La Missione Cabriniana - Luglio 2013
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Editoriale
Ecco ora il momento favorevole
I mesi di Maggio, Giugno e Luglio sono stati per tutti densi di avvenimenti, di impegni pasto‐rali, di attività, di visite, di celebrazioni. Innanzitutto la celebrazione del Consiglio Esteso a Codo‐gno ci ha fatto vivere lo spirito dell’internazionalità dell’Istituto e ci ha convocati tutti nel cammi‐no di preparazione al Capitolo Generale. Dalle conclusioni di questo importante avvenimento abbiamo accolto con piacere il tema scelto per il prossimo Capitolo Generale e tutti i contenuti che in esso saranno trattati. Successivamente la Lettera della Madre Generale con l’annuncio ufficiale della Celebrazione del XV Capitolo Generale, ci ha fatto sentire la responsabilità di vivere questo tempo come un tempo “favorevole” per accogliere la grazia che il Sacro Cuore ci offre facendoci guardare al futuro con quella Fede rinnovata che quest’anno stiamo cercando di appro‐fondire in risposta all’invito che la Chiesa ci ha fatto nell’Ottobre del 2012: “un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo.”
Ogni Casa, inoltre, ogni Comunità, ogni opera ha portato a termine alcuni dei suoi pro‐grammi pastorali e pertanto questo Bollettino Europeo è ricco di notizie e insieme di nuove previ‐sioni per il prossimo autunno che si prevede denso di appuntamenti importanti.
Un altro significativo appuntamento vissuto nel mese di Luglio riguarda l’Incontro Interna‐zionale delle Missionarie Laiche Cabriniane che ha avuto luogo a Buenos Aires dal 5 al 9 luglio e che ha dato tanta gioia a tutti i partecipanti. Le nostre inviate: Antonietta Scopelliti e Marina Pace sono ritornate cariche di speranza missionaria per l’ottima esperienza di missionarietà e interna‐zionalità.
Allo stesso tempo, non possiamo non condividere l’entusiasmo delle nostre Sorelle Brasilia‐ne che sono state immerse dal 23 al 28 luglio nella gioia della GMG che ha avuto come tema: “ANDATE E FATE DISCEPOLI TUTTI I POPOLI" (MT 28,19), un tema che ha invitato i giovani del Brasile e di tutto il mondo ad accettare la chiamata alla missione, vivendo come testimoni del Cristo risorto, tema questo che è particolarmente in sintonia con il nostro Carisma missionario. A questo proposito la Provincia del Brasile ha inaugurato il 19 luglio scorso un “Memoriale Santa Cabrini” con una Mostra dal titolo: “Cabrini, Mulher que desafiou seu tempo” (Cabrini, Donna che ha sfidato il suo tempo). Di questa esperienza le Sorelle brasiliane ci hanno mandato una breve relazione.
Un altro significativo momento di fraternità è stato vissuto dalle Missionarie a livello euro‐peo per celebrare l’Anno della Fede, a Rieti con la conclusione presso la Cappella del Sacro Cuore nella Chiesa del Gesù a Roma.
In questo clima spirituale e missionario che per molte Missionarie sarà anche un tempo di Esercizi Spirituali e di meritate vacanze per Suore e Laici (per quanto è possibile), continuiamo questo tempo d’estate fiduciose nel Sacro Cuore di Gesù, in solidarietà con Sant’Angelo Lodigiano che ha celebrato il 163° anniversario della nascita di S. F. Cabrini, con la solita affettuosa parteci‐pazione del popolo santangiolino. Chiediamo a S. F. Cabrini, missionaria della nuova evangelizza‐zione, che interceda presso il Cuore di Gesù per la nostra Europa che attraversa momenti difficili per giovani e famiglie e per tanti migranti ancora oggi costretti a lasciare la loro terra.
Notiziario della Provincia Italiana e della Regione dell’Europa Occidentale
Anno 3 ‐ N. 3 – Luglio 2013
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Le Missionarie ricordano:
50 Anni del Concilio Vaticano II
Continua l’articolo di Sr. Emidia Bergamaschini.
1982. La Madre Generale formulò il suo programma perché lei stessa volle consegnare personalmente ad ogni Sorel‐la il nuovo Testo delle Costituzioni, ciò che la impegnò per quasi tutto il 1982, con tanti sacrifici e a volte disagi di lunghi viaggi.
In Curia il lavoro era alacre e in‐tenso per far pervenire alle Provinciali e Regionali i pacchi che poi la Madre Gene‐
rale avrebbe portato nelle diverse Comunità, seguendo il suo programma. Dalle Poste Vaticane prendemmo tutte le informazioni relative al regolamento legale e tutte le norme inerenti alla spedizione di pacchi per via aerea. Procurato tutto il mate‐riale necessario si iniziò il lavoro. Solo alle Province Italiane, Roma e Milano, si conse‐gnò tutto in sede.
Il salone della Curia sembrava un laboratorio, perché ai testi delle Costituzioni si erano poi aggiunti i volumi commemorativi della Celebrazione del Centenario dell’Istituto. E’ stato un lavoro compiuto con gioia, con amore e con entusiasmo da parte di tutta la Comunità residente in Curia. Le Sorelle, Sr. Ursula Infante e Sr. Lucia Victor Rodriguez, concluso il loro mandato tornarono alla loro Provincia, richiamate dalla loro Superiora Provinciale. Riservammo a loro una festicciola di ringraziamento e di saluto.
Come guida di un Istituto Missionario era aperta alle sfide del mondo, pronta a trattare con tutti, illuminata e coraggiosa, ricca di fede e di speranza pur in un tempo difficile da comprendere. Nel corso dei due sessenni durante i quali coprì il ruolo di Superiora Generale del no‐stro Istituto, Madre Regina fu eletta Presidente dell’UISG (Unione Internazionale Supe‐riore Generali) mandato che accolse con molta trepidazione e umiltà, solo in obbe‐dienza alla Chiesa, per dare un contributo agli Istituti di Vita Consacrata sparsi nel mondo, in quel momento difficile e tormentato. In qualità di presidente dell’UISG, il Santo Padre, Giovanni Paolo II, la invitava solo alla sua mensa per trattare, discutere e conoscere i problemi della Vita Religiosa nel mondo. Per queste occasioni Sr. Regina ebbe il privilegio di prendere parte, da sola, ad una colazione, ad un pranzo e due cene della mensa del Santo Padre. Come il Papa Leone XIII ad una Udienza generale riconobbe tra la folla Madre Cabrini e la chiamò per nome, così il Papa Giovanni Paolo II riconobbe Madre Regina Casey al Congresso Euca‐ristico di Milano in mezzo al grande e folto numero di Religiose che partecipavano a quel raduno.
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Partecipò a due Sinodi dei Vescovi. All’Assemblea Generale Ordinaria dal 26 Settembre al 25 Ottobre 1980 relativa all’argomento «La Famiglia Cristiana», all’Assemblea Generale Ordinaria: dal 29 Settembre al 29 Ottobre 1983, relativa all’argomento: «La Penitenza e la Riconciliazione nella Missione della Chiesa».
Al Sinodo del 1980, vi partecipò con Madre Teresa di Calcutta, che spesso alla sera, terminati i lavori, accompagnava a casa con tanta gioia. Madre Regina, quando ritornava tra noi, anche se un po’ stanca si intratteneva con noi in Comunità, esponendoci i punti salienti delle Relazioni tenute dai vari Vesco‐vi. Per lei era una grande gioia comunicarci ciò che la Chiesa compiva nel mondo e nel‐le situazioni storiche e sociali più svariate. Un anno, fu invitata, quale Presidente dell’UISG a parlare al TG1 delle ore 13:30 sulla Vita Religiosa Femminile nel mondo, sostenendo un’intervista di Bruno Vespa. Questo le costava molto. Non entrava proprio nel suo stile. Dopo un’assidua insistenza, solo il pensiero che quella sarebbe stata un’occasione propizia per far conoscere la Vita Religiosa operante e presente, non solo in Italia, ma nel mondo, la fece decidere di ac‐cettare. Giunse alla Curia Bruno Vespa, ebbe con la Madre un colloquio per preparare l’intervista già fissata dalla RAI per il sabato successivo. Concluso il colloquio la Madre Generale mi chiamò nel suo studio, mi comunicò la data e mi impose seriamente di non comunicare a nessuna Comunità questa notizia. Le assicurai che avrei obbedito e l’avrei seguita con la preghiera da quel momento alla fine. Ella allora mi disse: «Tu puoi assistere, così potrai dirmi come è riuscita, facendo una critica retta e veritiera». Mancavano solo pochi giorni, durante i quali la Madre si preparò seriamente come era sua consuetudine, Nel giorno stabilito con le Assistenti Generali che erano in sede e vollero accompagnarla, si recò alla RAI con puntualità. Quando apparve sullo schermo con disinvoltura, semplicità, serenità accanto al celebre Bruno Vespa, provai un sentimento di commozione e gioia e nello stesso tempo di dolore perché mi sem‐brava che le altre Consorelle fossero escluse dal gustare tale contentezza. Ma avevo obbedito. Invece, cara Madre Regina, lei non pensava che al TG1 delle 13:30 in tutte le nostre Case vi era qualche Sorella che assisteva a quella trasmissione. Così in tutte le Comunità, ap‐pena sullo schermo apparve la sua immagine e si udì il suo nome, iniziò un accorrere da una parte e dall’altra, un chiamare di nomi, un vocio e tutto assumeva l’aspetto di un allarme e non mancava la domanda: “Perché la Curia non aveva comunicato prima questo fatto?”. Poco dopo il suo ritorno a casa iniziò la rid‐da delle telefonate perché ogni Comunità deside‐rava esprimere congratulazioni e la propria gioia. Incontrandola in un corridoio mi guardò e mi disse: «Io pensavo di essere sola alla Televisione invece vi erano tante Sorelle, però so che non l’hanno sa‐puto da te, ma lo hanno scoperto loro». Mi ringra‐ziò contenta e aggiunse: «Ero sicura della tua ob‐bedienza».
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La Presidente dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia), invitò un anno Madre Regina a tenere una Conferenza all’USMI in occasione della loro Assemblea Na‐zionale sul tema: «La presenza delle Curie Generalizie in Roma e il loro contributo all’apostolato e alla Pastorale della Diocesi del Papa». La preparazione a questa Conferenza le richiedeva un serio lavoro di ricerca, ma non la scoraggiò. Madre Regina inviò una Circolare, con allegato un Questionario, a tutte le Curie Generalizie esistenti in Roma e nelle città limitrofe chiedendo le informa‐zioni necessarie. In questa occasione chiese il mio contributo, sia per la ricerca del ma‐teriale come per la stesura della Conferenza che doveva tenere in lingua italiana. A la‐voro concluso ella lo trovò esauriente e completo. Volle che l’accompagnassi alla sede dove l’USMI teneva l’Assemblea. Quando vide quel grande salone molto affollato di re‐ligiose ebbe un momento di apprensione ma subito si riprese quando la Madre Cam‐panile la introdusse e la presentò all’Assemblea. Con sicurezza, pacatezza e serenità svolse l’argomento proposto che fu considerato esauriente, importante, perché porta‐va a conoscenza il grande e valido aiuto che le Curie Generalizie offrivano alla Diocesi, contributo in gran parte, fino allora, sconosciuto. In tale momento colse anche l’occasione, rispondendo ad alcune domande, di far conoscere il compito e l’opera dell’UISG e quello che compie per la Vita Religiosa nel mondo. Questo offrì all’As‐semblea varie, nuove informazioni, perché diede loro, sia pure una pallida idea, di si‐tuazioni difficili in cui la fedeltà alla Vita Religiosa richiede eroismo.
Certo la mia descrizione tracciata a lontananza di tempo, senza possibilità di consultare date, tempi e nomi, darà una pallida idea del contributo che Sr. Regina Ca‐sey ha donato all’Istituto, alla Vita Religiosa e alla Chiesa, ma aiuteranno a completare la sua figura di Religiosa, Missionaria del Sacro Cuore, i documenti che certo si trove‐ranno nell’Archivio Generale e dai suoi scritti personali. Nel corso dell’anno 1980, mentre fervevano i preparativi per la Celebrazione del Centenario dell’Istituto, il Signore ci riservò una gradita sorpresa. Una mattina giunse alla Curia un signore dall’aspetto buono e gentile: si presentò e in breve ci espo‐se il perché della sua visita. Era il prof. Giuseppe Dall’Ongaro: entrato giovanissimo nel giornalismo, fedele ad una tradizione familiare. Nel 1966 aveva ottenuto il premio Saint‐Vincent per i servizi di carattere internazionale. Al suo attivo: numerose pubbli‐cazioni dedicati ai grandi temi di attualità internazionale, alcune pubblicate anche sull’Osservatore Romano. Conosciuta la Santa Cabrini e la sua opera, ora desiderava scrivere la sua Biografia. Chiedeva di poter accedere all’Archivio dell’Istituto, di poter consultare Documenti, perché voleva scrivere un’opera basata su fonti storiche e rive‐lasse la grandezza di quell’umile donna che, in una società dell’impetuoso sviluppo produceva ricchezza ma anche emarginazione e sfruttamento, seppe lottare e costrui‐re strutture per strappare gli emarginati allo sradicamento, gli sfruttati alla speculazio‐ne dei gruppi organizzati, contrapponendo un pro‐prio grandioso progetto fondato sulla fede, nella carità di Dio e nell’amore del prossimo perché con‐siderava tutti fratelli. In quel primo colloquio mi accompagnava l’Assistente Generale Madre Cristina Perazzoli. In‐sieme mostrammo a lui il materiale che potevamo
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mettere a sua disposizione ed anche gli scritti di Santa Cabrini: Lettere, Circolari e le varie Biografie che erano già state pubblicate. Egli rimase molto contento e concluse che sarebbe venuto ogni mattina qui nella nostra Biblioteca senza recare alcun distur‐bo. E così avvenne. Ogni mattina verso le ore 9 il professore era presente e accoglieva con riconoscenza quella collaborazione che era necessaria ed utile nelle ricerche. Dopo un po’ di tempo non si vide più perché svolgeva le sue ricerche in altri Archivi, come Archivio Vaticano, Archivio di Propaganda Fidae, ed altri. La sua opera era storicamen‐te documentata anche tramite la consultazione in Ministeri vari ed anche Consolati. Qui, alla Curia aveva avuto anche l’occasione di incontrare alcune nostre Sorelle, come Sr. Imelda Cipolla che in quel tempo stava curando la seconda Edizione delle Lettere della Santa Madre e Sister Mary Louise Sullivan degli Stati Uniti, la quale inviò poi allo scrittore fotocopie di Documenti, notizie e materiale assai utile. Una documentazione relativa alla missione cabriniana. La possibilità di accedere a tanta ricca documentazio‐ne consentì allo scrittore di integrare, ampliare con elementi del tutto inediti e rilevanti quanto già si era scritto sulla vita della Santa Madre. Questo si può rilevare dalla Bibliografia e fonti a pag. 295 del libro. Il professore visitò anche i luoghi cabriniani. Nel Novem‐bre del 1982 uscì la prima edizione del libro: Giuseppe dall’Ongaro: «Francesca Cabrini. La Suora che conquistò l’America», Ed. Rusconi. Intanto gli anni correvano rapidi, il tempo pareva volasse e per adempiere un’altra parte del mandato che mi era stato asse‐gnato non rimanevano che brevi spazi. Sembrava un lavoro trascu‐rato ma invece era ben radicato nel mio pensiero e nella mia volon‐tà. Spesso mi risuonava alla mente un classico, antico proverbio: «Per fare un Archivio occorrono tempo, spazio e denaro». Di tempo e spazio ne avevo ben poco, il denaro per allora non mi occorreva, ma avevo la volontà di compiere l’obbedienza e questo mi era di aiuto a cercare e trovare tutti i momenti opportuni da dedicare a quell’impegno. Il materiale nuovo da archiviare aumentava sempre più.
Quando giunsi alla Curia, la Madre Generale, con le prime informazioni mi co‐municò anche che la Congregazione per la Vita Religiosa organizzava ogni anno incontri per le Religiose che si tenevano settimanalmente con due ore di lezione così program‐mate: Una lezione di carattere formativo ed una di carattere pratico relativo a pratiche legali, di segreteria. Mi disse che era stata già inoltrata l’iscrizione; mi diede la tessera, mi pregò di iniziare subito a frequentare il Corso, e mi diede il programma.
Esaminai con piacere il programma dell’anno 1979 e con gioia trovai che verte‐va su questi argomenti:
1. Il Nuovo Codice di Diritto Canonico 2. Norme per pratica di Segreteria e per l’Archivio
Seguii ogni anno quei Corsi; li trovai molto utili e inerenti a quanto si svolgeva nella Vita Religiosa in quegli anni. Comprendevo che essi gettavano luce sulla mia nuo‐va missione. Sì missione, perché ogni volta che fra le mie mani scorreva un foglio di an‐tica data che mi narrava il passato dei primi Cento anni dell’Istituto, il mio sguardo era proteso verso il futuro. Comprendevo che a noi non solo veniva affidata una storia gioiosa da raccontare, ma una nuova storia da costruire sempre radicata in quelle fon‐damenta gettate per noi da S. Cabrini e dal suo Carisma. Così, pur stando intenta a la‐
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vorare in un semplice e stretto stanzino, là, oltre gli annosi e maestosi alberi di Via Cor‐tina D’Ampezzo, vedevo luoghi sterminati, fratelli e Sorelle di ogni popolo e nazione immersi nel dolore, nella sofferenza e nelle tenebre dell’errore ai quali dovevo donare la mia missione fatta di offerta e di preghiera. Sebbene a stralci di tempo, pur in mezzo a tutte le altre cose a cui bisognava dare la priorità, iniziai il mio lavoro. Primo impegno fu quello di raggruppare il materiale d’Archivio in ordine di anni, poi, dopo aver formulato un Titolario, di suddividere i documenti in categorie. Ad ogni pacco che aprivo mi sembrava di sentirmi ripetere: «Sta bene attenta: i fogli che tocchi sono terra santa, sono semi di santità». Lentamente a brevi passi il lavoro avanzava. Lo spazio era molto ristretto, il ma‐teriale da organizzare e catalogare era molto. La Madre Generale, mi aveva detto di andare a visitare alcune Curie Generali‐zie, delle quali mi aveva lasciato l’indirizzo e il numero telefonico. Io vi andai, ma quan‐do vedevo lo spazio ampio di quegli archivi, gli ampi armadi e scaffali, tornavo a casa con il cuore stretto, ma non scoraggiato: entravo con serenità e speranza nella mia re‐altà e nel ristretto luogo in cui dovevo lavorare, cercai di organizzare tutto nel miglior modo possibile. Mi aiutò molto il Titolario compilato e nel seguirlo mi sembrava di or‐ganizzare una biblioteca nella quale invece di libri dovevo mettere i contenitori ben or‐dinati. Feci anche uno Schedario per rendere più facile la ricerca dei Documenti. Quando conclusi il mio mandato mi mancava di aprire altri pacchi. Erano quelli che contenevano il materiale e i documenti relativi alla Missione della Cina. La man‐canza di tempo e di spazio non mi ha concesso di completare e concludere questo la‐voro. Una linea però era stata tracciata, una fiammella accesa la «… parva favilla che gran fiamma feconda..» come dice Dante Alighieri. 1983 – All’Assemblea Generale dell’UISG, Madre Regina concluse il suo mandato di Presidente. Iniziò subito con il Consiglio Generale, a preparare il nostro Capitolo Generale del 1984. Inviò a tutte le Comunità la Circolare di convocazione e si iniziò a preparare tutto ciò che sarebbe stato necessario per il Capitolo con la certezza che, come lei di‐ceva, da un’ottima preparazione, ordinata e ben organizzata, ne sarebbe derivato un ottimo risultato. Il lavoro divenne più intenso quando iniziarono a giungere i nomi delle Delegate al Capitolo e allora si cominciò a preparare il materiale anche personalizzato. Fu un po’ difficile quell’anno trovare la sede, ma poi la Provvidenza ci fece trovare anche quella. Il Capitolo Generale si svolse regolarmen‐te senza difficoltà. Le elezioni donarono all’Istituto un nuovo Consiglio Generale, sotto la guida della carissima Madre Maria Barbagallo e delle Consigliere: Sr. Lina Colombini, Sr. Christine Perazzoli, e Sr. Clari Eva Corso. Il Signore ha guidato e benedetto il nostro lavoro a Lui rendemmo grazie, lode e onore in una solenne celebrazione conclusiva.
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Roma Preparazione incontro MLC
I giorni 11 e 12 Giugno presso l’Istituto Cabrini di Roma si è riunita una piccola equipe formata dalla Madre Provinciale, Sr. Annita, MSC, da Sr. Marta Maria, MSC, da Sr. Maria, MSC, dalla Missionaria Laica, Antonietta Scopelliti, dalla MLC, Marina Pace, dalla Prof.ssa Simonetta Moretti, per preparare l’Incontro internazionale delle/dei MLC che ha avuto luogo a Buenos Aires da 5 al 9 Luglio u.s. Il programma prevedeva l’elaborazione di una sintesi sulla formazione e attività delle MLC in Italia, negli ultimi dieci anni, da presentarsi durante l’Incontro.
La riunione è servita per fare memoria dell’itinerario personale, formativo e missiona‐rio che hanno percorso le MLC in Italia e per individuare alcune sfide per il futuro. Si è ribadito che nella Provincia Italiana, vi sono ottime collaboratrici dentro e fuori le opere che – senza averne il titolo – sono delle ottime MLC sempre pronte a collaborare,vivere e trasmettere lo spirito e la missione di S. F. Cabrini. Dall’Incontro è risultato un documento che riportiamo in questo Bollettino:
PRIORITA’ delle MLC della Provincia Italiana
“ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE”
Motivate dall’esperienza del Consiglio Esteso 2013 che propone la “ Vocazione” al primo posto nelle riflessioni del Capitolo Generale 2014, come MLC anche noi: “Noi crediamo che la vocazione sia come un seme che necessita di essere piantato e seguito durante la sua crescita (per esempio attraverso la partecipazione alle esperienze missionarie). Per questo motivo è molto importante avere una commissione formata da suore e da laici che si occupi della Pastorale Vocazionale. Se avessimo una visione comune dell’intero Istituto, insieme potremmo prestare assistenza a chiunque, aiutare gli altri affinché diano il meglio di loro stessi, sostenere le nostre opere (missioni e istituzioni) ed essere testi‐moni di Dio in tutto il mondo.”
Pertanto ci proponiamo come:
PRIORITA’
Sviluppare la Vocazione delle MLC, spiegandone il ruolo nella Chiesa e nella missione Ca‐briniana, riproponendo l’opzione per questa vocazione a tutti i livelli;
Sviluppare il Volontariato
Creare una piattaforma vocazionale con la presenza delle MLC nelle Equipe Vocazionali e in tutti quei settori dell’evangelizzazione e della pastorale della Provincia
Favorire l’unione fra le tre Associazioni e altre attività delle MLC Strategie
Coordinare un Incontro di riflessione, studio e programmazione tra le tre Associazioni che abbia lo scopo di condividere la Formazione dei membri e la Missione e unificare i criteri di impegno. (Anno 2013‐2014)
Organizzare un Convegno di studio e di aggiornamento della Pedagogia Cabriniana da condividere con le opere e le missioni anche a livello Europeo.
Promuovere un pellegrinaggio di Formazione per i membri delle Associazioni a Codogno e Sant’Angelo Lodigiano.
Preparare e celebrare a breve tempo l’impegno più formale di MLC già pronte per questo importante coinvolgimento spirituale e missionario con l’Istituto delle MSC
Come favorire l’internazionalità: ‐ Elaborare un Documento comune a partire dall’Incontro di Buenos Aires ‐ Creare una rete di contatti di esperienze ed interscambio di attività e formazione.
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Relazione delle MLC sull’incontro internazionale di Buenos Aires
Incontro Internazionale dei Missionari Laici Cabriniani
Buenos Aires 5‐9 Luglio 2013 Ecco il momento favorevole perché l’Amore non rimanga nascosto
Il 5 Luglio si è tenuto a Buenos Aires – Argentina l’incontro internazionale dei Missiona‐
ri Laici Cabriniani, erano presenti 40 rappresentanti delle Province/Regioni dell’Istituto: Argen‐tina‐Paraguay, Brasile, Centro America, Stella Maris, Spagna, Etiopia, Italia.
Sono stati 5 giorni di intenso lavoro per cercare di porre le basi per il documento Inter‐nazionale dei Laici Cabriniani nel mondo. Forse non tutti ricordano che l’Istituto delle Missio‐narie del Sacro Cuore di Gesù già dal Capitolo del 1990 si è aperto alla collaborazione con i laici valorizzando la loro vocazione laicale e il XIII Capitolo Generale del 2002 ha dato uno spazio consistente alla discussione già di un primo documento sul laicato cabriniano.
Tutto questo è possibile anche grazie al fatto che Madre Cabrini, donna con un’a‐pertura mentale notevole per il tempo, già due anni dopo la fondazione dell’Istituto, nel 1882 invitava le sorelle a collaborare per meglio compiere il bene verso il prossimo con laici di otti‐mo spirito e buona volontà. (Regole manoscritte 15 ottobre 1882), pertanto l’Istituto si è svi‐luppato con questa apertura.
Ora, alcuni laici che collaborano con le Suore desiderano dare un senso alla loro voca‐zione laicale, sentono che anche per loro è il momento che l’Amore non rimanga più nascosto ma che ci sia un impegno maggiore a collaborare con le Suore alla costruzione del Regno di Di‐o, perché capiscono che la chiamata è anche per loro e hanno maturato l’esperienza che sono chiamati personalmente dal Signore dal quale hanno avuto una missione per la Chiesa e per il mondo, come indicato in Christifideles Laici.
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Ritrovarsi in Argentina con altri laici che condividono tutto ciò è stato meraviglioso, il clima gioioso e parte‐cipato. Ci siamo domandati cosa il Si‐gnore vuole da noi per il bene dell’Istituto: abbiamo condiviso le no‐stre esperienze passate e le speranze future. Come possiamo migliorare il vecchio documento alla luce del Van‐gelo con il dinamismo e l’audacia della fede, della speranza e dell’amore, co‐me possiamo migliorare la nostra for‐
mazione perché sia attuale e internazionale nel rispetto tuttavia delle diverse culture, come possiamo noi laici formarci una coscienza sociale matura che possa promuovere il bene comu‐ne, la solidarietà verso gli immigrati, i poveri e i più bisognosi con generosità e gratuità por‐tando a tutti l’Amore gioioso di Gesù.
Invitati speciali sono stati il teologo Oscar Campana che ci ha parlato della vocazione del laico nella Chiesa e proposto alcuni punti di riflessione su come ripensare ad una Chiesa del futuro come mis‐sione condivisa: religiosi e laici in un mondo in con‐tinuo cambiamento ed estremamente tecnologico e la necessità di continuare il cammino iniziato con il Concilio Vaticano II. Altra relatrice è stata Sr. Roseni Terezinha Goncalves MSC del Brasile che ha propo‐sto una riflessione sulla spiritualità cabriniana e una proposta di riflessione personale sul documento dell’Episcopato dell’America Latina tenutosi ad Aparecida (Brasile) nel 2007.
Alla luce di tutto questo è stato rivisitato il vecchio documento e proposti da parte di tutte le Province /Regioni i punti che andrebbero sostituiti e come. Tutto questo materiale sarà poi elaborato dalla commissione internazionale dei Missionari Laici formata da un membro di ogni Regione/Provincia e sono stati nominati: Patricia Marquez (Argentina‐Paraguay), Maria Alcioneia Fontinele (Brasile), Maria Trinidad Meza Roa (Centro America), Patricia Krasnausky (Stella Maris), Birkenesh (Etiopia), Marina Pace (Italia). La commissione si riunirà in Settembre per formulare il documento finale da presentare al Capitolo Generale.
Ha seguito tutti i lavori l’Assistente Generale Sr. Aparecida Corrêa de Castro MSC. Questo incontro ha dato anche modo, a molte di noi, di conoscere i luoghi e le missioni
cabriniane a Buenos Aires: la “palmera” (palma) che orientò Madre Cabrini nella scelta del posto dove iniziare la sua missione, le scuole, la stupenda statua al molo in memoria di Madre Cabrini che accoglieva gli immigrati che a frotte sbarcavano dalle navi, la parrocchia a lei dedi‐cata, la missione inserita in uno dei quartieri più poveri della città, con una scuola e un dispen‐sario medico che forse sono l’unica luce in tanta miseria.
“Questo è bello: servire senza chiedere nulla in cambio, come ha fatto Gesù. Gesù ci ha servito tutti e non ha chiesto nulla in cambio! Gesù ha fatto le co‐se con gratuità e voi fate le cose con gratuità. La vostra ricompensa è pro‐prio questa: la gioia di servire il Signore, e di farlo insieme!”
(Papa Francesco 23 giugno 2013)
Marina Pace, mlc
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Rieti Incontro di Spiritualità Cabriniana
Rieti, 6 – 10 Luglio 2013
La nostra Provincia ha voluto celebrare l’Anno della Fede con un breve corso di
Spiritualità che si è tenuto a Rieti dal 6 al 10 Luglio nella magnifica cornice verde di Vil‐la Cabrini. Vi hanno partecipato anche tre Sorelle della Regione dell’Europa Occidenta‐le.
Le riflessioni dottrinali ci sono state proposte da Don Paolo Blasetti che ci ha fatto riflettere sul principio fondamentale della nostra Fede: «La luce delle genti è Cri‐sto» poiché la nostra è una Fede Cristologica e Cristocentrica. Su questa base, citando la 2° lettera ai Cor 13,5, dove San Paolo dice: “esaminate voi stessi se siete nella fede, mettetevi alla prova. Non riconoscete forse che Cristo abita in voi?” Don Paolo ci ha in‐vitate a fare attenzione ai verbi: esaminare e discernere, indicandoci che è importante continuare nella ricerca per vedere se la nostra Fede è veramente fede cristiana. Attra‐verso Cristo, i suoi stessi sentimenti infatti, noi possiamo entrare nel mistero del Padre e possiamo aspirare a vedere il Volto di Dio, entrare nella sua bellezza e nella sua mise‐
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ricordia, così come ci viene indicato dal culto al Sacro Cuore di Gesù. Questo ci è possi‐bile meditando la sua Parola e affidandoci a Lui.
Nella seconda riflessione Don Paolo ci ha proposto la Fede di Maria Vergine. Mentre nella terza riflessione abbiamo meditato sulla Fede di Gesù e le sue caratteristiche.
Altre riflessioni ci sono state proposte da Sr. Maria, MSC che ha ripercorso la Fede di Santa Francesca Cabrini nei riguardi di Dio Padre, del Sacro Cuore di Gesù, e dello Spirito Santo. Ad ar‐ricchire il nostro incontro di spiritualità hanno contribuito le esperienze di tutte le Suore, in par‐ticolare quelle di Sr. Francisca Alcácer, di Sr. Bar‐tolomea De Marchi e di Sr. Assunta Scopelliti. Un particolare dono ci è arrivato dall’Enciclica Lumen Fidei, di Papa Francesco, che era appena uscita proprio in quei giorni che noi riflettevamo sulla Fede.
Non sono mancati momenti di sollievo come la rappresentazione dell’arrivo in America delle prime Suore guidate da Madre Cabrini nel 1889 e la serata di fraternità.
Ma la parte conclusiva soprattutto è stata particolarmente suggestiva perché ci siamo re‐cate a Roma, presso la Chiesa del Gesù, e davanti all’immagine del Sacro Cuore dove tante volte aveva pregato Madre Cabrini e tante altre nostre
Sorelle, abbiamo rinnovato la nostra Fede recitando il “CREDO”. La Madre Provinciale, Sr. Annita, MSC ci ha salutate consegnando ad ogni Co‐
munità una statuetta del Sacro Cuore a ricordo di questo significativo Anno della Fede. Tutte le Suore partecipanti, hanno goduto non solo le riflessioni e le condivisioni spiri‐tuali, ma la fraternità e un gradevole clima di affetto e di serena accoglienza reciproca.
Tutto si è concluso con un gustoso pic‐nic preparatoci dalla Madre Provinciale sul bel terrazzo di Via Sicilia. Non sono mancati i bei momenti liturgici l’ultimo dei quali presso la reliquia di S. F. Cabrini della Chiesa di Via Sicilia.
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Milano - Casa di Cura Columbus Pellegrinaggio in Terra Santa
13 ‐ 20 GIUGNO 2013
Sveglia nel cuore della notte il 13 Giugno: il ritrovo è fissato per le 5 in punto in
Columbus. Dobbiamo partire per la Terrasanta, la Terra di Gesù. La Terra Promessa de‐gli Ebrei, sacra a tre religioni monoteiste, terra di contraddizioni e di conquiste, di spiri‐tualità e di violenza, di Santi e di Martiri, di tradimenti e di Amore sovraumano. Ci tro‐viamo insonnoliti al pullman che ci accompagnerà all’aeroporto di Orio al Serio. Siamo meno di venti: gli altri ci raggiungeranno all’aeroporto. Suor Rachele e altre cinque suore: Suor Annita, Suor Loredana, Suor Giuditta Pala, Suor Elena, Suor Giuliana, ci accompagneranno lungo uno dei pochi viaggi che Madre Cabrini non aveva compiuto e cui, forse, agognava in cuor suo. Le attese sono tante, la speranza di una conversione o del rag‐giungimento di una maggior saldezza nella nostra povera, vacillante Fede molto grande.
All’Aeroporto tutto fila liscio salvo qualche nome che non ri‐sponde all’appello. L’aereo è un charter, carico di soli Pellegrini. La partenza, incredibile a dirsi, puntuale, alla Svizzera, il volo piacevole, il personale di bordo gentile e il pasto niente male. Si comincia be‐ne!
All’arrivo, sbrigate abbastanza rapidamente le pratiche doganali, conosciamo la nostra guida, Don Valerio Scolari, parroco di un paesino vicino a Brescia, con trent’anni di esperienza di guida di gruppi in Terrasanta. I giorni che verranno ce lo fa‐ranno conoscere bene questo piccolo, grande uo‐mo, con un sorriso da bambino con i capelli bianchi, e l’entusiasmo di un ventenne, una conoscenza pro‐fonda della geografia e della storia di Israele, e una altrettanto grande conoscenza della Bibbia, del Vangelo e dei Sacri Testi. Raggiunto il nostro pullman insieme ad un altro gruppo che ci serve a fare numero (saremo in tutto 41), partiamo per il Nord del Paese. Don Valerio si attacca al microfono parla, spiega, prega e ci fa pregare e poi di nuovo spiega e parla. Non smetterà sino all’ultimo giorno quando, esausto, si accascerà sul sedile dell’aereo di ri‐torno abbandonandosi ad un sonno profondo. La sua ine‐sauribile carica vitale gli guadagnerà il soprannome di “Duracell”.
Raggiunta Haifa ci fermiamo per la Messa al Mon‐te Carmelo, quindi ripartiamo alla volta di Nazareth. La città di Maria è molto più grande di quanto ci aspettassi‐
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mo. La suddivisione delle zone in araba e ebraica è subito evidente: caotica e disordi‐nata la parte araba, ordinata e pulita quella ebraica che è posizionata in zona dominan‐te sulle alture su cui si adagia la città. L’albergo e il pasto serale più che dignitosi. Il let‐to comodo. Alle tre veniamo svegliati dalla voce del Muezzin che canta la sua preghie‐ra. Alle sei invece dal telefono che ci chiama alla prima colazione. Si parte presto e sarà sempre così per tutti i giorni successivi.
Il soggiorno a Nazareth prevede, il secondo giorno, la visita alle rovine dell’antica Seforis (Seppolis per gli E‐brei), città fondata da Erode il Grande sullo stile delle città romane. Qui subito una notazione storico‐sociologica di Don Valerio che spiega come Gesù, e suo Padre Giuseppe, carpentieri, per sopravvivere dovettero molto proba‐bilmente lavorare alla costruzione di Seforis insieme a molti altri artigiani della zona. Nazareth, con le suo poche
centinaia di abitanti, non avrebbe potuto garantire ad un carpentiere la sopravvivenza. Tra le rovine vediamo un mosaico meraviglioso, frutto della sa‐pienza artistica di maestranze romane, tra cui un bellissimo volto femminile che sembra staccarsi dal pavimento tanto è realistico. Lasciata Seforis ci dirigiamo verso il Monte Tabor, sede della trasfi‐gurazione di Cristo. Il posto, situato sulla cima di un colle a forma di tronco di cono che si stacca dalla pianura, è abbagliante per la sua bellezza. Le costruzioni francescane e la chiesa, con una parte risalente all’epoca crociata, invitano alla preghiera e alla meditazione. Oltre a questa però, gli Amici di Mondo X che ha posto una Comunità sul Mon‐te, preavvisati da Ezio Croci, pensano anche ai no‐stri corpi oltre che alle nostre anime e ci fanno trovare un rinfresco sontuoso che, con molto sen‐so cristiano, accettiamo di buon grado.
Il cielo è azzurro, solcato dalle vele di para‐pendio che volteggiano leggere senza apparente
sforzo, La calura del sole di Giugno è mitigata da una brezza fresca. E’ veramente un luogo benedetto e verrebbe voglia di sostare a lungo. Ma il nostro Duracell non può fermarsi e ci obbliga al ritorno verso Nazareth. Qui ci attende la fontana della Vergine, custodita in una chiesa Ortodossa, luogo leggendario dove Maria andava ad attingere l’acqua.
Da qui ci rechiamo al santuario dell’Annunciazione che invece custodisce la gran parte della casa della Madonna. Le ricerche di archeologi e storici hanno stabilito che,
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con grande probabilità, la grotta che vediamo, incastonata sotto l’altare della bella chiesa, è ve‐ramente il residuo della casa di Maria. La Messa, concelebrata da molti sacerdoti, è bella e commuovente. Al ritorno verso l’albergo i nove “monelli”, i me‐dici della Columbus con relative consorti e amica al seguito, si fermano in un magazzino di spezie. I profumi sono forti, i‐nebrianti, particolari. Viene vo‐glia di comprare tutte le spezie ma saranno un centinaio, tutte diverse. Alla fine ci offrono un caffè denso come una crema, forte, speziato, buonissimo.
Nel tardo pomeriggio il gruppo dei medici della Colum‐bus si reca all’Ospedale Cristia‐no di Nazareth per una visita. Veniamo accolti dal Dott. Elias, urologo che ha studiato a Pado‐va che da trent’anni lavora nell’ospedale. La struttura è bella, con un’ala più vecchia e ali in via di rifacimento o di costru‐zione nuova. Restiamo stupiti dal numero degli accessi in pronto soccorso: 45.000 all’anno! Il punto nascita effet‐tua circa 1300 parti. Alla sera, al ritorno da una passeggiata, tro‐viamo tutti in agitazione: Don Valerio è caduto e si è fatto ma‐le. In realtà ha qualche ammac‐catura ed abrasione ma una buona medicazione e un po’ di ghiaccio lo rimettono subito in
piedi e… pronto per la sveglia delle 6 del mattino seguente. Destinazione il Lago di Ti‐beriade.
Sulla strada ci fermiamo al Monte delle Beatitudini per la Messa. Il luogo è ora un vero giardino meraviglioso con al centro la chiesa e alcune costruzioni ad uso fore‐steria e convento. La bellezza del luogo, il brano delle beatitudini, la vista del lago di
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Tiberiade con le acque increspate dal vento, portano uno dei nostri a perdersi e a non risalire sul pullman al momento della partenza. Dopo qualche pena, molte te‐lefonate e nuovi appuntamenti disattesi la pecorella smarrita viene ritrovata e ri‐portata nell’ovile.
Andiamo quindi a Cafarnao, la città della maturità di Gesù, quella di Pie‐tro e Andrea. Il solo nome evoca tanti episodi della predicazione di Cristo, il mi‐racolo dei pani e dei pesci, la tempesta calmata, la pesca miracolosa.
La rovine della città sono ben conservate e la sinagoga ancora ricono‐scibile. Curiosità e commozione desta la vista dei resti della casa di Pietro, pochi sassi circondati dal muro di una chiesa ottagonale bizantina, il tutto coperto da un brutto, enorme sarcofago in vetro‐cemento che vorrebbe essere una prote‐zione e nel contempo offrire un punto di osservazione per la casa.
Terminata la visita ci aspetta la navigazione sul lago di Tiberiade, che po‐tremmo paragonare al lago di Iseo ma che si trova circa 100 metri sotto il livello del mare. Sulla sponda opposta a quella di partenza ci aspetta un Kibbutz dove mangeremo il pesce San Pietro (e che al‐tro se no!) in un ristorante tipo catena di montaggio, peraltro molto efficiente.
Alla fine del pasto saliamo sul pullman che ci aveva preceduto via terra e ci dirigiamo a Cana, piccola cittadina vicino a Nazareth. Nella chiesa del miracolo della trasfor‐mazione dell’acqua in vino, le coppie sposate vengono invi‐tate da Don Valerio a rinnovare la promessa di matrimonio. Molti si commuovono, soprattutto le spose, per la cerimo‐nia inattesa, semplice e bellissima. Alla sera, dopo cena, si va alla fiaccolata con rosario alla Basilica dell’Annun‐ciazione, una cerimonia sentita e partecipata. Il fresco della sera è abbastanza pungente e ci addossiamo l’uno all’altro per scaldarci un po’.
L’indomani alle sei e mezza (ma no!) la messa presso il convento dei fratelli del Sacro Cuore di Gesù di Charles de
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Foucault, nello splendido giardino sot‐to una tenda. Quindi partenza per la valle del Giordano. Siamo circondati dal deserto ma la striscia di verde sul fondovalle ci indica che lì c’è il fiume, c’è acqua, c’è vita. In realtà il Giordano è un fiume quasi agonizzante, cui le ir‐rigazioni sottraggono continuamente acqua diminuendone progressivamen‐te la portata. Il sito del battesimo di Cristo ci mostra un corso d’acqua fan‐gosa, largo pochi metri, con corrente lenta e pigra.
Ci dirigiamo quindi verso il Mar Morto, 423 metri sotto il livello del mare. Visitiamo il sito di Qumran, luo‐go altamente suggestivo nelle cui grot‐te furono scoperti i rotoli dei mano‐scritti del Mar Morto. Don Valerio ci narra la storia degli Esseni, sorta di a‐sceti ebrei, dediti a bagni rituali, all’isolamento per favorire la concen‐trazione, allo studio e alla trascrizione dei testi sacri conservati nei famosi ro‐toli. La natura selvaggia del luogo è tuttavia sublime.
Da qui, breve sosta alla spiaggia del Mar Morto. Qui, alcuni ardimento‐si, si sono lanciati in un bagno a nulla pericolosità di affogamento nelle ac‐que salatissime del lago. Dopo il pran‐zo a Gerico, in un abbastanza anacro‐nistico grande Hotel all’americana, ve‐
ra cattedrale nel deserto, risaliamo il deserto di Giu‐da, dove il panorama mozza il fiato. Alcuni accam‐pamenti di beduini punteggiano i lati della strada e mostrano una struggente povertà. Il muro divisorio che si estende per chilometri e che segna il confine tra lo stato palestinese e quello israeliano annuncia l’avvicinamento a Gerusalemme che si annuncia con la visione della cupola durata della Moschea di Omar.
Il pullman ci lascia fuori le mura, in un centro commerciale modernissimo. A piedi raggiungiamo la Casa Nova del Francescani che sarà la nostra casa per quattro notti. Siamo nel cuore della città vecchia,
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nella parte cristiana ma al confine con quella araba. Alla sera, dopo cena, andiamo in piccolo gruppo al Santo Sepolcro. Chiuderà entro mezz’ora ma ci sarà la possibilità di visitarlo senza la confusione della folla che di giorno si accalca. La visita è emozionante. Alcuni pian‐gono sulla sommità del Golgota e al Sepolcro, in preda ad una commozione indicibile. Non è la morte di Cristo ma quello che da essa è sca‐turita, la Salvezza, la remissione dei peccati a commuovere. La resurrezione prevale sulla morte. La sacralità del luogo è percepibile o‐vunque, anche se c’è un prete ortodosso che, posto a guardia del Sepolcro, cerca di regolare il passaggio dei pellegrini con modi a dir poco ruvidi, certo poco “ortodossi”. Non im‐porta, niente può scalfire la bellezza del momento.
L’indomani mattina, tutti al Muro del Pianto. E’ in corso, essendo lunedì, la ce‐rimonia del Bar Mitzvah, che indica il momento in cui un bambino ebreo raggiunge l'e‐
tà della maturità (13 anni e un giorno per i maschi, 12 anni e un giorno per le femmine) e diventa responsabile per se stesso nei confronti della Halakhah, la legge ebraica, questo anche in considerazione della coscienza nel distinguere il bene ed il male. Deci‐ne di ragazzini, seguiti da un corteo di parenti festanti e chiassosi, vengono portati a turno al muro del pianto dove, alla presenza di Rabbino, leggeranno il brano della To‐rah che li farà diventare uomini.
Dal muro del pianto saliamo per una passerella alla spianata delle moschee, quella di Omar (o della cupola della roccia, quella del sacrificio di Isacco) e quella Al
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Asqua. Torme di bambini delle varie scuole coraniche vociano festanti. Gridano qualco‐sa all’unisono, forse versetti del Corano. Il luogo è bellissimo e ben tenuto. Sorge sulla sommità dell’altura chiamata Morya, dove sorgeva l’antico tempio di Salomone, poi ri‐
costruito da Erode, fatto distruggere dell’Imperatore Adriano. Il luogo è sacro per le tre religioni monoteiste: la cristiana perché Cristo predicò nel Tempio e ne cacciò i mer‐canti, quella ebraica perché il tempio costituiva il cuore religioso della nazione, quella mussulmana perché dalla roccia custodita nella moschea di Omar si dice che Maomet‐to fu portato in cielo dagli angeli. Luogo sacro ma anche causa di intrighi, rivendicazio‐
ni, delitti e guerre. Nel pomeriggio si va a Betlemme, la città di Davide, attraversando la frontiera
segnata dal muro grigio edificato dagli israeliani per tenere lontani eventuali attentato‐ri. La prima sosta al campo dei Pastori, un insieme di grotte adibite ad ovili al tempo di Gesù. I pastori erano considerate persone impure, pascolavano le pecore nere, anch’esse animali impuri. E Gesù si fece annunciare e adorare per primi proprio da lo‐ro, gli ultimi degli ultimi. E’ sempre una lezione sul grande Amore per tutti gli uomini, quello che ci rende uguali agli occhi di Dio. La basilica della natività è francamente mal tenuta, sporca, buia: è lo stile degli ortodossi e la rivalità tra cristiani che ci viene spie‐
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gata è un evento triste. La sera, a cena, grande festa per due compleanni (Claudia e Giuliano) e per la ricorrenza del 46° di sacerdozio di Don Valerio. Festeggiamo a torta e spumante e il Padre è felice e commosso come un bambino.
Il giorno dopo siamo all’orto degli ulivi, una collina posta di fronte al monte Morya da cui si gode una vista spettacolare sulla spianata del Tempio e sulla Gerusalemme murata. Le tappe della Passione iniziano qui: il pianto di Cri‐sto, il Padre Nostro, la grotta dell’arresto, l’abbandono degli Apostoli. I momenti più tristi della vicenda umana di Cristo si sono concentra‐ti in questo luogo sacro, di per sé bellissimo.
Nel pomeriggio visita alla Chiesa di Santa Anna, alle piscine probatiche, luogo impuro per gli ebrei in quanto vi lavavano gli agnelli destinati ai sacrifici nel tempio e quindi considerate luogo impuro. Eppure Gesù scelse questo luogo per guarire il paralitico, dimostrando ancora una volta una scelta di rottura con la tradizione ebraica.
Resta ancora un giorno e lo trascorriamo, alla mattina, nel luogo dell’ultima cena, dove fu donata agli uomini l’Eucarestia. La chiesa è bella e la struttura primitiva crociata si riconosce perfettamente. Per i soliti dispetti tra le religioni gli ebrei indicano questo luogo come quello della sepoltura di Da‐vide e quindi lo hanno riempito di centri studi e biblioteche e‐braiche che si frappongono tra i cristiani e i luoghi di possibile raccoglimento.
Il pomeriggio andiamo a visitare la casa di Sant’Elisabetta, posta poco fuori Ge‐rusalemme, e quindi il museo della Schoà, che si trova vicino. Vediamo il bosco dei Giusti, coloro che aiutarono ebrei a sfuggire alla persecuzioni naziste. Grande commo‐zione e rispetto per il dolore di un popolo che è il dolore di tutti noi. Dolore e anche commozione e rabbia quando entriamo nel padiglione dei bambini, quello che com‐memora il milione e mezzo di bambini ebrei uccisi dalla furia nazista. Un piccolo lume nel buio, riflesso attraverso innumerevoli specchi, viene moltiplicato all’infinito. Tante
fiammelle, tante stelle che restano accese, simbolo del ricor‐do ma anche di speranza: la vita non si spegne con la morte.
La mattina dopo, per le sette, siamo al S. Sepolcro per la Messa. Padre Valerio celebra proprio nella cappella del se‐polcro, dove si entra in pochi. E’ commosso perché, in trent’anni di Terrasanta, è la prima volta che gli viene con‐cesso di celebrare in questo luogo. Fatica a parlare e noi ci commuoviamo con lui.
Ormai ci dobbiamo recare all’aeroporto di Tel Aviv per la partenza. Le formalità doganali non sono poi così difficol‐tose come erano state descritte. Il ritorno è tranquillo come l’andata. Siamo noi che siamo diversi.
Giuliano A. Lucani
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Milano La “crisi” vista dallo sguardo di un bambino
Andrea, figlio di un collaboratore della Columbus, ha vinto il primo premio di
prosa nella sua scuola. Vogliamo proporre alla vostra lettura il suo scritto:
Gli occhi di mio padre Anche stasera si preannuncia una serata come le altre.
Mio padre sta per rincasare e mia mamma prepara la cena. Nell’aria a‐leggia un che di strano, di malinconico. In effetti di questi tempi non ce ne va una giusta. Era bello quando, all’inizio, prendevamo la crisi per scherzo, pen‐sando ad un fenomeno passeggero, ma ora non è più così. I miei sono agitati, come tutti coloro che hanno un mestiere. Ecco mio padre, sta rientrando a casa. E’ stanco, come sempre, ma oggi noto in lui qualcosa di diverso: i capelli sono più bianchi e qualche ruga in più segna il volto. Stasera il ver‐de dei suoi occhi mi sembra spento. Quegli occhi molto espressivi, che comunicano diecimila sensazioni, oggi, non riescono a nascondere tutto ciò che stiamo vivendo e la preoccupazione per le nostre non più floride condizioni economiche.
Mio padre, come molti imprenditori italiani, non sta vivendo un bel periodo ed io, pur essendo ancora un ragazzino, ho capito che quando i poteri vanno alle grandi banche e alle grandi aziende, i piccoli imprenditori vengono schiacciati.
Lui si vede schiacciato, da un sistema che non l’aiuta. I suoi profondi occhi verdi sono amareggiati. Si sente tradito da uno Stato che non lo ama e che lui considera “casa”. La “casa” in cui vuole rimanere. E’ deluso da uno Stato che non lascia spazio ai figli; uno Stato vecchio che ha bisogno di cambiamento. E’ deluso da chi grida “cambiamento” seduto su una poltrona. E’ deluso da una umanità che non impara e commette sempre gli stessi errori. E’ deluso dalla gente, che crede che non votare o scrivere un insulto sulle schede elettorali risolva qualcosa. E’ deluso dall’ignoranza della gente, che pensa di più a chi vincerà la Champions League che ad informarsi su ciò che succede nel mondo. Forse è vero come diceva Joseph Maitre che “ogni nazione ha il governo che si merita”.
Io guardo mio padre triste e malinconico. Mio padre deluso. Mio padre scoraggiato che osserva l’Italia e il suo popolo una volta geniale, ribelle e colto, cadere in basso.
Io mi domando: “Dove sono finiti Galileo Galilei, Leonardo da Vinci, Guglielmo Marconi e Alessandro Volta che hanno rivoluzionato la scienza? Dove sono le idee di uomini del calibro di Giulio Cesare, i fratelli Gracchl, Ottaviano, Cavour, Mazzini, Garibaldi e Alessandro Manzo‐ni?” Restano solo sui libri di scuola, sulla carta che nessuno mai rilegge! Io so solo che duemila anni fa avevamo in mano il mondo conosciuto mentre ora, e voglio citare una frase di Winston Churchill, siamo solo il “ventre molle d’Europa”.
Deboli! Spesso mi domando: “Perché se queste cose le capisco io, ragazzino di tredici anni che ancora “puzza di latte”, gli uomini di potere non le comprendono?
I genitori e gli insegnanti ci dicono che il futuro è solo in mano nostra, di noi giovani generazioni.
Io da grande mi dedicherò al mio Paese, perché non dimenticherò mai quel velo di gri‐gio, senza speranza, negli occhi verdi di mio padre.
Andrea Randisi Primo premio
Scuola secondaria di I grado Plesso Eugenio Curiel – Classe 2 D
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Milano – Istituto Cabrini Progetto Civis – Scuola secondaria
Il lavoro svolto per il Progetto Civis ha dato il là a contatti via skype con le classi dell’Istituto Ca‐
brini di Madrid: ai nostri ragazzi è stato chiesto di formulare le domande sull’alimentazione e le tradi‐zioni alimentari da porre ai loro coetanei spagnoli. Richiesto il contatto via mail, all’ora e al giorno stabi‐liti, le classi si sono parlate (anche grazie ai loro insegnanti!) consentendo una apertura della nostra scuola Cabrini milanese verso un “Cabrini” internazionale; apertura che si dilaterà sempre di più con progetti di gite e convivenze insieme!
Quest'anno la nostra classe si è classificata al primo posto al concorso Civis,
che ha come tema principale l'alimentazione nel mondo. Per partecipare al concorso i professori hanno deciso di proporre ai ragazzi l’esecuzione di un elaborato composto dalle pubblicità realizzate in classe e da que‐sta relazione che spiega come abbiano studiato l’argomento e come lo abbiano tra‐sformato in slogan e titoli pubblicitari. Per realizzare le pubblicità la classe è stata di‐visa in quattro gruppi. Ogni gruppo era composto da circa sei persone e doveva trat‐tare un tema specifico riguardante la nutrizione: la denutrizione, la malnutrizione, il servizio di mensa nei paesi sottosviluppati e gli aiuti umanitari sulla raccolta e distri‐buzione degli alimenti. Ecco come i quattro gruppi hanno lavorato. Gruppo sulle mense nei paesi sottosviluppati.
L'argomento affidato al nostro gruppo era quello della mensa nei paesi sotto‐sviluppati. Abbiamo avuto diverse idee, alcune difficili da realizzare, altre poco im‐mediate.
Abbiamo capito che, invece, l’immagine della pubblicità doveva essere sem‐plice e d’impatto, facilmente comprensibile e che restasse impressa. Alla fine abbia‐mo avuto l’idea geniale: abbiamo deciso di realizzare un planisfero con evidenziate in rosso le zone in cui vi è la denutrizione.
Per realizzare questa pubblicità ci è stato d’aiuto il si‐to della WFP, un'organizzazione umanitaria che porta il cibo in tutti i paesi in cui ne hanno bi‐sogno. Abbiamo anche utilizzato, per rendere più forte l’immagine, delle foto prese dal sito che raf‐figurano dei bambini che abita‐no nei paesi sottosviluppati e che ricevono un pasto dalla WFP.
Abbiamo colorato di giallo il titolo con le ecoline e decorato il cartellone con
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delle cornicette. Il giallo era un colore che spiccava molto contro il blu intenso del car‐tellone. Sempre dello stesso colore abbiamo stampato dei testi informativi della Wfp, perché la professoressa ci ha spiegato che nelle pubblicità vi sono sempre immagini, un titolo semplice, in grande e in basso e, per chi vuole informarsi, un breve testo che argomenta quello che la pubblicità vuole comunicare.
Il lavoro è stato molto appassionante e il nostro gruppo si è organizzato in mo‐do molto proficuo; ognuno di noi ha contribuito con le proprie capacità e le proprie idee e il risultato finale ha colpito tutti, anche gli altri compagni, che ci hanno fatto molti complimenti. Questo ci ha dato molta soddisfazione! Gruppo sulla malnutrizione.
Inizialmente, per realizzare questa pubblicità, volevamo inserire alcune im‐magini con bambini europei felici e immagini di bambini denutriti, ma riflettendo con la professoressa abbiamo pensato che la malnutrizione non è presente solo nei paesi sottosviluppati, anzi! I paesi più ricchi hanno forti casi di malnutrizione come dimo‐stra l’alta percentuale di obesità negli Stati Uniti.
Nel nostro cartellone ab‐biamo quindi deciso di rap‐presentare due tipi di casi: due bambini obesi posti a confronto con tre bambini sani. Per far capire subito il fatto che una cattiva nutrizione comporta tanti problemi, abbiamo incollato intorno alla foto dei bambini obesi tantissi‐mi nomi di malattie che derivano da questa condizione. L’impatto visivo era molto forte perché, all’opposto, intorno alla foto con i bambini sani, non abbiamo messo tante scritte, ma solo due: Buona salute e Gioia di vivere.
Per mostrare come anche il poco esercizio fisico e una vita sedentaria può causare danni al nostro corpo abbiamo scelto una foto di bambini sdraiati sul divano davanti alla televisione mentre, l’altra foto, presenta tre bambini felici alla mensa scolastica.
Il titolo che abbiamo deciso di dare al cartellone: “Good food good life” è molto adatto perché fa capire subito l'argomento trattato. Lo abbiamo scritto in in‐glese per renderlo più originale e perché è la lingua universale, quella che chiunque dovrebbe comprendere (quindi è un messaggio per tutti). Abbiamo poi inserito un piccolo testo in cui è spiegato che cosa è la malnutrizione. Il cartellone pubblicitario è diventato bellissimo, soprattutto per l’uso dei colori e perché comunica in modo efficace e originale un insegnamento, un messaggio importante che riguarda tutti. Gruppo sugli aiuti umanitari sulla raccolta e distribuzione di cibo.
Per realizzare la nostra pubblicità abbiamo deciso di utilizzare come tema la Colletta del Banco Alimentare, che è un aiuto umanitario esistente in Italia e in altre
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parti del mondo. Abbiamo scelto questo tipo di realtà perché anche a noi ragazzi a scuola è stato proposto di partecipare al gesto della Colletta alimentare portando
alimenti e facendo i pacchi tutti insieme durante i pomeriggi.
Dopo una settimana ab‐biamo finalmente avuto l’idea vincente! Abbiamo pensato di scattare una foto raffigurante un sacchetto della Colletta Alimenta‐re e contenente del cibo da dona‐re ai più bisognosi. I manici del sacchetto dovevano essere tenuti da Laura e Martina, due del grup‐po, mentre due altri compagni, Jarold e Kebre, che hanno la pelle
scura e che quindi potevano simboleggiare le persone dei paesi meno fortunati, do‐vevano ricevere il sacchetto.
La foto è stata scattata su uno sfondo raffigurante un paesaggio africano, per simboleggiare come la realtà del Banco Alimentare sia arrivata fin là. Anche parole profonde ci hanno aiutato per il titolo: “Un piccolo gesto salva una vita. Aiutaci an‐che tu!”
Il colore del cartellone che abbiamo scelto è arancione, sgargiante e forte per rappresentare la nostra grinta. Il titolo voleva essere viola, ma a causa di un imprevi‐sto, è stato stampato in nero. Subito ci siamo messi all’opera per rimediare: abbiamo ritagliato una striscia di cartoncino viola e ci abbiamo incollato sopra il nostro titolo. Ai lati dell’immagine abbiamo anche inserito due piccoli testi con alcune informazio‐ni sulla Colletta Alimentare. Abbiamo poi rifinito il lavoro con un pennarello indelebi‐le bianco.
Ognuno di noi, per realizzare questo cartellone, ha dato tutto se stesso; l’amicizia e la voglia di fare sono stati fattori importanti che ci hanno aiutati a restare uniti, nonostante le idee diverse e i momenti di scoraggiamento.
Questo lavoro ha fatto profondamente riflettere tutti noi: ci siamo resi conto del bisogno di molte persone, di come patiscono la fame e del fatto che possiamo dare un piccolo aiuto attraverso gesti di generosità.
È stata un’esperienza fantastica. Abbiamo imparato a conoscerci ancora me‐glio, a collaborare, ma soprattutto abbiamo visto come possiamo concretamente confrontarci e lavorare per aiutare gli altri. Quello che ci è piaciuto di più è stato fare la foto: l’idea di essere protagonisti di una pubblicità è stata vincente e coinvolgente. Gruppo sulla denutrizione.
Abbiamo pensato per due settimane ad alcune possibilità ma non avevamo un’idea brillante. Abbiamo avuto un’idea particolare ed originale e abbiamo lavorato su questa per molto tempo.
Una volta giunto il momento di trovare e ricercare immagini e informazioni per allestire il cartellone Nuria e Ludovica, due compagne del gruppo, si sono rese
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conto che probabilmente il progetto idealizzato non era dei migliori; l’idea era sim‐patica ma poco fattibile. A quel punto tutti quanti eravamo piuttosto demoralizzati poichè sapevamo che l’idea bocciata ci era piaciuta e ci aveva richiesto molto impe‐gno. Non avevamo proprio ispirazione per realizzare qualcosa di nuovo, particolare,
significativo, ma soprattutto rea‐lizzabile ed esteticamente avvincen‐te.
Improvvisamente, quando ci stavamo orientando sul tema del‐l’ambiente legato all’alimentazio‐ne Virginia, una nostra compagna, è in‐tervenuta urlando la parola puzzle! Si è accesa allora una lampadina, tutti eravamo d’accordo: avremmo creato un puzzle che potesse legare noi fortunati ai più bisognosi, come se fossimo una cosa sola. Eravamo
molto felici, abbiamo resettato tutte le idee e abbiamo deciso di ricominciare da ze‐ro. Alcuni erano addetti alla ricerca delle immagini più belle e significative, altri era‐no alle prese con il metro e la matita per la realizzazione del titolo ed altri ancora re‐alizzavano la foto in modo da essere concretamente protagoniste del puzzle.
Il titolo doveva riportare la scritta: La denutrizione si può combattere! Aiutaci a costruire un ponte fra noi e loro. L’idea di mettere la parola costruire era perfetta perché riprendeva l’idea del puzzle.
È stato bellissimo scattare la fotografia con alcuni alimenti in mano (come a voler dire che volevamo portare da mangiare a chi è denutrito) e, per lo sfondo, ab‐biamo scelto un immagine della nostra affascinante città, Milano. Solo ieri siamo riusciti a terminare il nostro progetto, sono stati molti i momenti diffi‐cili e nei quali c’era bisogno che tutti quanti collaborassero con più forza e impegno. Fortunatamente siamo stati una squadra più che perfetta poiché ognuno di noi, nel settore in cui era più competente, ha dato il massimo di sé. È stato questo che ci ha aiutati ad andare avanti e non arrenderci mai, poiché il traguardo si raggiunge sola‐mente con sforzo ed impegno.
Nuova idea, nuovo mondo! Era questo il nostro motto che ci ha aiutato ad arrivare fino in fondo e a terminare il nostro lavoro con grande soddisfazione! Vedere il puzzle concluso e incollato, col‐to come se si stesso componendo e si stesse davvero creando un unione fra noi e i ragazzi dei paesi sottosviluppati, è sta‐to davvero bello e soddisfacente.
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Torino – Istituto Cabrini Cabrini’s Talent
Per chi non lo conosce, il "Cabrini's talent" è un normale spettacolo di fine an‐
no, nel quale gli studenti della scuola primaria e secondaria possono cimentarsi in bal‐letti, sketch ed esibizioni canore; un occhio esterno vedrebbe la scena piuttosto comu‐ne di ragazzi emozionati, genitori orgogliosi e plaudenti e professori un po' più distesi e sorridenti del solito... Eppure per ciascuno dei partecipanti è qualcosa di diverso e par‐ticolare: è il momento in cui affrontare un pubblico e vincere le proprie paure, è il momento in cui si dimostra qualcosa ai compagni e agli adulti in sala e ci si sente più grandi, è il momento in cui è possibile essere complici degli insegnanti attraverso di‐mostrazioni che esulano dalla classica interrogazione, ma che mostrano il carattere di chi recita, canta o balla.
È così da parecchi anni e anche questa volta i giovani artisti hanno reso dinami‐ca, piacevole e gioiosa la serata che conclude l'anno scolastico. Ed è stato un momen‐to tutt'altro che normale o comune, in cui tutti si sono sentiti veramente parte di un progetto e di una famiglia. Non a caso il saluto finale, letto da alcune alunne dell'ulti‐mo anno, ha fatto scendere una lacrima a più di una persona.
Le loro esperienze, i loro ringraziamenti, il loro affetto sono stati intensi, sinceri e commoventi, perché quando, in una famiglia, qualcuno si emancipa e prende la pro‐pria strada c'è grande gioia e speranza, ma chi resta fa fatica a lasciare la mano che ha tenuto per tanti anni e si chiede se quei giovani che partono per nuove esperienze sia‐
no pronti e se noi insegnanti abbiamo fatto abbastanza.
L'augurio che sia tutto positivo è certo ed è stato reite‐rato anche durante la Messa dell'ultimo giorno, cerimonia uf‐ficiata dal nostro professore di religione, don Mario, in un cli‐ma misto di gioia, per l'inizio delle vacanze e di un pizzico di malinconia, per la fine di un al‐tro anno durante il quale lo sguardo di Madre Cabrini ci ha reso simili ad altre scuole, ma anche un po' speciali.
G. Giurato
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Sant’Angelo Lodigiano
I bambini della Cabrini pregano la Vergine Maria
I bimbi della scuola dell’infanzia “Madre Cabrini” mercoledì 15 maggio 2013 hanno pregato con il Vescovo Mons. Merisi, il parroco mons. Ermanno e i sacerdoti della nostra parrocchia, nella cappella dell’Istituto, il Santo Rosario. E’ ormai tradizione consolidata (è il settimo anno) la gradita visita del nostro Vescovo alle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, ai bambini, alle insegnanti, a tutte le famiglie e alla comunità di S. Angelo Lodigiano per pregare insieme la preghiera più bella che si possa fare a Maria nel mese a Lei dedicato per riflettere insieme sul significato della preghiera e per affidarLe tutte le gioie e le speranze che ognuno di noi ha nel profondo del cuore. Quest’anno ci siamo lasciati guidare da Papa Fran‐cesco, con “la preghiera delle 5 dita”: l’ha composta il Papa, quando ancora era Cardinale in Argentina ed è un semplice e valido aiuto per proporre ai pic‐coli il Santo Rosario utilizzando le loro manine.
Il Rosario è stato animato dalle voci e dai ge‐sti dei bambini e delle loro famiglie e dal Coro CUO‐RINCANTO composto dalle mamme dei bambini che tutt’ora frequentano, o hanno frequentato, la no‐stra scuola dell’infanzia. Con le loro voci, i canti sempre nuovi e la loro presenza, hanno saputo, come sempre, rendere unico ed armonioso questo immancabile appuntamento che è stato preparato con grande cura, amore ed attenzione verso i bam‐bini.
Il canto e la preghiera ci avvicinano a Gesù e alla sua mamma – Maria – e tutti noi abbiamo bisogno di sentire accanto la Loro presenza in questo mondo dove la fede e l’amore sono sostegno e forza nel cammino.
Grazie di cuore a tutti voi che, con fede viva, avete pregato il Santo Rosario: è nella preghiera che possiamo vivere da fratelli, sostenendoci a vicenda e sentendoci uniti
come una grande famiglia. Per concludere vi dedichiamo un pensiero della nostra Madre Cabrini:
“Maria ci accoglie ogni qualvolta andiamo a lei, ci ascolta benigna, ci conforta, ci illumina
e si fa nostra guida nella via che dobbiamo calcare”.
Chiara e AnnaMaria
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CODOGNO
CHIUSURA DEL CONSIGLIO ESTESO
La celebrazione della festa di Pentecoste a Codogno è stata quest’anno partico‐larmente solenne e animata. Innanzitutto per la presenza del Consiglio Esteso che si è
concluso proprio la Domenica di Pentecoste con la partecipazione del Coro “K 80” di‐retto dal maestro Carlo Rognoni, in una solenne Liturgia nella Chiesa del Tabor, dove le Suore e i Laici partecipanti hanno offerto al Sacro Cuore il risultato della loro settimana di lavoro ed hanno ricevuto, presso l’altare del Cuore di S. F. Cabrini, il ricordo della Madre Generale: una preziosa pergamena con la Benedizione del Santo Padre France‐sco per ogni Provincia‐Regione presente. I membri del Consiglio Esteso hanno anche dedicato un tempo per la visita al Museo e alla Mostra delle Pergamene rinnovando con gioia il loro spirito di appartenenza alla Casa di Codogno.
OPEN DAY
L’Open Day è stata una iniziativa della Casa di Codogno che ha voluto aprire al territorio le porte per far conoscere le attività che ivi si svolgono: il Centro di Spirituali‐tà, la Residenza Sanitaria Assistenziale, il Museo Cabriniano di Codogno e la Casa delle Sorelle Anziane.
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Per l’occasione è stata allestita una Mostra dal titolo: “La Missione Cabriniana oggi”, che raffigurava il messaggio del Capitolo Generale 2008: “La Nuova Visione Missionaria”. La partecipazione di tre Band, ha rallegrato i vari momenti della gior‐nata, nonostante la pioggia torrenziale che cadeva ininterrottamente. Per l’occasione è stata stampata una inte‐ressante Brochure che racconta in bre‐ve le attività della Casa di Codogno. Un semplice “brindisi” è stato of‐ferto per ricordare i dieci anni di fon‐dazione della RSA. Altra attrazione è stata la Mo‐stra: “Il Linguaggio delle Pergamene” che era stata allestita per le giornate dei Beni Culturali, e che è stata visitata da molti gruppi e persone. Inoltre i Vo‐lontari, il personale, gli Ospiti della RSA hanno allestito la Mostra dei loro lavo‐ri di pittura, fotografia, handcraft , torte e dolci il cui ricavato della vendita è servito alle attività della Missione di Dubbo.
Lo stesso giorno si è celebrato l’Incontro delle famiglie che hanno adottato bambini dell’Etiopia, che questa volta è stato rallegrato dal Battesimo della Francesca
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Ribka, che si è celebrata con solennità e con la presenza anche delle due giovani Suore Etiopi: Sr. Addise e Sr. Alemenesch.
Una delle famiglie presenti ha raccontato la sua testimonianza:
Quando Kelly e Pietro mi hanno chiesto di portare la mia testimonianza in questo giorno così importante per la loro famiglia, ho chiuso gli occhi e sono tornata a momenti indimenticabili.
La storia della famiglia di Ribi, di Kelly e di Pietro è una straordinaria storia di amore, di gioia e di solidarietà che cresce giorno dopo giorno ed è indissolubilmente legata alla nostra.
E’ iniziata con una telefonata la più importante della vita arrivata dal Wollayta, dal cuore dell’Etiopia: era la voce di Ribi che chiamava mamma Kelly e papà Pietro: “Vi sto aspettando, quando ar-rivate?” Il loro cuore era già volato per migliaia di kilometri laggiù, ma non era possibile, bisognava purtroppo aspettare che tutte le carte fossero pronte. Ed è così iniziata la fatica più grande del cammino verso la piccola Ribi: L’ATTESA FINALE, quella che sembra non finire mai e che ti toglie ogni energia. E intanto Ribi cresceva accudita amorevolmente dalle suore di Dubbo e dalle loro aiutanti, che, come ho visto con i miei occhi, non si risparmiano per i poveri e i bisognosi e che fanno di tutto, nella ristrettezza dei mezzi, per riempire i bambini di amore nell’attesa di mamma e papà e per aiutare i po-veri dell’Etiopia.
In questo faticoso periodo, un giorno, per caso, io e Kelly ci siamo trovate una accanto all’altra a una riunione del Centro Aiuti per l’Etiopia e da lì le nostre strade si sono sovrapposte e abbiamo ini-ziato un’amicizia che durerà per sempre.
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Pensate che proprio quella stessa sera, era il 9 aprile 2011, anche io e Paolo abbiamo ricevuto la telefonata della VITA, quella della nostra piccola Meti, anche lei che dal Wollaytta ci chiedeva di cor-rere da lei al più presto!
Kelly e Pietro sono volati da Ribi a fine giugno 2011 e hanno incontrato anche la nostra picco-lina in uno dei lettini vicini a quello di Ribi, l’hanno coccolata e ci hanno portato delle immagini dei suoi occhioni curiosi che cercavano quelli di mamma e papà.
Quando anche noi finalmente abbiamo potuto volare in Etiopia abbiamo incontrato, oltre a no-stra figlia, una terra e un popolo ai quali saremo legati per sempre.
Non scorderò mai i sorrisi con i quali sono stata accolta da tutti in Etiopia, la loro simpatia e la semplicità di chi non ha nulla; la prima volta in cui mi hanno invitata a “bere un caffè” (cerimonia tipi-ca per loro) e mi son trovata a chiacchierare con loro per due ore, finché non fosse pronto il caffè, in-gannando l’attesa con i popcorn appena fatti sul fuoco! Io non sapevo la loro lingua e loro non sapeva-no la mia, ma nessuno se ne è accorto! E ringraziavano il Signore per avere loro donato quel giorno di vita!
E ancora di più non mi scorderò la dignità e la gratitudine a Dio che ho visto nei volti delle persone che ricevevano anche solo un piccolo aiuto: voglio solo portarvi un esempio di ciò che ci è ca-pitato quando Paolo e io eravamo nel Wollaytta. Un giorno insieme ad un’altra coppia abbiamo deciso di regalare ai muratori che stavano costruendo una Chiesa i nostri vestiti che avevamo portato in più e alcune coperte di pile. Naturalmente le hanno prese sorridendo e ringraziando e un uomo di circa 30 anni prendendo le scarpe usate di Paolo si è messo a saltare mostrandole a tutti e facendo segno al cielo per farci capire che Dio ci ringraziava!
Ecco qui, quindi, cosa è stata e continua a essere per noi l’adozione: una strada sulla quale ab-biamo ricevuto il dono più grande, nostra figlia, ma anche un’esperienza in cui abbiamo ritrovato ciò che davvero dà senso alla vita: le relazioni vere e profonde, la solidarietà, l’apertura agli altri, la capacità di distinguere ciò che è necessario da ciò che invece, nonostante lo sembri, davvero non lo.
GRAZIE RIBI! GRAZIE METI! E TANTI AUGURI a RIBI, KELLY E PIETRO!!!!! 26 maggio 2013, Francesca con Paolo e Meti
La gioia della giornata
Eccomi qui a raccontare di una giornata stupenda…
gioia, amore, amicizia… chi più ne ha più ne metta!! La presenza di Suor Maria Regina, sister Addise e sister Ale‐menesch hanno reso ancora più indimenticabile questa giornata.
L’arrivo dei “nostri bimbi” provenienti da Dubbo po‐co per volta, con il loro vociare ha reso la mattina un po’ particolare anche per le nostre suore in casa di riposo… per un po’ bimbi e genitori hanno sostato e parlato con loro. Penso che le stesse siano state ammirate nel vedere quanto amore aleggiava nell’aria…. abbiamo spiegato a loro chi e‐rano questi bimbi color cioccolatino e da dove venivano.
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Tutto è nato lo scorso anno, con un semplice pranzo e sette otto famiglie, quest’anno tanti hanno saputo ed hanno voluto intervenire, così si è formata una GRANDE FAMIGLIA dai mille colori, abbiamo condiviso le gioie e le paure dell’adozione internazionale… non sempre fa‐cile.
Ognuno di loro ha portato la propria esperienza di essere diventata famiglia e la felicità di aver accolto con tanto amore i bimbi provenienti dal nostro centro di Dubbo.
Il papà di un bimbo… Paolo Condotti ha messo in vendita un bellissimo libro di favole, scritto interamente da lui e il ricavato dell’acquisto di questo è andato interamente alla nostra Missione. Con Paolo cercherò di programmare altri avvenimenti per aiutare la nostra Missione, ma tutti i genitori presenti mi hanno chiesto di essere informati per poter aiutare “le suorine” così le chiamano loro che hanno accolto per prime i loro figli.
Il prossimo anno è certo ripeteremo… però non so se il Centro di Spiritulità riuscirà a contenere tutti quelli che purtroppo quest’anno non sono riusciti ad essere presenti… ci prove‐remo.
Grazie infinite a tutti per questa giornata…. (Luisa Rusconi)
La Chiesa del Tabor è rimasta aperta tutto il pomeriggio per la visita di cono‐
scenti e persone che non conoscevano; ad accogliere i visitatori l’arpista, signora Fran‐cesca Perotti, suonava le melodie sacre più belle.
FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ
Seguendo la nostra programmazione per l’Anno della Fede, quest’anno a Codo‐gno abbiamo voluto celebrare la festa del Sacro Cuore con un po’ più di solennità chiamando alcuni oratori per le riflessioni durante il Triduo e invitando alcuni “Cori” del Lodigiano ad animare le varie celebrazioni.
L’organizzazione è stata un po’ laboriosa, ma il Sacro Cuore merita questo ed al‐tro. Le tre conferenze del triduo hanno messo a fuoco aspetti diversi del culto al Sacro Cuore e ci hanno aiutato a trovare ancora più ragioni per “credere” all’amore di Gesù per noi. La prima riflessione dottrinale è stata tenuta dall’ottimo Rev.mo Don Enzo Raimondi. Nella seconda riflessione, la signora dott.ssa Rosanna Brichetti Messori, ha
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fatto un breve escursus delle apparizioni della Madonna facendoci notare che il Cuore Immacolato di Maria, rimanda sempre al Sacro Cuore di Gesù, il quale è presente nelle richieste che la Madonna fa nelle sue rivelazioni. La terza riflessione è stata proposta da S. Ecc. Mons. Giuseppe Merisi, Vescovo di Lodi.
Il giorno del Sacro Cuore ha presieduto l’Eucaristia il Vescovo di Piacenza, Mons. Gianni Ambrosio che ha fatto emergere, tra l’altro, la vicinanza missionaria tra il Beato Scalabrini e Santa Francesca Cabrini.
SEMINARIO DI STUDIO DEL CARISMA E DELLA STORIA DEL-L’ISTITUTO PER LE JUINIORISTE PROVENIENTI DALL’ETIOPIA
Nel suo viaggio in Italia, Sr.
Maria Regina Canale, MSC ha condot‐to anche due giovani Suore Etiopi: Sr. Addise e Sr. Alemenesch che si stanno preparando per i Voti Perpetui. La lo‐ro permanenza in Italia ha dato loro modo di visitare i luoghi cabriniani e di avere circa due settimane di forma‐zione sul Carisma e la Storia dell’I‐stituto con un programma svolto da Sr. Maria Barbagallo.
Le giovani Suore hanno parte‐cipato con molta gioia e grande inte‐
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resse al piccolo programma cercando di integrare le loro conoscenze già acquisite, con altre informazioni sulle prime Suore della Congregazione, le fondazioni, le Memorie delle varie case, i viaggi e le Lettere di Madre Cabrini.
Ha contribuito a far vivere loro più intensamente questo breve periodo, la visita a Sant’Angelo Lodigiano, l’incontro con le Suore anziane e la visita alle varie Case della Provincia. Da parte nostra è stata una gioia condividere con due giovani promesse dell’Istituto, la loro missione e la nostra esperienza.
PROGETTO: IL CAMMINO DEGLI EMIGRANTI
E’ in atto un Progetto intitolato: Il Cammino degli Emigranti, ideato, organizza‐to e gestito da una Agenzia di pubblicità di Sant’Angelo Lodigiano che prevede la posa di “sedute” di marmo ( sorta di sedili che segnano il percorso del pellegrino) lungo un percorso ideale che un pellegrino cabriniano potrebbe fare partendo dalla stazione di Milano per raggiungere – in varie tappe – alcuni paesi e città di memoria cabriniana. Lo scopo del Progetto è quello di rendere visibile la vita e lo stile di Santa Francesca Ca‐brini, del suo lavoro, del suo messaggio attraverso un itinerario concreto e ideale che coinvolgerà gli italiani all’estero e tutte quelle associazioni interessate alla valorizzazio‐ne del territorio; il tutto in parte, finalizzato all’EXPO 2015 di Milano.
La prima di queste sedute dovrebbe essere alla Stazione di Milano, ma intanto già il 15 Luglio, festa della nascita di Madre Cabrini, una di esse è già stata posta presso
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la Casa Natale di Sant’Angelo Lodigiano, mentre a Codogno verrà posta il 13 Novembre 2013 in occasione del 75° Anniversario della Beatificazione di S. F. Cabrini.
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SANT’ANGELO LODIGIANO Luglio Cabriniano
Il 30 Giugno u.s. presso la Casa Natale di S. F. Cabrini, nell’ambito del program‐
ma del “Luglio Cabriniano”, organizzato dall’Associazione Cabriniana: “Una Santa per Amica”, è stata presentata la nuova edizione dei “Viaggi” di Madre Cabrini con lo scopo di rilanciare la figura di Francesca Cabrini facendo emergere soprattutto la sua Fede in questo anno in cui la Chiesa ci invita a rinnovare la nostra Fede che sembra oscurata dall’emergere di una cultura sempre più laica e indifferente ai grandi valori della tradi‐zione cristiana. La presentazione del volume è stata fatta dal Dott. Lorenzo Rinaldi, giornalista del “Cit‐tadino di Lodi”. Il Dott. Rinaldi ha messo in luce l’attualità della Madre Cabrini, il suo stile attuale sia dal punto di vi‐sta culturale e sociale che spiri‐tuale e religioso. Dopo un bre‐ve intervento di Sr. Maria Bar‐bagallo che ha fatto notare come la serata rientra in una serie di eventi celebrati duran‐te la fine del 2012 e la prima metà del 2013 sempre nello spirito dell’Anno della Fede. La presentazione della 4° edizione dei “Viaggi” è già stata fatta a Codogno e a Milano e sarà ri‐petuta nell’autunno prossimo a Roma. La serata comprendeva la let‐tura di alcuni brani tratti dai “Viaggi”, interpretata dalla brava Rita Nigrelli, di alcune note storiche lette dal signor Antonio Saletta. Gli intermezzi musicali, molto belli e ottima‐mente eseguiti, sono stati of‐ferti dal “Trio George Sand” formato dalla violinista Doria‐na Bellani, la pianista Luisella Bellani e la violoncellista Nadia Villa. Il cortile di Madre Cabrini è ri‐sultato il luogo più significativo per l’evento con molta partecipazione di amici e del popolo.
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Il tradizionale Luglio Cabriniano 2013 si è arricchito quest’anno di nuove inizia‐tive grazie alla collaborazione tra i volontari dell’associazione Famiglia Cabriniana, l’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore, i sacerdoti e gli operatori laici della parroc‐chia SS. Antonio Abate e Francesca Cabrini, gli amici dell’associazione “Cabriniland” e della colombofila “Ala santangiolina” che con entusiasmo e senso di dedizione hanno unito le forze e le risorse.
La presentazione della nuova edizione del libro “Tra un’onda e l’altra”, nella cornice intima e suggestiva del cortile della Casa Natale, ha aperto il 30 giugno la serie degli appuntamenti cabriniani.
Durante la settimana antecedente il giorno dell’anniversario della nascita, da martedì 9 a venerdì 12 luglio, si sono celebrate le sante Messe nelle lingue delle etnie straniere più numerose in città e nel lodigiano; i vari gruppi hanno collaborato attiva‐mente anche nella fase preparatoria per la buona riuscita delle celebrazioni, hanno presentato le bellezze e le particolarità dei loro paesi di origine e al termine anche un rinfresco a base di piatti tipici dei loro paesi di provenienza. La partecipazione e la pre‐senza di tante persone è stata veramente significativa e questo ci invita a proseguire su
questo cammino di vicinanza nella fede e nel‐la chiesa, luogo di unione e fratellanza e non di divisione. Grazie a Suor Maria Barbagallo la mostra da lei ideata e realizzata “Il linguaggio delle per‐gamene” è arrivata a Sant’Angelo e sabato 13 luglio è stata inaugurata: doveroso ringraziare la provincia di Lodi per il contributo dato e le tante persone che hanno aiutato volontaria‐mente all’allestimento della stessa nelle sale del nostro castello Morando Bolognini, sede elegante e prestigiosa per questa esposizione
di documenti antichi e così preziosi, testimoni del lavoro silenzioso, appartato, curato nei minimi particolari con assoluta perfezione, delle “figlie” di Madre Cabrini.
Suor Maria ha spiegato ad un pubblico attento e interessato l’importanza di questi documenti per la storia dell’Istituto, illustrando anche da un punto di vista arti‐stico le singole pergamene, veri capolavori della straordinaria bravura e maestria delle suore che le hanno dipinte, scritte e ricamate.
La sera dello stesso giorno, dopo il canto dei vespri presso la Casa Natale, è se‐guita la benedizione delle automobili e, come ogni anno, hanno voluto essere presenti il corpo dei Carabinieri, la Polizia municipale, la Protezione civile, la Croce Bianca, i Vigi‐li del Fuoco oltre ai vari mezzi di trasporto privati (molte le biciclette!).
Domenica 14 alle ore 16 nel cortile della Casa Natale, è stata inaugurata la pri‐ma tappa del Cammino Internazione degli Emigranti: si tratta di un progetto (a lungo desiderato e ora in fase di realizzazione) dell’Associazione Cabriniland, in collaborazio‐ne con molte associazioni da tempo impegnate nella valorizzazione dell’italianità nel mondo.
Il Cammino è un percorso che si può effettuare in pochi giorni a piedi, in bici‐cletta o in auto e permette di scoprire i luoghi, i monumenti e la campagna lodigiana
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che ha dato i natali alla Santa. Il percorso parte da Milano, città che ospiterà l'Expo 2015, ed in particolare dal‐
la Stazione Centrale, dedicata alla Santa nel 2010, la cui prima pietra fu inaugurata proprio all'Esposizione Universale del 1906 tenutasi nel capoluogo lombardo e alla
quale partecipò la stessa Cabrini, su invito della regina Margherita di Savoia. Toccan‐do diverse tappe, il percorso prosegue sino ad arrivare a Codogno, casa della fonda‐zione dell’Istituto. La presentazione ufficiale del "Cammino" si è tenuta proprio nella Casa Natale in occa‐sione dell'anniversario della nascita della Santa che cade il 15 Luglio. Suor Maria ha avuto l’onore di togliere il
velo a questa "seduta d'autore", la prima di una serie di pietre simboliche che saranno posizionate lungo il percorso: è stato emozionante vedere tanta gente assistere a que‐sto avvenimento durante il quale è stato donato un riconoscimento ai colombofili san‐tangiolini che ogni anno, da molti anni, allietano il 15 luglio liberando nel cielo un volo di splendide colombe. Uno spettacolo che non smette di incantare e affascinare. Si legge questa motivazione sulla targa a loro donata: “A tutti i colombofili santangiolini che con la loro passione e costanza hanno permesso di fissare nel tempo una data simbolo per l’emigrazione internazionale”.
La manifestazione, aperta con un pranzo all’interno del castello Bolognini, ha visto la partecipazione delle amministrazioni locali, dei rappresentanti dell'associazio‐nismo migrante e delle diverse professionalità a cui si rivolge il progetto.
La santa Messa solenne alle ore 18 in Basilica ha chiuso la domenica: una cele‐brazione significativamente presieduta quest’anno da padre Daniele Cambielli, missio‐nario santangiolino in Indonesia, che, come ricordato da lui stesso, abitava vicino alla santa e che quindi, forse, ha respirato l’aria missionaria che l’ha portato e lo porta a scegliere di andare lontano a evangelizzare. Un grazie al coro Madre Cabrini che ha magistralmente accompagnato la liturgia di questa santa messa solenne.
E veniamo al 15 luglio, anniversario della nascita: complice il tempo splendido, affollata e raccolta partecipazione alla santa Messa in cortile; per tutto il giorno la casa natale meta di pellegrinaggio, sosta e riposo lungo la via; tutti in attesa del volo dopo l’Angelus di mezzogiorno; folla di bambini con gli occhi rivolti alle stie e poi all’insù: gridolini di ammirazione e applausi scroscianti; commozione degli anziani ospiti della RSA di Codogno che per la prima volta assistevano allo spettacolo: una giornata per lo‐ro e per noi davvero speciale!
Il luglio cabriniano si è concluso la sera con la processione dopo il canto dei ve‐spri, dalla basilica a Piazza XV luglio: quest’anno a presiedere il vescovo di Lodi, Sua Ecc. Mons. Giuseppe Merisi; presenza numerosa delle autorità anche dei paesi limitro‐fi. Speriamo che la “lezione di Lampedusa” che Papa Francesco ci ha offerto, ci faccia riscoprire il valore e il senso della missionarietà di Madre Cabrini, una vita spesa per gli altri, non solo belle parole.
Famiglia Cabriniana Sant’Angelo Lodigiano
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Missione in Russia “20° anniversario”
Il 19 Maggio nella Solennità di Pentecoste, con la Comunità della Chiesa locale di No‐voaltaisk, abbiamo celebrato il 20° Anniversario della nostra presenza in Russia. Noi due suore Tatiana e Assunta abbiamo voluto sottolineare il senso di questo anni‐versario con un breve messaggio, il nostro vissuto, passato e presente, di questi venti anni con la testimo‐nianza e con il nostro carisma. Do‐po il breve messaggio Suor Tatiana ha letto la lettera che il Nostro Ve‐scovo ci ha inviato da Novosibirsk, ringraziando le nostre superiore e noi per il servizio fatto in tutti que‐sti anni ed estendendo la sua bene‐dizione alla nostra gente. Alla Cele‐brazione Eucaristica hanno parteci‐pato numerose persone: bambini, giovani, adulti e anziani. La maggior parte di religione Ortodossa. Tutti uniti dalla stessa fede in Cristo, ci siamo sentiti una sola co‐munità a lodare e ringraziare il Signore per il dono delle MSC come ha espresso la Signora Lu‐dimila a nome di tutti i presenti. Anche il nostro parroco Padre Zbignew ha ringraziato e ha e‐levato preghiere al Signore per noi e la Congregazione.
La celebrazione si è conclusa con il Canto del Te Deum. Dopo la S. Messa la festa è con‐tinuata in casa nostra con il rinfresco durante il quale c’è stato spazio per il dialogo tra noi e le persone convenute. A ciascuno abbiamo dato il nostro ricordo: alle nonnine un cuscino per di‐re loro che un poco possono riposare. Ai giovani una maglietta con una bella immagine biblica e il messaggio sulla speranza. A tutti un piccolo libro con una breve biografia di Santa France‐sca Cabrini in russo e un’elegante bomboniera: una barchetta con violette con allegata la me‐daglia di Santa Francesca Cabrini e una bellissima sorpresa, il ricordo più significativo di questo giorno: un segnalibro con la foto di Madre Cabrini il suo pensiero e la data di questo anniversa‐rio. Di tutto il bene che Suor Tatiana ed io abbiamo goduto e fatto godere in questo giorno è stato portato avanti da un Protagonista: LO SPIRITO SANTO che abita nel cuore dei credenti e li guida sul cammino di una vita nuova. Con LO SPIRITO SANTO di nuovo in cammino. Suor Tatiana ed io abbiamo molto pensa‐to e continuiamo a pensare le dimensioni della nostra carità oggi nella nostra missione in Rus‐sia, la quale ci spinge ad interrogarci sull’oggi di Dio e a far lievitare la storia nel nostro conte‐sto approfondendo la conoscenza delle persone, della società odierna, della cultura russa. Tut‐to per continuare a guardare in avanti e continuare a “prendere il largo”, accettando di rima‐nere non ai margini ma dentro la storia tra gli uomini e le donne del nostro tempo nel dialogo con la nostra gente.
Suor Assunta e Suor Tatiana MSC
Alleghiamo la lettera del Nostro Vescovo e il Ringraziamento che tutta l’assemblea ha fatto nella perso‐na di Ludimila. Alcune foto in un altro foglio perché possiate mettere le più significativi e nel posto che conviene.
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Дорогие наши сёстры, сестра Ассунта и сестра Татьяна!
Сердечно поздравляем Вас с 20-летием пребывания сестёр ордена Святейшего Сердца Иисуса в России. Если посмотреть на глобус Земли, то с гордостью можно отметить, что Ваши сёстры с терпением и смирением выполняют свою миссию во многих частях света: В Европе, Азии, в Америке и т.д. Нам, прихожанам, очень приятно, что и в маленьком городе Новоалтайске вы несёте свою службу. В Вашем лице хочется поздравить всех сестёр ордена , которые работали, работают и ,надеемся, будут работать в нашем приходе, в нашей епархии. Хочется Вас поблагодарить от имени людей старшего поколения, к которым вы приходите в трудные моменты их жизни, оказывая и моральную и материальную помощь. Хочется поблагодарить и от имени молодёжи, для которой вы устраиваете интересные встречи молодёжи. Оказываете помощь в поездках, путешествиях. Хочется поблагодарить и от имени самых маленьких прихожан, для которых вы устраиваете летний отдых, даёте возможность в детском лагере заниматься творчеством, посещать музеи, выставки, бассейн, детский парк развлечений. Мы учимся у Вас добру, милосердию, бескорыстию, состраданию к проблемам других людей. Желаем Вам здоровья, Божьего благословения во всех Ваших начинаниях и делах.
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Suor Tatiana ci scrive dalla Russia per ringraziare il Sacro Cuore di Gesù
(Come sappiamo Sr. Tatiana, circa due mesi fa, ha avuto un grave incidente mentre viaggiava
per la sua missione, lei stessa adesso ci racconta cosa è successo)
Quello che vi racconto è successo il 14 giugno nella città di Irkutsk. Stavo viag‐giando per partecipare alla Conferenza Pastorale della diocesi di San Giuseppe con centro a Irkutsk, la diocesi più grande del mondo che va dalla Siberia Orientale all’Estremo Oriente. Al termine dell’incontro che si era concluso venerdì 14 Giugno u.s., il giorno dopo la festa di Sant'Antonio, coloro che non avevano visto il lago Baikal avrebbero avuto la possibilità di vederlo: il lago Baikal è il nostro più grande lago, un tesoro naturale della Russia.
A noi manca‐vano 5 km a quel luo‐go. Sul lago di Baikal c'è un Centro di Spiri‐tualità dove noi era‐vamo diretti. Io pensa‐vo di fare le riprese della natura, dell’ac‐qua, dei pescatori e dei pesci.
Cosa sia suc‐cesso, non lo so dire, ma siamo usciti fuori strada e precipitati giù. La nostra guida è stata brava nel riuscire a non coinvolgere altre
macchine facendo le manovre necessarie, ha salvato le nostre vite e anche quelle delle altre persone che si trovavano per la strada. Grazie a Dio siamo rimasti vivi tutti noi cinque che eravamo in macchina. Con vari contusioni o rotture.
Io ho fatto un gesto che mi ha salvato le costole e le mani – uno di quelli che le hostess insegnano in aereo – cioè: coprire con le mani la testa, un gesto automatico, tante volte visto fare prima di decollare. Ma per fare questo ho buttato giù sotto i piedi la videocamera...
Ci hanno soccorso nella strada e ci hanno portato all’ospedale con le ambulan‐ze. Il Vescovo del luogo, Kirill Klimovich, cordialmente ha usato con noi molta premura e ha proposto di aiutarci in tutto e rimanere per le cure e accertamenti. P. Vladimir e le Suore dello Spirito Santo ci hanno circondato di attenzione e hanno sbrigato tutte le questioni organizzative per gli ospedali e i documenti, facendoci senti‐re in "comunità" e procurando quello che c'era bisogno.
Quanto a me il primo giorno ero tutta vispa, con l’adrenalina che mi sosteneva mentre nei giorni seguenti è uscito fuori un po' di tutto. Dopo aver passato la notte, ho
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trovato la forza di chiamare mia sorella, per avvisare la famiglia e Sr. Assunta, e per av‐visare la Provincia.
Quello che più mi ha colpito e quello che ora ricordo spesso tornando con la mente a tutto quanto è successo, è vedere come la gente comune si fermava per aiu‐tarci o chiedeva se avevamo bisogno qualcosa come acqua o coperte, come chiamare l’ambulanza o altro (tra noi cinque, due persone erano in situazione abbastanza grave), questa gente pregava e diceva "chiedete a Dio, Lui concede", altri sempre con lo stesso spirito dicevano "Dio non vi abbandona", "pregate e ringraziate Dio che tutti siete vi‐vi". Queste persone, i loro volti e la compassione che esprimevano per noi era già la presenza di Dio. Non conosco la loro fede, ma Dio sa.
Noi cinque che avevamo avuto l’incidente eravamo di cinque nazionalità: Spa‐gna, India, Polonia, Ukraina e Russia: tre suore e 2 sacerdoti. Tutti eravamo calmi, con un certo tipo di silenzio, senza urla, grida o insulti. Penso che tutti pregavamo dentro di noi. I nostri compagni più gravi con semplicità hanno accolto la situazione dell’o‐spedale che non è al "top", incominciando dall’apparecchio per raggi X che abbiamo dovuto ripetere varie volte, perché le lastre venivano o troppo chiare o troppo scure. Ho visto e sentito quanto dolore ci causava ogni volta il dover cambiare posizione per fare le lastre che poi venivano male. Una grande pazienza e testimonianza senza prete‐se.
E’ stata un’occasione poco piacevole per conoscere il grande cuore di queste Sorelle e Fratelli per condividere la vita e la nostra fragilità. Io li accompagno con la preghiera per la completa guarigione e spero di incontrarli di nuovo. La posizione geo‐grafica dei luoghi dove prestiamo servizio è tra San Pietroburgo e Nahodka (vicino a Vladivostok): tutta la Russia presa per largo. E spero che quei 5 km che ci hanno diviso dal lago Baikal li potremmo un giorno superare, per godere quella bellezza del creato.
Sono tornata in treno viaggiando 30 ore in cuccetta bella sdraiata per tutto il tragitto di treno e ho proseguito con le cure e accertamenti a Novosibirsk.
Tramite internet e telefono continuo a lavorare per quanto è possibile. Ora c’è bisogno di tempo. I lividi sofferti per l’urto sono passati, i colpi anche. Appena posso volare verrò in Italia. Certamente andrò al Santuario del Divino Amore per ringraziare la Madonna. Ma anche voglio ringraziare tutti quelli che pregano ogni giorno per i mis‐sionari. Sono certa che quella grazia o quel miracolo non è accaduto solo perché "sia‐mo riusciti a cavarcela", ma perché la fede ci muove e ci fa muovere e tante volte la "fede di tanti" aiuta anche me, aiuta noi, aiuta a trovare il senso ed a scampare il peri‐colo.
So che nella cappella del Tabor, nella Comunità del Sacro Cuore e nel Conventi‐no c'è un lavoro immenso di questo tipo e io mi sento partecipe perché sento l’effetto, specialmente nei momenti di necessità.
Un grande abbraccio. Grazie di cuore e saluto le sorelle e le altre persone anche tramite questa lettera.
Un grande abbraccio in C. J. Sr. Tatiana, msc
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Letojanni: Seconda Settimana Estiva
Giunta al secondo appuntamento annuale, si è appena conclusa la Settimana Estiva in Sicilia per famiglie di bambini con sindrome di Down 2013. Anche quest’anno hanno fatto da splendida cornice all’evento il mare di Letojanni e l’accoglienza di Suor Franceschina e della casa per ferie San Giuseppe. La Settimana Estiva ha confermato (…e forse superato!) le aspettative dell’Associazione VITA21, che organizza l’evento, e in qualità di Presidente della stessa Associazione mi preme sintetizzare quanto appena
vissuto. Descrivere le forti e profonde emozioni che hanno costellato 7 giorni vissuti in assoluta simbiosi tra 15 famiglie pro‐venienti principalmente dal sud Italia, una nutrita equipe di terapisti nonché di una ventina di giovani scouts che hanno vissuto in prima persona l’espe‐rienza della disabilità … non è cosa semplice. La settimana estiva però è questo. Amore puro per i propri figli e per la vi‐ta che si fonde con la “conoscenza” ed il “confronto” al fine di superare quelle barriere che spesso, impietose, si pale‐sano nel percorso di vita di un nucleo familiare che accoglie un bambino che la società chiama disabile. A gran voce, la settimana estiva di quest’anno, ha incentrato le proprie ri‐flessioni partendo da un concetto di base “più che diversità… diversa nor‐malità”, e da qui si è cercato di affron‐tare i problemi legati alla disabilità da
diversi punti di vista. In primis il confronto tra i genitori. Pezzi di vi‐ta intrisi di rabbia, dolore, passione, gioia e interrogativi… raccontati in prima persona per condividere stati d’animo che spesso vengono tenuti nascosti nel proprio io per paura di non essere compresi dagli altri. Davanti a tanti altri genitori che vivono la stessa esperienza, ci si trova immersi in un microcosmo in cui si confonde il concetto di
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normalità… in quell’ambito la normalità diventa avere un figlio con la sindrome di Down ed è il “mondo esterno” ad ap‐parire lontano e talvolta “diverso”. In quest’ambito diventa molto più sem‐plice, e quasi naturale, liberarsi di pen‐sieri che spesso albergano profondi den‐tro sé stessi e via via col passare dei giorni assumono una veste nuova, fanno meno paura e volano liberi come farfalle in un cielo che appare più sereno. Altro punto di forza della Settimana vie‐ne rappresentato dall’attenzione rivolta ai fratelli/sorelle che vivono questa real‐tà all’interno dell’ambito familiare, e che talvolta sono costretti a diventare “gran‐di” molto più in fretta. Un percorso stu‐diato da una psicologa fatto di giochi e realizzazioni di disegni o manufatti in ge‐nere attribuisce un grosso potere all’arte e al gioco vissuti come strumenti per fa‐re uscire fuori emozioni e sensazioni na‐
scoste al fine di condividerne il significa‐to ed addolcirne i toni quando questi si presentano aspri e cupi. Un gruppo scouts (formato oltre che da 2‐3 capi scouts adulti, da un gruppo di adolescenti) a servizio dei bambini rende possibili le attività svolte solo da genitori e materializza quell’idea di “fusione” tra “disabilità” e “normalità”. L’entusiasmo di adulti e bambini è la conferma della buona riuscita di tutta la settimana. Splendida esperienza di vita vissuta è sta‐ta la partecipazione all’evento di Cristina Acquistapace suora laica affetta da sindrome di Down, che è stata consacrata nell’Ordo Virginum nel 2006 a 33 anni. L’accoglienza della casa per ferie San Giuseppe con i suoi locali a disposizione dei tera‐pisti, con l’ampia sala per le riunioni, i pasti di ottima qualità ed i sorrisi e la disponibili‐tà di tutto lo staff rende perfetta la settimana estiva sotto l’aspetto prettamente orga‐nizzativo. La settimana Estiva in Sicilia per famiglie di bambini con sindrome di Down vi dà ap‐puntamento dal 28 giugno al 05 luglio 2014 per rinnovare la magia, amplificarla e riu‐scire a strappare un sorriso al mondo della disabilità rendendolo meno “diverso”!
Gianluca Marletta, Presidente Associazione VITA21
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Dalla Regione dell’Europa Occidentale
NOS VAMOS DEL COLE
Hoy nos despedimos con tristeza de nuestro colegio que nos vio crecer. En estos años de convivencia con compañeros y profesores, hemos vivido muchas experiencias, algunas buenas, otras malas, pero todas nos han ayudado a madurar. Esperamos que haya merecido la pena. Hemos crecido juntos. Nos hemos convertido en una familia. Nos hemos sentido cuidados, se preocupaban por nosotros. No solo nuestros estudios eran importantes. Nos han tratado bien.
Queremos dar las gracias a todos los que hacen este colegio. Gracias a los compañeros por las risas de este año, y a los profesores a los que hemos sentido siempre cerca. Nos llevamos un recuerdo muy especial de los amigos y amigas, de las broncas y del estupendo viaje a Londres.
Gracias a todos, porque desde pequeños nos habéis ido formando para que podamos estar aquí. Sabemos que os echaremos de menos. Sois parte ya del futuro de nuestras vidas. Seguiremos esforzándonos para ser buenas personas y para que los recuerdos no se queden olvidados entre las paredes del colegio Nos marchamos, pero os llevaremos siempre con nosotros.
(Los alumnos y alumnas de DBH4)
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Rio de Janeiro Giornata Mondiale della Gioventù 2013
Ai Membri della Famiglia Cabriniana,
“Andate senza paura a servire” (Papa Francesco, discorso di invio, del 28 Luglio 2013)
Carissime Sorelle MSC, laici e giovani cabriniani,
Per noi, MSC prossime alla celebrazione del Capitolo Generale che ci propone che “il tempo è favorevole” come lo è nella storia di oggi, la Giornata Mondiale della Gioventù ci ha lasciato una ricca esperienza dell’amore del Cuore di Gesù emersa da:
1. L’inaugurazione del Memoriale di Santa
Francesca Cabrini, con una mostra dal ti‐tolo: Cabrini, donna che ha sfidato il suo tempo”, dove più di 300 persone hanno potuto assaporare – durante la GMG – il nostro Carisma, la nostra spiritualità e la nostra missione. Come si vede dalle paro‐le di Don Roberto, Vescovo incaricato per la Vita Religiosa: “Questo è uno spazio di evangelizzazione per eccellenza e unico memoriale di una Santa che ha cammina‐to sul suolo carioca”.
2. Dai 168 giovani provenienti dal nostro Istituto di Argentina, Paraguay, Nicaragua,
Is. Filippine e varie Regioni del Brasile che durante l’anno si erano preparati con l’aiuto delle Suore e dei Laici delle nostre Comunità per la Pre‐Giornata della Gio‐ventù Cabriniana, diventando uno spazio di Pastorale Vocazionale per eccellenza. Ricordando quello che Madre Cabrini scrisse sulla Famiglia Cabriniana: Un nodo ci stringe, la carità ci lega. Siamo una vera Famiglia nel Cuore di Gesù. Quello che ci proponiamo, per la Provincia del Brasile è che questo gruppo sia organizzato come Gioventù Cabriniana, frutto della Giornata Mondiale della Gioventù.
3. Dalla Pre‐Giornata Cabriniana, propriamente detta, durante la quale per due giorni
si è proposta formazione e spiritualità alla Gioventù Cabriniana e si è fatto riflettere sulla nostra missionarietà e sul contributo che dobbiamo dare per costruire un
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mondo più giusto, solidale e fraterno, come dice il papa Francesco che “ci chiama a porre l’attenzione su tre semplici atteggiamenti: “Conservare la speranza; lasciarsi sorprendere da Dio, vivere nella gioia” (Discorso in Apaprecida, 24 Luglio 2013).
4. Dalla Giornata Vocazionale trascorsa nella “Quinta di Boa Vista”, dalla quale sono passati a vedere il nostro Stand Vocazionale circa 40 mila persone al giorno, la maggior parte giovani, che hanno apprezzato il nostro Carisma e condiviso la stessa gioia di offrire fede ai giovani, per mezzo della diversità di Carismi. Ricordiamo le parole di Papa Francesco, nel suo discorso di apertura a Copacabana: “Cari Giovani, se vogliamo che la vita abbia veramente un senso e una pienezza, come voi stessi desiderate e meritate, dico a ciascuno e a ciascuna di voi: «metti fede» e la tua vita avrà un sapore nuovo, avrà una bussola che indica la strada; «metti speranza» e tutti i tuoi giorni saranno illuminati e il tuo orizzonte non sarà oscuro, ma luminoso; «metti amore» e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia e il tuo cammino sarà felice, perché troverà molti amici che camminano con te. «Metti fe‐de», «metti speranza», «metti amore»!
5. Dall’ esperienza delle Suore e dei Giovani Cabriniani nei diversi eventi ufficiali della Giornata Mondiale, come: L’Incontro con il Papa nell’Ospedale San Francesco della Provvidenza di Dio, o cercando il modo tra dirupi e strade per poter vedere il Santo Padre, il cammino verso Copaca‐bana per assaporare la mistica che coin‐volge milioni di persone, sentire la pre‐senza delle nostre Sorelle che pregavano per il successo della GMG e attraverso i Mezzi di Comunicazione accompagnava‐no tutta la ricchezza messa a disposizione per ogni momento forte del rinnovamen‐to della Chiesa Cattolica, che ha raggiun‐to quasi 3 milioni e 700 mila persone. E’ necessario in questo “momento favorevole” seguire gli orientamenti che il Papa ha indicato al Clero, alla Vita Religiosa e ai Giovani: «uscite dai vostri gruppi parroc‐chiali, dalle vostre abituali frontiere, per andare “senza timore” incontro alla gente.
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6. Dall’apertura dei nostri ambienti per un’ospitalità solidale, sia nella vecchia “Regi‐ninha”, come nel PIC della Vila do João, dove sono stati ospitati 4 gruppi di giova‐ni, arrivando al numero di circa 180 giova‐ni, appartenenti a 4 Parrocchie. Ricordan‐do le parole di Papa Francesco nella Co‐munità di Varginha, il giorno 25 luglio 2013: Non è la cultura dell’egoismo, del‐l’individualismo, che frequentemente re‐gola la nostra società, quella che costrui‐sce e conduce verso un mondo più abitabi‐le, ma è la cultura della solidarietà; vedere nell’altro non un concorrente o un nume‐ro, ma un fratello”.
Infine, ringraziamo ogni Suora dell’Istituto e specialmente, quelle della Provin‐cia del Brasile, le MLC, i laici collaboratori e i dipendenti che non hanno risparmiato sforzi in questa esperienza di fede e di speranza. Nelle parole di Papa Francesco: “An‐cora per voi e per tutte le persone ancora ripeto: non perdetevi d’animo, non perdete la fiducia, non lasciate che si spenga la speranza. La realtà può cambiare. Cercate di esse‐re voi i primi a mettere in pratica il bene, a non abituarvi al male, ma piuttosto a vin‐cerlo. La Chiesa è al vostro fianco, dandovi il prezioso dono della fede, di Gesù Cristo, che è venuto «perché tutti abbiano vita, e vita in abbondanza». (Gv 10,10)
Inoltre: «Andate e fate discepoli in tutte le nazioni». Con queste parole, Gesù si dirige a ciascuno di voi, dicendo: «E’ stato bello partecipare a questa Giornata Mondia‐le della Gioventù, esprimere la fede insieme a giovani venuti dai quattro punti della ter‐ra, ma adesso voi dovete trasmettere questa esperienza ad altri». Gesù vi chiama ad essere discepoli nella missione! Oggi, alla luce della Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato, che ci dice il Signore? Tre parole: Andate, senza timore, per servire.
Andate, senza paura, per servire. Seguendo queste tre parole, voi sperimentere‐te che chi evangelizza è evangelizzato, chi trasmette la gioia della fede, riceve gioia. Carissimi giovani, ritornando a casa vostra, non abbiate paura di essere generosi con Cristo, di testimoniare il Vangelo». (Discorso di invio del giorno 28 Luglio 2013).
Il nostro grande ringraziamento all’Istituto e alla Provincia del Brasile per averci affidato questa missione.
In Cristo, Sr. Denise, Sr. Gloria e Sr. Roseni, MSC
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Il giorno 4 Maggio u.s. un gruppo di Volontari della RSA di Codogno ha partecipato
ad un incontro di formazione sull’Identità Missionaria Cabriniana. Nell’ambito delle iniziative di solidarietà con la Missione Cabriniana, alcuni Medici
e amici della Columbus di Milano hanno realizzato nel mese di maggio un’attività benefica il cui ricavato è andato per borse di studio in favore dei bambini poveri del Nicaragua.
Dal 18 al 24 Luglio un altro gruppo di laici collaboratori dell’Ospedale di Melbour‐
ne (Australia) è venuto a Codogno per approfondire lo spirito e il carisma Cabri‐niano allo scopo di tradurlo nel loro ruolo e campo di gestione. Ottima presenza! Grazie al personale dell’ospedale di Melbourne.
In occasione della Professione Religiosa delle 9 Novizie Etiopi, la nostra Superiora
Provinciale, Suor Annita Turnu, msc è stata invitata a parteciparvi e sarà presente insieme a Sr. Germana Conde, msc e alla Sig.ra Patrizia Magionese della Columbus di Roma. Noi le accompagniamo con affetto e preghiera.
Dal 23 al 28 agosto presso la casa de Los Molinos (Spagna) avrà luogo l’Assemblea
Regionale in preparazione al XV Capitolo Generale. Vi parteciperà, come invitata, Suor Ettorina Dolci, msc.
La domenica 1° settembre, a Codogno si celebreranno i 100 di vita di Suor Clemen‐
tina Raimondi, msc e di Suor Mercedes Deliso, msc. Auguriamo a queste nostre due Sorelle un felice compleanno e ci uniamo al ringraziamento al Signore per tan‐ti anni di servizio alla missione della Chiesa e dell’Istituto.
Il 3 Settembre prossimo il personale docente delle Scuole Cabriniane della Provin‐
cia Italiana sarà convocato a Codogno per una giornata di formazione sulla peda‐gogia e lo stile educativo di Madre Cabrini. Saranno presenti anche alcuni inse‐gnanti delle scuole dell’Europa Occidentale.
Ricordiamo che dal 27 al 30 Settembre si celebrerà a Madrid l’Assemblea della
Famiglia Cabriniana.
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Esprimiamo la nostra gioia per la Professione Religiosa delle 9 Novizie Etiopi
che avverrà il 21 Agosto prossimo.
Alle nostre giovani Consorelle auguriamo ogni grazia dal Cuore SS. di Gesù,
ogni benedizione della Vergine Maria e la speciale protezione di S. Francesca Cabrini.
Facciamo voti perché siano perseveranti e gioiose nell’impegno preso, fiduciose nella speranza e audaci nella missione.
Assicuriamo loro che saranno tutte presenti nella nostra preghiera e nella nostra affettuosa amicizia.
Tutte le Suore della Provincia Italiana
Sommario
Editoriale ......................................................................................... 1 Le missionarie ricordano ................................................................. 2 Roma: preparazione incontro MLC.................................................. 7 Relazione delle MLC – Incontro di Buenos Aires ............................. 8 Rieti, Incontro di spiritualità cabriniana ........................................ 10 Milano, pellegrinaggio in terra Santa ........................................... 12 Milano, la crisi vista dallo sguardo di un bambino ....................... 20 Milano, Cabrini: progetto Civis – scuola secondaria .................... 21 Torino, Istituto Cabrini: Cabrini’s Talent ...................................... 25 S. Angelo Lodigiano: I bambini della Cabrini ................................ 26 Codogno: Chiusura del Consiglio Esteso ....................................... 27 Open Day .............................................................................. 27 Festa del Sacro Cuore di Gesù .............................................. 31 Seminario di studio del Carisma ........................................... 32 Progetto: il cammino degli emigranti ................................... 33 S. Angelo Lodigiano: Luglio Cabriniano ........................................ 35 Missione di Russia: 20° anniversario ............................................ 38 Suor Tatiana ci scrive .................................................................... 41 Letojanni: Seconda settimana estiva ............................................ 43 Dalla regione dell’Europa Occidentale .......................................... 45 Rio de Janeiro: Giornata Mondiale Gioventù 2013 ...................... 48 Notizie ........................................................................................... 51