La Missione Cabriniana - Luglio 2013

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1 Editoriale Ecco ora il momento favorevole I mesi di Maggio, Giugno e Luglio sono stati per tutti densi di avvenimenti, di impegni pastorali, di attività, di visite, di celebrazioni. Innanzitutto la celebrazione del Consiglio Esteso a Codogno ci ha fatto vivere lo spirito dell’internazionalità dell’Istituto e ci ha convocati tutti nel cammino di preparazione al Capitolo Generale. Dalle conclusioni di questo importante avvenimento abbiamo accolto con piacere il tema scelto per il prossimo Capitolo Generale e tutti i contenuti che in esso saranno trattati. Successivamente la Lettera della Madre Generale con l’annuncio ufficiale della Celebrazione del XV Capitolo Generale, ci ha fatto sentire la responsabilità di vivere questo tempo come un tempo “favorevole” per accogliere la grazia che il Sacro Cuore ci offre facendoci guardare al futuro con quella Fede rinnovata che quest’anno stiamo cercando di approfondire in risposta all’invito che la Chiesa ci ha fatto nell’Ottobre del 2012: “un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo.” Ogni Casa, inoltre, ogni Comunità, ogni opera ha portato a termine alcuni dei suoi programmi pastorali e pertanto questo Bollettino Europeo è ricco di notizie e insieme di nuove previsioni per il prossimo autunno che si prevede denso di appuntamenti importanti. Un altro significativo appuntamento vissuto nel mese di Luglio riguarda l’Incontro Internazionale delle Missionarie Laiche Cabriniane che ha avuto luogo a Buenos Aires dal 5 al 9 luglio e che ha dato tanta gioia a tutti i partecipanti. Le nostre inviate: Antonietta Scopelliti e Marina Pace sono ritornate cariche di speranza missionaria per l’ottima esperienza di missionarietà e internazionalità. Allo stesso tempo, non possiamo non condividere l’entusiasmo delle nostre Sorelle Brasiliane che sono state immerse dal 23 al 28 luglio nella gioia della GMG che ha avuto come tema: ANDATE E FATE DISCEPOLI TUTTI I POPOLI" (MT 28,19), un tema che ha invitato i giovani del Brasile e di tutto il mondo ad accettare la chiamata alla missione, vivendo come testimoni del Cristo risorto, tema questo che è particolarmente in sintonia con il nostro Carisma missionario. A questo proposito la Provincia del Brasile ha inaugurato il 19 luglio scorso un “Memoriale Santa Cabrini” con una Mostra dal titolo: “Cabrini, Mulher que desafiou seu tempo” (Cabrini, Donna che ha sfidato il suo tempo). Di questa esperienza le Sorelle brasiliane ci hanno mandato una breve relazione. Un altro significativo momento di fraternità è stato vissuto dalle Missionarie a livello europeo per celebrare l’Anno della Fede, a Rieti con la conclusione presso la Cappella del Sacro Cuore nella Chiesa del Gesù a Roma. In questo clima spirituale e missionario che per molte Missionarie sarà anche un tempo di Esercizi Spirituali e di meritate vacanze per Suore e Laici (per quanto è possibile), continuiamo questo tempo d’estate fiduciose nel Sacro Cuore di Gesù, in solidarietà con Sant’Angelo Lodigiano che ha celebrato il 163° anniversario della nascita di S. F. Cabrini, con la solita affettuosa partecipazione del popolo santangiolino. Chiediamo a S. F. Cabrini, missionaria della nuova evangelizzazione, che interceda presso il Cuore di Gesù per la nostra Europa che attraversa momenti difficili per giovani e famiglie e per tanti migranti ancora oggi costretti a lasciare la loro terra. Notiziario della Provincia Italiana e della Regione dell’Europa Occidentale Anno 3 N. 3 – Luglio 2013

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Notiziario della Provincia Italiana e della Regione dell'Europa Occidentale

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Editoriale  

Ecco ora il momento favorevole

I mesi di Maggio, Giugno e Luglio sono stati per tutti densi di avvenimenti, di impegni pasto‐rali, di attività, di visite, di celebrazioni. Innanzitutto  la celebrazione del Consiglio Esteso a Codo‐gno ci ha fatto vivere lo spirito dell’internazionalità dell’Istituto e ci ha convocati tutti nel cammi‐no  di  preparazione  al  Capitolo  Generale.  Dalle  conclusioni  di  questo  importante  avvenimento abbiamo accolto con piacere  il  tema scelto per  il prossimo Capitolo Generale e  tutti  i contenuti che  in  esso  saranno  trattati.  Successivamente  la  Lettera  della Madre Generale  con  l’annuncio ufficiale della Celebrazione del XV Capitolo Generale, ci ha fatto sentire la responsabilità di vivere questo  tempo  come un  tempo  “favorevole” per accogliere  la grazia  che  il  Sacro Cuore  ci offre facendoci guardare al futuro con quella Fede rinnovata che quest’anno stiamo cercando di appro‐fondire  in  risposta  all’invito  che  la  Chiesa  ci  ha  fatto  nell’Ottobre  del  2012:  “un  invito  ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo.” 

Ogni  Casa,  inoltre,  ogni  Comunità,  ogni  opera  ha  portato  a  termine  alcuni  dei  suoi  pro‐grammi pastorali e pertanto questo Bollettino Europeo è ricco di notizie e insieme di nuove previ‐sioni per il prossimo autunno che si prevede denso di appuntamenti importanti. 

Un altro significativo appuntamento vissuto nel mese di Luglio riguarda  l’Incontro  Interna‐zionale delle Missionarie Laiche Cabriniane che ha avuto  luogo a Buenos Aires dal 5 al 9  luglio e che ha dato tanta gioia a tutti i partecipanti.  Le nostre inviate: Antonietta Scopelliti e Marina Pace sono ritornate cariche di speranza missionaria per l’ottima esperienza di missionarietà e interna‐zionalità. 

Allo stesso tempo, non possiamo non condividere l’entusiasmo delle nostre Sorelle Brasilia‐ne  che  sono  state  immerse dal 23 al 28  luglio nella gioia della GMG  che ha avuto  come  tema: “ANDATE E FATE DISCEPOLI TUTTI  I POPOLI" (MT 28,19), un tema che   ha  invitato  i giovani del Brasile e di  tutto  il mondo ad accettare  la  chiamata alla missione,  vivendo  come  testimoni del Cristo risorto, tema questo che è particolarmente in sintonia con il nostro Carisma missionario. A questo proposito  la Provincia del Brasile ha  inaugurato  il 19  luglio  scorso un “Memoriale Santa Cabrini” con una Mostra dal titolo: “Cabrini, Mulher que desafiou seu tempo” (Cabrini, Donna che ha sfidato  il suo  tempo). Di questa esperienza  le Sorelle brasiliane ci hanno mandato una breve relazione. 

Un altro significativo momento di fraternità è stato vissuto dalle Missionarie a livello euro‐peo per celebrare l’Anno della Fede, a Rieti con la conclusione presso la Cappella del Sacro Cuore nella Chiesa del Gesù a Roma. 

In questo clima spirituale e missionario che per molte Missionarie sarà anche un tempo di Esercizi Spirituali e di meritate vacanze per Suore e  Laici  (per quanto è possibile),  continuiamo questo tempo d’estate fiduciose nel Sacro Cuore di Gesù, in solidarietà con Sant’Angelo Lodigiano che ha celebrato il 163° anniversario della nascita di S. F. Cabrini, con la solita affettuosa parteci‐pazione del popolo santangiolino. Chiediamo a S. F. Cabrini, missionaria della nuova evangelizza‐zione, che interceda presso il Cuore di Gesù per la nostra Europa che attraversa momenti difficili per giovani e  famiglie e per tanti migranti ancora oggi costretti a lasciare la loro terra. 

Notiziario  della Provincia Italiana e della Regione dell’Europa Occidentale 

Anno 3 ‐ N. 3 – Luglio 2013 

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Le Missionarie ricordano:

50 Anni del Concilio Vaticano II  

 Continua l’articolo di Sr. Emidia Bergamaschini. 

 

1982. La Madre Generale  formulò il  suo  programma  perché  lei  stessa  volle consegnare personalmente ad ogni Sorel‐la il nuovo Testo delle Costituzioni, ciò che la  impegnò  per  quasi  tutto  il  1982,  con tanti  sacrifici  e  a  volte  disagi  di  lunghi viaggi. 

In  Curia  il  lavoro  era  alacre  e  in‐tenso  per  far  pervenire  alle  Provinciali  e Regionali i pacchi che poi la Madre Gene‐

rale avrebbe portato nelle diverse Comunità, seguendo il suo programma. Dalle Poste Vaticane prendemmo tutte le informazioni relative al regolamento legale e tutte le norme inerenti alla spedizione di pacchi per via aerea. Procurato tutto il mate‐riale necessario si  iniziò  il  lavoro. Solo alle Province Italiane, Roma e Milano, si conse‐gnò tutto in sede. 

Il salone della Curia sembrava un laboratorio, perché ai testi delle Costituzioni si erano  poi  aggiunti  i  volumi  commemorativi  della  Celebrazione  del  Centenario dell’Istituto. E’  stato un  lavoro  compiuto  con gioia,  con amore e  con entusiasmo da parte di tutta  la Comunità residente  in Curia. Le Sorelle, Sr. Ursula  Infante e Sr. Lucia Victor Rodriguez,  concluso  il  loro mandato  tornarono  alla  loro  Provincia,  richiamate dalla loro Superiora Provinciale. Riservammo a loro una festicciola di ringraziamento e di saluto. 

Come guida di un Istituto Missionario era aperta alle sfide del mondo, pronta a trattare con tutti, illuminata e coraggiosa, ricca di fede e di speranza pur in un tempo difficile da comprendere. Nel corso dei due sessenni durante  i quali coprì  il ruolo di Superiora Generale del no‐stro Istituto, Madre Regina fu eletta Presidente dell’UISG (Unione Internazionale Supe‐riore Generali) mandato  che  accolse  con molta  trepidazione  e umiltà,  solo  in obbe‐dienza  alla  Chiesa,  per  dare  un  contributo  agli  Istituti  di  Vita  Consacrata  sparsi  nel mondo, in quel momento difficile e tormentato.   In qualità di presidente dell’UISG,  il Santo Padre, Giovanni Paolo  II,  la  invitava solo alla sua mensa per trattare, discutere e conoscere  i problemi della Vita Religiosa nel mondo. Per queste occasioni Sr. Regina ebbe il privilegio di prendere parte, da sola, ad una colazione, ad un pranzo e due cene della mensa del Santo Padre. Come il Papa Leone XIII ad una Udienza generale riconobbe tra la folla Madre Cabrini e la chiamò per nome, così il Papa Giovanni Paolo II riconobbe Madre Regina Casey al Congresso Euca‐ristico di Milano  in mezzo al grande e  folto numero di Religiose che partecipavano a quel raduno.  

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Partecipò  a  due  Sinodi  dei  Vescovi.  All’Assemblea Generale Ordinaria  dal  26 Settembre  al  25  Ottobre  1980  relativa  all’argomento  «La  Famiglia  Cristiana», all’Assemblea  Generale  Ordinaria:  dal  29  Settembre  al  29  Ottobre  1983,  relativa all’argomento: «La Penitenza e la Riconciliazione nella Missione della Chiesa». 

Al Sinodo del 1980, vi partecipò con Madre Teresa di Calcutta, che spesso alla sera, terminati i lavori, accompagnava a casa con tanta gioia.   Madre Regina, quando ritornava tra noi, anche se un po’ stanca si intratteneva con noi in Comunità, esponendoci i punti salienti delle Relazioni tenute dai vari Vesco‐vi. Per lei era una grande gioia comunicarci ciò che la Chiesa compiva nel mondo e nel‐le situazioni storiche e sociali più svariate.   Un anno, fu invitata, quale Presidente dell’UISG a parlare al TG1 delle ore 13:30 sulla Vita  Religiosa  Femminile  nel mondo,  sostenendo  un’intervista  di  Bruno Vespa. Questo le costava molto. Non entrava proprio nel suo stile. Dopo un’assidua insistenza, solo il pensiero che quella sarebbe stata un’occasione propizia per far conoscere la Vita Religiosa operante e presente, non solo in Italia, ma nel mondo, la fece decidere di ac‐cettare. Giunse alla Curia Bruno Vespa, ebbe con la Madre un colloquio per preparare l’intervista già fissata dalla RAI per il sabato successivo. Concluso il colloquio la Madre Generale mi chiamò nel  suo  studio, mi comunicò  la data e mi  impose  seriamente di non comunicare a nessuna Comunità questa notizia. Le assicurai che avrei obbedito e l’avrei seguita con la preghiera da quel momento alla fine. Ella allora mi disse: «Tu puoi assistere, così potrai dirmi come è riuscita, facendo una critica retta e veritiera».   Mancavano  solo pochi giorni, durante  i quali  la Madre  si preparò  seriamente come era sua consuetudine, Nel giorno stabilito con le Assistenti Generali che erano in sede e vollero accompagnarla,  si  recò alla RAI con puntualità. Quando apparve  sullo schermo con disinvoltura, semplicità, serenità accanto al celebre Bruno Vespa, provai un sentimento di commozione e gioia e nello stesso tempo di dolore perché mi sem‐brava che  le altre Consorelle  fossero escluse dal gustare  tale contentezza. Ma avevo obbedito. Invece, cara Madre Regina, lei non pensava che al TG1 delle 13:30 in tutte le nostre Case vi era qualche Sorella che assisteva a quella trasmissione. Così  in tutte  le Comunità, ap‐pena  sullo  schermo apparve  la  sua  immagine e  si udì il suo nome, iniziò un accorrere da una parte e dall’altra,  un  chiamare  di  nomi,  un  vocio  e  tutto assumeva l’aspetto di un allarme e non mancava la domanda: “Perché  la Curia non aveva comunicato prima questo fatto?”.   Poco dopo il suo ritorno a casa iniziò la rid‐da delle  telefonate perché ogni Comunità deside‐rava esprimere  congratulazioni e  la propria  gioia. Incontrandola in un corridoio mi guardò e mi disse: «Io pensavo di essere  sola alla Televisione  invece vi erano tante Sorelle, però so che non l’hanno sa‐puto da te, ma lo hanno scoperto loro». Mi ringra‐ziò contenta e aggiunse: «Ero sicura della  tua ob‐bedienza». 

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  La  Presidente  dell’USMI  (Unione  Superiore Maggiori  d’Italia),  invitò  un  anno Madre Regina a tenere una Conferenza all’USMI in occasione della loro Assemblea Na‐zionale  sul  tema:  «La  presenza  delle  Curie Generalizie  in  Roma  e  il  loro  contributo all’apostolato e alla Pastorale della Diocesi del Papa».   La preparazione a questa Conferenza le richiedeva un serio lavoro di ricerca, ma non  la  scoraggiò. Madre Regina  inviò una Circolare,  con  allegato un Questionario,  a tutte le Curie Generalizie esistenti in Roma e nelle città limitrofe chiedendo le informa‐zioni necessarie. In questa occasione chiese il mio contributo, sia per la ricerca del ma‐teriale come per la stesura della Conferenza che doveva tenere in lingua italiana. A la‐voro concluso ella lo trovò esauriente e completo. Volle che l’accompagnassi alla sede dove l’USMI teneva l’Assemblea. Quando vide quel grande salone molto affollato di re‐ligiose ebbe un momento di apprensione ma subito si riprese quando  la Madre Cam‐panile  la  introdusse e  la presentò all’Assemblea. Con  sicurezza, pacatezza e  serenità svolse l’argomento proposto che fu considerato esauriente, importante, perché porta‐va a conoscenza il grande e valido aiuto che le Curie Generalizie offrivano alla Diocesi, contributo  in  gran  parte,  fino  allora,  sconosciuto.  In  tale  momento  colse  anche l’occasione,  rispondendo  ad  alcune  domande,  di  far  conoscere  il  compito  e  l’opera dell’UISG  e  quello  che  compie  per  la  Vita  Religiosa  nel mondo. Questo  offrì  all’As‐semblea varie, nuove  informazioni, perché diede  loro, sia pure una pallida  idea, di si‐tuazioni difficili in cui la fedeltà alla Vita Religiosa richiede eroismo. 

Certo  la mia descrizione  tracciata  a  lontananza di  tempo,  senza possibilità di consultare date, tempi e nomi, darà una pallida idea del contributo che Sr. Regina Ca‐sey ha donato all’Istituto, alla Vita Religiosa e alla Chiesa, ma aiuteranno a completare la sua figura di Religiosa, Missionaria del Sacro Cuore,  i documenti che certo si trove‐ranno nell’Archivio Generale e dai suoi scritti personali.   Nel  corso dell’anno 1980, mentre  fervevano  i preparativi per  la Celebrazione del  Centenario  dell’Istituto,  il  Signore  ci  riservò  una  gradita  sorpresa.  Una mattina giunse alla Curia un signore dall’aspetto buono e gentile: si presentò e in breve ci espo‐se il perché della sua visita. Era il prof. Giuseppe Dall’Ongaro: entrato giovanissimo nel giornalismo,  fedele  ad  una  tradizione  familiare.  Nel  1966  aveva  ottenuto  il  premio Saint‐Vincent per  i servizi di carattere  internazionale. Al suo attivo: numerose pubbli‐cazioni  dedicati  ai  grandi  temi  di  attualità  internazionale,  alcune  pubblicate  anche sull’Osservatore Romano. Conosciuta  la Santa Cabrini e  la  sua opera, ora desiderava scrivere  la sua Biografia. Chiedeva di poter accedere all’Archivio dell’Istituto, di poter consultare Documenti, perché voleva scrivere un’opera basata su fonti storiche e rive‐lasse  la  grandezza  di  quell’umile  donna  che,  in  una  società  dell’impetuoso  sviluppo produceva ricchezza ma anche emarginazione e sfruttamento, seppe lottare e costrui‐re strutture per strappare gli emarginati allo sradicamento, gli sfruttati alla speculazio‐ne dei gruppi organizzati, contrapponendo un pro‐prio  grandioso  progetto  fondato  sulla  fede,  nella carità di Dio e nell’amore del prossimo perché con‐siderava tutti fratelli.   In  quel  primo  colloquio mi  accompagnava l’Assistente Generale Madre Cristina Perazzoli.  In‐sieme mostrammo a lui il materiale che potevamo 

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mettere a sua disposizione ed anche gli scritti di Santa Cabrini: Lettere, Circolari e  le varie Biografie che erano già state pubblicate. Egli rimase molto contento e concluse che sarebbe venuto ogni mattina qui nella nostra Biblioteca senza recare alcun distur‐bo. E così avvenne. Ogni mattina verso le ore 9 il professore era presente e accoglieva con riconoscenza quella collaborazione che era necessaria ed utile nelle ricerche. Dopo un po’ di tempo non si vide più perché svolgeva  le sue ricerche  in altri Archivi, come Archivio Vaticano, Archivio di Propaganda Fidae, ed altri. La sua opera era storicamen‐te documentata anche  tramite  la  consultazione  in Ministeri vari ed anche Consolati. Qui, alla Curia aveva avuto anche l’occasione di incontrare alcune nostre Sorelle, come Sr.  Imelda Cipolla che  in quel  tempo stava curando  la seconda Edizione delle Lettere della Santa Madre e Sister Mary Louise Sullivan degli Stati Uniti, la quale inviò poi allo scrittore fotocopie di Documenti, notizie e materiale assai utile. Una documentazione relativa alla missione cabriniana. La possibilità di accedere a tanta ricca documentazio‐ne consentì allo scrittore di integrare, ampliare con elementi del tutto inediti e rilevanti quanto già si era scritto sulla vita della Santa Madre.    Questo  si può  rilevare dalla Bibliografia e  fonti  a pag. 295 del  libro.  Il professore visitò anche  i  luoghi cabriniani. Nel Novem‐bre del 1982 uscì la prima edizione del libro: Giuseppe dall’Ongaro: «Francesca Cabrini. La Suora che conquistò l’America», Ed. Rusconi.    Intanto gli anni correvano rapidi,  il tempo pareva volasse e per adempiere un’altra parte del mandato  che mi era  stato asse‐gnato non rimanevano che brevi spazi. Sembrava un lavoro trascu‐rato ma invece era ben radicato nel mio pensiero e nella mia volon‐tà.  Spesso mi  risuonava  alla mente  un  classico,  antico  proverbio: «Per fare un Archivio occorrono tempo, spazio e denaro». Di tempo e spazio ne avevo ben  poco,  il  denaro  per  allora  non mi  occorreva, ma  avevo  la  volontà  di  compiere l’obbedienza e questo mi era di aiuto a cercare e trovare tutti i momenti opportuni da dedicare a quell’impegno. Il materiale nuovo da archiviare aumentava sempre più.  

Quando giunsi alla Curia,  la Madre Generale, con  le prime  informazioni mi co‐municò anche che la Congregazione per la Vita Religiosa organizzava ogni anno incontri per le Religiose che si tenevano settimanalmente con due ore di lezione così program‐mate: Una lezione di carattere formativo ed una di carattere pratico relativo a pratiche legali, di segreteria. Mi disse che era stata già inoltrata l’iscrizione; mi diede la tessera, mi pregò di iniziare subito a frequentare il Corso, e mi diede il programma. 

Esaminai con piacere il programma dell’anno 1979 e con gioia trovai che verte‐va su questi argomenti:  

1. Il Nuovo Codice di Diritto Canonico 2. Norme per pratica di Segreteria e per l’Archivio 

Seguii ogni anno quei Corsi;  li trovai molto utili e  inerenti a quanto si svolgeva nella Vita Religiosa in quegli anni. Comprendevo che essi gettavano luce sulla mia nuo‐va missione. Sì missione, perché ogni volta che fra le mie mani scorreva un foglio di an‐tica data che mi narrava il passato dei primi Cento anni dell’Istituto, il mio sguardo era proteso  verso  il  futuro. Comprendevo  che  a noi non  solo  veniva  affidata una  storia gioiosa da raccontare, ma una nuova storia da costruire sempre radicata in quelle fon‐damenta gettate per noi da S. Cabrini e dal suo Carisma. Così, pur stando intenta a la‐

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vorare in un semplice e stretto stanzino, là, oltre gli annosi e maestosi alberi di Via Cor‐tina D’Ampezzo, vedevo  luoghi  sterminati,  fratelli e Sorelle di ogni popolo e nazione immersi nel dolore, nella sofferenza e nelle tenebre dell’errore ai quali dovevo donare la mia missione fatta di offerta e di preghiera.   Sebbene a stralci di tempo, pur  in mezzo a tutte  le altre cose a cui bisognava dare la priorità, iniziai il mio lavoro.   Primo impegno fu quello di raggruppare il materiale d’Archivio in ordine di anni, poi, dopo aver formulato un Titolario, di suddividere i documenti in categorie. Ad ogni pacco che aprivo mi sembrava di sentirmi ripetere: «Sta bene attenta: i fogli che tocchi sono terra santa, sono semi di santità».   Lentamente a brevi passi il lavoro avanzava. Lo spazio era molto ristretto, il ma‐teriale da organizzare e catalogare era molto.   La Madre Generale, mi aveva detto di andare a visitare alcune Curie Generali‐zie, delle quali mi aveva lasciato l’indirizzo e il numero telefonico. Io vi andai, ma quan‐do vedevo  lo spazio ampio di quegli archivi, gli ampi armadi e scaffali, tornavo a casa con il cuore stretto, ma non scoraggiato: entravo con serenità e speranza nella mia re‐altà e nel ristretto luogo in cui dovevo lavorare, cercai di organizzare tutto nel miglior modo possibile. Mi aiutò molto il Titolario compilato e nel seguirlo mi sembrava di or‐ganizzare una biblioteca nella quale invece di libri dovevo mettere i contenitori ben or‐dinati. Feci anche uno Schedario per rendere più facile la ricerca dei Documenti.   Quando conclusi il mio mandato mi mancava di aprire altri pacchi. Erano quelli che contenevano  il materiale e  i documenti  relativi alla Missione della Cina. La man‐canza di tempo e di spazio non mi ha concesso di completare e concludere questo la‐voro. Una  linea però era stata tracciata, una fiammella accesa  la «… parva favilla che gran fiamma feconda..» come dice Dante Alighieri.   1983  – All’Assemblea Generale  dell’UISG, Madre Regina  concluse  il  suo mandato  di Presidente.    Iniziò subito con  il Consiglio Generale, a preparare  il nostro Capitolo Generale del 1984. Inviò a tutte le Comunità la Circolare di convocazione e si iniziò a preparare tutto ciò che sarebbe stato necessario per il Capitolo con la certezza che, come lei di‐ceva, da un’ottima preparazione, ordinata e ben organizzata, ne sarebbe derivato un ottimo risultato. Il lavoro divenne più intenso quando iniziarono a giungere i nomi delle Delegate al Capitolo e allora si cominciò a preparare il materiale anche personalizzato.   Fu  un  po’  difficile  quell’anno  trovare  la sede, ma poi la Provvidenza ci fece trovare anche quella. Il Capitolo Generale si svolse regolarmen‐te  senza  difficoltà.  Le  elezioni  donarono all’Istituto un nuovo Consiglio Generale, sotto  la guida  della  carissima Madre Maria Barbagallo  e delle Consigliere: Sr. Lina Colombini, Sr. Christine Perazzoli, e Sr. Clari Eva Corso.   Il Signore ha guidato e benedetto il nostro lavoro  a  Lui  rendemmo  grazie,  lode  e  onore  in una solenne celebrazione conclusiva.  

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Roma Preparazione incontro MLC

    I giorni 11 e 12 Giugno presso l’Istituto Cabrini di Roma si è riunita una piccola equipe formata dalla Madre Provinciale, Sr. Annita, MSC, da Sr. Marta Maria, MSC, da Sr. Maria, MSC, dalla Missionaria Laica, Antonietta Scopelliti, dalla MLC, Marina Pace, dalla Prof.ssa Simonetta Moretti, per preparare  l’Incontro  internazionale delle/dei MLC che ha avuto  luogo a Buenos Aires da 5 al 9 Luglio u.s. Il programma prevedeva l’elaborazione di una sintesi sulla formazione e attività delle MLC in Italia, negli ultimi dieci anni, da presentarsi durante l’Incontro. 

La riunione  è servita per fare memoria dell’itinerario personale, formativo e missiona‐rio che hanno percorso le MLC in Italia e per individuare alcune sfide per il futuro. Si è ribadito che nella Provincia  Italiana, vi sono ottime collaboratrici dentro e  fuori  le opere che – senza averne  il titolo – sono delle ottime MLC sempre pronte a collaborare,vivere e trasmettere  lo spirito e la missione di S. F. Cabrini.  Dall’Incontro è risultato un documento che riportiamo in questo Bollettino:  

 

PRIORITA’ delle MLC della Provincia Italiana  

“ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE”  

Motivate dall’esperienza del Consiglio Esteso 2013 che propone  la “ Vocazione” al primo posto nelle riflessioni del Capitolo Generale 2014, come MLC anche noi: “Noi crediamo che la vocazione sia come un seme che necessita di essere piantato e seguito durante la sua crescita  (per esempio attraverso  la partecipazione alle esperienze missionarie). Per questo motivo è molto importante avere una commissione formata da suore e da laici che si occupi della Pastorale Vocazionale. Se avessimo una visione comune dell’intero Istituto, insieme potremmo prestare assistenza a chiunque, aiutare gli altri affinché diano il meglio di loro stessi, sostenere le nostre opere (missioni e istituzioni) ed essere testi‐moni di Dio in tutto il mondo.”  

Pertanto ci proponiamo come:  

 PRIORITA’ 

Sviluppare la Vocazione delle MLC, spiegandone il ruolo nella Chiesa e nella missione Ca‐briniana, riproponendo l’opzione per questa vocazione a tutti i livelli; 

Sviluppare il Volontariato 

Creare una piattaforma vocazionale con la presenza delle MLC nelle Equipe Vocazionali e in tutti quei settori dell’evangelizzazione e della pastorale della Provincia 

Favorire l’unione fra le tre Associazioni e altre attività delle MLC  Strategie 

Coordinare un  Incontro di  riflessione,  studio e programmazione  tra  le  tre Associazioni che abbia  lo scopo di condividere  la Formazione dei membri e  la Missione e unificare i criteri di impegno. (Anno 2013‐2014) 

Organizzare un Convegno di  studio e di  aggiornamento della Pedagogia Cabriniana da condividere con le opere e le missioni anche a livello Europeo. 

Promuovere un pellegrinaggio di Formazione per i membri delle Associazioni a Codogno e Sant’Angelo Lodigiano. 

Preparare e celebrare a breve tempo l’impegno più formale di MLC già pronte per questo importante coinvolgimento spirituale e missionario con l’Istituto delle MSC 

 

Come favorire l’internazionalità: ‐ Elaborare un Documento comune a partire dall’Incontro di Buenos Aires ‐ Creare una rete di contatti di esperienze ed interscambio di attività e formazione. 

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Relazione delle MLC sull’incontro internazionale di Buenos Aires

 Incontro Internazionale dei Missionari Laici Cabriniani 

Buenos Aires 5‐9 Luglio 2013 Ecco il momento favorevole perché l’Amore non rimanga nascosto 

 Il 5 Luglio si è tenuto a Buenos Aires – Argentina l’incontro internazionale dei Missiona‐

ri Laici Cabriniani, erano presenti 40 rappresentanti delle Province/Regioni dell’Istituto: Argen‐tina‐Paraguay, Brasile, Centro America, Stella Maris, Spagna, Etiopia, Italia. 

Sono stati 5 giorni di intenso lavoro per cercare di porre le basi per il documento Inter‐nazionale dei Laici Cabriniani nel mondo. Forse non tutti ricordano che  l’Istituto delle Missio‐narie del Sacro Cuore di Gesù già dal Capitolo del 1990 si è aperto alla collaborazione con i laici valorizzando  la  loro vocazione  laicale e  il XIII Capitolo Generale del 2002 ha dato uno spazio consistente alla discussione già di un primo documento sul laicato cabriniano. 

Tutto  questo  è  possibile  anche  grazie  al  fatto  che Madre  Cabrini,  donna  con  un’a‐pertura mentale notevole per il tempo,  già due anni dopo la fondazione dell’Istituto, nel 1882 invitava le sorelle a collaborare per meglio compiere il bene verso il prossimo con laici di otti‐mo spirito e buona volontà. (Regole manoscritte 15 ottobre 1882), pertanto  l’Istituto si è svi‐luppato con questa apertura. 

Ora, alcuni laici che collaborano con le Suore desiderano dare un senso alla loro voca‐zione laicale, sentono che anche per loro è il momento che l’Amore non rimanga più nascosto ma che ci sia un impegno maggiore a collaborare con le Suore alla costruzione del Regno di Di‐o, perché capiscono che la chiamata è anche per loro e hanno maturato l’esperienza che sono chiamati personalmente dal Signore dal quale hanno avuto una missione per la Chiesa e per il mondo, come indicato in Christifideles Laici. 

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Ritrovarsi in Argentina con altri laici che condividono  tutto ciò è  stato meraviglioso,  il  clima  gioioso  e  parte‐cipato. Ci  siamo domandati  cosa  il  Si‐gnore  vuole  da  noi  per  il  bene dell’Istituto:  abbiamo  condiviso  le no‐stre  esperienze  passate  e  le  speranze future.  Come  possiamo  migliorare  il vecchio  documento  alla  luce  del Van‐gelo con il dinamismo e l’audacia della fede, della  speranza e dell’amore,  co‐me possiamo migliorare  la nostra  for‐

mazione perché  sia attuale e  internazionale nel  rispetto  tuttavia delle diverse culture,  come possiamo noi laici formarci una coscienza sociale matura che possa promuovere il bene comu‐ne,  la solidarietà verso   gli  immigrati,  i poveri e  i più bisognosi con generosità e gratuità por‐tando a tutti l’Amore gioioso di Gesù. 

Invitati  speciali  sono  stati  il  teologo  Oscar Campana che ci ha parlato della vocazione del  laico nella Chiesa e proposto alcuni punti di riflessione su come ripensare ad una Chiesa del futuro come mis‐sione condivisa: religiosi e  laici  in un mondo  in con‐tinuo cambiamento ed estremamente tecnologico e la necessità di continuare  il cammino  iniziato con  il Concilio Vaticano II. Altra relatrice  è stata Sr. Roseni Terezinha Goncalves MSC del Brasile che ha propo‐sto una riflessione sulla spiritualità cabriniana e una proposta  di  riflessione  personale  sul  documento dell’Episcopato dell’America Latina tenutosi ad Aparecida (Brasile) nel 2007.  

Alla  luce di tutto questo è stato rivisitato  il vecchio documento e proposti da parte di tutte le Province /Regioni i punti che andrebbero sostituiti e come. Tutto questo materiale sarà poi elaborato dalla commissione  internazionale dei Missionari Laici formata da un membro di ogni Regione/Provincia  e  sono  stati nominati: Patricia Marquez  (Argentina‐Paraguay), Maria Alcioneia Fontinele  (Brasile), Maria Trinidad Meza Roa  (Centro America), Patricia Krasnausky (Stella Maris), Birkenesh (Etiopia), Marina Pace (Italia). La commissione si riunirà in Settembre per formulare il documento finale da presentare al Capitolo Generale.  

Ha seguito tutti i lavori l’Assistente Generale Sr. Aparecida Corrêa de Castro MSC.  Questo incontro ha dato anche modo, a molte di noi, di conoscere i luoghi e le missioni 

cabriniane a Buenos Aires:    la “palmera”  (palma) che orientò Madre Cabrini nella   scelta del posto dove iniziare la sua missione, le scuole, la stupenda statua al molo in memoria di Madre Cabrini che accoglieva gli immigrati che a frotte sbarcavano dalle navi, la parrocchia a lei dedi‐cata, la missione inserita in uno dei quartieri più poveri della città, con una scuola e un dispen‐sario medico che forse sono l’unica luce in tanta miseria.  

“Questo è bello: servire senza chiedere nulla in cambio, come ha fatto Gesù. Gesù ci ha servito tutti e non ha chiesto nulla in cambio! Gesù ha fatto le co‐se con gratuità e voi fate  le cose con gratuità. La vostra ricompensa è pro‐prio questa: la gioia di servire il Signore, e di farlo insieme!”  

(Papa Francesco 23 giugno 2013)  

Marina Pace, mlc 

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Rieti Incontro di Spiritualità Cabriniana

 Rieti, 6 – 10 Luglio 2013 

 La nostra Provincia ha voluto celebrare l’Anno della Fede con un breve corso di 

Spiritualità che si è tenuto a Rieti dal 6 al 10 Luglio nella magnifica cornice verde  di Vil‐la Cabrini. Vi hanno partecipato anche tre Sorelle della Regione dell’Europa Occidenta‐le. 

Le riflessioni dottrinali ci sono state proposte da Don Paolo Blasetti   che ci ha fatto riflettere sul principio fondamentale della nostra Fede: «La luce delle genti è Cri‐sto» poiché la nostra è una Fede Cristologica e Cristocentrica. Su questa base, citando la 2° lettera ai Cor 13,5, dove San Paolo dice: “esaminate voi stessi se siete nella fede, mettetevi alla prova. Non riconoscete forse che Cristo abita in voi?” Don Paolo ci ha in‐vitate a fare attenzione ai verbi: esaminare e discernere, indicandoci che  è importante continuare nella ricerca per vedere se la nostra Fede è veramente fede cristiana. Attra‐verso Cristo, i suoi stessi sentimenti infatti, noi possiamo entrare nel mistero del Padre e possiamo aspirare a vedere il Volto di Dio, entrare nella sua bellezza e nella sua mise‐

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ricordia, così come ci viene indicato dal culto al Sacro Cuore di Gesù. Questo ci è possi‐bile meditando la sua Parola e affidandoci a Lui. 

Nella seconda  riflessione Don Paolo ci ha proposto  la Fede di Maria Vergine. Mentre nella terza  riflessione abbiamo meditato  sulla Fede di Gesù e le sue caratteristiche. 

Altre riflessioni ci sono state proposte da Sr. Maria, MSC che ha ripercorso la Fede di Santa Francesca  Cabrini  nei  riguardi  di Dio  Padre,  del Sacro Cuore di Gesù, e dello Spirito Santo. Ad ar‐ricchire  il  nostro  incontro  di  spiritualità  hanno contribuito le esperienze di tutte le Suore, in par‐ticolare quelle di Sr. Francisca Alcácer, di Sr. Bar‐tolomea De Marchi e di Sr. Assunta Scopelliti.    Un  particolare  dono  ci  è  arrivato dall’Enciclica  Lumen  Fidei,  di  Papa  Francesco,   che era appena uscita proprio  in quei giorni che noi riflettevamo sulla Fede. 

Non  sono  mancati  momenti  di  sollievo come  la  rappresentazione dell’arrivo  in America delle prime Suore guidate da Madre Cabrini nel 1889 e la serata di fraternità. 

Ma la parte conclusiva soprattutto è stata particolarmente  suggestiva perché    ci  siamo  re‐cate a Roma, presso la Chiesa del Gesù, e davanti all’immagine  del  Sacro  Cuore  dove  tante  volte aveva pregato Madre Cabrini e tante altre nostre 

Sorelle, abbiamo rinnovato la nostra Fede recitando il “CREDO”. La Madre Provinciale, Sr. Annita, MSC ci ha salutate consegnando ad ogni Co‐

munità una statuetta del Sacro Cuore a ricordo di questo significativo Anno della Fede. Tutte le Suore partecipanti, hanno goduto non solo le riflessioni e le condivisioni spiri‐tuali, ma la fraternità e un gradevole clima di affetto e di serena accoglienza reciproca.  

Tutto si è concluso con un gustoso pic‐nic preparatoci dalla Madre Provinciale sul bel terrazzo di Via Sicilia. Non sono mancati i bei momenti liturgici l’ultimo dei quali presso la reliquia di S. F. Cabrini della Chiesa di Via Sicilia.  

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Milano - Casa di Cura Columbus Pellegrinaggio in Terra Santa

 13 ‐ 20 GIUGNO 2013 

 Sveglia nel cuore della notte il 13 Giugno: il ritrovo è fissato per le 5 in punto in 

Columbus. Dobbiamo partire per la Terrasanta, la Terra di Gesù. La Terra Promessa de‐gli Ebrei, sacra a tre religioni monoteiste, terra di contraddizioni e di conquiste, di spiri‐tualità e di violenza, di Santi e di Martiri, di tradimenti e di Amore sovraumano. Ci tro‐viamo insonnoliti al pullman che ci accompagnerà all’aeroporto di Orio al Serio. Siamo meno  di  venti:  gli  altri  ci  raggiungeranno  all’aeroporto.  Suor  Rachele  e  altre  cinque suore: Suor Annita, Suor  Loredana, Suor Giuditta Pala, Suor Elena, Suor Giuliana,  ci accompagneranno  lungo uno dei pochi viaggi  che Madre Cabrini  non  aveva  compiuto  e  cui,  forse,  agognava  in  cuor suo. Le attese sono tante, la speranza di una conversione o del rag‐giungimento di una maggior saldezza nella nostra povera, vacillante Fede molto grande.  

All’Aeroporto tutto fila liscio salvo qualche nome che non ri‐sponde all’appello. L’aereo è un charter, carico di soli Pellegrini. La partenza, incredibile a dirsi, puntuale, alla Svizzera, il volo piacevole, il personale di bordo gentile e  il pasto niente male. Si comincia be‐ne! 

All’arrivo,  sbrigate  abbastanza  rapidamente le  pratiche  doganali,  conosciamo  la  nostra  guida, Don Valerio Scolari, parroco di un paesino vicino a Brescia,  con  trent’anni  di  esperienza  di  guida  di gruppi  in Terrasanta. I giorni che verranno ce  lo fa‐ranno  conoscere  bene  questo  piccolo,  grande  uo‐mo, con un sorriso da bambino con i capelli bianchi, e l’entusiasmo di un ventenne, una conoscenza pro‐fonda della geografia e della storia di Israele, e una altrettanto grande conoscenza della Bibbia, del Vangelo e dei Sacri Testi. Raggiunto il nostro pullman insieme ad un altro gruppo che ci serve a fare numero (saremo  in tutto 41), partiamo per il Nord del Paese. Don Valerio si attacca al microfono parla, spiega, prega e ci  fa pregare e poi di nuovo spiega e parla. Non smetterà sino all’ultimo giorno quando,  esausto,  si  accascerà  sul  sedile  dell’aereo  di  ri‐torno abbandonandosi ad un sonno profondo. La sua ine‐sauribile  carica  vitale  gli  guadagnerà  il  soprannome  di “Duracell”.  

Raggiunta Haifa ci fermiamo per la Messa al Mon‐te  Carmelo,  quindi  ripartiamo  alla  volta  di Nazareth.  La città di Maria è molto più grande di quanto ci aspettassi‐

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mo. La suddivisione delle zone  in araba e ebraica è subito evidente: caotica e disordi‐nata la parte araba, ordinata e pulita quella ebraica che è posizionata in zona dominan‐te sulle alture su cui si adagia la città. L’albergo e il pasto serale più che dignitosi. Il let‐to comodo. Alle tre veniamo svegliati dalla voce del Muezzin che canta la sua preghie‐ra. Alle sei invece dal telefono che ci chiama alla prima colazione. Si parte presto e sarà sempre così per tutti i giorni successivi.  

Il soggiorno a Nazareth prevede, il  secondo  giorno,  la  visita  alle  rovine dell’antica  Seforis  (Seppolis  per  gli  E‐brei),  città  fondata da Erode  il Grande sullo stile delle città romane. Qui subito una  notazione  storico‐sociologica  di Don  Valerio  che  spiega  come  Gesù,  e suo  Padre  Giuseppe,  carpentieri,  per sopravvivere  dovettero  molto  proba‐bilmente  lavorare  alla  costruzione  di Seforis  insieme  a  molti  altri  artigiani della zona. Nazareth, con  le suo poche 

centinaia di abitanti, non avrebbe potuto garantire ad un  carpentiere  la  sopravvivenza. Tra  le  rovine vediamo un mosaico meraviglioso, frutto della sa‐pienza artistica di maestranze  romane,  tra cui un bellissimo  volto  femminile  che  sembra  staccarsi dal pavimento tanto è realistico. Lasciata Seforis ci dirigiamo verso  il Monte Tabor,  sede della  trasfi‐gurazione di Cristo.  Il posto,  situato  sulla  cima di un  colle  a  forma  di  tronco  di  cono  che  si  stacca dalla pianura, è abbagliante per la sua bellezza. Le costruzioni francescane e  la chiesa, con una parte risalente all’epoca crociata, invitano alla preghiera e alla meditazione. Oltre a questa però, gli Amici di Mondo X che ha posto una Comunità sul Mon‐te, preavvisati da Ezio Croci, pensano anche ai no‐stri  corpi  oltre  che  alle  nostre  anime  e  ci  fanno trovare un rinfresco sontuoso che, con molto sen‐so cristiano, accettiamo di buon grado.  

Il cielo è azzurro, solcato dalle vele di para‐pendio  che  volteggiano  leggere  senza  apparente 

sforzo, La calura del sole di Giugno è mitigata da una brezza  fresca. E’ veramente un luogo benedetto e verrebbe voglia di sostare a  lungo. Ma  il nostro Duracell non può fermarsi e ci obbliga al ritorno verso Nazareth. Qui ci attende la fontana della Vergine, custodita  in una chiesa Ortodossa,  luogo  leggendario dove Maria andava ad attingere l’acqua.  

Da qui ci rechiamo al santuario dell’Annunciazione che invece custodisce la gran parte della casa della Madonna. Le ricerche di archeologi e storici hanno stabilito che, 

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con grande probabilità, la grotta che  vediamo,  incastonata  sotto l’altare della bella  chiesa, è  ve‐ramente  il  residuo della casa di Maria.  La  Messa,  concelebrata da  molti  sacerdoti,  è  bella  e commuovente. Al  ritorno  verso l’albergo i nove “monelli”, i me‐dici della Columbus con relative consorti  e  amica  al  seguito,  si fermano  in  un  magazzino  di spezie.  I  profumi  sono  forti,  i‐nebrianti,  particolari. Viene  vo‐glia di comprare  tutte  le  spezie ma  saranno un  centinaio,  tutte diverse.  Alla  fine  ci  offrono  un caffè  denso  come  una  crema, forte, speziato, buonissimo.  

Nel  tardo  pomeriggio  il gruppo dei medici della Colum‐bus  si  reca all’Ospedale Cristia‐no  di  Nazareth  per  una  visita. Veniamo  accolti dal Dott.  Elias, urologo che ha studiato a Pado‐va  che  da  trent’anni  lavora nell’ospedale.  La  struttura  è bella, con un’ala più vecchia e ali in via di rifacimento o di costru‐zione  nuova.  Restiamo  stupiti dal  numero  degli  accessi  in pronto  soccorso:  45.000 all’anno!  Il  punto  nascita  effet‐tua circa 1300 parti. Alla sera, al ritorno da una passeggiata,  tro‐viamo  tutti  in  agitazione:  Don Valerio è caduto e si è fatto ma‐le.  In realtà ha qualche ammac‐catura  ed  abrasione  ma  una buona medicazione  e  un  po’  di ghiaccio  lo  rimettono  subito  in 

piedi e… pronto per la sveglia delle 6 del mattino seguente. Destinazione il Lago di Ti‐beriade.  

Sulla strada ci fermiamo al Monte delle Beatitudini per la Messa. Il luogo è ora un vero giardino meraviglioso con al centro la chiesa e alcune costruzioni ad uso fore‐steria e convento. La bellezza del  luogo,  il brano delle beatitudini,  la vista del  lago di 

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Tiberiade con le acque increspate dal vento, portano uno dei nostri a perdersi e a non risalire  sul  pullman  al  momento  della partenza. Dopo qualche pena, molte  te‐lefonate e nuovi appuntamenti disattesi la pecorella smarrita viene ritrovata e ri‐portata nell’ovile. 

 Andiamo  quindi  a  Cafarnao,  la città della maturità di Gesù, quella di Pie‐tro  e  Andrea.  Il  solo  nome  evoca  tanti episodi della predicazione di Cristo, il mi‐racolo dei pani e dei pesci,  la  tempesta calmata, la pesca miracolosa.  

La  rovine  della  città  sono  ben conservate e  la  sinagoga ancora  ricono‐scibile. Curiosità e commozione desta  la vista dei  resti della casa di Pietro, pochi sassi  circondati  dal muro  di  una  chiesa ottagonale bizantina,  il  tutto coperto da un  brutto,  enorme  sarcofago  in  vetro‐cemento che vorrebbe essere una prote‐zione e nel contempo offrire un punto di osservazione per la casa.  

Terminata  la  visita  ci  aspetta  la navigazione sul lago di Tiberiade, che po‐tremmo  paragonare  al  lago  di  Iseo ma che si trova circa 100 metri sotto il livello del mare. Sulla sponda opposta a quella di  partenza  ci  aspetta  un  Kibbutz  dove mangeremo il pesce San Pietro (e che al‐tro se no!) in un ristorante tipo catena di montaggio, peraltro molto efficiente.  

Alla  fine  del  pasto  saliamo  sul pullman che ci aveva preceduto via terra e  ci  dirigiamo  a  Cana,  piccola  cittadina vicino  a Nazareth. Nella  chiesa  del miracolo  della  trasfor‐mazione dell’acqua in vino, le coppie sposate vengono invi‐tate da Don Valerio a rinnovare la promessa di matrimonio. Molti si commuovono, soprattutto  le spose, per  la cerimo‐nia  inattesa, semplice e bellissima. Alla sera, dopo cena, si va  alla  fiaccolata  con  rosario  alla  Basilica  dell’Annun‐ciazione, una cerimonia sentita e partecipata. Il fresco della sera è abbastanza pungente e ci addossiamo  l’uno all’altro per scaldarci un po’. 

L’indomani alle sei e mezza (ma no!) la messa presso il convento dei fratelli del Sacro Cuore di Gesù di Charles de 

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Foucault, nello splendido giardino sot‐to  una  tenda. Quindi  partenza  per  la valle  del  Giordano.  Siamo  circondati dal deserto ma  la  striscia di verde  sul fondovalle ci  indica che  lì c’è  il  fiume, c’è acqua, c’è vita. In realtà il Giordano è un fiume quasi agonizzante, cui le ir‐rigazioni  sottraggono  continuamente acqua diminuendone progressivamen‐te  la  portata.  Il  sito  del  battesimo  di Cristo ci mostra un corso d’acqua fan‐gosa,  largo  pochi metri,  con  corrente lenta e pigra.  

Ci dirigiamo quindi verso il Mar Morto,  423  metri  sotto  il  livello  del mare. Visitiamo  il sito di Qumran,  luo‐go altamente suggestivo nelle cui grot‐te  furono  scoperti  i  rotoli  dei mano‐scritti  del Mar Morto.  Don  Valerio  ci narra  la storia degli Esseni, sorta di a‐sceti  ebrei,  dediti  a  bagni  rituali, all’isolamento  per  favorire  la  concen‐trazione, allo studio e alla  trascrizione dei testi sacri conservati nei famosi ro‐toli.  La  natura  selvaggia  del  luogo  è tuttavia sublime.  

Da qui, breve sosta alla spiaggia del Mar Morto. Qui, alcuni ardimento‐si, si sono  lanciati  in un bagno a nulla pericolosità  di  affogamento  nelle  ac‐que salatissime del  lago. Dopo  il pran‐zo a Gerico,  in un abbastanza anacro‐nistico grande Hotel all’americana, ve‐

ra cattedrale nel deserto, risaliamo il deserto di Giu‐da,  dove  il  panorama mozza  il  fiato.  Alcuni  accam‐pamenti di beduini punteggiano  i  lati della  strada e mostrano una  struggente povertà.  Il muro divisorio che si estende per chilometri e che segna  il confine tra  lo  stato palestinese e quello  israeliano annuncia l’avvicinamento a Gerusalemme che si annuncia con la visione della cupola durata della Moschea di Omar.  

Il pullman ci lascia fuori le mura, in un centro commerciale modernissimo. A piedi raggiungiamo  la Casa Nova del Francescani che sarà la nostra casa per quattro  notti.  Siamo  nel  cuore  della  città  vecchia, 

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nella  parte  cristiana ma  al  confine  con  quella araba. Alla sera, dopo cena, andiamo in piccolo gruppo  al  Santo  Sepolcro.  Chiuderà  entro mezz’ora  ma  ci  sarà  la  possibilità  di  visitarlo senza  la confusione della  folla che di giorno  si accalca.  La  visita  è  emozionante.  Alcuni  pian‐gono  sulla  sommità del Golgota e al Sepolcro, in preda ad una commozione  indicibile. Non è la morte di Cristo ma quello che da essa è sca‐turita,  la  Salvezza,  la  remissione  dei  peccati  a commuovere.  La  resurrezione  prevale  sulla morte.  La  sacralità  del  luogo  è  percepibile  o‐vunque, anche  se  c’è un prete ortodosso  che, posto a guardia del Sepolcro, cerca di regolare il passaggio dei pellegrini con modi a dir poco ruvidi, certo poco “ortodossi”. Non  im‐porta, niente può scalfire la bellezza del momento.  

L’indomani mattina, tutti al Muro del Pianto. E’ in corso, essendo lunedì, la ce‐rimonia del Bar Mitzvah, che indica il momento in cui un bambino ebreo raggiunge l'e‐

tà della maturità (13 anni e un giorno per i maschi, 12 anni e un giorno per le femmine) e  diventa  responsabile  per  se  stesso  nei  confronti  della Halakhah,  la  legge  ebraica, questo anche in considerazione della coscienza nel distinguere il bene ed il male. Deci‐ne di ragazzini, seguiti da un corteo di parenti  festanti e chiassosi, vengono portati a turno al muro del pianto dove, alla presenza di Rabbino, leggeranno il brano della To‐rah che li farà diventare uomini.  

Dal muro  del  pianto  saliamo  per  una  passerella  alla  spianata  delle moschee, quella di Omar  (o della cupola della  roccia, quella del sacrificio di  Isacco) e quella Al 

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Asqua. Torme di bambini delle varie scuole coraniche vociano festanti. Gridano qualco‐sa all’unisono, forse versetti del Corano. Il luogo è bellissimo e ben tenuto. Sorge sulla sommità dell’altura chiamata Morya, dove sorgeva l’antico tempio di Salomone, poi ri‐

costruito da Erode, fatto distruggere dell’Imperatore Adriano. Il luogo è sacro per le tre religioni monoteiste:  la cristiana perché Cristo predicò nel Tempio e ne cacciò  i mer‐canti, quella ebraica perché il tempio costituiva  il cuore religioso della nazione, quella mussulmana perché dalla roccia custodita nella moschea di Omar si dice che Maomet‐to fu portato in cielo dagli angeli. Luogo sacro ma anche causa di intrighi, rivendicazio‐

ni, delitti e guerre.  Nel pomeriggio si va a Betlemme,  la città di Davide, attraversando  la frontiera 

segnata dal muro grigio edificato dagli israeliani per tenere lontani eventuali attentato‐ri. La prima sosta al campo dei Pastori, un insieme di grotte adibite ad ovili al tempo di Gesù.  I  pastori  erano  considerate  persone  impure,  pascolavano  le  pecore  nere, anch’esse animali impuri. E Gesù si fece annunciare e adorare per primi proprio da lo‐ro, gli ultimi degli ultimi. E’ sempre una lezione sul grande Amore per tutti gli uomini, quello che ci rende uguali agli occhi di Dio. La basilica della natività è francamente mal tenuta, sporca, buia: è lo stile degli ortodossi e la rivalità tra cristiani che ci viene spie‐

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gata è un evento  triste. La sera, a cena, grande  festa per due compleanni  (Claudia e Giuliano) e per la ricorrenza del 46° di sacerdozio di Don Valerio. Festeggiamo a torta e spumante e il Padre è felice e commosso come un bambino.  

Il  giorno  dopo  siamo  all’orto  degli  ulivi, una  collina posta di  fronte  al monte Morya da cui si gode una vista spettacolare sulla spianata del  Tempio  e  sulla  Gerusalemme  murata.  Le tappe della Passione iniziano qui: il pianto di Cri‐sto,  il  Padre  Nostro,  la  grotta  dell’arresto, l’abbandono degli Apostoli.  I momenti più  tristi della vicenda umana di Cristo si sono concentra‐ti in questo luogo sacro, di per sé bellissimo.  

Nel pomeriggio visita alla Chiesa di Santa Anna,  alle  piscine  probatiche,  luogo  impuro  per  gli  ebrei  in quanto vi  lavavano gli agnelli destinati ai sacrifici nel  tempio e quindi  considerate  luogo  impuro.  Eppure  Gesù  scelse  questo luogo per guarire il paralitico, dimostrando ancora una volta una scelta di rottura con la tradizione ebraica.  

Resta ancora un giorno e  lo  trascorriamo, alla mattina, nel  luogo  dell’ultima  cena,  dove  fu  donata  agli  uomini l’Eucarestia. La chiesa è bella e  la struttura primitiva crociata si riconosce perfettamente. Per  i  soliti dispetti  tra  le  religioni  gli ebrei  indicano questo  luogo come quello della sepoltura di Da‐vide e quindi  lo hanno  riempito di centri studi e biblioteche e‐braiche che si  frappongono  tra  i cristiani e  i  luoghi di possibile raccoglimento.  

Il pomeriggio andiamo a visitare la casa di Sant’Elisabetta, posta poco fuori Ge‐rusalemme, e quindi  il museo della  Schoà,  che  si  trova  vicino. Vediamo  il bosco dei Giusti, coloro che aiutarono ebrei a sfuggire alla persecuzioni naziste. Grande commo‐zione e rispetto per  il dolore di un popolo che è  il dolore di tutti noi. Dolore e anche commozione e  rabbia quando entriamo nel padiglione dei bambini, quello  che  com‐memora il milione e mezzo di bambini ebrei uccisi dalla furia nazista. Un piccolo lume nel buio, riflesso attraverso innumerevoli specchi, viene moltiplicato all’infinito. Tante 

fiammelle, tante stelle che restano accese, simbolo del ricor‐do ma anche di speranza: la vita non si spegne con la morte.  

La mattina dopo, per le sette, siamo al S. Sepolcro per la Messa. Padre Valerio celebra proprio nella cappella del se‐polcro,  dove  si  entra  in  pochi.  E’  commosso  perché,  in trent’anni di Terrasanta, è  la prima  volta  che gli  viene  con‐cesso di  celebrare  in questo  luogo. Fatica a parlare e noi  ci commuoviamo con lui.  

Ormai ci dobbiamo recare all’aeroporto di Tel Aviv per la partenza. Le  formalità doganali non sono poi così difficol‐tose come erano state descritte.  Il ritorno è tranquillo come l’andata. Siamo noi che siamo diversi.          

Giuliano A. Lucani

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Milano La “crisi” vista dallo sguardo di un bambino

Andrea,  figlio di un collaboratore della Columbus, ha vinto  il primo premio di 

prosa nella sua scuola. Vogliamo proporre alla vostra lettura il suo scritto: 

 

Gli occhi di mio padre  Anche stasera si preannuncia una serata come le altre. 

Mio padre sta per rincasare e mia mamma prepara la cena. Nell’aria a‐leggia un che di strano, di malinconico.  In effetti di questi tempi non ce ne va una  giusta. Era bello quando,  all’inizio, prendevamo  la  crisi per  scherzo, pen‐sando ad un  fenomeno passeggero, ma ora non è più così.  I miei sono agitati, come tutti coloro che hanno un mestiere.   Ecco mio padre,  sta  rientrando a  casa. E’  stanco,  come  sempre, ma oggi noto  in  lui qualcosa di diverso: i capelli sono più bianchi e qualche ruga in più segna il volto. Stasera il ver‐de dei suoi occhi mi sembra spento. Quegli occhi molto espressivi, che comunicano diecimila sensazioni, oggi, non riescono a nascondere tutto ciò che stiamo vivendo e la preoccupazione per le nostre non più floride condizioni economiche. 

Mio padre, come molti imprenditori italiani, non sta vivendo un bel periodo ed io, pur essendo ancora un  ragazzino, ho capito che quando  i poteri vanno alle grandi banche e alle grandi aziende, i piccoli imprenditori vengono schiacciati. 

Lui si vede schiacciato, da un sistema che non  l’aiuta. I suoi profondi occhi verdi sono amareggiati. Si sente tradito da uno Stato che non lo ama e che lui considera “casa”. La “casa” in cui vuole rimanere.   E’ deluso da uno Stato che non  lascia spazio ai figli; uno Stato vecchio che ha bisogno di cambiamento. E’ deluso da chi grida “cambiamento” seduto su una poltrona. E’ deluso da una umanità che non impara e commette sempre gli stessi errori. E’ deluso dalla gente, che crede che non votare o scrivere un insulto sulle schede elettorali risolva qualcosa. E’ deluso dall’ignoranza della gente, che pensa di più a chi vincerà  la Champions League che ad informarsi su ciò che succede nel mondo. Forse è vero come diceva Joseph Maitre che “ogni nazione ha il governo che si merita”. 

Io guardo mio padre triste e malinconico. Mio padre deluso. Mio padre scoraggiato che osserva l’Italia e il suo popolo una volta geniale, ribelle e colto, cadere in basso. 

Io mi domando: “Dove sono finiti Galileo Galilei, Leonardo da Vinci, Guglielmo Marconi e Alessandro Volta che hanno rivoluzionato la scienza? Dove sono le idee di uomini del calibro di Giulio Cesare,  i  fratelli Gracchl, Ottaviano, Cavour, Mazzini, Garibaldi e Alessandro Manzo‐ni?” Restano solo sui libri di scuola, sulla carta che nessuno mai rilegge!  Io so solo che duemila anni fa avevamo in mano il mondo conosciuto mentre ora, e voglio citare una frase di Winston Churchill, siamo solo il “ventre molle d’Europa”. 

Deboli! Spesso mi domando: “Perché se queste cose  le capisco  io, ragazzino di tredici anni che ancora “puzza di latte”, gli uomini di potere non le comprendono? 

I genitori e gli  insegnanti ci dicono che  il  futuro è solo  in mano nostra, di noi giovani generazioni. 

Io da grande mi dedicherò al mio Paese, perché non dimenticherò mai quel velo di gri‐gio, senza speranza, negli occhi verdi di mio padre. 

Andrea Randisi Primo premio 

Scuola secondaria di I grado Plesso Eugenio Curiel – Classe 2 D 

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Milano – Istituto Cabrini Progetto Civis – Scuola secondaria

 

 Il lavoro svolto per il Progetto Civis ha dato il là a contatti via skype con le classi dell’Istituto Ca‐

brini di Madrid: ai nostri ragazzi è stato chiesto di formulare  le domande   sull’alimentazione e  le tradi‐zioni alimentari da porre ai loro coetanei spagnoli. Richiesto il contatto via mail, all’ora e al giorno stabi‐liti,  le  classi  si  sono parlate  (anche  grazie  ai  loro  insegnanti!)  consentendo una  apertura della nostra scuola Cabrini milanese verso un  “Cabrini”  internazionale; apertura  che  si dilaterà  sempre di più  con progetti di gite e convivenze insieme! 

 

 Quest'anno  la nostra classe si è classificata al primo posto al concorso Civis, 

che ha come tema principale l'alimentazione nel mondo. Per  partecipare  al  concorso  i  professori  hanno  deciso  di  proporre  ai  ragazzi l’esecuzione di un elaborato composto dalle pubblicità realizzate  in classe e da que‐sta relazione che spiega come abbiano studiato  l’argomento e come  lo abbiano tra‐sformato in slogan e titoli pubblicitari. Per realizzare le pubblicità la classe è stata di‐visa in quattro gruppi. Ogni gruppo era composto da circa sei persone e doveva trat‐tare un tema specifico riguardante  la nutrizione:  la denutrizione,  la malnutrizione,  il servizio di mensa nei paesi sottosviluppati e gli aiuti umanitari sulla raccolta e distri‐buzione degli alimenti. Ecco come i quattro gruppi hanno lavorato.  Gruppo sulle mense nei paesi sottosviluppati.  

L'argomento affidato al nostro gruppo era quello della mensa nei paesi sotto‐sviluppati. Abbiamo avuto diverse  idee, alcune difficili da  realizzare, altre poco  im‐mediate. 

Abbiamo capito che,  invece,  l’immagine della pubblicità doveva essere sem‐plice e d’impatto, facilmente comprensibile e che restasse impressa. Alla fine abbia‐mo avuto  l’idea geniale: abbiamo deciso di realizzare un planisfero con evidenziate in rosso le zone in cui vi è la denutrizione. 

 Per  realizzare  questa pubblicità ci è stato d’aiuto il si‐to della WFP, un'organizzazione umanitaria  che  porta  il  cibo  in tutti  i paesi  in cui ne hanno bi‐sogno. Abbiamo  anche  utilizzato,  per rendere  più  forte  l’immagine, delle foto prese dal sito che raf‐figurano dei bambini che abita‐no  nei  paesi  sottosviluppati  e che  ricevono  un  pasto  dalla WFP. 

Abbiamo colorato di giallo  il  titolo con  le ecoline e decorato  il cartellone con 

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delle cornicette. Il giallo era un colore che spiccava molto contro il blu intenso del car‐tellone. Sempre dello stesso colore abbiamo stampato dei testi informativi della Wfp, perché  la professoressa ci ha spiegato che nelle pubblicità vi sono sempre  immagini, un titolo semplice, in grande e in basso e, per chi vuole informarsi, un breve testo che argomenta quello che la pubblicità vuole comunicare. 

Il lavoro è stato molto appassionante e il nostro gruppo si è organizzato in mo‐do molto proficuo; ognuno di noi ha contribuito con le proprie capacità e le proprie idee e  il risultato finale ha colpito tutti, anche gli altri compagni, che ci hanno fatto molti complimenti. Questo ci ha dato molta soddisfazione!  Gruppo sulla malnutrizione. 

Inizialmente,  per  realizzare  questa  pubblicità,  volevamo  inserire  alcune  im‐magini con bambini europei felici e immagini di bambini denutriti, ma riflettendo con la professoressa abbiamo pensato che la malnutrizione non è presente solo nei paesi sottosviluppati, anzi!  I paesi più ricchi hanno forti casi di malnutrizione come dimo‐stra l’alta percentuale di obesità negli Stati Uniti. 

 Nel  nostro  cartellone  ab‐biamo  quindi  deciso  di  rap‐presentare  due  tipi  di  casi:  due bambini obesi posti a confronto con tre bambini sani. Per far capire subito il fatto che una cattiva  nutrizione  comporta  tanti problemi, abbiamo incollato intorno alla  foto dei bambini obesi  tantissi‐mi nomi di malattie che derivano da questa  condizione.  L’impatto  visivo era molto forte perché, all’opposto, intorno alla foto con  i bambini sani, non abbiamo messo tante scritte, ma solo due: Buona salute e Gioia di vivere. 

Per mostrare  come  anche  il poco esercizio  fisico e una  vita  sedentaria può causare danni al nostro corpo abbiamo scelto una foto di bambini sdraiati sul divano davanti  alla  televisione mentre,  l’altra  foto, presenta  tre bambini  felici  alla mensa scolastica. 

Il  titolo  che  abbiamo  deciso  di  dare  al  cartellone:  “Good  food  good  life”  è molto adatto perché fa capire subito  l'argomento trattato. Lo abbiamo scritto  in  in‐glese per renderlo più originale e perché è la lingua universale, quella che chiunque dovrebbe comprendere  (quindi è un messaggio per  tutti). Abbiamo poi  inserito un piccolo testo in cui è spiegato che cosa è la malnutrizione. Il cartellone pubblicitario è diventato bellissimo, soprattutto per  l’uso dei colori e perché comunica  in modo efficace e originale un insegnamento, un messaggio importante che riguarda tutti.  Gruppo sugli aiuti umanitari sulla raccolta e distribuzione di cibo. 

Per realizzare  la nostra pubblicità abbiamo deciso di utilizzare come tema  la Colletta del Banco Alimentare, che è un aiuto umanitario esistente in Italia e in altre 

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parti del mondo. Abbiamo scelto questo tipo di realtà perché anche a noi ragazzi a scuola è  stato proposto di partecipare  al  gesto della Colletta  alimentare portando 

alimenti  e  facendo  i  pacchi  tutti insieme durante i pomeriggi. 

 Dopo  una  settimana  ab‐biamo  finalmente  avuto  l’idea vincente!  Abbiamo  pensato  di scattare  una  foto  raffigurante  un sacchetto della Colletta Alimenta‐re e contenente del cibo da dona‐re  ai  più  bisognosi.  I  manici  del sacchetto dovevano essere  tenuti da Laura e Martina, due del grup‐po,  mentre  due  altri  compagni, Jarold e Kebre, che hanno la pelle 

scura e che quindi potevano simboleggiare le persone dei paesi meno fortunati, do‐vevano ricevere il sacchetto. 

La foto è stata scattata su uno sfondo raffigurante un paesaggio africano, per simboleggiare come  la realtà del Banco Alimentare sia arrivata  fin  là. Anche parole profonde ci hanno aiutato per  il titolo: “Un piccolo gesto salva una vita. Aiutaci an‐che tu!” 

Il colore del cartellone che abbiamo scelto è arancione, sgargiante e forte per rappresentare la nostra grinta. Il titolo voleva essere viola, ma a causa di un imprevi‐sto, è stato stampato in nero. Subito ci siamo messi all’opera per rimediare: abbiamo ritagliato una striscia di cartoncino viola e ci abbiamo incollato sopra il nostro titolo. Ai lati dell’immagine abbiamo anche inserito due piccoli testi con alcune informazio‐ni sulla Colletta Alimentare. Abbiamo poi rifinito il lavoro con un pennarello indelebi‐le bianco. 

Ognuno  di  noi,  per  realizzare  questo  cartellone,  ha  dato  tutto  se  stesso; l’amicizia e la voglia di fare sono stati fattori importanti che ci hanno aiutati a restare uniti, nonostante le idee diverse e i momenti di scoraggiamento. 

Questo lavoro ha fatto profondamente riflettere tutti noi: ci siamo resi conto del bisogno di molte persone, di come patiscono  la  fame e del  fatto che possiamo dare un piccolo aiuto attraverso gesti di generosità. 

È stata un’esperienza  fantastica. Abbiamo  imparato a conoscerci ancora me‐glio,  a  collaborare, ma  soprattutto  abbiamo  visto  come  possiamo  concretamente confrontarci e lavorare per aiutare gli altri. Quello che ci è piaciuto di più è stato fare la foto: l’idea di essere protagonisti di una pubblicità è stata vincente e coinvolgente.  Gruppo sulla denutrizione. 

Abbiamo pensato per due  settimane ad alcune possibilità ma non avevamo un’idea brillante. Abbiamo avuto un’idea particolare ed originale e abbiamo lavorato su questa per molto tempo. 

Una volta giunto  il momento di  trovare e  ricercare  immagini e  informazioni per allestire  il cartellone Nuria e Ludovica, due compagne del gruppo, si sono  rese 

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conto che probabilmente  il progetto  idealizzato non era dei migliori;  l’idea era sim‐patica ma poco  fattibile. A quel punto tutti quanti eravamo piuttosto demoralizzati poichè sapevamo che l’idea bocciata ci era piaciuta e ci aveva richiesto molto impe‐gno. Non avevamo proprio  ispirazione per realizzare qualcosa di nuovo, particolare, 

significativo,  ma  soprattutto  rea‐lizzabile ed esteticamente avvincen‐te.  

Improvvisamente,  quando  ci stavamo  orientando  sul  tema  del‐l’ambiente  legato  all’alimentazio‐ne Virginia, una nostra compagna, è  in‐tervenuta  urlando  la  parola  puzzle! Si  è  accesa  allora  una  lampadina, tutti  eravamo  d’accordo:  avremmo creato un puzzle che potesse  legare noi  fortunati  ai più bisognosi,  come se  fossimo  una  cosa  sola.  Eravamo 

molto felici, abbiamo resettato tutte le idee e abbiamo deciso di ricominciare da ze‐ro. Alcuni erano addetti alla ricerca delle immagini più belle e significative, altri era‐no alle prese con il metro e la matita per la realizzazione del titolo ed altri ancora re‐alizzavano la foto in modo da essere concretamente protagoniste del puzzle. 

Il titolo doveva riportare la scritta: La denutrizione si può combattere! Aiutaci a costruire un ponte fra noi e  loro. L’idea di mettere  la parola costruire era perfetta perché riprendeva l’idea del puzzle. 

È  stato bellissimo  scattare  la  fotografia con alcuni alimenti  in mano  (come a voler dire che volevamo portare da mangiare a chi è denutrito) e, per  lo sfondo, ab‐biamo scelto un immagine della nostra affascinante città, Milano. Solo ieri siamo riusciti a terminare il nostro progetto, sono stati molti i momenti diffi‐cili e nei quali c’era bisogno che tutti quanti collaborassero con più forza e impegno. Fortunatamente siamo stati una squadra più che perfetta poiché ognuno di noi, nel settore  in cui era più competente, ha dato il massimo di sé. È stato questo che ci ha aiutati ad andare avanti e non arrenderci mai, poiché  il traguardo si raggiunge sola‐mente con sforzo ed impegno. 

Nuova  idea,  nuovo  mondo!  Era questo  il nostro motto  che  ci ha aiutato ad arrivare  fino  in  fondo e a terminare  il nostro  lavoro  con  grande  soddisfazione! Vedere il puzzle concluso e incollato, col‐to  come  se  si  stesso  componendo  e  si stesse davvero creando un unione fra noi e i ragazzi dei paesi sottosviluppati, è sta‐to davvero bello e soddisfacente.  

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Torino – Istituto Cabrini Cabrini’s Talent

 

  

  Per chi non lo conosce, il "Cabrini's talent" è un normale spettacolo di fine an‐

no, nel quale gli studenti della scuola primaria e secondaria possono cimentarsi in bal‐letti, sketch ed esibizioni canore; un occhio esterno vedrebbe la scena piuttosto comu‐ne di ragazzi emozionati, genitori orgogliosi e plaudenti e professori un po' più distesi e sorridenti del solito... Eppure per ciascuno dei partecipanti è qualcosa di diverso e par‐ticolare: è  il momento  in  cui affrontare un pubblico e  vincere  le proprie paure,   è  il momento  in cui si dimostra qualcosa ai compagni e agli adulti  in sala e ci si sente più grandi, è  il momento  in cui è possibile essere complici degli  insegnanti attraverso di‐mostrazioni che esulano dalla classica interrogazione,  ma che mostrano il carattere di chi recita, canta o balla. 

È così da parecchi anni e anche questa volta i giovani artisti hanno reso dinami‐ca,  piacevole e gioiosa la serata che conclude l'anno scolastico.  Ed è stato un momen‐to tutt'altro che normale o comune,  in cui tutti si sono sentiti veramente parte di un progetto e di una famiglia.  Non a caso il saluto finale,  letto da alcune alunne dell'ulti‐mo anno, ha fatto scendere una lacrima a più di una persona. 

Le loro esperienze, i loro ringraziamenti,  il loro affetto sono stati intensi, sinceri e commoventi, perché quando, in una famiglia, qualcuno si emancipa e prende la pro‐pria strada c'è grande gioia e speranza, ma chi resta fa fatica a lasciare la mano che ha tenuto per tanti anni e si chiede se quei giovani che partono per nuove esperienze sia‐

no  pronti  e  se  noi  insegnanti abbiamo fatto abbastanza. 

L'augurio  che  sia  tutto positivo è certo ed è stato reite‐rato  anche  durante  la  Messa dell'ultimo giorno, cerimonia uf‐ficiata  dal  nostro  professore  di religione,   don Mario,   in un cli‐ma  misto  di  gioia,  per  l'inizio delle  vacanze e di un pizzico di malinconia, per  la  fine di un al‐tro  anno  durante  il  quale  lo sguardo  di Madre  Cabrini  ci  ha reso  simili  ad  altre  scuole,  ma anche un po' speciali.  

G. Giurato

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Sant’Angelo Lodigiano

I bambini della Cabrini pregano la Vergine Maria 

  

I  bimbi  della  scuola  dell’infanzia  “Madre  Cabrini” mercoledì  15 maggio  2013 hanno pregato  con  il Vescovo Mons. Merisi,  il parroco mons. Ermanno e  i  sacerdoti della nostra parrocchia, nella cappella dell’Istituto, il Santo Rosario. E’ ormai tradizione consolidata (è il settimo anno) la gradita visita del nostro Vescovo alle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, ai bambini, alle insegnanti, a tutte le famiglie e alla comunità di S. Angelo Lodigiano per pregare  insieme  la preghiera più bella  che  si possa  fare a Maria nel mese a  Lei dedicato per  riflettere  insieme  sul  significato della preghiera e per affidarLe tutte le gioie e le speranze che ognuno di noi ha nel profondo del cuore. Quest’anno ci  siamo  lasciati guidare da Papa Fran‐cesco, con “la preghiera delle 5 dita”: l’ha composta il  Papa,  quando  ancora  era Cardinale  in Argentina ed è un semplice e valido aiuto per proporre ai pic‐coli il Santo Rosario utilizzando le loro manine. 

Il Rosario è stato animato dalle voci e dai ge‐sti dei bambini e delle loro famiglie e dal Coro CUO‐RINCANTO composto dalle mamme dei bambini che tutt’ora  frequentano,  o  hanno  frequentato,  la  no‐stra  scuola  dell’infanzia.  Con  le  loro  voci,  i  canti sempre  nuovi  e  la  loro  presenza,  hanno  saputo, come sempre, rendere unico ed armonioso questo immancabile appuntamento  che è  stato preparato con grande cura, amore ed attenzione verso i bam‐bini. 

Il canto e la preghiera ci avvicinano a Gesù e alla sua mamma – Maria – e tutti noi abbiamo bisogno di sentire accanto la Loro presenza in questo mondo dove la fede e l’amore sono sostegno e forza nel cammino. 

 Grazie di cuore a tutti voi che, con fede viva, avete pregato il Santo Rosario: è nella preghiera che possiamo vivere da fratelli, sostenendoci a vicenda e sentendoci uniti 

come una grande famiglia. Per concludere vi dedichiamo un pensiero della nostra Madre Cabrini: 

“Maria ci accoglie ogni qualvolta andiamo a lei,  ci ascolta benigna, ci conforta, ci illumina  

e si fa nostra guida nella via che dobbiamo calcare”.  

Chiara e AnnaMaria 

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CODOGNO  

 

CHIUSURA DEL CONSIGLIO ESTESO  

La celebrazione della festa di Pentecoste a Codogno è stata quest’anno partico‐larmente solenne e animata. Innanzitutto per la presenza del Consiglio Esteso che si è 

concluso proprio  la Domenica di Pentecoste con  la partecipazione del Coro “K 80” di‐retto dal maestro Carlo Rognoni, in una solenne Liturgia nella Chiesa del Tabor, dove le Suore e i Laici partecipanti hanno offerto al Sacro Cuore il risultato della loro settimana di  lavoro ed hanno  ricevuto, presso  l’altare del Cuore di S. F. Cabrini,  il  ricordo della Madre Generale: una preziosa pergamena con la Benedizione del Santo Padre France‐sco per ogni Provincia‐Regione presente.  I membri del Consiglio Esteso hanno anche dedicato un  tempo per  la visita al Museo e alla Mostra delle Pergamene  rinnovando con gioia il loro spirito di appartenenza alla Casa di Codogno. 

  

OPEN DAY  

    L’Open Day è stata una iniziativa della Casa di Codogno che ha voluto aprire al territorio le porte per far conoscere le attività che ivi si svolgono: il Centro di Spirituali‐tà, la Residenza Sanitaria Assistenziale, il Museo Cabriniano di Codogno e la Casa delle Sorelle Anziane.  

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    Per  l’occasione è  stata allestita una  Mostra  dal  titolo:  “La  Missione Cabriniana  oggi”,  che  raffigurava  il messaggio del Capitolo Generale 2008: “La Nuova Visione Missionaria”.    La  partecipazione  di  tre  Band, ha rallegrato i vari momenti della gior‐nata, nonostante la pioggia torrenziale che  cadeva  ininterrottamente.  Per l’occasione è stata stampata una  inte‐ressante Brochure che racconta in bre‐ve le attività della Casa di Codogno.   Un  semplice  “brindisi” è  stato of‐ferto per  ricordare  i dieci anni di  fon‐dazione della RSA.      Altra  attrazione  è  stata  la Mo‐stra:  “Il  Linguaggio  delle  Pergamene” che  era  stata  allestita  per  le  giornate dei Beni Culturali, e che è stata visitata da molti gruppi e persone. Inoltre i Vo‐lontari, il personale, gli Ospiti della RSA hanno allestito la Mostra dei loro lavo‐ri di pittura, fotografia, handcraft  , torte e dolci  il cui ricavato della   vendita è servito alle attività della Missione di Dubbo. 

     Lo  stesso  giorno  si  è  celebrato  l’Incontro  delle  famiglie  che  hanno  adottato bambini dell’Etiopia, che questa volta è stato rallegrato dal Battesimo della Francesca 

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Ribka, che si è celebrata con solennità e con la presenza anche delle due giovani Suore Etiopi: Sr. Addise e Sr. Alemenesch. 

 Una delle famiglie presenti ha raccontato la sua testimonianza:  

Quando Kelly e Pietro mi hanno chiesto di portare la mia testimonianza in questo giorno così importante per la loro famiglia, ho chiuso gli occhi e sono tornata a momenti indimenticabili.

La storia della famiglia di Ribi, di Kelly e di Pietro è una straordinaria storia di amore, di gioia e di solidarietà che cresce giorno dopo giorno ed è indissolubilmente legata alla nostra.

E’ iniziata con una telefonata la più importante della vita arrivata dal Wollayta, dal cuore dell’Etiopia: era la voce di Ribi che chiamava mamma Kelly e papà Pietro: “Vi sto aspettando, quando ar-rivate?” Il loro cuore era già volato per migliaia di kilometri laggiù, ma non era possibile, bisognava purtroppo aspettare che tutte le carte fossero pronte. Ed è così iniziata la fatica più grande del cammino verso la piccola Ribi: L’ATTESA FINALE, quella che sembra non finire mai e che ti toglie ogni energia. E intanto Ribi cresceva accudita amorevolmente dalle suore di Dubbo e dalle loro aiutanti, che, come ho visto con i miei occhi, non si risparmiano per i poveri e i bisognosi e che fanno di tutto, nella ristrettezza dei mezzi, per riempire i bambini di amore nell’attesa di mamma e papà e per aiutare i po-veri dell’Etiopia.

In questo faticoso periodo, un giorno, per caso, io e Kelly ci siamo trovate una accanto all’altra a una riunione del Centro Aiuti per l’Etiopia e da lì le nostre strade si sono sovrapposte e abbiamo ini-ziato un’amicizia che durerà per sempre.

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Pensate che proprio quella stessa sera, era il 9 aprile 2011, anche io e Paolo abbiamo ricevuto la telefonata della VITA, quella della nostra piccola Meti, anche lei che dal Wollaytta ci chiedeva di cor-rere da lei al più presto!

Kelly e Pietro sono volati da Ribi a fine giugno 2011 e hanno incontrato anche la nostra picco-lina in uno dei lettini vicini a quello di Ribi, l’hanno coccolata e ci hanno portato delle immagini dei suoi occhioni curiosi che cercavano quelli di mamma e papà.

Quando anche noi finalmente abbiamo potuto volare in Etiopia abbiamo incontrato, oltre a no-stra figlia, una terra e un popolo ai quali saremo legati per sempre.

Non scorderò mai i sorrisi con i quali sono stata accolta da tutti in Etiopia, la loro simpatia e la semplicità di chi non ha nulla; la prima volta in cui mi hanno invitata a “bere un caffè” (cerimonia tipi-ca per loro) e mi son trovata a chiacchierare con loro per due ore, finché non fosse pronto il caffè, in-gannando l’attesa con i popcorn appena fatti sul fuoco! Io non sapevo la loro lingua e loro non sapeva-no la mia, ma nessuno se ne è accorto! E ringraziavano il Signore per avere loro donato quel giorno di vita!

E ancora di più non mi scorderò la dignità e la gratitudine a Dio che ho visto nei volti delle persone che ricevevano anche solo un piccolo aiuto: voglio solo portarvi un esempio di ciò che ci è ca-pitato quando Paolo e io eravamo nel Wollaytta. Un giorno insieme ad un’altra coppia abbiamo deciso di regalare ai muratori che stavano costruendo una Chiesa i nostri vestiti che avevamo portato in più e alcune coperte di pile. Naturalmente le hanno prese sorridendo e ringraziando e un uomo di circa 30 anni prendendo le scarpe usate di Paolo si è messo a saltare mostrandole a tutti e facendo segno al cielo per farci capire che Dio ci ringraziava!

Ecco qui, quindi, cosa è stata e continua a essere per noi l’adozione: una strada sulla quale ab-biamo ricevuto il dono più grande, nostra figlia, ma anche un’esperienza in cui abbiamo ritrovato ciò che davvero dà senso alla vita: le relazioni vere e profonde, la solidarietà, l’apertura agli altri, la capacità di distinguere ciò che è necessario da ciò che invece, nonostante lo sembri, davvero non lo.

GRAZIE RIBI! GRAZIE METI! E TANTI AUGURI a RIBI, KELLY E PIETRO!!!!! 26 maggio 2013, Francesca con Paolo e Meti

La gioia della giornata

 Eccomi qui a raccontare di una giornata stupenda… 

gioia, amore, amicizia… chi più ne ha più ne metta!! La presenza di Suor Maria Regina, sister Addise e sister Ale‐menesch  hanno  reso  ancora  più  indimenticabile  questa giornata. 

L’arrivo dei “nostri bimbi” provenienti da Dubbo po‐co per  volta,  con  il  loro  vociare ha  reso  la mattina un po’ particolare anche per  le nostre suore  in casa di riposo… per un  po’  bimbi  e  genitori  hanno  sostato  e  parlato  con  loro. Penso che le stesse siano state ammirate nel vedere quanto amore aleggiava nell’aria…. abbiamo spiegato a  loro chi e‐rano questi bimbi color cioccolatino e da dove venivano. 

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Tutto è nato  lo scorso anno, con un semplice pranzo e sette otto famiglie, quest’anno tanti hanno saputo ed hanno voluto  intervenire, così si è formata una GRANDE FAMIGLIA dai mille colori, abbiamo condiviso le gioie e le paure dell’adozione internazionale… non sempre fa‐cile. 

Ognuno di loro ha portato la propria esperienza di essere diventata famiglia e la felicità di aver accolto con tanto amore i bimbi provenienti dal nostro centro di Dubbo. 

Il papà di un bimbo… Paolo Condotti ha messo  in vendita un bellissimo  libro di favole, scritto interamente da lui e il ricavato dell’acquisto di questo è andato interamente alla nostra Missione. Con Paolo cercherò di programmare altri avvenimenti per aiutare la nostra Missione, ma tutti  i genitori presenti mi hanno chiesto di essere  informati per poter aiutare “le suorine” così le chiamano loro che hanno accolto per prime i loro figli. 

Il prossimo anno è certo  ripeteremo… però non so se  il Centro di Spiritulità  riuscirà a  contenere tutti quelli che purtroppo quest’anno non sono riusciti ad essere presenti… ci prove‐remo. 

Grazie infinite a tutti per questa giornata…. (Luisa Rusconi) 

 La Chiesa del Tabor è  rimasta aperta  tutto  il pomeriggio per  la visita di cono‐

scenti e persone che non conoscevano; ad accogliere i visitatori l’arpista, signora Fran‐cesca Perotti, suonava le melodie sacre più belle.   

FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ  

Seguendo la nostra programmazione per l’Anno della Fede, quest’anno a Codo‐gno  abbiamo  voluto  celebrare  la  festa  del  Sacro  Cuore  con  un  po’  più  di  solennità chiamando alcuni oratori per  le  riflessioni durante  il Triduo e  invitando alcuni “Cori” del Lodigiano ad animare le varie celebrazioni.  

L’organizzazione è stata un po’ laboriosa, ma il Sacro Cuore merita questo ed al‐tro. Le tre conferenze del triduo hanno messo a fuoco aspetti diversi del culto al Sacro Cuore e ci hanno aiutato a trovare ancora più ragioni per “credere” all’amore di Gesù per  noi.  La  prima  riflessione  dottrinale  è  stata  tenuta  dall’ottimo  Rev.mo Don  Enzo Raimondi. Nella seconda riflessione,  la signora dott.ssa Rosanna Brichetti Messori, ha 

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fatto un breve escursus delle apparizioni della Madonna facendoci notare che il Cuore Immacolato di Maria, rimanda sempre al Sacro Cuore di Gesù, il quale è presente nelle richieste che  la Madonna fa nelle sue rivelazioni. La terza riflessione è stata proposta da S. Ecc. Mons. Giuseppe Merisi, Vescovo di Lodi. 

Il  giorno  del  Sacro  Cuore  ha  presieduto  l’Eucaristia  il  Vescovo  di  Piacenza, Mons. Gianni Ambrosio che ha fatto emergere, tra l’altro, la vicinanza missionaria tra il Beato Scalabrini e Santa Francesca Cabrini. 

  

SEMINARIO DI STUDIO DEL CARISMA E DELLA STORIA DEL-L’ISTITUTO PER LE JUINIORISTE PROVENIENTI DALL’ETIOPIA

 Nel  suo  viaggio  in  Italia,  Sr. 

Maria Regina Canale, MSC ha condot‐to anche due giovani Suore Etiopi: Sr. Addise e Sr. Alemenesch che si stanno preparando per  i Voti Perpetui. La  lo‐ro  permanenza  in  Italia  ha  dato  loro modo  di  visitare  i  luoghi  cabriniani  e di avere circa due settimane di forma‐zione  sul  Carisma  e  la  Storia  dell’I‐stituto  con  un  programma  svolto  da Sr. Maria Barbagallo.  

Le giovani Suore hanno parte‐cipato con molta gioia e grande  inte‐

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resse al piccolo programma cercando di integrare le loro conoscenze già acquisite, con altre  informazioni  sulle  prime  Suore  della Congregazione,  le  fondazioni,  le Memorie delle varie case, i viaggi e le Lettere di Madre Cabrini.  

Ha contribuito a far vivere loro più intensamente questo breve periodo, la visita a Sant’Angelo Lodigiano,  l’incontro con le Suore anziane e la visita alle varie Case della Provincia. Da  parte  nostra  è  stata  una  gioia  condividere  con  due  giovani  promesse dell’Istituto, la loro missione e la nostra esperienza. 

  

PROGETTO: IL CAMMINO DEGLI EMIGRANTI  

E’ in atto un Progetto intitolato: Il Cammino degli Emigranti, ideato, organizza‐to e gestito da una Agenzia di pubblicità di Sant’Angelo Lodigiano  che prevede la posa di “sedute” di marmo ( sorta di sedili che segnano il percorso del pellegrino) lungo un percorso  ideale che un pellegrino cabriniano potrebbe fare partendo dalla stazione di Milano per raggiungere – in varie tappe – alcuni paesi e città di memoria cabriniana. Lo scopo del Progetto è quello di rendere visibile  la vita e  lo stile di Santa Francesca Ca‐brini, del suo  lavoro, del suo messaggio attraverso un  itinerario concreto e  ideale che coinvolgerà gli italiani all’estero e tutte quelle associazioni interessate alla valorizzazio‐ne del territorio; il tutto in parte, finalizzato all’EXPO 2015 di Milano.  

La prima di queste sedute dovrebbe essere alla Stazione di Milano, ma intanto già il 15 Luglio, festa della nascita di Madre Cabrini, una di esse è già stata posta presso 

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la Casa Natale di Sant’Angelo Lodigiano, mentre a Codogno verrà posta il 13 Novembre 2013 in occasione del 75° Anniversario della Beatificazione di S. F. Cabrini. 

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SANT’ANGELO LODIGIANO Luglio Cabriniano

 Il 30 Giugno u.s. presso la Casa Natale di S. F. Cabrini, nell’ambito del program‐

ma del “Luglio Cabriniano”, organizzato dall’Associazione Cabriniana: “Una Santa per Amica”, è stata presentata la nuova edizione dei “Viaggi” di Madre Cabrini con lo scopo di rilanciare la figura di Francesca Cabrini facendo emergere soprattutto la sua Fede in questo anno  in cui  la Chiesa ci  invita a rinnovare  la nostra Fede che sembra oscurata dall’emergere di una cultura sempre più laica  e indifferente ai grandi valori della tradi‐zione cristiana.  La presentazione del volume è stata fatta dal Dott. Lorenzo Rinaldi, giornalista del “Cit‐tadino di Lodi”.  Il Dott. Rinaldi ha messo  in  luce  l’attualità della Madre Cabrini,  il suo stile attuale sia dal punto di vi‐sta culturale e sociale che spiri‐tuale e religioso. Dopo un bre‐ve  intervento di Sr. Maria Bar‐bagallo  che  ha  fatto  notare come  la  serata  rientra  in  una serie di eventi celebrati duran‐te  la  fine  del  2012  e  la  prima metà  del  2013  sempre  nello spirito dell’Anno della Fede. La presentazione della 4° edizione dei “Viaggi” è già  stata  fatta a Codogno e  a Milano e  sarà  ri‐petuta  nell’autunno  prossimo a Roma. La  serata  comprendeva  la  let‐tura  di  alcuni  brani  tratti  dai “Viaggi”,  interpretata  dalla brava  Rita  Nigrelli,  di  alcune note  storiche  lette  dal  signor Antonio  Saletta. Gli  intermezzi musicali, molto  belli  e  ottima‐mente  eseguiti,  sono  stati  of‐ferti  dal  “Trio  George  Sand” formato  dalla  violinista  Doria‐na  Bellani,  la  pianista  Luisella Bellani e la violoncellista Nadia Villa. Il cortile di Madre Cabrini è ri‐sultato il luogo più significativo per l’evento con molta partecipazione di amici e del popolo.  

 

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Il tradizionale Luglio Cabriniano 2013 si è arricchito quest’anno di nuove inizia‐tive  grazie  alla  collaborazione  tra  i  volontari  dell’associazione  Famiglia  Cabriniana, l’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore, i sacerdoti e gli operatori laici della parroc‐chia SS. Antonio Abate e Francesca Cabrini, gli amici dell’associazione “Cabriniland” e della colombofila “Ala santangiolina” che con entusiasmo e senso di dedizione hanno unito le forze e le risorse. 

La  presentazione  della nuova  edizione  del  libro  “Tra  un’onda  e  l’altra”,  nella cornice intima e suggestiva del cortile della Casa Natale, ha aperto il 30 giugno la serie degli appuntamenti cabriniani. 

Durante  la  settimana antecedente  il  giorno dell’anniversario della nascita, da martedì 9 a venerdì 12 luglio, si sono celebrate le sante Messe nelle lingue delle etnie straniere più numerose  in città e nel  lodigiano;  i vari gruppi hanno collaborato attiva‐mente  anche  nella  fase  preparatoria  per  la  buona  riuscita  delle  celebrazioni,  hanno presentato le bellezze e le particolarità dei loro paesi di origine e al termine anche un rinfresco a base di piatti tipici dei loro paesi di provenienza. La partecipazione e la pre‐senza di tante persone è stata veramente significativa e questo ci invita a proseguire su 

questo cammino di vicinanza nella fede e nel‐la chiesa,  luogo di unione e fratellanza e non di divisione. Grazie a Suor Maria Barbagallo  la mostra da lei  ideata e realizzata “Il  linguaggio delle per‐gamene” è arrivata a Sant’Angelo e sabato 13 luglio è stata inaugurata: doveroso ringraziare la provincia di Lodi per il contributo dato e  le tante persone  che hanno  aiutato  volontaria‐mente all’allestimento della  stessa nelle  sale del  nostro  castello Morando  Bolognini,  sede elegante e prestigiosa per questa esposizione 

di documenti antichi e così preziosi, testimoni del  lavoro silenzioso, appartato, curato nei minimi particolari con assoluta perfezione, delle “figlie” di Madre Cabrini.  

Suor Maria  ha  spiegato  ad  un  pubblico  attento  e  interessato  l’importanza  di questi documenti per la storia dell’Istituto, illustrando  anche da un punto di vista arti‐stico le singole pergamene, veri capolavori della straordinaria bravura e maestria delle suore che le hanno dipinte, scritte e ricamate.  

La sera dello stesso giorno, dopo il canto dei vespri presso la Casa Natale, è se‐guita la benedizione delle automobili e, come ogni anno, hanno voluto essere presenti il corpo dei Carabinieri, la Polizia municipale, la Protezione civile, la Croce Bianca, i Vigi‐li del Fuoco  oltre ai vari mezzi di trasporto privati (molte le biciclette!). 

Domenica 14 alle ore 16 nel cortile della Casa Natale, è stata inaugurata la pri‐ma tappa del Cammino Internazione  degli Emigranti: si tratta di un progetto (a lungo desiderato e ora in fase di realizzazione) dell’Associazione Cabriniland, in collaborazio‐ne con molte associazioni da  tempo  impegnate nella valorizzazione dell’italianità nel mondo. 

Il Cammino è un percorso  che si può effettuare in pochi giorni a piedi, in bici‐cletta o  in auto e permette di scoprire  i  luoghi,  i monumenti e  la campagna  lodigiana 

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che ha dato i natali alla Santa. Il percorso parte da Milano, città che ospiterà l'Expo 2015, ed in particolare dal‐

la  Stazione Centrale, dedicata  alla  Santa nel  2010,  la  cui prima pietra  fu  inaugurata proprio  all'Esposizione  Universale  del  1906  tenutasi  nel  capoluogo  lombardo  e  alla 

quale partecipò  la stessa Cabrini, su  invito della  regina Margherita di Savoia. Toccan‐do diverse tappe, il percorso prosegue sino ad  arrivare  a  Codogno,  casa  della  fonda‐zione dell’Istituto.   La presentazione ufficiale del "Cammino" si è tenuta proprio  nella Casa Natale in occa‐sione  dell'anniversario  della  nascita  della Santa che cade il 15 Luglio. Suor Maria  ha  avuto  l’onore  di  togliere  il 

velo a questa "seduta d'autore", la prima di una serie di pietre simboliche che saranno posizionate lungo il percorso: è stato emozionante vedere tanta gente assistere a que‐sto avvenimento durante il quale è stato donato un riconoscimento ai colombofili san‐tangiolini  che ogni anno, da molti anni, allietano il 15 luglio liberando nel cielo un volo di  splendide  colombe. Uno  spettacolo  che non  smette   di  incantare e affascinare. Si legge questa motivazione sulla targa a  loro donata: “A tutti  i colombofili santangiolini che  con  la  loro passione  e  costanza hanno permesso di  fissare nel  tempo una data simbolo per l’emigrazione internazionale”. 

La manifestazione, aperta con un pranzo all’interno del castello Bolognini, ha visto  la partecipazione delle amministrazioni  locali, dei rappresentanti dell'associazio‐nismo migrante e delle diverse professionalità a cui si rivolge il progetto.  

La santa Messa solenne alle ore 18 in Basilica ha chiuso la domenica: una cele‐brazione significativamente presieduta quest’anno da padre Daniele Cambielli, missio‐nario santangiolino  in  Indonesia, che, come ricordato da  lui stesso, abitava vicino alla santa e che quindi,  forse, ha respirato  l’aria missionaria che  l’ha portato e  lo porta a scegliere di andare  lontano a evangelizzare. Un grazie al  coro Madre Cabrini  che ha magistralmente accompagnato  la liturgia di questa santa messa solenne.  

E veniamo al 15 luglio, anniversario della nascita: complice il tempo splendido, affollata e raccolta  partecipazione alla santa Messa in cortile; per tutto il giorno la casa natale meta di pellegrinaggio, sosta  e riposo lungo la via; tutti in attesa del volo dopo l’Angelus di mezzogiorno;  folla di bambini  con gli occhi  rivolti alle  stie e poi all’insù: gridolini di ammirazione e applausi scroscianti; commozione degli anziani ospiti della RSA di Codogno che per la prima volta assistevano allo spettacolo: una giornata per lo‐ro  e per noi davvero speciale! 

Il luglio cabriniano si è concluso la sera con la processione dopo il canto dei ve‐spri, dalla basilica a Piazza XV  luglio: quest’anno a presiedere  il vescovo di  Lodi, Sua Ecc. Mons. Giuseppe Merisi; presenza numerosa delle autorità anche dei paesi limitro‐fi. Speriamo che  la “lezione di Lampedusa” che Papa Francesco ci ha offerto, ci faccia riscoprire il valore e il senso della missionarietà di Madre Cabrini, una vita spesa per gli altri, non solo belle parole. 

          Famiglia Cabriniana Sant’Angelo Lodigiano 

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Missione in Russia “20° anniversario”

  

Il 19 Maggio nella Solennità di Pentecoste, con  la Comunità della Chiesa  locale di No‐voaltaisk, abbiamo celebrato il 20° Anniversario della nostra presenza in Russia. Noi due suore Tatiana  e  Assunta  abbiamo  voluto sottolineare il senso di questo anni‐versario con un breve messaggio,  il nostro vissuto, passato e presente, di questi venti anni con  la  testimo‐nianza e con  il nostro carisma. Do‐po  il breve messaggio Suor Tatiana ha  letto  la  lettera che  il Nostro Ve‐scovo  ci ha  inviato da Novosibirsk, ringraziando  le  nostre  superiore  e noi per  il servizio fatto  in tutti que‐sti anni ed estendendo la sua bene‐dizione alla nostra gente. Alla Cele‐brazione Eucaristica hanno parteci‐pato  numerose  persone:  bambini, giovani, adulti e anziani. La maggior parte di religione Ortodossa. Tutti uniti dalla stessa fede in Cristo, ci siamo sentiti una sola co‐munità a lodare e ringraziare il Signore per il dono delle MSC come ha espresso la Signora Lu‐dimila a nome di tutti i presenti. Anche il nostro parroco Padre Zbignew ha ringraziato e ha e‐levato preghiere al Signore per noi e la Congregazione.  

La celebrazione si è conclusa con il Canto del Te Deum. Dopo la S. Messa la festa è con‐tinuata in casa nostra con il rinfresco durante il quale c’è stato spazio per il dialogo tra noi e le persone convenute. A ciascuno abbiamo dato il nostro ricordo: alle nonnine un cuscino per di‐re loro che un poco possono riposare. Ai giovani una maglietta con una bella immagine biblica e il messaggio sulla speranza. A tutti un piccolo libro con una breve biografia di Santa France‐sca Cabrini in russo e un’elegante bomboniera: una barchetta con violette con allegata la me‐daglia di Santa Francesca Cabrini e una bellissima sorpresa, il ricordo più significativo di questo giorno: un segnalibro con la foto di Madre Cabrini il suo pensiero e la data di questo anniversa‐rio. Di tutto  il bene che Suor Tatiana ed  io abbiamo goduto e fatto godere  in questo giorno è stato portato avanti da un Protagonista: LO SPIRITO SANTO che abita nel cuore dei credenti e li guida sul cammino di una vita nuova.    Con LO SPIRITO SANTO di nuovo in cammino. Suor Tatiana ed io abbiamo molto pensa‐to e continuiamo a pensare le dimensioni della nostra carità oggi nella nostra missione in Rus‐sia, la quale ci spinge ad interrogarci sull’oggi di Dio e a far lievitare la storia nel nostro conte‐sto approfondendo la conoscenza delle persone, della società odierna, della cultura russa. Tut‐to per continuare a guardare in avanti e continuare a “prendere il largo”, accettando di rima‐nere non ai margini ma dentro la storia tra gli uomini e le donne del nostro tempo nel dialogo con la nostra gente.  

Suor Assunta e Suor Tatiana MSC  

Alleghiamo la lettera del Nostro Vescovo e il Ringraziamento che tutta l’assemblea ha fatto nella perso‐na di Ludimila. Alcune foto in un altro foglio perché possiate mettere le più significativi e nel posto che conviene. 

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Дорогие наши сёстры, сестра Ассунта и сестра Татьяна!

Сердечно поздравляем Вас с 20-летием пребывания сестёр ордена Святейшего Сердца Иисуса в России. Если посмотреть на глобус Земли, то с гордостью можно отметить, что Ваши сёстры с терпением и смирением выполняют свою миссию во многих частях света: В Европе, Азии, в Америке и т.д. Нам, прихожанам, очень приятно, что и в маленьком городе Новоалтайске вы несёте свою службу. В Вашем лице хочется поздравить всех сестёр ордена , которые работали, работают и ,надеемся, будут работать в нашем приходе, в нашей епархии. Хочется Вас поблагодарить от имени людей старшего поколения, к которым вы приходите в трудные моменты их жизни, оказывая и моральную и материальную помощь. Хочется поблагодарить и от имени молодёжи, для которой вы устраиваете интересные встречи молодёжи. Оказываете помощь в поездках, путешествиях. Хочется поблагодарить и от имени самых маленьких прихожан, для которых вы устраиваете летний отдых, даёте возможность в детском лагере заниматься творчеством, посещать музеи, выставки, бассейн, детский парк развлечений. Мы учимся у Вас добру, милосердию, бескорыстию, состраданию к проблемам других людей. Желаем Вам здоровья, Божьего благословения во всех Ваших начинаниях и делах.

  

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Suor Tatiana ci scrive dalla Russia per ringraziare il Sacro Cuore di Gesù

 (Come sappiamo Sr. Tatiana, circa due mesi fa, ha avuto un grave incidente mentre viaggiava 

per la sua missione, lei stessa adesso ci racconta cosa è successo)  

Quello che vi racconto è successo il 14 giugno nella città di Irkutsk. Stavo viag‐giando  per  partecipare  alla  Conferenza  Pastorale  della  diocesi  di  San Giuseppe  con centro  a  Irkutsk,  la  diocesi  più  grande  del  mondo  che  va  dalla  Siberia  Orientale all’Estremo Oriente. Al  termine  dell’incontro  che  si  era  concluso  venerdì  14 Giugno u.s., il giorno dopo la festa di Sant'Antonio, coloro che non avevano visto il lago Baikal avrebbero avuto  la possibilità di vederlo:  il  lago Baikal è  il nostro più grande  lago, un tesoro naturale della Russia. 

A  noi  manca‐vano 5 km a quel  luo‐go.  Sul  lago  di  Baikal c'è  un  Centro  di  Spiri‐tualità  dove  noi  era‐vamo diretti. Io pensa‐vo  di  fare  le  riprese della  natura,  dell’ac‐qua,  dei  pescatori  e dei pesci. 

Cosa  sia  suc‐cesso,  non  lo  so  dire, ma  siamo  usciti  fuori strada e precipitati giù. La nostra guida è stata brava  nel  riuscire  a non  coinvolgere  altre 

macchine facendo le manovre necessarie, ha salvato le nostre vite e anche quelle delle altre persone che si  trovavano per  la strada. Grazie a Dio siamo  rimasti vivi  tutti noi cinque che eravamo in macchina. Con vari contusioni o rotture.  

Io ho fatto un gesto che mi ha salvato le costole e le mani – uno di quelli che le hostess  insegnano  in aereo – cioè: coprire con  le mani  la testa, un gesto automatico, tante volte visto fare prima di decollare. Ma per fare questo ho buttato giù sotto i piedi la videocamera...  

Ci hanno soccorso nella strada e ci hanno portato all’ospedale con le ambulan‐ze. Il Vescovo del luogo, Kirill Klimovich, cordialmente ha usato con noi molta premura e ha proposto di aiutarci in tutto e rimanere per le cure e accertamenti.  P. Vladimir e  le Suore dello Spirito Santo ci hanno circondato di attenzione e hanno sbrigato tutte le questioni organizzative per gli ospedali e i documenti, facendoci senti‐re in "comunità" e procurando quello che c'era bisogno. 

Quanto a me il primo giorno ero tutta vispa, con l’adrenalina che mi sosteneva mentre nei giorni seguenti è uscito fuori un po' di tutto. Dopo aver passato la notte, ho 

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trovato la forza di chiamare mia sorella, per avvisare la famiglia e Sr. Assunta, e per av‐visare la Provincia. 

Quello che più mi ha colpito e quello che ora  ricordo spesso  tornando con  la mente a tutto quanto è successo, è vedere come la gente comune si fermava per aiu‐tarci o chiedeva se avevamo bisogno qualcosa come acqua o coperte, come chiamare l’ambulanza o altro (tra noi cinque, due persone erano in situazione abbastanza grave), questa gente pregava e diceva "chiedete a Dio, Lui concede", altri sempre con lo stesso spirito dicevano "Dio non vi abbandona", "pregate e ringraziate Dio che tutti siete vi‐vi". Queste persone,  i  loro volti e  la compassione che esprimevano per noi era già  la presenza di Dio. Non conosco la loro fede, ma Dio sa.  

Noi cinque che avevamo avuto  l’incidente eravamo di cinque nazionalità: Spa‐gna, India, Polonia, Ukraina e Russia: tre suore e 2 sacerdoti. Tutti eravamo calmi, con un certo tipo di silenzio, senza urla, grida o insulti. Penso che tutti pregavamo dentro di noi.  I  nostri  compagni  più  gravi  con  semplicità  hanno  accolto  la  situazione  dell’o‐spedale che non è al "top",  incominciando dall’apparecchio per  raggi X che abbiamo dovuto ripetere varie volte, perché  le  lastre venivano o troppo chiare o troppo scure. Ho visto e sentito quanto dolore ci causava ogni volta il dover cambiare posizione per fare le lastre che poi venivano male. Una grande pazienza e testimonianza senza prete‐se.  

E’  stata un’occasione poco piacevole per conoscere  il grande cuore di queste Sorelle e Fratelli per condividere  la vita e  la nostra  fragilità.  Io  li accompagno con  la preghiera per la completa guarigione e spero di incontrarli di nuovo. La posizione geo‐grafica dei  luoghi dove prestiamo  servizio è  tra San Pietroburgo e Nahodka  (vicino a Vladivostok): tutta la Russia presa per largo. E spero che quei 5 km che ci hanno diviso dal lago Baikal li potremmo un giorno superare, per godere quella bellezza del creato. 

Sono  tornata  in  treno viaggiando 30 ore  in cuccetta bella sdraiata per  tutto  il tragitto di treno e ho proseguito con le cure e accertamenti a Novosibirsk.  

Tramite internet e telefono continuo a lavorare per quanto è possibile. Ora c’è bisogno di tempo.  I  lividi sofferti per  l’urto sono passati,  i colpi anche. Appena posso volare verrò  in Italia. Certamente andrò al Santuario del Divino Amore per ringraziare la Madonna. Ma anche voglio ringraziare tutti quelli che pregano ogni giorno per i mis‐sionari. Sono certa che quella grazia o quel miracolo non è accaduto solo perché "sia‐mo riusciti a cavarcela", ma perché  la fede ci muove e ci fa muovere e tante volte  la "fede di tanti" aiuta anche me, aiuta noi, aiuta a trovare il senso ed a scampare il peri‐colo.  

So che nella cappella del Tabor, nella Comunità del Sacro Cuore e nel Conventi‐no c'è un lavoro immenso di questo tipo e io mi sento partecipe perché sento l’effetto, specialmente nei momenti di necessità. 

Un grande abbraccio. Grazie di cuore e saluto le sorelle e le altre persone anche tramite questa lettera. 

Un grande abbraccio in C. J. Sr. Tatiana, msc 

 

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Letojanni: Seconda Settimana Estiva

 

Giunta al  secondo appuntamento annuale,  si è appena conclusa  la Settimana Estiva in Sicilia per famiglie di bambini con sindrome di Down 2013. Anche quest’anno hanno fatto da splendida cornice all’evento il mare di Letojanni e l’accoglienza di Suor Franceschina e della casa per  ferie San Giuseppe. La Settimana Estiva ha confermato (…e forse superato!) le aspettative dell’Associazione VITA21, che organizza l’evento, e in qualità di Presidente della stessa Associazione mi preme sintetizzare quanto appena 

vissuto. Descrivere le forti e profonde emozioni che hanno costellato 7 giorni vissuti  in assoluta  simbiosi  tra  15  famiglie  pro‐venienti  principalmente  dal  sud  Italia, una nutrita equipe di  terapisti nonché di  una  ventina  di  giovani  scouts  che hanno vissuto  in prima persona  l’espe‐rienza  della  disabilità  …  non  è  cosa semplice.  La  settimana  estiva  però  è questo.  Amore puro per i propri figli e per la vi‐ta che si fonde con  la “conoscenza” ed il “confronto” al fine di superare quelle barriere che spesso,  impietose, si pale‐sano nel percorso di  vita di un nucleo familiare che accoglie un bambino che la società chiama disabile. A  gran  voce,  la  settimana  estiva  di quest’anno, ha  incentrato  le proprie ri‐flessioni  partendo  da  un  concetto  di base  “più  che  diversità…  diversa  nor‐malità”, e da qui si è cercato di affron‐tare  i problemi  legati  alla disabilità da 

diversi punti di vista. In primis il confronto tra i genitori. Pezzi di vi‐ta  intrisi  di  rabbia,  dolore,  passione,  gioia  e interrogativi… raccontati in prima persona per condividere stati d’animo che spesso vengono tenuti nascosti nel proprio io per paura di non essere compresi dagli altri. Davanti  a  tanti  altri  genitori  che  vivono  la stessa  esperienza,  ci  si  trova  immersi  in  un microcosmo  in  cui  si  confonde  il  concetto di 

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normalità…  in quell’ambito  la normalità diventa  avere  un  figlio  con  la  sindrome di Down ed è  il “mondo esterno” ad ap‐parire lontano e talvolta “diverso”. In quest’ambito diventa molto più  sem‐plice,  e  quasi  naturale,  liberarsi  di  pen‐sieri che spesso albergano profondi den‐tro  sé  stessi  e  via  via  col  passare  dei giorni assumono una veste nuova, fanno meno paura e volano liberi come farfalle in un cielo che appare più sereno. Altro punto di forza della Settimana vie‐ne  rappresentato  dall’attenzione  rivolta ai fratelli/sorelle che vivono questa real‐tà all’interno dell’ambito familiare, e che talvolta sono costretti a diventare “gran‐di” molto più  in  fretta. Un percorso stu‐diato  da  una  psicologa  fatto  di  giochi  e realizzazioni di disegni o manufatti in ge‐nere attribuisce un grosso potere all’arte e al gioco vissuti come strumenti per fa‐re uscire fuori emozioni e sensazioni na‐

scoste al  fine di condividerne  il significa‐to ed  addolcirne  i  toni quando questi  si presentano aspri e cupi.  Un gruppo  scouts  (formato oltre  che da 2‐3   capi  scouts  adulti,  da  un  gruppo  di adolescenti) a servizio dei bambini rende possibili le attività svolte solo da genitori e materializza quell’idea di “fusione”   tra “disabilità”  e  “normalità”.  L’entusiasmo di  adulti  e  bambini  è  la  conferma  della buona riuscita di tutta la settimana. Splendida esperienza di vita vissuta è sta‐ta la partecipazione all’evento di Cristina Acquistapace suora laica affetta da sindrome di Down, che è stata consacrata nell’Ordo Virginum nel 2006 a 33 anni. L’accoglienza della casa per ferie San Giuseppe con i suoi locali a disposizione dei tera‐pisti, con l’ampia sala per le riunioni, i pasti di ottima qualità ed i sorrisi e la disponibili‐tà di tutto lo staff rende perfetta la settimana estiva sotto l’aspetto prettamente orga‐nizzativo. La settimana Estiva  in Sicilia per  famiglie di bambini con sindrome di Down vi dà ap‐puntamento dal 28 giugno al 05 luglio 2014 per rinnovare la magia, amplificarla e riu‐scire a strappare un sorriso al mondo della disabilità rendendolo meno “diverso”!

 Gianluca Marletta, Presidente Associazione VITA21

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Dalla Regione dell’Europa Occidentale  

NOS VAMOS DEL COLE  

Hoy  nos  despedimos  con  tristeza  de  nuestro  colegio  que  nos  vio  crecer.  En estos  años  de  convivencia  con  compañeros  y  profesores,  hemos  vivido  muchas experiencias,  algunas  buenas,  otras malas,  pero  todas  nos  han  ayudado  a madurar. Esperamos que haya merecido la pena. Hemos  crecido  juntos.  Nos  hemos  convertido  en  una  familia.  Nos  hemos  sentido cuidados, se preocupaban por nosotros. No solo nuestros estudios eran  importantes. Nos han tratado bien. 

Queremos  dar  las  gracias  a  todos  los  que  hacen  este  colegio.  Gracias  a  los compañeros  por  las  risas  de  este  año,  y  a  los  profesores  a  los  que  hemos  sentido siempre cerca. Nos llevamos un recuerdo muy especial de los amigos y amigas, de las broncas y del estupendo viaje a Londres. 

Gracias  a  todos,  porque  desde  pequeños  nos  habéis  ido  formando  para  que podamos estar aquí. Sabemos que os echaremos de menos. Sois parte ya del futuro de nuestras  vidas.  Seguiremos  esforzándonos  para  ser  buenas  personas  y  para  que  los recuerdos no se queden olvidados entre las paredes del colegio Nos marchamos, pero os llevaremos siempre con nosotros.  

            (Los alumnos y alumnas de DBH4) 

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Rio de Janeiro Giornata Mondiale della Gioventù 2013

 Ai Membri della Famiglia Cabriniana,  

“Andate senza paura a servire” (Papa Francesco, discorso di invio, del 28 Luglio 2013) 

 Carissime Sorelle MSC, laici e giovani cabriniani, 

Per noi, MSC prossime alla celebrazione del Capitolo Generale che ci propone che “il tempo è favorevole” come  lo è nella storia di oggi,  la Giornata Mondiale della Gioventù ci ha lasciato una ricca esperienza dell’amore del Cuore di Gesù emersa da: 

 1. L’inaugurazione  del  Memoriale  di  Santa 

Francesca Cabrini, con una mostra dal  ti‐tolo: Cabrini, donna  che ha  sfidato  il  suo tempo”,  dove  più  di  300  persone  hanno potuto assaporare – durante  la GMG –  il nostro Carisma,  la nostra  spiritualità e  la nostra missione. Come si vede dalle paro‐le di Don Roberto, Vescovo  incaricato per la Vita Religiosa: “Questo è uno  spazio di evangelizzazione  per  eccellenza  e  unico memoriale di una Santa che ha cammina‐to sul suolo carioca”. 

 2. Dai 168 giovani provenienti dal nostro  Istituto di Argentina, Paraguay, Nicaragua, 

Is. Filippine e varie Regioni del Brasile che durante  l’anno  si  erano  preparati  con l’aiuto delle Suore e dei Laici delle nostre Comunità  per  la  Pre‐Giornata  della  Gio‐ventù  Cabriniana,  diventando  uno  spazio di  Pastorale  Vocazionale  per  eccellenza. Ricordando  quello  che  Madre  Cabrini scrisse sulla Famiglia Cabriniana: Un nodo ci stringe, la carità ci lega. Siamo una vera Famiglia nel Cuore di Gesù. Quello che ci proponiamo, per la Provincia del Brasile è che  questo  gruppo  sia  organizzato  come Gioventù Cabriniana, frutto della Giornata Mondiale della Gioventù. 

 3. Dalla Pre‐Giornata Cabriniana, propriamente detta, durante la quale per due giorni 

si è proposta formazione e spiritualità alla Gioventù Cabriniana e si è fatto riflettere sulla nostra missionarietà  e  sul  contributo  che dobbiamo dare   per  costruire un 

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mondo più giusto, solidale e fraterno, come dice il papa Francesco che “ci chiama a porre l’attenzione su tre semplici atteggiamenti: “Conservare la speranza; lasciarsi sorprendere da Dio, vivere nella gioia” (Discorso in Apaprecida, 24 Luglio 2013).  

  

         

4. Dalla Giornata Vocazionale trascorsa nella “Quinta di Boa Vista”, dalla quale sono passati  a  vedere  il  nostro  Stand  Vocazionale  circa  40 mila  persone  al  giorno,  la maggior parte giovani, che hanno apprezzato il nostro Carisma e condiviso la stessa gioia di offrire  fede ai giovani, per mezzo della diversità di Carismi. Ricordiamo  le parole di Papa Francesco, nel suo discorso di apertura a Copacabana: “Cari Giovani, se vogliamo che  la vita abbia veramente un senso e una pienezza, come voi stessi desiderate e meritate, dico a ciascuno e a ciascuna di voi: «metti fede» e la tua vita avrà un sapore nuovo, avrà una bussola che  indica  la strada; «metti speranza» e tutti i tuoi giorni saranno illuminati e il tuo orizzonte non sarà oscuro, ma luminoso; «metti amore» e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia e il tuo cammino sarà felice, perché troverà molti amici che camminano con te. «Metti fe‐de», «metti speranza», «metti amore»!  

5. Dall’ esperienza delle Suore e dei Giovani Cabriniani nei diversi eventi ufficiali della Giornata Mondiale, come: L’Incontro con il Papa nell’Ospedale San Francesco della Provvidenza  di  Dio,  o  cercando  il modo tra  dirupi  e  strade  per  poter  vedere  il Santo  Padre,  il  cammino  verso  Copaca‐bana per assaporare  la mistica che coin‐volge milioni  di  persone,  sentire  la  pre‐senza delle nostre Sorelle che pregavano per  il  successo della GMG e  attraverso  i Mezzi  di  Comunicazione  accompagnava‐no tutta la ricchezza messa a disposizione per ogni momento forte del rinnovamen‐to della Chiesa Cattolica, che ha raggiun‐to quasi 3 milioni e 700 mila persone. E’ necessario in questo “momento favorevole” seguire gli orientamenti che il Papa ha indicato al Clero, alla Vita Religiosa e ai Giovani: «uscite dai vostri gruppi parroc‐chiali, dalle vostre abituali frontiere, per andare “senza timore” incontro alla gente. 

 

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6. Dall’apertura dei nostri ambienti per un’ospitalità solidale, sia nella vecchia “Regi‐ninha”,  come nel PIC della   Vila do  João, dove sono stati ospitati 4 gruppi di giova‐ni, arrivando al numero di circa 180 giova‐ni, appartenenti a 4 Parrocchie. Ricordan‐do  le  parole  di  Papa  Francesco  nella  Co‐munità  di  Varginha,  il  giorno  25  luglio 2013: Non  è  la  cultura  dell’egoismo,  del‐l’individualismo,  che  frequentemente  re‐gola  la nostra  società, quella  che  costrui‐sce e conduce verso un mondo più abitabi‐le, ma è la cultura della solidarietà; vedere nell’altro non un concorrente o un nume‐ro, ma un fratello”.  

Infine, ringraziamo ogni Suora dell’Istituto e specialmente, quelle della Provin‐cia del Brasile,  le MLC,  i  laici collaboratori e  i dipendenti che non hanno  risparmiato sforzi  in questa esperienza di fede e di speranza. Nelle parole di Papa Francesco: “An‐cora per voi e per tutte le persone ancora ripeto: non perdetevi d’animo, non perdete la fiducia, non lasciate che si spenga la speranza. La realtà può cambiare. Cercate di esse‐re voi i primi a mettere in pratica il bene,  a non abituarvi al male, ma piuttosto a vin‐cerlo. La Chiesa è al vostro fianco, dandovi  il prezioso dono della fede, di Gesù Cristo, che è venuto «perché tutti abbiano vita, e vita in abbondanza». (Gv 10,10) 

Inoltre: «Andate e fate discepoli in tutte le nazioni». Con queste parole, Gesù si dirige a ciascuno di voi, dicendo: «E’ stato bello partecipare a questa Giornata Mondia‐le della Gioventù, esprimere la fede insieme a giovani venuti dai quattro punti della ter‐ra, ma adesso voi dovete trasmettere questa esperienza ad altri». Gesù vi chiama ad essere discepoli nella missione! Oggi, alla luce della Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato, che ci dice il Signore? Tre parole: Andate, senza timore, per servire. 

Andate, senza paura, per servire. Seguendo queste tre parole, voi sperimentere‐te che chi evangelizza è evangelizzato, chi  trasmette  la gioia della  fede,  riceve gioia. Carissimi giovani, ritornando a casa vostra, non abbiate paura di essere generosi con Cristo, di testimoniare il Vangelo». (Discorso di invio del giorno 28 Luglio 2013). 

Il nostro grande ringraziamento all’Istituto e alla Provincia del Brasile per averci affidato questa missione. 

          In Cristo, Sr. Denise, Sr. Gloria e Sr. Roseni, MSC

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  Il giorno 4 Maggio u.s. un gruppo di Volontari della RSA di Codogno ha partecipato 

ad un incontro di formazione sull’Identità Missionaria Cabriniana.   Nell’ambito delle iniziative di solidarietà con la Missione Cabriniana, alcuni Medici 

e amici della Columbus di Milano hanno realizzato nel mese di maggio un’attività benefica  il cui ricavato è andato per borse di studio  in favore dei bambini poveri del Nicaragua.  

  Dal 18 al 24 Luglio un altro gruppo di laici collaboratori dell’Ospedale di Melbour‐

ne  (Australia) è venuto a Codogno per approfondire  lo spirito e  il carisma Cabri‐niano allo scopo di tradurlo nel  loro ruolo e campo di gestione. Ottima presenza! Grazie al personale dell’ospedale di Melbourne. 

  In occasione della Professione Religiosa delle 9 Novizie Etiopi,  la nostra Superiora 

Provinciale, Suor Annita Turnu, msc è stata invitata a parteciparvi e sarà presente insieme a Sr. Germana Conde, msc e alla Sig.ra Patrizia Magionese della Columbus di Roma. Noi le accompagniamo con affetto e preghiera. 

  Dal 23 al 28 agosto presso la casa de Los Molinos (Spagna) avrà luogo l’Assemblea 

Regionale  in preparazione al XV Capitolo Generale. Vi parteciperà, come  invitata, Suor Ettorina Dolci, msc. 

  La domenica 1° settembre, a Codogno si celebreranno i 100 di vita di Suor Clemen‐

tina Raimondi, msc e di Suor Mercedes Deliso, msc. Auguriamo a queste nostre due Sorelle un felice compleanno e ci uniamo al ringraziamento al Signore per tan‐ti anni di servizio alla missione della Chiesa e dell’Istituto. 

  Il 3 Settembre prossimo il personale docente delle Scuole Cabriniane della Provin‐

cia Italiana sarà convocato a Codogno per una giornata di formazione sulla peda‐gogia e  lo  stile educativo di Madre Cabrini.  Saranno presenti  anche alcuni  inse‐gnanti delle scuole dell’Europa Occidentale. 

  Ricordiamo  che dal 27 al 30  Settembre  si  celebrerà  a Madrid  l’Assemblea della 

Famiglia Cabriniana.   

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Esprimiamo la nostra gioia per la Professione Religiosa delle 9 Novizie Etiopi 

che avverrà il 21 Agosto prossimo.  

Alle nostre giovani Consorelle auguriamo ogni grazia dal Cuore SS. di Gesù, 

ogni benedizione della Vergine Maria e la speciale protezione di S. Francesca Cabrini. 

 

Facciamo voti perché siano perseveranti e gioiose nell’impegno preso, fiduciose nella speranza e audaci nella missione. 

 

Assicuriamo loro che saranno tutte presenti nella nostra preghiera e nella nostra affettuosa amicizia. 

 

Tutte le Suore della Provincia Italiana  

  

 Sommario 

 

Editoriale ......................................................................................... 1 Le missionarie ricordano ................................................................. 2 Roma: preparazione incontro MLC.................................................. 7 Relazione delle MLC – Incontro di Buenos Aires ............................. 8 Rieti, Incontro di spiritualità cabriniana ........................................ 10 Milano, pellegrinaggio in terra Santa ...........................................  12 Milano, la crisi vista dallo sguardo di un bambino .......................  20 Milano, Cabrini: progetto Civis – scuola secondaria ....................  21 Torino, Istituto Cabrini: Cabrini’s Talent ......................................  25 S. Angelo Lodigiano: I bambini della Cabrini ................................  26 Codogno: Chiusura del Consiglio Esteso .......................................  27           Open Day .............................................................................. 27           Festa del Sacro Cuore di Gesù .............................................. 31           Seminario di studio del Carisma ........................................... 32           Progetto: il cammino degli emigranti ................................... 33 S. Angelo Lodigiano: Luglio Cabriniano ........................................  35 Missione di Russia: 20° anniversario ............................................  38 Suor Tatiana ci scrive ....................................................................  41 Letojanni: Seconda settimana estiva ............................................  43 Dalla regione dell’Europa Occidentale .......................................... 45 Rio de Janeiro: Giornata Mondiale Gioventù 2013 ......................  48 Notizie ...........................................................................................  51