La Nostra Voce 1/2013

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La Nostra Voce Periodico dell’ Istituto Suore Orsoline F.M.I. - Via Muro Padri, 24 - n°1 Gennaio - Aprile 2013 Poste Italiane SpA, spedizione in abbonamento postale, Verona - Art. 2 - comma 20/c - Legge 662/96 Frammenti di vita Frammenti di vita La Nostra Voce

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Rivista delle Suore orsoline Figlie di Maria Immacolata - Verona

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La Nostra Voce

Periodico dell’ Istituto Suore Orsoline F.M.I. - Via Muro Padri, 24 - n°1 Gennaio - Aprile 2013Poste Italiane SpA, spedizione in abbonamento postale, Verona - Art. 2 - comma 20/c - Legge 662/96

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GARANZIA DI RISERVATEZZA - L’Istituto delle Orsoline F.M.I, in qualità di Editore, garantisce, ai sensi dell’art. 13 del d. legs.196/2003 in materia di protezione dei dati personali, che i dati relativi agli Abbonati vengono trattati nel rispetto della legge. Il trattamento dei dati sarà correlato all’adempimento di fi nalità gestionali, amministrative, statistiche, ed avverrà nel pieno rispetto dei principi di riservatezza, correttezza, liceità e trasparenza, anche mediante l’ausilio di mezzi elettronici e/o automatizzati. Il conferimento dei dati è facoltativo. Tuttavia il mancato conferimento degli stessi comporta la mancata elargizione dei servizi previsti. In ogni momento si potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del d. legs. 196/2003, tra cui cancellare i dati ed opporsi al loro utilizzo per fi nalità commerciali, rivolgendosi al Titolare Dati dell’Istituto delle Orsoline, Via Muro Padri, 24, 37129 Verona.

La Nostra VocePeriodico

Suore Orsoline F.M.I.Verona, Via Muro Padri, 24

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Numero 1Gennaio - Aprile 2013

Direzione e Redazione:Sr. Maria Giovanna Caprini

Responsabile: Madre M. Pierina Scarmignan

Superiora Generale

Gruppo Redazionale:Madre M. Clemente MicheloniSr. M. Claire-Agnès Razafisolo

Sr. Vania M. DoroSr. M. Paola Angeli

Autorizzazione Tribunale di Verona

N. 410 del 28-01-1978

Grafica e stampaDivisione NovastampaGruppo Siz - Verona

Tel. 045-8731282Fax [email protected]

3 Editoriale Sr. Maria Giovanna Caprini

4 Verso il Capitolo Generale Madre M. Pierina Scarmignan

5 Questo è il giorno che ha fatto il Signore… a cura di Sr. M. Angiolina Padovani

6 La fede: porta e cammino Don Giuseppe Laiti

partecipiamopartecipiamoa cura della Redazione

nella congregazionenella congregazione7 “… Prima di tutto la salvezza

delle anime !” dal Burkina Faso

9 La prima sessione del V Capitolo Regionale Sr. M. Serenella Contaldo

1111 Accogli… amo chi? Sr. M. Chiara Recchia

1212 Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro Giulia Grigoletto

1313 Tempo di Grazia Sr. M. Vivian Anese

1414 Nel cammino della Diocesi Sr. M. Evangelina Beghini

1616 Giovani Missionari: “Andate in tutto il mondo e annunziate...” Sr. Anna Maria Formenti

1818 Che sia questo il ! lo che ci mette in mano il Signore per ...? a cura di Sr. M. Flaviana

2222 Al suo Tempo in nome del Vangelo: una Tavola Rotonda

2323 Traguardi raggiunti

2424 Lutti

sommario

Care lettrici e cari lettori,

la nostra rivista esce con il primo numero mentre il 2013 se da un lato, ci ha già mostrato un panorama internazionale con non pochi motivi di preoccupa-zione e ansia, dall’altro, ci ha coinvolto in “novità” motivo di riflessione per tutti: le dimissioni di Benedetto XVI e l’elezione di Papa Francesco.

In questo 2013 ricco di eventi per la nostra Congregazione: il Bicentenario dalla nascita del B. Z. Agostini e la celebrazione del XVIII Capitolo Generale, la rivista passa dallo sviluppo tematico per ogni numero, al “racconto”. Ogni Regione e Delegazione racconta ciò che di più significativo vive. Così vengono offerti e condivisi con i benefattori e con gli amici i “frammenti” di vita che segnano la presenza della comunità Orsolina sparsa in tanti Paesi.

“Non lasciatevi rubare la speranza” ha detto a tutti Papa Francesco e que-sta speranza è il frutto della Pasqua, dell’ottavo giorno aperto per tutti dalla Risurrezione; in questa speranza si radica la fecondità della vita cristiana, in questa speranza cresce la maternità della Chiesa per la quale e nella quale ogni comunità orsolina diventa madre.

La “porta della fede” aperta da Benedetto XVI e il monito di Papa Francesco “Non lasciatevi rubare la speranza” possono essere le chiavi di lettura per que-sto primo numero del 2013. Gli inediti di Dio, le sue novità che irrompono nella storia sono profondamente innestate nella continuità della sua fedeltà che le genera e le porta a fiorire.

L’invito alla Tavola Rotonda per il Bicentenario del B. Z. Agostini è aperto a tutti e per tutti coloro che potranno partecipare vuole essere occasione di incontro e scambio.

La comunicazione di alcune iniziative promosse nella Casa di Accoglienza e Spiritualità “Tabor” a S. Zeno di Montagna, è risposta alle tante richieste accol-te, inizio di un’attività a servizio della crescita delle persone.

Che ogni lettore e lettrice de La Nostra Voce sia invitato, dalla lettura degli articoli, a trovare i motivi di speranza nella sua vita e a raccontarli perché la speranza si diffonda.

Sr. Maria Giovanna Caprini

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“V ivere nella Chiesa il dono della maternità spirituale” è

il tema del XVIII Capitolo Generale della nostra Congregazione. Terminato il lavoro di rifl essione e di condivisione nelle rispettive comunità, conclusi i Capitoli Re-gionali e le Assemblee di Delega-zione, ci stiamo ora preparando alla celebrazione dell’Assise Capi-tolare, che avrà luogo a San Zeno di Montagna - VR, nel prossimo mese di agosto. Le parole del Beato Zefi rino Ago-stini: “Vi doni Gesù, vostro dolcis-simo Sposo, una carità feconda di buoni consigli, di santi esempi, di fervide preghiere, di opere gene-rose, di aiuti, di conforti, di com-passione, di tenerezza, per poter essere vere madri spirituali come S. Angela vi vuole” illuminano il tema e delineano i tratti dell’orsoli-na che, “dalle viscere della sua ca-rità”, genera fi gli nella Chiesa. Oggetto della carità di Dio, siamo

nella “cura dell’altro”: come padre-madre che media la vita di fede e la sostiene; come guida che indica l’orientamento e mostra la strada; come educatrice che aiuta ogni persona a dare il meglio di sè, secondo Dio; come maestra che, per esperienza, conosce le esi-genze della vita spirituale e le può insegnare; come testimone della vita di fede che cresce e matura nei “suoi fi gli”. Allora la formazione nella Congre-gazione, a tutti i livelli, deve mirare a formare “madri spirituali”; la vita fraterna nella comunità deve esse-re, al contempo, il luogo del dive-nire madri e dell’espressione più genuina della reciproca maternità nella sororità; la missione lo spazio per tradurre, in servizio alla vita di tutti, il dono ricevuto. Affi diamo fi n d’ora alla preghie-ra di tutti i lettori di “LA NOSTRA VOCE” questo nostro XVIII Capito-lo Generale perché sia un evento di grazia per noi e per la Chiesa.

Madre M. Pierina Scarmignan

chiamate a vivere, per la poten-za dello Spirito, questa carità già all’interno della comunità perché si dilati e raggiunga molti fratelli. Dal-la vita ricevuta alla vita donata!Siamo consapevoli, infatti, che la maternità è dono di Dio: rese fi glie nel Battesimo, viviamo la fi gliolan-za divina in una fraternità che ha i tratti costitutivi della vita religiosa e in una maternità spirituale che ha il volto caratteristico della sua mis-sione nella Chiesa, nello stile della Congregazione. Ci sembra che la Chiesa e il mondo siano, oggi, alla ricerca di padri e madri nella fede. In questo tempo di “Nuova Evan-gelizzazione”, lo Spirito sta solleci-tando la vita religiosa a diventare materna, attenta alla vita e ai segni di vita. Lo stesso Spirito sollecita noi or-soline ad andare al cuore del cari-sma, al dono e compito di essere e divenire “madri spirituali”, donne totalmente intente a donarsi per-ché nasca vita. Siamo concretamente chiamate a vivere la missione come maternità

VERSO IL CAPITOLO GENERALE “QUESTO È IL GIORNO CHE HA FATTO IL SIGNORE, RALLEGRIAMOCI E IN ESSO ESULTIAMO!” SAL 117, 24

È il canto della Chiesa, dopo i giorni della dolorosa contem-

plazione del mistero della Passio-ne e Morte del redentore, Gesù suo sposo! Egli, con la sua morte distrusse la nostra morte, e con la sua risurrezione recuperò la vita che avevamo perduta. Oggi si di-legua l’ombra dei misteri, viene squarciato il velo delle profezie, si compiono solennemente le pro-messe.Pasqua signifi ca passaggio: come la celebrano i cristiani? Carissimi, per Gesù Cristo, Salvatore no-stro, noi celebriamo una Pasqua tutta spirituale, bella, tutta divina. Gesù Cristo, vero Mosè, ha vin-to il male. Dal regno della tomba ci ha trasportato nel regno della luce e della verità ed eccoci tutti orientati a raggiungere la vera ter-ra promessa, la gloria eterna del Paradiso.Se il Redentore è risorto dalle te-nebre del sepolcro alla vita glorio-sa e immortale, egli comunica un raggio di tale dono anche ai nostri cuori, così da farne un incendio beatissimo di carità, e tutti risor-gere con lui alla vita spirituale e in essa perseverare. La vittoria di Cristo non è sola-mente sua, ma anche nostra: la gloria del Capo è gloria delle membra! Ma se vogliamo parteci-pare a questa gloria, è necessaria quella purezza di vita che si ad-dice ai cristiani. Ascoltiamo come l’apostolo Paolo spiega: “Fratelli, non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Toglie-te via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi.

Quali sono i più grandi desideri del vostro cuore? In che cosa vi impegnate di più? Con quanto ar-dore desiderate i beni del cielo? Amate Dio, adempiendo i doveri del vostro stato? Vi siete, insom-ma, rinnovati nella mente e nel cuore? Questo signifi ca “risurre-zione”, questo è il frutto, e deve essere un frutto costante e per-severante. È questa la preghiera della Chiesa: “Le feste pasquali, Signore, per la tua grazia, ci con-fermino nella santità della vita”.

Fratelli, si aprano i nostri occhi, si riscaldi il nostro cuore alla luce della bontà del Signore, al fuoco del suo amore!

Z. AGOSTINI, Omelie sulla Pasqua, Scritti vari

A cura di Sr. M. Angiolina Padovani

E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dun-que la festa non con il lievito vec-chio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sin-cerità e di verità” 1 Cor 5, 5-8. La vita nuova deve trionfare su tutte le cattive abitudini e unifor-marci allo Spirito di Gesù Cristo. Perché? Perché Cristo, ci spiega S. Paolo, è stato immolato, quale vero Agnello pasquale. Celebria-mo, dunque, la Pasqua, non alla maniera della pasqua antica, ma come memoria della vera libera-zione!

Il Signore Gesù ci dona la pace, la sua pace, un tesoro che il mondo assolutamente non può dare, no-nostante le sue promesse. Resti, dunque, la pace di Dio in voi, per essere sempre fervorosi nel suo servizio; resti la pace di Dio in voi, per essere in pace con i fratelli, amandovi come veri fra-telli in Gesù Cristo, procurandovi scambievolmente quel maggior bene che voi vorreste fatto a voi stessi; resti la pace di Dio in voi per essere in pace con voi stessi, vincendo sempre la ribellione del peccato.Vi siete avvicinati alla pietra viva, rifi utata dagli uomini, ma eletta da Dio e da lui glorifi cata: come altrettante pietre vive, innalzate il vostro spirituale edifi cio, per esse-re con lui una sola cosa dinanzi a Dio, l’eletta porzione, il regale sacerdozio, la gente santa, il po-polo che testimonia Colui che alle tenebre vi ha chiamato alle sua ammirabile luce Cf. 1 Pt 2, 8.

a carità fecbuoni consisanti esempvide preghieopere generaiuti, di con

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“…PRIMA DI TUTTO LA SALVEZZA DELLE ANIME!” B. ZEFIRINO AGOSTINI

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Questa espressione del Fon-datore ricorda la parola di

Sant’Agostino: “Colui che ti ha creato senza di te, non ti salve-rà senza di te”. La salvezza per tutti fu la grande “ossesione” dei santi, anche se sul Calvario Cristo ha offerto un sacrifi cio che è ca-pace di salvare tutto il mondo....la comunità di Ouezzinville si rende disponibile per partecipare e ri-spondere a questo grande dono di Dio. Questo ci spinge ad avere attenzione alle persone. Questo è lo zelo apostolico! Come dice San Matteo - 23,19 - :”Andate, dunque, insegnate a tutte le na-zioni, battezzate nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Che imparino a rispettare i miei comandamenti...”. La nostra comunità ha un campo apostoli-co molto grande e noi ci rendia-mo disponibili per la catechesi dei bambini e degli allievi delle scuole secondarie (Cappellania dei Li-cei), per coloro che non sono cri-stiani e per chi si è allontanato e vuole ritornare nella Chiesa. Inol-tre seguiamo le ragazze non sco-larizzate che vengono per impa-rare un mestiere: il taglio e cucito o la cucina. Per queste giovani da due anni abbiamo voluto miglio-rare la scuola e dare loro la pos-sibilità di avere un diploma alla fi ne del percorso. Un altra opera che domanda molto alla nostra comunità è l’accoglienza delle giovani adolescenti che vengo-no a Bobo per la scuola ma non hanno punti di riferimento. Fre-quentano le scuole pubbliche o private del quartiere e alloggiano

Le circostanze che segnano la nostra storia non sono mai

neutre, senza signifi cato. Non a caso noi ne teniamo in eviden-za almeno alcune: date di com-pleanni, anniversari di eventi per noi ricchi di valore. Questo vale a livello personale, di comunità, di paese, di chiesa. Il papa Be-nedetto XVI, con la sua lettera apostolica “La Porta della Fede”, raccoglie da tre scadenze un invi-to a concentrare la nostra atten-zione sulla fede, sul suo pregio per la nostra vita. Si tratta dei cin-quant’anni dalla apertura del con-cilio vaticano II (11 ottobre 1962), dei vent’anni dalla promulgazio-ne del catechismo della chiesa cattolica (11 ottobre 1992), della celebrazione del XIII sinodo dei vescovi, nel prossimo ottobre (7-28), dedicato alla “Nuova Evan-gelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”.Il papa ci invita a raccogliere la grazia evocata da questi tre eventi come opportunità di rifl et-tere sulla nostra fede, sulla sua fi gura, sulla sua storia. Non farlo vorrebbe dire consegnare que-sti fatti di chiesa semplicemente all’esteriorità, alla pura cronaca, privandoli del messaggio che in-vece intendono portare. Per aprirci all’apprezzamento del-la fede Benedetto XVI ce la pre-senta nella prima parte della sua lettera - nn. 1-6-, con una duplice immagine, quella della porta e del cammino. La fede è anzitutto una porta che si apre davanti a noi: è Dio che si affaccia nella nostra esistenza quando la sua Parola

loro storia, la famiglia, le abitudini - per poterle accompagnare nella crescita umana e cristiana, come singole e come gruppo. Questo accompagnamento non è nuovo nella tradizione africana.Nel passato, in Africa, quando il o la giovane raggiungeva l’età di 15anni era affi dato (in gruppo o da soli) a una famiglia o a una zia o a una persona saggia per esse-re iniziato alla vita. Il o la giovane riceve così una buona iniziazione a volte molto dura. Nel percorso che proponiamo assumiamo questo compito di “parenti”, il posto della “zia o del-la persona saggia o della famiglia affi dataria” per una iniziazione alla vita cristiana, vita che prende for-za nella fede in Gesù Cristo e nel suo Vangelo. Insieme alla Chiesa-

papa citando Paolo, diventa ope-rante nella carità (Gal 5,6).Esposta alle circostanze della vita, affi data alle nostre libertà in maturazione, la fede incontra ine-vitabilmente momenti di crisi, os-sia situazioni che ci domandano di riconsiderarla e approfondirla, se vogliamo custodirne il valore. Proprio a questo intendono aiu-tarci l’eredità del concilio Vatica-no II, il catechismo della chiesa cattolica e il prossimo sinodo dei vescovi. Fare qui la nostra par-te vuol dire prendere in mano il fi lo della nostra fede e ascoltare come il Signore ci viene incontro. Egli apre la porta e ci da appun-tamento. Così la fede si scava il suo sentiero nella nostra vita, ne diventa l’ispirazione, l’alimento che noi possiamo mantenere in comunicazione tra noi.

Don Giuseppe Laiti

presso il nostro studentato dove possono studiare, crescere insie-me ed essere educate. Nel ritmo quotidiano della comunità la loro presenza ci è di invito a rinnovare la nostra fedeltà al Signore per-ché il suo Amore sia conosciuto da tutti.

Le sorelle della Comunità di Ouezzinville

Ogni terza domenica del mese, a Zagtouli (Ouagadougou-

Burkina Faso) accogliamo una ventina di giovani che desiderano conoscere Cristo. Sono giovani che vengono da diverse Parroc-chie della zona.Il tema della fede segue il cam-mino di quest’anno: è importante la conoscenza delle giovani - la

viene annunciata e il suo amore testimoniato. Così Egli nel suo Fi-glio Gesù, divenuto uno di noi, si fa nostro compagno di viaggio e fa della nostra vita un cammino, quello dei fi gli di Dio. Il battesimo ne celebra l’inizio e la risurrezione da morte ne costituisce la felice conclusione. Il cuore della fede è così l’incontro che il Signore Gesù ci offre con Lui, l’incessan-te dialogo con la sua Parola che diventa criterio di intelligenza e di azione. È questo dialogo condivi-so a fare la vita e il cammino della chiesa. I credenti vivono metten-do in circolazione tra di loro la luce che viene dalla Parola; così essi professano la fede, il credo, come ciò che davvero li unisce e che accolgono dal Signore che li fa suoi commensali nell’eucaristia dove apprendono il frutto della Parola accolta nella fede: la fra-ternità. La fede infatti, ricorda il

LA FEDE: PORTA E CAMMINO

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LA PRIMA SESSIONE DEL V CAPITOLO REGIONALE

famiglia del Burkina Faso attra-verso degli incontri di animatori vocazionali, degli scambi e dei momenti di formazione di gruppo portiamo avanti questa attività di accompagnamento vocazionale.Tutto questo è una risposta all’e-sortazione del nostro fondatore, il Beato Zefi rino Agostini, che dice: “Allora, fi glioline mie, voi dove-te essere pronte a tutti i sacrifi ci possibili, anche grandi, per gua-dagnare delle anime a Cristo a qualunque prezzo”.

Sr. M. Denise Kabre, Junior del terzo anno

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Ormai è alle porte il XVIII Ca-pitolo Generale, un tempo di

grazia e di Benedizione che il Si-gnore ci concede di vivere unite insieme; è una tappa importante per il cammino della nostra Con-gregazione, una sorta di “salita sul monte Tabor” dove contemplare il volto del Signore, riconoscerlo nei passi fatti e ascoltare la sua voce che ci chiama a seguirlo in modo nuovo, dove lui solo vorrà, per servirlo nella sua Chiesa. Per questo, già da tempo, siamo sta-te invitate a prepararci, non solo con il contributo della nostra ri-fl essione personale, comunitaria e di Regione, ma anche e soprat-tutto con la preghiera di supplica alla Spirito perché sia Lui a pre-parare la strada e i cuori a que-sto incontro: Spirito Santo vieni…piega i nostri cuori al bene, Tu che ci hai fatti rinascere tuoi fi gli, ricol-maci di tuoi doni. Spirito di veri-tà e di santità, insegnaci a vivere come l’unico bene che possiamo stimare e cercare. Amen. La Re-gione Italia ha celebrato la Prima Sessione del suo V Capitolo: è salita sul “Tabor” per meglio ve-dere l’orizzonte che si è delineato in questi ultimi sei anni. Di strada se ne è fatta tanta ed è bello poter riconoscere insieme, che, quello che per noi oggi si delinea come passaggio, si incrocia con il “pas-saggio” del Signore nella nostra storia, nella nostra vita. È questa la chiave, la password che ha permesso di riconoscere nelle nostre rifl essioni, nella con-divisione e nel confronto la voce del Signore, che come già ha fatto

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nella congregazionenella congregazione

con i discepoli di Emmaus, anche a noi ha domandato: Che cosa sono questi discorsi che state fa-cendo tra voi lungo il cammino? Abbiamo avvertito il crescere di tante domande sollecitate dal no-stro stato attuale, una realtà che non manca di preoccupazioni per il futuro, come anche dalla realtà che ci circonda, dai giovani e dal-

le famiglie che ci avvicinano, dalla crisi che ha investito il nostro Pa-ese: dobbiamo fare così? Non si può fare diversamente? È proprio questa la strada? Dentro a questo incalzare di domande e di parole si è aperta a noi una “parola” nuo-va. Qui il Signore ha rivolto a noi l’invito ad assumere uno sguardo simbolico capace di vedere nella

quotidiana realtà un germoglio di Vita: Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per en-trare nella sua gloria? Solo con Cristo possiamo passare dalla morte alla Vita. Nella fi ducia che il Signore non manca di accompa-gnarci, che fa strada con noi, ab-biamo rivolto a lui questa doman-da: Signore cosa ci stai dicendo attraverso questo?Quale Parola di Vita ci stai consegnando? Ciò ha permesso di lasciarci coinvolgere, di entrare nelle pieghe della storia della Regione con uno sguardo “purifi cato” con la certezza che “è alla tua luce Signore che vediamo la luce”. È questa luce che per-mette uno sguardo nuovo sulla realtà, che ci fa essere docili allo Spirito e ci rende capaci di acco-gliere il dono di Dio. Resta con noi Signore… sì, rimani con noi per-ché possiamo dare frutto secon-do il tuo cuore.

Sr. M. Serenella Contaldo

“T i benedirò e diventerai be-nedizione” dice la frase che

accoglie coloro che si affacciano alla comunità dell’Accoglienza - Via Muro Padri,24 - affi nché possa es-sere casa di benedizione, casa di incontro e di condivisione di vita.Tutti chi? Chi oggi bussa alla porta dell’Accoglienza? Tante persone, tanti giovani, che hanno sete di vita, di senso, di speranza, di pace e di felicità piena. La Comunità dell’Accoglienza desi-dera essere luogo di una presenza che rimandi alla Presenza, in uno stile di familiarità che si esprime in molteplici forme di incontro carat-terizzato dalla disponibilità a fare e farsi continuamente spazio, di ascolto e di cura, di precedenza e di tramite per l’incontro con Dio per le persone che dalle più diverse strade giungono qui, per i giova-ni che chiedono di pregare ed in-contrarsi tra di loro e con noi, per le sorelle con cui costruire sempre nuove fraternità, per le giovani che desiderano un luogo e un tempo di condivisione di vita comunitaria nella quotidianità. Non ha un volto univoco, ma è luogo fi sico di una fi tta rete, coordinata da sr Grazia, di sorelle che, in ogni singola comu-nità orsolina, si rendono spazio per i giovani e sorelle che percorrono l’Italia andando incontro ai giovani nelle scuole, nelle parrocchie, nelle case, negli studentati, condividen-do e annunciando la bellezza di una chiamata che chiama alla Bellezza.Tante allora possono essere le oc-casioni: qualche giorno di esercizi spirituali in Casa Madre guidati da sr. Betty, sr. Grazia e sr. Paola An-geli; le giornate curate dalla comuni-

tà del Noviziato con i collaboratori e le classi della nostra scuola a Chieti, gli incontri di dialogo, condivisione di vita e preghiera negli studentati di Chieti Scalo e Roma, i momen-ti formativi con i giovani e gli inse-gnanti a Guastalla; la giornata dei “Giovanissimi” preparata da sr Se-renella sia per gli animatori che per i ragazzi alla scoperta della chiamata personale alla vita piena che il Si-gnore rivolge a ciascuno; la festa di S. Angela come gioiosa condivi-sione del dono di un carisma nella Chiesa e per la Chiesa con giovani, famiglie, sacerdoti, seminaristi, reli-giosi, amici e collaboratori; le varie presenze e collaborazioni nelle atti-vità diocesane di pastorale giovani-le, scolastica e vocazionale; l’ado-razione mensile in Casa Madre per le vocazioni; la vicina preparazione alla Pasqua nei giorni del Triduo e le prossime attività nello studentato universitario di Milano e ad Andria e Palombaio in Puglia fi no ad arrivare ai campi estivi. Allora anche una semplice “pizzata” o una tisana con le ragazze dello studentato del piano superiore, i biscotti preparati con entusiasmo dai giovani della parrocchia insie-me a sr. Luisa per una iniziativa di solidarietà, o una porta che si apre

all’improvviso possono diventare occasione di incontro, di scambio, di un annuncio che traspare da una vita quotidiana segnata dal limite e dal peccato, ma fi duciosa di esse-re sempre raggiunta proprio lì dal Signore e da lì chiamata alla Vita Nuova in Lui.Allora chi accogli... amo? Innan-zitutto il Signore: nella nostra vita, personale e comunitaria, e nel-la vita delle persone. Questa è la chiamata centrale per ciascuna. Tante quindi sono le forme, ma unica è la sostanza: “Ogni Orsolina è chiamata a generare alla fede e a rivelare, con la propria vita, il volto misericordioso e materno di Dio…ad accompagnare e a guidare i giovani nel loro cammino di fede e nelle loro scelte, nella relazione con Cristo, fi no all’incontro con Dio”. Grate a tutte le sorelle che inces-santemente invocano lo Spirito e pregano per questa comunità e per il suo servizio, affi diamo a Dio la nostra crescita di donne consa-crate per il bene del prossimo e le vite delle tante persone che hanno sete di Lui, certe che il Signore tro-va il tempo e il modo per ricolmarle della Sua Grazia.

Sr. M. Chiara Recchia italia

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ACCOGLI... AMO: CHI?

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vita e vita in abbondanza. Così hanno fatto i santi martiri p. Afon-so Rodríguez, Roque González e João de Castillo. Essi ispirano, con la loro testimonianza, l’ “es-sere madri” nella Chiesa come di-scepole missionarie, nella scelta preferenziale di chi è escluso ed emarginato.Nel giorno della festa di S. Angela, abbiamo ringraziato il Signore per i cinquant’anni di vita religiosa di sr. M. Bonifacia Savoia e per i 25 anni di sr. M. Lúcia Petry, Rosân-gela Briato, Venilza Neckel.“Cosa rendere al Signore Dio per tutto ciò che egli ha fatto in no-stro favore?”. La nostra vita di-venta lode e azione di grazie per le meraviglie che Dio continua a realizzare e completare ogni gior-no in ogni sorella e nella Regione. È lo Spirito Santo che ci unisce, è lui la continua novità che ci spin-ge verso acque più profonde, nel riconoscere sempre di più l’amo-re di Dio nella nostra vita e nella vita di chi ci affi da. È lui la vita che mantiene unita la nostra famiglia e ci dona la capacità di amare i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino e ci insegna, per questo, ad essere madri che accolgono, annunciano e testi-moniano.

Sr. M. Vivian Anese

TEMPO DI GRAZIA

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In questo modo sono cominciati gli esercizi spirituali che si sono

svolti dal 31 ottobre al 4 novem-bre presso la Casa di Accoglienza delle Suore Orsoline, a Verona: con una cena dall’atmosfera fa-miliare, conversando sugli eventi degli ultimi giorni, su cose piccole e grandi, condividendo la fatica del viaggio e la gioia di incontrarsi: chi si ritrovava dopo tempo, chi non si conosceva ancora… Ma tutte noi, cinque ragazze venute da tre città diverse, avevamo nel cuore, più o meno in profondità, un desiderio: che in quei giorni, in quella casa, avvenisse un Incon-tro. Da parte mia era proprio que-sto che mi aveva spinto a partire, a presentarmi a questa cena, e rivedevo lo stesso desiderio nelle ragazze che avevo al fi anco. E du-rante questi giorni, proprio mentre camminavamo insieme, prenden-do il passo lungo la via, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.

L’Incontro si faceva sempre più reale grazie agli appuntamenti che scandivano le giornate, il cui centro era sempre la Parola: sia la mattina che nel primo pomeriggio suor Bet-ty e suor Grazia ci presentavano la Parola su cui pregare; ogni giorno c’era la possibilità di incontrare la guida per confrontarsi, chiedere spiegazioni, condividere ciò che la preghiera faceva sgorgare; la sera ci riunivamo tutte, insieme a don Franco Fiorio, per celebrare l’Eucaristia e rendere grazie per quanto avevamo ricevuto, e infi ne dopo cena c’era un altro momento insieme in cui suor Paola ci dona-va le “istruzioni”, ovvero venivamo “istruite” circa alcuni aspetti della vita spirituale.Il fi lo conduttore di questi giorni di grazia potrei sintetizzarlo in una parola: musica. All’inizio cercava-mo un ritmo per eseguire lo sparti-to che leggevamo, poi ognuna ha trovato il suo tempo perché siamo riuscite a riconoscere, tra tutti, il

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GESÙ IN PERSONA SI AVVICINÒ E CAMMINAVA CON LORO - LC 24, 13-15

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suono dello strumento del Signore e ad intonarci a quello. Sulle note di un’immaginaria sinfonia, come in un balletto, si muovevano anche le sorelle che ci servivano il pranzo, organizzavano “la scenografi a”, si-lenziose e attente. E i momenti in cui venivamo introdotte ai brani della Parola su cui pregare erano i libretti dell’opera che leggevamo prima di andare alla rappresenta-zione, per poterla gustare appieno. E si sa: per ascoltare la musica ser-ve silenzio. Silenzio in cui ci siamo introdotte lentamente, all’inizio un po’ temuto, che si è rivelato esse-re invece un alleato prezioso, fi no a diventare il fedele testimone dei nostri incontri con la Parola.E come non ringraziare dal cuore per tutti questi doni che ci hanno raggiunto, sia sottoforma di pa-rola, in particolare attraverso le sorelle che ci hanno guidato, ma anche grazie a suor Bernardina, suor Chiara e suor Silvia che si sono rese strumento concreto, mettendoci a disposizione la pro-pria casa, prendendosi cura di noi e del nostro silenzio. Era me-raviglioso scorgere in tutte quante loro lo stesso nostro desiderio di realizzare quell’Incontro e vedere come ognuna abbia partecipato mettendosi a servizio in un modo diverso, affi nché ciò fosse pos-sibile, al punto che, al termine di tutto, essi dissero l’un l’altro: “Non ardeva forse in noi il nostro cuo-re mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”.

Giulia Grigoletto

Gratitudine è il sentimento che si affaccia nel cuore di ogni

Orsolina della Regione Immaco-lata Concezione Aparecida – RI-CAB – per tutto il cammino for-mativo realizzato durante il 2012, culminato nel grande incontro della prima sessione del V Capi-tolo Regionale, all’inizio del 2013. I lavori sono stati realizzati in un clima di intensa preghiera, di fra-ternità e di ricerca della volontà di Dio, nella certezza di vivere un evento ecclesiale e di Congrega-zione, orientato dall’azione amo-rosa dello Spirito.Durante il mese di gennaio abbia-mo vissuto gli Esercizi Spirituali, alcuni incontri formativi di rifl es-sione, di condivisione fraterna e festa. Il tema pregato, rifl ettuto e approfondito in questo tempo di grazia è stato quello dell’Orsoli-na chiamata a vivere la materni-tà spirituale nella Chiesa, nei di-

versi aspetti della comunità che si costruisce e ricostruisce ogni giorno intorno alla Parola di Dio e intorno alle ragioni profonde dell’essere, che impara il perdo-no e il pentimento, che assume le fragilità e debolezze di tutti i suoi membri, che fa esperienza del-la misericordia di Dio e supera il rancore, si lascia costruire e gui-dare dalla continua azione dello Spirito, che cerca di discernere la volontà di Dio nella vita e negli avvenimenti.Abbiamo approfondito l’“essere madri” percorrendo, come pelle-grine, alcuni luoghi segnati dalla testimonianza radicale dell’a-more a Cristo, nella regione di Santo Angelo, Caarò e S. Miguel das Missões. Hanno rinnovato il grande desiderio di seguire Cri-sto nella fedeltà perseverante anche nelle diffi coltà della vita e della storia perché tutti abbiano

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nella congregazionenella congregazione

chia l’abbiamo potuta realizzare grazie a un benefattore, che ha sostenuto la spesa di ciascuna partecipante.Una cosa, tra le tante altre, mol-to signifi cativa che ci ha com-mosse é stata quando le sorelle, che guidavano le giornate, hanno chiesto al gruppo di consegnare i cellulari (ormai tutti ce l´hanno) per poter vivere un tempo di sobrietà e libertà. Nessuna resistenza da parte loro, nessun brontolamen-to. Al termine dei tre giorni han-no ringraziato e hanno detto che desiderano fare ancora di queste esperienze per conoscere di più il Signore e vivere la sua Parola li-beratrice. Veramente conoscere il Signore, saper rinunciare, dando un signifi cato, ci educa, ci trasfor-ma, ci radica nella fede.

Sr. M. Evangelina Beghini

traverso tante persone e avveni-menti, ci ha illuminato e rafforzato nella fede. Allora eccoci all´opera “unite insieme” per discernere, progettare e verifi care in un dialo-go comunitario e capire che cosa il Signore desidera per noi qui e ora come comunità e Delegazio-ne. La fede vissuta. Che é rispo-sta alla Parola, ci fa capire quale e come deve essere la ragione per vivere, amare, sperare, donare.Per questo non consideriamo perduto il tempo per incontrarci, come sorelle della Delegazione, e lasciare le occupazioni quotidiane - vincere le nostre pigrizie - per qualche ora settimanale, e per due settimane all´anno, per stare insieme, per riposare, contem-plare, pregare,verifi care e pro-grammare in un clima fraterno, di comunione e partecipazione, per poi ricominciare a fare le cose di sempre - con qualcuna di nuova

- con piú amore e zelo.Siamo la piú piccola Delegazione della Congregazione e la piú lon-tana dall’ Italia, ma non per que-sto ci sentiamo le meno pensate e sostenute. Tante persone Su-periori, sorelle e benefattori si fan-no presenti in tanti modi e questo ci fa bene, ci sostiene ci animano e ci danno l’opportunità di rin-graziare e lodare il Signore e di…pregare per tutti. Vorremmo dire un grazie particolare ai benefat-tori, che hanno nel cuore il Perú, perché ci permettono di alleviare alcune gravi e drammatiche situa-zioni di povertà, e di esclusione e poter realizzare attività formative e educative di giovani e adolescenti assetate di conoscere il Signore e di imparare e vivere i valori umani e cristiani.Una delle ultime attività formative, della durata di tre giorni residen-ziali per 15 giovani della parroc-

NEL CAMMINO DELLA DIOCESI

Il nostro vescovo, monsignor Lino Panizza nel presentare il

Piano Pastorale 2013 così si è espresso: “Diamo grazie a Dio perché una volta in piú ci permet-te di avere, nelle nostra mani il Piano Pastorale Diocesano il qua-le ci indica il cammino da seguire in questo anno di grazia, cercan-do di formare una Chiesa di co-munione e partecipazione, salda nella fede.E noi come Orsoline e come De-legazione del Perú ci siamo pro-poste di seguire e vivere le indi-cazioni della Chiesa locale con il carisma che ci caratterizza, cer-cando che le nostre comunità di-ventino sempre più nuove, capaci di parlare e di evangelizzare rac-contando la propria esperienza di Dio.L’impegno di ciascuna é quello di vivere la comunione e la parteci-pazione attiva ai progetti formativi che ci proponiamo dopo un di-scernimento individuale e comu-nitario. Cosí, insieme, anche noi diciamo grazie a Dio perché, at- pe

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nella congregazionenella congregazioneGIOVANI MISSIONARI: “ANDATE IN TUTTO IL MONDO E ANNUNZIATE…”

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Accogliendo la Parola di Gesù e collaborando con la Chiesa

nell’opera di evangelizzazione, un gruppo di 29 giovani della Pasto-rale Giovanile della parrocchia di Santiago Apostol del Paraguay, impegnati già da tre anni in un cammino di formazione umana e cristiana tanto necessaria per riconoscersi fi gli di Dio, hanno avuto il coraggio insieme a tre sacerdoti e 4 religiose, di vivere l’esperienza della missione in Ya-bebyry, una comunità che dista circa 100 Km da Santiago, che fi no a qualche mese fa era sen-za sacerdote con il rischio della dispersione e dell’allontanamen-to da Dio e dalla comunità Cri-stiana. Il gruppo si è preparato con incontri mensili di due giorni realizzati nella casa delle Suore Orsoline di Santiago. Nel cammi-no della formazione, come grup-po si è maturata la disponibilità ad esperienze particolari, come l’animazione e l’accompagna-mento di gruppi nelle differenti Compagnie e di alcune missioni

in comunità vicine. Quest’anno l’esperienza è stata più forte. Annunciare Cristo suppone aver vissuto una esperienza di Cristo e portare nel cuore l’esperienza dell’amore misericordioso di Dio. Mossi da questa esperienza que-sto gruppo di giovani ha accol-to la sfi da e, se pur con timore ed entusiamso, sono partirti per la missione l’ultima settimana di gennaio 2013.

Per me questa missione è stata una chiamata di

Dio indirizzata proprio a me, con il suo sguardo

amorevole su di me, a proclamare il suo messag-

gio d’amore.

Nella sua parola - che è la parola di verità e di

certezza - ci dice che: “molti sono i chiamati ma

pochi gli eletti” (cfr Mt 22,14.).

Questa missione mi ha aiutato a crescere e ha

rafforzato la mia fede mi aiuta a fare un passo ul-

teriore nel mio impegno con Dio e con la Chiesa.

Sono stato chiamato da Dio ad evangelizzare,

perchè anch’io mi sono lasciato evangelizzare.

Questa esperienza di missione davvero mi ha

cambiato nel modo di vedere, pensare e affron-

tare situazioni quotidiane. In realtà sono più grato

per avere questa opportunità, e condividere que-

sto messaggio personale: “Dio è così amorevole

padre che ti ama incondizionatamente e persona-

le e che vuole il meglio per te.”

Marcos Gonzalez

In questo anno della fede e della famiglia, abbai-mo ricevuto e vissuto un regalo che ha reso forte la nostra vita come seguaci di Gesù e come suoi missionari.L’esperienza di questa missione mi ha riempito di tanta allegria e di speranza nel vedere che esistono persone che vivono seriamente la fede e l’impegno cristiano nella propria comunità parrocchiale. In questi otto giorni di preghiera, di missione, di in-contro con i nostri fratelli nella fede della comunità di Yabebury, ho sentito più di sempre la bellezza del valore della fede come sacerdote giovane, ho senti-to e visto che la Chiesa di Gesù Cristo con i giovani è una Chiesa giovane e i giovani cercano e deside-rano crescere nella fede nel Signore. È stato per me un forte motivo di rifl essione visitando la comunità di “Tava’i Ruguà” dove abbiamo incontrato molte per-sone adulte e bambini che avevano ricevuto solo il battesimo, però i loro occhi brillavano dal desiderio di incontrare qualcuno che li istruiva e orientava nel-la fede. Mi ha fatto pensare quanto poco ringrazio il Signore per il dono della fede, dell’Eucarestia e mi sono proposto, come sacerdote, nella parrocchia dove mi troverò a lavorare, di aiutare le persone a vivere la celebrazione dell’Eucaristia domenicale.

Padre Luis Decoud

Prima di tutto ringrazio Dio e la Madon-

na per avermi dato l’opportunità di por-

tare il vangelo in ogni famiglia. Questa

missione per me è stata un’esperienza

che ricorderò sempre perché questo

mi ha aiutato molto a rafforzare la mia

fede. Ero inviato di Dio per evangeliz-

zare, vedendo la situazione di ogni fa-

miglia che mi ha fatto apprezzare ciò

che abbiamo veramente e ciò che Dio

ci dona. Mi ha aiutato molto anche nel

mio seguire Gesù e scoprire ciò che Dio

vuole per me.

Jose Martinez

Ho saputo che ci sarebbe stata una “missione”

ho voluto prenderne parte, non avevo idea del

perché, ma sentivo la chiamata del Signore. Sa-

rebbe la mia prima volta come missionario, né

sapevo cosa fosse, ma ho voluto andare. Pre-

gando e confi dando in lui mi è stata data l’op-

portunità.

Essere lì, una settimana di condivisione con i

colleghi è stato indimenticabile, un’esperienza

unica che ha cambiato la mia vita.

La cordialità della gente di Yabebyry è stata una

testimonianza così pure il loro modo di vivere

semplice. Sara Larrè

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nella congregazionenella congregazioneCHE SIA QUESTO IL FILO CHE CI METTE IN MANO IL SIGNORE PER ... ?

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Il fervore degli inizi fa vibrare le comunità e si traduce in azione di grazia, zelo, gioia, festa che ani-mano e continuano tutto l’anno. Le parole di questi Santi diventano slogan scritti ovunque, fi oriscono spontaneamente sulle labbra della nostra gente, si traducono in pre-ghiera, poesia, canti, danze, reci-tal e diventano vita di ogni giorno. Le immagini del Beato Zefi rino e di S. Angela sono ormai familiari perchè riprodotte sulle pareti delle chiese, delle sale parrocchiali, del-le nostre scuole. A Namehana, nel teatro parroc-chiale affollatissimo, è stato realiz-zato in un recital lo stile educativo orsolino. Ad Ambalanirana, nel-la bella e grande chiesa, durante il triduo in preparazione alla festa del 27 gennaio, adulti e giova-ni hanno ridato vita all’infanzia, alla giovinezza, al messaggio la-

Verso questo inrterrogativo del Beato Zefi rino Agostini sem-

bra che converga tutto ciò che le comunità della Regione Madaga-scar hanno scritto per partecipare alla redazione del 1° numero de «LA NOSTRA VOCE». Infatti, un fi lo di speranza e di rin-novato ardore apostolico sembra scorrere, come un fi ume in piena, fra le righe e le immagini che le so-relle ci hanno mandato dai quat-tro punti cardinali dell’isola. Scritti e foto che rimandano alle origini, alla passione per Cristo e per la gioventù che ardeva nel cuore di S.Angela e del Beato Fondatore. Ovunque qualcosa di diverso si sta muovendo, ovunque il Bicen-tenario della nascita di Don Zefi -rino, la divulgazione dei suoi pen-sieri e dei suoi scritti, la vita e la pedagogia di S. Angela suscitano entusiasmo, aprono i cuori alla

speranza, conducono a Cristo.«Che sia questo il fi lo che ci mette in mano in Signore per…» conver-tirci e convertire il cuore di centi-naia e migliaia di genitori, giovani, bambini in quest’anno della fede, sul cammino della nuova evan-gelizzazione, in questa primavera della Chiesa ? Tutto lo fa pensare.

Infatti, nelle comunità parrocchiali, nelle scuole, fra i numerosi grup-pi di adulti, giovani, adolescenti e bambini che accompagniamo, le parole e lo stile educativo di Don Zefi rino e di S. Angela trascinano i cuori. Innumerevoli le iniziative di cui ci parlano le comunità per la celebrazione del Bicentenario del Fondatore, per la festa di S .Ange-la e quindi della gioventù orsolina, per il 25° anniversario dell’aper-tura del centro «Marie Angèle» e della casa di Ambalanirana.

sciatoci da S. Angela. Ad Ivato-Ambositra, tre giorni di incontri formativi hanno preceduto questa festa ed una vera folla di giovani è affl uita da tutto il distretto attratta dallo slogan: “Fede vissuta, gio-vani coerenti e responsabili”. Qui, come altrove, i ragazzi, quando arrivano il mattino, hanno preso l’abitudine di estrarre una pallina con un numero dal famoso sac-chetto (che cambia rapidamente colore) appeso vicino al quadro degli Avvisi con i 365 “pensieri” del Fondatore. Scherzosamente la chiamano: prima colazione. Ma anche le persone che passano, i genitori, gli insegnanti, tutti, perfi -no i sacerdoti e gli ammalati che attendono il loro turno per entrare in dispensario estraggono volen-tieri un pensiero da vivere durante il giorno.Siamo convinte d’aver a portata di mano una ricchezza inestima-bile, una maniera semplice e gra-dita per annunciare Cristo, poichè di Lui e del suo Vangelo parlano le brevi frasi del Beato Zefi rino Agostini.A Toamasina l’Arcivescovo stes-so, S.E. Mons Désiré Tsarahaza-na, ha voluto partecipare in per-sona all’apertura del Bicentenario del Beato Agostini a cui si desi-dera dedicare la futura chiesa del quartiere del Botanique. Che dire poi delle comunità del nord della diocesi d’Antananarivo? Ad Ana-laroa, erano presenti, non solo il sacerdote del distretto, ma anche il sindaco e tantissima gente. Alla celebrazione eucaristica, è segui-to l’alzabandiera con i colori del

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narie, non ne abbiamo il tempo, ma è la loro festosa presenza e la loro disponibilità ad ascoltare e ad accogliere che rendono gli in-contri straordinari. Certo è che la vita, il carisma, lo stile educativo, i messaggi del Beato Zefi rino e di S. Angela che vengono distribuiti conquistano i cuori e segnano la vita.

Le parrocchie e i distretti si inte-ressano e si entusiasmano degli scritti e della fede dei nostri Santi Fondatori. Tutti sono colpiti dalla ricchezza dei suggerimenti che offrono per l’educazione dei fi gli «in questi tempi pericolosi e pe-stiferi» di profondi e continui cam-biamenti. La raccolta per temi dei «foglietti del 24 di ogni mese» e dei «Pensieri» di Don Zefi rino tra-dotti in malgascio, sono molto ri-chiesti, letti e meditati, passati di porta in porta.Di fronte a quanto il Signore opera attraverso i nostri Santi, ci ripetia-mo : «Che sia questo il fi lo che ci mette in mano il Signore per…», per farLo conoscere alle genera-zioni di questo terzo millennio? Ne siamo convinte. Anche nei momenti di prova, nei giorni del terribile ciclone Haruna che si è abbattuto alla fi ne di feb-braio sul sud-ovest dell’isola, la gente si è stretta intorno alle suore che fra un piatto di maïs ed una medicina, un sorriso ed una pa-rola di conforto, con instancabile dedizione, sono riuscite a ridare speranza a centinaia di famiglie che poco avevano ed ora si tro-vano senza nulla. Così raccontano

paese e del Papa e poi sono ini-ziate le competizioni sportive: 16 squadre per il calcio e 6 per la pal-la-canestro. Anche ad Ambato-manoina, diverse centinaia sono i giovani giunti al Centro, interes-sati certamente dai temi formativi proposti, ma anche dalle diverse gare sportive che continuano ogni settimana. Ci auguriamo che si-ano mezzi per condurre i giovani a Cristo, come erano gli “oratori”

maschile e femminile dei tempi di Don Zefi rino.

Se poi vogliamo parlare di numeri, i giovani che rispondono alle no-stre iniziative, che fanno ore e ore di marcia a piedi per raggiungere i Centri, sono moltissimi. Perfi no nel sud dell’isola, ad Ambohima-havelona e Betsinjaka, dove la fede è ancora agli inizi, la gioventù è sensibile e alla ricerca di qual-cosa che l’aiuti a liberarsi dagli usi ancestrali che non la soddisfano più. Messi insieme, non sono più centinaia, ma migliaia i ragazzi che, attratti dal clima di sempli-cità e di festa dei nostri incontri, vengono, tornano, chiedono con insistenza di moltiplicare questi momenti formativi così importanti per la loro vita. Eppure non è che prepariamo delle cose straordi-

Sr.M.Juliana et Sr.M.Berthine di quanto hanno vissuto a Betsinjaka e ad Ambohimahavelona in quei giorni: “Giovedì 21 febbraio, il bollettino metereologico annunciava l’av-vicinarsi di un forte ciclone nel sud-ovest dell‘isola ed invitava la popolazione a prendere le pre-cauzioni del caso. Tutti ci rallegra-vamo perchè fi nalmente avremmo avuto un po’ di pioggia per semi-nare ed una temperatura da poter respirare. Tutti preparavano il loro pezzetto di terra. Ma venerdì 22 febbraio, verso le ore 9, il vento ha cominciato a soffi are in manie-ra spaventosa, 185 Km orari, la pioggia a turbinare violentissima ed il mare sembrava voler tutto inghiottire. Più chiudevamo porte e fi nestre, più la natura infuriata le spalancava e innondava tutto. Non sapevamo più dove correre : alla porta per accogliere la gente che cercava rifugio, alle fi nestre con corde e martello perchè, se il vento fosse riuscito ad entra-re, avrebbe sollevato il tetto della casa e della scuola. Verso sera, a poco a poco, questo diluvio si è calmato, ma quale triste spet-tacolo si è offerto ai nostri occhi spauriti : le casupole dei dintorni tutte ridotte ad un mucchio di ter-ra e di bambù, case scoperchiate, muri in rovina, alberi sradicati, pi-lastri della luce spezzati come pa-gliuzze, strade scomparse sotto quasi un metro d’acqua e fango. La cittadina di Tuléar era diventa-ta una laguna da cui emergevano alcuni tetti. Nelle stanze e nelle camere del seminario l’acqua arri-

vava alle ginocchia.Ma, come se tutto questo non ba-stasse, sabato 23 febbraio, la diga sul fi ume Fiherenana ha ceduto e l’enorme massa d’acqua ha tra-volto tutto. Parecchie decine di persone sono morte, scomparse, ferite. Epidemie e malattie di ogni genere si moltiplicano, mentre i medicinali diventano rari e costo-si. L’acqua potabile, il cibo e i pro-dotti di prima necessità mancano e i prezzi vanno alle stelle.Ma fra tanto disastro, ecco riap-parire il fi lo della Provvidenza divi-na : la solidarietà si ravviva, odio e divisioni cadono, la speranza rinasce. Infatti tanti Enti e perso-ne singole accorrono ed offrono quanto possono, non si contano i sacrifi ci, le privazioni degli uni di-ventano gesti di carità per gli altri. Il sole ed il calore ritornano impla-cabili. La gente esce dalle scuole e dai luoghi dove si era rifugiata e cerca se qualcosa sia rimasto della loro abitazione e, sia pure fra tante privazioni, la vita riprende a

poco a poco. Si rimettono in piedi quattro pali coperti da un telone e … stupore! Dei ragazzini estrag-gono dal loro zainetto inzuppato d’acqua i poveri quaderni e li met-tono a seccare assieme a qualche umile cartolina della nostra Mater mea, di S. Angela e del Fondato-re. A loro molte famiglie chiedono aiuto e coraggio per “ricomincia-re sempre, ricominciare ovunque a rinnovare, a vivere, a crescere nell’amore”.

Di fronte a tutto questo, riaffi ora-no le parole del Beato Fondatore : «Che sia questo il fi lo che ci met-te in mano il Signore per …» per convertirci veramente e fare vita nuova ?

A cura di Sr. M. Flaviana Zamperini

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TRAGUARDI RAGGIUNTI

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partecipiamo

18 marzo 2013 Padova

Sr. Maria BertoldiEsame di BaccalaureatoIl discepolo che Gesù amava: identità cristocentrica della ! gura discepolare e testimoniale in Giovanni

19 marzo 2013 Università di Verona

Sr. M. Chiara AloisiLaurea in Scienze dell’EducazioneL’educatore nel passaggio da Istituto a Comunità Educativa

21 marzo 2013 Istituto Superiore di Scienze Religiose - San Pietro Martire - Verona

Sr. M. Giulia SauroIl farsi vicino all’uomo da parte di Gesù Cristo alla luce di Fil 2, 6 -11

12 aprile 2013 Università Maria Assunta - Roma Laurea magistrale in lingue per la comunicazione internazionale

Sr. M. Jeanne Olivette Ratsimbaza! arilanto‘Father Brown’: the catholic detective of Gilbert Keith Chesterton

Sr. M. Véronique Ravaoarilalaina “L’enseignement du français dans le contexte malgache au Collège du premier cycle”

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SUOR M. FIDELIA (FEDELINA) MENEGAZZI06.04.1924 - 29.10.2012

Dal 1998 si trovava nella Comunità di Tregnago, dove il suo servizio in guardaroba era estremamente pre-zioso: trascorreva le sue giornate a cucire, aggiustare… per far fronte alle piccole e grandi necessità delle sorelle. Da un paio di anni la sua salute era peggiorata ! no all’infermità totale. Il 13 agosto u.s. fu ricoverata nella casa di cura “Sacro Cuore”, tenu-ta dalle Sorelle della Misericordia, a Mezzane di Sotto - VR, perché più adatta ad offrire l’assistenza sanitaria che le era necessaria. Proprio qui il Signore venne e la chiamò de! nitiva-mente a Sè, nel suo Regno di luce e di pace in! nite. Entrò nel nostro Istituto il 03 ottobre 1949. In questo periodo di vita co-nobbe il lutto per la morte dei genitori. Nella sofferenza per questa perdita conobbe la grazia di poter sperimen-tare la radicalità del “seguire Cristo, unico Bene che non viene mai meno”. Dopo la Professione Religiosa fu in-viata in numerose Comunità inserite nelle parrocchie del veronese, ferrare-se, emiliano. La sua naturale vivacità di mente, di sguardo, di parola la fece apprezzare da tutti, piccoli e grandi. Il suo carattere, apparentemente bur-bero, veniva smussato dalla battuta pronta e simpatica. Il suo sereno ser-vizio fu sempre in favore dei piccoli, sia nella cucina, sia nell’assistenza durante il tempo libero. Il Signore fu il suo sostegno sempre; la preghiera la sua forza e il mezzo con cui coltivava il suo rapporto con lo Sposo divino. Pregava per tutti e per tutti offriva.

SUOR M. ZITA (VIRGINIA) BRAGGIO17.01.1909 - 02.11.2012

La sua esistenza fu ricca di bontà e di meriti. La sua famiglia, numerosa e particolarmente religiosa, ha dona-to ben tre ! glie al Signore nella vita consacrata. Dopo la formazione emise i primi Voti Religiosi nell’ottobre del 1935 e quel-li Perpetui nel settembre del 1940. Esplicitò la sua missione nel lavoro di cucina in favore dei bimbi della Scuola dell’Infanzia e della comunità. È impossibile numerare tutte le case e scuole in cui questa nostra sorella operò perché il periodo di attività è molto lungo e perché gli spostamen-ti, soprattutto durante la guerra, era-no numerosi e spesso urgenti. Accanto a questo Sr. Zita seppe spendere il meglio di sè in molti altri servizi apostolici. Così scriveva alla Madre Generale, Madre M. Clemente Micheloni, Don Tedaldo Naldi, parroco di “S. Nico-lò” a Vecchiazzano (FO), nel 1988: “La ringrazio per Sr. M. Zita che, per tanti anni, ha lavorato in questa scuola e che ha lasciato nella gen-te un ottimo ricordo, frutto del suo apostolato fra gli anziani e gli am-malati, sempre molto intenso anche nell’ultimo anno. Infatti appena i suoi impegni di lavoro glielo permetteva-no, partiva dalla casa per portare una parola di conforto a chi era solo o nella sofferenza…”.Dopo Vecchiazzano (FO) fu mandata nella comunità di Milano dove con-tinuò a donarsi ! nché le forze glielo permisero. Nel 2000 fu ritirata nella Casa di Riposo di San Zeno - VR, dove continuò a vivere soprattutto

pregando, offrendo e donando alle sorelle la sua presenza serena e cor-diale.

SUOR M. SIRA (MARIA) ISALBERTI06.09.1916 - 19.11.2012

Era entrata nel nostro Istituto nel settembre 1942, quindi ben 70 anni fa, e ha seguito e servito il Signore con tanta semplicità e umiltà. Aveva emesso i primi Voti il 03 settembre 1945 e quelli Perpetui il 31 agosto 1950. Tutta la sua vita è stata do-nata al Signore servendoLo nei più piccoli, nelle Parrocchie di tanti Pa-esi sparsi per l’Italia. Per alcuni anni assistette anche le signore anziane nella Casa “S. Maria del Giglio” a S. Stefano (VR) e nel ricovero co-munale di Polesella (RO). Si distinse per la sua pietà, umiltà e pazienza; per il suo tratto cordiale e attento alle persone. Da alcuni anni si tro-vava a Tregnago, e anche in questa comunità diede il suo piccolo pre-zioso aiuto, ! nché le forze ! siche glielo permisero. Sr. M. Sira fu una persona di preghiera nel quotidiano servire i fratelli e un’orsolina che vi-veva intensamente la sua vocazione e la comunione fraterna.

SUOR M. IDELMA (IRMA) BONETTI30.07.1924 - 08.12.2012

Nata a Palazzina - VR. Visse con entusiasmo la vita parrocchiale seguendo la gioventù, specie nel canto liturgico. Il Signore la chiamò alla vita consacrata ed entrò nella nostra Congregazione il 07 ottobre 1950. Dopo la prima Professione

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- 30 settembre 1953 - e quella Per-petua - 29 settembre 1958, la sua vita religiosa si prolungò serena per ben 62 anni, durante i quali svolse un lungo servizio in favore di tanti bimbi e di ragazze, soprattutto nella Scuo-la dell’Infanzia e superiore di Chieti, Ferrara e Verona. La distingueva la preghiera, soprattutto quella fatta at-traverso il canto. Tutte ricordiamo la sua assidua presenza alle celebrazio-ni liturgiche in Casa Madre. Seduta all’armonium impartiva ordini con una mimica facciale che, a volte, divertiva le più giovani. Anche in questi ultimi anni, nei quali la salute si era fatta precaria, non abbandonò mai il suo compito di musicista uf! ciale. Di ca-rattere sereno e volitivo, nella malattia era docile alle cure mediche e desi-derosa di guarire per poter tornare alla sua comunità, S.Angela, in Casa Madre. Vogliamo pensarla in cielo a cantare in eterno le lodi del Signore.

SUOR M. SCOLASTICA(DINA) PADOVANI27.04.1926 - 12.12.2012

“Il Signore mi userà la sua Divina Misericordia, sono certa, ! no all’ulti-mo istante della mia vita. Lo spero e vivo contenta per questa speranza”, aveva scritto sulla domanda di rin-novazione dei Voti ancora nel giugno 1951. Il Signore, ne siamo certe, non l’ha delusa. Era entrata nel nostro Istituto nel febbraio 1946 e spese buona parte della sua vita religio-sa in favore dei bimbi della Scuola dell’Infanzia e della Parrocchia, dove donò anche le note melodiose della musica e del canto. Furono molte le scuole e le Parrocchie che godette-ro della sua eccezionale ricchezza di

inventiva e di creatività. Di carattere gioviale, facile alle rela-zioni con i bimbi, le insegnanti e le fa-miglie, Sr. Scolastica era, nello stes-so tempo, severa. Attenta all’organiz-zazione, era facilmente direttiva con i collaboratori e le sorelle in comunità. Ricordano la sua preziosa presen-za: Verona, Milano, Roma, Avenza, Casa Madre. Nella comunità di San Zeno, Casa dell’Immacolata, trascor-se questi ultimi anni. Qui passò dalla terra al Cielo.

SUOR M. GILBERTA (GUERRINA) MARCONI20.04.1917 - 16.12.2012

Si trovava nella comunità di San Zeno dal marzo 2005 a causa della sua precaria salute. Era nata il a San Martino Buon Albergo (VR) dove, in una famiglia cristiana e in una Parroc-chia viva aveva maturato la decisione di consacrarsi al Signore, che con-cretizzò il 15 agosto 1940, entran-do nella nostra Congregazione dove si dedicò alla formazione dei bimbi della Scuola dell’Infanzia in numero-se Parrocchie dove erano presenti le Suore Orsoline. Nel 1955, dopo aver conseguito il diploma di infermiera, si spese nella cura degli anziani nel Ri-covero Romanini di Parma. Qui operò con tanta competenza e amore per ben 27 anni. Passò, poi, a S. Stefano (VR), dove rimase per 12 anni ed in! -ne fu accolta a San Zeno, dove pas-sò le sue giornate nella preghiera e nell’offerta della sua sofferenza.La sua lunga vita di consacrata orso-lina fu caratterizzata dal quotidiano amare e servire il Signore nei fratelli e sorelle con tanta dedizione e gene-rosità.

RIPOSANO NELLA PACE DEL SIGNORE

RICORDIAMO NELLA PREGHIERA DI SUFFRAGIO

Albine, mamma di Sr. Jeanne d’Arc Ramarovavy

Joseph, papà di Sr. M. Honorine Ravaosolo

Noël, papà di Sr. M. Juliana Rasoazanany

Artemio, fratello di Sr. M. Anselmina Gobbi

Saturnino, fratello di Sr. M. Crescenzia Gatti

Virgilio, fratello di Sr. M. Beatrice Ferrari

Enzo, fratello di Sr. M. Ubalda Bernini

Franco, fratello di Sr. M. Ottorina Malcontenti

Silvano, fratello di Sr. M. Antoniana Pegoraro

Adriano, fratello di Sr. M. Santina Lerco

Giovanni, fratello di Sr. M. Flores Zambon

Adelino, fratello di Sr. M. Luigia Gaburro

Alexis, fratello di Sr. M. Joséphine Ratiasoa

Maria, sorella di Sr. M. Antonella Rubini

Eurosia, sorella di Sr. M. Ermerina De Grandi

Laura, sorella di Sr. M. Emanuelita Gui

Page 14: La Nostra Voce 1/2013

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st L st24-30 novembre 2013

Corso di Esercizi ignazianiCorso di Esercizi ignaziani Prima settimana don Gian Battista Rizzi ed équipe

16-22 febbraio 2014

Corso di esercizi Ignaziani Corso di esercizi Ignaziani Prima settimana Sara Staffuzza ed équipe

9-15 marzo 2014

Corso di Esercizi IgnazianiCorso di Esercizi Ignaziani Prima settimana don Gian Battista Rizzi ed équipe

4-10 maggio 2014

Corso di Esercizi IgnazianiCorso di Esercizi Ignaziani Prima settimana Sara Staffuzza ed équipe

1-7 giugno 2014

Corso di Esercizi IgnazianiCorso di Esercizi Ignaziani Prima settimana Marina Stremfelji ed équipe

"Gli esercizi iniziano la domenica sera con la cena e terminano il sabato con il pranzo.

Come raggiungere San Zeno di Montagna (VR)IN AUTO: A 22 Verona - Brennero, uscita Af! , seguire le indicazioni per Prada, San Zeno di Montagna.Arrivati a San Zeno, dopo il ristorante “Paradiso imperfetto” e la Pizzeria “Giardinetto” sulla destra seguire le indicazioni per Lumini. Si percorrono 5’ in salita e si arriva all’albergo “Belvedere” che resta sulla sinistra. Dopo il Belvedere prendere la strada in discesa a sinistra (Via Capra), subito dopo le villette a schiera, la prima strada a destra, in fondo c’è la casa.IN TRENO: Stazione Verona Porta Nuova da dove parte il servizio pubblico dei pullman per San Zeno.

Per informazioni e iscrizioni:CASA DI SPIRITUALITÀ E ACCOGLIENZA “TABOR” Tel. 045 7285079 - 340 9628930 L’aggiornamento delle iniziative si trova nel nostro sito: www.orsolineverona.it

La casa è aperta

La casa è aperta

tutto l’anno tutto l’anno

e accoglie gruppi

e accoglie gruppi

e singoli per riposo,

e singoli per riposo,

riflessione e preghiera,

riflessione e preghiera,

offrendo ascolto

offrendo ascolto

e proposte formative.

e proposte formative.

Casa di Accoglienza

e Spiritualità

“TABOR”

Alcune delle iniziative o

rganizzate nella

a San Zeno di Montagna - V

erona