la Luna nuova - Numero 15 - Dicembre 2002

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Periodico indipendente di Palagano e dintorni Attualità - Cultura - Solidarietà Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 - Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA Dicembre 2002 - Numero 15 - Anno V M'allappano noti sapori antichi di nèspole e corniòli dalla fuga dei giorni, uguali, nell'ansie quotidiane: dolcissimi Natali di bambino. Andare al castagneto magico d'improvvisi rumori, repentini, di donnole e ghiandaie, sofferti pàlpiti veloci al minimo fruscìo ascolti immoti graffiando muschio alle ceppaie per il presepe d'angolo in cucina. Uscire per la Messa, la mattina, gli scarponcini freschi di sego a rintuzzar la neve, le mani diacce, il cuore lieve, per abbracciare, col Neonato, il mondo. (Bruno Ricchi) Caro Gesù Bambino... (oggi usa di più Babbo Natale in linea con il più moderno consumismo, ma pazienza!) così ci si rivolgeva a colui che, si pensava nelle no- stre testoline di bambini inno- centi, poteva esaudire qualsia- si nostro desiderio... Caro Gesù Bambino... ora che siamo grandi, di statura s’inten- de, siamo qui, in questo Natale che sta per arrivare, non per chiederti di esaudire qualche nostro desiderio, ma per ringra- ziarti; sì per ringraziarti, cosa c’è di tanto strano?! Non lo fa più nessuno? Dai non esagera- re! Come vedi ancora qualcuno che si ricorda di ringraziare c’è e lo vuole fare pubblicamente sulle pagine di questo nostro giornale, perchè riguarda il no- stro giornale! Ebbene, cari lettori, ricordere- te certamente le parole di scon- forto che abbiamo scritto su queste pagine per la cronica mancanza di collaboratori, per la scarsa risposta ai continui appelli di aiuto finanziario; ad un certo punto eravamo arrivati a mettere in discussione addi- rittura il proseguimento stesso della pubblicazione del giorna- le e l’esistenza quindi dell’as- sociazione. Grazie, Gesø Bambino Nostalgia (Segue a pagina 2) Auguri di buone feste e di un sereno 2003 www.luna-nuova.it

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la Luna nuova. Notizie da Palagano e dintorni.

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Periodico indipendente di Palagano e dintorni

Attuali tà - Cultura - Solidarietà

Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 -Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Dicembre 2002 - Numero 15 - Anno V

M'allappanonoti sapori antichi di nèspole e corniòli

dalla fuga dei giorni,uguali, nell'ansie quotidiane:dolcissimi Natali di bambino.

Andare al castagnetomagico d'improvvisi rumori, repentini,

di donnole e ghiandaie,sofferti pàlpiti veloci al minimo fruscìo

ascolti immotigraffiando muschio alle ceppaie

per il presepe d'angoloin cucina.

Uscire per la Messa, la mattina,gli scarponcini freschi di sego

a rintuzzar la neve,le mani diacce, il cuore lieve,

per abbracciare, col Neonato, il mondo.(Bruno Ricchi)

Caro Gesù Bambino... (oggi usadi più Babbo Natale in linea conil più moderno consumismo, mapazienza!) così ci si rivolgevaa colui che, si pensava nelle no-stre testoline di bambini inno-centi, poteva esaudire qualsia-si nostro desiderio...Caro Gesù Bambino... ora chesiamo grandi, di statura s’inten-de, siamo qui, in questo Nataleche sta per arrivare, non perchiederti di esaudire qualchenostro desiderio, ma per ringra-ziarti; sì per ringraziarti, cosac’è di tanto strano?! Non lo fapiù nessuno? Dai non esagera-re! Come vedi ancora qualcunoche si ricorda di ringraziare c’èe lo vuole fare pubblicamentesulle pagine di questo nostrogiornale, perchè riguarda il no-stro giornale!Ebbene, cari lettori, ricordere-te certamente le parole di scon-forto che abbiamo scritto suqueste pagine per la cronicamancanza di collaboratori, perla scarsa risposta ai continuiappelli di aiuto finanziario; adun certo punto eravamo arrivatia mettere in discussione addi-rittura il proseguimento stessodella pubblicazione del giorna-le e l’esistenza quindi dell’as-sociazione.

Grazie,Gesù Bambino

Nostalgia

(Segue a pagina 2)

Auguri di buone feste

e di un sereno 2003

www.luna-nuova.it

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2 la LUNA nuova - Dicembre 2002

www.luna-nuova.itE-mail: [email protected]

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Direttore responsabile GIUSEPPE CERVETTO

Associazione La LUNAVia Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 PALAGANO (MO)

Tel.: 0536/961621 - 966194 - Fax: 0536/966194

la LUNA nuova

Stampato con procedura ecologica - Chiuso in redazione il 14/12/2002 - Consegnato alle poste il 17/12/2002

Attualità, cultura, solidarietà.Periodico indipendente di Palaganoe dintorni

TrimestraleTiratura: 1350 copie

Distribuzione gratuitaDicembre 2002 - Num. 15 - Anno VAut. Tribunale di Modenanum. 1414 del 13/11/1997

Redazione:Davide Bettuzzi, Fabrizio Carponi,

Elisabetta Gazzetti, Gabriele Monti

Hanno collaborato: Giancarlo Caminati, p. Dario Ganarin,Roberto Gianicoli, Luciano Casolari,

Aldo Magnoni, Nadia Marasti, Bruno Ricchi,

Daniele Serradimigni.

Ricordiamo ai nostri affezionati lettori che l'associazione "la Luna" vive principalmente con contri-buti liberamente versati; il periodico viene distribuito gratuitamente e non in regime di abbona-mento. Invitiamo quindi tutti coloro che intendono sostenerci a versare il proprio contributo sul c.c.bancario num. 100016 presso il Banco San Geminiano Banca Popolare di Verona agenzia di Palaga-no (CAB 66870 - ABI 05188).

Ci siamo guardati infaccia più di una volta,

scoprendoci sempre piùbrutti, comunque semprepiù motivati perchè, ci sidiceva, divulgare cultura,

portare informazione,approfondire argomenti e

problemi non può cheessere utile.

Ed infatti la nostratenacia ci sta premiando

(ecco il motivo delringraziamento): oltre a

quelle persone che cihanno sempre aiutato

come Bruno Ricchi con lesue poesie in dialetto e

no, o Silvano Braglia conle sue ricerche, con

grande soddisfazionenotiamo che, da un po’ di tempo a questa parte,

diverse persone si sono proposte per collaborarealla realizzazione del giornale.

Ed allora ecco il ritorno alla grande del “Pazzodella Luna” (Daniele Serradimigni), Luciano

Casolari che, regolarmente, ci manda una qualchestoriella condita sempre di allegria scanzonata;

padre Dario, che da alcuni numeri si occupa dellapagina di formazione della persona;

Gianicoli Roberto che si è preso l’impegno dimetter ordine e tenere aggiornato l’archivio soci

con i relativi indirizzi.

Poi, Fabio Braglia che cista facendo conoscerel’universo delvolontariato a Palagano;per giungere agli ultimiarrivi: Aldo Magnoni conla sua ricerca sulla ValDragone, LuigiCappelletti con la suapoesia e MarcoPiacentini; da notare chegli ultimi tre collaboratorivivono i primi due nelcomune di Montefiorino eMarco Piacentini nelcomune di Frassinoro,quindi, altra nota positiva:”la Luna” assume sempredi più quel caratteresovracomunale, di vallata,che è stato fin dall’inizio

un obbiettivo. E come dimenticare Don Fabrizio checi ha messo a disposizione i locali per la redazionequando abbiamo dovuto traslocare o tutti quelli checi aiutano quando è il momento di stampare, piegaree spedire! Sicuramente dimentichiamo qualcuno,non ce ne vogliano se involontariamente è successo,ma la sclerosi incombe...Ecco caro Gesù Bambino per Natale vorrei che “laLuna” fosse letta da tutti quelli che la ricevonosenza preclusioni o pregiudizi e poi che cirispondessero senza paure o remore, questo è il piùbel regalo che ci puoi fare. E grazie ancora.

Grazie, Gesù Bambino...

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33la LUNA nuova - Dicembre 2002

Una fresca serad'autunno...

E’ una fresca sera d’autunno, l’aria è impregnata degli odori del

bosco dopo la pioggia; odore di legna, odore di funghi,

odore del fuoco che riscalda le nostre case.

E’ uno di quei momenti in cui ogni cosa, ogni evento ed ogni

sentimento ritrovano la loro dimensione reale. In una sera come

questa non riesco a non pensare alla mia vita, alle mie battaglie

(alcune vinte, altre perse), ai miei errori ed alle scelte giuste,

ai dolori ed ai piaceri, agli odi ed agli amori. "Quali amori e quanti

amori…", cita una canzone di cui non ricordo il titolo, gli amori vissuti e quelli perduti,

quelli desiderati e quelli mancati. Amori intensi per una donna, per una amica. Amori in senso

lato, amore per la vita, amore per le idee, per gli ideali, per la natura,

per un bel tramonto o per una fresca giornata di vento: amori a

distanza, amori frenati dalla ragione,

dalla “ragion di stato” e dalla nostra società.

Società dell’apparenza, degli “status simbol”, di grandi lobby e potenti

multinazionali. L’amore per i bambini dell’Africa,

da noi affamati, per quelli dell’India, da noi avvelenati (Bophal), per

quelli dell’Afghanistan, della Palestina, dell’Iraq…

da noi prima armati e poi bombardati.

Noi, noi civiltà occidentale ricca e progredita, noi, società di

benpensanti, che alla domenica mattina, sul sagrato della chiesa fa

l’elemosina ai mendicanti. Noi, che facciamo volontariato per aiutare i

nostri fratelli, poi sosteniamo “la giusta guerra” contro il terrorismo, contro i ribelli. Noi, società

multietnica, multirazziale che andiamo in Africa con le missioni a portare aiuto e conforto,

mentre in Asia portiamo bombe, missili e casse da morto.

Ma sì noi, società dell’apparenza, dell’estetica, del business dobbiamo difendere i nostri diritti, i

nostri interessi, il nostro potere, dai cattivi, dai terroristi, dai ribelli, dal resto del mondo, che

sono poi la maggioranza della popolazione della terra, quella povera,

quella affamata, quella emarginata, a cui noi lasciamo le briciole.

Quelle briciole che alimentano sentimenti quali l’odio, il rancore, la vendetta verso coloro che le

briciole le lasciano cadere dai loro lauti

banchetti, ma che prima o poi dovranno

condividere con loro se si vorrà disinnescare

questa escalation di odio e terrore,

di attentati e guerre giuste,

di campagne stampa e di crociate.

E’ una fresca sera d’autunno, l’aria è

impregnata degli odori del bosco dopo la

pioggia; odore di legna, odore di funghi, odore

del fuoco che riscalda le nostre case…

chissà ancora per quanto.

Senz'offesaFabrizio Carponi

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Fatti e Misfatti

Palagano si arricchisceDopo la riapertura avvenuta la scorsa primavera, con nuova gestione, dellapizzeria "Dragone", quindi del ristorante "Il Canalaccio" a Montemolino, il 31luglio scorso si è tenuta l'inaugurazione del nuovo negozio denominato"L'angolo delle delizie".L'esercizio ha una merceologia particolare con prodotti alimentari "di nicchia"di tutte le regioni italiane. All'interno anche uno spazio riservato ai prodotti delCommercio Equo Solidale.Il 30 novembre cambio di gestione alla pizzeria Pini: è nato il ristorante-pizzeria "Piccolo golfo", così denominato perchè il nonno degli attuali gestorichiamò così la prima pescheria aperta a Sestri Levante.

A dicembre ha aperto un'altra attività commerciale: "Sapori dell'Appennino" che commercializza i prodottidell'alveare, del sottobosco, distillati, dolciumi e prodotti di erboristeria.Ci auguriamo che questo fiorire di iniziative sia di buon auspicio per la crescita e lo sviluppo della nostracomunità.

Compagnia dialettaleIl 9 agosto la Compagnia stabiledialettale palaganese ha replicato lacommedia in tre atti "Un fratello tuttomatto" di Guido Bertini. Il folto pubblicoha sinceramente gradito e moltoapprezzata è stata l'attenta regia diGino Mintrone. Nuovo copionequest'inverno?

Pro locoIl 25 agosto le ragazze della Pro-loco hanno organizzato i giochid'estate fra le frazioni in piazza del municipio con esilaranti momentiper il pubblico e i partecipanti. Queste le prove: mangiata di budino alcioccolato, ricerca uovo sodo fra uova crude, corsa in carriola conequipaggio ed acqua, ricerca di moneta nella piscina saponata,infilzamento di palloncini con elmo... vichingo. E' risultata vincitrice lasquadra di Monchio.Quest'anno la Pro-loco ha finanziato la bella illuminazione nataliziadel capoluogo.

Polisportiva di MonchioDomenica 18 agosto laPolisportiva di Monchio, con lacollaborazione della Pro loco diPalagano, ha organizzato unagrande festa per i bambini nelparco di Monchio e castellogonfiabile in Piazza Caduti. Nelpomeriggio fra i vari standgastronomici sono statipresenti anche i Maestriciacciai il cui prodotto è statocome sempre apprezzato.

Master by F.I.F. for clubsRicco di novità e molto spettacolare il "completo di fuoristrada"per clubs 4x4 svoltosi nella Pista Permanente del Dragone aPalagano nei giorni 4, 5 e 6 ottobre. Ben 22 equipaggi si sonodati battaglia per 3 giorni in prove tecniche, di abilità, diresistenza. Per la prima volta ha partecipato un equipaggio dellapolizia municipale (vigili urbani di Modena, Polinago e Palagano)classificandosi al nono posto assoluto. Classifica finale: primo,Club Nazionale Fuoristrada Bologna; secondo, SarzanaFuoristrada Club La Spezia; terzo, Club Fuoristrada Gran Sasso,l'Aquila.

Cantori di RancidoroDomenica 10 novembre i Cantori di Rancidoro hanno celebrato lafesta del patrono a S. Martino Vallata di Polinago. Dopo avere cantatodurante la Messa, la corale si è esibita in un concerto di canti popola-ri. La giornata è terminata attorno a caldarroste e buon vino.

VentoIl forte vento spiratosull'Appennino nei giorni 16, 17e 18 novembre ha causatodiversi danni fra i qualil'asportazione di alcune lastre dirame dalla cupola della chiesaparrocchiale di Palagano. Perpoco non volava via anche donFabrizio...

FuoristradaDomenica 27 ottobrenella PistaPermanente delDragone la rivista"Auto in Fuoristrada",la ditta Tractel e leceramiche artistiche Lea hanno dato luogo ad un'importantemanifestazione tecnica riguardante l'uso del verricello nei veicolifuori strada.

Palagano, palazzo Pierotti

di Bruno Ricchi

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Fatti e Misfatti

Mercatini notturniI mercatini estivi del mercoledì sera sono ormai diventati per Palagano unaconsuetudine, un momento associativo imprescindibile. Un bilancio... afreddo dei mercatini 2002 è senz'altro positivo. La Pro-loco ha profusogrande impegno organizzativo e soprattutto finanziario perchè, in ogniserata, vi fossero attrazioni per grandi e piccoli che richiamassero semprepiù gente. L'estate piovosa ha senz'altro condizionato alcune serate, ma nelcomplesso ben sette mercatini sono stati portati a termine consoddisfazione dei visitatori e dei commercianti. Come sempre importante ilsupporto dei Maestri ciacciai che sono ormai un sicuro richiamo per questeserate, nonchè un importante sostentamento economico coi loro proventi.Un ringraziamento particolare all'Amministrazione comunale.

Susano in festaIl 24 e 25 agosto si è tenuta la dodicesimaedizione della festa paesana di Susano.Nonostante il brutto tempo si è avuto undiscreto successo di pubblico.

Prima Sagra di MontemolinoIl 21 e 22 settembre è stata organizzata a Montemolinola "Sagra del divin porcello" che nell'intenzione degliorganizzatori non aveva alcunchè di blasfemo e dicattivo gusto bensì richiamava il nome di un ristoranteValdostano. Molto bello e curato il depliant dipresentazione recante curiose e simpatiche notiziesulle usanze della Fiera di Montemolino e della festa diS. Antonio fino agli anni dell'ultimo conflitto mondiale.Lodevole l'iniziativa purtroppo condannata dal maltempo.

Maestri ciacciaiIntensa attività per i Maestriciacciai di Palagano. Il 14 e15 settembre su invitodell'associazione ColtivatoriDiretti hanno preso parte al"Settembre formiginese",tradizionale festa-fiera delcomune pedemontano.Importante anche il contatto

umano con tanta "nostra gente" trasferitasi alpedemonte per lavoro.Sabato 12 e domenica 13 ottobre importante presenzadi Palagano alla manifestazione modenese "Asso digusto". Oltre ai Maestri ciacciai erano presenti laBanda e la Corale con apprezzate esibizioni e laContrada Aravecchia che ha offerto torte di patate eciacci. Ampia e importante visibilità turistica diPalagano nella vetrina provinciale.Infine nei giorni 26 e 27 ottobre, 1 e 2 novembre, inoccasione dell'undicesima "Sagra del Tartufomodenese", i nostri Maestri ciacciai, insieme aiciacciai di Casola e Montefiorino, hanno offerto ciaccial tartufo. L'incertezza del tempo ha condizionatol'affluenza del pubblico. I ristoranti tipici hanno segnatoperò sempre tutto esaurito.La banda musicale diretta dal maestro OttavioPiacentini ha effettuato un ottimo servizio il giornoprimo novembre.

Corale palaganeseIl 5 ottobre nel bellissimo teatro di Marzabotto,nell'ambito del "Memorial Paolo Giacobazzi" laCorale palaganese si è esibita unitamente alCoro Raimondo Montecuccoli, AccademiaCorale Reno, Corale Folk San Lazzaro. Dopoabbondante cena con polenta e cinghialerientro in pullman verso l'alba.Il 2 novembre, sempre nell'ambito del "MemorialPaolo Giacobazzi", serata indimenticabile nellaparrocchiale di Palagano; hanno cantato laCorale Palaganese, Il Coro la Baita diScandiano, L'Accademia Corale Reno e il CoroMontecuccoli.Spettacolo di grosso spessore artistico congrandissima entusiastica partecipazione dipubblico.

Variante di Lama diMonchio

Appaltati dalla Provincia diModena, sono iniziati il primosettembre i lavori relativi allacostruzione della variante diLama di Monchio. L'impresaesecutrice, dopo aver trasfe-rito maestranze ed attrezzatu-re, ha iniziato lo spostamentodelle condutture idriche efognarie. Ultimamente peròl'impressione è che i lavoriabbiano subito una brusca fre-nata.

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Fatti e Misfatti

Alla ricerca di due partigianirussi uccisi a Palagano

Riportiamo la richiesta pervenutaci dalla dr.ssa Anna Maria Mazzoni dell'ufficio cerimoniale e relazioni esterne dellaregione Toscana riguardo alla ricerca dei corpi di due soldati russi uccisi nella zona di Palagano in uno scontro con itedeschi nell'aprile del 1945. Chiunque avesse informazioni utili è pregato di comunicarle alla nostra redazione(la Luna nuova, via Palazzo Pierotti, 4/a - Palagano (Mo); e-mail: [email protected]) che provvederà adinoltrarle alle autorità competenti.

"Spettabile Redazione,desidererei sottoporre alla Vostra attenzione la ricerca sto-rica sintetizzata ai punti sottoelencati, effettuata nel VostroComune e che, purtroppo, ha dato finora esito negativo:1) il Consiglio regionale della Toscana ha ospitato a Firen-ze, nell’aprile scorso, un Seminario di Studi della MoscowSchool of Political Studies, nell’ambito di una collabora-zione che si protrae ormai da molti anni.Tali Seminari sono dedicati a deputati della Duma russaed a membri dei consigli regionali e comunali di quellafederazione.In quell’occasione l’on. Sergiej Petlyakov, parlamentaredella regione di Rostov sul Don, ci ha richiesto di effettua-re ricerche delle spoglie del soldato russo GrigorijKalmykov, deceduto nell’aprile del 1945 a seguito di scon-tro con un battaglione tedesco.Lo stesso sig. Petlyakov ci ha consegnato copia di undocumento (in russo), che era in possesso della famigliae la cui traduzione, in sintesi, è la seguente:"Ordine n. 12 del battaglione dei partigiani russi - 11 apri-le 1945 (Provincia di Modena, Italia).Per il riuscito adempimento della battaglia tenutasi il 10aprile 1945 che ha causato la disfatta di un battaglionetedesco di 400 persone (diretto nella zona dei partigiani,con l’obiettivo di eliminarli dalla zona di Palagano ePianorso e per occupare le posizioni dominanti della stradan.12 e proteggere quindi dagli attacchi partigiani le divi-sioni tedesche 232 e 114 in ritirata dal fronte Fanano,Sestola, Passo dell’Abetone), elogio tutto il personaleeffettivo di questo battaglione.Cito in particolare per abnegazione, audacia ed eroismoil comandante del secondo plotone Kalmykov Grigorij,residente nella regione di Rostov, zona di Migulensk, sta-zione Meshkouskaja, nonché il gregario del primo ploto-ne Savchenko Mikhail, residente nella regione di Poltava,zona di Chernobaev, villaggio Konassij, caduti nel com-battimento. Presento istanza al Governo per la decora-zione degli stessi e per la concessione di aiuti ai genito-ri.Nel corso del combattimento contro gli invasori nazi-fa-scisti, il nostro battaglione ha perso due uomini, e la-menta tre feriti e due dispersi. L’avversario ha subito leseguenti perdite: 52 uccisi, 80 feriti.Dopo una battaglia durata 14 ore, l’avversario è fuggito inmodo disordinato e in preda al panico. Firmato il Co-mandante del Battaglione”.La dr.ssa Mazzoni inoltre fornisce altre informazioni. Rias-sumendo:

- Suor Imelde Ranucci, nel suo libro “Lagrime e sangue”conferma che due caduti russi vennero portati al conven-to di Palagano esattamente in quella data ("10 aprile 1945:(...) tutte le formazioni sono in postazione sul crinale daS. Giulia alle Piane di Mocogno. Avviene l'attacco: aRancidoro una formazione russa è colta di sorpresa. (...)Alle 20 portano qui in convento un caduto russo...11 aprile 1945: oggi portano un secondo caduto russo,un comandante orribilmente fracassato col calcio del fu-cile nella faccia..."Il giorno successivo alle 16 le due salme vennero portatein chiesa, indi al cimitero con tutti gli onori militari. Lapopolazione ha partecipato al funerale.- I funerali furono celebrati da un giovane prete, donMedardo Merciari, l'attuale parroco di Monchio, il qualericorda chiaramente che “i due caduti, uno dei quali orri-bilmente sfigurato, vennero sì sepolti nel cimitero di Pa-lagano ma che - forse - qualche tempo dopo (un anno odue) vennero riesumati e trasportati un un cimitero alle-ato” .- Sia il Sindaco del Comune di Palagano, Paolo Galvani,che quello di Montefiorino, Maurizio Paladini, a seguito dirichiesta scritta del Presidente del Consiglio regionale dellaToscana, non sono riusciti a fornire notizie utili (gli archivicomunali non mostrano tracce di questi avvenimenti. Al-l'epoca Palagano non era comune autonomo ma dipende-va da Montefiorino).La dr.ssa Mazzoni infine conclude: "Vivendo nella zonainteressata, Vi prego di volermi fare avere ogni vostro sug-gerimento e considerazione in merito a questa vicenda.A me sembra impossibile che una traslazione di due corpisepolti in un cimitero comunale, anche se effettuata subi-to dopo la guerra, possa essere avvenuta senza alcunaregistrazione, senza alcuna richiesta da parte di una qual-che autorità, specialmente se si è trattato di una traslazionein un cimitero alleato.Desidererei inoltre portare a Vostra conoscenza che ildeputato Petlyakov sta conducendo una campagna di scavidei resti dei nostri soldati caduti sul Don nell’ultimo conflit-to mondiale (di cui abbiamo già dato comunicazione alPresidente della Repubblica Ciampi per gli opportuni ac-cordi fra i due stati) per cui sarebbe veramente importan-te poter dar loro una risposta sulle spoglie di Grigorij e diMikhail, che sembrano sparite nel nulla proprio a Palaga-no.Scusatemi per il disturbo e grazie infinite per la Vostraattenzione.Cordiali saluti".

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Viterbo era nato a Savoniero nel feb-braio del 1920 da Clelia e AristideCasini: il padre era emigrato in Ame-rica per garantire migliori condizionialla famiglia e per integrare lo scarsoreddito della poca terra in proprietà.Durante il secondo conflitto mondia-le, Viterbo partecipò alla “Campagnadi Russia” e fu tra i pochi che riusci-rono a sopravvivere alla drammaticaritirata sul Don. Aveva sopportato in-dicibili sofferenze e privazioni, avevasubito il congelamento parziale dei pie-di, ma la forte fibra gli aveva permes-so di vincere il terribile inverno russo.Al ritorno, la guerra non era ancorafinita, anzi, dopo l’8 settembre del ’43,ancora paura, pericoli, illusioni e de-lusioni; finito finalmente il conflitto, dinuovo il duro lavoro dei campi, la lot-ta, giorno dopo giorno, per dissodarequalche pezzo di castagneto, permantenere dignitosamente la famiglia.Viterbo si adattò a svolgere attivitàmolto pesanti, come spezzare le pie-tre per le costruzioni sul greto del Dra-gone o estirpare le grosse radici dei

castagni; contemporanea-mente nasceva in lui la pas-sione politica: la sua profon-da convinzione cristiana,l’appartenenza all’AzioneCattolica, la religiosità di tut-ta la sua famiglia lo porta-rono ad abbracciare conentusiasmo le idee del Par-tito Popolare che diverrà,nel dopoguerra, “Democra-zia Cristiana”.Si schierò apertamente per questopartito durante le roventi battaglie po-litiche in occasione delle elezioni del’48 e in quelle successive. Si impe-gnò poi con grande entusiasmo neltentativo di erigere Palagano a comu-ne autonomo da Montefiorino e cer-cò, insieme al gruppo promotore, gliappoggi politici che potessero favori-re l’iniziativa: quando con la legge del23 dicembre 1957 fu istituito il nuovocomune (su proposta del democristia-no On. Bartole), l’impegno di Viterboper la nuova amministrazione si in-tensificò ulteriormente. Nel giugno del

1959, dopo la presenza di un Com-missario Prefettizio, si svolsero le pri-me elezioni e la Democrazia Cristia-na ottenne un’ampia maggioranza:Viterbo venne nominato, con largoconsenso, primo sindaco del Comu-ne e venne riconfermato nelle elezio-ni del 1963.In quegli anni Palagano, il cui territo-rio era stato alquanto trascurato daMontefiorino, iniziò un rapido percor-so di modernizzazione e di sviluppo.Furono allargate o fatte ex novo le stra-de per collegare le borgate ai centridelle frazioni, furono costruiti gli am-bienti scolastici, acquistati i terreni per

Viterbo Casini:ricordo del primosindaco diPalagano

Ricordo

Caro Viterbo,questa lettera è un saluto ad una persona “speciale” che ho avuto la fortuna di poter conoscere e scoprire.Lei è stato per me un esempio di coerenza e di vero senso civico, inteso come disponibilità genuina dimettersi al servizio degli altri senza pretese. Ricordo una delle prime volte che ci siamo confrontati senzaalcun problema, entrambi con la voglia di immedesimarci nell’altro. Stavamo preparando come Luna lospeciale sui 40 anni del Comune di Palagano, nel gennaio del 1998. Nella ricostruzione del percorso abbia-mo deciso di intervistarla in quanto primo sindaco. Durante la stesura delle domande confesso di aver avutoil timore di incappare in incomprensioni dovute all’età, ai diversi percorsi... alla mentalità... invece durantel’intervista mi è apparsa subito chiara la grandezza della sua persona e la disponibilità a trasmettere conumiltà un’esperienza importante... Ha accettato di farsi intervistare senza problemi anzi è venuto Lei da noi,ha risposto senza alcuna ipocrisia, ma con un entusiasmo così genuino che a volte avrei voluto abbracciar-la... e ringraziarla... E’ riuscito, pur parlando di momenti difficili (quando non c’era davvero nulla di materialee forse neanche il senso della comunità, tutta ancora da costruire), a farci ridere delle nostre piccolezze... ausare l’ironia dell’esperienza… e a rammentarci che non esistono solo diritti ma anche doveri. Il doveredella Memoria su tutti: il 4 novembre, il 18 marzo Lei c’era sempre... L’ultimo incontro, un 18 marzo aMonchio, ho avuto la sensazione che fosse spaesato lì in mezzo alle altre autorità; era in disparte, pensoso,le sono venuta vicino e Lei mi disse: ”Madùssa, quanti discorsi inutili, è la nostra vita che testimonia ciò incui crediamo...”. Grazie Viterbo. Betty

Viterbo Casini, primo Sindaco diPalagano, recentemente scomparso

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8 la LUNA nuova - Dicembre 2002

Da alcuni anni la nostra scuola vuoleoffrire qualche spunto di formazioneper genitori, organizzando incontri sutematiche e dinamiche particolarmen-te significative.Gli incontri sono per tutti i genitori dellavallata del Dragone e sono tenuti daesperti nelle Scienze dell’Educazione.Il 27 novembre si è svolto il primo deidue previsti quest’anno, del quale pro-poniamo lo schema sintetico degli ar-gomenti, per far gustare qualcosa del-la ricchezza ricevuta e per invogliaretanti altri a partecipare al secondo in-contro di domenica 12 gennaio 2003dalle ore 15.30 alle 17.30 nella SalaConferenze del Liceo di Palagano:"Gesti di cura... dai 0 ai 9 anni; i ge-nitori e gli educatori sono persone chesi prendono cura, …consapevoli cheogni persona emerge dalla cura!”

Dai 0 ai 3 anniC’è relazione tra i gesti di cura e ilmondo interno dei genitori.- Se il mondo interno è ansioso o se ilmondo interno è disimpegnato, taliemozioni negative possono esseretrasmesse al figlio.

Formazione dei genitori

- Se il mondo interno è sicuro (faccioquel che posso, posso permettermi disentire fatica e gioia, il piccolo non èsolo mio, ecc...), si può educare, per-ché si è in grado di diventare perso-ne responsive, cioè capaci di sentireciò che sente il piccolo, capaci dimettersi in sincronia di emozioni conlui ("mi sono accorto che tu…").

Dai 3 ai 6 anniBisogna educare le emozioni, cioè bi-sogna umanizzare le emozioni.- Certe emozioni provate da un bam-bino per la prima volta sono “deva-stanti”, lo fanno sentire cattivo, nonamabile. Occorre insegnare a gestir-le, a rendersele amiche, senza ne-garle, senza ridicolizzarle o confon-derle con le proprie.- La strada è quella di far gradual-mente prendere coscienza della nor-male ambivalenza delle proprie emo-zioni ("è vero che provi questo… main te c’è anche…")

Dai 6 ai 9 anniEmerge a questa età il bisognonormativo, cioè il bisogno di avere ar-

gini e limiti.Se un bambino fa fatica, forse gli ab-biamo fatto credere:- che la norma viene dal nostro puroarbitrio;- che vale solo per lui e non per noiadulti;- che si restringe o dilata a secondadel potere contrattuale;- che lui può stare dalla parte del tra-sgressore.Occorre invece dare regole in positi-vo, approvando il bambino quando sicomporta bene e facendogli sentireche se egli dice di no, l’amore non sidistrugge.L’amore non è mai commisurato aimeriti… Non si può meritare, perchéviene sempre prima dei meriti!Don Paolo Notari, parroco diNonantola, continuerà, domenica 12gennaio 2003, a illuminare il nostrocompito educativo, donandoci alcunechiavi di lettura per un’età delicata espesso fonte di tanti conflitti e soffe-renze tra genitori e figli.Vi aspettiamo.

Gli insegnanti del Liceo

Liceo

i parchi di Palagano e Monchio, fuiniziata la costruzione della sede mu-nicipale...Viterbo è stato certamente un uomoche, pur non essendo dotato di unacultura umanistica o prettamente sco-lastica, ha saputo interpretare in modoammirevole le esigenze di tutta la po-polazione palaganese, grazie al suospirito pratico, al buon senso, all’in-nata generosità, ma soprattutto algrande amore che ha nutrito per ilpaese, è stato uno dei principali arte-fici del “miracolo” che ha trasformatoPalagano. Certamente la carica cheha rivestito non gli ha fatto consegui-re interessi personali (come purtrop-po spesso avviene), anzi, dal punto divista economico, è stata per lui undanno, poiché spesso egli ha sacrifi-cato le proprie attività a vantaggio di

quelle destinate al bene della comuni-tà. Quante volte raccontano che veni-va colto dal sonno a bordo della mac-china, dopo estenuanti giornate di in-contri politici o di lavoro, di corse daun ufficio all’altro per sbrigare prati-che per conto di qualcuno… semprealtruista e soprattutto sempre coeren-te con le proprie idee.Il suo intuito lo aveva spinto a battersie a cercare tutti gli appoggi politici eistituzionali per migliorare le condizio-ni dell’intero comune, sia si trattassedi sollecitare i Bacini Montani per lasalvaguardia dei torrenti, sia di favo-rire la nascita di un grande polo spor-tivo tra Palagano e Savoniero (a mon-te del garage Fiori), sia di promuove-re la nascita delle cooperativecasearie...Fu uno dei primi ad esporsi anche in

prima persona per dare impulso allosviluppo urbanistico del paese, cre-ando un’ampia lottizzazione; ed in al-tre molteplici iniziative è stato certa-mente un pioniere.Molti dei più giovani lo ricordano comeabilissimo “fungaiolo”, esperto apicol-tore ed ortolano, ma l’intera popola-zione lo deve ricordare come uno deipersonaggi più importanti della storiadel nostro comune. Come uomo cheha creduto ed ha lottato per grandiideali politici, morali e religiosi; unuomo coerente, tutto di un pezzo cheha speso parte della sua vita per losviluppo di Palagano e di questo noitutti dobbiamo essergliene grati. Comecittadini gli siamo debitori di un senti-to applauso.

Silvano Braglia

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Il dialetto:

una culturaPresentazione del vocabolario

di Chiara e Bruno Ricchi

Il 15 dicembre, nel teatro comunale"Ranucci" di Palagano, si terrà la pre-sentazione ufficiale del libro della prof.Chiara Ricchi: "Dizionario Palagane-se-Italiano, Italiano-Palaganese".Chi ha già avuto modo di prenderevisione dell'opera si è reso certamen-te conto di quale valore esso abbiaper la nostra comunità: tutti compren-diamo che purtroppo non passeran-no ancora molti anni ed il nostro dia-letto rimarrà solo un ricordo, uncimelio, una vecchia credenza o unquadro semplicemente da spolverareogni tanto; le ultime generazioni ora-mai ignorano completamente il dialet-to e perciò questi è destinato ad esau-rirsi gradualmente come è avvenutoper le lingue "morte".E' veramente triste!E pensare che il dialetto è la nostravita stessa, è l'eredità lasciataci dainostri antenati: non è un insieme diparole o di vocaboli, ma è essenzadella nostra terra e sangue di coloroche hanno strappato qualche fazzo-letto di terra ai dirupi per procurarsi eprocurarci il pane.Ogni termine ed espressione del no-stro dialetto ci permette di scoprire ilcammino dei palaganesi nella storia;vocaboli ereditati dai Celti, dai LiguriFriniati, dagli Etruschi, poi la lungapresenza dei romani che ha lasciatole tracce più profonde... ed ancora leinfluenze Longobarde, Bizantine... lecontaminazioni con le lingue germa-niche, col francese, ecc...Ogni popolo che è venuto in contattocon le nostre genti ha portato qual-che contributo alla continua evoluzio-ne del linguaggio dialettale.Il lavoro di Chiara, iniziato da suopapà Bruno già una trentina di annior sono, non è una semplice raccoltao elencazione di vocaboli ma è unaricerca volta a dare un spiegazione

filologica e semantica alle paro-le: è stato davvero un lavorocertosino di consultazione e diraffronti bibliografici per fareuna analisi il più possibile veri-tiera dei termini presi in consi-derazione. Dobbiamo essere tuttiorgogliosi di quest'opera, già moltis-simi altri paesi vantano studiosi delletradizioni locali e dei dialetti e perciòanche noi palaganesi possima anda-re fieri del nostro "vocabolario" (dico"nostro" e non "di Chiara" perchè ineffetti è un patrimonio ed una ricchez-za che appartiene a tutti noi).Abbiamo sentito che diversi paesi inItalia, per mantenere vivo il senso di

appartenenza alle proprie radici, ac-canto alle indicazioni stradali ed allediverse insegne hanno voluto appor-re il termine originale in dialetto: for-se non dobbiamo arrivare a questo,ma tenere viva la nostra lingua e in-sieme voler bene alla nostra terra, cre-do che sia un dovere sacrosanto.

Silvano Braglia

Borga

Trascriviamo quantoriporta il dizionario allavoce "Borga" , a di-mostrazione del meti-coloso e serio lavorodi ricerca fatto dagliautori.

Borga : gerla.

La borga era utilizza-ta in special modo pertrasportare concimi, foglie, castagne, ghiande, uva ed era munita di co-perchio; nella lingua italiana può considerarsi forse un lontano parentedella nostra borga, la burga , una cesta che riempita di pietre viene tuttoggiusata per arginare i fiumi ed impedire l'erosione delle sponde. La deriva-zione di questo termine è probabilmente da ricercarsi in una linguagermanica: può rivivervi qualcosa del longobardo burgi ("recipiente pertenervi i pesci") anche se non si può escludere la presenza del tardolatinoburca ("cloaca"), in qualche modo semanticamente vicino a borga perl'idea di un incavo che raccoglie; sulla stessa linea si troverebbe allora lavoce laziale bòrga ("buca nel letto del fiume"). Si propende comunque perla prima ipotesi forse suffragata anche dal francese bourriche che vale"cesto da pesca o da selvaggina" e che connetterrebbe il longobardo burgialla nostra voce dialettale.

Cultura

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Volontariato

AVAP Palagano

E' arrivato il defibrillatore

Finalmente anche la nostra Ambulan-za si è dotata di un defibrillatore, indi-spensabile accessorio per poter in-tervenire ed aumentare le probabilitàdi sopravvivenza a vittime di arrestocardiaco.Nonostante le poche offerte pervenu-te abbiamo deciso, assieme al Con-siglio, di addossarci questa notevolespesa (euro 4000) ritenendo indi-spensabile l’acquisto del defibrillo. Orachiaramente dovremo impegnarci an-che nei corsi necessari per l’utilizzodi questo importantissimo apparec-chio e perciò altri sacrifici da partedei volontari e altre spese a caricodell'A.V.A.P.Abbiamo anche stipulato una conven-zione con il comune di Palagano peril Trasporto Disabili e Anziani dandocosì la possibilità a chi lo necessiti diusufruire di un servizio in più per ibisogni di spostamento. Questo ser-vizio sarà effettuato da personale vo-lontario proveniente dalle varie frazio-ni; chi volesse dare la propria dispo-

Il defibrillatore,cos'e?

nibilità puo farlo telefonando in comu-ne o alla Sig.ra Lazzarini Mary. Spe-riamo vivamente nella partecipazionedi molti cittadini perchè questi servizipossano avere il successo che meri-tano. Grazie a tutti.

Giancarlo CaminatiPresidente AVAP Palagano

AVISAssociazione Volontari Italiani del Sangue

SCILLASolidarietà Cristiana

InternazionaleLibero Lavoro Amico

Si è tenuta il nove novembre, presso il “Ristorante Pini” di Palagano, l’an-nuale Cena Sociale. Molte le autorità presenti, come molti sono stati idonatori e simpatizzanti. Come ogni anno sono state consegnate lebenemerenze ai donatori che hanno raggiunto i vari livelli di donazioni.Oltre ai diplomi di benemerenza, medaglie di bronzo e d’argento, è stataconsegnata una medaglia d’oro per aver raggiunto e superato le cinquantadonazioni al donatore Monti Gabriele. Il presidente, Fabio Braglia, ha inol-tre consegnato alcuni diplomi ai suoi collaboratori, e anche ai componentil’Orchestra “Giovani Romagnoli” per aver suonato gratuitamente sia allafesta del volontariato, che alla nostra “Cena Sociale“. Tra gli interventi dellevarie autorità vorremmo ricordare quello del dott. Mantovani Roberto, Di-rettore dell’A.V.I.S. Provinciale, il quale ha tra l’altro ricordato che a partiredalle donazioni del 2003 verranno effettuati gli esami del sangue di ognidonatore, prelevando una provetta di sangue in più al momento della dona-zione. Quindi non ci dovrebbe più essere la chiamata ad analisi annualedurante la settimana.Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipatoalla nostra festa, ma un ringraziamento particolare va a tutti i donatori,presenti e no alla “Cena Sociale”, perchè è grazie a loro che l’A.V.I.S. puòcontinuare il suo lavoro. (rg)

Rinnovato il Consiglio dell'associazio-ne.Presidente è stato eletto GuerrinoDonadelli, infermiere del 118 pressoil poliambulatorio di Montefiorino, at-tualmente in Africa per eseguire ulte-riori lavori alla scuola professionaledi Comè (repubblica popolare delBenin, Africa centro-occidentale) lacui costruzione è iniziata nel 1996.Le altre cariche associative sono:Francesca Marasti, economa; Davi-de Bettuzzi, segreteria.Consiglieri:Doriano Torri, LucianoBraglia, Oscar Corradini, ToninoCaminati, Simone Salvatori, DavideFerrarini, Elide Ugolini, TerenzioBeneventi, Mauro Marasti, DeannaCorciolani.

Nuovi numeri telefoniciA.V.A.P. Palagano

329 /4797659335/7091440.

Il vecchio numero (0536/961666) ora è solo segreteria

telefonica.

La fibrillazione ventricolare è una condizionein cui il cuore (ad esempio in seguito ad infar-to) cessa di battere ritmicamente ma si con-trae in modo disordinato ed inefficace; allafibrillazione ventricolare segue in pochi minutil'arresto cardiaco e la morte.Il defibrillatore è in grado di riconoscere auto-maticamente la fibrillazione ventricolare e di erogare, su comando di unoperatore opportunamente preparato, una scarica elettrica, attraversoplacche posizionate sul torace. Questa procedura è la sola che puòripristinare il ritmo cardiaco e quindi salvare la vita, ed è tanto più effi-cace quanto più precocemente praticata.

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Associazionismo

Il ciaccio rappresenta una tradizionegastronomica tra le più apprezzate trale tante specialità palaganesi.Si ottiene con una miscela densa difarina, acqua, sale (la "cola", ovverola "colla") che viene versata sulle pia-stre di ferro denominate "cot" ("cotto-le"): sono due, esattamente sovrap-ponibili; hanno forma rotonda, diame-tro medio 27-30 centimetri e lungomanico laterale che permette una ra-pida rotazione delle due cottolesovrapposte.Una volta preriscaldate vengono untecon un pezzo di cotica di maiale, ov-vero - con una tecnica più recente epratica - con una mezza patata intintanell'olio di semi vari. A questo punto èpossibile versare un mestolo di collasu una delle due cottole e immediata-mente pressarla con l'altra.Con alcune rotazioni il bravo ciacciaoriesce a cuocere il ciaccio su entrambii lati ottenendo la consistenza deside-

rata dai ghiotti avventori.Si procede poi a condirlo,ancora fumante, con un tritodi aglio e rosmarino mesco-lati a lardo fresco o pancettatritati. E' questo il grasso, ap-petitoso condimento tradizio-nalmente usato anche per lecrescentine. Sul grasso sciol-to, ripiegando rapidamente ilciaccio su se stesso, sispolverizza Parmiggiano Reg-giano grattugiato.

I "Maestri Ciacciai Palaganesi"Per difendere l'arte della pre-parazione di questo squisitopiatto unico è nata una cor-porazione itinerante che,richiestissima, si sposta an-che oltre i confini provincialiper soddisfare i palati più esi-genti: si tratta dei "Maestri

Ciacciai Palagane-si", presenza fissanelle feste gastrono-miche paesane.L'avventura dei Ma-estri ciacciai haavuto inizio quasiper gioco: in princi-pio (negli anni 1970-1980) formavanoun'allegra brigata diamici inclini allasocializzazione datavola.Poi è scoppiata lafebbre: ora da pa-renti e amici lonta-ni, ora in occasionipaesane, la loropresenza era sem-pre più richiestafino a quando non furonocostretti ad organizzarsi inCompagnia (1995), con unostand mobile, nuovi attrezzi,divise, turni di servizio e

Il procedimento

Una volta ben riscaldata la cottola è unta concotica di maiale o patata intinta nell'olio.

Si versa la colla preparata almeno 2-3 ore prima:con abili rotazioni del polso si stende la colla finoa ricoprire l'intera cottola.

Con la seconda cottola si pressa immediata-mente la colla e si inizia a cuocere il ciaccio.

Dopo alcuni minuti si controlla la cuttura nel suolato inferiore per poi girarlo a mano sull'altro.

A cottura terminata si può gustare il ciaccio bencondito e ripiegato in quattro.

Il riconoscimentoministeriale

quant'altro.Oggi dopo molti anni d'esperienza iMaestri Ciacciai si posso a buon tito-lo considerare i depositari "dell'arte delciaccio".

Il ciaccio

palaganese

Il 25 febbraio 2002 è stato registrato, pressoil Ministero delle Attività Produttive, col nume-ro 00858644, il marchio d'impresa "Ciacciopalaganese" , "prodotto alimentare ottenutocon una miscela di acqua, sale e farina".

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12 la LUNA nuova - Dicembre 2002

I nfoLa Luna nuova

Via Palazzo Pierotti 4/a 41046 Palagano (MO)

Fax: 0536/96.15.21Tel.: 0536/96.16.21

e-mail: [email protected]

Non verrannopubblicate lettere anonime

Ferragosto 2002. Dopo le ore 20 par-cheggio la mia macchina davanti all’exufficio postale, di fronte al negozio diLeandro Salvatori, per recarmi alla fe-sta dei Matti. Tornando, finita la festa,la brutta sorpresa: la macchina è lette-ralmente “massacrata” con graffi mol-to profondi, fatti con una puntaaccuminata, un cacciavite o un gros-so chiodo. Chiedendo spiegazioni, hotrovato omertà assoluta.Poi, dopo la mia denuncia alle autoritàcompetenti, scopro che molti sapeva-no del “rigatore di macchine”. Sono pa-laganese di adozione, da 40 anni ven-go qui, mi sento uno di voi, anche sesono romano. Per questo credo di po-tere rivolgere ai miei concittadini unappello: siate meno omertosi e più co-raggiosi. Ringrazio pubblicamente iCarabinieri di Montefiorino e il Vigiledi Palagano per la tempestività con laquale si sono mossi nel caso specifi-co. La macchina rigata comunque èlì, sotto casa, a ricordarmi un gestovandalico senza senso. Vi ringrazio perl’ospitalità sul vostro giornale.

Luciano Stella

Il "rigatoredi macchine"

Rispettiamola Terra

Carissima Luna ,vorrei dire alcune parole sul grandeevento di Johannesburg circa lo svi-luppo sostenibile della terra.Trattandosi di un problema di portataplanetaria trovare le parole adatte nonè facile. Gira e rigira il discorso si av-vita su se stesso e le conclusioni sonosconcertanti: i ricchi non ci stanno,sono assenti.Con la maledetta scusa che nessunofarà mai cambiare il loro modo di vive-re (lo credo bene, vivono da nababbi)offrono una manciata di dollari speran-do, così, di risolvere ogni problema.Eppure la terra non è di loro proprietà,non l'hanno fatta loro.A questo proposito non trovo di meglioche suggerire la lettura della Bibbia e,precisamente, la Genesi da dove risul-ta chiaro che l'uomo è l'amministratoredel condominio terra e non il padrone.Poi il Signore Dio piantò un giardinoin Eden, a oriente, e vi collocò l'uomoche aveva plasmato (Genesi 2,8), equesto fu il Paradiso terrestre.Piantò un giardino nel giardino, signi-fica, al centro di una creazioneincontaminata, pura e non poteva es-sere altrimenti, essendo uscita dallemani di Dio. In quell'incanto senza finel'uomo avrebbe vissuto per sempre,senza conoscere nemmeno la sconfit-ta della morte.Poi venne la prova e tutti sappiamocome andò a finire.Fatta questa premessa torniamo a noie a che cosa posso fare nell'ambientein cui vivo.A questo punto non si può prescinde-re dalle Amministrazioni locali, troppevolte silenti. Trattandosi di argomenti di

portata planetaria parecchie personepotrebbero perdersi. Spetta quindi pro-prio alla politica tenere la gente dentroal problema organizzando dibattiti, di-scutere di ambiente, di rispetto dellavita, del nostro territorio, fare, insom-ma, un vera politica ecologica facen-do della politica un'arte nobile, una mis-sione e non un mestiere.Mi rendo conto che corro il rischio diessere tacciato di romanticismo, di in-genuità, ma l'onestà intellettuale nonteme le critiche.Invito perciò quanti sono sensibili aquesta tematica di farsi vivi con scrittiper avviare un dibattito veramente ar-ricchente da ogni punto di vista.Forza, nessun timore.Stiamo parlando della nostra casa con-fortati anche dalle parole della Bibbiache dice. "Dio vide quanto aveva fatto,ed ecco, era cosa molto buona" (Ge-nesi 1,31).Se Dio ha dimostrato sommo rispettoper quello che ha fatto non dobbiamoforse averne un pochettino anche noi?Distintissimi saluti.

Ugo Beneventi

Messaggi da www.luna-nuova.itSolo ora a conoscenza di questo sito, lo ritengo interessante perla promozione delle vs.varie iniziative legate al ns. territorio mon-tano. Saluti,

Massimo

Ciao, Piace tanti da vedere e’ nostre belli piase. Io vene inAmerica 1937 e’ fa me piangere da vedere e’ mio piase.Grazie tanti. Grazie

Merice

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1313la LUNA nuova - Dicembre 2002

Posta

Cara Luna ,compiaciuto debitore alla tua redazio-ne per la preziosa rivista che puntual-mente ricevo e che ogni volta, avido,leggo con entusiasmo e malinconia,se ritieni meriti e ne valga la pena pub-blicare sulla tua rivista, ti invio un pic-colo, mediocre e semplice lavoro mio:perchè così son io! (Stia tranquilloRicchi Bruno!).Sono e mi chiamo Luigi Cappelletti,abito a Montefiorino, a Casola, ma poimi conosci bene, cara Luna, per tuttele volte che ci siamo intimamenteguardati, per l'ascolto e la luce chemi hai prestato e per le volte che, bruttabiricchina, dietro una nube facevi ca-polino e, al tuo riapparire mi dicevi"Cucù". Dicevo, appunto, sono Gigi

che dall'uggioso autunno cerca la por-ta per entrare in quell'atmosferaovattata e nebulosa che è il grigioresuo tipico: così racchiuso mi piacedilettarmi dedicando la mia attenzio-ne su un normale evento naturale.E di questo evento, che ora ti spiego,ho scritto una "cirudella" che appres-so allego e pongo alla tua attenzione.Siccome lavoro alla diga di Riccovolto,un grigio mattino novembrino, scen-do a piedi dalla Villa (l'abitazione se-rale del guardiano) verso la diga quan-do fulmineo un rapace si precipitaverso una disattenta ed affamataghiandaia.Con gli artigli l'afferra alla schiena, labecca più volte, la ghiandaia grida di-sumanamente per le ferite sofferte,poi,dopo lunga lotta la lacera ed in finele strappa un pezzo di carne vitale e,in silenzio, ancora fremente il falco laconsuma.

La mia attenzione però si è spostata,o meglio, concentrata su ciò che udi-vo: mentre la gaggia ancora urlavagemente, tutti gli altri animali che aquell'ora presto son in grand'affare percercare cibo o perchè, nottambuli,rintanano, dopo un gran comune gri-dare, hanno smesso tutti insieme divociare: tutti e di specie talmente di-verse! Alcuni caprioli, cani, un tasso,gli aironi ai bordi del lago sembrava-no aver recepito l'accaduto e, umil-mente rispettosi, dopo l'allerta, china-vano la testa per quella vita che pre-sto avrebbe avuto fine e per quellamorte che per parte di essi è neces-saria per il loro tragico-logico conti-nuo della propria vita...Fa così anche l'uomo?A te, cara Luna, il fedele e giustosguardo.Affettuosamente,

Luigi Cappelletti

Perchè cosìson io!

Addì, 13/11/2002... la belle d'erbe e d'animali famiglia...

Eran le sette di metà novembre,non un filo d'aria, cupo era il cielo,

già sulla via del lavoro astantemi avviavo lesto con umor fiero.

Tutta la natura e il regno animaleche pacatamente lascia o torna al giacilio,si allarmò e sospettò per un grido bestiale:tragica fu quell'ora di delicato equilibrio.

Un urlo, un forte greve disdegnosquarciò l'aria, disassopì la bruma dormiente;

sgarrò l'adunco rostro, nel segno,dal falco predator alla vititma urlante.

Sempre più acuto e forte il gemitopoi una pausa, tutto si fermò,

alto e risonante il silenzio si fè lievitoquand'anche l'acqua in diga si placò.

Sorpreso da scomoda pena alla vista fra volatil tortura(fu poi vincitor appago quel possente uccello:

questo è quel che comanda madre natura!)e finì intanto nel silenzio il prezioso cibo fratello.

Qual diverso atteggiamento abbiamo noi esseri umani:genocidi,omicidi, ogni sorta di bestiale (?) atrocità

indifferenti, e, con un piatto fumante pensiam all'eterno domanimentre tutto intorno accade solo per umana e sterile vanità.

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14 la LUNA nuova - Dicembre 2002

Posta

Primo CompleannoDell'Euro Auguri

Probabilmente ci siamo un po' abituati all'euro anche se ci Rendiamo conto che non è stato del tutto facile. Intanto

tiriamo avanti, dolenti o nolenti, Ma tutto sommato si tira avanti anche con imbrogli. O "così o Pomì" come si dice.

Ci siamo chiesti tante volte: come mai i conti non tornano, O per lo meno la bilancia non quadra? Molti sono i motivi

di scontento tra noi italiani. Parlando, in quanto al guadagno, chissà perchè, ci si sta stretti stretti. L 'euro, diciamolo

pure, non ci ha aiutato per niente fin ora. E questo l'abbiamo visto un po' tutti. Anche se le promesse di miglioramen-

to ci sono state Noi fin ora non ce ne siamo accorti, anzi... Nemmeno ci speriamo, siamo diventati pessimisti, Osono io ad essere pessimista! Domandiamoci anche se era migliore la "Lira" E ci rispondiamo subito "sì" senza

alcun dubbio! Lasciamo ora queste malinconie monetarie che ci Lasciano soltanto un po' dubbiosi e con l'amaro in

bocca E pensiamo al prossimo Natale non con pessimismo, ma con Un po' di umorismo, ce n'è tanto di bisogno.

Rimarranno così le cose? Beh, ci limiteremo qualche spesetta O staremo in casa a guardare la TV. Adesso

facciamo proprio gli auguri all'euro. Un anno fa ha bussato alla porta per entrare, Garbatamente e con molta

timidezza. Uno, due, tre colpetti... gli abbiamo aperto. Resterà, d'allora per sempre, la nostra unica moneta Italiana.

Auguri euro e... dacci un po' più di speranza! A tutti un augurio di Natale e Felice anno nuovo. Adelina Perotto

Chi vorrebbe entrareson due poveri vecchietti

forse un po' brontoloni ma altrettanto schiettiche umilmente chiedono a voi:

"avreste un angolino anche per noi?"Ci son due cose che ci stan sul gozzo

e vorremmo sfogarci con la ex Luna nel pozzo.Amavamo tanto Palagano questo paesello

che ai nostri occhi dei dintorni era il più bello!Per questo un bel "brutto" dì abbiam pensato

che per qualche mese all'anno l'avremmo abitato.Così con tanti sacrifici a poco a poco

siam riusciti a reggiungere il nostro scopo.Almeno Luglio e Agosto senza dubbio alcunodue mesi tranquilli non ce li toglieva nessuno.

Poveri illusi! Disgraziati noi! Ma dove siam capitati?da un mucchio di cani inferociti siamo circondati!

Non avremmo creduto mai che diventando anzianisaremmo arrivati a odiare tanto i cani!

Tentar di riposare un pò? A qualunque ora siaun concerto di abbiar ci tiene compagnia!

Non solo di notte ma per tutto il giornonon si trova pace con 'sta cagnara intorno!

Ogni gatto che passa o frasca che si muovaa queste bestiacce tutto sembra dare noia.

Circa trent'anni fa anche noi tre cani avevamoe con amore li custodivamo,

li avevamo pur educatia non disturbar troppo coi loro ululati.

Essi sapevan che buoni buoni dovevan starea meno chè qualche intruso tentasse di scassinare.

Ma questo gruppetto intorno a noi così poco intelligenteci par che di educazione non ne sappia proprio niente!

Sia che passino viandanti , bambini o delinquentiin ugual modo a tutti mostrano i loro ringhiosi denti,se poi suona il mezzogiorno o le campane a festa

sembra addirittura che perdano la testa!Timidamente questo problema di esporre abbiam cercato

ma…"bisogna lasciar correr" è la risposta che ci hanno dato.

Qualcun ci ha perfino suggerito:"esistono i tappi per attutir l'udito".Già provati ma…niente da farecontro 'sto penetrante latrare!Credeteci, non sappiam quanto tireremo avantiper sopportar 'sta cagnara non siamo abbastanza Santi.Un'altra cosa esce spontanea dai nostri cuorie vorremmo spiegazioni dai nostri amministratori.Come pensano di trattenere i turisti più di un giornoSe servon lor cert'aria puzzolente per contorno?noi ex contadini a certi odori siamo abituati,ma in giro ci son anche molti olfatti delicati.Quante lamentele a 'sto proposito abbiam raccoltocon disgustose smorfie stampate su ogni volto!Eppur di parlar chiaro manca il coraggioe così si ingoia tutto in questo bel villaggio.Possibile che non vi sia legge od alcun rimedioper far scomparir questo puzzolente tedio?E' chiaro che ogni palaganese deve essersi accortoche di anno in anno questo paese è sempre più morto.Oppur vien fatto apposta a far scappar la genteusando questo metodo tanto puzzolente?Questo l'abbiam sperimentato sulla nostra pelleperché tra questi cani e porci abbiam diradato le copagnie più belle.Rimpiangiamo i primi tempi quando appena qui arrivatid'amici allegri s'era sempre circondati.A questo punto tre cose abbiam capitoche gli abitanti attorno a noi o sono rassegnati o manca loro l'olfattooppur l'udito.Con quest'ultima frase non vorremmo offendere nessunocontando sulla libertà di parola che dovrebbe aver ognuno.Ci scusiamo tanto se in questa missiva c'è tanto da ritoccarepurtroppo ai tempi nostri arrivammo solo alla terza elementareQuesto è lo sfogo di un villeggiante e della sua vecchiettache per avere pace dovrebbero lasciar la loro casetta.E qui il nostro sermone è terminatoma ora cosa dobbiam fare perché venga pubblicato?

Due persone disperate che credevanodi trascorrere a Palagano vacanze beate!

E'permesso?

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Solidarietàdi Davide Bettuzzi

Infanzia rubata, infanzia violata

Dovrebbero andare a scuola, dovreb-bero giocare, fantasticare, cantare,essere allegri e vivere un’infanzia fe-lice. Invece, almeno 300 milioni dibambini nel mondo sono costretti alavorare e spesso a prostituirsi, a su-bire violenze a fare la guerra. E tuttociò in aperta violazione delle leggi, deiregolamenti, delle convenzioni inter-nazionali sui diritti dell’infanzia.L’infanzia rubata, l’infanzia violata sipuò riassumere in queste cifre:- 11 milioni di minori muoiono ognianno, prima di avere raggiunto i cin-que anni, per malattie o problemi chepotrebbero essere facilmente elimina-ti;· 150 milioni di bambini soffrono dimalnutrizione;· 120 milioni di bambini sono costrettiad evadere l’obbligo scolastico;· 211 milioni di bambini sono obbligatia lavorare nelle fabbriche, nelle cam-pagne, persino nelle miniere;· 600 milioni di bambini, cioè un quar-to dei bambini di tutto il mondo, vivo-no in condizioni di estrema povertà;· 2 milioni di bambini sono morti, nelcorso degli anni ’90, a causa di con-flitti armati;· 20 milioni sono stati costretti a ab-bandonare le loro case;· 300 mila bambini sono stati reclutatie combattono in diversi paesi africa-ni, asiatici e del Medio Oriente in eser-citi regolari e gruppi armati di opposi-zione;· 130 milioni di donne hanno subito,da bambine, mutilazioni sessuali e ognianno se ne aggiungono altri due mi-lioni (soprattutto in Africa, in alcunipaesi del Medio Oriente, in alcuneparti dell’Asia, nelle Americhe e in Eu-ropa - Italia compresa - all’interno dellecomunità di immigrati);· 1 milione di bambini ogni anno ven-gono “comprati” e costretti a subireabusi e sfruttamento;· 13 milioni di bambini hanno perso lamadre o entrambi i genitori a causadell’Aids.Nell’ultimo anno 580.000 bambini sonomorti per questa terribile malattia; più

di 3 milioni sono sieropositivi e altri2.200 bambini contraggono ogni gior-no l’HIV.Con la campagna “infanzia rubata,infanzia violata”, Zapping (trasmissio-ne radiofonica di RADIO 1 che va inonda dal lunedì al venerdì dalle 19.40alle 21) e l’UNICEF-Italia si propon-gono di sensibilizzare le forze politi-che e sociali e l’opinione pubblica,con particolare riferimento al mondodella scuola, per condannare con fer-mezza soprattutto tre aspetti estremidella condizione dell’infanzia nel mon-do.E per esprimere:- un “NO “ alla pratica delle mutila-zioni sessuali,- un “NO” al cosiddetto turismosessuale,- un “NO” ai bambini - soldato.

Le mutilazioni genitali (infibulazionee non solo) interessano da qualchetempo anche il nostro paese (sonocirca 40 mila le donne che hanno su-bito mutilazioni sessuali e ogni annonel nostro paese almeno 6 mila bam-bine, fra i sei anni e i dodici anni,subiscono questo barbaro trattamen-to), anche per l’assenza di una spe-cifica legge punitiva per questo tipodi reati. Sono state presentate, infatti,diverse proposte di legge in materia,anche di recente, ma il parlamentonon le ha ancora prese in esame.Il turismo sessuale. Responsabili del-

lo sfruttamento sessuale dei bambininel turismo sono pedofili provenientidall’Europa, dagli Stati Uniti e dal Giap-pone, che rappresentano il noccioloduro dei profittatori di minori, a cui sidevono aggiungere i “profittatori oc-casionali”. Il turpe fenomeno si svol-ge soprattutto nei paesi dell’EstremoOriente (Filippine, Thailandia, Cam-bogia, ecc...), dell’America Latina(Brasile, Santo Domingo), ma anchenell’est europeo (Moldavia, Romania,Russia). L’obiettivo è di sradicare ogniforma organizzata di sfruttamentosessuale dell’infanzia (agenzie turisti-che in primo luogo).Bambini - soldato . Vi è un protocol-lo ONU che vieta l’impiego in guerradei minori ma purtroppo non viene ri-spettato dai 35 paesi interessati (afri-cani e asiatici in modo particolare) eil protocollo - voluto con forza dall’UNI-CEF e da numerose organizzazioninon governative - è stato ratificato dapochi paesi.Tre NO, dunque, per restituire l’infan-zia ai bambini perché - come ha det-to anche il Segretario delle NazioniUnite, Kofi Annan - gli adulti hannotradito i bambini di tutto il mondo, fa-vorendo le piaghe della malnutrizio-ne, delle malattie e degli abusi più or-rendi, mietendo vittime tra i bambini ei minori di tutta la terra.Tre NO per difendere i diritti dell’in-fanzia, che sono i diritti del nostro fu-turo.

Campagna dei “Tre no” di “Zapping” in collaborazione con l’UNICEF Italia

UNICEF Italiae-mail:

[email protected]: 06/47809270

Via Vittorio Emanuele Orlando, 8300185 - Roma

Per aderire alla campagnaInviare la propria adesione a:

ZAPPINGe-mail: [email protected]

Fax: 06/33172212Largo Villy De Luca, 4

00188 Saxa Rubra - Roma

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Il campo ove ora sorge l’istituto, apparteneva a Ranucci Arturoed era famoso per la sua fertilità.Il buon impasto del terreno, la giacitura quasi perfettamentepianeggiante, con leggera pendenza verso ovest e l’assenzacompleta di sassi erano caratteristiche ideali per la lavorabilitàche allora si faceva, ad anni alterni, a mano, cioè con la vanga.Infatti se un campo, come lo sono quasi tutti nella nostra zona,era in pendenza, in genere veniva lavorato con la zappa a dueo tre punte (magao). Ma un campo pianeggiante lo si lavoravacon la vanga.Allora vigeva la massima: la vanga ha la punta d’oro, la zappad’argento e l’aratro di ferro. L’aratro di allora, chiamato faicatta,era in legno con il vomero in ferro, e veniva trainato per lo piùda due magre mucche ed andava alla profondità di 4 dita. Ipossenti buoi, coi quali si riusciva a fare una buona aratura,erano un privilegio di poche famiglie. Quel campo, chiamato

Casa Papa Giovanni

Approfondimenti Approfondimenti Approfondimenti

Perché uno speciale su Casa Papa Giovanni?La risposta è semplice: è una struttura che

avvertiamo tutti come importante a livello dicomunità, lo è stata nel passato sin da quando

è nata con le sue diverse funzioni fino ai giorninostri (vedi la ricostruzione di Igrazio Ranucci).

Ecco perché l’interesse, ecco perché leinterviste a livello amministrativo.

Non mi voglio dilungare, e approfittare del fattodi aver proposto questo speciale, di essere

nella redazione della Luna ed anchecapogruppo di minoranza della lista civica

"Insieme", ma brevemente vorrei dire anche lamia opinione. Quando riteniamo e sosteniamo

che qualcosa o qualcuno è importante, lodobbiamo dimostrare con i fatti, tanto più se

siamo amministratori, questo sempre nell’otticadell’interesse collettivo e non particolare.

Fermo restando questo principio credo chesarebbe utile chiedere alla popolazione cosa

ne pensa, se c’è qualche proposta concreta, sepossono esserci delle sinergie… Lasciando

andare le cose, forse, perdiamo un’altra buonaoccasione per creare occupazione e sviluppo

ad un paese che in questo particolaremomento ne avrebbe bisogno.

Elisabetta Gazzetti

La storia

Riportiamo un articolo pubblicato su la Luna di alcunianni fa a firma del compianto Ignazio Ranucci

quando fece una ricerca storica ed un'analisi sulla"questione" Casa papa Giovanni.

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Pian Valera, era lavorato da Nicode-mo dal Monte, un lavoratore formida-bile. Lo ricordo ancora curvo sullavanga quando, noi bimbi, andavamoin gruppo alla scuola prima delle otto,e lì lo trovavamo, quando tornavamoa casa sul mezzogiorno.Talvolta al nostro arrivo sospendeva illavoro. Estraeva dalla tasca il pac-chetto di trinciato forte e la pipa; simetteva in cuflatta (si piegava sulleginocchia senza toccare il sedereper terra); con il pollice e l’indice dellamano destra prendeva una presa ditabacco che poneva nel palmo dellamano sinistra e l’inumidiva con lasaliva perché la fumata durasse più alungo; quindi caricava la pipa e l’ac-cendeva con l’accendino a benzinache allora era un apparecchio moltoraro. Tra un’aspirata e l’altra raccontava a noi bimbi, ritti inpiedi tutt’attorno, le vicende dell’America dove aveva lavo-rato molti anni. Ricordo ancora la sua faccia serena esorridente, indizio di completa soddisfazione e tranquillitàinteriore.Nel ’56 la famiglia di Ranucci Arturo lasciò il paese pertrasferirsi a Casinalbo. Nei primi anni l’attaccamento allaterra d’origine era fortissimo e pur essendo lontani, laproprietà veniva conservata con geloso attaccamento. Mapoi gli inconvenienti pratici indussero a vendere il campo.Come capita quasi sempre qua da noi, le idee sui valoriimmobiliari sono molto confuse.Gli aspiranti all’acquisto erano molti, ma nessuno volevapagare il prezzo richiesto. In questa situazione si era arrivatiagli anni ’60 quando in paese giunse la notizia che un Padredi un ordine sconosciuto stava viaggiando sull’Appenninoalla ricerca di un luogo idoneo per costruire un centro diformazione religiosa. Scattò immediatamente la decisionedi rintracciare quel Padre e convincerlo di venire a Palaga-no.Infatti niente viene gratis ed il progresso bisogna saperselomeritare. L’unico indizio a disposizione per la nostraricerca, era che un giovane di Monchio apparteneva aquell’Ordine. Interessammo della cosa anche Madre Imel-de, che con il suo acume e la possente organizzazione delsuo Istituto Religioso, sicuramente, come sempre, avrebbedato un validissimo aiuto. Nel frattempo il Sindaco di allora,Viterbo Casini, le cui condizioni economiche sono semprestate modeste, sia prima che dopo la carica amministrativa,trovò il coraggio di acquistare il campo di Pian Valera, perconto del Comune, senza alcuna autorizzazione né delConsiglio né della Giunta, anticipando di tasca propria epagando l’intera somma richiesta dal venditore (mi sembra1.800.000 lire).Intanto era stato rintracciato colui che stavamo cercando edin Palagano vidi per la prima volta Padre Aristide Bonomini,

che trovò nel nostro paese l’ambiente ideale per la suainiziativa. Ma i problemi da risolvere erano ancora numerosie tutt’altro che facili. Non esisteva un acquedotto pubblicoe lo stradello per S. Stefano, appena costruito, aveva lecurve strette che non consentivano il passaggio dei grossiautotreni e lo stesso terreno già acquistato era insufficiente.Per fortuna non esistevano i vincoli amministrativi soffocantiattuali, ed eravamo liberi di decidere, noi, delle nostreiniziative. Infatti quello era un terreno agricolo ed oggisarebbe impensabile potere realizzare un’opera del generein tempi ragionevoli. L’Ente Regione allora, fortunatamente,non esisteva.In sede di progetto, risultò necessario altro terreno. Per lacorrezione delle curve occorreva la disponibilità gratuita deiproprietari frontisti. Non so se è stata l’abilità di chi condu-ceva le trattative o la buona volontà delle controparti; tutti iproblemi furono rapidamente risolti.Meritano di essere ricordati Ranucci Stefano che accettòun’indispensabile permuta di terreno, ma soprattutto il fuMarasti Giovanni che sacrificò a malincuore, ma con altosenso civico, il suo unico fertile campo. Il progetto dell’edi-ficio fu approntato dall’Ing. Bettazzi di Bologna in collabo-razione con l’Ing. Romano Piacentini che fu anche direttoredei lavori, eseguiti poi dall’Impresa Stefano Piacentini.Merita di essere ricordato, per la sua capacità ed assolutaserietà nella conduzione di quei lavori e di tanti altri, fino allimite della convenienza economica, il Capocantiere EzioPiacentini purtroppo recentemente scomparso. Su tuttivigilava Padre Aristide che fungeva un po' da ingegnere unpo' da architetto. L’opera è riuscita veramente bene; solida,razionale ed imponente, e forse superiore alle condizioni epossibilità reali della zona. Il nostro paese, in quegli anni,era pieno di iniziative.Tra l’altro merita di essere ricordato l’inizio dei lavori dicostruzione degli alberghi Dragone e Parco. La fiducia el’entusiasmo si respiravano nell’aria. Questa era l’atmosfe-ra, oggi impensabile, in buona parte dell’Italia, ed anche nel

Approfondimenti Approfondimenti Approfondimenti

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nostro paese, agli inizi degli anni ’60. Era l’Italia del boomeconomico e dell’Oscar assegnato alla nostra moneta. Ciòera frutto di una politica di vera libertà individuale edeconomica concessa ad un popolo labo-rioso ed intraprendente che sapeva utiliz-zare al meglio quelle condizioni. L’Italiastava veramente uscendo dall’atavico sot-tosviluppo e dall’agricoltura della faicatta.Ma proprio in quegli anni stavano maturan-do degli eventi che avrebbero cambiatoradicalmente non solo il corso della storiadell’Italia intera, ma soprattutto di questenostre contrade. In meglio secondo alcuni,in peggio secondo altri. Non accenno aquesti eventi, perché saranno oggetto dialtro servizio. La ricchezza diffusa comin-ciò a dare i suoi frutti, ma anche a crearenuovi problemi. Iniziarono ad essere istitu-ite scuole medie pubbliche in tutti i comuni ed anche aPalagano.Ciò impose ai Padri, che avevano già iniziato i lavori dicostruzione dell’edificio, un cambio di programma. Quel-l’istituto avrebbe accolto, non una scuola privata, ma lascuola pubblica.Iniziò la sua attività il 9 ottobre 1966, con l’inaugurazioneufficiale il 4 novembre successivo. Il nostro paese venne atrovarsi in una condizione di privilegio. Aveva una scuolaprivata femminile istituita negli anni ’50 dalle Suore France-scane, con un centinaio di allieve interne ed una scuolapubblica con due sezioni: quella in Palagano centro, accoltain locali di fortuna e frequentata da alunni del luogo e quelladi Casa Papa Giovanni, frequentata oltre che da alcuniragazzi locali, da circa un’ottantina di alunni interni, prove-nienti dai paesi di tutta la provincia. Inoltre quell’imponentecomplesso, sulla fine degli anni sessanta, aveva consentitoal paese di Palagano di essere scelto dalla FederazioneNazionale Tennis, come sede di un ambitissimo CentroTecnico, i cui corsi si svolgono da giugno a fine agosto eche portano in paese una consistente quota di turisti. Alcuni dei campioni di tennis che onorano l’Italia in campointernazionale, hanno avuto la formazione sui nostri campi.Ci sarebbe da pensare che questa situazione di privilegioavrebbe dovuto rendere soddisfatti i palaganesi.Nemmeno per sogno.Non piaceva ad una parte di popolazione, o meglio a talunecorrenti politiche le quali cominciarono ad aizzare i loroaffiliati contro la scuola confessionale, come se i muriinfluissero sulla formazione dei giovani. Infatti gli insegnantierano tutti di nomina pubblica. Ma i partiti pensano al lorointeresse non a quello della comunità. Così iniziò unacampagna contro la scuola dei preti, con pretesti vari, su cuiè inutile soffermarsi.L’Amministrazione Comunale, pur essendo ancora dellostesso colore di quella del defenestrato Casini, consideròperfettamente legittime queste richieste e come espressio-ne della volontà dell’intera popolazione. Perciò le fece sue.Si diede da fare per ottenere il finanziamento statale di un

Approfondimenti Approfondimenti Approfondimenti

nuovo imponente edificio per la scuola media. A dire il veroci furono delle voci dissenzienti. C’era chi sosteneva che ilprogetto di quel grosso edificio, oltre che costosissimo, erain parte superfluo; non solo, ma anche dannoso al paese,perché, a lungo andare avrebbe messo in crisi lo stessoedificio di Casa Papa Giovanni.Un paese piccolo come Palagano, con prospettive diulteriore riduzione, non poteva permettersi due complessiedilizi così imponenti aventi lo stesso fine. Ma quelle eranole voci dei soliti reazionari, notoriamente contrari al progres-so. Pertanto non furono nemmeno prese in considerazione.Così anche Palagano ebbe il suo edificio per la scuola chetutti conosciamo. Da quel momento gli alunni interni delcollegio Papa Giovanni dovettero uscire per recarsi ascuola. Il sacrificio era lieve, ma non piacque ai genitori,che li ritirarono. Casa Papa Giovanni finì come collegio.La scuola media statale di Palagano perse due classi ecome conseguenza anche la Presidenza, che fu spostataa Montefiorino. Ma la cosa fu considerata da taluni salutare,perché ora il nuovo edificio pubblico poteva accogliereanche le classi elementari. In seguito accolse anche l’asilo.Casa Papa Giovanni, con i soli proventi dell’affitto estivo daparte del CONI, non poteva sussistere.Perciò tentò di integrare, svolgendo anche attività di acco-glienza. Ma la cosa non ha retto ed ora è chiusa. C’è daaugurarsi che non venga chiusa anche al CONI, perchéallora sarebbe una mazzata all’economia del paese.Ho occasione di passare, la sera, presso quell’edificio e mitornano in mente le schiere di giovanetti che un tempo sirincorrevano nei giochi serali e sento ancora nelle orecchieil loro vociare giovanile; vedo ancora le frotte di popolo cheuscivano dalla messa serale festiva o da una delle tantemanifestazioni che lì si sono tenute.Quell’imponente sagoma, illuminata da una fioca luce, nelletenebre e nel profondo silenzio della notte, assume unaspetto spettrale e quasi cimiteriale, dove sono seppellitetante fatiche e tante illusioni.

Ignazio Ranucci

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Approfondimenti Approfondimenti Approfondimenti

In risposta alle vostre domande riguar-danti la struttura Casa Papa Giovannisono a comunicarvi quanto segue: perquanto a nostra conoscenza esisteuna promessa di vendita, peraltro maipresentata al Comune di Palagano infavore di un cittadino non residentenel nostro comune. Preciso che didetta promessa di vendita la proprietànon ha mai comunicato niente all'am-ministrazione.La soluzione auspicabile è senz'altroil mantenimento per fini sociali e diinteresse collettivo della struttura CasaPapa Giovanni.A tal proposito desidererei precisareche la passata amministrazione ha

Luigi Marcucci ci comunica quanto segue.Nella seduta Consigliare del 30/10/02 come Capogruppo di minoranza dellalista “Uniti per Palagano", ho sollevato (oltre ad altre problematiche), il problemadi Casa Papa Giovanni, chiedendo spiegazioni al Sindaco e alla Maggioranza,nell’ordine:- se erano a conoscenza dell’ipotesi di vendita della struttura;- che destinazione d’uso;- a quali condizioni;- se il Comune era interessato.Il tutto per mettere a conoscenza l’intero consiglio e di conseguenza i cittadiniche fine stava facendo una struttura di importanza strategica per il Comune diPalagano. Dopo una breve discussione, non esaustiva, la maggioranza si im-pegnava di approfondire l’argomento nella prossima seduta Consigliare .Arrivati alla seduta Consigliare del 6/11/02 la discussione è stata ripresa, lamaggioranza, non essendo in possesso di nuovi elementi, tranne quello di es-sere venuti a conoscenza della proroga al 31/12 dell’opzione all’acquisto delpresunto acquirente, non è stata in grado di approfondire più di tanto l’argo-mento. Sarebbe utile avere più informazioni per poter ragionare insieme al finedi trovare la soluzione migliore.

Luigi Marcucci

In risposta al suo fax le trasmet-to quanto abbiamo stabilito suCasa Papa Giovanni.Le cose certe sono:1. è stata deliberata da parte no-stra e da tempo la chiusura el'alienazione di Casa Papa Gio-vanni.2. La soluzione auspicata non èla "speculazione", ma che daparte di chi l'acquista vi sia unaulteriore e significativa utilizza-zione a scopo "sociale" a bene-ficio del territorio.In questo senso ci stiamo muo-vendo.

I padri Dehoniani

Le intervisteNel tentativo di avere un quadro più completo e chiaro della situazione attuale abbiamo pensato di chiedereinformazioni al Sindaco del comune di Palagano, Paolo Galvani; a padre Luigi Mostarda, padre provinciale deiDehoniani, proprietari della struttura, a Luigi Marcucci, consigliere di minoranza, che in una recente seduta delConsiglio Comunale ha sollevato la questione ed infine ad Elver Ferretti attuale gestore del "Centro Sportivo PapaGiovanni XXIII". Ai padri Dehoniani sono state poste le seguenti domande: Quale è la situazione attuale di casaPapa Giovanni?; Quale soluzione auspicabile?. Oltre a queste due domande al Sindaco Galvani è stato chiestoanche se è al corrente di altre soluzioni proposte da privati. Il consigliere Marcucci è stato interpellato riguardo alsuo intervento in Consiglio Comunale. A Elver Feretti è stato chiesto quali sono stati i punti di forza e di debolez-za nella gestione. Le risposte sono state piuttosto sintetiche e vengono riportate nella loro interezza. Certamenteavremmo desiderato qualcosa di più.

operato per alcuni anni direttamenteper mantenere la struttura nell'ambitodell'interesse collettivo, ha poi dovutorinunciare all'iniziativa causa l'oppo-sizione di una parte dei consigliericomunali e per l'interessamento di unasocietà locale che voleva subentrarenella gestione.In ogni caso l'amministrazione oggi,come in passato, si sente impegnataa sostenere iniziative che abbianocome fine la valorizzazione della strut-tura in campo turistico, ricettivo e so-ciale.

Paolo GalvaniSindaco di Palagano

Amministrazione Comunale

Minoranza

La proprietà

Le potenzialità di Casa Papa Gio-vanni sono notevoli in quanto unastruttura di questo genere è nataper ospitare gruppi di giovani an-che numerosi.Il problema più grande l’abbiamoavuto nei rapporti con l’amministra-zione comunale che, nonostanteapparenti promesse, spesso ci haposto in condizioni di serie diffi-coltà.Palagano di per sé può attirare tu-risti, ma la mancanza di servizi peri giovani e l’assenza di integrazio-ne con il restante paese (spessosi è vietato ai giovani ospiti di an-dare in paese a causa di attriti coni ragazzi locali) hanno contribuitoa decisioni negative.

Elver Ferretti

Il gestore

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I sgantin

(i segantini)

Poco tempo fa mi ha scritto dalla Fran-cia un carissimo amico, Aurelio Fio-ri, originario di Savoniero il quale, pur-troppo, quest'anno non ha potuto rien-trare al paese natio per problemi disalute e di età (92 anni compiuti); ri-ceve abitualmente la Luna nuova elegge con estremo piacere le notizieche lo tengono legato alla "sua sto-ria". La lettera che mi ha scritto mi haprofondamente toccato per l'amoreche in essa traspare per la nostra ter-ra, la nostalgia di chi ha dovuto ab-bandonare i nostri monti, il paese, lacasa, gli affetti per cercare un lavoroall'estero. Per sommi capi Aurelio miha scritto: "Carissimo Silvano, leggosempre dalla prima parola all'ultimai vostri racconti ed amo in particolarmodo quelli scritti nel nostro dialet-to. Ho pensato tante volte di scriver-vi per dirvi bravi ma la mia calligrafiadimostra ormai i miei troppi anni.Sono nato il 24 febbraio 1911, ho fre-quentato la scuola fino a 9 anni poi imiei genitori mi hanno mandato a fareil manovale ai muratori che stavanocostruendo la nostra casa (purtrop-po dopo pochi anni una frana l'ha di-strutta completamente). Fui manda-

to poi nell'impresa Mucciarini chestava costruendo il ponte sul Drago-ne e i muraglioni lungo la provincialedi Savoniero, ma siccome ero anco-ra troppo piccolo mi affidarono il com-pito di portare da bere ai tagliapietree a coloro che sminuzzavano la ghia-ia. Più tardi anch'io iniziai il lavoro discalpellino ma fui ben presto costret-to ad emigrare in Francia nelle vici-nanze di Tolone dove abito tuttora.Problemi di salute e di età mi impe-discono ormai di ritornare al paese,ma il vostro giornale mi aiuta a con-servare un legame con tutti voi: viringrazio di cuore e vi mando una fi-lastrocca che ancora ricordo daquando ero ragazzo.Voi sapete come si faceva un tempoa preparare le travi e le tavole ne-cessarie per le costruzioni: i grossi

tronchi, privati della corteccia e squa-drati, venivano posti su un cavallet-to. Sul tronco, con un filo intinto nel-la vernice, venivano tracciati i segnilungo i quali occoreva tagliare, poi idue segantini si ponevano uno in pie-di sul tronco, l'altro sotto e con unasega disposta su un ampio telaio ret-tangolare che la teneva in tensioneiniziavano la loro opera. Il segantinoche era "sotto" era quello che face-va la fatica maggiore e su di lui ca-deva sempre il "raso" prodotto du-rante il taglio; spesso perciò si alter-navano, ma a volte c'era qualcunopiù prepotente che trovava tutti i mo-tivi per stare sopra"."Un caro saluto a tutti e grazie anco-ra per il vostro giornale.".

Aurelio Fiori

Al diretur l'era Canovache det sota lu en gh'andeva

e al dis: "Sat adesa cusa et fa?Vam a tor qual chè casca!"

E alura Custantine partes cuma un leune l'arturna cuma e vent

cun u sgun cun toch i dent.E Canova cun l'aria ed preputent:

"Anc esta volta a munt so mee ded sota estag pur te!"

Mi sembra superfluo aggiungere qualche cosa alla lettera di Aurelio; attraverso la Luna ricambiamo commossi i suoisaluti ed auguri: credo che le parole che ha detto siano la più bella ricompensa per tutti quelli che collaborano a questogiornale.

Il direttore era Canovache di sotto mai andavae dice: "Sai adesso cosa fare?Quel che è caduto va a pigliare!".Ed allora Costantinoparte a guisa di un leonee ritorna come il ventoil segone con ogni dente.E Canova il prepotente:"Anche stavolta di sopra ci sto ioe di sotto resti tu!".

I segantini

di Silvano Braglia

Val Dragonedi Silvano Braglia

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Val Dragonedi Aldo Magnoni

Nei primi anni del dopoguerra, in pa-recchie località della val Dragone eraancora viva l’usanza di accendere fuo-chi rituali, alla vigilia di alcune festedel ciclo dell’anno, del ciclo religiosoe del ciclo agrario.Un interessante saggio del 1962, ope-ra di Giuseppe Bedoni, analizzò congrande cura queste antiche tradizioniin tutto il territorio modenese, e mi paropportuno, limitatamente alle nostrezone, attingere da questo studio lenotizie che, se risulteranno nuove allegenerazioni giovani e dimenticate aquelle più vecchie, non mi avranno fat-to operare invano.

Feste del ciclo dell’annoNatale: la tradizione di accendere lasera della vigilia il ceppo natalizio erausanza tipica di Casola, Palagano eFrassinoro.Ultimo giorno dell’anno: era festeg-giato con falò a Monchio, Palagano eCargedolo.Epifania: questa festa era precedutada falò, accesi verso la mezzanottedella vigilia nel Comune di Palagano.Carnevale: l’ultimo giorno di questoperiodo era accompagnato da fuochia Monchio e Cargedolo.Periodo pasquale: ll Venerdi Santo,a Casola e Cargedolo, i contadini era-no soliti accendere fuochi nella tardaserata di questo giorno, nelle strade,in mezzo ai campi e nelle alture.

Feste del ciclo religiosoIn maggio a Lago e in luglio a Pala-gano, corrispondevano alle solennitàdella Madonna e alle sagre patronali,alla vigilia delle quali si facevano i falò.

Non erano tradizione nelle nostre zonele feste legate al ciclo agrario come

trebb ia tura ,spannocchiaturae vendemmia.Il materiale per i fuo-chi variava a seconda delle occasio-ni, e poteva essere:un tronco di olmo, di faggio, di quer-cia che serviva per il ceppo natalizio;fascine, covoni, paglia, foglie, gine-pro per il falò;un palo;pertiche e fiaccole;un pupazzo di paglia e stracci.

I luoghi dove avveniva l’accensione deifuochi, erano il focolare domesticoper il ceppo natalizio, l’aia, i campi, lealture, le contrade e i crocicchi per ifalò. L’appiccafuoco era quasi sem-pre il capofamiglia o la persona piùanziana.Alla vigilia di Natale il cerimoniale deifuochi prevedeva: il capofamiglia o lapersona più anziana, prima o dopocena accendeva il ceppo (in dialetto“ciòca”) servendosi di fascine o di gi-nepro (a Casola) dopodiché recitavail rosario o leggeva la novena di Nata-le e tutti i presenti rispondevano allepreghiere, seduti intorno al focolare.La mattina successiva la cenere delceppo veniva lasciata nel camino oraccolta o, come a Casola, sparsanella cucina per scongiurare le ma-lattie dalla casa.L’ultimo dell’anno era festeggiato confalò fatti di paglia, radici, stecchi efoglie secche ammucchiati in mezzoai campi.A Palagano e Cargedolo allo scocca-re della mezzanotte, i ragazzi accen-devano i falò anche nei cortili, nei cro-cicchi e sulle alture.Alla vigilia dell’epifania (erano questigià ricordi dei vecchi oltre 40 anni fa),

in ogni casa il padre metteva un cep-po a bruciare nel camino, mentre ladonna più anziana lo percuoteva conun grosso bastone dicendo lentamen-te: “Ecco, queste scintille sono i pul-cini, i vitellini, le oche, le galline, i ca-valli, gli asini che nasceranno nell’an-no”.Verso la mezzanotte, i contadini assi-stevano nei campi ad un grande rogonel quale veniva bruciato un fantoc-cio di paglia che, coperto di stracci,voleva assomigliare alla “vecchia”. APalagano i giovani facevano i falò neicampi.L’ultimo giorno di carnevale a Mon-chio e a Cargedolo gli uomini e i gio-vani preparavano sui groppi, sulle al-ture e nei cortili, dei grossi falò chevenivano accesi all’imbrunire. A Fras-sinoro i fuochi erano fatti di spini diginepro e nella notte, mantre i falò ar-devano sui colli, gli uomini suonava-no i corni.Gli abitanti di Casola e Cargedolo ac-cendevano i falò la sera del VenerdìSanto verso le nove, nelle strade e sul-le alture. A Casola essi facevano par-te della cerimonia religiosa durante laquale la statua di Gesù morto venivaportata in processione. Sulle alture gliuomini alimentavano numerosi falòcon paglia, onde le fiamme si innal-zassero maggiormente e mandasse-ro bagliori; man mano che la proces-sione passava davanti alle case, ognicapofamiglia dava fuoco al proprio falòfatto in mezzo all’aia.A Lago, la sera dell’ultimo giorno dimaggio dedicato alla Madonna, si ac-cendeva il falò in mezzo alla strada

Spigolando tra

vecchie

ricerche

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22 la LUNA nuova - Dicembre 2002

Val Dragoneprincipale del paese.In occasione delle feste patronali,

Festa Paese Tipo di fuoco Luogo Appiccafuoco

Natale

Ultino dell'anno

Epifania

Carnevale

Venerdì Santo

S. Michele (8 maggio)

Prima domenica dimaggio - Madonna delCalvario

16 luglio - Madonnadel Carmelo

15 agosto - Madonnadella cintura

Terza domenica disettembre - Madonnadel Calvario

PalaganoFrassinoroCasola

PalaganoMonchioCargedolo

Palagano

MonchioCargedolo

CasolaCargedolo

Lago

Lago

Palagano

Lago

Lago

Ceppo natalizioCeppo natalizioCeppo natalizio

FalòFalòFalò

Falò

FalòFalò

FalòFalò

Falò

Falò

Falò

Falò

Falò

FocolareFocolareFocolare

Crocicchio e altureCrocicchio e altureAlture

Campi

Sagrato della chiesaColli

Colli e campiColli e campi

Altura di Cedola

Monte del Calvario

Alture e crocicchi

Alture (i grot)

Monte Calvario

Pillole...

PadreCapo famigliaNonno

RagazziRagazziGiovanetti

Giovani

BambiniGiovani

UominiUomini

Uomini

Uomini

Ragazzi

Uomini

Uomini

di Luciano Casolari

A Boccassuolo si diceva questa filastrocca:

Questa filastrocca insegnava a non restare mai ultimi. Sidenota inoltre la povertà della tavola di una volta.

Per insegnare il nome delle dita delle mani i bambini piccolivenivano presi in braccio, gli si toccava il mignolo dicendo"didin", l'anulare "spusin", il medio "lungun", l'indice "cavaocchjë" (cava occhi), il pollice "mazza piocchië" (ammazzapidocchi) che la diceva lunga sulle condizioni igieniche deinostri avi..

Zirlinzin ca Casc'telnëva iern in sett a ber un ëv

mì c'a iera in cimma a l'uscem tuccò d'alcar e gùsc

Zirlinzino da Castelnuovoeravamo in sette a bere un uovoio che ero sulla portami toccò leccare il cuscio

Attrezzi di una volta

sempre a Lago, i fuochi venivano ac-cesi sulle alture di Medola e del Cal-

vario.In sintesi conclusiva e riepilogativa:

Bercia

Contenitore in vimini per il trasporto di fieno o fogliemontato su birocci con ruote anteriori o privi di ruo-te: i "strascin".Differiva dalla benna per la sua profondità, circa120-130 cm contro il 50-60 cm di quest'ultima.

(Immagine gentilmente concessa da Irene Bartolai)

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2323la LUNA nuova - Dicembre 2002

Il pazzo della lunadi S. Nieleda

L’altra sera, navigando su internet, hoscaricato un CD di Zucchero. Ades-so ho il computer invaso dalle formi-che e, ogni tanto, mi appaiono anchesul monitor con le loro piccole imbar-cazioni e, se mi vedono, mi fanno ciaocon la zampina. La cosa disturba unpò, si chiama formicolio e ti si addor-mentano le gambe che non ti dicodopo a stare in piedi.Ma c’è decisamente di peggio nellavita. O no ? Basta leggere i quotidianio guardare i TG...Ieri sera, per esempio, ho sentito laterribile notizia di quella operaia na-poletana che si è distesa sui binaridella linea Roma-Napoli ed è mortacon otto ore di ritardo: ma vi rendeteconto in che paese viviamo? Genteche si suicida in ritardo; genitori vio-lenti, come quella mamma di Bresciache picchiava il figlioletto con un fer-ro da stiro perchè stava prendendouna brutta piegha. E poi le industriein crisi, come le fabbriche di cartaigienica che vanno a rotoli o la FIATche va negli Stati Uniti. Per non par-lare della crisi della zootecnia con lemucche al manicomio e i vitellini alplasmon, come i televisori.Eppure, ci sono persone che sonoottimiste. Io so che gli ottimisti sonodei pessimisti male informati.Berlusconi è ottimista per antono-masia. Perchè è maleinformato daisuoi giornali e dai suoi telegiornali.“Bisogna guardare ai sondaggi, allestatistiche” mi dice sempre. L’altrasera passeggiavo con lui sul lungomare di Rimini, con un freddo chepelava le orecchie, e mi fa: ”Sai cheogni volta che respiro c’è qualcunoche muore?” “Fantastico - dico io -hai provato a fare una cura per l’ali-to?“. Da non credere.E’ pazzesco.Un italiano su due malato di cancro,guarisce. Ma dove? Conosco uno cheè “guarito” 5 volte in un anno. Alla se-

sta è morto. Statisti-ca: 5 guarigioni e un de-cesso. Bel sistema per fare i conti.Poi bisogna essere sicuri della dia-gnosi. Perchè se l’oncologo invece dicancro avesse diagnosticatocapricorno?Dobbiamo stare attenti alle parole,conoscerne il significato. Altrimenti sequalcuno, per esempio, ci chiede co-s’è una colonia penale, noi magari ri-spondiamo: un deodorante intimo ma-schile. Imbarazzante, anche se vero-simile. Ma se è vero, come è vero,che la supposta è una bassa insinua-zione, è altrettanto vero che le insi-nuazioni a volte sono necessariecome le supposte. Supponiamo di tro-varci in autostrada, imbottigliati in ungigantesco ingorgo da diverse ore,con un caldo infernale. “Cosa è suc-

cesso?" - chiediamo affacciandocidal finestrino dell’automobile. “Dei ter-roristi italiani hanno sequestratoBerlusconi con la sua auto e chiedo-no 10 milioni di euro altrimenti lo co-spargono di benzina e lo bruciano.Ma stiamo già facendo una colletta.”“E quanto avete raccolto?" “Cinque-cento litri”. Ecco, caro Silvio, questanon è statistica e nemmeno un son-daggio. Può essere una insinuazioneo una supposizione. Ora smettoperchè lo schermo del computer si stariempiendo di tante formichine in bar-ca che salutano saltellando, felici dinavigare su Internet.E come disse il chirurgo uscendo dallasala operatoria: “L’ultimo chiudal’aorta”.

Siam felici e siam contentifinalmente la luna brilla sulle menti

brilla tutte le sere anche sulle più nerebrilla su quella del villano, brilla su quella dello scrivano

brilla anche su quelle dei potenti, che di luce spesso son carentibrilla di una luce candida e trasparente, su tutta Palagano e la sua gente.

Tutto illumina e tutto rischiara e la notte di Palagano è meno avara,avara di notizie, avara di novità e spesso

al di fuori di ogni realtà.Brilla luna, brilla ancora,

rischiara le menti se ci riesci ancora……prima che arrivi l’aurora.

Ho scaricato un CD

di Zucchero

Le luminarie

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Lentamente muorechi diventa schiavo dell�abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi;

chi non cambia la marcia, chi non rischia e non cambia il colore deivestiti chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.

Muore lentamente chi evita una passione,chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle �i� piuttosto che un

insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi,quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno

battere il cuore davanti all�errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per

l�incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette peralmeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l�amor proprio,chi non si lascia aiutare.

Muore lentamente chi passa i propri giorni a lamentarsidella propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima diiniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non

conosce, chi non risponde quando gli chiedonoqualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando cheessere vivi richiede uno sforzo di gran lunga maggiore

del semplice fatto di respirare.

Soltanto l�ardente pazienza porterà alraggiungimento di una splendida felicità

Pablo Neruda

Riflessioni