la Luna nuova - Numero 12 - Dicembre 2011

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Periodico indipendente di Palagano e dintorni Attualità - Cultura - Solidarietà Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 - Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA Dicembre 2001 - Numero 12 - Anno IV 11 settembre Abbiamo ritenuto utile per una riflessione più attenta, proporvi, seppur in sintesi, due articoli. Uno di Oriana Fallaci, pubblicato sul Corriere della sera il 29 settembre, l'altro, in risposta al primo di Tiziano Terzani. Due modi diversi di vedere le cose come spesso accade, ma entrambi importanti per compren- dere ciò che ha cambiato il mondo. Per la versione integrale ed approfondimenti www.stringer.it - spe- ciale "La guerra di chi?" Focus Questo che ricevete è il numero 25 del nostro giornale. A dir la verità prima si chiamava “La Luna nel pozzo” ora si chiama “la Luna nuova”, piccolo cam- biamento che non ha intaccato né la sostanza, né lo stile del nostro periodi- co, perché, come forse qualcuno ricor- derà, fu dovuto all’entrata in vigore di nuove norme che regolamentano l’edi- toria e alle quali anche noi siamo sog- getti. Quando siamo partiti, ormai nel (quasi) remoto 1993, di certo non pensavamo di arrivare così lontano (probabilmente è una domanda che non ci siamo mai posti) perché gli scopi di un’iniziativa del genere erano ben altri che non quello di durare nel tempo, come ad esem- pio: far conoscere le nostre tradizioni, il nostro paese, la nostra storia, diffon- dere un minimo di cultura e, molto im- portante, creare e mantenere un colle- gamento con i tanti emigrati dalle no- stre zone che vivono lontano e che han- no una così grande nostalgia della loro terra d’origine, come ci testimoniano i nostri lettori da Maracaibo (Venezuela), New York, Highwood, Higland Park (USA), Antakia (Turchia), Le Tignet (Francia) e tanti altri. Tiziano Terzani "Oriana, dalla finestra di una casa poco lontana da quella in cui anche tu sei nata, guardo le lame austere ed elegan- ti dei cipressi contro il cielo e ti penso a guardare, dalle tue finestre a New York, il panorama dei grattacieli da cui ora mancano le Torri Gemelle... E mi permetto di Oriana Fallaci "Mi chiedi di parlare, di rompere il silenzio che da anni mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che anche in Italia alcuni gioiscono come alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. «Vittoria! Vittoria!»…E sono molto arrabbiata d’una rabbia fredda, (Continua a pagina 6) Venticinquesimo! (Continua a pagina 2) a cura di Fabrizio Carponi, Elisabetta Gazzetti, Stefania Mattioli A A A AAuguri di uguri di uguri di uguri di uguri di pace pace pace pace pace

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la Luna nuova. Notizie da palagano e dintorni.

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Periodico indipendente di Palagano e dintorni

Attuali tà - Cultura - Solidarietà

Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 -Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Dicembre 2001 - Numero 12 - Anno IV

11 settembreAbbiamo ritenuto utile per una riflessione più attenta, proporvi, seppur in sintesi, due articoli. Uno di

Oriana Fallaci, pubblicato sul Corriere della sera il 29 settembre, l'altro, in risposta al primo di TizianoTerzani. Due modi diversi di vedere le cose come spesso accade, ma entrambi importanti per compren-dere ciò che ha cambiato il mondo. Per la versione integrale ed approfondimenti www.stringer.it - spe-

ciale "La guerra di chi?"

Focus

Questo che ricevete è il numero 25 delnostro giornale. A dir la verità prima sichiamava “La Luna nel pozzo” ora sichiama “la Luna nuova”, piccolo cam-biamento che non ha intaccato né lasostanza, né lo stile del nostro periodi-co, perché, come forse qualcuno ricor-derà, fu dovuto all’entrata in vigore dinuove norme che regolamentano l’edi-toria e alle quali anche noi siamo sog-getti.Quando siamo partiti, ormai nel (quasi)remoto 1993, di certo non pensavamodi arrivare così lontano (probabilmenteè una domanda che non ci siamo maiposti) perché gli scopi di un’iniziativadel genere erano ben altri che non quellodi durare nel tempo, come ad esem-pio: far conoscere le nostre tradizioni,il nostro paese, la nostra storia, diffon-dere un minimo di cultura e, molto im-portante, creare e mantenere un colle-gamento con i tanti emigrati dalle no-stre zone che vivono lontano e che han-no una così grande nostalgia della loroterra d’origine, come ci testimoniano inostri lettori da Maracaibo (Venezuela),New York, Highwood, Higland Park(USA), Antakia (Turchia), Le Tignet(Francia) e tanti altri.

Tiziano Terzani"Oriana, dalla finestra di una casa poco lontana da quellain cui anche tu sei nata, guardo le lame austere ed elegan-ti dei cipressi contro il cielo e ti penso a guardare, dalle tuefinestre a New York, il panorama dei grattacieli da cui oramancano le Torri Gemelle... E mi permetto di

Oriana Fallaci"Mi chiedi di parlare, di rompere il silenzio che da anni mi

impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio.Perché ho saputo che anche in Italia alcuni gioisconocome alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. «Vittoria!

Vittoria!»…E sono molto arrabbiata d’una rabbia fredda,(Continua a pagina 6)

Venticinquesimo!

(Continua a pagina 2)

a cura di Fabrizio Carponi, Elisabetta Gazzetti, Stefania Mattioli

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2 la LUNA nuova - Dicembre 2001

www.luna-nuova.itE-mail: [email protected]

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Direttore responsabile GIUSEPPE CERVETTO

Associazione La LUNAVia Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 PALAGANO (MO)

Tel.: 0536/961621 - 966194 - Fax: 0536/966194

la LUNA nuova

Stampato con procedura ecologica - Chiuso in redazione il 13/12/2001 - Consegnato alle poste il 18/12/2001

Attualità, cultura, solidarietà.Periodico indipendente di Palaganoe dintorni

TrimestraleTiratura: 1300 copie

Distribuzione gratuitaDicembre 2001 - Num. 12 - Anno IVAut. Tribunale di Modenanum. 1414 del 13/11/1997

Redazione:Davide Bettuzzi, Fabrizio Carponi,

Elisabetta Gazzetti, Gabriele Monti

Hanno collaborato:Lorenzo Aravecchia, Claudio Biondini,

Fabio Braglia, Silvano Braglia,Giorgio Compagni, Nadia Marasti,

Tiziana Mattioli, Bruno Ricchi.

Viene naturale fare il confronto: 25 numeri, 25 anni di ma-trimonio: per chi è sposato è il primo traguardo importanteraggiunto nella vita matrimoniale (non che ci si sposi perquesto, però) e quando lo si raggiunge, si può essere untantino orgogliosi di se stessi: hai formato una famiglia, haicresciuto dei figli facendone delle persone, hai diviso la tuavita con un’altra persona.Allo stesso modo nel giornale: quante soddisfazioni, maanche quante delusioni! Quante discussioni, da rasentarepersino la litigata, però sempre si ripartiva da capo consciche l’obbiettivo che ci si era prefissati era più importantedi qualsiasi incomprensione o malumore.Col tempo il gruppo è andato modificandosi, perdendoqualche elemento anche prezioso, ma forse un po’ troppoindividualista e acquistandone altri con diverse caratteri-stiche; negli ultimi tempi il giornale sta allargando i propriconfini al di fuori del comune di Palagano.Grandi passi abbiamo fatto da quando si stampava “LaLuna” con la fotopiatrice dell’ing.Ranucci, ora, grazie allacollaborazione di alcuni “esperti” siamo in Internet e il no-stro giornale può essere letto in tutto il mondo (www.luna-nuova.it).A proposito dell’ing. Ranucci, è doveroso per noi riservar-gli una parentesi, perché è stata una di quelle persone, al

di fuori del gruppo,che ha capito subi-to l’importanza e ilruolo che potevaavere un giornalecome “La Luna” nel-la nostra comunità.Il rapporto con lui èstato a volte burra-scoso, ma quandosi è arrivati ad unc o m p r o m e s s o ,sono scaturite alcu-ne fra le più bellepagine che abbiamomai pubblicato.Era la memoria sto-rica di Palagano,conosceva infattitantissimi avveni-menti accaduti nel

nostro paese nella prima metà del ‘900, che costituivanogli antefatti per comprendere poi molte cose che oggi esi-stono (n° 12: Tancredi: un americano a Palagano; n° 6 dela Luna nuova: La Clorindina dalla Piazza; n° 7: Un cine-

ma a Palagano; n° 8: Il caseificio di casa Conversi). Ecome non ricordare il suo ultimo articolo "Da don Bortolottia don Galloni" ritrovato nel suo PC e pubblicato postumonel numero di settembre 2000. Ed altri ancora ce ne avreb-be donati se la morte non lo avesse portato via.Negli ultimi anni,da quando alcuni elementi del gruppo han-no fatto parte di una lista civica, qualcuno ha pensato chela Luna fosse diventato uno strumento di propaganda, nul-la di più sbagliato.Anche se il giornale ha sempre cercato di essere criticonei confronti dell’amministrazione, non è mai, volutamente,stato un mezzo di propaganda politica. Chi lo ha letto puòconfermarlo, chi afferma il contrario dimostra che non loha neppure aperto, oppure non arriva a capire che lacritica e il controllo dell’operato degli amministratori pub-blici è un diritto–dovere che ogni cittadino può e deveesercitare; il nostro giornale continuerà a fungere da col-legamento fra quei cittadini che vorranno dire la propriaopinione e i nostri amministratori, anche perché ci accor-giamo che sono sempre più lontani; e continuerà ad es-serci se i nostri lettori continueranno a dimostrare di gra-dire il giornale, e non solo col sostegno economico, peral-tro molto importante, ma anche con una partecipazionepiù viva, più attiva alla realizzazione del giornale scrivendoqualsiasi cosa: lettere, articoli, storie dei nostri posti, aned-doti e tutto quello che può contribuire ad arricchire la no-stra cultura, ma soprattutto tutti noi.Noi ci siamo. Ciao.

La copertina del primonumero de La LUNA nelpozzo (aprile 1993)

VenticinquesimoConfetti d'argento

Nozze d'argento per l' "ASTRO D'ARGENTO"venticinque, con questo, un bel traguardo

e più ti leggo, ti rigiro e ti guardograto mi prende, LUNA, un sentimento!

Di quanto rendi, di questo portentoch'eléva ai valligiani ognor lo sguardo

che tanti spesso induce nell' "azzardo"di scriverti, mutando atteggiamento,

o LUNA, o voi tutti redattoriche le nostre radici ricercate

guadagnando sia critiche che allori,

forte vi grido, grazie, continuatetenaci ad inseguire quei valori

che ci faranno genti più stimate!

Ad majora. Bruno Ricchi.

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Fatti e Misfatti

Tutti al cinema

Il centro culturale diPalagano e l’amministra-zione comunale, per utiliz-zare al meglio lo splendidoteatro del paese, ha inizia-to, con dicembre, la proie-zione di una serie di film.L’iniziativa, che si sperapossa proseguire nel tem-po, intende creare, per i

giovani e le famiglie, un’occasione di incontro. Verrà richiesto un piccolocontributo (anche in forma di abbonamento) per le spese di pulizia, diriscaldamento e per i diritti SIAE; si auspica un’ampia partecipazione e atutti… buona visione.La programmazione dei film verrà esposta tramite locandine all’esterno delcinema-teatro e in vari locali pubblici. (sb)

La “calda stagione”della corale palaganese

Mai come quest’anno la corale è stata impegnata in concerti, manifestazioni,cerimonie, riscuotendo consensi ed applausi.Questi i servizi effettuati: 12 luglio, Sagra del Carmine: concerto con “Voci delFrignano”; 15 luglio, Boccassuolo: raduno alpini; 4 agosto, Concerto di Mocognocon i cori Valverde e Vetto d’Enza; 11 agosto- Concerto d’estate con coroScaricalasino e coro Valverde; 9 settembre- inaugurazione oratorio diMontecerreto; 17 settembre, Concerto sagra di san Venanzio; 22 settembre,Matrimonio della “corista” Casini Cristiana; 20 ottobre, Concerto a Corneto (R.E.)con coro Montecuccoli (circuito Memorial Giacobazzi); 17 novembre, Concertoal teatro Sacro Cuore (MO) con coro Montecuccoli e Folk San Lazzaro (circuitoMemorial Giacobazzi).Altri impegni dell’anno:13 dicembre, concerto di Pavullo (circuito Memorial Giacobazzi); 24 dicembre,ore 22, S. Messa a Savoniero e ore 24, S. Messa a Palagano; 25 dicembre, ore11,30 S.Messa a Palagano.La corale ricerca voci di tutte le età! Perché non vieni anche tu?

(br)

Corale diRancidoro

I Cantori di Rancidoro vi au-gurano buone feste e viaspettano a Monchio allatradizionale Messa della Not-te di Natale. (gc)

Brevi

Presenza palaganeseall’ “Asso di Gusto ”

La manifestazione modene-se “Asso di Gusto” svoltasi nelweek-end 20 e 21 ottobre2001, ha visto la partecipa-zione di Palagano con: Standin Piazza Grande curato dallacontrada Aravecchia; Standin piazza Mazzini curato daiMaestri ciacciai palaganesi;concerto bandistico nelle do-meniche 14 e 21 ottobre;concerto corale sabato 20ottobre.La manifestazione, ottima-mente riuscita nonostantealla prima edizione, ha regi-strato un enorme afflusso dipersone, per cui la promo-zione del nostro comune do-vrebbe assicurare un ottimo“ritorno” turistico. (br)

Comunità Montana

Dai primi di ottobre la Comu-nità Montana Appennino Mo-dena Ovest ha un nuovo ese-cutivo. I componenti dellanuova giunta sono i seguen-ti: presidente Ennio Bonilauri(sindaco di Prignano) condelega al bilancio, vice-pre-sidente Elio Pierazzi (sinda-co di Frassinoro) attività pro-duttive; assessori: MaurizioPalladini (sindaco di Monte-fiorino) agricoltura, RiccardoMarcolini turismo sport e cul-tura, Luciano Braglia servizisociali. (eg)

Don Fulvio compie 80 anni

La parrocchia di Santa Margherita di Costrignano hafesteggiato il parroco Don Fulvio Fontana per ben tremotivi: il compimento di 80 anni di età, i 55 anni disacerdozio e i 50 anni di ministero in parrocchia.Tutta la popolazione si è stretta affettuosamente attor-no all’anziano parroco che, come ha voluto sottolinea-re l’arcivescovo Mons. Benito Cocchi, ”ha preso par-te alla vita di due generazioni, ai mutamenti intervenu-ti, alla trasformazione del tessuto civile, vivendo certa-

mente momenti di soddisfazione spirituale, ma anche di sofferenza interiore”.(db)

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Fatti e Misfatti

Master 4x4

Dal 28 al 30 settem-bre scorsi si è tenu-ta la quarta edizio-ne del Masters 4x4,

sfida tra i campioni(i Masters, appunto)

di 23 team (di cui quattro completamente femminili),in rappresentanza di club provenienti da ogni regio-ne d’Italia, due per ogni Delegazione Regionale FIF.Le squadre, di sei componenti ciascuna, con un to-tale di quarantasei fuoristrada di ogni marca, model-lo ed età, si sono sfidati per tre giorni e due nottinella mitica Pista del Dragone di Palagano, effet-tuando un “completo di fuoristrada” con ventisetteprove speciali di ogni genere: meccaniche, fisiche,di orientamento, di tutte le specialità di guidafuoristrada, survival, adattamento al superamento diparticolari ostacoli, test di conoscenza tecnica delfuoristrada, del primo soccorso e persino unariuscitissima serata di “arte varia” per le squadre fem-minili ed una prova gastronomica, apprezzate dallequasi quattrocento persone presenti. Primi classifi-cati i pugliesi del Club “Overland... ovunque infuoristrada”.Graditissima novità la partecipazione di quattro teamfemminili; il Sarzana Fuoristrada ha vinto la specialeclassifica a parte, dimostrando uno spirito non co-mune in un furibondo “can can”, piazzandosi comun-que al quattordicesimo posto assoluto. Sportivissimii Team del Sahara Club di Ragusa e Fenice 4x4 diBelpasso, che per giungere a Palagano (MO) han-no percorso 1.300 km per la sola andata.

Musa che ispiri Vati e Prosatoridammi di celebrare grande impresa

cantando forti vini e bevitoriche s’affrontano in singolar contesa

ad elencare meriti ed allorineppure tralasciando qualche offesa

coi calici che ognor hanno levatoe gli italici vini degustato!

Messer Lambrusco venne un dì informatoche i colli marchigiani in concorrenza

un grande vino avevano donatonon provocante, certo, l’astinenza.

Per paura di perdere il primatocercò d’approfondir la conoscenza

imparando la storia e le leggendedel Verdicchio che ai calici risplende.

Questi, cosi parlò: “Chi se ne intendeda questi colli sceglie il più buon vinoche il labbro ed il palato tosto prende

col gusto veramente sopraffinoche fino al cuore, grato, ti discendequal nettare corposo e frizzantino!Insomma, vi son mille e piu ragioni

perchè dei vini io sia tra quelli buoni!”

Lumbrusco replicò: “Per mille tuoni,il color mio rubino è assai più bello

e con cento minestre, poi, m’intoni...disseto alla capanna ed al castello

i sorsi miei sono altrettanti doniil mio calore è meglio d’un ostello...

ti voglio confidare, aperto cuore,che mi sento sicuro vincitore!

Verdicchio si fè avanti: “Sul mio onoreancorchè già mi senta molto stanco

non credo tu prevalga pel coloresul mio aspetto, dorato, verde, bianco;

per arrosti e risotti sono il fioreovunque ai grandi cuochi sempre affianco

penso che voi lambruschi, se cortesi,abbiate ad inchinarvi a noi di Jesi!”

“Allor caro Verdicchio siamo intesi,di battagliare sono stanco anch’io

e credo che il livore agli ipertesipotrebbe fare poi pagare il fio

meglio sarebbe fossimo siamesi...in fondo in fondo, questo è il mio desio...

poichè siamo i migliori nell’agonepotremmo... pareggiare la tenzone!”

Ma se l’odierna sfida poi disponeche fra i due, solo uno sia la stella

dei somellier il migliore, “il grancordone”assegnerà questa damig(ian)ella

al fortunato che sarà Padronedella consorteria più buona e bella!

Fra Verdicchio e Lambrusco non c’è guerraperchè sono i migliori sulla terra!

Verdicchio-Lambrusco 10 a 10

Importante riconoscimento ottenutodal nostro concittadino e collaborato-re Bruno Ricchi.Nella sesta edizione del premio"Verdicchio in versi", concorso dipoesia a valenza interregionaletenutosi a San Paolo di Jesi, inprovincia di Ancona, il nostro poetaha ottenuto la prima segnalazionenella sezione il "Certame poetico suivini". Singolare il fatto che in terra di

Verdicchio abbia avuto il massimo riconoscimento uncomponimento dedicato al Lambrusco.Volentieri pubblichiamo la poesia Verdicchio-Lambrusco 10a 10. Complimenti.

Bruno Ricchi

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Mi è stato chiesto di scrivere due ri-ghe sul volontariato che i cittadini diPalagano svolgono nell’ambito del co-mune.Prima di tutto terrei a sottolineare chenel nostro paese il volontariato ha unruolo dominante nella vita di tutti i gior-ni e non solo; ormai sono molte le as-sociazioni nate sul nostro territorio eritengo che questo sia segno di sen-sibilità e di responsabilità che i nostripaesani dimostrano ogni giorno neiloro diversi “campi d’azione” (socia-le, assistenziale, sportivo, religioso,musicale).Vorrei cominciare con questa paginaparlandovi dell’A.V.A.P. che, dopo averpassato momenti difficili, dovuti ad unadiminuzione della disponibilità data inprecedenza da alcuni volontari a cau-sa di motivi di lavoro e di salute, èriuscita a riprendersi, incrementandol’organico con nuove persone che sisono rese disponibili e hanno fre-quentato i diversi corsi messi a dispo-sizione dal coordinamento provincia-le.Tra i soliti (gli irriducibili), ora in piùabbiamo: Albicini Carlo, OrtonoviTiziana, Caminati Romano, GottardiNadia, Caminati Giuliano, Guigli Mo-nica, Giberti Luigi, Casini M.Rita,Sassatelli Fabio, Sassatelli Flavio,

Ferrarini Davide, Casini Mario, Casi-ni Tommaso, Linari Irene, SassorossiVittorio, Tonarini Valentina, BettuzziNico, Cugusi Achille, Giannini Fran-cesca, Contri Luca, Pini Chiara,Salerno Enrico, Tosi Daniele (mi scu-so se involontariamente ho tralascia-to qualcuno!).E’ stato rinnovato il consiglio e ora al"vertice" troviamo Caminati Giancarlocome presidente e Albicini Grazianocome suo vice.I consiglieri sono: Tassi Luca,Lazzarini Mary, Lazzarini Ruggero,Gianicoli Roberto, Linari Irene, BragliaFabio, Tonarini Valentina, OrtonoviTiziana, Salerno Enrico, Ricchi Bru-no, Giannini Gloriana, SassatelliFlavio. Così la nuova squadra degli

Volontariatodi Fabio Braglia

AVAP Palagano

“E.R. volontari in prima li-nea” di Palagano è pronta ad

affrontare un nuovo anno diemergenza-urgenza in collabo-

razione con il 118 di Modena.Il nostro presidente esorta tutte le

persone di buona volontà interessatead avere informazioni sulla nostra as-sociazione, a contattarci "perché piùsiamo meglio è" e comunica che alpiù presto verranno fatti corsi prepa-ratori aperti a tutti.Inoltre vuole complimentarsi conSalerno Enrico, Ortonovi Tiziana,Giannini Francesca, Braglia Fabio,Guigli Monica, Casini Mario, TassiLuca, Albicini Graziano, Pollani Ales-sandro, Caminati Romano per averbrillantemente superato, insieme a lui,il corso abilitante alla BLS. Ringraziaanche l’Amministrazione comunaleper il sostegno dimostratoci fino adora; l'azienda agricola Ferrarini Car-lo e la StradEdil Guigli Domenico peri generosi contributi.

Nell'augurarvi buone feste e buon lavoro per il giornale, vorrei ricordarvi che non ho ricevuto il vostro-nostroperiodico (ultimo numero pervenuto il numero 11 di luglio). Il mio indirizzo è stato lasciato a Davide Bettuzzi evista la mia lontananza mi preme molto avere notizie dei "miei amati luoghi".Arrivederci ed auguri

Daniela Bertogli - Rieti

Abbiamo ricevuto questa lettera il giorno della chiusura del presente numero. La sua lettera ci fa molto piacereperchè significa che il "nostro-vostro periodico" è apprezzato ed atteso. Purtroppo quest'anno, per vari motivi,la nostra attività è stata ridotta rispetto la consueta periodicità. Ci proponiamo per il 2002 di pubblicare almenoi consueti 4 numeri. L'occasione ci permette di rinnovare l'invito ai nostri lettori a collaborare alla realizzazionedel giornale e anche del sito internet (www.luna-nuova.it). Chiunque volesse inviare materiale utile può indiriz-zarlo a: la Luna nuova, Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO) oppure all'indirizzo di posta elettronica:[email protected] e auguri a tutti.

Ultimo minuto

Per far parte dei volontaridel soccorso, non occorrecoraggio ma generosità!

Ci sono tanti modi perrendersi utilòi: ognuno puòscegliere il ruolo che più gli

si addice.

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lucida, razionaleche elimina ogni

distacco, ogniindulgenza. Che miordina di risponder-

gli e anzitutto disputargli addosso.Mi chiedi anche di

raccontare comel’ho vissuta io,

quest’Apocalisse.Di fornire la miatestimonianza..

Incominceròdunque da quella.

Ero nella mia casanel centro di

Manhattan, e allenove in punto ho

avuto la sensazio-ne d’un pericolo, lasensazione che siprova alla guerra.

Non ero mica inVietnam, ero a New York, in un meraviglioso mattino di

settembre, anno 2001.E allora ho fatto ciò che al mattino non faccio mai. Hoacceso la Tv, su ogni canale, vedevi una torre del WorldTrade Center che bruciava come un gigantesco fiammife-ro. Un corto circuito? Un piccolo aereo sbadato? Oppureun atto di terrorismo mirato? Quasi paralizzata son rima-sta a fissarla e mentre la fissavo, sullo schermo è apparsoun aereo. Bianco, grosso. Un aereo di linea. Volava bas-sissimo si dirigeva verso la seconda torre come un bom-bardiere che punta sull’obiettivo. Ero un pezzo di ghiac-cio. Non ricordo nemmeno se certe cose le ho viste sullaprima torre o sulla seconda. La gente che per non morirebruciata viva si buttava dalle finestre degli ottantesimi onovantesimi piani, ad esempio. Rompevano i vetri dellefinestre, le scavalcavano, si buttavano giù come ci si buttada un aereo avendo addosso il paracadute. Agitando legambe e le braccia. Si mettevano a gesticolar disperati,suppongo pentiti, quasi gridassero help-aiuto-help. E ma-gari lo gridavano davvero. Infine cadevano. Sai, io crede-vo d’aver visto tutto alle guerre. Niente mi sorprende più.Però alle guerre io ho sempre visto la gente che muoreammazzata. Non l’ho mai vista la gente che muore am-mazzandosi cioè buttandosi senza paracadute dalle fine-stre d’un ottantesimo o novantesimo piano. Alle guerre,inoltre, ho sempre visto roba che scoppia. Che esplode aventaglio. E ho sempre udito un gran fracasso. Quelle duetorri, invece, non sono esplose. La prima è implosa, hainghiottito se stessa. La seconda s’è fusa, s’è sciolta. Peril calore... E ben pochi hanno fatto in tempo ad evacuare.Non lo conosceremo mai, il numero dei morti.(Quarantamila, quarantacinquemila...?). Gli americani nonlo diranno mai. Per non sottolineare l’intensità di questaApocalisse. Per non dar soddisfazione a Osama Bin Ladene incoraggiare altre Apocalissi.

scriverti. Davvero mai come ora, pur vivendo sullo stessopianeta, ho l’impressione di stare in un mondo assoluta-mente diverso dal tuo. Ti scrivo anche - e pubblicamenteper questo - per non far sentire troppo soli quei lettori cheforse, come me, sono rimasti sbigottiti dalle tue invettive,quasi come dal crollo delle due Torri.Là morivano migliaia di persone e con loro il nostro sensodi sicurezza; nelle tue parole sembra morire il meglio dellatesta umana - la ragione; il meglio del cuore - la compas-sione... Pensare quel che pensi e scriverlo è un tuo diritto.Il problema è però che, grazie alla tua notorietà, la tuabrillante lezione di intolleranza arriva ora anche nelle scuo-le, influenza tanti giovani e questo mi inquieta. Il nostro diora è un momento di straordinaria importanza. L’orrore in-dicibile è appena cominciato, ma è ancora possibile fer-marlo facendo di questo momento una grande occasionedi ripensamento.È un momento anche di enorme responsabilità perché certeconcitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte, servonosolo a risvegliare i nostri istinti più bassi, ad aizzare labestia dell’odio che dorme in ognuno di noi ed a provocarequella cecità delle passioni che rende pensabile ogni mi-sfatto e permette, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsie l’uccidere.«Conquistare le passioni mi pare di gran lunga più difficileche conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho anco-ra un difficile cammino dinanzi a me», scriveva nel 1925quella bell’anima di Gandhi. Ed aggiungeva: «Finché l’uo-mo non si metterà di sua volontà all’ultimo posto fra le altrecreature sulla terra, non ci sarà per lui alcuna salvezza». Etu, Oriana, mettendoti al primo posto di questa crociatacontro tutti quelli che non sono come te o che ti sono anti-patici, credi davvero di offrirci salvezza? La salvezza nonè nella tua rabbia accalorata, né nella calcolata campagnamilitare chiamata, tanto per rendercela più accettabile,«Libertà duratura».O tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo persconfiggere la violenza? Da che mondo è mondo non c’èstata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre.Non lo sarà nemmeno questa. Quel che ci sta succeden-do è nuovo. Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambia-mo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stareal mondo.È una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo indiscussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quel-lo che ci illudevamo d’aver davanti prima dell’11 settembree soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilità di nulla,tanto meno all’inevitabilità della guerra. Se alla violenzadel loro attacco alle Torri Gemelle noi risponderemo conuna ancor più terribile violenza - ora in Afghanistan, poi inIraq, poi chi sa dove -, alla nostra ne seguirà necessaria-mente una loro ancora più orribile e poi un’altra nostra ecosì via. Perché non fermarsi prima? Abbiamo perso lamisura di chi siamo, il senso di quanto fragile edinterconnesso sia il mondo in cui viviamo, e ci illudiamo dipoter usare una dose, magari "intelligente", di violenza permettere fine alla terribile violenza altrui. In questi giorni horipreso in mano un bellissimo libro (peccato che non siaancora in italiano) di un vecchio amico, uscito due anni fa

New York: le Twins Tower primadell'attentato dell'11 settembre

Focus11 settembre

11 settembre

Dalla prima

Oriana Fallaci Tiziano Terzani

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(...)Più una società è demo-cratica e aperta, più èesposta al terrorismo. Piùun paese è libero, nongovernato da un regimepoliziesco, più subisce orischia i dirottamenti o imassacri che sono avve-nuti per tanti anni in Ita-lia in Germania e in altreregioni d’Europa. E cheora avvengono, ingigan-titi, in America. Non pernulla i paesi non demo-cratici, governati da unregime poliziesco, hannosempre ospitato e finan-ziato e aiutato i terroristi.L’Unione Sovietica, i pa-esi satelliti dell’UnioneSovietica e la Cina Po-polare, ad esempio. LaLibia di Gheddafi, l’Iraq,l’Iran, la Siria, il Libanoarafattiano, lo stesso Egitto, la stessa Arabia Saudita dicui Osama Bin Laden è suddito, lo stesso Pakistan, ovvia-mente l’Afghanistan, e tutte le regioni musulmane dell’Afri-ca. Negli aeroporti e sugli aerei di quei paesi io mi sonosempre sentita sicura. L’unica cosa che temevo era es-sere arrestata perché scrivevo male dei terroristi. A miogiudizio, insomma, non è mai stato un problema di «se»:è sempre stato un problema di «quando». Poiché l’Ameri-ca è il Paese più forte del mondo, il più ricco, il più poten-te, il più moderno, ci sono cascati quasi tutti in quel tranel-lo. Ma la vulnerabilità dell’America nasce proprio dalla suaforza, dalla sua ricchezza, dalla sua potenza, dalla suamodernità. La solita storia del cane che si mangia la coda.Nasce anche dalla sua essenza multi-etnica, dalla sua li-beralità, dal suo rispetto per i cittadini e per gli ospiti.Esempio: circa ventiquattro milioni di americani sono ara-bi-musulmani.(...)Il fatto è che l’America è un paese speciale, caro mio. Unpaese da invidiare, di cui esser gelosi, per cose che nonhanno nulla a che fare con la ricchezza eccetera. Lo èperché è nato da un bisogno dell’anima, il bisogno d’ave-re una patria, e dall’idea più sublime che l’Uomo abbiamai concepito: l’idea della libertà sposata all’idea di ugua-glianza.La fecero con un foglio che insieme al bisogno dell’ani-ma, il bisogno d’avere una patria, concretizzava la subli-me idea della libertà anzi della libertà sposata all’ugua-glianza. La Dichiarazione d’Indipendenza. E quel foglioche dalla Rivoluzione Francese in poi tutti gli abbiamo beneo male copiato, o al quale ci siamo ispirati, costituisceancora la spina dorsale dell’America. La linfa vitale di que-sta nazione. Perché trasforma i sudditi in cittadini. Per-ché trasforma la plebe in Popolo. Perché la invita anzi le

Focus

in Germania.Il libro si intitola Die Kunst, nicht regiert zuwerde n: ethische Politik von Sokrates bisMozart (L’arte di non essere governati: l’eti-ca politica da Socrate a Mozart ). L’autoreè Ekkehart Krippendorff, che ha insegnatoper anni a Bologna prima di tornare all’Uni-versità di Berlino. La affascinante tesi diKrippendorff è che la politica, nella suaespressione più nobile, nasce dalsuperamento della vendetta e che la cultu-ra occidentale ha le sue radici più profondein alcuni miti, come quello di Caino e quel-lo delle Erinni, intesi da sempre a ricordareall’uomo la necessità di rompere il circolovizioso della vendetta per dare origine allaciviltà. Caino uccide il fratello, ma Dio im-pedisce agli uomini di vendicare Abele e,dopo aver marchiato Caino - un marchioche è anche una protezione -lo condannaall’esilio dove quello fonda la prima città.La vendetta non è degli uomini, spetta aDio. Secondo Krippendorff il teatro, daEschilo a Shakespeare, ha avuto una fun-zione determinante nella formazione del-

l’uomo occidentale perché col suo mettere sulla scena tut-ti i protagonisti di un conflitto, ognuno col suo punto divista, i suoi ripensamenti e le sue possibili scelte di azio-ne, il teatro è servito a far riflettere sul senso delle passio-ni e sulla inutilità della violenza che non raggiunge mai ilsuo fine. Purtroppo, oggi, sul palcoscenico del mondo noioccidentali siamo insieme i soli protagonisti ed i soli spet-tatori, e così, attraverso le nostre televisioni ed i nostrigiornali, non ascoltiamo che le nostre ragioni, non provia-mo che il nostro dolore. Non si tratta di giustificare, di con-donare, ma di capire.Capire, perché io sono convinto che il problema del terrori-smo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminandole ragioni che li rendono tali. Niente nella storia umana èsemplice da spiegare e fra un fatto ed un altro c’è raramen-te una correlazione diretta e precisa.. Chalmers Johnson ,autore di vari libri - l’ultimo, Blowback,contraccolpo, uscitol’anno scorso (in Italia edito da Garzanti ndr ) ha del profetico- si tratterebbe appunto di un ennesimo «contraccolpo» alfatto che, nonostante la fine della Guerra Fredda e lo sfa-sciarsi dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno mante-nuto intatta la loro rete imperiale di circa 800 installazionimilitari nel mondo. Con una analisi che al tempo della GuerraFredda sarebbe parsa il prodotto della disinformazione delKgb, Chalmers Johnson fa l’elenco di tutti gli imbrogli,complotti, colpi di Stato, delle persecuzioni, degli assassi-nii e degli interventi a favore di regimi dittatoriali e corrottinei quali gli Stati Uniti sono stati apertamente o clandesti-namente coinvolti in America Latina, in Africa, in Asia enel Medio Oriente dalla fine della Seconda Guerra Mondia-le ad oggi. Questa è stata la trappola.L’occasione per uscirne è ora. Perché non rivediamo lanostra dipendenza economica dal petrolio? Perché non stu-diamo davvero, come avremmo potuto già fare da una ven-

11 settembre11 settembre

New York: 11 settembre 2001

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tina d’anni, tutte le possibili fonti alternative di energia? Cieviteremmo così d’essere coinvolti nel Golfo con regiminon meno repressivi ed odiosi dei talebani; ci eviteremmoi sempre più disastrosi «contraccolpi» che ci verranno sfer-rati dagli oppositori a quei regimi, e potremmo comunquecontribuire a mantenere un migliore equilibrio ecologicosul pianeta...A proposito, Oriana, sono certo che anche tu avrai notatocome, con tutto quel che si sta scrivendo e dicendosull’Afghanistan, pochissimi fanno notare che il grande in-teresse per questo paese è legato al fatto d’essere il pas-saggio obbligato di qualsiasi conduttura intesa a portare leimmense risorse di metano e petrolio dell’Asia Centrale(vale a dire di quelle repubbliche ex-sovietiche ora tutte,improvvisamente, alleate con gli Stati Uniti) verso ilPakistan, l’India e da lì nei paesi del Sud Est Asiatico.Il tutto senza dover passare dall’Iran. Nessuno in questigiorni ha ricordato che, ancora nel 1997, due delegazionidegli «orribili» talebani sono state ricevute a Washington(anche al Dipartimento di Stato) per trattare di questa fac-cenda e che una grande azienda petrolifera americana, laUnocal, con la consulenza niente di meno che di HenryKissinger, si è impegnata col Turkmenistan a costruirequell’oleodotto attraverso l’Afghanistan. È dunque possibi-le che, dietro i discorsi sulla necessità di proteggere lalibertà e la democrazia, l’imminente attacco control’Afghanistan nasconda anche altre considerazioni menoaltisonanti, ma non meno determinanti.È per questo che nell’America stessa alcuni intellettualicominciano a preoccuparsi che la combinazione fra gli in-teressi dell’industria petrolifera con quelli dell’industriabellica - combinazione ora prominentemente rappresenta-ta nella compagine al potere a Washington - finisca perdeterminare in un unico senso le future scelte politicheamericane nel mondo e per limitare all’interno del paese, inragione dell’emergenza anti-terrorismo, i margini di quellestraordinarie libertà che rendono l’America così particola-re. Il tuo attacco, Oriana alle «cicale» ed agli intellettuali «deldubbio» va in quello stesso senso. Dubitare è una funzio-ne essenziale del pensiero; il dubbio è il fondo della nostracultura. Voler togliere il dubbio dalle nostre teste è comevolere togliere l’aria ai nostri polmoni. Io non pretendo af-fatto d’aver risposte chiare e precise ai problemi del mon-do (per questo non faccio il politico), ma penso sia utileche mi si lasci dubitare delle risposte altrui e mi si lasciporre delle oneste domande…Oriana, non sarebbe invecemeglio che a scuola i ragazzi imparassero, a lezione direligione, anche che cosa è l’Islam? Che a lezione di lette-ratura leggessero anche Rumi o il da te disprezzato OmarKayam?Non sarebbe meglio che ci fossero quelli che studianol’arabo, oltre ai tanti che già studiano l’inglese e magari ilgiapponese? Lo sai che al ministero degli Esteri di questonostro paese affacciato sul Mediterraneo e sul mondomusulmano, ci sono solo due funzionari che parlano ara-bo? Uno attualmente è, come capita da noi, console adAdelaide in Australia... Per difendersi, Oriana, non c’è bi-sogno di offendere. Per proteggersi non c’è bisogno d’am-mazzare. Ed anche in questo possono esserci delle giu-

ordina di governarsi, d’esprimere le proprie individualità, dicercare la propria felicità…Bè, secondo me l’America riscatta la plebe. Sono tutti ple-bei, in America. Bianchi, neri, gialli, marroni, viola, stupi-di, intelligenti, poveri, ricchi. Però sono riscattati, perdio.E a questo mondo non c’è nulla di più forte, di più potente,della plebe riscattata. Ti rompi sempre le corna con laPlebe Riscattata. E con l’America le corna se le sono sem-

pre rotte tutti. Inglesi, tedeschi, messicani, russi, nazisti,fascisti, comunisti. Con i figli di Allah la faccenda saràdura e lunga. Ammenoché il resto dell’Occidente non smettadi farsela addosso. E ragioni un po’ e gli dia una mano.Non sto parlando, ovvio, alle iene che se la godono a ve-der le immagini delle macerie e ridacchiano bene-agli-americani-gli-sta-bene. Sto parlando alle persone che purnon essendo stupide o cattive, si cullano ancora nella pru-denza e nel dubbio.E a loro dico: sveglia, gente, sveglia! Intimiditi come sietedalla paura d’andar contro corrente cioè d’apparire razzi-sti (parola oltretutto impropria perché il discorso non è suuna razza, è su una religione), non capite o non voletecapire che qui è in atto una Crociata alla rovescia.Abituati come siete al doppio gioco, accecati come sietedalla miopia, non capite o non volete capire che qui è inatto una guerra di religione. Voluta e dichiarata da unafrangia di quella religione, forse, comunque una guerra direligione. Una guerra che essi chiamano Jihad. GuerraSanta... Non capite o non volete capire che se non ci sioppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihadvincerà.E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti acostruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po’ piùintelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. Econ quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, lanostra scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostripiaceri... Cristo!Non vi rendete conto che gli Osama Bin Laden si ritengo-no autorizzati a uccidere voi e i vostri bambini perchébevete il vino o la birra, perché non portate la barba lungao il chador, perché andate al teatro e al cinema, perchéascoltate la musica e cantate le canzonette, perché balla-te nelle discoteche o a casa vostra, perché guardate latelevisione, perché portate la minigonna o i calzoncini corti,

Focus11 settembre

11 settembre

George Bush e Osama Bin Laden

Oriana Fallaci Tiziano Terzani

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perché al mare o in piscina state ignudi o quasi ignudi? Iosono atea, graziaddio.E non ho alcuna intenzione di lasciarmi ammazzare per-ché lo sono.Perché quando è in ballo il destino dell’Occidente, la so-pravvivenza della nostra civiltà, New York siamo noi. L’Ame-rica siamo noi. Se crolla l’America, crolla l’Europa. Crollal’Occidente, crolliamo noi. E non solo in senso finanziariocioè nel senso che, mi pare, vi preoccupa di più… In tuttii sensi crolliamo, caro mio.

Io non negoa nessuno ildiritto di ave-re paura. Chinon ha pau-ra della guer-ra è un creti-no. E chivuol far cre-dere di nonavere pauradella guerra,l’ho scrittomille volte, è

insieme un cretino e un bugiardo. Ma nella Vita e nellaStoria vi sono casi in cui non è lecito aver paura. Casi incui aver paura è immorale e incivile. E quelli che, perdebolezza o mancanza di coraggio o abitudine a tenere ilpiede in due staffe si sottraggono a questa tragedia, a mesembrano masochisti.(...).Perché vogliamo farlo questo discorso su ciò che tu chia-mi Contrasto-fra-le-Due-Culture? Ecco dunque la mia ri-sposta alla tua domanda sul Contrasto-delle-Due-Culture.Al mondo c’è posto per tutti, dico io. A casa propria tuttifanno quel che gli pare.E se in alcuni paesi le donne sono così stupide da accet-tare il chador anzi il velo da cui si guarda attraverso unafitta rete posta all’altezza degli occhi, peggio per loro. Seson così scimunite da accettar di non andare a scuola,non andar dal dottore, non farsi fotografare eccetera, peg-gio per loro. Se i loro uomini sono così grulli da non berela birra e il vino, idem. Non sarò io a impedirglielo.Ci mancherebbe altro. Sono stata educata nel concetto dilibertà, io, e la mia mamma diceva: «Il mondo è bello per-ché è vario». Ma se pretendono d’imporre le stesse cosea me, a casa mia... Lo pretendono. Osama Bin Ladenafferma che l’intero pianeta Terra deve diventar musulmano,che dobbiamo convertirci all’Islam, che con le buone ocon le cattive lui ci convertirà, che a tal scopo ci massa-cra e continuerà a massacrarci.E questo non può piacerci, no. Deve metterci addossouna gran voglia di rovesciar le carte, ammazzare lui. Peròla cosa non si risolve, non si esaurisce, con la morte diOsama Bin Laden. Perché gli Osama Bin Laden sono de-cine di migliaia, ormai, e non stanno soltanto in Afghanistano negli altri paesi arabi. Stanno dappertutto, e i piùagguerriti stanno proprio in Occidente.Nelle nostre città, nelle nostre strade, nelle nostre univer-sità. La Crociata è in atto da tempo…"

ste eccezioni… Ma per punire con giustizia occorre il ri-spetto di certe regole che sono il frutto dell’incivilimento,occorre il convincimento della ragione, occorrono delle pro-ve. I gerarchi nazisti furono portati dinanzi al Tribunale diNorimberga; quelli giapponesi responsabili di tutte le atro-cità commesse in Asia, furono portati dinanzi al Tribunaledi Tokio prima di essere, gli uni e gli altri, dovutamenteimpiccati. Le prove contro ognuno di loro erano schiac-cianti. Ma quelle contro Osama Bin Laden? «Noi abbiamotutte le prove contro Warren Anderson, presidente dellaUnion Carbide. Aspettiamo che ce lo estradiate», scrive inquesti giorni dall’India agli americani, ovviamente a mo’ diprovocazione, Arundhati Roy, la scrittrice de Il Dio dellepiccole cose : una come te, Oriana, famosa e contestata,amata ed odiata. Come te, sempre pronta a cominciareuna rissa, la Roy ha usato della discussione mondiale suOsama Bin Laden per chiedere che venga portato dinanziad un tribunale indiano il presidente americano della UnionCarbide responsabile dell’esplosione nel 1984 nella fab-brica chimica di Bhopal in India che fece 16.000 morti. Unterrorista anche lui? Questo non è relativismo. Voglio solodire che il terrorismo, come modo di usare la violenza, puòesprimersi in varie forme, a volte anche economiche, eche sarà difficile arrivare ad una definizione comune delnemico da debellare. I governi occidentali oggi sono unitinell’essere a fianco degli Stati Uniti; pretendono di sapereesattamente chi sono i terroristi e come vanno combattuti.La vastissima, composita alleanza che Washington stamettendo in piedi, rovesciando vecchi schieramenti eriavvicinando paesi e personaggi che erano stati messi allagogna, solo perché ora tornano comodi, è solo l’ennesimoesempio di quel cinismo politico che oggi alimenta il terro-rismo in certe aree del mondo e scoraggia tanta brava gentenei nostri paesi.Gli Stati Uniti, per avere la maggiore copertura possibile eper dare alla guerra contro il terrorismo un crisma di legali-tà internazionale, hanno coinvolto le Nazioni Unite, eppuregli Stati Uniti stessi rimangono il paese più reticente a pa-gare le proprie quote al Palazzo di Vetro, sono il paeseche non ha ancora ratificato né il trattato costitutivo dellaCorte Internazionale di Giustizia, né il trattato per la mes-sa al bando delle mine anti-uomo e tanto meno quello diKyoto sulle mutazioni climatiche.L’interesse nazionale americano ha la meglio su qualsiasialtro principio.Eppure un giorno la politica dovrà ricongiungersi con l’eticase vorremo vivere in un mondo migliore… La natura è unagrande maestra, Oriana, e bisogna ogni tanto tornarci aprendere lezione.Tornaci anche tu. Chiusa nella scatola di un appartamentodentro la scatola di un grattacielo, con dinanzi altri gratta-cieli pieni di gente inscatolata, finirai per sentirti sola dav-vero; sentirai la tua esistenza come un accidente e noncome parte di un tutto molto, molto più grande di tutte letorri che hai davanti e di quelle che non ci sono più. Guar-da un filo d’erba al vento e sentiti come lui. Ti passeràanche la rabbia.Ti saluto, Oriana e ti auguro di tutto cuore di trovare pace.Perché se quella non è dentro di noi non sarà mai da nes-suna parte."

Focus11 settembre

11 settembre

Bombardamenti a Kabul

Oriana Fallaci Tiziano Terzani

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Un anno fa s’incominciava ad accennare al-

L’Euro come ad un avvenimento lontano,

Tanto che la cosa non sembrava dovesse

Interessare più di tanto.

Molti di noi ne parlavano scambiandosi

Opinioni più o meno contrastanti.

Non tutti, però, siamo d’accordo a rinunciare

Alla nostra cara “lira” in così poco tempo; ma

Tutti, ormai, ora sappiamo che la lira ci lascerà, è stato

Accertato, purtroppo, con molto dispiacere!

La lira se ne va per sempre, dopo anni di compagnia

E l’euro nasce comparendo quasi con timidezza:

Piccolo piccolo, come i suoi centesimi;

Eravamo abituati a distinguere la lira dai personaggi famosi

Raffigurati in ogni sua banconota e colore.

L’euro, purtroppo, cambierà molto il nostro modo di vivere,

Abituarsi non sarà facile per tutti.

Noi finora (non tutti) si valorizzava la vita per

Ogni “zero” in più che si aveva, dandoci un po’ d’importanza,

Solo che ora, anche se il valore è uguale,

Tornando ai centesimi, ci sentiremo piccoli, tutti uguali.

Resta il fatto che questo euro ci sta un po’ su!

Avremo (almeno io) tanta confusione con i numeri.

Ciò comporta molta attenzione per non

Avere poi la scoperta d’essere stati imbrogliati.

Resta facile per me l’essere imbrogliata, specie la “virgola”,

Anche perchè dei numeri non ho mai capito niente:

Li ho sempre considerati molto difficili, anche se

Io mi chiamo Perotto (x 8) e dovrei averne una certa dimestichezza.

Riconosciamo che la “lira” ci lascia con un pizzico di nostalgia.

Addio cara “lira”, non ti dimenticheremo facilmente!

A tutti un Buon Natale e un buon inizio di euro

Adelina Perotto

Ultimo Natale per la nostra cara lira

Per 300 milioni di cittadinieuropei il 1° gennaio 2002rappresenta una datastorica: segna l'entrata incircolazione dellebanconote e delle monetein euro in 12 paesi, fracui l'Italia.

a cura di Davide BettuzziAttualità

Dal 1° gennaio 2002 le banconote ele monete in euro potranno essere uti-lizzate senza alcuna restrizione in tuttoil territorio nazionale.Le banche e gli esercizi commercialiavranno gia ricevuto quantitativi suffi-cienti per consentire un’agevole tran-sizione alla nuova valuta. Dal 15 di-cembre 2001 le banche e gli uffici po-stali metteranno in vendita “confezio-ni di avvio” contenenti un assortimen-to di monete in euro in modo da ini-ziare a prepararci al cambiamento.Inoltre, sarà possibile ritirare banco-note in euro dagli sportelli Bancomat,presso le banche o gli uffici postaligià dal 1° gennaio 2002.Fino al 28 febbraio gli acquisti potran-no essere pagati sia in lire che in euro;il resto dovrebbe essere in euro. Dal1° marzo 2002 l'euro sarà l'unica va-luta avente corso legale in Italia; dopoè possibile cambiare le lire in europresso la Banca d’Italia e, per qual-che tempo ancora, presso le banchee gli uffici postali dietro pagamento diuna commissione.

Otto monete e sette banconoteMentre le sette banconote sono iden-tiche per tutti i paesi, le otto monetepresentano una faccia comune euro-pea ed una faccia nazionale. Sia lebanconote che le monete possonoessere utilizzate senza restrizioni nel-l'intera area dell'euro: Austria, Belgio,Finlandia, Francia, Germania, Grecia,Irlanda, Italia, Lussemburgo, PaesiBassi, Portogallo e Spagna.

Arriva l' uro!

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La buca delle lettere

Bastardi!

Cara Luna,in settembre la mia famiglia è statarattristata da un avvenimento vergo-gnoso ed ignobile: una "brava" per-sona ha avvelenato il nostro caneZorro. Pazienza diranno in molti: erasolo un cane, con quello che succe-de nel mondo cosa volete che sia?Più che giusto, ci mancherebbe al-tro! Si consumano certe tragedie tuttii giorni che a confronto la storia delmio cane è insignificante, ma perchènon parlarne?Era un bellissimo ed affettuosissimoS. Bernardo, nato in casa nostra edallevato da noi.Molti di voi l'avranno visto ancheperchè, e questa è una mia grandecolpa, era spesso libero. Mario, laguardia comunale, mi aveva detto dilegarlo ma, come forse facciamo inmolti, una volta era legato e due no.Da quel che mi risulta non dava fasti-dio a nessuno; solo una persona qual-che mese fa mi disse di tenerlo lega-to la notte, perchè il cane andava atrovare le sue pecore; mi sembrò unacosa un po' strana, ma io di notte nonlo controllavo e quindi poteva ancheessere vero.Così la notte lo legavo e di giorno,quando era libero, cercavo di tenerlocontrollato. Una domenica pomerig-gio, però, al momento di legarlo il caneera sparito, il lunedì mattina alle cin-que era davanti a casa moribondo av-velenato con polpette cucinate peravvelenare ed uccidere... chi? Le vol-pi? Il mio cane? Bastardi!

E' rimasto in agonia quindicigiorni sotto gli occhi delle miebambine ed è morto fra lemie braccia, mentre ancorasi sforzava di scodinzolarecon la punta della coda; ave-va la lingua triturata dai suoimorsi e molti organi internispappolati.L'abbiamo curato perchèsembrava che migliorasse al-trimenti non l'avremmo fattosoffrire tanto e non avrem-mo speso tanti soldi in curee medicine. FORSE e dicoforse non sapremo mai chiè stato, buon per lui che non

si sappia mai. Vorrei sapere da que-sta "persona" il perchè.Pregherei questa "persona" di scri-vermi una lettera anonima in cui mispiegasse il perchè! E' toccata lastessa sorte ad un pastore tede-sco di Palagano e altre due bambi-ne hanno pianto; perchè? Poi an-che a un pastore del Caucaso fem-mina con la cucciolata nel suo re-cinto; perchè?Io riprenderò un cane, cercherò ditenerlo legato perchè è mio dove-re, ma se vi disturba ditemelo conle parole non con le polpette. An-che se era solo un cane per noi èstato un dispiacere che cerchere-mo di dimenticare, per le bambineun dramma che ricorderanno pertutta la vita, causato da una perso-na cattiva, crudele, bastarda, vile,ignorante: una vera CrudeliaDemon di Palagano o dintorni.Aspettando chiarimenti, risposte ocritiche porgo distinti saluti a tutti eringrazio la Luna.

Bettuzzi Maria CristinaVia Artigianale, 20

Palagano (MO)

Io chiedo...

Io chiedo:1. Perchè tutta la potatura dellescarpate, strade e stradelli non vie-ne raccolta onde evitare che si for-mino esche per gli incendi.

2. Seppellimento morti: visto che lefosse vengono scavate con mezzomeccanico secondo molti, me com-preso, sarebbe opportuno che il riem-pimento, con lo stesso mezzo, venis-se effettuato quando la gente ha la-sciato il cimitero e quindi non in pre-senza della popolazione intervenuta alfunerale.3. Perchè, avendone purtroppo iostesso avuto bisogno, per suturarepiccole ferite ci si debba recare aSassuolo, utilizzando impropriamen-te l'ambulanza, quando potrebberoessere curate nel nostro Poliambula-torio.

Lettera firmata,Montefiorino

Auguri

65 anni di matrimonio

Sono arrivati a questo invidiabiletraguardo Ranucci Giovanni Giu-seppe e Merciari Adele sposati il5 settembre 1936 nella chiesa diLago di Montefiorino.Sono stati festeggiati dai figli a Lille(Francia).La redazione de la Luna nuova siassocia.

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Le recenti polemiche relative ad un'ipotesi di realizzazione di una centrale a

bio-massa nel territorio del comune di Frassinoro, ci hanno indotto ad

approfondire l'argomento, nel solo intento di portare un contributo di chiarezza

e conoscenza che pare siano mancate.

Dossier

Centrali a Bio-Massa

Il sole è la fonte energetica che alimenta la vita sulla terra,dà vita alle piante che diventano cibo per gli animali, attra-verso le differenze di temperatura dà origine al vento, allapioggia, alle onde. Per ovviare alla discontinuitàdell’irraggiamento solare nel passato si migrava alla ricer-ca di climi più caldi.L’invenzione più importante nella storia dell’umanità è sta-ta la scoperta del fuoco, attraverso la combustione dellegno. Il fuoco fornisce la luce se è buio, riscalda se fafreddo, protegge dagli animali predatori, permette di cuo-cere i cibi. Nel corso dell’evoluzione l’uomo ha continuatoa sviluppare le tecniche della combustione imparando acuocere l’argilla e fondere i metalli, producendo utensilisempre più sofisticati.Il legno rimaneva comunque la materia prima più utilizza-ta. Le deforestazioni più importanti sono avvenute nei se-coli a cavallo del primo millennio e hanno prodotto un dan-no ecologico permanente su intere regioni della terra. Finoal diciottesimo secolo le uniche forme di energia mecca-nica usate erano il vento e l’acqua (grazie ai mulini). Conl’invenzione della macchina a vapore divenne possibile ot-tenerla bruciando legno. L’esigenza di sempre maggioriquantità di combustibile spinse l’uomo ad utilizzare le ri-sorse non rinnovabili della terra (carbone, petrolio etc.)immagazzinate per milioni di anni nel sottosuolo e ritenuteinfinite. Sull’utilizzo di queste fonti di energia si è costruita

la rivoluzione industriale.Il progressivo miglioramento delle tecniche di combustio-ne ha permesso di ottenere grandi quantità di energia inmodo costante. Ciò ha reso possibile creare negli edificiun comfort artificiale senza dipendere dal ciclo disconti-nuo del sole. In questo modo l’uomo e l’architettura hannocominciato ad allontanarsi dalla natura senzaaccorgersene.La combustione delle risorse energetiche non rinnovabiliha introdotto inoltre un nuovo problema: l’inquinamento.La combustione del legno o delle biomasse, al contrario,causa un inquinamento ambientale ridotto (essenzialmen-te CO

2) che può essere neutralizzato attraverso nuove

piantumazioni.Il legno venne sostituito anche come materiale da costru-zione, soppiantato da calcestruzzo, acciaio, alluminio, pla-stica, etc. materiali apparentemente più efficienti ed ine-sauribili. Si ipotizzò che il non utilizzo del legno, avrebbecontribuito a proteggere l’ambiente naturale, mentre inve-ce si cominciò a danneggiarlo più gravemente. La produ-zione e lavorazione dei nuovi materiali da costruzione ri-chiedono un consumo di energia molto più elevato dettaenergia di produzione. Le fonti energetiche non rinnovabilipoi, richiedono maggior energia nel processo di produ-zione, trasporto, distribuzione. La somma di queste perdi-te nella trasformazione viene chiamata energia grigia.

Energia da biomassa

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Come è nata l’idea di un impianto a combustionebiomassa? Che tipo d’impianto sarebbe e quale combu-stibile utilizzerebbe?Questa idea è nata durante la stesura del piano di sviluppodella Comunità Montana (n.d.r. strumento di programma-zione 2000), suggerita da alcuni consulenti che proponeva-no di valorizzare il legname offerto dal nostro territorio. Comeamministratore ho proposto alcune verifiche, contattando altriesperti. Il combustibile da utilizzare sarebbe legname vergi-ne.E’ vero che un gruppo di amministratori si è recato avisitare un impianto simile, dove esattamente?Sì,vi erano componenti della maggioranza e minoranza edue abitanti di Spervara, uno dei quali rappresentante delcomitato Val Dragone. Siamo andati a visitare due impianti,uno a Castellavazzo, l’altro a Ospitale di Cadore a 10 km.dal primo, entrambe le località si trovano lungo il percorsostradale che tra Belluno conduce a Cortina d’Ampezzo; re-altà montane con caratteristiche simili alla nostra. Gli im-pianti operativi da 4, 5 anni sono inseriti nel contesto abitativo.Ci sono stati problemi per la realizzazione delle struttu-re da parte della popolazione?Sì, dalle informazioni del sindaco stesso è stato confermatoche dopo gli iniziali momenti di confronto, ora vi è una so-stanziale soddisfazione per la creazione di nuove opportuni-tà di lavoro, pur mantenendo la tutela dell’ambiente.Le impressioni del gruppo dopo questo viaggio qualisono state? Le perplessità sono rimaste, o siete rimastipiù convinti?Le impressioni sono state positive ed abbiamo avuto la con-ferma dell’esistenza concreta di impianti di questo genere.Il materiale di combustione, ovvero la materia prima alivello locale è sufficiente o sarà necessario importarla,avete valutato l’impatto ambientale?Nell’ipotesi della realizzazione dell’impianto evidentementeverrà elaborato un piano di coltivazione, ciò è di competen-za dell’azienda. A parere nostro questo potrebbe essere unulteriore elemento per valorizzare le cooperative diforestazione esistenti con il coinvolgimento di una vasta areadell’Appennino modenese e non solo. Lo stesso Parco delFrignano trova interessante l’opportunità di utilizzare tuttoquel materiale derivante dalla pulizia dei boschi che allo sta-to attuale non trova assolutamente mercato; inoltre questorientra negli obiettivi della Cee.Lei è stato accusato da diverse parti di poca trasparen-za in merito a questo progetto, non crede che informarepossa evitare allarmismi e possa contribuire a una mag-giore crescita civile per tutti?Respingo totalmente le accuse. E’ compito di una ammini-strazione lavorare su ipotesi di sviluppo del proprio territo-rio, confrontarsi nell’ambito consiliare, cosa avvenuta i pri-mi di giugno, ed è legittimo e doveroso confrontarsi con lacittadinanza nel momento in cui esistono effettivamente daticoncreti. Ho ritenuto comunque opportuno informare i cit-tadini residenti nel comune di Frassinoro del reale stato dellecose e ribadisco che non è stato depositato alcun documento

Dossier

Come è nato il Comitato per la ValDragone e da chi è composto ?Il Comitato è nato con lo scopo di intervenire nelprogetto di realizzazione della centrale termoelettrica abiomassa in località Spervara di Frassinoro. La data dicostituzione è il 15 agosto, ed al 30 settembre gli aderentierano 844 (registrazione atto n.834 del 2 ottobre 2001).La raccolta delle adesioni si è svolta nei Comuni diFrassinoro, Montefiorino e Palagano, tutti interessati sottodiversi aspetti (turistici, ambientali, viari) alla realizzazio-ne della centrale.Non sono state raccolte adesioni al di fuori di questoambito territoriale; pertanto gli aderenti sono in maggio-ranza residenti, domiciliati o proprietari di beni nei treComuni indicati.Quali finalità si pone?Il Comitato è un’associazione senza fini di lucro conl’obiettivo della tutela del territorio, anche se l’azioneprioritaria manifestata da tutti gli aderenti è quella d’in-tervenire sulla questione della centrale termoelettrica abiomassa.Quale è ad oggi la posizione che ha assunto in meri-to alla centrale a biomassa?Sul progetto di questa centrale il Comitato ha assuntouna posizione contraria per le seguenti ragioni:1. Il progetto di questa Centrale è già stato rifiutato conforza da altri comuni. La TM.E.(ditta che ha presentatoil progetto) rientra nel provvedimento CIP6/92, cioè hala possibilità di lauti incentivi e per questo sta cercandoun posto dove piazzare una centrale.Questo è il suo scopo, e non certamente quello dellosviluppo del luogo in cui verrà costruita.2. La centrale in progetto non è adatta alla nostra mon-tagna.Brucerebbe 100.000 tonnellate all’anno di residui vege-tali.L’AESS (Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibi-le) ha valutato che gli scarti legnosi disponibilinell’Appennino modenese sono 4000 t/anno.Sarebbe quindi necessario disboscare tutto l’Appennino.In pochissimi anni avremmo un territorio impoverito emolto più soggetto a frane e dissesti idrogeologici.3. La centrale in progetto non può avere un bilancioeconomico positivo.L’approvvigionamento ed il trasporto della legna verreb-bero ad incidere in modo molto forte sul bilancio, e unavolta cessati gli incentivi (che fra l’altro vengono caricatisulla bolletta ENEL, quindi pagati da tutti noi) questobilancio diventerebbe negativo.Il bilancio potrebbe essere positivo solo se la Centralediventasse un inceneritore.4. Un inceneritore (ma anche una centrale a biomassa)inquina.Provoca emissioni inquinanti in atmosfera, ha bisogno dimolta acqua, è rumoroso, richiede zone molto ampie perlo stoccaggio del materiale, creerebbe un aumento di traf-

Intervista a Elio PierazziSindaco di Frassinoro

Intervista a Franca FontanaComitato Val Dragone

Di Elisabetta Gazzetti

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Dossier

Energia da biomassa

Si tratta di energia solare indiretta chepuò essere prodotta da qualunquemateriale organico vegetale, come al-beri e residui forestali, piante erbaceeed acquatiche, residui agricoli, resi-dui industriali, rifiuti urbani.Le biomasse rappresentano il 15%dell’offerta energetica mondiale,

Riportiamo parte di una ricerca

eseguita da una classe della dell’ITCG

di Rovereto (TN).

La versione integrale è consultabile

all’indirizzo internet

www.itcgfontana.tn.it/fontialternative

l’Unione Europea ha avviato un ag-gressivo programma di dimostrazio-ne che prevede la diffusione di coltu-re energetiche, l’utilizzo di residuiagro-industriali e zootecnici e dibiomasse acquatiche, con l’obiettivodi raddoppiare in pochi anni il contri-buto di questa fonte di energia.Le biomasse rappresentano una gros-sa risorsa per l’ambiente, infatti, l’in-

cremento ed il razionale sfruttamentodelle masse vegetali, in particolareforestali, sul territorio non può checontribuire ad un miglioramento del-l’ambiente tramite un maggior assor-bimento dell’anidride carbonica pre-sente in atmosfera.Oltretutto si viene a formare un ciclochiuso, in quanto il carbonio emessodagli impianti termici alimentati a

Cavalese (TN)

agli atti.Questa questione però non ha procurato

allarmismi solo su Frassinoro ma anche su al-tri comuni…

Gli allarmismi sono stati provocati dalla disinformazione.Si è costituito un Comitato Per la Val Dragone che hamesso in luce diversi problemi riguardo la centrale,cosa ha da dire in merito?E’ diritto dei cittadini costituirsi in comitato.Gli altri enti che posizione hanno assunto?Nessuna posizione poiché ufficialmente non è stato depo-sitato alcun documento agli atti di alcun ente. Posso direcomunque che esiste all’interno del programma regionaleper la tutela dell’ambiente una proposta della Provincia diModena, un progetto per la valorizzazione di biomasse diorigine locale. Non possiamo tuttavia ignorare che il nostropaese necessita di un incremento del proprio potenziale dienergia elettrica essendo uno dei maggiori importatori dellastessa. Non vedo perché questo non sia un problema daaffrontare in realtà come le nostre che hanno bisogno diattrarre nuova gente creando opportunità di lavoro.Visto che da poco è diventato vicepresidente della no-stra Comunità Montana non pensa che questo temadell’energia possa essere dibattuto in un'otticasovracomunale?Ritengo opportuno attivarsi affinchè siano valutate ipotesicomplessive di sviluppo del nostro territorio al di là deiristretti confini comunali.

Elio Pierazzi Franca Fontana

fico pesante insopportabile.5. La Val Dragone diventerebbe la valle dell’inceneritore,con forti ripercussioni su chi vi abita non solo per l’inqui-namento, ma per la perdita di valore turistico e di qualitàdella vita.I posti di lavoro che si creerebbero (ammesso che questopossa avvenire) verrebbero compensati da perdite per ri-percussioni sul turismo.Inoltre già ora le attività industriali della zona devono im-piegare manodopera da fuori.Il Comitato per la Val Dragonecrede che la nostra montagna meriti qualcosa di meglio eabbia diritto a ben altro tipo di sviluppo.Ritenete che gli impianti a biomassa possano essereutili per l’economia del territorio?Gli impianti a biomassa possono essere utili per risolvere ilproblema del consumo di combustibili fossili.Tuttavia è solo insieme ad altre azioni, soprattutto la ridu-zione dei consumi, che si potranno ottenere validi risultati.In ogni caso, sempre deve essere attentamente fatta unavalutazione costi/benefici di un impianto.In certe zone alpine, dove le industrie per la lavorazionedel legno presenti producono grandi quantità di materialedi scarto, è senza dubbio auspicabile, perché ha il vantag-gio di produrre energia e nello stesso tempo di smaltiremateriale di scarto.Nel caso della centrale a Frassinoro invece, i costi per pro-curare il materiale sarebbero tali da rendere assolutamenteanti-economico l’impianto.

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biomasse è lo stesso che viene as-sorbito dai vegetali per produrreuna quantità uguale di biomassa.Dal punto di vista delladiversificazione delle fontirinnovabili, lo sfruttamento a finienergetici delle biomasse rappre-senta per il nostro Paese un im-portante giacimento energetico po-tenziale, che potrebbe permettere

Dossierdi ridurre la nostra vulnerabilità nel-l’approvvigionamento delle risorseenergetiche e limitare l’importazionedi energia elettrica.Le piante costituiscono la fonte piùcomune di biomassa, utilizzate sottoforma di legno, torba e paglia posso-no essere coltivate appositamente perla produzione di energia o possonoessere raccolte nell’ambiente natura-

le; si può trattaredi alberi ( come pinied eucalipti) o altrepiante a crescita velo-ce (canna da zucchero,mais, soia ). La produzionemondiale di biomassa è stimatain 146 miliardi di tonnellate metrichel’anno, principalmente costituite da ve-getazione selvatica.

Per millenni, il legno è stata l’unicafonte disponibile di energia e, an-cora adesso, lo è per miliardi dipersone al mondo.E' composto al 40-50% di cellulosa,20-30% lignina, 20-30%carboidrati, grassi, sali minerali.Quando il legno viene bruciato i ci-cli di energia dei vari elementi chelo compongono si chiudono; l’ener-gia chimica contenuta nel legno silibera sotto forma di luce e calore;l’acqua ritorna nell’atmosfera sottoforma di vapore acqueo per rica-dere poi al suolo come precipita-zioni atmosferiche; l’anidridecarbonica ritorna nell’atmosfera ei sali minerali ritornano al terrenosotto forma di ceneriSe la combustione è imperfetta siformano numerosi composti chimi-ci intermedi, quali i catrami, chepossono risultare molto inquinanti.Se la combustione è perfetta comepuò oggi avvenire nei moderni ap-parecchi impiegati per produrreenergia, il legno presenta numero-se caratteristiche.Il legno, infatti, è una fonte di ener-gia rinnovabile perché viene conti-nuamente riprodotta, in tempi bre-vi su scala umana, dagli alberi earbusti che crescono utilizzandol’energia solare; neutrale riguardol’emissione di anidride carbonicanell’atmosfera perché l’anidridecarbonica emessa con la combu-

stione è la stessa che era sta-ta assorbita dalla fotosintesi;pulita perché alla fine del pro-cesso di combustione resta-no solo sostanze naturaliovunque abbondantemente

presenti nel nostro ambiente in con-centrazioni non tossiche per gli orga-nismi viventi.La combustione del legno avviene intre fasi:1° fase: temperatura: 150° - 200°; illegno perde l’acqua che sta al suo in-terno;2° fase: temperatura: 200°- 600°; siha la così detta pirolisi,un processodi decomposizione termochimica deimateriali organici ottenuto ad alte tem-perature, in completa assenza di os-sigeno, si ottiene, in pratica, il carbo-ne3° fase: temperatura: 400°- 1300°; inpresenza di ossigeno, il gas e il car-bone del legno si ossidano emetten-do una gran quantità di energia.Il rendimento finale della combustio-ne, come si vede, è dunque condi-zionato in senso negativo dalla quan-tità di acqua ancora presente nel le-gno. Il valore energetico del legno vie-ne espresso dal suo “poterecalorifico”, definito come: “la sommadelle unità di energia termica che siliberano durante la combustione di 1Kg di legno”.Il “potere calorifico” del legno è ele-vato: bruciato nei moderni apparec-chi termici con 2,8 Kg di legno seccosi sostituisce 1 Kg di gasolio e con2,3 Kg di legno secco si sostituisce 1m3 di gas naturale.Si sente spesso dire che il fumo dilegna è molto inquinante: ciò è vero

solo se la combustione non è buona,come avveniva nelle stufe, nei cami-netti e nelle cucine economiche di untempo o come avviene quando si bru-ciano ramaglie all’aperto.In questi casi vengono prodotti moltiidrocarburi, molto monossido dicarbonio (CO), polveri e fuliggini, etc.In via teorica, se la combustione dellalegna fosse corretta dai nostri caminisi avrebbe la fuoriuscita di: acqua(H2O), anidride carbonica (CO2), os-sidi di azoto (NO

2), polveri.

E’ importante far notare che comun-que, tutte le apparecchiature moder-ne sono in grado di produrre una com-bustione quasi perfetta della legna cheviene bruciata, che è molto simile aquella prodotta dai gas naturali.Va notato però che, a differenza diquanto avviene quando si bruciano deicombustibili fossili, l’anidridecarbonica emessa può essere nonconteggiata perché, essa è la stessasottratta dall’atmosfera pochi anni pri-ma dagli alberi.Sul letto di combustione rimangono leceneri, costituite da ossido di calcio,silicio, potassio e magnesio, utilissimicome fertilizzanti.In Italia abbiamo più di 8 milioni diettari di bosco che ogni anno si ac-crescono di 25-30 milioni di m3 di le-gno.Una parte di questo legno è di buonaqualità, destinabile all’edilizia, all’arre-damento, mentre una parte dei boschisi trova in aree di difficile accesso odi grande pregio naturalistico. Interes-sante è sapere che anche raccoglien-do solo la metà del legno che ognianno si aggiunge a quello già presen-te, i nostri boschi potrebbero fornire

La materia prima:il legno

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Spettabile redazione de la luna nuo-va, ad un giornalino che tratta argo-menti del territorio della Comunità lo-cale, non sarà certo sfuggita la storiadella centrale termica a bio-masse diSpervara di Frassinoro.Chi vi scrive, ha avuto occasione diseguire attraverso i giornali questa sto-ria (Gazzetta di Modena e Resto delCarlino) all’inizio per una forma di cu-riosità, poi alla ricerca di informazio-

Dossier7-8 milioni di ton-

nellate di legno sec-co da ardere, e, sen-

za neppure avere riper-cussioni negative sui boschi.

Inoltre la valoriz-zazione dei residuilegnosi di origine agricola potrebbero for-nire altri 3-4 milioni di tonnellate di legnosecco all’anno, ad esempio: gli scarti ve-getali come la paglia, che vengono utiliz-zati nelle aziende zootecniche come let-tiera per animali, per l’alimentazione delbestiame.Il legname sminuzzato, cioè il legno fran-tumato a macchina, essendo di dimensio-ni ridotte facilita il trasporto e la combu-stione, ed è proprio per questo che oraesistono delle macchine in agricoltura checollegate ai trattori sminuzzano il legna-me. Per la produzione di questi ritagli siusa legno di qualità inferiore.Lo svantaggio del legname sminuzzato èla sua emissione di polveri, però, nono-stante ciò, gli impianti possono ridurre alminimo queste emissioni con l’utilizzo diappositi filtri.Le segherie e le industrie inoltre, produ-cono annualmente circa 4 milioni di ton-nellate di legno secco, ed anche la rac-colta differenziata dei rifiuti potrebbe for-nire un altro milione di tonnellate di legnoda ardere.Sommando i contributi messi a disposi-zione dall’Unione Europea, stimabile in 5-10 milioni di tonnellate di legno secco al-l’anno.E’ dunque ragionevole stimare che nelnostro Paese è o potrebbe essere dispo-nibile una quantità di legno sufficiente ariscaldare completamente 3 milioni di abi-tazioni.

PRO

t La biomassa è molto abbondante, si trova in quasi ogni partedella terra costituita da materiale organico vegetale.ttttt E' rinnovabile grazie alla possibilità di rimboschimento e dipiantagioni specifiche.t E' facilmente convertibile in combustibili ad alto potere energetico(alcool, gas).t E' economica.t Con la sua produzione si possono rigenerare terre desolate (areedisboscate).t Può sfruttare le zone inutilizzate dall’agricoltura e creare occu-pazione nelle comunità rurali.t Se prodotta da risorse rinnovabili, l’uso di energia da biomassanon provoca un aumento di livelli di CO

2 poiché le piante la riassorbono

durante la loro crescita (fotosintesi).t Produce pochissimo zolfo, riducendo così la produzione di pioggeacide.

CONTRO

t La combustione della legna può essere pulita quanto altamenteinquinante e per questo, per ottenere alta qualità e buon rendimento, ènecessario l’utilizzo di tecnologie avanzate che ancora scarseggiano.t Carenza di una precisa programmazione, di una strategia na-zionale e di un piano operativo di settore che si congiunga agli aspettiambientali, agricoli, forestali, rurali e dei trasporti.t Non si conoscono i benefici diretti e indiretti che potrebberoriguardare l’intera popolazione.t Gli attuali strumenti di mercato sono inadeguati.t Troppa difficoltà nelle procedure autorizzate.t L’opinione pubblica non è ancora informata correttamente.t Mancanza di strutture di collegamento tra ricerca, industria edAmministrazioni pubbliche.

Centrali a biomassa:i pro e i contro

Riceviamo e

pubblichiamo

ni precise.La curiosità e poi l’interessamento suquesto argomento è dovuto al fatto cheil modo e il metodo seguito dal “Comi-tato Val Dragone” nell’affrontare il pro-blema mi è parso inadatto.A questo punto preciso che non sonodell’area politica del Sindaco Pierazzi,anzi sono, come ho già scritto in unalettera pubblicata su questo argomentodalla Gazzetta di Modena, un’ulivista

convinto, e ritengo che la partecipa-zione delle persone a forme di aggre-gazione spontanea come i comitatiper discutere dei problemi che ci in-teressano sia estremamente valida.Il Comitato ha fatto della disinforma-zione, degli egoismi delle persone,della poca chiarezza nella sua costi-tuzione, le armi per incenerire “leidee” portate avanti da una personache penso faccia del servizio verso

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gli altri senza secondi fini.1) Cosa sia una centrale a bio-massaviene insegnato anche nelle scuolemedie, che in montagna ogni famigliaabbia una piccola centrale (la stufa chebrucia legna dando calore è questo),che in Italia esistano centrali di dimen-sioni medie (10-15 Mwatt) bisognereb-be chiederlo al rappresentante del co-mitato che insieme al Sindaco e adaltre persone ha visitato la centrale diTai di Cadore, che fra l’altro si trovanella cittadina bellunese quindi in unazona turistica.Il comitato, che in questi mesi ha in-formato così bene le persone residen-

Dossierti della Val Dragone, si è for-se dimenticato di segnalarequesta “gita”?2) Egoismi personali: proba-bilmente che qualche deci-na di persone tra quelli chelavorassero nella centrale equelle dell’indotto erano pocacosa? Dimenticavo che lamaggior parte dei firmataridella petizione sono non re-

sidenti o risiedono in questa amata val-le “anche tre-quattro mesi all’anno”.3) Dopo aver richiesto pubblicamentea mezzo lettera sempre sulla Gazzet-ta di Modena di avere in visione l’attocostitutivo, mi viene consegnato in for-ma privata e registrato in data 02/10/2001, ma allora i firmatari cosa aveva-no da leggere per poter capire le fun-zioni di questo comitato due mesi fa?(Forse che una scrittura privata si pos-sa registrare in qualsiasi momento?).Il dubbio aumenta leggendo questoatto al punto che parla del Consigliodirettivo composto da quattro compo-nenti (numero pari?) e il verbale di as-

semblea dove ven-gono indicati gli elet-ti dov’è?Inoltre un’assemblea di650-700 persone che siriunisce per eleggere il con-siglio dovrebbe fare notizia: madi questo nemmeno l’ombra e nonsiamo in una città con duecentomilapersone.Concludendo, il modo ed i metodi perportare avanti questa proposta (già, mail comitato non dovrebbe essere un’or-gano propositivo?) non mi sembranoné chiari, ne democratici e se “brucia-mo” la fiducia di 650-700 persone comepotremo in altri momenti chiedere laloro partecipazione su argomenti cheinteressano il territorio come ad esem-pio la costituzione di un pronto soc-corso per le piccole urgenze al Poliam-bulatorio di Montefiorino o la presenzadi un’infermiere professionale di aiutoai volontari sull’ambulanza?

Cordiali Saluti daClaudio Biondini

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Il provvedimento del Comitatointerministeriale dei prezzi (CIP) del 29aprile 1992 n. 6 premia l’energia elet-trica prodotta da terzi e ceduta alla reteelettrica nazionale che sia ottenuta dafonti rinnovabili, da rifiuti o da impiantiad alta efficienza (in cogenerazione);quest’ultima è assimilata alle fontirinnovabili d’energia dall’art. 1 della leg-ge 10/91.Il provvedimento CIP 6/92 ha posto

come unica condizione perl’ammissibilità il valore dell’indiceenergetico dell’impianto: IEN > 0.51L’incentivo, attualmente di 200 lire/kW,viene pagato direttamente dagliutilizzatori dell’energia elettrica. Ven-gono così corrisposte al produttore 280lire/kW che gravano su tutti i consu-matori.Il risultato è che i produttori fanno affa-ri di svariati miliardi all’anno, il cittadi-no paga la bolletta ENEL più salata el’atmosfera si satura sempre di più disostanze inquinanti.

Energia a biomasse: gli impianti in ItaliaSecondo uno studio ENEA, in Italia gli impianti che utilizzano le biomasse per la produzione di energia sono oltre1.300 (dati 1995). La biomassa più utilizzata è senza dubbio il legno, il cui consumo per la produzione di calore e/oenergia ammontava nel ’95 a 7,4 tonnellate; di queste solo 3,9 tonnellate rappresentano legna da arderecommercializzata. Il consumo di biomasse copre il fabbisogno energetico nazionale per circa il 2,2%, evitando l’utiliz-zo di circa 3 milioni di tonnellate equivalenti petrolio e la riduzione delle emissioni di CO

2 per circa 9 milioni di

tonnellate. Tra gli impianti di “teleriscaldamento” alimentati con biomasse legnose un buon numero si trovano in AltoAdige, in particolare in Val Pusteria; il materiale utilizzato è ricavato generalmente da residui delle segherie e degliabbattimenti degli alberi. Nel settore delle biomasse bisogna ricordare i 6 impianti, per una potenza complessiva dicirca 70 MW, che è in procinto di realizzare la EuroEnergy Group, una joint venture creata fra il Gruppo Marcegagliae la società statunitense Thermo Ecotek Corp. L’investimento previsto totale è dell’ordine di 400 miliardi di lire con unacreazione di posti di lavoro totale, tra occupati diretti e indotti, di circa 900 unità. Gli impianti saranno realizzati inPuglia (2), Calabria, Sardegna, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Un altro impianto per la produzione di elettricitàalimentato a biomasse, di 12 MW di potenza, è stato progettato a Cascina, in provincia di Pisa. L’energia da biomassaavrà un ruolo di rilievo anche nel programma nazionale di sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, che stanno elabo-rando Ministero dell’Industria e Ministero dell’Ambiente.

Tutto questo s’inquadra nella strategiaespansionistica dell’ENEL privatizzata:produrre (tramite la costruzione di nuoviimpianti) e vendere (tramitel’incentivazione di nuovi consumi) piùenergia per aumentare i profitti. Infatti,anche se lo schema del CIP 6/92 èstato concepito come meccanismo perrompere il monopolio dell’ENEL,l’ENEL stessa ha partecipato agli in-centivi diventando, nel 1995-96, il pri-mo percettore di incentivazioni.

Comitato per la Val Dragone

Il provvedimento CIP 6/92

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di Gabriele Monti, Davide Bettuzzi

XX secolo11

In questo numero andremo a vederel’istruzione, le condizioni economiche,igienico-sanitarie, la viabilità e tuttiquegli aspetti della vita quotidiana chehanno caratterizzato le famiglie deinostri nonni all’inizio del secolo scor-so.Nei primi decenni del ‘900 l’ammini-strazione comunale di Montefiorinomostrava scarso impegno nel venireincontro alle necessità delle frazionipiù lontane e si faceva viva soprattut-to per la riscossione delle imposte ela consegna delle cartoline precetto.

L’istruzioneDopo la guerra del 1915-1918 venne-ro aperte in tutte le frazionidell’appennino scuole elementari. Lelezioni spesso si svolgevano in localidi fortuna messi a disposizione daprivati o parroci e, non sempre eranotenute da maestri, ma anche da per-sone non diplomate. Gli alunni quasisempre di classi diverse venivano af-fidati ad un solo insegnante. Termina-ta la scuola elementare (terza clas-se), i ragazzi si univano ai genitorinel lavoro dei campi. Pochi riusciva-no a continuare gli studi, soprattuttoper motivi economici e per la neces-sità di doversi allontanare da casa permesi. L’alfabetizzazione della popola-zione non fu nè completa nè rapida.Analfabeti erano particolarmente glianziani, ma anche molti ragazzi che,per lavorare nei campi o pascolare ilbestiame, non potevano frequentarela scuola. Durante il ventennio fasci-sta l’istruzione non migliorò un

granchè, soprattutto nei paesi più di-sagiati. Sia nella nostra vallata chenell’Appennino modenese in genera-le erano praticamente assenti altri tipie gradi di scuola.

Condizioni igienico-sanitarieCarenti erano le condizioni igienico-sanitarie.Medici ed ostetriche stipendiati dalComune erano pochi e presenti solonei centri più importanti e raggiungibilicon difficoltà, data la mancanza dimezzi di trasporto e la situazione del-le strade.Poche e distanti erano anche le far-macie. Molto difficile era reperire unmedico in breve tempo e procurarsifarmaci o, peggio, in caso di malattiegravi, raggiungere un ospedale(Pavullo, Sassuolo o Modena). Moltevittime si contarono nel 1918 in se-guito all’epidemia della cosiddetta feb-bre spagnola.Scarse erano in genere le condizioniigieniche nelle abitazioni, carenti gliacquedotti pubblici e le fognature(spesso gli scarichi dei lavandini scor-revano liberamente per le strade), per

non parlare delle linee elettriche e dellailluminazione pubblica. Le stanze disera venivano illuminate utilizzandocandele, lampade a petrolio o a car-buro. Nel 1951 nel comune diMontefiorino erano circa un migliaiole abitazioni sprovviste di acqua cor-rente e di servizi igienici.

ViabilitàUno dei problemi più pesanti, soprat-tutto per le frazioni più lontane dalcapoluogo, era la viabilità. C’è anco-ra chi si ricorda le faticose e lunghecamminate fatte per raggiungere ilposto di lavoro, gli uffici comunali, ilmedico condotto attraverso strade chepiù spesso erano vere e propriemulattiere.Le frazioni sulla destra del Dragone,poi, erano particolarmente disagiate,in quanto le strade più importanti percollegarsi con la pianura o la Tosca-na erano sull’altro versante della val-lata. Alla fine del 1922 non erano an-cora stati costruiti i tronchi stradaliSavoniero-Monchio e Savoniero-Palagano-Boccassuolo. La strada checollega Monchio con la Volta di Salti-

Antica fiera di Montemolino

Cronaca di inizio secolo: il

quotidiano dei nostri nonni.

Istruzione, condizioni

economiche ed igienico-

sanitarie, emigrazione.

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no fu costruita dopo la fine della se-conda guerra mondiale.

Condizioni economicheLa fonte principale di sussistenza eral’agricoltura e l’allevamento di bestia-me (mancava qualsiasi tipo di indu-stria) praticati con metodi tradiziona-li. Venivano coltivati soprattutto cere-ali e piante da foraggio.Buona parte delle famiglie erano pro-prietarie del terreno su cui lavorava-no. Venivano allevati bovini, ovini, su-ini, equini ed ampie zone del territo-rio erano riservate al pascolo. A par-tire dall’inizio degli anni ’20 si registranell’Appennino modenese un continuoincremento del numero dei bovini al-levati. Mucche, buoi e vitelli eranocondotti al pascolo da maggio ad ot-tobre e venivano poi tenuti chiusi nel-le stalle e nutriti per tutto l’inverno colfieno raccolto nella bella stagione. Inmaggioranza si trattava di bovini dirazza montanara modenese: mantel-lo grigio scuro, testa pesante, corpo-ratura snella e perciò anche adatta altraino di pesi e dell’aratro, ma scarsaproduttrice di carne e latte.Infatti la media giornaliera di latte eradi 5-6 litri per vacca e il periodo dellamungitura di 180-200 giornil’anno(oggi una vacca produce inmedia 30 litri di latte per 300 giorniall’anno) . In media c’erano 4-5 capiper stalla.Il latte veniva praticamente tutto lavo-

rato artigianalmente in famigliain quanto i Caseifici Sociali nel-la nostra montagna si sviluppa-rono con anni di ritardo rispet-to alla pianura. Nel comune diMontefiorino nel 1928 c’erano1.728 vacche da latte ed un solocaseificio.Chi aveva capi di bestiame davendere li doveva trasportarepersonalmente nelle fiere che sitenevano nei centri maggiori (vedi Montemolino) oppure ce-derli a mercanti che passavanodi stalla in stalla e che spessooffrivano somme inferiori al re-ale valore dell’animale.I prodot-ti della terra costituivano la prin-cipale fonte di sostentamento.Quello che mancava veniva ac-quistato nelle piccole rivenditedi generi alimentari, che ognipaese aveva. In inverno l’ali-mentazione era costituita soprat-tutto da polenta di granoturco o difarina di castagne. La carne com-pariva nelle feste e negli avvenimentipiù importanti.

L’emigrazioneIl numero dei disoccupati era moltoelevato anche in conseguenza delcontinuo aumento della popolazio-ne e a molti non restava che la pos-sibilità di abbandonare il propriopaese temporaneamente odefinitivamente per trovare lavoro

altrove, in Italia oppure al-l’estero. Ad emigrare era-no i giovani, la forza piùproduttiva e dotata, per cuivenne a mancare nei no-stri monti una parte impor-tante e vitale della popola-zione. Le mete erano legrandi città del nord Italia(Milano, Genova), le cam-pagne della pianuraPadana e Toscana, Sar-degna, Corsica, Isolad’Elba ma anche l’estero(Francia, Belgio, Germa-nia, Libia, Algeria, Tuni-sia, Stati Uniti d’America,Canada). Il fenomeno del-l’emigrazione fu moltomarcato fino agli anni ’30.Il regime fascista imposemolte restrizioni all’emi-grazione estera e dopo il1938 ogni forma di emi-

grazione verso i paesi stranieri vennepraticamente a cessare. Si andava alavorare come minatori (Belgio, Ger-mania), zappatori, potatori di viti,bovari, taglialegna (pianura emiliana,Toscana, Sardegna, Corsica),segantini (nord Africa), operai e mu-ratori (Genova, Milano, Firenze).L’emigrazione temporanea in partico-lare avveniva durante la stagione in-vernale, quando i lavori agricoli dimi-nuivano, per poi fare ritorno al pae-se, che si ripopolava, all’inizio del-l’estate.Gli Stati Uniti d’America rappresenta-vano una meta ambita per molti emi-granti. Alcuni hanno fatto ritorno dopomolti anni (10-20), altri si sono stabili-ti e costruiti una vita all’estero e rien-trano solo saltuartiamente al paese.Dopo la seconda guerra mondiale,durante la quale un certo numero diemigrati tornarono ai monti, ci fu unaripresa della emigrazione verso i cen-tri maggiori della pianura dove si sta-va realizzando un intenso processodi industrializzazione.

La vita scorreva in un ambiente di tipocontadino con uno stile relativamentetranquillo, laborioso e legato al rispet-to delle tradizioni paesane, senza par-ticolari sussulti. Le cose cambiaronocon l’avvento della seconda guerramondiale, con lo svilupparsi della Re-sistenza e dopo i fatti del 18 marzo1944.Emigranti

Emigranti

Val Dragone

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di Lorenzo Aravecchia

Tradizioni

In un pallido pomeriggio di novembre,la chiesa parrocchiale gremita nono-stante la giornata feriale, Romanoroha dato l’estremo saluto a BeatricePozzi, da tutti conosciuta come la Bèdei Boschi, morta alla veneranda etàdi 102 anni, cinque mesi e dodici gior-ni.Primatista di longevità per quanto ri-guarda Romanoro e buona parte del-la Val Dolo, era nata ai Boschi diRomanoro il 24 Maggio 1899, e per-tanto ha attraversato tre secoli man-tenendosi alquanto lucida fino alla finedei suoi giorni.Per rendere l’idea dell’ambito traguar-do basti pensare che quando nacquegnava Umberto I, il cosiddetto “re buo-no” (anche se su tale aggettivo ci sa-rebbe da obbiettare dopo quanto ac-caduto l’anno precedente, il 1898,quando lasciò che il famigerato ge-nerale Bava Beccaris sparasse sulpopolo milanese reo di protestare lapropria fame); che un giovane bolo-gnese di nome Guglielmo Marconi sta-va iniziando gli esperimenti della suacolossale invenzione; che i fratelliOrville e Vilbur Wrigt, pionieri del-l’aviazione, a quei tempi riuscivano adalzarsi da terra solo con la fantasia.E tantissimi altri ancora, poichè il no-vecento, che ella ha attraversato intutta la sua interezza, è stato il secolodelle più grandi conquiste della scien-za e dei più grandi mutamenti storicied industriali.Figlia di Pellegrino Pozzi e AlmerinaMarzocchini, ultimogenita di sette fra-telli (quattro maschi e tre femmine),di cui i primi tre fratellastri in quanto ilpadre era rimasto vedovo una primavolta, crebbe contadina come lastragrande maggioranza degli abitantidei nostri luoghi, alternando al lavoronei campi lunghi periodi a servizio inquel di Milano, pure questa amara

costante di tantissime nostre donneanche recenti.La prima guerra mondiale le rubòl’adorato fratello Giuseppe, caduto suimonti del trentino a soli vent’anni.Sposò nell’agosto del 1920 il cuginoAmedeo, pure lui Pozzi, e da taleunione nacquero quattro figli dei qualiancora vivente solo l’ultima nata: Giu-seppina.Il marito, morto nel 1975, aveva ac-cumulato come emigrante negliU.S.A. negli anni ’20, una discretafortuna per quei tempi molto difficili,ma investimenti non proprio felici persfortuna e diffidenza, nonchè la sva-lutazione della seconda guerra mon-diale, vanificarono quasi del tutto isacrifici vissuti oltre-oceano.Questo, pur se orgogliosa com’eranon lo manifestò mai, l’aveva sicura-mente turbata.Una sua grande passione fù il Mag-gio (forma di teatro storico locale), purse lei non lo cantò mai, ma nella loca-le compagnia (di cui ricordava il de-butto assoluto nel 1905) era imparen-tata un pò con tutti (lo stesso maritoAmedeo fu un buon maggiarino, daitanti Pozzi ai Turrini, figli questi ultimidella sorella Pia.Dotata di memoria incredibile, ricor-dava fino all’ultimo fatti e aneddoti che,per il sottoscritto appassionato di cosepassate, erano un’autentica manna.Era anche molto religiosa e devotasoprattutto a Santa Scolastica, chesentiva egoisticamente quasi comeun’amica di famiglia, dal momento

che era stato un suo antico parente,Don Paolo Pozzi, a istituire il cultodella Santa di Norcia costruendol’omonimo santuario nel 1775.A proposito di Santa Scolastica, è ri-masta famosa una gustosa “querelle”della Bè con Don Romano (all’epocaresponsabile della parrocchiaromanorese) reo di aver spostato lafestività della Santa dalla prima all’ul-tima domenica di giugno, adducendoa giustificazione di ciò, astratte moti-vazioni liturgiche.Probabilmente Beatrice aveva ragio-ne anche se non capiva o non volevacapire, che non c’è più l’abbondanzadi clero che c’era nella sua gioventù,quando a Romanoro oltre al parroco,c’era un cappellano e un eremita chefungeva da custode del Santuario.Ora tre soli sacerdoti, con enorme di-spendio d’energie, garantiscono unasufficiente attività pastorale in benundici parrocchie della vallata!In occasione del suo centesimo com-pleanno il 30 Maggio 1999, la comu-nità di Romanoro si superò organiz-zando una giornata indimenticabilecon tanto di banda, tavolata per 300persone che si snodava lungo l’abita-to dei Boschi per 78 metri; e conclu-sivo canto del maggio con una com-pagnia quasi interamente romanorese.E l’immagine dell’arzilla Beatrice chescendeva la scalinata di casa suacome una novella Vanda Osiris, sullenote struggenti dell’Inno di Mameli, ri-marrà a lungo fra i ricordi più belli deisuoi compaesani.

Rappresentazione del Maggio

La nonna di Romanoro

Scompare unadelle ultimepersone che hannoattraversato tresecoli

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di Luciano Casolari

Come si faceva una volta

Una volta, quando ci si ammalava, cisi curava con quello che “passava ilconvento” (per i palaganesi: non èquello delle suore); oppure si provavacon il soprannaturale.Esistevano infatti “i shteriun” (astrologiguaritori), il più famoso era “u Shteriundalla Canalaccia”, che molto proba-bilmente aveva anche nozioni dierboristeria, ed altre persone con “po-teri”, che segnavano e “cavavano”vermi, malocchio, "sneshtri", ecc... edinfine la natura.Già don Galloni, ha scritto nel suo li-bro "Pepita d'oro?" rimedi per varimalanni. Io, scusate se alcuni li ripe-terò, citerò quelli in uso nel paese piùbello del creato.

Anemia : limare una bietta e ingoiar-ne la limatura.Ascessi : tenere al caldo fino a quan-do non “shbotta”.Contusione : sterco di mucca anco-ra fumante sulla parte colpita.Mal di denti : generalmente dovuto acarie (era molto diffusa in quanto silavavano poco i denti): un grano disale grosso o un po’ di tabacco nellacarie, oppure un po’ di grappa da te-nere sul dente malato (c’era chi neapprofittava), ed in fine venne il DottorKneip (non so se si scrive così), cheera un liquido da porre nell’incavo pro-vocato dalla carie con un po’ di coto-ne.Mi dicevano poi, che a Montemolinoc’era una persona che sapeva cava-re i denti in modo quasi perfetto e sen-za il pericolo dell’anestesia locale.Ferite da taglio : farci sopra la pipì.Geloni : qui bisogna erudire i più gio-vani su questo male. Il gelone, non sòquale sia il termine scientifico, e unnoioso prurito che viene quando si ciscalda troppo i piedi nel forno dellastufa oppure sulla “roela del camino”.

Vengono dei pruriti, “rusa”, ai piediche ti vien voglia di camminare scal-zo anche sulla neve.L’unico rimedio ma efficace a questomale era ed è “l’acqua di maggio” inquanto a maggio non si ci scaldavapiù i piedi e quindi passava tutto.Orzaiolo, “Shgalin” : guardare il mat-tino a digiuno in una bottiglia d’oliod’oliva semivuota (funziona).Porri : ungere i porri con una “cudga”(cotenna) e poi sepellirla in un leta-maio, quando la cotica marciva i por-ri erano spariti.Pressione alta : mangiare aglio, e,per i casi più gravi si faceva unsalasso mediante le “violle” (sangui-sughe) che venivano attaccate allapersona da salassare e poi venivanomesse nella cenere per fargli vomita-re il sangue ed essere quindi pronteper un altro trattamento.Influenza : un mattone caldo sullo sto-maco, stare al caldo.Tosse : polentine calde di semi di linoda mettere quasi roventi sul torace del-l’ammalato (funziona).Pertosse (“Tussa cagnina”): far”biashare” (masticare) ad un cane unpo’ di pane toglierglielo dalla bocca epoi farlo mangiare all’ammalato.Questo trattamento garantisco chefunziona perchè bambino ho avutoanch’io la pertosse e mia mamma, miportava alla macchia, dove c’eranoTmashin, Antonio e Orfeo dalle

Macinelle che avevano le pecore eche sapevano costruire delle bellecapannine con le frasche. Costoroavevano anche un cagnolino giovaneda pastore il quale “biashava” il paneche poi io mangiavo, e sono guarito.Vermi: cibi a base d’aglio, ma quasisempre si facevano segnare da unasignora che con l’anello da sposatafaceva dei segni sulla pancia ed inaltre parti del corpo. Se non si morivasi guariva.Pidocchi: frizione con petrolio “dlalumma” (della lucerna), per quelli presidurante la pulizia dei pollai, bastavamettersi qualcosa di bianco sulle spal-le che quasi tutti i pidocchi venivanovia dalla testa, poi lavaggio esciacquaggio con acqua e aceto.Buschi negli occhi: sfregare l’oc-chio e dire: “bushc in dentr bushc inforra, Santa Lucia mandadmel forra”poi si sputava tre volte (funziona).Enuresi: (per quelli di Palagano pi-sciarsi addosso), andare dallo“Steriun dalla Canalaccia” e questi conuna pozione da fare delle tisane qua-si sempre riusciva a risolvere l’inghip-po.Mal di gola: mettere uno “shcoun”(calzetto) usato e quindi un po’ puz-zolente attorno alla gola e tenerlo unanotte (funziona).Alla prossima e siamo diventati gran-di e vecchi (io anche un po’ rimbabito)ugualmente.

Medicina curiosae dilettevole

Una volta, quando cisi ammalava, ci si

curava con quello che“passava il convento”(per i palaganesi: nonè quello delle suore);

oppure si provavacon il soprannaturale

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Sua EccellenzaEtim OkpoyoAmbasciatore della Repubblica di NigeriaVia Orazio, 18 00193 ROMAe-mail [email protected]

Appello di grazia per Safya Husseini Tungar-Tudu

Spettabile Ambasciatore,mi permetto di scriverLe per far cadere la Sua attenzione sul caso diSafya Husseini Tungar-Tudu, condannata a morte in Nigeria perché haavuto un bambino senza essere sposata.Ritengo che condanne del genere siano inumane e contrarie alla dichiara-zione dei Diritti Fondamentali dell'Uomo dell'ONU.Chiedo che il Presidente della Repubblica Nigeriana conceda la graziaSafya e permetta a lei ed al suo bambino di vivere serenamente e dignito-samente.Ringraziando cordialmente La saluto.

Data Firma

Indirizzo completo....................................................................

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Safya Husseini Tungar-Tudu è unaragazza nigeriana di trent’anni, nonsposata. E' rimasta incinta ed ha avu-to un bambino al di fuori del matrimo-nio. In Nigeria sono in vigore leggi"fondamentaliste islamiche" e per que-sto motivo è stata processata e con-dannata a morte. Le è stato permes-so di partorire e di crescere il bambi-no per 144 giorni dopo la nascita quin-di dovrebbe essere posta in una buca,seppellita sino al seno e poi lapidatadalla gente del suo villaggio.Fortunatamente possiamo parlare alcondizionale poichè, il 23 novembrescorso, la corte di appello dello statoislamico del Sokoto ha sospeso la con-danna in attesa di pronunciarsi in viadefinitiva.Se anche la Corte di appello dovesseratificare la condanna Safya dovreb-be ricorrere alla Corte di Appello Fe-derale e alla Corte Suprema della Ni-geria.Questa vicenda ha creato un'ondatadi sdegno nel resto del mondo provo-cando la protesta di numerose asso-ciazioni per la tutela dei diritti dell'uo-mo e di molte altre persone. In segui-to a queste pressioni l’ambasciatoredella Nigeria in Italia, Etim Okpoyo,ha rassicurato circa il destino dellaragazza. A far ben sperare c'è ancheil fatto che dal 1999, anno in cuiOlusegun Obasanjo ha assunto la pre-sidenza del paese, non vi sono piùstate esecuzioni in Nigeria.Questa vicenda va oltre alla, pur gra-vissima, vicenda di Safya: possiedeanche un valore più generale, simbo-lico. E' necessario, al di là delle per-sonali opinioni religiose e politiche,battersi perchè vengano riconosciutie garantiti a tutti gli uomini, in ogniparte del mondo, quei diritti fonda-mentali, così come sono sanciti dallaDichiarazione Universale dei Dirittidell'Uomo dell'ONU. Questi diritti, tracui quello alla vita, sono indiscutibili,universali e tutti abbiamo il dovere di

Aiutiamo Safya

a vivere

impegnarci perchè in quei luoghi delmondo, dove ancora sono negati, ven-gano definitivamente e finalmente re-cepiti e garantiti.Possiamo quindi fare qualcosa anchenoi. Per esempio, possiamo scrivereall’Ambasciata della Nigeria dicendoche vogliamo che Safya viva e chesiano abrogate tutte quelle norme cheviolano i diritti fontamentali dell'uomoe chiedere che il presidente della re-pubblica nigeriana conceda la grazia.Si puo' usare una lettera come quellapubblicata nel riquadro in basso.Bisogna che le lettere siano tante eperciò vi invito di trasmettere questoappello a tutti i vostri amici e di scri-vere al più presto.

Solidarietàdi Davide Bettuzzi

Certe vicende nonpossono trovare alcunagiustificazione, nèpolitica nè religiosa Perquesto tutti abbiamo ildovere morale di faresentire la nostra voce.

Un’ultima cosa: il padre del bambinoè stato assolto per insufficienza diprove... Non possiamo rimanere aibordi della sua fossa, contemplandoinerti l’ennesimo delitto delmaschilismo.Infine un'ultimo invito: sarebbe bello,importante e di grande valore se tuttici tenessimo informati sulle violazionidei diritti umani e ci impegnassimonelle proteste.Già tanti lo fanno e qualche risultato èstato ottenuto. Ci si può rivolgere adassociazioni come alla sezione italia-na di Amnesty international(www.amnesty.it), alla Comunità diSant'Egidio (santegidio.org) per citar-ne solo alcune.

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a cura di Silvano Braglia

Risate d'autore

“Onorevole come fa ad averela coscienza sempre pulita?”

“ Non la uso mai!”(Chiappori)

Invitato dal card.Toninia leggere il NuovoTestamento, Myke

Bongiorno ha chiesto:“Perché sono compre-

so tra gli eredi?”(Amurri e Verde)

Ama il prossimo, non que-sto, il prossimo.

(Anonimo)

Sono contrario ai privilegi delclero, perciò chiedo

l’abolizione del celibato.(Ronner)

Era così ignorante da credereche la CEDRATA fosseun’opera di Tassoni.

(Enzo Biagi)

“Pensa, ognivolta che respiro

muore unuomo!”

“ Hai provato afare qualche

cosa perl’alito?”

(Gigi e Andrea)

- ”Attento che i liquori uccidono lentamente”- “Ma chi ha fretta……”

(Fetchner)

Con le donne sono semprestato un disastro, fin da

bambino. Quando si giocavaal dottore a me facevano

sempre guidarel’ambulanza.

(Marakesko)

Mia mogliemi ha

guardato emi ha

chiesto:“Pensi che

il mioaspetto

cambieràquando

sarò vec-chia?” Hodetto: “Sesei fortuna-

ta…..”(Thomas)

- “Mio figlio assomiglia tutto al padre”- “Un pochino però anche a tuo marito!

(Gasparini)

Credo che tutti dovremmopagare le tasse con un

sorriso. Io ci ho provato, maloro volevano i soldi!

(Anonimo)

Ho detto al miodentista che cento

mila lire per togliereun dente erano

troppe: dopo tuttosono solo dieci

secondi di lavoro.Così lui mi ha tolto il

dente lentamente.(Klugman)

Gran brutta malattia ilrazzismo. Più che altro è

strana: colpisce i bianchi, mafa fuori i neri.

(Albert)

La vecchiaia è bella,peccato che duri poco.

(Brera)

Quellaragazza mi

hadetto:”Vienia casa mia,

non c’ènessuno”

Sono andatoa casa sua e

non c’eranessuno.

(Zucca)

Mi hanno regalato in paio di scid’acqua, solo che non riesco a

trovare neppure un lago indiscesa.(Gaspare e Zuzzurro) Potremmo

fare duepassi epotresti

baciarmi sullaveranda.

“Meglio sullelabbra!” (Anonimo)

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Si prega di ritornare al mittente se non consegnatoo Indirizzo insufficienteo Destinatario sconosciutoo Destinatario decedutoo Rifiutatoo Altro .............................................

La LUNA nuovaVia Palazzo Pierotti, 4/A - 41046 Palagano (MO) - Italy

NOMI VENUTI DATUTTO IL MONDO SIUNISCANO AI GIA'ESISTENTI. UNALBERO CON UN'OMBRA MOLTOG R A D E V O L EPERCHE' LA NOSTRAAMICIZIA SIA UNMOMENTO DI RIPOSODURANTE LE LOTTEDELLA VITA.

RiflessioniRiflessioniRiflessioniRiflessioniRiflessioniTU

CHENE DICI

O SIGNORESE IN QUESTO

NATALE FACCIO UNBELL'ALBERO DENTRO

IL MIO CUORE E CI ATTACCOINVECE DEI REGALI

I NOMI DI TUTTI I MIEIAMICI? GLI AMICI LONTANI E

VICINI, GLI ANTICHI ED I NUOVIQUELLI CHE VEDO TUTTI I GIORNI E

QUELLI CHE VEDO DI RADO, QUELLI CHERICORDO SEMPRE E QUELLI CHE ALLE VOLTE

RESTANO DIMENTICATI,QUELLICOSTANTI E QUELLI INTERMITTENTI,

QUELLI DELLE ORE DIFFICILI E QUELLI DELLEORE ALLEGRE, QUELLI CHE, SENZA VOLERLO, MI

HANNO FATTO SOFFRIRE. QUELLI CHE CONOSCOPROFONDAMENTE E QUELLI DEI QUALI CONOSCO SOLO

LE APPARENZE. QUELLI CHE MI DEVONO POCO E QUELLI AIQUALI DEVO MOLTO. I MIEI AMICI SEMPLICI

E I MIEI AMICI IMPORTANTI. I NOMI DI TUTTIQUELLI CHE SONO GIA' PASSATI NELLA MIA VITA.

UN ALBERO CON RADICI MOLTO PROFONDE PERCHE'I LORO NOMI NON ESCANO MAI DAL MIO CUORE. UN ALBERO

DAI RAMI MOLTO GRANDI PERCHE' I NUOVI