la Nuova Fucina - n.4 - 2010

16
Anno 1- Numero 4 - Ottobre/Novembre 2010 - Registrazione Tribunale di Foggia n. 592/2003 Edito dall’ Associazione Nuova Fucina (ANF) - Distribuzione gratuita ...per il Nucleare, mettersi in coda! Maltempo, ora servono fatti Le interviste a Ronzulli e Riondi no Cimitero, la cripta da incubo la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net Margherita d’Oro evento per pochi TUTTO ESAURITO! Salinis, troppi passi falsi

description

la Nuova Fucina n.4 - 2010

Transcript of la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Page 1: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Anno 1- Numero 4 - Ottobre/Novembre 2010 - Registrazione Tribunale di Foggia n. 592/2003Edito dall’ Associazione Nuova Fucina (ANF) - Distribuzione gratuita

...per il Nucleare, mettersi in coda!

Maltempo, ora servono fatti

Le interviste a Ronzulli e Riondino

Cimitero, la criptada incubo

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Margherita d’Oroevento per pochi

TUTTO ESAURITO!

Salinis, troppipassi falsi

Page 2: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

L’ennesima puntata della telenovela “Sesta Provincia”Quando fra due litiganti il terzo non gode ma perdeE il terzo è l’intera comunità della neonata Provincia

La storia infinita della Sesta Provincia se-gna l’ennesima puntata, il ricorso al Tar da parte del Comune di Barletta, per rivendi-carne la sede legale, aggiudicata invece ad Andria, qualche mese fa, con la votazio-ne dello Statuto in Consiglio Provinciale. Votazione alla quale prese parte, a favore di Andria, anche il Presidente della Pro-vincia Francesco Ventola, infrangendo la consuetudine dell’astensione, consi-derata gesto di eleganza istituzionale. E così le mai sopite questioni di campanile fra Andria e Barletta si sono prepotente-mente risvegliate, molto probabilmente cavalcate anche da ‘guastatori’ ai quali la confusione e i mal di pancia fanno gioco. L’unica provincia tripartita d’Italia ave-va mostrato, già dai primi momenti della sua costituzione, di non riuscire a muo-versi con snellezza, di non fare squadra, con tutte le carenze che questo compor-ta. Proposta, discussa e poi abbandonata l’idea della Cittadella della Provincia - che avrebbe raccolto tutti insieme gli uffici ma che presentava diversi fattori di insoste-nibilità, a cominciare dai tempi e costi di realizzazione, passando per la maggiore vicinanza ad Andria e l’accatastamento in agro di Barletta che, anziché dirimere la questione, scontentava tutti - si era pas-sati all’individuazione delle varie sedi per dislocare la Prefettura (rivendicata da Bar-letta in forza della sua storia nella batta-glia per la provincia, e assegnata alla città della Disfida dagli organi statali compe-tenti), della Presidenza, Consiglio e Giun-ta Provinciale, e naturalmente della sede legale. La città di Trani, incartata la sede

del Tribunale come ovviamente doveva essere, non ha messo bocca nelle altre questioni, almeno ufficialmente, se non di recente per chiedere la sede ASL, mentre alcune associazioni andriesi avevano già rumoreggiato per via della targa automo-bilistica, BT, che di fatto estrometteva la loro città dalla sigla della nuova provincia. Insomma, un andirivieni di consorterie di piccolo cabotaggio che, inevitabilmen-te, facevano volare basso. All’indomani dell’assegnazione della sede legale ad An-dria, la destra barlettana voleva ritirare i propri rappresentanti in Consiglio Provin-ciale (cosa alla quale non ha poi dato cor-so), sostenendo ufficiosamente che il pre-sidente Ventola avrebbe tradito l’accordo fatto in campagna elettorale, il sostegno alla sua persona in cambio della sede le-gale, cosa naturalmente mai acclarata a livello ufficiale e mai ammessa da Ventola stesso, che parla invece di policentrismo da rispettare e di divisione dei luoghi della rappresentanza (ma la Prefettura è ema-nazione diretta dello Stato, mentre il resto viene deciso in loco). In sostanza, la città di Barletta chiede solo il riconoscimento morale della sede legale, in onore di una storia cominciata sotto i Borboni, dice il Sindaco Maffei illustrando il ricorso al Tar, firmato a nome della città. Non se lo spie-ga invece, questo ricorso, il Sindaco di An-dria, Nicola Giorgino, che su Facebook ha pubblicato una nota di biasimo all’azione legale, rievocando scontri di campanile e concludendo con perfetto fair play “Pos-so comunque assicurare che nel terreno di una inusitata ancorchè ridicola gazzarra

di Carmen Palmiotta

Andria non si farà trascinare”. Nota alla quale Maffei risponde, sempre su Facebook, “Mi sembra che sia facile capire come la decisione della assegnazione della sede legale ad Andria sia vissuta da tutta la città di Barletta come un sopruso e in pale-se assenza di regole condivise. Vogliamo ri-cordare come si è svolto quel Consiglio Pro-vinciale nel quale quella decisione è stata presa? Non si tratta di lotta di campanile, ma di giuste rivendicazioni che poggiano sulla storia dell’intero territorio e sulla giu-stezza delle regole». E conclude con lo stesso aplomb inglese “Su una cosa Giorgino ha ragione: evitiamo inutili gazzarre da bar dello sport”Non c’interessa, qui, entrare nel merito di ragioni e di torti rivendicati dai conten-denti, ma di guardare a un fatto che ci ap-pare netto e incontrovertibile: il fallimento dell’azione politica, a prescindere dal co-lore, a spese di una comunità invece coesa dal punto di vista storico, culturale e so-ciale, che avrebbe bisogno di essere guida-ta a esprimersi al meglio e a valorizzare il territorio. Diversamente, nessuno avrebbe sentito il bisogno di un ente che si sta rive-lando, ahinoi, inutile e dannoso.

la Nuova FucinaMensile di informazione

Anno I - Numero 4Ottobre/Novembre 2010

Reg. Trib. Foggia n. 592/2003Edito dalla

“Associazione Nuova Fucina’Direttore responsabile

Carmen PalmiottaFotografo

Gianni GalantucciStampa

Litografica‘92distribuzione gratuita

fatti sentire! scrivi [email protected]

2

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

la Nuova Fucina Num. 4 - Ottobre/Novembre 2010 EDITORIALE

Nicola Maffei e Nicola Giorgino

Page 3: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

“Margherita di Savoia come Curitiba, Miami, Rimini o....?”Il futuro di Margherita di Savoia sugli ambiziosi modelli fantasticati dai politici? Ma certo! E cosa ci manca?!

di Adriano Spillo

- Papà, posso chiederti una cosa?- Sì, ma non fare tante storie come l’altra volta… Comunque, di che si tratta?- Cos’è il “modello Curitiba”?- Ah sì, questa la so! È lo schema di una famosa squadra brasiliana, un 4-4-2 col “quadrato magi-co”, con due mezze punte dietro gli attaccanti…- Ma papà…- …e con questo schema il Curitiba ha vinto il campionato battendo il Flamengo e il Santos…- Ehm… Papà?- Che c’è, Adriano?- Guarda che non si tratta dello schema di una squadra di calcio!- Ah, no?- È una cosa che qualche tempo fa il sindaco ha detto in consiglio comunale!- Ancora con queste storie… Ma chi ti racconta tutti ’sti fatti?- Ho sentito due signori che ne parlavano… Ma non capivano un accidente di che cosa volesse dire!- E allora vieni a rompere le scatole a me… Ma perché non ti fai una ricerca?- L’ho fatta, ho visto su Wikipedia e ho trovato un po’ di notizie: Curitiba è una città del Brasile che con la sua area metropolitana arriva a oltre 3 mi-lioni di abitanti, capitale dello stato del Paranà, a circa mille metri sul livello del mare, città ecososte-nibile per antonomasia con i suoi 55 metri quadri di verde per abitante, sede della prima isola pedo-nale del mondo, centro di produzione commercia-le ed industriale… Insomma, con Margherita non ha proprio niente in comune! Che c’entra con noi

questo “modello Curitiba”?- Forse ho capito… Visto che ’sta città è la capita-le dello stato di Paranoia, il sindaco vuole fare la stessa cosa a Margherita… Tanto qui di paranoia ce ne intendiamo…- Paranà, non paranoia!- Vabbé, sarà la traduzione… Comunque penso che con questo modello Curitiba vogliono por-tare anche a Margherita un modello di sviluppo ecocompatibile per rilanciare il nostro turismo: una bella idea, no?- Qui? A Margherita?!- Perché? Che cosa ci manca?- Insomma… Non penso che si possa fare un pa-ragone fra un paese di diecimila abitanti ed una metropoli con oltre tre milioni di persone. Poi per il turismo servono prima di tutto gli alberghi, e qui ne abbiamo pochi… Servono i locali, e noi d’inver-no non sappiamo neanche dove andare… E poi, scusa, non hai detto pure tu che qui è una para-noia?- Che c’entra, era solo una battuta. Però d’estate è tutta un’altra cosa… Hai visto quest’anno Battiti Live?- Sì, bello… Però è stato soltanto per una sera. Le altre sere non ho fatto altro che passeggiare sul lungomare con gli amici…- Non è vero: c’era anche il concerto di Alessan-dra Amoroso, poi è venuto quello lì… il pianista… Poi Carlo Verdone… Poi la mostra della Gioconda nuda…- A parte il fatto che le mostre mi annoiano, per andare al concerto di Alessandra Amoroso ci vole-vano i soldi e tu quella settimana la paghetta non me l’hai data… Mi hai detto che i soldi ti servivano per pagare la rata della macchina!- E che c’entra… Ma quanto costava il biglietto? Mica quanto la rata della macchina!?- No, è chiaro che costava di meno… Però tu i soldi non me li hai dati lo stesso!- Non ricominciare con le polemiche!- Io non sto facendo polemiche: sto solo dicendo che fare un paragone fra Margherita e una città del Brasile mi sembra un po’ assurdo…- Ma smettila! Lo sai che noi siamo la Rimini del sud?- L’ho sentita questa cosa: però quando sono an-dato a Rimini in gita con la scuola ho visto cose incredibili… Pensa che la sera in giro c’è più gente

a Rimini in aprile che da noi a luglio…- Vabbé, ma vuoi mettere la nostra ospitalità? La nostra accoglienza?- Veramente quest’estate i genitori di Paolo mi hanno detto certe cose…- Chi? Quei milanesi con la puzza sotto il naso? E che ti hanno detto?- Che certi commercianti quando sentono un ac-cento del nord aumentano i prezzi apposta… Che sono andati a comprare i meloni e il venditore ru-bava sul peso… Che il salumiere mentre stava af-fettando il prosciutto si metteva le dita nel naso… Che al bar del lido il padrone faceva i rutti e le scor-regge…- Calunnie! Tutte storie inventate da quelli del nord per parlare male di noi!! Sono invidiosi perché noi qui abbiamo la spiaggia più bella del mondo, un sacco di lidi, la salina, la zona umi-da…- Sì, è vero… Ma per il turismo serve anche una buona offerta per il tempo libero… E io che vivo qui, la sera mi rompo le p…- Zitto! Niente parolacce!! Tu non sai apprezzare le cose belle che abbiamo! Anzi, lo sai che ti dico?- Che cosa, papà?- L’ho letto sul giornale: il sindaco ha detto che fa-remo il gemellaggio e così diventeremo la Miami Beach del futuro!!!- Sì, buonanotte… Ci mancava anche Miami Be-ach! Io invece ho paura di una cosa…- Di che cosa?- Non è che a forza di pensare che siamo la Rimini del sud o la Miami del futuro rischiamo di diven-tare la Zapponeta del passato?

la Nuova FucinaNum. 4 - Ottobre/Novembre 20103 PUNTURE DI SPILLO

RUBRICHE

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Page 4: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

“Vivere” con l’amianto sotto casaTroppa disinvoltura nell’utilizzo e nello smaltimento di un materiale così altamente nocivo per la salute

La Legge 27 marzo 1992 n. 257 vieta “l’estrazione, l’importazione, l’esporta-zione, la commercializzazione e la produ-zione di amianto o di prodotti contenenti amianto”, arrestando quindi in modo de-finitivo qualsiasi immissione aggiuntiva di amianto, di prodotti di amianto o di pro-dotti contenenti amianto, sul territorio nazionale. Fa quasi impressione, oltre alla quantità di amianto disseminata lungo la nostra cittadina, la naturalezza con la qua-le se ne fatto uso, e il riutilizzo attuale in molte costruzioni: alcuni utilizzano le la-stre, provenienti dai tetti, per farne recin-zioni. L’amianto rappresenta un pericolo per la salute a causa delle fibre di cui è co-stituito che a causa degli agenti atmosferi-ci o per la manipolazione, spesso si sfalda-no e vengono inalate. L’esposizione a fibre di amianto causa malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmo-nare) e delle membrane sierose, principal-mente la pleura (mesoteliomi). Esse in-sorgono dopo molti anni dall’esposizione. Sono state descritte, inoltre, patologie al tratto gastrointestinale e alla laringe.il problema principale è lo smaltimento, specialmente quando è a carico di privati. Il costo è effettivamente proibitivo.Ma a Margherita di Savoia, oltre che sui tetti, l’amianto è abbandonato da tempo,

lungo la strada per foce Carmosina, accan-to la pista ciclabile, lungo gli argini della salina più grande d’Europa e a ridosso di quella Zona Umida che, ci sembra oppor-tuno ricordarlo, è considerata zona am-bientale protetta.L’ignoranza del cittadino che abbandona le lastre che andrebbero smaltite, si unisce alle istituzioni che poi non si adoperano per la rimozione. Un pro-blema che non ci deve lasciare indifferen-ti. È dimostrato che una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano. Teoricamente l’inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie mortali.Secondo rapporti ufficiali ogni anno in Italia si registrano tra le 2.000 e le 4.000 morti a causa della sua esposizione professionale, ambientale e domestica. Ma le morti sottendono una mole enorme di “malati di Eternit”.La Regione intanto ha di recente istituito una “Commissione regionale interdisci-plinare tecnico-scientifica amianto”. Tale commissione supporterà le attività della Regione relative alla redazione del “Piano regionale di protezione dell’ambiente, de-contaminazione, smaltimento e bonifica ai fini della difesa dai pericolo derivanti dall’amianto”. Speriamo ciò contribuisca ad arrivare quanto prima ad una soluzione definitiva di un così grave problema.

la Nuova FucinaMARGHERITA di S.

Num. 4 - Ottobre/Novembre 20104 AMBIENTE

Dire Saibi a Margherita di Savoia significa evocare il fantasma del 26 febbraio 1983: quel sabato sera è entrato tristemente nella memoria collettiva del paese per il drammatico incendio che provocò un’on-data di panico ed un fuggi fuggi generale. Spettri che si ripresentarono anche diversi anni dopo la chiusura dello stabilimento: ai primi di gennaio del 2001, durante un intervento di bonifica del sito, un nuovo incidente riportò d’attualità tutti i timori legati alla pericolosità dell’impianto e delle sostanze che vi venivano trattate. Nel 2002 il sito fu oggetto di un primo intervento di caratterizzazione e dalle analisi esperite fu ravvisata la presenza nel sottosuolo di metalli pesanti e composti di natura or-ganica causanti fastidiose esalazioni. Nel 2006 fu affidato l’incarico di progettazione preliminare all’ing. Baruchello e in segui-

to la Regione Puglia comunicò l’avvenuta ammissione al finanziamento per un im-porto pari a 8 milioni di euro: il Comune di Margherita di Savoia sottoscrisse un di-sciplinare con la Regione che fissava tutte le procedure necessarie per giungere alla definitiva erogazione dei fondi. Tutto è poi rimasto fermo per circa un anno: a seguito dello scioglimento anticipato del Consiglio Comunale la questione è passata all’atten-zione del Commissario Prefettizio, il quale nel 2008 ha avviato le procedure per l’af-fidamento dell’incarico di progettazione esecutiva. Subito dopo l’insediamento dell’amministrazione Bufo la Regione Pu-glia ha invitato il Comune di Margherita ad esperire rapidamente le procedure per evitare la perdita del finanziamento, cosa che fu fatta e che portò all’aggiudicazione dell’incarico all’Associazione di Professio-nisti “Area Geie” di Torino. La validità e la completezza del progetto di bonifica per l’area ex Saibi presentato da quest’ultima

furono confermati in pieno dalla Regione nel febbraio 2009. I lavori praticamente iniziati furono però quasi immediatamen-te bloccati sia per un ricorso al TAR riguar-dante la gara per l’esecuzione dei lavori sia perchè l’Arpa, a dispetto di un primo parere positivo, ha improvvisamente rite-nuto necessari ulteriori approfondimenti per il sospetto di presenza di amianto negli immobili del sito: l’area fu sottoposta a se-questro. Dopo un altro cambio di ammi-nistrazione e un anno e mezzo di silenzio, nella scorsa settimana il vicesindaco Sarci-na ha dichiarato coram populo che, grazie all’impegno dell’on. Carlucci, la telenovela Saibi è ormai vicina alla conclusione. Non spiega però il come, nè il quando nè chi andrà ad operare per la definitiva messa in sicurezza del sito, nè se e cosa sia cambiato rispetto all’originario progetto del resto a suo tempo pienamente avallato dalla Re-gione: tutti quesiti che di certo non posso-no e non devono restare senza risposte.

Saibi, è ora di fare chiarezza

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Troppa la presenza di amianto nel territorio cittadino

Un problema molto delicato sul quale andrebbero evitati giochi politici e penose strumentalizzazioni

Page 5: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Rigassificatore e biomasse, gli ultimi due spauracchiDalle polemiche in sede istituzionale a quelle a mezzo stampa, con minacce di querele

Al di là della vicenda Saibi, che merita un ca-pitolo a parte, in ordine cronologico gli ultimi due allarmi ambientali a Margherita di Savoia sono stati lanciati per la ventilata realizzazio-ne di un rigassificatore e per le ipotesi di rea-lizzazione di una centrale a biomasse.La campagna elettorale in vista delle Comu-nali 2008 fu giocata in gran parte su un sec-co e deciso no al rigassificatore, che divenne uno slogan pressoché trasversale da destra a sinistra: il 18 febbraio di quell’anno, infatti, la Sorgenia aveva depositato un progetto di pre-fattibilità presso la sede dell’Associazione In-dustriali di Foggia riguardante la realizzazio-ne di un rigassificatore in agro di Trinitapoli ma con piattaforma di approvvigionamento nel mare antistante il litorale di Margherita di Savoia. La levata di scudi fu unanime e tutti e quattro i candidati sindaci allora in lizza fir-marono un documento congiunto che li im-pegnava, indipendentemente dall’esito delle consultazioni elettorali, ad adoperarsi in ogni modo per scongiurare una simile ipotesi. Ap-pena un mese e mezzo dopo l’insediamen-to dell’amministrazione guidata da Raffaele Bufo vi fu un consiglio comunale monotema-tico che portò all’adozione di un documen-to, votato all’unanimità, con il quale veniva ribadita la totale ed assoluta contrarietà al progetto, ritenuto palesemente in contraddi-zione con la vocazione turistica, naturalistica ed ambientale del territorio. Indubbiamente ipotizzare la realizzazione di un rigassificato-re a due passi dalla Zona Umida fu un’alzata di ingegno davvero ai limiti dell’umorismo involontario da parte della Sorgenia, che pe-raltro continuò con le sue discutibili avan-ces, tutte puntualmente rispedite al mitten-te dall’amministrazione Bufo che però vide traumaticamente interrotto il suo percorso il 6 luglio 2009. Nella campagna elettorale 2010 la questione passò un po’ in secondo piano, soppiantata evidentemente da altre paro-le d’ordine; laconico fu anche il commento

dell’onorevole Gabriella Carlucci, eletta sin-daco col 70% dei voti, che si riservò di valuta-re la situazione dopo averla esaminata atten-tamente. In realtà, a fronte della netta presa di posizione da parte della cittadinanza e la ferma opposizione bipartisan nei confronti del progetto (messa nero su bianco in occa-sione del consiglio comunale monotemati-co del 5 giugno 2008) non si vede quali altri spunti di riflessione servirebbero per un pro-nunciamento. Fatto sta che, ora come ora, la questione sembra finita nel dimenticatoio.Nelle ultime settimane, intanto, si è fatto un gran parlare attorno all’ipotesi di costruzione di una centrale a biomasse. Anzitutto è bene chiarirsi le idee su un concetto basilare: cos’è una centrale a biomasse? Le fonti di energia da biomassa sono costituite da sostanze di origine animale o vegetale, che possono es-sere usate come combustibili per la produ-zione di energia. Alcune fonti, come la legna, non necessitano di trattamenti; altre, come gli scarti vegetali o i rifiuti urbani, devono essere sottoposte ad un particolare proces-so. Tali fonti si dividono essenzialmente in biomasse legnose, biodiesel (un carburante ottenuto, attraverso un processo chimico, da fonti rinnovabili quali oli vegetali e gras-si animali) o biogas (gas naturale, costituito principalmente da metano e anidride carbo-nica). Come tutte le fonti alternative di ener-gia, anche la centrale a biomasse ha i suoi pro e i suoi contro: soffermandoci solo sugli svantaggi, basta fare una semplice ricerca per constatare che le principali ricadute negati-ve di questo tipo di impianto (in particolare laddove è previsto l’impiego di biomasse de-rivanti da colture specializzate) riguardano il rischio di deforestazione e l’utilizzo massic-cio di erbicidi, pesticidi e concimi per trattare i terreni, con conseguenti danni per il sistema ecologico ed ambientale. Coltivare piante di interesse energetico su vasta scala, inoltre, potrebbe avere pesanti conseguenze sulla

biodiversità, che del nostro territorio è una risorsa fondamentale. La combustione di biomasse, rilevano infine gli esperti, produce grandi quantità di sostanze inquinanti.Fatto questo necessario preambolo, arri-viamo all’attualità: la questione esplode nel momento in cui trova vasta eco sulla stampa un’istanza presentata il 19 novembre dello scorso anno presso l’Ufficio Tecnico Comu-nale dalla Sira Srl (società il cui rappresen-tante legale è Antonio Ricco, fratello dell’as-sessore all’ambiente Mimmo Ricco) per la realizzazione di un impianto da 1000 kVA. La questione viene ripresa con veemenza in consiglio comunale dalle forze di opposizio-ne e il clima si surriscalda: la Sira Srl passa al contrattacco, parla di sciacallaggio politico e nega categoricamente che l’impianto in que-stione sia una centrale a biomasse precisan-do testualmente di aver “chiesto ed ottenuto regolari autorizzazioni per un impianto di produzione di energia elettrica da oli vegetali vergini ed esausti”, ribadendo di aver rinun-ciato alle autorizzazioni ottenute proprio in considerazione degli incarichi politici di Mimmo Ricco e minacciando il ricorso alle vie legali nei confronti di quanti hanno di-vulgato senza autorizzazione informazioni sensibili sulla società medesima. Una que-relle che ha avuto momenti di scontro molto vivace, anche in sede istituzionale, e che po-trebbe riservare ancora nuovi colpi di scena.

la Nuova FucinaMARGHERITA di S.

Num. 4 - Ottobre/Novembre 20105AMBIENTE

Diciamolo chiaramente, anche (e soprat-tutto) Margherita ha necessità di mettersi al pari con i tempi adottando un sistema di produzione/risparmio energetico basato sulle tecnologie alternative più moderne e rispettose dell’ambiente, tanto meglio se poi in tal modo si porta anche guadagno e lavoro alla cittadina. Ma quale sistema utilizzare? Nel novembre 2008 il Consiglio comunale cittadino espresse un parere ne-gativo alla richiesta, avanzata da ben tre diverse società, per la realizzazione di un parco eolico off shore nello specchio d’ac-qua antistante la costa di Margherita di Sa-voia, richiedendo al Ministero dei Trasporti

e delle Infrastrutture il diniego dell’auto-rizzazione. In effetti non crediamo che im-piantare una selva di gigantesche strutture eoliche a poche miglia dall’ingresso del porto margheritano si accordi bene con le intenzioni, più volte sbandierate dalle di-verse parti politiche, di sviluppare lo stesso porto dal punto di vista turistico. A questo si aggiunga anche il fatto che, la marina appartenendo al demanio, al Comune non andrebbe nel caso alcun beneficio econo-mico. Diverso invece il discorso per quanto riguarda il fotovoltaico, indubbiamente la tecnologia energetica a minor impatto am-bientale. Anche qui però la soluzione non è

così semplice: Margherita, per la sua collo-cazione geografica, stretta tra mare, saline e Zona Umida, è sempre stata assillata da una mancanza cronica di territorio, senza il quale è ben difficile poter parlare di con-venienza del fotovoltaico. Da qui l’assoluta necessità di affrontare l’importante argo-mento in maniera esaustiva, valutando tut-ti i pro e i contro delle numerose offerte.

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Eolico o fotovoltaico?

Page 6: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Ronzulli: “La Carlucci collante di questa maggioranza”Intervista a tutto campo al Presidente del Consiglio

di Mirko Valentino

Emergenza maltempo, ora servono fatti La politica ancora non risolve l’annoso problema

la Nuova FucinaMARGHERITA DI S.

Num. 4 - Ottobre/Novembre 20106 POLITICA

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Abbiamo incontrato Antonio Ronzulli, Presiden-te del Consiglio di Margherita di Savoia, per rivol-gergli alcune domande su vari argomenti locali di politica e non.

Come vede la situazione politica dopo le recenti vicende politiche cittadine?La situazione è e resterà stabile in un discorso di unità attorno alla CarlucciQuindi la Carlucci è il collante per questa mag-gioranza?Si,la sua figura è fondamentale, ma il vero collan-te è il bene del paese. Non si arriverà mai ad uno scioglimento per non ripetere gli errori fatti in passato che hanno portato ai problemi che oggi ci troviamo ad affrontare.Nel suo intervento, il consigliere di maggioranza Michele Russo ha espresso perplessità sull’ope-razione Fintecna. Queste posizioni sono condi-vise da una parte della maggioranza?Le risposta della Carlucci sono state ritenuti sod-disfacenti sia da Michele Russo che da tutta la maggioranza. I tempi del ritardo nella risposta erano dovuti agli impegni parlamentari del sin-daco.Per quanto concerne la situazione degli inquili-ni negli edifici della Fintecna quali strade si in-tendono percorrere per evitare gli sfratti?

Grazie ad una commissione margheritana partita per Roma e grazie all’intervento di parlamentari chiamati in causa da questa commissione abbia-mo ottenuto la promessa della riduzione del 50% rispetto ai canoni previsti e al diritto di prelazione per gli inquilini attualmente residenti in quelle case.Parliamo ora dell’I.T.T.A.: come giudica i para-metri decisi?Ritengo che la soglia del 24% per le strutture ricet-tive sia accettabile. Per il resto si dovrà attenersi alle leggi vigenti perché nient’altro è di compe-tenza comunale.In campagna elettorale la Carlucci aveva an-nunciato la riapertura del plesso Galante. Poi non è avvenuto.La Carlucci presa dall’entusiasmo non tenne con-to dei normali tempi tecnici. Faremo di tutto per ottenere la riapertura del plesso entro settembre del prossimo anno grazie al finanziamento otte-nuto per merito esclusivamente del nostro sin-daco. Nel frattempo è stato un grande successo dell’amministrazione Carlucci evitare il doppio turno con la creazione di 5 nuove aule.E il plesso Distaso?Lì non si trova una soluzione in quanto con un atto dell’amministrazione Camporeale l’edificio fu declassato a edificio non più scolastico. Se non

riaprirà come scuola è pronto un progetto com-pletamente nuovo.Come giudica il caso Infanti-Daloiso?Pensavamo che il signor Infanti potesse dare un apporto determinante all’amministrazione comunale. Poi ci siamo ricreduti dimostrando l’intelligenza di saper rimediare in tempo ai no-stri errori.Le dimissioni di Daloiso sono invece scollegate da questo caso in quanto egli per i suoi pressanti impegni di lavoro non riusciva a essere presente in giunta. Questa è l’unica motivazione delle sue dimissioni.Cosa vuol dire al paese?Che chi ha veramente a cuore le sorti del paese deve rimboccarsi le maniche e lavorare lascian-dosi alle spalle le solite liti per motivi non politici ma personali. Invito soprattutto l’opposizione ad essere costruttiva e non preconcetta.

Quattro milioni di euro, a tanto ammontano i danni provocati all’agricoltura margheritana dalle ultime abbondanti piogge. Certo, non sa-ranno i danni per centinaia di milioni di euro stimati in Veneto, ma sono più che sufficien-ti a dare il colpo di grazia ad un settore già da tempo in ginocchio. La richiesta dello stato di emergenza e calamità, deliberata dal Consiglio comunale “straordinario e urgente” -assente il sindaco (sic!)- tenutosi l’8 novembre, è sicura-mente un atto dovuto e imprenscindibile ma, come sottolineato in un comunicato stampa anche dal Direttivo cittadino di “Generazione Italia”, di certo “estremamente riduttiva rispetto alle esigenze reali manifestate dalla categoria”. In questi giorni sono infuriate dure polemiche fra gli opposti schieramenti politici, polemiche nelle quali l’amministrazione è stata accusata

di immobilismo e ritardi nell’attivarsi per far fronte all’emergenza maltempo nonostante i tempestivi avvisi pervenuti dalla Protezione Ci-vile. Niente di nuovo, cose vecchie: si sa, a Mar-gherita la politica serve più ad accusarsi recipro-camente e a litigare che a fare qualcosa di utile e positivo tutti insieme. E nel frattempo, anno dopo anno, pioggia dopo pioggia, la situazione degli arenaioli salinari peggiora sempre più sino a dare chiari segnali di irreversibilità.E’ dell’ultim’ora la notizia di un’iniziativa, partita dal Partito Democratico di Margherita di Savo-ia e fatta propria, con il tramite del consigliere comunale Cusmai e del consigliere provinciale Mennea, dagli assessori regionali all’agricoltu-ra ed alle opere pubbliche. Tale iniziativa, oltre al risarcimento dei danni subiti, punta ad un recupero della produttività dei terreni che han-

no perso la loro fertilità in seguito al maltempo grazie ad un’opera di rifertilizzazione mirata dei terreni stessi. Ci auguriamo davvero che l’ini-ziativa vada a buon esito nel più breve tempo possibile. Tuttavia non riusciamo a non guarda-re con simpatia e sincera solidarietà al pragma-tico e fatalistico commento in puro vernacolo fatto a tale proposito da un anziano arenaiolo margheritano: “Quenne ste d’ mezz ‘a pulitiche, iè megghie a iesse coume San Tummase”. Il che equivale, ove mai ci fosse bisogno di traduzione, ad un quanto mai motivato “Non crediamo fin-chè non vediamo”.

Antonio Ronzulli

Page 7: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Raffaele Riondino

Abbiamo intervistato Raffaele Riondino, segre-tario cittadino del Pd margheritano, sottopo-nendogli diversi argomenti riguardanti l’attuale situazione politica del paese nonchè varie pro-blematiche che non sembrano ancora trovare soluzioni. Segretario, sono passati otto mesi dall’elezione a sindaco dell’on. Carlucci. Qual è il suo giudi-zio sull’operato del sindaco e, in generale, della nuova amministrazione?Nonostante la dura campagna elettorale, il Pd ha preso immediatamente atto dalla forte fiducia espressa dai margheritani nei confronti del neo-sindaco ed ha auspicato che la responsabilità affidatele potesse in qualche maniera portare a qualcosa di buono. Purtroppo così non è stato. La Carlucci si è sempre vantata di forti legami con ministri, sottosegretari ecc., facendone un persuasivo cavallo di battaglia proprio nella cam-pagna elettorale, ma in concreto queste suppo-ste amicizie non hanno portato nulla. Appena la nuova amministrazione si è insediata abbiamo immediatamente espresso, nell’interesse del Pa-ese, la nostra più ampia disponibilità a dare soste-gno alla risoluzione di alcune tematiche e a farci portavoce nei confronti della Regione. Abbiamo però solo visto confusione, incapacità propositi-va e logiche di pura immagine. Del resto, in que-sto la Carlucci proviene da una buona scuola.Quali sono a suo avviso i problemi che affliggo-no in maniera particolare questo paese?Senza alcuna demagogia vorrei iniziare col parla-re dei nostri giovani. Sono, come spesso si dice, il futuro del Paese ma nei loro confronti vengono avanzate solo false promesse e illusioni. Gliene ricorderò una fra tante: appena insediatasi, il sin-daco Carlucci ha iniziato alacremente, con una perfetta tattica mediatica, a raccogliere curricu-lum lavorativi dei nostri giovani. Con che esito? Il nulla, se non quello di utilizzare false promesse per alimentare illusioni e, cosa ancora più deplo-revole, fare così in modo di allontanare ancor più i giovani dalla vita pubblica e politica del nostro paese. Forse la Carlucci pensa che l’occupazione giovanile possa risolversi con qualche quadro o qualche manifestazione per la verità di dubbio gusto ma ci vuole ben altro. A tale proposito, fra l’altro, mi permetta un inciso: i margheritani vor-rebbero sapere quanto sono costate la mostra della gioconda e la Margherita d’Oro (se così pos-siamo ancora chiamarla) e soprattutto con che soldi sono state pagate. Invece di continuare con la strategia dell’immagine -che va benissimo in

televisione, per carità, ma nella vera politica non serve ad allontanare i nodi dal proverbiale petti-ne- sarebbe stato molto meglio sistemare le stra-de di Margherita, visto che il paese ormai sembra un campo di battaglia dove si è costretti a girare con i cingolati anziché con le auto. Allo stesso modo, sarebbe stato più decoroso per un paese a vocazione turistica ripristinare le strisce pedonali prima dell’apertura della stagione estiva appena passata. Insomma, va proprio tutto così male?Anche peggio. Basti dire che, mentre il paese af-foga nei propri problemi, la maggioranza ed il suo sindaco, che svolge la sua funzione via etere, non riescono ancora a trovare la quadra alle loro laceranti divisioni interne, mettendo invece tut-te le proprie energie nel cercare di nasconderle e anche piuttosto maldestramente direi. Che io ricordi, nella storia politica margheritana non si era mai assistito in un Consiglio comunale ad un così violento alterco fra il sindaco ed un suo consigliere di maggioranza, seguito -e questo è davvero il colmo- dall’abbandono dell’aula da parte del Presidente del Consiglio e di tre con-siglieri di maggioranza, in segno di protesta nei confronti del sindaco! Sarebbe questa la “grande unità” di cui si vanta questa amministrazione? E come se non bastasse, perché il sindaco ancora non chiarisce le strane dimissioni dell’assessore Daloiso? A cosa sono state dovute ? E perché non ha ancora assegnato la delega? E ci sarebbe anco-ra tanto, troppo da dire su un “sindaco che non c’è ”: a parte le sue fugaci apparizioni, per quale motivo nei momenti più significativi la Carlucci non si presenta agli appuntamenti? Come mai al Consiglio comunale straordinario convocato per affrontare la vitale questione degli arenaioli non era presente? A fronte di tutte queste assenze, c’è però da dire che di appuntamenti mondani non ne salta uno, lì c’è sempre! Noi pensiamo che la Carlucci sia irrimediabilmente lontana dal senti-re comune di questa cittadina e di certo non può essere l’interprete dei bisogni e delle urgenze dei margheritani, come quella degli ultimi giorni che ha purtroppo interessato i nostri agricoltori e che è stata gestita in colpevole ritardo e con disastro-sa approssimazione nonostante le tempestive avvisaglie della Protezione civile.Però negli ultimi giorni l’amministrazione ha annunciato di aver risolto il problema Saibi e che i lavori cominceranno quanto primaL’ultimo manifesto affisso sui muri di Margherita è un vero insulto all’intelligenza dei margheritani

e una dimostrazione di inusitata arroganza. Tut-ti i cittadini sanno perfettamente che il proble-ma Saibi è stato affrontato con determinazione dall’amministrazione guidata dal dott. Raffaele Bufo riuscendo ad ottenere un finanziamento di otto milioni di euro che hanno portato all’avvio della bonifica di quel pezzo di territorio. Tutto ciò è stato fatto senza enfasi né propaganda ma solo con senso di forte responsabilità e soprattutto di amore verso il nostro paese, di certo non per avere un’occasione in più di mettere manifesti autocelebrativi. Non siamo e non saremo mai venditori di fumo. Altro argomento che ha tenuto banco in quest’ultimo periodo è stato quello dell’ITTAIl problema è complesso e si trascina ormai da tantissimi anni. Serve un azione politica respon-sabile e lungimirante in grado di prevenire even-tuali e probabili insediamenti selvaggi, così come serve una politica di sviluppo turistico e non cer-tamente quella dei mattonari.Segretario, qual è l’attuale ruolo del PD a Mar-gherita di Savoia?Siamo impegnati a dare forza alla trasparenza so-prattutto nel momento in cui anche l’accesso agli atti pubblici è diventato impossibile, così come ultimamente denunciato dal consigliere comu-nale Antonella Cusmai. Siamo altresì impegnati a dare un segnale tan-gibile perché questo paese possa ritrovare le ra-gioni vere del proprio sviluppo e tentare di dare qualche speranza ai tanti giovani margheritani.E’ vitale per Margherita che la politica si occupi, senza demagogia, di dare risposte certe non solo ad una parte del paese ma alla cittadinanza nella sua totalità, nel pieno rispetto del vero significato della parola “politica”.Siamo tuttavia convinti che tutto questo si potrà avverare solo se, oltre al Pd, anche le più sincere e non interessate intelligenze margheritane vor-ranno impegnarsi in questa nuova sfida.

“La Carlucci è lontana dalla cittadina”La parola a Riondino,segretario Pd di Margherita

la Nuova FucinaMARGHERITA DI S.

Num. 4 - Ottobre/Novembre 20107POLITICA

Page 8: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Quella cripta da film horror al centro del cimiteroDa anni uno spettacolo raccapricciante ed incivile nella necropoli salinara:una gigantesca piramide di ossa umane giace abbandonata davanti agli occhi di tutti

L’approssimarsi della ricorrenza del 2 no-vembre permette di riportare d’attualità una situazione riprovevole che, complice l’indif-ferenza generale, si perpetua ormai da anni all’interno della cripta sottostante la chie-setta che sorge al centro del cimitero. Non sono serviti a nulla i ripetuti appelli lanciati dagli organi di stampa, gli inviti alle diverse amministrazioni comunali succedutesi negli anni e i reclami inoltrati presso le Parrocchie: lo sconcio - che configura un vero e proprio vilipendio di cadavere - continua e chiunque può prendere visione di questo agghiaccian-te spettacolo accostandosi ai finestroni che si affacciano sul seminterrato della cappella. Guardare per credere: un’immagine orripi-lante fatta da una gigantesca piramide di ossa umane accatastate alla rinfusa, con teschi e tibie che qua e là fanno capolino dai teloni ormai consunti dal tempo che dovrebbero servire per tenere insieme questo autentico monumento all’inciviltà. Poco distanti, del-le cassettine in legno che recano il nome e la data di morte del defunto, invariabilmen-te riferita alla seconda metà dell’Ottocento. Quei poveri resti giacciono così, ormai da moltissimi anni, abbandonati ed esposti alla morbosa curiosità di tutti, compresi malin-tenzionati e deficienti a piede libero.Un po’ di memoria storica può servire a ri-mettere le cose in ordine: il primo campo-santo del nostro paese fu realizzato in cor-rispondenza dell’attuale Direzione della Salina, di fronte alla Chiesa del Santissimo Salvatore; dai primi dell’Ottocento e fino al 1878 fu invece ubicato in prossimità della Chiesa del Purgatorio (oggi Chiesa dell’Ad-dolorata); nel 1878 infatti furono completati i lavori di costruzione del cimitero in fondo a Via Barletta (esattamente nel punto dove oggi sorge la Rettoria di S. Giuseppe Lavo-ratore), del quale attualmente rimane in piedi solo l’antico pronao. Nel 1961 fu infine inaugurata la nuova necropoli che sorge su quella che una volta era chiamata Contrada Macchione. Nell’ossario sottostante la chie-sa eretta al centro del cimitero furono custo-diti i resti di quanti, per varie ragioni, non trovarono posto né nei nuovi loculi, né nelle cappelle private e nemmeno sottoterra.Probabilmente la situazione, che si protra-eva già da decenni, sarebbe ulteriormente passata sotto silenzio se nella seconda metà degli anni Novanta non fossero accaduti in-quietanti episodi: tutto ebbe inizio nell’otto-bre del 1995, quando alcune cappelle private vennero violate da odiosi sciacalli privi di scrupoli che trafugarono candelabri, vasi e immagini sacre. Si sparse la voce che qualcu-no avesse portato via anche dei resti umani

dalla cripta ma non fu possibile avere con-ferme di alcun genere anche perché, ovvia-mente, non esiste nessun registro in grado di censire il numero di defunti che giacciono abbandonati in quella specie di catacomba esposta al pubblico.Nel 1997 invece trovò vasta eco sulla stampa il raid notturno presso l’ossario appartenen-te alla Congrega dell’Addolorata (per inten-derci, il sotterraneo che si trova in fondo al cimitero) da parte di una sedicente “setta satanica” che lasciò tracce visibilissime del proprio passaggio: un gatto nero sgozzato, scritte oscene e croci rovesciate dipinte sui muri, che facevano pensare alla celebrazio-ne di una vera e propria “messa nera”. Molti si interrogarono sulla reale portata del gesto: solo una stupida bravata da parte di ragazzi-ni in cerca di macabre suggestioni o qualco-sa di molto più allarmante? Sia come sia, a qualcuno tornarono in mente quelle povere ossa lasciate alla mercé del primo che passa e si fece largo la proposta per la realizzazione di una piccola fossa comune dove inumare quei miseri resti, erigendovi sopra una stele dedicata alla memoria dei primi morti del-la nostra comunità: furono interpellate for-ze politiche e realtà parrocchiali, ma dopo un’iniziale disponibilità la proposta cadde ben presto nel dimenticatoio, scavalcata da altre più pressanti urgenze.Eppure, nonostante i frequenti passaggi sul-la stampa, ancora oggi quell’immagine da inferno dantesco offende la memoria di que-sti poveri morti dimenticati ed è motivo di biasimo per quanti continuano ad ostentare indifferenza di fronte a tale incresciosa situa-zione. Da alcuni anni il cimitero si è ingran-

dito e nuove cappelle e gentilizi sono sorti nell’area interessata dall’ultimo ampliamen-to: neppure ora è possibile ricavare un faz-zoletto di terra per dare degna sepoltura a quei pietosi resti e consegnare finalmente ad eterno riposo le spoglie mortali di quei nostri lontani progenitori?

La chiesetta del Cimitero di Margherita di Savoia

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

di Siro Palladino

La facciata posteriore della chiesetta

la Nuova FucinaMARGHERITA DI S.

Num. 4 - Ottobre/Novembre 20108 ATTUALITA’

Page 9: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Un progetto europeo per andare incontro al futuroL’istituto alberghiero di Margherita si gemella con Parigi e Seraing

di Siro Palladino

L’istituto alberghiero di Margherita di Savoia va incontro al futuro con il progetto Tegarc (acroni-mo che sta per The European Gastronomic And Reception Culture), che permetterà a 24 alun-ni delle classi IV e V di partecipare ad uno stage internazionale in programma tra marzo e aprile 2011 in Francia e in Belgio. Partner internazionali dell’Ipssar “Aldo Moro” saranno l’istituto provin-ciale di scuola secondaria di Seraing (Belgio) e la scuola superiore “Pierre & Sprachferien” di Pari-gi. Partner intermediario è invece il Club Unesco Foggia. «La nostra – spiega il dirigente scolastico Pasquale Sgaramella – è l’unica scuola in Puglia ad essere stata ammessa a finanziamento per un progetto di mobilità europea secondo l’azione IVT (Initial Vocational Training) nell’ambito del programma “Leonardo da Vinci”. L’idea di fondo è quella di un’Europa che, a partire dal Trattato di Maastricht, si basa non solo sulla libera circo-lazione dei cittadini ma applica il medesimo cri-terio anche in materia di formazione. Dobbiamo quindi ragionare in termini di apprendimento permanente, cioè legato alle problematiche eco-nomiche del territorio, che è uno degli obiettivi di

questa esperienza». Il professor Biagio Pinnelli è il referente del progetto: «Con questa iniziativa si vuole promuovere la creatività, la competitività e lo sviluppo di uno spirito imprenditoriale ma anche potenziare le capacità comunicative degli studenti nell’uso della lingua straniera con parti-colare riferimento alla microlingua, cioè la termi-nologia specifica del settore. Gli istituti di Parigi e Seraing, omologhi della nostra scuola alberghiera, permetteranno ai partecipanti di svolgere un tiro-cinio presso aziende del settore turistico e della ri-storazione. Dodici alunni si recheranno in Francia e dodici in Belgio per ventuno giorni: la prima set-timana sarà dedicata alla conoscenza del territo-rio e al potenziamento linguistico per un miglior inserimento nel tessuto socioeconomico, le altre due settimane saranno dedicate allo stage vero e proprio. I ragazzi saranno accompagnati dai loro docenti e da tutor di madrelingua. Con questo progetto vogliamo far comprendere che la classe è solo uno dei luoghi dove fare lezione ma non certo l’unico. Ma soprattutto vogliamo che i nostri ragazzi si formino secondo una cultura di stampo europeo, non localistico». Il Club Unesco Foggia è

il prestigioso partner intermediario dell’iniziativa e con essa propone un importante cambiamen-to culturale, come spiega la presidente Floreda-na Arnò: «Questa è una grande opportunità per ampliare gli orizzonti conoscitivi. Nella mia espe-rienza ho avuto modo di conoscere tanti pugliesi che portano le loro competenze all’estero: questo dimostra che abbiamo cervelli e risorse, ma non sempre chi ci aiuta a svilupparle. Il progetto Te-garc darà ai partecipanti l’occasione di ampliare le proprie potenzialità per potere un giorno met-terle a frutto per la crescita del nostro territorio». La sfida per evitare la fuga dei nostri talenti migliori parte da qui.

L’Istituto alberghiero di Margherita

Dopo la pubblicazione sullo scorso numero de “la Nuova Fucina” dell’articolo sull’avvio del nuo-vo anno scolastico, interviene il Direttore del Cir-colo Didattico “Papa Giovanni XXIII”, prof. Fran-cesco Caldarola, per fare il punto della situazione.

Com’è stato l’avvio del nuovo anno scolastico?A causa del ritardo nel completamento dei lavori di ampliamento dell’edificio “PAPA GIOVANNI XXXIII”, su ordinanza sindacale, l’avvio invece che il 16 è avvenuto il 20 settembre, con l’inaugu-razione delle 4 nuove aule e con due classi esiliate presso il plesso di Scuola Infanzia di via Kennedy, per evitare il doppio turno. Esse rientreranno al plesso centrale, quando i lavori di conversione della casa del custode in uffici della segreteria saranno terminati. Ciò doveva accadere dal 4 ot-tobre, ma ci sono difficoltà tecniche per trasferire le linee telefoniche e telematiche nei nuovi uffi-ci, perciò le due classi rimarranno a via Kennedy fino a quando non saranno attivate le suddette linee. Bisogna riconoscere all’attuale Ammini-

strazione di aver compiuto un vero miracolo e di aver evitato la iattura del doppio turno.Qual è la situazione delle politiche scolastiche, in generale?Come sempre gli oneri a carico degli enti locali nella gestione delle politiche scolastiche, a Mar-gherita sono irrealizzabili. Pur avendo fornito all’Ufficio scuola del comune tutta la normati-va in merito, dall’Amministrazione Comunale mancano risposte concrete sulla fornitura dei Registri dei Docenti, sul materiale igienico-sani-tario (carta igienica, asciugami di carta, sapone e quant’altro necessario per garantire pulizia e igiene agli alunni), sul materiale tecnico e stru-mentale da fornire agli Uffici di Direzione e di Segreteria, sulla manutenzione in generale. Si sono richiesti più volte interventi di elettricisti, falegnami e idraulici, sono venuti a fare le verifi-che , ma non sono mai tornati a mettere mano agli interventi necessari.Sul piano degli arredi scolastici per la aule, bisogna riconoscere che è stata effettuata una fornitura che da anni nella

Scuola Primaria e dell’Infanzia di Margherita non si vedeva. Finalmente si sono potuti sostituire banchi e sedie non a norma, rotti e rammendati che molti dei genitori degli attuali alunni avevano usato da bimbi.A oggi, qual è la situazione dei plessi Galante e Distaso? Di essi non si hanno notizie. Ciò di cui sono a conoscenza l’ho appreso dalla stampa. Si sente la loro mancanza, perché la Scuola Primaria e dell’Infanzia di Margherita di Savoia è in sofferen-za. La qualità dell’offerta formativa nella scuola del terzo millennio è direttamente proporzionale alla qualità delle strutture e quindi ai laboratori informatici, scientifici, musicali, che siamo stati costretti ad eliminare per creare aule. Si aggiunga che la palestra è inagibile dallo scorso anno scola-stico ed il quadro è completo.Ma la tendenza sta cambiando. Da anni non si costruivano nuove aule e quest’anno è stato fatto. Speriamo che l’at-tenzione verso la Scuola Primaria e dell’Infanzia a Margherita di Savoia non si esaurisca presto.

”Sui plessi Galante e Distaso nessuna notizia”Il Direttore didattico Francesco Caldarola fa il punto della situazione

la Nuova FucinaMARGHERITA di S.

Num. 4 - Ottobre/Novembre 20109SCUOLA

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Page 10: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

“Sabotate il presidente Enrico Mattei”

Enrico Mattei fu assassinato la sera del 27 ottobre 1962. L’aereo sul quale viaggiava, il bimotore Morane-Saulnier 760, precipitò a causa di un sabotaggio alle porte di Milano, poco prima dell’atterraggio. Il caso è stato oggetto di sabotaggi, probabilmente uno dei casi più insabbiati della storia d’Italia dal dopoguerra in poi. Gran parte dei testimo-ni, che videro l’aereo brillare in cielo quella notte, ritrattarono poche ore dopo, probabil-mente a causa di forti pressioni. Come il caso dell’unico imputato del processo imputato, il contadino di Bascapé, Mario Ronchi, ac-cusato di “favoreggiamento personale aggravato”. Secondo l’accusa vide l’ae-reo di Mattei esplodere in volo, rilasciò alcune interviste in questo senso a di-versi organi di stampa e alla Rai e poi si rimangiò tutto. Recenti indagini stanno portando alla luce molti punti poco chiari: l’aereo su cui viaggiava il presi-dente dell’ENI, fu probabilmente sabo-tato all’aeroporto di Catania, città nella quale Mattei si era recato. La bomba fu collocata nel carrello d’atterraggio del velivolo.Altro ingrediente onnipresente nei bro-di dei delitti italiani è la presenza dei servizi (deviati), che sicuramente ebbe-ro un ruolo chiave nell’attuazione e nel sabotaggio delle indagini da parte degli organi ufficiali; molti di questi nuovi elementi emergono dall’inchiesta ria-perta dalla Procura di Pavia il 20 settem-bre 1994. Il procuratore Vincenzo Calia scri-ve infatti: “L’esecuzione dell’attentato venne pianificata quando fu certo che Enrico Mat-tei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza dell’ente petrolifero di Stato”. Nelle 208 pagine del fascicolo della Procura emergono chiaramente le modalità di insab-biamento ad opera del titolare dell’inchiesta del 1962, il Generale dell’Aeronautica Ercole Savi, il quale dichiarò l’impossibilità di “ac-certare la causa” del disastro. L’inchiesta mi-litare si chiuse rapidamente, nel marzo 1963.Una prima svolta avviene il 27 luglio 1993, grazie alle dichiarazioni del “pentito” di ma-fia Gaetano Iannì. Il collaboratore di giusti-zia comincia a parlare di collaborazione, per

eliminare Mattei, tra Cosa Nostra e alcuni “americani”. I sabotatori sarebbero stati gli uomini del clan Di Cristina. Altri elementi sul connubio mortale giungono dalle dichia-razioni di Tommaso Buscetta. Don Masino ha rivelato che la Mafia americana chiese a Cosa nostra di eliminare Enrico Mattei “nell’interesse sostanziale delle maggiori compagnie petrolifere americane”.Il 5 novembre 1997 il PM di Pavia Vincenzo Calia giunge a questa conclusione: “l’aereo, a bordo del quale viaggiavano Enrico Mattei, William Mc Hale e Inrneio Bertuzzi, venne

dolosamente abbattuto nel cielo di Bascapè la sera del 27 ottobre 1962. Il mezzo utilizza-to fu una limitata carica esplosiva, probabil-mente innescata dal comando che abbassa-va il carrello e apriva i portelloni di chiusura dei loro alloggiamenti.Mattei era uno di quei personaggi scomodi, fastidioso per i grandi colossi del petrolio, le cosiddette sette sorelle. La strategia del presidente ENI era indirizzata verso l’ab-battimento del monopolio delle “sette sorel-le”, per riuscire a tessere nuove reti di leciti ed equi rapporti tra i paesi industrializzati, eliminare il tornaconto dell’ente petroli-fero italiano, rendere più importanti i veri produttori di petrolio, ossia i paesi del Ter-

zo Mondo. Mattei dichiarò di fatto guerra al sistema neocoloniale delle concessioni, of-frendo ai paesi produttori un accordo rivolu-zionario: il 75% dei profitti contro il 50% fino ad allora offerto dalle compagnie, e la riqua-lificazione della forza lavoro locale. Il cartel-lo ovviamente reagì, giungendo addirittura a rovesciare governi, come quello libico, che avevano accettato l’offerta con la volontà di aprire all’ENI nuove prospettive per grandi forniture. L’Executive Intelligence Review, attraverso una ricostruzione minuziosa del caso Mat-

tei, afferma che il presidente dell’Eni, alla fine, era riuscito ad aprire un dialogo con la Casa Bianca, nonostante la stam-pa internazionale lo avesse dipinto come un pericoloso sovversivo anti-america-no. L’amministrazione infatti Kennedy accolse il dialogo, operando pressioni sulla compagnia petrolifera Exxon , per concedere all’Eni alcuni diritti di sfrutta-mento. L’accordo sarebbe stato celebra-to con la visita di Mattei a Washington, dove avrebbe incontrato Kennedy, e dal conferimento di una laurea honoris cau-sa da parte di una prestigiosa università statunitense.”(Eufemia Giannetti)Alla vigilia di quel viaggio, il 27 ottobre 1962, l’aereo di Mattei esplose (Un anno dopo, fu ucciso Kennedy). In un rappor-to confidenziale del Foreign Office del 19 luglio 1962, si leggeva che “il Mattei-smo” era “potenzialmente pericoloso per

tutte le compagnie petrolifere che operano nell’ambito della libera concorrenza (...). Non è un’esagerazione asserire che il successo della politica ‘Matteista’ rappresenta la distruzione del sistema libero petrolifero in tutto il mon-do”. Vicinissimi o lontanissimi dalla verità, non fa differenza, l’importante è comprenderla ed avere qualcuno a cui raccontarla. Gli italiani sanno riconoscere i propri eroi, senza neces-sariamente una sentenza che ne conferisca tale onore. Gli eroi italiani sono sempre in-consapevoli, e ciò ne accresce il valore mo-rale. Nei grandi misteri d’Italia c’è la costan-te della morte: qualcuno muore per rendere migliore questa strana nazione.

di Melania Lacavalla

L’uomo che osò sfidare il monopolio dei grandi colossi internazionali del petrolio, le cosiddette “sette sorelle”

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Enrico Mattei

la Nuova Fucina Num. 4 - Ottobre/Novembre 201010

RUBRICHE

SINDONA Cafè

Page 11: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Giuseppe De Nittis torna a Parigi dopo oltre cento anniUna mostra del grande pittore barlettano al Petit Palais fino a gennaio 2011

Giuseppe De Nittis è tornato a Parigi, luo-go tanto amato durante la sua vita, e lo ha fatto grazie a una sinergia fra le ‘sue’ due città, Barletta che gli diede i natali e che egli non trascurò mai di ricordare e di vi-sitare, e Parigi - dove visse dall’età di 23 anni fino alla morte prematura a 38 anni, sposò Leontine Gruvelle, ricevette gloria e onore grazie alla sua arte, ed è sepolto accanto a Chopin, al cimitero monumen-tale di Père Lachaise, paragonato agli eroi e ai semidei da Alexandre Dumas figlio, che ne scrisse l’epitaffio. Il ‘pittore delle parigine’ è nella sua seconda città, al Pe-tit Palais, Musée des Beaux-arts con una mostra monografica intitolata “Giuseppe De Nittis. La modernité élégante”, cura-ta da Dominique Morel conservatore del Petit Palais (diretto da Gilles Chazal), e da Emanuela Angiuli direttrice della Pinaco-teca “Giuseppe De Nittis” di Barletta. La mostra, aperta fino al 16 gennaio 2011, comprende oltre un centinaio di quadri, 47 dei quali provenienti dalla Pinacoteca di Barletta (che, lo ricordiamo, è nata gra-zie alla donazione di Leontine alla città di origine del marito) e i restanti prestati da musei internazionali e da collezioni pri-vate.Le sezioni tematiche della mostra, Un ita-liano a Parigi, La luce del sud, All’ombra del Vesuvio, En plain air, Parigi e le rive della Senna, Londra e il Tamigi, Le corse, Nel salotto della principessa Matilde, Le mariage avec la muse japonaise, Ritratti e figure, rappresentano un’antologia e una lettura critica di tutta la vicenda artistica e umana di De Nittis, che sembra molto gradita al pubblico parigino, a giudicare dalla grande affluenza di visitatori già dai primi giorni. ‘Barletta, un mare d’arte’‘Barletta, un mare d’arte’ è il progetto cul-

turale nel quale la mostra è inserita, un progetto sviluppato in accordo con la Re-gione Puglia (il Presidente Vendola era a Parigi per l’inaugurazione), incentrato su De Nittis testimonial d’eccezione di una grande operazione di marketing turistico di Barletta e del suo territorio. “Il progetto di valorizzare la città intorno a De Nittis è il frutto di tre anni di contatti” sottoli-nea il Sindaco di Barletta, Nicola Maffei, che prosegue:”Il battesimo ufficiale del progetto lo abbiamo avuto a Roma dove, nella sede della Regione Puglia, il Presi-dente Vendola, io ed Emanuela Angiuli abbiamo presentato gli appuntamenti in programma e la nostra città, a cominciare dalla mostra parigina. Intanto la Pina-coteca di Barletta non resterà sguarnita. Sarà l’occasione, importantissima, per presentare al pubblico italiano un nuovo allestimento con il magnifico patrimonio grafico di De Nittis. “De Nittis segreto”, questo il titolo della mostra, presenterà opere in gran parte mai esposte e che per l’occasione sono state restaurate e studia-te. Dopo Parigi, Parma. La scelta di questa città come sede italiana della mostra, dal 5 febbraio all’8 maggio 2011 presso il Pa-lazzo del Governatore, ci soddisfa partico-larmente. Parma è città colta, riferimento di un territorio tra i più ricchi d’Italia, a poca distanza da Milano, ovvero nel cuo-re di uno dei “mercati” fondamentali per il nostro turismo. Sia a Parigi che a Par-ma De Nittis sarà il biglietto da visita - e che biglietto da visita! - di Barletta. Inol-tre a Parigi, ma probabilmente anche a Parma, prevediamo un incontro con i buyers specializzati nel turismo verso il sud d’Italia e l’area mediterranea. Con la Regione e l’Enit stiamo mettendo a punto il programma di una serata, ad inviti se-lezionatissimi, con i principali operatori

d’oltralpe specializzati, in particolare, nel convogliare il turismo culturale e gastro-nomico, settori che spesso viaggiano insie-me. La ricaduta di questa operazione do-vrebbe concretizzarsi già dalla prossima stagione turistica. Ma chi verrà a Barletta, da marzo a maggio 2011 non troverà “solo” le bellezze della città. Potrà ammirare an-che una mostra di livello internazionale, che ha richiesto anch’essa anni di lavoro: “Incanti e scoperte. L’Oriente nella pittura dell’Ottocento italiano”. Sarà un evento di eccellenza, non solo perché presenterà uno dei momenti di maggior suggestione della pittura ita-liana dell’Ottocento ma perché, accanto alla pittura, indagherà quanto il fascino dell’Oriente abbia coinvolto tutte le arti. Basti pensare allo “Sceicco Bianco” di Ro-dolfo Valentino, per il cinema muto. In-somma non una sequenza casuale, anche se fortunata, di mostre, ma il preciso dipa-narsi di un progetto pensato e voluto per dare a Barletta il ruolo che la sua storia e il suo presente le assegnano. Un progetto per fare del turismo di qualità uno dei pilastri del futuro della nostra città.”

Giuseppe De Nittis, autoritratto

Ada Roggio, estrosa artista e creatrice di inusuali acconciature e opere di fine sartoria, nota anche come l’acconciatri-ce ufficiale delle dame della Disfida del Cinquecentenario, nel 2003, ha creato e brevettato un capo unico al mondo, in-teramente realizzato con l’arte del riciclo della fibra kanekalon (capelli sintetici). Si tratta di un sontuoso abito in stile vienne-se, dedicato alla principessa Sissi, dal peso di oltre 35 kg. , con una circonferenza di

14 metri. L’abito è stato indossato da una modella per le strade del centro storico di Barletta, in occasione del “Premio via Na-zareth”, la ormai tradizionale mostra mer-cato di belle arti. Ho utilizzato materiali interamente riciclati come capelli sinteti-ci e vecchie bambole. “Spero di poter par-tecipare alla BIT di Milano, con l’aiuto del Sindaco Maffei” ha commentato Ada, che con questa realizzazione spera di entrare nel Guinness dei primati

Il vestito della principessa Sissi in mostraUna superba creazione della stilista Ada Roggio, un capo unico realizzato con la sapiente arte del riciclo

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

la Nuova FucinaBARLETTA

Num. 4 - Ottobre/Novembre 201011CULTURA

Page 12: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

L’Università della Terza Età ha riaperto i battenti per inaugurare, con una manifestazione di rilie-vo, il terzo anno accademico, che si articola in-torno alla tematica generale “Cittadinanza e Re-sponsabilità”.E’ stato il professor Nico Perrone, docente dell’Università degli Studi di Bari, a tenere una conferenza sul tema: “Il trasformismo nella sto-ria dell’Unità d’Italia” dopo l’introduzione a cura del socio fondatore della locale sezione di Unitre, professor Ruggiero Mascolo.Non sono mancati gli interventi del pubblico che, pur se critici ed a volte in contrasto con il punto di vista del relatore, hanno animato piacevolmente la serata che altro non voleva essere che luogo di incontro e confronto pacifico di punti di vista sul tema, egregiamente trattato peraltro dal relatore ufficiale.La manifestazione ha avuto luogo presso l’audi-torium del Liceo Scientifico “Aldo Moro” in via Vanvitelli: nell’occasione è stato allestito un ban-

chetto di libri sul tema a cura del punto Einaudi, che ha collaborato alla realizzazione della mani-festazione.Durante la serata sono state inoltre illustrate le fi-nalità dell’associazione e il programma dei corsi e delle iniziative previste per l’anno accademico che va ad iniziare.«Auspichiamo che i numerosi corsi proposti e le attività di svago e socializzazione possano rispon-dere alle istanze degli iscritti, stimolando nel con-tempo la curiosità e l’interesse di quanti vorranno partecipare alle nostre iniziative cittadine», ha di-chiarato la presidente della sezione margheritina di Unitre, Maria Scommegna.Da sottolineare, purtroppo, l’assenza di rappre-sentanti dell’amministrazione comunale, che pure erano stati invitati a partecipare alla serata. Erano invece presenti, oltre ad iscritti, simpatiz-zanti venuti anche da fuori, i presidenti delle vi-cine Unitre di Barletta, Trani, Bisceglie, e la presi-dente dell’Archeoclub di Trinitapoli.

Unitre inaugura l’anno accademicoAl via il terzo anno di attività dell’associazione

la Nuova FucinaMARGHERITA DI S.

Num. 4 - Ottobre/Novembre 201012 CULTURA

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Con l’arrivo dell’autunno si comincia a pensa-re alle tradizioni popolari legate all’imminente ricorrenza del 2 novembre. Già dal mese di set-tembre da case e cantine si leva l’inconfondibile odore dolciastro del vincotto, preparato col mo-sto d’uva. E a ottobre, sulle bancarelle del mercato del gio-vedì, cominciano a fare capolino altri due ingre-dienti fondamentali: sacchetti di grano e chicchi di melograno, che sono alla base di una leccornia tutta salinara, chiamata ’u grane cutte. Un’indagi-ne compiuta qualche tempo fa nelle scuole citta-dine ha permesso di appurare che questa tradi-zione gastronomica è particolarmente avvertita a Margherita di Savoia. Una tradizione che affonda le sue radici nel pas-sato remoto: già nel neolitico c’era l’usanza di seppellire i morti con un corredo funerario com-prendente anche vasi di grano e di vino, che sim-bolicamente dovevano servire da nutrimento alle anime dei defunti nel loro ultimo viaggio. Il grano (sotto forma di pane) e il vino ritornano anche in un altro rituale, risalente agli antichi abitanti delle Saline ma in molti casi osservato ancora oggi, secondo cui nella notte fra l’1 e il 2

novembre si apparecchia la tavola con questi semplici alimenti dal forte valore simbolico (gli stessi che la liturgia cristiana trasforma in Corpo e Sangue di Cristo con il sacramento dell’Eucari-stia) per dare ristoro alle anime dei propri cari de-funti, che secondo le leggende popolari in quella notte farebbero ritorno nelle dimore in cui ave-vano vissuto. Per questo motivo quel giorno non era consentito restare svegli oltre la mezzanotte. La ricetta base si completa con un altro elemento, anch’esso dalla potente simbologia come il me-lograno: segno di fertilità e di abbondanza, il me-lograno è il frutto consacrato ad Hera, la madre di tutte le divinità. Non a caso Hera, Giunone per i Romani, è rap-presentata spesso con un melograno nella mano sinistra ed era venerata come la dea protettrice della fecondità. L’aggiunta dei chicchi di melo-grano in questa ricetta va dunque inteso come un auspicio di prosperità ma in passato valeva anche come ringraziamento per l’abbondanza dei raccolti. Non va peraltro dimenticato che presso popo-lazioni a noi vicine, come ad esempio gli antichi Sanniti, il melograno era anche considerato un

simbolo con cui accompagnare i defunti nella tomba per invocare la protezione della dea. La ricetta tradizionale salinara prevede che il grano cotto venga messo a bagno il 28 ottobre e succes-sivamente cotto in forno, per essere poi condito col vincotto e i chicchi di melograno. In tempi più recenti la ricetta si è poi arricchita di altri ingredienti come noci, mandorle, scaglie di cioccolato e cannella. Una prelibatezza dal sa-pore antico - magari non consigliabile per i patiti della dieta - ma assolutamente irresistibile.

Il grano cotto, una delizia dal sapore anticoUna specialità tipica della nostra terra che si gusta per la Commemorazione dei Defunti

di Siro Palladino

Un cortometraggiosull’Alzheimer

La STG Color Film comunica che sono appena terminate le riprese del cortometraggio “L’abbando-no”, diretto da Salvatore Lanotte e che ha visto la partecipazione straordinaria di Alberto Rubini, accanto a Mary Dipace e Michele Camporeale. Il corto, girato nella suggestiva location di Margheri-ta di Savoia, affronta il problema dell’Alzheimer, una malattia de-vastante che colpisce, non solo il malato, ma l’intera famiglia. La sceneggiatura, scritta da Giuliana Damiani, tratta il delicato tema dei rapporti affettivi, spesso de-vastati e resi più fragili dall’insor-gere di questo male. Delicato ed emozionante il finale.

Page 13: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Qualche maligno buontempone l’ha su-bito e impietosamente ribattezzata “Mar-chetta d’Oro”, questa edizione 2010 in effetti un po’ troppo sui generis della “Mar-gherita d’Oro”. Di sicuro c’è che nel corso degli anni varie amministrazioni, sia di destra che di sinistra, hanno voluto creare delle manifestazioni sempre diverse da se stesse e soprattutto dall’originale: chi l’ha voluta “nazional-popolare” (con biglietto d’ingresso a pagamento... o pagato a se-conda dei casi), chi (come nell’edizione di quest’anno) assolutamente ristretta a pochi intimi e agli amici degli intimi (si vocifera che a qualcuno sia passato per la mente di trasmetterla su megaschermo nell’anfiteatro comunale; poi per fortuna devono averci ripensato, forse perchè la sede era evidentemente troppo piccola per accogliere l’intera cittadinanza mar-gheritana di certo così impaziente di poter assistere all’evento). Vediamo allora di ri-cordare a chi l’ha dimenticata (o forse mai conosciuta) la storia di questo Premio.Risale ben al 1968 l’istituzione e la prima gestione della Margherita d’Oro a cura e spese della Pro loco del tempo, i cui com-

ponenti (avv. G. Di Lecce, sig. Benito Di-staso, dott. Bafunno, dott. M. Russo, avv. Distaso, sig.ra Ungaro, sig. Manlio Lopez) approvando lo statuto del premio, inte-sero costituire il primo premio regionale pugliese contestualmente all’isituzione della Regione Puglia. Un premio, quindi, organizzato e gestito con la partecipazio-ne delle allora cinque province pugliesi, nonchè dall’assessorato regionale al turi-smo. Un premio dal quale, per tacita inte-sa del comitato e conseguente prassi, ven-nero escluse personalità politiche, proprio per non politicizzare l’evento e renderlo super partes e scevro da strumentalizza-zioni. E’ chiaro come il primo motore che ha portato alla creazione del Premio sia stato proprio quello di porre in modo ac-cattivante Margherita di Savoia al centro dell’attenzione di tutte le Province puglie-si, conferendo ad ogni singolo Presidente la possibilità di proporre dei candidati. Non crediamo possa in alcun modo giova-re alla nomea e al prestigio del Premio una scelta dei candidati (o sarebbe meglio dire dei premiandi) effettuata esclusivamente da chi l’evento l’organizza. Per carità, non

è diffidenza, ma siamo convinti sia un vero peccato perdere una tale occasione di far parlare di Margherita -una volta tanto, in bene- se solo per premiare qualche amico o qualche personaggio che potrebbe servi-re alla causa.Allo stesso modo, non crediamo sia sta-ta una buona idea quella di trasformare la “Margherita d’Oro” da griffe principale in secondaria, da contenitore in contenu-to: farne un evento all’interno di un altro (“Portici d’estate”, anche se dato il periodo in cui si è deciso di svolgere il tutto for-se sarebbe stato più opportuno parlare di “Portoni d’autunno”) non può servire ad altro che a sminuire ancor più l’impor-tanza di una manifestazione che merita al contrario di essere posta in assoluto primo piano sotto tutti i punti di vista. E’ quindi con soli intenti catartici che ab-biamo pensato di pubblicare integralmen-te lo Statuto originario della Margherita d’Oro, affinchè una manifestazione che in passato è riuscita a diventare un’icona della cittadina e che vanta fra l’altro diver-si tentativi di imitazione possa ritornare in futuro ai suoi meritati fasti.

E la Margherita d’Oro finì sotto i portici...Il prestigioso premio, da tempo spogliato dei suoi significati e obiettivi originari, ormai ridotto ad uno show per pochi intimi

“Margherita d’Oro”Lo Statuto originale

1) È istituito il Premio “Margherita d’oro”: lo stesso è costitu-ito da un’artistica Margherita in oro con cinque petali.2) Il Premio sarà assegnato, ogni anno, in Margherita di Sa-voia, a personalità nate in Puglia, ancorché residenti in altre località, particolarmente distintesi nei settori vari dell’arte, della cultura, delle scienze e dello sport o altre che hanno riaffermato ed esaltato i valori culturali ed ambientali della Gente e della Terra di Puglia.3) La designazione dei premiandi sarà fatta dai Presidenti delle cinque Amministrazioni Provinciali: ogni Presidente designerà uno o più candidati che potranno ambire al pre-mio. Le designazioni dovranno pervenire in plico raccoman-dato al Sindaco di Margherita di Savoia entro e non oltre il 30 aprile di ogni anno. Al Sindaco di Margherita di Savoia è riservata la designazione di un candidato al Premio.4) Le “Margherite d’Oro” non potranno essere in numero su-periore a cinque, una per ogni Provincia.5) La Commissione di aggiudicazione è presieduta dal Sin-daco di Margherita di Savoia, il quale entro il 30 gennaio di ogni anno nominerà i componenti della Commissione: di quest’ultima saranno membri di diritto l’Assessore Regiona-le al Turismo e gli Assessori al Turismo delle singole Ammini-strazioni Provinciali, nonché esperti di provata competenza.6) La Commissione delibererà l’assegnazione del Premio a maggioranza dei voti dei componenti.7) La cerimonia-manifestazione di consegna avverrà in Mar-gherita di Savoia in giugno o a settembre di ogni anno.

Alcuni momenti di “Portici d’estate - Premio Margherita d’Oro 2010”

la Nuova FucinaNum. 4 - Ottobre/Novembre 201013CULTURA

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Raffaele Fitto (istituzioni) Cosimo Damiano Damato (cultura del Mediterraneo) Rosario Morelli (economia) Raffaele Riondino (sport) Carlo Ventura (medicina) Mario Granata (arte) Giuseppe De Tomaso (giornalismo) Michele Sanseverino (innovazione tecnologica) Peppino Di Capri (premio alla carriera)

I premiati dell’edizione 2010

MARGHERITA di S.

Page 14: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Salinis, un avvio con tanti rimpianti e poche vittoriePersi per strada troppi punti contro rivali mediocri: sono errori che alla fine potrebbero pesare

Dopo un avvio di stagione promettente, che aveva legittimato anche qualche am-bizione rivelatasi forse un po’ troppo pre-matura, da qualche settimana la Salinis ha preso una brutta china nel torneo di serie C1, perdendo contro formazioni ampia-mente alla portata dei rosanero di mister Delvecchio.Nel debutto col Noci la Salinis è stata per tre volte in vantaggio per poi rischiare di perdere la partita, agguantando il pareggio proprio all’ultimo respiro col 4-4 di Fron-tino.Sul campo del Villeneuve Barletta è arri-vata la prima vittoria stagionale: botta e risposta nel primo tempo con Distaso ed Alfarano, poi nella ripresa il gol di Fronti-no e la doppietta di Gallo fanno pendere definitivamente la bilancia dalla parte del-la Salinis.Il primo stop del torneo arriva tra le mura amiche contro il Futsal Taranto, in una partita pesantemente condizionata dalla contestata direzione arbitrale: gli ospiti vanno al riposo sul 5-1 poi nella ripresa il disperato forcing di Frontino e compagni fa sperare nel miracolo ma le speranze di rimonta rosanero si spengono sul punteg-gio di 5-6.A Gravina è arrivata invece una sconfitta inattesa al cospetto di un avversario in-vero molto modesto: un finale di primo tempo disastroso porta i padroni di casa all’intervallo in vantaggio di due reti, Cilli nel secondo tempo riapre i giochi ma nei secondi di recupero arriva il gol a porta vuota di Saccente a siglare il 3-1 finale.La serie negativa si interrompe nel turno infrasettimanale con la Fovea, dove peral-tro la Salinis fa di tutto per complicarsi la

vita: avanti di due reti grazie a Tiritiello e Dibenedetto, la squadra di Delvecchio si fa raggiungere e superare prima di ribaltare la situazione con un penalty di Frontino e le reti ancora di Tiritiello e Dibenedetto, davvero in serata di grazia.Si pensa che con questo successo la Salinis possa avere maturato maggiore convin-zione nei propri mezzi e invece a Brindisi arriva un’altra inopinata sconfitta: dopo aver fallito una quantità industriale di pal-le gol, e dopo essere stata per due volte in vantaggio con le reti di Gallo e Tiritiello, la Salinis ha incredibilmente finito col per-dere per 3-2. Una ulteriore conferma del momento no arriva nel match casalingo con l’Azetium Rutigliano. Sembra l’occasione giusta per il cambio di passo e invece la Salinis sfo-dera una prestazione sconcertante, con troppi black out rivelatisi alla fine fatali: gli ospiti si portano ben presto sul 2-0 ma Gallo e Distaso ristabiliscono la parità pri-ma dell’intervallo e in apertura di ripresa Garbetta firma il sorpasso. Ma nel giro di due minuti accade l’incredibile con la dife-sa che si fa ingenuamente beffare per due volte da Sasanelli che fissa il punteggio sul 3-4. L’icona dell’ennesimo pomeriggio stregato è rappresentata dal tiro libero di Frontino fallito proprio all’ultimo secon-do di recupero, che condanna la Salinis ad una nuova rocambolesca sconfitta.A Bari la Salinis trova un nuovo modo per farsi del male: in vantaggio per 2-0 fino a 20’ dal termine grazie ai gol di Cilli e Te-deschi, nel finale di gara i rosanero scom-paiono letteralmente dal campo facendosi infilzare a ripetizione dai padroni di casa che finiscono per imporsi per 6-3.

La striscia negativa si interrompe col Futsal Barletta: alla fine è 3-3 ma ai rosa-nero resta il rimpianto di aver visto sfuma-re proprio nelle battute finali una vittoria che avrebbero meritato grazie soprattutto a un gagliardo secondo tempo nel quale erano stati capaci di ribaltare il risultato che all’intervallo li vedeva sotto per 2-1.Una risposta quanto meno sul piano del carattere c’è stata: a questo punto però è necessario mettere al bando i frequen-ti peccati di presunzione e soprattutto le giocate di stampo circense che non ap-prodano a nulla. A questi livelli serve più cinismo per fare strada: speriamo che la lezione di queste prime gare sia servita.La classifica dopo 9 giornate: Five Martina p. 22, Atl. Ruvo 18, F. Taranto, F. Barletta e Altamura 17, Alberto S.P.V. 15, Sammichele e Gravina 13, Nettuno 12, Noci e Fovea 10, Salinis, Bari e Villeneuve 8, Rutigliano 7, F. Messapia 6.

di Siro Palladino

Cosimo Distaso (Salinis)

la Nuova FucinaMARGHERITA DI S.

Num. 4 - Ottobre/Novembre 201014 SPORT

1° giornata: Alberto S.P.V.-Villeneuve 3-6, Atl. Ruvo-F. Taranto 3-2, Rutigliano-F. Messapia 0-1, Bari-Fovea 4-5, F. Barletta-Gra-vina 5-4, Altamura-Nettuno 2-2, Salinis-Noci 4-4, Sammichele-Five Martina 2-5.2° giornata: Five Martina-Rutigliano 3-1, Fovea-F. Barletta 2-6, F. Messapia-Bari 3-5, F. Taranto-Alberto S.P.V. 8-1, Nettuno-Sammichele 10-8, Noci-Altamura 4-1, Gravina-Atl. Ruvo 9-4, Villeneuve-Salinis 1-4.3° giornata: Alberto S.P.V.-Gravina 6-5, Atl. Ruvo-Fovea 3-1, Bari-Rutigliano 4-5, F. Barletta-F. Messapia 6-1, Nettuno-Five Mar-tina 3-7, Altamura-Villeneuve 8-2, Salinis-F. Taranto 5-6, Sammichele-Noci 4-2.4° giornata: Rutigliano-F. Barletta 2-3, Five Martina-Bari 3-3, Fovea-Alberto S.P.V. 5-1, F. Messapia-Atl. Ruvo 4-6, F. Taranto-PAltamura 2-2, Noci-Nettuno 7-5, Gravina-Salinis 3-1, Villeneuve-Sammichele 1-1.5° giornata: Alberto S.P.V. -F. Messapia 6-5, Atl. Ruvo-Rutigliano 4-2, F. Barletta-Bari 2-2, Nettuno-Villeneuve 3-3, Noci-Five Martina 0-5, Altamura-Gravina 3-2, Salinis-Fovea 6-4, Sammichele-F. Taranto 3-3. 6° giornata: Rutigliano-Alberto S.P.V. 1-6, Bari-Atl. Ruvo 2-4, Fovea-Altamura 5-1, F. Messapia-Salinis 3-2, F. Taranto-Nettuno 5-3, Five Martina-F. Barletta 5-1, Gravina-Sammichele 3-3, Villeneuve-Noci 6-3.7° giornata: Alberto S.P.V.-Bari 8-4, Atl. Ruvo-F. Barletta 3-2, Nettuno-Gravina 5-3, Noci-F. Taranto 1-4, Altamura-F. Messapia 4-1, Salinis-Rutigliano 3-4, Sammichele-Fovea 7-2, Villeneuve-Five Martina 1-4.8° giornata: Rutigiliano-Altamura 2-3, Bari-Salinis 6-3, F. Barletta-Alberto S.P.V. 3-0, Fovea-Nettuno 1-1, F. Messapia-Sammi-chele 4-9, F. Taranto-Villeneuve 10-3, Five Martina-Atl. Ruvo rinv., Gravina-Noci 7-6.9° giornata: Alberto S.P.V.-Atl. Ruvo 9-3, F. Taranto-Five Martina 2-4, Nettuno-F. Messapia 6-4, Noci-Fovea 5-0, Altamura-Bari 5-4, Salinis-F. Barletta 3-3, Sammichele-Rutigliano 2-2, Villeneuve-Gravina 1-4.

Tutti i risultati giornata per giornata

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Page 15: la Nuova Fucina - n.4 - 2010

Margherita Terme, un avvio di stagione da montagne russeCambia la conduzione tecnica: Ronzulli lascia, al suo posto Salvatore Distaso

Un avvio di stagione con alti e bassi da brivido per il Margherita Terme, che an-cora non ha trovato un’identità definitiva nel torneo di seconda categoria. Non sono mancati i colpi di scena, come l’addio del giovane mister Carlo Ronzulli a causa di alcune divergenze con il patron Ruggie-ro Polli. Il suo posto in panchina è stato preso da Salvatore Distaso (già allenato-re dell’A.S. Margherita Sport fino al 2006) che però nelle sue due prime uscite ha ri-mediato due pesanti sconfitte a Candela e a Sannicandro Garganico. Difficile però imputargli colpe specifiche, soprattut-to in considerazione delle difficoltà a cui la compagine salinara deve far fronte in occasione delle gare in trasferta: uomini contati e nessun dirigente ad accompa-gnare i giocatori con pesanti ripercussioni sul morale. Difficile trovare una colloca-zione precisa per una squadra che dopo il fragoroso 5-1 inflitto al Matinum si era

ritrovata a ridosso della zona play off e che nelle due gare successive ha rimedia-to due sconfitte con sette gol al passivo e nessuno all’attivo. Per fortuna subito dopo sono arrivati il pari casalingo per 1-1 con l’Imperial Foggia e soprattutto il pri-mo colpaccio esterno con il successo per 1-0 sul terreno del S. Onofrio. Tra gli ele-menti più convincenti in questo avvio di stagione il giovane bomber Nicola D’Elisa, classe 1993, che dopo aver entusiasmato nella seconda parte della passata stagione sta confermando il suo valore anche nel torneo di seconda categoria.Intanto prendono sempre più corpo le voci di un imminente passaggio di conse-gne fra il presidente Polli e un nuovo staff dirigenziale: la cosa sembrava ormai in di-rittura d’arrivo ma mancano ancora con-ferme ufficiali e, soprattutto, definitive.La classifica dopo 9 giornate: Alexina p. 20, Imperial Foggia 17, V. Maroso Cande-

la 16, Sporting Daunia 15, Atletico Orsara 14, Monte Sant’Angelo 13, S. Onofrio, Tro-ia, Margherita Terme e Civilis Atletico 12, Virtus Biccari 11, Rocchetta Sant’Antonio 9, Viestese, Sannicandro G., Matinum e Sammarco 7.

di Siro Palladino

la Nuova FucinaNum. 4 - Ottobre/Novembre 201015

Buon compleanno, Margherita di Savoia Runners!

Nasce la delegazione provinciale Coni BatInaugurati gli uffici in Via Aldo Moro 16 a BarlettaLa Sesta Provincia pugliese ha ufficial-mente la sua delegazione provinciale Coni. La cerimonia, che ha avuto luogo in Prefettura a Barletta alla presenza del presidente della Provincia Francesco Ven-tola, del sindaco di Barletta Nicola Maffei, dell’assessore regionale allo sport Maria Campese, del presidente del Coni Puglia Elio Sannicandro e del componente della giunta nazionale Coni Michele Barbone, con il prefetto Carlo Sessa a fare gli ono-ri di casa, segna l’inizio di una nuova fase anche per Margherita di Savoia, che finora aveva fatto capo al Comitato Provinciale Coni Foggia e che ora passa sotto la giu-risdizione della delegazione provinciale della Bat.In attesa dell’istituzione del Comitato Provinciale - che avverrà come da prassi al termine del quadriennio olimpico, cul-minante con i Giochi di Londra 2012 - gli uffici della delegazione Coni sono già ope-rativi presso l’assessorato provinciale allo Sport, a Barletta in Via Aldo Moro 16 (n. tel. 320.4910080 e 348.5805914, mail [email protected] oppure [email protected]) con apertura al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 (martedì e giovedì anche 16.30-18.00).Isidoro Alvisi, delegato provinciale Coni Bat, ha presentato un po’ di numeri ri-guardanti lo sport nella Sesta Provincia, con la presenza di ben 305 società sportive

nei dieci comuni del territorio (di cui 16 a Margherita di Savoia), 40 strutture comu-nali, oltre 50 impianti privati e più di 60 palestre scolastiche. Per l’occasione il pre-sidente della Provincia Francesco Ventola ha preannunciato la firma di una conven-zione fra l’ente provinciale ed il Comitato Regionale Coni Puglia riguardante il mo-nitoraggio e la valorizzazione dell’impian-tistica sportiva.Un altro progetto immediatamente ope-rativo riguarda il progetto pilota a carat-tere nazionale sull’alfabetizzazione mo-toria varato da Coni, Miur e Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’obiettivo di incrementare l’attività fisica sin dalle scuole primarie. La Sesta Provincia puglie-se intende aderire a questo progetto, che finora in Puglia era stato attivato solo a Foggia, con un bacino d’utenza di ben 500 prime, seconde e terze classi della scuola primaria, per un totale di 11mila alunni.Grande attenzione sarà prestata anche per gli aspetti sanitari nella pratica sportiva: mento di adeguate attività fisiche.Insomma la delegazione provinciale Coni Bat parte con le idee chiare e con tre im-portanti iniziative - impiantistica, tutela sanitaria e alfabetizzazione motoria - già in itinere: sicuramente un buon viatico per un settore, quale lo sport, strategi-co per l’integrazione sociale di giovani e meno giovani.

SPORT

Il 17 ottobre 2010 l’ASD Margheri-ta di Savoia Runners ha compiuto tre anni. In questo arco di tempo gli atleti del club hanno parteci-pato a ben 103 gare: il team sali-naro è stato premiato nella Spe-ciale Classifica Società 11 volte e molti atleti sono andati a premio nelle gare 85 volte nelle differenti categorie. Dal 2008 I Margherita di Savoia Runners organizzano la “Mare&Sale”, gara podistica di 10 km. unica nel suo genere, che si corre all’interno della Salina più grande d’Europa e che si svol-ge la prima domenica di marzo. Numerosi gli eventi organizzati in collaborazione con enti locali e associazioni: fra di esse, anche due Feste dello Sport (nel 2008, l’altra nel 2010) e le due edizio-ni della gara di Aquathlon “Città di Margherita di Savoia”. Tanti i progetti anche per la stagione in corso, che coinvolgeranno anche le scuole per diffondere maggior-mente l’atletica tra i bambini. Con la chicca della partecipazio-ne alla Maratona di New York.

Nicola D’Elisa, giovane e promettente attaccante del Margherita Terme

MARGHERITA di S.

la Nuova Fucina online è su www.nuovafucina.net

Page 16: la Nuova Fucina - n.4 - 2010