La Nostra Voce - Numero Settembre 2012
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Transcript of La Nostra Voce - Numero Settembre 2012
Auletta, un paese e un
pallone
SETTEMBRE 2012 ANNO I, numero 8
Sommario:
Auletta, un paese e un pallone
1-3
La febbre della ragione 1-4
Lettera di M. Marsico 2
Se son rose, fioriranno 3
Il Bastiancontrario 4
LA NOSTRA VOCE
Il giornale del
di Gianluca Addesso
Diretto da Giuseppe Opromolla
La febbre della ragione una finestra sui giovani
Lo scorso 20 agosto presso il
Palazzo Jesus di Auletta si è
svolta la presentazione del
libro “Auletta, un paese e un
pallone” scritto da Antonio
Gagliardi primo presidente e
socio fondatore della ASD
Aulettese, nonché presidente
dell’Associazione Auletta Ter-
ra Nostra. All’evento hanno
partecipato: Felice Pessolano,
uno dei simboli del calcio
aulettese degli anni Sessanta,
l’Avv. Raffaele Boninfante,
giocatore degli anni ‘80 e
l’Avv. Gaetano Del Chierico
che ha ricoperto il ruolo di
allenatore, calciatore e diri-
gente nell’arco degli ultimi
otto anni. Moderatore il gior-
nalista sportivo Gerardo Lo
Bosco. In seguito c’è stato
anche l’intervento del Prof.
Michele Marsico. Il libro rap-
presenta una cavalcata nel
mondo del calcio aulettese a
partire dagli anni Trenta ad
oggi. Ripercorre tutta la storia
dello sport più amato dagli
italiani nella nostra comunità,
con riferimenti a fatti e per-
sone (in primis il ricordo di
Roberto Tiri a cui è intitolato
il campo sportivo fino ad arri-
vare alla tragedia che ha coin-
volto Donato Opromolla e
Francesco Lupo). Non manca-
no gli aneddoti che sono uno
pezzo di storia della nostra
Auletta. Tutti gli intervenuti
hanno speso parole di elogio
per Antonio Gagliardi che da
quasi quarant’anni è sempre
presente in tutto ciò che ha a
che fare con lo sport e con la
cultura nel nostro paese,
“una persona che ha il gusto
di fare cose per gli altri senza
secondi fini”. Una persona
che, molte volte, ha speso la
sua vita a favore della comu-
nità promuovendo sport e
cultura riducendo il tempo
per i propri affetti. Il libro è
frutto di una ricerca molto
minuziosa da parte
dell’autore che ha raccolto
diverse testimonianze e, in
alcuni casi, porta alla luce
eventi del tutto sconosciuti ai
più giovani. Il testo ripercorre
la storia degli otto presidenti
del calcio*…+ Continua pag. 3
mia infanzia. L’innocenza e la
creatività sono soppiantati
da un mondo artefatto in cui
i bambini sembrano delle
marionette insensibili. Provo
pena per quei bambini vio-
lentemente impacchettati nel
loro corredo di diritti che
devono essere accompagnati
e ritirati da scuola, non de-
vono essere sovraccaricati di
compiti, zaini leggeri per
l’amor del cielo. Archiviate le
storiche bacchettate, i ceci
sotto le ginocchia. Anche il
ceffone di “marsicana”
memoria sembra aver fatto il
suo tempo: i bambini non
devono essere sfiorati che se
no ti becchi una denuncia.
Attenti poi alle dimostrazioni
di affetto, cari maestri: ab-
bracci, carezze e quant’altro
sono banditi: rischiate di met-
tervi in guai seri con le facili
storie di pedofilia che girano
ultimamente in tv. Insegnanti
affabili pronti a scendere a
compromessi con mamme
apprensive e petulanti non-
ché con pile di principi che
costipano il mondo scolastico
possono rivelarsi uno strano
esperimento. Ció che può
apparire un sintomo di civiltà
e di vitalità altro non è, a
mio avviso, se non la spia di
un disagio dilagante. [...]
Continua a pag.4
di Giuseppe Oprmolla
Comune di Auletta
Politiche Territoriali Giovanili
Riposti gli allettanti entusi-
asmi estivi, come da copione,
ognuno per la sua strada. Ma,
in attesa che la dolorosa
trasfigurazione da centro di
aggregazione a casa di riposo
estiva per gente logorata
dagli estenuanti ritmi citta-
dini si compia definiti-
vamente, Auletta riguadagna
l’amata quiete a bassi regimi:
bar trafficati, quelli si, solito
girotondo di automobili, qual-
che lavoratore e molti non,
giornate vuote e solenni. Ri-
corre, però, nell’arco delle
giornate un rito che
dovrebbe far ben sperare. E’
il momento di andare a riti-
rare i bambini da scuola. Mi
capita spesso di passare da-
vanti al complesso scolastico
prima di pranzo e di assistere
all'immagine poco rassicur-
ante di queste mamme ap-
postate all’uscita delle scuole
anche mezz’ora prima dello
squillo della campanella. Al-
larmate si chiederanno: "e se
la maestra ha un malore?",
"Se la campanella suona in
anticipo per errore?". Un
clima di frenesia generale
insomma. Non posso nas-
condere il senso di sconforto
che mi trasmette questa im-
magine se penso a quanto sia
lontano questo mondo ris-
petto a quella che è stata la
Se vuoi collaborare CONTATTA: [email protected] [email protected] facebook: Forumgiovani Auletta; Non è da considerarsi una Testata Giornalistica/Prodotto ai sensi dell’art. 1 della legge n°62/2001.
Lettera per la partenza di Don Angelo
Pagina 2 Settembre 2012 “La Nostra Voce”
-tro con Dio. Ma rimane il fiore
all’occhiello dell’oratorio
l’operare nella “vigna del Si-
gnore” col provvedere a quan-
to c’è di bisogno senza scon-
forto e sempre fiduciosi
nell’aiuto di Dio. E’ con questo
intento, volute e da voi soste-
nute, che sono nate le iniziati-
ve, dopo quella del “Natale
Insieme”, il “Carnevale in ma-
schera all’oratorio” e le tante
rappresentazioni, la “Festa del
papà”, la “Pesca di beneficen-
za”, la “Festa degli anziani”, la
intensificazione della
“Ricorrenza della madonna
della Pace”, la “Festa della
mamma”, la “Festa del fiume o
della vita”, “Tanagrando degu-
stando”, la “Festa del Creato” ,
la festa di “Puliamo il mondo:
preserviamo il fiume”, la
“Festa dell’accoglienza”, la
“Festa della fraternità”. Ci si è
mossi come parrocchia e come
oratorio in relazione alla natu-
ra da proteggere e da valoriz-
zare come opera di Dio. Ricor-
re come si evince dal mio dire
la parola festa e questa è la
chiave di lettura di un modo di
approcciare la realtà con lo
stare insieme in armonia, in
famiglia per condividere la
logica dell’essere. Le manife-
stazioni elencate sopra, penso,
sono tutte tese al rinnovato
impegno a partecipare, come
figli di un unico Dio,
all’esaltazione della umana
concordia. Rimane questo di
voi don Angelo e non è poco.
Noi come aulettesi resteremo
vigili perché il lavoro di tanti
anni non si disperda e forti
come siamo andremo avanti
nell’appoggiare la missione del
nuovo parroco per il bene spi-
rituale della nostra comunità.
Avete scritto una pagina eroica
nella storia del nostro paese e
ve ne siamo grati. Auguri per la
nuova missione tra gente di-
versa. Non vi dimenticheremo!
Michele Marsico.
Il giorno 19 agosto 2012, sul
sagrato della chiesa madre di
Auletta, si è tenuto un incontro
voluto dall’Amministrazione,
con un Consiglio comunale
all’aperto e con un solo punto
all’ordine del giorno: cittadi-
nanza onoraria a don Angelo
Barra. In concomitanza, per
salutare don Angelo Barra che
da diciannove anni ha diretto
la parrocchia di S. Nicola di
Myra, è stato presentato il
libro a firma congiunta del
Prof. Michele Marsico e del
sacerdote Angelo Barra “Un
tratto significativo del cammi-
no di una comunità” l’oratorio
del Sacro Cuore di Auletta. Il
Prof. Michele Marsico, alla fine
della presentazione del libro
fatta dall’Avvocato Raffaele
Buoninfante, ha salutato così il
prelato. ”Mi corre l’obbligo di
rivolgere a nome mio e di tutta
la comunità parrocchiale un
saluto ed un augurio al nostro
don Angelo. Quindi mi unisco
al coro di quanti soffrono que-
sto momento, con grande com-
mozione, perché tutti siamo
stati parte integrante della
storia nel bene vissuta in par-
rocchia in questi diciannove
anni. Tra tanta malinconia mi
sorregge la convinzione che ”
Dio non turba mai la gioia dei
suoi figli se non per prepararne
loro una più grande”. Sicura-
mente una gioia più grande è
preparata per voi don Angelo e
noi dobbiamo consolarci per
questo in quanto la Provviden-
za agisce in modo imperscruta-
bile e accadono allora cose che
mai ci aspetteremmo, ma se
accadono significa che il buon
Dio ha preparato per voi un
cammino diverso da quello che
noi avevamo ipotizzato fin dal-
la vostra venuta ad Auletta .
Tutto ciò ci da la forza nell’
accettare i segni del tempo e di
gioire per quanto abbiamo
remo capaci di dare umiltà
nelle nostre azioni per un rap-
porto con l’altro fatto di accet-
tazione e condivisione. Si è
rinvigorita la coscienza civile e
morale che spesso è sembrata
smarrita per quel relativismo
imperante che attanaglia an-
che le piccole comunità come
la nostra. Dal 1993 al 1996 c’è
stato tutto un movimento di
giovani e di intere famiglie
pronte a collaborare con voi e
nel 1997 l’attività dell’oratorio
ha preso nuovo e più incisivo
impulso incentrata intorno alla
vostra figura e a quella di tanti
altri giovani. Sono stati anima-
ti, questi ultimi, da uno spirito
di appartenenza che ha
dell’eroico e ricalca molto da
vicino quanto fatto dalle gene-
razioni precedenti con l’unica
variante: la visibilità che voi
avete dato ad ognuno. Si sono
animati in questi anni i labora-
tori di recitazione, di giochi in
generale per i bambini e si è
riscoperta la voglia di rimanere
con gli adulti nelle attività ludi-
che della musica, nell’imparare
a suonare la chitarra, nel ballo
e di prepararsi in modo con-
vincente alla preghiera. Sono
stati gli anni durante i quali si è
evidenziato uno spirito nuovo
anche nella liturgia col dare
risalto ad un modo di fare di-
verso nell’ascolto composto in
chiesa e nel procedere durante
le processioni. Si sono costi-
tuiti i primi gruppi di preghiera
nelle famiglie, si è intensificato
il catechismo per i ragazzi e la
catechesi per gli adulti, si sono
costituiti i gruppi di addetti alle
letture per la Santa Messa, si è
creato il primo nucleo per il
“Rinnovamento della Spirito”:
è un gruppo numeroso e dello
stesso fanno parte giovani e
anziani accomunati
dall’esercizio della preghiera e
dal piacere mistico dell’incon-
ricevuto da voi in questi lunghi
anni di impegno certi che il
lavoro che vi aspetta, perché di
lavoro si tratta, anche se con-
nesso ad una carica più presti-
giosa, sarà il viatico che vi ac-
compagnerà. Ce lo dovevamo
aspettare perché la bravura
vostra e la considerazione che
viene fatta di voi, fuori dalle
nostra terra e nell’ambito della
chiesa salernitana, è tale che si
disegnasse in vostro favore un
percorso di tutt’altra levatura.
La mente va alla vostra prima
venuta ad Auletta, in occasione
della consacrazione a parroco
della nostra comunità. Erava-
mo fuori sul sagrato della chie-
sa non ancora ricostruita e sul
palco, per l’occasione allestito,
c’ero anch’io, tra i tanti, a rap-
presentare la scuola. Giunsero
alla vostra attenzione molte di
quelle mie impressioni sul da
farsi per costruire una coscien-
za civile e una moralità smarri-
ta nel disagio di un evento na-
turale che dopo tredici anni
aveva cambiato e di molto
l’atteggiamento dei nostri con-
cittadini negletti sul piano spi-
rituale. Rappresentavo una
serie di problematiche che si
sarebbero dovute affrontare e
tra queste il lavoro, una mag-
giore coesione tra la nostra
gente, una maggiore attenzio-
ne ai giovani e alle loro proble-
matiche ed in fondo il rifaci-
mento della chiesa. Quanto
cammino è stato percorso!
Oggi con piacere annoveriamo
un buon numero di ragazzi che
frequenta l’oratorio, una buo-
na Associazione di giovani e
adulti dell’ANSPI che, in siner-
gia con altre Associazioni, cer-
ca di far progredire la nostra
comunità. L’attività pastorale è
cresciuta in questi anni e molto
si è recuperato sul piano della
aggregazione che naturalmen-
te sarà sempre maggiore se sa-
Prof. M. Marsico
Pagina 3
Se son rose, fioriranno!!!
Settembre 2012 “La Nostra Voce”
2012, anno bisestile, previsioni
Maya, crisi economica e chi più
ne ha più ne metta! Un antido-
to naturale, semplice e puro, la
giusta cura a ogni tipo di prono-
stico, superstizione e difficoltà:
l’amore! E si, quel sentimento
che fin dalla notte dei tempi
muove il mondo e le genti!
“L’amore comincia con un lam-
po di deliziosa simpatia, si nutre
di tenerezza infinita e si sinte-
tizza nell’adorazione suprema.
Un matrimonio perfetto è
l’unione di due esseri che si
adorano in modo assoluto.
Nell’amore non esistono pro-
getti o conti in banca. Se tu stai
facendo progetti e calcoli è per-
ché non sei innamora-
to.” (Samael aun Weor, estratto
dal “Matrimonio perfetto, cap.
“L’Amor”). Insomma, è proprio
il caso di dirlo: se son rose fiori-
ranno! E il nostro paese ha visto
fiorire, testimoniare e consoli-
dare tanti amori quest’anno.
sicuramente, ognuna col pro-
prio contributo, permetterà
l’avvenire di un ricambio gene-
razionale sempre nuovo e quin-
di allungare il filo del’esistenza
stessa. D’altronde, come spesso
si dice, l’amore è il sale della
vita, quindi forse non sarebbe
male abbracciare dei sani con-
dimenti migliorando lo sciapo
gusto che rende insoddisfatti
molti giovani d’oggi. Quindi,
abbandonando serenamente
ogni luogo comune che sgretola
il sentimento amoroso, auguro
a tutti i giovani di trovare il giu-
sto alleato di vita! Non importa
quando, non importa dove. Se
esiste una persona destinata
all’altra sarà la vita stessa ad
incrociare le loro strade. Calo-
rosi auguri ai giovani sposini
aulettesi, sperando per loro in
un futuro roseo ricco di tra-
guardi e soddisfazioni! Ma an-
che a tutti i single e lupi solitari
alla ricerca dell’anima gemella.
Tanti giovani, otto coppie che
sulla base e sulla fiducia di un
sentimento sincero e duraturo
hanno deciso, contro ogni pre-
giudizio, difficoltà e dicerie po-
polari di camminare mano a
mano verso il fatidico “SI”, quel
SI che cambia la vita, che gene-
ra nuova famiglia e che soprat-
tutto in questi periodi in cui il
sentimento amoroso viene lar-
gamente esorcizzato tra i gio-
vani, regala spiragli di luce, di
gioia e che nonostante tutto,
permette ancora di far sognare.
Negli ultimi tempi, infatti, que-
sta grande emozione non ri-
scuote gran successo tra le nuo-
ve generazioni. Ha assunto
un’immagine frivola, priva di
passione, scarna di rispetto,
un’emozione da rendere facile
con le parole e le belle frasi
architettate, ma difficile da
coltivare, sostenere e far dura-
re nel tempo. Se oggi credi
nell’amore vali meno, sei
considerato un povero disgra-
ziato, vieni deriso, perché oggi
purtroppo ogni qual cosa richie-
de rispetto e sacrificio viene a
tratti anche detestato. Merito
della vita facile? Del mal costu-
me? Di ideali di libertà persona-
li propagandati senza una base
solida? Di uno spietato egocen-
trismo? Ognuno avrà i suoi buo-
ni motivi e suoi punti di vista
per screditare la realtà amoro-
sa. Eppure vi sono ancora chi,
come i ragazzi sopra citati,
nell’amore hanno investito tut-
to, c’hanno creduto, l’hanno
desiderato. In fondo la vita è
questa, un nascere per morire,
un intervallo che ognuno riem-
pie come meglio crede, un inte-
ragire con gli altri, facendo pro-
messe o meno, promesse
d’amore in questo caso, che
regaleranno al mondo il frutto
di nuove vite, vite destinate a
far parte di questo stesso pro-
cesso esistenziale e che
[...] aulettese ma fa anche pre-
cisi riferimenti ai diversi perso-
naggi che, nel corso degli anni,
si sono impegnati da soli per
poter portare avanti il calcio
nella nostra comunità. Un libro
che rappresenta uno spaccato
della nostra storia, anche socia-
le e civile che, come evidenzia-
to nei diversi interventi, ha su-
bito diversi cambiamenti. Come
sottolineato l’avv. Boninfante
“quando era ragazzo il calcio
rappresentava una forma di
aggregazione, di unione, di di-
vertimento. Lo scopo era stare
insieme. Oggi questo spirito
manca e anzi si punta a divide-
re”. Testimonianza evidente in
questo senso è stata la forma-
zione di due squadre di calcio
nella passata stagione, troppe
per un paese di due mila anime
di Lucia Morrone
come Auletta. Il grado di felicità
di un popolo si può misurare
recuperando la serenità perdu-
ta “mettendo da parte qualche
tensione, mettendo da parte
qualche personalismo” e proce-
dere per una via comune. Il
libro, che ognuno può leggere
in poco tempo, scorre via in
modo veloce e senza intoppi-
spingendo a andare alla pagina
successiva. Libro molto interes-
sante e molto bello. Ci illumina
sulla storia del calcio aulettese,
una storia che tutti dovremmo
conoscere. Dalla storia passata,
dalle testimonianze e dallo spi-
rito che animava lo sport aulet-
tese fino al millennio scorso
dobbiamo trovare lo spunto
necessario per ripartire come
comunità solida e coesa e per
far ripartire il calcio aulettese.
Auletta, un paese e un pallone Continua da pag 1
“La Nostra Voce” Settembre 2012
quest’ultime (per le più sva-
riate ragioni) sono molteplici
e consistenti (come nel no-
stro caso), il prezzo (la quota
d’iscrizione) inevitabilmente
lievita. Ben intesi, anch’io
penso che la quota
d’iscrizione si possa ridurre,
ma a che pro cimentarsi in
ardite dietrologie su presunti
occulti “tesoretti”? Si ragioni,
più seriamente, sulle cause e
sugli eventuali margini di in-
tervento. Perché, per ipotesi,
non ritornare ai vecchi arbitri
“in borghese” (rispolveriamo i
vecchi cari Pasquale e Vincen-
zo tanto per intenderci) sot-
traendoci cosi a quella sorta
di monopolio o duopolio co-
stituito degli arbitri c.d.
“federali” del circondario, le
cui tariffe/rapine lievitano di
anno in anno. Esistono perso-
ne disponibili a sostituirli? Vi
è sufficiente maturità fra i
giovani e meno giovani per
accettare decisioni
(naturalmente imparziali ma
non infallibili) di un arbitro
“senza divisa”? Nulla osta alla
possibilità di ridurre la quota
d’iscrizione, a partire dal
prossimo anno, in presenza di
tali condizioni. Quanto alle
altre questioni, a me pare si
tratta di “dettagli” che atten-
gono alla sfera “politica” del-
le decisioni e, quindi, è gioco-
forza che i pareri divergano.
Noi pensiamo, che il premio
finale debba continuare ad
essere contenuto, e non per
malvagia taccagneria, ma
essenzialmente per salva-
guardare quel dato positivo
che Tonio opportunamente
sottolinea: il “fair play”. Si
capisce che se il premio è
alto, è maggiore il pericolo
che una competizione leale
degradi in una lotta fra
bande. Cosi come crediamo
che il limite (di tre) alla parte-
c i p a z i o n e d e i c . d .
“stranieri”se da un lato ri-
schia di penalizzare la compe-
titività e la spettacolarità
dell’evento, dall’altro inibisce
un rischio ancora maggiore,
ossia che gli “aulettesi” resti-
no ai margini della competi-
zione o, ancor peggio, che
l’evento assuma connotati
mercantilistici, nella forma di
un’antipatica chiamata alle
armi di calciatori/mercenari
estranei allo spirito
“goliardico” che dovrebbe
animare il torneo. Si tratta
ovviamente di argomenti
opinabili, di scelte che spesso
costituiscono prassi sedimen-
tate più che decisioni ponde-
rate e pertanto la Pro Loco è
quanto mai disponibile al
confronto. Al contrario, get-
t a r e d i s c r e d i t o
sull’associazione, anziché
aprirsi al confronto, sembra
essere diventato lo sport pre-
ferito dei nostri detrattori.
Assume il sapore della diso-
nestà non riconoscere che se
il torneo esiste, ed è possibile
gettarvi fango, lo si deve ad
un certo numero di persone
che ogni anno lo organizza e,
in fin dei conti, contribuisce
ad alleviare la noia mortale
delle estati aulettesi. In una
comunità sempre più apatica,
in cui domina l’idea che “se
non faccio io, c’è sempre
qualcuno che fa’, quindi per-
ché fare?”, limitarsi a
“registrare” che qualcuno
ancora ha voglia di fare, cre-
do sia una base necessaria
per andare oltre questo pate-
tico clima di guerra.
Grafica: Giuseppe Opromolla Stampato da: Grafica Martino
"Il Bastiancontrario" Nessun economista, pochi umili volontari
La ricerca del sensazionale,
costi quel che costi, in luogo
di una lettura obiettiva dei
fatti, diventa un bisogno qua-
si fisiologico quando si affron-
tano questioni di importanza
“relativa”. Alla presumibile
carenza di argomenti suppli-
sce la polemica e la qualità
dell’informazione finisce per
essere surclassata dalla spa-
smodica ricerca del clamore.
Simile impeto sembra avvol-
gere l’amico Tonio Caggiano
nell’articolo apparso su que-
ste colonne, nel sentenziare
che “trarre un profitto” costi-
tuirebbe “l’unico scopo” del
torneo di calcetto (neanche
fosse il torneo di Viareggio).
Pur cosciente di aver falsifica-
to il reale, non resiste di fron-
te alla ghiotta chance di crea-
re un nuovo casus belli, una
nuova questione intorno alla
quale dividere la comunità.
Altrettanto risonante, ma
similmente disancorata dalla
realtà è la definizione della
quota d’iscrizione come
“troppo elevata”. Ma rispetto
a cosa? E’chiaro che qualsiasi
valore, preso in astratto, può
apparire “troppo elevato”, se
si omettono, come egli fa, gli
opportuni parametri di riferi-
mento. La comparazione con
altri tornei appare un espe-
diente efficace ai fini polemi-
ci, eppure chiunque è in gra-
do di percepirne l’assoluta
insufficienza: appunto un
altro torneo, altre regole, altri
costi. Senza necessità di sco-
modare economisti o impren-
ditori, la verità è che un ren-
diconto, da quello più ele-
mentare che i nostri genitori
redigono in famiglia a quello
più complesso di un associa-
zione, si compone di voci di
entrata ed uscita e che se
di Mario Addesso (da pag.1) Le scene esilaranti
che si vedono davanti alle no-
stre scuole sono la summa
della cultura moderna, fatta di
pochi sacrifici e benessere ga-
rantito, intrisa di una visione
dell’infanzia fobica e malata di
cui i bambini sono solo vittime.
Un pessimo modello di educa-
zione che da i suoi frutti in età
adolescenziale, quando la real-
tà emerge in tutta la sua cru-
dezza: ragazzi che pensano
solo a vestiti e ad acconciature
brillanti non sono che il pro-
dotto di un’educazione spieta-
ta, votata alle futilità, per geni-
tori distratti e affaccendati.
Consiglio a tutti noi di correre
al cinema a vedere il film
"Monsieur Lazhar" in cui si
racconta la cecità di un mani-
polo di insegnanti e genitori
alle prese col suicidio di
un’insegnante accusata di pe-
dofilia. La circostanza attiva un
protocollo di condotta a prote-
zione dei bambini. L'artificiosi-
tà e la tragicità della reazione,
frutto di un modo distorto di
rapportarsi con l’infanzia, sa-
ranno smascherati dal nuovo
professore, il Signor Lazhar,
che dimostrerà come metodi
antichi di apprendimento uniti
a una maggiore intimità e a
qualche scappellotto siano solo
il modo più naturale e conge-
niale di gestire i rapporti tra
adulti e bambini. Non un capo-
lavoro cinematografico ma
certo un'importante testimo-
nianza di come il progresso di
una civiltà non si misuri solo
sul benessere ma anche e so-
prattutto sulla capacità degli
esseri umani di solidarizzare e
di mantenere vivo lo spirito
comunitario. Se non lo trovate
nelle sale cinematografiche,
non disperate potreste trovar-
lo nella prossima edizione di
“Cin&state”, chi lo sa?
La febbre della ragione
una finestra sui giovani