La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 20 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it della Bassa Padovana

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La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 20 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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Parcheggiodella stazione,uno spiraglio

Monselice, il caso

pag. 6

Multe salateper chi scrivee imbratta muri

Este, economia

pag.12

pag. 14

Emergenza Frassinefra indagini e pauraDal sindaco di Megliadino San Fidenziola denuncia su infiltrazioni e cedimenti

Due anni e mezzo, quattro milioni e mezzo di euro di lavori, tante rassicu-razioni…eppure quando le nuvole si

ingrossano e si guarda la pioggia che cade, gli argini del Frassine fanno ancora paura. Cedimenti ed infiltrazioni sono tutt’altro che un lontano ricordo e c’è chi ha chiesto di vederci chiaro. E’ il caso di Daniela Bordin, sindaco di Megliadino San Fidenzio, che con una lettera inviata a tutte le autorità ammi-nistrative e giudiziarie del Veneto ha avviato l’indagine della Procura di Padova sui lavori

effettuati lungo l’argine del Frassine. La lettera è del 20 novembre scorso

ed è stata indirizzata al Genio di Padova, al governatore del Veneto Luca Zaia, alla prefettura, al presidente della Provincia Bar-bara Degani e all’assessore Mauro Fecchio, al commissario per l’emergenza alluvione Perla Stancari. Nella missiva, il sindaco ha raccontato il disastro di quel novembre 2010, a partire dalla rotta di Pra’ di Botte, evidenziando alcuni timori ancora attuali: “L’emergenza ha richiesto l’attivazione del

Coc (Centro comunale di Protezione civile) in quanto in corrispondenza della “rotta del fiume Frassine” dell’1 novembre 2010 si sono verificate delle infiltrazioni d’acqua che hanno creato allarmismo nella popolazione. Pur a conoscenza del pronto intervento ese-guito dai vostri tecnici, nei giorni successivi all’11 novembre mi vedo costretta a chiede-re se si ritenga sicura la riparazione esegui-ta o se siano in programma ulteriori lavori di messa in sicurezza dell’argine”.

Oltre 1200 filmda 90 nazionial Festival

Euganea Film

pag. 9

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della Bassa Padovana

un freno al cementola richiesta di miazzi

“Basta costruire”: è questo il mo-nito che arriva dal consigliere comunale Francesco Miazzi, in relazione al piano

di assetto del territorio di Monselice. Nel-le scorse settimane si sono tenuti degli

incontri pubblici con il sindaco Lunghi che ha illustrato delle tavole di analisi e

sono stati proposti 6500 questionari.pag. 6

este dichiara guerraalla sosta selvaggia

Automobili parcheggiate su spazi riservati a disabili: nell’Estense sono stati almeno 700 gli incivili nell’anno appena

concluso. Tante, infatti, sono le multe erogate dai vigili della polizia locale di Este

ad automobilisti indisciplinati che non si sono fatti problemi a parcheggiare le auto

negli spazi per disabili.pag. 10

EDITORIALE

La crisi dietro la protesta di Alessandro Abbadir*

Dalle urne del 24 e 25 febbraio scorso emerge una situazione davvero ine-stricabile, o perlomeno diffi cilmente

risolvibile. Un caos politico che rischia di portare spediti a nuove consultazioni. Pro-prio quello che non ci voleva in una situa-zione economica del genere, caratterizzata da una recessione a cui dal 2008 non si vede fi ne.

Il ciclone o tsunami (come lo defi nisce il suo capo Beppe Grillo) del Movimento 5 Stelle, si è abbattuto sui partiti, anche in Veneto, con una potenza per molti versi davvero inaspettata.

Nella nostra regione però, quello che sorprende più che il boom dei grillini (che è stato un evento generalizzato su tutto il territorio italiano), è il crollo verticale di par-titi che hanno caratterizzato la vita politica delle nostre terre da 20 anni a questa par-te: il Pdl prima Forza Italia e la Lega Nord.

Due partiti che fi no a due anni fa ave-vano totalizzato oltre il 60% dei consensi con l’elezione di Luca Zaia a governatore del Veneto. La Lega crolla dal 35% a poco più del 10% di questa ultima tornata elet-torale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si assesta sotto il 20%.

continua a pag. 3*[email protected]

continua a pag. 8

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

Come tanti e forse come tutti, sono rimasto senza parole! Lo sbi-gottimento e anche lo smarrimento di fronte al pronunciamento del Papa che dichiara di ritirarsi è stato totale e per molte ore

non mi ha permesso alcun commento che non fosse la ripetizione di qualche luogo comune.

Benedetto Papa…

*Parroco Chioggia

di Don Angelo busetto*

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Bassapadovana Provincia RegioneProvincia RegioneProvincia RegioneProvincia RegioneBassapadovana Provincia RegioneProvincia Regionemonselice, rifiuti

pag. 8

Verso la nuova tariffa, Giaccarello:“serve equità”

este, sanita’

pag. 10

Cure ai casi nongravi e assistenzadistrettuale, versoil numero 124

montagnana

pag. 13

Maquillage in centroper i sottoportici,no auto sul Liston

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

è un marchio registrato di proprietà della GIVE EMOTIONS Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 27 febbraio 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Coinvolti 5 poli scolasticiper i giovani lezione

pratica di legalità

Due giornate speciali che hanno permesso agli studenti di approfondire gli argomenti legati alla violenza, alla

responsabilità e all’etica del quotidiano. Sono stati cinque i poli scolastici della

provincia coinvolti (Este, Monselice, Cit-tadella e due di Padova) e un migliaio di studenti delle superiori protagonisti.

Le giornate rientrano nel progetto “Officina della Legalità”, realizzato

dall’assessore provinciale al Rapporto con gli Enti, dall’Università di Padova,

dal Centro Servizio per il Volontariato di Padova e dalle forze dell’ordine.

Gli incontri erano rivolti soprattutto al confronto sulle norme che consentono di vivere in una comunità democratica.

Un freno al calo produttivol’industria rallenta

la caduta

Nel quarto trimestre 2012 l’indice della produzione industriale padovana

registra una flessione del -5,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 (dopo il -7% nel terzo trimestre), che nella

media del 2012 porta il calo della produzione al -4,7%. La contrazione

riguarda tutti i comparti del manifattu-riero, secondo i dati Confindustria.

L’annuncio del ministrolavoro in carcerepadova fa scuola

Nel giro di poche settimane Paola Severino, mininistro della Giustizia,

dimostrando di non sentirsi per nulla a fine mandato, ha recuperato 16 milioni

di euro, vincolandoli solo al lavoro carcerario. Lo ha annunciato al centro congressi di Padova “Papa Luciani”,

nella città in cui aveva fatto la formale promessa, ha portato con sé il testo del

decreto della presidenza del consiglio dei ministri in cui i 16 milioni forse me-glio investiti dall’attuale governo sono stati reindirizzati all’obiettivo giusto, a

favore del recupero dei detenuti.

I cambio borse ecologichesacchetti di plasticada rottamare

Per dare una mano ai commercianti che hanno ancora in magazzino molte shopper di plastica, ormai inservibili, i commercianti padovani potranno “rottamare” le vecchie shopper non compostabili portandole all’isola ecologica Aps in Corso Australia dove in cambio riceveranno un buono utile per acquistare shopper “etiche” di Novamont. “Stiamo lavorando perché Padova diventi sempre più una città smart e questo è dato da una moltepli-cità di azioni. Una di queste che punta sulla sostenibilità” ha sottolineato il vicesindaco di Padova Ivo Rossi.

Domande entro il 15 aprilestudenti sportivipremio “dan”

L’Università di Padova, per promuovere l’attività sportiva tra i suoi studenti, indice la prima edizione del Premio “Giovanni Dan”, riservato a studenti iscritti ai suoi corsi di laurea che si siano distinti sia nello studio che nelle attività sportive. Il Premio “Giovanni Dan” 2012 è del valore di 2.500 euro.Domanda di partecipazione entro il 15 aprile. Il bando è sul sito dellUniversità.

Rivolta a chi ha più di 55 anni“dote lavoro”per i disoccupati

Una “dote-lavoro” destinata ai lavoratori disoccupati di età superiore ai 55 anni e privi di ammortizzatori sociali per incenti-vare le aziende all’assunzione. È quanto prevede il protocollo d’intesa firmato tra la Provincia di Padova e il Comitato di gestio-ne del Fondo Straordinario di Solidarietà, iniziativa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, insieme alla Diocesi, all’Amministrazione provinciale, alla Camera di Commercio e alla Fondazione Antonveneta. Il protocollo ha l’obiettivo di incentivare l’inserimento lavorativo di persone disoccupate con maggiori difficoltà di ricollocamento.

EDITORIALE

La crisi dietro la protesta Dietro lo smottamento del centrodestra il problema di fondo: la crisi economica devastante, le fabbriche del Nord Est che chiudono

ad una ad una, operai ed imprenditori disperati, e sullo sfondo la marea montante della rabbia per un sistema politico sprecone che viene percepito come solo produttore di tasse e ineffi cienze.

Non è un caso che Grillo con la sua offerta politica antisistema abbia pescato a piene mani fra le categorie che sono state più bastonate dalla crisi: da un lato gli operai e dall’altro imprenditori e lavoratori autonomi. Un tempo votavano proprio Pdl e Lega. Il richiamo dei “Vaffa day” si è fatto via via più forte, nel momento in cui tutti i partiti invece di dare l’impressione di capire il momento che stavano passando famiglie, giovani e pensionati, hanno continuato in un logoro teatrino, percepito ormai come dannoso e fuori tema. Sul territorio la grande delusione, l’ennesima grande occasione mancata (peraltro annunciata), è stato il risultato del Pd e dei suoi alleati. Ancora una volta il partito di Bersani ha dimostrato in Veneto di essere poco radicato, a parte Padova, Rovigo e soprattutto Venezia (dove tra l’altro i grillini hanno fatto il pieno dei voti).

Ancora una volta il centrosinistra interpreta con diffi coltà le dinamiche di una regione che fi no a pochi anni fa era la locomotiva d’Italia e ora è ferma. Bloccata anche dal suo stesso modello di sviluppo fatto di piccole e piccolissime imprese, che si sono rivelate e più vulnerabili con la crisi. Ora per uscire da questa impasse, ci vuole lo sforzo di tutti partiti e soprattutto dei cittadini. Un voto ravvicinato rischia di complicare ancora di più la situazione. Votare chi fa promesse facili insomma può dare una momentanea sensazione liberatoria, ma alla fi ne i problemi rimangono e adesso vanno affrontati realisticamente, se non si vuole andare a fondo tutti insieme.

segue da pag. 1

di Alessandro Abbadir

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

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anno accademico

pag. 16

L’allarme del rettoredell’Universitàdi Padova

ambiente

pag. 17

Raccolta rifiutiquanto ci costala differenziatae quanto paghiamo

mondo scuola

pag. 18

Reportage deglistudenti sullostato degli edifici

occupazione

pagg. 24-25

Ecco il Veneto giovane delle “Start Up”

voci da palazzo

pag. 28

Comuni in fuga verso le provincie autonome

cultura

pag. 29

L’influenza di Wagner nelle arti tra ‘800 e ‘900

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4 Argomento del mese44 Argomento del mese

gli obblighi della legge: revisione

Ogni quanto va fatta

Oltre alla questione dell’assicurazione c’è quella della revisione del mezzo nei centri autorizzati o alla Motorizzazione. Revisione

delle auto, insomma, ogni quanto farla? La prima revisione è obbligatoria dopo quattro anni dalla pri-ma immatricolazione, entro il termine del mese di rilascio della carta di circolazione. I successivi con-trolli devono essere effettuati invece con scadenza biennale e sempre entro il mese corrispondente a

quello in cui è stata effettuata l’ultima revisione. Queste scadenze si applicano per auto-vetture, autocaravan, autoveicoli adibiti al trasporto di cose o ad uso speciale di massa complessiva non superiore ai 3.500 Kg e dal 2003 motoveicoli e ciclomotori. La revisio-ne è invece obbligatoria con cadenza annuale per le autovetture adibite al servizio taxi, noleggio con conducente, per gli autoveicoli utilizzati per il trasporto di cose e i rimorchi di peso complessivo superiore ai 3.500 Kg, gli autobus, le autoambulanze e i veicoli atipici (ad esempio, le auto elettriche leggere da città). Va prestata attenzione poi che con il “Decreto Liberalizzazioni di Monti” anche il controllo dei gas di scarico delle auto è reso obbligatorio solo in concomitanza della revisione e non più con cadenza annuale. In sintesi per le autovetture nuove l’obbligo scatta solo dopo 4 anni in occasione del primo controllo e successivamente ogni due.

La crisi provoca un fenomeno inaspettato e pericoloso: sulle strade della nostra regione circolano sempre più auto prive di copertura assicurativa e con la revisione scaduta. Il fatto

è certifi cato dai controlli fatti dalle forze dell’ordine sul territorio e anche in altre parti del territorio italiano. Di fatto in circolazione ci sono auto che sono delle vere e proprie mine vaganti sia dal punto di vista della sicurezza (vengono fatte circolare nonostante non abbiano passato la revisione), sia da punto di vista giuridico (sen-za assicurazione: se si fanno incidenti o si paga in proprio i danni o si rischia di provocare danni a terzi non risarcibili). In Veneto la percentuale dei veicoli trovati senza la classica Rc auto non è altissima rispetto ad altre zone d’Italia, ma comunque in costante aumento rispetto a 5 anni fa, quando le auto senza assicurazione si stimava fossero solo qualche decina di migliaio, insomma un dato che da decenni era fi siologico. Ora l’impennata, la gente non ha soldi e rischia viaggiando senza assicurazione. I veicoli che circolano in Italia senza assicurazione obbligatoria Rc auto sono aumentati rispetto ai tre milioni stimati dall’Aci nel 2011. Lo con-fermano i primi dati della Polizia stradale, che ha avviato controlli mirati su tutto il territorio nazionale. Sono stati fatti posti di blocco con 160-170 pattuglie schierate contemporaneamente in alcune regioni. Nelle prime due operazioni della Polizia stradale, svolte

il 20 dicembre 2012 e il 31 gennaio scorso, la percentuale dei mezzi risultati scoperti si aggira su una percentuale a livello na-zionale del 6-7%. Applicando questa percentuale all’intero parco circolante italiano (49,2 milioni di veicoli), si ottengono cifre sui 3,4 e 3,5 milioni. Ci sono dati come quelli della Sicilia con il 14 % e la Calabria con il 13% davvero preoccupanti. Ma ci sono anche regioni del sud virtuose, come la Puglia con il 2,7% delle auto senza assicurazione. In Veneto circolano circa 3 milioni di veicoli circolanti (dati uffi ciali del 2010) dei quali, dalle stime della Polizia e dell’Aci, il 3,8 % viaggerebbe senza assicurazione, cioè quasi 115 mila veicoli. Le province in cui vi è il più alto rapporto tra auto circolanti (e quindi potenzialmente anche più ad alto ri-schio che circolino senza assicurazione) ed abitanti sono Treviso e Vicenza (62 auto ogni 100 abitanti), seguite da Verona e Rovigo (61), Belluno e Padova (60) ed infi ne da Venezia (52). Ci sono dati che emergono dai controlli specifi ci nelle singole provincie che fanno rifl ettere. A Verona ad esempio nel corso del 2012, i vigili hanno scoperto 481 veicoli sprovvisti di assicurazione, un vero e proprio record negli ultimi cinque anni. Nell’anno precedente le vio-lazioni accertate erano state 428 e nel 2010 solo 385. Nel 2012 sempre a Verona quindi sono stati 34 i conducenti multati per la mancata copertura assicurativa a seguito di sinistro stradale. Multe

decisamente “salate”, perché il codice della strada prevede sanzio-ni fi no a 3.366 euro con il sequestro del veicolo. I dati dimostrano che la guida senza assicurazione insomma si è radicata anche in una città veneta tra le più forti a livello economico. Ma i disagi non mancano nemmeno a quegli automobilisti in regola che, loro malgrado, si trovano coinvolti in incidenti con altri veicoli sprovvisti di copertura assicurativa. Cosa fare in questi casi? A rispondere è Carlo Pognici avvocato della Federconsumatori di Venezia.“In Italia -spiega Pognici - è previsto un Fondo di Garanzia per le Vitti-me della Strada gestito dalla Consap (Concessionaria per i Servizi Assicurativi Pubblici) predisposto per risarcire tutti coloro che hanno subito un incidente con un veicolo non assicurato. Il Fondo di Ga-ranzia prevede risarcimenti nel caso in cui avvenga un sinistro con veicoli in circolazione contro la volontà del proprietario o con mezzi spediti nel territorio italiano da un altro Paese dell’Unione europea. È prevista una copertura assicurativa anche nel caso in cui avvenga un incidente con un veicolo estero con targa non corrispondente”. In ognuno di questi casi il danneggiato deve inoltrare richiesta di risarcimento con raccomandata alla Consap e all’impresa designa-ta. Info www.consap.it, insieme ad un modulo per la domanda. In quarant’anni di attività il Fondo di Garanzia ha versato risarcimenti per oltre sei miliardi di euro relativi a 1,3 milioni d’indennizzi.

di Alessandro Abbadir

A Verona nel 2012 sono stati 34 i multati

perchè non avevano alcuna copertura

assicurativa

In Italia è previsto un Fondo di Garanzia per le Vittime della

Strada gestito dalla Consap

EFFETTI DELLA CRISIIn Veneto circolano circa 3 milioni

di veicoli dei quali, il 3,8% viaggerebbe senza

assicurazione, cioè quasi 115 mila veicoli. Le province in cui vi è

il più alto rapporto tra auto circolanti ed abitanti, sono

Treviso e Vicenza con 62 auto ogni 100 abitanti. Sono seguite

da Verona e Rovigo con 61, Belluno e Padova 60 ed infi ne

Venezia con 52 Sempre più auto senza assicurazione sulle strade

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555Argomento del mese

di Alessandro Abbadir

Comparazioni dei prezzi on line, è boomRisparmio I dati tendenziali in Veneto

Comparare i prezzi on line delle assicurazioni permette di fare scelte più oculate in tempo di crisi. A rendere chiara la situa-zione nella nostra regione sono i dati che sono arrivati con il rinnovo delle assicurazioni nelle prime settimane di gennaio. Dai primi dati tendenziali, il numero degli automobilisti veneti che si sono rivolti ai comparatori online per trovare una nuova

polizza Rc Auto, è aumentato del 31%. Chi ha cercato una nuova compagnia online ne ha tratto notevole benefi cio, garantendosi un risparmio fi no al 50% rispetto

alla polizza con cui circolava l’anno prima. “Rispetto a quanto accadeva in altre nazioni – sostiene Mauro Giacobbe, Responsa-bile business unit assicurazioni di www.facile.it – nel nostro Paese erano ancora pochi gli automobilisti che cercavano una nuova compagnia allo scadere della polizza. Stando ai primi numeri, sembra che lo scopo di incentivare gli italiani ad essere più attenti alle reali offerte del mercato, che era alla base del provvedimento del Governo, sia stato ottenuto”.

Secondo l’analisi, che ha preso in considerazione oltre 45.000 preventivi compilati in Veneto nelle prime tre settimane di gennaio 2013, l’incremento del ricorso ai comparatori è stato più sostenuto che in molte altre regioni. Nel dettaglio: la provincia di Padova ha visto un vero e proprio boom con un incremento che ha sfi orato il 38% rispetto al 2012, ma sono altissime an-che le percentuali di aumento registrate nelle province di Vicenza (+32,5%), Venezia (+30,1%), Treviso (+29,7%) e Verona (+26,4%); al di sopra della media nazionale anche Rovigo (25%) e Belluno (22,4%).

Chi sono le persone che hanno deciso di utilizzare lo strumento on line per la comparazione? Sono per la maggior parte imprenditori, pensionati e artigiani.

Sempre più auto senza assicurazione sulle strade

Il fenomeno a Padova e provincia

Casi più che triplicati “Accanto ai furbile vittime della crisi”Nei consueti bilanci di inizio anno stilati dalla polizia stradale e dalle polizie

municipali spicca, tanto a Padova come in provincia, l’aumento sempre più consistente di automobilisti fermati con l’assicurazione scaduta. Un’infrazione

che se in passato non destava preoccupazioni oggi invece è una spia che testimo-nia come ci siano famiglie che non hanno risorse suffi cienti nemmeno per pagare l’indispensabile assicurazione. A Padova città le infrazioni sono più che triplicate solo nell’ultimo anno e in provincia il trend è più o meno lo stesso. E alla classica spiegazione “l’avevo scordato” si aggiunge, con sempre maggior frequenza questa “non ho pagato perché non ho i soldi per farlo”. Una scusa come le altre? No, a sentire gli addetti ai lavori, preoccupati da un fenomeno che sta assumendo contorni inquietanti.

“Fino a qualche anno fa erano l’eccezione, oggi invece le multe per assicurazio-ne scaduta sono la regola”: a parlare è un agente di polizia locale della provincia di Padova, da quasi trent’anni ogni giorno “in prima linea” sulle strade, alle prese con la quotidianità del traffi co, dei controlli ad automobilisti e camionisti, delle infi nite discussioni per i parcheggi e per i posti delle bancarelle al mercato. Ma il fenomeno delle assicurazioni scadute è fi glio della crisi, sostiene l’agente, tanto che negli ultimi anni ha conosciuto una preoccupante escalation.

“Se fi no a tre – quattro anni fa riscontravamo automobili con l’assicurazione scaduta in mano per lo più ad extracomunitari – aggiunge l’agente – oppure a cittadini italiani con problemi più di carattere sociale che economico, oggi invece troviamo persone di ogni età, quasi tutti italiani, sia uomini che donne, molto spesso madri e padri di famiglia, alcuni dei quali disoccupati o cassaintegrati, che usano l’automobile tutti i giorni per andare al lavoro, e se l’anno perso per cercarlo, e per accompagnare i fi gli. Non mi riferisco alle banali dimenticanze, a chi viene multato perché l’assicurazione è scaduta da un mese o poco più. Stiamo parlando di gente che viaggia “scoperta” anche da più di un anno. E quando li fermiamo ci sentiamo rispondere che non hanno pagato perché non ce la fanno, non hanno i soldi e non arrivano a fi ne mese. Ma girare con l’assicurazione scaduta è un rischio ben più elevato, non solo per la multa salata ma soprattutto per le gravi conseguenze che ci possono essere in caso di incidente. Girare senza assicurazione è un gesto da irresponsabili, questo deve essere chiaro, e non c’è scusa che tenga”.

La Polizia Stradale impegnata tutti i giorni sulle strade di Padova e provincia rileva anche un incremento di automobili che viaggiano con la revisione scaduta e ricordano che è previsto, oltre alla multa, il sequestro del libretto. Ma le assicurazioni non pagate sono in netta maggioranza e non mancano anche i veri e propri casi di truffa attraverso tagliandi contraffatti. Per scovare i furti nella Bassa Padovana, la polizia locale di Este, Monselice e dintorni ha organizzato dei corsi di formazione per gli agenti, in modo da prepararli adeguatamente a riconoscere i falsi tagliandi esposti sul parabrezza. Perché accanto a chi effettivamente non ce la fa a pagare c’è anche chi pensa di farla franca ricorrendo ai trucchi di computer e stampante. Ma i comandi padovani si sono dotati di strumenti e di competenze in grado di individuare con sempre maggior velocità e precisione i falsi.

spalla pag 5 per padova

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6 Monselice66 Monselice

“Basta costruire”: è questo il mo-nito che arriva dal consigliere comunale Francesco Miazzi, in

relazione al piano di assetto del territorio di Monselice. Nelle scorse settimane si sono tenuti degli incontri pubblici con il sindaco Francesco Lunghi che ha illustrato delle tavole di analisi. Ma la natura abbastanza ostica dell’argomento ha fatto desistere i più, riducendo al minimo la partecipazione. Nel frattempo sono stati proposti alle fami-glie 6500 questionari a cui però sono giunte solo 130 risposte.

“A fine febbraio si sono chiusi gli “ap-porti collaborativi” - spiega Miazzi - ma dif-ficilmente ci saranno sorprese. Quindi, for-malmente il Comune in questo modo ritiene assolto il percorso partecipativo che la legge prevede. Tutti abbiamo presente quanto si sia costruito in questi anni a Monselice, come tutti hanno sotto gli occhi le decine di capannoni sfitti e diroccati, le centinaia di abitazioni non occupate, le aree residen-ziali ancora in costruzione. Ma a destare

maggiore impressione sono le cifre: stando alle stime dei progettisti ci sarebbe ancora superficie di 1 milione di mq destinati a nuo-ve aree produttive non attuate e 450.000 mq di nuove aree residenziali non attuate”. Per Miazzi sono cifre che necessitano di una valutazione attenta per non rischiare di rovi-nare irrimediabilmente il territorio.

“Non ci sono angoli del Comune che si salvano da questa furia, ma a farne le spese potrebbe essere in particolare il territorio di Ca’ Oddo, dove si prevedono massicci inter-venti che vanno dall’area attigua al nuovo Ospedale fino alla statale 16 – commenta Miazzi – in sostanza si prevede la cemen-tificazione dell’ultimo angolo di campagna del nostro paese”. Per il consigliere di oppo-sizione si tratta comunque di un malcostu-me su scala nazionale.

“Tutto questo in una corsa contro il tempo, prima che diventino operative le misure previste dal decreto “salva suolo” che risponde alle preoccupazioni del mondo agricolo. In 40 anni è stata cementificata

un’area pari a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna, passando da 18 a 13 milioni di ettari di superficie agricola con la conse-guente riduzione della produzione che im-pedisce al paese di soddisfare il fabbisogno alimentare nazionale e aumenta la dipen-denza dall’estero”.

Preoccupa la previsione di un ulteriore milionee mezzo di metri quadri per future espansioni

La polemica Miazzi interviene sul piano di assetto urbanistico del territorio

“Un freno al cemento”

Francesco Miazzi

Nuovo parcheggio da 500 posti auto, sistemazione dell’area esistente e completo restyling dell’accesso alla

stazione dei treni. Sembra quasi la trama del sogno di ogni pendolare che quotidiana-mente subisce ritardi e disservizi delle Ferro-vie dello Stato. Invece rischia di essere una realtà e dopo anni di promesse potrebbe arrivare una soluzione concreta per almeno una parte dei problemi legati alla stazione dei treni di Monselice. Il progetto è frutto dell’intesa tra Rete Ferroviaria Italiana, Pro-vincia e Comune. Le Ferrovie realizzeranno a proprie spese l’ampliamento del parcheg-gio sul lato nord, mentre gli enti pubblici si incaricheranno di sistemare l’accesso alla stazione e il parcheggio esistente.

Il progetto iniziale, proposto da Provin-cia e Comune, prevedeva l’allargamento del parcheggio nell’ampia zona dei vecchi binari, praticamente in disuso, che farebbe molto comodo alle centinaia di pendolari ogni giorno in difficoltà a trovare dove par-cheggiare l’auto. L’area si sviluppa verso nord per una lunghezza di circa 250 metri. Dall’ingegner Giuseppe Albanese, diri-gente di Rfi Veneto, è giunta all’assessore provinciale ai trasporti, Domenico Riolfatto, una controproposta. Che prevede anche un coinvolgimento economico diretto delle Ferrovie.

“L’intervento dovrebbe riguardare sia l’ampliamento del parcheggio, che potrebbe essere realizzato a cura e spese di questa Società – si legge nella lettera - che la com-pleta ristrutturazione del parcheggio esisten-

te e della zona di accesso alla stazione”. Intervento, quest’ultimo, che sarà in-

vece posto in essere dell’amministrazione provinciale in collaborazione con il Comune. Le Ferrovie si dicono disponibili a realizza-re il tutto entro l’anno in corso. Insomma Rete ferroviaria italiana si impegna nell’am-pliamento del parcheggio della stazione di Monselice, secondo il progetto elaborato in concorso con il Comune, mentre la sistema-zione dell’accesso e del parcheggio esisten-te saranno a carico di Provincia e Comune. Il costo si aggirerebbe intorno ai 150 mila euro. Si tratta quindi di una piccola vittoria per i pendolari. Ma la vera partita resta lega-ta ai continui ritardi e cancellazioni dei treni regionali. Una situazione indecente che ha l’amaro sapore di una polveriera pronta ad esplodere.

Le Ferrovierealizzerannoa proprie spesel’ampliamentosul lato nord

NUOVO pARChEGGIO ALLA STAZIONE

E.M.

Sotto il museo di San Paolo c’è “movimen-to”. A testimoniarlo sarebbero le vistose infiltrazioni che si stanno verificando: l’u-

midità sulle colonne è in aumento ed è già scat-tata una prima indagine geologica. Il ripresen-tarsi del problema, a distanza di anni, fa temere che ci possa essere un problema di infiltrazioni dalla falda sottostante la Rocca.

Preoccupanti macchie sono apparse sul pi-lastro centrale delle arcate che dividono l’aula principale dalla navata laterale della chiesa. L’u-midità ha raggiunto un’altezza di due metri dal pavimento, con i tipici aloni scuri e la scrostatu-ra di alcuni intonaci. Tanto che il rivestimento esterno della prima arcata si sta sbriciolando, con microfessurazioni. Anche un altro pilastro è stato attaccato dall’umidità e si teme che muschi e licheni sulla parte più bassa delle fon-dazioni, ora coperti dalle teche, possano avere la stessa causa. Per capire quali siano le reali cause del problema i tecnici comunali hanno effettuato un primo sopralluogo. Quan-do sono stati fatti i lavori di restauro della chiesa, problemi di umidità non ce n’erano.

Sono comparsi nel 2010 e di nuovo adesso. La relazione tecnica degli esperti conferma che le cause “derivino da una situazione idrogeologica dell’ambito in cui sorge San Paolo, magari modificate degli eventi degli ultimi anni”. Tra le possibili cause ci sono i lavori per il roseto a fianco della chiesa e quelli per il terrapieno sul retro, che forse non è a tenuta stagna. Ma già 40 anni fa alla San Paolo c’erano infiltrazioni. Ora comunque l’amministrazione darà l’incarico a un geologo per un’indagine approfondita sulla falda, con carotaggi che ne determinino profondità e pressione. Qualcuno invece sta avanzando l’ipotesi che sia stato un danno causato dal cantiere per l’ascensore nella Rocca. Ma dall’amministrazione comunale arriva una smentita.

il caso

L’umidità ha aggredito alcune colonne, un fenomeno ricorrentepreoccupanti infiltrazioni al san paolo

E.M.

Il Museo San Paolo dopo il restauro

di Emanuele Masiero

Page 9: La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

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A più di dieci anni dall’introduzione della raccolta porta a porta, Pierluigi Giaccarello, segretario cittadino del Partito Democratico, chiede un

passo in più. Stop alla produzione indiscriminata di rifiuti: diamo inizio alla fase tre...

A proposto di introdurre un sistema che fac-cia pagare i rifiuti in base all’effettiva produzio-ne. Come le è venuta questa idea?

“Nasce dall’introduzione della Tares: la una nuo-va tassa sui rifiuti che pagheremo da luglio”.

Con l’arrivo della Tares i cittadini pagheran-no di più per volere del governo centrale. Ma pagheranno anche in modo più equo?

“Nella Tares i cittadini pagheranno altri servizi comunali oltre all’asporto rifiuti ma un’applicazione più equa dipenderà dal volere delle singole ammini-strazioni comunali”.

Cosa propone per trovare una maggiore equità?

“Io credo sia equo che un cittadino paghi in fun-zione della quantità di rifiuto secco indifferenziato che produce. Come già accade in alcuni Comuni è sufficiente avviare la politica della tariffazione colle-gata al numero di svuotamenti necessari per singolo nucleo familiare”.

Nei Comuni dove è attiva la rilevazione degli svuotamenti, come sta evolvendo il rapporto tra cittadini e raccolta differenziata?

“Nei Comuni dove è stata attivata c’è stata una riduzione del rifiuto secco (-17%) a fronte di un au-mento dei rifiuti riciclabili (+8%). In parole povere: visto che il secco si paga e i riciclabili no, la gente è diventata più attenta nella differenziata. Ci sarà ovviamente qualche furbetto che getta una parte di secco nei riciclabili, ma sono veramente pochissimi e facilmente sanzionabili”.

Secondo lei ci sono altri vantaggi legati

all’introduzione di un sistema simile?“Risulta evidente che se incrementiamo sempre

più la raccolta differenziata la percentuale dei rifiuti da conferire in discarica o in inceneritore può arrivare allo zero. Non c’è alcun interesse per i cittadini a non applicare questo sistema, casomai solo quello della lobby dei rifiuti che nell’incenerimento realizza dei super ricavi. In più nei comuni con la rilevazione degli svuotamenti sono sufficienti dai 25 ai 45 pas-saggi di secco all’anno (in base alle dimensioni delle famiglie), mentre a Monselice siamo a circa 100 passaggi annui. Minori passaggi determinano minori costi e minor inquinamento indiretto”.

Non c’è il rischio di avere un aumento dei rifiuti abbandonati?

“La nostra autorità di bacino ha già attivato un servizio di segnalazione dei rifiuti direttamente onli-ne, chiamato Città Pulita. Grazie a questo servizio i rifiuti rimangono meno al suolo e quindi non si for-mano le mini discariche abusive. Questo ovviamente

genera un comportamento virtuoso perché c’è meno sporcizia in giro”.

Non si potrebbe invece passare ad una pe-satura esatta?

“Sarebbe il massimo ma è ancora difficile. Ci sarebbero degli evidenti problemi logistici e in ogni caso non esiste un sistema di pesatura “omologa-to”. Si potrebbe fare con la creazione di isole ecolo-giche di quartiere, ma un passo alla volta...”.

Ci sono altre proposte in tema di ambiente che state avanzando con il Pd di Monselice?

“Credo molto nell’ambiente come volano di crescita economica. Il Pd sotto la mia gestione è apparso molto impegnato sul fronte ambientale, ma mai con atteggiamento ideologico.

Semplicemente siamo convinti che da maggiori investimenti in tema di ambiente derivino moltissi-me opportunità per favorire un’economia verde che porterà benessere, sviluppo economico e lavoro per la nostra città”.

di Emanuele Masiero

Pierluigi Giaccarello Il segretario del Pd di Monselice riflette sul servizio di raccolta

“Rifiuti, maggiore equità”

Pierluigi Giaccarellosegretario del Pddi Monselice

A luglio l’introduzione della nuovatassa: “ciascuno dovrebbe pagareper il secco che in effetti produce”

L’intervista

La crisi è ancora una realtà e spesso colpisce chi già subisce problematiche sociali. Così a farne maggiormente le spese sono gli anziani che

non sempre riescono a reagire alle difficoltà lega-te all’andamento della situazione economica. Per far fronte a questo problema anche il Comune di Monselice offre la possibilità di ricevere un “asse-gno di sollievo”. L’iniziativa si concretizza in una somma riconosciuta alle famiglie che assistono di-

rettamente persone anziane non autosufficienti, con elevati carichi assistenziali o che ricorrono a forme di sostituzione temporanea del nucleo familiare. In-somma, quelle persone che convivono con reali pro-blematiche sociali. Nello specifico, ne hanno diritto i disabili certificati dalla legge 104/92, ovvero gli anziani non autosufficienti assistiti a domicilio con presentazione di certificato medico. La domanda può essere presentata dai soggetti direttamente in-

teressati o i loro familiari conviventi che provvedono all’assistenza. Chiaramente, per determinare l’attri-buzione dell’assegno di sollievo, viene considerata la situazione economica del nucleo familiare con i parametri ai fini Isee (indicatore situazione econo-mica equivalente). La soglia è fissata a 17.686,65 euro e la domanda per l’anno 2013 deve essere inoltrata presso il Comune di residenza il modulo entro il 31 maggio 2013.

sociale Aiuto economico rivolto ai nuclei con persone anziani non autosufficienti o con disabili“assegno di sollievo” a favore delle famiglie in difficoltà

E.M. Disponibile una somma per le famiglie

segue da pag. 1

Poi si è andato affermando in modo sempre più evidente il senso di una perdita, come chi è stato abituato fi n da fanciullo ad avere sotto gli occhi la fi gura paterna del Papa. La solennità ieratica di Pio

XII, l’amabilità audace di Giovanni XXIII, l’intelligenza e la decisione di Paolo VI, la semplicità di Giovanni Paolo I, l’irruenza multiforme di Giovanni Paolo II, e infi ne la squisitezza umana di questo Papa, Benedetto XVI. Con ciascun Papa, in tempi diversi della vita, è avvenuta una sorta di immedesimazione, non solo nei riguardi dei contenuti e delle modalità della funzione papale, ma anche per un apprezzamento dello stile personale di ciascuno. Un Papa, un nome: ciascun Papa con il suo nome, il suo volto, la sua anima. Con Bene-detto è fi orito un rapporto certamente speciale. Ben prima che fosse Papa l’avevo frequentato come limpido teologo, capace di entrare nelle questioni della modernità con uno sguardo alla storia svolto in un’esposizione piana e scorrevole; un teologo che si poteva leggere con immediata scioltezza, senza dover ansimare dietro concetti invo-luti o frasari complicati. Ne ricavavo soddisfazione per l’intelletto e feconda apertura per l’esperienza, nella scoperta di questioni attuali o nella nuova ripresa di tematiche tradizionali. Egli affrontava tutto nell’orizzonte di una fede incarnata nel tempo, nel contesto di una ragione aperta e viva. Quando questo teologo è diventato Papa, il suo insegnamento è stato proclamato nella barca di Pietro e dalla riva della Chiesa incrociando folle attente in tutto in mondo, soprattutto attraverso gli Angelus festivi, le omelie, le udienze del mercoledì, i dialoghi diretti con bambini o sacerdoti. Papa Benedetto si è proposto con la sua fi gura tenue e lieta, decisa ma non arrogante, e persino con il suo accento così caratteristico. Un uomo timido, meravigliato di trovarsi nella piazza del mondo, e nello stesso tempo così desideroso di ‘cercare Dio’, a imitazione dei monaci nel silenzio. Un uomo di Chiesa, che ama Gesù e riconosce in Lui, per sé e per tutti, l’attrattiva e lo specchio della felicità. Quante volte notavo che diceva con profon-dità e chiarezza le cose che mi sarebbe piaciuto dire e quelle che mai avrei immaginato di pensare e di dire. Ero tentato di trascrivere interi brani delle sue omelie, fi ssando perle di concetti e di linguaggi. Ora ho quasi l’impressione che un grande tesoro venga sepolto, senza più questa possibilità di proseguirne l’annuncio e il prezioso dialogo con il mondo. O forse si tratta di una paternità divenuta una semente che, a suo tempo e come vorrà il Signore, può ancora germogliare per tutti.

*Parroco Chioggia

L’Intervento

di Don Angelo busetto*

Benedetto Papa…

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Sarà una dodicesima edizione scoppiet-tante. L’Euganea Film Festival 2013 promette grandi cose nonostante la

crisi del settore culturale. L’evento è un concorso aperto ai cortometraggi italiani e stranieri, di fiction e di animazione e ai documentari italiani e stranieri. Diamo qual-che numero del progetto nella precedente edizione: 1200 film di cui 80 selezionati, 90 nazioni partecipanti, 9 Comuni messi in rete e più di 6000 persone coinvolte. L’Eu-ganea Film Festival è organizzato dall’asso-ciazione Euganea Movie Movement, che ha

sede a Monselice e svolge la propria attività di promozione culturale e cinematografica allo scopo di valorizzare il territorio dei Colli Euganei. L’edizione di quest’anno si svolge-rà nel territorio dei Colli Euganei, tra Este e Monselice, dal 5 al 21 luglio 2013. Le opere selezionate verranno suddivise in tre sezioni competitive: concorso internazionale cortometraggi, concorso internazionale do-cumentario e concorso internazionale corto-metraggi di animazione.

“L’Euganea Film Festival conta 12 edi-zioni alle spalle – ha spiegato Marco Segato,

direttore artistico – Le prime erano amatoriali e si svolgevano in un parco senza catalogo, sito web e bando anche se c’erano già corto-metraggi legati al cinema indipendente. Dalla quarta edizione abbiamo lanciato il bando e pian piano siamo passati da 120 film parteci-panti a circa 1300.

Il primo anno avevamo solo film italiani, ora invece arrivano da 90 paesi diversi. In ogni caso lo spirito aggregativo è sempre lo stesso e l’associazione è ancora composta da ragazzi volontari con la passione per il cine-ma. Abbiamo ruoli ben divisi: per esempio ab-

biamo un gruppo che si occupa dei sottotitoli e uno dell’ospitalità”.

L’evento si è evoluto negli anni ma la filosofia di base è sempre la stessa: unire la passione del cinema con la bellezza del ter-ritorio. “Arrivare in un castello e vedere una finestra che si apre sul mondo è qualcosa di fantastico – ha continuato Segato – Inoltre il festival si è evoluto con idee originali e diver-tenti come ad esempio la versione ambulante dell’evento che si sposta in 8 Comuni”.

Ma la mannaia della spending review si è abbattuta anche sul settore della cultura. “Ci

sono stati dei tagli, ma nonostante tutto ab-biamo confermato un trend di crescita – spie-ga il direttore artistico – Tutti i partecipanti sono sempre rimasti soddisfatti. Certo nello scenario nazionale attuale è difficile continua-re a mantenere un certo standard. Si parla spesso di finanziamenti privati, ma noi non vogliamo abbandonare la nostra connotazio-ne territoriale e la zona non vanta grandi poli industriali. In ogni caso speriamo di riuscire ad ampliare il Festival mantenendo un forte legame con i Colli Euganei che offrono poten-zialità da vendere”.

di Emanuele Masiero

Per la dodicesima edizione attesi 1.200 lavorida 90 nazioni, coinvolte oltre seimila persone

Euganea Film Festival Il direttore artistico Marco Segato illustra le novità

Film d’autore sui ColliUna proiezione dell’Euganea Film Festival

Il concorso Euganea Film Festival si terrà dal 5 al 21 luglio 2013 e per partecipare è necessario inviare la scheda di par-tecipazione e la copia dell’opera in dvd. Tutte le indicazioni

sono presenti nel sito web www.euganeafilmfestival.it. Il con-corso è diviso in tre sezioni. Al concorso internazionale cortome-

traggi sono ammessi cortometraggi italiani e stranieri, di qual-siasi genere a tema libero. Alla sezione concorso internazionale documentario sono ammessi invece film documentari italiani e stranieri, di qualsiasi genere. Infine al concorso internazionale cortometraggi di animazione sono ammessi film di animazione italiani e stranieri. Per l’edizione 2013 ci sono altri tre premi in palio. Il premio “Legalità al cinema”, in collaborazione con Banca Etica, che verrà assegnato alla migliore opera che tratta

il tema della legalità in almeno uno dei seguenti ambiti: cri-minalità, economia, lavoro e ambiente. Il premio “Parco Colli Euganei”, che verrà assegnato al film che meglio interpreta le tematiche legate all’ambiente e al racconto del territorio. Infine il premio “Veneto Movie Movement”, che verrà assegnato alla migliore opera realizzata da un regista veneto. L’Euganea Film Festival è sostenuto dalla Regione Veneto, dai Comuni di Este e Monselice e dalla Fondazione Antonveneta. E.M.

in palio anche il premio“legalità al cinema”

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Automobili parcheggiate su spazi riser-vati a disabili: nell’Estense sono stati almeno 700 gli incivili nell’anno ap-

pena concluso. Tante, infatti, sono le multe erogate dai vigili della polizia locale di Este ad automobilisti indisciplinati che non si sono fatti problemi a parcheggiare le pro-prie vetture negli spazi per disabili, lungo le strisce pedonali, sopra i marcpiedi. Un dato che ha subito una lieve flessione – il 15% in meno rispetto al 2011 – ma che resta ancora troppo amaro. L’occasione è buona per dare i numeri dell’attività del corpo ate-stino comandato da Enzo Bellon e inserito all’interno del distretto di polizia Euganeo Estense.

Altre 50 sanzioni sono state compilate per automobilisti che hanno lasciato i propri mezzi in doppia fila e in corrispondenza di incroci, 41 per omesse revisioni o per guida senza patente. I sequestri e i fermi sono passati dai 10 nel 2011 ai 25 nell’anno passato, con 10 ordinanze di confisca: un dato, questo, figlio anche della crisi, che

vede molte persone impossibilitate a paga-re tasse come quelle sull’assicurazione. Gli incidenti stradali rilevati sono stati 66, stes-so numero delle notizie di reato trasmesse all’autorità giudiziaria. L’anno scorso è stato teatro di una scelta curiosa del Comune, prevista peraltro dalla legge ma poco nota:

“Il denaro sequestrato ai posteggiatori abusivi, soprattutto quelli di via Alessi, e il materiale sequestrato agli ambulanti è stato destinato ad alcune associazioni di volonta-riato di Este. - spiega il sindaco Giancarlo Piva - Si tratta di scope, fazzoletti di carta,

oggetti per la pulizia e la casa, frutto di 8 sequestri. Non sono cifre eclatanti, ma è un segnale forte che vogliamo dare ai trasgres-sori e soprattutto alla comunità”.

Un modo concreto, quindi, per trasfor-mare una “piaga” in un beneficio per la comunità. Con il 2012 è stato infine atti-vato il servizio di prossimità per i quartieri di Meggiaro e Pilastro (era già istituito per Pra’, Deserto, Schiavonia e Motta il merco-ledì), che da qualche tempo ogni martedì vedono la presenza dell’unità mobile della polizia locale.

di Nicola Cesaro

Ben 700 le multe per chi occupa il posto autoriservato agli invalidi, lotta alla piaga degli abusivi

Il caso Dai dati dell’attività della Polizia Locale emerge un vergognoso primato

Parcheggio selvaggio

Un controllo degli agenti di polizia locale di Este

Il Pdv riprova a fare il bis di solidarietà. E’ bastata una bella stretta di mano tra Fondazione Irea Morini Pedrina, Comune

di Este e Piano Disabili Veneto per avviare la nuova azione di solidarietà diretta agli utenti della struttura che da anni aiuta i disabili della Bassa Padovana. I rappresen-tanti dei tre enti (Franco Bissaro, Giancarlo Piva e Pietro Lera) hanno siglato una nuova collaborazione che dovrebbe portare al Mo-rini Pedrina un pulmino a 9 posti, dotato di pedana, scivolo e postazioni speciali. Un primo mezzo era stato donato già nel 2009 ed è tuttora utilizzato.

L’intesa tuttavia non basta, occorre la sensibilità del territorio. A finanziare il pul-mino saranno infatti i privati di Este: Pdv, azienda con sede a Pianiga e attivissima in questo settore, si impegnerà a ricercare degli sponsor che, in cambio di uno spazio pubblicitario da applicare alla fiancata del

mezzo, contribuiranno all’acquisto del vei-colo. L’obiettivo è di trovare almeno una quarantina di imprenditori, che potranno an-che contare su una vetrina in alcuni portali internet.

Una spesa minima, una pubblicità continua e capillare, una visibilità notevole: vantaggi, certo, ma capaci tuttavia di aiuta-re decine di utenti deboli. Spiegano infatti i promotori dell’iniziativa:”Basta pensare che ogni giorno la Fondazione si trova a dover provvedere al trasporto, per le più disparate attività, di ben 78 utenti della Bassa pado-vana e del Rodigino.

Passiamo per le loro case e li accom-pagniamo fino alla nostra struttura, oltre a trasportarli poi nei luoghi in cui svolgiamo tutte le nostre attività. E’ un impegno note-vole, che comporta serie spese”. Chiunque fosse interessato ad aderire può contattare la Pdv al 347.8817161.

pATTO A TRE A fAVORE DEI DISAbILI

N.C.

Il “parcheggio rosa” apre alle donne dell’intero territorio. La giunta comunale ha infatti approvato una delibera che estende la possibilità di richiedere il “contrassegno tem-

poraneo rosa” anche alle donne non residenti nel Comune di Este. Resta tuttavia valida la necessità di ottenere il pass prima di parcheggiare. Il “contrassegno temporaneo rosa” offre la possibilità di posteggiare gratuitamente 120 minuti con disco orario nei 2 posti individuati dal Comune. Con tale contrassegno è inoltre consentito il parcheggio gratuito per 60 minuti presso tutte le aree di sosta a pagamento. Conte-stualmente a questa scelta, la giunta ha inoltre deciso di estendere a tutti i cittadini, non solo estensi, un altro servizio: d’ora in poi chiunque potrà salire su una delle biciclette del progetto “bike sharing”.

in breve

Esteso a tutti i cittadini, anche non estensi, il bike sharingparcheggio rosa anche per le mammenon residenti, rivisto il regolamento

N.C.

E’ Fabrizio Finco il nuovo coordinatore della Protezione civile di Este. Succede a Ro-berto Panigada, alle redini della Protezione civile per ben due mandati. Tra i meriti dell’ex coordinatore c’è soprattutto il lavoro svolto durante il terremoto in Abruzzo,

con la gestione da parte del gruppo atestino di un intero campo con 200 persone. Il con-siglio è ora composto da Paolo Berton, Andrea Bonato (che è anche vicecoordinatore), Antonio Bonato e Mauro Ceppo. Responsabile della comunicazione è infine ancora Gior-gio Bologna. Tra gli impegni futuri continua il percorso per adeguare il parco macchine alle sempre più esigenze tecniche d’intervento di Protezione civile. Da anni il gruppo di volontari svolge a Este un servizio prezioso per il territorio ed è regolarmente impegnato in esercitazioni e numerose attività, anche fuori regione.

Tra i prossimi impegni l’adeguamento del parco macchinefabrizio finco nuovo coordinatoredel gruppo della protezione civile

N.C.

E’ Salvatore Barra il nuovo direttore sanitario dell’Usl 17. Già ai vertici della direzione sanitaria dell’Usl 17

di Venezia dal 2008 ad oggi, Barra suc-cede ad Ennio Cardone. Cagliaritano di 52 anni, vanta una laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Cagliari, è specializzato in Otorinolaringoiatria e anche in Igiene e Medicina preventiva. Nel 1998 si è laureato anche in Farma-cia presso l’Università di Urbino. E’ stato anche dirigente medico dell’Azienda Ospedaliera di Padova (1998-2003), responsabile del servizio di assistenza ospedaliera della direzione generale dei servizi sanitari (fino al 2006), quindi di-rettore medico del presidio dell’ospedale Sant’Antonio dell’Usl 16.

L’Usl 17 registra anche il cambio del direttore amministrativo, ruolo affi-dato ora Lorenzo Pavani: il ferrarese di 42 anni era in azienda dal 2009 come direttore dell’Uoc Gestione del personale e della direzione amministrativa dei pre-sidi, nonché del dipartimento Giuridico-amministrativo. Dal 1996 al 2009 è stato vicedirettore generale dell’istituto “Luigi Configliachi” di Padova. Le no-mine sono arrivate le settimane scorse dopo la conferma di Pavesi alla direzio-ne genereale dell’Uls 17.

neWs

Sanitario e amministrativobarra e pavanidirigenti dell’uls

N.C.

Sanità Antonino Trimarchi è referente per il Veneto

Al 118 ora si affianca anche l’124? E’ un’ipotesi che potrebbe diventare concretezza entro pochi anni. L’idea

è della Card, la Confederazione delle asso-ciazioni regionali degli operatori, dirigenti e direttori di distretto, realtà con forti radici nel nostro territorio. Il vicepresidente nazio-nale è infatti il dottor Antonino Trimarchi, atestino di Baone, referente per il Veneto e direttore del distretto sanitario di Este. Il medico è stato confermato in questo ruolo a inizio anno.

Il progetto di Card consiste nell’attivare un nuovo numero telefonico, l’124, dedica-to alla continuità delle cure dell’assistenza primaria distrettuale, attivo 24 ore su 24. Il numero funzionerà analogamente al 118 del Pronto soccorso, la cui utilità è tuttavia finalizzata a rispondere alle emergenze vere e proprie. L’124 “accontenterà” i pazienti meno gravi. Spiega Trimarchi: “La presa in carico domiciliare si allarga e diven-ta continua: nessun paziente è più lasciato a sé stesso. Metteremo a disposizione un’equipe composta da medici, infermieri e specialisti del distretto, dotando il servizio anche di mezzi di trasporto per l’assistenza domiciliare vera e propria”.

In poche parole, l’124 dirotterà le emergenze al pronto soccorso e all’ospeda-le, e le patologie meno gravi ai professioni-sti del distretto. L’iniziativa verrà presenta

il prossimo 5 aprile in un congresso a Pa-dova: “Vorremmo far partire la sperimen-tazione dell’124 in quattro regioni, Veneto compreso, entro due anni. Entro quattro, invece, il sistema potrebbe essere attivato in tutta Italia. Aspettiamo il via libera del Governo”, conclude Trimarchi. Ma non è finita qui. Card vuole infatti guardare più in là, prevedendo un’evoluzione del progetto. E’ infatti pensata anche una seconda fase, ossia la creazione di un altro numero, il 242 (somma del 118 e del 124), una centrale operativa capace di garantire l’attivazione del percorso meglio rispondente al bisogno espresso dal paziente, verso l’ospedale o verso il territorio. N.C.

Cure e assistenza distrettualeverso il numero unico 124

Antonino Trimarchi

Franco Bissaro, Giancarlo Piva e Pietro Lera

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Writers e vandali, il pugno è sempre più duro. Si fa aspra la lotta del Comune verso chi deturpa e dan-

neggia beni pubblici: da qualche settimana è infatti in vigore il nuovo regolamento di polizia urbana, che sostituisce quello vec-chio ormai di venticinque anni e in vigo-re fino al gennaio scorso. Il regolamento approvato dal consiglio comunale ha come obiettivo quello di tutelare la sicurezza ur-bana, la pubblica incolumità, la convivenza e la vivibilità civile, garantire l’igiene ed il pubblico decoro, nonché la quiete pubblica e la tranquillità delle presone, disciplinando anche mestieri e attività lavorative.

Un nuovo capitolo introdotto dal rego-lamento è quello dedicato a chi imbratta muri e monumenti: nel caso di danno al patrimonio pubblico e all’arredo urbano, di tentativo di danneggiamento a monumen-ti o vie pubbliche cittadine e per chi verrà pescato con bomboletta spray in mano (i cosiddetti writers, termine che in altri luo-ghi del mondo indica una vera e propria arte tutelata), la sanzione sarà di ben 500 euro. Il regolamento rinnovato tocca anche gli esercenti, obbligati tra le altre cose a esporre in modo ben visibile il cartello che vieta la somministrazione di alcol ai minori di 16 anni.

Per i professionisti dei locali pubblici il regolamento prevede serie conseguenze nel caso i loro bar siano causa di rumori molesti: d’ora in poi i titolari saranno responsabili degli schiamazzi dei propri avventori anche se il locale ha chiuso i bat-

tenti. Attività fuori orario e musica che non rispetta i limiti sono punibili con due san-zioni da 400 e 300 euro, tanto per capire l’entità della trasgressione. La revisione del regolamento ha introdotto anche il divieto permanente di mendicità e accattonaggio, esteso nei luoghi pubblici, negli ospedali, nei luoghi di culto, nei cimiteri e nei parchi.

Chi verrà pescato a chiedere elemosine rischia anche il sequestro del denaro raccol-to. Sanzionabile è pure la raccolta di firme e fondi senza l’autorizzazione di suolo pub-blico al Comune, così come il campeggio libero: lo scarico delle proprie acque luride nelle aree attrezzate per la sosta dei cam-per, tra le varie voci, prevede una multa di 500 euro.

Il massimo della sanzione toccherà anche a chi non metterà in sicurezza un proprio fabbricato pericolante, a chi non proteggerà pozzi, cisterne, scavi, cave e

di Nicola Cesaro

Tolleranza zero nei confrontidi chi danneggia monumentie compie atti di vandalismo

Nuovo regolamento di polizia urbana Dopo 25 anni aggiornate le sanzioni

Basta scritte sui murimaxi multe da 500 euro

Vita dura per chi si “diverte” a scrivere sui muri della città.La polizia locale vigilerà e sarà pronta a staccare multe salate

per chi non rispetta il divieto

fosse e a chi aprirà botole e chiusini senza gli opportuni accorgimenti, e ancora a chi lancerà oggetti accesi come i petardi.

Ma esistono anche sanzioni minori, fino a 50 euro: saranno staccate per chi accederà a luoghi comunali che hanno li-mitazioni d’accesso senza permesso, chi frequenterà i giardini negli orari di chiusu-ra, ma anche per chi si metterà a lavare e battere i panni su finestre e balconi nella pubblica via, chi alleverà animali da cortile in centro abitato e chi abbandonerà cicli e carrozzelle sotto i portici del centro storico e a chi verrà trovato a dormire su panchine e marciapiedi o a torso nudo in centro sto-rico, o a chi verrà colto nell’atto di sputare a terra.

Vietato anchel’accattonaggionei luoghi pubblici,nuovi obblighi per gli esercenti

Regolamento vecchio o nuovo, i locali pubblici di Este non hanno vita facile con residenti e ammi-

nistratori. Il mese scorso, per esempio, il Comune ha ordinato il divieto di “ogni attività musicale e amplificazioni sonore, esterne ed interne al locale” al locale “Il Gatto e la Volpe” di viale Fiume. L’imposizione comunale è arri-vata in seguito al verbale redatto il 20 settembre dall’Arpav, che aveva rilevato rumori oltre il consentito soprattutto du-rante la notte. A richiedere l’intervento delle autorità era stato un gruppo di residenti, spazientiti per i rumori del bar. Nel mirino della politica locale è finito anche il nuovo “Highlander” di via Ce-sare Battisti, oggetto di un intervento del consigliere leghista Carlo Zaramella. Il rappresentante dell’opposizione ha raccolto le lamentele di alcuni residenti del quartiere e ha chiesto l’intervento dell’amministrazione comunale: “Non si tratta di condannare un pubblico eserci-zio, ma di lavorare per trovare un giusto equilibrio tra le parti, promuovendo l’in-sediamento di attività commerciali che sappiano integrarsi con il quartiere o la zona nella quale operano e svolgono la loro funzione”.

il caso

I residenti si lamentanolocali rumorosiconfermati i divieti

N.C.

WEEK END

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MONTAGNANA

MONSELICE

ESTE

Page 15: La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

L’ultimo incontro organizzato dalla Confesercenti in città è stato un momento consuntivo. Dopo un anno di lavori organizzati attorno al progetto “Fai Centro”, realizzato in sinergia con la Camera di Com-

mercio di Padova e il Comune di Montagnana, “è arrivato il tempo dell’o-peratività”. Così si sono espressi i relatori dell’incontro, Giacomo Pessa e Antonio Casella, spiegando subito dopo che, comunque, il progetto è lungi dall’essere intrapreso sia sul piano del miglioramento della viabili-tà e pedonalità del centro storico sia pure sul piano del miglioramento dell’arredo urbano. “Mancherebbero – è stato spiegato – le condizioni minime”. Si tratta di infrastrutture preliminari ma evidentemente anche di soldi. A confermarlo è stato il rappresentante dell’amministrazione Flavio Gobbi, presente alla serata. “L’amministrazione è parte del progetto - ha spiegato - inoltre partiranno a breve dei lavori per la sistemazione dei sottoportici e dei marciapiedi ma esistono delle difficoltà, una di queste si chiama patto di stabilità”. Tradotto in termini semplici si tratta dell’impos-sibilità delll’Amministrazione di contrarre nuovi mutui per realizzare opere pubbliche. Progetto congelato, dunque? Forse no, forse si andrà per le lunghe, ma almeno sul piano degli intenti Confesercenti ha insistito per ottenere immediatamente una larga condivisione tra le varie associazioni cittadine e quelle di categoria: presenti erano i rappresentanti di Ascom, Upa e Pro loco. “Da qualche parte bisogna pur cominciare – ha spiegato Casella – per questo abbiamo proposto un percorso studiato per valoriz-zare la vocazione turistica della città, un percorso che è anche una cornice

che serve per contenere e regolare gli eventi da promuovere a Montagna-na”. Tra gli intenti da perseguire, infatti, Confesercenti da tempo batte sul tasto di una programmazione condivisa in modo da evitare il proliferare di eventi figli di uno spontaneismo che rischia di richiamare l’attenzione solo sul “provincialismo” della città. Coordinamento e larga partecipazio-ne, dunque, sono state le parole d’ordine della serata che hanno trovato convergenza anche su un altro progetto: si tratta di un bando regionale che prevede lo stanziamento di 200 mila euro per iniziative legate alla gestione del marketing, dello sviluppo attrattivo dei centri storici ma che soprattutto pone il suo focus sull’individuazione di una figura professio-nale che possa fare da cardine e organizzatore di tutta la promozione. Si tratta di un progetto integrato, ossia serve la partecipazione di più associazioni e di più amministrazioni visto che è rivolto a comuni che superano i 15 mila abitanti. “Il progetto cade a fagiolo per Montagna-na – ha concluso Casella – abbiamo le carte in regola per partecipare, ora servono le adesioni”. L’amministrazione ha dato il suo assenso ... il bando scade il 29 marzo.

di fortunato Marinata

Il bando pone il suo focus sull’individuazione di una figura di coordinamento per iniziative legate al marketing e allo sviluppo attrattivo del centro

Commercio Un finanziamento regionale rimette in moto il progetto di Confesercenti

200 mila euro per il centro ma servono adesioni

Nella foto il percorso proposto da Confe-sercenti

Altri dodici mesi di “Vista Red”. Il rileva-tore automatico che registra i passaggi di mezzi col semaforo rosso rimarrà

attivo per un altro anno. L’amministrazione comunale di Saletto ha infatti confermato anche per il 2013 l’installazione del rileva-tore automatico di infrazioni semaforiche all’incrocio di via Roma, via Garzara e via XX Settembre. Si tratta di uno degli incroci più trafficati della Padana Inferiore. Qui dal luglio 2011 è installato l’apparecchio, forni-to dalla ditta vicentina Traffic Tecnology di Marostica. La presenza del “Vista Red” ha contribuito a migliorare la sicurezza dell’in-crocio, limitando il numero di incidenti e trasgressioni al codice della strada. Lo stru-mento registra infatti le immagini dei mezzi che passano con il rosso, in uno degli incroci più trafficati della Sr 10.

L’inquadratura del “Vista Red” è capa-ce di riprodurre una panoramica a partire dall’accensione della luce verde, eviden-ziando anche tutte le condizioni del traffico di quello snodo. Il “noleggio” del rilevatore costerà al Comune altri 47.190 euro annui. L’accertamento della violazione continuerà ad avvenire negli uffici della polizia locale di Montagnana, visto che Saletto svolge il servizio di polizia insieme a Montagnana, Bevilacqua, Carceri e all’Unione della Scul-dascia.

Rimanendo a Saletto, lo scorso 2 marzo è stata inaugurata la nuova sede comunale di via Roma 67, ospitata dalla suggestiva Villa Pisani Vallaresso, recentemente restau-rata. Un passaggio storico, atteso da anni,

almeno dal 2004. Il cuore del Comune ora pulsa in una spazio certamente più funzio-nale e dignitoso.

Il 2 febbraio, invece, era stato inaugura-to il nuovo piazzale della stazione ferrovia-ria. L’area rinnovata è ora illuminata a led a basso consumo, ha 60 posti auto, di cui 4 riservati a Rfi, un sistema di recupero delle acque prime piogge. Lo scolo è stato tom-binato secondo le indicazioni del Consorzio di Bonifica Euganeo. Sono stati costruiti dei marciapiedi. La zona è stata piantumata all’interno delle aiuole. C’è pure una tettoia di protezione per i numerosi pendolari che usufruiscono del treno.

“VISTA RED” CONfERMATO A SALETTO

N.C.

Nuova vita per i sottoportici e divieto di sosta al lato del Liston. Sono solo due delle

novità per la cittadina montagna-nese volute dall’amministrazione comunale di Loredana Borghesan. Recentemente è stato infatti attribuito l’appalto per la proget-tazione che riguarda la nuova pavimentazione e l’illuminazione dei sottoportici. Ad aggiudicarselo è stato il raggruppamento tempo-raneo di progettisti “Borromini” di Bologna, composto dal capogrup-po Umberto Barone e da Francesca Barone, Marco Fontana, Riccardo Giannoni, Paolo Scudieri e Roberta Barone. Il gruppo ha prevalso su sei soggetti invitati alla procedura di negoziazione, praticando un 40% in meno sull’offerta rispetto alla base d’asta di 35.000 euro. La sistemazione dei sottoportici del centro, elementi di forte attrazione turistica che da anni hanno bisogno di una svecchiata e di nuovi punti luce, costerà 980 mila euro, dei quali più di 500 mila in arrivo grazie ad un contributo regionale. Il lavoro era stato riman-dato per non uscire dal patto di stabilità, come spesso capita nei piccoli Comuni italiani.

Sempre in centro storico, diventa “definitivo” il divieto di parcheggio e transito sul lato del Liston che dà sulla Cassa di Risparmio. L’imposizione esiste in realtà da tempo, anche se l’assenza di apposita segnaletica aveva permesso fino ad oggi a più di qualche automobilista di trasgredire. In assenza di segnali nessuno ha potuto sanzionarli. Ora in quel punto si è optato per l’applicazione di una lamiera in alluminio ricoperta da strisce giallonere e di un segnale di divieto di sosta (la spesa è di 1.185 euro), che sicuramente toglierà ogni dubbio a qualsiasi automobilista ma che in parte ha anche inficiato l’estetica di una delle piazze più belle d’Italia.

neWs

Diventa definitivo il divieto di parcheggio e transito sul Listonmaquillage per i sottoportici in centro

N.C.

Novità in arrivo nel centro storico

Un rilevaltore lungole strade di Saletto

Per un altro annoil rilevatorebeccherà chi passa con il semaforo rosso

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Page 16: La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

Due anni e mezzo, quattro milioni e mezzo di euro di lavori, tante rassicu-razioni…eppure quando le nuvole si

ingrossano e si guarda la pioggia che cade, gli argini del Frassine fanno ancora paura. Cedimenti ed infiltrazioni sono tutt’altro che un lontano ricordo e c’è chi ha chiesto di vederci chiaro. E’ il caso di Daniela Bordin, sindaco di Megliadino San Fidenzio, che con una lettera inviata a tutte le autorità ammi-nistrative e giudiziarie del Veneto ha avviato l’indagine della Procura di Padova sui lavori effettuati lungo l’argine del Frassine.

La lettera è del 20 novembre scorso ed è stata indirizzata al Genio di Padova, al governatore del Veneto Luca Zaia, alla prefettura, al presidente della Provincia Bar-bara Degani e all’assessore Mauro Fecchio, al commissario per l’emergenza alluvione Perla Stancari. Nella missiva, il sindaco ha raccontato il disastro di quel novembre 2010, a partire dalla rotta di Pra’ di Botte, evidenziando alcuni timori ancora attuali: “L’emergenza ha richiesto l’attivazione del

Coc (Centro comunale di Protezione civile) in quanto in corrispondenza della “rotta del fiume Frassine” dell’1 novembre 2010 si sono verificate delle infiltrazioni d’acqua che hanno creato allarmismo nella popolazione. Pur a conoscenza del pronto intervento ese-guito dai vostri tecnici, nei giorni successivi all’11 novembre mi vedo costretta a chie-dere se, alla luce dell’accaduto, si ritenga sicura la riparazione eseguita o se siano in programma ulteriori lavori di messa in sicu-rezza dell’argine. Tale mia richiesta si ritie-ne indispensabile in relazione alle numerose richieste dei cittadini che, dopo così breve tempo dal termine dell’esecuzione dei lavo-ri, temono ulteriori problemi in occasione di future probabili piene”.

La paura è che i lavori sull’argine del Frassine non siano stati realizzati a regola d’arte, con il rischio di spreco di denaro (almeno 4.600.000 euro) e di pericolo per il territorio. A far lievitare i dubbi dell’am-ministratore fidentino sono arrivate anche le recenti beghe dell’ufficio atestino del

Genio civile: nel ruolo di direttori di alcuni lavori destinati alla messa in sicurezza degli argini figurano infatti il geometra Alessio Sturaro (funzionario del Genio di Este ar-restato il 13 dicembre per concussione), e l’ingegnere Nicola Giardinelli, capo del distaccamento estense del Genio fino al 28 dicembre, indagato per evasione fiscale. La Procura di Padova ha ora deciso di avviare

un’indagine per verificare i punti neri degli ultimi due anni e mezzo. Chiude la Bordin: “Stanno per sciogliersi le nevi e l’argine si appresta ad accogliere importanti quantitati-vi d’acqua: è possibile che i miei cittadini e i miei uffici tremino ancora di fronte a questi eventi naturali? E’ possibile che basti anche solo una pioggia per assistere a infiltrazioni a pochi passi dalla rotta del 2010?”.

di Nicola Cesaro

Bordin denuncia i cedimenti le le infiltrazioni lungo gli arginidel Frassine e chiede verifiche

Emergenza senza fine La segnalazione del sindaco di Megliadino San Fidenzio ha avviato l’inchiesta

Alluvione, indagini e timori

La spaventosa rotta del fiume Frassine nel novembre 2010

L’impegno della Regione, al di là dei numerosi problemi ancora presenti nella Bassa, non si è esaurito. Nelle

scorse settimane l’ente regionale ha dirot-tato verso il territorio quasi mezzo milio-ne di euro per i danni del maltempo del 2008 e del 2009. Sono stati destinati al Consorzio Adige Euganeo di Este. Si tratta di 460 mila euro prelevati dal Fondo di solidarietà nazionale e destinati a quei consorzi i cui territori sono stati interes-sati da eccezionali avversità atmosferiche negli ultimi mesi dell’anno 2008 e nel corso dell’anno 2009. Nulla a che vede-re, dunque, con l’alluvione del Frassine, ma comunque un aiuto importante per ristabilire la sicurezza idrogeologica della Bassa padovana. La cifra servirà infatti per mettere in atto interventi di ripristino delle opere danneggiate in tutta la provincia. Il trasferimento effettivo dei fondi è stato comunicato nel corso del 2012 e la giunta regionale ha potuto provvedere alla riparti-zione dell’importo che si riferisce solo alle opere pubbliche di bonifica e irrigazione. Il consorzio atestino dovrà presentare entro il 31 marzo le proposte di intervento per il ripristino e l’adeguamento delle opere di bonifica danneggiate.

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12

VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

Non è più tempo di fastose cerimonie e ricche parate, nemmeno all’Università di Padova, costretta a fare i conti con i tagli alla ricerca e le ristrettezze di bilancio.

Così anche l’inaugurazione dell’Anno Accademico numero 791 è stata più sobria e breve del solito, con il merito di portare in primo piano i problemi legati al diritto allo studio e alla ricerca.

Applausi e consensi dal folto pubblico presente al Bo per il discorso del Rettore Giuseppe Zaccaria, che ha centrato il suo discorso è stato proprio sui tagli al budget universitario. “I vergognosi tagli al diritto allo studio - ha detto - e il fatto che il costo totale per laureato sia in Italia inferiore del 31% rispetto a quello europeo, comportano il rischio concreto che l’Italia cancelli in pochi anni le conquiste dei padri fondatori della Repubblica in tema di diritto allo studio, portando ad una istituzione universitaria per pochi e non per tutti i capaci e meritevoli.

Nel corso di quest’anno - ha aggiunto il Rettore - molti atenei italiani non avranno i soldi per pagare gli stipendi ai loro dipendenti e per loro si sta già ponendo in modo dram-matico il problema della sopravvivenza. Ma anche noi, che grazie al bilancio perfettamente in ordine degli ultimi anni e alla cospicua capacità di autofi nanziarci, non solo continue-remo a vivere, ma non opereremo alcun taglio alla ricerca, alla didattica, all’internazionalizzazione e ai servizi agli stu-

denti, poco avremo di che rallegrarci. Infatti, ci è precluso di crescere, impedendoci di correre più speditamente, come vorremmo e sapremmo fare, se solo ci fosse riconosciuta la quota premiale che ci siamo meritati.

La nostra Regione mostra capacità di resistere alla cri-si, ma senza un potenziamento delle reti formative e di ricerca, senza una strategia che ponga al centro dei progetti le università nella loro sinergia e convergenza collabora-tiva non vi potrà essere una politica di sviluppo del territorio”.

Non poteva mancare l’accenno all’ospedale e al progetto del nuovo nosocomio oggetto di un lungo confronto con la Regione. “C’è una priorità , del tutto fondamentale, affi nchè Padova mantenga la tradizione di eccellenza dei propri studi: quel-la della costruzione del nuovo ospedale-policlinico. È una struttura di cui l’Ateneo, la scuola di medicina, la città e la regione hanno sempre più vitale bisogno per continuare a essere competitivi in quell’integrazione delle funzioni for-mative, scientifi che ed assistenziali che è il ’proprium’ della medicina universitaria. Attendiamo dal presidente Zaia una parola defi nitiva, che ci garantisca la realizzabilità di que-sto progetto così fondamentale per Padova”. A rispondere in aula magna non era presente il presidente del Veneto

Luca Zaia, ma il suo vice Marino Zorzato. “Alla riunione del comitato tecnico sul nuovo ospedale Regione, Comune, Provincia, azienda ospedaliera e università hanno la possibi-lità di dare il via defi nitivo all’iter che dovrebbe portare alla fase progettuale delle strutture del nuovo ospedale policli-nico. Siamo fi duciosi che dal Governo arrivino gli impegni

di spesa utili a passare rapidamente alla fase propriamente progettuale e successivamente al cantiere di questa grande opera fondamentale non solo per Padova ma per tutto il Veneto in maniera da arrivare ad una casa della medicina che mantenga di assoluta ec-

cellenza europea a nostra sanità regionale”.Al termine della cerimonia, come da tradizione, hanno

fatto simpatica irruzione nell’aula magna i goliardi che, con uno studente di origini africane al seguito travestito da Papa nero, hanno donato al rettore Zaccaria la tradizionale gallina padovana, bianca, ribattezzata “papale” per l’occasione. La goliardia ha portatao una ventata di buonumore che però non è bastata a stemperare la tensione per lo stato di sa-lute dell’università padovana che, pur confermandosi tra gli atenei d’eccellenza a livello europeo, deve fare i conti con il progressivo impoverimento di risorse per gli studenti, per i docenti e per chi fa ricerca.

di Emanuele Masiero

Il rettore Zaccaria denuncia l’impoverimentoprogressivo degli atenei e torna sull’ospedale

Il nuovo anno accademico Alla cerimonia inaugurale dura presa di posizione

Università: “Vergognositagli al diritto allo studio”

Un momentodell’aperturadell’annoaccademicoall’Universitàdi Padova

Anche la rappresentante degli stu-denti universitari Chiara De Notaris non ha nascosto, nel suo intervento

all’apertura dell’anno accademico, la preoccupazione per il futuro della ricerca. “Purtroppo i tagli e la riforma universitaria stanno producendo i loro effetti anche per quanti fanno della ricerca la loro professio-ne. - ha detto - Ci riferiamo a dottorandi e assegnisti che assieme costituiscono ormai ben più del 50% del personale che ogni giorno contribuisce a mantenere questo Ateneo ai suoi elevati livelli nella ricerca. Solo il 7% degli attuali assegnisti, però, potrà ambire a un posto stabile nella nostra Università, percentuale in linea con quelle nazionali. Questo a causa dei tagli degli scorsi anni e del blocco del turnover a cui gli atenei sono ancora sottoposti. Ci sembra evidente l’enorme sproporzione di queste cifre.

La voce degli studenti

“poche prospettiveper i ricercatori”

E.M.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, istituzione che ogni anno fi nan-zia progetti e iniziative culturali e sociali sul territorio per decine di milioni di euro, sceglie la continuità e affi da nuovamente il timone al presidente Antonio Finotti. Ad

84 anni d’età è stato riconfermato infatti alla guida della Fondazione per altri cinque anni, probabilmente un record nel panorama delle fondazioni bancarie e non solo. Il Consiglio Generale della Fondazione Cariparo ha confermato con voto palese e all’unanimità Antonio Finotti alla presidenza dell’Ente per il prossimo quinquennio. Il nuovo mandato decorrerà dal 14 aprile, giorno successivo alla scadenza dell’attuale mandato, e si concluderà, come previsto dallo Statuto, il 13 aprile 2018.

Finotti, classe 1928, ricopre dal 2003 la carica di presidente della Fondazione di cui è stato, dal 1997, segretario generale. Attualmente è componente del consiglio e del Comitato di presidenza dell’Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa). Nel 2007 l’Università di Ferrara gli ha conferito la laurea honoris causa in giurisprudenza. Già direttore generale della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, della Cassa di Risparmio di Verona e di Unicredito, ha fatto parte di diversi consigli di amministrazione di società bancarie (Mediovenezie, Banco di Napoli, Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone). È stato inoltre sindaco effettivo della Cassa depositi e prestiti. Adesso ha davanti a se altri cinque anni a capo di una delle più importanti fondazioni bancarie italiane.

fONDAZIONE CASSA DI RISpARMIO fINOTTI RESTERÀ IN SELLA fINO A 89 ANNI

“La costruzionedel nuovoPoliclinico èindispensabileper l’eccellenza”

E.M.

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Page 19: La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

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Piccolo è bello? A volte si e a volte no, dipende dalla faccia della medaglia. Possiamo riassumere così la situazione costo per abitante della tariffa rifi uti in

provincia di Padova. Un dato che premia quasi sempre i Comuni più piccoli dove la gestione è più semplice, ma dove spesso mancano anche servizi aggiuntivi. In ogni caso il primato di Comune “più economico” è conteso tra Barbona e Villa Estense che vantano la minor spesa per abitante nella raccolta e nella gestione dei servizi legati ai rifi uti solidi urbani. Con 57,24 euro (il dato è dell’Arpav riferito al 2011) Villa svetta nella specia-le classifi ca provinciale. Barbona perde il podio per un soffi o con i suoi 57,88 euro: 62 centesimi di differenza motivati tuttavia da un curioso servizio aggiuntivo. Ogni utente di Barbona si vede consegnare a casa, prima dell’inverno, un sacco di sale da 25 chili, per disgelo neve. Al terzo posto per economicità spiccano Grantorto (60,85), Santa Giustina in Colle (64,01) e Trebase-leghe (64,18). Rimanendo nella Bassa, si difendono bene Ospedaletto Euganeo (64,55), Terrassa Padovana e Vescovana (65,34), Cartura (66,73), Sant’Urbano (67,69), Saletto (68,95), Anguillara Veneta (70,41),

Pozzonovo (70,97). I costi sono decisamente più alti nelle città con più abitanti (Conselve 96,97, Montagna-na 112,59, Monselice 120,17), anche se spiccano i bassi costi di Este, che spende “solo” 84,03 euro.

“E’ un risultato frutto di un sistema di raccolta diffe-renziata collaudato - ha commentato il sindaco Giancar-lo Piva - che conferma la diminuzione di costi all’aumen-tare del riciclaggio. E poi la presenza di Sesa ci sgrava dalla spesa dei servizi accessori, che la società offre alla città in cambio del disagio per la sua permanenza, peral-tro ridotto al minimo in questi anni”. Già, perché tra i fat-tori che fanno aumentare la spesa ci sono anche i servizi legati alla gestione dei rifi uti: a Barbona, per esempio, la raccolta del secco non riciclabile avviene una volta ogni due settimane, mentre in altri Comuni (come ad esem-pio Monselice) la stessa raccolta viene fatta quattro volte ogni due settimane. Sempre a Barbona mancano servizi aggiuntivi su chiamata come raccolta oli, toner esausti e indumenti usati, così come manca un ecocentro, la cui attività si ripercuote sulle spese di gestione.

Anche l’assegnazione dell’impianto di smaltimento della frazione secca crea una forte disparità: conferire

nella discarica di Sant’Urbano ha un costo di 101 euro a tonnellata, mentre portare il secco nella discarica di Este comporta un costo di 139. Altro dato sensibile è la presenza o meno di zona industriale. Prendendo due comuni di pari abitanti, ovvero Limena e Loreggia, nel primo il costo per abitante è quasi il doppio del secondo: la zona industriale di un Comune come Limena incide forte.

Degna di nota, nella stima del costo, è poi la pre-senza di fl ussi turistici: i 162,27 euro spesi per abitante da Abano Terme sono dovuti in parte anche allo smalti-mento delle immondizie lasciate dai turisti e dallo spaz-

zamento più frequente delle strade. In ogni caso bisogna tenere presente che il dato fornito è il costo per abitante e non la spesa che ogni abitante deve sostenere. Quindi prendere quel valore e moltiplicarlo per il numero di com-ponenti di una famiglia è un’operazione assolutamente senza senso. E’ importante inoltre considerare la macro suddivisione tra utenze domestiche e non domestiche che rappresenta la garanzia di una tariffa più equa pos-sibile: è chiaramente più elevato il costo di gestione dei rifi uti legati alle attività produttive. Pertanto sarebbe ide-almente molto meglio avere il maggior numero di utenze domestiche nel proprio Comune.

Nei Comuni più grandi il prezzo mediopro capite supera i 100 euro mentrenei paesini si scende sotto i 60 euro

I dati dell’Arpav La spesa per abitante è più “leggera” nei piccoli comuni, ache se non mancano alcune eccezioni

Differenziata, ma quanto ci costi...

La raccolta differenziatarappresenta unavoce di spesa tutt’altroche trascurabileper le famiglie padovanealle prese concontinui aumenti delletariffe.

Ad incidere suiprezzi anchela presenza o meno di areeindustriali

Passando da “costo per abitante” a “ta-riffa per abitante” i conti cambiano alla grande. E il confronto extra provinciale

diventa doveroso, mettendo in luce un risul-tato sorprendente: la bassa padovana è un territorio virtuoso. Nonostante le differenze territoriali e morfologiche, la gestione nella Bassa rappresenta un’eccellenza nazionale, garanzia di risparmio per i cittadini e rispet-to per l’ambiente. I dati non mentono: la tariffa del Bacino Padova Tre per abitante è di 58,69 euro, minore rispetto ai 67,97 euro di Etra (alta padovana), ai 66,52 di Acegas-Aps (Padova e cintura), ai 72,33 di Veritas (provincia di Venezia), ai 69,55 di Ecogest (provincia di Rovigo) e ai 78,01 del Consorzio Priula (provincia di Treviso).

Per i responsabili dei Bacini Padova 3 e Padova 4 il dato è ancora più eclatante se considerate le differenze morfologiche del territorio preso in esame: “pensare che ci sia un risparmio rispetto alla provincia di Rovigo, ma anche rispetto alla città di Pado-va, è un dato che porta ad una sola conclu-sione: nonostante le differenze territoriali e morfologiche (da vaste aree rurali a zone ad alta concentrazione industriale), la gestione nella bassa padovana rappresenta un’eccel-lenza nazionale, garanzia di risparmio per i cittadini e rispetto per l’ambiente”.

Per il futuro però bisognerà fare i conti con la nuova arrivata Tares che ha defi niti-vamente mandato in pensione Tia e Tarsu. Secondo la logica dell’ex Governo Monti, il nuovo tributo dovrebbe garantire maggiore equità e far pagare in base all’effettiva pro-

duzione di rifi uti. Nella realtà invece, non si sono ancora visti questi effetti e la riscossio-ne della Tares è stata rinviata a luglio 2013.

Nell’importo della bolletta sarà infatti inclusa una maggiorazione (che andrà dai 30 ai 40 centesimi di euro per mq) che ser-virà a coprire i servizi “indivisibili” ovvero illuminazione pubblica, verde pubblico e simili. Resta comunque certo che non sarà ancora possibile ottenere la pesatura dei rifi uti che produciamo. Ad oggi infatti non esistono sistemi di pesatura omologati e trasportabili, senza contare che sarebbero comunque operazioni impossibili da fare a bordo strada dai mezzi che quotidiana-mente effettuano il servizio porta a porta. L’unica ipotesi credibile resta la creazione di piccoli ecocentri di quartiere, ma questa soluzione creerebbe almeno due problemi. In primis non si effettuerebbe più la raccol-ta porta a porta e le abitudini dei cittadini dovrebbe mutare radicalmente. In secondo luogo, in centri di grandi dimensioni, i pro-blemi logistici sarebbero più che evidenti.

pROSSIMA STANGATA CON LA TARES

E.M.

Raccolta dei rifi uti

di Emanuele Masiero

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Page 20: La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

15Mondo Scuola

Che la maggioranza degli edifi ci scolasti-ci si presenti alquanto malridotta non è una novità. A Padova e provincia,

tranne alcune eccezioni ed esclusi i nuovi sta-bili, gran parte delle scuole mostra il segno degli anni e avrebbe bisogno di interventi di restauro anche per mettere in sicurezza le migliaia di studenti che ogni giorno le frequentano. Stavolta a lanciare l’allarme sono proprio gli studenti padovani, che il primo marzo hanno esposto le immagini del reportage fotografi co “La Scuola crepa” in piazza Antenore, di fronte alla sede della Provincia. Una carrellata impietosa sebbene sia limitata ad alcuni istituti cittadini, ma che rende l’idea dello stato di salute degli edifi ci scolastici padovani.

Il Coordinamento Studentesco di Padova ha consegnato le immagini alla Provincia e all’Uffi cio Scolastico, chiedendo di non per-dere altro tempo e di intervenire almeno nei casi più gravi. Infi ltrazioni e crepe, tetti in amianto sulle palestre e le pensiline per le bici, soffi tti scrostati, servizi igienici da sistemare, scale antincendio poco sicure: la lista potrebbe continuare, spiegano gli stessi studenti. “Ogni giorno continuiamo ad anda-re a scuola in luoghi fatiscenti, totalmente

insicuri, pericolanti e non conformi alle leggi! Non si può risparmiare sulla sicurezza dei ra-gazzi che ogni giorno attraversano un luogo pubblico che dovrebbe essere adeguato ad accogliere centinaia di persone.

Per questo, dopo aver raccolto le foto delle malridotte scuole padovane, abbiamo deciso di richiamare l’attenzione su questo problema tramite una mostra fotografi ca davanti la provincia, proprio l’organo pre-posto ad occuparsi della “struttura scuola”. Non abbiamo più intenzione di guardare le crepe che si allargano nei muri, le porte che si staccano dai cardini o i tetti in amianto che aspettano ancora di essere rimossi. Vogliamo che ci venga garantita la sicurezza nelle scuo-le che dobbiamo vivere tutti i giorni. Non si può rischiare la vita a scuola: il nostro è un urlo rabbioso che vogliamo far arrivare fi no ai vertici delle strutture amministrative, affi nché sia tutelata la vita stessa degli studenti, e non tanto i profi tti che ne derivano. Ci ripren-deremo tutto: le scuole che crollano sono la rappresentazione più chiara di quello che è lo smantellamento totale del nostro futuro”.

Il reportage fotografi co si concentra su alcuni istituti padovani: il liceo Marchesi-Fu-sinato (centrale, sedi Arcella, Bronzetti e via

di Emanuele Masiero

La denuncia Il Coordinamento Studentesco di Padova ha realizzato un dettagliato e drammatico dossier fotografi co

“La scuola crepa”, gli studenti in piazza

Due momenti della manifestazione degli studenti a Padova

Non solo muriscrostati esoffi tti invasidalla muffama anchepericolosefessure sullepareti e amianto sui tettiDivisione Folgore) e gli istituti San Benedetto da Norcia, Valle, Ruzza, Belzoni e Severi. Spiccano, immortalate dall’obiettivo, le tante magagne strutturali: crepe di oltre un metro, tubi corrosi, muri e soffi tti scrostati. Preoccu-pa, poi, la sinistra presenza di amianto all’a-grario San Benedetto da Norcia. Al Marchesi-Fusinato sono in amianto alcune tettoie per biciclette, mentre nella sede dell’Arcella man-ca la scala antincendio. Al Valle una curiosità: l’uffi cio tecnico è stato ricollocato addirittura

in bagno, dove ogni giorno è costretta a lavorare una persona in mancanza di spazi adeguati. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, e non va certo meglio in provincia dove, pur non mancando diversi nuovi istituti, ci sono edifi ci che richiederebbero interventi di ristrut-turazione e messa in sicurezza. Gli studenti affermano che questo è solo il primo passo e si dicono pronti a tornare nuovamente in piazza se non vedranno segnali concreti da parte delle istituzioni.

18 Mondo scuola181818 Mondo scuola

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16 Personaggio

A 32 anni vanta già un curriculum invi-diabile: laurea all’università di Trieste in neuropsicologia, scuola di specializza-

zione a Padova in psicoterapia cognitivo com-portamentale, medicina delle dipendenze a Verona e ricercatrice all’università di Trento. E’ Eleonora Florio, psicoterapeuta di Este che del curare i giovani della bassa padovana ne ha fatto il suo “piatto forte”. La ricetta del suo successo? Sguardo penetrante e un’infi -nita capacità di ascoltare.

Non c’è che dire, hai un bel curricu-lum. Ma paroloni a parte, come descrive-resti il tuo lavoro?

“Il mio cuore batte per la ricerca, ma dal 2011 ho dovuto abbandonare quella strada a causa delle riforme che hanno tagliato i fondi...”.

Quindi?“Ho trovato altre strade per continuare

ad esercitare questa professione, mantenen-do nel contempo una vocazione di sperimen-tazione e ricerca, calata nel territorio della bassa padovana”.

E’ stato un percorso diffi cile?“A tratti si. La fi gura della psicoterapeuta

è vista come una persona che “cura i mat-ti”...”.

Ah... lo pensavo anch’io. Non è così?“Assolutamente no. Io aiuto a risolvere i

problemi della gente”.Ad esempio?“Beh, il disturbo d’ansia è il più comune,

ma in generale intervengo quando c’è un di-sagio psicologico”.

Ah beh allora...“Non è una questione su cui essere

superfi ciali. La mente è molto potente e il disagio psicologico deve essere preso in considerazione tanto quanto quello fi sico.

In entrambi i casi bisogna rivolgersi ad uno specialista”.

Quindi come vado dal dermatologo dovrei anche andare dal psicologo?

“Certo. Se trascurati i disturbi della men-te rischiano di cronicizzarsi, mentre se presi per tempo c’è un’altissima probabilità di risolverli e maggiore effi cacia della terapia”.

Ma non è una tematica da telefi lm americano? Insomma, nella bassa soffria-mo di crisi d’ansia?

“Tanto quanto Padova o altri capoluoghi. Le diffi coltà della vita non fanno sconti in base alle differenze morfologiche del territorio”.

Qual è l’identikit del paziente tipo?“Seguo tantissimi giovani. Dai 18 ai 40

anni. Ma questo perchè i più giovani non hanno pregiudizi e capiscono che si va dallo psicoterapeuta per risolvere i problemi”.

Uhm... e se invece i giovani fossero

“viziati”? Una volta non c’erano questi problemi.

“E’ sbagliato pensarla così. Una volta i problemi c’erano eccome, ma non si curava-no e magari chi soffriva di qualche disturbo a 50 anni non usciva più di casa”.

Ok voglio crederti. Ma come si fa a ca-pire quando serve l’aiuto dello specialista?

“Ci sono vari segnali, ma in generale quando hai un disagio che ti limita nella vita quotidiana. Insomma quando non riesci più a fare quello che vorresti”.

E come ci si deve comportare?“In prima battuta è bene essere fi duciosi

perchè i problemi si possono risolvere. Le per-sone sono un po’ scoraggiate. Non sempre c’è l’informazione necessaria”.

E lo specialista come entra in gioco?“Io chiedo alle persone come posso

aiutarle. Interpreto le loro parole per capire

quali sono i problemi e poi defi nisco insieme il percorso migliore”.

E quali sono i disagi più comuni?“Paura di parlare in pubblico, uscire di

casa, affrontare delle persone o fare brutta fi gura...”.

Come ci si organizza poi?“Di solito due o tre incontri servono per

capire il problema e poi si defi niscono gli obiettivi della terapia”.

Provo a fare il tuo lavoro... dimmi due passioni e due aspetti del tuo carattere...

“Passioni, tango argentino e politica. Del carattere... a volte timida, ma determi-nata”.

Chiudiamo svelando un tuo segreto... hai mai sofferto d’ansia?

“Certamente. Per un periodo della mia vita ho avuto attacchi di panico. Non c’è nulla da vergognarsi”.

Eleonora Florio: “Il mio cuore batte per la ricercami dedico ai giovani, serve capacità di ascolto”

Psicoterapeuta Dopo un intenso percorso universitario opera nel padovano

“Disagio psicologicoda non sottovalutare” Eleonora

Florio si è laureata in neuropsicologia a Trieste especializzata a Padova e Verona, è stata ricercatrice a Trentodi Emanuele Masiero

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17Cultura provinciale

Padova dedica una mostra antologica unica nel suo genere al Toulouse Lau-trec italiano, Ugo Valeri. All’indomani

del centenario della morte che ne troncò la vita a trentasette anni, quando cadde da un balcone di palazzo Pesaro a Venezia, la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco (sua città natale) e il Comune di Padova, propongono al grande pubblico la sua opera, in mostra dal 20 aprile al 15 luglio 2013 ai Musei Civici, sotto la curatela di Virginia Baradel e Federica Luser e con la direzione di Davide Banzato. Un’occasione unica per conoscere questo “straordinario interprete del gusto della modernità che inebriò la nascita del XX secolo”, come lo defi nisce l’assessore alla cultura, Andrea Colasio.

Caparbio e ribelle, il fratello del poeta Diego Valeri visse al di fuori degli schemi preordinati del mondo artistico, seguendo la propria indole insofferente che lo costrinse a una vita raminga alla ricerca di quei gruppi di artisti, defi niti all’epoca “scapigliati”, con

cui condivideva lo stesso stile di vita. Pado-va, Venezia, Bologna, un breve soggiorno a Napoli, poi Milano e quindi nuovamente Ve-nezia, sono le tappe fondamentali della sua vita artistica. Divenne il poeta della strada che dipinse senza veli, attingendo a un cam-pionario di uomini e donne assolutamente variegato: le sartine, i dandies, i ricchi borghesi, i frequentatori di teatri, le balle-rine, tutti immersi nel proprio mondo fatto di feste popolari, rappresentazioni teatrali, case di tolleranza. Disegnatore abilissimo si lasciò trasportare dal proprio estro, affi -dando alla linea il ruolo di protagonista, una linea che costruisce i corpi, li fa volteggiare e avvitare ai limiti della caricatura. Un gusto grafi co che lo portò a essere uno dei mag-giori illustratori italiani, sue opere apparvero nel primo decennio del 1900, su riviste quali “La Lettura”, “Illustrazione Italiana”, “Varietas”, “Secolo XX”, “Italia Ride” e libri di Marinetti, Neera, Cavicchioli, Notari. Negli spazi espositivi dei Musei civici le sue opere – oltre un centinaio, tra cui degli ine-

diti - saranno messe a confronto con quelle degli altri protagonisti della pittura italiana a cavallo tra Ottocento e primo decennio del Novecento, stagione di cui Valeri fu efferve-scente protagonista. Provenienti da istituzio-ni museali e collezioni private, le opere in mostra evidenziano come elemento principe il suo segno rapido e corsivo che suscita con formidabile destrezza i moti delle fi gure: la linea diventa una serpentina che costruisce

i corpi, li fa volteggiare e contorcere fi no al limite della caricatura, con un ritmo sfrenato che si diluisce d’un tratto, per effetto dell’ac-quarello, in un’atmosfera rarefatta.

Differente il risultato invece negli splen-didi dipinti a olio che hanno un respiro più simbolista, più largo e pacato, anche se non cancellano la veemenza tipica del suo stile come in Autunno e Primavera, La Sagra e La Popolana.

Fratello del poeta Diego, Ugo è stato defi nito il Toulouse Lautrecitaliano, cantore della modernità

L’esposizione Dal 20 aprile al 15 luglio la mostra antologica ai Musei Civici di Padova

L’alba del ‘900 nell’arte di Valeri

Un dettaglio di uno dei quadri di Ugo Valeri, “In salotto”

Le antiche radici del territorio veneto saranno

oggetto della mostra Venetkens, aperta al pubblico dal 6 aprile al 17 novembre 2013 a Palazzo della Ragione. “Nel percorso espositivo – afferma Leandro Comacchio, asses-sore provinciale alla Cultura e identità veneta – saranno esposti comples-sivamente quasi duemila oggetti, provenienti da indagini archeologiche recenti e da scavi del passato, custoditi nei Musei di diverse regioni o nei depositi della Soprintendenza archeologica del Veneto”. L’esposizione è fi nalizzata a presentare la cultura dei Veneti antichi su base scientifi -ca, ma con grande attenzione all’aspetto emozionale che deve accompagnare il visitatore lungo il percorso; di qui le suggestioni sonore e vocali, le postazioni multimediali interattive e le ricostruzioni fi siche e virtuali delle principali evidenze archeologiche.

venetKens

L.O.

Le antiche radicidella terra veneta

di Laura Organte

Università Al via le lezioni, anche on line, della “Schola del Bo”

Il Bo apre le porte alla cittadinanza e in-vita appassionati, curiosi e amanti della cultura ad assistere ad uno straordina-

rio ciclo di lezioni tenuto da una squadra di docenti che, conclusa l’attività didattica istituzionale ha deciso di mettere a dispo-sizione della città le proprie competenze. “E’ un’occasione che fa crescere la città – afferma il rettore Giuseppe Zaccaria nel presentare la “Schola del Bo” – e che consente a ciascuno di approfondire, di cogliere il senso di ciò che siamo con-tro l’involuzione culturale imperante”. La “Schola del Bo” intende proporre a tutta la cittadinanza un ciclo di lezioni inter-disciplinari – dal cinema alla fi sica, dal diritto alla medicina, dall’arte all’astrono-mia – con un’ampia gamma di argomen-ti, per disegnare un percorso di cultura originale che consenta a molti di coltivare e approfondire interessi e passioni da cui trarre nuovi stimoli di ricerca e di rifl es-sione, non fi ltrati dai media, ma vissuti in prima persona. Per raggiungere questo scopo, il progetto, coordinato da Saveria Chemotti, Umberto Curi, Walter Pisent e Giorgio Tinazzi, si avvale dell’alto profi -lo professionale offerto da un gruppo di docenti dell’Università di Padova che, pur avendo concluso la loro attività didattica

istituzionale, si rendono volontariamente disponibili a divulgare e condividere il loro prezioso bagaglio di ricerca e la loro lunga esperienza di studiosi. L’amministrazione comunale ha aderito con entusiasmo a questa importante iniziativa del nostro Ateneo, a conferma dell’intensa collabo-razione tra le due istituzioni collaborando alla realizzazione dell’evento. Tutte le lezioni saranno registrate dal servizio del Centro multimediale di Ateneo e collocate nel sito http://www.unipd-cmela.it/no-

vita/lascholadelbo/ a disposizione degli interessati, dove si potrà consultare anche il programma dell’evento. Il ciclo di lezio-ni si svolgerà ogni sabato mattina tra il 2 marzo l’8 giugno 2013, dalle ore 10 alle 12, presso il Teatro Ruzante in Riviera Tito Livio a Padova. La partecipazione è gratui-ta e aperta a tutti, senza alcuna limitazio-ne per età o di titolo di studio. All’inizio di ogni lezione sarà possibile iscriversi al Corso per poter ricevere informazioni utili alla partecipazione.

La cultura non va in pensioneex docenti del Bo in cattedra

Il Teatro Ruzante di Padova ospita le lezioni il sabato mattina

L.O.

eventi e mostre

MARCO PAOLINI “ITIS GALILEO”In scena al Teatro Geox il 12 aprile Marco Paolini con lo spettacolo “Itis Galileo”. L’obbiettivo dell’attore veneto in questo spettacolo teatrale è quello di coinvolgere nel ragionare, non solo nel raccontare, arrivare a una situa-zione in cui il pubblico non sia seduto tranquillo, sapendo di dover fare lo spettatore e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi siste-mi, ma almeno su di un “minimo comune e multiplo”.

IL SASSOFONO NORVEGESE DI GARBAREKIl famoso sassofonista norvegese Jan Garbarek sarà a Padova il 13 aprile, in esclusiva per il Nord Italia, nella suggestiva sede del Salone più grande e famoso d’Europa, per un concerto internazionale con il quartetto vocale “The Hilliard Ensemble”, evento dalla rara spiritualità e dal forte potere emozionale. “Offi cium novum” – questo il titolo del progetto – “unisce il sacro e il sassfofono”, come ha sottolineato il New York Times, offrendo atmosfere uniche.

ELIO E PROSSEDA AL VERDI IL 22 MAGGIODopo il successo a Sanremo, con la “Canzo-ne mononota” Elio apre a Padova il tour del suo recital con il pianista Roberto Prosseda. Lo spettacolo “Bianchi, Rossini e Verdi”, in scena al teatro Verdi mercoledì 22 maggio, è un divertente, originale e raffi nato viaggio nella musica italiana da Verdi a Rossini, ai brani degli anni Trenta e Quaranta di Gabriele Bianchi e alle canzoni moderne del compositore contemporaneo Luca Lombardi, che vedranno Elio interprete del “Rigoletto” e del “Barbiere di Siviglia”.

a cura di Laura Organte

21212121Cultura provinciale

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LO SPORT in PRIMO PIANOin PRIMO PIANO

Basket in salute nell’Estense. Le due prime squadre del territorio, il Reden-tore Este e i Boars Baone, viaggiano a

vele gonfi e verso gli obiettivi di stagione. Il Redentore, squadra che milita nel campio-nato di Promozione (il massimo provincia-le), vanta un ruolino di marcia di 17 vittorie e 5 sole sconfi tte. Nonostante un periodo barcollante (tre sconfi tte in quattro gare), il quintetto allenato da coach Silvio Limena non è mai sceso dal podio del campionato.

Per settimane è rimasto incollato alla capolista Roncaglia, salvo poi essere scal-zato dagli esperti avversari della Piovese. Il terzo posto non pare essere messo in discussione, visto che l’inseguitrice Thermal Olympia si trova a sei punti di distanza.

Dalla dirigenza atestina c’è fi ducia: “Un calo di rendimento all’interno di una stagione ce lo si deve aspettare, meglio ora che più avanti. Il raggiungimento dei playoff non è comunque in discussione. Agli allena-menti la presenza e l’impegno sono sempre

garantiti da parte di tutti. Ora aspettiamo il rientro degli infortunati e soprattutto mi attendo dai veterani una pronta reazione e maggiore concentrazione in partita. Ce la possiamo giocare alla pari con tutti e molte partite non le hanno vinte gli avversari, le abbiamo perse noi”.

Le altre buone notizie del basket senio-res nostrano arrivano dai Boars Baone, che

i playoff di Prima Divisione li hanno invece già guadagnati: il terzo posto nella fase a gironi (alle spalle del Campo San Martino e a pari punti con Chioggia) ha permesso alla squadra guidata da Eglis Venturin di ambire da protagonista al salto di categoria. Nella seconda fase i “cinghiali” di Baone dovran-no vedersela con Arcella, Camposampiero, Qui Basket e Virtus Duomo.

Redentore a tutta birraciclismo

E’andata in scena al ristorante Leon d’Oro di Este la presentazione uffi ciale del-la squadra femminile allestita dal team Este Bike. Elisa Cappellari, Luisa De Lorenzo Poz, Elisa Barina, Loredana Gandolfi e Marina Donò capitanate dalla

pluricampionessa Monica Squarcina sono sfi late, in una serata frizzante, tra i numero-si appassionati presenti tra cui Stefano Agujari Stoppa, vice sindaco estense, Fabrizio Brugin assessore allo sport e Giuseppe Andreose delegato Acsi. Presentata anche la squadra maschile che avrà in Luca Selmin il capitano affi ancato dai confermati: Gianni Amorosi, Michele Sandri, Massimiliano Pigato, Andrea Losi, Riccardo Bonato, Orlando Ferraretto, Giancarlo Parolo ed Enrico Grigoletto, ai quali si sono aggiunti i nuovi arrivati Fabio Capuzzo, Maurizio Borsato e Gianni Manfrin. Presente al gran completo tutto il direttivo giallorosso con in testa il presidente Renzo Zordan, il suo vice Lorenzo Rubini e i consilieri: Ilario Merlin, Francesco Menesello, Gianni Manfrin, Luciano Buoso, Giorgio Roman, Gianni Amorosi e Giovanni Scavazza. Nel programma del team la partecipa-zione a tutte le gare più importanti del calendario della mountain bike, con un occhio di riguardo alla Coppa Colli Euganei-Wilier Triestina.

este biKe al femminilesquarcina campionessa

W.l.

Festa alla Cartura Nalin per la presenta-zione uffi ciale di atleti e programmi per la nuova stagione. Cerimoniale rigida-

mente nel solco della tradizione iniziata nel 1956 e che si rinnova per la 57ma stagione consecutiva: messa dell’atleta, uffi ciata da Don Valerio che con la benedizione della maglia dai colori sociali biancorossi ha por-tato gli auguri al team: “auguro una stagio-ne ricca di traguardi”, quindi la foto uffi ciale di fronte alla Banca Credito Cooperativo di Cartura, che con l’amministazione comuna-le, la Despar collegata a Giorgio Nalin, la Tiesse abbigliamento di Giancarlo Sanavio e la calcestruzzi Donà sono gli sponsor che sostengono la società, di seguito conviviale presso il ristorante Distellerie clan-destine nella zona industriale di Cagnola. “Veniamo da un 2012 ricco di vittorie e piazzamenti – ha detto il presidente Enzo Rango du-rante il convivio- e vogliamo confermare la nostra struttura nazionale e regionale, che fa del nostro team un vivaio appezzato e invidiato”. Di qualità il parterre ospiti pre-sentati da Flavio Milani, ex vicepresidente vicario Fci nazionale e socio fondatore del club: Raffaele Carlesso, neo presidente comitato regionale del Veneto, Gianfranco Bardelle presidente regionale Coni, Stefano Carletto presidente Fci padovana e Franco Gandini, gloria locale campione olimpico su pista a Melborne 1956. In rappresentanza della comunità presente il primo cittadino Massimo Zanardo e il suo vice Romano

Terrassan. Le livree biancorosse saranno ai nastri di partenza in tutta la trafi la prevista dal settore giovanile: Giovanissimi, esor-dienti e allievi, in questo contesto molto atteso l’esordio tra gli esordienti di Giovanni Sergiano, 10 vittorie su strada e una nel ciclocross la scorsa stagione, mentre tra i secondo anno ci si aspetta la conferma del velocista Ivan Berto, 2 successi nel 2012. Tra gli allievi, partiti Eros Sturaro e Stefano Grassi, accasatisi al Vc Mirano il gruppo è stato completato con Emanuele Barison, ex campione provinciale esordienti, Matteo Masola e Alessandro Riato velocista prele-vato dall’EsteBosaro. Attiva anche in campo organizzativo la società organizzerà per il 7 aprile il Gp Banca Credito Cooperativo di Cartura, riservato agli esordienti, per i giova-nissimi è confermata l’effettuazione del Gp Eurotermoidraulica in calendario il 5 maggio nello splendido circuito delle ex distillerie di Cagnola, per la categoria allievi la società collaborerà con i cicloamatori del Conselva-no all’organizzazione del Gp Città di Consel-ve in programma nel mese di aprile.

CONSELVANO. Al via la stagione numero 57cartura nalin schiera i suoi miglioriatleti per un 2013 ricco di successi

Walter Lotto

Basket Brillano per risultati la squadra di Este e quella dei Boars di Baone

Gli atleti del team Este Bike con Lorenzo Rubini

Settimane ricche di ottimi risultati per la pallacanestro estense

di Nicola Cesaro

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LO SPORT in PRIMO PIANO

Basket in salute nell’Estense. Le due prime squadre del territorio, il Reden-tore Este e i Boars Baone, viaggiano a

vele gonfi e verso gli obiettivi di stagione. Il Redentore, squadra che milita nel campio-nato di Promozione (il massimo provincia-le), vanta un ruolino di marcia di 17 vittorie e 5 sole sconfi tte. Nonostante un periodo barcollante (tre sconfi tte in quattro gare), il quintetto allenato da coach Silvio Limena non è mai sceso dal podio del campionato.

Per settimane è rimasto incollato alla capolista Roncaglia, salvo poi essere scal-zato dagli esperti avversari della Piovese. Il terzo posto non pare essere messo in discussione, visto che l’inseguitrice Thermal Olympia si trova a sei punti di distanza.

Dalla dirigenza atestina c’è fi ducia: “Un calo di rendimento all’interno di una stagione ce lo si deve aspettare, meglio ora che più avanti. Il raggiungimento dei playoff non è comunque in discussione. Agli allena-menti la presenza e l’impegno sono sempre

garantiti da parte di tutti. Ora aspettiamo il rientro degli infortunati e soprattutto mi attendo dai veterani una pronta reazione e maggiore concentrazione in partita. Ce la possiamo giocare alla pari con tutti e molte partite non le hanno vinte gli avversari, le abbiamo perse noi”.

Le altre buone notizie del basket senio-res nostrano arrivano dai Boars Baone, che

i playoff di Prima Divisione li hanno invece già guadagnati: il terzo posto nella fase a gironi (alle spalle del Campo San Martino e a pari punti con Chioggia) ha permesso alla squadra guidata da Eglis Venturin di ambire da protagonista al salto di categoria. Nella seconda fase i “cinghiali” di Baone dovran-no vedersela con Arcella, Camposampiero, Qui Basket e Virtus Duomo.

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E’andata in scena al ristorante Leon d’Oro di Este la presentazione uffi ciale del-la squadra femminile allestita dal team Este Bike. Elisa Cappellari, Luisa De Lorenzo Poz, Elisa Barina, Loredana Gandolfi e Marina Donò capitanate dalla

pluricampionessa Monica Squarcina sono sfi late, in una serata frizzante, tra i numero-si appassionati presenti tra cui Stefano Agujari Stoppa, vice sindaco estense, Fabrizio Brugin assessore allo sport e Giuseppe Andreose delegato Acsi. Presentata anche la squadra maschile che avrà in Luca Selmin il capitano affi ancato dai confermati: Gianni Amorosi, Michele Sandri, Massimiliano Pigato, Andrea Losi, Riccardo Bonato, Orlando Ferraretto, Giancarlo Parolo ed Enrico Grigoletto, ai quali si sono aggiunti i nuovi arrivati Fabio Capuzzo, Maurizio Borsato e Gianni Manfrin. Presente al gran completo tutto il direttivo giallorosso con in testa il presidente Renzo Zordan, il suo vice Lorenzo Rubini e i consilieri: Ilario Merlin, Francesco Menesello, Gianni Manfrin, Luciano Buoso, Giorgio Roman, Gianni Amorosi e Giovanni Scavazza. Nel programma del team la partecipa-zione a tutte le gare più importanti del calendario della mountain bike, con un occhio di riguardo alla Coppa Colli Euganei-Wilier Triestina.

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W.l.

Festa alla Cartura Nalin per la presenta-zione uffi ciale di atleti e programmi per la nuova stagione. Cerimoniale rigida-

mente nel solco della tradizione iniziata nel 1956 e che si rinnova per la 57ma stagione consecutiva: messa dell’atleta, uffi ciata da Don Valerio che con la benedizione della maglia dai colori sociali biancorossi ha por-tato gli auguri al team: “auguro una stagio-ne ricca di traguardi”, quindi la foto uffi ciale di fronte alla Banca Credito Cooperativo di Cartura, che con l’amministazione comuna-le, la Despar collegata a Giorgio Nalin, la Tiesse abbigliamento di Giancarlo Sanavio e la calcestruzzi Donà sono gli sponsor che sostengono la società, di seguito conviviale presso il ristorante Distellerie clan-destine nella zona industriale di Cagnola. “Veniamo da un 2012 ricco di vittorie e piazzamenti – ha detto il presidente Enzo Rango du-rante il convivio- e vogliamo confermare la nostra struttura nazionale e regionale, che fa del nostro team un vivaio appezzato e invidiato”. Di qualità il parterre ospiti pre-sentati da Flavio Milani, ex vicepresidente vicario Fci nazionale e socio fondatore del club: Raffaele Carlesso, neo presidente comitato regionale del Veneto, Gianfranco Bardelle presidente regionale Coni, Stefano Carletto presidente Fci padovana e Franco Gandini, gloria locale campione olimpico su pista a Melborne 1956. In rappresentanza della comunità presente il primo cittadino Massimo Zanardo e il suo vice Romano

Terrassan. Le livree biancorosse saranno ai nastri di partenza in tutta la trafi la prevista dal settore giovanile: Giovanissimi, esor-dienti e allievi, in questo contesto molto atteso l’esordio tra gli esordienti di Giovanni Sergiano, 10 vittorie su strada e una nel ciclocross la scorsa stagione, mentre tra i secondo anno ci si aspetta la conferma del velocista Ivan Berto, 2 successi nel 2012. Tra gli allievi, partiti Eros Sturaro e Stefano Grassi, accasatisi al Vc Mirano il gruppo è stato completato con Emanuele Barison, ex campione provinciale esordienti, Matteo Masola e Alessandro Riato velocista prele-vato dall’EsteBosaro. Attiva anche in campo organizzativo la società organizzerà per il 7 aprile il Gp Banca Credito Cooperativo di Cartura, riservato agli esordienti, per i giova-nissimi è confermata l’effettuazione del Gp Eurotermoidraulica in calendario il 5 maggio nello splendido circuito delle ex distillerie di Cagnola, per la categoria allievi la società collaborerà con i cicloamatori del Conselva-no all’organizzazione del Gp Città di Consel-ve in programma nel mese di aprile.

CONSELVANO. Al via la stagione numero 57cartura nalin schiera i suoi miglioriatleti per un 2013 ricco di successi

Walter Lotto

Basket Brillano per risultati la squadra di Este e quella dei Boars di Baone

Gli atleti del team Este Bike con Lorenzo Rubini

Settimane ricche di ottimi risultati per la pallacanestro estense

di Nicola Cesaro

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Page 26: La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

8

IL VENETOin PRIMO PIANO

La passione per lo sport e la musica abbinata all’informatica, l’amore per il proprio territorio veicolato sul web,

l’ingegno dell’inventore abbinato alle nuo-ve tecnologie.

Non si può certo dire che ai giovani ve-neti le idee manchino, soprattutto quando si tratta di svilupparle sfruttando le poten-zialità di internet e i progressi quotidiani dell’informatica.

Ora otto di queste buone idee hanno trovato anche l’occasione di spiccare il volo grazie a “Rebound” iniziativa rivolta agli aspiranti imprenditori veneti under 35 messa a punto da Confi ndustria Padova e Camera di Commercio per favorire l’incontro con la fi nanza privata. Sono state ben 76 idee d’impresa nei servizi digitali, mobile e tlc, marketing, web e social network, pre-sentate da oltre 170 giovani, che hanno scelto anche di giocare in squadra. Gli 8 fi nalisti hanno seguito un percorso di forma-zione e consulenza affi ancati da esperti di sviluppo d’impresa per trasformare le idee in business plan completi di analisi dei costi, mercati e concorrenza.

C’è il software che sintetizza la voce riproducendo le emozioni, la web-utility per costruire il viaggio ideale, la piattaforma social sui sentieri escursionistici, l’ambien-te web per condividere appunti e lezioni tra studenti, le riprese foto-video aeree dal pallone a elio.

E poi un portale wiki-based per le squa-dre minori di basket, prodotti a km 0 a por-

tata di touch, un web music store per vende-re offl ine la musica di band underground. Le idee migliori hanno potuto svilupparsi sulla piattaforma web di Ban Veneto, il network coordinato dal Parco Scientifi co Galileo. “Rebound conferma che il Veneto pulsa di energie creative nei settori innovativi - sot-tolinea Gianni Potti, vice presidente di Con-fi ndustria Padova -. Si tratta di coltivarle e indirizzarle perché possano diventare nuove imprese, linfa per la crescita. Il vero tema è però farle decollare e resistere nel tempo. Af-fi ancare le start up con esperienza e metodo per emergere in un mercato iper selettivo, è

quello che noi imprenditori dobbiamo fare per coglierne le opportunità. Il vero premio è stato l’affi ancamento a questi giovani di professionisti di sviluppo d’impresa. L’altro tema cruciale è l’accesso al credito per le buone idee d’impresa”.

Fra le più interessanti spicca Crevel,ora in faste di test con il sostegno di H Farm, ideata da Claudio Floreani, 34 anni, ap-passionato di informatica, dopo aver orga-nizzato un viaggio tra amici da Monaco a Berlino.

Ne è nata una utility web-based che permette di esprimere preferenze di viaggio

e tradurle in progetti da condividere con gli amici.

Tutte le informazioni vengono inter-pretate, localizzate e organizzate su una mappa, collaborando con i compagni di viaggio, operatori e agenzie turistiche. Dalla passione per le escursioni di Thomas Bertani e Giovanni Masarà, 22 anni, studenti di in-gegneria e fi losofi a del collegio Don Mazza di Padova, è nata una piattaforma web per consultare dati geografi ci sui sentieri e con-dividere itinerari. Pensata per appassionati, enti locali e chiunque si occupi di promozio-ne turistica, ne esiste già un prototipo con dati forniti da Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia.

Moku promette invece di rivoluzionare il “mondo” degli appunti. Gli studenti po-tranno organizzare in un ambiente web gli appunti di lezioni e le registrazioni, condivi-dendoli con amici e colleghi e rendendone possibile l’aggiornamento in ogni luogo e momento.

L’idea è di Simone Pozzobon, 27 anni, trevigiano e di tre amici ingegneri e designer ed è già entrata nella scuderia di H-Farm.

Da un’intuizione maturata al liceo, il team dei vicentini Matteo Scapin, Tommaso Grotto, Maria Cristina Malavolta, Luca Gu-glielmi - età media 28 anni - ha sviluppato un’applicazione web di supporto alle band indipendenti per distribuirne la musica in formato digitale durante i concerti.

Alberto e Riccardo Tentori, 33 e 28 anni, di Camposampiero, un ingegnere e un

di Nicola Stievano

Ecco il Veneto giovane delle “start up”La tecnologia e il web protagonisti delle iniziative imprenditoriali under 35

Partire con una buona idea

laureato in economia, hanno creato Playba-sket.it, portale web dedicato alle categorie agonistiche minori del basket in Italia con 35.000 visitatori unici al mese.

I veronesi Nicola Galetto, Marco Grumo-

lato, Alessandro Vaccaro, 27 anni, hanno messo a punto un’applicazione mobile dedi-cata a tutte le piccole e medie imprese che vogliano vendere cibi a km 0 direttamente ai clienti fi nali scavalcando la distribuzione. Infi ne Stefano Pagur, 24 anni, ha ideato un sistema per riprese foto-video sopraelevate con pallone ad elio.

Il prototipo è già realizzato con costi competitivi e la possibilità di fare riprese particolari in movimento.

Dalle riprese con il pallone ad elio ai prodotti a “km 0” scelti con il tocco delle dita

Otto i giovani vincitori del progetto Rebound pronti a mettersi in gioco

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Page 27: La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

9Il Veneto in primo piano

Davide e Daniela, giovani pastori dell’Alpago, usano il pc e internet per avere informazioni tecniche, Stefano

viticoltore della Valpolicella, vende in inter-net le sue bottiglie di Amarone d’alta quota, ma anche Sara allevatrice di Cortina si sta attrezzando per presentare ai consumatori i prodotti della sua azienda, mentre il neo pescatore Gabriele del Cavallino lo utilizza per programmare le consegne porta a porta dei frutti di mare freschi, senza dimenticare Alinor che dal Bangladesh a Chioggia coltiva ortaggi per destinarli alle famiglie della sua terra d’origine trasferite a Londra e a Parigi.

Alcuni esempi che si moltiplicano ogni giorno e che grazie alla nuova piattafor-ma informatica potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare l’attività agricola. È per loro e per altri duemila giovani agricoltori veneti che la Regione ha messo a punto la “community della zappa”, sul portale www.piave.veneto.it., una piattaforma on line per raccontarsi, scambiarsi esperienze, per conoscere le strategie politiche, per in-cidere sul sistema economico. Il “tesoretto”

dell’agricoltura che ha fatto del Veneto la regione leader nella geografi a agroalimen-tare nazionale, per numeri e qualità, si integra sempre di più nel web all’insegna della bellezza della campagna come scelta professionale e di vita.

“Grazie alla piattaforma informatica – spiega Sandra Chiarato di Coldiretti Ve-neto, che segue da vicino proprio i giovani agricoltori – le esperienze imprenditoriali potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare

l’attività agricola. Che cosa accomuna questi ragazzi ?

La scommessa di un futuro nei campi che deve fare i conti con opportunità di investi-menti, con misure comunitarie ambientali, l’accesso al credito, le nozioni di fi nanza, ma anche solo per scambi di esperienze che possono diventare una partecipazione atti-va alle decisioni politiche o addirittura solo per fi ssare un appuntamento al mercatino a kmzero o semplicemente un aperitivo “tra colleghi” che sanno divertirsi con impegno responsabile”.

di Nicola Stievano

Duemila agricoltori in Rete, ecco la “community della zappa”

Duemila agricoltori in Rete, ecco la “community della zappa”

neWs

In Italia più di uno su tre dei giovani attivi è disoccupato. Uno su 4 non studia e non lavora per un totale di oltre 2 milioni di giovani Neet (not in education, employment, training). Negli altri Paesi europei gli studenti che alternano studio e lavoro sono una

media del 20-30%, in Italia solo 3 su 100. Invertire questa tendenza e permettere ai giovani di acquisire competenze subito

spendibili nel mondo del lavoro è l’obiettivo del progetto ASL Alternanza Scuola lavoro realizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confi ndustria Padova in collaborazione con la Camera di Commercio di Padova. L’iniziativa, nata nell’ambito del protocollo d’intesa tra Regione Veneto, Uffi cio Scolastico Regionale e Confi ndustria Veneto, punta a diffon-

dere una metodologia didattica in cui l’azienda diventa, anche formalmente, “impresa formativa” in grado di stipulare convenzioni con le scuole, proporre percorsi formativi e orientamento, formare risorse interne come tutor per gli studenti.

Da qui anche la realizzazione di un vademecum per le imprese su come stringere questo “patto” didattico con gli istituti.

Il progetto è stato presentato a 50 dirigenti scolastici e imprenditori nel corso dell’in-contro “Alternanza scuola-lavoro: il ruolo attivo delle imprese” organizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confi ndustria Padova fi ne gennaio.

La sezione Metalmeccanici di Confi ndustria padova mette a punto un vademecum che presenta a 50 dirigenti scolasticicon l’alternanza scuola-lavoro le aziende diventano “imprese formative”

La Regione mette a punto una piattaforma on line che permette lo scambio di idee

25252525Il Veneto in primo piano

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batteria, nella quale sarà alloggiata la head che scalda il liquido, producen-do vapore. In sostanza l’atomizzatore sarà costituito anch’esso di 3 parti : la base di ancoraggio alla batteria, la head sostituibile, il conetto - boc-caglio di forma ellittica. Anche il tank è completamente rinnovato : è stato studiato un apposito circuito di pas-saggio del vapore, che eviterà reflussi di liquido e contemporaneamente abolirà il fenomeno della condensa di vapore (problema che precedente-

mente aveva afflitto gli utilizzatori di sigaretta elettronica). Ma non è finita con le novità! La Elips sarà dotata di una batteria più robusta e solida, molto resistente agli urti, in metallo.

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Page 28: La Piazza della Bassapadovana - 2013feb n20

10 Il Veneto in primo piano

Un turismo religioso e devozionale, fatto di itinerari di fede che coniuga-no spiritualità, tradizione ma anche

cultura e arte. Nell’ Anno della Fede il Veneto si collo-

ca tra i protagonisti degli itinerari regionali, con ben quattro differenti proposte.

Il primo comprende la Via del Santo e i Santuari Antoniani, da Camposampiero a Padova, lungo il percorso terreno di sant’An-tonio. Si tratta di un pellegrinaggio votivo che tocca i principali santuari antoniani in provincia di Padova, ma che si inserisce in un più lungo percorso sui passi della vita itinerante di frate Antonio da Lisbona: dall’eremo di Montepaolo, dimora iniziale di frate Antonio in Italia, alle strade dell’Italia settentrionale e del sud della Francia, sino ai giorni di Padova e Camposampiero dal 1221 al 1231.

La seconda proposta è stata battezzata

la “Via dei papi”: ripercorre gli antichi itine-rari di pellegrinaggio lungo la Via Francigena Orientale, da Feltre a Lorenzago di Cadore e Canale d’Agordo, passando per Belluno. I luoghi interessati hanno dato i natali a tre Papi (Papa Luciani, Giovanni Paolo I; Papa Cappellari, Gregorio XVI; Papa Sarto, Pio X) ed hanno ospitato papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nei diversi soggiorni estivi . Sono costellati di numerosi santuari, con-

venti, abbazie e chiese.Le “Grandi Rogazioni” dell’Altopiano

di Asiago rappresentato il terzo itinerario. Si tratta di un antico cammino di fede che da più di tre secoli si ripete il giorno prima dell’Ascensione e che si snoda lungo un circuito di 33 chilometri, percorso a partire dall’alba dai residenti ma anche da fedeli provenienti da paesi lontani.

Nell’Anno della Fede sono stati inseriti gli itinerari religiosi di Valpolicella, strade che collegano gli insediamenti di più antica origine, fi no a porre tra loro i luoghi di fede testimoni della prima evangelizzazione del territorio. In luoghi suggestivi sorgono bel-lissimi santuari come la la Chiesa di Santa Maria di Valleverde, la Chiesa Vecchia di Ca-valo, la Chiesa di Santa Maria del Degnano, la Chiesetta di San Pietro a Torbe, la Pieve di San Giorgio VIII, l’Oratorio di San Zeno in Poja, la Pieve di San Floriano.

di Giovanni Giovetti

Turismo religioso

Il Veneto propone quattro itinerari nell’Anno della Fede

I quattro percorsi veneti, protagonisti degli “Itinerari regionali nell’Anno della Fede” sono stati presentati alla Borsa

internazionale del Turismo a Milano lo scorso febbraio. Gli itinerari sono stati og-getto di un’intesa sottoscritta tra l’Opera Romana Pellegrinaggi e la Regione Vene-to fi nalizzata a valorizzare l’Anno della fede e a diffondere la conoscenza dei tantissimi luoghi della fede disseminati nel territorio ragionale.

“Attraverso questi progetti – ha dichiarato infatti monsignor Liberio An-dreatta, vicepresidente dell’Orp – l’O-pera Romana Pellegrinaggi favorisce uno strumento di conoscenza e di approfon-dimento partendo dalla premessa fonda-mentale che il cristianesimo ha innervato profondamente la storia la cultura e l’arte di questo paese. In particolare, gli itinerari proposti per la Regione Veneto sono foca-

lizzati sulla storia di spiritualità mariana di cui questa regione è intrisa e ovviamente sulle tracce di grandi santi quali Sant’An-tonio da Padova”.

“Gli itinerari della fede non sono solo un’occasione per conoscere i luoghi per-corsi dai viandanti che si recavano a Roma – gli ha fatto eco l’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi – ma anche motivo di consolidamento dei rapporti e di amicizia tra le genti. Le radici cristiane del territorio si respirano in ogni angolo del Veneto, dalle grandi chiese di Venezia alle croci in cima alle vette più alte delle Dolomiti. La tradizione dell’accoglienza ai pellegrini si rinnova ancora di più grazie a questi quattro percorsi, quattro “Itinerari nell’Anno della Fede”, indetti in occasione del cinquantesimo anniversario dell’aper-tura del Concilio Ecumenico Vaticano II”.

I quattro percorsi veneti presentati alla bit di Milanole radici cristiane si respirano in ogni angolo del veneto

Il Castello Carrarese a Padova, il Giardino Jacquard a Schio, Villa Serego a Veronel-la, la Chiesa di San Giovanni a Bassano

del Grappa, l’Oratorio Santa Maria delle Grazie a Fontaniva nel Padovano sono i cin-que siti veneti segnalati alla sesta edizione de “I luoghi del cuore”, il censimento del Fondo Ambiente Italiano promosso in colla-borazione con Intesa Sanpaolo.

Giunta alla sesta edizione l’iniziativa, che quest’anno ha registrato la partecipa-zione di un milione di italani, ha lo scopo di segnale luoghi in pericolo, da tutelare o semplicemente da non dimenticare, solleci-tando una testimonianza diretta per aiutare le località indicate e raccomandate a soprav-vivere o, in alcuni casi, a tornare a vivere.

Avviato l’ultimo censimento lo scorso maggio, nel Veneto ha raccolto 15.611 segnalazioni, posizionandosi al 15° posto della graduatoria nazionale il Castello Car-rarese (in foto) a Padova. Nato come sem-plice muro in pietra e terrapieno, diventò un vero e proprio castello all’epoca di Carlo Magno. Conobbe il suo periodo di maggior splendore nel XIV secolo con la dinastia dei Carraresi, decaduta la quale iniziò la fase di degrado: divenne dapprima caserma, quin-di deposito dei Veneziani e, infi ne, carcere su iniziativa dei Francesi nel 1807. Oggi il Castello è chiuso ad eccezione della Torre della Specola, un osservatorio affi dato all’U-niversità di Padova. L’edifi cio è comunque al centro di numerosi progetti di valorizzazio-ne e restauro che hanno come obiettivo di renderlo fruibile.

Al 18° posto con 11.144 voti il Giardi-no Jacquard a Schio nel Vicentino. Nacque per volontà dell’industriale Alessandro Rossi che, nel 1860, fece trasformare l’area di fronte al lanifi cio Francesco Rossi in uno splendido giardino tardo-romanico aperto agli operai dell’opifi cio.

Oggi il Giardino è chiuso al pubblico e apre soltanto in occasione di eventi. Il de-siderio della cittadinanza è che venga reso fruibile in modo costante.

Villa Serego, detta “Corte Grande” a Veronella ha ottenuto, posizionandos al 19° posto, 10.920 segnalazioni. Pro-gettata da Andrea Palladio nel 1565 è un importante esempio di villa veneta. Dal 1996 è iscritta nelle Liste del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, insieme alle altre ville palladiane del Veneto. La Corte Grande versa oggi in condizioni di abbandono: è chiusa da circa 10 anni, pericolante, e in stato di degrado. La Chiesa di San Giovan-ni Battista a Bassano del Grappa si colloca al 43° posto della classifi ca nazionale con 5.784 segnalazioni e al 131° posto con 928 preferenze si colloca l’ultimo luogo del cuore segnalato in Veneto, l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie a Fontaniva.

I “LUOGhI DEL CUORE” VENETI DA SALVARE

G.G.

La via del Santo, quella dei Papi, le “Grandi Rogazioni” e gli itinerari di Valpolicella sono i 4 percorsi regionali

L’assessore veneto al Turismo Marino Finozzi con Monsignor Andreatta. In basso gli itinerari

26 Il Veneto in primo piano262626 Il Veneto in primo piano

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La novità del passaggio di consegne al centro di Riabilitazione riguarda soprat-tutto i dipendenti, chiamati se restare a

Conselve, e quindi passare alle dipendente dell’Uls 17, oppure se trasferirsi in un’altra struttura dell’azienda ospedaliera. La stessa scelta la dovrà fare anche il primario Roberto Marenzi.

“Mi auguro che continui a guidare un servizio di eccellenza, punto di riferimento per tutto il Veneto e non solo. - afferma il sindaco Antonio Ruzzon - Se in questi anni la Riabilitazione ha raggiunto ottimi ri-sultati il merito va al dottor Marenzi, che invito a restare a Conselve”. Per Ruzzon il trasferimento dei posti letto e delle competenze da Padova all’Uls 17 è una buona notizia che non lascia spazio a timori di ridimensionamento o dubbi sulla continuità del servizio. “L’accordo tra Azienda Ospedaliera e la nostra Uls era nell’aria da tempo. Prima o poi bisognava arrivarci, proprio per garantire un futuro più “stabile” al servizio. Ricordo che la Regione ha appena speso 4 milioni di euro per la ristrutturazione del Monoblocco, in modo da creare nuovi spazi per la riabilitazione. Il fatto che il reparto passi sotto la competenza di un unico ente è positivo perché metterà fi ne ad alcuni di-sagi causati dalla gestione “mista”. I pazienti e i loro familiari continueranno a trovare un servizio all’avanguardia”.

Meno ottimista il gruppo di opposizione “Vivere Conselve”, che ha chiesto al sin-daco di convocare con urgenza un consiglio comunale straordinario per discutere anche di altre novità sul fronte sanitario. “Ci sono avvisaglie anche di altri sommovimenti riguardo i servizi della neuropsichiatria, - afferma il capogruppo Luciano Sguotti - del dipartimento di prevenzione, dello scadere nel 2012 dell’accordo sulle RSA della Casa di Riposo. Su questi temi quello che manca è la trasparenza”. Argomenti che saranno oggetto di discussione anche nell’ormai imminente campagna elettorale.

NEWS

Il sindaco Ruzzon chiede al primario Marenzi di restare“IL SERVIZIO PROSEGUIRÀ SENZA INTOPPI”

Robero Marenzi

Tempo sei mesi e l’intera attività di Ri-abilitazione e Lungodegenza al mono-blocco dell’ospedale Conselvano sarà

gestita direttamente dall’Uls 17. All’inizio dell’estate, dunque, l passaggio delle con-segne dall’Azienda Ospedaliera di Padova che fi no ad oggi ha gestito 40 posti letto di riabilitazione con diversi livelli di entità funzionale, sotto la guida del primario Ro-berto Marenzi.

Un centro di alta specializzazione, con pazienti da tutto il Veneto e anche dalle altre regioni.

Ultimati i lavori di ristrutturazione del monoblocco, grazie ai quali il reparto a pie-no regime raggiungerà gli 80 posti letto, entra nella fase operativa il passaggio di gestione dall’Azienda Ospedaliera Pado-va all’Uls della Bassa, proprietaria della struttura conselvana concessa il comodato gratuito.

“Di comune accordo le due Aziende - spiega il direttore generale dell’Uls 17 Giovanni Pavesi - hanno ritenuto più fun-

zionale e coerente con i rispettivi obiettivi il ritorno ad una gestione diretta del proprie-tario, ossia della nostra Uls che a questo scopo si era quindi attivata con importanti interventi di messa in sicurezza, ristruttura-zione e ammodernamento degli spazi. L’ac-

cordo, che conferma gli ottimi rapporti di collaborazione e integrazione esistenti con Padova, consentirà di identifi care in manie-ra più chiara e diretta anche le responsabi-lità relative agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e alle attrezzature collegate ai vari percorsi riabilitativi”.

Come preannunciato ai rappresen-tanti sindacali nelle prossime settimane il personale in forze alla riabilitazione Riabi-litazione a Conselve potrà scegliere libera-mente se proseguire la propria attività alle dipendenze dell’Uls 17 oppure mantenere il proprio contratto di lavoro con Padova in un’altra sede.

“La convenzione, sottoscritta di concer-to con Segreteria Regionale alla Sanità, - prosegue Pavesi - conferma l’attenzione nei confronti dei servizi sul territorio che stiamo potenziando. Avremo così un unico polo per acuti, il nuovo ospedale unico in costruzio-ne a Schiavonia, e due strutture di riabilita-zione e lungodegenza poste alle estremità del territorio, a Conselve e a Montagnana”.

di Nicola Stievano

Entro sei mesi il passaggio di competenzedel centro ospitato nell’ospedale di Conselve

Sanità locale Da anni il servizio è in convenzione con l’Azienda Ospedaliera

Riabilitazione, la svolta

Il monoblocco a Conselve

L’Azienda Uls 17 si conferma come una realtà “a misura di donna”: è questo il risultato del monitoraggio compiuto

dall’Osservatorio nazionale sulla salute della Donna (Onda), che in base alle informazioni raccolte ha confermato anche quest’anno i due bollini rosa assegnati all’Azienda Uls 17.

Il riconoscimento è particolarmente signi-fi cativo alla luce della rigorosa metodologia di valutazione adottata, basata su criteri obiet-tivi che prevedono l’attribuzione da 1 a 3 bollini rosa, in base ai servizi offerti dai reparti che curano le patologie di specifi co interesse femminile.

Alle Aziende è stato sottoposto un que-stionario redatto da un gruppo multidisciplina-re di esperti, in accordo con le linee guida del Ministero della Sanità e delle Società Scienti-fi che, e ad ogni domanda è stato attribuito un punteggio. Una apposita commissione multi-disciplinare, l’Advisory Board di Onda, ha poi validato i punteggi conseguiti e assegnato il

numero defi nitivo di bollini rosa. Avere ottenu-to due bollini (su un massimo di tre possibili) rappresenta il riconoscimento della capacità dell’Azienda Ulss 17 di porre la donna al centro dei percorsi diagnostico-terapeutici e di curare le patologie di specifi co interesse fem-minile, organizzando i servizi in base alle loro esigenze psico-fi siche.

“Avere ottenuto la riconferma dei due bollini rosa – sottolinea Michela Barbiero, Direttore Amministrativo dell’Azienda Ulss 17 – è sicuramente un premio per l’attenzione e l’impegno profusi in questi anni e ci stimola a proseguire su questa strada, con l’obiettivo di ottenere anche il terzo bollino, magari già il prossimo anno”.

L’osservatorionazionale sullasalute delladonna ne assegnaal massimo tre

DOPPIO BOLLINO ROSA ALL’ULS 17

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13Voci da palazzo

La Giunta veneta ha recentemente approvato lo schema di protocollo d’intesa che disciplina i rapporti tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione del Veneto in riferimento agli adempimenti previsti per l’attuazione del “Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confi nanti con le Regioni a statuto speciale”. “Si tratta di un fondo istituito nel 2007 presso la Presidenza

del Consiglio dei Ministri che ammonta a 39 milioni e 408 mila euro. I Comuni veneti che hanno presentato istanza di fi nanziamento sono 63 e già da alcuni mesi hanno la disponibilità le risorse loro assegnate per la realizzazione dei relativi progetti: 16 milioni e 221 mila euro sono andati alla macroarea confi nante con il Trentino Alto Adige (34 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 12 della provincia di Vicenza, 8 della provincia di Verona) e 23 milioni 187 mila euro alla macroarea confi nante con il Friuli Venezia Giulia (29 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 8 della provincia di Treviso, 7 della provincia di Venezia).

focus quasi 40 milioni di euro per i comuni confinanti

“Ho votato a favore delle mozioni referendarie, perché, in un momento storico come questo, era importante dare un messaggio forte e ine-quivocabile a Roma. Non c’è storia: il nuovo Parlamento dovrà tenere in considerazione

questo nostro grido d’allarme. E’ il momento giusto per parlare di autonomia e attuazione concreta del federalismo. In questi ultimi mesi le autonomie locali sono state attaccate su più fronti, adesso dobbiamo riscattarci. Sono convinto che una presa di posizione chiara e netta metta il Parlamento con le spalle al muro. Adesso sarà più diffi cile per Roma non mettere mano alle disparità di trattamento tra Regioni a statuto speciale e Regioni ordinarie. La Regione del Veneto si è assunta la propria responsa-bilità con questo atto coraggioso, il Parlamento dovrà fare altrettanto”.

Dario bond, popolo delle Libertà“segnale politico forte e inequivocabile a roma”

L’opinioneL’opinione

“L’aver votato in Consiglio la nostra risoluzione, dopo che proprio la Lega è riuscita a far convocare una seduta straordinaria sul tema dei Comuni secessionisti, è un passo fondamentale per l’autodeterminazione di quei cittadini di monta-

gna che hanno scelto con referendum il passaggio al vicino Statuto Speciale. La risoluzione impegna chiaramente il Governo e il Parlamento ad approvare defi nitivamente l’iter di secessione: in questo modo diamo una risposta forte a quelle popolazioni che da troppi anni la attendono. Mentre le giuste rivendicazioni dei nostri Comuni secessionisti sono impaludate nelle Commissioni parlamentari, Luis Dürnwalder usa le risorse della propria Autonomia per attrarre le nostre aziende venete oltre confi ne. Questo dimostra anche che lo Statuto speciale non serve più, come 60 anni fa, per colmare un gap di una minoranza rispetto al resto del Paese, ma per attivare politiche economiche fortemente competitive verso aree limitrofe a specifi cità ridotta. E’ necessario perciò rivedere queste discrasie. Se il modo scelto dalle popolazioni di confi ne è il passaggio alla Provincia o Regione vicina, non bastando più neanche l’elemosina del Fondo Brancher, la Lega Nord appoggia la loro scelta ed oggi conferiamo alla Giunta un mandato forte per portare a Roma le istanze di queste genti di montagna. La subalternità rispetto alle Autonomie speciali e le ingiustizie quotidiane che gli abitanti della nostra montagna vivono sulla propria pelle, devono trovare una risposta e una soluzione anche da parte del Veneto. Ben si comprende quindi la loro voglia di passare dall’altra parte, una scelta che per le 16 comunità referendarie signifi cherebbe più risorse, più agevolazioni, meno imposte locali. C’è sicura-mente una ragione culturale ma anche una economica che non è meno importante. Come Lega, pur non contenti che i confi ni territoriali si sfaldino, siamo convinti che questa causa referendaria porterà a Roma il dibattito sulla necessità di autonomia di tutto il Veneto, regione che versa 17 miliardi di residuo fi scale l’anno ma che è ultima in Italia per trasferimenti statali pro-capite”.

federico Caner, Lega Nord “le risorse di bolzano attraggono le nostre aziende oltre confine”Giancarlo Galan, nel 2005 non l’aveva presa bene la decisione di

Lamon di staccarsi dal Veneto. L’allora governatore del Veneto era arrivato a scontrarsi con la sua stessa Giunta. A minacciare le di-

missioni, per giunta. Con veemenza si era scagliato contro il parere favo-revole espresso della Commissione bicamerale per le questioni regionali al disegno di legge costituzionale sul distacco del piccolo comune bellu-nese dalla Regione del Veneto. “Se il Parlamento dovesse approvare il provvedimento legislativo con il quale si consentirà l’effettivo distacco di Lamon dal Veneto, la Regione – spiegava Galan - impugnerà la legge di fronte alla Corte Costituzionale e questo perché, in buona sostanza, noi riterremmo il provvedimento basato sulla più plateale violazione delle regole costituzionali che disciplinano la distribuzione delle risorse nell’ambito della Repubblica”. Come andò lo sappiamo tutti, lo scorso settembre (dopo sette anni dal referendum) la Camera ha rinviato in commissione la proposta di legge costituzionale per il passaggio del comune dalla provincia di Belluno a quella di Trento. Il Governo della crisi sollevò dubbi sulla copertura economica dell’operazione e al piccolo comune diventato famoso, oltre che per i fagioli, per essere stato il primo fra i comuni bellunesi a percorrere la strada del referendum, non è rimasto altro che vedere andare in fumo ogni aspirazione separati-sta. La strada però era aperta e con il governo regionale sensibile al secessionismo deve essere parsa addirittura quasi in discesa. Del resto il tema delle risorse per i comuni di montagna della provincia bellunese è un tema di sopravvivenza che da sui nervi appena guardano oltre il confi ne regionale. Le stesse pietre e le stesse diffi coltà, infatti, ottengo-no ben altra considerazione nelle vezzeggiate province autonome di Trento e di Bolzano dove la maggiore disponibilità di risorse e contributi, garantiti costituzionalmente, consente alla popolazione di montagna l’erogazione di quei servizi pubblici oggi indispensabili per mantenere vive le loro comunità. Su questo punto ogni volta si apre il dibattitto se sia ancora necessario mantenere immutate le prerogative speciali di cui godono Valle d’Aosta, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Friuli ma in mancanza di risposte convincenti (non c’è stato altro oltre al parziale recupero delle Regioni a statuto ordinario consentito dalla modifi ca del Titolo V della Costituzione che ormai risale al 2001) rimangono comun-que in molti a volerne benefi ciare. Lamon non è stato l’unico. Lo scorso mese Rocca Pietore, Canale D’Agordo, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo e Arsiè hanno aperto i seggi per consentire una consultazione referendaria tra i propri cittadini, sull’opportunità di cambiare provincia e passare al trentino. Ma non c’è stato un plebiscito. Tutt’altro: in nes-suno dei comuni al voto è stato raggiunto il quorum. Un peccato per il governatore Luca Zaia che invece aveva sperato in una partecipazione molto forte e suffi cientemente agguerrita da richiamare sull’argomento l’attenzione del Governo, ammesso che ce ne sarà uno. L’occasione, tut-tavia, è stato presa come una palla al balzo dal Consiglio Regionale che ha portato al voto, poi approvata, una risoluzione con la quale è stato chiesto l’impegno della Giunta regionale ad “attivarsi presso il Governo

e il Parlamento affi nché la Regione Veneto ottenga quelle prerogative necessarie ad attuare adeguate e più effi caci politiche perequative a favore dei territori di confi ne, al fi ne di ridurre le attuali differenze con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e arrestare così l’emorragia delle comunità venete”. Nella stessa occasione, inoltre, la Giunta è stata invitata ad attivarsi presso il Parlamento nazionale affi nché sia possibile procedere, come stabilito dall’articolo 132 della Costituzione, all’esame e all’approvazione di una legge che defi nisca il passaggio dei Comuni di Lamon, Sovramonte, Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana, Rotzo, Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Pedemonte dal Veneto al Trentino Alto Adige, accogliendo così la richiesta inequivocabile delle popolazioni locali. Avvincente è stato il dibattito tra gli scranni di Palazzo Ferro Fini. Il capogruppo leghista Federico Caner ha osservato che le motivazioni che hanno spinto al referendum i Comuni, in prevalenza bellunesi, sono di ordine culturale - identitario ma anche economico. Secondo Sergio Reolon del Partito Democratico al centro dell’attenzione sarebbe dovuta essere posta l’in-tera questione alpina perché i referendum sono stati una scelta di so-pravvivenza di una montagna veneta altrimenti destinata ad una morte annunciata. A suo giudizio il vero obiettivo è realizzare il rafforzamento dell’autonomia delle province montane così come stabilito dall’art. 15 del nuovo Statuto veneto. Per Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra e fi rmatario di uno dei documenti in discussione la politica delLA Regione Veneto, dal 2005 non ha saputo dare risposte convincen-ti. “Non serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Belluno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affi nché possano garantire servizi essenziali in sanità e nell’istruzione”. Secondo il vicepresidente leghista del Consiglio Matteo Toscani non si può dire di no alla volontà liberamente espressa dai cittadini dei Comuni che hanno organizzato i referendum, recuperare il tempo perduto e dare attuazione allo Statuto. Antonino Pipitone di Italia dei Valori ha invitato ad analizzare il fenomeno dei referendum osservando inoltre che non è normale per una Regione accettare l’amputazione del proprio territorio. Le disparità con le Regioni limitrofe sono indubbie - ha concluso - l’as-semblea veneta deve, quindi, legiferare per dare le giuste risposte alla montagna a partire dal bilancio di previsione 2013. Stefano Fracasso del Pd ha ribadito che l’obiettivo deve essere l’autonomia differenziata per la montagna previsti dalla Costituzione e dallo Statuto veneto per garantire i servizi ai cittadini di queste aree. Mariangelo Foggiato di Unione Nordest invece si è detto convinto che qualsiasi documento non servirà a nulla. “Passando la palla al Parlamento nazionale - ha conclu-so - il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.

di fortunato Marinata

Enti locali Niente quorum a Rocca Pietore, Canale, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo e Arsiè

Comuni in fuga verso le province autonome Il referendum dei comuni bellunesi è fallito ma la Regione incalza il Governo per l’autonomia fi scale, amministrativa e legislativa

“Qualsiasi documento non servirà a nulla. Passando la palla al Parlamento nazionale il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.

la regione ha abdicato al parlamento

“Non serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Bel-luno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affi nché possano garantire servizi es-

senziali in Sanità e nell’Istruzione”.

“occorre decentrare alle zone montane competenze e risorse”

Mariangelo foggiato, Unione Nordest

Pietrangelo Pettenò

pietrangelo pettenò, federazione della Sinistra

Dario Bond

Mariangelo Foggiato

Federico Caner

“La Lega Nord ha fatto bene a chiedere la convocazione straordi-naria del Consiglio Regionale. Se non lo avesse fatto, i Comu-ni referendari sarebbero ancora in attesa, e chissà per quanto

tempo ancora, di una risposta. Il Consiglio non può che scusarsi per gli anni trascorsi senza affrontare lo scottante argomento. Tuttavia, la risoluzione della Lega Nord approvata, seppur tardivamente, è un capitolo importante nel rapporto tra Regione e territorio. Il Veneto ha fatto la sua parte, ha adempiuto al suo dovere: ora Governo e Parlamento non avranno ulteriori alibi per tenere bloccate le aspettative di migliaia di cittadini espresse con regolari e partecipati referendum consultivi.

I temi della parità di condizioni delle Regioni, con il ‘livellamento’ verso l’alto della caren-za di risorse della nostra Regione e l’applicazione dell’art. 15 dello Statuto per la provincia di Belluno e la montagna veneta, sono oltremodo attuali e sentiti.

Matteo Toscani, Lega Nord“il veneto ha fatto la sua parte, il parlamento non ha piÙ alibi”

Matteo Toscani

28 Voci da palazzo282828 Voci da palazzo

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17Cultura veneta

La mostra “Fortuny e Wagner. Il wagneri-smo nelle arti visive in Italia” a Venezia presso Palazzo Fortuny fi no all’8 aprile

onora il bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia 1813 – Venezia 1883) par-tendo da una constatazione di base: in Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’infl uenza tra la fi ne dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive. Il luogo scelto per dimostrare tale tesi è la dimora di Mariano Fortuny che in questi anni ha unito, in numerose mostre, contem-poraneità con ambiti del Simbolismo e del Liberty. Anche in questa esposizione si posso-no scorgere lavori di Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa ma in tale sede non sono il soggetto principale. Infatti le oltre 150 opere, composte da dipinti, sculture, di-segni, incisioni, cartoline, illustrazioni, riviste e libri evidenziano la vasta diffusione in Europa, tra Simbolismo e Art Nouveau, di tematiche quali per esempio Parsifal, Sigfrido, Tristano, le valchirie e le così chiamate fanciulle-fi ore.

Un fascino che partì dal movimento del Ro-manticismo e soprattutto dalle sinfonie di Wagner. Una continua evocazione a vari livelli visivi, che tramite un’iconografi a istituzionale e una compenetrazione di diversi signifi cati ha trovato un’assimilazione in fasi artistiche, quali il movimento culturale simbolista e del Jugendstil. In questo periodo pervade dunque una sensualità musicale che coglie le remote radici dell’essere. Ecco che Mariano Fortuny (Granada 1871 – Venezia 1949), a livello postumo come anni del suo agire, trova in tut-te queste infl uenze una base di partenza, per elaborare nel suo cammino artistico un ciclo di lavori prettamente wagneriani. Come un predestinato, quando Wagner morì a Venezia il 13 febbraio 1883, Mariano all’età di dodi-ci anni era con Giovanni Boldini a Parigi che poneva le basi a quei semi di passione per il teatro e per le scenografi e che si svilupperan-

di Alain Chivilò

In Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’infl uenza tra la fi ne dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive

Grandi mostre A Palazzo Fortuny fi no all’8 aprile

L’infl uenza di Wagner ante e post mortem nelle arti tra ‘800 e ‘900

In mostra i lavori di Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa

no successivamente in abbinamento ad altre arti. Fu l’incisore e scultore spagnolo Rogelio de Egusquiza a trasmettere al giovane l’ado-razione per la musica di Wagner, prendendo corpo nell’ultimo decennio dell’ottocento con i viaggi a Monaco di Baviera e Bayreuth. I primi lavori di Mariano abbandonano dunque l’acca-demismo iniziale per entrare in area simboli-sta associando luoghi e personaggi del compo-sitore tedesco. Ulteriori disamine lo conducono a elaborare la “Cupola”, ossia una nuova con-cezione dell’illuminazione scenica che innova i fondali dipinti che campeggiavano nei teatri dell’epoca. Così affermava: “Tutto quello che vidi e sentii, mi accese maggiormente nel desiderio di realizzare nuovi mezzi, forme e nuovi aspetti per accrescere gli effetti generali del teatro. Ricordo ancora qualche particolare della scena dell’Oro del Reno che scontentava la mia fantasia giovanile. L’effetto del fi ume in lontananza mancava di effi cacia per un gioco di luce non bella”. Dunque Palazzo Fortuny, visitabile nella sua completa interezza data dalle stanze aperte, crea percorsi di dialogo tra le opere di Mariano e altri artisti quali per esempio Eugenio Prati, Adolfo Wildt, Gaetano Previati e Lionello Balestrieri. Un’esposizione complessa ma godibile, che permette d’inizia-re una disamina di quel percorso dell’Ottocen-to che ha trovato nei primi decenni del secolo successivo elementi d’infl uenza e di rimandi.

Alcune opere presenti alla mostra

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DA CHE PARTE GIRA L’ECONOMIA

In pieno oceano durante la tempesta

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Tempo fa scrissi un pezzo intitolato “parce sepulta”, ovvero riposate in pace. Trattava della triste catena di suicidi di imprenditori. Questa catena ad oggi non solo si è arrestata, ma purtroppo è addirittura aumentata. Colpito dalla crisi e chiuso in un angolo l’imprenditore tipico veneto, ma non solo lui, quasi sempre per non vedere vanifi cati sacrifi ci di una vita, per orgoglio e dignità le ha provate tutte. Ha bussato a tutte le porte, a cominciare da quelle dei debitori (comprese le amministrazioni pubbliche), delle banche e dei fornitori. Non ottenendo risposta da nessuno di questi anche se qualcuno fa il furbo, ha venduto o impegnato tutto per far fronte alle spese. Un estremo tentativo per salvare gli operai e le loro famiglie, verso i quali si sente responsabile e verso i fornitori che sono messi come o peggio di lui. Più di qualcuno ha venduto l’auto ed i gioielli di famiglia. Alla fi ne senza più nulla, ma ancora pieno di dignità ha deciso di farla fi nita. Se è pur vero che anche gli imprenditori hanno le loro colpe per non aver saputo leggere nelle trasformazioni di mercato e che hanno dimostrato i loro limiti imprenditoriali messi in luce dalla crisi, è altrettanto vero che ora servono azioni concrete a sostegno. Gli sportelli di ascolto con il sostegno psicologico aperti presso le associazioni o le amministrazioni pubbliche, sono sicuramente utili ed importanti. Ma non bastano. In questo periodo servirebbero azioni concrete da parte politica.

Tuttavia però la situazione attuale è quella che è. Grande confusione ed incertezza, ad essere ottimisti. Servono azioni concrete per rimettere in moto un’economia che ormai arranca. Per mettere in atto queste azioni servono decisioni competenti e soprattutto rapide. Non qualche mese come si prospetta, al massimo qualche giorno. Spesso mi chiedo a chi dovranno essere imputate queste morti. Alla crisi? Troppo facile. Alla concorrenza straniera? Troppo banale. Alle banche? Sicuramente anche, ma non da sole. La responsabilità più grossa è proprio della parte politica che nulla o quasi ha fatto. In un paese come il nostro, dove le aziende micro piccole sono la stragrande percentuale, era doveroso agire prime e con decisione. Come? Molto semplicemente assicurandosi che le banche continuassero a concedere i crediti commerciali, visto che lo stato le ha aiutate non poco, a volte con risultati “discutibili”. Imponendo dei cicli di pagamenti più brevi e delle procedure velocissime in caso di insolvenza, con la possibilità di sospendere la tassazione fi no all’escussione del debito. Poi magari cominciando a pagare i miliardi di debiti verso i fornitori dello stato, consentendo anche di compensare iva e imposte. Costituire con urgenza un fondo di garanzia sovrano per fornire le garanzie necessarie all’internazionalizzazione, non per la delocalizzazione come invece è stato fatto, favorendo le imprese e recuperare così

credibilità sul mercato estero. Invece sembra una barzelletta. Avanzo soldi dallo stato e quindi non posso pagare le tasse. Lo stato allora mi pignora la casa e mi mette in mezzo alla strada. Prima però vuole l’IMU, che versa ad una banca, la quale invece di darmi credito mi chiude i conti e mi fa fallire, trascinando in questo vortice altre imprese. Viaggio spesso per lavoro all’estero, e quando mi chiedono come va in Italia restano a bocca aperta. Magari non se ne parla, in altri paesi europei le cose vanno peggio di qua, eppure rimangono basiti su quanto poco si sia fatto e si stia facendo nel nostro paese. Siamo ormai ad un livello di tassazione non più sostenibile, paghiamo un’infi nità di tasse e gabelle che all’estero non sanno neppure cosa signifi chino, paghiamo anche per avere servizi che normalmente sono gratuiti perché compresi nella normale tassazione. Paghiamo tutto e tutto di più rispetto agli altri paesi. Eppure indomiti e caparbi restiamo qui a combattere tutti giorni. Sempre più deboli , sempre più stanchi, sempre più sfi duciati e sempre più soli. Ormai si lavora sette giorni su sette, 14 o 16 ore al giorno, con il triste sapore dell’amarezza, senza gioia e senza quel sentimento di orgoglio tipico del nostro essere imprenditori. E’ dura anche a casa. E’ diffi cile in momenti come questi perfi no esibire un sorriso, scaricare la tensione e trovare nel conforto familiare quella serenità necessaria per

avere una vita suffi cientemente normale. Tornati a casa, nervosi, preoccupati, cupi e taciturni, con nell’anima un turbinio di pensieri negativi, con l’affl izione della sconfi tta morale e professionale del fallimento, risulta diffi cile guardare negli occhi i propri fi gli e procedere a testa alta. Non c’è molto da essere ottimisti ora. Adesso si devono solo unire le forze tra imprenditori e resistere perché questa condizione non migliorerà prima di due o tre anni.Siamo in alto mare su tutto e quindi tutto lascia presupporre che anche stavolta gli imprenditori se la dovranno cavare da soli…come sempre.

A cura di Lorenzo Sartiè

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ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO L’EROS VIENE

U N PO’ AFFOSSATO DALLA POSIZIONE DEI PIANETI MA L’INTESA AF-FETTIVA NON NE RISENTE. GODEVI GLI ABBRACCI · SALUTE SFOLTITE GLI IM-PEGNI E NON SOTTOVALUTATE PICCOLI MALESSERI. RISPARMIATE ENERGIE: IL CAMBIO DI STAGIONE VI AFFATICA

TORO DAL 21/04AL 20/05

ASCINO VI ATTENDONO LITI

TESTUOSE E POLEMI-CHE A NON FINIRE. ANCHE SE LA PAS-SIONE NON VI ABBANDONA NON VI BASTA · SALUTE CORSE ALL’ARIA APERTA E PIEGAMENTI RINFORZANO IL FISICO E IL VOSTRO GIROVITA NE RISENTE IN POSI-TIVO. METTETECELA TUTTA

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO LA VITA DI

COPPIA È IMMERSA IN UNA NU-VOLA DI ZUCCHERO E ANCHE SE MANCA UN PO’ DI PICCANTE TUTTO VA BENE · SALUTE DECISAMENTE MANCATE DI TONICITÀ E DOVETE CORRERE AI RIPARI. ATTENTI PERÒ A NON ESAGERARE SUL TAPIS ROULANT

CANCRO 22/06

22/07FASCINO SARETE OGGETTO

DI CALDE ATTENZIONI E NE DISPENSERETE ANCHE MOLTE. IL

PARTNER VE NE SARÀ GRATO E ANCHE VOI GODRETE · SALUTE LA PRIMAVERA VI PORTA AD ESSERE IPERATTIVE MA ANCHE GOLOSE. LE CALORIE PERÒ SEMBRANO EVAPORARE GRAZIE ALL’ESERCIZIO

LEONE 23/07

AL 23/08FASCINO LA COPPIA È SOTTOPOSTA A FORTI TENSIONI. DIFFICILE RICUCIRE GLI STRAPPI. A VOLTE È PREFERIBILE

PAGINA · SALUTE LO STRESS IN AUMENTO VI PORTERÀ A SOFFRIRE D’INSONNIA. SDRAMMATIZZATE IL PIÙ POSSIBILE, È TEMPO DI CAMBIAMENTI

VERGINE 24/08 22/09ASCINO IL ROMANTI-

CISMO VIENE SOFFOCATO DALLA ROUTINE. CORRETE

SUBITO AI RIPARI CON FANTA-SIA E IL BUON GUSTO CHE VI APPARTIENE · SALUTE L’ATLETA CHE C’È IN VOI VI-ENE ASSOPITO DAGLI EVENTI DELLA VITA E ANCHE LA SOCIALITÀ SCENDE AI MINIMI STORICI

Oroscopo

VERGINEVERGINEVERGINE

LEONELEONELEONE 23/07 23/07

ALALALALAL 23/08 23/08AL 23/08ALAL 23/08ALFF

A PAGINA

FFDI

DISPENSERETE

GEMELLIGEMELLIDAL

COPPIA

TOROTOROTOROTOROTOROTOROTORO

ARIETEARIETEDALDAL 21/03 21/03DAL 21/03DALDAL 21/03DAL

ALAL

U N

PESCIPESCIPESCIPESCI

DALDALDALDALDALDAL 21/01 21/01DAL 21/01DALDAL 21/01DALALALALALAL 19/02 19/02AL 19/02ALAL 19/02ALFFASCINOASCINOTANOCHE

PASSI

BACCO

CAPRICORNOCAPRICORNO

TIVAM

SAGITTARIOSAGITTARIOSAGITTARIOSAGITTARIODALDALDALDALDALALALALALAL

TANTO

SCORPIONESCORPIONESCORPIONE

FFREMOTI

IN VISTADI COPPIA PIÙ CONSOLIDATO

DOMINACOPPIA

. U

L’ILLUSIONE È UN ERRORE DEI SENSI,

UN INGANNO DELLA MENTE, UNA

SPERANZA VANA

34 Oroscopo343434 Oroscopo

Ristorante La Mandria

Via Maggiore, 39 - Ospedaletto Euganeo (PD) - Tel. 0429 670502 - Fax 0429 [email protected] - www.ristorantelamandria.it

Il RIstoRante

La Mandria da oltre cinquant’anni è sinonimo di alta gastronomia e calorosa accoglienza, offre una cucina accurata propria di forte tradizione locale attenta alla qualità dei prodotti in un ambiente a gestione familiare.

La nuovissima sala ConGRessI è l’ideale per organizzare convegni e feste private.

20.000 mq di paRCo GIaRdIno. Parcheggio per auto e pulman turistici. Giochi pirotecnici per ogni occasione

La Sala da ballo “stefy danCe” è aperta tutti i venerdi e tutti i sabati con il ballo liscio..

Pranzo di Pasqua MenùantIpastoBresaola con glassa all’ aceto balsamico e scaglie di granaCestino di pasta sfoglia farcito con carciofi e tartufoInsalatina primavera

pRImI pIattIRisottino con crema di mazzancolla, pere e rucolettaTortelloni con asparagi e crema di formaggi

seCondI pIattIArrosto di vitello glassato al fornoCapretto arrosto

Patate al forno e Verdura cotta al tegame

Coppa di gelato con fantasia di fruttaDolce Pasquale

CaffèVino – Acqua – Spumante

Prezzo €. 39,00

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