La Madonna Della Cornabusa

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7/23/2019 La Madonna Della Cornabusa http://slidepdf.com/reader/full/la-madonna-della-cornabusa 1/45  A MADONNA DE A CORNABUSA Giuseppe Zois, autore dei testi di questo libro, è un giornalista valdimagnino,  stanziale delle notti in bianco a Lugano, dove lavora al “Giornale del Popolo”, come caporedattore. Oltre a intendere le  spettanze di chi osserva da diarista le vicende del vivere contemporaneo come ha scritto di lui Giorgio !orelli  Zois ha conservato anche un "orte a""etto  "iliale verso la #alle delle sue origini. $ cos% si spiega questo libro. &uando Zois chiede all'arcivescovo di Loreto, mons.  Loris (apovilla, che "u segretario  particolare di Papa Giovanni una nota di presentazione per questa "atica, ne ebbe come risposta, insieme con il testo  pubblicato in apertura del libro, questo biglietto) *+avvero incredibile l'amore dei valdimagnini per la loro terra*. $cco, questo libro è nato da un gesto d'amore per il  santuario della (ornabusa) perch possa essere meglio conosciuto. $ quindi amato.  +ai valdimagnini innanzi tutto e poi dalle "olle di pellegrini che salgono a questo monte e che, ripartendone, desiderano lo hanno mani"estato a pi- riprese uno  strumento per conoscere meglio la lunga vicenda di "ede e di devozione che da secoli  si addensa dentro quella grotta, ai piedi di quella tatua. OMAGGIO ALLA REGINA DELLA VALLE IMAGNA di Mons. Loris Francesco Capovilla */l culto della (ornabusa ha una storia che dalle prime enunciazioni lungo i secoli, nella voce del Popolo di #alle /magna, assume l'espressione di un poema di piet0 reli  giosa, di amore e di "edelt0 regionale ed ultra, sino a suscitare echi e consensi, dovunque un "iglio di questa terra benedetta ponga il suo piede* 12ngelo Gius. car.  3oncalli, critti e discorsi, ///, p. 4567. +al antuario Lauretano, “inestra aperta sul mondo, a richiamo di voci arcane annunzianti la santi"icazione delle anime, delle  "amiglie, dei popoli” 1Giovanni 88///, 6 ottobre 594:7, ritorno con commozione in !erra ;ergamasca, in atto di "elicitarmi di gran cuore con tutti coloro che si studiano di conservare e trasmettere la devozione alla <adonna 2ddolorata, che tanto coraggio e con"orto di""onde all'intorno e oltre i con"ini della #alle /magna. !ra altre care memorie, nella mia casa conservo, bene in vista, il ritratto del card. 2ngelo Giuseppe 3oncalli inginocchiato davanti alla <adonna della (ornabusa, "otogra"ia  scattata da +ante =rosio la sera del 54agosto 59>?@ la stessa che, ingrandita, stava nelle stanze vaticane presso la "inestra dell'angelus. /l giovane levita 2ngelo 3oncalli  presenziA il 6 ottobre 59B? al rito dell'incoronazione della cara <adonna, compiuto dal cardinale Pietro <a""i, arcivescovo di Pisa. &uarantasei anni dopo, l'antico

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  A MADONNA DE A

CORNABUSA

Giuseppe Zois, autore dei testi di questolibro, è un giornalista valdimagnino,

 stanziale delle notti in bianco a Lugano,dove lavora al “Giornale del Popolo”,come caporedattore. Oltre a intendere le

 spettanze di chi osserva da diarista levicende del vivere contemporaneo come ha scritto di lui Giorgio !orelli

 Zois ha conservato anche un "orte a""etto "iliale verso la #alle delle sue origini. $ cos% si spiega questo libro. &uando Zois

chiede all'arcivescovo di Loreto, mons. Loris (apovilla, che "u segretario particolare di Papa Giovanni una notadi presentazione per questa "atica, neebbe come risposta, insieme con il testo

 pubblicato in apertura del libro, questo biglietto) *+avvero incredibile l'amore deivaldimagnini per la loro terra*. $cco, questo libro è nato da un gesto d'amore per il 

 santuario della (ornabusa) perch possa essere meglio conosciuto. $ quindi amato. +ai valdimagnini innanzi tutto e poi dalle "olle di pellegrini che salgono a questo

monte e che, ripartendone, desiderano lo hanno mani"estato a pi- riprese uno strumento per conoscere meglio la lunga vicenda di "ede e di devozione che da secoli si addensa dentro quella grotta, ai piedi di quella tatua.

OMAGGIO ALLA REGINA DELLA VALLE IMAGNA

di Mons. Loris Francesco Capovilla

*/l culto della (ornabusa ha una storia che dalle prime enunciazioni lungo i secoli,nella voce del Popolo di #alle /magna, assume l'espressione di un poema di piet0 reli

 giosa, di amore e di "edelt0 regionale ed ultra, sino a suscitare echi e consensi,

dovunque un "iglio di questa terra benedetta ponga il suo piede* 12ngelo Gius. car. 3oncalli, critti e discorsi, ///, p. 4567. +al antuario Lauretano, “inestra aperta sul mondo, a richiamo di voci arcane annunzianti la santi"icazione delle anime, delle

 "amiglie, dei popoli” 1Giovanni 88///, 6 ottobre 594:7, ritorno con commozione in!erra ;ergamasca, in atto di "elicitarmi di gran cuore con tutti coloro che si studianodi conservare e trasmettere la devozione alla <adonna 2ddolorata, che tantocoraggio e con"orto di""onde all'intorno e oltre i con"ini della #alle /magna. !ra altrecare memorie, nella mia casa conservo, bene in vista, il ritratto del card. 2ngeloGiuseppe 3oncalli inginocchiato davanti alla <adonna della (ornabusa, "otogra"ia

 scattata da +ante =rosio la sera del 54agosto 59>?@ la stessa che, ingrandita, stavanelle stanze vaticane presso la "inestra dell'angelus. /l giovane levita 2ngelo 3oncalli

 presenziA il 6 ottobre 59B? al rito dell'incoronazione della cara <adonna, compiutodal cardinale Pietro <a""i, arcivescovo di Pisa. &uarantasei anni dopo, l'antico

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 segretario vescovile, creato cardinale e promosso patriarca dei #eneti, volle celebrarealla (ornabusa la sua messa d'oro, in semplicit0 e in silenzio. Cel 59>? risal% lamontagna, in veste di pellegrino orante e penitente, per commemorare il mezzo secolotrascorso dall'incoronazione) *!utta la #alle uno splendore in omaggio alla 3egina#allis /maniae. 1...7 $D consolante constatare come la "edelt0 della devozione a <aria

 sia pi- che mai viva presso questi buoni #aldimagnini*, scrisse allora. =iglio del  popolo, nutritosi col pane saporoso della tradizione domestica e diocesana, egli sapeva guardare la sua gente col cuore, che è la maniera migliore di comprenderla,educarla ed elevarla, per suscitare entusiasmi religiosi e saldi proposti di inde"ettibilecoerenza) *il Popolo di #aldimagna resta solido nella sua "ede cristiana e cattolica,

 perchè essa è saldata su principi teologici caratteristici) uno, la maternit0 di <aria,consacrata dal testamento di Ges- morente@ l'altro, il mistero del dolore umanorisolto nella unione con (risto so""erente e con la <adre sua e nostra, a titolo diredenzione, di salute e di letizia "inale per tutti. e il dolore è inseparabile dalla vita

umana, se tutti dobbiamo passare per di l0, quale con"orto il passarvi in compagnia diGes- e di <aria, in sicurezza che nulla è perduto per chi sa so""rire nello spiritocristiano, sorretto dall'esempio della <adre di +io, che è la dispensatrice delle

 grazie, anche di ordine temporale, quando occorra@ in ogni caso sempre pronta a sollievo dell'umanit0 e di ciascuno in particolare* 1(ar. 2. G. 3oncalli, critti ediscorsi, citato, P. 45>7. ono trascorsi trent'anni dall'ultimo misterioso colloquiointrecciato dal cardinale con la <adonna della (ornabusa, due mesi prima di entrarenella successione dell'apostolo Pietro. !rent'anniE $d ecco che l'omelia del 5F agosto59>?, da riascoltare con calma e rimeditare con "ervore, conserva il suo timbro di

attualit0, si inserisce nel contesto delle celebrazioni ottantennali e apre la portaallDanno santo mariale, indetto da Giovanni Paolo //. / devoti della <adonna sarannolieti di conoscere i sentimenti sgorgati come limpida acqua dall'animo del "uturoGiovanni 88///, la sera del 5: agosto 59>6, quando rievocA per se stessol'incoronazione del 59B? e i primi passi del suo sacerdozio, la seconda messa a

 3occantica in abina e la terza all'2nnunziata di =irenze) *#eramente, *bonum est hicesse, è bello per noi restare qui* 1<t. 5,67) pregare in solitudine, in "accia allanatura di questa che toppani chiamava la pi- bella delle #alli Lombarde, ai piedidella cara <adonna 2ddolorata, che io conobbi dall'ottobre 59B?, quando "u

coronata dal car. <a""i, ed io ero segretario di mgr. 3adini. (he soavit0 a ricordare,qui, quei gloriosi morti e con loro. mgr. <arelli pur presente. /nsieme ricordavo la "esta di 3occantica col discorso di Padre =rancesco Pitocchi, la #illa illuminata, la "esta dei seminaristi, i miei giovani, e il partire la sera stessa per arrivare a =irenze il mattino, in terza classe. <ezzo secolo. *&uid retribuamH ol et clIpeus est +ominus

 +eus. Gratiam et gloriam largitur +ominus. (he cosa renderA al ignoreH ole e scudo è il ignore +io, il ignore concede grazia e gloria* 1al 554, 5:@ al ?6, 5:7.*&uid retribuamH (alicem salutarem accipiam et nomen +omini invocabo. (he cosarenderAH 2lzerA il calice della salvezza e invocherA il nome del ignore* *1al 554,5:5J7.(on la <adonna delle (aneve, del ;osco, della (astagna, del =rassino, della

 =iducia, di Lourdes, di =atima e del Libano, con la veta ;ogoroditza 1la anta <adre di +io dei ;ulgari7, con la CicopeKa di #enezia e la alus Populi 3omani, per citare solo alcuni dei dolcissimi titoli dell'interminabile litania, la <adonna della

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(ornabusa occupA un posto tutto particolare nella devozione di Papa Giovanni, se latenne vicina per tutta la vita, persino in #aticano, le "ece posto nel suo cuoreinvocandola sempre, con gli accenti della ricordata celebrazione del 5 agosto 59>?)*(ome è bello, come è soave il credere, il vivere, ilpregare con la <adre nostra, in

 partecipazione di intimit0 col =igliolo suo, #erbo di +io "atto uomo per noi, in pegno

di benedizione, di prosperit0 e di pace "ra le incertezze della vita presente, in sicurezza degli eterni gaudii che ci attendono*.

Quel rifugio sicuro lass! sul "on#e

n porto sicuro. n ri"ugio pronto a o""rire un momento di riconciliazione, diri"lessione che permette di tornare alle "onti del meglio della propria vita, in un

 prezioso processo di rigenerazione morale e spirituale. /l santuario della (ornabusarappresenta tutto questo e molto altro ancora oggi, alle soglie dell'anno +uemila. *La#alle /magna si identi"ica con la (ornabusa è il parere di don 2ntonio Pesenti,

(ancelliere della curia è un luogo dove chiunque si sente a casa propria e ritrova perciA i valori pi- pro"ondi che ha sperimentato nel corso dell'esistenza. /n questo senso si puA a""ermare che a cospetto del santuario si ritrova il meglio di se stessi, diciA che si è vissuto* /l discorso è sicuramente valido per la totalit0 dei "edeli, ma si

 puA applicare in modo particolare agli stessi abitanti della valle, ai valdimagnini, per i quali indubitabilmente la (ornabusa rappresenta un momento di aggregazione e diidentit0. (iA che si è usurato andando lontano e quanti sono stati e sono i valligianicostretti a guadagnarsi il pane distanti dalle proprie rocce si rigenera proprionell'atmos"era della (ornabusa. *M una esperienza reciproca. /l valdimagnino ha

utilizzato la caverna tras"ormandola in santuario e il luogo sacro lo ricambia, si potrebbe dire, aiutando l'uomo a essere se stesso. $d è proprio il valdimagnino cheriesce a percepire "ino in "ondo in linguaggio completo della (ornabusa, che "a parteda sempre della sua vita e delle sue tradizioni, in maniera pi- vissuta di quella dei

 pellegrini che giungono a un appuntamento, certo giudicato importante, di devozionee di preghiera* La #alle /magna è del resto una terra dalla religiosit0 estremamenteradicata, che non per niente "u de"inita valle santa. PerchèH La spiegazione è curiosae interessante e la dice lunga sul rapporto inscindibile che lega le popolazioni diquesta zona alla chiesa, senza dimenticare che secoli "a la valle era guel"a,

 parteggiava per il papa, con una scelta di *campo* che nel corso dei secoli non hamai conosciuto sbandamenti, ma soltanto nuove e ulteriori con"erme. *L'/magna è stata pi- volte de"inita valle santa perchè i paesi che la compongono vengononominati e individuati non tanto per il toponimo pro"ano, ma per il nome del santo

 protettore della chiesa attorno alla quale si sono raccolte le case del paese, della "razione, della comunit0. (epino stesso è conosciuto in #alle come . ;ernard% 1an ;ernardino7@ ;edulita è an <ich%l 1an <ichele7@ (orna è an im- 1an imone7@elino 2lto 0 aKacom 1an Giacomo7, <azzoleni è antimb- 1ant'Omobono7, e cos%via. M un'abitudine interessante che dimostra come la gente si identi"ichi in quel anto, in quella chiesa. &uest'ultima viene cos% riconosciuta anche in questo modocome punto d'origine di un culto religioso, come polo attorno al quale il paese havissuto "ino ad identi"icarsi. $ tutto ciA in parte è vero ancora oggi, mentre, tornandoindietro solo di qualche decina d'anni, va pur ricordato che subito dopo la guerra

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 "urono proprio i parroci a dare il via alle attivit0 di ricostruzione e restauro, aprendoin qualche modo la strada a tutti gli altri*. (os% come le varie comunit0 della valle si

 sono identi"icate con i anti, cos% si puA a""ermare che l'/magna intera lo ha "atto in pieno con la (ornabusa e il santuario ne è divenuto il simbolo, anche in un signi"icatoche si allarga dallo spirituale al materiale. L'/magna è una #alle povera da sempre,

una #alle di emigranti. +al punto di vista agricolo, per esempio, non rendeva neancheun quinto del "abbisogno, per cui gli abitanti hanno sempre dovuto servirsi di quelloche c'era, si sono industriati con quel poco che avevano. */n questo senso il simbolo

 puA essere il santuario della (ornabusa, una caverna tras"ormata in chiesa, anzi inbasilica data l'enorme capienza. M stata una spelonca scoperta dal popolo e da questoutilizzata in senso religioso. 2l contrario di ciA che è avvenuto a omasca, con anGerolamo <iani, qui non c'è stato un anto a scegliere la caverna come luogo di residenza ma è stata la stessa gente del posto a vl%orizzare il luogo in questo senso*.

Il $an#uario dalle origini a oggiDa qui è nato così questo attaccamento particolare per il santuario, vissuto da semprecome momento di fede e di devozione collettiva, di aggregazione e di identità, disicurezza e di speranza. Se secoli fa si parlava di rifugio nei travagliati tempi dellelotte tra guelfi e ghibellini, che scrissero pagine dolorosissime nella storia di ergamo,oggi resta ancora questo concetto. !"n modo inconscio, ma sono sicuro che qualcosa diquell#antico atteggiamento, $ lì ci si sentiva al riparo, sicuri, perchè c#era il Signore, $rimane ancora fondamentale per spiegare il rapporto particolare che i valdimagniniintrattengono con il santuario %a sicurezza puramente materiale di allora $ avere un

 posto dove fuggire e celare i propri tesori pi& cari $ si è quindi nel corso dei secolitrasposta su un piano decisamente spirituale. "n fondo questi valligiani partiti per ilmondo, sapendo di poter contare solo sulla propria abilità personale ed industriosità,sull#intraprendenza, nutrivano la sicurezza interiore del ritorno ad un approdo sereno e

 protetto da cui ripartire poi rinnovati e rigenerati. !'ornando a casa, in valle $ continuadon (esenti $ si sente il bisogno di salirvi proprio per ritrovare se stessi, per riscoprirenel proprio animo quello che mesi o anni di lontananza hanno seppellito ma nondistrutto!. Da non sottovalutare poi tutto ci) che è legato al santuario* la salita, che nonè poi gran cosa, oggi almeno, ma che concretizza il sacrificio del cammino che si

concluderà poi con l#arrivo alla grotta e con la confessione. !"l novanta per cento dicoloro i quali salgono al santuario si confessa. + un richiamo di Sacri -onti e l#ideadelle cappelle votive si inseriva in tutto questo salendo passo passo, si potevacompiere questa specie di /ia 0rucis, sostando ad ogni cappella, per riflettere, pregare,rivedere un po# la propria vita con una profondità che poteva anche essere notevole. %a0ornabusa come luogo di riconciliazione quindi, non soltanto tra gli uomini ma anchecon se stessi. + parlando di sacrificio non si pu) non sottolineare che proprio la grotta

 pu) anche essere vista come il sacrificio del genio umano. %ì non c#è nulla di ci) che sitrova nelle altre chiese, costruzioni, marmi che splendono. + la devozione popolareche l#ha in pratica portata avanti, anche su un piano di povertà evangelica con unacorrispondenza per cui in questa logica c#è una purificazione, una fede pi& rigorosa(apa 1iovanni e il santuario della 0ornabusa. !+ stata un po# la sua grotta, comequella di tanti altri sacerdoti. 0erto deve essere stata fondamentale l#impressione di

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gioia, di grandezza, di edificazione che il giovane sacerdote ngelo 4oncalli riport) presenziando nel 5678 alla solenne cerimonia dell#incoronazione, un avvenimento nonsolo per la valle ma per tutta la ergamasca...!. Di quella gioia vissuta agli inizi del

 proprio cammino sacerdotale (apa 4oncalli non si sarebbe dimenticato mai pi&. 9umerosi sono gli accenni che nella sua vita ebbe per la 0ornabusa, ma ancora pi&

significativa fu la decisione di recarvisi per il cinquantesimo di ordinazione sacerdo$tale, poco tempo prima di essere elevato al soglio pontificio. !+ importante il fatto $conclude don (esenti $ che allora avesse deciso di trascorrere lass& i suoi cinquanta an$ni di sacerdozio. llora pensiamo che non c#era strada e la sistemazione cui dovetteadattarsi fu senza dubbio molto francescana. + questa è la riprova che (apa 4oncallifosse rimasto innamorato della 0ornabusa da quel giorno lontano dall#incoronazione, ilsuo punto di partenza pi& forte.!

%Mos#ra"i il #uo viso! fa""i sen#ire la #ua voce%

!: mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi,mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perchè la tua voce è soave, il tuo viso èleggiadro!. %a -adonna della 0ornabusa, pi& e pi& volte paragonata alla mistica0olomba, che scelse il suo nido tra gli scoscendimenti cui fanno corona il 4esegone,l#; bione e l#lbenza, trasfonde il versetto del 0antico dei cantici dalle solitudini della1iudea alle rocce della /alle "magna. Da 0à 0ontaglio, frazione di 0epino, a unadecina di chilometri dall#ingresso della valle, si diparte la strada che conduce alsantuario. (oggiato lass&, a metà del verde (ert&s, come l#+remo delle 0arceri a metàdel Subasio, è senza dubbio uno dei pi& caratteristici del mondo. %#imbocco della

grotta del santuario si apre come un cannocchiale sull#alta /alle "magna e sullemontagne vicine. Dentro, due massicce pareti, tagliate dalla natura nello sperone delmonte, sostengono a guisa di immenso architrave un enorme banco calcareo, chesensibilmente inclinato a destra, forma per tutta larghezza e lunghezza il soffitto diquesta caverna che da secoli è il centro della pietà mariana di tutta la valle, meta di

 pellegrinaggi e propulsore di una religiosità che i tentacoli della secolarizzazione nonsono riusciti a insidiare. 1ià don 0esare 0arminati, autore dei due volumetti dedicatial santuario della 0ornabusa $ uno del 5622 e l#altro del 56<8 $ sottoline) qualecaratteristica della popolazione della /alle "magna !la pi& viva e incondizionata

devozione alla -adonna della 0ornabusa devozione così profondamente radicatanell#anima di ciascuno, che nemmeno chi ha lasciato spegnere in sè la fede, ha il co$raggio di bandirla totalmente dal cuore. 4ileggendo le antiche cronache, si trova che fusempre così, e questa, che si pu) chiamare la devozione della valle, è la pi& bella ere$dità che di generazione in generazione ci hanno trasmesso i nostri vecchi!. vvincentee caratteristica quanto il santuario è la sua storia, che affonda le sue radici in secolilontani e che ha dovuto essere desunta, ricostruita con la pazienza di chi si accinge aincollare le innumerevoli tessere di un mosaico. 0osì (adre 0laro (ersoneni =0epino5>?$583@, devotissimo della -adonna della 0ornabusa, temendo che col tempo leantiche tradizioni si perdessero o si snaturassero, si sobbarc) $ come racconta don0arminati $ il paziente lavoro di interrogare le persone pi& anziane e pi& autorevolidella parrocchia di 0epino e della valle per raccogliere, epurare e coordinare le antichetradizioni riguardanti il santuario della 0ornabusa. (adre (ersoneni non lasci) per)

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alcuna traccia scritta del suo importante lavoro, il primo in assoluto teso a inquadrareentro confini precisi la storia del santuario. Au don %uigi %ocatelli =0orna S.Simone585>$58>7@, che aveva raccolto dallo stesso padre (ersoneni la voce della tradizione, a

 pubblicare le memorie del santuario tratte in parte anche dai documenti che aveva adisposizione. %a sua operetta !-emorie del santuario della eata /ergine -aria della

0ornabusa in /alle "magna Diocesi di ergamo! ebbe due edizioni, una nel 58?>,l#altra nel 5862.

La s#oria secondo i docu"en#i

 !... "l clero e il popolo di 0epino fanno istanza e umilmente supplicano l#+.S. "ll.ma e4ev.ma perchè si degni di conceder loro la licenza di celebrare nel detto oratorio la-essa, almeno al sabato di ciascuna settimana e nella domenica fra l#ottava della

 9atività della ./.-aria a culto ed onore della madre di Dio al modo stesso dellaconcessione fatta molto tempo prima del 4.mo vicario generale del vescovo di

ergamo il febbraio 5<57, come risulta da un rescritto autentico ivi presentato!. "l brano, contenuto in un decreto del /escovo monsignor %uigi 4uzzini, emanato inoccasione della /isita pastorale del 25 giugno 5>72 a 0epino, costituisce la prima basesicura per la ricostruzione della storia del santuario della 0ornabusa. "nfatti, dopo aver ricordato l#antichità dell#oratorio eretto nella grotta, le grazie concesse dalla -adonna elo straordinario concorso di devoti, non solo dalla /alle "magna e dalla diocesi diergamo, ma anche da -ilano e altre città lombarde, l#accenno alla concessione del5<57 fornisce una prova sicura che a quel tempo nella grotta della 0ornabusa sitributava culto a -aria. Don 0arminati, sulla base di una serie di deduzioni, non

ritiene per) azzardato affermare che la devozione alla -adonna della 0ornabusa abbiaorigini pi& antiche. Se si domand) e si ottenne licenza di celebrarvi la -essa per sod$disfare alla pietà dei fedeli $ afferma $ è segno evidente che nella parrocchia di 0epinoe nel resto della valle era molto popolare e radicata la devozione alla effigie di -ariavenerata in quella grotta. :ra $ si chiede $ poteva questa devozione diffondersi in tuttala valle in un breve volgere di anniB Cuesta devozione appare fin d#allora entrata acostituire in parte il patrimonio e le abitudini religiose della popolazione della valle*ma per arrivare a questo l#esperienza ci insegna che occorre un succedersi di parecchiegenerazioni, il che necessitava con pi& forte ragione a quei tempi, nei quali i rapporti

tra villaggio e villaggio erano affatto primitivi e molto difficili i mezzi di comuni$cazione. 9el 5<57 quindi la /alle "magna celebrava da molti anni la festa in onoredella /ergine della 0ornabusa, dal momento che a quella data era già considerataun#abitudine recarsi al santuario tutti i sabati e naturalmente nel giorno della festa della-adonna. Specialmente le feste, commenta don 0arminati, per ottenere presso un

 popolo diritto di cittadinanza hanno bisogno di un lungo passato che gliele renda caree venerande. Se ci fosse ancora bisogno di una legittimazione si pu) ricorrere anchealla versione originale latina del decreto di monsignor 4uzzini. Cuesta dice* !...udita.. . supplicatione sibi porrecta ab hominibus et vicinis (aroeciae de 0epinoeponentibus in quodam specu... antiquitus constructum fuisse quoddam oratorium. . .!* e l#avverbio antiquitus, il nostro anticamente non sarebbe certo stato adoperato per riferirsi ad un passato di soli due secoli. Cuindi si pu) concludere senza dubbio che findal 5>72 il culto della -adonna della 0ornabusa si riteneva comunemente,

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consenziente la stessa autorità ecclesiastica, di lontanissima origine e invalso da tempiimmemorabili nelle tradizioni religiose della valle. "l documento del 5<57 è oggiscomparso, non ve ne è traccia nè nell#archivio della parrocchia di 0epino nè in quellodella 0uria vescovile, ma nonostante la concreta impossibilità di produrlo, non si

 possono nutrire dubbi circa la sua reale esistenza e autenticità. 9e presero infatti

visione, dichiarandolo autentico, il /escovo monsignor 4uzzini, i canoniciconvisitatori e il cancelliere vescovile sac. ndrea /alla, che tra l#altro redasse ildecreto del 5>72. "n pi& l#allora prevosto di 0epino, rev. -aldura, lo aveva citato nellasua relazione al vescovo 4uzzini. "l periodo che si pu) definire propriamente storico

 per il santuario della 0ornabusa inizia quindi nel 5<57 con il decreto del /icariovescovile di ergamo, che autorizza la celebrazione della -essa al sabato e all#ottavadella 9atività. (ochi anni pi& tardi, si presume tra il 5<33 e il 5<3?, la grotta della0ornabusa diede asilo a un illustre ospite, San 1irolamo -iani, definito l#infaticabileapostolo della carità cristiana di /enezia e di ergamo, che giunse tra i dirupi, tra i

quali si apre la grotta della /ergine, per condurre una vita di sacrifici e penitenza. Sitratta di una circostanza ormai certa ed acquisita* ne parlano sia lo storico 0ornaro cheil 0accia, autore di una vita del Santo. Secondo questi autori, San 1irolamo, la cuifama era già diffusa in tutto il /eneto e la %ombardia, raggiunse la 0ornabusavalicando il monte che separa la valle "magna dalla valle S. -artino. -a il suosoggiorno non si protrasse per lungo tempo. "nfatti, troppo distratto e disturbato dalgran numero di devoti che già allora saliva fino al santuario, San 1irolamo fu costrettoad abbandonare la 0ornabusa per cercare un ambiente pi& adatto alla solitudine ed allacontemplazione, che trov) sulla pi& solitaria rupe di Somasca, ove stabilì la sua

0ongregazione e morì anni dopo. 0ompletamente infondata, e ne fanno fede le date, prima fra tutte quella famosa del 5<57, la leggenda secondo la quale fu lo stesso San1irolamo a portare la statuetta della -adonna nella grotta. +gli vi giunse infatti circaun quarto di secolo dopo che nella 0ornabusa si celebrava già la -essa in onore dellavenerata effigie della -adonna. %a storia scritta si arricchisce poi con la visita indiocesi del /escovo 1regorio arbarigo, che tocc) anche il santuario della 0ornabusa.+ra il 5?<8 e il 0ardinale trov) che la 0ornabusa era arricchita di un#indulgenza

 plenaria per sette anni. Si tratta di un altro tassello importante per ricostruire edaccertare quanta importanza venisse assegnata fin da allora al santuario. ;n /escovo

non ha infatti facoltà di concedere indulgenze plenarie esclusivo dispensatore per tuttala 0hiesa è soltanto il (ontefice. "l arbarigo quindi, o uno dei suoi accompagnatori,ebbe la possibilità di prendere visione dei documenti che comprovavano laconcessione dell#indulgenza. "mpossibile per) risalire al periodo esatto in cui il (apadimostr) in questo modo la venerazione che già si tributava nel santuario. (adreDonato 0alvi, un preziosissimo storico della ergamasca, nello stesso anno dellavisita del arbarigo accenn) alla 0ornabusa nelle sue !+ffemeridi! del maggio,

 parlando della sagra di San ernardino nella parrocchia di 0epino. Edella cui parrocchia =di 0epino@ a distanza di due miglia della terra, in luogo precipitoso, trovasiuna profonda caverna $ scrive $ che chiamano quei popoli 0ornabusa, in cui sorge unafonte d#acqua limpida e cristallina, e frequentata dalle genti di 0epino, in molte festedell#anno, correndo tradizione che qui in tempo di guerra si ricoverassero le genti diquei contorni, e per il miracolo di un immagine di -aria /ergine, che seco aveva

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 portato una donna, sorgesse una fonte!. + questo un altro importante documento checomprova come questa tradizione, poi diffusasi in tutta la valle e così raccolta dal

 primo storiografo della 0ornabusa, padre 0laro (ersoneni, fosse universalmenteaccettata già nella prima metà del diciassettesimo secolo. (ochi anni dopo, nel 5?87,l#allora (apa "nnocenzo F" riconferm) la concessione dell#indulgenza plenaria per sette

anni a coloro i quali, confessati e comunicati, nella festa della 9atività di -aria/ergine, a cominciare dai primi vespri avessero visitato il santuario della 0ornabusa.Dal momento che si tratta in pratica della stessa indulgenza che qualche anno primaaveva trovato il 0ardinale arbarigo, è logico pensare che ci si trovi di fronte ad unasemplice riconferma di una concessione fatta in precedenza. Sempre in tema di antichidocumenti, non si pu) dimenticare la memoria scritta dal parroco -aldura, trovata suun antico -essale del santuario e che rileva come il 2 giugno 5>72, festa di San1iovanni attista, lo stesso parroco, quale delegato vescovile, benedisse l#oratorio ecelebr) la prima -essa cantata con padre Domenico 0azono, mentre il discorso

 panegirico della -adonna fu tenuto da padre -arco (alardi, della 0ompagnia di 1es&come padre 0azono, e missionario per la /isita pastorale.

La s#oria secondo la #radi&ione

Dal 526? e per oltre un secolo ergamo e le sue valli furono insanguinate dalle lottetra 1uelfi, che riconoscevano quale loro unico capo il (apa, e i 1hibellini per i quali lasuprema autorità era rappresentata invece dall#imperatore. Gelf e Gaiblingen, duemotti di guerra nella battaglia di Geinsberg, combattuta nel 55<8 tra +nrico il superbo,duca di Sassonia, e 0orrado """ duca di Svevia, diedero appunto il nome alle due

fazioni, 1uelfi e 1hibellini. 9ella ergamasca la lotta fu lunga, crudele, costellata dasaccheggi, incendi e uccisioni, come narrano parecchie cronache del tempo. %a /alle"magna, che qui ci interessa da vicino, si schier) con i 1uelfi insieme a S.-artino,mentre le valli rembilla, rembana e 'aleggio parteggiarono per i 1hibellini. (roprioin /alle "magna tra il 53<7 e il 577 furono combattute le lotte pi& violente tra le duefazioni rivali, capeggiati i 1uelfi da (inamonte da 0apizzone e i 1hibellini da;nguerrando Dalmasoni di 0lanezzo. %ogico pensare che in tali circostanze le

 popolazioni della valle pi& volte furono costrette a cercare rifugio sui monti, per sfuggire alle scorrerie dei 1hibellini e salvare quanto riuscivano a portare via in tutta

fretta dalle case, incalzati dall#arrivo dei soldati. Denaro quindi e attrezzi da lavoro,gioielli e abiti migliori. %a tradizione racconta di una anziana e pia donna che nellagrotta della 0ornabusa port) quanto aveva di pi& caro* una effigie di -aria /ergineddolorata. + qui quanto è stato tramandato nella parrocchia di 0epino e in tutta lavalle concorda con quanto affermano due dei migliori storici, Alaminio 0ornaro e(adre Donato 0alvi. +ntrambe attestano infatti che l#effigie di -aria venne portatanella grotta da una donna anziana, che insieme ad altri vi aveva cercato rifugio inoccasione di guerre. %a 0ornabusa allora, come racconta il 0alvi, era quasiinaccessibile, tanto che tre uomini armati avrebbero potuto difenderla dall#assalto dimille soldati. 0ornaro, parlando di questi scontri, asserisce trattarsi di quelli che nelsecolo Sedicesimo afflissero la %ombardia, ma questa ricostruzione non appareaccettabile, in quanto contrasta con il decreto vescovile che già nel 5<57 autorizzava lacelebrazione della -essa nella grotta della 0ornabusa. (er questo quindi, senza

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dimenticare la tradizione generale, cioè che la statuetta della -adonna abbia trovatoricovero nella grotta in occasione di guerre, è pi& logico pensare, seguendo in questoanche l#opinione di padre (ersoneni che si trattasse degli scontri tra 1uelfi e1hibellini. Secondo la ricostruzione del 0arminati, proprio alla seconda metà delsecolo F"/ si pu) !se non con tutta certezza almeno con la massima probabilità e

verisimiglianza assegnare la prima origine, ossia il primo fatto che diede occasione alsantuario! !Auggendo questi buoni valligiani dagli assalti, dalle insidie, dagli incendi,dalle stragi che ogni dì si facevano pi& terribili e rovinosi $ racconta il 0arminati $ erecando seco quel poco che era pi& necessario, pi& caro e di facile trasporto in tantosgomento e scompiglio, pi& che altrove si nascosero in questa spelonca detta0ornabusa, la quale parve forse pi& opportuna per la sua posizione occultissima, per idirupi inaccessibili nei quali è scavata e per la sua ampiezza capace di accoglierne pi&di ogni altra. "n mezzo alla moltitudine, ivi rifugiata per avervi scampo e salvezza,ricover) pure una povera ma pia e religiosissima vecchia donna, la quale, di tutt#altro

sprovveduta, vi trasportava l#unica sua sostanza, il suo preziosissimo tesoro, una cara e bella effigie di -aria /ergine ddolorata. en contenta la pia donna di aver potutocosì sottrarla alla rapacità e alle profanazioni dei nemici e gelosa del suo tesoro pi&che della propria vita, esplorando ogni angolo dell#orrida caverna, con tutta cautelafinalmente la ripose nel pi& remoto e segreto nascondiglio, cercando e trovandoconforto alla sua sventura nel pregare e piangere inginocchiata davanti alla cara sua-adonna 9è la storia, nè i documenti soccorrono per) quando si voglia sapere per quale motivo, concluse ormai le guerre e giunto per tutta la valle un periodo di pace edi tranquillità, l#effigie della -adonna rest) nella grotta, o perchè la devota

 proprietaria della statuetta decise di lasciarla lassu. Si pu) ipotizzare anche che questonascondiglio venne scoperto dai 1hibellini e che i valligiani furono così costretti aduna fuga precipitosa, che non lasci) nemmeno il tempo di porre in salvo la -adonna oche lanziana che aveva celato la statuetta nella 0ornabusa rest) vittima delle fatiche edegli stenti conseguenti a quei periodi tanto travagliati. -a non si pu) nemmenoescludere che proprio lei, d#accordo con altri devoti, !vedendo le tante grazie che loroaveva compartito in quel luogo nel tempo della tribulazione $ ipotizza il 0arminati $

 pens) ivi lasciarla, per fare a %ei devote peregrinazioni e venire a invocarla nel tempodei pascoli o in occasione di passaggio tra questi dirupi e averla protettrice nei pericoli

che vi si potevano incontrare! 0ome conclude don %uigi %ocatelli, primo storiografodella 0ornabusa, !il fatto è che dopo non lungo tempo, qui cominci) questa immagine benedetta, con prodigi e miracoli, a dimostrarsi benefica verso chi l#invocava e aconciliarsi la venerazione dei popoli all#intorno. :nde si venne finalmente al saviodivisamento di assecondare le amorose intenzioni di -aria e di edificarle sul luogouna chiesa! -ancano ancora qui purtroppo documenti che sarebbero preziosi per unaesatta ricostruzione è giocoforza così fare affidamento ancora una volta sullatradizione orale raccolta da padre (ersoneni. Secondo quanto si tramanda, l#effigiedella /ergine rimase celata nella grotta fino a quando un anziano contadino, pare sitrattasse di un -azzoleni della vicina contrada di S. :mobono, trovandosi nella zonadella caverna, forse per aver smarrito il sentiero, entr) e si trov) davanti la statuettadella /ergine. !0olpito, il buon vecchio, dal celeste tesoro per lui ritrovato, e pieno ilcuore di gratitudine e devozione $ commentava il %ocatelli $ determinossi di venire

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colà ad ossequiar -aria con visita giornaliera. Sentivasi anche portato e quasiobbligato a manifestarla ma per umiltà non volle farlo, aspettando che la divina(rovvidenza e -aria santissima medesima rivelassero la cosa in altro modo pi& ac$concio. +d ecco come lo stesso %ocatelli riportava la tradizione che si era diffusa nellavalle in merito al ritrovamento della sacra effigie. !'rascorsi difatti pochi anni, una

giovinetta sordomuta di San -ichele, che nei dintorni di quei greppi guardava le sue pecore, entr) essa pure per curiosità ad osservare quell#antro sì oscuro e profondo, eincontratasi a vedere là sotto l#effigie di -aria ne rimase sì fattamente commossa, chevol) incontanente a dare notizia ai suoi di casa, parlando speditamente e raccontando ilfatto, avendo quindi riacquistato l#udito e la favella. Si aggiungerebbe che -ariaSantissima le parlasse dal suo simulacro, ordinando che là sotto nella spelonca le fossefabbricata una chiesa. -a questa circostanza non venne assenta con tanta certezzacome il resto. " parenti della giovine, rapiti dal doppio portentoso miracolo, si fecerocondurre istantaneamente sul luogo e trovata la verità dell#esposto, non è a dire con

quanta premura annunziassero e facessero conoscere a tutti la scoperta delladevotissima effigie e il miracolo che aveva restituito alla figliuola sordomuta l#udito ela favella, la quale a sua volta non rifiniva dal raccontare coi pi& vivi trasporti di gioiatutto l#accaduto. Divulgatasi in un lampo la consolante e prodigiosa notizia in 0epino,in -azzoleni, in edulita e in altri paesi, da ogni parte accorse grande folla di popolo

 per vedere coi proprii occhi quanto veniva narrato del prodigioso rinvenimento diquesta graziosa "mmagine, la quale al solo essere veduta aveva operato tanto miracolo.+ mentre tutti gli altri si contentavano di ammirare il fatto, di benedire ed esaltare-aria, alcuni pi& zelanti di quanto non conveniva, nelle notti seguenti la trasportarono

 prima nella chiesa di edulita, indi in quella di 0epino. -a l#una e l#altra voltaall#indomani la trovarono di nuovo al suo posto nella grotta. Sorpresi allora ecommossi i fedeli a questi nuovi prodigi, tanto pi& si invogliarono di averla nella

 propria chiesa. + pensando che forse non fosse rimasta tra loro perchè non l#avevanotrasportata colla pompa e gli onori convenienti, saggiamente divisarono di tornare atrasportarla con solennissima processione provocando anzi perci), come asserisconoalcuni, un decreto della 0uria vescovile. Si adunano quindi i sacerdoti, si convoca il

 popolo, si va processionalmente a levare la santa "mmagine, non volendo che avesse arimanere pi& a lungo dimenticata e sepolta nella solitudine di quella oscurissima

caverna. -a cheB... rrivata la prodigiosa +ffigie al luogo ove di presente si vedeeretta l#ultima cappella, sul fianco del monte innanzi che incominci la discesa, eccoche con la faccia si rivolge indietro a vista di tutto il popolo e il clero presente quasiaccennando, con questo suo risguardo, al dolore che provava nell#abbandonare quelsolitario asilo che essa si era eletto, e indicando con tal nuovo prodigio, che colà volearitornare, colà rimanere, colà e non altrove, essere invocata e venerataH l grandeinaspettato portento infatti il suaccennato buon vecchio di S. :mobono, che primal#aveva scoperta, e che devotissimo com#era della santa immagine, era presente altrionfo di -aria, e godeva che essa in tal forma per sè medesima si manifestasse erivelasse a tutti i suoi superni voleri* $ hH ben io lo sapeva, esclam) senza accorgersi,

 ben io lo sapeva, essere intenzione e volontà precisa della /ergine di essere onoratanella spelonca di 0ornabusaH "l perchè non ci volle di pi& per far retrocedereimmantinente la processione, ricollocare trionfalmente al suo posto la sacratissima

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"mmagine, e non pensare mai pi& a trasportarla altrove, ma piuttosto ad onorarla ilmeglio che fosse possibile là, dove ella aveva già fermato sua stanza, cominciato adiffondere grazie e stabilito il suo trono.

%La caverna ' la c(iesa%

 "l visitatore che si reca per la prima volta alla 0ornabusa resta subito colto da unamortificante delusione. !0rede di trovare $ così scriveva don 0arminati $ come disolito vicino al campanile la chiesa, ma, per quanto osservi, non vede nulla. lla suasinistra sale una gradinata che mette a un piccolo cortile ci si trova il campanile, ma ilfabbricato adiacente non è la chiesa* è la casa del romito. Davanti a lui, tagliata nelvivo della roccia, si apre una strada che gradatamente si allarga fino a trasformarsi in

 piazza, messa lì, quasi per capriccio, tra un enorme macino che s#innalza a picco e un pauroso burrone che, sotto, si apre nel seno della montagna e si perde gi& neicontorcimenti di una gola angusta e scoscesa. (oi pi& nulla!. -a la chiesa dov#èB !%a

chiesa è la caverna, se meglio vi garba la caverna è la chiesa $ scriveva il naturalistantonio Stoppani nel 58>? nel suo !"l bel (aese! $. %a rupe che volge la fronte allavalle, dalla parte ov#è l#edificio si trova bruscamente ad angolo retto, e presenta un#altrafronte verso il fondo di essa. Cuesta seconda fronte è affatto a picco, e scavata nelmezzo da un antro quadrato, dell#altezza di forse dieci metri, larga il doppio. %acaverna è nuda, e vi si contano i grossi strati calcarei, sovrapposti con breveinclinazione, che ne formano le pareti, a somiglianza di gigantesco bozzato. ;n grosso

 banco calcareo vi si appoggia tutto d#un pezzo, in figura di immenso architrave, for$mando la volta, o meglio il soffitto di quel grande pertugio, e sostenendo una pila di

innumerevoli strati, regolarmente sovrapposti, che formano tutta la rupe. %à in fondoalla profondità di forse quindici metri si erge il tabernacolo, aperto sul davanti, e protetto da una cancellata di ferro. Sotto il tabernacolo un altare coll#antico simulacrodella -adonna della 0ornabusa, in grande venerazione presso le semplici popolazionidella /alle "magna e delle valli circonvicine!. "n origine la caverna era larga ventimetri, alta dodici a sinistra, nove a destra, lunga pi& di settanta e verso il centro andavagradatamente abbassandosi. nticamente quindi, avendo il clero e il popolo rispettatola volontà della /ergine, che aveva fatto chiaramente capire di voler restare nellaspelonca, sorse il problema di garantire un minimo di decoro. !:nde fu unanime e

 piena di entusiasmo la gara $ rammenta il 0arminati $ non solo fra i parrocchiani di0epino, ma fra tutti i buoni popolani della valle nel contribuire con offerte e con manod#opera alla costruzione di una cappella nell#interno della grotta, perchè la 4egina delcielo, raffigurata nella devota statuetta, vi trovasse un posto pi& conveniente e de$coroso!. Aacile arguire che una sia pur rudimentale cappella doveva esistere già nel5<57, all#epoca del ricordato decreto vescovile. %o conferma tra l#altro anche il decretosuccessivo, quello del vescovo 4uzzini, che accennava a !un oratorio anticamentecostruito!. 9on è possibile sapere con certezza quando quel primitivo oratorio venisseampliato e sistemato, così come era visibile ai tempi di don 0arminati, vale a dire tra il5678 e il 56<8, data dei pi& recenti e importanti interventi nel santuario. Si pu) per)dedurre, stando al decreto di monsignor 4uzzini, che l#ampliamento e la decorazionedella cappella siano state effettuate proprio nel 5>72. nzi, è probabile che a queltempo si diede nuovo impulso ai lavori proprio per sistemare definitivamente la

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cappella in occasione della /isita pastorale e avanzare al /escovo le richieste pi& sopraricordate. %o stesso decreto recitava infatti !=nella grotta@ venne anticamente costruitoun oratorio sotto il titolo e l#invocazione della .-./ergine della (ietà ed oradebitamente ampliato e restaurato!. "ntuibile anche che l#altare dovesse essere direcente costruzione a quel tempo, e naturalmente conforme alle costituzioni

ecclesiastiche, eccettuate le dimensioni in larghezza e lunghezza, troppo strette e la pietra sacra alla quale, scrive sempre il 0arminati, non si era ancora provveduto. 0oltrascorrere degli anni, tra il 5>72 e il 5>?7 vennero costruiti anche due altari laterali,quello a destra dedicato al SS. 0rocifisso e quello a sinistra ai Santi martiri Aermo e4ustico. Sempre secondo la tradizione, in occasione della erezione dei due altari ilsantuario fu maggiormente abbellito. (er quanto riguarda invece l#esterno, già nellavita di San 1irolamo -iani edita nel 5>65, si accenna oltre che al campanile e allacasa del romito, a cinque cappellette, che forse rappresentavano i miracoli operati dalla-adonna nel suo santuario. %e cappelle comunque non esistevano prima del 5>?7, dal

momento che il 0ornaro non le cita affatto, e furono comunque demolite nella secondametà del secolo scorso, per essere sostituite da altre otto, di forma e a distanza ugualee di una sufficiente ampiezza, spiega il 0arminati, per dare pi& vasto campo al

 pennello dell#artista, il pittore Sibella di 4ota Auori, che affresc) tra il 58>7 e il 58>2 isette dolori della /ergine e la sua miracolosa manifestazione alla fanciulla sordomutadi edulita. 9el 5678 alla sommità della salita, ricorda 0arminati fu costruita unacappella pi& ampia delle altre, !di dubbio gusto! che con figure in rilievo rappresental#apparizione della -adonna alla pastorella di edulita. (rima del 5>65 non esisteva lastrada che conduceva dalla casa del romito alla grotta, tanto che nella vita di San 1i$

rolamo -iani si leggeva !... dietro al quale =campanile@ girando per piccola stradellatra orrori di spaventevoli rupi, a occidente s#arriva nel mezzo dell#orrido seno del mon$te, dove capita sotto gli occhi come nascosta la gran caverna della 0ornabusa!. (ropriocon riguardo alla pericolosità della zona già nel 5638 venne aperta una nuova via !pur nulla togliendo alla suggestiva orridezza del luogo! sistemando l#interno e l#ingressodella grotta. 9ello stesso anno furono infatti realizzati un piazzale davanti alla grotta!gettando a cavalcioni di quegli scoscesi dirupi una muraglia ad arco! che per), senzaalcun motivo apparente, rovin) a valle, fortunatamente senza provocare vittime. 0leroe popolo di 0epino e di tutta la valle non si diedero per vinti e solo due anni dopo

riuscirono a ricostruire il grande muraglione. Sempre stando ai vecchi documenti, è possibile sapere che nel 582 venne abbellita la cappella dotandola di un pavimento dimarmo a mezzi esagoni bianchi e neri, su disegno di quello della cattedrale, mentre nel58< fu rinnovato il pavimento della parte anteriore della grotta, che venne rifatto congrandi lastroni riquadrati di pietra di 0orna.

Il $an#uario #rasfor"a#o

"l santuario della 0ornabusa solo una trentina di anni fa era del tutto diverso da quelloche oggi appare ai pellegrini, che sempre numerosi giungono per l#erta salita da0epino, sia pure in auto e in torpedone e non pi&, come nel passato, a piedi, in

 pellegrinaggi sereni che partivano fina dalle prime ore del mattino, torce e candeleaccese per illuminare la strada. Aino al 56<8 infatti, a detta di gente del luogo, puredevotissima alla -adonna della 0ornabusa, a chi veniva da fuori il santuario dava

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un#impressione quasi scostante, cupa. ;na cancellata altissima, spessa e diffidentechiudeva interamente la bocca della grotta come un fortilizio all#interno, una chiesettaangusta era malamente pigiata dentro il vano scuro e dava un senso soffocante, cone seci si trovasse in un antro sinistro. %e candele friggevano nell#umidità. Si tornava fuori,ricordano ancora oggi parecchi frequentatori del santuario, con un senso di sollievo,

con un bisogno di aria e di sole. 9el 56<? don ngelo ertuletti, parroco di 0epino"magna $ un curato che si autodefiniva !eremita della 0ornabusa! $ decise che ilsantuario doveva avere un nuovo aspetto. nche perchè proprio nel 56<8 sarebbecaduto il cinquantenario della solenne incoronazione della -adonna. :riginale e rarafu quindi l#impresa a cui furono chiamati gli architetti, %uciano 1almozzi e 1iuseppe1ambirasio. " due professionisti subito affermarono che !la singolarità del tema, chenon ha raffronti con i precedenti, cioè la trasformazione di una grotta naturale in san$tuario, non poteva suggerirci che una impostazione al di fuori degli schemi usualidell#architettura religiosa!. %a grotta restava quindi un fatto vivo, da interpretare senza

alcuna alterazione nel suo suggestivo equilibrio di forme e d#ambiente. Secondo igiornali del tempo, si trattava quindi di porre un accento dove l#organismo liturgico lorichiedeva, con un gesto naturale e semplice. "l pavimento della caverna si abbass) dicirca tre metri, per realizzarne uno nuovo, grande a lastre di pietra =quello della plateafu dono di un /anotti di erbenno, detto 9ano@ adagiato a catino con studiati effetti

 prospettici. Cuesto si prolung) infatti al di fuori della grotta, fino a includere eincorniciare il paesaggio e si pose quale elemento architettonico base, da cui sigenerano sia i due altari laterali di destra che i confessionali, il pulpito, l#altaremaggiore e quello ai piedi della statuetta della -adonna. 0ome scrissero allora gli

architetti, si volle impostare un racconto, quello della grotta e della -adonna, checonferisse al luogo la caratteristica della tradizione figurativa della chiesa. "nfattifurono le forme a condizionare il materiale da utilizzare nella trasformazione, proprio

 perchè era necessario trovare qualcosa che aderisse sia alle complesse forme inventateche alla particolare natura dell#ambiente grotta e paesaggio. 1almozzi e 1ambirasio

 pensarono così ad una serie di getti di elementi composti da leganti e da graniglie dimarmi opportunamente scelti, da colare entro forme già predisposte. -olte parti deglielementi di getto furono poi pensate per essere completate con bassorilievi e sculture

 per la maggior parte descrittive e figurative. 0osì, entrando nella grotta a sinistra, i due

confessionali per le donne ricavati dalla roccia, sono divisi da una grande croce dicemento, i cui bracci sono ornati da simboli vari a rilievo, damo ed +va, il uon(astore e l#"mmacolata che schiaccia la testa al serpente. (roseguendo verso il centrodella grotta a destra ci sono altri due altari laterali in cemento, sul primo è riprodotta lascena della 0rocifissione, sul secondo il 'ransito di San 1iuseppe. %#altare maggiore,che si trova al centro, verso il fondo della grotta pure realizzato in cemento portaraffigurata sul paliotto la (ietà, opera dello scultore +lia Iolfi. %o stesso artista harealizzato tutti i disegni degli altari, dei confessionali e della balaustra, preferendo ilcemento al posto della pietra, perchè è in grado di dare maggiormente il senso dellaroccia e di armonizzarsi meglio con la grotta. Sempre dell#Iolfi sono i rilievi del

 pulpito, sistemato su un rialzo di roccia naturale, a sinistra di chi guarda l#altaremaggiore e il capocielo in rame argentato sopra l#altare maggiore, che misura sei metri

 per sette ed è opera della ditta 4usconi. 'utto l#altare maggiore è in cemento, il

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tabernacolo pesa due quintali ed èchiuso da una porticina in rame argentato sbalzatodal 1uidotti. ;na grande croce, sempre in cemento, domina l#altare, arricchita con altrisimboli vari. " misteri dolorosi in rilievo ornano la balaustra di cemento che chiude il

 presbiterio. %#altare della -adonna è situato in cornu +vangelii, a lato dell#altar maggiore, proprio dove fu riposto secoli fa e quindi ritrovato il prezioso simulacro. "l

 pallio riproduce appunto la storia dell#anziana in fuga, che sistem) qui la sua preziosastatuetta. "n fondo alla grotta c#è il laghetto, quattro metri per sei, a ricordo perennedell#acqua sgorgata miracolosamente. Sotto i due altari laterali di destra passa uncanale sotterraneo della larghezza di circa un metro e alto poco di pi&, che consente loscolo delle acque del laghetto, scaricate poi nella valle sottostante. 9el corso degliimportanti lavori di sistemazione del J<> e J<8, modifiche radicali vennero apportateanche all#esterno. "l piazzale venne infatti sopraelevato per essere portato a livello delnuovo pavimento della grotta =che era stato abbassato di circa tre metri@, si chiuse poicon un muraglione a semiluna la nuova platea, facendo così diventare misura oggi 6?

metri di lunghezza compreso il laghetto interno, 27 metri di larghezza media e 8$6 dialtezza media. Cuattro sono i cancelli per i quali si accede alla grotta, due al centro edue ai lati. sinistra è stata posta la fontanella che prima si trovava al centro del

 piazzale. Cuella di cui il 0arminati diceva !...la chiesa l#annuncia un lieve murmured#acqua, che rompe la selvaggia monotonia del luogo. t la fontana posta a fianco dellagrotta. Cuel mormorio è un richiamo, un invito* seguitelo e dopo pochi passi vitroverete davanti a un#ampia caverna* quella è la chiesa. Sempre a sinistra del cancelloc#è una statua della -adonna della 0ornabusa alta quattro metri, mentre a destra cisono la piletta dell#acqua benedetta e sul muraglione un#altra piccola statua. :ltre il

muraglione, verso la valle, corre un passaggio pedonale, che porta verso il monte e0osta "magna, in pi& è stata costruita una strada che permette il giro della processionedalla grotta. 9egli stessi anni si pose mano anche alla realizzazione di una strada d#ac$cesso, che permettesse di salire anche con le auto, dal bivio prima di 0à 0ontai, insalita verso edulita e poi piegata verso il santuario. 1li importanti lavori per dare alla0ornabusa l#aspetto che oggi tutti conosciamo iniziarono il > gennaio 56<>, per terminare nel luglio del 56<8 nel novembre del 56<? la 0ommissione d#arte diocesanaaveva approvato il relativo progetto. /oluti dal parroco di 0epino, don ngeloertuletti, in occasione delle celebrazioni del cinquantenano dell#incoronazione, =!un

sacerdote dal cuore coraggioso ed entusiasta e innamorato della -adonna!@ con uncurato, don 1iglio rnoldi =!che la gente ha battezzato don 0amillo e che sposterebbea spallate una montagna per la sua -adonna, se fosse necessario!@, i lavori furonocompiuti in economia da una quindicina di operai in un primo tempo e poi soltanto dacinque, assistiti appunto da don 1iglio. %a spesa, ingente, fu coperta con le offerte deivalligiani, sia residenti che immigrati, che dimostrarono naturalmente una generositàsingolare verso la loro cara -adonna, come ebbe a commentare don 0arminati. !:ggil#antro della 0ornabusa, così com#è, è davvero una scoperta gaudiosa, sia mistica chearchitettonica dalle caratteristiche uniche $ scrisse 5# ##+co di ergamo## ai tempidell#inaugurazione dei lavori $. 0i si trova di fronte ad una promessa mantenuta oltrel#aspettativa, ad un lavoro da artisti speleologi quali si possono definire l#architetto1almozzi, il giovanissimo architetto 1ambirasio e lo scultore Iolfi. l primoaccostamento di fronte al crudo macigno, i suddetti artefici, come essi stessi hanno

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confessato, si sono trovati sconcertati, ma poi la suggestività del lavoro e il bisogno dinon respingere l#invito della natura che concedeva un#infiltrazione entro le visceredella sua maestà alla genialità umana hanno prevalso. %e mine hanno squarciato per mesi il seno millenario della roccia, fino a ottenere l#odierna stupenda caverna che per quasi ottanta metri s#addentra nell#intimità del monte!. !Siamo saliti quass& per ben 33

volte dall#inizio dei lavori $ dissero gli ingegneri $ abbiamo lavorato con soddisfazione benchè duramente, il nostro è stato un lavoro eseguito in coralità, cioè nessuno haignorato l#altro, nessuno ha potuto strafare sopravanzando i colleghi di lavoro, perci)l#opera è risultata omogenea in tutte le parti!. !"noltre ci siamo accostati con umiltà altema $ afferm) l#architetto 1almozzi $ lasciando la parte preponderante alla natura, chenoi abbiamo solo completato con pochi e sobri tocchi. Davanti all#immensaimboccatura uno spiazzo che è anch#esso chiesa, arginato da un muro a falce riempitoda una cancellata, ha potuto dare allo Speco la capienza di oltre tremila persone! Sitratt) insomma di lavori impegnativi, basti pensare tra l#altro alle difficoltà di lavorare

nella zona, con gli strapiombi, con l#acqua che sgorgava abbondante e a fiotti irregolarisul fondo della grotta, con assoluta povertà di mezzi e inoltre ad una buona distanzadai paesi. + davvero straordinario ci) che è stato fatto si comment) a lavori conclusi.+ questo grazie al coraggio di don ngelo, all#abilità dei due architetti e dello scultore,ma anche alla !brava gente della valle che per la propria -adonna ha affrontato ognisorta di sacrifici, come il sindaco di edulita che mise a disposizione una teleferica per 

 portar su tonnellate e tonnellate di materiale!. !desso, dunque, la nostra terra bergamasca possiede uno dei pi& suggestivi e singolari santuari del mondo $ furonosempre i commenti riportati dall!#+co di ergamo! $ + costruito tutto dal Signore per 

la sua -adre, la 0olomba dei 0antici. + magnifico anche come grotta* aperta come dauna grande vela di roccia, sul cui bordo esterno si arrampica gioiosamente tutta lavegetazione del (ert&s, è fatta di roccia di una tinta calda, nobile, drappeggiatadolcemente, con le figurazioni tipiche che fanno felici gli speleologi. Si restringe

 piano piano verso il fondo, dove si alza una specie di basso tronco d#albero a far datetto, con le sue fronde di pietra, a un piccolo laghetto!.

L)effigie della Madonna

%a statuetta che l#anziana donna salv) dalle scorrerie dei 1hibellini nella valle

rappresenta la -adonna ddolorata, che porta in grembo il corpo del Aiglio, depostodalla 0roce. %a raffigurazione, scolpita in legno, misura >7$87 centimetri di altezza.!4imasta poi per tanto tempo celata sotto questo antro senza riparo veruno, all#aria,all#umido, all#acqua che trapela dalle fessure della roccia, al gelo, a tutti i cambiamentie alle intemperie dell#atmosfera $ si chiedeva don %ocatelli, primo storiografo delsantuario $ come tutavia si è conservata sempre intatta, illesa, incorrotta con quelcolorito vivissimo, bianco e vermiglio, come se fosse di recentissima fatturaB! %a0ommissione artistica che presiedette nel 56<8 i lavori di restauro del santuario,quando il gruppo della -adonna ddolorata venne portato a ergamo per esseresottoposto ad uno studio accurato, afferm), riferendosi alla statua !è di fattura squisita,anche se uscita dalla mano di un artigiano, tutto fa presumere che sia del primo Cuat$trocento. "l panneggio richiama l#arte dei migliori toscani di quel tempo!. %a0ommissione giudic) così che la statuetta non fosse opera di un artigiano locale, ma

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che fosse stata importata dalla 'oscana. "mpossibile risalire al modo in cui l#effigievenne por tata in valle ed entr) in possesso dell#anziana che nelle epoche travagliatedelle lotte tra 1uelfi e 1hibellini la salv) nell#oscurità della grotta, dove si era rifugiatainsieme ad altri valligiani. Dalle risultanze degli studi della 0ommissione artistica,composta anche dal professor don 'eodoro Dolci, dal professor 'rento %ongaretti,

dall#ingegner %uigi ngelini e da un 1ritti, don 0arminati osserv) che per datarel#arrivo della statuetta nella grotta !occorre così risalire verso la prima metà del secoloF/, circa il 53, data dell#ultima insurrezione contro i 1hibellini di lmenno e vairembilla! 9el corso dei lavori di sistemazione del <>$<8  l#attenzione dei sacerdoti edegli architetti si appunt) naturalmente sulla statuetta della -adonna. %a sua nicchia eil suo altare furono così collocati nello stesso posto dove l#effigie era stata nascosta dairifugiati 1uelfi e dove la trov) la pastorella sordomuta di edulita* sul fianco sinistrodel fondo, perfettamente visibile da tutta la grotta. %a -adonna ddolorata era inorigine rivestita da un pesante manto, che l#avvolgeva interamente, lasciando sporgere

da una spaccatura della stoffa soltanto la testa del 1es& che teneva coricato in grembo.%#intervento di sistemazione la riport) invece a come era nel Cuattrocento, liberata dal

 pesante manto, che le era stato apposto nei secoli successivi, con il sicuro intento diabbellire la scultura. "l volto della -adonna è severo e composto, come nelle classichefigure quattrocentesche, mentre il corpo di 1es& morto che le è adagiato in grembo èstranamente piccolo, come quello di un bambino. + un#anomalia sculturale $ si not) $ma così commovente, così piena di profondo significato umano, dal momento che frale braccia della -adre il Aiglio ritrova sempre le proporzioni di un bambino. %#ultimorespiro è insomma per una -adre come il primo vagito.

Le gra&ie della Corna*usa

 9on sono numerosissime quelle riportate da don 0arminati, ma cè un motivo* lamancanza di documentazione. !Di molti e insigni miracoli è rimasta solo la fama$scriveva $ o se ne conserva il ricordo solo nelle famiglie e nelle discendenze dei

 beneficati. (articolarmente non si ebbe cura di assicurarne con dichiarazioni scritte lamemoria e l#autenticità. Dei documenti poi, che pure esistevano, non vi ha pi& alcunatraccia probabilmente vennero distrutti e non è inverosimile pensare che non pochi diessi giacciano sepolti e ignorati in qualche archivio o tra le carte di qualche antica

famiglia della valle!. 4esta memoria di 1iovanni (iazzalunga di Seriate, che ai primidell#:ttocento rilasci) una dichiarazione autografa al parroco di 0epino per enumerarele molteplici grazie ottenute invocando l#immagine della /ergine della 0ornabusa. (er due volte la -adonna l#aveva guarito da malattie mortali, un#altra volta da un mal ditesta così forte e persistente da procurargli la cecità. "n pi&, sempre grazieall#intercessione di -aria, una sua figlia, arbara +urosia era stata guarita da altre duemalattie* una febbre maligna che le aveva lasciato delle conseguenze alla testa e alviso e un#altra molto grave che l#aveva tenuta per qualche giorno priva di coscienza ein delirio. %#anziano (iazzalunga, nonostante l#età avanzata $ aveva allora > anni $volle recarsi ugualmente alla 0ornabusa per ringraziare la -adonna. %a data ascritta alsuo documento autografo è il ottobre dell 87?. + quasi commovente rileggere loscritto che il beneficato aveva rilasciato al parroco di 0epino* !1io piazza bnga del0omune di Seriate $ dalla imagine miracola della 0ornabusa riceputo molte grazie $

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guarito di due malatie mortali et un altra mi era venuto un male nella testa il qualesieru venuto orbo $ con la invocasione di questa imagine della vergine venerata nella0iesa della 0orna busa di vai di magna sono guarito tutte tre le volte $ et di pi& mianno fatto la grazia per una mia figlia per nome barbora eurozia le quale la sonoguarita di due malatia $ la prima malatia sono istata di febre maligna la quale li aveva

lasciati delli incomodi nella testa et nella faccia et la seconda era venuta fora desentimenti $ et con la invasione =invocazione@ della suddetta madona della 0orna busasono guarita $ et in pi& mi anno fatto grasia di venire in persona a riverirla et a renderlili grazie ricepute che sono nella etta di anni adesso > $ :ttobre 587? 0omune diSeriate!. 9el 5838, precisamente il 26 agosto, la -adonna grazi) invece +ster -anzoni di 4ota Dentro. %a ragazza, fin dalla morte di tutti e due i genitori, nel 583?,aveva sofferto !forti apatemi! e fin dal primo gennaio 5838 !era stata sorpresa daveementi e dolorose convulsioni, le quali rendendosi ogni giorno pi& frequenti e forti,l#avevano ridotta a tale che il 5? luglio fu per pi& ore in agonia e munita degli ultimi

sacramenti non aspettava che di rendere il suo spirito a Dio %a giovane si era riavuta,ma ridotta in condizioni tali che non poteva pi& stare nè in piedi nè seduta se non fossestata appoggiata a qualche cosa. "l 22 agosto dopo aver dormito poco pi& di un#ora leapparve in sogno la /ergine della 0ornabusa, che le disse* !%a ho qui nelle mani lagrazia, ma voglio prima che tu venga a fare una visita alla mia chiesuolina, e verrai unmercoledì. 0ondurrai teco il tuo confessore a dir -essa, e in quella che leverà ilSignore ti verrà male, sentirai per tutta la vita =persona@ grandi dolori. -a non abbi

 paura, che io ti dar) la grazia di portarli, e allora ti toglier) di dosso il male e timetter) addosso la forza. %#inferma dopo un attimo di sorpresa =!ho fatte tante

divozioni e non sono guarita!@ si risvegli) !e piena di fede le parea che la grazia fossegià fatta, onde si mise a ringraziare -aria come se fosse guarita!. Secondo l#ordinericevuto, giunto il mercoledì chiam) dunque il confessore e su una gerla da fieno, conun guanciale da appoggiare il capo, visto che non aveva la forza di reggersi, vennecondotta fino al santurario. %ì si bagn) le giunture con l#acqua della fonte della-adonna e venne quindi trascinata, pi& che condotta, in chiesa. "n quel tempo c#eranonei pressi del santuario gli operai che lavoravano all#ampliamento della piazza, che

 parteciparono alla celebrazione e furono quindi presenti al fatto. Cuando il celebrantegiunse al canone, l#inferma cominci) a sospirare e si rese evidente che pativa dolori,

tanto che !il respiro si faceva sempre pi& roco e ansante fino all#elevazione !lloracadde rovescio, trascinando seco le donne che la sostenevano e contorcendosi peidolori in guisa, che alcuni di quegli operai, non potendo reggere al lacrimevolespettacolo, e pensando che morisse uscirono dalla chiesa. 4imase in tale stato fino al-emento dei morti* cosicchè il sacerdote medesimo che celebrava non sapeva pi&quasi che cosa si facesse sì per la compassione della paziente, sì maggiormente per laconsolazione di veder verificata la visione. Cuando ad un tratto l#inferma dice e ripete*$ %asciatemi andare, lasciatemi andareH $ e poichè si continuava a tenerla, il sacerdoterivolgendosi disse* $ %asciatela andare, temete si faccia male qui davanti alla-adonnaB $ + difatti, lasciata libera balz) in piedi, congiunse le mani, fiss) gli occhialla eata /ergine, sah i gradini e and) a inginocchiarsi sulla predella dell#altare dalla

 parte dell#+vangelo e vi rimase fino alla fine della -essa. 4icevette la SS. 0omunionee, fatto il ringraziamento e cantate le litanie, frammiste ai singulti e alle lacrime dei

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circostanti, il giorno stesso pienamente risanata, senza bisogno alcuno tornava a 4otaDentro, facendo a piedi tutto il lungo cammino e ricevuta quasi in trionfo damoltissime persone, le quali, meravigliate e rapite per la notizia precorsa della graziaricevuta, erano venute ad incontrarla!. 9el 58?3 fu invece la volta di una bambina,4osa Arosio di Selino. %a piccola era stata imprudentemente gettata dal fratellino in

una fossa piena di calcina appena tolta dalla fornace e aveva riportato una lesione agliocchi così grave da restare cieca, !per modo che i medici ebbero a dichiarare esser difficile potesse ricuperare la vista perfetta!. " genitori, senza perdersi d#animo, lacondussero al santuario della 0ornabusa, le bagnarono gli occhi con l#acqua dellasorgente che scaturisce nella grotta e tornarono a casa. %ì ebbero la consolazione diconstatare che la piccola aveva recuperato del tutto la vista, !così ritrov) senza sforzoalcuno una piccola moneta perduta che i genitori le avevano posto in mano e mai pi&ebbe a soffrire nella vista!. -a la lista delle grazie, per quanto giudicata piuttostocorta, causa la mancanza di relative documentazioni, annovera numerosi altri casi. Si

 parla per esempio di 1iuseppe Spinelli di lmenno S. Salvatore, che soffriva da tempodi una dolorosa cistite per la quale inutilmente aveva tentato tutti i rimedi dell#artemedica. !+ssendo ricorso all#aiuto della -adonna della 0ornabusa ed essendo venuto a

 piedi scalzi a far visita al suo santuario ne ritorn) perfettamente guarito! Cuesta graziaè attestata da don 1iovanni (edersini. Cuest#ultimo, fin da quando era chierico inseminario si vide spuntare a lato di un occhio un# escrescenza cancrenosa, che i mediciavevano consigliato di estirpare. !-a temendo egli un#operazione così dolorosa e ditanto pericolo, pens) invece di raccomandarsi a 0olei che è chiamata Salute degliinfermi. Aece quindi voto di visitarne a piedi scalzi il vicino santuario e, adempiuto

appena il voto, la protuberanza cancrenosa sparì da sè medesima quasi per incanto!.Sempre don (edersini venne beneficato un#altra volta dalla -adonna della 0ornabusa,dopo essersi procurato un forte patimento come conseguenza di un grave sforzo. !Sitrov) perfettamente guarito! quando si rivolse con fiducia alla /ergine. "l diciottenne%uigi 0aldara di 1iuseppe, della parrocchia di S.Stefano degli ngeli, epilettico daanni, nel 58> era ridotto a sopportare accessi sempre pi& violenti del male, tanto che!la famiglia prevedeva prossima la morte del suo infelice %uigi!. "l parroco d#allora,don (ietro -azzoleni, che divenne pi& tardi canonico onorario della 0attedrale, avevaraccontato ai propri parrocchiani la storia del santuario della 0ornabusa, ponendo

l#accento sui prodigi e le grazie che -aria aveva operato nella grotta. 0osì il giovaneepilettico accompagnato da due chierici, il cugino 1iacomo 0aldara e Aermo Suardi, partì per S. :mobono, dove già lo attendeva il parroco -azzoleni per recarsi insiemein pellegrinaggio alla 0ornabusa. !Dopo lungo. e faticoso cammino alle < ore si arriv)al santuario. %#infermo si confess), ascolt) la -essa celebrata dal parroco -azzoleni

 per lui, si comunic) coi compagni di viaggio. Dopo la santa -essa nel vicino ospiziofece colazione con appetito straordinario. llegro, saltellante di gioia, discese dalmonte, ritorn) perfettamente guarito a S. Stefano e mai pi& ebbe a soffrire diepilessia!. ;n altro beneficato dalla -adonna fu ngelo :rizio, un ragazzo sedicennedi 4ovato, ammalato per cinque anni al ginocchio destro di !flemmasia linfaticoscrofolosa!. 9el maggio del 588? fu condotto alla 0ornabusa e !fatte le dovutedivozioni dinanzi a quella sacra effigie di -aria ddolorata e bagnatosi la gamba diquell#acqua prodigiosa della grotta, venne a casa perfettamente guarito e non ebbe pi&

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nulla a soffrire del suo male!. 9ove persone sottoscrissero allora una dichiarazione cheattestava la guarigione del giovane ngelo. 'ra questi c#erano tre sacerdoti. (i& o menola stessa vicenda è quella di /ittorio 4oncelli di /illa d#lmè, !tormentato da una

 piaga purulenta e cancrenosa che minacciava di degenerare in una infezione generale eincurabile!. 1uarì dopo essersi lavato la piaga con l#acqua della sorgente della

0ornabusa. 9el lungo elenco di grazie c#è da annoverare anche quella che la /ergineconcesse nell888 a un professore del liceo di %odi, 1uerrino (rina. %#uomo soffriva diuna persistente emorragia emorroidale e si trov) risanato dopo una visita al santuario.Denunci) l#accaduto con una lettera al parroco di 0epino definendosi !un cattolicoconvinto! ma non !un cretino nè un visionario, nè tampoco un dericale* anzi i clericalimi fanno l#onore di avermi per avversario essendo fautore dell#"talia una, libera eindipendente colla capitale 4oma! "n tema di grazie ottenute alla 0ornabusa, don0arminati cita anche il crollo del gran muraglione che era stato costruito nel 5838 per l#ampliamento del piazzale. Si era in settembre alla vigilia della solennità del santuario

e numerosi operai stavano ancora lavorando sul piazzale. 9ella muraglia e nel grandearco di sostegno si era già aperta una larga fenditura e il muratore che aveva da pocoterminato un tentativo di consolidamento si era appena spostato insieme ai suoicompagni sull#altro versante, per assistere all# accensione dei fuochi artificiali. llosparo del primo mortaretto l#arco, il muro e parte del piazzale rovinarono a valle senza

 provocare alcuna vittima. Aacile immaginare cosa sarebbe successo se il crollo si fosseverificato appena un#ora prima, con tutti gli operai allavoro, o peggio, il giorno dopo,quando il piazzale sarebbe stato gremito di fedeli giunti alla 0ornabusa per la festa.

 9ell#edizione vecchia =così la chiama il 0arminati@ del volumetto sul santuario e in un

quaderno che si conserva nell#archivio parrocchiale di 0epino sono registrate altregrazie riportate in ordine cronologico. 9el 58>2 (ietro 0ardinetti di S. :mobonocadde da una rupe alta venti metri, si raccomand) alla -adonna della 0ornabusa erest) illeso. 9ell8> %ucia 0icolari ved. (ersoneni di Selino fu guarita all#istante dauna dolorosissima sciatica. 9ello stesso anno 0aterina 0assotti di S. :mobono fuliberata da gravi malori che pi& volte l#avevano ridotta in fin di vita. +ra il 5883quando 'eodoro -azzoleni di S. :mobono, tormentato da terribili e lancinanti doloriall#intestino, dopo aver fatto voto di recarsi al santuario e ricevervi i SS. Sacramentiguarì !e da quel giorno non sentì pi& dolore alcuno!. %o stesso -azzoleni attesta

anche di aver ricevuto una straordinaria grazia spirituale. 9ell888 1iuseppe (ersonenidi 0epino riacquist) la vista perduta, adempiendo al voto di far cinque visite alla0ornabusa. %uigi olis di erbenno precipit) nel 5886 da un#alta rupe, mentre tagliavalegna a 4ota dentro. "nvoc) la -adonna e rest) incolume. ngela Dell#:ro Aumagallidi /almadrera nel 5865 dichiar) di essere guarita all#istante da un tumore che da tempol#affliggeva. ;na bambina di soli otto mesi, pollonia (ersoneni di 0epino per quattromesi fu tormentata da acutissimi dolori, che l#avevano ridotta in fin di vita. Disperandodi poterla guarire con i mezzi umani i genitori la portarono al santuario. %a piccolacominci) a contorcersi e urlare !come per l#innanzi non aveva mai fatto. 0hiamatod#urgenza il medico, nel visitarla constat) nel basso ventre la presenza di un corpoestraneo, duro e a punta. (ratic) un taglio e con somma sua meraviglia estrasse dalleviscere della bambina un acutissimo ago, lungo sette centimetri... "l medico non seppespiegarsi come la bambina non fosse rimasta vittima di una peritonite!. 9ello stesso

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anno, 5862, -aria 4adaelli 4ondalli di 0alolzio, affetta da una fistola all#occhiosinistro, guarì dopo essersi rivolta alla /ergine della 0ornabusa. nche -aria'odeschini di %ocatello nel 5862 !molestata da un tumore e spedita dai medici, fecedivozione alla -adonna della 0ornabusa di andarla a visitare a piedi nel suo santuarioe d#allora non soffrì pi& disturbo alcuno!. "ppolito 'odeschini di erbenno nel 5657

guarì invece da un#ernia, dopo essersi tuffato nell#acqua che sgorga nella grotta. ;navicenda recente, avvenuta nel 56<8, nel corso dei festeggiamenti del cinquantenariodell#"ncoronazione è quella che ebbe come protagonista (ierluigi -azzucotelli un

 bimbo di tre anni, che con la madre, il padre e la sorellina era giunto alla 0ornabusa il53 agosto in occasione della 1iornata delle donne. -entre la madre si accostava alla0omunione, (ierluigi, tenuto per mano dal padre, volle camminare sul ciglio dellamulattiera, ma improvvisamente con un brusco movimento sfuggì dalla mano delgenitore, precipitando nel burrone. ;n provvidenziale alberello ferm) la caduta del

 piccolo, che rest), svenuto, impigliato nei rami. !+ra vivo* non sembrava nemmeno

ferito* ma come salvarloB +ra a una profondità di circa trenta metri. 9on c#era tempoda perdere. Si stacc) una corda dal campanile* non sarebbe mancato qualchevolonteroso che, aggrappandosi, sarebbe riuscito a raggiungerlo e salvarlo. (er) nelfrattempo un cappuccino, padre bramo, e un sacerdote passionista erano scesi nelcanalone e s#accorsero che era pi& facile riuscire nell#impresa risalendo il dirupo. 'ostoaccorsero due giovani di 0à del Aoglia =rembilla@, ntonio e envenuto %ocatelli, aiquali si aggiunse il giovane 1iacomo (anseri di onate. "ntrapresero la difficile sca$lata e uno riuscì ad afferrare il fanciullo che a. quel contatto tosto rinvenne... /ennefatto scendere lentamente* la mano di uno lo affidava alla mano di un altro, finchè si

ridussero sul fondo, per risalire il santuario dalla parte della collina.. -iracoloB 9ondomandatelo a chi scrive* domandatelo a chi assistette a questa scena rapida, fulminea. 9el cuore di tutti vibrava e ardeva questo sentimento* K-adonna Santa, nel giorno incui vennero a trovarvi le mamme, ci avete benedetto tutte, salvando il fanciullo a unamammaL.

Gli e+ Vo#o

%a parete sinistra della grotta del santuario della 0ornabusa è quasi interamentecoperta dagli e voto, segni e testimonianze della fede e della devozione dei fedeli.

Cualche anno fa le edizioni 0apelli per la 4egione %ombardia pubblicarono uninteressante volume, !(ittura popolare $ + voto dipinti della ergamasca!, a cura dingelo 'urchini, una vastissima ricerca per esaminare la traduzione di un discorsoreligioso in una cultura pittorica definibile come popolare, in quanto espressione dimodi di vita e valori condivisi e trasmessi da gran parte della società del tempo.(urtroppo i ricercatori dovettero per) rinunciare a procedere alla scheda ura degli evoto della 0ornabusa, ritenuta inopportuna per la propria sicurezza date le notevolidifficoltà e visionato il materiale. Si annota comunque che !gli e voto =dei primi del#677@ sono collocati su un#impalcatura che arriva sino alla sommità della grotta sonolegati ad essa per mezzo di fu di ferro !passante! e sono nella maggior partedanneggiati dalla muffa, per via della forte umidità che regna. "nfatti la roccia trasudal#acqua proveniente dalla montagna soprastante, tanto che i fedeli devono ascoltare la-essa con le ombrelle aperte. Ara gli e voto recenti ve n#è uno fatto da 1imondi per 

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la vittoria del 1iro d#"talia, sapientemente realizzato in cemento! "nteressante a proposito di e voto quanto annotava don ngelo 4oncalli futuro (apa 1iovanniFF""", riportato dal 'urchini proprio nel volume !(ittura popolare!. "l sacerdotecogliendo una realtà insieme umana e religiosa, annotava che la vera storia dei santuarisono gli atti di devozione!, sono anzi le stesse pareti del santuario $ con le lunghe file

di dipinti votivi e di e voto collocati attorno all#altare, o nella cappella o altrove nonimporta $ a narrare una storia secolare di amarezze, di dolori, di sofferenze, dimomenti di crisi, insomma, risoltisi felicemente e fortunosamente. 1li e votocostituiscono un tutto unico, un insieme assolutamente straordinario di storie singolerisolte in una storia singolare, quella del santuario, ripercorribile attraverso quella che4oncalli chiamava !atti di devozione!. ttraverso questi si costituisce una storiasoggetta a continuo arricchimento, ma unica nel suo dipanarsi ed evolversi inesistente,

 perchè tutti gli e voto, una volta collocati nel luogo deputato sono ricondotti a ununico momento.... %a serie degli e voto nella lettura popolare si costituisce in storia,

in memoria collettiva di singoli accadimenti significativi per l#individuo e per la co$munità in cui è situato. %a storia narrata scorre sotto gli occhi per riverberarsi nellastoria parlata* i fatti miracolosi !corron sulla bocca! una volta fuori dello spazio sacro,ma ancora dentro l#aria evocativa da questo promanante. Si tratti di rievocare casi tristio disperati, gli e voto sono un indubitabile attestato della potenza del sacro, per cui ilterritorio per così dire istituzionale della diocesi o della parrocchia è superato, èoltrepassato!. (er quanto riguarda invece quelle che sono definite le modalità diricorso al !sacro! il 'urchini porta come esempio un brano tratto pari pari dalla storiadella 0ornabusa di don 0arminati. !0hi $ scriveva il sacerdote $ dei quasi 2777 uomini

e giovani che la guerra strapp) al bene e all#affetto delle nostre famiglie non ricorsedurante l#imperversare della tremenda bufera alla -adonna della 0ornabusaB 9essuno,tornando dal fronte a rivedere i suoi cari, nessuno neg) una visita al suo santuarionessuno scrivendo alla famiglia se ne dimentic) nessuno os) affrontare il fuoconemico senza avere con sè l#immagine o la medaglia della cara -adonna nessuno alsopravvenire della sera nell#augusta trincea o negli oscuri camminamenti, oppure sottol#infuriare della raffica del fuoco lasci) d#invocarne il nome. Cuanti, scrivendo allefamiglie e ai propri sacerdoti, acclusero nella lettera una generosa offerta pei santuariodi -aria, l#elemosina per la celebrazione di una S. -essa davanti alla sua miracolosa

effigieH Cuanti, non potendo perchè lontani, recarsi a visitare nella sua grotta, vimandarono chi la mamma, chi la sposa, chi la figlia e chi la sorellaH Cuanti tornatiincolumi alla casa paterna, attribuirono alla -adonna della 0ornabusa la grazia per loscampato pericolo e si portarono lass& con tutta la famiglia a esprimerle pi& conlacrime che con parole tutta la loro gratitudineH Cuanti non udii io stesso ripetere, al$ludendo alla 0ornabusa* h, se non ci fosse stata quella Donnina là, non so dove sareia quest#oraH forse sul 0arso, e sul Sabotino, o sul -onte 9ero qualche spanna sottoterraH!. Don %uigi %ocatelli, che per primo raccolse e pubblic) le vicende delsantuario, così nella sua operetta del 58?> descrisse gli e voto del santuario,definendoli !monumento di bontà e di gratitudine! !Cui si vede una tenera madre, làun padre affettuoso, ambedue travagliati e consolati insieme quella per la guarigionedella propria figlia, questi per quella del figlio. Cui famiglie intere di sette persone, làuna terza di otto, che tutte hanno ottenuta la grazia dimandata per i propri malati.

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Cuesta è una %ucia -azzoleni, quest#altra una -aria 4osa di arzana, e queste sonodue altre divote tutte favorite di guarigione da -aria. Cuesta fu risanata da pe$ricolosissima malattia nel 5><8, questa nel 5>?3, quest#altra nel 588. Cui è un tale diergamo che, ridotto agli estremi, ricevuti i SS. Sacramenti e l#ultima benedizione pa$

 pale, avendo tuttavia invocato -aria della 0ornabusa, èperfettamente guarito. %à è un

idropico al quale il chirurgo ha dovuto cavare Dio sa quanta acqua, e -aria lo ha perfettamente risanato. Dirimpetto è un infelice con una gamba spaventevolmenteingrossata che forse si dovea amputare ma la -adonna della 0ornabusa lo ha

 preservato dalla cancrena e dal taglio. :sservate* questi è gostino 4ota caduto da una pianta nel 5>76 quest#altro è un infelice di rumano precipitato da alti dirupi questoterzo, ecco cade da una casa, e quest#altro da una fabbrica. -a cheB %#invocazione di-aria della 0ornabusa tutti li ha salvati. /edeteB Cui sono due che passano lungo unastrada sotto una grandine di pietre che precipitano dalla soprastante montagna e nonricevono offesa veruna. + qui è un Arancesco 0icolari caduto in un imboscata

d#assassini, ferito mortalmente con due palle d#archibugio e tuttavia campa felicementela vita. + là in quel bastimento, sebbene sì agitato dai venti e dalle onde, sapete voiquante persone si salvarono dal terribile naufragioB -a chi li ha salvati tutti questiinfelici e chi li ha fatti illesi se non -aria della 0ornabusa, che tutti hanno invocatocon amore e con fede. + quelle bendeB e quelle grucceB e quelle scranneB (erchè tuttequeste cose qui nel santuarioB + bisogno di dimandareB Sono altrettanti monumenti digrazie di -aria. Sono bende di piaghe incancrenite che tuttavia guarirono lavate conl#acqua di questo fonte, alla quale -aria, per premiare la fede dei suoi devoti, haconferito una virt& prodigiosa. Sono grucce con le quali, a stento e sostenuti dai

compagni, si trascinarono al Santuario parecchi infelici, i quali da tempo non potevano pi& camminare, e sono tornati a casa senza veruno altro appoggio, ovvero quanto prima hanno ottenuto la grazia implorata. + le scranne son qui lasciate per ricordare atutti la guarigione perfetta di due giovanetti, ai quali doveasi fare amputazione dei

 piedi. Similmente quei cuori d#argento, quei voti che dappertutto circondano lavenerata effigie nell#interno della sua nicchia, non sono altro che tutti segni emonumenti pur questi di grazie ricevute dalla beatissima /ergine come lo eranoeziandio quelle altre tante tavolette, che ancora a nostro ricordo si vedevano, quelle in$numerevoli altre che si vedevano nei secoli passati e che ora sono state rose e consunte

dal tempo!.La solenne incorona&ione del ,-/

 9ovemila firme, tante ne vennero raccolte nell868 in tutta la valle per unasottoscrizione che chiedeva che la -adonna della 0ornabusa fosse incoronata allostesso modo di quelle del santuario di 0aravaggio o di rdesio, di (onte 9ossa o diDesenzano, Stezzano e Santa 0aterina. + perchè non si incorona la nostra -adonnaB+ra questa la domanda che si era affacciata spontaneamente nella mente deivaldimagnini e che, pronunciata dapprima timidamente, poi con sempre crescenteinsistenza ripetuta, divent) desiderio, speranza e infine proposito dell#intera popo$lazione. 9el 5677 il parroco di 0epino e rettore del santuario della 0ornabusa present)così al /escovo mons. 1aetano 0amillo 1uindani il voto del clero e del popolo della

 parrocchia. 1uindani trasmise così, facendolo suo, il desiderio degli abitanti della

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valle al 0apitolo /aticano =cui spetta il diritto di incoronare le "mmagini della eata/ergine@ appoggiando e raccomandando la richiesta. +ra il gennaio del 5675. 9essunoosava sperare comunque che la domanda potesse essere accolta ed esaudita in tempi

 brevi, ma segretario del 0apitolo /aticano era allora monsignor 0avagnis, nativo diergamo. !"l degno prelato ritenne singolare favore concessogli dal cielo il vedersi

capitar fra le mani questa pratica, che gli forniva l#insperata occasione di poter cosìonorare quella effigie ch#egli, fanciullo ancora, aveva con filiale affetto visitato nellasua grotta!. + così già il 26 marzo dello stesso anno monsignor 0avagnis firm) ildecreto dell#incoronazione, redatto e inviato al /escovo di ergamo dall#allorasegretario di Sua Santità %eone F""", arciprete della asilica /aticana e prefetto dellaS. 0ongregazione della rev.ma Aabbrica di S.(ietro, 0ardinale 4ampolla. ;n#altraautorevole parola in appoggio alla richiesta della valle fu quella pronunciata damonsignor 4adini 'edeschi, allora 0anonico di S. (ietro e molto influente nel mondoecclesiastico di 4oma. Sarebbe stato lo stesso prelato, divenuto /escovo di ergamo, a

incoronare qualche anno pi& tardi la /ergine della 0ornabusa insieme al cardinale-affi. :ttenuto il sospirato decreto, iniziava per) il faticoso impegno di preparare ifesteggiamenti, che avrebbero dovuto essere grandiosi. l clero e al popolo di 0epinosi unirono !con mirabile slancio di pietà e sacrificio! clero e popolo di tutta la valle. Sitrattava infatti di fabbricare la nuova casa parrocchiale, dove avrebbero dovuto essereospitati i prelati invitati alla cerimonia, sistemare le strade, abbellire il santuario esoprattutto raccogliere i fondi necessari per allestire le feste. " lavori si protrassero per sette anni. !" valdimagnini non si sarebbero mai rassegnati a fare una cosa meschina.vrebbero quindi aspettato. %a pena della lunga attesa sarebbe stata largamente

compensata dal superbo spettacolo dell#omaggio da essi tributato alla loro -adonna,omaggio solenne e senza pari!. + il 27 aprile del 5678 le campane diedero finalmenteil sospirato annuncio che quell#anno avrebbe avuto luogo la solenne incoronazione.vvicinandosi la data della cerimonia, in valle cominciarono a ritornare numerosiemigranti, che non avrebbero voluto mancare proprio quel giorno intorno all#altaredella -adonna. !'ornarono dunque, e la festa di ciascuna famiglia nel rivedere eriabbracciare i suoi cari, rese pi& viva la gioia e intensific) l#entusiasmo delle feste ditutta la valle!. "l 0ardinale (ietro -affi, rcivescovo di (isa e primate di Sardegna e0orsica, monsignor 1iacomo 4adini 'edeschi, /escovo di ergamo e monsignor 

%uigi -aria -arelli, /escovo di obbio furono i tre prelati a cui tocc) l#onore dicingere della corona d#oro il capo della -adonna della 0ornabusa. %#arcivescovo di-ilano, il 0ardinale ndrea Aerrari, cui sarebbe spettato il diritto di compiere il rito,declin) l#invito, trattenuto altrove !da gravi e improrogabili cure del pastorale!. "l 2ottobre, vigilia dell#inizio dei festeggiamenti, giunse a ergamo il 0ardinale -affi, chenel pomeriggio dello stesso giorno accompagnato dal /escovo della diocesi proseguì,in carrozza a quattro cavalli e lungo la strada dei 'orni, verso la /alle "magna.-ancava ancora monsignor -arelli, che avrebbe raggiunto i due prelati a 0epino ilgiorno successivo. 1iunti all#imbocco della valle, al ponte sul rembo tra /illa d#lmèe lmenno S. Salvatore la carrozza degli ospiti fu affiancata e seguita da altre, che

 portavano a bordo altre personalità religiose, tra le quali il parroco di 0epino don1iuseppe aretti. Dal ponte di lmenno, accanto al quale sorgeva uno degli architrionfali che per otto chilometri, lungo l#intero percorso, avrebbero accompagnato il

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corteo, iniziarono le festose accoglienze. 'utta la popolazione della valle si erariversata lungo la strada che conduce a 0epino e nel paese stesso. !%a via è tutta unaddobbo $ scriveva don 0arminati $* archi, sandaline, fiori, sempreverdi, drappi, pizzi,così tutte le case del paese* il selciato è tutto seminato di fronde e di fiori non vi è an$golo che non rechi una nota di festa persino le piante sono adorne e imbandierate!. "l

vero e proprio ciclo dei festeggiamenti, che sarebbero durati tre giorni si aprì con la prima funzione religiosa nella parrocchiale di 0epino, dopo la benedizione e l#inau$gurazione della nuova casa parrocchiale. "l perpetuo avvicendarsi di gioie e di dolorinel corso della vita umana fornì al 0ardinale -affi il tema del discorso improvvisato,dopo la recita del rosario, nella parrocchiale. !0ome nella vita di 0risto, così nella vitadella 0hiesa* dopo i trionfi, le persecuzioni dopo le consolazioni, le amarezze. 0osìanche nella vita di -aria* essa fu circondata da gloria ed esperiment) ineffabiliconsolazioni* ma lungo il suo cammino incontr) anche profonde umiliazioni eindicibili dolori. 9oi incoroniamo la -adonna* ecco la gloriaH ma incoroniamo la

-adonna ddolorata* ecco l#umiliazione e il doloreH :ggi sono due corone d#oro che poseranno sul capo di 1es& e -aria* ma prima il capo di 1es& fu torturato da unacorona di spine, e sul capo di -aria si abbattè la pi& grande sventura che possa colpireil cuore di una madre. "n questo giorno il cuore di -aria esulta di una gioia trionfale,ma prima quello stesso cuore fu trafitto dalle spade del pi& grande dolore. 0ome lavita di 0risto, della 0hiesa e di -aria, così la vita nostra, la vita delle nazioni, dellefamiglie, degli individui. :ggi siamo in festa, domani potremmo trovarci nel$l#afflizione!. Da questo continuo alternarsi, concluse il 0ardinale, bisogna quindi trarre

 profitto per riflettere che, se la terra non è in grado di darci la felicità e se così facil$

mente alla gioia pu) succedere il dolore, soltanto per quelli che hanno saputoabbracciare insieme a 1es& la croce delle tribolazioni ci sarà come premio, comeimmutabile ed eterno godere il paradiso. 0onclusa la funzione con la benedizione, lasorpresa per tutti fu, usciti dalla chiesa, lo spettacolo della valle completamenteilluminata. !Sui colli e sui cocuzzoli dei monti circostanti ardono grandiosi fal).

 9umerosi razzi a guisa di stelle filanti rompono qua e là con scie luminose!. -aquesto non era che il preludio.

La pri"a giorna#a! sa*a#o 0 o##o*re ,-/

-omento culminante della giornata sarebbe stato il trasporto della statua della /erginedella 0ornabusa fino a 0epino, dove il giorno successivo si sarebbe tenuta la solennecerimonia dell#"ncoronazione, ma fin dall#alba la via che dal paese sale al santuarioformicola di lumi, quelli dei pellegrini, giunti anche da paesi lontani per onorare la-adonna ed assistere all# "ncoronazione. "ntanto sia nella parrocchiale che al santuariola celebrazione delle -esse era iniziata proprio fin dalle prime ore del giorno. %ostesso 0ardinale -affi, assistito da due canonici celebra nella parrocchiale la -essaconventuale e distribuisce la 0omunione generale. "l sole è già alto quando il /escovodi ergamo, mons. 4adini 'edeschi si avvia alla volta della 0ornabusa, dove !-ariasiede 4egina sopra un trono dorato, eretto nel centro della grotta, tutta ricoperta di oroe di gemme, circondata di fiori e di ceri ardenti!. lle 8.37 inizia la celebrazione della-essa pontificale del /escovo, assistito da monsignor 1iuseppe Aacchinetti e altricanonici della 0attedrale, presenti tutti i parroci e i sacerdoti della valle.

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4ammentando una visita alla 0ornabusa di ben 3> anni prima, quando giovanetto eragiunto lass& ad onorare -aria, monsignor 4adini 'edeschi parla della 0ornabusa comeun rifugio. 0ome lo fu secoli prima nelle lotte tra 1uelfi e 1hibellini, oggi !è divenutaun rifugio caro e sicuro anche in altre terribili battaglie per la 0hiesa, per la fede, per la morale, per tutto ci) che è santo, per la salvezza delle anime!. -aria stessa la cui

immagine della 0ornabusa è quella dell#ddolorata sul 0alvario !dove rinunci) allamaternità divina per prendere noi come figlioli! è madre, regina dell#umanitàsofferente e rifugio. 'erminata la -essa solenne, dal santuario fino alla parrocchiale di0epino comincia a snodarsi la processione per il trasporto dell#effigie della -adonna.!'utte le parrocchie della valle vi sono rappresentate. + uno scintillare di crocid#argento, di ricchi stendardi, di preziosi paramenti. Cua e là gruppi di confratelli delSS. Sacramento nelle loro belle e vivaci divise* numerose rappresentanze dellessociazioni cattoliche precedute dai loro vessilli* poi pi& di cento giovani in cotta

 portanti magnifici ceri ardenti* poi una interminabile sfilata di chierici* poi i sacerdoti,

i parroci in divisa, i canonici, i prelati, i /escovi di ergamo e di obbio, il 0ardinalercivescovo di (isa nella maestà della sacra porpora poi il trono dorato col simulacrodella /ergine poi un torrente, una fiumana di popolo poi i canti, i concerti dei corpimusicali l#echeggiare dello sparo dei mortaretti poi lo sfondo verdeggiante del colle el#occhieggiare dei cespugli sorridenti al cielo nella gloria del sole poi un numeroinfinito di spettatori accalcati a ogni risvolto della via, aggrappati a tutti i picchi, atutte le sporgenze di roccia, addossati a tutti i poggi, sporgenti da tutte le macchie,disseminati ovunque sul vasto e accidentato pendio del monte!. "n maniera tantoefficace descrive don 0arminati la discesa del simulacro di -aria dalla sua grotta fino

alla parrocchiale di 0epino, dove il giorno successivo avrebbe avuto luogo la solenneincoronazione. %a sera della vigilia la valle è un formicolare indescrivibile di lumi,con i fal) sulle sommità dei monti e razzi luminosi, girandole e candele romane, conzampilli e piogge luminose rutilanti tutti i colori dell#iride.

La giorna#a dell)incorona&ione

+ domenica, ottobre, e fin dall#alba il sagrato e le adiacenze della chiesa diS.ernardino $ la parrocchiale $ sono già animate in maniera insolita. 9ella chiesa cherigurgita di fedeli mons. 4adini e mons. obbio celebrano la -essa, alla 0omunione

numerosi sacerdoti vengono in loro aiuto per riuscire a comunicare la folla. -ortarettie campane fuori sottolineano la gioia di tutta la valle per l#avvenimento che si compiràdi li a poco. Sul presbiterio della parrocchiale il cardinale -affi insieme ai mons.4adini 'edeschi e -arelli compie l#atto che precede l#inizio del solenne (ontificale*

 benedice le due corone $ artistiche e preziose, le chiama don 0arminati $ che dovrannocingere il capo della -adonna e di 1es&. Sono due fanciulli valdimagnini vestiti da

 paggetti che portano le due corone su cuscini di velluto davanti al trono di -aria. + il0ardinale -affi a tenere l#omelia e con uno spunto delicatissimo accosta subito ilsantuario della 0ornabusa a quello toscano di 4upe cava. 4icorda infatti l#rcivescovodi %ucca, mons. rrigoni, la cui famiglia era originaria proprio della /alle "magna.!9ell#invito che mi avete fatto $ dice $ ho ravvisato una disposizione della (rovvi$denza, la quale volle che la 'oscana ricambiasse la /alle "magna di ci) che questa fece

 per essa !"nfatti mons. rrigoni dalla /alle "magna pi& volte aveva visitato la grotta

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che si apre nel monte che separa il territorio di (isa da quello di %ucca !per che i pisanveder %ucca non ponno! secondo Dante. %a grotta viene chiamata di 4upe cava e conlo stesso nome viene appellata la -adonna che vi si venera. !:ra $ dice -affi $ dalla'oscana viene a voi un altro /escovo e si dirige a un#altra grotta che voi amate la0ornabusa, per incoronarne la -adonna. dunque un richiamo che la 'oscana rende

alla /alle "magna! Cualche anno pi& tardi nella prefazione che lo stesso 0ardinale-affi scrisse per il volumetto di don 0arminati sul santuario valdimagnino, l#alto

 prelato afferm) che i due santuari gli richiamavano i duo Seraphim !che ognidomenica noi sacerdoti troviamo richiamati nel reviario e che clamabant alter adalterum* e per me sono le nostre due valli, le nostre due montagne, le nostre caverneche l#una all#altra si rispondono echeggiando -ariaH!. !0olumba mea foraminibus

 petrae....! le parole del 0antico rivolte alla -adonna richiamano altre grotte* e$tlemme e il 0alvario altre fessure* quella dove fu piantata la croce su cui morì 1es& ei fori aperti nel corpo di 0risto e questo insegna, secondo le parole di -affi, !che a

gloria non si ascende, se non passando per le vie del dolore!. Del resto le stessecappelle che ornano la strada che conduce al santuario richiamano lo stessoinsegnamento, dalla gioia di -aria incoronata dal Signore fino alla via dolorosa dellafuga in +gitto, per poi arrivare alla gloria del santuario. + ancora* !la stessa via cheguida alla 0ornabusa è un ammaestramento per chi sa dalle cose di quaggi& trarreargomento per salire su verso il cielo. +ssa è scavata nel sasso, non è ombreggiata, nonuna stilla d#acqua la refrigera. "mmagine di ci) che talvolta accade a chi sale l#ertadella virt&. -a l#acqua fresca e refrigerante si trova alla grotta* il refrigerio è premiodella virt&* l#ultimo passo mette dalle lacrime al gaudio sempiterno. Di pi&* quella via

a risvolte sale, sale sempre. 0i insegna che in qualunque condizione ci troviamo, purchè o l#obbedienza o la (rovvidenza stessa ci abbia in essa collocati, sempre possiamo salire su verso il cielo! + giunto il momento dell#incoronazione. (er dare la possibilità al maggior numero di persone possibile di assistere al rito, il trono chesorregge il simulacro della -adonna è stato collocato sull#ampio sagrato, su unatribuna rialzata. Davanti al trono i 0ardinali e i /escovi, assistiti da numerosi canonicidella 0attedrale da parroci e sacerdoti della valle ascoltano il cancelliere vescovile,mons. /ittorio -asoni leggere il decreto del 0apitolo /aticano che concede all#effigiel#onore dell#"ncoronazione. " tre alti prelati firmano il verbale del rito, steso dallo stesso

mons. -asoni. " padrini delle corone, 1iovanni Arosio e 1iacomina "nvernizzi,entrambi di 0epino, salgono i gradini del trono accompagnati dai due paggetti chereggono le corone, salgono anche il parroco di 0epino, don aretti e il 0ardinale-affi. 'ra il suono delle campane, lo scoppio dei mortaretti e gli squilli delle trombedei corpi musicali il 0ardinale cinge la fronte di -aria e di 1es& con le due corone."ntorno esplode l#entusiasmo e, concluso il rito, i fabbricieri della parrocchia delsantuario riportano il simulacro della /ergine nella parrocchiale. " devoti si alternanofino a sera tra i /espri pontificali, la benedizione e la 0resima amministrata nel

 pomeriggio dal /escovo di ergamo. %#illuminazione della valle a sera sigla il terminedel giorno !faustissimo e felicissimo che rimarrà memorando negli annali della storiadel santuario della 0ornabusa e della vita religiosa di ergamo!.

La #er&a giorna#a

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:ggi, lunedì, la -adonna torna alla sua grotta. %a processione, !grandiosa einterminabile!# si snoda alle 8, con le parrocchie al completo, clero, confraternite,circoli giovanili, autorità, sacerdoti, canonici della 0attedrale e dietro al trono !vienecavalcando il 0ardinale -affi, seguito dai /escovi di ergamo e di obbio!. (oi ifedeli. + monsignor -arelli, /escovo di obbio, che celebra la -essa insieme agli

altri due prelati e all#omelia ricorda la prima "ncoronazione della -adonna,l#nnunciazione. Dopo, !umile nella sua gloria, abiit in montana cum festinatione$ansiosa, amorosa sale le montagne della 1iudea, onde nascondere agli uomini losplendore che emanava dalla sua fronte. Cui avviene lo stesso fatto. "eri incoronata gi&sulla piazza* ed oggi risale alla sua montagna!. 0ome -aria sulle montagne della1iudea esercitava la carità, santificava 1iovanni e di +lisabetta faceva una profetessa,dalla 0ornabusa vuole !spandere grazie e favori sui suoi figli devoti.... :ggi sidiffonde l#indifferentismo $ prosegue -arelli $. %o temevo anche per voi salendo quas$s&. -a con gioia ripeto* qui l#indifferentismo non c#è. Cui c#è la fede. -a se l#avete, o

cari, conservatela e pregate per i vostri fratelli lontani e in lotta in mezzo agli errori, per i colpiti dall#indifferenza. (regate la -adonna che faccia rifulgere la scintilla dellafede, che mandi sacerdoti zelantiH! ccanto ai bisogni morali dove -aria, !refugium

 peccatorum!, è pronta a tendere la mano, ci sono anche quelli materiali e la -adonna,!consolatri afflictorum!, anche qui non abbandona i suoi figli. !Cuelle tavolette at$testano ci) che -aria ha fatto. Cui troverete sempre soccorso non solo per voi, maanche per i vostri cari!. 0on la benedizione del Santissimo si chiude il ciclo deifesteggiamenti, ma non è così per i fedeli, che stentano a lasciare il piazzale e la grotta.+ il 0ardinale -affi quello che si vuole per l#ultima volta ascoltare. + il prelato

acconsente, sale su una sedia e da quel pulpito improvvisato, vicino alla cancellata delsantuario, parla alla folla. Sono ringraziamenti e congratulazioni, l#assicurazione che ilSanto (adre !amareggiato da tanti dolori! troverà motivo di conforto nel sapere !che i

 bergamaschi non smentiscono le gloriose tradizioni religiose dei loro padri che anzicon rinnovato fervore sono fermamente decisi di proseguire nell#intrapreso camminodella franca professione, della leale pratica della loro fede!. + a conclusione nonmanca l#esortazione a non abbandonare mai la strada scelta. !+ camminando così chevoi arriverete a Dio, raggiungerete la meta ultima, il cielo, dove vedrete e saluteretenella maestà della gloria quella dolce -adre che avete onorato e incoronato nella sua

effigie miracolosa.Il sacerdo#e Angelo Roncalli

"l verbale o istrumento della solenne incoronazione subito dopo le prime firme portaquella del !sac. ngelo 4oncalli segretario vescovile!. "l futuro (apa 1iovanni FF"""

 partecip) infatti alle cerimonie del 5678, ma già parecchie volte, fin da ragazzo e daseminarista, aveva affrontato la salita che conduce alla 0ornabusa. 0osì comunqueebbe a ricordare la sua partecipazione all#incoronazione della /ergine ddolorata nelvolume secondo dei suoi !Scritti e discorsi!. !"l fervore religioso della /alle "magna

 per la 0ornabusa trov) il suo punto pi& luminoso cinquant#anni or sono $ ottobre 5678=il (ontefice riporta il discorso che tenne nel cinquantenario dell#incoronazione, nel56<8@ $ quando il venerato /escovo nostro, mgr. 1iacomo -aria 4adini 'edeschi,accogliendo i voti del clero e del popolo bergamasco, oltre che il desiderio unanime

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dei tanti e innumerevoli devoti della -adonna della 0ornabusa, ottenne dalla SantaSede l#autorizzazione di incoronare di aureo diadema la piccola statua dell#ddoloratae del suo Aiglio giacente sulle sue braccia materne. /oi crederete alla miacommozione, se vi dico che ho ancora negli occhi quella festa, che io seguii con vivatenerezza di giovane sacerdote. Au una celebrazione indimenticabile, onorata dalla pre$

senza del grande 0ardinale (ietro -affi, rcivescovo di (isa e dei due prelatimonsignori 4adini e -arelli, l#uno e l#altro, in successione /escovi di ergamo =567<$565@ -onsignor 4adini, oratore insigne tra i /escovi d#"talia, per la circostanzaoffriva a -aria ddolorata l#omaggio del suo silenzio, per lasciare parlare il 0ardinalee l#inimmaginato suo successore, che dissero cose mirabili al clero ed al popolonumerosissimo ed esultante!.

"l clero della Valle s#re##o in#orno alla Madonna

Dopo i tre giorni delle feste dell#"ncoronazione, martedì ? ottobre !i sacerdoti della

valle vollero tributare a -aria un omaggio tutto loro, l#omaggio del sacerdozio cattoli$co. lla celebrazione al santuario partecipano oltre cento sacerdoti !per ripeterle tuttiinsieme il grazie della riconoscenza, per presentarle nel modo pi& solenne l#attestatodell#amore e della pietà filiale! M monsignor -arelli, /escovo di obbio, rimasto invalle, a pronunciare l#omelia nella quale viene esaltato il parallelismo tra -ariaddolorata e il sacerdote. -aria corredentrice, dispensatrice dei tesori dellaredenzione, simbolo di una maternità nuova ha una figura che presenta molti punti dicontatto con il sacerdote. nche quest#ultimo infatti nel corso della -essa !prestal#opera sua perchN si rinnovi e si ripeta il sacrificio della 0roce, così come -aria diede

il suo consenso alla passione di 0risto!. 0ome la -adonna rinunci) ad ogni dirittosulla vittima divina che le apparteneva in quanto figlio, per dispensare i tesori della4edenzione, affinchN si compisse la salvezza del mondo , così il sacerdote !dispensaalle anime i frutti della 4edenzione! sotto forma di penitenza ed +ucarestia.;gualmente cè un parallelo tra la maternità di -aria e la paternità di anime delsacerdote, che sacrifica quella della natura per avere quella della grazia. -onsignor -arelli conclude la sua omelia esortando i sacerdoti a condurre i fedeli al santuario di-aria, !precedendo i vostri fedeli con il buon esempio, venite voi stessi efrequentemente!. !Cui vicini alla buona -adre $ concluse $, meditando nel silenzio

della sua grotta le verità eterne, ascoltando la sua parola che va dritta al cuore,trattando con lei gli interessi della vostra anima e delle anime di cui davanti a Dio edavanti alla 0hiesa avete le responsabilità, voi, o sacerdoti, ritemprerete il vostro zelo,ravviverete la vostra pietà, purificherete le vostre coscienze e ritornando alle vostre

 parrocchie vi porterete con voi il segreto della riuscita* la benedizione e la protezionedi -aria.

Il cin1uan#enario dell)incorona&ione

0ornabusa 5678$56<8. ;n#altra grande data. (er l#occasione il santuario si presenta aifedeli completamente rinnovato, dopo i lavori che si sono protratti per un paio d#anni.(roprio il 56<8 segna per la 0ornabusa uno straordinario interesse, come nota1iambattista usetti nel suo !" santuari mariani della ergamasca! e questo per duemotivi. "n quest#anno è ormai conclusa la comoda strada che da 0epino conduce fino

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alla grotta, che si trova tra l#altro in una splendida posizione, che favorisce le passeg$giate, che possono essere ben completate da qualche devozione alla -adonna. %aseconda circostanza, afferma usetti, è rappresentata dai profondi legami che con la0ornabusa ebbe don ngelo 4oncalli, divenuto poi (apa con il nome di 1iovanniFF""". ;n (apa bergamasco che con la sua terra conserv) sempre rapporti

estremamente vivi e vivificanti. Au proprio il 0ardinale 4oncalli, allora (atriarca di/enezia a intervenire nel 56<8 alle celebrazioni del cinquantenario dell#incoronazionedella -adonna della 0ornabusa. Cuella fu la sua ultima visita al santuario, solo duemesi dopo venne infatti eletto (apa. !Cuella visita del 0ardinale 4oncalli al santuariodella 0ornabusa non fu per) un fatto isolato, ma l#ultimo di un rapporto strettissimoche lo aveva sempre legato a questo santuario, che il (apa bergamasco predilesse inmodo particolare così che da allora lo si chiam) anche !il santuario di papa 4oncalli!."nfatti i suoi antenati venivano dalla /alle "magna e portavano nel sangue la devozionealla -adonna della 0ornabusa!. %#affetto del 0ardinale 4oncalli si manifest) con

frequenti visite, ma soprattutto nel 56<, arrivato a 0epino dopo aver visitato il parroco don ngelo 1ritti che era infermo, salì ai piedi del santuario dove rimase inritiro per qualche giorno. (roprio in occasione di quel suo soggiorno alla 0ornabusa,

 prima di recarsi al suo paese natale, Sotto il -onte, per celebrare il cinquantesimo diordinazione sacerdotale, il 0ardinale promise a don ngelo ertuletti, parroco di0epino, la sua presenza per le celebrazioni del cinquantenario dell#"ncoronazione. "nquesti ultimi anni quindi il santuario è stato in pratica inserito nell#itinerario dei luoghiche concorsero a formare la pietà di (apa 1iovanni, ed ecco spiegata una sorta dirisveglio d#interesse, non tanto da parte della popolazione della /alle "magna, per cui

la 0ornabusa ha sempre rappresentato il centro ideale del culto a -aria, quanto da parte di pellegrini provenienti anche da centri pi& lontani e dall#estero. !;n grandearco di luce unirà sempre nella fede e nella speranza la pietra dell#lbenza e la pi& altavetta della cristianità! si scrisse ricordando i legami intercorrenti tra il (apa e ilsantuario, e, all#interno della grotta, una lapide murata a destra recita* !Don ngelo1iuseppe 4oncalli onorava con la sua presenza e la sua profonda pietà questosantuario il ottobre 5678 quando il 0ard. (ietro -affi questa sacra immaginesolennemente coron) e già 0ard.(atriarca di /enezia dal 6 al 5 agosto 56< quisostava di nuovo a meditare nell#umile santità del monte il cinquantesimo del suo

sacerdozio. Cui ancora il 5? e 5> agosto 56<8 piamente venerava l#eccelsa gloria di0olei del cui Aiglio fu eletto /icario in terra il 28 ottobre dello stesso anno col nomeaugusto di 1iovanni FF"""! " festeggiamenti per il mezzo secolo dall#"ncoronazionevennero fissati dal 57 al 5> agosto, in pratica un#intera settimana, dalla domenica alladomenica, che si aprì appunto con l#arrivo del /escovo, monsignor 1iuseppe (iazziche amministr) la 0resima a decine di fanciulli giunti da tutta la valle. Dopo aver invocato la benedizione di -aria su tutti i valdimagnini, compresi gli emigranti, il/escovo termina dicendo !/oi avete reso pi& grande e pi& bella la dimora che su questidirupi si è scelta -aria, ma siatene sicuri* essa non si lascerà vincere in generosità* incompenso, se le sarete sempre devoti e fedeli, preparerà a ciascuno di voi un trono digloria nel suo regno del paradiso %a settimana !santa! prosegue con le giornatededicate ai fanciulli, ai sacerdoti, alle donne, quest#ultima con la terribile avventura del

 piccolo (ierluigi -azzucotelli che precipita nel dirupo che costeggia il sentiero che

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conduce al santuario e resta illeso. (oi tocca alle giovani, che convergono in pi& diduemila nella grotta trasformata, come scrisse l!#+co di ergamo!, in un cantieremistico in cui fervevano i canti e le preci giovanili. Dopo la -essa vespertina la-adonna della 0ornabusa scende tra la sua gente in processione tra le fiaccole e i

 paesi illuminati. (rima del solenne trasporto nella parrocchiale di 0epino, nella grotta

la -essa è celebrata dal parroco del paese, don ngelo ertuletti, !che per due annifece la spola tra ergamo e 0epino, avvicinando ingegneri, professori d#arte, scultori,

 paziente lavoratore e tenace realizzatore che insieme col suo curato fu l#anima el#impulso di un#opera colossale!. "l curato, don 1iglio rnoldi, non solo ospit) glioperai che lavoravano alla trasformazione del santuario, !ma dopo la -essa,vestendosi in tuta, vi lavor) sempre da mattina a sera, per preparare alla -adonna unacasa suggestiva e grandiosa, uno dei templi pi& originali che in suo onore esistanosulla terra!. %a processione, !che accende i sentieri e i luoghi di misticismo ecommozione! conduce il simulacro di -aria dalla grotta della 0ornabusa fino ai piedi

della collina, dove attende il /escovo di ergamo, monsignor (iazzi, circondato dalclero e dai confratelli del SS. Sacramento, che guida la processione al lume delle torcee dei fari delle auto fino alla parrocchiale. /enerdì e sabato sono le giornate dedicateagli uomini $ che lasciarono il segno, come argutamente ricorda don 0arminati, !un po#anche nelle osterie, ma soprattutto in chiesa! e dei malati, che si avvicinarono alla-adonna nutrendo certo una qualche speranza di guarigione, ma anche !per poter comprendere meglio il perchN del dolore e per accettarlo con santa rassegnazione,uniformandosi alla volontà di Dio, che sembra unicamente giusta, mentre è al serviziodella misericordia!. %a chiusura solenne dei festeggiamenti è domenica. 1ià al sabato

sera giunge per) il 0ardinale 4oncalli, (atriarca di /enezia, cui fanno coronanumerosi emigranti, rientrati dall#estero proprio per prendere parte ai festeggiamenti per -aria. 9el suo sermone della vigilia 4oncalli rende omaggio a tutti i valdimagniniemigrati in terra di Arancia =egli fu 9unzio apostolico a (arigi@ e in altri (aesi. "l segnodi riconoscimento da lui riscontrato è stato in tutti, si scrisse, la devozione alla loro-adonna della 0ornabusa. "l 0ardinale non pu) fare a meno di ricordare la solennecelebrazione di mezzo secolo prima, alla quale assistette in veste del segretario del/escovo 4adini 'edeschi, ma tornando al momento attuale non pu) che smentire lefalse profezie che preconizzano la scomparsa della fede. %a /alle "magna è come non

mai legata al suo santuario. Domenica, giorno di chiusura dei festeggiamenti, è il0ardinale che, assistito dal 0apitolo della 0attedrale, celebra il pontificale. Dopo aver rievocato la storia della -adonna della 0ornabusa indicando !alcune delle figure di

 pi& caratteristico rilievo* /escovi, ecclesiastici, uomini di speciale distinzione, inesercizio di pietà e carità cristiana, che furono familiari a questo santuario!, non pu)fare a meno di sottolineare come il culto della 0ornabusa... assume l#espressione di un

 poema di pietà religiosa, di amore e di fedeltà regionale ed ultra!. !"l popolo di/aldimagna $ aggiunge $ resta solido nella sua fede cristiana e cattolica perchN essa èsaldata su principi teologici caratteristici* uno la maternità di -aria, consacrata daltestamento di 1es& morente* e l#altro il mistero del dolore umano risolto nella unionecon 0risto sofferente, e con la -adre sua e nostra, a titolo di redenzione, salute e diletizia finale per tutti. +d è ben così che si spiega come il figlio della /alle "magnadovunque lo si incontri, parla della 0ornabusa e della sua -adonna* non già che egli

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 pretenda di godere dei privilegi riservati a lui e negati agli altri cattolici di tutto ilmondo, poichN la -adonna è madre di tutti, come di tutti i cristiani 0risto è fratelloma ad indicare una speciale sua vivacità di sentimento, che è legata alla tradizione deisuoi avi e che per lui è grande onore e grande merito di mantenere 0onclusa lacelebrazione, nel pomeriggio, il simulacro della /ergine torna sul monte, si accende la

gara tra i valligiani per essere i portatori della statua alla solenne processione dichiusura. "n questo slancio di generosità ed entusiasmo $ scrivono le cronache dellagiornata $ si sono distinti ndrea Dolci di oston, un valdimagnino nazionalizzatoamericano che ormai non conosce quasi pi& la lingua italiana, ma che non ha potutoscordare il linguaggio della fede e della devozione alla sua -adonnina e con lui1iuseppe attista 4ota di edulita e ernardo Oanella!. 9ella grotta il 0ardinale4oncalli celebra la -essa vespertina, dopo essersi inerpicato a piedi, insieme ai fede$li,lungo la faticosa salita. !%e famiglie prosperano finchN in esse la -adre contaqualcosa $ dice $ finchN è ascoltata e venerata! e si congeda dalla terra delle sue radici

affermando che !tornando alla mia /enezia porter) nel mio cuore il vostro palpitomariano!. !-a dunque, era tutto finitoB $ si chiedeva don 0armi$nati $. Di fuori,all#esterno sì* ma non nel cuore. /i era e vi turbinava tale copia e ricchezza di ricordi,di sentimenti, di propositi, che dovranno passare molti decenni prima che sulla0ornabusa e nel cuore degli abitanti della /alle "magna il passato stenda il suo velo!.+ oggi, 568>, siamo a soli ventun anni di distanza dal 2778, anno nel quale verràcelebrato il centenario della solenne incoronazione della -adonna della 0ornabusaE 

La %seconda% di se##e"*re

"l santuario è aperto soltanto durante la bella stagione. 4esta invece chiuso d#inverno,vale a dire dal mese di ottobre alla festa del %unedì dell#ngelo. %a strada che conducealla grotta è infatti difficilmente praticabile con la neve e con il gelo, ragion per cui si

 preferisce limitare l#apertura durante i mesi in cui non ci sono problemi per salire. 9onostante la 0ornabusa sia situata soltanto a poche centinaia di metri sopra il livellodel mare, la via è abbastanza impegnativa da percorrere in caso appunto di gelo o dineve. 'utt#altra cosa è naturalmente in primavera e in estate, quando chi lo desidera

 pu) trasformare la visita devota alla 0ornabusa anche in una ridente passeggiatasalendo a piedi, partendo da 0epino, la frazione di Sant#:mobono "magna che si trova

a circa tre chilometri di distanza. Durante il periodo d#apertura, alla domenica sicelebrano due messe, una alla mattina e l#altra al pomeriggio, il santuario è infattispesso meta di pellegrini che utilizzano il vicino posto di ristoro. %a festa della-adonna della 0ornabusa è fissata alla seconda domenica di settembre, giorno in cui

 per antichissima tradizione ricorre la solennità. +cco come descriveva don 0arminatila festa della -adonna. !'utta la valle è un#immensa luminaria in cima ai monti e aicolli grandi fal), simili a fari luminosi nel grande azzurro che li sovrasta sul pendiodei prati e dei pascoli, nell#oscurità della notte si delineano qua e là le iniziali del nome

 benedetto di -aria /ergine tutte le contrade hanno il loro fal) da tutte le case silanciano razzi che guizzano a m) di comete nel cielo stellato sono illuminate lechiese, i campanili, le finestre delle case. d un tratto e in pi& punti la valle è rallegratada magnifici fuochi artificiali, dai mille colori che si alternano e si fondono. Ara tutti i

 punti luminosi, uno per) si distingue, simile a grandiosa fontana a getto continuo, che

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invece d#acqua lancia in alto una pioggia dei pi& smaglianti colori* quel punto è la0ornabusa, il santuario di -aria. Si ha l#impressione di trovarsi in un mondofantastico, nella valle degli incantesimi. %e campane fino a tarda ora suonano adistesa e nella valle fatta a conca le note squillanti giungono or distinte or confuseall#orecchio, portando a quella superba festa di colori il contributo dell#armonia....

/enuta la mattina del gran giorno, al primo albeggiare si vedono già le vie brulicare digente, uomini, donne, fanciulli, bambini tutti alla 0ornabusa. Sono centinaia, migliaiadi persone che si affollano attorno al santuario* nella vasta grotta, divenuta angusta per la circostanza, è una ressa continua di devoti. 'utta la valle si è riversata attorno alsantuario, tutti vogliono confessarsi e comunicarsi, ricevere la benedizione. " numerosisacerdoti venuti dalla valle o dal di fuori, dalle tre, dalle quattro del mattino stannoininterrottamente confessando, distribuendo la SS. 0omunione o dispensando

 benedizioni* ed è ormai mezzogiorno. + sono fortunati quelli che possono assisterealla -essa solenne, ai vespri, al discorso che si tiene in onore di -aria molti, i pi&,

debbono rassegnarsi a guardare ed ascoltare da lontano.

La Valle I"agna

!Si apre in forma di conca ellittica, scavata in seno alle montagne, con le sponde dilividi calcari e il fondo di neri schisti, che sembrano carbone, ma riccamente coperta di

 boschi, di prati, di colli e in quel manto di lieta verzura, rotto da severe bizzarre rupi,spiccano gli sparsi casolari, i paeselli, le torri. Cuando il cielo è azzurro, la valle somi$glia a un vaso di smeraldo stonato, con un coperchio di zaffiro trasparente! M ladescrizione che il naturalista ntonio Stoppani diede della valle, considerata da molti

una delle pi& belle tra quelle che fanno corona a ergamo. Stoppani la visit) nel 58>7.%#"magna, attraversata dal fiume omonimo =che forma, come sempre scrisse loStoppani, in alcuni punti una gola angusta, ma profonda, pi& piccola della /iamala, ma

 pi& pittoresca@ affluente del rembo, confina a nord con -onterone, a nord est con la/al 'aleggio, a est con la /al rembilla, a sud con lmenno e a sud ovest con la regio$ne montagnosa che si stende fra (ontida e %ecco e che è denominata /al San -artino.:ltre cento milioni di anni fa la valle, come tutto il territorio che la circonda, non erache la piccola porzione del fondo di un vasto mare, che copriva tutte le (realpi e lavalle (adana proprio i coralli e le conchiglie, di cui sono ancora visibili i gusci

 pietrificati a rumano, Auipiano, Strozza, %a 1rate, concorsero a formare le rocce dicui è ricca. Sempre le impalcature calcaree di coralli e di alghe si ritrovano nei banchidi dolomia da cui si originarono le pareti verticali dell#lbenza, del 4esegone, della0orna 0amozzera.

Caverne! sorgen#i in#er"i##en#i e fon#i solforose.

:ltre alla caverna della 0ornabusa, la /alle "magna ne offre altre due ##assai singolari einteressanti anche dal lato scientifico!. Si tratta della caverna del Dama e della 'ombadei (olacchi, entrambe in territorio di 4ota Auori. Sempre lo Stoppani dedic) alle duegrotte diverse pagine del suo !el (aese!. %a caverna del Dama, così chiamata dalnome dello scopritore e proprietario, ngelo Dama che era oste e pizzicagnolo a 4otaAuori, presenta la particolarità di avere le stalattiti assolutamente cilindriche, allostesso modo le stalagmiti. !"mmaginatevi un bosco di ceri, quali pendenti dalla volta,

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quali nascenti dal suolo a cento a cento, di tutte le lunghezze, di tutte le sgrossezze,dalla candelina al cero pasquale, modesto e nano per), non raggiungendo alcune diquelle concrezioni un metro di altezza. %a 'omba dei (olacchi =impossibile risalire auna qualsiasi sensata spiegazione ditale appellativo@, poco lontana dalla caverna delDama, ha pure essa una sua singolarità. 9el discendere verso di essa, not) lo Stoppani,

si incontra una serie di imbuti dal diametro da < a 27 metri e dalla profondità da 3 a 57!dentro i quali la pioggia si raduna, improvvisando laghetti che ben presto scom$

 paiono!. Sotto la crepa lineare formata dagli imbuti si apre la caverna, che raccogliel#acqua, la incanala in un torrentello !che sbuca già grosso da un pertugioinaccessibile, percorre la caverna per un certo tratto, poi sparisce per un altro pertugiodel pari inaccessibile!. Sempre in tema di curiosità naturali, la /alle "magna possiededue sorgenti intermittenti, una a /alsecca, l#altra a 0epino. %a prima, chiamata'erzigliana, ma pi& comunemente Sbadol, è una sorta di fiumicello. "n tempi normalisi sveglia due volte al giorno. lle ? del mattino, preceduta da un soffio d#aria e da un

gorgoglio arriva l#acqua. (er una mezz#ora la portata della sorgente cresce, si mantienenormale per altre tre ore e mezzo e per la successiva mezzora decresce fino a cessarealle ? del pomeriggio il fenomeno si ripete. 'utto dipende dal fatto che i condottisotterranei che portano l#acqua all#esterno sono disposti come un sifone e, vuotatolouna prima volta, ci vogliono ben sette ore e mezzo perchN si riempia di nuovo. %a/aldadda di 0epino presenta lo stesso fenomeno, che si ripete per) quattro volte algiorno invece che solo due. (onte 1iurino e S. :mobono sono diverse le sorgentiminerali di acque sulfuree. %a pi& rinomata è quella che scaturisce verso /alsecca,sulla destra della /alpettola. Aontanino della rogna, così era chiamata anticamente,

 perchN le sue acque erano stimate rimedio efficacissimo contro questa affezione. "n passato si affermava che !le acque di questa stazione idroterapica, fredde,iodicosulfuree, possiedono un grado di energia curativa... per le affezioni catarrali, gliingorghi di fegato, le malattie della pelle...!.

L)e#i"ologia del no"e Valle I"agna

 Due sono le ipotesi pi& attendibili per spiegare da dove la valle deriv) il suo nome. %a prima, avanzata, come ricorda don 0arminati, da un 4ota, si richiama al funzionariolongobardo, il Galdeman, che era incaricato di presiedere i territori di caccia del re. "l

Galdeman =da Gald bosco e -an uomo@ aveva autorità politica e militare e dipendevadalla corte longobarda di lmenno. Aissava i confini delle terre, arrestava i fuggiaschi,disciplinava gli schiavi, preparava le cacce reali. lle sue dipendenze c#erano parecchiuomini, che erano chiamati del Galdeman. 0on il passare del tempo questadenominazione si allarg) fino a comprendere anche tutti gli abitanti della valle, lavalle e il fiume che l#attraversa. %a seconda ipotesi è quella che formul) il direttoredella biblioteca civica di ergamo, -azzi, ai tempi di don 0arminati, che le riportaentrambe nel suo volumetto dedicato alla 0ornabusa, che contiene anche altre notiziedi carattere storico e geografico sulla valle. Secondo -azzi, dunque, la valle costituiva

 per la corte di lmenno, così come era stato in precedenza con i 4omani, una sorta di proprietà demaniale e in /estfalia i beni comuni venivano denominati GaldemePne eGaldemeP. 9ulla di strano quindi se tutta intera fosse stata designata con il nome di!die GaldemePne!, vale a dire i beni comuni della corte di lmenno. Si spiegherebbe

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anche il !gn! di /aldimagna, dal momento che il dialetto della valle per legge foneticacambia spesso la desinenza !am a! in !aigna!.

Le pri"e popola&ioni

 9on vi è nulla di sicuro, ma pare che i primi popoli che penetrarono nella valle "magna

vadano cercati tra gli +uganei e gli :robi, i primi stanziatisi sugli omonimi montiintorno a (adova e i secondi nel territorio montuoso che sta tra 0omo e ergamo.Secondo alcuni etnologi, gli :robi, oriundi della città di :robia, dell#isola +ubea,nell#+geo, città scomparsa parecchi secoli prima di 0risto, sarebbero tra i colonizzatoridella penisola, insieme agli ;mbri e ai 'irreni. 4isalendo la scala della storia èaccertato che lmenno, all#imbocco della valle, fin dagli ultimi tempi della repubblicafu una sorta di colonia romana. 9on si sa quando i 4omani giunsero, per) da lmennonon solo passarono, ma vi si sistemarono anche per un soggiorno prolungato, creandonel paese un deposito di armi e di viveri. (ian piano quindi il nucleo, e la valle di cui

faceva parte, si popolarono di elementi romani o romanizzati. -olto probabilmente unforte impulso all#immigrazione venne fornito dalle invasioni barbariche dal <2all#877, !quando non pochi della nobiltà e del popolo si rifugiavano sui monti e nellevalli per sfuggire ai massacri e alle atrocità delle orde selvagge degli ;nni, dei/andali, degli lemanni, degli lani, degli +ruli, 'uringi, 1oti, %ongobardi eAranchi!. nche ergamo conobbe così l#invasione longobarda e, come scrisse unostorico, !furono usate tante crudeltà e uccisioni che, fuggendo il popolo per salvarsi suimonti, rest) la città priva di abitanti! lmenno =il cui nome deriva da %emen, una

 parola celtica dal significato ignoto@ divenne così la corte, la casa di campagna del re

longobardo stolfo, che regn) in "talia tra il >6 e il ><?. d lmenno soggiorn) pi&volte, prova ne sono diversi documenti che firm) nella sua !corte d#lmenno!. !%acorte di %emene in comitatu (ergomi! fu poi donata nell#8>? dal re di 1ermania%odovico ", nipote di 0arlomagno alla nipote "nnengarda. Seguendo sempre le vicendedel paese, nell#862 1uido da Spoleto, che l#anno prima era divenuto imperatore,concesse la corte di lmenno al marchese 0orrado, mentre pi& tardi questa pass) $ erail 6<7 $ al conte ttone marchese di %ecco, che morendo senza figli la lasci) in feudoal vescovo di ergamo. +ra l#anno 6><. %a valle che si apriva a partire da lmenno,

 pur essendo abitata, contava pochissimi residenti, se erbenno non annoverava,

secondo il 0alvi, che 87 abitanti nel 5??8. asta fare le debite proporzioni per rendersi conto di quanto il territorio, incolto e coperto da oscure foreste, fossespopolato. !-a se la /alle "magna era lmenno e chiamavasi lmenno $ scrisse don0arminati $ non costituì per) mai il centro della corte regia, ma solamente una

 pertinenza di essa ultima. 0on tutta probabilità serviva ai re e poi ai signori feudatari per le cacce e vi si prestava certo egregiamente tanto per la sua vicinanza, la suaconfigurazione e i folti boschi che ne coprivano all#ingiro la corona di colli e monti.0on nome moderno la /alle "magna si sarebbe potuta chiamare il 4egio parcod#lmenno!.

Il diale##o

%e caratteristiche del dialetto valdimagnino sono considerate piuttosto particolari. !(er chi anche superficialmente si intende dilatino, non è difficile scoprirvi tracce evidenti

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della lingua che i 4omani seppero, come il loro ominio imporre a tutto il mondoallora conosciuto! scriveva don 0arminati, ricordando una serie di parole nelle quali ildialetto della valle tende a conservare l#i e l#u della etimologia e della desinenza latina.=E@.

Le lo##e #ra Guelfi e G(i*ellini e il do"inio dei Viscon#iDal 526? e per pi& di un secolo la città e il contado di ergamo furono teatro diacerrime lotte tra le due fazioni rivali dei 1uelfi e 1hibellini, con scorrerie, saccheggi,rapine, incendi, uccisioni. %o stesso travaglio conobbero le valli. %a rembilla, larembana e il 'aleggio erano ghibelline, come lmenno inferiore e /illa d#lmèmentre l#"magna, San -artino, insieme ad lmenno superiore e 1erosa erano guelfe.Cuest#ultima fazione considerava il (apa come proprio capo, mentre al contrario i1hibellini ritenevano che fosse l#imperatore di 1ermania. Sui due campi opposti per quanto riguarda la /alle "magna e la rembilla si fronteggiavano per i 1uelfi i capi

'russardo 4ota, ndrea 4ota, 0ripio de# 0rippi di Strozza, (inamonte e (eppino(ellegrini di 0apizzone, -atano di -azzoleni, Aoppo da %ocatello, ndriolo 1reppida Strozza, utazolo 4ota e altri. " 1hibellini contavano invece nelle loro file +ugenio,Simone, Oavino e -ogna de# 0arminati di rembilla, Qacopo 1ritti de# %ocatelli dierbenno, ndreanino 4ota di 4ota Auori, i Dalmasani di 0lanezzo. "n principiofurono i 1uelfi a prevalere, ma i 1hibellini, non rassegnandosi alla sconfitta, chieserol#appoggio di -atteo /isconti =5288$5322@ signore di -ilano, offrendogli in compensoil dominio di ergamo. "l /isconti riuscì a sbaragliare i 1uelfi e invi) -andello agovernare la città. -a i partigiani del (apa tentarono la riscossa, in un primo tempo

fortunata, ma successivamente con il nuovo aiuto dei /isconti i 1hibellini riuscironoad avere la meglio. 0ominci) così per ergamo e le valli quella che il 0arminatichiama la tirannia dei /isconti !che non governarono, ma sfruttarono il nostro paese.

 9umerosi sono gli episodi di questo periodo che riguardano da vicino la valle, a partire dal dominio di arnab) /isconti =53<$538<@, il cui nome e la fama!sopravvive ancora nella memoria dei vecchi e nelle tradizioni della valle!. Cuestianni sono comunque segnati da successive ribellioni delle valli guelfe, che malsopportavano di trovarsi sotto il dominio di signori ghibellini quali erano i /isconti.

 9ell#agosto, settembre e ottobre del 53?3 per esempio anche l#"magna insieme ad altre

valli si ribell). !arnab) /isconti, Signore di ergamo, perchN troppo parzial fautoredella ghibellina fazione dava a ogni ghibellino piena facoltà di uccidere qualsiasiguelfo e la casa abbruciargli. Seguirono infiniti omicidi, estorsioni, tirannie ed incendide# pi& empi che mai stati fossero. Durarono un anno i progressi della crudeltàuccidendo l#una e l#altra parte persone innocenti e barbaramente trucidando le famiglieintere!. 9el 53>3 i 1uelfi, provenienti dalla /aldimagna e altre terre, assalirono i1hibellini, capitanati dal figlio di arnab), mbrogio, a 0aprino, in /al San -artino.%a vendetta del /isconti che in quell# occasione ebbe il figlio ucciso, fu terribile. Dopoaver posto in stato di assedio il monastero di S. 1iacomo in (ontida e aver promessoagli assediati che avrebbe loro lasciato salva la vita, trucid) tutti* uomini d#arme emonaci che incautamente si erano fidati della parola del condottiero. "l dominiovisconteo proseguì con violenze e ribellioni un nuovo tentativo di rivolta ebbe luogoanche in valle "magna nel 53>?, mentre nel 538 il 0alvi descrive un fatto d#armi

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avvenuto nelle vicinanze del (ertusio. !ndarono queli di %ocatello con li rigonisopra il monte :chono e dopo l#uccisione dei custodi, diedero quel monte in potere dei/isconti, che poi vi fabbric) una bastia e pose un castellano!... "l monte :chono èmolto probabilmente la prominenza quasi inaccessibile chiamata l#:ca che si ergesullo spartiacque tra l#"magna e la San -artino, distante un centinaio di metri dal

(ert&s. 9el 57> le cronache parlano di un#altra ribellione dei 1uelfi delle valli"magna, San -artino, rembana e Senana superiore ed inferiore, di Sorisole, di(oltranica... vversari dei 1uelfi d#"magna erano i 1hibellini di rembilla, checontavano per) su un numero maggiore di uomini e fortificazioni. "l castello pi& anticoera certamente quello sul monte ;bione, costruito nel decimo secolo, che al tempo diarnab) /isconti rappresentava un#importante fortificazione ghibellina. 0#erano poi ilcastello di 0asa +minente e quello di 0lanezzo. "n questo modo le famiglie dei duesignori del luogo, i Dalmasani e i 0arminati potevano dominare non solo sulla /allerembilla, ma anche sull#"magna che rinchiudevano tra i due castelli in alto e in basso.

Cuando la signoria di ergamo pass) dai /isconti alla Serenissima, che favorivaapertamente i 1uelfi, per i 1hibellini cominci) la disfatta che culmin) nel 53 con il

 bando dato agli abitanti ghibellini della /al rembilla e la distruzione delle fortezze principali della valle. Dalla 4epubblica veneta la /alle "magna ebbe un trattamento difavore, come riferisce il 0alvi. !" /aldimagnini per la loro obbedienza al /escovo,integrità della fede e fedeltà alla 4epubblica, difendendola contro il Duca di -ilano,furono dal (rincipe =il Doge@ con vani privilegi, grazie e favori arricchiti et honorati=anno 528@!. Sempre per quanto riguarda quegli anni burrascosi che precedetterol#instaurarsi del dominio della Serenissima, esistono anche le cronache di 0astello

0astelli che danno un quadro fedele e preciso di cosa significasse in quel tempo viverein /alle "magna. " racconti del 0astelli, che vanno dal 53>8 al 57>, sono unsusseguirsi di rapine, incendi scorrerie e violenze, uccisioni da entrambe le parti.

2ina"on#e da Capi&&one

(inamonte (ellegrini da 0apizzone è senz#altro il campione guelfo pi& noto, le cuigesta sono state tramandate fino a oggi. + naturalmente difficile $ come sempre neicasi di questo genere $ sceverare la verità dalla leggenda, come fu dunque è accertatoche (inamonte esistette realmente e anzi il primo priore del monastero di Santo

Stefano dei Domenicani, che fu completamente distrutto nell#aprile 5<?<. %e prodezzedi (inamonte, così come è stato tramandato da secoli nella valle, risalgono alquattordicesimo secolo, precisamente agli anni tra il 53<7 e il 5387. 9acque a0apizzone da ngela ugada e 1iuseppe (ele fu battezzato nell#antica chiesa di San%orenzo. R+ra di carattere fiero, ardente, intollerante delle ingiurie l#ambiente dicontinue lotte in cui viveva contribuì non poco ad accentuare quel carattere già per natura inclinato ai litigi e alle contese. Specie di domenica non era raro vederlo allatesta dei suoi compaesani, che conduceva a misurarsi con i 1hibellini della otta o di0asa +minente. "l fattaccio accadde in un pomeriggio d#ottobre del 53<?. "l (inamontestava tornando da 1erosa verso 0apizzone quando, passando dal confine di erbenno,vicino al ponte cpens) di fermarsi nell#osteria che lì sorgeva, condotta da artolomeoolis. "l locale era pieno di 1hibellini dopo un#abbondante bevuta, a cui (inamonteaveva preso parte, uno di loro, pi& alticcio degli altri, tacci) di codardia tutti quelli di

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0apizzone, compreso chi in quel momento lì rappresentava, (inamonte. Cuest#ultimonon se lo fece ripetere due volte, sfoder) un coltello, spense il lume e fece unacarneficina, poi fuggì saltando dalla finestra. %a fuga era a quel punto l#unica via discampo e così dopo un saluto alla madre valic) l#lbenza spingendosi fino a %ecco edi qui a -ilano, dove trov) ospitalità e protezione in un convento. 1li sgherri dello

iusdicente di lmenno intanto avevano già cominciato a frugare tutta la valle allaricerca di (inamonte, che era già stato condannato ad essere bruciato vivo. 9elsilenzio e nel raccoglimento del convento di -ilano il giovane intanto riuscì ariflettere e a rendersi conto dell#enormità del suo delitto. Decise di espiare il suo pecca$to, entrando nell#ordine di San Domenico e in pi& partì in pellegrinaggio per la 'erraSanta. Secondo una delle fonti circa la vita di (inamonte, il viaggio avrebbe dovutoaver luogo verso il 53>7. 'ornato in patria, una triste sorpresa attendeva il religioso. "1hibellini di rembilla, guidati da ;nguerrando Dalmasano e appoggiati da arnab)/isconti, compivano continue violente scorrerie in /alle "magna, portando morte e

desolazione. (inamonte non seppe resistere e torn) in valle per preparare la rivincita,diventando l#organizzatore e il capo dei 1uelfi. %#occasione propizia per colpire i1hibellini venne quando le spie di (inamonte gli riferirono che ;nguerrandoDalmasano dal suo castello di ;bione stava preparando il saccheggio di -azzoleni.lla sera del <  aprile 53>2 si videro fal) ardere sulla vetta di /alnera, sulle rupi diedulita e sui macigni della 0ornabusa* erano segnali per i 1uelfi, che si radunarono esi nascosero in località (asano, vicino a 0epino, sulla sinistra del fiume per attendereal varco i 1hibellini di ritorno dal saccheggio di -azzoleni. 0osì fu* ad uno squillo ditromba i 1uelfi si gettarono sugli avversari, lo stesso Dalmasano riuscì a mala pena a

sfuggire. +ra solo l#inizio. (inamonte si alle) con -eri no dell#:lmo, signore di+ndenna, e affront) e vinse i Suardi, castellani ghibellini della /al Seriana e 0avallina.(inamonte e l#alleato riuscirono successivamente a sfuggire allo strettissimo assediodel castello di +ndenna ad opera dei 1hibellini dopo la sconfitta dei Suardi, uscendodalla fortezza facendosi strada con le armi. 1uadagnarono le rupi di Sedrina,attraversarono rembilla e di lì scesero a lello, mettendosi in salvo in /alle "magna.0ontinuando la lotta (inamonte, frate guerriero, e i suoi organizzarono una spedizionecontro 0asa +minente dei 0arminati e il castello di 0lanezzo dei Dalmasani. %efortezze vennero incendiate e lo stesso ;nguerrando venne trucidato da (inamonte

nonostante le suppliche della nuora dell#anziano guerriero, sposa del figlio di questieltramo, in quel momento lontano a combattere per i /isconti. " 1uelfi con questevittorie iniziarono a sperare di potersi scuotere di dosso il giogo ghibellino, ma i/isconti, per i quali ci) avrebbe significato la fine del proprio dominio sul territorio diergamo, non potevano permetterlo. arnab) strinse d#assedio il monastero di(ontida, i cui monaci avevano sempre apertamente favorito i 1uelfi. difendere(ontida giunsero tutti i 1uelfi dell#"magna e della /alle San -artino, compreso(inamonte. "l valore dei combattenti non riuscì per) questa volta ad avere la meglio.-olti 1uelfi morirono e lo stesso (inamonte fu prigioniero di eltramo, che attendevaquel momento per vendicare la morte del padre. eltramo trascin) il religioso a(ianezzo e lo condann) ad una terribile prigionia. 0arico di catene fu gettato neisotterranei del castello, senz#aria e senza luce. %ì rest) non si sa per quanto tempo, finoalla morte. 'ra i ruderi dell#antica rocca di 0lanezzo, che pass) poi in proprietà dei

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0onti 4oncalli si mostra ancora il luogo dove (inamonte fu tenuto prigioniero e l#anel$lo di ferro fissato alla grossa pietra dove era incatenato. Secondo un#altra tradizione, ilfrate guerriero vinse invece il castello di 0lanezzo, obbligando il ghibellino Dal$masano a restituire ai 1uelfi tutto ci) che era stato loro confiscato. DopodichN torn)nel suo convento, dove trascorse in pace gli anni che gli restavano.

Il pon#e della regina

M l#antico ponte sul rembo, che secondo il 0alvi fu costruito per ordine della reginalongobarda 'eodolinda negli anni intorno al ?77. "l ponte venne per) ricostruito suiruderi di un pi& alto manufatto romano. Cuest#ultimo era lungo 587 metri, si elevava

 per 2 di altezza e traversava il fiume con un salto di otto arcate. Serviva ai romani per il passaggio delle truppe che dalla 4ezia =1rigioni@ raggiungevano quileia e perchN lacolonia romana di lmenno non avesse problemi nei collegamenti con ergamo. "l

 ponte costruito dai %ongobardi venne per) gravemente danneggiato dalle piene del

rembo, tanto che nel 5276 il 0omune di lmenno dovette contrarre un prestito diventimila lire imperiali per il restauro. ltre somme ingenti futono spese nel 52>3 enel 5283. %a rovina pressochN totale del ponte avvenne il 37 agosto del 563. " pilonidi mezzo sostennero per) l#urto delle acque fino al 5>63, cent#anni dopo vennerodemoliti insieme ad altri ruderi, al momento che costituivano un pericolo per le operedi presa sulla sponda sinistra. %#ingegner Aornoni che diresse la demolizione ebbe per)ordine di abbattere solo i ruderi della ricostruzione medievale, lasciando intatti quelliromani.

3)N casa fo) "ars4+ una tradizione antichissima e piuttosto particolare della valle, simile a quella chesopravvive ancora in qualche zona del 'icino, ma per il mese di gennaio. "l 35 marzoragazzi e ragazze di ogni contrada, accompagnati anche dagli adulti e dagli anzianiall#imbrunire sciamano fuori dalle case. Di lì a poco inizia ogni sorta di rumore, contrombe, corni, zufoli, pentole, falci, latte, tutt) è buono per creare strepito, per !cacciare via marzo!.

LE 2ARROCC5IE DELLA VALLE IMAGNA 2RIMA DEL ,6

"l /icariato di lmenno aveva a quei tempi una vasta estensione territoriale,comprendeva tutta la valle "magna, pi& lello e 1erosa. %e notizie storiche sulle parrocchie sono quelle riportate da padre 0alvi in !0hiese della città e della diocesi diergamo! citate poi da don 0arminati nel suo volumetto sulla -adonna della0ornabusa.

7ED8LI9A

%a chiesa parrocchiale, dedicata a S. -ichele arcangelo, fu costruita prima del 577. 9ella parete esterna, notava il 0arminati, si conservano alcuni affreschi che rimontanoa detta epoca. "l patrono si solennizzava, secondo il 0alvi, il 26 settembre e l#8 maggio."n un altro piccolo oratorio della famiglia di ntonio (etrobelli dedicato a S.0arlo, sifesteggiava invece ogni anno quest#ultimo santo.

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7ER7ENNO

%a chiesa dedicata a S.ntonio bate era considerata la pi& bella di tutta la valle, tral#altro era l#unica che fosse provvista di organo. "l 0alvi attribuisce a %orenzo %ottol#ancona rappresentante S. ntonio che si conserva ora nell#ccademia 0arrara, ma il0arminati precisa che l#opera è sicuramente del (revitali. %a chiesa conta cinque altari,

il maggiore costruito a spese del conte (etrobelli. %#edificio sacro fu negli annisuccessivi arricchito con affreschi di /incenzo :relli e fu poi ampliato negli anni dal565 al 565>. "l 0alvi racconta poi che ai tempi in cui egli raccolse queste notizieesisteva già la 0ompagnia del 0armine, con festa e processione il 5? luglio. %aconsacrazione della chiesa si celebrava invece il 56 agosto. erbenno, che al tempodel 0alvi contava ?57 abitanti, aveva anche l#antico oratorio di S.(ietro di cui lostorico scrive* !0hiesa posta sopra un alto eminentissimo monte incolto e silvestre,ricca di indulgenze che si possono lucrare il medesimo giorno di San (ietro e nel dìdel 0orpo del Salvatore =0orpus Domini@ con concorso di popolo in detti giorni, e si

dice comunemente che questa sia la chiesa pi& antica della /aldimagna e che ivi siconducevano tutti gli deffonti per lo spatio all#ingiro di sette o otto miglia!.

CA2I::ONE

0#è la chiesa dedicata a S. %orenzo, titolare, nella quale era conservata una reliquia inlegno della 0roce. "l paese aveva anche un#altra chiesa !bellissima! dedicata all#n$nunciazione di -aria /ergine. !"n cotale giorno lì è concorso di popolo. "noltre di làdel fiume d#"magna $ scrive sempre il 0alvi $ verso mattina, lì sono due chiese, l#unadel - .0ristoforo 0assano, l#altra delli signori 0assotti, soggette a S. %orenzo!. ;na di

queste chiese, aggiungeva il 0arminati, dev#essere l#oratorio di S. -aria +lisabetta inrembilla vecchia della quale parl) in altro luogo il padre 0alvi.

CE2INO

"ncidentalmente parlando della parrocchia del paese, il 0alvi accenn) anche alla0ornabusa, che chiama per) 1oren bus. -enziona comunque la chiesa di S.ernardino con cinque altari la festa veniva celebrata il 27 maggio. %a chiesa che il0arminati chiamava nuova è quella fabbricata agli inizi del secolo !dovuta allo zelodel parroco don 1iuseppe aretti, alla generosità e al lavoro della popolazione

CORNA $. $IMONE

%a chiesa è dedicata al SS. postoli Simone e 1iuda, chiesa povera, mercenaria delcomune, dice il 0arminati. (oco dopo la metà del milleseicento l#allora parroco curato-ichele -anzoni rispose con una lettera a padre 0alvi che in precedenza avevachiesto notizie della parrocchia. "l curato spieg) così in breve che l#officio dellaconsacrazione era celebrato il 37 settembre, che si faceva una processione solenne ilgiorno di San -arco e che !il giorno principale del concorso del popolo! era quello diS. Simone. 9el paese, 23? anime, esistevano anche la 0ompagnia e la 0onfraternitadel Santissimo e del 4osario. "l 0arminati completa le notizie spiegando che nella par$rocchiale esistono due tele di buona fattura della -adonna con il bambino, unaattribuita al 0arsena, l#altra al 0eresa. %a contrada di 0anito, prosegue il sacerdote, haun oratorio dedicato a S. Domenico edificato nella seconda metà del diciassettesimo

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secolo, secondo la disposizione testamentaria del 5??5 di ntonio -oreschi. %#obbligoera quello di farvi celebrare due messe al mese oltre a quella solenne nel giorno deltitolare. (roseguendo nelle notizie storiche, il 0arminati racconta che a roncilione,frazione di 0orna, vi fu la sede di un giusdicente, una sorta di pretore, un cittadino diergamo che amministrava la giustizia ai quindici comuni della valle superiore,

mentre il vicario di lmenno si recava a S. :mobono due volte la settimana.

CO$9A IMAGNA

+cco che cosa ne diceva il 0alvi. !Sopra la comunità di S. :mobono lì è un montealto, nominato la 0osta che non produce altro che fieno, amator delle intemperie e ditempeste molto sovente, che conserva la neve per tutto aprile. %a 0hiesa di questi

 popoli è dedicata a S. -aria +lisabetta alli 2 di luglio et a S.1iuseppe alli 56 marzo

F8I2IANO D)IMAGNA

Aaceva anticamente parte della parrocchia di %ocatello, da cui fu staccata nella primametà del sedicesimo secolo. %a chiesa è dedicata a S. 1iovanni attista, il 0alvi lachiam) !vaghissima! aggiungendo che contava !quattro nobili altari e una icona di S.Domenico di molto valore e stima fatto in 4oma. M ricca di molte reliquie che si por$tano il giorno dell#scensione in solenne processione. 0hiesa provvista di sacriaddobbi... Ta tre compagnie* del Santissimo, del S. 4osario, del 0ordone di S.Arancesco di (aola. Ta sottoposto l#oratorio di S. Ailippo 9eri di molta divozione.0onta anime 377!.

LOCA9ELLOCui la chiesa dedicata a S. -aria ssunta è definita tra le pi& antiche della valle, fuconsacrata il 5> agosto 5<?5 e il 0alvi la descrisse come una chiesa ricca. %#anconarappresentante la -aternità della /ergine è opera del nostro ndrea (revitali, aggiungeil 0arminati. (ossedeva pure una !croce di inestimabile valore in cui lavorarono artistidel 577 quali l#;ghetto, il 'ilii e il Da 9ova, ma fu venduta nel 58>< a certolessandri di 4oma per duemila lire!.

RONCOLA

%a parrocchiale, dedicata a S. ernardo di 0hiaravalle, fu consacrata nell#ottobre del5?. %a festa è il 27 aprile. Sempre il 0arminati, che riferisce i fatti come stavano altempo della redazione del suo volumetto, apparsi nel 5622, afferma che i dipinti del-oroni, che forse aveva soggiornato in quel paese per qualche tempo, !sono statitroppo trascurati ed oggi si presentano molto deteriorati. %a parrocchiale possiedeanche una croce bizantina del 577 e pizzi di gran valore!.

RO9A DEN9RO

%a chiesa, secondo quanto dice il 0alvi, era dedicata a San 1ottardo e fu consacrata il< maggio 5<67. Divenne parrocchiale nel 5?5 dopo la separazione da 4ota Auori. "l

 paese, che contava allora duecento anime, possedeva anche due confraternite quelladel SS. Sacramento e quella della ./. del 0armine.

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RO9A F8ORI

 Stando a un#iscrizione che si vede scolpita sopra la porta della sacristia, fa notare il0arminati, la prima erezione della chiesa dedicata a San Siro /escovo !rimonterebbeal principio del secolo ottavo!. %#edificio sacro sarebbe così uno dei pi& antichi di tuttala diocesi. %a chiesa attuale, nota ancora il sacerdote, è relativamente moderna ed è

una delle migliori della valle. i tempi del 0alvi la chiesa faceva 387 anime, avevacinque altari e le solite scuole.

$ELINO

%a chiesa dedicata a S. 1iacomo apostolo fu eretta in parrocchia nel 5?<. "l giorno 2<luglio si fanno festa e processione, recitava la relazione che il parroco aveva inviato a

 padre 0alvi, la sagra è il 3 agosto. Ta due compagnie.

$. OMO7ONO

%a chiesa dedicata al Santo che dà il nome al 0omune fu consacrata il 3 agosto 5<?5."l 0alvi, oltre a parlare degli otto altari della chiesa, diede notizia delle due confra$ternite del SS. e del S. 4osario e delle reliquie autentiche del . Simone da -antova."l 6 luglio si festeggiava S. (antaleone martire, il 53 novembre il santo titolare,

 parecchio frequentata era la festa degli apostoli Ailippo e 1iacomo il 5U maggio.

$9RO::A

0inque gli altari della chiesa dedicata a S. ndrea. Au consacrata il 5? agosto del 5<?5./i sono due confraternite, del SS. e del S. 4osario, e $ come prosegue il 0alvi $!alcune

reliquie di diversi santi in una cassa presentata e riconosciuta in bona et ampla forma.

VAL$ECCA

(ure nel 5<?5 fu consacrata la chiesa dedicata a S. -arco, la cui festa si celebrava il2< aprile. "l 0arminati scrive che !in una cappella posta di fianco alla chiesa dal latooccidentale, si conserva e si venera un simulacro di 1es& spirante sulla croce. + operaassai pregevole e da molti attribuita ai nostri Aantoni!.

Gli uo"ini cele*ri della Valle I"agna

"l primo ad essere ricordato è il beato gostino 0assotto de# -azzoleni, che morì nel5323. 9acque in Dalmazia, ma il padre 9icol) era oriundo della /alle "magna. +ntr)giovanissimo nell#ordine di S. Domenico, il (apa 1iovanni FF"" lo cre) /escovo diOagabria dove rimase tredici anni. Au poi a %ucera, in (uglia, dove mori. +ustachio%ocatelli, che morì nel 5<>3 quando ricopriva la carica di /escovo di 4eggio, fuconfessore del (apa (io /. %ocatelli era nato a ologna da genitori valdimagnini. 'ra i

 personaggi illustri va citato il 0ardinale 0inzio (ersoneni ldobrandini =5<?7$5?57@."l padre era nativo di 0à (assero a erbenno. %asci) la valle nel 5<<> e si diede allamercatura. Spos) 1iulia ldobrandini, sorella di papa 0lemente /""". Dall#unionenacque 0inzio, che si laure) e fu inviato da Sisto / in 1ermania e (olonia per affari distato. Cuando lo zio ldobrandini divenne (apa con il nome di 0lemente /""" fucreato cardinale. 9ipote del 0ardinale 0inzio (arsoneni ldobrandini fu il ven. Aran$cesco (assero. 9acque nel 5<3? a erbenno, nella contrada 0à (assero. Direttore

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spirituale del (assero fu S. Ailippo 9eri. 0onclusi gli studi si fece francescano, fu in(alestina e a Subiaco. -orì a 4oma in odore di santità nel 5?2?. "l processo di

 beatificazione fu iniziato due soli giorni dopo la morte per ordine dello stesso (apa;rbano /""". -edico di grande fama sia in patria che all#estero fu invece -ichelengelo 4ota =5<86$5??2@ che nacque a /enezia da padre proveniente da 4ota Auori.

Au alla corte dei Aarnese di (arma, del re di Arancia, di 1recia e dell#imperatore di1ermania. ntonio Sibella, che nacque a /alsecca nel 5>28, fu sacerdote di grandeausterità ed eminente dottrina, così lo definisce il 0arminati, che informa che se nescrisse anche la /ita. -orì nel 5875. "n campo artistico da citare è Qacopo Cuarenghi=5>$585>@ che nacque a 4ota e, seguendo le orme del padre, si dedic) dapprima alla

 pittura, poi cambi) strada, votandosi all#architettura di cui divenne uno degli esponenti pi& noti e importanti di quegli anni. Au infatti architetto di 0aterina "l imperatrice di4ussia e disegn) e costruì i principali palazzi imperiali di -osca e (ietroburgo.(roprio in quest#ultima città morì. ;n altro valdimagnino, 1iovanni (alazzini nato a

erbenno nel 5>83, trov) fama in 4ussia. 9el 5852 fece parte in qualità di medicodell#armata di 9apoleone ". 4educe dalla 4ussia il primario fu nominato professorealla cattedra di -antova. "nfine 1iulio rrigoni =587?$58>@. 9acque a %ocatello,vestìil saio e fu acclamato come primo oratore d#"talia. Au rcivescovo di %ucca, dovemorì.

Valle da vedere

0osta /alle "magna, al bivio della strada per /alcava, nonostante l#impetuoso sviluppoedilizio dell#ultimo decennio, ha conservato ancora qualche testimonianza del passato,

quando tra l#altro $ insieme a S. :mobono $ era il solo paese che riusciva a sfuggirealla endemica povertà della valle, grazie all#attività di ambulanti degli abitanti, chevendevano oggetti in ferro, legno, prodotti della lana realizzati durante i lunghi mesiinvernali. %a parrocchiale del paese risale al 587, costruita su una chiesa precedente èdedicata alla /isitazione di -aria. /entisei anni pi& tardi fu ampliata, è stata arricchitadi nuove cappelle e del protiro con colonne in pietra di Sarnico nel 56<8. "nternamentesono da segnalare la /isitazione attribuita a 1ian (aolo 0avagna, l#affresco nella tazzadel presbiterio e l#affresco nel catino absidale opera di ntonio Sibella =586<@.  (i&recenti sono il bronzo al fonte battesimale e la /ia 0rucis in rame sbalzato di

Aerruccio 1uidotti =56?3@ lo stesso artista ha eseguito anche il disegno della vasca battesimale in marmo rosa di Oandobbio. "l campanile della chiesa infine, in pietraviva, fu innalzato tra il 5678 e il 5657. 4ota "magna e Auipiano costituiscono altre duemete interessanti da abbinare ad una escursione in valle, la prima non molto distanteda S. :mobono e la seconda praticamente in cima alla valle, raggiungibile, sempre daS. :mobono, seguendo la strada panoramica che passa da %ocatello. %#altipianoroccioso su cui è posta 4ota fu abitato da tempi antichissimi, fin dall#età del ronzo.

 9ella 'omba dei (olacchi, una grotta carsica in località 0à rignoli, furono effettuatidiversi ritrovamenti nel corso di successive campagne di scavi. l 0ivico museoarcheologico di ergamo sono visibili i reperti* un rosario inciso sulle due facce,oggetti in bronzo, ornamenti d#osso, un vaso con altri oggetti in bronzo, ossa di animalie una scoria di ferro. "l 0omune di 4ota si costituì nel 562> con la fusione tra 4otaDentro e 4ota Auori. "l paese vanta di aver dato i natali a 1iacomo Cuarenghi, famoso

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architetto e pittore. "n località 0à (iatone, tra un gruppo di antiche abitazioni, esisteancora la casa natale dell#artista, risalente al Seicento e in buone condizioni. %o stabileè tuttora abitato, per cui è impossibile effettuare visite. 1iacomo Cuarenghi vi nacquenel 5>, fu poi alla corte imperiale di 0aterina "l di 4ussia e si stabilì a (ietroburgo,oggi %eningrado. Cui realizz) opere notevoli, tra cui il palazzo dell#ccademia delle

Scienze, il teatro dell#+rmitage, vari palazzi, la Aarmacia di corte, il 0ollegio degliffari esteri, il palazzo della orsa, la chiesa dei 0avalieri di -alta. -orì a(ietroburgo nel 585>. 4ota Dentro la parrocchiale è intitolata a S. 1ottardo, anchequi numerose sono le opere d#arte che vi si conservano. Da citare un 0rocifisso del5?8? attribuito a Scuola lombarda del diciassettesimo secolo, una crocefissione del5??>, i dipinti che raffigurano S. -argherita e S.-addalena, 5>55, attribuiti all#istrianoArancesco 'revisani. "nteressante tra le sculture il pulpito in legno, forse settecentesco,con un singolare mascherone che funge da sostegno da ricordare infine il S. 4occo inlegno policromo di 1iordano Sanz. S. Siro è invece il santo a cui è dedicata la

 parrocchiale di 4ota Auori, completata nel 5>?<. 0onserva un dipinto dell#"mmacolataopera di Arancesco Cuarenghi, padre di 1iacomo, ma il pezzo pi& antico è una sculturain marmo grigio che raffigura S. nna e la /ergine ed è fatta risalire alquattordicesimo o quindicesimo secolo. Auipiano =da Aopiano e probabilmente dallatino fagitum planum, pianoro dei faggeti@ era posta al confine tra il ducato di -ilanoe la 4epubblica di /enezia. 0osì fu sede di una caserma che sorgeva nella frazionernosto. Cui sono ancora visibili alcuni esempi di architetture rustiche e una chiesettache l#incisione sopra l#altare fa risalire al 5?7< e che probabilmente era l#antica

 parrocchiale di Auipiano. Sull#esempio di molti altri centri della valle, anche qui la

chiesa conserva una vera e propria raccolta di opere d#arte. M dedicata a S. 1iovanniattista e risale al 5>36. -olte sono quindi le cose degne di segnalazione, tra queste ildipinto di 1iacomo Arancia, 5<3<, che è composto da dieci figure che originariamentedovevano far parte di un grande stendardo utilizzato durante le processioni. Dellostesso autore c#è una tela del 5<8<, -adonna delle 1razie e Santi, mentre si contano

 pure sei tele di Arancesco Cuarenghi, tre della scuola del 'iepolo, una "mmacolata di1iovanni 1hizzoletti, tre opere di 1iuseppe :relli e ancora tre tele del 0inque, Sei eSettecento tutte di autore ignoto. 9on si possono tacere infine gli armadi dellasacrestia, intagliati riccamente risalgono al Settecento e, sempre in sacrestia, le cinque

statuette del Cuattrocento che raffigurano la -adonna e i santi (ietro, 1iovanni+vangelista, 4occo e Sebastiano, realizzate da abili artigiani locali. ;na conclusioneinsolita di questi itinerari pu) essere il parco faunistico !%e 0ornelle! a /albrembo, un0omune che dista soli sei chilometri da ergamo. Su un#area di novantamila metriquadri vivono animali di tutti i continenti, dai felini agli elefanti, cammelli, struzzi, uc$celli e così via, per ognuno dei quali è stato ricostruito un ambiente simile a quellonaturale della specie. Da marzo a novembre il parco è aperto con orario continuatodalle 6 alle 56, per informazioni sugli orari invernali è consigliabile telefonare allo73<V?3722. %#itinerario di fede che conduce al santuario della 0ornabusa $ cuore delladevozione mariana di tutta la valle $ pu) arricchirsi di altri numerosi motivi diinteresse se, una volta visitata la grotta, si allarga il proprio orizzonte ai paesicircostanti. %#escursione pu) prendere il via proprio dalla parrocchia che accoglie nellasua giurisdizione il santuario* 0epino, che è una frazione del 0omune di S. :mobono

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=le altre tre frazioni che lo compongono sono Selino asso, -azzoleni e Selino lto@. 0epino la parrocchiale è dedicata a S. ernardino da Siena $ da qui il fatto che in/alle il paese viene anche chiamato !San ernardì!, per via appunto del Santo patro$no. %a chiesa è sorta nell#:ttocento sull#area dove era già ubicata un#altra chiesa.%#edificio sacro è arricchito da alcune tele del Seicento di autore ignoto, da una (ietà

settecentesca di 1aetano (everada e da sedici quadretti di scene macabre, di epocaimprecisa, che sono stati definiti di notevole interesse iconografico. %a chiesa di-azzoleni $ che è anche la parrocchia del capoluogo =anche se di fatto il baricentro siè spostato in questi anni sempre di pi& a Selino asso@ $ è dedicata a S. :mobono. Daqui il nome della parrocchia e del 0omune. + come 0omune è l#unico in "talia adessere intitolato al Santo cremonese :mobono 'ucenghi, che fu canonizzato nel 5566.Statue, affreschi e dipinti lo raffigurano nella parrocchia di -azzoleni, che risale alSettecento =la facciata e il portico furono aggiunti successivamente@. 'ra i notevolidipinti conservati all#interno si pu) ricordare la pala di 1ian 1iacomo %olmo, datata

5<<8. Dal punto di vista storico -azzoleni durante il governo di /enezia ospit) in unacasa nei pressi della chiesa il vicario della /alle "magna che, pur avendo la sedecentrale ad lmenno, per due giorni la settimana si spostava qui per amministrare lagiustizia. "l 0onsiglio della /alle poi, che era composto dai consoli dei diversi 0omu$ni, si riuniva sempre a -azzoleni in piazza del 0omune, sopra la sala di udienza delvicario. (ietra viva locale appena sbozzata servì invece a partire dal 5>53 allacostruzione della parrocchiale di Selino lto. Da vedere* tele del diciassettesimo ediciottesimo secolo, una -adonna attribuita a 1iambettino 0ignaroli, una -adonnacon ambino di scuola bolognese, le stazioni della /ia 0rucis e una Strage degli

innocenti attribuita a Arancesco Cuarenghi. "nfine c#è il prezioso piccolo tabernacoloin legno dorato, decorato con motivi gotici e piccole sculture del Cuattrocento veneto.;n#attrattiva interessante di S. :mobono è costituita dalle fonti. %a sorgente

 principale, detta della ettola, è conosciuta fin dall#antichità. cqua !(rodigiosa! ladefinì nel 5>>2 il dr. 1.(asta, anche se per avere la prima analisi chimica si dovetteattendere fino al 588 con il dr. (olli. (roprio l#:ttocento fu il periodo di massimosplendore di queste fonti dalle tre sorgenti scaturiscono acque con proprietà curative

 per le malattie della pelle e del fegato. ncora oggi le fonti non hanno perso il lorointeresse, anzi sono al centro di un moderno complesso di balneoterapia realizzato

dopo che una frana aveva danneggiato l#edificio precedente. Da S. :mobono si pu) partire anche per una escursione in uno dei luoghi pi& pittoreschi di tutta la /alle"magna, il (ert&s. 'occando /alsecca e prendendo a destra al bivio poco prima diarrivare a 0osta "magna, con una comoda strada si sale al passo di /alcava, che si pu)valicare per scendere poi nella /al San -artino. /alcava tra l#altro =52<7V577 m.@ èannoverata tra i centri invernali della ergamasca. /alsecca =valle secca, toponimo cheoggi contrasta con la ricca vegetazione della zona@ sotto la 4epubblica di /eneziasegnava il confine con il ducato di -ilano. /icino alla parrocchiale esiste ancora lacasa della gendarmeria veneta con la scritta !caserma della guardia imperiai!. 'e$stimoniano l#importanza strategica della zona anche alcuni ruderi di strutture difensive,tra cui un grande rustico munito di due torri. Sotto l#aspetto religioso, /alsecca è unaltro punto fermo della fede dei valdimagnini, molto legati al grande 0rocifisso dilegno $ che parte della critica attribuisce a fra 1iovanni da 4eggio, 5?< $ conservato

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7/23/2019 La Madonna Della Cornabusa

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nella cappella vicino alla parrocchiale. Seco&do la tradizione il 0rocifisso, che ancoraoggi è meta di molti devoti, salv) il paese dalle quattro epidemie di colera del 583?,586, 58<< e 58?>. %a parrocchiale di /alsecca, dedicata a S. -arco +vangelista,costituita alla fine del Cuattrocento, custodisce parecchie opere d#arte. %a pi&

 pregevole è una -adonna con ambino e ngeli, scolpita nel Cuattrocento in bassori$

lievo sul marmo, lo stile ricorda quello dell#madeo. 'ra le tele sono da citarel#dorazione dei -agi, seicentesca, pittore 0arlo 0eresa S.-arco in adorazione,5>26, Arancesco Cuarenghi /ia 0rucis, settecentesca, 1aetano (everada e altri dipintidi ignoti del diciassettesimo e diciottesimo secolo.

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