPESSO ARRIVATE A SERA ESAUSTI. FATEVI CONSIGLIARE DA ESPERTI DEI FIORI DI BEACH CHE POS-SANO AIUTARVI

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01

FASCINO ABILIS-SIMI NELLE TRATTATIVE CENTRATE TUTTI GLI OBIETTIVI MA, CONQUISTATO L’INCONQUISTABILE, URGE UN GESTO DIS-TENSIVO · SALUTE QUALCHE MALORE ALL’ORIZZONTE. E’ CONSIGLIABILE FARE UN CONTROLLO DAL DENTISTA E ANCHE DALL’OSTEOPATA

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO CUORE E SENSI SI

FONDONO MAGICAMENTE E VI REGALANO EMOZIONI MOZZAFIATO. IL DIALOGO CON L’AMATO NON È MAI

STATO COSÌ PROFONDO · SALUTE SE STATE PENSANDO DI ISCRIVERVI IN PAL-ESTRA PREFERITE LA PISCINA E IN PAR-TICOLARE L’ACQUA-GYM, LE CAREZZE DELL’ACQUA VI FARANNO BENE

PESCI DAL 20/02 AL 20/03

FASCINO VI SENTITE BELLI E SEDU-CENTI COME NON ACCADEVA DA TEMPO. CALAMITATE GLI SGUARDI E SIETE OGGETTO DI AVANCE AUDACI · SALUTE E’ TEMPO DI DIETE: SIATE COSTANTI E CONVINTI CHE RAGGIUNGERETE GLI OBI-ETTIVI CHE VI SIETE POSTI. IL TRAGUARDO SPERATO VI ATTENDE

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO CON IL VOSTRO LUI FATE

PIÙ LA GUERRA CHE L’AMORE. I MO-TIVI SONO FUTILI E DI FRONTE AI VERI PROBLEMI SIETE UNA COPPIA DI FERRO · SALUTE IMPONETEVI DI FARE UNA LUNGA PASSEGGIATA OGNI GIORNO PER CARICARE LA TENSIONE E RITROVARE SE-RENITÀ E GIOIA DI VIVERE

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO VOL-

A T E ALTO SULLE ALI DELL’AMBIZIONE. MA SE NON SAPETE CONCILIARE ENTUSIASMO E PRAGMA-TISMO FARETE LA FINE DI ICARO · SALUTE LA BELLA STAGIONE IN ARRIVO POTREBBE ACUIRE CERTE VOSTRE INTOLLERANZE E PROCURARVI PROBLEMI ALLA CUTE. FATE DEGLI ESAMI

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO UN MESE

RICCO DI SVOLTE PER AFFARI E CARRIERA. IN AMORE POTETE RISCHIARE ANCHE L’IMPOSSIBILE, CUPIDO È CON VOI · SALUTE SIETE IN FORMA MA L’ARRIVO DEL CALDO POTREBBE FARSI SENTIRE. BERE MOLTA ACQUA E SALI MINERALI, VI AIUTERÀ IN OGNI SITUAZIONE

CANCRODAL 22/06

AL 22/07FASCINO I CONTRASTI NON

MANCANO E, A PEGGIORARE LA SITUAZIONE, CONTRIBUISCONO DEI FIC-CANASO. RISVEGLIATE L’EROS IN LE-TARGO! · SALUTE UN SANO REGIME DI DEPURAZIONE È QUEL CHE VI SERVE PER STARE MEGLIO. SIETE ARRIVATI A QUESTO PUNTO DELL’ANNO UN PO’ APPESSANTITI

LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO I PROGETTI AMBIZIOSI AFFONDANO NELLA BUROCRAZIA E TRASCINANO IL BUON

UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE ALLA COPPIA· SALUTE ABBIATE CURA DI VOI, ULTIMAMENTE NON SIETE AT-TENTI AL VOSTRO BENESSERE E IL FISICO NE RISENTE. FATE UN PO’ DI SPORT

VERGINEDAL 24/08AL 22/09FASCINO SIETE CARICHI DI ENERGIE CHE SAPETE GE-

STIRE AL MEGLIO RITAGLIAN-DOVI DOLCI SPAZI DI RELAX CON IL PATER CHE RINGRAZIA· SALUTE SE VI APPAS-SIONA FATICARE SUI PEDALI, QUESTO È IL PERIODO GIUSTO PER RIMONTARE IN SELLA E RITROVARE LA FORMA PERDUTA

Oroscopo

VERGINEVERGINEDAL 24/08DAL 24/08AL 22/09AL 22/09

STIRE AL MEGLIO RITAGLIAN-

LEONELEONEDAL 23/07DAL 23/07

AL 23/08AL 23/08

AMBIZIOSI AFFONDANO

TRASCINANO IL BUON UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE

DAL 22/06DAL 22/06AL 22/07AL 22/07

FASCINOFASCINOMANCANO E, A PEGGIORARE LA

SITUAZIONE, CONTRIBUISCONO DEI FIC-

GEMELLIGEMELLI

TORO TORO

FASCINOFASCINOA T E ALTO SULLE ALI

ARIETEARIETEDAL 21/03DAL 21/03

AL 20/04AL 20/04

VOSTRO LUI FATE PIÙ LA GUERRA CHE L’AMORE. I MO-

DAL 20/02

ACQUARIOACQUARIODAL 21/01DAL 21/01AL 19/02AL 19/02FASCINOFASCINO

FONDONO MAGICAMENTE

CON L’AMATO NON È MAI

AL 20/01AL 20/01FASCINOFASCINO

SAGITTARIOSAGITTARIODAL 23/11DAL 23/11

MATE UN ATTIMO E RISCHI-

AL 22/11AL 22/11FASCINOFASCINO

VOSTRO UMORE AL-TALENANTE NON VI FACILITA IN AMORE.

BILANCIABILANCIADAL 2 3/09DAL 2 3/09

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SIETE ANCORA IN TEMPO PER RIME-

UN MESE IN CUI GIOCARE A MESCOLARE LE FANTASIE MA MAI I COLORI A CONTRASTO: UN SOLO GIOIELLO MA IMPORTANTE È IL SEGRETO PER LA FELICITÀ

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CANCRODAL 22/06

AL 22/07FASCINO I CONTRASTI NON

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LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO I PROGETTI AMBIZIOSI AFFONDANO NELLA BUROCRAZIA E TRASCINANO IL BUON

UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE ALLA COPPIA· SALUTE ABBIATE CURA DI VOI, ULTIMAMENTE NON SIETE AT-TENTI AL VOSTRO BENESSERE E IL FISICO NE RISENTE. FATE UN PO’ DI SPORT

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OroscopoUN MESE IN CUI GIOCARE A MESCOLARE LE FANTASIE MA MAI I COLORI A CONTRASTO: UN SOLO GIOIELLO MA IMPORTANTE È IL SEGRETO PER LA FELICITÀ

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