La Piazza del Conselvano - 2012apr n49
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Transcript of La Piazza del Conselvano - 2012apr n49
Tra i corsi vince “El toco che manca”
Accademia del teatro
pag. 15
Mensa nuovama inutile, altre spese
Tribano, il caso
pag. 9
pag. 8
Conselve alle urnesi interroga sul futuroTra diffi coltà economiche e la necessitàdi garantire i servizi, candidati a confronto
Ancora qualche giorno e Conselve avrà un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale. Comunque vada i dieci
consiglieri che saliranno al secondo piano di Palazzo Zen saranno in buona parte dei debuttanti perché tutti i gruppi in corsa han-no voluto candidare volti nuovi. Ricordiamo chi sono i candidati. Antonio Ruzzon, sin-daco in carica, 56 anni, funzionario delle Poste, scommette sulla rielezione alla guida della lista “Progetto Comune”, nella quale compaiono quattro consiglieri uscenti, fra
cui due assessori, e sei debuttanti. Uno schieramento civico che guarda al centro-destra. Nel centrosinistra di è impodys la candidatura di Maria Luisa Nucibella, 61 anni, ex insegnante di materie letterarie e vicepreside dell’istituto “Mattei”, già asses-sore alla cultura con la giunta Sguotti. Può contare sull’appoggio della lista “Insieme per il bene comune” che raccoglie il Partito Democratico, buona parte del centrosinistra e del mondo del volontariato, rappresentata da numerosi giovani. Guarda al centrode-
stra, dalla Lega al Pdl, ma anche ad altre forze sociali Mara Tosello, alla guida del nuovo gruppo civico “Tutti per Conselve”. Assessore uscente dell’attuale giunta, 36 anni, laureata in scienze politiche, compo-nente del direttivo provinciale del Pdl, è la più giovane aspirante sindaco e a settembre diventerà mamma. Il “Movimento 5 Stel-le”, candida a sindaco Luca Martinello, 44 anni, promotore fi nanziario, impegnato nel volontariato, membro del direttivo “Associa-zione fraternità e servizio”.
BASSA IN TENSIONELARGO A GIOVANI IDEE
E’ entrata nella fase operativa “Bassa in Tensione”, l’iniziativa che
vede associati sei comuni: Tribano (capofi la), Agna, Anguillara, Bagnoli e
Pozzonovo per dare vita a progetti rivolti ai giovani ma soprattutto ideati e gestiti
dai giovani. L’obiettivo è creare una sorta di “contenitore” di proposte
pag. 8
COOPERATIVE DISABILIPOLEMICA SUI FONDI
Una nuova struttura per disabili, fi nanziata con oltre 4 milioni dalla
Regione. Ma le fondazioni e gli enti del territorio di tutta l’area dell’Uls 17, non ci stanno: quel progetto rischia di “ucci-
dere” il mercato e far morire le strutture già esistenti. Una polemica aspra e
controvera, non ancora spenta.pag. 8
Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 49 www.lapiazzaweb.it
del Conselvano
Conselve alle urne
EDITORIALE
La crisi sta nei nomi dei venetidi Mauro Gambin
Cresce di settimana in settimana la lista dei nomi degli imprenditori, ma sa-rebbe giusto aggiungere anche quelli
dei lavoratori dipendenti, che si sono tolti la vita dall’inizio della crisi per la mancan-za di lavoro o per il senso di frustrazione derivante dal non aver trovato mezzi e risorse per continuare a far progredire l’a-zienda. La Cgia di Mestre parla di più di 50 persone, tra i quali molti sono i veneti. Si tratta di un fenomeno senza precedenti che nasce dalla disperazione e che tuttavia è lontano dall’essere compreso e capito se anche il neo patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha dichiarato che non sempre la chiesa ha inteso il dramma di chi è senza lavoro. Ma in Veneto prima del “dramma di chi è senza lavoro” andrebbe compreso che cos’è il lavoro. In una regione i cui abitanti si chiamano Marangon, Scarparo, Muraro, Ortolan, Contadin, Fornaro o Lanaro è evi-dente che il mestiere è una forma di iden-tità. Il lavoro in veneto non è solo la fonte del reddito che permette un’esistenza più o meno decorosa alla quale non si riesce a rinunciare, come in molti hanno sostenuto, è un valore sociale fortemente correlato alla reputazione, all’onore e dunque al valore.
[email protected] a pag. 3
continua a pag. 10
L’Intervento
ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio
“La salvaguardia idrogeologica del territorio è un problema, che ha dimensione mondiale ma questa azione, purtrop-po, non è ai primi posti delle politiche italiane”.
Difesa idraulica, serve prevenzione
*Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifi che e Irrigazioni
di Anna Maria Martuccelli*
LO NAZ/19/2010/CT01 04 2010
Colate di cemento, l’impresa che mangia il territorio
Approfondimento
pagg. 4-5
CONSELVE e limitrofi 049 9501541
CONSELVEVia Matteotti, 95 - Tel. 049 9501541 - 049 9501537
CONSELVE: RESIDENCE S. AGOSTINO
Nella centralissima area “Ex Consorzio Agrario”, a 50 mt dal Duomo, di fronte ai giardini pubblici, ancora disponibili in vendita: negozi, uffici, garage ed appartamenti di varia metratura e tipologia.
Messaggio politico elettorale
Messaggio politico elettorale
Bassapadovana Provincia RegioneBassapadovana Regione
A Jaszbereny, UngheriaGEMELLAGGIO OK
PREMIATO BENETAZZO
Beniamo Benetazzo, ex funzionario comunale di Conselve, ha in Ungheria
ricevuto il premio “Pro Urbe Jaszbe-reny” per aver contribuito a sviluppare
e far crescere i rapporti fra le due città gemelle. Gli è stato riconosciuto
il lavoro fatto in ben vent’anni di gemellaggio nel campo delle relazioni umane, culturali, scolastiche, sportive
ed economiche. A consegnare il premio il sindaco della città ungherese Tamas Szabo in occasione della “Festa della Città “ che Jazbereby organizza ogni anno in aprile per ricordare l’insurre-zione del 1848. Ad accompagnare
Benetazzo, oltre alla moglie Anna e alla fi glia Martina, gli ex sindaci Giorgio Gradella e Vasco Varotto, il vice sindaco
e assessore al gemellaggio Massimo Degan e Giovanni Puozzo del comitato.
Candiana, in parrocchiaSOLIDARIETÀ VIVA
VERSO I PIÙ PICCOLI
Numerose le iniziative promosse dalla Comunità cristiana di Candiana che hanno avuto come fi ne la rifl essione sui diritti dei bambini, con una particolare attenzione al mondo, purtroppo fatto anche di malattia,
spesso grave; a questo mondo tutti dobbiamo prestare loro attenzione. Il 21
aprile scorso in patronato la presentazione del libro “la leggerezza di essere bambi-ni” di Antonio Stasolla, quindi gli stand dedicati alle associazioni e la solidarietà “dalla parte dei bambini”. Infi ne la con
testimonianza di Don Sandro Canton sulla realtà dei bambini nella sua missione
nella Repubblica Centro Africana.
Per Falcole e BorsellinoGIUDICI ANTIMAFIASTRADA A CONSELVE
Sarà intitolata ai giudici antimafi a Falcone e Borsellino la nuova strada di collegamento fra via Terrassa e la zona degli impianti sportivi. Il Comune ha accolto la richiesta avanzata ancora lo scorso anno dall’associazione “Patti Chiari” per ricordare i due magistrati e tutti coloro che sono in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata.
Conselve, conti pubbliciAVANZO DISPONIBILEDI 201 MILA EURO
Sarà il sindaco eletto nei prossimi giorni a decidere, insieme alla nuova amministrazio-ne, come destinare l’avanzo di amministra-zione di 201 mila euro certifi cato dal conto consuntivo 2011. La somma potrebbe essere destinata a rimpinguare il capitolo delle spese correnti oppure a chiudere qualche mutuo prossimo alla scadenza.
Associazione CarabinieriRADUNO NAZIONALESUMMIT A CONSELVE
Si è decisa a Conselve l’organizzazione del raduno nazionale che quest’anno si tiene nel Veneto, a Jesolo dal 3 al 6 maggio prossimi. “E’ un momento particolarmente importante - spiega Fabio Cosmi, presiden-te della sezione di Conselve dell’Associa-zione nazionale Carabinieri “che abbiamo voluto preparare nel migliore dei modi e in ogni dettaglio, alla presenza dei presidenti delle 185 sezioni venete, dei coordinatori provinciali, dell’ispettore regionale Nando Romeo Aniballi, del comandante della legione Carabinieri del Veneto Sabino Cavaliere, del vice comandante della compagnia di Abano Terme”.
AGNA, SOCIALE
pag. 8
I diritti dei bambiniraccontati daipiù piccoli
TRIBANO, EVENTO
pag. 9
Asparago in mostratre settimanededicate allatipicità locale
SPORT CICLISMO
pag. 16
Lazzari (FormaggiBeni Monselice)vince a Cartura
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
Questa edizione raggiunge le zone Conselve, Tribano, Cartura, Candiana, Due Carrare, Agna, Bovolenta per un numero complessivo di 13.208 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS SrlEdito da GIVE EMOTIONS Srl
DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEE CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ LOCALE
Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]
REDAZIONE:Direttore responsabileMAURO GAMBIN [email protected] JOVANE [email protected]
Chiuso in redazione il 26 aprile CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONALLORETO, VIA BRECCIA (AN)
Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
BILANCIO PROVINCIALE
pag. 18
Reinvestiti sul territorio poco più di 41 milioni
SPAZI APERTI
pag. 19
Lotta all’illegalità, Padova un modello
ARCHEOLOGIA
pag. 23
Reperti romani in Corso Stati Uniti
EDITORIALE
La crisi sta nei nomi dei veneti“Era un gran lavoratore”, infatti è la defi nizione che per prima esce dal cassetto dei ricordi quando ricorre la commemorazione di
un caro estinto, perché in forma speculare dice già tutto, aver dedicato molto tempo al lavoro, infatti, signifi ca averne dedicato poco alle stupidaggini, essere rimasto lontano per fi sica stanchezza da tentazioni e vizi e di essersi occupati del proprio lasciando stare la “roba” degli altri. Insomma ligio e probo, signifi ca gran lavoratore. Altrove i crumiri sono stati disprezzati ma per i veneti aver lavorato tanto e in silenzio ha signifi cato formarsi un’identità collettiva nel periodo delle grandi migrazioni verso l’Argentina o lo stato di Rio Grande do Sul. Veneto nel mondo signifi ca, gran lavoratore. Nei fi lm della commedia all’Italiana del dopoguerra i veneti sul set hanno quasi sempre interpretato il ruolo di servi o di contadini. Umili ma indispensabili. Il valore positivo riconosciuto al gran lavoratore è rimasto valido anche dopo l’arcadia felix del Veneto rurale, durante gli anni del boom economico, delle partite Iva, del “magna e desmentega” il “lavoratore” non ha subito attacchi morali nemmeno davanti all’evidenza del puro materialismo, dell’accumulo di ricchezza da esibire se non da ostentare. Il lavoro in Veneto è stato usato anche come salvacondotto per svincolare l’obbligo del rispetto dell’ambiente o più semplicemente delle regole. Chi viene nel nome del lavoro, può molto in una terra come la nostra, esiste un’idolatria dell’impiego che è stata effi cace anche nel tempo in cui non esisteva la disoccupazione e oggi che di lavoro non ce n’è tanto nei giovani rimane invalsa la volontà di identifi carsi nella propria professione tanto da esibirla in forma di status e per questo, in modo paradossale, non appartieni al sistema produttivo, evitano i lavori più umili anche se più remunerativi. Il lavoro in Veneto invece è ancora una forma di identità e per questo la crisi non è solo economica ma sociale e valorale insieme.
segue da pag. 1
Mauro Gambin - [email protected]
SANITÀ
pag. 24-25
Piano sociosanitario, ospedali in bilico
SVILUPPO
pag. 28
Veneto stradenon è ancora fuori dal tunnel
ARTE
pag. 31
Graphic Novel, romanzi e fumetti italiani
Clicca su Scarica giornali, scegli l’edizione che ti interessa e sfogliala conLa Piazza la leggi anche sul web aggiornata con le ultime news!
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INTERVENTO24h su 24h
56 Argomento del mese
LEGALITÀ
La mafi a e l’edilizia veneta
Sul fronte della legalità qualcosa si sta muovendo anche tra le istituzioni, tanto che il 9 gennaio di quest’anno
è stato sottoscritto il protocollo della legalità nelle grandi opere pubbliche da parte del mi-nistro dell’Interno Annamaria Cancellieri, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dell’Anci e dell’Upi.
In particolare il protocollo defi nisce una misura molto importante quando estende l’attenzione e la richiesta dei dati ai subap-
paltatori e subcontraenti l’appalto. Sono molti coloro che valutano troppo alto, però, il tetto di 5 milioni di euro indicato come importo complessivo dei lavori sopra il quale è previsto che chi subappalta debba comunicarlo in Prefettura. Tale cifra molto elevata esclude tutto ciò che avviene per appalti più modesti che però sono quelli territorialmente più impattanti. Inoltre, il Protocollo non è perpetuo ma andrà a scadere tra due anni mentre molti lavori per cui è stato pensato durano tutti molto di più. Va, inoltre, chiarito chi debba controllare che le imprese effettivamente comuni-chino tempestivamente alla stazione appaltante ogni eventuale variazione dei dati originariamente trasmessi.
La “corruzione” dell’ambiente passa attraverso la corruzione dell’animo umano, una piaga che in Italia conosciamo bene e che i cittadini pagano
caramente ogni giorno attraverso le loro tasse. Ma se a questa si aggiunge il lavoro occulto della criminalità organizzata, il gioco sporco si fa anche pericoloso sia per le imprese venete che per gli stessi veneti.
Era il maggio del 1990 quando il giudice Paolo Borsellino, in un incontro pubblico in Veneto, disse: “Per quanto riguarda il rischio mafi a, voi, oggi, in questa regione, dovete preoccuparvi soprattutto della corruzione, perché la corruzione è l’anticamera della mafi a”. “Il motivo – aveva spiegato – è facile da ca-pire: se un esponente delle organizzazioni mafi ose va in cerca di punti di riferimento per riciclare o investire nell’economia legale capitali di origine illecita non può che rivolgersi a politici corrotti, cioè a persone che han-no rivelato una certa inclinazione”.
E in moltissimi casi la corruzione pervade il ciclo del cemento, come ha dimostrato l’inchiesta che ha
coinvolto la provincia di Venezia, che fecero dire al procuratore aggiunto di Venezia Carlo Mastelloni “è la prima volta dai tempi di Tangentopoli che si torna a colpire un sistema radicato, perdurante e organizzato”.
Vittorio Rossi presidente vicario della Corte d’appel-lo di Venezia in occasione della recente inaugurazione dell’anno giudiziario ha sottolineato che nella nostra regione “la corruzione è aumentata in maniera note-volissima, c’è uno scadimento del senso della giustizia non si vede il disvalore di questi comportamenti, sono quasi tollerati e accettati”. A conferma di queste affer-mazioni bastano solo pochi numeri: in Veneto i reati contro la pubblica amministrazione sono aumentati da 3572 a 4403, con un quasi raddoppiamento dei casi di peculato (più 77,1 per cento) e incrementi notevoli di corruzione (più 32,6%) e concussione (più 17,5%).
In questo panorama il ciclo illegale del cemento è una delle piaghe più preoccupanti che registra numeri sorprendenti non solo al sud ma in tutto il nord Italia. Negli ultimi cinque anni in Emilia Romagna, Veneto,
Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, le forze dell’ordine hanno accertato ben 7.139 reati, quasi 4 al giorno. Per un tipo di illegalità che coinvolge una selva di soggetti, dai “semplici” cittadini ai funzionari pubblici, dagli imprenditori ai colletti bianchi, passando, spesso, per i clan mafi osi:
Il Veneto se la “cava” con 903 infrazioni, ma è da notare che in rapporto alle dimensioni territoriali la nostra regione guadagna un buon terzo posto nella “classifi ca nera” alla pari con l’Emilia Romagna.
La corruzione riguarda il ciclo del cemento in tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione delle infrastrut-ture.
L’argomento è di grande attualità se pensiamo che solo il 5 aprile si è tenuta la prima udienza per 51 imprenditori accusati di aver fatto “cartello”, tra il 2006 e il 2007, per pilotare le gare pubbliche per appalti stradali.
L’inchiesta delle fi amme gialle, denominata “ap-
di Germana Urbani
EDILIZIALegambiente veneto
denuncia il lavoro di ruspe e di betoniere legali,
che secondo gli ultimi dati Ispra in Italia sono talmente
voraci da divorare ogni giorno qualcosa come 100 ettari
di territorio vergine, poco meno di 100 campi da
calcio per un impiego di oltre 3 miliardi di metri cubi
di calcestruzzo Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorioIl mattone selvaggio non risparmia nessun lembo d’Italia.
Facendo la conta dei reati accertati nel ciclo del cemen-to negli ultimi 5 anni, infatti, anche le regioni del nord
registrano perfomance allarmanti: 7.139 infrazioni, 9.421 persone denunciate, 1.198 sequestri, 9 arresti. Il Veneto, grazie all’operazione attenta delle forze di polizia, non evi-denzia episodi allarmanti in questo settore.
MATTONE SELVAGGIO
L’illegalità che permea il mondo delle costruzioni si cala in un paese che è tra i massimi produttori al mondo di calcestruzzo e con una delle più alte per-
centuali di consumo del suolo, che ha raggiunto il 7,3% della superfi cie totale: solo Olanda (13,2%), Belgio (9,8%) e Lussemburgo (7,4%) hanno saputo fare di peggio, secondo i dati dell’Istat.
L’ITALIA DEL CALCESTRUZZO
57Argomento del mese
paltopoli”, riguardava la gestione drogata di decine di gare pubbli-che soprattutto nel settore viario e dei lavori stradali mediante la formazione dei “cartelli” per concordare i ribassi.
Un altro processo che prende il via in questi giorni il processo contro Angelo Canalia, funzionario della provincia di Vicenza.
A seguito delle dichiarazioni dell’imprenditore Pietro Colpo il nucleo di polizia tributaria della guardia di fi nanza di Vicenza, coordinato dal maggiore Paolo Borelli, ave-va arrestato in fl agranza di reato il dirigente dell’uffi cio cave e miniere, Angelo Canalia, con l’ipotesi d’accusa di concussione aggravata e continuata.
Lo si accusa di aver preso tangenti per ri-lasciare le autorizzazioni. Altre sei persone, tre imprenditori, l’ex sindaco di Tezze e due funzionari della Regione, erano stati iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto per poter chiudere il cerchio su una situazione che metteva in luce la possibile esistenza di un “sistema corruzione”.
Quanto alla gestione delle infrastrutture, una delle notizie che è rimbalzata sulle cronache giornalistiche di tutta Italia è stata quella
che ha riguardato l’ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) nei confronti dell’Amministratore delegato dell’Autostrada Venezia-Padova, ad opera della Guardia di fi nanza. L’inchiesta ruota attorno a un presunto sistema illegale di aggiudicazione dei lavori pubblici, attraverso un vasto apparato corruttivo.
L’operazione – precisano gli inquirenti – costituisce la pro-secuzione dell’indagine svolta nei mesi scorsi a carico dei vertici
del settore edilizia della Provincia di Venezia, strettamente legati a un gruppo di imprenditori locali, che riuscivano perciò a farsi assegnare la quasi totalità dei lavori pubblici del Settore Edilizia, da svolgere nella provincia, senza nep-pure dover ricorrere a pubbliche gare d’appalto.
Il sistema di assegnazione si basava, spie-gano gli inquirenti, sul “cottimo fi duciario”, cioè la vecchia trattativa privata, in cui, per asserite ragioni d’urgenza, per l’importo dei lavo-ri da svolgere o per altre motivazioni di comodo, veniva omessa la gara pubblica, facendo ricadere la scelta sistematicamente sull’im-prenditore di riferimento.
Denuncia in Veneto
Le strade dell’illecitoOmbre su Valdastico e PassanteLe grandi infrastrutture che stanno cambiando il Veneto sono tutte interessate da
episodi o modalità d’appalto su cui i cittadini dovrebbero rifl ettere a fondo. I lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico sud sono stati interessati dal fenomeno
dell’uso del cemento depotenziato. A dimostrarlo sono state le indagini sull’utilizzo di rifi uti come sottofondo stradale sequestrati dalla direzione distrettuale antimafi a della procura di Caltanissetta nel novembre del 2008. Sequestro, con facoltà d’uso dell’autostrada, che è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la docu-mentazione, hanno riscontrato signifi cativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. Sul Passante di Mestre, invece, la Corte dei conti ha effettuato, nel 2011, una disanima della gestione dell’opera che mette in luce alcuni aspetti signifi cativi. Sotto il profi lo dei costi il progetto ha subìto tre va-rianti “che hanno comportato un notevole innalzamento dei costi”. Il preventivo del 2004 dichiarò un costo di 864.261.368,00 euro mentre il costo fi nale è risultato di 1.388.232.323,79 con un aumento fi nale del 60,62 per cento. Inoltre, il Passante è stato la prima grande opera conclusa con procedura d’”emergenza”, anche se in assenza di cataclismi. Su questo la Corte dei conti ricorda una segnalazione dell’Au-torità di Vigilanza sui contratti pubblici che nel 2009 sottolineava: “Si rappresenta il timore che il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale, celando l’assenza di adeguate strategie di intervento per la soluzione radicale del problema, si risolva in una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice de-gli appalti”. Con la medesima procedura si sta conducendo la Pedemontana veneta.
FIRMATO UN PROTOCOLLO PER LA LEGALITÀ
Era il lontano 1992 quando il boss di Cosa Nostra Giuseppe Madonia fu arrestato a Longare, nel vicentino, mentre era impegnato nell’attività di un’impresa edile atti-va nella costruzione di strade, fognature e opere idrauliche. Un avvenimento che
dimostra come l’insediamento mafi oso nel settore dell’edilizia veneta sia un fenomeno di lunga durata.
Più di dieci anni fa, infatti, un’analisi del Comando regionale veneto della Guardia di Finanza, denunciava come “la particolare struttura industriale, caratterizzata da una molteplicità di piccole e medie imprese a ristretta base societaria ed in perenne evoluzione tecnologica, rende il sistema permeabile alla penetrazione di tipo economico delle varie forme di criminalità”.
Venendo a tempi più recenti, il rapporto della Direzione investigativa antimafi a del primo semestre 2010 sottolinea che “nel Veneto permangono i segnali di interesse delle tradizionali organizzazioni di matrice mafi osa e tra queste la ‘ndrangheta, verso i settori dell’economia locale”. E gli analisti spiegano che la Dia è stata indotta a svolgere controlli maggiormente pervasivi su “soggetti segnalati per tali attività dall’Unità di informazione fi nanziaria della Banca d’Italia”. Sulla presenza in Veneto di società costituite, in toto o in parte, da esponenti della criminalità organizzata va rilevata la puntualizzazione del magistrato Olga Papasso che nell’ultimo rapporto della Direzione nazionale antimafi a, nel capitolo dedicato alle infi ltrazioni in Abruzzo relative alla ricostruzione del dopo terremoto, il magistrato dice chiaramente che non è dal sud che arriva il pericolo: “la maggior parte delle imprese infi ltrate da interessi mafi osi hanno spesso sede altrove, come si è detto prevalentemente a Roma, in Abruzzo, in Veneto e in Emilia Romagna, almeno per quanto riguarda l’esperienza fi n qui maturata”.
Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorio
La corruzione riguarda tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione
4 Argomento del mese44 Argomento del mese
56 Argomento del mese
LEGALITÀ
La mafi a e l’edilizia veneta
Sul fronte della legalità qualcosa si sta muovendo anche tra le istituzioni, tanto che il 9 gennaio di quest’anno
è stato sottoscritto il protocollo della legalità nelle grandi opere pubbliche da parte del mi-nistro dell’Interno Annamaria Cancellieri, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dell’Anci e dell’Upi.
In particolare il protocollo defi nisce una misura molto importante quando estende l’attenzione e la richiesta dei dati ai subap-
paltatori e subcontraenti l’appalto. Sono molti coloro che valutano troppo alto, però, il tetto di 5 milioni di euro indicato come importo complessivo dei lavori sopra il quale è previsto che chi subappalta debba comunicarlo in Prefettura. Tale cifra molto elevata esclude tutto ciò che avviene per appalti più modesti che però sono quelli territorialmente più impattanti. Inoltre, il Protocollo non è perpetuo ma andrà a scadere tra due anni mentre molti lavori per cui è stato pensato durano tutti molto di più. Va, inoltre, chiarito chi debba controllare che le imprese effettivamente comuni-chino tempestivamente alla stazione appaltante ogni eventuale variazione dei dati originariamente trasmessi.
La “corruzione” dell’ambiente passa attraverso la corruzione dell’animo umano, una piaga che in Italia conosciamo bene e che i cittadini pagano
caramente ogni giorno attraverso le loro tasse. Ma se a questa si aggiunge il lavoro occulto della criminalità organizzata, il gioco sporco si fa anche pericoloso sia per le imprese venete che per gli stessi veneti.
Era il maggio del 1990 quando il giudice Paolo Borsellino, in un incontro pubblico in Veneto, disse: “Per quanto riguarda il rischio mafi a, voi, oggi, in questa regione, dovete preoccuparvi soprattutto della corruzione, perché la corruzione è l’anticamera della mafi a”. “Il motivo – aveva spiegato – è facile da ca-pire: se un esponente delle organizzazioni mafi ose va in cerca di punti di riferimento per riciclare o investire nell’economia legale capitali di origine illecita non può che rivolgersi a politici corrotti, cioè a persone che han-no rivelato una certa inclinazione”.
E in moltissimi casi la corruzione pervade il ciclo del cemento, come ha dimostrato l’inchiesta che ha
coinvolto la provincia di Venezia, che fecero dire al procuratore aggiunto di Venezia Carlo Mastelloni “è la prima volta dai tempi di Tangentopoli che si torna a colpire un sistema radicato, perdurante e organizzato”.
Vittorio Rossi presidente vicario della Corte d’appel-lo di Venezia in occasione della recente inaugurazione dell’anno giudiziario ha sottolineato che nella nostra regione “la corruzione è aumentata in maniera note-volissima, c’è uno scadimento del senso della giustizia non si vede il disvalore di questi comportamenti, sono quasi tollerati e accettati”. A conferma di queste affer-mazioni bastano solo pochi numeri: in Veneto i reati contro la pubblica amministrazione sono aumentati da 3572 a 4403, con un quasi raddoppiamento dei casi di peculato (più 77,1 per cento) e incrementi notevoli di corruzione (più 32,6%) e concussione (più 17,5%).
In questo panorama il ciclo illegale del cemento è una delle piaghe più preoccupanti che registra numeri sorprendenti non solo al sud ma in tutto il nord Italia. Negli ultimi cinque anni in Emilia Romagna, Veneto,
Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, le forze dell’ordine hanno accertato ben 7.139 reati, quasi 4 al giorno. Per un tipo di illegalità che coinvolge una selva di soggetti, dai “semplici” cittadini ai funzionari pubblici, dagli imprenditori ai colletti bianchi, passando, spesso, per i clan mafi osi:
Il Veneto se la “cava” con 903 infrazioni, ma è da notare che in rapporto alle dimensioni territoriali la nostra regione guadagna un buon terzo posto nella “classifi ca nera” alla pari con l’Emilia Romagna.
La corruzione riguarda il ciclo del cemento in tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione delle infrastrut-ture.
L’argomento è di grande attualità se pensiamo che solo il 5 aprile si è tenuta la prima udienza per 51 imprenditori accusati di aver fatto “cartello”, tra il 2006 e il 2007, per pilotare le gare pubbliche per appalti stradali.
L’inchiesta delle fi amme gialle, denominata “ap-
di Germana Urbani
EDILIZIALegambiente veneto
denuncia il lavoro di ruspe e di betoniere legali,
che secondo gli ultimi dati Ispra in Italia sono talmente
voraci da divorare ogni giorno qualcosa come 100 ettari
di territorio vergine, poco meno di 100 campi da
calcio per un impiego di oltre 3 miliardi di metri cubi
di calcestruzzo Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorioIl mattone selvaggio non risparmia nessun lembo d’Italia.
Facendo la conta dei reati accertati nel ciclo del cemen-to negli ultimi 5 anni, infatti, anche le regioni del nord
registrano perfomance allarmanti: 7.139 infrazioni, 9.421 persone denunciate, 1.198 sequestri, 9 arresti. Il Veneto, grazie all’operazione attenta delle forze di polizia, non evi-denzia episodi allarmanti in questo settore.
MATTONE SELVAGGIO
L’illegalità che permea il mondo delle costruzioni si cala in un paese che è tra i massimi produttori al mondo di calcestruzzo e con una delle più alte per-
centuali di consumo del suolo, che ha raggiunto il 7,3% della superfi cie totale: solo Olanda (13,2%), Belgio (9,8%) e Lussemburgo (7,4%) hanno saputo fare di peggio, secondo i dati dell’Istat.
L’ITALIA DEL CALCESTRUZZO
57Argomento del mese
paltopoli”, riguardava la gestione drogata di decine di gare pubbli-che soprattutto nel settore viario e dei lavori stradali mediante la formazione dei “cartelli” per concordare i ribassi.
Un altro processo che prende il via in questi giorni il processo contro Angelo Canalia, funzionario della provincia di Vicenza.
A seguito delle dichiarazioni dell’imprenditore Pietro Colpo il nucleo di polizia tributaria della guardia di fi nanza di Vicenza, coordinato dal maggiore Paolo Borelli, ave-va arrestato in fl agranza di reato il dirigente dell’uffi cio cave e miniere, Angelo Canalia, con l’ipotesi d’accusa di concussione aggravata e continuata.
Lo si accusa di aver preso tangenti per ri-lasciare le autorizzazioni. Altre sei persone, tre imprenditori, l’ex sindaco di Tezze e due funzionari della Regione, erano stati iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto per poter chiudere il cerchio su una situazione che metteva in luce la possibile esistenza di un “sistema corruzione”.
Quanto alla gestione delle infrastrutture, una delle notizie che è rimbalzata sulle cronache giornalistiche di tutta Italia è stata quella
che ha riguardato l’ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) nei confronti dell’Amministratore delegato dell’Autostrada Venezia-Padova, ad opera della Guardia di fi nanza. L’inchiesta ruota attorno a un presunto sistema illegale di aggiudicazione dei lavori pubblici, attraverso un vasto apparato corruttivo.
L’operazione – precisano gli inquirenti – costituisce la pro-secuzione dell’indagine svolta nei mesi scorsi a carico dei vertici
del settore edilizia della Provincia di Venezia, strettamente legati a un gruppo di imprenditori locali, che riuscivano perciò a farsi assegnare la quasi totalità dei lavori pubblici del Settore Edilizia, da svolgere nella provincia, senza nep-pure dover ricorrere a pubbliche gare d’appalto.
Il sistema di assegnazione si basava, spie-gano gli inquirenti, sul “cottimo fi duciario”, cioè la vecchia trattativa privata, in cui, per asserite ragioni d’urgenza, per l’importo dei lavo-ri da svolgere o per altre motivazioni di comodo, veniva omessa la gara pubblica, facendo ricadere la scelta sistematicamente sull’im-prenditore di riferimento.
Denuncia in Veneto
Le strade dell’illecitoOmbre su Valdastico e PassanteLe grandi infrastrutture che stanno cambiando il Veneto sono tutte interessate da
episodi o modalità d’appalto su cui i cittadini dovrebbero rifl ettere a fondo. I lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico sud sono stati interessati dal fenomeno
dell’uso del cemento depotenziato. A dimostrarlo sono state le indagini sull’utilizzo di rifi uti come sottofondo stradale sequestrati dalla direzione distrettuale antimafi a della procura di Caltanissetta nel novembre del 2008. Sequestro, con facoltà d’uso dell’autostrada, che è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la docu-mentazione, hanno riscontrato signifi cativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. Sul Passante di Mestre, invece, la Corte dei conti ha effettuato, nel 2011, una disanima della gestione dell’opera che mette in luce alcuni aspetti signifi cativi. Sotto il profi lo dei costi il progetto ha subìto tre va-rianti “che hanno comportato un notevole innalzamento dei costi”. Il preventivo del 2004 dichiarò un costo di 864.261.368,00 euro mentre il costo fi nale è risultato di 1.388.232.323,79 con un aumento fi nale del 60,62 per cento. Inoltre, il Passante è stato la prima grande opera conclusa con procedura d’”emergenza”, anche se in assenza di cataclismi. Su questo la Corte dei conti ricorda una segnalazione dell’Au-torità di Vigilanza sui contratti pubblici che nel 2009 sottolineava: “Si rappresenta il timore che il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale, celando l’assenza di adeguate strategie di intervento per la soluzione radicale del problema, si risolva in una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice de-gli appalti”. Con la medesima procedura si sta conducendo la Pedemontana veneta.
FIRMATO UN PROTOCOLLO PER LA LEGALITÀ
Era il lontano 1992 quando il boss di Cosa Nostra Giuseppe Madonia fu arrestato a Longare, nel vicentino, mentre era impegnato nell’attività di un’impresa edile atti-va nella costruzione di strade, fognature e opere idrauliche. Un avvenimento che
dimostra come l’insediamento mafi oso nel settore dell’edilizia veneta sia un fenomeno di lunga durata.
Più di dieci anni fa, infatti, un’analisi del Comando regionale veneto della Guardia di Finanza, denunciava come “la particolare struttura industriale, caratterizzata da una molteplicità di piccole e medie imprese a ristretta base societaria ed in perenne evoluzione tecnologica, rende il sistema permeabile alla penetrazione di tipo economico delle varie forme di criminalità”.
Venendo a tempi più recenti, il rapporto della Direzione investigativa antimafi a del primo semestre 2010 sottolinea che “nel Veneto permangono i segnali di interesse delle tradizionali organizzazioni di matrice mafi osa e tra queste la ‘ndrangheta, verso i settori dell’economia locale”. E gli analisti spiegano che la Dia è stata indotta a svolgere controlli maggiormente pervasivi su “soggetti segnalati per tali attività dall’Unità di informazione fi nanziaria della Banca d’Italia”. Sulla presenza in Veneto di società costituite, in toto o in parte, da esponenti della criminalità organizzata va rilevata la puntualizzazione del magistrato Olga Papasso che nell’ultimo rapporto della Direzione nazionale antimafi a, nel capitolo dedicato alle infi ltrazioni in Abruzzo relative alla ricostruzione del dopo terremoto, il magistrato dice chiaramente che non è dal sud che arriva il pericolo: “la maggior parte delle imprese infi ltrate da interessi mafi osi hanno spesso sede altrove, come si è detto prevalentemente a Roma, in Abruzzo, in Veneto e in Emilia Romagna, almeno per quanto riguarda l’esperienza fi n qui maturata”.
Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorio
La corruzione riguarda tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione
555Argomento del mese
6 Conselve66 Conselve
Un programma completo e dettagliato, ma allo stesso tempo realistico: An-tonio Ruzzon, alla guida del gruppo
“Progetto Comune”, sottolinea che, “visto il periodo di congiuntura economica che stiamo attraversando, sarebbe ridicolo fare promesse impossibili da mantenere. Di certo possiamo garantire che al centro della nostra azione amministrativa ci sarà la persona. La tutela del sociale sarà una nostra priorità: assisten-za domiciliare, baby card sia per i nuovi nati e sia a sostegno anche del commercio locale, una struttura per l’infanzia e la distribuzione di pasti a domicilio. Quello che cercheremo di affermare con convinzione è il diritto alla salute, al lavoro e ad una migliore condizione della vita. I prossimi 5 anni saranno fon-damentali per decretare uno sviluppo sostenibile per il nostro territorio. Ormai da soli non si va più da nessuna parte. Dobbiamo saper creare il senso di una comunità unita che riesce a costruire rapporti profi cui con le altre comunità e con gli enti sovracomunali, come abbiamo fatto in questi anni di governo anche grazie al progetto dell’Unione dei Comuni”.
Maria Luisa Nucibella è stata capo scout, nonché fondatrice della compagna teatrale “Tealtro”con gli ex allievi del “Mattei”. E proprio all’istituto superiore va una delle prime rifl essioni. “L’autonomia delle nostre superiori è fondamentale, dobbiamo fare di tutto per mantenere la presidenza a Conselve per salvare l’identità della scuola”. Ad affi ancarla “Insieme per il bene comune”, gruppo con 8 candidati su 10 sotto i cinquant’anni, scelti per le specifi che competenze professionali ma anche per la “voglia di impegnarsi in prima persona per la propria città, pronti a portare nuove idee all’interno dell’amministrazione”. Nucibella ci tiene a sottolineare la continuità con il gruppo “Vivere Conselve”: “ci rifaccia-mo agli stessi principi e all’esperienza di questi anni, aperti alla società civile”. Nel pro-gramma ampio spazio alle politiche rivolte alla famiglia e al sociale, ma anche attenzione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile e ad una gestione attenta delle risorse pubbliche.
I PROGRAMMI
La sfi dante Nucibella è sostenuta da un gruppo giovaneRUZZON: ESPERIENZA E CONTINUITÀ
AntonioRuzzon
Ancora qualche giorno e Conselve avrà un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale. Comunque vada i dieci
consiglieri che saliranno al secondo piano di Palazzo Zen saranno in buona parte dei debuttanti perché tutti i gruppi in corsa hanno voluto candidare volti nuovi. Ormai la campagna elettorale volge al termine e, salvo imprevedibili novità delle ultime ore, il confronto politico è stato improntato nel segno della correttezza e della sobrietà. Ov-viamente non è mancata qualche polemica e qualche “colpo basso” per acquistare la ribalta o mettere in cattiva luce l’avversa-rio ma tutto si è risolto nella dialettica del confronto elettorale. A meno che le ultime battute non riservino degli improvvisi cam-biamenti di rotta i candidati più che ad attac-care gli avversari hanno pensato a costruire il consenso intorno al proprio gruppo. Nume-rosi gli incontri pubblici, i punti informativi e i banchetti in piazza, nessuno si è sottratto al confronto con i cittadini. Interesse e parte-cipazione anche nei tre “faccia a faccia” fra
i candidati sindaci organizzati, nell’ordine, da Legambiente, Parrocchia e associazioni di categoria del mondo produttivo.
Ricordiamo chi sono i candidati. An-tonio Ruzzon, sindaco in carica, 56 anni, funzionario delle Poste, scommette sulla rielezione alla guida della lista “Progetto Comune”, nella quale compaiono quattro consiglieri uscenti, fra cui due assessori, e sei debuttanti. Uno schieramento civico che guarda al centrodestra e che punta a prose-
guire l’esperienza amministrativa di questi cinque anni. Nel centrosinistra di è impodys la candidatura di Maria Luisa Nucibella, 61 anni, ex insegnante di materie letterarie e vicepreside dell’istituto “Mattei”, già asses-sore alla cultura con la giunta Sguotti. Può contare sull’appoggio della lista “Insieme per il bene comune” che raccoglie il Partito Democratico, buona parte del centrosinistra e del mondo del volontariato, rappresentata da numerosi giovani. Guarda al centrode-stra, dalla Lega al Pdl, ma anche ad altre forze sociali Mara Tosello, alla guida del nuovo gruppo civico “Tutti per Conselve”. Assessore uscente dell’attuale giunta, 36 anni, laureata in scienze politiche, compo-nente del direttivo provinciale del Pdl, è la più giovane aspirante sindaco e a settembre diventerà mamma. Il “Movimento 5 Stel-le”, candida a sindaco Luca Martinello, 44 anni, promotore fi nanziario, impegnato nel volontariato, membro del direttivo “Associa-zione fraternità e servizio” , vice presidente del consiglio di circolo didattico.
Quattro le liste in corsa: campagna elettorale“soft” con qualche polemica e colpo basso
Elezioni amministrative Conselvani al voto per scegliere il sindaco
Ormai i giochi sono fatti
Il Municipio di Conselve
Mara Tosello ha costruito insieme al gruppo “Tutti per Conselve” il pro-gramma elettorale “partendo dalle
criticità che Conselve sta vivendo in questo periodo e indicando le nostre proposte come punti di forza per costruire qualcosa di nuo-vo, che possa rispondere alle esigenze delle famiglie, dei giovani, degli anziani e del nostro tessuto produttivo e commerciale. Ad esempio sistemare gli edifi ci scolastici, salvare dal degrado il Prato Comunale, fare di Conselve un punto di riferimento del ter-ritorio per i Comuni vicini, concentrarsi sulle opere necessarie e utili. Di fronte alla ge-nerale disaffezione della politica proponia-mo di condividere le scelte importanti con i cittadini, lasciando da parte una gestione individualistica della cosa pubblica a favore della partecipazione e della trasparenza. Il tutto tenendo come punto di riferimento il modello famiglia. Posso contare su un gruppo eterogeneo nel quale prevalgono per quantità giovani pieni di entusiasmo e di voglia di imparare met-tendosi al servizio della comunità. Questo è il sale del nostro gruppo, e con questo gruppo vogliamo ridare gusto alla Città”.
Con il “Movimento 5 Stelle” il gruppo che ha come “portavoce” e candidato sin-daco Luca Martinello, vuole portare una ventata di novità a Conselve. Controcorren-te anche in materia di tasse, promettendo di applicare l’Imu al minimo. “Non vogliamo
mettere le mani nelle tasche dei conselvani - spiegano i candidati - e anzi ci mettiamo la faccia, primi fra tutti gli altri schieramen-ti e sebbene, non è, questa nostra idea, un mero e strumentale cavallo di battaglia, vo-
gliamo solo dimostrare che, senza le logiche di convenienza partitica e i giochi economici che vengono fatti a nostra insaputa, si possono trovare risorse
e con una economia delle voci di spesa, di contenimento degli enormi e superfl ui sperperi, si può evitare di far sempre rica-dere sui cittadini la colpa di amministrazioni poco attente, recuperando appunto risorse importanti. La casa è il bene più prezioso per le famiglie italiane, pagato con una vita di sacrifi ci. Oggi si sta avverando la previsio-ne che il debito pubblico verrà pagato dai risparmi dei cittadini.Invece deve pagare chi ha creato questa crisi economica: la politica dei partiti”.
Il Movimento 5Stelle ha portatoin piazza Grilloe promette l’Imual minimo
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Messaggio politico elettorale
Una nuova struttura per disabili, fi nanziata con oltre 4 milioni dalla Regione. Ma le fondazioni e gli enti del territorio di tutta l’area dell’Uls
17 non ci stanno: quel progetto rischia di “uccidere” il mercato e far morire le strutture già esistenti. E’ una polemica aspra quella nata nelle scorse setti-mane.
L’Ipas Società Cooperativa di Padova, ente al cui capo c’è Moreno Lando, ha ottenuto dalla Regione Veneto un fi nanziamento pari a 4.202.000 euro per realizzare una struttura per disabili a Monselice. L’in-tervento, mirato a garantire l’integrazione lavorativa dei portatori di handicap, sarà capace di accogliere 40 utenti. Sarà accolto da un fabbricato (denomi-nato “Saiace C”) in via di costruzione nella zona industriale monselicense, in via Umbria. Quando il nome dell’Ipas è comparso nell’elenco dei progetto fi nanziati dalla Regione (in 86 avevano fatto richie-sta, solo in 13 hanno ricevuto il fondo), è scoppiata la bagarre.
Il primo a protestare è stato il sindaco Giancarlo Piva: “Il Comune di Monselice pare abbia avvalla-to il progetto per disabili di Monselice, senza però mettere mai al corrente gli altri sindaci dell’Usl 17. Nessuno conosce il progetto, nessuno sa di cosa si tratta, eppure l’investimento è notevole. Quella di Monselice è un’iniziativa non prevista dal “piano di zona”, e la sua realizzazione rischia di mettere a rischio di sopravvivenza tutti gli altri centri del ter-ritorio. Ruberà utenze alle altre strutture e dunque anche quelle quote che la Regione rimborsa al nostro territorio nella cura di anziani e disabili, fondamenta-li per mantenere in vita questi centri”.
Fondazioni e coooperative del territorio confer-mano. Fondazione Franchin Simon, Fondazione Irea Morini Pedrina Pelà Tono, cooperativa sociale Giova-ni e Amici e cooperativa Alambicco hanno deciso di mettere nero su bianco questo dissenso, scrivendo ai sindaci dell’Usl 17, al coordinatore Dionisio Fiocco
e al direttore generale dell’Usl 17 Giovanni Pavesi.“Premesso che sarebbe interessante verifi care
il fabbisogno di questo servizio, - scrivono i quattro enti - la cooperativa Ipas comunica che, avvalendosi del socio privato Bramasole, e con il supporto del Servizio di Integrazione Lavorativa (Sil) dell’Usl 17, avvierà l’individuazione dei soggetti disabili da inserire nei lavori di assemblaggio.
Non ci sembra si tratti di una grande innova-zione, ma piuttosto la ripetizione di una prassi da tempo consolidata nel territorio. La cooperativa Yges It, per esempio, svolge ad Este questo sercizio da un decennio e la Fondazione Irea sta completando nella
zona industriale di Este una struttura per disabili da occupare proprio in attività di assemblaggio”.
Con costi nettamente inferiori rispetto a quelli previsti per la nuova realtà di Monselice. Continuano le quattro voci: “Il fi nanziamento assegnato a Ipas pone fuori mercato tutte le altre attività del territorio impegnate in azioni di inclusione sociale attraverso il lavoro, che soccomberanno di fronte allo strapotere economico di chi potrà giocare con altre regole nello stesso ambito di intervento senza essere soggetto ai doverosi controlli che si applicano agli enti accredita-ti”. La richiesta è chiara: il progetto venga sfi duciato.
La polemica Protestano le cooperative sociali del territorio ricadente nell’Uls 17
Coop disabili, aria di rivolta
Attivitàin un CentroDiurnodella BassaPadovana,protestanole cooperati-ve peril contributoad unanuova realtàche dovreb-be sorgerea Monselice
L’Ipas di Padova ha ottenuto 4 milionie 200 mila euro dalla Regione peruna nuova struttura a Monselice
E’ entrata nella fase operativa “Bassa in Tensione”, l’iniziativa che vede associati sei comuni: Tribano (capofi la), Agna, Anguillara, Bagnoli e Pozzonovo
per dare vita a progetti rivolti ai giovani ma soprattutto ideati e gestiti dai giovani. L’obiettivo è creare una sorta di “contenitore” all’interno del quale svluppare attività e manifestazioni rivolte agli “under 30”.
Per tenere a battesimo l’iniziativa si è tenuto un convegno, a Tribano, intitolato ‘Giovani Protagonisti’,
nel corso del quale si è potuto discutere di politiche Giovanili e di esperienze progettuali simili; in partico-lare Luisa Perini ha presentato il progetto Youth Ways, realizzato da ‘Spazio Giovani’ della Comunità Montana del Friuli Occidentale, con il quale sono state fi nanziate e realizzate una decina di inziative proposte dai giovani del territorio nei temi più svariati: musica, arte, cucina, recupero delle tradizioni.
Nel corso del convegno è stata presentata un’ini-
ziativa simile, attivata all’interno di ‘Bassa In Tensione’: un bando per il fi nanziamento di iniziative proposte dai giovani per i loro coetanei. “Abbiamo già avuto riscontri positivi – afferma Riccardo Quaggiato, assessore del comune capofi la di Tribano – con circa 8 iniziative in preparazione ma aspettiamo altre idee. E’ stata avvia-ta, nel frattempo, una collaborazione con la Provincia per sviluppare iniziative congiunte su diversi fronti e potenziare gli effetti del bando”.
SOCIALE Iniziativa congiunta dei Comuni di Tribano (capofi la), Agna, Anguillara, Bagnoli e PozzonovoGIOVANI IDEE VINCENTI CON IL PROGETTO “BASSA IN TENSIONE”
C.L.
Un fi ne settimana dedicato ai dirit-ti dei bambini.
L’ammin is t raz ione comunale di Agna, l’Unità Pastorale e l’associazione A.I.F.O. Basso Veneto, in colla-borazione con l’istituto scolastico comprensivo statale di Correzzola e con la scuola dell’in-fanzia parrocchiale “Madonna di Fatima” hanno proposto un sabato ed una dome-nica dedicati ai più piccoli ed al ricordo di Iqbal Masih, bambino pakistano nato nel 1983 e assassinato dalla mafi a del tappeto il 16 aprile del 1995. Iqbal Masih è un simbolo dei diritti di tutti i bambini del mondo. “Con tale iniziativa – spiega l’assessore alle politiche sociali Gianluca Piva - abbiamo voluto sensibilizzare i bambini ed i loro genitori sul tema dei loro diritti che, nonostante siano stati sanciti da convenzioni e leggi internazionali e dei sin-goli stati, vengono spesso disattesi.
Questo percorso è iniziato lo scorso anno con l’inaugurazione del parco pubblico “Iqbal Masih” di via Melato ed è proseguito con gli incontri di sensibilizzazione tenuti presso le scuole di Agna dall’associazione A.I.F.O. Riteniamo tale cammino – continua Piva - un investimento educativo alla solidarietà ed al rispetto dei diritti dell’infanzia per le presenti e future generazioni. Ogni bambino deve trovare ambienti, situazioni, persone e luoghi dove possa crescere in maniera equilibrata e completa, come cristiano, come persona e come cittadino. A tutti noi adulti la responsabilità di aiutarli a svolgere questo compito”.
La giornata è iniziata con una cerimonia presso il “parco Iqbal” di Via Melato proseguendo poi in sala polivalente con l’e-sposizione dei disegni realizzati sul tema dei diritti dei bambini da tutti gli scolari delle scuole di Agna (materna, elementari e medie). Alla sera presso la palestra comunale si è tenuto uno spettacolo del BarabaoTeatro con la lettura animata “Il mago di Oz”. Anche la domenica è stato possibile visitare la mostra dei disegni dei bambini che è stata positivamente accolta dai genitori.
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Scuola, Comune e ParrocchiaI DIRITTI DEI BAMBINI RACCONTATIE VALORIZZATI DAI BAMBINI
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La nuova mensa scolastica di Tribano è motivo di nuovi scontri tra maggioranza e opposizione visto che dopo anni la
struttura non è ancora funzionante. Si tratta di oltre 400 metri quadrati voluti dalla pre-cedente amministrazione che ora sembrano del tutto inutili visto che una mensa esiste già ed è suffi ciente per le richieste del pa-ese. L’intervento costato 450 mila euro è tuttavia privo di caldaia. “I lavori si sono conclusi l’anno scorso - spiega i’assesosre Denis Berto - ma il progetto risale al 2008. La mensa è stata costruita dalla Enerco, la società che doveva costruire anche la piscina e la centrale a biomassa, che avrebbe dovuto fornire il riscaldamento. Di tutto questo non s’è fatto nulla ma la mensa è stata costruita lo stesso, senza caldaia. L’edifi cio nasce vec-chio, è costruito male, con troppe colonne al centro che non ci consentono di usarlo come grande sala pubblica. C’è già piovuto dentro e alcuni elementi del controsoffi tto sono fi niti a terra.”
Ora giunta ha intenzione di dividere in due l’edifi cio, lasciandone metà alle scuole per attività didattica o una nuova mensa, e destinando l’altra metà ad uso civico bibliote-ca e entro anziani. Per poter rifare l’impianto termico della scuola media e della palestra, riscaldando anche la sala, l’amministrazione ha avuto un fi nanziamento regionale di 50 mila euro, con l’aiuto della consigliere regio-nale leghista Arianna Lazzarini.
Non manca la risposta del consigliere di opposizione, Massimo Cavazzana, ex assessore delle passate amministrazioni:
“Pur non avendo condiviso il progetto della nuova mensa, ma avendolo contrastato con forza in quanto ho ritenuto a suo tempo suffi ciente un modesto ampliamento dell’e-sistente mensa, ritengo ingiustifi cabile avere una struttura praticamente ultimata da due anni e non ancora utilizzata. E’ soprattutto incredibile che a tutt’oggi non sia ancora sta-ta programmata una strategia di utilizzo al-ternativo alla “struttura mensa” di cui oggi, a causa dei tagli scolastici e dell’assenza di rientri pomeridiani risulta essere non più necessaria. Potrebbe però essere destinata ad utilizzi alternativi come ad esempio uno spazio complementare alla palestra oggi con-gestionata. Ci sono infatti numerose attività sportive che ne hanno fatto e ne fanno richie-sta non riuscendo ad avere risposte positive. E’ nostra opinione infatti che attività come la ginnastica antalgica, la ginnastica di mante-nimento, la box, la danza e attività che non
Costata 450 mila euro non può essere usata perchémanca la caldaia ed è troppo grande per le esigenze attuali
Il caso L’amministrazione ha ottenuto un fi nanziamento per l’impianto termico
Mensa nuova e inutileora sarà divisa in due
La nuova mensa, ultimata l’anno scorso ma ancora inutilizzataperché non serve allo scopo per il quale è stata progettata
Dall’opposizioneCavazzana propone di usarlacome spazio ad uso palestra
Evento davvero importante quest’an-no per la Pro Loco di Tribano che fe-steggia la sua trentesima annualità
con l’ormai tradizionale appuntamento della Mostra Provinciale dell’asparago, in programma dal 28 aprile al 19 maggio prossimo. Come ogni anno a farla da pa-drone sarà la specialità tipica di questo ter-ritorio ossia l’asparago che sarà proposto nelle più svariate maniere dalle sapienti cuoche dell’associazione Pro Loco, che ogni anno offrono giornate di lavoro del tutto gratuitamente. Il calendario si apre sabato 28 aprile con l’esibizione degli aironi Neri, cover dei Nomadi. Domenica 29 aprile fi n dal mattino inaugurazione della mostra provinciale dell’asparago, di-mostrazioni di arti e mestieri di un tempo, da parte degli amici di Correzzola e stand gastronomico aperto mezzogiorno e sera. Sabato 5 maggio spettacolo di danza e di soul a cura dell’associazione Metafi sica. Domenica 6 maggio, nel pomeriggio ban-da musicale. I festeggiamenti proseguono sabato 12 maggio con lo stand gastrono-mico e la serata di ballo proposta dalla scuola Tip Tap Luana. Domenica 13, nel pomeriggio saranno proposti i giochi di una volta (tiro alla fune, campanon, cor-sa coi sacchi ecc) e stand gastronomico a pranzo e cena. Sabato 19 maggio si concludono i festeggiamenti con la serata dedicata al tuning con auto super acces-soriate.
L’EVENTO
Fino al 18 maggioASPARAGO IN FESTAPER TRE SETTIMANE
di Cristina Lazzarin
C.L.
necessitano di spazi ampi quanto un’intera palestra potrebbero usufruire di tale struttura liberando orari essenziali per le altre attività dedicate ai ragazzi quali pallavolo, basket e quant’altro. Riteniamo sia fuorviante evoca-re la problematica della mancanza di impian-to termico in quanto questa interessa tutto il plesso scolastico ed è ben noto a tutti che la spesa necessaria per la sostituzione delle cal-daie esistenti è stata approvata con delibera di giunta comunale non ottenendo nessuna priorità pur conoscendo la grave situazione impiantistica”.
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ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 6- 7 MAGGIO “TUTTI PER CONSELVE”
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E.M.
L’ultima via inaugurata a Mon-selice è stata intitolata all’A-eronautica. Un evento voluto
fortemente dall’omonima associa-zione che ha attirato centinaia di cittadini per assistere a parate e voli acrobatici. “Quando ci è pervenuta l’istanza da parte dell’Associazione Arma Aeronautica la richiesta è stata accolta con favore perché si è ritenuto di dare un riconoscimento all’attività quotidiana svolta dall’Aeronautica nell’interesse dei cittadini – ha commenta-to il sindaco Francesco Lunghi - L’Aeronautica militare ha il compito primario di tutelare la sovranità nazionale attraverso la difesa aerea dei cieli e del mare, oltre a quello di garantire l’appoggio tattico alle Forze armate di superfi cie, esercito e marina. Inoltre in cooperazione con gli altri paesi Nato garantisce la sicurezza comune dell’Alleanza atlantica. L’intitolazione di questa via “Dell’Aeronautica” deve essere un ricordo non solo degli aerei che solcano i cieli ma anche di coloro che sono caduti per la difesa dell’Italia e dei cittadini, sia nei periodi bellici sia per incidenti vari avvenuti in tempi di pace”.
Intanto, la giunta comunale ha anche approvato il progetto preliminare dei lavori di realizzazione di 65 loculi all’interno dell’area del nuovo ampliamento del cimitero di San Bortolo, in prosecuzione del blocco di quelli esistenti. Si tratta di una nuova ala della lunghezza corrispondente a 13 fi le. Inoltre è prevista la prosecuzione del marciapiede sempre in betonella come tutte le pavimentazioni presenti all’interno del cimitero. La spesa complessiva prevista è di euro 67.000.
Il lifting del cimitero continuerà con il progetto di manutenzione straordinaria del muro di cinta (lato est ed ovest) particolarmente fatiscente. Si tratta di rifacimento degli intonaci, il ripristino dei mattoni faccia a vista dei pilastri e la sostituzione di grondaie e pluviali corrosi. La spesa complessiva prevista è di euro 33.000.
NEWS
Su richiesta dell’associazione di MonseliceSTRADA INTITOLATA ALL’AERONAUTICA
E.M.
Gli aerei che hanno sorvolatoMonselice durante l’inaugurazione
La vicenda sull’accorpamento di alcuni istituti scolastici voluto dalla Regione Veneto, non si è ancora conclusa. L’ul-
tima puntata riguarda la disponibilità di una sala pubblica per intavolare un dibattito tra istitutzioni e genitori. “Essendo stati coinvol-ti nella problematica, in qualità di Consiglieri Comunali, ritenevamo corretto e opportuno uno confronto – hanno spiegato i consiglieri Francesco Miazzi, Rino Biscaro, Gabriella Zanin e Pietroantonio Aldrigo - Con que-sta fi nalità, il 2 aprile come gruppi Consi-liari del centrosinistra, abbiamo presentato al sindaco la richiesta della sala consiliare per attuare questo confronto, al quale pen-savamo di invitare tutti i soggetti coinvolti e i genitori interessati. Il giorno successivo ci è stato notifi cato il divieto all’uso della sala consiliare e lo spostamento del con-fronto nella sala della Buona Morte, con il pretesto che si trattava di “dibattito aperto al pubblico”. Se avessimo voluto fare un’as-semblea indetta da gruppi o forze politiche, avremmo chiesto uno spazio con modalità
diverse. Il fatto che il confronto fosse aperto al pubblico, non poteva certo rappresentare un problema, visto che oltre al Consiglio Comunale, si sono svolte decine d’iniziative più o meno istituzionali, aperte al pubblico. E’ quindi lampante che ci stiamo trovando
di fronte all’ennesimo atto di arroganza da parte del sindaco, che evidentemente pensa di poter decidere impunemente chi possa usufruire di questo spazio istituzionale e quali debbano essere gli argomenti da trat-tare”.
Una vicenda che non si è ancora con-clusa, sulla quale è stato informato anche il Prefetto. “Ci sentiamo lesi nei nostri diritti di Consiglieri Comunali e non intendiamo ac-cettare passivamente questo sopruso, dato che questo sindaco con i suo giochetti ha già dimezzato la rappresentanza della mino-ranza – hanno commentato i consiglieri di minoranza - Rispetto istituzionale signifi ca che l’uso degli spazi dovrebbe avere fi na-lità chiare e regolamentate, ma soprattutto uguali per tutti i gruppi consiliari.
Perciò, di tutto questo renderemo par-tecipe il Prefetto di Padova, affi nchè faccia sentire la sua voce e intervenga per garan-tire l’agibilità a tutti i Consiglieri Comunali al fi ne di poter espletare pienamente il loro mandato”.
Negato l’uso della sala consiliare all’opposizione“Ci sentiamo lesi nei nostri diritti di consiglieri”
Monselice Ancora scintille sulla decisione di unifi care gli istituti scolastici
Accorpamento polemico
Il Municipio di Monselice
Il tanto agoniato intervento di sistemazione di via 28 Aprile è iniziato. Un cantiere invocato ormai da anni, per una delle vie più centrali di Monselice, ormai ridotta ad un safari di buche e
avallamenti. La strada era addirittura diventata “ovale” formando una vistosa “pancia” nella parte centrale della carreggiata. Ma con questo intervento, la via avrà un volto completamente nuovo. Le ditte incaricate dei lavori hanno già posizionato la nuova segnaleti-ca per far scattare la modifi ca alla viabilità. L’ordinanza fi rmata dal responsabile della viabilità prevede, per tutta la durata del cantiere, la chiusura al traffi co veicolare e il divieto di sosta con rimozione coatta per tutta via 28 Aprile, fi no al 19 settembre. Ma di fatto la chiusura sarà modulata a seconda dell’avanzamento del cantiere.
Per il momento il cantiere prosegue a pieno regime e i lavori sono partiti anche nell’altro troncone, all’estremità collegata alla piazza e a via Roma. Di fatto, da qualche giorno via 28 Aprile è completamente off-limits alle auto: chi giunge in centro provenendo da via Roma, viene deviato sul lato di piazza Mazzini, dove il senso di marcia è stato invertito, sbucando in via Dante. I lavori in corso, anche in questo primo tratto della via, stanno comunque lasciando libera metà della carreggiata. In via 11 febbraio è scattata invece l’inversione del senso di marcia. Stesso discorso per piazza Mazzini e via Dante: i veicoli sono stati dirottati verso il ponte della Pesche-ria, con uno stop all’altezza dell’incrocio con via Zanellato.
In pratica, l’inversione del senso di marcia si rende obbligatoria per consentire una via di uscita a chi giunge in piazza e non può più proseguire su via 28 Aprile. Doppio senso di marcia invece in via Argine Destro, nel tratto compreso tra l’incrocio a rotatoria con via Castello e viale della Repubblica e il ponte di ferro. Per questo, lungo la stessa via scatterà il divieto di sosta.
Ad eseguire i lavori di rifacimento della pavimentazione stra-dale e dei marciapiedi, oltre alla sostituzione della rete idrica e fognaria, saranno le ditte che si sono aggiudicate la gara: la Frealdo Asfalti srl di San Germano dei Berici (Vi) e la Capello snc di Villa Estense. La durata prevista del cantiere è di 180 giorni.
MONSELICE VIA 28 APRILE: FINALMENTE IL VIA AI LAVORI
E.M.
di Emanuele Masiero
segue da pag. 1Dal periodo post-bellico si è vieppiù trascurato il fondamen-
tale rapporto tra sviluppo e compatibilità idrauliche ed i Governi hanno continuato a porre poca attenzione a quella che oggi è un’evidente priorità per qualsiasi prospettiva di rilancio dell’e-conomia del Paese. Non mancano certo le conoscenze e i dati sullo stato del territorio (dalle Autorità di Bacino ai Consorzi di bonifi ca) e, accanto alla giusta riforma della Protezione Civile, serve un Piano Straordinario di Manutenzione del Territorio, cui deve accompagnarsi l’azione quotidiana di adeguamento del reticolo idraulico; in questo, occorre una forte sinergia con gli
enti territoriali, in particolare fra Consorzi di bonifi ca e Comuni. L’Anbi lo evidenzia da tempo e, da ormai tre anni, produce un Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, tuttora disatteso in un Paese, dove si segnalano 500.000 frane ed oltre un milione di edifi ci a rischio idrogeologico, tra cui centinaia di ospedali e scuole.
In questo quadro – conclude - le donne hanno un compito importante non solo nella diffusione della conoscenza, ma ormai anche nella governance dell’equilibrio ambientale del Paese per evitare che, con un’effi cace immagine, a novembre l’Italia sia sempre sott’ac-qua.”
Difesa idraulica serve prevenzione
*Presidente Federcoopesca-Confcooperative Veneto
L’Intervento
di Anna Maria Martuccelli*
111111Sguardo alla Bassa Padovana
La Festa del Prosciutto, appuntamento tra i più attesi di Montagnana, cambia nome e gestione. Si chiamerà “Montagnana in festa.
Prosciutto Veneto Berico-Euganeo D.O.P. Vince il gusto” , è in programma dal 18 al 27 maggio, e la gestione è stata affi data alla Mark. Co. & Co, agenzia padovana di marketing e comunicazione che ha matura-to un’esperienza specifi ca nella gestione di grandi eventi. Questa realtà sarà dunque la prima “esterna” a prendere le redini dell’e-vento dopo la turbolenta dipartita della Pro Loco.
“Montagnana non poteva rimanere orfana di una delle sue manifestazioni più importanti – è il commento del sindaco Lo-redana Borghesan, che non ha mai lascia-to intendere di voler rinunciare alla festa - Dopo che la Pro loco ha dichiarato di non essere disponibile a svolgere questa edizio-ne, il Comune si è attivato per realizzare la festa comunque, perché è un evento che ha raggiunto una fama interregionale, è la vetrina di un prodotto locale di assoluta eccellenza e la nostra città non può privarsi di questa manifestazione”.
Le ditte con l’intenzione di organizzare la festa avevano tempo fi no allo scorso 2 aprile per manifestare la volontà di parteci-pare alla gara. La Mark. Co & Co. è quella che si è aggiudicata la gara. Il bando ha messo i paletti su tutti gli aspetti organiz-zativi dell’evento: l’assunzione di rischi e oneri organizzativi, gestionali e legati agli eventi proposti, l’autonomo approvvigio-
namento delle forniture elettrica e idrica, il reperimento di idonei sponsor per la manifestazione, il rispetto di tutta la nor-mativa in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e dei parametri previsti dalla normativa in materia di tutela dell’inquinamento acustico, l’assunzione delle spese per la fruizione delle strutture e degli spazi concessi, la migliore e più am-pia promozione dell’immagine del Comune di Montagnana.
Non mancano però le polemiche sul mancato affi damento della gestione della festa alla Pro Loco. Il consigliere di mino-ranza Alessandro Uguccioni, in proposito, denuncia: “In questi ultimi mesi, oltre alla voluta destabilizzazione della Pro loco, si sono succedute dimissioni a raffi ca, come quelle del presidente dell’Ac Montagnana e del presidente del Palio dei dieci Comuni. Che sta succedendo a Montagnana?”.
Affi data la gestione ad una agenzia padovana che seguirà ogni aspetto organizzativo dell’evento
La festa cambia nomeall’insegna del gusto
Una precedente edizione della Festa del Prosciutto.
Non mancanoperò le polemichedella minoranzasull’esclusionedella Pro Loco
Quarant’anni di storia e di solidarietà con il Corno d’Africa per il Gma, il Gruppo Missioni Africa. Fin dalla
sua nascita, nel 1972, su iniziativa del fondatore padre Vitale Vitali, l’intervento formativo ed educativo del Gma in Africa e in Italia è rivolto prevalentemente a favore dei minori poveri con l’impegno di diffondere una cultura di solidarietà, di giustizia, di pace, di servizio e di pro-mozione sociale verso popolazioni svan-taggiate per un cammino di autosviluppo. “Quarant’anni si compiono una volta sola e per un’associazione come la nostra si tratta di un traguardo fondamentale. - spiegano i responsabili del Gma. Siamo una delle poche realtà del genere in Italia a festeggiare questo anniversario. Ad oggi contiamo più di seimila contatti e voglia-mo condividere i nostri primi quarant’anni con tutta la cittadinanza proponendo un momento di festa e rifl essione. Lo faccia-mo con due conferenze, la prima rivolta alle scuole superiori e la seconda alla cittadinanza”. All’appuntamento è per sabato 5 maggio. Al mattino l’incontro con le classi quarte e quinte degli istituti superiori di Montagnana, alle ore 17 il convegno aperto a tutti nella Chiesa S. Benedetto. Intervengono il fondatore Pa-dre Vitale Vitali, presidente, voce storia di Gma e del suo operato. Patrizia Sentinelli, già viceministro alla Cooperazione Inter-nazionale, porterà la sua esperienza di governo e di collaborazione con la società civile. Laura Viganò preside della facoltà di economia dell’Università di Bergamo e dirigente del Centro di Ricerca sulla Coo-perazione Internazionale, è volontaria di GMA e coniuga ricerca universitaria, vita familiare e volontariato attraverso la collaborazione con l’associazione in Etiopia, dove sono in corso progetti di microfi nanza. Eugenio Melandri, direttore della rivista Solidarietà Internazionale, è ideatore della campagna per l’assegna-zione del Premio Nobel per la Pace alle donne africane.
SOCIALE
Città MurataGMA: 40 ANNIPER L’AFRICA
di Nicola Cesaro
N.C.
Montagnana L’evento Dal 18 al 27 maggio dieci giorni in onore del Prosciutto Berico Euganeo
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12 Sguardo al Piovese1212 Sguardo al Piovese
Il Comune di Brugine e la Direzione Re-gionale per l’Agenzia delle Entrate si sono alleate per contrastare l’evasione
fi scale. La giunta comunale ha infatti deli-berato l’intesa che avvia la collaborazione tra i due enti sul campo della partecipazio-ne all’accertamento tributario. Che cosa signifi ca all’atto pratico? L’Agenzia metterà a disposizione del Comune informazioni ri-guardanti bonifi ci bancari e postali relativi a ristrutturazioni edilizie, contratti di loca-zione degli immobili, contratti di sommini-strazione di luce, acqua e gas e denunce di successione aventi ad oggetto immobili. L’incrocio di questi dati con quelli già in possesso al Comune consentiranno all’ente municipale di predisporre e inviare “segna-lazioni qualifi cate”, in via telematica, di tutte quelle notizie, dati o situazioni poten-zialmente evasivi ed elusivi. Le segnalazio-ni riguarderanno gli ambiti del commercio e professioni, dell’urbanistica e territorio, del-le proprietà edilizie e patrimonio immobi-liare, delle residenze fi scali all’estero e dei beni indicativi di capacità contributiva. Que-sta attività di controllo oltre a migliorare e potenziare l’azione di contrasto all’evasio-ne fi scale si traduce in un ritorno economico
a benefi cio delle casse dell’ente comunale. Già il decreto legge 203 del 2005 ricono-sceva ai Comuni una quota delle maggiori somme che vengono riscosse, a titolo defi -nitivo, grazie alle segnalazioni qualifi cate, che l’ente locale trasmette all’Agenzia delle Entrate. Quota prima salita al 50 per cento e successivamente, col decreto 138 del 13 agosto 2011, elevata al 100 per cento.
“L’evasione fi scale è una piaga molto grave per il nostro Paese, segno di quella disaffezione verso lo Stato che dilaga a tutti i livelli – ha commentato il sindaco Davide Zanetti – è un peso per quell’imprenditoria sana e corretta, costretta a sobbarcarsi del peso di chi cerca scorciatoie. Comportamen-ti che in un momento di crisi come questo non sono più tollerabili. Ben vengano dun-que iniziative come questa, che rafforzano l’effi cacia sul fronte del recupero dell’eva-sione fi scale”.
di Martina Maniero
Avviata la collaborazione tra i due enti sull’accertamento tributario per un controllo incrociato di dati. Un’operazione che avrà anche una buona ricaduta economica sulle casse comunali
Iniziative di contrasto all’evasione fi scale Il sindaco: “Intollerabile in tempo di crisi”
Il Comune di Brugine si allea con l’Agenzia delle entrate
Il Comune di Brugine
Il sindaco Zanetti: “L’evasione fi scale è una piaga e un peso per l’imprenditoria corretta”
“Dammi il Sole, ti darò l’ora”. E’ questo il moto che recita la meridiana realizzata da
Alessio Gallo e Sara Piovan sulla fac-ciata dell’abitazione di via Case Nuove al civico numero 9 a Correzzola. Costrui-re un orologio solare oggi rappresenta di certo un’operazione inusuale, nata dal desiderio degli autori di riscoprire, nell’e-poca del progresso e della frenesia, uno strumento antichissimo eppure di una precisione assoluta.
“Ci siamo appassionati a queste opere d’arte - raccontano Alessio e Sara - vedendole esposte in occasione della manifestazione della Marciliana che ogni anno in Corte Benedettina rievoca usi e costumi della tradizione medieva-le”.
Proprio rifacendosi alla Marcialiana i due ragazzi hanno pensato di realiz-zare la meridiana in stile medievale, rappresentandola in una pergamena e inserendo anche lo stemma del comu-ne. Sfruttando l’ombra dello “stilo” o “gnomone” proiettata su una scala graduata in una parete baciata dal sole è quindi possibile controllarne il percor-so e misurare con precisione l’istante della giornata e il periodo dell’anno.
“La meridiana - spiegano - è persegui-tata dalla comune convinzione di essere considerata inesatta. In effetti l’ora che essa indica non corrisponde, salvo alcuni momenti dell’anno, a quella dell’orolo-gio. Ma è l’ora dell’orologio ad essere convenzionale. La meridiana indica l’ora locale vera del luogo di osservazione. L’orologio indica l’ora media del fuso orario in cui è compresa quella località. Per conoscere l’ora attraverso questa meridiana bisogna fare un calcolo che varia giorno per giorno sull’equazione del tempo”.
“Abbiamo impiegato diverso tempo per realizzarla - aggiungono - perché ab-biamo dovuto attendere il solstizio d’in-verno per tararla con precisione. Ne è valsa però la pena perché il risultato alla fi ne è stato speciale ed emozionante”.
NEWS
CorrezzolaLA MERIDIANA SULLA FACCIATA DI CASA
Alessandro Cesarato
“Si crede che l’ora della meridiana sia inesatta perché diversa da quella dell’orologio ma non è vero”
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151515Cultura
“Corti teatrali” d’autore: l’Accade-mia del Teatro in lingua veneta prima i migliori lavori di scrittura
per incoraggiare il rinnovamento della dram-maturgia contemporanea e favorire la speri-mentazione. Da alcuni anni l’Accademia sta lavorando con successo al teatro Goldoni di Bagnoli proponendo cartelloni di qualità con artisti di fama nazionale e sicuro richiamo. Tornando al concorso, su 40 testi in concorso la giuria ha assegnato il primo premio (due-mila euro) a “El toco che manca” di Andrea Masiero “per la presentazione oltremodo
poetica ma anche realistica di chi vorrebbe salire sul treno della vita ma spesso non ci riesce, in un mondo che scoraggia l’azione soprattutto da parte dei giovani”. Secondo classifi cato (mille euro) “Fogo a Nordest” di Andrea De Manincor «per il coraggio da parte dell’autore di presentare uno scenario, quello dell’infi ltrazione della mafi a nelle aziende venete, quanto mai attuale». Al terzo posto (500 euro) “Crepi il lupo” di Livio Vianello «per la capacità di gestire in maniera assolutamente teatrale e con un dialogo incisivo una situazione familiare che
rispecchia la realtà di un padre-padrone». La premiazione si è tenuta al Teatro Filarmo-nico di Piove di Sacco, che ha ospitato la messa in scena dei tre testi vincitori.
L’assessore alla Cultura e all’Identità Veneta della Provincia di Padova, Leandro Comacchio, ha sottolineato l’importanza di questa operazione, la prima in Italia,per la scrittura di corti teatrali, che ha voluto valo-rizzare il territorio veneto e la lingua veneta. E’ emerso da parte dei giovani scrittori la riscoperta e la ricercatezza orientata al tea-tro veneto, non solo verso la drammaturgia
classica ma soprattutto verso il teatro che racconta vicende contemporanee legate al territorio, alla tradizione e all’evoluzione della società contemporanea veneta.
Luisa Baldi, direttore artistico dell’Acca-demia del teatro in lingua veneta, ha evi-denziato che “la protagonista di tutti i testi è stata la lingua, una lingua veneta franca, comprensibile a tutti, una lingua “autentica” e quotidiana che viene comunque declinata nelle sue varietà linguistiche, come il vene-ziano, il padovano e il veronese.
Riteniamo opportuno sottolineare che
tutti i testi ricevuti meritano un plauso per aver mostrato un interessante spaccato di drammaturgia contemporanea. In essi si rispecchia il Veneto, un Veneto legato alle tradizioni ma che convive con aspetti diversi della civiltà contemporanea”.
Nella serata di premiazione ha debutta-to lo spettacolo “SetNordest - Corti teatrali in lingua veneta”- La messa in scena dei tre testi vincitori del bando dei corti teatrali ha avuto come interpreti gli attori partecipanti al 15° master dell’Accademia del teatro in lingua veneta., diretti da Toni Andreetta.
Portati in scena i tre lavori selezionati fra unaquarantina di partecipanti al concorso
Bagnoli - Piove di Sacco Organizza l’Accademia del Teatro in lingua veneta
Corti veneti, i vincitoriLa presentazione dei vincitori del concorso dell’Accademia
Rinnovamento nella continuità per il Comitato Provinciale Unpli di Padova, nominato dall’Assemblea ordinaria riunita a Tribano, in occasione del tradizionale incontro annuale Pro
Loco in Festa. Successo per la festa, organizzata dal Consorzio Padova Sud Est e dalla Pro Loco di Tribano in occasione del suo
30° compleanno, che ha ospitato 69 pro loco e 180 partecipan-ti: “Le pro loco portano il sorriso anche in momenti diffi cili come questo”. Presenti molti Sindaci e autorità, anche il Vicepresidente Regione Veneto Marino Zorzato: “Le pro loco, il volontariato e il sociale sono il pilastro su cui costruire il futuro nella crisi”.
A fare gli onori di casa Daria Schiavolin, 26enne educatrice d’infanzia neopresidente della Pro Loco di Tribano: “Ho coinvolto un gruppo di giovani, 3 dei 6 componenti hanno meno di 30
anni, ma nel direttivo allargato siamo supportati dalla componen-te storica. E 30 anni li compie anche la nostra Pro Loco: abbia-mo in programma, oltre alla Festa dell’Asparago ad aprile, una mostra fotografi ca in occasione della Festa di San Martino. Nelle nostre manifestazioni inseriremo degli appuntamenti per i giova-ni”. Il tema della giornata è stato “Pro Loco: Cultura a Km0”: il km0 è anche l’idea della cultura che le Pro Loco portano avanti, realizzata e alimentata con le risorse del luogo”. F.S.
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LO SPORT in PRIMO PIANOin PRIMO PIANO
Spettacolo ed emozioni per il sedicesi-mo Gp Città di Conselve, trofeo Skoda super auto Padova, gara per allievi per-
fettamente organizzata da Gs cicloamatori locale del presidente Roberto Fabris. 173 corridori al via, in rappresentanza di squadre regionali ed extraregionali si sono dati batta-glia in una fredda mattinata, osteggiata da un forte vento che spirava in senso laterale alla marcia degli atleti. Gara frizzante, corsa sul fi lo dei 42 orari, ulteriormente vivacizza-ta dagli sprint per i traguardi volanti, previsti ad ogni passaggio (9) sulla fettuccia d’arri-vo posta sul vialone di via Verdi.
Continui i tentativi di fuga sempre prontamente rintuzzati dagli squadroni dei velocisti, inevitabile quindi il volatone di gruppo, al quale non hanno partecipato, per una caduta avvenuta a 1200 metri dalla conclusione, il campione di ciclocross Giulio Franzolin, passato quest’anno all’Uc Mirano e i ragazzi di casa della Cartura Nalin Ste-
fano Grassi ed Eros Sturaro.A spuntarla in maniera regale, è stato l’atleta trevigiano Lorenzo Cancian ( Vc San Vendemmiano) che ha preceduto nettamente Giacomo Lazzaro, portacolori della Delta del Po Colli Euganei, squadra Monselicense-Rodigina.
A salvare il bilancio per la Cartura Nalin ci pensa il passista veloce di Due Carrare, Alessio Magarotto che con un prodigioso recupero nel fi nale si aggiudica un prezioso quinto posto, con Alessio Soster (Scuola ci-clismo di Vò) settimo e lo scalatore Stefano Salmistraro della neonata EsteBosaro nono. La gara era dedicata alla memoria di Piero Pavin (grande appassionato di ciclismo) con una medaglia d’oro offerta dal fi glio Clau-dio, andata alla società del vincitore (Vc San Vendemmiano) mentre la medaglia d’oro offerta dalle assicurazioni Generali, agenzia di Conselve è stata assegnata al team del secondo arrivato( Delta del Po Colli Euganei).
Presenti alla premiazioni, oltre a tutto lo staff della società organizzatrice, con in testa il presidente Roberto Fabris, Franco Galiazzo presidente provinciale della federci-clo e il sindaco conselvano Antonio Ruzzon.
Emozioni al Gp ConselveKARATE
Il pala Ferroli veronese (San Bonifacio) è stato teatro della venticinquesima edizione dei campionati italiani di karaté Fekda 1300 atleti in rappresentanza di 90 società, provenienti da tutta Italia, si sono confrontate dando vita ad un grande spettacolo,
perfettamente organizzato dal maestro Maurizio Tonon, con la direzione del segretario generale della federazione, maestro Claudio Pastore. A rappresentare i colori padovani la Tiger Dojo karaté del maestro Andrea Biasiolo, sempre presente in competizioni di alto livello, che con gli atleti delle scuole di Due Carrare, Pernumia e Galzignano si conferma ad altissimi livelli conquistando il secondo posto assoluto nella graduatoria a squadre.
E’ il secondo piazzamento d’onore consecutivo per i ragazzi patavini ottenuto grazie alle vittorie individuali di: Andrea e Nicholas Biasiolo, Pietro Vettore, Stefania Ranzato, Gianfranco Galante, Matteo Zago e Elena Todaro. Argento individuale per: Anna Ebber-rini, Nicola Tasinato, Alessandro Turchetto, Elena Stuparich e Francesco Venturini. Terzo gradino del podio individuale per: Ritasofi a Gò, Giulio Bojan, Gaia Masiero, Emanuela Littamè, Paolo Pittarello e Serena Toninello. Hanno contribuito a portare punti di squadra anche Stefano Greggio e Laura Camporese, classifi catisi al quarto posto.
TIGER DOJO SI LAUREAVICE CAMPIONE NAZIONALE
W.L.
A Cartura apertura uffi ciale della sta-gione per la categoria esordienti con la disputa del Gp Banca Credito Co-
operativo, organizzata dalla locale socie-tà. E’un gradito ritorno, dopo un anno di stop per la classica carturana, giunta alla 30esima edizione, fortemente voluto dalla Cartura Nalin e dal suo principale sponsor, la Banca Credito Cooperativo di Cartura del presidente Mario Sarti. Grande successo di partecipazione, con oltre 140 atleti, che sotto l’attenta regia del direttore di corsa Renzo Tolando si sono confrontati in un circuito di 6 km, da ripetere più volte a se-conda della categoria, con conclusione sulla centralissima via Roma.
Tra i primi anni l’alta velocità ha impe-dito qualsiasi tentativo di fuga e nella vola-ta fi nale di gruppo compatto si è imposto con un poderoso spunto Matteo Lazzari, atleta di Noventa Vicentina che difende i colori dell’ Asd Monselice Formaggi Beni, al posto d’onore il trevigiano Davide Bauce ( Hawaiki Roncà) terzo posto per l’alfi ere
della San pietro in Gù Edoardo Bizzotto. Buona la prova di squadra per la Santangio-lese Us Acli che ha piazzato Enrico Molena e Fabio Mazzucco rispettivamente quarto e decimo, ottavo posto per l’attesissimo corridore di casa Ivan Berto (Cartura Nalin).
Tra i ragazzi al secondo anno gara caratterizzata dalla fuga a due di Simon Giacomello (Ciclistica Lupi) e Alex Gobbi ( Santangiolese). I due atleti, in perfetto accordo staccano tutti e si giocano allo sprint l’ambita vittoria che va nettamente all’atleta di San Martino di Lupari Simon Giacomello. A 25” gli inseguitori regolati dall’emiliano Nicolò Gozzo della Tonino Lamborghini, con Michael Moro e Matteo Baseggio ( San Pietro in Gù) che si pren-dono il 7.e 10. posto. La bella giornata di sport si è conclusa con le premiazioni ope-rate dal presidente della società organizza-trice Enzo Rango coadiuvato da Flavio Mi-lani, vice presidente vicario della federciclo nazionale e dal sindaco di Cartura Massimo Zanardo.
CICLISMO/2. Oltre 140 i giovani atleti in pista MATTEO LAZZARI DELLA BENI MONSELICESI IMPONE ALLA GRANDE AL GP DI CARTURA
W.L.
Ciclismo Ben 173 i partecipanti, vittoria trevigiana, Magarotto si piazza quinto
Foto di gruppo degli allievi premiati
Alessio Magarotto, ottimo quinto nella corsa di casa
La bella volata di Matteo Lazzari (Monselice Formaggi Beni)
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VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA
Venti milioni di euro per la viabilità e 12 per le scuo-le: questi i maggiori investimenti previsti dal bilan-cio di previsione dell’anno 2012 della Provincia
di Padova e dal piano delle opere pubbliche messo a punto dall’amministrazione Degani. Il Consiglio della Provincia di Padova ha confermato lo schema, proposto dalla Giunta provinciale, che stabilisce un piano complessivo di circa 211,9 milioni di euro, dei quali 41,2 milioni di euro sono stati previsti per la siste-mazione o attuazione di opere di interesse pubblico. E’ questa la voce principale di spesa che è rientrata nel nuo-vo bilancio provinciale da poco redatto.
I risultati del bilancio sono stati presentati dalla presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, e dall’assessore provinciale al Bilancio, Fabio Conte, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il presidente del Consiglio provinciale, Luisa Sera-to, e tutti i capigruppo della maggioranza.
Nella conferenza stampa sono stati illustrati i set-tori nei quali verranno destinati alcune parti del bilancio redatto per il 2012, in particolare quelle riguardanti lo stanziamento di fondi per le opere pubbliche. La Pro-vincia ha previsto 20, 3 milioni di euro a favore della
viabilità stradale pubblica, 12,3 per l’edilizia scolastica e 8,6 per interventi sul patrimonio e per la realizzazione di piste ciclabili.
Gli obiettivi che la Provincia di Padova ha voluto rag-giungere mediante la nuova ma-novra fi nanziaria, sono: sostenere la tenuta dell’economia e della coesione sociale dell’area provin-ciale di Padova proseguendo ed ampliando l’impegno per le po-litiche del lavoro, per lo sviluppo
imprenditoriale e il welfare; garantire che la transizione istituzionale non incida sulla qualità e la continuità dei servizi e sulla programmazione degli interventi per la riqualifi cazione del territorio provinciale patavino; miglio-rare l’effi cienza della spesa pubblica; la riqualifi cazione edilizia e la manutenzione delle scuole; la manutenzione ordinaria delle strade con investimenti sostanziosi nella viabilità.
“Nel redigere il bilancio di previsione dell’anno 2012 – dichiara la presidente della Provincia Barbara Degani – siamo stati molto attenti al contenimento e all’analisi puntuale della spesa, e al rigore dei conti. Ab-biamo fatto scelte importanti a favore delle imprese, del lavoro e degli enti locali padovani, anche perché siamo
ben consapevoli di essere di fronte ad un periodo non proprio fl orido per la nostra economia, e quindi abbiamo optato per il sostegno economico verso il mondo del la-voro e verso i lavoratori.”
Continua Barbara Degani: “La Provincia ha voluto continuare nell’opera di cofi nanziamento di opere in-frastrutturali urgenti, che hanno richiesto il deposito, o meglio lo stanziamento, di circa 10 milioni di euro, inter-venti volti ad assicurare dei lavori per un valore totale di almeno 20 milioni.
Inoltre abbiamo previsto 4 milioni di euro di cofi -nanziamento per le piccole imprese, che si sono prese l’impegno di assicurarci dei piani di investimenti futuri per un totale pari 20 milioni di euro.”
“Infi ne – conclude la Degani – speriamo di rientrare nel breve periodo del credito, più che cospicuo, che anche la provincia di Padova vanta nei confronti del Ministero dell’Economia, in modo tale da poterlo ridistribuire nel territorio e non aggiungere spese che vadano ad incidere sulle tasche dei cittadini padovani, specie in questo pe-riodo di crisi.”
Ad oggi la provincia di Padova deve riscuotere i cosiddetti “residui attivi perenti” dal Governo centrale, che sono pari a 38 milioni e 455 mila euro. Un somma tutt’altro che trascurabile, di questi tempi.
di Manuel Glauco Matetich
Reinvestiti sul territorio poco più di 41 milioniin testa le strade, le scuole e le piste ciclabili
I conti di Palazzo Santo Stefano Degani: “Attenti a contenere i costi”
Bilancio della Provinciaun quinto per le opere
La presidente della Provincia Barbara Degani
Vantato un megacredito di oltre 38 milioni con il Ministero dell’Economia
Sonora bocciatura del bilancio della Provin-cia da parte delle opposizioni. Troppi debiti e una gestione che non taglia gli sprechi,
queste le principali accuse mosse alla giunta De-gani. Il Partito Democratico osserva che il debito per mutui e prestiti ormai ha superato quota 272 milioni, vale a dire circa 300 euro sulle spalle di ogni padovano.
Questo inoltre limita le risorse dell’ente che, per aver superato la soglia del 9% tra interessi e debito precedentemente contratto, non potrà stipulare mutui nel 2012. “Questo è il prodotto di 13 anni di amministrazioni Pdl-Lega Nord” sot-tolinea Fabio Rocco, capogruppo Pd, che ricorda come gli sprechi siano ancora troppi. Per Antonio Albuzio, capogruppo Idv: “E’ una grave irrespon-sabilità non intervenire sulla riduzione del debito, viste anche le entrate derivanti dalla vendita delle quote autostradali”.
L’opposizione è critica
“ANCORA TROPPI DEBITI,300 EURO A TESTA”
Con l’incalzare della crisi economica sono sempre di più i lavoratori che trovano diffi -coltà ad arrivare a fi ne mese. Per far fronte alla situazione, Camera di Commercio e Provincia dal 2010 hanno attivato un numero verde anticrisi. “Vogliamo dare un aiuto
concreto – dichiara l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Barison – alle famiglie dei lavoratori che più hanno risentito dell’infl usso negativo della crisi.” Sono state attivate anche delle “antenne” di ascolto in diversi comuni della provincia di Padova, per cercare di dare delle risposte strutturate che possano aiutare gli imprenditori e i lavoratori a trovare soluzioni concrete, oltre ai dieci sportelli Informalavoro già presenti. Sono 80 le persone a rischio psico-sociale per la crisi economica seguite dai Centri per l’Impiego della Provincia
di Padova in meno di due anni. Si tratta perlopiù di lavoratori dipendenti, autonomi ed ex autonomi che hanno perso l’occupazione. Degli 80 casi seguiti (40 dei quali segnalati dalla sola Camera di Commercio), per 60 persone è stato valutato un percorso di reinserimento lavorativo e di riqualifi cazione professionale nel biennio 2010-2012. Finora per il 20% dei casi è stato possibile attivare gli ammortizzatori sociali e altre forme di contribuzione messe a disposizione della Regione del Veneto; per il 32% dei soggetti è stato trovato un rapporto di lavoro. Quindi risulta che più del 50% dei casi è stata data una soluzione idonea, mentre le persone rimaste sono in carico al servizio che le accompagna per la ricerca di una siste-mazione nel tessuto aziendale del territorio. M.G.M.
CRISI DEL LAVORO OLTRE 80 PADOVANI SEGUITI IN MENO DI DUE ANNI
9Spazi aperti
Non conosce crisi la “holding” del falso e della con-traffazione: dall’abbigliamento all’agroalimentare, dalla componentistica per la casa all’elettronica,
non c’è settore del “made in Italy” che non sia immune dalla piaga dei prodotti tarocchi e, il più delle volte, peri-colosi per la salute. Senza contare che il falso alimentare vorticosi giri di denaro a favore della criminalità organiz-zata. I numeri illustrati dal colonnello Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di Finanza al con-vegno organizzato dal Consiglio Regionale del Veneto al Palazzo della Ragione a Padova sono da brivido. Borse taroccate, rubinetti cancerogeni, pennarelli tossici, falsi Rolex, luminarie killer, formaggio parmigiano proveniente dal Brasile, Barbera ‘made in Romania’: ammontano a oltre 900 milioni i prodotti contraffatti o tossici sequestrati dalle forze dell’ordine nel padovano in 2 anni e mezzo di applicazione del cosiddetto “modello Padova”, strategia integrata di collaborazione tra istituzioni, guardia di fi nan-za, carabinieri, polizia e associazioni di categoria.
I risultati del ‘protocollo’ per il contrasto alla contraf-fazione e la tutela del ‘made in Italy’ siglato a Padova nel 2009 e che vede coinvolti un’ottantina di comuni, la
Camera di Commercio di Padova, Ulss 16, Arpav, Univer-sita’ e associazioni consumatori, sono stati portati come esempio di una forma di collaborazione istituzionale da applicare in Veneto e non Solo. “Una grande operazione a tutela del made in Italy - ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato - che vuole rilanciare su scala regionale e nazionale la strategia di ‘tolleranza zero’ e di investigazioni mirate, guidate dalla lettura incrociata delle banche dati di enti locali e associazioni e da operazioni sistematiche di vigilanza e repressione, messa in atto nel Padovano. E’un lavoro che riteniamo fondamentale per salvaguardare fette impor-tanti di prodotto interno lordo che sono messe a rischio dall’importazione indiscriminata di prodotti che oltre ad essere spesso dannosi, sono sempre in concorrenza sleale con le produzioni della nostra economia. Il prossimo pas-so del Consiglio regionale sarà la proposta di una legge nazionale che consenta di fregiarsi del marchio “Made in Italy” ai prodotti agroalimentari che siano effettivamente prodotti con ingredienti tutti italiani, e non solo lavorati in Italia”. Ad ascoltare le preoccupate relazioni degli addetti ai lavori c’erano anche oltre 60 sindaci, con tanto di fascia
tricolore. Con molti di loro la Guardia di Finanza ha stretto degli accordi di collaborazione proprio per contrastare il mercato “inquinato” e stanare anche i tanti “furbetti del fi sco”. E sono sempre i sindaci a seguire i controlli sul terri-torio mirati ad individuare laboratori clandestini nei quali il lavoro viene sfruttato spesso per fi ni illeciti. Ma c’è anche un problema di carattere culturale, hanno sottolineato i relatori, perché i consumatori, spesso attratti dal prezzo particolarmente conveniente, non si rendono conto che il loro “risparmio” si traduce in un danno collettivo che può avere anche delle ripercussioni sulla salute persona-le, visto che i prodotti contraffatti sono spesso tossici e dannosi.
L’agroalimentare è uno dei settori più colpiti, ha ri-cordato Sergio Marini, presidente nazionale di Coldiretti:
“Per 20 miliardi di esportazioni di “made in Italy” ci sono almeno 70 miliardi l’anno generati dai prodotti dichiara-tamente falsi. Ci troviamo a fare i conti con una zona grigia molto vasta, dove gli interessi si infi ltrano anche nelle leggi. E’ giusto ricordare che fi no a poco tempo fa bastava aggiungere un po’ di sale e acqua nel pomodo-ro importato dall’estero per farlo diventare italiano. Poi, fi nalmente, a smontare questo immaginario collettivo ci ha pensato la sentenza che ha sancito che questa opera-zione è illegale. Per questo non dobbiamo mai perdere la capacità di indignarci, se non c’è qualcuno che la alimenta questa capacità va nel dimenticatoio. Ovviamente dobbia-mo operare anche sul fronte normativo e applicativo ma la battaglia si gioca nella cultura della legalità alla quale non possiamo rinunciare”.
La Regione plaude alla collaborazionetra istituzioni per debellare una piagaeconomica che alimenta la criminalità
Contraffazione & falsi In due anni e mezzo sequestrati quasi un milione di prodotti, molti dei quali dannosi per la salute
Lotta all’illegalità, Padova è un modello
Un momento dellatavola rotonda organizzataal Palazzo della Ragionea Padova dal ConsiglioRegionale del Venetodurante il convegnodedicato alla lottaalla contraffazione
Spesso la gentenon si rende conto del dannoche provoca il mercato del falso
Altre novità sul fronte cementifi ci. Que-sta volta però non riguardano solo la Bassa Padovana, ma tutto il territorio
nazionale. Sarebbe infatti in arrivo un prov-vedimento a fi rma del ministro dell’ambien-te Corrado Clini per far uscire i combustibili solidi secondari dalla gestione dei rifi uti e stabilirne l’impiego nei processi industriali e in particolare nel settore del cemento. Una notizia decisamente rilevante, sopratutto alla luce del recente avallo al Revamping di Italcementi. Tanto più che in Italia ogni anno si butterebbero in discarica circa 2,5 miliardi di euro di potenziali combustibili da utilizzare negli impianti industriali.
“Ci voleva un Governo tecnico appog-giato dai maggiori partiti per confezionare una simile nefandezza – ha commentato Francesco Miazzi, consigliere comunale della Nuova Monselice - Nella nostra zona di Este-Monselice, dove sono presenti 3 ce-mentifi ci e si produce il 60% del cemento veneto, questo provvedimento rischia di ge-nerare una sciagura epocale. L’Italcementi ha sempre sostenuto che avrebbe utilizzato il Cdr (combustibile derivato da rifi uti) solo se richiesto, ebbene, ora si troverà con nuo-ve condizioni per farlo”. Miazzi teme che si passi “da Cdr a Css”.
“Quando nella convenzione siglata con Comune di Monselice e Parco Colli Euganei, s’impegnava a non utilizzare Cdr afferma-va il vero – continua Miazzi - Infatti, ora il nuovo combustibile da rifi uti si chiamerà Css (combustibile solido secondario). L’in-cubo dei cementifi ci trasformati in veri e
propri inceneritori ormai è sempre più vicino alla realtà, con una differenza sostanziale: i cementifi ci che bruciano i rifi uti hanno li-miti di emissioni fi no a 10 volte maggiori di quelli degli inceneritori. E bruciare rifi uti non è la stessa cosa di bruciare combustibili fossili: le emissioni si diversifi cano in base al contenuto di metalli e plastiche e sono caratterizzate da una forte produzione di diossine.
Dobbiamo dire con chiarezza a tutti i cittadini della bassa padovana, che presto potrebbero avere non tre cementifi ci, ma l’equivalente di decine di inceneritori di rifi uti. In questo modo subiranno un colpo mortale tutte le attività economiche paral-lele cresciute in questi anni all’interno del Parco Colli, dal turismo ambientale e cultu-rale alle strutture ricettive famigliari, dalle produzioni di qualità e biologiche al circuito termale”.
BRUCIARE RIFIUTI ANCHE NEI CEMENTIFICI
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VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA
Venti milioni di euro per la viabilità e 12 per le scuo-le: questi i maggiori investimenti previsti dal bilan-cio di previsione dell’anno 2012 della Provincia
di Padova e dal piano delle opere pubbliche messo a punto dall’amministrazione Degani. Il Consiglio della Provincia di Padova ha confermato lo schema, proposto dalla Giunta provinciale, che stabilisce un piano complessivo di circa 211,9 milioni di euro, dei quali 41,2 milioni di euro sono stati previsti per la siste-mazione o attuazione di opere di interesse pubblico. E’ questa la voce principale di spesa che è rientrata nel nuo-vo bilancio provinciale da poco redatto.
I risultati del bilancio sono stati presentati dalla presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, e dall’assessore provinciale al Bilancio, Fabio Conte, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il presidente del Consiglio provinciale, Luisa Sera-to, e tutti i capigruppo della maggioranza.
Nella conferenza stampa sono stati illustrati i set-tori nei quali verranno destinati alcune parti del bilancio redatto per il 2012, in particolare quelle riguardanti lo stanziamento di fondi per le opere pubbliche. La Pro-vincia ha previsto 20, 3 milioni di euro a favore della
viabilità stradale pubblica, 12,3 per l’edilizia scolastica e 8,6 per interventi sul patrimonio e per la realizzazione di piste ciclabili.
Gli obiettivi che la Provincia di Padova ha voluto rag-giungere mediante la nuova ma-novra fi nanziaria, sono: sostenere la tenuta dell’economia e della coesione sociale dell’area provin-ciale di Padova proseguendo ed ampliando l’impegno per le po-litiche del lavoro, per lo sviluppo
imprenditoriale e il welfare; garantire che la transizione istituzionale non incida sulla qualità e la continuità dei servizi e sulla programmazione degli interventi per la riqualifi cazione del territorio provinciale patavino; miglio-rare l’effi cienza della spesa pubblica; la riqualifi cazione edilizia e la manutenzione delle scuole; la manutenzione ordinaria delle strade con investimenti sostanziosi nella viabilità.
“Nel redigere il bilancio di previsione dell’anno 2012 – dichiara la presidente della Provincia Barbara Degani – siamo stati molto attenti al contenimento e all’analisi puntuale della spesa, e al rigore dei conti. Ab-biamo fatto scelte importanti a favore delle imprese, del lavoro e degli enti locali padovani, anche perché siamo
ben consapevoli di essere di fronte ad un periodo non proprio fl orido per la nostra economia, e quindi abbiamo optato per il sostegno economico verso il mondo del la-voro e verso i lavoratori.”
Continua Barbara Degani: “La Provincia ha voluto continuare nell’opera di cofi nanziamento di opere in-frastrutturali urgenti, che hanno richiesto il deposito, o meglio lo stanziamento, di circa 10 milioni di euro, inter-venti volti ad assicurare dei lavori per un valore totale di almeno 20 milioni.
Inoltre abbiamo previsto 4 milioni di euro di cofi -nanziamento per le piccole imprese, che si sono prese l’impegno di assicurarci dei piani di investimenti futuri per un totale pari 20 milioni di euro.”
“Infi ne – conclude la Degani – speriamo di rientrare nel breve periodo del credito, più che cospicuo, che anche la provincia di Padova vanta nei confronti del Ministero dell’Economia, in modo tale da poterlo ridistribuire nel territorio e non aggiungere spese che vadano ad incidere sulle tasche dei cittadini padovani, specie in questo pe-riodo di crisi.”
Ad oggi la provincia di Padova deve riscuotere i cosiddetti “residui attivi perenti” dal Governo centrale, che sono pari a 38 milioni e 455 mila euro. Un somma tutt’altro che trascurabile, di questi tempi.
di Manuel Glauco Matetich
Reinvestiti sul territorio poco più di 41 milioniin testa le strade, le scuole e le piste ciclabili
I conti di Palazzo Santo Stefano Degani: “Attenti a contenere i costi”
Bilancio della Provinciaun quinto per le opere
La presidente della Provincia Barbara Degani
Vantato un megacredito di oltre 38 milioni con il Ministero dell’Economia
Sonora bocciatura del bilancio della Provin-cia da parte delle opposizioni. Troppi debiti e una gestione che non taglia gli sprechi,
queste le principali accuse mosse alla giunta De-gani. Il Partito Democratico osserva che il debito per mutui e prestiti ormai ha superato quota 272 milioni, vale a dire circa 300 euro sulle spalle di ogni padovano.
Questo inoltre limita le risorse dell’ente che, per aver superato la soglia del 9% tra interessi e debito precedentemente contratto, non potrà stipulare mutui nel 2012. “Questo è il prodotto di 13 anni di amministrazioni Pdl-Lega Nord” sot-tolinea Fabio Rocco, capogruppo Pd, che ricorda come gli sprechi siano ancora troppi. Per Antonio Albuzio, capogruppo Idv: “E’ una grave irrespon-sabilità non intervenire sulla riduzione del debito, viste anche le entrate derivanti dalla vendita delle quote autostradali”.
L’opposizione è critica
“ANCORA TROPPI DEBITI,300 EURO A TESTA”
Con l’incalzare della crisi economica sono sempre di più i lavoratori che trovano diffi -coltà ad arrivare a fi ne mese. Per far fronte alla situazione, Camera di Commercio e Provincia dal 2010 hanno attivato un numero verde anticrisi. “Vogliamo dare un aiuto
concreto – dichiara l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Barison – alle famiglie dei lavoratori che più hanno risentito dell’infl usso negativo della crisi.” Sono state attivate anche delle “antenne” di ascolto in diversi comuni della provincia di Padova, per cercare di dare delle risposte strutturate che possano aiutare gli imprenditori e i lavoratori a trovare soluzioni concrete, oltre ai dieci sportelli Informalavoro già presenti. Sono 80 le persone a rischio psico-sociale per la crisi economica seguite dai Centri per l’Impiego della Provincia
di Padova in meno di due anni. Si tratta perlopiù di lavoratori dipendenti, autonomi ed ex autonomi che hanno perso l’occupazione. Degli 80 casi seguiti (40 dei quali segnalati dalla sola Camera di Commercio), per 60 persone è stato valutato un percorso di reinserimento lavorativo e di riqualifi cazione professionale nel biennio 2010-2012. Finora per il 20% dei casi è stato possibile attivare gli ammortizzatori sociali e altre forme di contribuzione messe a disposizione della Regione del Veneto; per il 32% dei soggetti è stato trovato un rapporto di lavoro. Quindi risulta che più del 50% dei casi è stata data una soluzione idonea, mentre le persone rimaste sono in carico al servizio che le accompagna per la ricerca di una siste-mazione nel tessuto aziendale del territorio. M.G.M.
CRISI DEL LAVORO OLTRE 80 PADOVANI SEGUITI IN MENO DI DUE ANNI
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Non conosce crisi la “holding” del falso e della con-traffazione: dall’abbigliamento all’agroalimentare, dalla componentistica per la casa all’elettronica,
non c’è settore del “made in Italy” che non sia immune dalla piaga dei prodotti tarocchi e, il più delle volte, peri-colosi per la salute. Senza contare che il falso alimentare vorticosi giri di denaro a favore della criminalità organiz-zata. I numeri illustrati dal colonnello Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di Finanza al con-vegno organizzato dal Consiglio Regionale del Veneto al Palazzo della Ragione a Padova sono da brivido. Borse taroccate, rubinetti cancerogeni, pennarelli tossici, falsi Rolex, luminarie killer, formaggio parmigiano proveniente dal Brasile, Barbera ‘made in Romania’: ammontano a oltre 900 milioni i prodotti contraffatti o tossici sequestrati dalle forze dell’ordine nel padovano in 2 anni e mezzo di applicazione del cosiddetto “modello Padova”, strategia integrata di collaborazione tra istituzioni, guardia di fi nan-za, carabinieri, polizia e associazioni di categoria.
I risultati del ‘protocollo’ per il contrasto alla contraf-fazione e la tutela del ‘made in Italy’ siglato a Padova nel 2009 e che vede coinvolti un’ottantina di comuni, la
Camera di Commercio di Padova, Ulss 16, Arpav, Univer-sita’ e associazioni consumatori, sono stati portati come esempio di una forma di collaborazione istituzionale da applicare in Veneto e non Solo. “Una grande operazione a tutela del made in Italy - ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato - che vuole rilanciare su scala regionale e nazionale la strategia di ‘tolleranza zero’ e di investigazioni mirate, guidate dalla lettura incrociata delle banche dati di enti locali e associazioni e da operazioni sistematiche di vigilanza e repressione, messa in atto nel Padovano. E’un lavoro che riteniamo fondamentale per salvaguardare fette impor-tanti di prodotto interno lordo che sono messe a rischio dall’importazione indiscriminata di prodotti che oltre ad essere spesso dannosi, sono sempre in concorrenza sleale con le produzioni della nostra economia. Il prossimo pas-so del Consiglio regionale sarà la proposta di una legge nazionale che consenta di fregiarsi del marchio “Made in Italy” ai prodotti agroalimentari che siano effettivamente prodotti con ingredienti tutti italiani, e non solo lavorati in Italia”. Ad ascoltare le preoccupate relazioni degli addetti ai lavori c’erano anche oltre 60 sindaci, con tanto di fascia
tricolore. Con molti di loro la Guardia di Finanza ha stretto degli accordi di collaborazione proprio per contrastare il mercato “inquinato” e stanare anche i tanti “furbetti del fi sco”. E sono sempre i sindaci a seguire i controlli sul terri-torio mirati ad individuare laboratori clandestini nei quali il lavoro viene sfruttato spesso per fi ni illeciti. Ma c’è anche un problema di carattere culturale, hanno sottolineato i relatori, perché i consumatori, spesso attratti dal prezzo particolarmente conveniente, non si rendono conto che il loro “risparmio” si traduce in un danno collettivo che può avere anche delle ripercussioni sulla salute persona-le, visto che i prodotti contraffatti sono spesso tossici e dannosi.
L’agroalimentare è uno dei settori più colpiti, ha ri-cordato Sergio Marini, presidente nazionale di Coldiretti:
“Per 20 miliardi di esportazioni di “made in Italy” ci sono almeno 70 miliardi l’anno generati dai prodotti dichiara-tamente falsi. Ci troviamo a fare i conti con una zona grigia molto vasta, dove gli interessi si infi ltrano anche nelle leggi. E’ giusto ricordare che fi no a poco tempo fa bastava aggiungere un po’ di sale e acqua nel pomodo-ro importato dall’estero per farlo diventare italiano. Poi, fi nalmente, a smontare questo immaginario collettivo ci ha pensato la sentenza che ha sancito che questa opera-zione è illegale. Per questo non dobbiamo mai perdere la capacità di indignarci, se non c’è qualcuno che la alimenta questa capacità va nel dimenticatoio. Ovviamente dobbia-mo operare anche sul fronte normativo e applicativo ma la battaglia si gioca nella cultura della legalità alla quale non possiamo rinunciare”.
La Regione plaude alla collaborazionetra istituzioni per debellare una piagaeconomica che alimenta la criminalità
Contraffazione & falsi In due anni e mezzo sequestrati quasi un milione di prodotti, molti dei quali dannosi per la salute
Lotta all’illegalità, Padova è un modello
Un momento dellatavola rotonda organizzataal Palazzo della Ragionea Padova dal ConsiglioRegionale del Venetodurante il convegnodedicato alla lottaalla contraffazione
Spesso la gentenon si rende conto del dannoche provoca il mercato del falso
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nazionale. Sarebbe infatti in arrivo un prov-vedimento a fi rma del ministro dell’ambien-te Corrado Clini per far uscire i combustibili solidi secondari dalla gestione dei rifi uti e stabilirne l’impiego nei processi industriali e in particolare nel settore del cemento. Una notizia decisamente rilevante, sopratutto alla luce del recente avallo al Revamping di Italcementi. Tanto più che in Italia ogni anno si butterebbero in discarica circa 2,5 miliardi di euro di potenziali combustibili da utilizzare negli impianti industriali.
“Ci voleva un Governo tecnico appog-giato dai maggiori partiti per confezionare una simile nefandezza – ha commentato Francesco Miazzi, consigliere comunale della Nuova Monselice - Nella nostra zona di Este-Monselice, dove sono presenti 3 ce-mentifi ci e si produce il 60% del cemento veneto, questo provvedimento rischia di ge-nerare una sciagura epocale. L’Italcementi ha sempre sostenuto che avrebbe utilizzato il Cdr (combustibile derivato da rifi uti) solo se richiesto, ebbene, ora si troverà con nuo-ve condizioni per farlo”. Miazzi teme che si passi “da Cdr a Css”.
“Quando nella convenzione siglata con Comune di Monselice e Parco Colli Euganei, s’impegnava a non utilizzare Cdr afferma-va il vero – continua Miazzi - Infatti, ora il nuovo combustibile da rifi uti si chiamerà Css (combustibile solido secondario). L’in-cubo dei cementifi ci trasformati in veri e
propri inceneritori ormai è sempre più vicino alla realtà, con una differenza sostanziale: i cementifi ci che bruciano i rifi uti hanno li-miti di emissioni fi no a 10 volte maggiori di quelli degli inceneritori. E bruciare rifi uti non è la stessa cosa di bruciare combustibili fossili: le emissioni si diversifi cano in base al contenuto di metalli e plastiche e sono caratterizzate da una forte produzione di diossine.
Dobbiamo dire con chiarezza a tutti i cittadini della bassa padovana, che presto potrebbero avere non tre cementifi ci, ma l’equivalente di decine di inceneritori di rifi uti. In questo modo subiranno un colpo mortale tutte le attività economiche paral-lele cresciute in questi anni all’interno del Parco Colli, dal turismo ambientale e cultu-rale alle strutture ricettive famigliari, dalle produzioni di qualità e biologiche al circuito termale”.
BRUCIARE RIFIUTI ANCHE NEI CEMENTIFICI
E.M.
di Emanuele Masiero
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12 Noi e gli altri
Antonio Tamiozzo aveva 54 anni quan-do, il 31 dicembre scorso, si è tolto la vita nel capannone dell’azienda di
famiglia, fondata da sua padre quarant’anni fa. Da quel giorno in Italia, secondo i dati dell’associazione artigiani e piccoli impren-ditori di Mestre, altri 23 imprenditori, schiac-ciati dal peso della crisi economica, hanno subito lo stesso destino. Di questi ben 9 (il 40%), nel Veneto. Ed è proprio in questa regione, tanto spesso portata ad esempio di un’economia fondata sulla laboriosità di pic-cole e medie impresa a gestione familiare, che nasce l’associazione dei familiari degli imprenditori suicidi, iniziativa di Adiconsum e Filca-Cisl pensata per rompere il silenzio e la solitudine in cui sono immersi tanti lavo-ratori, consumatori, piccoli imprenditori e le loro famiglie a causa della pressione fi scale e della crisi economica.
Per la presentazione di “Speranzal-lavoro”, avvenuta lo scorso 16 aprile, è stato scelto un luogo simbolico: il Centro parrocchiale San Sebastiano di Vigonza, la stessa sala dove Laura Tamiozzo, 29 anni, fi glia dell’imprenditore vicentino, e oggi presi-dente dell’associazio-ne, aveva letto la let-tera “da imprenditrice a imprenditrice” scritta di suo pugno e indiriz-zata a Flavia Schiavon, classe 1980, fi glia di Giovanni Schiavon, titolare dell’impresa edile Eurostrade 90 di Vigonza, morto suici-da lo scorso 12 dicembre. La lettura era av-venuta il 28 marzo a Vigonza nel corso del toccante incontro-confronto organizzato dal-la Filca Cisl regionale sull’indifferenza che uccide. L’associazione, con sede a Mestre
(via Piave 7), risponde per ora all’indirizzo mail [email protected], ma ha in programma l’istituzione di un numero ver-de e la costituzione di un pool di psicologi che possano far fronte alle richieste d’aiuto.
Una risposta all’urgen-te necessità di rifonda-zione morale, culturale, politica ed economica di un sistema che non ha saputo rispondere ai bisogni reali e pressanti
dei suoi componenti, creando e potenziando ulteriori separazioni, confl ittualità, ingiu-stizie, isolamenti: “Tutelare le imprese e i lavoratori - si legge nel Manifesto costituen-te - signifi ca innanzitutto tutelare le persone e la struttura sociale che essi esprimono; a questo fi ne riteniamo urgente la creazione di una rete di riferimenti e di opportunità
di sostegno e affi ancamento alle situazioni instabili, delle strutture di emergenza (di assistenza legale, psicologica, fi nanziaria) che possano sostenere e rispondere alle situazioni di pressante necessità”. Azioni concrete che non solo potranno “consentire di riscattare vite e famiglie”, ma permette-ranno di “sottrarre la rete di correlazioni in cui la situazione critica è inserita - dipenden-ti, fornitori - dalla drammaticità della man-canza di risorse economiche; dalla catena di complessità successive causata dal venire meno dei pagamenti di servizi e beni; dalla desertifi cazione emotiva ed economica in cui le famiglie e le comunità, sommerse dal-le diffi coltà, sono costrette a sopravvivere”.
Un fenomeno dai contorni preoccupanti: più di 50 suicidi negli ultimi tre anni, nove solo negli ultimi quattro mesi: sono i numeri che raccontano il drammatico impatto della
crisi economica nel Veneto. Vittime designa-te sono gli imprenditori, messi alle strette da debiti, imposte, pagamenti che chissà quan-do e se arriveranno: “Si tratta di un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più – afferma Giuseppe Bortolussi, segre-tario Cgia Mestre - Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un siste-ma sordo ed insensibile”.
Secondo i dati dell’associazione di ca-tegoria mestrina, se nel 2004 le aziende che non superavano i 5 anni di apertura erano il 45,4% del totale; cinque anni dopo la percentuale sale a 49,6%. Tanto basta a immaginare dietro a queste percentuali, altrettanti lavoratori, famiglie, imprenditori lasciati alla solitudine di un destino amaro.
Dopo il dramma della morte del padre, LauraTamiozzo ha trovato il coraggio di reagire
Dopo i suicidi degli imprenditori Nasce a Vigonza la nuova associazione
“Speranza al lavoro”per sconfi ggere la crisi
La presentazione dell’associazione a Vigonza
“Tutelare le nostre imprese signifi ca prima di tutto tutelare le persone”
di Laura Organte
20 Noi e gli altri2020 Noi e gli altri
aiuta le associazioni di Padova e provincia a contrastare la diffusione di situazioni di povertà
a chi e’ in difficolta’ dona il tuo 5 per mille 2012con il progetto NON DI SOLO PANE per garantire:* beni di prima necessità * beni relazionali* abitazione
nella tua dichiarazione dei redditi o nel CUD sostieni il volontariato padovano
e indica il codice fiscale 92161950289dell’associazione Centro Servizi Padova Solidale
per conoscere i dettagli del progettoseguirne la realizzazione e avere maggiori informazioni
www.csvpadova.org
In Italiauna persona su quattro è a rischio povertà*
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2010
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Associazione CSPDSCentro Servizi Padova SolidaleEnte gestore CSV Padova
12 Noi e gli altri
Antonio Tamiozzo aveva 54 anni quan-do, il 31 dicembre scorso, si è tolto la vita nel capannone dell’azienda di
famiglia, fondata da sua padre quarant’anni fa. Da quel giorno in Italia, secondo i dati dell’associazione artigiani e piccoli impren-ditori di Mestre, altri 23 imprenditori, schiac-ciati dal peso della crisi economica, hanno subito lo stesso destino. Di questi ben 9 (il 40%), nel Veneto. Ed è proprio in questa regione, tanto spesso portata ad esempio di un’economia fondata sulla laboriosità di pic-cole e medie impresa a gestione familiare, che nasce l’associazione dei familiari degli imprenditori suicidi, iniziativa di Adiconsum e Filca-Cisl pensata per rompere il silenzio e la solitudine in cui sono immersi tanti lavo-ratori, consumatori, piccoli imprenditori e le loro famiglie a causa della pressione fi scale e della crisi economica.
Per la presentazione di “Speranzal-lavoro”, avvenuta lo scorso 16 aprile, è stato scelto un luogo simbolico: il Centro parrocchiale San Sebastiano di Vigonza, la stessa sala dove Laura Tamiozzo, 29 anni, fi glia dell’imprenditore vicentino, e oggi presi-dente dell’associazio-ne, aveva letto la let-tera “da imprenditrice a imprenditrice” scritta di suo pugno e indiriz-zata a Flavia Schiavon, classe 1980, fi glia di Giovanni Schiavon, titolare dell’impresa edile Eurostrade 90 di Vigonza, morto suici-da lo scorso 12 dicembre. La lettura era av-venuta il 28 marzo a Vigonza nel corso del toccante incontro-confronto organizzato dal-la Filca Cisl regionale sull’indifferenza che uccide. L’associazione, con sede a Mestre
(via Piave 7), risponde per ora all’indirizzo mail [email protected], ma ha in programma l’istituzione di un numero ver-de e la costituzione di un pool di psicologi che possano far fronte alle richieste d’aiuto.
Una risposta all’urgen-te necessità di rifonda-zione morale, culturale, politica ed economica di un sistema che non ha saputo rispondere ai bisogni reali e pressanti
dei suoi componenti, creando e potenziando ulteriori separazioni, confl ittualità, ingiu-stizie, isolamenti: “Tutelare le imprese e i lavoratori - si legge nel Manifesto costituen-te - signifi ca innanzitutto tutelare le persone e la struttura sociale che essi esprimono; a questo fi ne riteniamo urgente la creazione di una rete di riferimenti e di opportunità
di sostegno e affi ancamento alle situazioni instabili, delle strutture di emergenza (di assistenza legale, psicologica, fi nanziaria) che possano sostenere e rispondere alle situazioni di pressante necessità”. Azioni concrete che non solo potranno “consentire di riscattare vite e famiglie”, ma permette-ranno di “sottrarre la rete di correlazioni in cui la situazione critica è inserita - dipenden-ti, fornitori - dalla drammaticità della man-canza di risorse economiche; dalla catena di complessità successive causata dal venire meno dei pagamenti di servizi e beni; dalla desertifi cazione emotiva ed economica in cui le famiglie e le comunità, sommerse dal-le diffi coltà, sono costrette a sopravvivere”.
Un fenomeno dai contorni preoccupanti: più di 50 suicidi negli ultimi tre anni, nove solo negli ultimi quattro mesi: sono i numeri che raccontano il drammatico impatto della
crisi economica nel Veneto. Vittime designa-te sono gli imprenditori, messi alle strette da debiti, imposte, pagamenti che chissà quan-do e se arriveranno: “Si tratta di un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più – afferma Giuseppe Bortolussi, segre-tario Cgia Mestre - Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un siste-ma sordo ed insensibile”.
Secondo i dati dell’associazione di ca-tegoria mestrina, se nel 2004 le aziende che non superavano i 5 anni di apertura erano il 45,4% del totale; cinque anni dopo la percentuale sale a 49,6%. Tanto basta a immaginare dietro a queste percentuali, altrettanti lavoratori, famiglie, imprenditori lasciati alla solitudine di un destino amaro.
Dopo il dramma della morte del padre, LauraTamiozzo ha trovato il coraggio di reagire
Dopo i suicidi degli imprenditori Nasce a Vigonza la nuova associazione
“Speranza al lavoro”per sconfi ggere la crisi
La presentazione dell’associazione a Vigonza
“Tutelare le nostre imprese signifi ca prima di tutto tutelare le persone”
di Laura Organte
11Mondo scuola
Portare la scuola in territori che per le loro ostili condizioni climatiche e per il diffi cile contesto socioeconomico in
cui si trovano sono molto povere di infra-strutture.
Questo l’obiettivo per il quale saranno presto coinvolti attivamente gli allievi di Enaip Veneto, chiamati a costruire una scuo-la “mobile” energeticamente sostenibile per il villaggio di Wersege in Etiopia. Un pro-getto contraddistinto insieme da una forte valenza sociale oltre che da un signifi cativo impatto educativo.
Il progetto della “Mobile-School” nasce dall’idea di Paola Vecchiato, architetto che negli ultimi anni ha dedicato la propria espe-rienza e professionalità ai paesi più poveri e ai contesti abitativi più problematici. Un intervento concreto a favore di bambini e ragazzi a cui spesso è negato il diritto allo studio.
“Mobile-School” è una struttura facil-mente smontabile e trasportabile, costituita da unità mobili espandibili, con elevati stan-dard di qualità abitativa ed energeticamen-te sostenibile: un’aula che potrà accogliere dai 24 ai 48 giovani studenti, a seconda delle necessità e dunque dell’utilizzo.
Nel concreto, gli studenti dell’Enaip realizzeranno il prototipo a partire dalla pro-gettazione, con l’obiettivo fi nale di avviarne poi la produzione e installare la prima unità nel villaggio etiope.
I ragazzi saranno dunque impegnati nella progettazione tecnica a fi anco dei progettisti, nella defi nizione delle specifi che tecniche e nei test di laboratorio, costru-iranno le parti meccaniche ed elettriche, infi ne si occuperanno anche della logistica: montaggio, smontaggio e imballaggio, or-ganizzazione dei carichi, trasporto per la collocazione in sito.
Gli studenti saranno coinvolti in un’“im-presa formativa” ovvero una modalità di “formazione in assetto lavorativo” che per-metterà ai giovani partecipanti di cimentarsi in attività concrete fi nalizzate alla produ-zione, sperimentando così tempi, modalità organizzative e dinamiche di gruppo proprie di un’attività lavorativa ed economica. Mag-giormente interessati saranno gli studenti del comparto elettrico e dei settori della meccanica e della termoidraulica.
Un’iniziativa ambiziosa, per cui i pro-motori lanciano fi n da ora un appello ad aziende ed enti affi nché diventino partner
per la realizzazione del prototipo.Il progetto, che ha per motto “la scuola
costruisce la scuola”, è promosso, oltre che da Enaip Veneto ed Enaip nazionale, anche da Enaip Friuli e Acli.
Gode inoltre del patrocinio del comune di Padova e del comune di Trieste e della collaborazione dell’ambasciata d’Italia e dell’associazione italiana di Addis Abeba e di S.E. Project.
di Gloria Cesarotto
Gli studentipadovanirealizzerannoil prototipo,per farlo verrannocoinvolti in una “impresaformativa”
Il progetto Da un’idea dell’architetto Paola Vecchiato nasce una struttura smontabile e trasportabile a moduli
Enaip crea la scuola “mobile” in Etiopia
In alto, uno studente dell’Enaip all’opera (© Enaip Veneto / foto: G.De Sandre), in basso il progetto della scuola “mobile”
13Cultura provinciale
Nuove tracce della Padova romana sono venute alla luce – del tutto inat-tese – in zona industriale all’interno
di un cantiere di lavori commissionati dal Consorzio Zip in corso Stati Uniti. Cinque se-polture romane in un paio di metri quadrati, con corredi in terracotta, metallo e vetro. Una scoperta sensazionale a detta degli archeologi della Soprintendenza del Veneto, perché apre nuovi sce-nari per la comprensio-ne della storia di Padova e del suo territorio e dà impulso a nuove ricer-che in una zona non ancora esplorata.
“Nel corso di scavi per far passare i tubi delle fognature – ha raccontato il presiden-te Zip Angelo Boschetti – un colpo di ruspa ha fatto riaffi orare i primi resti. Abbiamo subito avvisato la Soprintendenza arche-ologica per avviare un’indagine di appro-fondimento”. Utilizzando la trincea scavata dagli operai, allargata di un paio di metri,
gli archeologi hanno fatto riemergere cinque sepolture databili al I secolo d.C.: “Anche se non è un ritrovamento cospicuo – ha spie-gato la responsabile della Soprintendenza per Padova Elena Pettenò – è però un indi-catore importantissimo del potenziale della zona, che andrà ora studiata come area centuriata nella parte meridionale di Pado-va, meno nota fi no ad oggi rispetto a quel-
la settentrionale”. Importante anche la qualità del materiale rinvenuto: ossuari fi t-tili contenenti le ossa combuste dei defunti, chiusi da coperchi,
sempre in terra cotta. Le tre tombe meglio conservate erano
state protette da anfore segate e deposte capovolte sul fondo delle fosse e in due se-polture le anfore poggiavano su una grande tegola utilizzata come fondo. Al loro interno oggetti di corredo legati al rituale funebre romano. “Abbiamo ritrovato vasellame da
mensa – ha spiegato l’archeologa Cecilia Rossi – come piatti, coppe e olpai, le an-tiche bottiglie, per le offerte alimentari ai defunti, durante i banchetti allestiti presso le tombe al momento della sepoltura, e poi balsamari vitrei, in origine contenenti gli oli e gli unguenti profumati cosparsi sui resti combusti.
Rinvenute anche quattro monete: rap-presentavano probabilmente gli oboli per Caronte, il mitico traghettatore delle anime dei defunti, e ci permettono di datare le tombe al I secolo d.C. La presenza in una tomba di una valva di conchiglia, impiegata
come contenitore per cosmetici, suggerisce che si trattasse di una deposizione femmini-le”. Ma cosa ci facevano lì queste tombe? Per ora è possibile azzardare alcune ipotesi generiche: “Probabilmente – a parlare è Stefano Tuzzato, l’archeologo che ha seguito la ricerca per conto della Soprinten-denza – questo nucleo di tombe è legato ad assi viari e a un insediamento del tipo a villa rustica, una sorta di fattoria”. Ma le ricerche non fi niscono qui: la Zip ha già in programma una campagna di prospezione tramite georadar che permetterà di vedere fi no a 15 metri sotto il livello del suolo.
Tornano alla luce cinque sepolture databili al I secolo dopo CristoOra le ricerche in profondità
Archeologia La scoperta durante gli scavi per le fognature in Corso Stati Uniti
Reperti romani tra le fabbriche
Alcuni degli oggetti rinvenuti negli scavi in zona industriale
Due mostre parallele, nell’ambito della rassegna “Padova Photo-Graphia”, curata da Maria Beatrice Autizi e
Angelo Maggi, sveleranno l’opera di due grandi fotografi . Di grande rilevanza sarà l’esposizione personale di Daniele Duca “Proximity”, affermato artista della fotografi a e copywriter: la mostra, ospitata fi no al 10 giugno negli spazi della Galleria Cavour, accompagnata da un catalogo a cura di Angelo Maggi, presenterà una ricognizione sorprendente degli oggetti del nostro tempo, cui lo sguardo ravvicinato dell’autore regala una dimensione poetica, ironica, a tratti visionaria. Un’altra sede cittadina prestigiosa, quella dell’Oratorio di San Rocco, accoglierà invece durante il medesimo periodo l’intenso reportage di Giovanni Marrozzini “La nouvel-le Semance”, parte di una lunga ricerca, di valore espressivo e documentario, svolta dal fotografo nella Repubblica del Camerun.
FOTOGRAFIA
Giovanni Marrozzinie Daniele Duca
Una foto di Marrozzini
Novità L’Archivio di Stato mette on line i documenti della Certosa di S. Bernardo
L’antico archivio delle pergamene cu-stodite nella Certosa di San Bernardo di Padova rinasce sul web. Grazie alla
collaborazione tra l’Archivio di Stato, la Provincia e il Lions Club Padova Certosa, un’intera collezione medievale è stata digitalizzata e resa disponibile su un sito dedicato e accessibile da www.aspd.beni-culturali.it.
“Si tratta di un evento particolarmente rilevante e unico nel Veneto – ha spiegato l’assessore Leandro Comacchio – perché la documentazione potrà essere consultata ovunque, da casa, a scuola o all’universi-tà, attraverso un collegamento internet. L’archivio è costituito da 589 pergame-ne risalenti al XII secolo e il fondo, tutto inedito, non era inventariato. I documenti sono stati restaurati, riordinati, indicizzati e infi ne digitalizzati per essere consultabili online.
È un’occasione preziosa per venire a conoscere i gioielli custoditi dall’Archivio che rappresentano la nostra storia e iden-tità”. In questa occasione a palazzo Santo Stefano è stata allestita un’esposizione, aperta al pubblico fi no a giugno, di alcu-ne pergamene originali dell’Archivio della Certosa, in particolare le più antiche del Monastero delle monache benedettine di
San Bernardo e la donazione del terreno sul quale costruire l’omonima chiesa.
“La pubblicazione digitale delle perga-mene – ha sottolineato la direttrice Fran-cesca Fantini D’Onofrio – fornisce quindi un agile strumento di ricerca per conosce-re, indagare e approfondire il patrimonio documentario medievale padovano.
L’utilizzo della tecnologia informatica permette infatti una migliore visualizza-zione dello scritto, superando le diffi coltà della lettura a occhio nudo e consentendo l’ingrandimento delle immagini per agevo-
lare il riconoscimento dei tratti scrittori. Gli originali, inoltre, saranno maggiormente tutelati dal degrado dovuto alla manipola-zione, permettendo così una più adeguata conservazione per i secoli futuri”.
Il sito dell’Archivio di Stato di Padova sarà rinnovato entro l’autunno per dare il giusto rilievo alla sala di studio virtuale che s’implementerà con la progressiva immis-sione di fondi documentari digitalizzati. Entro l’anno è previsto l’inserimento della cartografi a storica di Padova e provincia.
Le pergamene del XII secoloconsultabili dal computer di casa
Il dettaglio di una delle pergamente digitalizzate
L.O.
EVENTI E MOSTRE
FATIMA ABBADI E LE DONNESarà aperta fi no al 3 giugno presso la galleria Salmonà la personale della fotografa Fatima Abbadi, una ricerca sulla con-dizione femminile nel mondo dal titolo “Womens through my lens”. Alla sua indagine regalano in quest’ottica un’originale sensibilità le sue stesse origini, radicate in due mondi differenti ed apparentemente lontani: quello orientale e quello occidentale. Fatima Abbadi è infatti cresciuta in un ambiente e in una famiglia multietnici, che le hanno permesso di maturare vivendo culture e religioni diverse.
L’ARTE DEL RITRATTO MINIATOL’arte del ritratto miniato sarà in mostra fi no al 24 giugno a palazzo Zuckermann. Tale tecnica, che si caratterizza per una pittura minuta, descrittiva e analitica, è ben rappre-sentata nelle civiche collezioni. Le miniature, dovute principalmente ad artisti veneti, lombardi ed emiliani, coprono un arco cronologico che va dalla fi ne del Cinquecento all’Ottocento, come suggeriscono i dati stilistici e di costume degli effi giati. Si tratta di pezzi di particolare interesse per il loro carattere decorativo, per la cura dei dettagli dell’abbigliamento e dell’acconciatura dei personaggi e per la vivacità fi sionomica.
ANGELERI SUONA AGLI EREMITANIIl tradizionale ciclo primaverile di concerti al Museo Eremitani, organizzato dalla Fondazione Musicale Masiero e Centanin in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova giunge nel 2012 alla sua ottava edizione. Nei quattro concerti, dal 23 maggio al 14 giugno, Giovanni Angeleri con i Solisti dell’Orchestra delle Venezie propone interpretazioni di musiche del periodo romantico, classico e barocco con strumenti d’epoca; l’ideale ambientazione nella Sala del Romanino e nel Chiostro Albini contribuisce ad evocare le particolari emozioni suscitate dalle inedite sonorità degli strumenti antichi.
a cura di Laura Organte
Ritrovate anfore,monete, piattie vasellame, forsein zona c’erauna villa o fattoria
di Laura Organte
22 Mondo scuola2222 Mondo scuola
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11Mondo scuola
Portare la scuola in territori che per le loro ostili condizioni climatiche e per il diffi cile contesto socioeconomico in
cui si trovano sono molto povere di infra-strutture.
Questo l’obiettivo per il quale saranno presto coinvolti attivamente gli allievi di Enaip Veneto, chiamati a costruire una scuo-la “mobile” energeticamente sostenibile per il villaggio di Wersege in Etiopia. Un pro-getto contraddistinto insieme da una forte valenza sociale oltre che da un signifi cativo impatto educativo.
Il progetto della “Mobile-School” nasce dall’idea di Paola Vecchiato, architetto che negli ultimi anni ha dedicato la propria espe-rienza e professionalità ai paesi più poveri e ai contesti abitativi più problematici. Un intervento concreto a favore di bambini e ragazzi a cui spesso è negato il diritto allo studio.
“Mobile-School” è una struttura facil-mente smontabile e trasportabile, costituita da unità mobili espandibili, con elevati stan-dard di qualità abitativa ed energeticamen-te sostenibile: un’aula che potrà accogliere dai 24 ai 48 giovani studenti, a seconda delle necessità e dunque dell’utilizzo.
Nel concreto, gli studenti dell’Enaip realizzeranno il prototipo a partire dalla pro-gettazione, con l’obiettivo fi nale di avviarne poi la produzione e installare la prima unità nel villaggio etiope.
I ragazzi saranno dunque impegnati nella progettazione tecnica a fi anco dei progettisti, nella defi nizione delle specifi che tecniche e nei test di laboratorio, costru-iranno le parti meccaniche ed elettriche, infi ne si occuperanno anche della logistica: montaggio, smontaggio e imballaggio, or-ganizzazione dei carichi, trasporto per la collocazione in sito.
Gli studenti saranno coinvolti in un’“im-presa formativa” ovvero una modalità di “formazione in assetto lavorativo” che per-metterà ai giovani partecipanti di cimentarsi in attività concrete fi nalizzate alla produ-zione, sperimentando così tempi, modalità organizzative e dinamiche di gruppo proprie di un’attività lavorativa ed economica. Mag-giormente interessati saranno gli studenti del comparto elettrico e dei settori della meccanica e della termoidraulica.
Un’iniziativa ambiziosa, per cui i pro-motori lanciano fi n da ora un appello ad aziende ed enti affi nché diventino partner
per la realizzazione del prototipo.Il progetto, che ha per motto “la scuola
costruisce la scuola”, è promosso, oltre che da Enaip Veneto ed Enaip nazionale, anche da Enaip Friuli e Acli.
Gode inoltre del patrocinio del comune di Padova e del comune di Trieste e della collaborazione dell’ambasciata d’Italia e dell’associazione italiana di Addis Abeba e di S.E. Project.
di Gloria Cesarotto
Gli studentipadovanirealizzerannoil prototipo,per farlo verrannocoinvolti in una “impresaformativa”
Il progetto Da un’idea dell’architetto Paola Vecchiato nasce una struttura smontabile e trasportabile a moduli
Enaip crea la scuola “mobile” in Etiopia
In alto, uno studente dell’Enaip all’opera (© Enaip Veneto / foto: G.De Sandre), in basso il progetto della scuola “mobile”
13Cultura provinciale
Nuove tracce della Padova romana sono venute alla luce – del tutto inat-tese – in zona industriale all’interno
di un cantiere di lavori commissionati dal Consorzio Zip in corso Stati Uniti. Cinque se-polture romane in un paio di metri quadrati, con corredi in terracotta, metallo e vetro. Una scoperta sensazionale a detta degli archeologi della Soprintendenza del Veneto, perché apre nuovi sce-nari per la comprensio-ne della storia di Padova e del suo territorio e dà impulso a nuove ricer-che in una zona non ancora esplorata.
“Nel corso di scavi per far passare i tubi delle fognature – ha raccontato il presiden-te Zip Angelo Boschetti – un colpo di ruspa ha fatto riaffi orare i primi resti. Abbiamo subito avvisato la Soprintendenza arche-ologica per avviare un’indagine di appro-fondimento”. Utilizzando la trincea scavata dagli operai, allargata di un paio di metri,
gli archeologi hanno fatto riemergere cinque sepolture databili al I secolo d.C.: “Anche se non è un ritrovamento cospicuo – ha spie-gato la responsabile della Soprintendenza per Padova Elena Pettenò – è però un indi-catore importantissimo del potenziale della zona, che andrà ora studiata come area centuriata nella parte meridionale di Pado-va, meno nota fi no ad oggi rispetto a quel-
la settentrionale”. Importante anche la qualità del materiale rinvenuto: ossuari fi t-tili contenenti le ossa combuste dei defunti, chiusi da coperchi,
sempre in terra cotta. Le tre tombe meglio conservate erano
state protette da anfore segate e deposte capovolte sul fondo delle fosse e in due se-polture le anfore poggiavano su una grande tegola utilizzata come fondo. Al loro interno oggetti di corredo legati al rituale funebre romano. “Abbiamo ritrovato vasellame da
mensa – ha spiegato l’archeologa Cecilia Rossi – come piatti, coppe e olpai, le an-tiche bottiglie, per le offerte alimentari ai defunti, durante i banchetti allestiti presso le tombe al momento della sepoltura, e poi balsamari vitrei, in origine contenenti gli oli e gli unguenti profumati cosparsi sui resti combusti.
Rinvenute anche quattro monete: rap-presentavano probabilmente gli oboli per Caronte, il mitico traghettatore delle anime dei defunti, e ci permettono di datare le tombe al I secolo d.C. La presenza in una tomba di una valva di conchiglia, impiegata
come contenitore per cosmetici, suggerisce che si trattasse di una deposizione femmini-le”. Ma cosa ci facevano lì queste tombe? Per ora è possibile azzardare alcune ipotesi generiche: “Probabilmente – a parlare è Stefano Tuzzato, l’archeologo che ha seguito la ricerca per conto della Soprinten-denza – questo nucleo di tombe è legato ad assi viari e a un insediamento del tipo a villa rustica, una sorta di fattoria”. Ma le ricerche non fi niscono qui: la Zip ha già in programma una campagna di prospezione tramite georadar che permetterà di vedere fi no a 15 metri sotto il livello del suolo.
Tornano alla luce cinque sepolture databili al I secolo dopo CristoOra le ricerche in profondità
Archeologia La scoperta durante gli scavi per le fognature in Corso Stati Uniti
Reperti romani tra le fabbriche
Alcuni degli oggetti rinvenuti negli scavi in zona industriale
Due mostre parallele, nell’ambito della rassegna “Padova Photo-Graphia”, curata da Maria Beatrice Autizi e
Angelo Maggi, sveleranno l’opera di due grandi fotografi . Di grande rilevanza sarà l’esposizione personale di Daniele Duca “Proximity”, affermato artista della fotografi a e copywriter: la mostra, ospitata fi no al 10 giugno negli spazi della Galleria Cavour, accompagnata da un catalogo a cura di Angelo Maggi, presenterà una ricognizione sorprendente degli oggetti del nostro tempo, cui lo sguardo ravvicinato dell’autore regala una dimensione poetica, ironica, a tratti visionaria. Un’altra sede cittadina prestigiosa, quella dell’Oratorio di San Rocco, accoglierà invece durante il medesimo periodo l’intenso reportage di Giovanni Marrozzini “La nouvel-le Semance”, parte di una lunga ricerca, di valore espressivo e documentario, svolta dal fotografo nella Repubblica del Camerun.
FOTOGRAFIA
Giovanni Marrozzinie Daniele Duca
Una foto di Marrozzini
Novità L’Archivio di Stato mette on line i documenti della Certosa di S. Bernardo
L’antico archivio delle pergamene cu-stodite nella Certosa di San Bernardo di Padova rinasce sul web. Grazie alla
collaborazione tra l’Archivio di Stato, la Provincia e il Lions Club Padova Certosa, un’intera collezione medievale è stata digitalizzata e resa disponibile su un sito dedicato e accessibile da www.aspd.beni-culturali.it.
“Si tratta di un evento particolarmente rilevante e unico nel Veneto – ha spiegato l’assessore Leandro Comacchio – perché la documentazione potrà essere consultata ovunque, da casa, a scuola o all’universi-tà, attraverso un collegamento internet. L’archivio è costituito da 589 pergame-ne risalenti al XII secolo e il fondo, tutto inedito, non era inventariato. I documenti sono stati restaurati, riordinati, indicizzati e infi ne digitalizzati per essere consultabili online.
È un’occasione preziosa per venire a conoscere i gioielli custoditi dall’Archivio che rappresentano la nostra storia e iden-tità”. In questa occasione a palazzo Santo Stefano è stata allestita un’esposizione, aperta al pubblico fi no a giugno, di alcu-ne pergamene originali dell’Archivio della Certosa, in particolare le più antiche del Monastero delle monache benedettine di
San Bernardo e la donazione del terreno sul quale costruire l’omonima chiesa.
“La pubblicazione digitale delle perga-mene – ha sottolineato la direttrice Fran-cesca Fantini D’Onofrio – fornisce quindi un agile strumento di ricerca per conosce-re, indagare e approfondire il patrimonio documentario medievale padovano.
L’utilizzo della tecnologia informatica permette infatti una migliore visualizza-zione dello scritto, superando le diffi coltà della lettura a occhio nudo e consentendo l’ingrandimento delle immagini per agevo-
lare il riconoscimento dei tratti scrittori. Gli originali, inoltre, saranno maggiormente tutelati dal degrado dovuto alla manipola-zione, permettendo così una più adeguata conservazione per i secoli futuri”.
Il sito dell’Archivio di Stato di Padova sarà rinnovato entro l’autunno per dare il giusto rilievo alla sala di studio virtuale che s’implementerà con la progressiva immis-sione di fondi documentari digitalizzati. Entro l’anno è previsto l’inserimento della cartografi a storica di Padova e provincia.
Le pergamene del XII secoloconsultabili dal computer di casa
Il dettaglio di una delle pergamente digitalizzate
L.O.
EVENTI E MOSTRE
FATIMA ABBADI E LE DONNESarà aperta fi no al 3 giugno presso la galleria Salmonà la personale della fotografa Fatima Abbadi, una ricerca sulla con-dizione femminile nel mondo dal titolo “Womens through my lens”. Alla sua indagine regalano in quest’ottica un’originale sensibilità le sue stesse origini, radicate in due mondi differenti ed apparentemente lontani: quello orientale e quello occidentale. Fatima Abbadi è infatti cresciuta in un ambiente e in una famiglia multietnici, che le hanno permesso di maturare vivendo culture e religioni diverse.
L’ARTE DEL RITRATTO MINIATOL’arte del ritratto miniato sarà in mostra fi no al 24 giugno a palazzo Zuckermann. Tale tecnica, che si caratterizza per una pittura minuta, descrittiva e analitica, è ben rappre-sentata nelle civiche collezioni. Le miniature, dovute principalmente ad artisti veneti, lombardi ed emiliani, coprono un arco cronologico che va dalla fi ne del Cinquecento all’Ottocento, come suggeriscono i dati stilistici e di costume degli effi giati. Si tratta di pezzi di particolare interesse per il loro carattere decorativo, per la cura dei dettagli dell’abbigliamento e dell’acconciatura dei personaggi e per la vivacità fi sionomica.
ANGELERI SUONA AGLI EREMITANIIl tradizionale ciclo primaverile di concerti al Museo Eremitani, organizzato dalla Fondazione Musicale Masiero e Centanin in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova giunge nel 2012 alla sua ottava edizione. Nei quattro concerti, dal 23 maggio al 14 giugno, Giovanni Angeleri con i Solisti dell’Orchestra delle Venezie propone interpretazioni di musiche del periodo romantico, classico e barocco con strumenti d’epoca; l’ideale ambientazione nella Sala del Romanino e nel Chiostro Albini contribuisce ad evocare le particolari emozioni suscitate dalle inedite sonorità degli strumenti antichi.
a cura di Laura Organte
Ritrovate anfore,monete, piattie vasellame, forsein zona c’erauna villa o fattoria
di Laura Organte
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IL VENETOin PRIMO PIANO
Piano sociosanitario Veneto, è allarme per i tagli in vista. L’allarme è arrivato al punto che in molti fra gli amministratori e forze
politiche temono per la chiusura di interi noso-comi. La Regione Veneto infatti, ha stilato nelle scorse settimane il nuovo piano per la riorganiz-zazione della sanità, che è arrivato all’esame della commissione competente contenendo già dei “criteri guida” ben precisi. Fra questi si è convenuto, per l’adeguamento dei costi stan-dard per il 2013, che la dimensione ottimale di una azienda sanitaria in Veneto debba es-sere quella di struttura di servizio ad un’area di 200- 300 mila abitanti. Il numero dei posti letto fi ssati è di 3 per mille abitanti per quan-to riguarda gli acuti. Il numero dei posti letto riguardanti le strutture di riabilitazione intensi-va è di 0,5 posti letto per ogni mille abitanti (come al centro di riabilitazione “San Camillo” a Venezia per intenderci). Sarà invece di 1,2 posti letto ogni mille abitanti la percentuale riferita alle strutture intermedie, come quelle per malati terminali oncologici, per malati di
Alzheimer, ospedali di comunità in aree come quelle montane e lagunari con grande disper-sione della popolazione. I nuovi criteri però, facendo un calcolo, portano ad una stima che prevede un taglio di circa 2000 posti letto a livello regionale. E questo rischia di comportare in alcuni casi tagli delle strutture ritenute non più funzionali lasciando scoperti interi territori e popolazioni che avranno a disposizione, solo l’ospedale del capoluogo di provincia. La “lista della paura” delle dismissioni in Veneto vede “nel mirino” i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e “Borgo Roma” a Ve-rona. A Dolo per cominciare il rischio in questa prospettiva è che vengano cancellati 365 di posti letto, a di Piove di Sacco 290, 230 ad Adria, 124 a Noventa Vicentina, 166 a Valda-gno, 170 a Bussolengo e ben 682 all’ospedale veronese “Borgo Roma”. Contro queste fosche prospettive, si sono mobilitati sindaci, associa-zioni, comitati, sindacati e consiglieri regionali. In quinta commissione in particolar modo: il
presidente Leonardo Padrin (Pdl), e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin (Pdl) , Bruno Pi-gozzo (Pd), Carlo Sernaglia (Pd) e Federico Ca-ner (Lega Nord). A fugare i timori più cupi ci ha pensato il consigliere regionale Bruno Pigozzo. “E’ indubbio – dice Pigozzo che ci possano essere preoccupazioni per i tagli in vista. Come consiglieri regionali cercheremo di salvaguarda-re in ogni modo il diritto alla salute. L’esame sul merito delle schede tecniche abbinate al Piano socio sanitario partirà in quinta commissione a metà maggio. Sulle schede ospedaliere la com-missione avrà parere vincolante e siamo pronti a rimediare se sono state fatte delle forzature proponendo emendamenti anche in accordo con le forze di maggioranza”. Intanto forze po-litiche, e referenti territoriali in tutte le province, hanno avviato mobilitazioni, raccolte di fi rme e in qualche caso hanno ottenuto rassicurazioni, che gli ospedali nei territori di loro riferimento non verranno chiusi. Per capire che succederà concretamente però bisognerà aspettare qual-che settimana.
di Alessandro Abbadir
Sanità, nuovi tagli in vista
Sono passate alcune settimane da quella sofferta conferenza stampa con la quale il direttore genera-le dell’Asl 16 Adriano Cestrone e il presidente della
quinta commissione sanità regionale Leonardo Padrin si sono affrettati a smentire le notizie che paventavano la chiusura dell’ospedale piovese.
Nel frattempo a palazzo Ferro Fini, in seno alla Quinta commissione, si è provveduto ad approvare il piano sanita-rio regionale con le relative schede ospedaliere. Ma qualcu-no non si fi da. Tant’è che il pubblico consesso di palazzo Jappelli ha elaborato ed approvato un ordine del giorno in
difesa dell’ospedale Immacolata Concezione. Il documento, presentato dall’opposizione e precisamente dai consiglieri Lino Conte, Stefano Chinaglia e Davide Gianella, è stato approvato all’unanimità e, quindi, anche dalla maggioran-za. Nello scritto gli autori si dicono ancora allarmati circa il futuro del nosocomio la cui chiusura “sarebbe di una gravità inaudita, in quanto stiamo parlando una struttura che serve da punto di riferimento sanitario a oltre 70 mila cittadini che faticherebbero molto trovare risposte dall’ospedale S.Antonio. Ricordiamo le promesse fatte da Padrin e Cestro-ne nel fugare le preoccupazioni sulle sorti del nostro ospe-
dale – si legge sempre nello scritto – e che nei piani della Regione non vi è volontà di chiuderlo, pur nell’ambito del piano di razionalizzazione delle spese sanitarie. Rimangono comunque le nostre preoccupazioni circa il ritardo nel rimuo-vere le situazioni di sofferenza in cui versano alcuni reparti per la mancanza della fi gura apicale di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Medicina e Geriatria”.
Il documento termina annunciando che il consiglio co-munale piovese si ritiene in stato di agitazione permanente e ben vigile circa le decisioni regionali.
SANITÀ PIOVESE IL CONSIGLIO COMUNALE VIGILA SUL FUTURO DELL’OSPEDALE
Le aree con una popolazione tra i 200 e i 300 mila abitanti avranno una Ulss di riferimento. I posti letto per acuti saranno 3 ogni mille abitanti
Gianni Patella
La paura è grande, l’ipotesi di una possibile chiusura dell’ospedale di Dolo in Riviera del Brenta ha fatto subito intervenire associazioni ed istituzioni che si sono mobilitate in sua difesa. Nelle scorse settimane, è stato chiamato direttamente in causa dalla Conferenza
dei sindaci dell’Ulss 13 il direttore generale Arturo Orsini. Orsini ha spiegato che da quanto ri-sulta, non è prevista alcuna chiusura dell’ospedale di Dolo (che insieme con quello di Mirano compone l’azienda sanitaria). Anzi, ha ribadito Orsini ai sindaci: sarà ben diffi cile chiudere una struttura che con 2700 dipendenti e essendo sempre sotto fi nanziata, è risultata un esempio di eccellenza a livello regionale. “Se stessimo a valutare il nuovo criterio - sottolinea il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 Fabio Livieri - questo è in Riviera e Miranese di 2,7 posti letto ogni mille abitanti, inferiore ai 3 previsti nelle nuove disposizioni. Sono stati stanziati 5 milioni per l’ammodernamento dell’ospedale di Dolo”. Soldi però che per altri sindaci non bastano proprio, visto che il “fabbisogno” richiesto e mai concesso, sarebbe di 40 milioni di euro. Resta poi aperta la questione dei territori “cerniera” e cioè quelli della Riviera Sud con i comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara e Campagna Lupia. Questi sono nei guai più di altri perché oltre a Dolo si parla del rischio della chiusura di un altro ospedale per queste popolazioni di riferimento: quello di Piove di Sacco. “Se chiu-dono gli ospedali di Piove e Dolo - dice sconsolato il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto - non ci resta che Chioggia, Padova o Mestre, tutte località che con il traffi co sono ad oltre un’ora di strada”.
Ulss 13 Dolo – Mirano
“NESSUNA CHIUSURA, SIAMO SOTTO FINANZIATI”
A.A.
Piano socio-sanitario Fissati criteri guida per l’adeguamento ai costi standard 2013
7Il Veneto in primo piano
Nello scacchiere della sanità provinciale il nuovo piano regionale conferma le tre Uls e i principali ospedali, su tutti Padova
che avrà un nuovo nosocomio sulla cui ubica-zione ormai i giochi sembrano fatti. La struttura sorgerà a Padova Ovest e, insieme a Verona, sarà una struttura di riferimento nazionale, al vertice della rete ospedaliera.
Quello di Padova sarà un “hub”, termi-nologia adottata dalla regione per defi nire gli ospedali di riferimento che avranno sede nei capoluoghi di provincia e potranno mantenere tutte le specialità. Ulteriore gradino è rappre-sentato dagli “spoke”, ospedali di rete che avranno un bacino di 200mila abitanti: Citta-
della – Camposampiero nell’Alta Padovana e il nuovo ospedale di Schiavonia fra Monselice ed Este nella Bassa. L’”offerta ospedaliera” si chiude con i “nodi di rete”: strutture per acuti prevalentemente ad indirizzo riabilitativo.
Una riorganizzazio-ne che signifi cherà chiu-sura di reparti (è il caso ad esempio dei servizi di otorino che troveranno posto solo negli ospedali di riferimento), o ricon-versione della struttura ospedaliera. Novità anche per i direttori generali poi dureranno tre anni e per non più di due mandati. Rivoluzio-
ne anche per le schede relative alla dotazione ospedaliera: spetterà alla giunta adeguarle, sentito il parere obbligatorio e vincolante della quinta commissione. Nella nostra provincia non ci saranno variazioni signifi cative per le tre Uls
(la 16 cittadina e del Piovese, la 15 del’Alta Padovana e la 17 della Bassa), tutte al di sopra del limite dei 200 mila abitanti e quindi non toc-cate dalla riorganizzazio-
ne territoriale. Per quanto riguarda gli ospedali a Padova il Sant’Antonio sarà una struttura “in-tegrata” con Piove di Sacco mentre nell’Alta
Cittadella e Camposampiero dovranno razio-nalizzare i servizi. Non ci dovrebbero essere sorprese per gli ex ospedali di Montagnana e Conselve, entrambi ad indirizzo riabilitativo. Il centro di riabilitazione funzionale di Conselve, riferimento regionale, passerà sotto la gestione diretta dell’Uls 17 già nei prossimi mesi, come annunciato. Tutto bene dunque? Leonardo Padrin, presidente della Quinta Commissione regionale Sanità, parla di una vera e propria rivoluzione. Per il centrosinistra invece il vero terreno di confronto saranno le schede regiona-li sulle singole strutture, per le quali c’è molta attesa e qualche preoccupazione. Ma ormai indietro non si torna.
di Nicola Stievano
Sanità Padova sarà la prima città veneta a testare il Pronto Soccorso provinciale
Confermate le tre Uls e gli ospedali principali
Alcuni repartidovranno chiudere,ora c’è attesaper le schededelle strutture
IN POLESINE
Il Polesine è salvo sul piano sanitario, dopo la decisione della V commissione regionale di tutelare la provincia di Rovigo per peculiarità e specifi cità del territorio. L’assessore regionale Pdl Maria Luisa Coppola e il consigliere Mauro Mainardi difendono l’autonomia dei due ospedali di Adria
e Rovigo contro l’accorpamento e ribadiscono: “Le Ulss rimarranno due. I continui blitz del Carroccio con Antonello Contiero e di Cristiano Corazzari, sostenitori dell’Ulss unica, sono miseramente falliti. Un territorio come il nostro non può prescindere da una rete ospedaliera vicina anche alle realtà più marginali. Il Polesine, in un’ottica di riforma della sanità, non poteva essere trattato al pari delle altre zone metropolitane della pianura”. Ora la parola passa al consiglio regionale che dovrà discutere e approvare il piano. E ancora, commentano: “la Lega ha tentato di mettere a segno un blitz per ac-corpare le due Ulss di Adria e Rovigo, ma noi a questo giochetto non ci stiamo e faremo di tutto per
rivendicare l’autonomia e la piena indipendenza delle due realtà. La partita attorno al piano socio-sanitario è aperta e noi la giocheremo fi no in fondo”. Secondo i due esponenti del centrodestra “i ri-sparmi minimi derivanti dalla fusione delle due aziende sanitarie non giustifi cano lo smantellamento di un sistema che funziona e che consente di presidiare il territorio con professionalità e competenza. L’Ulss di Adria, in particolare, ha i conti in ordine e nel tempo è riuscita a costruire un piccolo sistema di eccellenza, accorparla non solo è sbagliato politicamente ma anche economicamente”. Anche Corazzari conferma:” Adria dovrà essere ospedale di rete. Non vogliamo però difendere i posti degli amici degli amici. Qui nessuno ha fatto blitz in commissione sanità, peraltro a guida Pdl. Ci possono essere dei punti di vista diversi che si attenuano con il confronto ma non con gli attacchi. Mainardi peraltro è stato eletto nel listino di Zaia e non dovrebbe parlare male dei suoi alleati!”.
ADRIA SALVA, NON VERRÀ ACCORPATA ALL’ULSS 18 DI ROVIGO
Me.Ru.
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IL VENETOin PRIMO PIANO
Piano sociosanitario Veneto, è allarme per i tagli in vista. L’allarme è arrivato al punto che in molti fra gli amministratori e forze
politiche temono per la chiusura di interi noso-comi. La Regione Veneto infatti, ha stilato nelle scorse settimane il nuovo piano per la riorganiz-zazione della sanità, che è arrivato all’esame della commissione competente contenendo già dei “criteri guida” ben precisi. Fra questi si è convenuto, per l’adeguamento dei costi stan-dard per il 2013, che la dimensione ottimale di una azienda sanitaria in Veneto debba es-sere quella di struttura di servizio ad un’area di 200- 300 mila abitanti. Il numero dei posti letto fi ssati è di 3 per mille abitanti per quan-to riguarda gli acuti. Il numero dei posti letto riguardanti le strutture di riabilitazione intensi-va è di 0,5 posti letto per ogni mille abitanti (come al centro di riabilitazione “San Camillo” a Venezia per intenderci). Sarà invece di 1,2 posti letto ogni mille abitanti la percentuale riferita alle strutture intermedie, come quelle per malati terminali oncologici, per malati di
Alzheimer, ospedali di comunità in aree come quelle montane e lagunari con grande disper-sione della popolazione. I nuovi criteri però, facendo un calcolo, portano ad una stima che prevede un taglio di circa 2000 posti letto a livello regionale. E questo rischia di comportare in alcuni casi tagli delle strutture ritenute non più funzionali lasciando scoperti interi territori e popolazioni che avranno a disposizione, solo l’ospedale del capoluogo di provincia. La “lista della paura” delle dismissioni in Veneto vede “nel mirino” i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e “Borgo Roma” a Ve-rona. A Dolo per cominciare il rischio in questa prospettiva è che vengano cancellati 365 di posti letto, a di Piove di Sacco 290, 230 ad Adria, 124 a Noventa Vicentina, 166 a Valda-gno, 170 a Bussolengo e ben 682 all’ospedale veronese “Borgo Roma”. Contro queste fosche prospettive, si sono mobilitati sindaci, associa-zioni, comitati, sindacati e consiglieri regionali. In quinta commissione in particolar modo: il
presidente Leonardo Padrin (Pdl), e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin (Pdl) , Bruno Pi-gozzo (Pd), Carlo Sernaglia (Pd) e Federico Ca-ner (Lega Nord). A fugare i timori più cupi ci ha pensato il consigliere regionale Bruno Pigozzo. “E’ indubbio – dice Pigozzo che ci possano essere preoccupazioni per i tagli in vista. Come consiglieri regionali cercheremo di salvaguarda-re in ogni modo il diritto alla salute. L’esame sul merito delle schede tecniche abbinate al Piano socio sanitario partirà in quinta commissione a metà maggio. Sulle schede ospedaliere la com-missione avrà parere vincolante e siamo pronti a rimediare se sono state fatte delle forzature proponendo emendamenti anche in accordo con le forze di maggioranza”. Intanto forze po-litiche, e referenti territoriali in tutte le province, hanno avviato mobilitazioni, raccolte di fi rme e in qualche caso hanno ottenuto rassicurazioni, che gli ospedali nei territori di loro riferimento non verranno chiusi. Per capire che succederà concretamente però bisognerà aspettare qual-che settimana.
di Alessandro Abbadir
Sanità, nuovi tagli in vista
Sono passate alcune settimane da quella sofferta conferenza stampa con la quale il direttore genera-le dell’Asl 16 Adriano Cestrone e il presidente della
quinta commissione sanità regionale Leonardo Padrin si sono affrettati a smentire le notizie che paventavano la chiusura dell’ospedale piovese.
Nel frattempo a palazzo Ferro Fini, in seno alla Quinta commissione, si è provveduto ad approvare il piano sanita-rio regionale con le relative schede ospedaliere. Ma qualcu-no non si fi da. Tant’è che il pubblico consesso di palazzo Jappelli ha elaborato ed approvato un ordine del giorno in
difesa dell’ospedale Immacolata Concezione. Il documento, presentato dall’opposizione e precisamente dai consiglieri Lino Conte, Stefano Chinaglia e Davide Gianella, è stato approvato all’unanimità e, quindi, anche dalla maggioran-za. Nello scritto gli autori si dicono ancora allarmati circa il futuro del nosocomio la cui chiusura “sarebbe di una gravità inaudita, in quanto stiamo parlando una struttura che serve da punto di riferimento sanitario a oltre 70 mila cittadini che faticherebbero molto trovare risposte dall’ospedale S.Antonio. Ricordiamo le promesse fatte da Padrin e Cestro-ne nel fugare le preoccupazioni sulle sorti del nostro ospe-
dale – si legge sempre nello scritto – e che nei piani della Regione non vi è volontà di chiuderlo, pur nell’ambito del piano di razionalizzazione delle spese sanitarie. Rimangono comunque le nostre preoccupazioni circa il ritardo nel rimuo-vere le situazioni di sofferenza in cui versano alcuni reparti per la mancanza della fi gura apicale di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Medicina e Geriatria”.
Il documento termina annunciando che il consiglio co-munale piovese si ritiene in stato di agitazione permanente e ben vigile circa le decisioni regionali.
SANITÀ PIOVESE IL CONSIGLIO COMUNALE VIGILA SUL FUTURO DELL’OSPEDALE
Le aree con una popolazione tra i 200 e i 300 mila abitanti avranno una Ulss di riferimento. I posti letto per acuti saranno 3 ogni mille abitanti
Gianni Patella
La paura è grande, l’ipotesi di una possibile chiusura dell’ospedale di Dolo in Riviera del Brenta ha fatto subito intervenire associazioni ed istituzioni che si sono mobilitate in sua difesa. Nelle scorse settimane, è stato chiamato direttamente in causa dalla Conferenza
dei sindaci dell’Ulss 13 il direttore generale Arturo Orsini. Orsini ha spiegato che da quanto ri-sulta, non è prevista alcuna chiusura dell’ospedale di Dolo (che insieme con quello di Mirano compone l’azienda sanitaria). Anzi, ha ribadito Orsini ai sindaci: sarà ben diffi cile chiudere una struttura che con 2700 dipendenti e essendo sempre sotto fi nanziata, è risultata un esempio di eccellenza a livello regionale. “Se stessimo a valutare il nuovo criterio - sottolinea il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 Fabio Livieri - questo è in Riviera e Miranese di 2,7 posti letto ogni mille abitanti, inferiore ai 3 previsti nelle nuove disposizioni. Sono stati stanziati 5 milioni per l’ammodernamento dell’ospedale di Dolo”. Soldi però che per altri sindaci non bastano proprio, visto che il “fabbisogno” richiesto e mai concesso, sarebbe di 40 milioni di euro. Resta poi aperta la questione dei territori “cerniera” e cioè quelli della Riviera Sud con i comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara e Campagna Lupia. Questi sono nei guai più di altri perché oltre a Dolo si parla del rischio della chiusura di un altro ospedale per queste popolazioni di riferimento: quello di Piove di Sacco. “Se chiu-dono gli ospedali di Piove e Dolo - dice sconsolato il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto - non ci resta che Chioggia, Padova o Mestre, tutte località che con il traffi co sono ad oltre un’ora di strada”.
Ulss 13 Dolo – Mirano
“NESSUNA CHIUSURA, SIAMO SOTTO FINANZIATI”
A.A.
Piano socio-sanitario Fissati criteri guida per l’adeguamento ai costi standard 2013
7Il Veneto in primo piano
Nello scacchiere della sanità provinciale il nuovo piano regionale conferma le tre Uls e i principali ospedali, su tutti Padova
che avrà un nuovo nosocomio sulla cui ubica-zione ormai i giochi sembrano fatti. La struttura sorgerà a Padova Ovest e, insieme a Verona, sarà una struttura di riferimento nazionale, al vertice della rete ospedaliera.
Quello di Padova sarà un “hub”, termi-nologia adottata dalla regione per defi nire gli ospedali di riferimento che avranno sede nei capoluoghi di provincia e potranno mantenere tutte le specialità. Ulteriore gradino è rappre-sentato dagli “spoke”, ospedali di rete che avranno un bacino di 200mila abitanti: Citta-
della – Camposampiero nell’Alta Padovana e il nuovo ospedale di Schiavonia fra Monselice ed Este nella Bassa. L’”offerta ospedaliera” si chiude con i “nodi di rete”: strutture per acuti prevalentemente ad indirizzo riabilitativo.
Una riorganizzazio-ne che signifi cherà chiu-sura di reparti (è il caso ad esempio dei servizi di otorino che troveranno posto solo negli ospedali di riferimento), o ricon-versione della struttura ospedaliera. Novità anche per i direttori generali poi dureranno tre anni e per non più di due mandati. Rivoluzio-
ne anche per le schede relative alla dotazione ospedaliera: spetterà alla giunta adeguarle, sentito il parere obbligatorio e vincolante della quinta commissione. Nella nostra provincia non ci saranno variazioni signifi cative per le tre Uls
(la 16 cittadina e del Piovese, la 15 del’Alta Padovana e la 17 della Bassa), tutte al di sopra del limite dei 200 mila abitanti e quindi non toc-cate dalla riorganizzazio-
ne territoriale. Per quanto riguarda gli ospedali a Padova il Sant’Antonio sarà una struttura “in-tegrata” con Piove di Sacco mentre nell’Alta
Cittadella e Camposampiero dovranno razio-nalizzare i servizi. Non ci dovrebbero essere sorprese per gli ex ospedali di Montagnana e Conselve, entrambi ad indirizzo riabilitativo. Il centro di riabilitazione funzionale di Conselve, riferimento regionale, passerà sotto la gestione diretta dell’Uls 17 già nei prossimi mesi, come annunciato. Tutto bene dunque? Leonardo Padrin, presidente della Quinta Commissione regionale Sanità, parla di una vera e propria rivoluzione. Per il centrosinistra invece il vero terreno di confronto saranno le schede regiona-li sulle singole strutture, per le quali c’è molta attesa e qualche preoccupazione. Ma ormai indietro non si torna.
di Nicola Stievano
Sanità Padova sarà la prima città veneta a testare il Pronto Soccorso provinciale
Confermate le tre Uls e gli ospedali principali
Alcuni repartidovranno chiudere,ora c’è attesaper le schededelle strutture
IN POLESINE
Il Polesine è salvo sul piano sanitario, dopo la decisione della V commissione regionale di tutelare la provincia di Rovigo per peculiarità e specifi cità del territorio. L’assessore regionale Pdl Maria Luisa Coppola e il consigliere Mauro Mainardi difendono l’autonomia dei due ospedali di Adria
e Rovigo contro l’accorpamento e ribadiscono: “Le Ulss rimarranno due. I continui blitz del Carroccio con Antonello Contiero e di Cristiano Corazzari, sostenitori dell’Ulss unica, sono miseramente falliti. Un territorio come il nostro non può prescindere da una rete ospedaliera vicina anche alle realtà più marginali. Il Polesine, in un’ottica di riforma della sanità, non poteva essere trattato al pari delle altre zone metropolitane della pianura”. Ora la parola passa al consiglio regionale che dovrà discutere e approvare il piano. E ancora, commentano: “la Lega ha tentato di mettere a segno un blitz per ac-corpare le due Ulss di Adria e Rovigo, ma noi a questo giochetto non ci stiamo e faremo di tutto per
rivendicare l’autonomia e la piena indipendenza delle due realtà. La partita attorno al piano socio-sanitario è aperta e noi la giocheremo fi no in fondo”. Secondo i due esponenti del centrodestra “i ri-sparmi minimi derivanti dalla fusione delle due aziende sanitarie non giustifi cano lo smantellamento di un sistema che funziona e che consente di presidiare il territorio con professionalità e competenza. L’Ulss di Adria, in particolare, ha i conti in ordine e nel tempo è riuscita a costruire un piccolo sistema di eccellenza, accorparla non solo è sbagliato politicamente ma anche economicamente”. Anche Corazzari conferma:” Adria dovrà essere ospedale di rete. Non vogliamo però difendere i posti degli amici degli amici. Qui nessuno ha fatto blitz in commissione sanità, peraltro a guida Pdl. Ci possono essere dei punti di vista diversi che si attenuano con il confronto ma non con gli attacchi. Mainardi peraltro è stato eletto nel listino di Zaia e non dovrebbe parlare male dei suoi alleati!”.
ADRIA SALVA, NON VERRÀ ACCORPATA ALL’ULSS 18 DI ROVIGO
Me.Ru.
252525Il Veneto in primo piano
8 Il Veneto in primo piano
La vecchiaia, un tempo nuovo nella società contemporanea. Nel corso dell’ultimo de-cennio gli anziani, anche in Italia, hanno
assunto un ruolo sociale nuovo, diventando in molti casi fulcro e punto di riferimento per inte-re generazioni. Hanno una vita sociale attiva, sono autonomi, occupati in hobby e attività di volontariato e, in molti casi, sono di supporto ai fi gli in diffi coltà sul piano lavorativo e occu-pazionale - non di rado come ammortizzatori sociali - e alle loro famiglie, sostegno per la cura e l’educazione dei nipoti. In Italia gli over 65enni che stanno in buona salute e continua-no ad essere parte attiva della nostra società sono 11 milioni.
E’ dunque evidente, considerato l’im-portante apporto che gli over 65 offrono alle comunità, la necessità e l’opportunità di riconoscere e restituire valore al ruolo sociale dell’anziano che, ancora oggi, nell’opinione comune continua ad essere visto troppo spes-so solo come un paziente da assistere o un
“peso” economico da sostenere.Partendo da questo presupposto - la ne-
cessità di restituire valore sociale agli anziani - è maturato il progetto “Anziani per Padova”, che prende il via il 7 maggio e proseguirà fi no al 13 del mese. Si tratta di un “contenitore” di inziative dedicate al tema dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni.
Un evento promosso dal Dipartimento in-teraziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 e l’Università di Padova, insieme all’Assesso-rato alle Politiche sociali e per la famiglia del Comune di Padova, all’Uffi cio scolastico pro-vinciale e all’Uffi cio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con CSV-Centro servizi per il volontariato della provincia di Pa-dova, di enti e istituti di cura, e con l’ampio coinvolgimento della rete di associazioni che operano sul territorio.
Inserito a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno europeo dell’invecchia-
mento attivo e della solidarietà tra le gene-razioni, il progetto padovano si confi gura ad oggi, a livello nazionale, come il più articolato degli eventi dedicati, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Segretariato Sociale Rai.
E proprio l’invecchiamento attivo, il dialogo e la solidarietà tra le generazioni saranno i temi al centro del ricco calendario: appuntamenti medico-scientifi ci, a partire dal Congresso nazionale della Società di Chirurgia geriatrica, il 10 e 11 maggio, all’aula Morga-gni del Policlinico universitario, e dal convegno sulla carta etica dei servizi alla persona an-ziana; corsi di perfezionamento per operatori sanitari, ad esempio sugli aspetti etici, giuridici e assistenziali per l’umanizzazione delle cure anche in fase terminale; dibattiti su questioni di stretta attualità, come quelli sul modello solidaristico intergenerazionale, la cura do-miciliare, le novità legislative in materia di previdenza; seminari sul rapporto tra terza età e tecnologie informatiche, le truffe agli
anziani... E ancora laboratori creativi, mostre, spet-
tacoli di teatro e musica.Occasioni di rifl essione sugli stili di vita
che consentono di restare in salute più a lun-go, ma anche di confronto tra generazioni, grazie al coinvolgimento di alcune scuole pa-dovane, alcune delle quali saranno impegnate nel progetto a livello organizzativo.
Fra gli ospiti che interverranno nei vari eventi in programma anche il famoso psicolo-go veronese Vittorino Andreoli che nella lectio dal titolo “La vecchiaia: tempio per un nuovo umanesimo”, affronterà il tema dell’invec-chiamento come opportunità e conquista della
società contemporanea.La settimana sarà l’occasione per an-
nunciare uffi cialmente la nascita di una Fon-dazione promossa dal Dipartimento che avrà l’obiettivo di favorire la prevenzione in età adulta e di migliorare le condizioni di vita dei pazienti geriatrici.
Per informazioni: uffi cio attività creative terza età - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova, via Giotto, 34 - 35137 Padova.Tel. 049 651255 fax 049 664814
Orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, martedì dalle 15 alle 16:30.
E-mail [email protected]
di Ornella Jovane
Per la maggior parte sono attivi, coltivano hobby, in molti lavorano e aiutano i fi gli. Negli ultimi 10 anni hanno assunto un ruolo centrale
Società “Anziani per Padova”, il progetto promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Ulss 16
Il tempo nuovo degli over 65
Gli anziani hanno assunto una funzione fondamentale
nell’organizzazione della società attuale
Dall’elaborazione dei dati Istat 2011 e Auser 2012 risulta che gli over65 in Italia sono 12.301.000 (il 20,3%
della popolazione italiana), di cui 16.000 ultracentenari. L’età media della popolazio-ne è passata da 41,7 anni nel 2001 a 43,5 nel 2011.
Tra il 1980 e il 2008 la speranza di vita alla nascita è cresciuta di oltre 8 anni. Oggi si attesta a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne e continuerà a crescere nei prossimi 40 anni, arrivando a quasi 90 anni per le donne e 84 per gli uomini.
La non autosuffi cienza. (dati Istat, 2011) Oltre 2.000.000 di anziani riporta-no una condizione di totale mancanza di au-tosuffi cienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana.
Il 74% degli ospiti delle strutture resi-denziali presenti in Italia sono anziani con almeno 65 anni (75.868 sono autosuffi -cienti e 225.182 non autosuffi cienti).
Anziani e lavoro. (dati Istat, Auser, 2011) Il lavoro rappresenta il 10% circa del reddito degli anziani in Italia. 375.000 gli occupati. Dal 2004 al 2011 il numero di oc-cupati tra i 55-64enni è aumentato dell’8% su tutto il territorio nazionale, passando dal 30,5% al 38% (dato Isfol, 2012).
La regione con il tasso di occupazione più alto è il Trentino Alto Adige.
Una vita attiva e impegnata. (dati Auser, 2012) Tra il 2001 e il 2010 la per-centuale di anziani tra 65 e 74 anni che fa sport in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8%.
Nel 2010 gli uomini nella fascia d’età 65-74 che praticano attività fi sica sono il 18% contro il 12,7% delle donne. Per gli over 75 si scende al 7,6% per gli uomini e al 4,1% per le donne.
Gli over75 che svolgono attività fi sica in modo continuativo sono passati da 1,4% a 3,5%, con un aumento del 2,1%.
Anziani e salute. (dati Auser, 2012)Tra il 2009 e il 2010 si è registrato
un aumento di oltre l’1% di coloro che si dichiarano in buona salute (per la fascia 65-74 si passa da 36,9% a 38,8%, per quella over75 da 20,9% a 22,2%).
Dal 2009 al 2010 è aumentato dell’1% il numero di coloro che si dichiarano in buona salute
PIÙ LONGEVI, PIÙ SPORTIVI E ANCORA LAVORATORI
In 10 anni il numero di anziani che pratica sport in modo continuativo è raddoppiato
Un contenitore di eventi incentrato sui temi dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni
26 Il Veneto in primo piano2626 Il Veneto in primo piano
8 Il Veneto in primo piano
La vecchiaia, un tempo nuovo nella società contemporanea. Nel corso dell’ultimo de-cennio gli anziani, anche in Italia, hanno
assunto un ruolo sociale nuovo, diventando in molti casi fulcro e punto di riferimento per inte-re generazioni. Hanno una vita sociale attiva, sono autonomi, occupati in hobby e attività di volontariato e, in molti casi, sono di supporto ai fi gli in diffi coltà sul piano lavorativo e occu-pazionale - non di rado come ammortizzatori sociali - e alle loro famiglie, sostegno per la cura e l’educazione dei nipoti. In Italia gli over 65enni che stanno in buona salute e continua-no ad essere parte attiva della nostra società sono 11 milioni.
E’ dunque evidente, considerato l’im-portante apporto che gli over 65 offrono alle comunità, la necessità e l’opportunità di riconoscere e restituire valore al ruolo sociale dell’anziano che, ancora oggi, nell’opinione comune continua ad essere visto troppo spes-so solo come un paziente da assistere o un
“peso” economico da sostenere.Partendo da questo presupposto - la ne-
cessità di restituire valore sociale agli anziani - è maturato il progetto “Anziani per Padova”, che prende il via il 7 maggio e proseguirà fi no al 13 del mese. Si tratta di un “contenitore” di inziative dedicate al tema dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni.
Un evento promosso dal Dipartimento in-teraziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 e l’Università di Padova, insieme all’Assesso-rato alle Politiche sociali e per la famiglia del Comune di Padova, all’Uffi cio scolastico pro-vinciale e all’Uffi cio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con CSV-Centro servizi per il volontariato della provincia di Pa-dova, di enti e istituti di cura, e con l’ampio coinvolgimento della rete di associazioni che operano sul territorio.
Inserito a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno europeo dell’invecchia-
mento attivo e della solidarietà tra le gene-razioni, il progetto padovano si confi gura ad oggi, a livello nazionale, come il più articolato degli eventi dedicati, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Segretariato Sociale Rai.
E proprio l’invecchiamento attivo, il dialogo e la solidarietà tra le generazioni saranno i temi al centro del ricco calendario: appuntamenti medico-scientifi ci, a partire dal Congresso nazionale della Società di Chirurgia geriatrica, il 10 e 11 maggio, all’aula Morga-gni del Policlinico universitario, e dal convegno sulla carta etica dei servizi alla persona an-ziana; corsi di perfezionamento per operatori sanitari, ad esempio sugli aspetti etici, giuridici e assistenziali per l’umanizzazione delle cure anche in fase terminale; dibattiti su questioni di stretta attualità, come quelli sul modello solidaristico intergenerazionale, la cura do-miciliare, le novità legislative in materia di previdenza; seminari sul rapporto tra terza età e tecnologie informatiche, le truffe agli
anziani... E ancora laboratori creativi, mostre, spet-
tacoli di teatro e musica.Occasioni di rifl essione sugli stili di vita
che consentono di restare in salute più a lun-go, ma anche di confronto tra generazioni, grazie al coinvolgimento di alcune scuole pa-dovane, alcune delle quali saranno impegnate nel progetto a livello organizzativo.
Fra gli ospiti che interverranno nei vari eventi in programma anche il famoso psicolo-go veronese Vittorino Andreoli che nella lectio dal titolo “La vecchiaia: tempio per un nuovo umanesimo”, affronterà il tema dell’invec-chiamento come opportunità e conquista della
società contemporanea.La settimana sarà l’occasione per an-
nunciare uffi cialmente la nascita di una Fon-dazione promossa dal Dipartimento che avrà l’obiettivo di favorire la prevenzione in età adulta e di migliorare le condizioni di vita dei pazienti geriatrici.
Per informazioni: uffi cio attività creative terza età - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova, via Giotto, 34 - 35137 Padova.Tel. 049 651255 fax 049 664814
Orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, martedì dalle 15 alle 16:30.
E-mail [email protected]
di Ornella Jovane
Per la maggior parte sono attivi, coltivano hobby, in molti lavorano e aiutano i fi gli. Negli ultimi 10 anni hanno assunto un ruolo centrale
Società “Anziani per Padova”, il progetto promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Ulss 16
Il tempo nuovo degli over 65
Gli anziani hanno assunto una funzione fondamentale
nell’organizzazione della società attuale
Dall’elaborazione dei dati Istat 2011 e Auser 2012 risulta che gli over65 in Italia sono 12.301.000 (il 20,3%
della popolazione italiana), di cui 16.000 ultracentenari. L’età media della popolazio-ne è passata da 41,7 anni nel 2001 a 43,5 nel 2011.
Tra il 1980 e il 2008 la speranza di vita alla nascita è cresciuta di oltre 8 anni. Oggi si attesta a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne e continuerà a crescere nei prossimi 40 anni, arrivando a quasi 90 anni per le donne e 84 per gli uomini.
La non autosuffi cienza. (dati Istat, 2011) Oltre 2.000.000 di anziani riporta-no una condizione di totale mancanza di au-tosuffi cienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana.
Il 74% degli ospiti delle strutture resi-denziali presenti in Italia sono anziani con almeno 65 anni (75.868 sono autosuffi -cienti e 225.182 non autosuffi cienti).
Anziani e lavoro. (dati Istat, Auser, 2011) Il lavoro rappresenta il 10% circa del reddito degli anziani in Italia. 375.000 gli occupati. Dal 2004 al 2011 il numero di oc-cupati tra i 55-64enni è aumentato dell’8% su tutto il territorio nazionale, passando dal 30,5% al 38% (dato Isfol, 2012).
La regione con il tasso di occupazione più alto è il Trentino Alto Adige.
Una vita attiva e impegnata. (dati Auser, 2012) Tra il 2001 e il 2010 la per-centuale di anziani tra 65 e 74 anni che fa sport in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8%.
Nel 2010 gli uomini nella fascia d’età 65-74 che praticano attività fi sica sono il 18% contro il 12,7% delle donne. Per gli over 75 si scende al 7,6% per gli uomini e al 4,1% per le donne.
Gli over75 che svolgono attività fi sica in modo continuativo sono passati da 1,4% a 3,5%, con un aumento del 2,1%.
Anziani e salute. (dati Auser, 2012)Tra il 2009 e il 2010 si è registrato
un aumento di oltre l’1% di coloro che si dichiarano in buona salute (per la fascia 65-74 si passa da 36,9% a 38,8%, per quella over75 da 20,9% a 22,2%).
Dal 2009 al 2010 è aumentato dell’1% il numero di coloro che si dichiarano in buona salute
PIÙ LONGEVI, PIÙ SPORTIVI E ANCORA LAVORATORI
In 10 anni il numero di anziani che pratica sport in modo continuativo è raddoppiato
Un contenitore di eventi incentrato sui temi dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni
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11Voci da palazzo
vero la Società può vantare crediti verso la Regione per 117 milioni di euro che in Ve-neto Strade sono convinti di riscuotere entro l’anno ma se così non fosse? Ed è ovvio che così non sarà visto che sul bilancio regionale pendono i vincoli imposti dal Patto di sta-
bilità. Il presidente Ver-nizzi infatti è sembrato mettere le mani avanti quando ha parlato di un ridimensionamento del-le opere già progettate. “Per il prossimo triennio
– ha spiegato - ci sono di fatto sul tavolo 55 milioni, per questo stileremo una tabella delle priorità e su queste andremo ad inter-venire”. Senza mega piano triennale però e quindi non si sa su quali basi verranno decise queste priorità. Da ricordare che per i tre piani regionali approvati fi nora, dopo
il 2002 anno di inaugurazione di Veneto Strade, comprese le opere complementari al Passante di Mestre e all´A28, la società ha appaltato al 20 marzo 2012 interventi per 875 milioni di euro: 200 progetti di cui 115 già ultimati o in fase di realizzazione. Ma ci sono altri 800 milioni di progetti che con i chiari di luna degli ultimi tempi rischia-no alla grande.
Al vaglio dell’assessore Chisso c’è an-che l’ipotesi di mettere in rete Veneto Stra-de con l’altra società regionale Cav, Con-cessioni autostradali venete, che controlla il Passante di Mestre e un tratto dell’A4 con lo scopo di mettere insieme risorse utili al settore e dare fi ato alle casse della società con una ventina di milioni all’anno ma ad oggi si parla di se e ma appesi ai fi li del “forse domani”.
Dopo l’allarme di default lanciato da Silvano Vernizzi, ormai qualche mese fa, i soccorsi sono arrivati per
mettere al sicuro il futuro di Veneto Strade. L’amministratore delegato infatti aveva de-nunciato che se la Regione avesse confer-mato l’azzeramento degli stanziamenti per il 2012, come era apparso in un primo mo-mento, per la società, partecipata al 30% dalla Regione, al 50% dalle sette provincie e al 20 dalle società autostradali, sarebbe stato il tracollo. Per gli addetti ai lavori la squilla è suonata più o meno come un “Niente nuovi cantieri, nessuna garanzia d’interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria”. L’outing di Vernizzi ha tutta-via messo in moto una serie di richieste da parte dei consiglieri regionali all’assessore al bilancio, Roberto Ciambetti, che in parte sono state accolte e soddisfatte. Tuttavia a Veneto strade non sono stati destinati i 100 milioni di euro chiesti da Dario Bond, nemmeno i 40 ritenuti una soglia sicura per il proseguo delle attività. Ne sono stati assegnati 55. In tre anni, però. 15 per il 2011, 20 per il 2012 e altri 20 per l’anno successivo. Pochi o tanti, questo è quello che Ciambetti ha deciso di scucire. Sforzata la soddisfazione espressa dell’assessore Renato Chisso, anche se in occasione della presentazione del bilancio di Veneto Strade ha cercato di ridimensionare l’entità del rischio corso in precedenza. “La società - ha attaccato Chisso - è stata bistrattata da opinioni rese in libertà”. Insomma per l’assessore si sarebbe trattato semplice-mente di qualche parola sfuggita o detta in modo incauto. Più di qualcuno, invece, nel tentativo di chiusura dei rubinetti alla società avrebbe ravvisato un avvertimento o comunque il tentativo da parte della Lega di ridimensionare l’azione del potente as-sessore pidiellino. Non è detto, però, che i problemi siano fi niti per Veneto strade, per il Presidente esiste il rischio che le risorse siano poche per por-tare avanti le opere progettate. Lo stesso espetto è stato sottolineato anche dalla ca-pogruppo del Pd, Laura Puppato, sostenen-do che con i 20 milioni di euro stanziati per l’anno in corso e 120 di debito che pesano sulle casse della società, ora ridotti a 32, sia fantascienza immaginare un’attività che superi il limite dell’ordinario. A dire il
Bilancio regionale Alla società sono stati assegnati 55 mila euro in 3 anni
Veneto strade non è ancora fuori dal tunnel Vernizzi ha parlato di un ridimensionamento delle opere già progettate. Verrà data precedenza alla priorità ma manca un piano che ne stabilisca l’ordine
Ci sono altri 800 milioni di progetti che rischiano alla grande
Veneto Strade chiude con un bilancio in attivo di 32 mila euro con un patrimonio netto di 6.699.722 euro, con uno stato del patrimonio attivo di 663.932.777. Nel 2011 ha
destinato il 62,93% delle risorse in opere viarie, il 25,74% al personale (in calo), l’11,32% al funzionamento della società. Nel 2011 ha realizzato lavori per 29 milioni di euro.
NEWS IL BILANCIO DI VENETO STRADE
Per la capogruppo del partito democratico Laura Puppato è inconcepibile come i vertici di Veneto Strade abbiano il coraggio di continuare a vendere illusioni difen-dendo la funzionalità dell’ente e promettendo opere ed interventi a iosa. Se questi
signori - precisa - ritengono che un utile 2012 di 32 mila euro e le risorse dell’ultima fi nanziaria regionale (10 milioni per il 2012) possano far fronte al consistente indebi-tamento che Veneto Strade ha con le banche e assieme assicurare la prosecuzione di vecchi e nuovi lavori, oltre alla manutenzione ordinaria della viabilità, forse non hanno ben capito la situazione in cui ci hanno portato. Davvero - si chiede la capogruppo del Pd - sono convinti che si possa con queste disponibilità andare molto oltre il pagamento degli stipendi dei dipendenti e la gestione di una struttura così imponente? Ritornino con i piedi per terra - aggiunge Puppato - facciano i responsabili e non i venditori di fumo, dicendoci chiaramente come l’ente pensa di realizzare gli interventi ordinari di propria competenza, cosa ne sarà delle opere pubbliche previste dal piano triennale e che de-stino avranno i cantieri programmati da 10 anni e ancora da aprire per un ammontare di 800 milioni. Ed a proposito di federalismo stradale, tanto caro all’assessore Chisso - conclude la Puppato - vorrei invitarlo ad andare a visitare i cantieri in corso e a spiegarci ad esempio perché sulla Pedemontana non risulta a tutt’oggi impiegato neppure un lavoratore veneto.
“NON VENDETE ILLUSIONI”
“Un vecchio e guerresco fi lm d’epoca fascista raccontava di una battaglia navale tra la marina italiana e quella inglese. Sorpreso dal fuoco nemico, l’ammiraglio comandante faceva avanzare le cacciatorpediniere con un ordine preciso: ‘fare
fumo’. Le coraggiose navi si lanciavano velocissimamente contro l’avversario e, virando sul fi anco, emettevano una enorme quantità di fumo nerastro per impedire agli inglesi di vedere le navi da battaglia italiane. Gli inglesi però avevano il radar. Ecco, la capogruppo del Pd in Consiglio regionale mi sembra una cacciatorpediniera mandata a fare fumo, non avendo il radar”. L’assessore regionale alle politiche della mobilità prende da lontano le accuse della capogruppo Pd, che lamenta la scarsità di risorse della fi nanziaria regionale (“secondo lei 10 milioni di euro”) chiedendosi come possa Veneto Strade far fronte al consistente indebitamento con le banche e ai lavori. “Ricordo che quei presunti 10 milioni li ha votati anche lei, ma forse, causa fumo, non sa neppure cosa ha approvato, visto che si tratta di 15 milioni per il 2012, 20 per il 2013 e 20 per il 2014. L’esposizione bancaria è sempre un problema, ma se la capogruppo del PD avesse letto tutte le carte del bilancio di Veneto Strade Spa avrebbe scoperto che questa esposizione un anno fa era di 110 milioni di euro e oggi è calata a 36 milioni. Ci sono però crediti nei confronti della Regione per 117 milioni. In più la società ha anche degli utili, benché questi non rientrino tra gli scopi societari”. “Il vero problema non è l’esposizione della società, ma il fatto che la Regione non possa pagare ciò che le deve a causa del Patto di Stabilità, ma in ogni caso è un credito reale e non illusorio. Questa è la causa dell’indebitamento, rispetto a spese di gestione che sono diminuite e ad una confermata effi cienza della struttura di fronte a pro-blemi che sono e stanno diventando enormi a causa del drenaggio governativo di risorse locali. Questo ci porta a tenere i piedi ben per terra, su tutti i fronti infrastrutturali – dice ancora l’assessore – compreso quello della Pedemontana, che si paga da sé e rispetto alla quale abbiamo capito che la capogruppo del Pd lamenta una presenza di lavoratori siciliani, che in altra situazione sono stati ritenuti una sorta di portatori di interessi mafi osi. Mi fa piacere che la signora si sia anche lei convertita a privilegiare i veneti, ma il suo modo di proporre la cosa fuma di razzismo”.
LA CAPOGRUPPO NON VENGA A “FARE FUMO”
“Faccio i complimenti all’assessore Chisso - scrive la capogruppo democratica - per l’approfondita cultura cinematografi ca d’epoca fascista. La cosa fondamentale è che Chisso non continui a proiettare le sue trame di fantasia. Resti piuttosto sul
concreto, prima che quello su Veneto Strade diventi un fi lm drammatico. L’unica cosa che continuiamo a chiedere - precisa la Puppato - è che venga detto con chiarezza cosa faranno operativamente gli oltre 200 dipendenti di Veneto Strade e come procederanno i cantieri ed i progetti. I fondi deliberati con l’ultimo bilancio sono stati stanziati anche grazie al lavoro emendativo del Pd, per cui so benissimo di cosa stiamo parlando.
Proprio per questo ribadisco che le risorse attualmente a disposizione non riescono neppure a coprire gli appalti già fatti. La nostra - ribadisce - è una richiesta di chiarimenti tanto legittima quanto doverosa, alla quale la Giunta e i vertici di Veneto Strade devono altrettanto doverosamente rispondere. La cosa più sorprendente - conclude Puppato - è che Chisso e i suoi gridino al miracolo di fronte ad una situazione che in realtà sta pesan-temente pregiudicando l’immediato futuro dell’ente. Non mi sembra una cosa normale: a meno che non abbiano la passione per i fi lm dell’orrore...”.
“L’ASSESSORE LA SMETTA CON LE SUE TRAME DI FANTASIA”
Giovanni Vernizzi
BOTTA E RISPOSTA
Laura Puppato e Renato Chisso
28 Voci da palazzo2828 Voci da palazzo
11Voci da palazzo
vero la Società può vantare crediti verso la Regione per 117 milioni di euro che in Ve-neto Strade sono convinti di riscuotere entro l’anno ma se così non fosse? Ed è ovvio che così non sarà visto che sul bilancio regionale pendono i vincoli imposti dal Patto di sta-
bilità. Il presidente Ver-nizzi infatti è sembrato mettere le mani avanti quando ha parlato di un ridimensionamento del-le opere già progettate. “Per il prossimo triennio
– ha spiegato - ci sono di fatto sul tavolo 55 milioni, per questo stileremo una tabella delle priorità e su queste andremo ad inter-venire”. Senza mega piano triennale però e quindi non si sa su quali basi verranno decise queste priorità. Da ricordare che per i tre piani regionali approvati fi nora, dopo
il 2002 anno di inaugurazione di Veneto Strade, comprese le opere complementari al Passante di Mestre e all´A28, la società ha appaltato al 20 marzo 2012 interventi per 875 milioni di euro: 200 progetti di cui 115 già ultimati o in fase di realizzazione. Ma ci sono altri 800 milioni di progetti che con i chiari di luna degli ultimi tempi rischia-no alla grande.
Al vaglio dell’assessore Chisso c’è an-che l’ipotesi di mettere in rete Veneto Stra-de con l’altra società regionale Cav, Con-cessioni autostradali venete, che controlla il Passante di Mestre e un tratto dell’A4 con lo scopo di mettere insieme risorse utili al settore e dare fi ato alle casse della società con una ventina di milioni all’anno ma ad oggi si parla di se e ma appesi ai fi li del “forse domani”.
Dopo l’allarme di default lanciato da Silvano Vernizzi, ormai qualche mese fa, i soccorsi sono arrivati per
mettere al sicuro il futuro di Veneto Strade. L’amministratore delegato infatti aveva de-nunciato che se la Regione avesse confer-mato l’azzeramento degli stanziamenti per il 2012, come era apparso in un primo mo-mento, per la società, partecipata al 30% dalla Regione, al 50% dalle sette provincie e al 20 dalle società autostradali, sarebbe stato il tracollo. Per gli addetti ai lavori la squilla è suonata più o meno come un “Niente nuovi cantieri, nessuna garanzia d’interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria”. L’outing di Vernizzi ha tutta-via messo in moto una serie di richieste da parte dei consiglieri regionali all’assessore al bilancio, Roberto Ciambetti, che in parte sono state accolte e soddisfatte. Tuttavia a Veneto strade non sono stati destinati i 100 milioni di euro chiesti da Dario Bond, nemmeno i 40 ritenuti una soglia sicura per il proseguo delle attività. Ne sono stati assegnati 55. In tre anni, però. 15 per il 2011, 20 per il 2012 e altri 20 per l’anno successivo. Pochi o tanti, questo è quello che Ciambetti ha deciso di scucire. Sforzata la soddisfazione espressa dell’assessore Renato Chisso, anche se in occasione della presentazione del bilancio di Veneto Strade ha cercato di ridimensionare l’entità del rischio corso in precedenza. “La società - ha attaccato Chisso - è stata bistrattata da opinioni rese in libertà”. Insomma per l’assessore si sarebbe trattato semplice-mente di qualche parola sfuggita o detta in modo incauto. Più di qualcuno, invece, nel tentativo di chiusura dei rubinetti alla società avrebbe ravvisato un avvertimento o comunque il tentativo da parte della Lega di ridimensionare l’azione del potente as-sessore pidiellino. Non è detto, però, che i problemi siano fi niti per Veneto strade, per il Presidente esiste il rischio che le risorse siano poche per por-tare avanti le opere progettate. Lo stesso espetto è stato sottolineato anche dalla ca-pogruppo del Pd, Laura Puppato, sostenen-do che con i 20 milioni di euro stanziati per l’anno in corso e 120 di debito che pesano sulle casse della società, ora ridotti a 32, sia fantascienza immaginare un’attività che superi il limite dell’ordinario. A dire il
Bilancio regionale Alla società sono stati assegnati 55 mila euro in 3 anni
Veneto strade non è ancora fuori dal tunnel Vernizzi ha parlato di un ridimensionamento delle opere già progettate. Verrà data precedenza alla priorità ma manca un piano che ne stabilisca l’ordine
Ci sono altri 800 milioni di progetti che rischiano alla grande
Veneto Strade chiude con un bilancio in attivo di 32 mila euro con un patrimonio netto di 6.699.722 euro, con uno stato del patrimonio attivo di 663.932.777. Nel 2011 ha
destinato il 62,93% delle risorse in opere viarie, il 25,74% al personale (in calo), l’11,32% al funzionamento della società. Nel 2011 ha realizzato lavori per 29 milioni di euro.
NEWS IL BILANCIO DI VENETO STRADE
Per la capogruppo del partito democratico Laura Puppato è inconcepibile come i vertici di Veneto Strade abbiano il coraggio di continuare a vendere illusioni difen-dendo la funzionalità dell’ente e promettendo opere ed interventi a iosa. Se questi
signori - precisa - ritengono che un utile 2012 di 32 mila euro e le risorse dell’ultima fi nanziaria regionale (10 milioni per il 2012) possano far fronte al consistente indebi-tamento che Veneto Strade ha con le banche e assieme assicurare la prosecuzione di vecchi e nuovi lavori, oltre alla manutenzione ordinaria della viabilità, forse non hanno ben capito la situazione in cui ci hanno portato. Davvero - si chiede la capogruppo del Pd - sono convinti che si possa con queste disponibilità andare molto oltre il pagamento degli stipendi dei dipendenti e la gestione di una struttura così imponente? Ritornino con i piedi per terra - aggiunge Puppato - facciano i responsabili e non i venditori di fumo, dicendoci chiaramente come l’ente pensa di realizzare gli interventi ordinari di propria competenza, cosa ne sarà delle opere pubbliche previste dal piano triennale e che de-stino avranno i cantieri programmati da 10 anni e ancora da aprire per un ammontare di 800 milioni. Ed a proposito di federalismo stradale, tanto caro all’assessore Chisso - conclude la Puppato - vorrei invitarlo ad andare a visitare i cantieri in corso e a spiegarci ad esempio perché sulla Pedemontana non risulta a tutt’oggi impiegato neppure un lavoratore veneto.
“NON VENDETE ILLUSIONI”
“Un vecchio e guerresco fi lm d’epoca fascista raccontava di una battaglia navale tra la marina italiana e quella inglese. Sorpreso dal fuoco nemico, l’ammiraglio comandante faceva avanzare le cacciatorpediniere con un ordine preciso: ‘fare
fumo’. Le coraggiose navi si lanciavano velocissimamente contro l’avversario e, virando sul fi anco, emettevano una enorme quantità di fumo nerastro per impedire agli inglesi di vedere le navi da battaglia italiane. Gli inglesi però avevano il radar. Ecco, la capogruppo del Pd in Consiglio regionale mi sembra una cacciatorpediniera mandata a fare fumo, non avendo il radar”. L’assessore regionale alle politiche della mobilità prende da lontano le accuse della capogruppo Pd, che lamenta la scarsità di risorse della fi nanziaria regionale (“secondo lei 10 milioni di euro”) chiedendosi come possa Veneto Strade far fronte al consistente indebitamento con le banche e ai lavori. “Ricordo che quei presunti 10 milioni li ha votati anche lei, ma forse, causa fumo, non sa neppure cosa ha approvato, visto che si tratta di 15 milioni per il 2012, 20 per il 2013 e 20 per il 2014. L’esposizione bancaria è sempre un problema, ma se la capogruppo del PD avesse letto tutte le carte del bilancio di Veneto Strade Spa avrebbe scoperto che questa esposizione un anno fa era di 110 milioni di euro e oggi è calata a 36 milioni. Ci sono però crediti nei confronti della Regione per 117 milioni. In più la società ha anche degli utili, benché questi non rientrino tra gli scopi societari”. “Il vero problema non è l’esposizione della società, ma il fatto che la Regione non possa pagare ciò che le deve a causa del Patto di Stabilità, ma in ogni caso è un credito reale e non illusorio. Questa è la causa dell’indebitamento, rispetto a spese di gestione che sono diminuite e ad una confermata effi cienza della struttura di fronte a pro-blemi che sono e stanno diventando enormi a causa del drenaggio governativo di risorse locali. Questo ci porta a tenere i piedi ben per terra, su tutti i fronti infrastrutturali – dice ancora l’assessore – compreso quello della Pedemontana, che si paga da sé e rispetto alla quale abbiamo capito che la capogruppo del Pd lamenta una presenza di lavoratori siciliani, che in altra situazione sono stati ritenuti una sorta di portatori di interessi mafi osi. Mi fa piacere che la signora si sia anche lei convertita a privilegiare i veneti, ma il suo modo di proporre la cosa fuma di razzismo”.
LA CAPOGRUPPO NON VENGA A “FARE FUMO”
“Faccio i complimenti all’assessore Chisso - scrive la capogruppo democratica - per l’approfondita cultura cinematografi ca d’epoca fascista. La cosa fondamentale è che Chisso non continui a proiettare le sue trame di fantasia. Resti piuttosto sul
concreto, prima che quello su Veneto Strade diventi un fi lm drammatico. L’unica cosa che continuiamo a chiedere - precisa la Puppato - è che venga detto con chiarezza cosa faranno operativamente gli oltre 200 dipendenti di Veneto Strade e come procederanno i cantieri ed i progetti. I fondi deliberati con l’ultimo bilancio sono stati stanziati anche grazie al lavoro emendativo del Pd, per cui so benissimo di cosa stiamo parlando.
Proprio per questo ribadisco che le risorse attualmente a disposizione non riescono neppure a coprire gli appalti già fatti. La nostra - ribadisce - è una richiesta di chiarimenti tanto legittima quanto doverosa, alla quale la Giunta e i vertici di Veneto Strade devono altrettanto doverosamente rispondere. La cosa più sorprendente - conclude Puppato - è che Chisso e i suoi gridino al miracolo di fronte ad una situazione che in realtà sta pesan-temente pregiudicando l’immediato futuro dell’ente. Non mi sembra una cosa normale: a meno che non abbiano la passione per i fi lm dell’orrore...”.
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13Cultura veneta
di Vesna Maria Brocca
Dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, arriva a Venezia la prima mostra ita-liana di “graphic novel”, dedicata cioè
ai romanzi a fumetti italiani. Sede espositiva di questa biblioteca immaginaria chiama-ta “Graphicnovel.it, Le roman graphique italien”, che accoglie 150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana di altrettanti autori italiani, è l’antica Torre Mas-similiana dell’Isola di Sant’Erasmo a Venezia. L’isola, considerata nei secoli come “l’orto di Venezia”, risplende nel-la sua vocazione fl oreale e agricola e ben si presta ad accompagnare il visitatore in lunghe passeggiate nella natura immersa tra terra e acqua e invita quindi a proseguire il percorso fi no alla sede dell’esposizione nella suggesti-va Torre, per scoprire questa forma narrativa
contemporanea che usa il linguaggio del fu-metto e lo declina in un’espressione autoriale esclusiva di cui l’Italia è capofi la internazio-nale per qualità delle produzioni. Questa bi-blioteca immaginaria accoglie le opere, tra le più rappresentative a livello internazionale, di 15 autori che sono: Vittorio Giardino, Loren-zo Mattotti, Igort, Leila Marzocchi, Gabriella
Giandelli, Gipi, Davide Toffolo, Stefano Ricci, Davide Reviati, Sara Colaone, Giacomo Nanni, Manuele Fior, Piero Macola, France-sco Cattani, Alessandro
Tota. Non solo fumetti, dunque, ma un vero e proprio viaggio attraverso le pieghe della nostra civiltà e della nostra storia, un’occasio-ne per neofi ti e appassionati del genere per scoprire nuovi scorci della contemporaneità italiana e vagare per le stanze di una vera e propria biblioteca virtuale. “Si tratta di una
biblioteca immaginaria - spiega la curatrice della mostra, Paola Bristot - dove ci si riferi-sce alle immagini, parti integranti la scrittura verbo-visiva del fumetto, che costituiscono i riferimenti ideali degli autori, e alla capacità visionaria che evocano”. Prodotta dall’As-sociazione Vivacomix e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Graphicnovel.it apre la stagione espositiva della Torre Massimiliana curata dall’Istituzione Parco della Laguna. Aperta al pubblico fi no al 20 maggio nei seguenti orari: mercoledì-giovedì-venerdì dalle 15 alle 19, sabato-domenica dalle 11 alle 19. Per informazioni: tel. 041.2444142, www.parcolagunavenezia.it
150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana
Arte Fino al 20 maggio alla Torre Massimiliana dell’Isola di Sant’Erasmo
“Graphic novel”, romanzi a fumetti italiani
Un vero e proprio viaggio attraverso le pieghe della nostra civiltà e della nostra storia
Fino al 23 maggio, con cadenza setti-manale nella giornata di mercoledì, in Aula Emiciclo all’Orto Botanico si tiene
un ciclo di seminari che approfondiscono alcuni temi della mostra “Visioni del suono. Musica elettronica all’Università di Padova” aperta fi no al 18 luglio negli spazi del CAM (Centro di Ateneo per i Musei) e organiz-zata dall’Università di Padova in collabo-razione col Conservatorio “Cesare Pollini”, col sostegno della Regione Veneto, della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Fondazione Antonveneta. La mostra ripercorre il sodalizio nell’ambito della musica elettronica, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, tra Conservatorio e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informa-zione dell’Università di Padova. Nascono infatti in quegli anni i primi corsi di Musica Elettronica, grazie alle sperimentazioni di Teresa Rampazzi e alle intuizioni del musi-cista Wolfango Dalla Vecchia, Direttore del Conservatorio di Padova dal 1971 al 1974, che si concretizzarono nella nascita, nel
1976, del Centro di Sonologia Computazio-nale (CSC) di Giovanni Battista Debiasi. I prossimi appuntamenti vedranno Federico Avanzini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova approfondire, il 2 maggio, il legame tra Numero e suono, e Sergio Canazza sempre del Dipartimento di Ingegneria dell’Infor-mazione dell’Università di Padova spiegare, il 9 maggio, il rapporto tra Suono e società. Nuria Schoenberg Nono sarà la protagoni-sta dell’appuntamento del 16 maggio dal titolo Luigi Nono e la musica elettronica. Il ciclo di incontri si concluderà mercoledì 23 maggio con il seminario tenuto da Nicola Bernardini, Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, e Giovanni De Poli, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, dal titolo Ricerca e produzione musicale oggi: SaMPL. L’entrata è libera fi no a esaurimento posti.
Musica elettronica
UN CICLO DI SEMINARI SULLA MOSTRA “VISIONI DEL SUONO”
Teresa Rampazzi nel suo studioIllustr
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PADOVA27 Maggio 2012, ore 20.45 Piazza dei Signori
In caso di maltempo la manifestazione si terrà la domenica successiva
Comune di Padova
Comune di Este
Sfilate a
13Cultura veneta
di Vesna Maria Brocca
Dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, arriva a Venezia la prima mostra ita-liana di “graphic novel”, dedicata cioè
ai romanzi a fumetti italiani. Sede espositiva di questa biblioteca immaginaria chiama-ta “Graphicnovel.it, Le roman graphique italien”, che accoglie 150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana di altrettanti autori italiani, è l’antica Torre Mas-similiana dell’Isola di Sant’Erasmo a Venezia. L’isola, considerata nei secoli come “l’orto di Venezia”, risplende nel-la sua vocazione fl oreale e agricola e ben si presta ad accompagnare il visitatore in lunghe passeggiate nella natura immersa tra terra e acqua e invita quindi a proseguire il percorso fi no alla sede dell’esposizione nella suggesti-va Torre, per scoprire questa forma narrativa
contemporanea che usa il linguaggio del fu-metto e lo declina in un’espressione autoriale esclusiva di cui l’Italia è capofi la internazio-nale per qualità delle produzioni. Questa bi-blioteca immaginaria accoglie le opere, tra le più rappresentative a livello internazionale, di 15 autori che sono: Vittorio Giardino, Loren-zo Mattotti, Igort, Leila Marzocchi, Gabriella
Giandelli, Gipi, Davide Toffolo, Stefano Ricci, Davide Reviati, Sara Colaone, Giacomo Nanni, Manuele Fior, Piero Macola, France-sco Cattani, Alessandro
Tota. Non solo fumetti, dunque, ma un vero e proprio viaggio attraverso le pieghe della nostra civiltà e della nostra storia, un’occasio-ne per neofi ti e appassionati del genere per scoprire nuovi scorci della contemporaneità italiana e vagare per le stanze di una vera e propria biblioteca virtuale. “Si tratta di una
biblioteca immaginaria - spiega la curatrice della mostra, Paola Bristot - dove ci si riferi-sce alle immagini, parti integranti la scrittura verbo-visiva del fumetto, che costituiscono i riferimenti ideali degli autori, e alla capacità visionaria che evocano”. Prodotta dall’As-sociazione Vivacomix e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Graphicnovel.it apre la stagione espositiva della Torre Massimiliana curata dall’Istituzione Parco della Laguna. Aperta al pubblico fi no al 20 maggio nei seguenti orari: mercoledì-giovedì-venerdì dalle 15 alle 19, sabato-domenica dalle 11 alle 19. Per informazioni: tel. 041.2444142, www.parcolagunavenezia.it
150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana
Arte Fino al 20 maggio alla Torre Massimiliana dell’Isola di Sant’Erasmo
“Graphic novel”, romanzi a fumetti italiani
Un vero e proprio viaggio attraverso le pieghe della nostra civiltà e della nostra storia
Fino al 23 maggio, con cadenza setti-manale nella giornata di mercoledì, in Aula Emiciclo all’Orto Botanico si tiene
un ciclo di seminari che approfondiscono alcuni temi della mostra “Visioni del suono. Musica elettronica all’Università di Padova” aperta fi no al 18 luglio negli spazi del CAM (Centro di Ateneo per i Musei) e organiz-zata dall’Università di Padova in collabo-razione col Conservatorio “Cesare Pollini”, col sostegno della Regione Veneto, della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Fondazione Antonveneta. La mostra ripercorre il sodalizio nell’ambito della musica elettronica, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, tra Conservatorio e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informa-zione dell’Università di Padova. Nascono infatti in quegli anni i primi corsi di Musica Elettronica, grazie alle sperimentazioni di Teresa Rampazzi e alle intuizioni del musi-cista Wolfango Dalla Vecchia, Direttore del Conservatorio di Padova dal 1971 al 1974, che si concretizzarono nella nascita, nel
1976, del Centro di Sonologia Computazio-nale (CSC) di Giovanni Battista Debiasi. I prossimi appuntamenti vedranno Federico Avanzini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova approfondire, il 2 maggio, il legame tra Numero e suono, e Sergio Canazza sempre del Dipartimento di Ingegneria dell’Infor-mazione dell’Università di Padova spiegare, il 9 maggio, il rapporto tra Suono e società. Nuria Schoenberg Nono sarà la protagoni-sta dell’appuntamento del 16 maggio dal titolo Luigi Nono e la musica elettronica. Il ciclo di incontri si concluderà mercoledì 23 maggio con il seminario tenuto da Nicola Bernardini, Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, e Giovanni De Poli, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, dal titolo Ricerca e produzione musicale oggi: SaMPL. L’entrata è libera fi no a esaurimento posti.
Musica elettronica
UN CICLO DI SEMINARI SULLA MOSTRA “VISIONI DEL SUONO”
Teresa Rampazzi nel suo studio
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Si può anche essere miopi. Ma se gli effetti di questo difetto risultano essere pericolosi per la salute e l’incolumità della gente, allora non ci si può permettere di “non vedere”. Questo principio vale soprattutto quando si occupa una po-sizione in cui si deve decidere per gli altri. Il nostro comitato “UN SOTTOPASSO VAL PIÙ DI UNA VITA” da mesi si batte per la modifica del progetto che prevede la costruzione di una rotonda all’incrocio con la Monselice Mare. Più volte abbiamo fatto presente a chi di dovere che far attraversare “a raso” questa trafficata arteria primaria a pedoni e ciclisti è un vero e proprio attacco all’incolumità degli stessi. Non chiediamo il cielo, proponiamo un semplice sottopasso largo tre metri riservato a pedoni e ciclisti. Crediamo sia inutile sot-
tolineare come la Monselice Mare tagli in due di netto il nostro comune. Qualcuno ha considerato che le scuole si trovano sul settore sud e che le famiglie che abitano in quello nord si vedono costrette ad attraversare più volte al giorno questa pericolosa arteria con tutti i rischi che ne derivano? Non vogliamo assolutamente polemizzare con l’amministrazione comunale che oltre alla rotonda sembra avere in progetto di piazzare un semaforo riservato a pedoni e ciclisti. SIAMO VERAMENTE NEL RIDICOLO in quanto se ne elimina uno per piazzarne un altro. Che la nostra proposta sia valida lo dimostrano le 500 firme di cittadini (destinate ad aumentare ) che abbiamo raccolto e che presenteremo alle autorità competenti. Tribano è l’unico comune attraver-sato dalla Monselice Mare a non aver ottenuto finanziamenti
provinciali e regionali per eliminare i disagi del traffico. Ora il L’amministrazione comunale ha ottenuto un plafond di 800 mila euro per realizzare un progetto viario destinato a migliorare la sicurezza dei nostri cittadini, ma dovrà contri-buire con 100 mila euro. Un’altra incongruenza in quanto i comuni di Pozzonovo e Conselve hanno potuto mettere in sicurezza la loro viabilità senza alcun esborso da parte delle rispettive casse comunali. Pertanto il nostro comitato chiede che Provincia e Regione si accollino l’intero costo dell’opera. Una cosa è certa, il comitato “UN SOTTOPASSO VAL PIÙ DI UNA VITA” lotterà fino in fondo per ottenere ciò che chie-diamo e siamo confortati in questa nostra battaglia dal fatto che lottiamo per una causa giusta rivolta a fornire sicurezza e tranquillità ai nostri concittadini.
COMITATO “UN SOTTOPASSOVAL PIÙ DI UNA VITA”QUEL SOTTOPASSO S’HA DA FARE
E’ in gioco la sicurezza a l’incolumità dei cittadini.Un terzo degli abitanti chiedono di poter attraversare la Monselice Mare senza rischiare la vita
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Michela Nuvoletto, avvocato del Foro di Padova
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Caro Stefano,se il contratto di locazione ad uso turistico che Lei aveva stipulato prevedeva che il canone di locazione non fosse onnicomprensivo, ma Lei si impegnava a corrispondere a parte le spese condominiali e le somme relative alle utenze per il periodo in cui Lei ha utilizzato l’appartamento dovrà corrisponderle.Infatti, a seguito dell’entrata in vigore della disciplina sulla locazione degli immobili urbani di cui alla l. 392/1978, l’obbligazione del conduttore, concernente il pagamento degli oneri accessori è divenuta parte integrante della struttura sinallagmatica del contratto, con la conseguenza che il suo inadempimento, solo ove superiore a due mensilità del canone, dà al locatore il diritto di ottenere la risoluzione del contratto, ma in ogni caso ha diritto di pretenderne la rifusione.In questo caso la locazione è cessata, ergo il proprietario ha diritto ad ottenerne la rifusione, il conduttore però ha diritto di ottenere dal locatore l’indicazione precisa e specifi ca delle spese condominiali, nonché prendere visione dei documenti giustifi cativi, ciò in base a precisa e concordante giurisprudenza.La documentazione che Lei potrà richiedere è la seguente: il bilancio consuntivo delle spese condominiali, naturalmente scomputando le eventuali voci che riguardano la straordinaria manutenzione, dividendo le somme per i mesi in cui Lei ha avuto possesso dell’immobile; l’esibizione delle bollette integre e non alterate relative ai mesi in cui Lei ha goduto dell’immobile ed eventuali altre fatture.Dopo di che, se tutto è regolare, Lei sarà obbligato a corrispondere le spese, naturalmente se Lei ha consegnato un assegno, può pagare le somme e chiederne la restituzione ovvero autorizzarne l’incasso e, se questo non fosse suffi ciente a coprire l’intero debito, aggiungere le somme corrispondenti, ricordandosi di farsi quietanzare per iscritto per le somme inferiori ad € 1000 pagate per contanti.
Questioni di Giustizia
RIVOLGITI ALL’AVVOCATO
Buongiorno Avvocato,ho preso in affi tto ad uso turistico per alcuni mesi nel periodo estivo un appartamento in una zona di balneazione, precisamente dal 1 maggio 2011 al 1 settembre 2011 da una società immobiliare, il contratto prevedeva il canone di locazione mensile e, a parte e alla fi ne, il pagamento delle spese relative alle bollette enel, gas e acqua.Premetto che ho pagato regolarmente tutto l’affi tto, ma ho lasciato un assegno in deposito cauzionale per il saldo delle spese suddette.Mi si è presentato il proprietario chiedendomi delle somme molto elevate a titolo di spese condominiali e utenze, senza però portarmi alcuna documentazione giustifi cativa.Sono obbligato a pagarle?Se le pago posso avere la restituzione dell’assegno?Stefano.
Per porre le domande all’avvocato: [email protected]
morti sui lavoro sono state 460, su cui hanno contribuito le assunzioni a giornata, le violazioni delle norme di sicurezza ed il lavoro sommerso. Lombardia, Emiglia Romagna, Sicilia ai primi posti di questa triste classifi ca seguite da Veneto e Toscana. Non sono le fabbriche il settore più colpito: il settore agricolo è quello in cui si verifi cano il numero maggiore di incidenti mortali e subito al secondo posto si trovano le costruzioni. Le fasce d’età più a rischio sono quelle di quarantenni e cinquantenni, il 43.1% delle morti bianche totali. Alto è anche il numero di vittime tra gli ultrasessantenni pari al 30.2%. Tra le cause di morte, principalmente c’è la caduta dall’alto (23.9%), seguita dal ribaltamento di un veicolo o di un mezzo in movimento (22%); dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti sulle vittime (18.3%). Ma oltre alla tragedia per i lavoratori colpiti, vi è pure il dramma per i “responsabili” (o presunti tali)! E se è chiaro a tutti che si va a verifi care la prevenzione eseguita dal datore di lavoro dell’impresa edile, forse non tutti sanno che anche per il committente la normativa prevede delle responsabilità! Spesso il committente, per esempio un privato cittadino che intende costruirsi casa, non dispone delle conoscenze tecniche per verifi care che tutto sia in piena regola. La normativa principale per la sicurezza nei “cantieri temporanei ed edili” è il D.Lgs. 106 del 2009, che defi nisce fi gure e responsabilità. La normativa è complessa e di seguito andremo a riportare solo i punti principali che riguardano il committente. Il primo punto prevede che il committente, nei cantieri in cui vi è la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea, contestualmente all’ affi damento dell’incarico di progettazione, DESIGNI IL “COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE”. In secondo luogo, al committente , è chiesto di VERIFICARE L’IDONEITÀ TECNICO-PROFESSIONALE delle imprese affi datarie, esecutrici e dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori da affi dare, con le modalità riportate nell’ All. XVII presente nel D.Lgs. stesso.Il terzo punto prevede che il committente richieda alle imprese esecutrici una DICHIARAZIONE DELL’ORGANICO MEDIO ANNUO per qualifi ca, corredata dagli estremi delle denunce dei lavoratori effettuate all’INPS, all’ INAIL e alle casse edili, nonché una DICHIARAZIONE RELATIVA AL CONTRATTO COLLETTIVO STIPULATO DALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI più rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti. Infi ne il committente deve trasmette all’uffi cio tecnico comunale, prima dell’inizio dei lavori copia della “NOTIFICA PRELIMINARE”, il DURC delle imprese o dei lavoratori autonomi ed anche una dichiarazione che attestanti l’avvenuta verifi ca della documentazione elencata ai punti due e tre, sopra descritti.La normativa è complessa ed è consigliabile rivolgersi, prima di iniziare i lavori, ad un vostro tecnico di fi ducia, geometra, ingegnere o architetto per poter assicurare l’idoneo controllo sulla sicurezza del proprio cantiere.
Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: [email protected]
Sicurezza sul lavoro e obblighi del committenteL’ARCHITETTO
Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333
Torino: un operaio muore e due restano feriti dopo la caduta da un ponteggio (altezza di 40 metri!) nel cantiere per la costruzione di un inceneritore. I due feriti sono stati trasportati al Cto. e sul posto oltre il Pronto Soccorso sono subito intervenuti i Vigili del fuoco, Polizia e 118. Già lo scorso 3 marzo, nel medesimo cantiere, un caposquadra, era morto dopo un salto nel vuoto da 30 metri! I vigili del fuoco avevano ipotizzato il cedimento dell’ impalcatura del ponteggio ma secondo i sindacati, che hanno anch’essi effettuato un sopralluogo nel cantiere, la caduta è dovuta al cattivo fi ssaggio di un cassero. Il cantiere è stato prontamente sospeso per i rilievi, mentre gli organi di vigilanza cercano di fare chiarezza sulle qualifi che dell’impresa, la formazione dei lavoratori, le responsabilità dell’appaltatore ed anche del committente. Il numero delle “morti bianche” in Italia sembra in continua crescita, nonostante le campagne informative e le ispezioni degli Enti di vigilanza per la sicurezza dei lavoratori. Le fatalità esistono ma i numeri parlano d’altro: già nei primi mesi dell’anno scorso, le
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BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO DITE STOP
AGLI ERRORI CHE DAN-NEGGIANO LA VOSTRA COPPIA.
SIETE ANCORA IN TEMPO PER RIME-DIARE E RICOSTRUIRE · SALUTE LA SEDENTARIETÀ E LE RIPETUTE SOSTE AL RISTORANTE PENALIZZANO NON SOLO LA LINEA: ABBIATE MAGGIOR CURA DELL’ALIMENTAZIONE
SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11
FASCINO IL VOSTRO UMORE AL-
TALENANTE NON VI FACILITA IN AMORE. PROVATE AD USCIRE DI PIÙ CON GLI AMICI E A CONOSCERE GENTE NUOVA· SALUTE LA FORMA È AL TOP, VA RIN-FORZATO L’EQUILIBRIO MENTALE CON ES-ERCIZI DI MEDITAZIONE E DI YOGA. NON SOTTOVALUTATE IL CONSIGLIO
SAGITTARIODAL 23/11
AL 21/12FASCINO DINAMICI E IPERATTIVI NON VI FER-
MATE UN ATTIMO E RISCHI-ATE DI PERDERE DI VISTA CIÒ CHE È PIÙ IMPORTANTE NELLA VOSTRA VITA · SALUTE TROPPO SPESSO ARRIVATE A SERA ESAUSTI. FATEVI CONSIGLIARE DA ESPERTI DEI FIORI DI BEACH CHE POS-SANO AIUTARVI
CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01
FASCINO ABILIS-SIMI NELLE TRATTATIVE CENTRATE TUTTI GLI OBIETTIVI MA, CONQUISTATO L’INCONQUISTABILE, URGE UN GESTO DIS-TENSIVO · SALUTE QUALCHE MALORE ALL’ORIZZONTE. E’ CONSIGLIABILE FARE UN CONTROLLO DAL DENTISTA E ANCHE DALL’OSTEOPATA
ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO CUORE E SENSI SI
FONDONO MAGICAMENTE E VI REGALANO EMOZIONI MOZZAFIATO. IL DIALOGO CON L’AMATO NON È MAI
STATO COSÌ PROFONDO · SALUTE SE STATE PENSANDO DI ISCRIVERVI IN PAL-ESTRA PREFERITE LA PISCINA E IN PAR-TICOLARE L’ACQUA-GYM, LE CAREZZE DELL’ACQUA VI FARANNO BENE
PESCI DAL 20/02 AL 20/03
FASCINO VI SENTITE BELLI E SEDU-CENTI COME NON ACCADEVA DA TEMPO. CALAMITATE GLI SGUARDI E SIETE OGGETTO DI AVANCE AUDACI · SALUTE E’ TEMPO DI DIETE: SIATE COSTANTI E CONVINTI CHE RAGGIUNGERETE GLI OBI-ETTIVI CHE VI SIETE POSTI. IL TRAGUARDO SPERATO VI ATTENDE
ARIETEDAL 21/03
AL 20/04FASCINO CON IL VOSTRO LUI FATE
PIÙ LA GUERRA CHE L’AMORE. I MO-TIVI SONO FUTILI E DI FRONTE AI VERI PROBLEMI SIETE UNA COPPIA DI FERRO · SALUTE IMPONETEVI DI FARE UNA LUNGA PASSEGGIATA OGNI GIORNO PER CARICARE LA TENSIONE E RITROVARE SE-RENITÀ E GIOIA DI VIVERE
TORO DAL 21/04
AL 20/05FASCINO VOL-
A T E ALTO SULLE ALI DELL’AMBIZIONE. MA SE NON SAPETE CONCILIARE ENTUSIASMO E PRAGMA-TISMO FARETE LA FINE DI ICARO · SALUTE LA BELLA STAGIONE IN ARRIVO POTREBBE ACUIRE CERTE VOSTRE INTOLLERANZE E PROCURARVI PROBLEMI ALLA CUTE. FATE DEGLI ESAMI
GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO UN MESE
RICCO DI SVOLTE PER AFFARI E CARRIERA. IN AMORE POTETE RISCHIARE ANCHE L’IMPOSSIBILE, CUPIDO È CON VOI · SALUTE SIETE IN FORMA MA L’ARRIVO DEL CALDO POTREBBE FARSI SENTIRE. BERE MOLTA ACQUA E SALI MINERALI, VI AIUTERÀ IN OGNI SITUAZIONE
CANCRODAL 22/06
AL 22/07FASCINO I CONTRASTI NON
MANCANO E, A PEGGIORARE LA SITUAZIONE, CONTRIBUISCONO DEI FIC-CANASO. RISVEGLIATE L’EROS IN LE-TARGO! · SALUTE UN SANO REGIME DI DEPURAZIONE È QUEL CHE VI SERVE PER STARE MEGLIO. SIETE ARRIVATI A QUESTO PUNTO DELL’ANNO UN PO’ APPESSANTITI
LEONEDAL 23/07
AL 23/08FASCINO I PROGETTI AMBIZIOSI AFFONDANO NELLA BUROCRAZIA E TRASCINANO IL BUON
UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE ALLA COPPIA· SALUTE ABBIATE CURA DI VOI, ULTIMAMENTE NON SIETE AT-TENTI AL VOSTRO BENESSERE E IL FISICO NE RISENTE. FATE UN PO’ DI SPORT
VERGINEDAL 24/08AL 22/09FASCINO SIETE CARICHI DI ENERGIE CHE SAPETE GE-
STIRE AL MEGLIO RITAGLIAN-DOVI DOLCI SPAZI DI RELAX CON IL PATER CHE RINGRAZIA· SALUTE SE VI APPAS-SIONA FATICARE SUI PEDALI, QUESTO È IL PERIODO GIUSTO PER RIMONTARE IN SELLA E RITROVARE LA FORMA PERDUTA
Oroscopo
VERGINEVERGINEDAL 24/08DAL 24/08AL 22/09AL 22/09
STIRE AL MEGLIO RITAGLIAN-
LEONELEONEDAL 23/07DAL 23/07
AL 23/08AL 23/08
AMBIZIOSI AFFONDANO
TRASCINANO IL BUON UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE
DAL 22/06DAL 22/06AL 22/07AL 22/07
FASCINOFASCINOMANCANO E, A PEGGIORARE LA
SITUAZIONE, CONTRIBUISCONO DEI FIC-
GEMELLIGEMELLI
TORO TORO
FASCINOFASCINOA T E ALTO SULLE ALI
ARIETEARIETEDAL 21/03DAL 21/03
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MAGGIO uno
SCONTO
del 10% sul lavaggio delle
TENDE
PULISECCO ROSANNA
sul lavaggio delle UN MONDO DI SERVIZI PER TE:• Pulitura a secco eseguita a bassa
temperatura per mantenere colore e brillantezza anche dei capi più delicati.
• Lavaggi ad acqua con prodotti biologici ed igienizzanti.
• Piumini e coperte lavate singolarmente ad acqua e/o secco.
• Finitura a mano dei singoli capi • Possibilità di acquistare detersivi,
ammorbidenti, e una vasta gamma di profuma biancheria e deodoranti di qualità da usare nel tuo guardaroba.
• Riparazioni sartoriali: fondi, riduzione di taglia, taglia cuci, rammendi, modifica di tendaggi da interno.
BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO DITE STOP
AGLI ERRORI CHE DAN-NEGGIANO LA VOSTRA COPPIA.
SIETE ANCORA IN TEMPO PER RIME-DIARE E RICOSTRUIRE · SALUTE LA SEDENTARIETÀ E LE RIPETUTE SOSTE AL RISTORANTE PENALIZZANO NON SOLO LA LINEA: ABBIATE MAGGIOR CURA DELL’ALIMENTAZIONE
SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11
FASCINO IL VOSTRO UMORE AL-
TALENANTE NON VI FACILITA IN AMORE. PROVATE AD USCIRE DI PIÙ CON GLI AMICI E A CONOSCERE GENTE NUOVA· SALUTE LA FORMA È AL TOP, VA RIN-FORZATO L’EQUILIBRIO MENTALE CON ES-ERCIZI DI MEDITAZIONE E DI YOGA. NON SOTTOVALUTATE IL CONSIGLIO
SAGITTARIODAL 23/11
AL 21/12FASCINO DINAMICI E IPERATTIVI NON VI FER-
MATE UN ATTIMO E RISCHI-ATE DI PERDERE DI VISTA CIÒ CHE È PIÙ IMPORTANTE NELLA VOSTRA VITA · SALUTE TROPPO SPESSO ARRIVATE A SERA ESAUSTI. FATEVI CONSIGLIARE DA ESPERTI DEI FIORI DI BEACH CHE POS-SANO AIUTARVI
CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01
FASCINO ABILIS-SIMI NELLE TRATTATIVE CENTRATE TUTTI GLI OBIETTIVI MA, CONQUISTATO L’INCONQUISTABILE, URGE UN GESTO DIS-TENSIVO · SALUTE QUALCHE MALORE ALL’ORIZZONTE. E’ CONSIGLIABILE FARE UN CONTROLLO DAL DENTISTA E ANCHE DALL’OSTEOPATA
ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO CUORE E SENSI SI
FONDONO MAGICAMENTE E VI REGALANO EMOZIONI MOZZAFIATO. IL DIALOGO CON L’AMATO NON È MAI
STATO COSÌ PROFONDO · SALUTE SE STATE PENSANDO DI ISCRIVERVI IN PAL-ESTRA PREFERITE LA PISCINA E IN PAR-TICOLARE L’ACQUA-GYM, LE CAREZZE DELL’ACQUA VI FARANNO BENE
PESCI DAL 20/02 AL 20/03
FASCINO VI SENTITE BELLI E SEDU-CENTI COME NON ACCADEVA DA TEMPO. CALAMITATE GLI SGUARDI E SIETE OGGETTO DI AVANCE AUDACI · SALUTE E’ TEMPO DI DIETE: SIATE COSTANTI E CONVINTI CHE RAGGIUNGERETE GLI OBI-ETTIVI CHE VI SIETE POSTI. IL TRAGUARDO SPERATO VI ATTENDE
ARIETEDAL 21/03
AL 20/04FASCINO CON IL VOSTRO LUI FATE
PIÙ LA GUERRA CHE L’AMORE. I MO-TIVI SONO FUTILI E DI FRONTE AI VERI PROBLEMI SIETE UNA COPPIA DI FERRO · SALUTE IMPONETEVI DI FARE UNA LUNGA PASSEGGIATA OGNI GIORNO PER CARICARE LA TENSIONE E RITROVARE SE-RENITÀ E GIOIA DI VIVERE
TORO DAL 21/04
AL 20/05FASCINO VOL-
A T E ALTO SULLE ALI DELL’AMBIZIONE. MA SE NON SAPETE CONCILIARE ENTUSIASMO E PRAGMA-TISMO FARETE LA FINE DI ICARO · SALUTE LA BELLA STAGIONE IN ARRIVO POTREBBE ACUIRE CERTE VOSTRE INTOLLERANZE E PROCURARVI PROBLEMI ALLA CUTE. FATE DEGLI ESAMI
GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO UN MESE
RICCO DI SVOLTE PER AFFARI E CARRIERA. IN AMORE POTETE RISCHIARE ANCHE L’IMPOSSIBILE, CUPIDO È CON VOI · SALUTE SIETE IN FORMA MA L’ARRIVO DEL CALDO POTREBBE FARSI SENTIRE. BERE MOLTA ACQUA E SALI MINERALI, VI AIUTERÀ IN OGNI SITUAZIONE
CANCRODAL 22/06
AL 22/07FASCINO I CONTRASTI NON
MANCANO E, A PEGGIORARE LA SITUAZIONE, CONTRIBUISCONO DEI FIC-CANASO. RISVEGLIATE L’EROS IN LE-TARGO! · SALUTE UN SANO REGIME DI DEPURAZIONE È QUEL CHE VI SERVE PER STARE MEGLIO. SIETE ARRIVATI A QUESTO PUNTO DELL’ANNO UN PO’ APPESSANTITI
LEONEDAL 23/07
AL 23/08FASCINO I PROGETTI AMBIZIOSI AFFONDANO NELLA BUROCRAZIA E TRASCINANO IL BUON
UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE ALLA COPPIA· SALUTE ABBIATE CURA DI VOI, ULTIMAMENTE NON SIETE AT-TENTI AL VOSTRO BENESSERE E IL FISICO NE RISENTE. FATE UN PO’ DI SPORT
VERGINEDAL 24/08AL 22/09FASCINO SIETE CARICHI DI ENERGIE CHE SAPETE GE-
STIRE AL MEGLIO RITAGLIAN-DOVI DOLCI SPAZI DI RELAX CON IL PATER CHE RINGRAZIA· SALUTE SE VI APPAS-SIONA FATICARE SUI PEDALI, QUESTO È IL PERIODO GIUSTO PER RIMONTARE IN SELLA E RITROVARE LA FORMA PERDUTA
OroscopoUN MESE IN CUI GIOCARE A MESCOLARE LE FANTASIE MA MAI I COLORI A CONTRASTO: UN SOLO GIOIELLO MA IMPORTANTE È IL SEGRETO PER LA FELICITÀ
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