LA LEGGE DI LOPPIANO - Loppiano - Official site 4.pdf · Centro Ave,' del Centro Azur, dischi del...

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I NOTIZIE DALLA MARIAPOLI PERMANENTE REDAZIONE: LOPPIANO . 50064 INCISA VALDARNO (FII' ANNO III N. 4 . LUGLIO 1980 . BIMESTRALE LA LEGGE DI LOPPIANO Oall'11 al 19 giugno Chiara Lubich ha visitato la Mariapoli, A 'tutti i cittadini riuniti nel salone San Benedetto ha rivolto un discorso di cui pubblichiamo qui un ampio stralcio. Ed eccoci ancora una volta a Loppiano. Loppiano ormai, in certo modo, ha un nome. È conosciuta. Si parla di questa cittadella sui colli. Che cosa si dice? Varie cose. Ma l'accento è posto principalmente sull'amore che qui si vive, sulla luce che si nota sui visi, sulla gioia che scaturisce spontanea. Viene da chiederci: è in vocazione Loppiano pre- sentando al mondo questo volto? Per avere una risposta sicura sarà. necessario vedere a quale disegno di Dio Loppiano si aggancia. Occorrerà tornare a pensare alle origini, alla sua de- finizione. La città di Loppiano è una Mariapoli permanente. La prima delle Mariapoli permanenti. Le Mariapoli permanenti sono nate dal desiderio di rendere, in qualche punto del mondo, stabile quella straordinaria realtà - la Mariapoli - che dal '49 si è andata co- struendo di anno in anno dapprima sulle Dolomiti in Italia, poi pian piano nel mondo. Ora noi sappiamo che la legge delle Mariapoli, che fioriscono ogni estate nel mondo, è una sola, una legge che vissuta basterebbe per giustificare una Mariapoli: il Comandamento Nuovo. I primi anni in Mariapoli non si facevano conver- sazioni, non si faceva nessuna manifestazione comune. se non la Messa e la benedizione la sera. La Maria- poli era soltanto un convegno di persone che si adu- navano per mettere in pratica fra loro il Comanda- mento di Gesù. E la carta d'ingresso era unicamente « Un saluto a tutti e a ciascuno da qualsiasi parte del mondo proveniate, un saluto denso d'in- tesa: siamo tutti qui in questa minuscola cittadella. Perché? Perché un'unica e sola voce ci ha chia- mati. Gesù ci vuole alla sua sequela in una voca- zione modernissima, così alta che dà le vertigini: ripetere sulla terra in questo luogo beneàetto la vita della S.S. Trinità. Ripeterla tutti insieme per alimentare di vita divina, ardentissima, la società che ci circonda . .. "�o Dal messaggio che Chiara Lubich ha inviato agli abitanti di Loppiano poco dopo il suo arrivo. i'amore. Si poteva entrare se ci si decideva ad amare. E la Mariapoli è stata in quegli anni una valle di luce. Ora, nelle Mariapoli estive, si parla in pubblico, in gruppi ed in privato, si proiettano ilms, si fanno serate ricreative. Nelle Mariapoli permanenti, che dovrebbero ren- dere stabile la realtà della Mariapoli, si studia, si pre- 1

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NOTIZIE DALLA MARIAPOLI PERMANENTE

REDAZIONE: LOPPIANO . 50064 INCISA VALDARNO (FII' ANNO III N. 4 . LUGLIO 1980 . BIMESTRALE

LA LEGGE DI LOPPIANO

Oall'11 al 19 giugno Chiara Lubich ha visitato la Mariapoli, A 'tutti i cittadini riuniti nel salone San Benedetto ha rivolto un discorso di cui pubblichiamo qui un ampio stralcio.

Ed eccoci ancora una volta a Loppiano. Loppiano ormai, in certo modo, ha un nome. È conosciuta. Si parla di questa cittadella sui colli. Che cosa si dice? Varie cose.

Ma l'accento è posto principalmente sull'amore che qui si vive, sulla luce che si nota sui visi, sulla gioia che scaturisce spontanea.

Viene da chiederci: è in vocazione Loppiano pre­sentando al mondo questo volto?

Per avere una risposta sicura sarà. necessario vedere a quale disegno di Dio Loppiano si aggancia. Occorrerà tornare a pensare alle origini, alla sua de­finizione.

La città di Loppiano è una Mariapoli permanente. La prima delle Mariapoli permanenti. Le Mariapoli permanenti sono nate dal desiderio di rendere, in qualche punto del mondo, stabile quella straordinaria realtà - la Mariapoli - che dal '49 si è andata co­struendo di anno in anno dapprima sulle Dolomiti in Italia, poi pian piano nel mondo.

Ora noi sappiamo che la legge delle Mariapoli, che fioriscono ogni estate nel mondo, è una sola, una legge che vissuta basterebbe per giustificare una Mariapoli:

il Comandamento Nuovo.

I primi anni in Mariapoli non si facevano conver­sazioni, non si faceva nessuna manifestazione comune. se non la Messa e la benedizione la sera. La Maria­poli era soltanto un convegno di persone che si adu­navano per mettere in pratica fra loro il Comanda­

mento di Gesù. E la carta d'ingresso era unicamente

« • • • Un saluto a tutti e a ciascuno da qualsiasi

parte del mondo proveniate, un saluto denso d'in­

tesa: siamo tutti qui in questa minuscola cittadella.

Perché? Perché un'unica e sola voce ci ha chia­

mati. Gesù ci vuole alla sua sequela in una voca­

zione modernissima, così alta che dà le vertigini:

ripetere sulla terra in questo luogo beneàetto la

vita della S.S. Trinità. Ripeterla tutti insieme per

alimentare di vita divina, ardentissima, la società

che ci circonda . .. "�o

Dal messaggio che Chiara Lubich ha inviato agli abitanti di Loppiano poco dopo il suo arrivo.

i'amore. Si poteva entrare se ci si decideva ad amare. E la Mariapoli è stata in quegli anni una valle di luce.

Ora, nelle Mariapoli estive, si parla in pubblico, in gruppi ed in privato, si proiettano ..tilms, si fanno serate ricreative.

Nelle Mariapoli permanenti, che dovrebbero ren­dere stabile la realtà della Mariapoli, si studia, si pre-

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vita della mariapoli

Dopo due anni di assenza, Chiara è tornata a Loppiano. La notizia della sua venuta, subito circolata fra tutti, ha messo im­mediatamente in attività i citta­dini della Mariapoli che, in di­versi modi, si sono preparati ad accoglierla.

t a lei infatti che la cittadella deve la sua esistenza, fin da quando nel lontano 1949 nacque l'idea di una «città,. dove gli abitanti - uomini o donne, gio­vani o bambini, lavoratori o stu­denti - tutti impegnati nell'at­tuazione del « comandamento

Il saluto festoso della Mariapoli all'arrivo di Chiara.

LA LEGGE DI LOPPIANO

ga, si lavora, si produce, si fanno e�ami, si acco­stano persone ...

� giusto tutto questo? Dobbiamo rispondere che tutte le attività sgorgate certamente dalla vita - atti-

. vità di cui fervono le Mariapoli sia. estive che perma­nenti - non avrebbero nessun significato' se non poggiassero su uno sfondo sincero a cui tutti gli abi­tanti devono applicarsi: quello di vivere in continua­zione il Comandamento Nuovo di Gesù.

Se è così tutto acquista senso, tutto ha valore. Se non è così, la Mariapoli è un assurdo.

L'amore reciproco è la legge di tutto il Movimento dei Focolari. Ma in Mariapoli c'è più possibilità di at­tuario in continuazione e su più vasta scala. Ogni persona in pratica, che qui incontri ogni giorno, è candidata a vivere questo comandamento. Ognuna deve esser pronta a dare la sua vita per te e ognuna chiede a te di amarla fino alla misura estrema.

L'esempio dell'emigrante, a noi familiare fin dal­l'inizio della nostra storia, che, arrivato in altre terre, porta la sua lingua, le sue usanze, il· suo modo di essere, quale paragone con Gesù che, venendo in terra, ha portato il modo di vivere della Trinità, è

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La Messa concelebrata al S. Benedetto.

nuovo" dessero testimonianza, attraverso le più varie circostan­ze della giornata, di quell'unità alla quale Gesù ha leg.ato la credibilità e l'efficacia del suo messaggio.

L'accoglienza è stata festosa, ma soprattutto, gioiosa - una gioia intima, familiare, profonda - fatta di gratitudine e di im­pegno.

Anche la natura sembrava far da contorno, e il clima quasi freddo e il cielo piovoso dei

giorni precedenti hanno fatto posto rapidamente a un sereno

caldo dove tutto appariva chia­ro.

Sono stati otto giorni pieni di incontri, di aggiornamenti, di ini­ziative nuove, ma soprattutto densi di comunione, di rinnova­mento, di propositi. Chiara ha visto tutti, si è incontrata con i cittadini nel salone San Bene­detto, ha parlato alle scuole in­ternazionali, ha indirizzato mes­saggi, ha risposto a centinaia di lettere, ha distribuito doni' ai più piccoli.

Ha ricordato le origini della citttadella - ricorre quest'anno

molto bene appropriato alla Mariapoli permanente.

Gesù qui una cosa vuole soprattutto: che ciascuno di noi vIviamo come si vive in Cielo, viviamo come vive Dio. E questo è tutto; e in questo va perduto il resto che si fa .

Ognuno deve spostare ogni desiderio che può na­scere nel suo cuore. Ama gli studi? Ama l'arte? Ama il lavoro? Ama lo sport? Ama le piccole faccende che la Mariapoli richiede? Si ricordi che non per questo è venuto qui.

Dio vuole in questo luogo soprattutto un incendio di amore ed ognuno deve prestarsi a combustibile.

Se così farà, se sarà pronto a farsi uno fino alla morte per amore degli altri, egli farà la volontà di Dio, e, perché fa quella, Dio sarà il suo Ideale ...

Che in questa maniera, la piccola città sul monte, possa acquisire per sé quel nome che Agostino dava alla Chiesa e che il Movimento ha fatto suo.

Essa sarà, dovrà essere, essa si chiamerà: carità.

Che cosa c'è di più bello per una città dell'Opera di Maria la cui perfezione dei membri

' deve essere

carità?

l

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il 15° anniversario della sua na­scita - e la legge sempre anti­ca e sempre nuova che la ani­ma, ha parlato di amore che circola e quindi di comunione di beni materiali e spirituali, di

formazione alla vita di unità, di esortazione reciproca e di reci­proca edificazione. E ha chiesto

a ciascuno di impegnarsi solen­nemente e pubblicamente, nel

corso di una Messa concelebra­ta, per attuare il « Patto» -così l'ha chiamato - dell'amore

reciproco tra tutti i cittadini del­la Mariapoli.

IO: stato un momento indimen­ticabile e al tempo stesso di una semplicità penetrante, nel quale

il « tutti uno », nella Mariapoli permanente, era una realtà visi­bile. I bambini, gli sposati - si svolgeva contemporaneamente a Loppiano un corso internazionale per focolarini sposati - le fa­miglie, le suore, i giovani delle due scuole, i sacerdoti concele­branti, le prime compagne di Chiara e i primi focolarini che l'avevano accompagnata, rende­vano testimonianza - col loro essere uno - che il cuore di Gesù, di cui proprio quel giorno ricorreva la festa, aveva amato tutti e legato tutti col suo amo­re. Venivano in

" evidenza le pa­

role di S. Paolo: <; Siete tutti membra di Cristo e membra gli

Il momento solenne della lettura del « Patto ".

uni degli altri ».

Subito dopo la Messa," tutti hanno voluto firmare il «Patto », dietro a un quadro riproducente. la Sacra Famiglia di Michelan­gelo, che simboleggiava lo spi­rito che sempre deve legare i cittadini della Mariapoli.

E il quadro campeggia da quel momento su una parete del sa­lone San Benedetto, a ricordo e a testimonianza per tutti.

A. Z.

con Chiara dal Papa In occasione del Gen Fest '80, che ha riunito a Roma più

di 40.000 giovani, durante la Messa in piazza San Pietro, Chiara con alcuni focolarini e focolarine hanno offerto doni al Papa per il suo 600 compleanno.

La Mariapoli di Loppiano era presente con vari lavori del Centro Ave,' del Centro Azur, dischi del Gen Verde e Gen Rosso, e prodotti della Cooperativa agricola.

La Segreteria di Stato, a nome del Papa, ha risposto a Chiara ricordando « con viva simpatia tale incontro che gli recò tanta gioia e conforto" e ringraziando « tutti gli offe­

'renti sia per gli omaggi così sinceri e spontanei sia per i sentimenti che li hanno suggeriti".

cc Come io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri». Gesù, con la tua grazia, con la carità che lo Spirito Santo 'ha infuso nei nostri piccoli cuori, noi vogliamo prometterti di voler fare di quel tuo comandamento la legge di questa città. Per questo ci impegnamo ad amarci tutti l'un l'altro come tu ci hai amato ...

Chiara consegna un dono a un gen 4.

Il primo dono è stato presentato da Chiara: un calice finem' ente lavorato.

Il Papa a colloquio con due giovani

"della scuola inter­nazionale di Lop­piano.

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esperienza

/I questa volta' Dio ha usato .

I

mattoni sulla testa ... "

Giovanni Bigonl, « Glomml» come lo chiamiamo familiarmente a Loppiano, ri­siede da quattordici anni nella Mariapoll con la moglie e due figli. Della cittadella è stato uno del primi abitanti e sopratutto, come muratore, uno del costruttori più attivi.

In questi giorni ha avuto un Incidente sul lavoro chl' lo costringerà a letto per due mesi. Uno di noi è andato a trovarlo e gli ha rivolto alcune domande.

- Qui accanto a/ tuo letto, si ha l'im­pressione che tu stia vivendo un mo­mento molto importante della tua vita.

Senza dubbio, anche se, forse, devo scoprire ancora il senso profondo dell' esperienza che sto facendo. Del resto non sono mancati altri momenti importanti fin dal 1961, quando conobbi il movimento. Già allora capii che bisognava fare sul serio. Tre anni dopo, quando seppi che stava nascendo Loppiano, decisi di spen­dere la vita per aiutare col mio lavoro di muratore a costruire questa cittadella.

All'inizio non c'era niente, una grande desolazione. Poi con gioia ha cominciato a nascere qualcosa: costruimmo le ca� sette e il college. La famiglia intanto era rimasta a Clusone, a pochi chilomerti da Bergamo; io facevo il pendolare.

Dopo un anno si pose una scelta fon­damentale. Con Ester, mia moglie, deci­demmo di lasciare tutto: casa, attività, clienti, amici per venire a stabilirei a Loppiano, dove da allora lavoro a costrui­re mattone su mattone le varie case e i vari ambienti. . . In questi anni siamo andati avanti con l'aiuto di Dio,' rinnovando ogni giorno il nostro «sì» per aderire alla sua volontà.

Ciò che importa infatti è fare tutto per Dio e insieme agli altri. L'esperienza di questi anni mi ha insegnato a stare atten­to, a non lasciarmi prendere solo dal la­voro, che pure tanto mi piace. Spesso ripeto a me stesso: meglio una cosa im­perfetta, ma d'intesa con gli altri, che qual­cosa di perfetto che sacrifica il rapporto con chi mi sta accanto. Certo, si sbaglia, però l'importante è ricominciare sempre.'

Cosi' anche in famiglia. La sera, quan­do vado a casa, prima di entrare pulisco le scarpe (quasi sempre cariche di fango) e contemporaneamente lascio fuori tutte le preoccupazioni e i problemi e tutto ciò che mi impedisce di vivere per Ester, per Milena e Aurelio. Se c'è l'amore scam­bievole fra noi, tutto funziona. C'è armo-

nia, ordine, unità. Se dimentichiamo noi stessi e crediamo al Vangelo, tocchiamo con mano che Dio ci fa arrivare tutto, ci fa gustare un po' di Paradiso.

- Con questo incidente i/ d% re è en­trato nella vostra casa .. . e non è /a prima volta.

No! La sofferenza è 'ormai un ospite famigliare fra noi. L'abbiamo conosciuto sotto tanti volti. Desideravamo infatti molti figli ma Dio aveva i suoi piani. Incomin­ciammo a capirlo quando chiamò a sé la prima figlia di quattordici mesi. Poi nac­que Chiaretta. Passò poco tempo e sco­primmo che aveva la stessa malattia del­la sorellina. Per noi non fu facile accet­tare tutto ciò. Però, pensandoci ora, quei nove anni in cui Chiaretta ha vissuto, sono stati per noi un grande esempio di vita cristiana. Con lei in casa, abbiamo capito che il dolore dà equilibrio alla vita: ci aiuta ad essere più vicini a· Dio. lo, a quarantadue anni, mi sono sentito pico. colo .di fronte alla grandezza d'anima e all'amore di Chiaretta.

Qui in Mariapoli poi tutto si costruisce col dolore: le cose concrete e i rapporti tra le persone e si sperimenta che il do­lore è amore di Dio. Anche questo inci­dente che mi lega al letto ora è amore Suo. L'ho subito riconosciuto, anche se si presentava in maniera un po' tragica. Questa volta infatti Dio, per farmi capire qualcosa di nuovo del Suo amore, ha

« . • • Meditate il testamento di Cristo: 'Non c'è amore plU grande che dare la vita per quelli che si amano ... ' Gesù non

è venuto a condannare l'amore, ma a liberare l'amore dai suoi

equivoci e dalle sue contrattazioni ...

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Giovani della Francia, più che mai è questa l'ora di lavorare, mano nella mano, alla civiltà dell'amore, secondo l'espressione

cara al mio grande predecessore Paolo VI. Quale cantiere gigan­

tesco! Quale compito entusiasmante! ».

(Giovanni Paolo li ai giovani della Francia)

usato i mattoni sulla testa .. . Non è stato facile soprattutto in ospe­

dale con i medici, con il male che cre­sceva; mi vedevo a letto per tanto tempo, mi assalivano molte preoccupazioni riguar­do al futuro. L'unico sistema per rima­nere in rapporto con Dio era un atto di amore personale ogni momento, senza pensieri al domani. Così ritrovavo la tran­quillità, la giusta posizione nel letto e, spesso, anche il male fisico si attenuava. Ancora una volta il dolore mi ha aperto l'anima, ha messo al giusto posto i valori e non mi manca nulla.

Sento la presenza di tutti i cittadini di Loppiano che mi sono vicini con la loro preghiera. Sperimento che nella città quando uno ha bisogno tutti vivono per lui, tutti per uno.

- Chiara nei giorni della sua permanenza a Loppiano ti ha ricordato partico/ar­mente?

Chiara ha portato un piccolo paradiso in questi giorni nella nostra famiglia e in tutta Loppiano. Personalmente l'ho sentita presente accanto a me e il suo ricordo costante si è manifestato anche in un regalo, accompagnato da questo breve messaggio:

« Carissimo Giommi, voglio essere pre­sente nella tua famiglia con questo pic­colo dono. Vedrai che tutto passa pre­sto e resta il dolore amato ».

LE MARIAPOLI ESTIVE IN ITALIA

BERGAMO dal 29 luglio al 3 agosto (per Milano est, Bergamo, Sondrio, Brescia, Cremona, Piacenza). Dal 5 all'8 agosto (Milano ovest, Varese, Como, Pavia e Novara).

BIELLA dal 3 al 7 agosto (Piemonte, Valle d·Aosta).

TORTONA dal 27 al 31 luglio' (Liguria).

MODENA dal 22 al 27 luglio (Emilia Ro­magna).

BELLUNO dal 12 al 17 luglio (Verona, Vi­cenza, Padova, Rovigo). Dal 19 al 24 luglio (Venezia, Treviso, Por­denone, Udine, Gorizia, Trieste).'

S. MARIA DEGLI ANGELI (Assisi) dal 19

al 23 luglio (Toscana, La Spezia) .. Dal 26 al 30 luglio (Marche, umbna).

CHIUSI DELLA VERNA dal 26 al 29 giu­gno (Valdarno, Val Tiberina, Val di Chia­na, Casentino, Arezzo).

PRATI DI TIVO dal 26 al 29 giugno (Abruz­zo).

RIETI dal 16 al 20 luglio (Lazio).

MACOMER dal 25 al 29 luglio (Sardegna).

L'AQUILA dal 27 al 30 giugno (Castelli Romani).

POMPEI dal 19 al 22 giugno (parte di Napoli e provincia, Salerno, Potenza).

MARTINA FRANCA dal 26 al 29 giugno (Taranto, Lecce, Brindisi).

CASERTA dal 19 al 22 luglio (Napoli, Avellino, Caserta, Benevento, Campobas­so, Isernia, Bari, Foggia, Matera).

ACIREALE dal 16 al 20 luglio (Catania, Siracusa, Ragusa, Enna).

Dal 22 al 26 luglio (Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Messina, Cala­bria).

Direzione, Amministrazione, Redazione in LOPPIANO - tf. (055) 8335094 - 8335057 50064 INCISA VALDARNO (FI) direttore responsabile Guglielmo Boselli Aut. Trib. Firenze n. 2622 del 9.12.1977 c.c.p. n. 5/15188 inlestato a Loppiano -Incisa Valdarno stampato nella tipografia Baldesl - Firenze

"Una sola è la cosa di cui c' è bisogno" (Le. 10, 42)

Luglio 1980

Ricordi dove Gesù ha pronun­

ciato questa frase? Nella casa del­

le sorelle Marta e Maria. Maria, se­

duta ai piedi di Gesù stava ascol­

tando le sue parole, mentre Marta,

indaffarata per l'ospitalità, si era ri­

volta a lui dicendo: «Signore, non

Anche ai bambini, in visita a Loppiano, si propone l'attuazione della Parola di Vita.

ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a

servire? Dille dunque che mi aiuti ». E Gesù:

« Marta, Marta tu ti preoccupi e ti agiti per

molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è

bisogno. Maria si è scelta la parte migliore

che non le sarà tolta ».

« • • • Una sola è la cosa di cui c'è bisogno ».

A volte si pensa, e forse anche tu l'hai

pensato, che con queste parole Gesù veda

nelle sorelle due comportamenti contrastan­

ti: buono l'uno, quello di Maria; non tanto

l'altro, quello di Marta. Maria che ascolta

farebbe bene. Marta che lavora farebbe male.

Ma non si tratta di questo. Gesù non con­

danna l'operare di Marta. Marta infatti serve

e Gesù è venuto ad insegnare proprio il ser­

vizio di cui lui stesso ha dato esempio.

Che significato allora si deve dare a que­

sto passo del Vangelo?

Gesù si è valso di questa circostanza per

spiegare ciò che più è necessario nella vita

dell'uomo.

« • • • Una sola è la cosa di cui c'è bisogno ».

Quale dunque?

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Ascoltare la parola di Gesù. E per Luca,

che scrive questo brano, ascoltare la parola

significa anche viverla.

Ecco: Maria è il tipo del cristiano, e quindi

anche il tuo tipo, che ascolta e vive la parola

di Dio. Essa non è, come spesso si pensa,

simbolo della vita contemplativa in contrap­

posizione alla vita attiva, al lavoro che sa­

rebbe impersonato da Marta. Maria non con­

templa, Ascolta. Vive.

Gesù con queste parole ti vuoi dire che

ciò che più vale è ascoltare e tradurre in vita·

la sua parola.

Tutto il resto, per quanto possa essere

importante per te, trova il suo giusto posto

se lo metti in secondo piano.

AI primo posto Dio e la sua parola e di

fronte a questo tutte le tue preoccupazioni e

i tuoi desideri vanno spostati.

« • • • Una sola è la cosa di cui c'è bisogno ».

E quest'unica cosa Maria la possedeva:

era il desiderio di imparare, la sua piena

disponibilità all'ascolto della parola, del vo­

lere di Dio. Lo dimostra il suo atteggiamento:

« sedutasi ai piedi di Gesù» dice il Vangelo,

proprio come fa un discepolo attento col suo

maestro.

È questo che devi fare anche tu: acco­

gliere la parola e lasciare che essa compia

in te una trasformazione. Non solo. Ma rima­

nere fedele, tenendola in cuore perché pla­

smi la tua vita, come la terra tiene nel suo

seno il seme perché germogli e porti frutto.

Portar dunque frutti di vita nuova, effetti del­

la parola.

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E non solo quando ciò è facile, ma sem­

pre, anche quando nella tua esistenza suben­

trano prove, dolori ed è più difficile essere

coerenti con i propositi presi.

« . • • Una sola è la cosa di cui c'è bisogno ».

Coraggio allora!

Finora sei forse vissuto di parole umane.

Hai dato importanza alle mille cose che

ti offre questa vita e non hai capito che sei

nato per un altro scopo.

Il fatto solo ·che sei uomo ti aggancia a

Cristo: Dio fatto uomo per te.

Il fatto poi che ·sei cristiano ti mette di

fronte ad una precisa responsabilità: ante­porre a tutto l'ascolto e l'attuazione della

.parola di Gesù, tuo Maestro.

Prova a mette·re in pratica ad una ad una

le sue sublimi, universali, uniche parole. Av­

vertirai un mutamento radicale in te stesso,

provocherai un vero capovolgimento del tuo

modo di pensare, di volere, di agire. La vita

ti sembrerà estremamente ricca: e così sarà.

Opererai il miglior bene per te e per gli altri.

La società attorno a te cambierà. La rivolu­

zione del Vangelo si manifesterà della mas­

sima efficacia per tutti i bisogni e i problemi

urgenti del mondo di oggi. E ancora ... sal­

verai te stesso e conquisterai la vita che non

passa.

Ti pare poco?

Chiara Lubich