La mia Waterloo ventricolare

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"La mia Waterloo ventricolare" è una raccolta di poesie pop che tra incubi catodici, sensuali dichiarazioni, rivolte oggettuali, si tuffa a capo fitto in quella dimensione liquida che si cela sotto ogni superficie. Poesie agili, fresche, divertite, incantate e sorprendenti, lontane anni luce da tutto ciò che sa di accademia e contrizione. E’ la leggerezza di cui parla Calvino ad ispirare Roberto Di Egidio, a spingerlo verso una poesia leggera ma mai banale, che lascia intravedere sguardi sarcastici, appassionati, erotici, critici, talvolta politici. Una poesia da portarsi sempre dietro. Come fosse un indumento intimo. O un profumo.

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INTIMATE

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©Roberto Di Egidio 2009©Neo Edizioni s.n.c. 2009

Neo EdizioniVia Volturno, 2

67031 – Castel Di Sangro (AQ)

[email protected]

I edizione: dicembre 2009ISBN-978-88-96176-04-7

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LA MIA WATERLOO VENTRICOLARE

Poesie di Roberto Di Egidio

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SHAMPOO

galleggianella vasca da bagnoin direzione della parte emersadelle mie ginocchiaribattezzate per l’occasionescilla e cariddiil flacone quasi vuoto dello shampooma il moto ondosoche ne accelera l’incederenon è provocato dai mieiperaltro impercettibili movimentiquanto dal fenomeno sismicoche da circa trenta secondiinteressa buona parte del centro sud della penisolamia madre mi implorada dietro la portadi ripararmi sotto lo stipiteprevenendo così le conseguenzedi un imminente crolloma ionemmeno le rispondopreso come sonodalle sorti di questo eroico naviglio di plasticaprossimo ormai al baratroche si apre tra i due mostri

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PiAttAfOrMA cArnicA

seguimiseguimi a bordo di questo autobuse sieditisiediti al mio fiancoe stringimi la manochiudi gli occhinon guardareperché non siamo noinon siamo noi che ci muoviamoè il mondo fuoriche ora si allontanacambia marciaaumenta di giriprovoca oscillazionisulle nostre spine dorsaliche ci rendono simili a quelle bambolineche dondolano la testa ammiccandodai cruscotti delle macchineci schiaccia ad ogni accelerazioneattaccandoci alla pelle di questi sedilidai quali peròin vista del prossimo posto di bloccod’un tratto ci alzeremoper porci in piedinel corridoio centralee baciandoci per un’ultima volta

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ci faremo esploderecomprimendo le grida degli uominicoi comandi meccanicila plasticala lana di vetroe altri residuicompattati in un’unica piattaforma carnicache percorreremo tuttafino a spiccare il voloverso le grandi altezzee poitorneremo giùin picchiatafin nel buio più profondo della terrae allorasarà come quella nottesopra usticaquando i passeggerid’un trattosi vollero improvvisare tuffatorie si espressero tuttiall’unisonoin un meraviglioso decuplo salto mortale con avvitamento da trampolino aereoche pochi videroe vollero subito dimenticare

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MOndO OccidentAle

tralo stato di necessitàe la divina provvidenzac’è il mondo occidentalecon la sua geometria basculantedi diritti e di doveriun club di architetti esclusivouna democrazia per moltima non per tutti

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diStributOre

un distributore automatico della coca-colascagliato lontano dall’onda d’urtomi squarcia il toracelasciandomi in un vicolo riverso ad aspettare la fine del mondoriapro gli occhi nel buioe avrei voglia di chiederti se puoi tornarenella tua metà del lettoma non ho più le forze