professionisti di una rivoluzione divina - Loppiano ... · testimonianza viva del mistero pasquale:...

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I NOTIZIE DALLA MARIAPOLI PERMANENTE REDAZIONE: LOPPIANO . 50064 INCISA VALDARNO (FI) . ANNO I . N. 4 . OTTOBRE 1978 . TRIMESTRALE professionisti di una rivoluzione divina Pubblichiamo alcuni stralci della conversazione tenuta da Chiara Lubich a Loppiano nella primavera del '72 a tutti i « cittadini» della Mariapoli . . .. Eccoci riuniti tutti insieme dopo tanta attesa da parte mia e, penso, da parte vostra. E non può essere diversamente: qui si cerca di incarnare - addirittura in una cittadella, seppur ancora in via di costruzione - un grande, divino ideale che Dio, da quasi trent'anni, ha gettato sulla terra ed è germogliato ormai in tutto il mondo. È dunque innanzitutto per questi ragazzi e ragazze ' da Dio chiamati, che sono tornata in Mariapoli; per voi che, nella grande rivoluzione d'amore scatenata dal Vangelo, volete lavorare non come dilettanti, ma votarvi come « professionisti» d'una rivoluzione divina. La Mariapoli Aurelia è sorta soprattutto per voi. Qui imparate che, a differenza di tutti gli uomini del mondo che vivono per crearsi un'esistenza sempre più confortevole ed allontanare ogni pensiero di morte, essere seguaci di Gesù significa vivere per farsi sempre più pronti a donare, come Lui ha fatto, la propria vita per gli altri. Qui si scopre che il codice di Cristo, il Vangelo è un libro a due facce: di qua l'immolazione di tutto, di là il guadagno del tutto che è Dio, con cento padri, madri, fratelli e sorelle, patria, case, amori, felicità. La Mariapoli insegna e vuoi essere sempre, perennemente, per la gente del mondo che la visita, la testimonianza viva del mistero pasquale: Cristo è risorto. Egli che si era fatto uomo ed era morto, è risorto: è vivo! E con Lui siamo risorti ciascuno di noi. Ma la Mariapoli non vi insegna solo a far risorgere di continuo Cristo nelle vostre anime, essa vi insegna il modo di far risorgere di continuo Cristo fra tutti voi: Cristo vive in mezzo a voi! Questa è, direi, la specifica vocazione della Mariapoli, il motivo per cui Dio ha fatto nascere questa cittadella.

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NOTIZIE DALLA MARIAPOLI PERMANENTE

REDAZIONE: LOPPIANO . 50064 INCISA VALDARNO (FI) . ANNO I . N. 4 . OTTOBRE 1978 . TRIMESTRALE

professionisti di una rivoluzione divina

Pubblichiamo alcuni stralci della conversazione tenuta da Chiara Lubich a Loppiano nella primavera del '72 a tutti i « cittadini» della Mariapoli .

. . . Eccoci riuniti tutti insieme dopo tanta attesa da parte mia e, penso, da parte vostra. E non può essere diversamente: qui si cerca di incarnare - addirittura in una cittadella, seppur ancora in via di costruzione - un grande, divino ideale che Dio, da quasi trent'anni, ha gettato sulla terra ed è germogliato ormai in tutto il mondo. È dunque innanzitutto per questi ragazzi e ragazze ' da Dio chiamati, che sono tornata in Mariapoli; per voi che, nella grande rivoluzione d'amore scatenata dal Vangelo, volete lavorare non come dilettanti, ma votarvi come « professionisti» d'una rivoluzione divina. La Mariapoli Aurelia è sorta soprattutto per voi. Qui imparate che, a differenza di tutti gli uomini del mondo che vivono per crearsi un'esistenza sempre più confortevole ed allontanare ogni pensiero di morte, essere seguaci di Gesù significa vivere per farsi sempre più pronti a donare, come Lui ha fatto, la propria vita per gli altri. Qui si scopre che il codice di Cristo, il Vangelo è un libro a due facce: di qua l'immolazione di tutto, di là il guadagno del tutto che è Dio, con

cento padri, madri, fratelli e sorelle, patria, case, amori, felicità. La Mariapoli insegna e vuoi essere sempre, perennemente, per la gente del mondo che la visita, la testimonianza viva del mistero pasquale: Cristo è risorto. Egli che si era fatto uomo ed era morto, è risorto: è vivo! E con Lui siamo risorti ciascuno di noi. Ma la Mariapoli non vi insegna solo a far risorgere di continuo Cristo nelle vostre anime, essa vi insegna il modo di far risorgere di continuo Cristo fra tutti voi: Cristo vive in mezzo a voi! Questa è, direi, la specifica vocazione della Mariapoli, il motivo per cui Dio ha fatto nascere questa cittadella.

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IIquesto è cristianesimo ... "

Nell'esprimere il nostro affetto e il no­stro ricordo per Papa Giovanni Paolo I, riportiamo qualche sua frase dell'ulti­mo « Angelus" di domenica 24 set­tembre.

« La gente talvolta dice: « sia­mo in una società tutta guasta,

tutta disonesta". Questo non è

vero. Ci sono tanti buoni anco­ra, tanti onesti. Piuttosto, che cosa fare per migliorare la so­cietà? lo direi: ciascuno di noi cerchi di essere buono e di con­tagiare gli altri con una bontà tutta intrisa della mansuetudine

e dell'amore insegnato da Cri-

sto. La regola d'oro di Cristo è stata: « non fare agli altri quel­lo che non vuoi fatto a te. Fare agli altri quello che vuoi fatto a

te. Impara da me che sono mi­te e umile di cuore". E lui ha dato sempre. Messo in croce, non solo ha perdonato ai suoi crocefissori, ma l i ha scusati. Ha detto: « Padre perdona loro perché 'non sanno quello che fanno ". Questo è cristianesimo,

questi sarebbero sentimenti che messi in pratica aiuterebbero

tanto la società ".

Papa Giovanni Paolo l, allora Card. Luciani, patriarca di Venezia, si intrat­tiene davanti a una scultura di Ave Cerquetti del Centro Ave di Loppiano, in occasione della sua visita alla Ma­riapoli estiva di Belluno, tenutasi nel luglio scorso, poco prima di essere eletto Pontefice ..

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NOTIZIE E IMMAGINI DELLA MARIAPOLI Contemporaneamente alle tournées del Gen Rosso (Ger­

mania, Olanda e Belgio) e del Gen Verde (Bologna, Mantova, Milano, Novara, Torino) in corso attualmente, si susseguono a Loppiano visite di gruppi e persone di diversi paesi.

Un gruppo di trenta indiani aderenti al Movimento di Vinoba Bhave, seguace di Gandhi, ha- trascorso due giorni in Mariapoli interessandosi soprattutto della cooperativa agri­cola e dell'organizzazione delle altre attività.

Il regista Leandro Castellani (della RAI-TV), accompa­gnato dalla moglie, la giornalista Maria Grazia Giovannelli, è venuto con la sua troupe per le riprese di un documenta­rio filmato su Loppiano che andrà in onda sul primo canale agli inizi del prossimo anno.

Mons. Devine, vescovo ausiliare di Glasgow, dopo due giorni trascorsi tra noi diceva di essere profondamente im� pressionato dalla meravigliosa semplicità con cui si armo­nizzano « sacro e profano» nella vita quotidiana di Loppiano.

Volontari e volontarie di diverse città italiane stanno in questi giorni preparandosi per venire a Loppiano per l'ormai consueto aiuto alI' « operazione vendemmia ».

Un primo piano di alcuni indiani seguaci di Vi­noba Bhave, in visita alla cittadella.

Mons. Joseph Devine, vescovo ausiliare di Glasgow. s'intrattiene con alcuni .. mariapoliti .. a Campogiallo.

Freiburg, 15 settembre. Il Gen Rosso du­rante la «Serata della Gioia» al «Ka­tholikentag », di fronte a 20.000 persone.

Dal 20 ottobre al 20 novembre il Gen Rosso effettuerà una tournée in Puglia, Basilicata e Campania nelle seguenti cit­tà: Bari, Foggia, Taranto, Lecce, Matera, Venosa, Benevento, Campobasso, Napoli, Salerno, Caserta.

Il regista Leandro Castellani durante una ripresa a Loppiano.

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\I 27 agosto ricorreva il secondo anniversario della « partenza)) di Paolo Claeys, che ora riposa nel piccolo camposanto di Loppiano. In questa occasione ci è pervenu­to lo scritto che pubblichiamo e che offre la possibilità di ricordar­lo a tutti i nostri amici.

Poco più di due anni fa moriva Paolo Claeys, il più «giovane» cittadino di loppiano; infatti ave­va ottantadue anni, e a settanta aveva risposto di sì all'invito di Gesù: « seguimi ", lasciando il Bel­gio dove era libraio e uomo di cul­tura raffinata e profonda. Vedovo, aveva prima imparato da molti do­lori a non distogliere lo sguardo dal valore essenziale della vita; già vecchio, dopo aver conosciu­to la sua nuova vocazione si era messo a quella «scuola»: altra vita, altra avventura, altra fanciul­lezza e giovinezza. Si può davve­ro nascere due volte, come aveva detto Gesù a Nicodemo, e Paolo ci aveva creduto, aveva creduto all'amore.

lo l'ho conosciuto quando abi­tavo a loppiano e lo ricordo col suo cravattino a farfalla, vestito senza ricercatezza ma sempre ap­propriatamente. Paolo non aveva mai quei modi, quel parlare, quei silenzi che alzano tanto spesso intorno alle persone anziane un ve­lo di isolamento, uno steccato di solitudine impercettibile e crude­le, non voluto forse da nessuno ma così difficile da superare.

No, Paolo Claeys era uno di noi, faceva tutto ciò che era compati­bile con la sua età fisica e con la salute, ed era come se lo avessi­mo sempre accanto, anche al la­voro, nello studio, dovunque, e il

pensieri di paolo claeys

ricordo di PAOLO CLAEYS

motivo era uno solo: Paolo ama­va, come si sforza di fare ogni abitante di questa città. E non so­lo quando tutto va bene o se una grande e sconosciuta gioia pre­me e si fa strada per manifestar­si, non solo quando lo dice il cuo­re, ma in tutte le pause della gior­nata: durante le stanchezze di una vita già lunga, nei momenti di ap­prensione e di tremore per una morte già vicina, in mezzo a tanta giovinezza fiorente, bellissima, con tutti i colori e le linee della bel­lezza del mondo.

Gli sembrava così piena di vita questa terra di loppiano, la se n-

tiva così sua, che desiderava re­starvi per sempre.

Ne parlavamo passeggiando sul­la piazzetta poco prima che par­tisse per le vacanze, e presto ci trovammo d'accordo: no, loppiano non è un luogo nel mondo, ma un posto nel cuore, è un modo di vivere, e perciò indispensabile non era starci fisicamente, ma amarci «come Gesù ci ha amati » .

E chi vive così, Paolo o qual­siasi altro, rimane e se ne sente la presenza, quasi come quando ci si incontrava, camminando, per le stradine della cittadella.

Giannetto Casoli

« Vieni con me, ti porterò in un mondo nuovo di paradossi, il mondo delle beatitudini, dove povertà diventa ricchezza, impegno diventa li­bertà ... dove lo stesso dolore prende radici per fare sbocciare un fiore che si chiama amore, cioè felicità ».

Sentiamo tutti dentro di noi 'un'esigenza gran­dissima, cosa che il mondo non sa darci: l'amo­re assoluto. E spero che fra non molti passi sa­rò al traguardo. Aspiro ad essere faccia a faccia con Dio per poterlo amare senza riserve, però che la Sua volontà sia fatta.

Il mio raggio sta arrivando nel seno del Pa­dre. Sono contento di aver pagato la prima pie­tra di questa città. È facile dare i soldi, più im­portante è dare la vita. Sono contento di morire a loppiano in questo luogo dove soffia lo Spi­rito. È un luogo dove ci si purifica, dove ci si prepara, è il noviziato alla vita di lassù. Qui ho conosciuto la Madonna che ha fatto di Gesù un nostro fratello e che ci insegna ad amarlo.

«Signore sei troppo esigente,,!

«Come vuoi, non sei obbligato, è soltanto un consiglio che ti dò ».

Ma siccome mi lasciava libero ho detto: Fiat.

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la libertà di chi ama

Avevo appena cominciato a vi­vere seriamente il Vangelo quan­do mi sono iscritta a Psicologia nella università di San Paolo, nel Brasile. In quella facoltà, allora, molti professori seguivano l'impo­stazione del Behaviorismo ed era­no molto convinti di questa teoria che spiega il comportamento uma­no con uno schema secondo cui l'uomo a determinati stimoli dà so­lo determinate risposte, che lo soddisfano.

I miei compagni erano influen­zati da questo tipo di insegnamen­to, anzi cominciavano a vedere co­se, avvenimenti, morale, la stessa esistenza dell'uomo da quel pun­to di vista; e questo faceva pene­trare sempre di più in tutti un for­te materialismo.

« Tu credi che Gesù è Dio? ».

« Ma ... la libertà non esiste! Tutti noi siamo condizionati da tante cose ... ». « Dove va a finire la li­bertà dell'uomo, se è frutto solo di condizionamenti? » . Queste erano lfl domande abituali che mi rivol­gevano quei compagni con cui spesso mi incontravo. A volte non avevo delle risposte immediate, ma c'era Qualcuno dentro di me che parlava più forte e mi faceva vedere quanto fosse relativa la scienza e quanta superbia ci po­tesse essere nel voler spiegare completamente tutto.

Capivo che Gesù, anche sulla croce, aveva scelto I i beramente l'amore: Lui è la libertà; ma il senso e la provenienza di questa libertà rimanevano sconosciuti ai maestri dei miei tempi - proprio come ai maestri dei tempi di Ge-

Alcune tra le ultime ragazze brasiliane appena arrivate per seguire i corsi della scuola di Lop­piano.

sù - che volevano conoscere tut­to sul comportamento umano igno­rando Gesù, uomo-Dio.

Seguendo Gesù avevo trovato la libertà nell'amore, e bastava continuare a vivere in questa nuo­va dimensione. Per questo alcuni mesi dopo sono andata alla Ma­riapoli Araceli, in Brasile, perché volevo vivere più profondamente questa nuova esperienza del Van­gelo. E anche ora che sono qui a Loppiano, il mio unico desiderio è quello di far crescere la presenza di Gesù in me e fra tutti quelli con i quali vivo.

Maria Elisa De Andrade

la "scuola" di loppiano

... vuole essere primariamente una scuola di vita, dove l'uomo viene visto non nel suo solo aspetto intellettuale, ma in tutti gli .aspetti; e l'educazione si svolge perciò durante tutto il giorno, intercalando le ore propriamente dedicate al/o studio a quelle de­dicate al lavoro, alla meditazione. Ma tutta la giornata deve avere un unico significato: formare l'uomo nuovo, cristiano, con una vi­sione dei problemi personali e universali che sia veramente basata sul Vangelo.

Una scuola perciò come quella che è sorta a Loppiano, non può che essere una scuola completa, che prende l'uomo tutto, edu­candolo a un personale rapporto con Dio, a un rapporto comunitario con il prossimo, ad essere un lavoratore, a contatto con la natura, sentendo la fatica di doversi guadagnare il pane con le proprie forze.

P. Foresi

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REGGIO CALABRIA Via Roma 5/c in\. 11/A, ti. (0965) 27587 - F.F.

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P.za A. Peyron 7, ti. (011) 741893 - F,F.

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« Se uno viene a me e non pospone suo padre, sua madre, la moglie, i figli, fra­

telli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo ».

Che ne dici?

Sono parole con esi­genze tremende, radica­li, mai udite! Eppure quel Gesù che ha detto indis­solubile il matrimonio e ha comandato di amare tutti e quindi particolar­mente i genitori, quello stesso Gesù ora chiede di metter al secondo po­sto tutti gli affetti belli della terra, qualora fos­sero d'impedimento al­l'amore diretto, immedia­to, a Lui. Solo Dio pote­va chiedere tanto.

(Le. 14, 26)

Ottobre 1978

Gesù infatti strappa gli uomini dal loro modo naturale di vivere e li

Gesù infatti strappa gli uomini dal loro modo naturale di vivere e li vuole legati anzi­tutto a sé� per comporre sulla terra la fraternità universale.

vuole legati anzitutto a sé, per comporre sulla terra la fraternità uni­versale.

Per questo, ave trova un ostacolo al suo progetto «taglia» e nel Vangelo parla di « spada », spirituale s'intende.

E chiama « morti» coloro che non hanno

saputo amare Lui più della madre, della spo­sa, della vita. Ricordi quell'uomo che ha chie­sto di poter seppellire suo padre prima di seguirlo? Proprio a lui Gesù ha rìsposto:

« Lascia che i morti seppelliscano i loro mor­ti ». ( Le. 9, 60)

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Forse dinanzi a tanta esigenza avrai avu­to un fremito di paura; forse avrai pensato di relegare queste parole di Gesù al suo tempo, o destinarle a coloro che lo debbo­no seguire in un modo particolare.

Ti sbagli. Questa parola vale per ogni epoca, anche per l'attuale e vale per tutti i cristiani, anche per te.

Con i tempi che corrono ti si possono presentare molte occasioni per mettere in pratica l'invito di Cristo.

Sei in una famiglia dove qualcuno con­testa il cristianesimo?

Gesù vuole che tu lo testimoni con la vita e al momento opportuno con la parola,

. anche a costo di essere deriso, o calunniato.

Sei madre e tuo marito t'invita ad inter­rompere la gravidanza? Obbedisci a Dio e non agli uomini.

Un fratello ti vuole aggregare ad una com­pagnia con fini poco chiari, o perfino ripro­vevoli? Dissociati.

C'è qualcuno dei tuoi cile t'invita ad ac­cettare denaro poco pulito? Mantieni la tua onestà.

L'intera famiglia vuoi coinvolgerti in un lassismo mondano? Taglia, perché Cristo non s'allontani da te.

. cc Se uno viene a me e non pospone suo padre, sua madre, la moglie, i figli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo }}.

Eri d'una famiglia miscredente e il fatto della tua conversione a Cristo ha prodotto

divisione? Non ti allarmare. È un effetto del Vangelo. Offri a Dio lo strazio del cuore per quelli che ami, ma non mollare.

Cristo t'ha chiamato in modo particolare a sé, ed ora è arrivato il momento in cui la tua donazione totale richiede di lasciare il padre e la madre, o magari di rinunciare al­la fidanzata?

Opera la tua scelta.

Chi non ha lotta, non ha vittoria.

cc Se uno viene a me e non pospone suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo ».

« ... e perfino la propria vita » .

Sei in terra di persecuzione e l'esporfi per Cristo mette in pericolo la tua vita? Ab­bi coraggio. A volte la nostra fede può chie­dere anche questo. Non è mai del tutto finita nella Chiesa l'epoca dei martiri.

Ognuno di noi, nella sua esistenza, si troverà a scegliere tra Cristo e tutto il resto per rimanere autentico cristiano. Quindi toc­cherà anche a te.

Non aver paura. Non aver paura per la vita: meglio perderla per Dio che non tro­varia più. L'altra Vita è una realtà.

E non aver paura per i tuoi. Dio li ama . Un giorno - se tu li sai posporre a Lui -passerà accanto a loro e li chiamerà con le parole forti' del suo amore. E tu li aiuterai a diventare con te veri discepoli di Cristo.

Chiara Lubich