La Gazzetta dell'Aula (A.S. 2013-2014)

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Giornalino scolastico dell'Istituto Comprensivo Malaspina-Staffetti di Massa (A.S. 2013-2014)

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Gli alunni della Malaspina-Staffetti seguono la moda eamano soprattutto la musi-ca pop, rock e rap. Questo èquanto emerge da unsondaggio dei giovani croni-sti del laboratorio di giorna-lismo. In due articoli un"viaggio" tra le passioni deiragazzi della scuola.

La musicae la moda?Le nostrepassioni

Istituto Comprensivo “Malaspina-Staffetti”

La Gazzetta dell’aulaNumero unico Anno scolastico 2013/2014

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Eccoci di nuovo con «LaGazzetta dell'aula» che sipropone con una nuovagrafica, con nuovi servizirealizzati dagli alunni altermine del corso di tecnicagiornalistica tenuto dalgiornalista Alberto Sacchettie coordinato dal professorFederico Guidotti. Ma c'è dipiù. Nel corso dell'annoscolastico, su progetto deldocente Guidotti, è partitoun laboratorio digiornalismo che ha dato vitaad una redazionemade inMalaspina&Staffetti, che hacontribuito allarealizzazione del nostrogiornale. Il laboratoriorientra nell'ambito di unprogetto di attivitàpomeridiane per la crescita elo sviluppo culturale eintellettuale degli alunni.

Ecco le newsdella nostraredazione

CCOOMMPPUUTTEERRSSEENNZZAA SSEEGGRREETTII

SS eerrvv ii zz ii aa ll ll ee ppaaggiinnee 66 ,, 77,, 88 ee 99

A pagina 13

La Gazzetta dell’aula

Teatro, scacchi, cine-ma, calcio e pallavolo.Tante le attività pro-mosse dal nostro Isti-tuto.

Riflettorisul teatro,gli scacchi,lo sport

Alle pagine 14, 15 e 16

La guerra è brutale e vacondannata. I ragazzipreferisvono quella fintadel softair e dei videogio-chi.

Bocciamola guerra

Promuoviamola pace

Alle pagine 2 e 3

In un dossier sulla drogaanalizzato da alunni dellaStaffetti viene lanciatol'allarme droga: da quelle"leggere" si passa alle pe-santi che non lascianoscampo. Ma di di-pendenza si parla anche aproposito di cibo e ali-mentazione sbagliata.

Dipendenzeda drogae cibo

È allarme

Alle pagine 4 e 5

I laboratori pomeridianinei due plessi dellaMalaspina-Staffetti sonostati promossi in unsondaggio sia daglistudenti che daiprofessori dell' Istituto.

Queste attività sonoritenute importanti peril recupero e per lacrescita culturale deglialunni.

All’operanei laboratoridi pomeriggioin classe A pagina 12

Il fantasmadella duchessacome guida

In gita a Firenze alunni dellaStaffetti hanno avuto come gui-da il fantasmadelladuchessa.

Alle pagine 10 e 11

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La guerra vista dai giovani:questo è l’argomento di cuiabbiamo prima discussoinsieme in classe e su cui poiabbiamo realizzato dei temi;e questo è quello che è venu-to fuori dalla nostra riflessio-ne. Secondo Agnese “laguerra affascina da tutti ipunti di vista”: i motivi percui si disputa la guerra posso-no essere i piú diversi, ma laguerra, a suo parere, risultasempre affascinante. Il fattoche la guerra susciti curiositàin noi ragazzi, non significaperò automaticamente che anoi studenti la guerra piaccia:siamo curiosi, ma non abbia-mo nessuna intenzione difarne esperienza. Le parole diAldo, che sull'argomentobellico si esprime con rabbia,sintetizzano bene quello chein molti esprimono: “laguerra è una cosa brutta checausa distruzione”. Molti dinoi conoscono, grazie alla vi-sione e all'ascolto dei notizia-ri radio televisivi, allanavigazione su internet o allediscussioni che avvengono ascuola, i diversi conflitti pre-senti oggi nel mondo; ebbe-ne, la conoscenza di taliconflitti è uno dei piùimportanti argomenti adope-rati contro la stessa guerra danoi studenti. Interessante è laclassificazione suggerita daAngelica, secondo la quale cisarebbero fondamentalmentedue tipi di guerra: “una è‘santa’ ed è quella che si fa perottenere l’indipendenza e lalibertà, oppure per difenderela propria patria e la propriafamiglia; poi c'è la guerra chesi fa per altri motivi ed èsempre una guerra crimino-sa, odiosa e grottesca”. Laguerra, quindi, può avere di-verse motivazioni, dalla reli-gione all'amore per lafamiglia, ma, secondo Cristi-na, Davide ed Edoardo, allafine la guerra non è altro che“un modo inutile di risolvere

i problemi”: i problemi – se-condo Agnese, Giulia e Ma-dalina – devono esserediscussi e risolti a parole,senza utilizzo della violenza.Alcuni fanno notare che leguerre hanno accompagnatol’uomo per tutto il corsodella storia; Riccardo notache addirittura la guerra va dipari passo con la nascita delleprimissime forme di civiltà:“Quando i cavernicoli sco-prirono la ‘potenza’ di un ba-stone o di un pezzo d’osso

cominciarono a combatterebrutalmente”. Samuele ri-corda come alcuni di noi,parlando in classe di questoargomento, hanno sostenutoche la guerra fosse diverti-mento e gioia; secondo luiquesto è possibile solamentequando della guerra abbiamouna visione superficiale, dafilm o da videogioco. Sepensassimo alle vittime che laguerra vera provoca, il nostrosentimento si convertirebbeimmediatamente da gioia e

divertimento a dolore esconforto per chi non c'èpiú. Se ogni persona condivi-desse questo sentimento, nonci sarebbero piú guerre obambini con il fucile inspalla, come raccontano Cri-stina e “Lily”. Su un punto,comunque, alla fine lamaggior parte di noi si trovad’accordo: se la guerra nonesistesse piú, tutti gli uominie tutte le donne del mondovivrebbero una vitamigliore.

Classe II CMalaspina

Pagina 2La Gazzetta dell’aula

LLAA VVIIOOLLEENNZZAA BBOOCCCCIIAATTAA

«La guerra è affascinante ,brutale, inutile, santa, odiosaEd è sempre da condannare»I ragazzi riflettono su un tema sempre d’attualità

Aldo e Matteo giocano alla guerraonline.Potete spiegare in cosa consistequestogioco?Aldo: «Il gioco consiste nell’ucciderei giocatori nella squadra avversariaeguadagnarepuntipercomprarsi learmi e/o uniformi militari. Il gio-catore ha la possibilità di scegliereambienti diversi dove eseguire di-versemissioni».Riccardo: «Io gioco a ‘Call ofDuty’che precede diverse modalità: fareun totale di uccisioni, conquistaredelle bandiere... Si impersona unsoldato dotato di armi, proiettili, tu-te e granate. La visuale è in primapersona. Quando si sale di livello sisbloccanoarminuove».Dove praticate abitualmentequestogioco?Aldo: «Questo gioco si pratica in ca-

sa, ma quando giochi onlinesembradinon esserepiù in casamain una piazza con tutto il mondochetisfida».Riccardo: «Gioco in casa, su unaPlay Station 3 contro innumerevo-liavversarionline».Che cosa ti attrae di questo gio-co?Aldo: «Le armi; e poi questo gioco

mi permette di sfogare la miaaggressività».Riccardo: «Diquesto giocomipiaceil fatto di poter giocare con i mieiamici e di dover pianificare lastrategia e la battaglia scambiandoconloroopinioniinvivavoce».Pensi che fare un gioco in cui sisimulano attività di guerra pos-sa spingere le persone a metterepiú facilmente in atto comporta-mentiviolenti?Aldo:«Noperchésequalcunohaunminimo di cervello sicuramentenonva in giro perla cittàvestito co-me un soldato delle forze speciali enonsparaallepersoneinnocenti».Riccardo: «Non penso che fare deigiochi come questo spinga a uccide-re, ameno chetunon siamalatodimente».

ClasseIICMalaspina

«Un assaltovirtuale

ci permettedi sfogare

l’aggressività»

GGllii aalluunnnnii ddeellllaa IIII CC ddeell pplleessssoo MMaallaassppiinnaaiinn tteennuuttaa ddii ggiiooccaattoorrii ddii ssooffttaaiirr

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Da quello che è emerso daitemi dei nostri compagnila pace è soprattutto amo-re e amicizia. Vivere inarmonia, secondo noi, èalla base di tutto. Viverecon la consapevolezza diessere tutti uguali è moltoimportante per i ragazzi;secondo alcuni nostricompagni, infatti, la pace esoprattutto l’amicizia sonoi “rimedi” a molti proble-mi che si affrontano ognigiorno ed hanno un valoreenorme. C’època gente almondo checontinua adamarsi reci-procamente;la maggiorparte provaodio. Sul dizio-nario ci do-vrebbe esserescritto che la pa-ce è rispetto eamore per sestessi e verso glialtri. Per noi lapace è anchetranquillità, ed è la cosache tutti vorrebbero ma

che nessu-no riesce aottenere emantene-re. Peraltri lapace è

anche onestà e rispettoverso il prossimo. Se nonci fosse la guerra, la gentenon morirebbe per strada.

Quando ci sarà la pace sututta la Terra si potrà vive-re in totale tranquillità,senza aver paura che fuorici sia qualcuno che tifaccia del male. La bellezzadella pace non si può spie-gare a parole. Dopo questeriflessioni pensiamo che ilfuturo lo costruiamo noiragazzi, ed è importante

che impariamo adaffrontare tutte le diffi-coltà che incontreremo –non solo nel camminoscolastico, ma, so-prattutto, nella nostra vita– privilegiando il dialogocostruttivo allo scontroche divide invece di unire.

Classe II C Malaspina

Guerra simulata. Abbiamo intervi-statoMatteoeMattiachepraticanoilsoftair.Puoi spiegare, brevemente, in co-saconsistequestogioco?Matteo: «Ilsoftairvienepraticatoda2 squadre composte ciascuna da di-versi giocatori; può durare da pochiminuti adalcuneore. Lo scopo èeli-minare gli avversari che simuovono in un vasto campo "dibattaglia"».Mattia: «Bisogna cercare di elimina-re la squadra avversaria econtemporaneamente cercare dinonfarsicolpiredall’altra».Dove pratichi abitualmente que-stogioco?Matteo:«Inuncampodelimitatodaunperimetrovicinoacasamia.».Mattia: «In diversi posti, anchefuoricittà».

Quando e per quanto tempo cigiochi?Matteo: «D’inverno ci gioco sola-mente nel fine settimana; d’estatemi capita di giocare anche 2 o 3voltea settimana. Ilgiocoduradi so-litoda1a2oreemezza».Mattia: «Ci gioco dopo la scuola, disolitopercirca5o6ore».Per quanto ne sai, ci sono limitidi età perpraticare questo gioco?

sesí,quali?Matteo: «Non so se ci sia un’età mi-nima, ma credo che ci sia un’etàmassima:50anni,mipare».Mattia: «Quando giochiamo traamici non guardiamo all’età; perònelle competizioni ufficiali spesso sitrovaillimitedei18anni».Checosatiattraediquestogioco?Matteo:«Amelaguerraeigiochidiruolo sono sempre piaciuti e credo

che siano un modo come un altropersfogarsi».Mattia: «A mediquesto gioco attraela possibilità di giocare con i mieiamici e di fare gioco di squadra. Epoimipiace“colpire”gliavversari!».Pensichefareungioco in cui si si-mulano attività di guerra possaspingere le persone amettere piúfacilmente in atto comporta-mentiviolenti?Matteo: «Credo di sí, ma poi tuttodipendedalsensodiresponsabilitàdiciascuno».Mattia: «Per me questo gioco nonspinge le persone ad essere violente.Mi guarderei, però, soprattutto daquei giocatori che si arrabbianoquando vengono colpiti dimo-strando di non sapere accettare lasconfitta».

ClasseIICMalaspina

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LLAA VVIIOOLLEENNZZAA BBOOCCCCIIAATTAA

«La pace? È amore, amiciziae rispetto per il prossimo

Getta il male fuori dal mondo»Gli alunni: «Puntiamo sul dialogo costruttivo»

I guerrieri del softairscendono in campoper “lottare” attiratidai giochi di ruolo

«Ci sfidiamo ogni giorno»

La Gazzetta dell’aula

DDiisseeggnnii ddii AAggnneessee RRaammaaggiinnii ee AAnnggeelliiccaa DDeell MMoonnttee

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“Due giovani all’apparenzapoco più che diciottenni sonoseduti a terra con le spalle almuro. Ad un certo punto unodei due si arrotola la camicia,estrae dalla giacca un rudi-mentale laccio emostatico e siappresta a compiere i gesti ri-tuali di chi sta per bucarsi. Fapoi la sua comparsa una si-ringa col suo contenuto dimorte, che il giovane, aiutatodall’altro, si inietta. La siringaviene poi dinuovoriempita, equestavolta toccaal compa-gno. La sce-na non sisvolge in unacasa privata,ma nella stra-dina di unacittadina italia-na”. Questeparole sonol’inizio di undossier sulle dro- ghe chenoi ragazzi della II F del plessoStaffetti abbiamo letto in clas-se, attratti dalla curiosità ecolpiti da alcuni titoli come“Smart drug”. Abbiamo fattoricerche e ragionato insieme suquello che potrebbe farci ca-scare nel tunnel. La cosa piùpericolosa è la disinformazio-ne e l’indifferenza, il credereche sia un problema degli altrie che non si possa fare nullaper mettere un freno. Aghi,spinelli, polveri, ma anche ca-ramelle o pastiglie: sono moltii tipi di droga che tormentanola vita di tanti giovani. Si puòsconfiggere il fenomeno delledroghe? Forse non è possibile:troppi gli interessi e i guadagniche girano in questo mondoparallelo; ma i ragazzi apronogli occhi: abbasso l’ipocrisia el’indifferenza! Molti tossicodi-pendenti dichiarano che il pri-mo approccio con la droga èstato per fare vedere come era-no grandi, fumando uno

spinello, una “canna”, consi-derata droga leggera. Daquella poi sono passati allamarijuana o all’hashish da fu-mare, considerate ancora“leggere”. Ma poi sono arrivatia sniffare cadendo nella retedel fornitore. Non tutti, mamolti, sono arrivati in seguitoall’eroina e alla cocaina, perpoi chiedere sempre di più, ilcrack o quel

cocktailmicidiale chiamato

"Speedball". Uno dei maggioripericoli è l’alterazione del si-stema nervoso che vienerallentato è offuscato, con i

neuroni che "bruciano" e nonsi rigenerano più, provocandoallucinazioni e mettendo a ri-schio le azioni quotidiane dellavoro come l’uso di macchi-nari, o, semplicemente,dell’auto o dello scooter. Lemorti indirette dovute alladroga in Italia nel 2007 sonostate più di

5000. Pianopiano il killer droga assaleanche gli organi interni, sto-maco e reni, con l’accumulodi sostanze chimiche nocive.Provoca malattie cardiache erende difficile la respirazione;inoltre pratiche come l’uso di

scambiarsi la siringa, favorisco-no la diffusione di malattie co-me l’aids. Altre conseguenzedelle droghe sono: perditadella capacità di reagire agli sti-moli; incapacità di valutare econtrollare le proprie azioni;sdoppia- mento della

personalità; alte-razioni mentali;distorta perce-zione dello spa-zio e deltempo; altera-zione di tuttele funzioni ce-rebrali. Perottenere lostesso effettoprovato laprima voltaoccorre as-sumere dosi

sempre piùabbondanti; per questo moti-vo si assumono droghe inquantità crescenti e in dosisempre più frequenti, fino asuperare una soglia oltre laquale non si è più in grado divivere senza le sostanze: è ladipendenza.

Classe II F Staffetti

SSAALLUUTTEE && DDIIPPEENNDDEENNZZEE

Le smart drug sono lecosiddettedroghe“furbe” perchériescono aeludere i controlli delle forzedell’ordine e piacciono molto aigiovani d’oggi perché sono facilidanascondere, dareperireesonomolto economiche. Negli ultimiannisonostatescopertequasi300nuove sostanze; sono tanto facilidatrovarequantodannoseperilnostro organismo. La maggiorpartedeigiovanicheassumeque-sti stupefacenti, lo fa perchétrovache per una volta può essere di-vertentesballarsiunpo’;mapoiildivertimento comincia adesserelegatoalconsumodisostanzechedeve essere necessariamente au-mentato un po’ ogni volta peravere effetto. Se questa praticacontinua per più volte diventapericolosa, diventa dipendenza.Le smart drug sono sostanzepsicoattive, cioè causano euforia,

fanno perdere la lucidità, fannoagirechileassume, inmodoirre-sponsabile, senza riflettere. Sonochiamate “furbe” perchécontengono sostanze usate neifarmaci e sono vendute sottoformadipastiglie, sali, erbe, gocceo semi. Si possono acquistare fa-cilmenteecostanotrai3ei25eu-ro, e sono facili da assumere. Glieffetti collaterali sono devastantiper cuore e cervello, possono la-sciare danni permanenti e so-prattutto sono colpevolidimortiindirette, perchéchi leusa poipo-trebbe mettersi alla guida senza

rendersi conto di avere la perce-zione alterata dello spazio e deltempo, perchénon sono conside-rate vere e proprie droghe. Chi èentrato nel tunnel della drogapuòancheuscirnegrazieaiSertealle comunità, ma sono percorsimolto difficili e dolorosi. Non èprovato da nessuna parte che ladroga possa far star meglio lepersone: le fa stare peggio. Un se-greto perusciredal tunnel?Nonentrarci, starne fuori, dire “no”alladroga:solocosìdimostreraidiesseredavveroungrande!

ClasseIIFStaffetti

La Gazzetta dell’aula

Dalle droghe “leggere”alla siringa: si apre

cosí la porta alla morteViaggio tra i pericoli dello sballo per non sbagliare

Smart drug, piccolema pericolose

EEllaabboorraazziioonnee ddii EEm

maannuueellee BBiiaanncchhii

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«Oggi vado al fast food;mangio tanto, spendopoco, non devo aspettareun’ora e mio figlio si di-verte pure». Ma...Vi spieghiamo perché ifast food sono i peggiorinemici di una buona ali-mentazioneI fast food, in inglese “ci-bo veloce”, sono ormaida molti anni entratinella nostra vita quoti-diana.Ragazzi, ormai nessunopuò impedirvi di andarenei fast food. Siete di-ventati dipendenti daquei panini che non socome fanno a piacervi ecome fate a mangiarli.Intanto l’eccesso di pro-teine rispetto a quelloche potete consumare sitrasforma in grasso cheentra nei tessuti del vo-stro organismo come unkiller: è il responsabiledell’aumento del coleste-rolo che oggi colpisceanche le generazioni piùgiovani, e delle malattiecardiovascolari che nederivano.Ma se sappiamo chefanno male (e lo sanno

tutti!) perché continuia-mo a mangiare questi ci-bi? Perché siamo attrattida loro?Per i bambini questi luo-ghi sembra-no davverodei sogni.Le forme e icolori: i pa-nini hannoun aspettoinvitante,rotondi espolverati dipuntini co-me simpatiche guancettelentigginose; colori alle-gri: il rosso ketchup, ilgiallo delle salse; colori eforme che ritrovi nelmarchio e nell’arreda-mento. Un po’ di insa-

lata decorativa.Un piacere che non deviaspettare troppo. Di so-lito è colpevole anche iltempo: le persone oggi

non hannomoltotempo perprepararsida mangia-re e alloraper non fa-re tardi allavoro lasoluzione èil fast food.

La moda: molti ci vannoperché piacciono aglialtri e allora “devi prova-re anche tu”.I regali. I più piccoliadorano l’“Happy meal”che è “felice”; e poi,

insieme al cibo c’èsempre una piccolasorpresa-gioco.La rassicurazione.Quando entri in queiluoghi sai già cosa trove-rai: è come rincontrareun vecchio amico; eanche se sei in una cittàsconosciuta, nel fast foodti senti sempre a casa,perché è uguale a quelloche hai già visto altrove.Sono economici: un pa-nino con la carne costapochissimo (ora 90centesimi) anche se, inrealtà, è molto piùpiccolo di quello che tiviene presentato nellapubblicità.Ma la carne è di qualità?Il guadagno è moltoalto, non solo nei pani-ni, ma anche nellecrocchette e nelle patati-ne fritte, che nonmancano mai. Inoltre tiviene servito il bicchie-rone di "Coca-cola",benché consumare be-vande zuccherate mentresi mangia favorisca l’as-sunzione di zuccheri checausano malattie come ildiabete.Perché i fast food sono ipeggiori nemici di unabuona alimentazione?Perché nella buona ali-mentazione ci sonoverdure, pesce, carne efrutta senza conservanti,cibo che apporta vitami-ne e proteine e sali mi-nerali, rafforza le difeseimmunitarie, allontanale influenze e ti rendepiù intelligente e piùforte. Tutto questo nelfast food non c’è; il cibopiù venduto (panini ecrocchette fritte) è pienodi grassi. Le insalate cisono, ma costano tantis-simo e non le prendequasi nessuno.Se proprio non riesci arinunciarci, se nono-stante tutto ti viene lavoglia di continuare afrequentare i fast food,cerca di limitarti a pochevolte all’anno… E so-prattutto pensa che il fastfood è solo un momentodi felicità è che mangiarbene è la felicità di unavita intera.

Classe II F Staffetti

Pagina 5

Panini e patatineAttenti ai pericolidel “cibo veloce”

SSAALLUUTTEE && AALLIIMMEENNTTAAZZIIOONNEE

Molti ragazzidipendentidai fast food

Alimentazionesbagliata

La Gazzetta dell’aula

DDiisseeggnnoo ddiiMMaarrccoo RRiiccccii

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L'uso del computer, la suautilità nell'attività didatti-ca, il rapporto che hannocon questo mezzo docentie studenti ed altro nell'ana-lisi della professoressa Ti-ziana Silvani, che abbiamoincontrato di pomeriggiodurante una pausaall'interno del plesso Mala-spina.

Professoressa Silvani, cherapporto ha con ilcomputer?«Nel 1982, appena ne hosentito parlare mi hatalmente incuriosita che hopartecipato ad uno dei pri-mi corsi di specializzazionepost-laurea, presso l’uni-versità degli studi di Pisa.Ne sono rimasta lette-ralmente affascinata e così,nel 1987, ho acquistato unhome computer, il precurso-re del moderno personal. Sitrattava di un Olivetti PC128 che aveva un regi-stratore a nastro incorpo-rato, doveva essereconnesso ad un televisoreed era programmabile conil linguaggio Basic».Usa il computer nell'atti-vità didattica?«Nei primi anni Novanta

ho iniziato ad usarlodapprima per la prepara-zione di materiale didatti-co e poi, sempre di più,anche come strumento diinsegnamento grazieall’uso di software qualiMicrosoft Power Point eCabri Géomètre e didispositivi quali la Lim».Quali sono le difficoltà

che un insegnanteincontra nell'utilizzo diquesto strumento?«L’uso del computer puòalimentare, in alcuni do-centi, ansia e preoccupa-zione. Inoltre, è inutilenegarlo, i primi momentiportano un carico di lavo-ro aggiuntivo. È necessarioacquisire familiarità con gliaspetti tecnici, capire ilfunzionamento delsoftware didattico e poi de-finirne l’utilizzoall’interno dei processi diapprendimento».Quanto è utile questomezzo per gli alunni?«L’uso delle nuove tecnolo-gie in classe, oltre a risulta-re appropriato alle attesedei ragazzi, che mostranodi prediligere comunica-zioni sintetiche e ricche di

contenuti audio-visuali,può facilitare uno stile diinsegnamento interattivo,con il quale, a differenza diquanto accade nella lezio-ne tradizionale, gli alunnisono coinvolti attiva-mente. Rappresenta peròuna pratica che non puòsostituire del tutto mo-menti più ordinari quali la

lettura di testi, i lavori ma-nuali, la discussione, gliesercizi e l’uso dei sussididi geometria tradizionalietc.»Secondo lei occorrerebbeuna formazione specificaper gli insegnanti? E pergli alunni?«La formazione degli inse-gnanti è un passaggioobbligato per iniziare ilprocesso di familiarizza-zione, ma da sola non puòbastare. Se non si ha la pos-sibilità di svolgere proprieesperienze si ha un rapidodecadimento di quantoappreso. Penso che sarebbeutile creare all’internodella scuola un gruppo didocenti esperti che po-trebbero rappresentare unpunto di riferimento per ilsupporto ai colleghi e la

raccolta di risorse ed espe-rienze pratiche. Per quelche riguarda gli alunni oggisono tutti buoni conosci-tori del linguaggio digitaledel computer e presentanouna naturale abilità ad uti-lizzarlo».A suo parere internet èun'opportunità o un ri-schio per gli studenti?

«Il web presenta aspetti po-sitivi e negativi. L’educa-zione – da parte di genitorie di insegnanti – all’usocorretto, consapevole e re-sponsabile dei mezziinformatici rappresental’unica strada vincente percombattere i pericoli diinternet. La strada del proi-bizionismo risulta ineffica-ce perché non soloindispettisce i giovani, marischia anche di emargi-narli da una società tecno-logica e multimediale.Non si possono privaredell’opportunità di accede-re a una quantità enormedi informazioni e dellapossibilità di comunicare,anche attraverso i socialnetwork, superando i limitidello spazio e del tempo».

La redazione

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II NNUUOOVVII MMEEDDIIAA

«L’uso del computer facilitauno stile di insegnamentoche coinvolge gli alunni»

La profSilvani: «Formazione, passaggio obbligato»

La Gazzetta dell’aula

LLaa pprrooffSSiillvvaannii ccoonnaallccuunnee ssuueeaalluunnnnee nneellllaabboorraattoorriiooddiiiinnffoorrmmaattiiccaaddeellllaa nnoossttrraassccuuoollaa

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Nel plesso Malaspinadalle risposte ai questio-nari distribuiti nelleclassi e riguardanti l'usodel computer, è emersoche la maggior parte deiragazzi (circa il 99%) uti-lizza il computer. Moltilo usano per intratteni-mento (per giocare,guardare film e peraltro),pochi lo usano per otte-nere informazioni su

argomenti scolastici oper approfondire temitrattati in classe o diattualità. Molti nostricoetanei ritengono utilequesto mezzo per lascuola (circa l'80%), altriinvece (il rimanente20%) ritiene che ilcomputer non sia neces-sario per lo studio. Lamaggioranza degliintervistati afferma che

questo mezzo non solosia utile per l'attivitàscolastica, ma che addi-rittura andrebbe uti-lizzato di più. Pochiragazzi utilizzano ilcomputer più di 5 ore algiorno, ed è di modainvece stare davanti alloschermo da una a dueore al giorno. Conquesto sondaggioabbiamo capito che

ognuno di noi sa usare ilcomputer. L'unicoconsiglio che diamo atutti gli alunnidell'Istituto è di starepiù attenti quando siutilizza questo mezzo,perché navigando in retesi possono fare bruttiincontri e trovarsi insituazioni pericolose.

Gabriele CantoniAndrea Manfredi

Pagina 7

II NNUUOOVVII MMEEDDIIAA

Hardware e BiosDue sconosciuti

Che cosa è l’hardware? euna LAN? e il BIOS? Sem-brano parole strane, addirit-tura aliene, ma in realtàsono termini che indicanocomponenti o funzioni im-portanti dei computer. Oggila stragrande maggioranzadegli alunni utilizza com-puter, tablet e smartphone:proprio perché nati in unmondo già segnato dallacapillare diffusione delletecnologie digitali, sonochiamati "nativi digitali".Ma quanti di loro cono-scono i processi che per-

mettono il funzionamentodi queste moderne tecnolo-gie? Per scoprirlo abbiamofatto un sondaggio nel nos-tro Istituto.Contrariamente a quanto sipotrebbe pensare, abbiamocosì scoperto che ben il90,5% degli alunni nonconosce quello che succedeall'interno dei mezzi cheusano; il 2% ha dimostratouna conoscenza limitata; il4% ha una conoscenza ac-cettabile; e, infine, solo peril 3,5% il computer non hasegreti. Alla fine del

sondaggio risulterebberopromossi solo 10 alunni su113 e solo 4 di loromeriterebbero un bel 10.Gli adulti, dunque,dovrebbero iniziare ariflettere sui limiti delconcetto di "nativo

digitale": essere nati tra untablet e uno smartphonenon ci esenta certo dallanecessità di studiare percapire come funzionano

Ormano MankolliDavid Matrescu

Nicola Pucci

La Gazzetta dell’aula

Il Pc? «È utile per lo studiodi argomenti scolastici

Dovrebbe essere usato di più»Lo affermano i ragazzi dell’istituto in un sondaggio

AAll llaavvoorroo nneellllaabboorraattoorriioo ddiiiinnffoorrmmaattiiccaa ddeellpplleessssoo MMaallaassppiinnaa

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Interessanti i dueincontri avvenuti il 28marzo e il 4 aprilepresso il plessoStaffetti del nostroIstituto Comprensivocon le due esperteEmanuela e Kendra sultema dell'educazionealla salute, con parti-colare attenzione ai so-cial network. Abbiamoscoperto un mondo digiovani che non hannola consapevolezza dellagrandezza del mezzodei social, un mondoaperto e pericoloso do-ve c'è apparente sicu-rezza ma dove tutto èdi tutti. Ed è nato pro-prio qui, nella nostraII D, questo articoloche espone il modo incui i ragazzi utilizzanoi social network.Abbiamo elaborato unsondaggio: raccolti etabulati i dati conl'aiuto di alcuni geni-tori, sono stati quindielaborati alcuni graficiillustranti l'uso che iragazzi fanno dei so-cial. Questo il quadrogenerale: il ragazzomedio si è iscritto alsuo social networkpreferito negli annidella scuola media,non sa cosa sia un pro-filo privato, usa preva-lentemente"Facebook", non hainserito la vera età almomento della regi-strazione al social, nonconosce tutti i contattidi cui ha accettatol'amicizia, non fa casoa quanto tempo passasui social, i suoi genito-ri non controllano ilsuo profilo e glipermettoono di uti-lizzare questo stru-mento. A conclusionedi questo lavoro la

nostra prof di lettere,Alfonsina Ramagini,afferma che è stata unabellissima esperienzaed è stata felice di

accompagnare la II Din questo progetto conla certezza che da que-sto momento i ragazziavranno più consape-

volezza degli stru-menti che adoperano eche ne faranno un usomigliore.Classe II D Staffetti

Pagina 8La Gazzetta dell’aula

Facebook, aperto e pericolosoE i ragazzi troppo spessoaccettano qualsiasi amicizia

Molti genitori non controllano gli account

II SSOOCCIIAALL NNEETTWWOORRKK

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Pagina 9 La Gazzetta dell’aula

Attenti a cyberbulli e pedofiliUn esperto mette in guardia:«Tante le trappole on line»La polizia postale in classe segnala tutti i rischi

I dati della nostra inchiesta(illustrata nella pagina afianco con i grafici) sicommentano da soli. Abbia-mo voluto però soffermarciper una riflessione su alcunipunti. "Facebook" fissa il li-mite di età per iscriversi aisuoi servizi a 13 anni. Le ri-sposte ai nostri questionari cidicono che la maggior parteha fatto l’iscrizione con ladata di nascita fasulla, vistoche una buona parte dice diessersi iscritta alla scuola pri-maria. Ci dicono che moltis-simi ragazzi non fanno casoalle ore passate su "Facebook"e quelli che non ci fanno caso

ci stanno sicuramente moltotempo perché, se calcolasseroil tempo, si renderebberoconto del tempo che passa. Eci dicono che molti nonsanno né quanti amiciabbiano né perché abbianoaccettato così tante amicizieda non ricordarsele più. Èsorprendente il numero dei“Non lo so” in alcune rispo-ste così come il dato che lamaggior parte dei genitorinon controlla l’account dei fi-gli su "Facebook", mentrenoi riteniamo che unacontrollatina ogni tanto nonfacciamale.

Classe II D Staffetti

“Segnala il bullo, igno-ra il bullo” ripeteva unpersonaggio protagoni-sta di un filmato che ciè stato presentato ascuola dalla polizia po-stale. Parlando a noiragazzi del mondo deisocial network e deibrowser abbiamo capi-to i pericoli cheviaggiano sul web: Ilcyberbullismo è unarealtà. Ragazzi presi dimira con ripetute offe-se e vergognosi insultisono le vittime deibulli. Il mondo virtua-le produce purtroppoeffetti reali. Diconoche passare più di dueore giornaliere suinternet fa perdere icontatti con la realtà.Avete sentito dire cheil cyberbullismo hafatto delle giovani vitti-me? Purtroppo la cro-

naca giornalistica cene ha parlato spesso. Ilpoliziotto ha pro-iettato a scuola unfilmato con questodialogo in chat frapersone che non si co-noscono:«Ciao Luca, ci sei?».«Sì».«Il nostro eroe mi haportato un regalo perte».«Come faccio a conse-gnarti il regalo?».«Ti aspettavo, perchénon sei venuto?».«Di me ti puoi fidare!».Ci ha colpito la scrittache è apparsa alla fine:“Un bambino da solonella sua stanza ha bi-sogno di occhi che loguardano perché il si-lenzio di un bambinopotrebbe essere la vocedi un pedofilo”.Classe II D Staffetti

La data? Fasullaper poter navigare

Un confronto utilegrazie all’inchiesta

La nostra generazione ègrata alle nuove tecno-logie e l’inchiesta cheabbiamo svolto ci èsembrata interessanteper vari motivi.Innanzitutto questainiziativa ci ha permes-so di confrontarci tra dinoi e con i ragazzi dellealtre sezioni e ciò èstato anche divertente.Inoltre abbiamo impa-rato cose nuove, peresempio a costruire igrafici con l'utilizzo disoftware specifici. Tra ipunti di forza di questaesperienza c'è stato si-

curamente il lavoro digruppo in classe; èstato anche interes-sante conoscere le abi-tudini di noi ragazzinell’uso delle TIC(Tecnologiedell'Informazione edella Comunicazione).Abbiamo anche avutol’opportunità diconfrontarci con i no-stri genitori. Infine, èstato utile il contributodi tutti: ragazzi, geni-tori, insegnanti, poliziapostale, le esperte Ema-nuela e Kendra.

Classe II D Staffetti

II SSOOCCIIAALL NNEETTWWOORRKK

DDiisseeggnnii ddii AAnnddrreeaa AAzzzzaarroonnii

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Splendida, anzi sublime, mafredda come il marmo e de-testata dai suoi sudditi che laconsideravano altezzosa edistante. Religiosissima esprofondata in preghieradalla mattina alla sera, macon il vizio del giocod’azzardo e delle scommesse.Questo è il ritratto dellabella Eleonora di Toledo chenacque in Spagna nel 1522 emorì a Pisa nel 1562. Eleo-nora viene ricordata per lasua folgorante bellezza: ca-stana e con gli occhi noccio-la, aveva il viso di un ovaleperfetto, i lineamenti dolci epieni di un'innata maestà.Eleonora fu una sposa felice,nonostante un matrimonio

combinato, ma fu ancheuna madre sventurataperché un destino tragicocolpì quasi tutti i suoi undi-ci figli. Anche se il matri-monio tra Cosimo I de’Medici ed Eleonora era statocombinato, i due, uniti perragioni politiche, iniziaronosubito a piacersi e successiva-mente ad amarsi. La du-chessa era così legata al ducada sfiorare, in alcuni casi, lamorbosità. Si narra che alla

notizia di un viaggio delduca, dove ella non potevaaccompagnarlo, alcunicortigiani la videro piangeree strapparsi i capelli. Solo leiaveva un forte ascendentesul marito e sapeva mitigarei suoi continui sbalzi diumore. Alla volontà ferreadella duchessa spagnola, iFiorentini devono alcunechiese, ma anche PalazzoPitti e soprattutto il giardi-no di Boboli. Ma sembra che

i fiorentini, poco abituatiall’ostentata superbia dellacorte spagnola, non l’amas-sero molto. Difficilmente laduchessa si mostrava a piediin città, preferiva, infatti,spostarsi a cavallo o megliosigillata nella sua lettiga fo-derata di raso verde. Comeuna vera sovrana, evitavadi dare confidenza e discendere al livello dei suddi-ti, ma dimostrava la ma-gnanima benevolenza neiconfronti del suo popolo conabbondanti elemosine. Nelnovembre del 1562 Eleono-ra morì a Pisa.

Classe II B Staffetti

“La meraviglia è il semedella conoscenza”. Questafamosa frase di Francis Ba-con, filosofo inglese del XVIsecolo, è l’auspicio e l’impe-gno dell’équipe del Museodei Ragazzi di PalazzoVecchio che ci ha accolti eospitati in una fredda e so-leggiata giornata di di-cembre. Il 18 dicembresiamo andati a Firenze perpartecipare a due bellissimilaboratori dentro PalazzoVecchio e per visitare lasplendida città. Durante ilprimo laboratorio, siamostati accolti da una guida checi ha portato in giro per salee le stanze riccamente deco-rate alla riscoperta della vitaquotidiana di una famigliaparticolare: la famiglia

ducale.Infatti oggi Palazzo Vecchioè un museo, ma in passato isuoi ambienti hanno ospi-tato la magnifica residenzadel duca Cosimo I de’ Medi-ci, della moglie Eleonora di

Toledo e dei loro 11 figli. Lìabbiamo incontrato la du-chessa Eleonora di Toledoin persona che, attraversoun gioco di ruolo, ci haraccontato come si svolgevala vita a Palazzo nel '500.Conversare con “il fanta-sma” di Eleonora è stataun’espe-

rienza unica, abbiamo avuto

la possibilità di farle do-mande, di dare risposte allenostre curiosità e di metterea confronto la vita di oggicon la vita di cinque secoliprima. Nella nostra visita aPalazzo Vecchio la stanza

che ci ha maggiormentecolpito è stata la “Sala delleCarte Geografiche”. Il se-condo laboratorio a cuiabbiamo partecipato consi-steva nel passare un’ora ditempo in una “Bottega” del'500 e cimentarsi nella

tecnicadella pittura. Siamo stati di-visi in piccoli gruppi, adognuno di noi è stato affi-dato un ruolo preciso: alcu-ni preparavano i colori conle modalità del tempo, altripreparavano le tavolette digesso, altri ancora dipingeva-no. È stato molto interes-

sante imparare come sicreavano i preziosi pigmentie i colori naturali e potersperimentare direttamentel’esecuzione di un piccolodipinto. Passeggiando tra lestanze e i corri-

doi di PalazzoVecchio abbiamo scopertoche il duca Cosimo avevauna particolare predilezioneper uno stemma che rappre-senta una tartaruga con lavela, la cui immagine eraaccompagnata dal motto“Festina Lente”, ovvero“Affrettati Lentamente”.

Classe II B Staffetti

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LLEE NNOOSSTTRREE AATTTTIIVVIITTÀÀ

La Gazzetta dell’aula

«Il fantasma di Eleonoraci ha illustrato la vitadei nobili nel ’500»

Alunni raccontano la loro gita a Firenze

La bella duchessacol vizio del gioco

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Ma chi era veramente ilduca Cosimo I de' Medi-ci?Figlio del condottieroGiovanni dalle Bande Ne-re e di Maria Salviati, salìal potere nel 1537, a solidiciassette anni, dopo l'as-sassinio del duca di Fi-renze Alessandro de'Medici. Egli veniva dalMugello, dove era cresciu-to dopo la morte del pa-dre, e riuscì a farsinominare duca nono-stante appartenesse ad unramo secondario della fa-miglia. Vista la sua età edil suo modo di fare mode-sto, molti personaggiinfluenti della Firenze deltempo speravano di averea che fare con un giovanedebole, svagato, attrattosolo dalla caccia e dalledonne: un giovane facileda influenzare. Ma nonera così: Cosimo avevaereditato lo spirito batta-gliero del padre e dellanonna paterna CaterinaSforza. Infatti, appenaandò al potere, cacciò via iconsiglieri ed assunse l'as-soluta autorità. Restaurò ilpotere dei Medici in mo-do così saldo che da quelmomento governaronoFirenze e gran parte dellaToscana fino alla fine delladinastia. Come ben si sa cifu un matrimonio combi-nato tra Cosimo ed Eleo-nora di Toledo, manonostante questo i dueebbero una grande storia

d'amore: inizialmenteCosimo aveva cercato disposare Margherita d'Au-stria, figlia dell'imperatoree vedova del duca Ales-sandro, ma ottenne unsecco rifiuto.Abbandonato que-sto progetto, spo-sò, nel 1539,Eleonora di To-ledo, figlia didon PedroAlvarez de To-ledo vicerèspagnolo diNapoli. Appe-na si videro fuamore a primavista, si sposa-rono con grandifasti nella chiesadi San Lorenzo:lui aveva vent'anni,lei diciassette. Graziea quel matrimonio,Cosimo entrò in posses-so delle enormi ricchezzedella moglie e si garantìl'amicizia politica del vi-cerè di Napoli, uno deipiù fidati luogotenentidell'imperatore. Gli ulti-mi anni

per Cosimo furonodavvero turbolenti: nel1552

morirono Eleonora e duesuoi figli per malaria. Do-po aver frequentato Eleo-nora

degli Albizi, dalla qualeebbe due figli naturali, nel1570 Cosimo prese in se-conde nozze CamillaMartelli che gli diede unafiglia. Il peggioramentodel suo burrascoso ca-rattere ed i continuiscontri con i figli, a causadella nuova moglie, reseroi suoi ultimi anni, comeabbiamo già detto,“turbolenti”. Morì ilventuno aprile 1574, a 55anni, già gravemente me-nomato da un ictus che gliaveva tolto la possibili-tà di parlare e muo-versi. Cosimoaveva anche unagrande passio-ne per l'arte elo dimostròrealizzandonumerosicantierichecambiaro-no, in me-glio, ilvolto diFirenze. Ilsuo mododi governarefu conside-rato “saggio eilluminato”.Tra le varie opere

da lui compiute, siricorda la creazione

della Galleria Degli Uffi-zi, oggi uno dei piùimportanti e visitati museidel mondo.

Classe II B Staffetti

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Cosimo l’illuminato,amantedell’arte,

cambiò volto a Firenze

Cosa cela Palazzo Vecchio die-tro le severe ed imponenti mu-ra medievali? Palazzo Vecchiosi trova in piazza della Signo-ria a Firenze ed è la sede delComune della città. Rappre-senta la migliore sintesidell'architettura civile trecente-sca cittadina ed è uno dei pa-lazzi civici più conosciutid'Italia. Chiamato in origine“Palazzo dei Priori”, divennenel XVsecolo “Palazzo della Si-gnoria”, dal nome dell'organi-smo municipale della

Repubblica fiorentina. Nel1540 divenne Palazzo Ducale,quando il duca Cosimo I de'Medici ne fece la sua residenza;infine il nome Vecchio lo as-sunse nel 1565 quando la cortedel Duca Cosimo si spostò nel“nuovo” Palazzo Pitti. Il pa-lazzo fu sede del governo italia-no nel periodo 1865-71, quandoFirenze divenne capitale delRegno d'Italia. Gran parte diPalazzo Vecchio è attualmenteun museo.

Classe II B Staffetti

In gita alla scopertadi Palazzo Vecchio

DDiisseeggnnoo ddiiSSaammuueellee NNaarrddiinnii

DDiisseeggnnoo ddiiAAlliiccee CCeeccccaarreellllii

LLEE NNOOSSTTRREE AATTTTIIVVIITTÀÀ

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AA SSCCUUOOLLAA DDII PPOOMMEERRIIGGGGIIOO

«Il progettomeritaun sette

Ma bisognacambiarequalcosa»

Sono “nati” i laboratoripomeridiani. Ne parlia-mo con la professoressadi lettere Bianca MariaFerrari.Chi ha avuto l'idea deilaboratori pomeridia-ni?«Se ne parlava da molto,ma l' idea è stata portataavanti da me e dai colle-ghi di lettere LorenzaCorsetti e FedericoGuidotti in collabora-zione con altri docenti».Da quale esigenza ènata quest'iniziativa?«L'esigenza primaria èstata quella di valorizza-re le ore pomeridiane,migliorandone il signifi-cato educativo-didatti-co, favorendo sia ilrecupero che il consoli-damento, ma so-prattutto creandogruppi anche di po-tenziamento».Si potrebbero fare i la-boratori anche lamattina?«Sì, anche se penso di-venti complicato perchédi difficile organizzazio-ne».Pensa che il numerodei singoli laboratorisia adeguato? Cosapensa che si potrebbefare per distribuireequamente gli alunni?«Alcuni gruppi sonotroppo numerosi, inparticolare quelli di re-cupero. Penso che unmaggior numero diinsegnanti potrebbe ga-rantire un'uguaglianzanumerica all' interno deilaboratori».Cosa cambierebbe deilaboratori?«Avremmo biso-

gno, come già detto, dipiù risorse umane e, diconseguenza, economi-che, perché altrimenti siricostituiscono classi,seppur aperte e conalunni di età diverse,ma non piccoli gruppidi lavoro come un'atti-vità laboratoriale richie-de».Cosa direbbe ai geni-tori per convincerli aiscrivere i figli altempo prolungato?«Spiegherei loro la mo-dalità e i vantaggi dei la-boratori; gli insegnanti

possono motivare glialunni con attività di-dattiche piùcoinvolgenti, interes-santi e, perché no, di-vertenti. Imparare nonsignifica farlo anno-iandosi».

Stefana Botez

«Questeattività

hanno datomaggioricompetenzeai ragazzi»

Il 93% dei docenti della scuolainterpellati pensa che i labo-ratori pomeridiani siano statimolto utili per gli studenti. Il71% ritiene che le competenzedegli alunni che frequentano ilaboratori siano migliorate. Il79% vuole ripetere l'espe-rienza, mentre il 14% vuoletornare alle lezioni tradizio-nali. Per la maggior parte de-gli insegnanti i punti di forzadi questi laboratori sono la di-versificazione dell'offerta e ladidattica a classi aperte. Alcu-ni credono nel recupero, altrinel potenziamento e altrinella possibilità di sperimenta-re nuove esperienze didatticheo approfondire alcuni conte-nuti culturali. Per molti inse-gnanti il principale problemadi questa attività è il numerotroppo alto di alunni pergruppo di lavoro, causatodalla carenza di personale do-cente in servizio di pome-riggio. Per tutti gli insegnantiil lavoro legato alle attivitàpomeridiane è faticoso, ma perla metà di loro è anche utile einteressante. Il 43% darebbeun otto ai laboratori, il 14%nove, il 29% sette mentre il re-stante 14% li boccerebbe. Anoi alunni piace molto que-st'iniziativa perché abbiamol'opportunità di fare qualcosadi diverso rispetto alla lezionetradizionale e di approfondireargomenti lontani da quellitrattati in classe la mattina:possiamo lavorare con piùinsegnanti e confrontarci concompagni di classi diverse.

Stefana Botez

Gli alunni della Malaspina-Staffetti interpellati con un que-stionario hanno promosso conun sette i laboratori pomeridia-ni e hanno proposto dei cambia-menti all'interno di questoprogetto. Sono state proposteattività sportive, corsi di cucina,ceramica, di canto e ballo e distrumento musicale. Il 28,2%degli studenti pensa che i labo-ratori pomeridiani siano moltoutili, il 44,4% pensa che sianoabbastanza utili mentre gli altripensano che non siano utili. Il59% degli studenti fre-quentando i vari laboratori haritenuto che le sue competenze ei suoi voti siano migliorati gra-zie al lavoro svolto. Il 41% deglialunni ha definito l'esperienzadei laboratori pomeridianimolto interessante, mentre il30% la ritienemolto divertente,il 29% ritiene che questa ini-ziativa sia faticosa e stressante.Tra i vari progetti molto interes-santi e utili sono stati indivi-duati: potenziamento e recuperodi matematica, recupero di ita-liano, teatro e teatro dialettale,educazione al linguaggio audio-visivo e cinematografico egiornalismo; quelli ritenuti me-no interessanti e utili sono: lati-no e scacchi. Per migliorare ilprogetto secondo gli studenti do-vrebbero essere allestiti laborato-ri ancora più interessanti, ingruppi meno numerosi e conprofessori meno esigenti conalunni che hanno già seguitocinqueoredi lezionemattutina.

CamillaDiMariaCarolinaGemelli

Iris Vita

«Gli alunniin laboratorioper il recuperoe la crescitaculturale»

La Gazzetta dell’aula

LLaa pprrooffeessssoorreessssaa FFeerrrraarrii

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A seguito delsondaggio sulla musi-ca eseguito nella no-stra scuola è emersoche al 98% di noialunni piace ascoltarela musica; il restante2%, invece, non amaimmergersi fra le note.Il 26% ascolta la mu-sica meno di un'ora algiorno, il 24,5%un'ora, un altro24,5% la ascolta per 2ore e, infine, il rima-nente 25% la ascoltaper 3 ore o più.La musica ascoltatadai nostri compagni èmolto varia.Considerando che era-no possibili più rispo-ste e più preferenze, èemerso che il pop èascoltato dal 63% se-guito dal rap con 56%e dal rock con il 36%.Solo il 12% deglialunni della scuola cheabbiamo intervistatoascolta anche la musi-ca classica o quella li-rica e la stessapercentuale èraggiunta da chi èinteressatoall'heavy metal oè interessatoanche al j azz.Anche la musicamelodica haraggiunto un ri-sultato simile(13%). Il 17% deiragazzi che si sonoespressi ascoltaanche altri tipi dimusica.Molti degli alunniconsultati attraversoil nostro sondaggioascoltano la musicasoprattutto per rilas-sarsi (63%), ma ancheper divertirsi. Infattiquesta è stata la rispo-sta scelta dal 38%.I ragazzi che usano la

musica per consolarsisono il 21% degliintervistati, mentre il19% la utilizza preva-lentemente per balla-re. Il rimanente 7%ascolta tutti i giornila musica per altrimotivi.

Il testo di unacanzone è lacomponentefondamentalee a cui presta

più attenzione il62% degli alunni,mentre la melodiainteressa il 61%.

I concerti sonoabbastanza seguiti,anche se il 49% de-gli studentinell'ultimo annonon ne ha ascoltatonessuno.Il 26% dei ragazzi hainvece ascoltato unconcerto dal vivo, il14% ha assistito a 2 o

3 concerti e solo l'11%ne ha ascoltati più di3.Maria Elena Lorenzetti

Per sapere quantialunni seguono o me-no la moda abbiamosvolto un sondaggio ein un campione di 191alunni, risulta che il72% segue la moda e il28% no. Alcuni seguo-no la moda solo perchévogliono essere ugualiagli altri, una piccolaparte ha affermato divolersi sentire parte diun gruppo per non es-sere esclusa, il 31% de-gli intervistati ritienedi seguire la moda soloper essere elegante.Alla domanda: “Qual èper te un capo indi-spensabile nella mo-da?” scopriamo checamicie e magliette so-no al primo postomentre si dà pocaimportanza a pantalonie gonne. Indispensabilirisultano gli accessori: iragazzi non escono dicasa se non hanno uncappello in testa, unasciarpa al collo e dellascarpe firmateai piedi.Per do-vere dicronacasegna-liamoche il14% diloro nonesce di ca-sa senzaun paio dimutandefirmate damettere inmostra fuori daipantaloni. Dalsondaggio è risultatoche la maggioranza de-gli intervistati prestaattenzione alla marca.Ma quanto si spendeall’anno in capi diabbigliamento? I ra-gazzi si dividono in tre

categorie: c’è chispende tra i 100 e i 200euro, mentre lamaggioranza spendepiù di 400 euroall’anno e un quartodegli alunni tra i 300 ei 400 euro. Sono la mi-

noranza quelliche spendo-

no menodi 100euroall’annoper i ve-stiti.Nono-stanteche lamaggio-ranzasegua lamoda, lametà deiragazziintervi-stati ri-

tiene che siano origina-li coloro che non laseguono.

Andrea De AngeliAnna Dini

Carlotta RicciFederica Sinesi

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IILL TTEEMMPPOO LLIIBBEERROO

La Gazzetta dell’aula

«Andiamo pazziper la musicaViva il pop,

il rock e il rap»

«I capi firmati?Una passioneche è di.. . modanella scuola»

Disegni diLucreziaLandi

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CCUULLTTUURRAA && SSPPEETTTTAACCOOLLII

Allo spettacolo teatrale delplesso Staffetti hannopartecipato i seguenti stu-denti-attori: NicolòBenvenuti, Aurora Baldi-ni, Alessia Bianchi, BasmaErrami, Amira Errami,Thomas Valsega, FedericoLeorin, Francesco Bracci-ni, Elèna Bedini, AlessiaGiusti, Benedetta Iaco-petti, Alessia Piacentini,Martina Tartarini, Ales-sia Barotti, MartinaParenti, Riccardo Cecca-relli, Laura Bertoneri, Eli-sa Trapuzzano, ThomasFabbrizzi, Francesco Sarti-ni, Stefania Vinciullo,Marta Berti, NicolòTardelli, Sara Vitale, Giu-lia Marchetti, EvaGiandomenici, BrianContadini, Enrico Anto-nucci, Julia Nicole Jorca,Francesco Grande,Marcello Alibani,Tommaso Frulletti, IlariaCongiu, Gabriele Donati,Emanuele Bianchi, IlariaNobile, Nicolò Casali.Allo spettacolo teatrale delplesso Malaspina hannopartecipato i seguenti stu-denti-attori: Giulia Baldi-ni, Allegra Ballerini, LucaBertugelli, GiadaBondielli, Chiara Borghi-ni, Stefana Botez, Gabrie-le Cantoni, ChiaraCeccarelli, MilenaCorniani, Samuele Deda,Giovanni Del Freo, Sa-muele Galloni, Sofia Gia-iacopi, Erika Guarino,Anna Llanaj, GherardoLucchesini, Armando Ma-gnani, Andrea Manfredi,Ilenia Mannini, MatteoMarcellusi, Laura Marti-ni, Diego Orrico, LisaPardini, Andrea Pegollo,Domenico Pepe, Sebastia-no Radu, Iacopo Ragagli-ni, Agnese Ramagini,Elena Ricci, Bruna Sili-dor, Federica Sinesi, Tho-mas Sinesi, Sofia Tonietti,Davide Trenti, AlbertoVarone, Samuele Vergelli-to.

Ecco tuttigli alunniattoriin erbasul palco

«Scarpe rosse» per un dramma«Buccia di legno» per riflettereIn scena non solo il teatro

Al Guglielmi sul palco la vita diventa spettacolo

Grande successo per glispettacoli dell'IstitutoComprensivo Malaspina-Staffetti. La Malaspina èandata in scena giovedì 22maggio al Teatro Gu-glielmi con lospettacolointitolato “Lescarpe rosse”.Con questarappresenta-zione glialunni-attorihanno trattatotemi moltodelicati in que-sto periodo: ilfemminicidio ela disugua-glianza tradonna e uomo.I ragazzi hannosceneggiato unaspecie di scontro tra ma-schi e femmine perchéentrambi erano convintidi essere migliori l'unodell'altro. Ma in veritàquesto è il messaggiodello spettacolo: siamotutti uguali. La manifesta-zione è stata realizzata

dalle docenti Bianca Ma-ria Ferrari, Paola Biagio-ni, Lorenza Corsetti conla collaborazione diAlberto Nicolai dell'asso-ciazione “La fabbrica

delle farfalle” Leprofessoresse ringrazianolo sponsor Studio Sport"per aver fornitogratuitamente le maglieteutilizzate per lospettacolo". La Staffetti,invece, è andata in scenamercoledì 28 maggio con

lo spettacolo “Buccia dilegno”. Con questarappresentazione glialunni-attori hanno riela-boratola fiaba di Pi-nocchio, focalizzandosi

sui cambia-menti che deveaffrontare nellasua vita e sulleinsidieincontratelungo ilcammino. Ilprogettoteatrale è statocurato dalledocenti Giu-seppina Bene-detti e AldalisaNardini, con lacollaborazionedi Geppina Sicadell'associazio-

ne “L'officina del TeatroVolante”. Entrambi glispettacoli hanno trattatoargomenti molto interes-santi e piacevoli daascoltare e guardare.

La Gazzetta dell’aula

Pagina a cura di SerenaArgini, Camilla Di Maria,Carolina Gemelli e Iris Vita

AAlluunnnnii ddeellllaa MMaallaassppiinnaa--SSttaaffffeettttii aa tteeaattrroo ((ffoottoo ggeennttiillmmeenntteeccoonncceessssaa ddaa MMaassssiimmiilliiaannoo MMaallttoonnii ((hhttttpp::////wwwwww..mmaassssiiffoottoo.. iitt))

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Medaglia di bronzo per lascuola Malaspina-Staffettiai Campionati SportiviStudenteschi di pallavolo2014. Le atlete che hannorappresentato la scuolaMalaspina-Staffetti sono:Martina Mileo, ErikaGuarino, Alice Berti,Eleonora Berti, Sofia Poli,Iris Vita, Rebecca Barotti,Benedetta Carrelli, ChiaraCeccarelli, Elena Dalle Sa-line, Martina Fini, GretaGrassi, Sofia Di Maria eGiulia Friggeri. Le stu-dentesse erano accompa-gnate dalla professoressaLaura Rubini del plessoStaffetti. Le ragazze si so-no allenate duramenteprima della partita, nellapalestra della Malaspina.Le gare si sono svoltenella palestra della scuolaDon Lorenzo Mila-

ni; le scuole partecipantierano: Giorgini, Don Mi-lani, Taliercio, Malaspina-Staffetti. Ogni partita si èsvolta al meglio dei dueset. Nella partita Malaspi-na-Staffetti - Don Milanila vincitrice è stata la DonMilani. La partita, se-condo quanto ci hannodichiarato alcune atlete,non è stata una delle mi-gliori, L’incontro Mala-spina-Staffetti - Taliercio èstato al contrario moltoemozionante, anche se lenostre giocatrici hannoperso la gara. È statovinto, invece, lo scontrocon la Giorgini. Alla finedel torneo la nostrarappresentativa si èclassificata al terzo posto

Giulia FriggeriLucrezia Landi

Secondo posto per la squa-dra di calcio a 5 della Mala-spina-Staffetti nelCampionato ProvincialeStudentesco. Il 19 marzosono state disputate le pri-me due partite del torneoalla media Leopardi. Nellaprima la squadra ha vinto 4a 3 contro la compagine dicasa. Nella seconda partitala Malaspina-Staffetti si èimposta per 5 a 4 contro lamedia «Carducci». Tutta lascuola ha sperato nelsuccesso del team guidatodal prof Marcello Giglioli,supplente della docenteEliana Targioni, sapendoche l’impresa non sarebbestata facile. In un’altrapartita la media «Taliercio»ci ha superato per 8 a 6.Alla fine, grazie ai gol se-gnati e al numero di partite

vinte, la nostra squadra haguadagnato il secondo po-sto.I giocatori che compongo-no il team della Malaspina-Staffetti sono Davide Ricci,Riccardo Giorgini, Ghe-rardo Lucchesini, AttilioLucchi, Luca Grammauta,

Tommaso Grossi, NicolaLorenzetti, Samuele Gallo-ni, Manuel Bertelloni,Andrea Figaia e RiccardoNobile, Samuel Giudice.

Emilio BrotiniAndrea Figaia

Luca Grammauta

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LLEE NNOOSSTTRREE AATTTTIIVVIITTÀÀ

Studenteschi, l’argentoagli alunni-calciatori

Raffica di gol dei campioni della scuola

In onda“Donne”Il cinemanascein aula

Cinema senza segreti grazie allaboratorio dei linguaggi au-diovisivi, che non è solo unmodo di lavorare diversodalla solita lezione frontale,ma anche un'attività dove,piano piano, abbiamo impa-rato a riconosceremolti aspettidel cinema, sia tecnici chesimbolici. Questo corso consi-ste nelvedere edanalizzare deifilm nei loro più vari aspetti.Con l'aiuto delle insegnantiLorenzaCorsetti eVincenzinaDi Bartolo, che cihanno guidato in questopercorso, grazie a filmati, va-rie schede e spiegazioni, siamoriusciti, alla fne, adanalizzareda soli diversi generi di film.Una delle attività svolte èstata quella, grazie all'aiutodelGruppo Cinematori delleApuane, di girare un cortome-traggio di dodiciminuti inti-tolato “Donne”che è statoproiettato martedì 27maggioal cinema Garibaldi di Carra-ra nell'ambito della decimaedizione del concorso “Unastoria perun film”. Ognunodi noi ha scritto un soggettooriginale che è stato analizzatodalla classe con l'aiuto delGruppo Cinematori delleApuane. Abbiamo selezio-nato, come testo migliore, ilracconto di Sofia Giaiacopidella classe IA dellaMalaspina, diventato il corto-metraggio. A conclusione dellaboratorio audiovisivi è statasvolta una gita a Torino pressoilMuseo delCinema, situatoall'interno dellaMoleAnto-nelliana. Grazie alle spiegazio-ni di una guida è cresciuta lanostra conoscenza della storiadel cinema, dalle sue origini fi-no adoggi; abbiamo ascoltatoaneddoti sulla vita di attori eregisti famosi; abbiamo speri-mentato le impressioni deglieffetti speciali sonori e visivi.Siamo tornati dalla gita condiverse idee per allestire il pros-simo anno un'aula dedicata alcinema

Xhesika DedgjonajShary InghiramiFrancesca Ricci

Pallavolo da emozioniLe nostre atlete

conquistano il bronzo

AAttlleettee ddeellll '' IIssttiittuuttooiinn uunn'' aazziioonnee ddii ggiiooccoo

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Page 16: La Gazzetta dell'Aula (A.S. 2013-2014)

Gran successo per gli alunnidella scuola Malaspina-Staffetti nei tornei di scacchidisputatisi durante l’annoscolastico. La squadrafemminile ha conquistato iltitolo regionale l’11 aprilescorso alle finali dei Campio-nati Giovanili Studenteschidi Scacchi a Montecatini pre-valendo per spareggio tecni-co sulle colleghe dell’IstitutoPasquini di Pistoia. Protago-niste: Emma Landucci, Giu-lia Boni, Maya Proll e GretaPellistri. Medaglia d’argentonel torneo maschile per LucaMatta, Matteo Lazzini,Gioele Bertonelli, Lai Yong-chun, Alessandro Vetrugnoe Alessandro Molinari, chesono stati preceduti dagliesperti giocatori dell’IstitutoPascoli di Grosseto. LucaMatta, alunno della Staffetti,si è aggiudicato inoltre il 18marzo il titolo di campioneprovinciale under 16 nelcorso del torneo organizzatodall’Associazione ApuanaSoloscacchi presso la scuolaMalaspina. Ha superatonello scontro diretto il rivaleabituale. Tra le ragazze,sorprendente il successo diMaya Proll, della Malaspina,che ha guadagnato il titolonella categoria femminile.Nelle rispettive sottocatego-rie, inoltre, si sono impostiYongchun Lai (Staffetti) eGiulia Boni

(Malaspina). Sempre amarzo il torneo internodella Malaspina-Staffetti havisto vincitore Ahmad Ba-kro. Nelle gare svoltesi allaMalaspina si è imposta Giu-lia Boni. Nelle sfide svoltesinel plesso Staffetti si è impo-sto Luca Matta. Questi ri-

sultati sono il fruttodi una collaborazione fra ilnostro Istituto e l’Associa-zione Apuana Soloscacchiche da qualche tempo inse-gna agli alunni i segreti diquesto gioco.

Roberto Iacopini

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IN REDAZIONECoordinatore del progetto

Federico GuidottiCoordinamento e graficaAlberto Sacchetti, giornalistaHanno lavorato al progettogli alunni delle classi II Cdel plesso Malaspina

e delle classi II B, II D e II Fdel plesso Staffetti

coordinati dai docentiFederico Guidotti

Giuseppina BenedettiAlfonsina RamaginiElisabetta Tonini

RedattoriSerena Argini, Anna BorghiniStefana Botez, Emilio Brotini

Gabriele Cantoni, Andrea De AngeliChiara Deda, Camilla Di MariaAnna Dini, Matteo FelicettiAndrea Figaia, Giulia Friggeri

Carolina Gemelli, Luca GrammautaRoberto Iacopini, Lucrezia Landi

M. Elena Lorenzetti, AndreaManfrediOrmano Mankolli, DavidMatrescu

Nicola Pucci, Carlotta RicciFederica Sinesi e Iris Vitache hanno seguito il

laboratorio di giornalismodel plesso MalaspinaDirigente scolastico

Iole Cimoli

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Gare di scacchi:mosse vincentidei giocatoridell’IstitutoOro e argentoai regionali

Matta:«Un giocoche è amicodi chi studia»

Abbiamo intervistato a scuola Luca Matta,campione provinciale under 16Ti piace giocare a scacchi?«adoro giocare a scacchi perché mi piaccio-no i giochi di logica».Qual è il tuo pezzo preferito?«È il cavallo. Mi piace perché è moltoparticolare e, a causa del modo in cui simuove, lo trovo più interessante».Qual è la tua mossa che usi più spesso?«Io uso più spesso l'apertura detta “deiquattro cavalli”».Ritieni che il gioco degli scacchi ti abbiaaiutato a migliorare nello studio?«Sí perché credo che dia una certa orga-nizzazione mentale e che permetta diacquisire una grande capacità di concentra-zione».

Anna Borghini

La Gazzetta dell’aula

Proll: «Uso spessol’arrocco e cosídifendo il re»

Abbiamo incontrato a scuola Maya Proll, checi ha rivelato il suo rapporto con gli scacchi.Ti piace giocare a scacchi?«Sí, perchémi piace la logica».Qual è il tuo pezzo preferito?«Il mio pezzo preferito è la regina, perché si puòmuovere in tutte le direzioni; ma mi piaceanche l'alfiere che ha un andamento obliquo».Qual è la mossa che usi piú spesso?«L'arrocco che permette di proteggere il re; masi può fare solo se il re non è ancora stato mos-so».Ritieni che il gioco degli scacchi ti abbiaaiutata a migliorare nello studio?«Piú o meno. Credo di avere acquisito, grazieagli scacchi, una capacità logica che mipermette di studiaremeglio di prima».

Anna BorghiniChiara Deda

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