La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

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Quindicinale d’informazione, attualità e cultura registrato presso il Tribunale di Roma num. 30/2008 del 25/01/2008 - anno IV num 5 - 19 marzo 2011 - 1,00 IL PERIODICO DELL’ EST ROMANO E' PARTITA LA SERIE DI CONSIGLI STRAORDINARI PROPOSTI DAL PD IN GIRO PER I QUARTIERI DELL' VIII MUNICIPIO. DOPO CORCOLLE, IL CONSIGLIO SI ' SPOSTA' A TOR BELLA MONACA E VILLAGGIO F ALCONE. NON SEMPRE CON SUCCESSO. GLI ‘SPOSTATI’ PER LA TUA PUBBLICITÀ 0622460838 PAGINE 2 MUNICIPIO Polemiche sul progetto di Colle Monfortani nelle fila del Pd. Cremonesi presenta una mozio- ne e Bucheri, Presidente dei Con- sorzi di Roma, lancia accuse al ve- triolo al gruppo Pd municipale. A PAGINA 20 TOR BELLA MONACA Vive ormai da dieci anni con i suoi due figli in una roulotte in via San Biagio Platani. Il frigorifero e la lavatrice si tro- vano in strada. Chiede solo di po- ter avere una casa normale. A PAGINA 28 BORGHESIANA Una famiglia occupa un casale tra via Lentini e via Bronte nel 1982. Arriva l'avviso di sfratto dopo 30 anni. Parla una delle abitanti che rac- conta una storia intervallata da vicissitudini legali e misteri. A PAGINA 10 VILLAGGIO PRENESTINO Scoperto un laboratorio tessile clandestino gestito da cinesi in via Pollutri. Arrestati sei cinesi. Il proprietario dell'immobile di- chiara: "Ho fatto un contratto regolare, non sapevo ci dormis- sero". PAG. 4 E 6 TITOLO DI DANILO PROIETTI

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Il quindicinale dell'VIII municipio di Roma

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Page 1: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

Quindicinale d’informazione, attualità e cultura registrato presso il Tribunale di Roma num. 30/2008 del 25/01/2008 - anno IV num 5 - 19 marzo 2011 - € 1,00

IL PERIODICO DELL’ EST ROMANO

E' PARTITA LA SERIE DI CONSIGLI STRAORDINARI PROPOSTI DAL PD IN GIRO PER I QUARTIERI

DELL' VIII MUNICIPIO. DOPO CORCOLLE, IL CONSIGLIO SI 'SPOSTA' A TOR BELLA MONACA

E VILLAGGIO FALCONE. NON SEMPRE CON SUCCESSO.

GLI ‘SPOSTATI’PER LA TUA

PUBBLICITÀ

0622460838

PAGINE 2

MUNICIPIO

Polemiche sul progetto di ColleMonfortani nelle fila del Pd. Cremonesi presenta una mozio-ne e Bucheri, Presidente dei Con-sorzi di Roma, lancia accuse al ve-triolo al gruppo Pd municipale.

A PAGINA 20

TOR BELLA MONACA

Vive ormai da dieci anni con i suoidue figli in una roulotte in via SanBiagio Platani. Il frigorifero e la lavatrice si tro-vano in strada. Chiede solo di po-ter avere una casa normale.

A PAGINA 28

BORGHESIANA

Una famiglia occupa un casaletra via Lentini e via Bronte nel1982. Arriva l'avviso di sfrattodopo 30 anni. Parla una delle abitanti che rac-conta una storia intervallata davicissitudini legali e misteri.

A PAGINA 10

VILLAGGIO PRENESTINO

Scoperto un laboratorio tessileclandestino gestito da cinesi in viaPollutri. Arrestati sei cinesi. Il proprietario dell'immobile di-chiara: "Ho fatto un contrattoregolare, non sapevo ci dormis-sero".

PAG. 4 E 6

TITOLO DI DANILO PROIETTI

Page 2: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

MUNICIPIONUMERO 5 ANNO IV2

Per rispondere alle polemiche alimentate dal PD, siamo stati con-tattati dal Presidente dei Consorzi di Roma Luciano Bucheri,

iscritto al Partito Democratico. "Questa mozione, sbagliata nel me-rito e nel metodo, è l'effetto di polemiche interne al partito demo-cratico dell'ottavo municipio. E chi dice che il parco verrà spaccatodalla nuova strada, afferma una bugia colossale". E consideratoche questa secondo lui è una questione politica, risponde sullo stes-so terreno.

Questa mozione parte dai consiglieri del Pd che non appar-tengono alla sua stessa area del partito..

Io non sono legato ad un'area. Io non mi sono mai legato a nes-suna area politica anche se ho una preferenza per Bersani per lamia storia di dirigente nazionale del Movimento Cooperativo. Nonho uno schieramento di corrente e rifiuto una discussione affronta-ta per correnti. Se qualcuno ragiona secondo questi premesse, sene assume le responsabilità. Nell'ottavo municipio per questo mo-tivo c'è uno scontro inaccettabile, e per questo ho avuto modo dilanciare un segnale al segretario romano Miccoli, in una occasio-ne che nulla aveva a che vedere con l' VIII Municipio, di far com-missariare il Pd del municipio ottavo, dove ci sono due correnti chesi stanno massacrando . Una guerra che non porta a nulla: alleprossime elezioni del 2013 pensiamo forse che Vittorio Alveti so-stenga Fabrizio Cremonesi alla candidatura del municipio? O cheCremonesi sostenga quella di Alveti? Dobbiamo affrontare le que-stioni concrete con la gente, come ho fatto, insieme al PresidenteFranco Boccia, con numerose assemblee a Colle Monfortani. Chipresenta questa mozione con chi ha parlato? Chi rappresenta?

Nei corridoi serpeggiano diverse voci: il terreno su cui sor-ge il parco è suo?

Il terreno è dei Vaselli per la cui realizzazione hanno chiesto lacompartecipazione alla Colle Monfortani Srl, di cui noi siamo la quo-ta di minoranza. Ma questo che cosa c'entra con la vicenda dellastrada che sempre lì sarebbe dovuta passare? La decisione ultimal'hanno indicata il Dipartimento e la Sovraintendenza dei Beni Ar-cheologici. L'aver sostenuto come consorzio il comitato di quartie-re nel non volere che la strada passasse per via Afragola e via Po-migliano D'Arco è costato 600.000 euro in più a carico sia del con-sorzio che della Colle Monfortani srl.

Questa mozione dobbiamo quindi interpretarla come l'en-nesimo lavaggio di panni sporchi all'interno dl Pd?

Assolutamente no! Non confondiamo un partito con polemicheo errori comportamentali di singoli suoi componenti. Se il Pd fossequesto io me ne sarei andato da un pezzo. Polemicucce individua-li avvengono in tutte le famiglie; è triste ma è così.

Prima che fosse presentata la mozione le sono state chie-ste delucidazioni in merito?

Fabrizio Scorzoni inizialmente mi ha detto che non ne sapevanulla, a me questo è sembrato strano, ma l'ho creduto. Poi, nel ve-dere la copia della mozione dopo la sua presentazione, ho potutoconstatare che riportava le firme dal 24 febbraio. Il suo comporta-mento non me lo spiego.

Quando ha saputo della mozione presentata dal suo parti-to in aula cosa ha pensato?

Non è stata presentata dal mio partito ma da 4 consiglieri muni-cipali che rappresentano il 51% del Pd dell'ottavo municipio. Nonvuol dire del mio partito. ELENA BRUNI

Un susseguirsi di polemiche per il progetto in fase di rea-lizzazione nel quartiere Colle Monfortani. Diatribe che ar-rivano fino all'aula consiliare quando il Pd porta all'ordi-

ne del giorno una mozione in cui chiede che venga convocatauna commissione ad hoc per discutere la variante al progetto diviabilità con la partecipazione dei cittadini.

L' accusa mossa al municipio è di non aver mai approvato lavariazione del progetto in consiglio. Chiede inoltre che la stradavenga costruita sulla proprietà Vaselli, fuori dal parco. " I con-sorzi si fanno le assemblee, prendono decisioni. Ma il municipiole ratifica queste decisioni? Non ho mai preso una decisione chenon fosse approvata dalla mia maggioranza!", tuona Scorzoni.Ma l'accusa rivolta alla maggioranza scatena l'ira del Presiden-te dei Consorzi di Roma Luciano Bucheri, nonchè esponente delPd che vede nella mozione "un' accusa" a lui rivolta. E la mozio-ne del Pd per accusare la maggioranza di non far passare gli at-ti in consiglio si trasforma in un boomerang.

Nel 2003 su questo quadrante è stato approvata la realizza-zione del progetto, gestito dal consorzio, che prevede l'edifica-zione di 5 palazzine, di negozi,del centro polifunzionale e la rea-lizzazione del parco pubblico. La storia di questo intervento èpiena di vicissitudini. Inizialmente viene cambiata la destinazio-ne del fondiario e del commerciale. Un adeguamento funziona-le che ha invertito semplicemente le aree: dove dovevano sor-gere i palazzi sorgono i servizi e viceversa. E fin qui nessuno haavuto da obiettare e l'allora giunta Scorzoni approvò il cambia-mento con una risoluzione. (17.11.2004).

Poi iniziano i problemi relativi alle strade. Le nuove palazzineche sorgeranno dovranno poter uscire dal comparto e per que-sto nel progetto iniziale era prevista una strada che congiunge-va il nuovo abitato con via Pomigliano d'Arco e via Afragola, cuo-re di Colle Monfortani. A questa soluzione però il comitato diquartiere si oppone perchè teme il volume di traffico che si sa-rebbe venuto a creare nel quartiere. La richiesta del comitatoviene accolta il 10 marzo nel 2009.

Occorreva quindi trovare una strada alternativa per fare usci-re i futuri abitanti dalle loro case. Il comitato voleva che si rea-

lizzasse all'esterno del quartiere, sull'area Vaselli ma, ci dice ilpresidente dei Consorzi Bucheri:"L'Ingegnere Coccia del Dipar-timento è stato chiaro: la strada sarebbe dovuta sorgere o do-ve era prevista da progetto iniziale oppure si sarebbe dovuto al-largare la strada pedonale già esistente rendendola carrabile. Ilcomitato avrebbe voluto che venisse realizzata nella parte ester-na del comparto,sull'area Vaselli, ma questo,secondo anche ilprincipio urbanistico non è possibile." La strada allora, "si deci-de in Comune che venga realizzata sulla già preventivata pistaciclabile" dice Bucheri.

Con tanto di relativi parcheggi. La strada però sorge a ridos-so di alcune abitazioni. Ed alcuni cittadini proprio per questo in-sorgono. "Ma non si può fare altrimenti" replica Bucheri, presi-dente dei Consorzi di Roma. Ma le cose si complicano ancora dipiù. "Durante gli scavi per realizzare la strada si trova il muro diuna villa romana. Dalla sovrintendenza ci dicono che dobbiamotenerci distante dal muro 10 mt. Questo non era possibile per-chè avrebbe significato dover passare sopra le abitazioni. DallaSovraintendenza abbiamo avuto il via libera a levare alcuni par-cheggi e così si è risolto il problema. Il nulla osta della Sovrin-tendenza di Roma circa il posizionamento della strada, oggettodelle cosiddette polemiche, dimostra che quella collocazione daprogetto è l'unica possibile. Per saperlo, bastava domandarlo opartecipare alle diverse riunioni organizzate dal Consorzio. Al-tra alternativa a quella collocazione ad oggi noono sembraesserci.Ma l' accusa che viene mossa dai cittadini e dalle fila delPd è di spaccare il parco a metà "é una colossale bugia -dice Bu-cheri- Il progetto che è stato cambiato, solo una volta, e appro-vato il 14 ottobre 2010, non fa passare la strada a metà del par-co. Inoltre i metri di verde rimangono grosso modo intatti". Lamozione del Pd verrà approvata a maggioranza con due assen-ti di rilievo, Fonti, presidente dei Lavori Pubblici e Alveti, Pd. SuColle Monfortani non si trova ancora pace e per di più sembraessere diventata una guerra all'interno del Pd. Staremo a vede-re. ELENA BRUNI

Non c'è pace per il progetto di Colle MonfortaniANCORA POLEMICHE SU COLLE MONFORTANI. LA MOZIONE PRESENTATA DAL PD, AD ECCEZIONE DEL CONSIGLIERE ALVETI, SCATENA LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DEI CONSORZI DI ROMA LUCIANO BUCHERI.

CREMONESI: "IL PARCO SARÀ SPACCATO A METÀ"

E'Fabrizio Cremonesi, del Partito Democratico, il primo fir-matario della mozione portata in aula sul progetto di Col-

le Monfortani. "Le strade vanno fatte per il quartiere. Quella cheverrà realizzata servirà solo alle nuove palazzine. Il progetto ini-ziale andava bene!".

Da che cosa nasce questa mozione?Dal constatare il basso profilo dell'amministrazione munici-

pale. Si rischia che in questo municipio tutto cambi senza cheil consiglio faccia un atto. Noi dell'opposizione non abbiamo nes-sun atto in mano. Questo i cittadini lo devono sapere. Tutti gliaspetti urbanistici devono avere l'approvazione del consiglio. Laproprietà non ha mai dialogato col consiglio perchè non c'è sta-to un atto. Tutti parlano dei cambiamenti che ci sono stati e tut-ti sono scontenti. E il parco sarà spaccato a metà da una stra-da che non era prevista.

Cosa si sarebbe dovuto fare per il progetto di Colle Mon-

fortani?Secondo me andava bene il progetto originale perchè met-

teva a tessuto tutto il territorio, quello esistente e i nuovi palaz-zi. I soldi per questa nuova viabilità sarebbero potuti essere spe-si per il quartiere. Penso che oltre a spaccare il parco è mortal'idea progettuale: quell'area nasce per ridare a quel tessuto ur-bano una dignità che probabilmente non potrà avere. Altrimen-ti si doveva far passare la strada sul terreno adiacente il parco,così il verde sarebbe rimasto intatto.

Quali sono le conseguenze di questo progetto?La responsabilità è chiara che non è del proponente che non

sta cercando altro che trovare in tempi brevi una via d'uscita.Però non è pensabile che si continuino a fare gli interessi di po-chi cittadini. Il tessuto si dovrebbe tenere insieme e invece suc-cederà questo: tra 10 anni ci sarà un comprensorio da una par-te e il resto del quartiere dall'altra. ELENA BRUNI

LUCIANO BUCHERI: "La mozione diparte del Gruppo PD dell'VIII Municipioè sbagliato nel merito e nel metodo"

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MUNICIPIO NUMERO 5 ANNO IV 3

“Sono collaboratori, non delegati.

Collaborano con me a titolo gra-

tuito. Ne ho una trentina e credo

che questo sia un arricchimento per l'am-

ministrazione. A coloro che dicono che mol-

ti sono 'marchette politiche' ri-

spondo che questo incarico può

rappresentare un banco di pro-

va. Spesso anche i miei dele-

gati ricevono attacchi politici

ma fa parte del gioco".

Sono le parole del presiden-

te Lorenzotti, che spiega la fun-

zione di quelli che chiama col-

laboratori. Un termine che ha

iniziato ad utilizzare in seguito all'interro-

gazione del capogruppo Scorzoni in meri-

to alla questione dei delegati. Più di tren-

ta, ricoprono vari settori: decoro urbano,

trasporti, AMA, attività ludiche, urbanisti-

ca, sport, parchi, imprenditoria femminile,

stranieri, religioni, comitati di quartiere,

aree mercatali, servizi tecnologici, Croce

Rossa, problematiche abitative, consorzi,

Metro C, associazioni, affari generali, sani-

tà, terza età, parrocchie, teatro, universi-

tà, giovani. Tantissime deleghe per i più va-

sti settori. Tra i collaboratori del presiden-

te spiccano sicuramente i nomi di Federico

Ceccarelli, con la delega agli Affari Genera-

li, e Rita De Angelis, con la delega alle Po-

litiche Giovanili e dell'Infanzia.

I due sono diventati spesso protagonisti

di polemiche e attacchi politici perché a det-

ta dei consiglieri di centrosinistra e di quel-

li di centrodestra hanno spesso invaso spa-

zi che a loro non competevano. Il proble-

ma politico infatti che ne deriva da un così

folto numero di collaboratori è lo sminui-

mento del ruolo degli stessi consiglieri, che

in molti casi presiedono o fanno parte di

commissioni dedicate ai settori di cui si oc-

cupano i delegati. Un atteggiamento che

spesso è risultato tra i banchi della mag-

gioranza un attestato di poca stima e scar-

sa fiducia e che ha prodotto non pochi pro-

blemi. Noi ne abbiamo intervistati alcuni.

FERNANDO VENDETTI

(DELEGATO ALLA CROCE ROSSA):"Un delegato deve essere scelto in base

alle sue competenze e all'esperienza. Per

esempio sulla delega di Rita De Angelis ho

i miei dubbi. Di mestiere fa l'assicu-

ratrice e che ora assicura anche i pa-

lazzi? Un delegato deve restare nel

proprio spazio. Una buona parte di

delegati sono solo marchette eletto-

rali. In molti casi si stanno prevari-

cando le competenze di chi è stato

eletto dai cittadini e questo sta cre-

ando notevoli danni sul territorio.

Forse qualcuno ha lo scopo di formare un

esercito? Se vogliono questo con me tro-

vano terreno fertile. Io sono un soldato e

ho la mentalità di un soldato. Ora però mi

domando: Chi è il comandante di tutti que-

sti delegati?"

DAVID NICODEMI (DELEGATO AI TRASPORTI):"Io sono delegato ai Trasporti e credo di

aver meritato il mio ruolo grazie alla com-

petenza e l'esperienza che ho accumulato

in questo settore. La situazione dei traspor-

ti in VIII è disastrosa. Non ne faccio un di-

scorso politico ma un fatto tecnico. La no-

stra rete di trasporti è superata e a fronte

dell'enorme espansione non si è provvedu-

to a migliorare e in molti casi modificare la

situazione urbanistica. Il piano che abbia-

mo in questo territorio risale al 1983. Ser-

ve maggiore capillarità degli autobus, man-

cano le linee di trasporto pubblico in molti

quartieri. Conosco molto bene il territorio,

milito nelle fila di AN da molti anni. Sono

stato assistente del consigliere Masino. Nel

2004 l'emendamento per la mensa di San

Vittorino è opera mia. Nel 2001 ho voluto

io l'intervento per migliorare la viabilità tra

via Ferrari e via Enrico Dell'Acqua. Oggi ri-

spondo solo al presidente, non ho contatti

con i politici. Io non mi sono mai candida-

to".

ANTONIO INFERRERA (DELEGA RAPPORTI IN-TERRELIGIOSI):

"Io dagli altri delegati mi distinguo per il

fatto che spesso sono chiamato a rappre-

sentare l'amministrazione in eventi pubbli-

ci. E questo per me è un grande onore. A

chi dice che i delegati sono marchette elet-

torali rispondo che per me non è un'offesa.

Io mi sono candidato in passato, non ho

problemi a dirlo, e chissà cosa accadrà al-

la fine del mandato di questa amministra-

zione! Il mio risultato più grande come de-

legato è quello di aver ottenuto il coordina-

mento del tavolo interreligioso dal Presi-

dente".

MONIA LUSTRI (DELEGATA IMPRENDITORIA FEM-MINILE):

"Mi occupo di politica relativa a tutti gli

aspetti dell'imprenditoria femminile. Per il

municipio ho iniziato a fare dei progetti sul-

le donne.

Io Lorenzotti non l'ho neanche votato,

pensi votai Scorzoni! Ho collaborato con Lo-

renzotti nel 2005 - 2006 in Forza Italia per-

ché mi candidai. Poi mi sono fermata con

la politica e ho ripreso nel 2008. Oggi mi-

lito nell'UDC. Il fatto che io non venga da

quella corrente politica, credo sia un fatto

importante."

LUIGI LORI (DELEGATO ALLO SPORT):"In tutte le amministrazione, i delegati ci

sono sempre stati. Io sono stato candida-

to al municipio. La mia più importante vit-

toria è stata la chiusura di via di Tor Verga-

ta una domenica al mese per consentire ai

ragazzi di andare in bicicletta, senza met-

tere a repentaglio la loro vita. Un'iniziativa

fatta in collaborazione con Cochi, Delega-

to allo Sport per il Comune".

GIOVANNI MARCHESIANI (DELEGATO URBANI-STICA):

"Le deleghe le hanno sempre date tut-

ti. Non so se prima sono state fatte a ti-

tolo gratuito. Io in passato collaboravo

con gli uffici tecnici e non sono mai sta-

to candidato".

ANTONIO DI GIAMBERARDINO (DELEGA ATTI-VITÀ LUDICO RICREATIVA NELL'AMBITO SCOLA-STICO):

"Io seguo in modo particolare la scuola

a Torre Angela in via Merope. Sono stato

consigliere municipale per 12 anni. Quan-

do a governare era il centrosinistra ricordo

che non erano poi così contrari al ruolo dei

delegati!"

MAURIZIO DAMIANI (DELEGATO AMA E MANI-FESTI):

"Mi piacerebbe parlare se scriveste le co-

se vere, no le cose non vere. Basta infor-

marsi. Come dico io carta parla, così fanno

le persone serie e non di parte. Quando non

si è certi di come sono le cose reali è me-

glio non scriverle".

FRANCESCO LANZA (DELEGATO DECORO URBA-NO E MANIFESTI):

"Non ho tempo di rispondervi ora”

MASTRANGELI E GRASSO RATTOPPANO

LE BUCHE DI GROTTE CELONI

Primo appuntamento il 5 mar-

zo, quando in via del Fuo-

co Sacro, Valter Mastrangeli

(ApI), promotore dell'iniziativa,

e Daniele Grasso (Pd), si sono

messi a lavoro per riempire le

enormi buche che si erano aper-

te su una delle strade storiche

di Grotte Celoni. Il tutto con l'im-

mancabile presenza del Vigile

Celletti, ormai mascotte delle

bizzarre iniziative del consiglie-

re Mastrangeli.

L'iniziativa è stata accolta con

entusiasmo dai cittadini di tut-

to il quartiere, che hanno ap-

prezzato e applaudito l'impe-

gno dei due consiglieri. La se-

conda tappa ha visto come uni-

co protagonista Valter Mastran-

geli che il 15 marzo armato di

pala e in compagnia del mitico

vigile ha riempito una buca in

via Acquaroni, due buche a via

del Fuoco Sacro e una in via Benedetto Tortii. E poi dico-

no che gli amministratori non si rimboccano le maniche …

Egregio Direttore,

Le scrivo per commentare l'articolo apparso a pag. 17 della Fiera dell' Est

n.4 anno IV, avente il titolo "La Tragedia del Tempio di Gabii" e il punto relati-

vo all' intervista del Dr. Edoardo Torricella, in cui si parla del sottoscritto.

Il Dr. Torricella, nella Vostra intervista, ricorda che parlò con me, ma nulla è

stato fatto. Come nelle migliori tradizioni, si parla dell' unica persona che si è

mossa, il sottoscritto, ma siccome non si è risolto il problema, l'intervista rie-

sce a dimostrare che il responsabile del fallimento è chi si è interessato.

Per chiarezza vorrei sapere, dal Dr. Torricella,chi altro si rese disponibile, tra

Presidenti e Sindaci precedenti e successivi al mio mandato, a fare qualcosa?

Mi pare nessuno,ma potrei essere smentito.

Nel merito della vicenda ricordo di aver scritto al Sindaco di Monte Compa-

tri dell' epoca, all' Acea e al Sindaco di Roma Veltroni. Trovai grande interes-

se, ma un grave problema, la necessità di deviare la tubazione dell' acquedot-

to, che se non ricordo male ha un diametro di 1,5 mt, per un costo stimato di

un milione di euro circa.

Ovviamente essendo l'intervento da realizzare su area del Comune di Mon-

te Compatri, il Sindaco di questo Comune dichiarò la totale impossibilità di fi-

nanziare l'opera,mentre il Sindaco di Roma non era competente, essendo fuo-

ri dal suo Comune.

Il sottoscritto allora propose di inserire l'opera tra le sponsorizzazioni che

l'Acea fa di grandi eventi,la stessa comunicò la difficoltà di impegnare una som-

ma così importante, attingendo dalle risorse per la comunicazione e la promo-

zione aziendale, ma non chiuse la porta e chiese un adeguato tempo per va-

lutare e studiare soluzioni.

Per il resto, ricordo a tutti che dall' aprile 2008 nella città e nel Municipio ci

sono nuove Amministrazioni deputate a continuare eventuali percorsi Acea.

La ringrazio dell'ospitalità che mi volesse concedere e attendo fiducioso di

essere smentito.

Con stima invio un buon lavoro

FABRIZIO SCORZONI

SERVIZIO A CURA DI FEDERICA GRAZIANI

Tutti i collaboratori del PresidenteSONO PIÙ DI TRENTA, DISSEMINATI PER TUTTO IL TERRITORIO, CON COMPETENZE IN OGNI SETTORE. SONO I COLLABORA-TORI DEL PRESIDENTE. DI LORO SI CONOSCE POCO. MOLTI SONO EX CANDIDATI CONSIGLIERI, ALTRI UOMINI DI FIDUCIA.MA NON TUTTI SEMBRANO ACCETTARLI VOLENTIERI.

L'EX PRESIDENTE SCORZONI:

"Quando ero presidente avevo solo 7delegati. Lorenzotti ne ha una tren-

tina, o forse più, il numero non è mai statochiaro. Questi delegati spesso si vanno asostituire a coloro che hanno il compito diamministrare. E se questa maggioranza ac-cetta questo significa cheesiste un problema poli-tico. E soprattutto che iconsiglieri mancano di spi-na dorsale.

La maggior parte delledeleghe del Presidente so-no marchette elettorali.Pochi hanno competenzenel settore che a loro è stato affidato. Inun'interrogazione che ho fatto al Presiden-te sulla questione, ho ricevuto la rispostache non ci sono delegati ma collaboratori.Io i miei li chiamavo delegati. Lui invece liha trasformati in collaboratori. C'è poca tra-sparenza da parte dell'amministrazione suquesto tema. Lorenzotti ha più delegati delsindaco.

Non è accettabile che gente non elettadai cittadini si metta a rappresentare l'am-ministrazione. I delegati del Presidente han-no troppa autonomia, i miei dovevano rife-rire tutto a me e si muovevano su mia in-dicazione. In merito all'iniziativa di due suoidelegati di apporre dei manifesti farsa a Cor-colle Lorenzotti ha dichiarato: "Io non nesapevo nulla". E questo significa che nonparla con i suoi collaboratori".

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

VILLINOFa pulire l’area delparco di VillaggioPrenestino

GRASSOA Villaggio Falconealmeno ci prova

LORENZOTTIPromette a tutti i soldidel Masterplan

I CONSIGLI STRAORDINARI

Troppa demagogia

AMICIAssente a VillaggioFalcone

UP&DOWNBIFERICi risponde tramiteil nostro giornale

Page 4: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

MUNICIPIONUMERO 5 ANNO IV4

Una riunione di condominio. E' sem-

brato un po' questo il consiglio stra-

ordinario tenutosi a Villaggio Falco-

ne nella sede delle scuole medie di via Don

Primo Mazzolari.

Uno schiaffo per i consiglieri del Pd che

volevano mettere alla gogna la maggioran-

za di fronte ai cittadini, ma che invece han-

no trovato ad ascoltarli solo una decina di

persone, per la maggior parte insegnanti

della scuola. La maggioranza gongola men-

tre il Pd incassa. E in questo siparietto po-

litico, quello che avvilisce è l'assenza dei

cittadini. Un'occasione persa. Perché anche

di fronte alla demagogia della politica, og-

gi i cittadini di uno dei quartieri più compli-

cati dell' VIII municipio potevano dire la lo-

ro. Potevano pretendere delle risposte, po-

tevamo strappare degli impegni.

A presentare l'ordine del giorno Daniele

Grasso (Pd), visibilmente amareggiato dal-

l'assenza dei cittadini: "Oggi non ci sono

ma sono spesso venuti a manifestare in

municipio. Abbiamo voluto scegliere alcu-

ni temi importanti su cui discutere: la linea

051, le aree verdi, la mancata manutenzio-

ne della scuola e la richiesta di un tavolo

permanente di edilizia pubblica".

La parola passa ai cittadini. In questa de-

solazione spetta a Daniela Blondelli il com-

pito di parlare a nome della sua gente: "I

cittadini non sono voluti venire per non sen-

tire le solite balle. Qui abbiamo tanti pro-

blemi: dispersione scolastica, assenza di si-

curezza, trasporto pubblico insufficiente,

case popolari nel totale abbandono. La com-

missione è venuta qui 5 mesi fa, ma non si

è fatto nulla di quanto promesso". La pa-

rola passa a Mario Battisti della Datacoop

che chiede al municipio il patrocinio per un

progetto per l'insegnamento dell' italiano

agli stranieri. Parla anche una mamma pre-

occupata, Barbara Uckmar, a cui è stato co-

municato che lo scuolabus non sarà garan-

tito ai bambini di Colle del Sole. Inizia un

battibecco tra la mamma e Marco Dari, Pre-

sidente del consiglio. "A 11 anni signora non

possiamo più chiamarli bambini!".

E questo scatena l'ira dei pochi presen-

ti. A questo punto interviene il capogruppo

Pd Scorzoni: "Quando abbiamo ammini-

strato noi, in questo quartiere siamo riusci-

ti a portare una serie di servizi. La vostra

amministrazione invece li ha abbandonati

!". Stavolta Dari non perde l'occasione di

esporre al pubblico (si fa per dire) ludibrio

i consiglieri del Pd: "Quando il consiglio va

in trasferta ha dei costi, quindi magari pro-

porrei maggiore attenzione nell'organizza-

zione di questi eventi straordinari". Arriva

una promessa dal Presidente della commis-

sione Cultura Villino: "Abbiamo deciso di

organizzare le manifestazioni culturali in

questo quartiere".

Un monito giunge dalla consigliera Wan-

da Raco (Pdl): "L'assenza dei genitori mi in-

fastidisce. Le battaglie si devono portare

avanti sempre. Non posso sentire che sie-

te stanchi di lottare!" E Mancuso (Pdl), che

si distingue sempre per fare poche chiac-

chiere e molti fatti spiega: "Ci sono nume-

rose opere previste in questa zona". E in

aula si prende l'onere di metterci la faccia

e dire tempi, costi e opere. A chiudere il di-

battito, come è solito fare, Cremonesi (Pd):

"Si dice che chi è assente solitamente ha

torto".

Villaggio Falcone non merita nemmeno

la promessa del Presidente Lorenzotti di ri-

to dei Consigli straordinari: i soldi del Ma-

sterplan. Brutto segno. Ormai in questo

quartiere dimenticato da Dio non si degna-

no neanche di fare finte promesse.

FEDERICA GRAZIANI

CONSIGLIO STRAORDINARIO A VILLAGGIO FALCONE. PRESENTI I POLITICI, ASSENTI I CITTADINI E AMICI, PRESIDENTE

COMMISSIONE SOCIALE, COME AL SOLITO.

ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR….

Il progetto di riqualificazione urbanaproposto dalla giunta di Alemanno an-cora non convince: non convince i cit-

tadini, non convince l'opposizione, non con-vince neanche i tecnici.

Le voci critiche nei confronti del Master-plan sono state espresse l'11 marzo scor-so presso i locali della Federazione dellaSinistra. Presenti al dibattito Roberto Ca-tracchia (FdS), Pomponi (SEL), Scorzoni

(Pd), Mor-gia (Sinistracritica), rap-presentan-ze di TorreSpaccata,Borghesia-na, del Co-mitato cit-tadino "NoMasterplane di tecniciesperti diurbanistica.L'incontroha messo inluce quanto

già è stato più volte espresso: il dubbio suun maestoso progetto che cela interessiprivati mascherati dalla vocazione alla ri-qualificazione della vita di un'area da tem-po abbandonata. "Le vittime della cemen-tificazione selvaggia sono i cittadini Trop-pe falle nel piano regolatore minano la te-nuta sociale e democratica di un quartie-re già sofferente", afferma Catracchia.

Da qui le richieste: controllare che i 4milioni di metri cubi di cemento previsti dalmasterplan in tutto l' VIII municipio sianolegittimi e conformi ai limiti inderogabili dicrescita edilizia previsti dal piano regola-tore generale; istituire una commissionecongiunta tra popolazione e istituzioni. Ilminimo comun denominatore espresso daldibattito ha generato l'appello all'unionedella sinistra che, se divisa in tanti rivoli,rischia di evaporare come acqua al sole,secondo la metafora di un cittadino. Un'unio-ne finalizzata al blocco dello scempio ur-banistico e al ritorno alla gestione della co-sa pubblica da parte della sinistra. Obiet-tivi sempre più realizzabili grazie proprioalle "incoerenze di un sindaco che ha inta-volato un grande bluff e che si trova co-stretto a cambiare quotidianamente le sueversioni", sostiene Pomponi.

L'interesse di natura privata del proget-to viene smascherato da Scorzoni, che nescorge un indicatore nella volontà di ini-ziare i lavori dal lotto R8, sul quale sorgo-no le torri che affacciano su via Quaglia, laparte più qualificata del quartiere. Sarà inquest'area che verrà realizzata la stazionemetropolitana. Gli elementi emersi dal di-battito, condivisi da tutte le rappresentan-ze, sono gli stessi che potrebbero condur-re ad una larga formazione politica di sini-stra che riprenda la gestione del comune.Armando Morgia di Sinistra Critica dichia-ra: "L'appello all'unità resta sterile se nonaccompagnato da una reale volontà di rom-pere con una certa politica. Alcune sceltedella sinistra hanno determinato una suaperdita di credibilità agli occhi degli elet-tori". LUCIA BRAICO

LA MOZIONE POPOLARE CONTRO IL PIANO

EDILIZIO DELLA GIUNTA COMUNALE VEDE

UNITA LA SINISTRA. A TOR BELLA MONACA

POLITICI E CITTADINI SI INCONTRANO PER

DIRE NO AL MASTERPLAN.

CITTADINI E SINISTRA

UNITI PER IL NO

OPERE PREVISTE

FINANZIATE DAL COMUNE DI ROMAE DALL'ISVEUR- Asse interquartiere da via Ponte diNona fino a via Fosso dell'Osa- Rotatoria su via Ponte di Nona, una aColle degli Abeti, una a via Fossodell'Osa- 111mila metri cubi (60/65 mila inalloggi privati e il resto per servizi)

FINANZIATE DA PRIVATI A FRONTEDI CONCESSIONE CUBATURECENTRO DI SETTORE CHE COMPRENDE:

SERVIZI PUBBLICI- Commissariato di Polizia a VillaggioFalcone- Stazione Carabinieri in via Fossodell'Osa- Centro medico specialistico - Scuola- Eliporto per primo soccorsoSERVIZI PRIVATI- Fast Food- Cinema Multisala 6 sale- Panorama- Attività commerciali

TEMPIAsse Interquartiere (partito a marzo)1 anno e mezzoCentro di settore (inizierà tra 1 anno) 36 mesi

PROSSIMI CONSIGLI STRAORDINARI21 marzo Metro C in municipio28 marzo Borghesiana(sede da stabilirsi)4 aprile Castelverde Discarica/Tav

CITTÀ DELLO SPORT DI TOR VERGATACHE SUCCEDE?L'ASSESSORE GHERA: "PROIBITIVO IL

COSTO DI 620 MILIONI DI EURO" "Avremo delle enormi difficoltà a terminare la Cit-tà dello Sport di Tor Vergata". Ad affermarlo è Fa-brizio Ghera, Assessore ai Lavori Pubblici del Co-mune di Roma e alle Periferie durante il convegnoRoma Futura.A poche settimane dagli "Stati Generali di RomaCapitale" dove il progetto, nato sotto la giunta Vel-troni, era stato presentato dall' architetto Calatra-va, l' Assessore capitolino afferma che "il costo di620 milioni di euro e' proibitivo per le casse co-munali, ma siamo obbligati a continuare e a por-tare a termine l'opera, anche perché già sono sta-ti spesi 150 milioni di fondi pubblici. Ci auguriamoun aiuto governativo perché quella di Tor Verga-ta non diventi una cattedrale nel deserto". L'as-sessore chiede che intervenga il governo ancheperché la realizzazione dell'intervento va ad au-mentare il "punteggio" che Roma potrà vantarequando si sceglierà la città che potrà ospitare leOlimpiadi del 2020.Ghera sta collaborando assieme a Mario Pescan-te, presidente del comitato per la candidatura diRoma alle Olimpiadi (che di recente si è dichiara-to preoccupato per la candidatura di Parigi all'even-to ) "per realizzare un piano funzionale, che valo-rizzi quello che abbiamo, intervenga scientifica-mente per la costruzione di nuovi impianti e, so-prattutto, possa creare un patrimonio sportivo uti-lizzabile per molti anni dopo l'evento". EL. BR

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MUNICIPIONUMERO 5 ANNO IV6

LA SCUOLA DELLA DISCORDIA

“La rivoterei al-tre 30 volte!"tuona il con-

sigliere dell' Italia DeiValori Francesco Du-rantini che su questarisoluzione si è espres-so in maniera contra-ria al suo capogruppo.All'ordine del giorno laspinosa questione della scuola di TorreMaura.

Uno stabile dismesso ed abbandona-to da anni che non interessa ormai anessuno. All'amministrazione pubblicasoprattutto. L'Istituto tecnico privato"Giacomo Leopardi" ha invece necessi-tà di quello stabile e si fa avanti per ri-qualificarlo ed usarlo. Contestualmen-te alla proposta del Leopardi arriva al-la commissione Bilancio e Patrimoniola richiesta di quei locali anche da par-te del centro di formazione "S. Antonio".

Lo stabile necessita però di ristruttu-razione e l' Istituto Leopardi si dichia-ra disponibile - considerato che il Co-mune non intende investirci una lira -per ristrutturarlo. Dichiarandosi inol-tre pronto ad ospitare il centro "S. An-tonio", ad aprire una biblioteca al pub-blico, e a dare formazione gratuita al10% degli studenti meno abbienti.

In aula si scatena la bagarre: il Pdvuole una scuola pubblica e non ci staa "regalare" ai privati quello che potreb-be essere di tutti. L'Italia dei Valori sispacca a metà, Durantini favorevole, ilcapogruppo Rossi non partecipa alla vo-tazione perché: "L'Italia dei Valori è perla scuola pubblica. La politica del Pdl -continua - è quella di agevolare i priva-ti. Con Durantini abbiamo un pensierodiverso. Qui ci sono 156 plessi scolasti-ci che il consigliere Amici (ex presiden-te commissione scuola) non ha mai vi-sto. Sono state fatte 15 commissioni perripristinare l'immobile da dare al pri-

vato e non ci curiamo dei plessigià esistenti. Lo trovo assurdo."

Ma il compagno di partito cispiega perché ha votato favore-vole a quella che è un "indiriz-zo al dipartimento che poi avràil compito di espletare tutte leprocedure secondo le norme vi-genti".

"Ho votato si perché a prioridico che bisogna istruire i ragazzi, so-prattutto quelli di questo territorio.Scuola pubblica, privata, laica: c'è biso-

gno che i ragazzi vengano formati. Que-sta è una possibilità per i ragazzi del-la nostra zona, la possibilità di impa-rare una professione per quelli che nonsono inclini allo studio . La responsabi-lità contrattuale sarà poi a cura del di-partimento che dovrà in caso espletareun bando apposito." E alle accuse vela-te di voler favorire l' Istituto Leopardi,perché per quella scuola il consigliereDurantini ha lavorato risponde: "Anchesenza il mio voto sarebbe passata ugual-mente". ELENA BRUNI

Consiglio straordinario in via San Bia-gio Platani, voluto dal Pd. "Chiedia-mo che vengano realizzati il centro

anziani, la ludoteca, la scuola materna" di-ce il capogruppo Pd Scorzoni.

Ad assistere al consiglio una trentina dianziani. "Mi trovo un ordine del giorno pre-sentato dal Pd che non è quello di cui i cit-tadini hanno bisogno. Questo non è un ra-gionare con i cittadini. Questi punti sonostati ragionati col consorzio" risponde Bat-tistini. Ben presto il consiglio "per" i cit-tadini si trasforma in un rimpallo di "noiabbiamo fatto e voi non avete fatto". El'apice si toccherà quando il consigliereBattistini tirerà in ballo il consigliere Mar-chi "che ha fatto mettere la rotatoria in viaSiculiana".

Boccone ghiotto per l'opposizione (Mar-chi è stato coinvolto nell'inchiesta "paren-topoli") che tra sorrisi e ammiccamenti ebattute finirà per far spostare tutto l'assedella seduta. I cittadini presenti si guarda-no l'un l'altro increduli chiedendosi perchésono presenti a questa seduta in cui pocosi è parlato dei problemi del quartiere.

L'asso nella manica lo tirerà fuori il pre-sidente Lorenzotti: "Ci sono 15 milioni dieuro che avremo a disposizione per riqua-lificare l'ottavo municipio grazie al proget-to masterplan. Faremo dei progetti graziea quei soldi per rendere il quartiere più vi-vibile". Promessa fatta anche ai cittadini diCorcolle.

L' ordine del giorno verrà approvato: con-cedere al consorzio "Valle Fiorita" la custo-dia dello stabile in via Sant'Alfio e il terre-no tra via Rocca Fiorita e via Fiumefreddodi Sicilia e destinare a parcheggio, qualorafossero pubbliche le aree a ridosso dellascuola materna di via Siculiana.

Ma i cittadini, perplessi, si aspettavanoqualcosa di più di una semplice mozioneapprovata.

L' EX SCUOLA ELEMENTARE DI TORRE MAURA È ORMAI ABBANDONATA DA ANNI. L'ISTITUTO TECNICO PRIVATO"GIA-COMO LEOPARDI" SI FA AVANTI PER USUFRUIRNE. IN AULA SCOPPIA LA POLEMICA E L'ITALIA DEI VALORI SI SPACCA.

SIAMO ALLE SOLITE

130.000 I METRI CUBI di cemento in più che verranno realizzati con il piano di zonaGrotte Celoni. Una decisione presa dalla giunta Alemanno a cui gli abitanti dei quartie-ri limitrofi (Villaggio Breda, Villa Verde, Fontana Candida e Gaia Domus) all'area, dovesorgeranno le nuove costruzioni, si stanno opponendo. Non solo aumenta la cubaturatotale ma viene anche aumentata la parte "residenziale" adiscapito di quella "non residenziale".

Vale a dire che si costruiranno più case a discapito deiservizi. "Mentre a Tor Bella Monaca abbattono le torri quipensano a costruire e ad alzare", tuonano i comitati di quar-tiere durante l'assemblea indetta a Villaggio Breda."Qui ver-ranno costruite 60 palazzine di cinque piani ciascuna" tuo-na Maurizio Russo del comitato di quartiere Gaia Domus. Iproblemi che derivano dal piano sono molteplici: la viabilità di questo quadrante è giàcompromessa poiché "sopporta" il flusso di Finocchio, Borghesiana e Ponte di Nona, ri-schiando di trovarsi ritrovarsi in una prigione, le cui sbarre saranno le macchine. "Nelbreve colloquio che ho avuto con il sindaco- dice il presidente del comitato di quartieredi Villa Verde - Pasquale Giraro - Alemanno ha scaricato tutto sul presidente del Muni-cipio Lorenzotti dicendogli di raccogliere le istanza dei comitati. Ci sono gli estremi perfar ricorso al Tar". É un iter dispendioso ma gli abitanti di questo quadrante sono dispo-sti anche a questo.

E così nasce un inter-comitato per il ricorso, che raccoglierà i fondi necessari per ini-ziare la procedura e pagare un avvocato. All'assemblea era presente anche il consiglie-re regionale, nonché ex Presidente del municipio Giuseppe Celli: "L'errore grave è sta-to fatto dall'amministrazione Veltroni. Individuarono questa zona come un'area di edi-lizia economica e popolare, evidentemente faceva comodo a qualcuno. Ci fu una batta-glia per far diminuire le cubature, e fu vinta. Poi arriva Alemanno e pensa di fare la Gar-batella a Tor Bella Monaca e spostare le torri qui". ELENA BRUNI

L'11 MARZO SCORSO IN UN'ASSEMBLEA PUBBLICA I CITTADINI DI FONTANA CANDIDA, VILLA VER-DE, VILLAGGIO BREDA E GAIA DOMUS SI SONO INCONTRATI PER DISCUTERE DEL PIANO DI ZONA

"GROTTE CELONI" CHE PREVEDE LA COSTRUZIONE DI DECINE DI PALAZZINE A RIDOSSO DELLE LO-RO ABITAZIONI.

ANCHE NEL CONSIGLIO STRAORDINARIO DI

SAN BIAGIO PLATANI SI PROMETTE CHE LE OPE-RE ARRIVERANNO GRAZIE AI FONDI CHE VER-RANNO SVINCOLATI COL MASTERPLAN. IL CON-SIGLIO BEN PRESTO SI TRASFORMA IN UN RIM-PALLO DI ACCUSE TRA MAGGIORANZA E OPPO-SIZIONE.

Piano di zona Grotte Celoni,

uniti contro la cementificazione

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MUNICIPIO NUMERO 5 ANNO IV 7

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

“Naturalmente i giudizi che ho espres-so non si riferivano a Lei o ai suoicollaboratori", spiega Biferi alla re-

dazione de La Fiera dell'Est. E se le frasi della lettera di Biferi non si ri-

feriscono a noi, di certo devono essere attri-buite ai suoi colleghi di maggioranza. Paroledure, che non lasciano spazio a fraintendimen-ti. "Ho sperato - scrive Biferi - senzatroppa convinzione a dire il vero, chealtri in un sussulto di residuale digni-tà comprendessero che la Politica,quella vera, è altro e va oltre le nostramiserevole e insignificante sopravvi-venza politica".

E ancora: "Ma chi sono davvero glialtri? Nel nostro variegato e pittore-sco sottobosco politico, istituzionale enon, spesso sono coloro che anonima-mente parlano sottovoce al riparo da secchia-te di sterco; coloro che sovente preferisconorifugiarsi e mischiarsi a quei tanti ai quali mionoro di non appartenere. Credono loro mal-grado, di essere furbi. Sono scaltri e ipocriti,ma soprattutto convinti di trarre vantaggiodalle difficoltà altrui , certi che i loro limiti in-tellettuali o la loro manifesta incapacità pos-sano essere occultati dal fallimento generale.Sono e si considerano con orgoglio disciplina-tamente allineati , ovvero genuflessi ai capric-ci e agli interessi del referente di turno, prigio-nieri di equilibri dove il loro peso specifico po-litico è pari a zero". E rispetto al suo presuntopasso indietro in merito alla mozione di sfidu-cia presentata e poi non votata scrive: "Un'asten-sione, la mia, non fine a se stessa, ma che pa-lesa tutte le riserve sulla fattibilità reale degliimpegni intrapresi. Non è scetticismo per ca-rità, ma il tempo che ci rimane è troppo poco.Continuiamo a non produrre atti in Consiglio edopo tre anni, programmazione e indirizzo po-litico, non hanno trovato residenza intellettua-le nella nostra azione amministrativa".

Biferi decide quindi di astenersi dal votarela mozione da lui presentata per concedere ilbeneficio del dubbio. Ma resta sul ciglio dellaporta a guardare, sicuro che quel dubbio si tra-sformi in una triste realtà. FEDERICA GRAZIANI

IN SEGUITO ALL'ARTICOLO SULLA MOZIONE DI SFI-DUCIA, PRESENTATA DA BIFERI, 'CHI SI LODA SI

SBRODA' PUBBLICATO LO SCORSO NUMERO, IL CON-SIGLIERE DECIDE DI SCRIVERCI UNA LETTERA, E LO

RINGRAZIAMO VISTO CHE LA PRASSI DI ALCUNI È

QUELLA DI RISPONDERCI ATTRAVERSO ALTRI GIOR-NALI. UNA LETTERA CHE METTE A NUDO TUTTI I

DEMERITI E LE INCAPACITÀ DI UNA MAGGIORAN-ZA CHE È TUTT'ALTRO CHE COMPATTA.

ROMOLO SENZA ‘REMO’

La sostenibile pesantezza dell'essere

Probabilmente questo aggettivo mi si addice e co-me potrebbe essere altrimenti. Aggiungo per one-

stà intellettuale di essere altrettanto arrogante, am-bizioso e presuntuoso. Se per tre anni avessi scal-dato la sedia in consiglio Municipale comportando-mi come un parassita, un vigliacco o semplicemen-te come un deficiente, incapace di capire o di reagi-re a qualsivoglia stimolo intellettuale o politico, soloallora non avrei potuto fregiarmi di questo aggettivo.Pur-troppo per molti, io non appartengo alla famiglia deitanti e non solo a causa del mio ego smisurato, masemplicemente perchè credo in quello che faccio.Sinceramente non ho mai avvertito la necessità di

decantare o meglio, di mostrare il miocoraggio e la mia determinazione,semmai ho sperato, senza troppaconvinzione a dire il vero, che altri inun sussulto di residuale dignità com-prendessero che la Politica, quellavera, è altro e va oltre le nostra mi-serevole e insignificante sopravviven-za politica.

Ma chi sono davvero gli altri? Nelnostro variegato e pittoresco sotto-bosco politico, istituzionale e non,

spesso sono coloro che anonimamente parlano sot-tovoce al riparo da secchiate di sterco; coloro chesovente preferiscono rifugiarsi e mischiarsi a queitanti ai quali mi onoro di non appartenere. Credonoloro malgrado, di essere furbi. Sono scaltri e ipocriti,ma soprattutto convinti di trarre vantaggio dalle dif-ficoltà altrui , certi che i loro limiti intellettuali o la lo-ro manifesta incapacità possano essere occultati dalfallimento generale.

Sono e si considerano con orgoglio disciplinata-mente allineati , ovvero genuflessi ai capricci e agliinteressi del referente di turno, prigionieri di equilibridove il loro peso specifico politico è pari a zero. E'sulla base di queste considerazioni - che francamen-te non mi interessa di condividere con alcuno - cheaccetto con estrema serenità e umiltà tutte le critichepersonali che mi sono state rivolte in merito alla mo-zione di sfiducia nei confronti della giunta, salvo pre-cisare doverosamente, che il mio è stato e resta unatto politico e non un atto eroico o una dimostrazio-ne di coraggio. Parlo di critiche personali e non poli-tiche perché qualche deficiente, è convinto di dan-neggiare Biferi colpendo il suo presunto punto de-bole, l'orgoglio.

Aquesto punto la deficienza lascia il posto all'idio-zia. Avrei potuto campare di rendita con tutti i mieiatti (delibere, mozioni e ordini del giorno) presentatie approvati dal Consiglio tutto, maggioranza e oppo-sizione, non ultimo il CRISS, e continuare a goder-mi lo spettacolo di una inerzia politica che persegueinconsapevolmente, o quasi, la paralisi amministra-

tiva. Dopo tre anni non credo di dover dimostrare anessun altro, se non ai cittadini, la mia competenzasu temi politici e sociali ai quali mi dedico o mi sonodedicato, semplicemente perché ho avuto e conti-nuerò ad avere l'umiltà e la costanza di studiare eapprofondire la conoscenza della macchina ammi-nistrativa, anche supportato da specifiche competen-ze giuridico - economiche acquisite nell'ambito dellamia professione abituale.

Detto questo non posso certo ritenermi immunedalle critiche e dai giudizi delle persone con le qualimi confronto; anzi, è proprio sulla base di un confron-to critico serio e responsabile che trova terreno ferti-le la politica, quella vera. Ma l'essere criticato a livel-lo personale da chi probabilmente non sa distingue-re una ricetta medica da un bilancio (e non vado ol-tre) beh questo il mio ego smisurato proprio non lotollera.

A mio avviso dopo la figuraccia pubblica in occa-sione dell'approvazione del Bilancio, era imprescin-dibile arrivare ad una svolta, convinto comunque chenessuno della maggioranza, mai avrebbe sottoscrit-to la mia mozione. Pertanto ho ritenuto necessarioche pubblicamente e soprattutto con i cittadini e difronte ai vertici del partito, la maggioranza si doves-se impegnare per realizzare pochi obiettivi, priorita-ri, prevalenti e non più derogabili a sterili e puerili tat-ticismi. Pretendere dal Consigliere Biferi di ritirare lafirma o di votare contro la propria mozione era purafantascienza. Ero e sono convinto che la mia asten-sione fosse l'unico atto compatibile con un impegnopubblico della Giunta, del Presidente e naturalmen-te della maggioranza. Tutto ciò è avvenuto senzacompromessi o richieste personali da parte mia e delcollega Battistini. Non abbiamo chiesto nulla in cam-bio, ne incarichi e ne poltrone, ma solo un impegno,serio e condiviso - e così è stato !!! Un'astensione, lamia, non fine a se stessa, ma che palesa tutte le ri-serve sulla fattibilità reale degli impegni intrapresi.Non è scetticismo per carità, ma il tempo che ci ri-mane è troppo poco. Continuiamo a non produrre at-ti in Consiglio e dopo tre anni, programmazione e in-dirizzo politico, non hanno trovato residenza intellet-tuale nella nostra azione amministrativa.

Isolare i problemi e le criticità - individuare le cau-se - definire soluzioni mirate e ponderate - dare cor-so ad azioni e progetti elaborati in funzione del pro-gramma elettorale sottoscritto - affrontare le proble-matiche sociali e amministrative che deprimono laqualità della vita dei nostri concittadini - adempiereper quanto possibile alle istanze della collettività, di-sattese da chi ci ha preceduto - questa in sintesi erae resta la nostra missione politica. Se pretendere diadempiere a questa missione è considerato esage-rato, allora ammetto di essere egocentrico;

Se chiedere al partito che mi onoro di rappresen-

tare di premiare merito e competenza, è considera-to pura fantascienza, allora ammetto di essere pre-suntuoso;

Se rifiutare di ritirare o cancellare la propria firmada una mozione che ritenevo e ritengo tuttora legit-tima è considerato irriverente, allora ammetto di es-sere arrogante;

Se sperare di migliorare la qualità della vita dei cit-tadini del nostro Municipio, ovvero:

- adoperarsi affinché le persone e le famiglie piùdisagiate e meno privilegiate possano beneficiare diun'adeguata assistenza sociale;

- operare per garantire uno sviluppo urbanisticocompatibile con le aspettative di crescita economi-ca e sociale del territorio municipale e soprattutto ingrado di garantire un futuro migliore alle giovani ge-nerazioni;

- concentrare gli sforzi maggiori sulla formazioneprofessionale e l'avvio allo studio dei minori disa-giati;

- perseguire con impegno e determinazione unpercorso condiviso di integrazione sociale con le co-munità straniere presenti sul territorio;

- attrarre e catalizzare investimenti pubblici e pri-vati per valorizzare le risorse proprie del territorio;

se tutto ciò è ritenuto da molti solo una speranza,allora ammetto di essere un ambizioso.

Detto ciò, vorrei umilmente raccomandare alcunisuggerimenti ai giovani che si avvicinano alla politi-ca, indipendentemente dal partito o dal colore politi-co che vogliono rappresentare. " Imparate ad impa-rare, nutrite le vostre menti libere di cultura e cono-scenza; coltivate le vostre ambizioni e siate arrogan-ti e presuntuosi con gli stolti, gli ignoranti ed i mira-colati raccomandati; non temete, cercheranno di iso-larvi, ma non potranno fare a meno di voi perché so-no prigionieri della loro ignoranza , delle vostre ca-pacità e della vostra competenza. Distinguete il vo-stro ego dalla massa informe dei servi sciocchi, guar-dando il futuro con i vostri occhi e - se lo riterrete op-portuno - con garbo e determinazione usate un bel"vaffanculo" , ne trarrete beneficio e soddisfazione,rispetto al solito sissignore tanto in voga in questodeserto politico e culturale".

Per quanto mi riguarda e concludo, ho rinunciatoalla Presidenza della Commissione Politiche Socia-li e tutti ne conoscono le ragioni; essere uno cometanti è facile, comportarsi come Biferi è più compli-cato, impegnativo e pesante, ma io persevero! Tradue anni, o forse meno, comunque vadano le cosenel nostro Municipio, i fatti mi daranno ragione, nesono certo. Nel frattempo auguro a tutti una serenaPasqua, furbetti compresi, è ovvio.

ROMOLO BIFERI, CITTADINO, PADRE E CONSIGLIERE MU-NICIPALE DEL PDL

EGOCENTRISMO: TENDENZA A CONSIDERARE IL PROPRIO MODO DI ESSERE, DI SENTIRE E DI GIUDICARE COME L'UNICO POSSIBILE E VALIDO IN ASSOLUTO.

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MUNICIPIONUMERO 5 ANNO IV8

Nelle ultime settimane si sono sus-seguite le polemiche in questo quar-tiere che sorge sul versante Prene-

stino. Pomo della discordia, tra lamaggioranza e opposizione, il po-lo artigianale, sostenuto fortemen-te dal presidente Dari, e i fondi"scomparsi" della Tav per le operea scomputo da realizzare nel quar-tiere.

Il polo artigianale è un progettoche prevede la realizzazione di24.000 mq di "capannoni" sul terreno del-la famiglia Bonanni. Una proposta recente-mente approvata in aula consiliare. Le po-lemiche più aspre mosse dal Pd riguarda-no i fondi spariti della Tav, dei quali sono èrimasta solo la metà. Accuse a cui il presi-dente del consiglio Marco Dari risponde du-ramente: "Io mi domando dove sono finitii soldi della Tav a Lunghezza perchè li cer-co da due anni e mezzo. I 7 milioni di eu-ro della piscina di Lunghezza dove sono fi-niti? L'accordo con la Tav è del 1997 firma-to dall'allora sindaco Rutelli. A Lunghezzadove sono finiti il campo da calcio, la pale-stra, il centro anziani, i campi da bocce e labiblioteca - ludoteca? Qui dei soldi della Tavè rimasto solo un milione e mezzo d'euro.A Corcolle almeno qualcosa è stato realiz-zato".

Quali sono le opere di compensazio-

ne derivanti da questo piano?

Un campo da calcio, una palestra adat-ta anche ai disabili e un parco di 50.000mq. É arrivata la richiesta della federazio-ne di rugby che chiede uno spazio per rea-lizzare un campo. Si potrebbe dare partedello spazio alla federazione. Inoltre è pre-vista la riqualificazione di via di Lunghezzi-na, e chiederemo che la riqualificazione ar-

rivi fino a via Polense. Le duerotatorie. E l'opera più impor-tante: lo sfondamento di viaMontottone che i cittadini aspet-tano da anni. E poi c'è l'ideadi uno spazio di 400 mq dovepotrebbe andarci la casermadi San Vittorino. Ma è solo

un'idea.Ascolteremo i cittadini per capire le loro

esigenze. É possibile che il cdq ci suggeri-sca idee migliori delle nostre e se possibilisaremo pronti ad accoglierle.

Prioritaria sarebbe la scuola rispet-

to al campo da calcio..

La scuola costa cinque milioni d'euro. Sei cittadini di Corcolle ci dicono che è priori-taria la scuola e rientra nel budget che ab-biamo a disposizione si procederà in quelsenso. L'impegno di andare incontro allenecessità di Corcolle c'è, sempre se rientranel budget. Non possiamo fare richieste che"uccidono" il privato, perchè altrimenti ri-schiamo di perderli. Questo polo è un'otti-ma possibilità per il territorio.

La polemica che si è scatenata in au-

la è per la mancata partecipazione po-

polare…

Questa è una proposta non è l'accordodi programma. Dopo l'approvazione di que-sta proposta inizia il percorso di partecipa-zione. Ora bisogna aspettare che il Dipar-timento dia il via libera. Da qui a un mesesi convocherà l'assemblea con i cittadini.

A Corcolle ci sono problemi mai ri-

solti come le strade …

Noi come amministrazione municipale

non ci riusciamo. Dovremmo collaborare colDipartimento col quale abbiamo ad oggi del-le difficoltà. Intervenire su quelle strade co-sta milioni d'euro, noi abbiamo solo un mi-lione e trecentomila euro l'anno per la ma-nutenzione ordinaria. E nemmeno basta-no. Il bilancio di fine maggio sarà lacrime esangue. Per le strade di Corcolle bisogneràaspettare, anche se noi l'abbiamo inseritenel piano investimenti tra le priorità.

E la scuola media che il quartiere

aspetta da tempo verrà mai realizza-

ta?

Stiamo vedendo. I soldi della Tav erano7 milioni di euro e sono diventati 4,5. Stia-mo aspettando che la Tav li trasferisca alcomune, soldi che ancora non sono arriva-ti. Ma visto che un asilo nido dovrebbe es-sere realizzato dal Consorzio, stiamo ra-gionando per realizzare la scuola media coni soldi dell'asilo che avrebbe dovuto realiz-zare Tav e se manca una parte del finan-ziamento stiamo provando a farlo inseriredalla Regione. Di questo già abbiamo giàparlato con l' assessore Malcotti.

ELENA BRUNI

Marco Dari: "Il POLO ARTIGIANALEun'ottima possibilità per il territorio"

“Un successo. Abbiamo raccolto mol-tissime donazioni. Un dato importan-

te è che oggi ci sono stati diversi primi do-natori ", commenta Wanda Raco, consiglie-ra municipale, dirigente Azzurro Donna dell'VIII municipio con Delega alle Pari Oppor-tunità accanto al Presidente dell' Avis , Ra-niero Ranieri. "Ho voluto fare qualcosa di di-verso rispetto agli altri gruppi del PdL, cheinvece hanno opta-to per i gazebo - con-tinua - Ho preferitouna manifestazioneche riguardasse ilsociale. Il titolo del-la mia iniziativa vuo-le sottolineare il valore delle donne comeportatrici di vita. Oggi voglio ricordare nonla festa della donna ma la ricorrenza delladonna". Sottolinea l'importanza dell'iniziati-va anche il Presidente dell'Avis che spiega:"Il sangue è la medicina salvavita. Nel Lazioabbiamo bisogno di 200.000 unità di san-gue e ne raccogliamo solo 150.000. Dobbia-mo chiedere aiuto alle altre regioni, soprat-tutto le regioni del Nord per sopperire allenostre carenze.

Quando parliamo di sangue intendiamo iglobuli rossi ma il sangue è fatto di tante so-tanze tra cui il plasma. Del plasma siamodeficiari di circa il 40%". "Ringrazio il presi-dente Lorenzotti che mi ha sostenuto e aiu-tato in questa mia iniziativa", aggiunge Wan-da Raco. Presenti all'iniziativa il presidenteLorenzotti e molti consiglieri municipali tracui Romolo Biferi, Antonio Villino, Ezio D'An-gelo, Vittorio Alveti e Gabriele Mattei. Alcu-ni di loro hanno partecipato attivamente do-nando il sangue. Di sociale in municipio ab-biamo davvero bisogno. L'augurio è che que-sta sia la prima tappa di un lungo percorsoin questo senso. ELENA BRUNI

L' 8 MARZO DI WANDA RACO

LA PROTESTA DANZANTE DEL

CENTRO ANZIANI DI GIARDINETTI

"DOVE SONO FINITI I SOLDI DELLA TAV DI LUNGHEZZA?". MARCO DARI, PRESI-DENTE DEL CONSIGLIO MUNICIPALE, RISPONDE COSI’ ALLE ACCUSE DEL PD. E PRE-SENTA IL PROGETTO DEL POLO ARTIGIANALE DI CORCOLLE.

IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLE DONNE, LE

CONSIGLIERA WANDA RACO, IN COLLABORAZIO-NE CON L' AVIS, ORGANIZZA L'INIZIATIVA DAL

TITOLO 'UNA DONNA PER LA VITA', CHE ATTRA-VERSO UNA RACCOLTA DI SANGUE VUOLE SOTTO-LINEARE L'IMPORTANZA DELLA DONNA COME POR-TATRICE DI VITA.

8 MARZO: LA MIMOSA NON BASTA

Solo tre anni di promesse per il centro anzia-ni di Giardinetti. La struttura era stata rea-

lizzata su iniziativa degli iscritti. Subentra la nuo-va giunta Lorenzotti è inizia la storia infinita. Ilneopresidente in un primo momento vuole ab-batterlo e ricostruirlo, per la modica somma di400.000 euro. Poi cambia idea sollecitato dal-l'opposizione, dai consiglieri della sua maggio-

ranza e dagli anziani stessi: va messo in sicu-rezza e collaudato. Passano i mesi e tutto tace.Fino a quando non si approda ad una nuova ri-soluzione, l'ultima: considerato che il municipionon ha soldi ,gli anziani devono pagarsi la mes-sa in sicurezza dello stabile da soli e poi l'ufficiotecnico del municipio stesso provvederà a col-laudarlo. Gli anziani devono provvedere a por-tare i preventivi negli uffici del municipio. Ed ec-co la pratica si ferma nuovamente.La cilieginasulla torta arriva nell'ultima assemblea convoca-ta. Il presidente del centro anziani Luciano Titoc-ci annuncia l'ultima "trovata" del municipio: "Seal manufatto verranno tolte le pareti laterali po-trà essere usato da maggio a settembre, così cihanno proposto al municipio", spiega ai presen-ti. Ancora una volta presi in giro. E così il Pd (Al-veti escluso) prende al volo l'ennesima gaffe delmunicipio e organizza il 10 marzo una manife-stazione: tutti a ballare in Campidoglio. Gli an-ziani accolgono entusiasti la proposta del Pd eil 10 marzo, come da programma, si recano tut-ti a ballare davanti al Comune.

E dopo un paio d'ore il sindaco invia un emis-sario per placare la protesta. Si ottiene un ap-puntamento con Lorenzotti, un delegato del sin-daco e una rappresentanza del centro per ve-nerdì 18 marzo. Con qualche passo di danzaqualcosa a volte si ottiene…ELENA BRUNI

UN'ODISSEA CHE DURA DA TRE ANNI QUELLA DEL

MANUFATTO ABUSIVO DEL CENTRO ANZIANI GIAR-DINETTI. STAVOLTA GLI ISCRITTI, INSIEME AI

CONSIGLIERI MUNICIPALI DEL PD, SONO ARRI-VATI FINO AL CAMPIDOGLIO PER PRENDERE DI

NUOVO POSSESSO DELLA SALA DA BALLO.

Rivendicazioni, lotte, conquiste, ma anche so-prusi, abusi e violenza caratterizzano, ancora

oggi, la condizione della donna. L'otto marzo, gior-nata internazionale della donna, continua ad esse-re "festeggiata", ma le mimose, le uscite tutte alfemminile e qualche frequente strumentalizzazio-ne politica sembrano gli unici effetti generati. Allostesso tempo il significato e le stesse radici dell'oc-casione sembrano perdersi nella storia.

In molti Paesi la prima giornata della donna sitenne il 19 marzo del 1911; in Francia il 18 marzo;in Russia il 3 marzo 1913. La ricorrenza non fu pe-rò osservata regolarmente.

L'otto marzo del 1917 le donne russe sceseroin piazza per chiedere il ritiro dalla guerra che dila-niava l'Europa. Quella fu la scintilla che ha alimen-tato le successive manifestazioni anti zariste, se-gnando l'inizio della "rivoluzione di febbraio" (se-condo il calendario giuliano).

Dal 1975 le Nazioni Unite hanno riconosciutonell'otto marzo la giornata dedicata alla donna, gior-nata che ne celebra le conquiste in ambito socia-le, economico e politico, quelle ottenute e quelle,troppe, che paiono ancora lontane.LUCIA BRAICO

Gina Laurenti

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PRENESTINO - COLLATINONUMERO 5 ANNO IV10

Un laboratorio tessile clandestino ge-stito da cinesi. Questo hanno sco-perto i carabinieri della compagnia

di Tivoli guidati dal comandante La Rocca."Dopo una serie di appostamenti - spiegaLa Rocca - abbiamo notato le luci acceseed il viavai di persone fino a tarda notte".

Nelle prime ore del mattino del 6 marzo,i militari dell'Aliquota Radiomobile della Com-pagnia di Tivoli hanno fatto irruzione nelmagazzino situato in Via Pollutri, nel quar-tiere di Villaggio Prenestino, all'estrema pe-riferia di Roma est. All'interno del plessosono state sorprese 4 persone di naziona-lità cinese a cucire vestiti . "Io ho fatto uncontratto regolare, quelle persone sono lìda un anno, ma io lì dentro non ci sono piùentrato e non sapevo ci dormissero", com-menta Salvatore Lanzilao, di 72 anni pro-prietario dell'immobile. Nel magazzinogrande circa 150 mq erano state allestiteuna decina di postazioni attrezzate con del-le macchine da cucire.

Nel corso dell'operazione sono stati tro-vati anche 200 vestiti da donna, pronti peressere imballati e poi spediti, per conto dialcune case di moda. Sul posto sono statetrovate anche 1000 etichette che riporta-vano il marchio di famose griffe, più di 300bobine di cotone di vari colori e altri mate-riali per il confezionamento degli abiti.

Nel magazzino, oltre alle postazioni di la-voro per l'imbastitura e la cucitura di vesti-ti, erano state allestite altre due stanze piùpiccole con cinque posti letto, mentre in unaltro spazio erano stati ricavati una cucinaed un piccolo bagno. "Tutto il laboratorioera in condizioni igienico - sanitarie pessi-me, quindi è stata avvertita anche la ASL

di competenza - continua il Comandate LaRocca - I responsabili del laboratorio clan-destino, non che affittuari dell'immobile,X.Z. e L.Z, madre e figlio, rispettivamen-te di 51 e 29 anni, entrambi di nazionalitàcinese, sono stati arrestati per i reati di fa-voreggiamento della permanenza di stra-nieri illegali sul territorio e sfruttamento al-le proprie dipendenze di manodopera clan-destina ed è stato convalidato l'arresto.

Al momento si trovano ancora in carce-re. I quattro cittadini cinesi trovati all'ope-

ra sono stati scortati immediatamente al-l'ufficio immigrazione per far partire le pra-tiche per l'espulsione.

Le macchine da cucire e tutta la mercerinvenuta sul posto è stata sequestrata ein tutti i seminterrati che ospitavano il la-boratorio sono stati applicati i sigilli. "Quan-do sono venuti i Carabinieri hanno preso ilcontratto d'affitto e se lo sono portato viamettendo i sigilli e da quel momento nonho saputo più niente" conclude SalvatoreLanzilao. ANDREA CAVADA

UNA DELLE ARTERIE PRINCIPALE DEL MU-NICIPIO È CARENTE DI SEGNALETICA E DI

ILLUMINAZIONE

Alcuni cittadini ci hanno segnalato la ne-cessità di parlare della pericolosità de-

gli incroci che si trovano su via Polense. Det-to fatto.

Via Polense è una delle strade principalidell'ottavo municipio, in quanto lo attraver-sa per intero da est ad ovest. Prende inizioa via Prenestina, poco prima di VillaggioPrenestino, e prosegue fino a San Vittorinoed oltre. Nonostante l'importanza per la via-bilità all'interno del municipio, non gode del-la dovuta attenzione dal punto di vista del-la sicurezza. Manca l'illuminazione e la se-gnaletica è scarsa e troppo spesso nasco-sta dagli innumerevoli cartelli delle pubbli-cità abusive.

Quest'oggi parliamo in particolare di dueincroci che si trovano nel tratto iniziale divia Polense partendo da via Prenestina, quel-lo con via Fosso dell'Osa e quello con via diRocca Cencia.Il primo incrocio, per chi pro-viene dal centro si trova sulla sinistra. Quila segnaletica è completamente assente.Mancano infatti sia i cartelli di pericolo cheindicano l'intersezione con via Fosso del-l'Osa, sia le indicazioni di direzione. Chi nonconosce la strada non potrebbe mai sape-re che svoltando a sinistra arriverebbe a Vil-laggio Prenestino. Questo appunto perchénon è indicato. La situazione è ancora peg-giore per chi proviene da via Fosso dell'Osae si vuole immettere su via Polense. Qui in-

fatti oltre a mancare i cartelli che indicanole direzioni, manca lo STOP. Non è indica-to né con il cartello né con la vernice in ter-ra. E ciò è sicuramente gravissimo se si con-sidera che l'incrocio è a raso, con scarsis-sima visibilità per chi si immette, e privo diilluminazione. Non mancano però le pub-blicità abusive che indicano i punti vendita.Alcune posizionate nei punti più assurdi,che non fanno altro che distrarre l'automo-bilista e confondergli le idee.

Il secondo incrocio si trova invece pochedecine di metri più avanti sulla destra. An-che qui gli stessi problemi. Mancano le in-dicazioni di direzione e l'illuminazione. C'èperò lo STOP per chi proviene da via Roc-ca Cencia. Il segnale è leggermente piega-to verso destra, segno evidente di inciden-ti passati.

Raccontata la situazione non ci resta chesperare che chi di dovere legga l'articolo eprovveda a ripristinare la segnaletica e amettere in sicurezza gli incroci.

PAOLO LUSTRI

DOPO UNA SERIE DI APPOSTAMENTI, NELLE PRIME ORE DEL MATTINO DEL SEI MAR-ZO, I CARABINIERI DELLA COMPAGNIA DI TIVOLI FANNO IRRUZIONE IN UN MAGAZ-ZINO NEL QUARTIERE DI VILLAGGIO PRENESTINO, IN VIA POLLUTRI, E SCOPRONO

UN LABORATORIO TESSILE CLANDESTINO, GESTITO DA CINESI.

Zona nuova e nuovi problemi legati alla criminalità. Ponte di Nona, il giovane che doveva rappresentare il paradiso di ogni nuovo abi-tante, col passare del tempo, effettivamente si è rivelato un paradiso, ma solo per la proliferazione della criminalità. Tra la man-

canza di servizi, di centri di aggregazione e soprattutto di controllo, i fuori legge la fanno un po' da padroni, mettendo a rischio la si-curezza di tutti i residenti. Da alcuni mesi, in questo quartiere si verificano strani e inquietanti accadimenti, soprattutto in via Caltagi-rone, strada principale del quartiere.

Tra i parcheggi che costeggiano i tanti palazzi, si notano frequentemente carcasse di macchine (anche di alto valore commerciale,come Mercedes e BMW) completamente bruciate. In questo quartiere, con i nuovi insediamenti, sono nate anche nuove attività com-merciali spesso gestite da stranieri, il che porterebbe a pensare che il fenomeno delle automobili bruciate sia legato al problema raz-zismo o mancata integrazione. Ma non si tratta di questo. Il motivo di questi spiacevoli episodi è invece dovuto ad una faida tra Casa-monica e stranieri, una sorta di guerra tra bande per il controllo di questo territorio importante per la posizione strategica, ad un pas-so dal quartiere di Borghesiana (che come risaputo è un po' la "patria" della famiglia dei Casamonica ndr ) e quello di Tor Sapienza,che da anni ospita un vasto giro di prostituzione. In questa terra di mezzo, la notte, non è per niente difficile assistere a movimentistrani di auto che corrono via a gran velocità e poi ascoltare urla, di chiara cadenza straniera. Dopo tutto il trambusto della notte, lamattina uscendo di casa tutti i residenti assistono al tragico spettacolo di queste carcasse di auto bruciate. Prova tangibile di una guer-ra fra bande dove a pagare sono solo ed esclusivamente le persone che ci abitano.

Il nome di questo quartiere non risulta essere nuovo alle cronache già un mese fa circa le forze dell'ordine hanno arrestato tre per-sone e messo i sigilli ad un centro estetico dove le dipendenti, oltre a svolgere il loro lavoro, erano costrette a prostituirsi. Il poco con-trollo e la mancanza di sicurezza fanno sì che i fenomeni di criminalità dilaghino in maniera esponenziale creando terreno fertile ai fuo-rilegge. ANDREA CAVADA

CONTINUANO A VERIFICARSI FENOMENI DI CRIMINALITÀ A PONTE DI NONA. ORA ARRIVA ANCHE LA "GUERRA FRA BANDE" CRIMINALI. IN TUTTO QUESTO CAOS A PAGARE SONO SEMPRE E SOLO I CITTADINI.

VIA POLENSE: INCROCI PERICOLOSI

FAIDE A NUOVA PONTE DI NONA…

Villaggio Prenestino: scoperto laboratorio tessile clandestino. Arrestati sei cinesi.

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PRENESTINO - COLLATINO NUMERO 5 ANNO IV 11

Uno spazio creativo, dove integrarsie confrontarsi ma anche dove im-parare attività che non si pensava

di fare. È quanto sono riuscite a realizzarele volontarie dell'Associazione Genitori Scuo-la Insieme di Villaggio Prenestino e i tantioperatori, che ogni giorno lavorano per i ra-gazzi del quartiere.

Un progetto che, dopo essere passato trale varie amministrazioni locali per trovare inecessari finanziamenti, a febbraio delloscorso anno è stato inserito nel più ampioprogetto municipale 'Bullotto'. L'occasionetanto attesa, ma anche l'inizio di tante com-plicazioni. "Ci avevano imposto un'operati-vità immediata da marzo, ma non avevasenso far partire dei corsi quando stava perfinire la scuola - dice Donatella Baldacci, re-sponsabile del progetto Saltafosso presen-tato dall'associazione in municipio - Abbia-mo così concordato di far partire il centroa giugno con una serie di attività estive,nella speranza che riuscissimo a firmare en-tro pochi giorni la convenzione. Ma è pas-sato un anno e ancora non l'abbiamo fir-mata, nonostante abbiamo fatto tutto quan-to era previsto nel progetto, e anche di più".

A mettere i bastoni tra le ruote ha con-tribuito anche una costosa, e spesso sco-ordinata, burocrazia. Nei mesi successivisono arrivate al centro continue richieste didocumenti, dall'apertura di partita IVA allarichiesta del DURC. "Ci hanno chiesto do-cumenti che non avevamo pensato di fare- spiega Donatella - Ci siamo messi in re-gola con tutte le richieste ma il DURC nonè semplice da produrre perché qui siamosoprattutto volontari. L'Inps ci ha poi spe-dito un'attestazione in cui spiega che noinon dobbiamo versare contributi, e che ab-biamo mandato alla Ragioneria del Comu-ne. Ma non hanno risposto. Ora non sap-piamo più cosa pensare".

Neanche un centesimo, dei 40mila eurodestinati al progetto Saltafosso, è mai en-trato nelle casse del centro. Gli undici me-si di attività e di tempo dedicato ai ragazzisono stati sostenuti e autofinanziati daglioperatori e volontari. "Noi lo avremmo fat-to comunque con le nostre ore di volonta-riato. Il problema è che ci sono figure pro-fessionali, mandate dalla Uisp, che devonoessere pagate e finora hanno lavorato gra-tuitamente - aggiunge Anna Altamura, vo-lontaria dell'associazione - Dobbiamo an-cora saldare, tra gli altri, il commercialistae le spese per il piano di messa in sicurez-za del locale. Al momento abbiamo difficol-tà anche a pagare le bollette. Abbiamo da-to fondo a tutti i soldi che avevamo fatico-samente raccolto". L'unica garanzia, in que-sto progetto pronto allo sfratto, è la sededel centro data in comodato d'uso gratuitodalla scuola Falcone.

Una garanzia arriva anche dal presiden-te del consiglio municipale Marco Dari: "Ildirettore del municipio Altamura mi ha as-

sicurato che entro la fine di marzo tutto sisarebbe risolto. Si tratta di una persona at-tendibile e se lo dice sarà così". Peccato nonpossano arrivare altre garanzie sul futuro

del progetto che, scaduto l'anno di finan-ziamento e senza il rinnovo del bando per-ché "non ci sono i soldi", come chiarisce Da-ri, è destinato alla chiusura.

A restare nuovamente senza un luogo diincontro saranno i tanti ragazzi che in que-sti mesi hanno partecipato alle attività delcentro. "Tanti di loro sono riusciti a fare at-tività che pensavano di non essere capacifare. Poi hanno capito che mettendoci unpo' di impegno e credendo in se stessi pos-sono farcela - racconta con emozione Do-natella - Si poteva però fare di più. Moltisono bravi al corso del cuoio e, per chi sadi non voler continuare a studiare, potreb-be diventare un mestiere". Tra i tanti ra-gazzi anche molti stranieri, che si sono iscrit-ti al centro. Si è creata un'amicizia e un'in-tegrazione resa possibile anche dall'impe-gno di chi li segue con dedizione. "Sareb-

be bello che il municipio pensasse al realeutilizzo di questo posto, perché i fruitori so-no ragazzi che abbiamo tolto dalla strada"prosegue Anna.

Avvertiti del rischio di chiusura del cen-tro, tanti di loro hanno messo su carta leloro speranze. Come questa lettera: "Inquesto posto ho imparato tante cose (…) E'speciale questo posto, spero che resterà ilcentro e non ci abbandonerà mai. Il miodesiderio è che i politici non lo chiudono,perché se potessero venire a vedere tuttele cose che facciamo non lo chiuderebbe-ro. Ne sono sicura al 100%". Qualcuno avràil coraggio di dare delle risposte, senza in-frangere il sogno di un gruppo di ragazzi?

ANNA GIUFFRIDA

DOPO QUASI UN ANNO DALL'AVVIO DEL PROGETTO SALTAFOSSO, IL CENTRO DI VILLAGGIO PRENESTINO NON HA ANCORA

OTTENUTO IL FINANZIAMENTO. CON LE RISORSE A ZERO, LE ATTIVITÀ PROSEGUONO CON DIFFICOLTÀ. E ADESSO, CON IL

BANDO NON RINNOVATO, IL TIMORE È: COSA NE SARÀ DEL PROGETTO?

Questa pista non si deve usare. Sem-bra sottintendere questo il messaggio

di chi, nella notte tra il 3 e il 4 marzo, haversato diversi litri di olio di motore sullapista di skate realizzata dall'AssociazioneGenitori Scuola Insieme negli spazi ester-ni all'Istituto comprensivo Falcone di Vil-laggio Prenestino.

La pista, finita la scorsa estate e costa-ta 3mila euro, era uno degli spazi destina-ti la domenica successiva alla festa di car-nevale in programma. "La domenica pre-cedente avevamo ripulito tutta l'area - di-ce una delle responsabili dell'associazione- Probabilmente hanno pensato che la riu-tilizzassimo in occasione della festa, e co-sì ci hanno fatto questo bel dispetto".

La scia oleosa, che ha reso inutilizzabilela pista, non ha fermato la festa di carne-

vale in programma. Ma l'amarezza per ungesto simile resta. "Questo olio non si to-glie, chi l'ha fatto lo sa bene. La cosa chepiù ci dispiace è che ci vanno di mezzo,alla fine, i ragazzi e i bambini che usufrui-scono di queste attrezzature" prosegueuna delle volontarie. Ma l'associazione piùvolte, di recente e in passato, è stata og-getto di questi atti. Dopo vari tentativi diaprire la porta della sede e il ricorso ad unlucchetto, una settimana prima di questogesto è stata forzata la serratura e inseri-to del materiale nella serratura, rendendoinaccessibile l'ingresso. Danni agli oggetti,ma mai un furto. Ma per chi si è preso cu-ra di quegli spazi, consentendo a tanti bam-bini e ragazzi di utilizzarli, la preoccupazio-ne adesso è un'altra. "Per fare la pista, an-che se piccola, avevamo speso tanto per-

ché doveva avere requisiti ben precisi peravere il consenso del municipio - aggiun-ge una volontaria - Adesso dovremo spen-dere altri soldi perché così non la possia-mo utilizzare. Ma ora non abbiamo i fondiper farlo". Sulla vicenda pende una denun-cia fatta ai carabinieri dalle responsabili del-l'associazione. Ma quello che il gruppo siaugura è di uscire dal mirino di questi igno-ti. Chi potrebbe avere paura dell'Associa-zione Genitori Scuola Insieme?

ANNA GIUFFRIDA

Saltafosso, un progetto da salvare

DANNI PER MIGLIAIA DI EURO ALLA PISTA DI SKATE, REALIZZATA LA SCORSA ESTATE

DALL'ASSOCIAZIONE GENITORI SCUOLA INSIEME. L'ENNESIMO GESTO INCOMPRENSIBI-LE CHE VEDE PRESE DI MIRA LA SEDE E LE ATTREZZATURE DELL'ASSOCIAZIONE.

VANDALISMO O ATTO DIMOSTRATIVO?

PROSEGUE CON SUCCESSO L'APPUNTAMENTO DELLA FIERA DEL LIBRO, ORGANIZZATO EIDEATO DALL'ASSOCIAZIONE GENITORI SCUOLA INSIEME, CHE HA PERMESSO DI DONA-RE NUOVI LIBRI AI BAMBINI DELLA MATERNA DELL'ISTITUTO DI VIA FOSSO DELL'OSA.659 euro in libri, donati alla scuola di via Fosso dell'Osa. L'ultima mostra mercato di libri'A carnevale ogni libro vale', organizzata lo scorso 3 e 4 marzo dall'Associazione GenitoriScuola Insieme, ha permesso di donare ai bambini dell'Istituto scolastico di Villaggio Pre-nestino tanti libri colorati. "L'invito è alla lettura - spiega Anna Altamura dell'associazione- Si tratta di mostre mercato che organizziamo all'interno delle scuole di un po' tutta Ro-ma Est. Facciamo giorni di esposizione, laboratori di lettura. Poi, grazie ad accordi con lecase editrici, si vendono i libri e parte del ricavato viene dato a noi che lo reinvestiamo inlibri, che regaliamo alle scuole".

I libri, come in quest'occasione, possono essere per i piccoli della scuola materna o es-sere destinati ai ragazzi più grandi. "Queste sono state le prime cose che abbiamo fattocome associazione e su cui continuiamo a lavorare" prosegue Anna. Buona lettura, e pas-saparola! ANNA GIUFFRIDA

Marzo 2010 avvio del progetto SaltafossoGiugno 2010 il progetto è operativo240mila euro finanziamento progetto Bullotto40mila euro quota destinata al Saltafosso157 ragazzi iscritti in un anno10-17 anni età media degli iscritti15- 20 ragazzi presenza giornaliera al centro4 operatori volontari e non attivi ogni giorno

CONTAGIATI DALLA LETTURA

I NUMERI DEL SALTAFOSSO

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PRENESTINO - COLLATINONUMERO 5 ANNO IV12

Ilavori alla scuola ex Ciriello si sono fermati. Tragli interventi urgenti, programmati dopo la ma-nifestazione in municipio delle mamme di alcu-

ni alunni sulle condizioni igieniche e di sicurezza del-la scuola, resta ancora in sospeso il rifacimento deibagni. Anche se tanti degli interventi promessi sonostati realizzati, resta il timore che lealtre opere urgenti restino incompiu-te.

Chiuse le buche da cui entravano itopi, completata anche da parte dellascuola la derattizzazione, la strutturaresta ancora in molti punti fatiscente.

"I lavori per mettere in sicurezzal'esterno sono stati fatti, l'auditoriumno - dice il preside Raffaele Raso - Lì i ragazzi a fineanno fanno attività e spettacoli di teatro, ma al mo-mento non si può perché andrebbe tolto tutto il pavi-mento e rifatto nuovo. Questo ancora non è stato fat-

to perché il bando di gara per la dit-ta appaltatrice è diventato operati-vo da poco tempo, e così stanno fa-cendo gli interventi più urgenti".

Ma anche per quelli urgenti c'è daaspettare. Aspettare anche di capirecosa ha impedito alla ditta di com-pletare i lavori. Attendendo di sape-

re se e quando riprenderanno a ristrutturare i bagni.Chissà che il consiglio straordinario fatto a Ponte diNona sia servito a ricordare gli impegni presi, solo unmese fa, con i cittadini. ANNA GIUFFRIDA

Ciriello, lavori urgenti a rilento

C’è chi indossava un segnale stradale e chi era un se-

maforo o un attraversamento pedonale. Ad aver ani-

mato i simboli più significativi del codice stradale sono sta-

ti, lo scorso 8 marzo (martedì grasso), i bambini dell'ulti-

mo anno della materna e del primo anno delle elementa-

ri della scuola ex Ciriello nella zona popolare di Ponte di

Nona.

Bambini di 5 e 6 anni che hanno colorato alcune vie del

quartiere, accompagnati

da insegnanti e genitori

mascherati da allegri se-

mafori.

Una giornata di festa,

per i piccoli alunni della

scuola, che alle spalle ha

un progetto ideato e rea-

lizzato dai docenti. "Il pro-

getto riguarda l'educazio-

ne stradale, ma dato che

si prestava a questa co-

reografia l'abbiamo fatto

confluire nella sfilata di

carnevale - spiega Laura

Berlingeri, insegnante pres-

so la scuola - E' un pro-

getto interno gestito da

noi, che crea continuità

tra i bambini di 5 anni del-

la scuola materna e le due

classi della prima elemen-

tare dell'istituto".

Il progetto 'Strada amica mia', nato dalla storia di Codi-

cino, un bambino che vive in un paese senza regole e de-

cide di scrivere un piccolo codice, è partito dalle aule con

attività volte ad educare questi piccoli cittadini del futuro

sull'importanza del rispetto delle regole. "Alla prima ele-

mentare ho fatto inventare dei cartelli, chiedendo loro co-

sa metterebbero in un segnale di pericolo e divieto - pro-

segue l'insegnante - Loro hanno inventato tante cose, tra-

ducendole in regole più generali come 'non fumare'. Ma

hanno colto il senso sia del pericolo che del divieto".

Un'idea che è stata apprezzata e sostenuta anche dai

genitori, che hanno sempre stimato la creatività e l'impe-

gno messo nelle attività con i bambini. "Noi vediamo che

i nostri figli hanno molta voglia di lavorare e vanno a scuo-

la volentieri" dice Graziella Conforto, mamma di una delle

piccole alunne. "Abbiamo trovato persone in gamba - gli

fa eco un papà, Ettore Baldassarri - Sono belle queste at-

tività all'aperto. Possono giocare, rispettandosi l'uno con

l'altro".

Ma forse l'insegnamento più importante è che si può fa-

re tanto anche con poco. Con un sacco nero della spazza-

tura, cartoncino colorato e una buona dose di fantasia. "Ci

divertiamo con poco, perché abbiamo veramente pochis-

simo - aggiunge con grinta Laura Berlingeri - In questo

quartiere non c'è niente, ma se la scuola esce fuori parte-

cipano tutti. E noi con carta e sacchetti di plastica abbia-

mo regalato questo momento di comunione, dove ci si ri-

trova insieme".

La sfilata di piccoli cartelli stradali lungo il grande e in-

colto giardino pubblico, ridotto a discarica, tra i marciapie-

di sporchi e le carcasse di auto abbandonate, può insegna-

re tanto, a molti. Ed essere un monito, per altri. ANNA GIUFFRIDA

"Sul primo dei tre giardini si può interve-

nire, dando una sistemata e rendendo-

lo agibile. Gli altri due probabilmente vanno

chiusi". Era il 15 ottobre dell'anno scorso quan-

do Vito Proietti e Anselmo Ricci, inviati dal Cam-

pidoglio per un tour-sopralluogo nei parchi di

Ponte di Nona, promettevano interventi imme-

diati sulle tre aree verdi abbandonate. Entro

"un mese o forse meno", come garantito da Ricci, il primo parco tra via Caterina

Usai e via Schweitzer sarebbe stato recuperato, pulito e illuminato.

Ma da quel tour politico sono trascorsi sei mesi, e nessuna delle promesse si è

tradotta in fatti. Nessun mazzo di erbaccia è stato sradicato, nessun lampione è

stato riacceso e nessuno dei cancelli di accesso agli altri due parchi tra via Schweit-

zer e via Marcello Candia, dichiarati pericolosi, è stato mai chiuso.

Nel totale abbandono e degrado, i bambini continuano a giocare tra l'erba alta,

i tombini scoperchiati profondi alcuni metri e i resti di un parco devastato dal van-

dalismo. E gli effetti della non-curanza dell'amministrazione si riflettono anche fuo-

ri dai giardini. Attorno al primo parco continuano a gravitare automobili distrutte e

depredate, che sostano ciclicamente in tutta la zona circostante.

Per i cittadini di Ponte di Nona, abituati già a dover fare da soli la manutenzione

delle aree condominali interne ed esterne, quelle promesse avevano fatto sperare in una collaborazione dell’ ammini-

strazione locale nel ridare dignità al quartiere. Erano speranze mal riposte. Almeno fin tanto che gli ormai ex giardini

non torneranno ad essere tra gli impegni in agenda del comune. ANNA GIUFFRIDA

LA DITTA INCARICATA DI REALIZZARE GLI INTERVENTI

PIÙ URGENTI ALLA SCUOLA EX CIRIELLO, DOPO ALCU-NI LAVORI ESTERNI, NON È PIÙ TORNATA A COMPLETA-RE IL RIFACIMENTO DEI BAGNI. LE MAMME TORNANO

AD ASPETTARE RISPOSTE, ANCHE DAL CONSIGLIO STRA-ORDINARIO OSPITATO NEL QUARTIERE.

Le vie del quartiere popolare di Ponte di Nona si so-no colorate per alcune ore con le particolari masche-re di carnevale dei bambini della scuola ex Ciriello.Un progetto scolastico dedicato all'educazione stra-dale, che ha evidenziato la funzionalità della scuola.

I BAMBINI FANNO SCUOLA DI CIVILTÀ

PARCHI, PROMESSE DA POLITICODURANTE IL TOUR DEI DELEGATI DEL SINDACO NEI PARCHI DEL QUARTIERE POPO-LARE DI PONTE DI NONA, LO SCORSO OTTOBRE, ERANO STATI PROGRAMMATI AL-CUNI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE E PULIZIA. PROMESSE DI CUI NON È RI-MASTA TRACCIA.

LE OPERATRICI DEL DOPOSCUOLA DI PONTE DI NONA ASPETTANO DAL-LO SCORSO PRIMO GENNAIO IL RINNOVAMENTO DEL FINANZIAMENTO. IN-TANTO CONTINUANO A SOSTENERE LE SPESE DELLE ATTIVITÀ, PUR LA-VORANDO DA VOLONTARIE. E SENZA FONDI, IL RISCHIO È DI RESTARE

SENZA LAVORO.

Continuano a lavorare gratis le operatrici del doposcuola del-la Datacoop. Le rassicurazioni iniziali su un rifinanziamen-

to del progetto, che fornisce un sostegno ed è un punto di riferi-mento per tante famiglie e ragazzi del quartiere, non si sono ma-terializzate. "Siamo sempre due operatrici, più l'aiuto della col-lega della Coospexa - dice Daniela Blondelli della Datacoop -Stiamo facendo tutto come al solito, ma ancora non è arrivatanessuna risposta né una notizia precisa".

Dal 1° gennaio le spese indispensabili a mandare avanti il pro-getto sono tutte a loro carico, dalla merenda dei bambini ai co-sti di affitto e gestione dei locali. Ma a questa situazione già dif-ficile si aggiunge il rischio, per chi già lavora da mesi senza rice-vere lo stipendio, di restare del tutto senza lavoro. "Se riuscia-mo, proseguiamo fino a giugno. Al momento però è tutto fermo- spiega Daniela - La Datacoop ci ha rinnovato fino ad aprile, an-che per farci andare a lavorare. Ma per andare avanti occorro-no i finanziamenti".

Certi tagli dimezzano uno dei pochi servizi offerti a chi vive nelquartiere, diminuiscono il numero di ragazzi portati via dalla stra-da e tolgono stipendio e lavoro a chi, con sacrificio, continua afare il proprio dovere. Ad aumentare è solo il disappunto versochi dovrebbe trovare soluzioni e fondi, ma ha smesso anche didare risposte. ANNA GIUFFRIDA

DATACOOP, COLORO CHE SON SOSPESI

LauraBerligeri.Sotto Ettore

Baldassarre,Roberta

Spingola, Graziella Conforto

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PRENESTINO - COLLATINONUMERO 5 ANNO IV14

“Il finanziamento dell'opera c'è". Èquesta la sola certezza sul destinodei lavori di asfaltatura e, in certi

casi di realizzazione, delle strade a Castel-verde.

Opere attese da mesi dai cittadini, cheogni giorno sono costretti ad avventurar-si tra buche profonde e asfalto sbriciolatodalla scarsa manutenzione. "Stiamo sol-lecitando tutti i giorni per l'inizio di questilavori - dice il presidente del comitato diquartiere Dino Landi - Ci hanno detto chestavano vedendo di appaltare la ditta, per-ciò manca solo decidere chi deve realizza-re i lavori. Quindi speriamo che i lavori par-tano prima della fine del mese. Comun-que, chiederemo un incontro con l'asses-sore per chiarire un po' tutte queste situa-zioni in atto".

Sul piatto pesante delle opere urbanisti-che da realizzare nel quartiere, che si tra-scinano da anni tra una variante e l'altra,c'è anche l'inizio dei lavori della parallela divia Massa San Giuliano. Studiata per alleg-gerire il traffico ed essere l'altro importan-te asse viario della zona, la via è ancora unprogetto ambizioso arenato tra numerosecomplicazioni burocratiche. "Il progetto èin fase di approvazione, però è a buon pun-to - fanno sapere dall'ufficio dell'assessoreai lavori pubblici Fabrizio Ghera - Supera-ta questa prima fase di approvazione, si fa-rà il progetto definitivo. Poi servono un pa-io di mesi per il progetto di dettaglio, finoall'apertura del cantiere". Tempi di proget-tazione che hanno subìto nel tempo rallen-tamenti, dovuti anche ad errori di calcolo.

Come è avvenuto sull'unico tratto di stra-da già tracciata, che ha sconfinato nell'areadestinata ad accogliere il futuro campo spor-tivo di Castelverde. "Lì ci sono da fare gliespropri, che in questo caso sono di urgen-za e quindi si potranno fare anche in cor-so d'opera - spiega il consigliere Vittorio Al-veti, consigliere Pd, promotore anni fa del-

l'asse viario - Di solito si espropria qualco-sa in più, così garantisco che anche se spo-sto la strada non c'è bisogno di altre va-rianti, e se entro cinque anni il terreno non

viene utilizzato può essere sempre resti-tuito al proprietario".

Procedure agevolate che al momentodanno come unica certezza la data di ini-zio lavori. "Per fare tutto e arrivare in can-tiere servono altri 6-7 mesi - precisanodall'ufficio dell'assessore - I lavori dovreb-bero iniziare entro fine anno, tra novem-bre e dicembre". Un tempo forse troppolungo, su cui Alveti chiosa dicendo che"le grandi opere non si cominciano a no-vembre, quindi spero che i lavori inizinoprima". Intanto i cittadini del quartierenon sono rimasti inermi ad aspettare. Un

gruppo di cittadini ha deciso di inviareuna lettera al sindaco Alemanno per chie-dere la pavimentazione della strada, al-legando le firme di quanti più cittadinipossibile. "In un solo giorno già 60 per-sone hanno sentito la necessità di unirsia questa iniziativa - dice Tiziano Moglio-ni, portavoce dell'iniziativa partita su Fa-cebook - Questo è sintomo di un males-sere diffuso della zona".

L'evento, che come precisato dagli orga-nizzatori non ha nessun colore politico manasce come una protesta figlia dell' "esa-sperazione e voglia di trovare una soluzio-ne", si sta già estendendo ai quartieri vici-ni che versano nelle stesse condizioni. Piùvoci, per far arrivare in Campidoglio un di-sagio da troppo tempo trascurato.

ANNA GIUFFRIDA

Castelverde, strada facendo?LE STRADE DISSESTATE E ORMAI IMPRATICABILI DI CASTELVERDE ATTENDONO DA

ANNI UN INTERVENTO. E DA ANNI UN ALTRO ASSE VIARIO DEL QUARTIERE ASPETTA

DI DIVENTARE OPERA PUBBLICA, LA PARALLELA DI VIA MASSA SAN GIULIANO. PER

ADESSO POCHE CERTEZZE, E TANTE VARIANTI E COMPLICANZE.

In ogni quartiere, specie se di periferia,dovrebbero esserci dei centri di aggre-gazione per la gente. Centri che per-

mettano di poter uscire dalle proprie casee consentano di socializzare con gli altriabitanti della zona. Questo è ciò che man-ca a Colle Monfortani, piccolissimo quartie-re di 1.000 abitanti circa che sorge su viaPrenestina tra Prato Fiorito e Colle Prene-stino.

Il sogno per gli abitanti del quartiere sichiama centro polifunzionale, ovvero uncentro dove poter mettere all'interno varieattività, e che possa fungere da spazio diaggregazione per tutti. Per molto tempoquesto è rimasto solo un sogno, ora peròqualcosa potrebbe cambiare.

"Nel 2001 il municipio individuò un'area

dove sarebbe dovuto sorgere il centro po-lifunzionale - spiega Franco Boccia, presi-dente dell'associazione consortile per il re-cupero urbano di Colle Monfortani - e stan-ziò circa € 400.000 per la realizzazione. Daverifiche fatte però il terreno risultò deglieredi Vaselli, per cui non avendo più la di-sponibilità dell'area il finanziamento fu spo-stato su altre necessità."

Come venne risolto questo proble-ma delle aree?

"Nel 2005 i Vaselli con una convenzionecedettero al comune circa tre ettari di ter-reno, che erano quelli che servivano per larealizzazione del piano. Successivamenteperò il comune con la delibera 53 incaricòi consorzi della realizzazione delle opereprimarie, la viabilità, l'illuminazione e le fo-gne".

Per cui il centro polifunzionale po-trà essere realizzato solo al terminedelle opere primarie?

"Si chiamano primarie perché vanno rea-lizzate prima rispetto a tutte le altre. Noicome associazione consortile cercheremodi fare il possibile affinchè dopo le opere diurbanizzazione primarie si realizzi il cen-tro polifunzionale. Come e quando ancoranon lo sappiamo perché questo dipenderàdal comune, ma noi ce la metteremo tut-ta".

All'interno del centro polifunzionale do-vrebbe esserci anche uno spazio da poterutilizzare per il centro anziani. Fondamen-tale per un quartiere così piccolo. "Nel 2002decidemmo di comune accordo di creareun centro anziani appoggiandosi nei loca-

li della chiesa - racconta Piero Spagniuoloex presidente del centro anziani - per unperiodo di tempo limitato, in quanto si sa-peva che nel giro di qualche anno avrebbe-ro costruito il centro polifunzionale e noi de-gli anziani ci saremmo potuti spostare lì".

Come andarono invece le cose?"La cosa partì bene, ci fu una bella inau-

gurazione ed arrivammo a circa 200 iscrit-ti. Iniziammo la nostra attività e la portam-mo avanti per qualche mese con grandesuccesso. Organizzammo degli spettacolidi cabaret a cui vennero ad assistere 400persone circa. Successivamente i preti tor-narono sui loro passi, togliendoci la dispo-nibilità dei locali".

Quindi vi siete visti costretti ad in-terrompere l'attività?

"Questo comitato del centro anziani oraè dormiente. Nel momento in cui si farà ilcentro polifunzionale si darà di nuovo vitaal centro anziani".La realizzazione del cen-tro sarebbe sicuramente un salto di quali-tà per tutto il quartiere, e potrebbe esse-re un valido punto di aggregazione sia peri giovani che per i meno giovani. Ci augu-riamo che questo possa avvenire al più pre-sto. PAOLO LUSTRI

SONO RIPRESI I LAVORI PER LE OPERE PRIMARIE ED ORA SI PENSA AL FUTURO

COLLE MONFORTANI. Il sogno del centro polifunzionale può diventare realtà

Page 15: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

PRENESTINO - COLLATINO NUMERO 5 ANNO IV 15

Un asilo nido, un centro giovani e uncentro anziani. E ancora, l'illumina-zione delle traverse di via Fosso del-

l'Osa e l'asfaltatura di quest'ultima. Sonoquesti alcuni dei progetti, finanziati dal con-sorzio Villaggio Prenestino, che puntano ariqualificare la vita di tutto il quartiere.

Si è partiti dagli interventi più urgenti,come i lavori di sistemazione di via Fossodell'Osa prevedendo la realizzazione di mar-ciapiedi, illuminazione e raccolta delle ac-que chiare, ed è stato presentato un pro-getto di illuminazione pubblica per le tra-verse che rappresentano l'80% delle stra-de del quartiere. "E' intervenuta la commis-sione circoscrizionale e ha deciso quale stra-da illuminare - chiarisce Fabio Capitanelli,del consorzio Villaggio Prenestino - Quindinon è stata una libera scelta del consorzio,ma è stato su indicazione dell'ottavo mu-nicipio".

Alcuni degli interventi su via Fosso del-l'Osa guardano non solo alla sicurezza dichi transita lungo l'asse viario principale,ma anche a chi abita lungo questa trafficastrada. "Dobbiamo fare il fondo stradale avia Fosso dell'Osa e lo faremo drenante, ti-po Anas - spiega Capitanelli - Ci deve arri-vare l'approvazione del dipartimento del co-mune e a quel punto gratteremo la strada,livelleremo le feritoie e si rifarà il palchettostradale. Sarà alto 40 centimetri e non 20,perché al momento le case lungo via Fos-so dell'Osa vibrano, facendo spostare i piat-ti sui tavoli".

Si è pensato anche di fornire servizi dicui il quartiere è carente. A fine gennaio diquest'anno è stato presentato dal consor-zio, e ha superato già la conferenza dei ser-vizi, uno dei progetti più urgenti da realiz-zare: l'asilo nido. "Una struttura per 60 po-sti, che prevede tra i vari interventi la crea-zione di una zona per far transitare gli scuo-labus e 50-70 posti auto - dice Capitanel-li - Entro l'anno dovrebbero partire i lavo-ri per l'asilo nido, ma tutto dipende dai tem-pi di approvazione del comune".

Anche il centro anziani sarebbe dovutopartire al più presto, ma come precisatoda Capitanelli "non posso mandare avantil'opera perché non c'è la copertura finan-ziaria". E aggiunge "L'asilo, i parcheggi el'asfaltatura drenante hanno comportatospese in più. Dovrebbe entrare nelle cas-se del consorzio un altro milione e mezzoda uno dei costruttori associati, ma al mo-mento ha versato solo 300mila euro".

Una copertura finanziaria che manca inparte anche al progetto del centro giovani.Una struttura, finanziata anche dalla Regio-

ne per un milione di euro, che promette didare nuovi spazi culturali ai giovani non so-lo di Villaggio Prenestino ma anche dei quar-

tieri vicini. Un teatro, con palco movibileper seguire in estate gli spettacoli anche inesterno, una sala registrazione, sala musi-ca e anche una biblioteca.

I lavori per il centro, che sorgerà tra viaBalzolano e via Rocca di Botte, sono statigià dati in appalto. "Il milione e mezzo adisposizione è stato assorbito dalla costru-zione e dalle spese di progettazione e si-curezza, quindi non avremo la coperturaper arredarlo. Ci stiamo muovendo per re-perire 200mila euro - prosegue Capitanel-li - Io penso che portare il teatro in perife-ria soddisfi la maggior parte dei cittadini

del quartiere e delle zone vicine, perchéqua non c'è".

Il consorzio parlerà di questi e altri pro-getti con i cittadini in un'assemblea pubbli-ca, prevista entro il prossimo 30 marzo. "E'nostro costume fare l'assemblea con i cit-tadini, soci e non soci, perché il parere de-ve venire da tutti i cittadini e da tutte le re-altà presenti sul territorio" conclude Capi-tanelli. ANNA GIUFFRIDA

NUMEROSI PROGETTI, ALCUNI GIÀ DATI IN APPALTO ALTRI IN FASE DI AP-PROVAZIONE, PRESENTATI DAL CONSORZIO DI VILLAGGIO PRENESTINO, PRO-SPETTANO UN QUARTIERE RIQUALIFICATO E ATTREZZATO. IN ATTESA CHE SI

AZIONINO LE PRIME RUSPE.

NELL'ULTIMA ASSEMBLEA PUBBLICA, ORGANIZZATA

DAL CONSORZIO DELLE VALLI TRA LUNGHEZZA E VIL-LAGGIO PRENESTINO, SI È FATTO IL PUNTO SUL

GRANDE PIANO DI RIQUALIFICAZIONE DELLA ZONA.MA SENZA IL RESTANTE 20% DI ADESIONI, TUT-TO RISCHIA DI FINIRE IN UN NULLA DI FATTO.

Inizia a prendere forma, negli uffici dell'ar-chitetto Paolo Pagnani, il nuovo quartiere checomprenderà le zone tra Valle Pantanella, Val-le della Cabina e Vallelunga.

Un'area al momento priva di servizi essen-ziali, quali acqua luce e gas, che punta a di-ventare un territorio attrezzato anche graziealla partecipazione degli stessi cittadini. "Ab-biamo raggiunto il 55% di adesioni e questo èmolto importante - dice Pagnani, responsabi-le del progetto - ma dobbiamo raggiungerequesto famoso 75%, per mandare avanti il pia-no al comune". Ad un mese e mezzo dalla con-segna del progetto, prevista intorno al 20 apri-le, cresce l'ansia di trovare nuovi iscritti. "A

Lunghezza alcuni ancora non hanno aderito equesto ci penalizza - spiega Vittorio Pardossidel consorzio - Quelle abitazioni fanno cuba-tura e a noi serve ancora più gente per arri-vare al 75%. Lì hanno un amministratore chedice di non volere aderire perché loro hannotutti i servizi, e a breve anche le fogne. Quin-di proveremo a fare una riunione al diparti-mento, per cercare almeno di tirare fuori quel-la zona dal piano".Nonostante il toponimo sia"difficile, perché partiamo da un nucleo picco-lo che diventa molto più grande", a rassicura-re i cittadini presenti all'assemblea pubblicadello scorso 11 marzo ci sono gli impegni diMarco Di Cosimo che ha invitato tutti gli iscrit-ti a "fare le verifiche del piano e guardare co-me diventa il quartiere con i servizi, ed io perquello che posso cercherò di velocizzare i tem-pi di approvazione". In attesa delle indispen-sabili adesioni, l'appuntamento è stato rinno-vato a giugno. ANNA GIUFFRIDA

Continua la diatriba tra i residenti di Prato Fiorito e il Comune diRoma sulla questione scuolabus. Sembra proprio che molti bam-

bini di questo quartiere siano destinati a raggiungere la scuola del-l'obbligo con mezzi pubblici o con mezzi propri. "Ho inviato la do-manda per usufruire del servizio di trasporto scolastico ma, solo duegiorni prima dell'aperture della scuola, sono stata informata che miofiglio non potuto usufruire del servizio perché non era in possessodei requisiti", spiega Anna Cascioli, una mamma. "Ho due figli, unopuò prendere lo scuolabus e l'altro no!", commenta sconcertataPaola Lalle. I requisiti previsti sono: mancanza di sede scolasticanella zona di provenienza degli alunni, frequenza della scuola più vi-cina all'abitazione e mancanza di mezzi pubblici (ATAC o COTRAL)per raggiungere la scuola di appartenenza. Quindi tutti i bambini di

Prato Fiorito dovreb-bero vedere garan-tito il servizio! "I no-stri figli devono fareun chilometro a pie-

di prima di raggiungere la piùvicina fermata dei mezzi pub-blici. Ci hanno detto che abbia-mo disposizione i mezzi pubblici, ma sul-le poche fermate presenti in via Avola, nonesiste una pensilina, un marciapiede. Nien-te", commenta Giuseppe Bellusci. "Non èpossibile che i bambini delle elementari odell'asilo debbano percorre chilometri apiedi su delle strade che sono sprovvistedi marciapiedi", tuona Sergio Pesci.

Quanto si dovrà scendere in basso pri-ma di vedere finalmente un servizio fun-zionare? Per i nuovi iscritti alle scuole c'ètempo di presentare la domanda fino al31 marzo 2011 e fino a quel momentotutto può ancora succedere.

ANDREA CAVADA

PRATO FIORITO. LO SCUOLABUS LASCIA I BAMBINI A PIEDI. NONOSTANTE LE PROTESTE ARRIVATE INMUNICIPIO, ANCORA CI SONO BAMBINI CHE NON POSSONO USUFRUIRE DEL SERVIZIO SCUOLABUS PERCHÉNON RIENTRANO NEI PARAMETRI PREVISTI.

Villaggio Prenestino, nuovo quartiere in arrivo

VALLE PANTANELLA. CACCIA ALLE ADESIONI PER RIQUALIFICARE

PRATO FIORITO, LO SCUOLABUS UN DIRITTO DI POCHI

Sono cominciati i lavori di asfaltatura di viaFosso dell'Osa nella notte del 15 marzo.

Lavori che sembrano essere una risposta allecontinue protestedei cittadini. Lavo-ri che con tuttafranchezza non po-tevano non inizia-re. Via Fosso del-l'Osa era diventa-to quasi il simbolo della vergogna. Buche pro-fonde, strada dissestata e crepe. E allora l'am-ministrazione ci mette le toppe. Già le toppeperché di toppe si tratta, visto che si sta sola-mente gettando l'asfalto su un manto che in-vece andrebbe totalmente ripristinato. Ora an-che i cittadini di Castelverde aspettano perlo-meno qualche rattoppata …. ALESSIO CARTA

VIA FOSSO DELL'OSA. INIZIANO I LAVORI

FOTO DI ALESSIO CARTA

Fabio Capitanelli. Sopra ilprogetto del centro, a sini-

stra un rendering

Anna Ca-scioli, Giu-seppe Bel-lusci, Pao-la Lalle, Paola Cagnoni eSergio Pesci. In alto la riu-nione del CdQ

Page 16: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

PRENESTINO - COLLATINONUMERO 5 ANNO IV16

Sono passate quasi due settimane dal

consiglio straordinario che ha rivolu-

zionato gli equilibri interni nel consor-

zio Giardini Corcolle. Quando Agostino Tar-

di ha preso la parola e, rivolto ai cittadini,

nel presentare le sue dimissioni ha sugge-

rito provocatoriamente di chiedere al con-

sorzio che fine avessero fatto i soldi che era-

no stati versati, in quel momento la sensa-

zione della gente è stata quella di essere

stati esclusi da troppe vicende e attività del

consorzio.

Contattato dalla nostra redazione, il pre-

sidente del comitato di quartiere Francesco

Saltini ha spiegato quanto finora sia man-

cata ai cittadini una corretta informazione.

"Il consorzio, a mio modo di vedere, avreb-

be dovuto informare di più la gente. In pas-

sato, abbiamo sentito che i soldi del con-

sorzio di Giardini Corcolle erano finiti addi-

rittura a Castelverde facendo allarmare le

persone - dice Saltini - Noi non abbiamo

mai messo in dubbio l'operato e l'efficacia

del consorzio, ma abbiamo chiesto di infor-

mare la gente di tutte quelle azioni e pro-

getti che si possono realizzare con questo

strumento. D'altronde è giusto farlo, so-

prattutto quando si gestiscono dei soldi".

Opere di cui i cittadini venivano a sape-

re solo in via di realizzazione, con i lavori

visibili, e in fase già avanzata. Nessuna as-

semblea pubblica è stata organizzata, che

rendesse noti i progetti, i finanziamenti di-

sponibili e l'eventuale approvazione e ini-

zio dei lavori. Un inspiegabile silenzio che,

alla fine, ha scardinato il consorzio stesso.

Una decina di soci si sono dimessi, dopo le

prime vere dichiarazioni pubbliche dei con-

sorziati.

Ma che fine hanno fatto questi soldi? "Ci

sono state un insieme di situazioni, non ul-

timo e meno importante il fatto che per pa-

recchio tempo i fondi dei consorzi sono sta-

ti bloccati, per essere sbloccati mi sembra

circa un anno fa - aggiunge il presidente

del comitato di quartiere - Probabilmente

perché bisognava capire questi toponimi

come andavano gestiti. Aver capito e chia-

rito come stavano le cose non è stato ma-

le, ma questo ha comportato confusione tra

la gente. Quello che ora i cittadini lamen-

tano è che non sanno nulla dei soldi versa-

ti: se ci sono ancora e che uso se ne farà".

In seguito al terremoto interno al con-

sorzio, il presidente Franzini ha per il mo-

mento sospeso il suo impegno per i proget-

ti in fase di approvazione nel quartiere. A

fugare ogni dubbio è intanto il presidente

dei consorzi di Roma, Luciano Bucheri. "A

Giardini Corcolle è previsto un parco, due

piazze e un giardino posizionato al centro

del quartiere - spiega Bucheri - C'è anche

un progetto a Corcolle est per fare una pa-

lestra. Tutti questi progetti sono stati pre-

sentati insieme e tra poco saranno appro-

vati. I soldi per realizzare la palestra al mo-

mento non ci sono. Si è concordato allora

con l'assessore Ghera di fare i giardini su-

bito, perché i fondi ci sono. Quando arrive-

ranno altri soldi, faremo l'altro". E aggiun-

ge "Chi si è dimesso, dicendo certe cose,

ha torto. Perché i soldi li controlliamo noi e

li abbiamo in banca. Il problema in alcuni

quartieri è che ci sono singoli che portano

i problemi loro".

Screzi o voci di quartiere, finora l'infor-

mazione per i cittadini non è passata di qua.

Al consorzio spetta di decidere come gesti-

re in futuro la sua attività, evitando inutili

sospetti e grattacapo. ANNA GIUFFRIDA

Giardini di Corcolle, opere, soldi e disinformazioneIN SEGUITO ALLE POLEMICHE SCOPPIATE SULLE DICHIARAZIONI DEL SOCIO DIMISSIONA-RIO DEL CONSORZIO AGOSTINO TARDI SULL'USO FATTO DEI SOLDI DEI CITTADINI, NEL COR-SO DEL CONSIGLIO STRAORDINARIO, IL QUARTIERE CHIEDE DI ESSERE INFORMATO SULLE

ATTIVITÀ E I PROGETTI DEL CONSORZIO. INTANTO LUCIANO BUCHERI METTE A TACERE I

PETTEGOLEZZI SULLA SORTE DEI FONDI.

HAI CAPITO IL CENTRO ANZIANI DI CORCOLLE!

“Siamo qui da sei anni ormai - spiega An-gela Maruca, presidente di questo cen-

tro dal 2008 - questo servizio fu fortemente vo-luto e realizzato dall'ex giunta Celli e propriograzie a questo spazio oggi possiamo svolge-re tantissime sane attività".

Oltre ad Angela a gestire le attività ed anchel'economia del centro ci sono altri sei consiglie-ri, insomma una grande squadra che lavora (an-che se tutti i membri sono in pensione da tem-po) per un unico motivo: migliorare la qualitàdella vita degli anziani che troppo spesso ven-gono abbandonati dalla società, dalle istituzio-ni e purtroppo anche dalle loro famiglie. "E' unagioia poter vedere tante persone che ritornanoa sorridere - continua Angela - grazie anche anoi questi "vecchietti", compresa io, ci sentia-mo parte di qualcosa e possiamo impegnare ilnostro tempo". Il centro è aperto sette giorni susette ed ogni giorno al suo interno vengono svol-

te molte attività come: gin-nastica per il risveglio mu-scolare, educazione moto-ria, ascolto di musica e poila domenica mattina il cen-tro si trasforma in una sortadi bar e offre il caffè a tutti.Ma le attività più sorpren-denti che Angela ed il suo team svolgono sonodedicate ai bambini. Infatti tutti i pomeriggi sisvolge la danza ed il teatro per i bambini, poi afine anno tutti i piccoli ballerini ed attori si dilet-tano in un saggio. È incredibile come in questocentro si siano riuscite ad unire due generazio-ni così lontane tra loro! "Oltre tutte queste atti-vità - racconta Angela, - qui festeggiamo tuttele feste comandate come quella della donnaper esempio e ci stiamo preparando per quel-la del papà, offriremo i bignè a tutti".

Angela ed "i suoi" sono riusciti ad otteneredal comune un pullmino che hanno adibito anavetta che carica tutte le persone senza autoper il quartiere e le porta direttamente al cen-tro. Questo pullmino è dovuto rimanere fermoper un po'perché non c'erano fondi per l'assi-curazione e allora tutti i membri hanno chiestoaiuto alle attività commerciali della zona propo-nendo di usare il furgone per farsi pubblicità. Icommercianti hanno accettato, dando ognunouna piccola quota con cui è stata poi pagatal'assicurazione. "Così oggi tutti sanno che quelfurgone pieno di adesivi pubblicitari è il servizionavetta del centro anziani" - commenta Ange-la. Il centro anziani in questi sei anni ha vistoaumentare in maniera esponenziale i suoi so-ci. Oggi infatti esiste un grande problema: il cen-tro non può ospitare più di 50/60 persone e nonha modo di espandere queste attività ad altrepersone. "Non voglio mandare via la gente, ma

qui oltre un certo numero dipersone non si entra più" - com-menta sconfortata Angela. Que-sto centro è la dimostrazione

che un servizio gestito dai cittadini funziona al-la grande mentre quelli gestiti dalle istituzionistentano a decollare. ANDREA CAVADA

IN VIA DEL FRONTONE, AL CIVICO 235, IL CENTRO ANZIANI C'È E FUNZIONA. GIRANDO GI-RANDO ALLA FINE UN SERVIZIO PER LA COMUNITÀ IN QUESTA ESTREMA PARTE DELLA PERIFE-RIA ROMANA ALLA FINE SI TROVA.

Sta per nascere una nuova discarica. Nel quar-tiere di Giardini di Corcolle, all'interno del cen-tro abitato. Più precisamente nei pressi dellacosiddetta "seconda piazza", un grande incro-cio soprannominato in tal modo dalla gentedel posto, dopo piazza Mondavio, è possibilenotare una vera e propria discarica di rifiuti divario genere tra cui calcinacci, piante potateda privati, sanitari, bottiglie in plastica e in ve-tro, pezzi di compensato, pacchetti di sigaret-te e simili depositati da persone non identifi-cate ai bordi di una strada del centro abitato.Quello che viene da chiedersi è come mai gliindividui che hanno gettato tali rifiuti per stra-da non li hanno buttati all'interno degli appo-siti cassonetti? E come fanno queste personea non avere in se un minimo di senso civico eun po' di rispetto per l'ambiente che hanno in-torno? Le risposte a queste domande non so-no state trovate. EVANGELISTI MATTEO

CHE TU ABBIA VITA BREVE!

LE ALTRE FOTO SU FACEBOOK: LA FIERA DELL’EST

Page 17: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

PRENESTINO - COLLATINO NUMERO 5 ANNO IV 17

E’stata una mattinata all'insegna

del senso civico e della collabo-

razione. Decine di cittadini han-

no accolto il nostro invito e hanno parte-

cipato, carichi di buona volontà, alla pu-

lizia del parco giochi di Villaggio Prene-

stino.

Le condizioni del parco ci erano state se-

gnalate da un nostro lettore, Pietro Lucci,

che ci ha proposto di organizzare l'iniziati-

va. Noi ovviamente abbiamo risposto: 'Pre-

sente!' e con noi anche alcuni cittadini.

Hanno partecipato i ragazzi del Centro

Giovani Saltafosso, il gruppo dell'associa-

zione Genitori Scuola Insieme, alcuni del-

l'Associazione Svalicando le Montagne, il

promotore Pietro Lucci, qualche cittadino

semplice e gli amici del Comitato di quar-

tiere di Corcolle. Unica nota dolente l'as-

senza dei cittadini di Villaggio Prenestino,

che spesso si sono lamentati delle condi-

zioni del parco, ma che al momento di par-

tecipare non hanno risposto come spera-

vamo all'invito. Da evidenziare la presen-

za degli amici di Corcolle che hanno dimo-

strato che il verde è un bene pubblico e co-

mune. Che non si deve pensare esclusiva-

mente al proprio orticello.

In questo caso i cittadini di Villaggio Pre-

nestino hanno perso l'occasione di preoc-

cuparsi anche solo del proprio. L'iniziativa

era stata pubblicizzata tramite il social net-

work Facebook, tramite il nostro giornale

e per mezzo di locandine affisse in tutti i

bar del quartiere. Anche alcuni membri del-

l'amministrazione municipale hanno accol-

to il nostro invito: Daniele Grasso, consi-

gliere PD, Antonio Villino (PdL), presiden-

te della Commissione Cultura, che tra l'al-

tro si è impegnato, con il supporto dell'As-

sessore Madama, ad inviare i mezzi del-

l'Ama per pulire l'area del parcheggio an-

tistante il parco (intervento effettuato il 12

marzo), con la promessa di realizzare a

breve anche l'intervento di potatura del

verde.

Un ringraziamento speciale va a Villino

che si è fatto carico delle carenze dell'am-

ministrazione. Sono passati a salutare an-

che i consiglieri Cremonesi (PD) e Mastran-

geli (ApI). Apprezziamo la presenza e il

sostegno morale, aspettandoli con guan-

ti, rastrello e sacchi al prossimo appunta-

mento. Nel parco abbiamo trovato rifiuti

di vario tipo, specialmente alimentare. Il

dato positivo è che non sono state trova-

te siringhe. Tra frutta, vegetali, pneuma-

tici, bottiglie, pannolini, specchietti retro-

visori e cartaccia di vario genere, il grup-

po ha lavorato in allegria e solidarietà. Rin-

graziamo il fotografo ufficiale dell'iniziati-

va Fabrizio Carta che con i suoi scatti ha

fatto in modo che questa giornata rima-

nesse impressa nella memoria.

Prossimo appuntamento il 3 aprileore 10 al parco di Villaggio Falcone invia Caterina Usai. Questo è stato so-lo l'inizio… Per continuare abbiamobisogno di tutti voi!

FEDERICA GRAZIANI

MISSIONE COMPIUTA!!!L'INIZIATIVA DAL TITOLO 'LA FIERA DELL'EST SI RIMBOCCA LE MANICHE …. FALLO CON NOI!' È STATA UN SUCCESSO. UNA QUARANTINA DI CITTADINI, INSIEME AD ALCUNI COMPONENTI DELLA NOSTRA REDAZIONE, E QUALCHE CONSIGLIERE MU-NICIPALE, NELLA MATTINATA DEL 6 MARZO HANNO PULITO IL PARCO IN VIA TORRICELLA SICURA, A VILLAGGIO PRENESTINO.

PRIMA... ...E DOPO

Foto di Fabrizio Carta

Page 18: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

PRENESTINO - COLLATINONUMERO 5 ANNO IV18

Pecore, uomini e cani pastore. Sono

loro gli inquilini stabili della verde

abetaia, posta al confine tra l'area

del piano di zona Lunghezza C2 e i terreni

Caltagirone.

Un insediamento che negli ultimi mesi si

è trasformato in un'attività in piena espan-

sione e che ha messo in allarme i cittadini

del quartiere. "Abbiamo fatto una segna-

lazione, che è stata solo protocollata da Di

Maggio, all'amministrazione e ai vigili per

informarli della pericolosità di questa situa-

zione - spiega Federico Verdicchio, presi-

dente del comitato di quartiere - Lì spesso

viene acceso anche il fuoco e dentro un bo-

sco è inammissibile che ci sia una situazio-

ne del genere, con il pericolo per loro e per

noi".

Nei giorni di freddo gli accampati si so-

no spesso scaldati, come notato da alcuni

abitanti del quartiere, bruciando cumuli di

rifiuti e sollevando le proteste di chi la se-

ra convive con la puzza e la paura delle tos-

sine rilasciate dalla combustione. Ma quel-

lo che risulta una beffa, a chi da mesi at-

tende la realizzazione dei servizi primari e

di tante opere pubbliche, è doversi doman-

dare "come possano avere acqua e luce da-

to che nel piano di zona Castelverde B4 ci

sono palazzine senza questi essenziali ser-

vizi". Domande che nell'ultimo anno sono

aumentate, allo svilupparsi incontrollato di

questi insediamenti. Da quando via Mejo

de gnente era una strada sterrata a quan-

do è stata asfaltata e resa transitabile, è

proseguito il pascolo di pecore e di cani su

tutta la zona con la rabbia dei cittadini nel

dover assistere al degrado della zona.

Le discariche avanzano lungo Fosso Ben-

zone e "molti alberi dell'abetaia si stanno

rovinando e seccando, perché chissà che ci

buttano" precisa Verdicchio. Sospetti e pau-

re, come quelle legate ai numerosi furti che

negli ultimi giorni hanno interessato tante

case del quartiere, e che nessuno si è mai

interessato di fugare con dovuta chiarezza.

Per chi non ha uno spazio verde dove

possano giocare i bambini, potrebbe dare

un senso di quartiere a chi abita a Colle de-

gli Abeti, non è possibile accettare di ab-

bandonare al degrado una delle aree di ver-

de pubblico attrezzato della zona. "Quello

è terreno del piano di zona e in base al pro-

getto dovrebbe sorgere una zona per ser-

vizi di pubblica utilità - dice Verdicchio - Ma

d'altronde anche Largo Di Miccoli doveva

essere la piazza del quartiere e invece non

hanno previsto neanche l'illuminazione. Ba-

sterebbero anche qui quattro panchine, dei

lampioni e qualche gioco per i bambini e

potrebbero dire di aver fatto il minimo per

far vivere un po' il quartiere". Quel minimo

indispensabile, che ancora nessuno qui rie-

sce a garantire. ANNA GIUFFRIDA

Lunghezza C2, il degrado nella terra di nessuno PICCOLE DISCARICHE

CRESCONO

GLI INSEDIAMENTI DI PECORE E PASTORI, NOTI A CHI VIVE A LUNGHEZZA C2, A COLLE

DEGLI ABETI, STANNO INGRANDENDOSI SUSCITANDO LA RABBIA DEI CITTADINI. GLI AL-LOGGI DI FORTUNA NEI CAMPER E I FUOCHI ACCESI PER SCALDARSI SONO STATI SEGNA-LATI PER LA PERICOLOSITÀ. LA RICHIESTA È STATA PROTOCOLLATA.

Villa Alfonsina un tempo era un grande

polmone verde, oggi quei dieci ettari

di verde tra il quartiere di Ponte di Nona e

quello di Villaggio Prenestino, si sono tra-

sformati in una grande discarica a cielo aper-

to, che affaccia proprio davanti all'istituto

comprensivo "Giovanni e Francesca Falco-

ne".

Di certo nel territorio di Roma est questa

non è l'unica discarica esistente che si af-

faccia davanti ad una scuola (vedi ex - Ci-

riello. in via Don Primo Mazzolari. ndr.). "Ar-

rivano i camion dei cantieri e scaricano!",

racconta Lionello Mazzoni un cittadino che

in questa valle un tempo organizzava escur-

sioni. Non si può dar torto a Lionello, in que-

sto posto da anni è cominciata e va avanti

, una feroce cementificazione che ha pian

piano distrutto ettari di verde per fare spa-

zio ad un nuovo gigantesco quartiere resi-

denziale. Proprio i camion di quei cantieri

scaricano immondizia di tutti i tipi nella pia-

na poco sopra alla valle, davanti agli occhi

degli alunni della scuola "Falcone", (come

per dire "ragazzi questo è il futuro che vi

attende, tra "monnezza" e cemento"). Qui,

di giorno, i camion dei vicini cantieri arriva-

no e scaricano laterizi e detriti, ma di not-

te le cose cambiano, perché se di giorno

questi camion si limitano a scaricare detri-

ti ed avanzi di cantiere, è la notte che av-

viene lo scempio, perché si cominciano a

scaricare anche rifiuti tossici.

Qui tra i tanti cumuli di rifiuti non è per

niente difficile scorgere fusti di petrolio, al-

cuni vuoti mentre altri ancora sono pieni di

liquame e bitume. Il cemento dei palazzi e

questa enorme bomba ecologica, stanno

letteralmente divorando gli alberi secolari

ed il verde che una volta caratterizzavano

questa zona, ma soprattutto stanno por-

tando via il futuro di quegli scolari che tut-

ti i giorni sono costretti ad essere spettato-

ri di questo orrendo spettacolo che questi

balordi mettono in scena tutti i giorni. I ri-

fiuti (pneumatici usati, lastre di eternit, car-

casse di motorini e automobili, sedili smon-

tati e ancora mobili, cassette di legno e ac-

ciaio.) ormai ricoprono gran parte di quel-

la che un tempo era una verde e rigoglio-

sa valle, attraversata da un torrente che a

causa della "monnezza" accumulata in al-

cuni punti ha costretto l'acqua a trovare al-

tre vie di sbocco. In questa valle di quasi

dieci ettari, il degrado aumenta ogni gior-

no in maniera esponenziale. Una lettera è

stata inviata al comandante dei vigili dell'

VIII municipio, per portarlo a conoscenza

della tragica situazione, dal consigliere Nan-

ni, il quale presenterà anche un' interroga-

zione in aula di Consiglio Comunale.

Mentre si aspetta che la burocrazia che

caratterizza il mondo delle istituzioni por-

ti qualche risultato, i ragazzi sono costret-

ti a crescere prima del tempo e a capire co-

sa significa essere considerati cittadini di

serie B. In questo municipio sembra che né

il presidente della commissione ambiente

né l'assessore esistano. E se ci sono è evi-

dente che sono poco interessati al proble-

ma, perché lo scempio continua ed il de-

grado avanza. ANDREA CAVADA

Castelverde, Villaggio Prenestino e Lunghez-za sono uniti da un comune denominatore:

le discariche e i rifiuti. Le strade sono dissemi-nate di buste e cartacce di vario genere, cosìoramai questo panorama di degrado rappresen-ta la normalità e nessuno si stupisce che i quar-tieri ne siano invasi: ci si passeggia accanto sen-za neanche farci più caso. Eppure i secchionidella spazzatura non mancano.

Il problema non riguarda solo le bottiglie diplastica, che sono quelle che vanno per la mag-

giore, ma anche altri tipi di rifiuti. Per le strade sitrova davvero di tutto, dai pannolini sporchi deibambini (ci si chiede a chi venga in mente di get-tarli per terra o tra i rovi oppure chi sia solito cam-biare i bimbi per strada) alle scarpe vecchie, daicartoni ai paraurti delle automobili e chi più neha più ne metta. Ci sono poi le numerosissimebottiglie di birra, di spumante e di vino che ven-gono lasciate sui muretti in bella mostra. Non sitratta quindi solo di semplici "cartacce", anzi,spesso si trovano anche vere e proprie buste ri-gonfie di spazzatura lasciate in posti ben visibi-li. L'inciviltà dilaga senza ritegno, tanto che c'èchi non si limita a buttare la spazzatura solo neiluoghi più appartati e si sono verificati casi in cuiqualche misterioso anonimo abbia abbandona-to sacchetti di rifiuti davanti all'entrata degli eser-cizi commerciali o agli angoli delle strade.

A testimonianza del fatto che alcune piccolediscariche non sono poi tanto nascoste, abbia-mo fatto un giretto in posti abbastanza frequen-tati o comunque ben visibili di Castelverde, Vil-laggio Prenestino e Lunghezza. Prima tappa delnostro tour è la mini discarica che si trova nelparcheggio sterrato in via Santa Maria di Lore-to, tra il parco della chiesa e la polisportiva, pro-prio di fronte al campo di calcio. Qui, addossatoal muro, accanto all'entrata, c'è un cumulo dispazzatura di vario genere tra cui un casco, deivestiti vecchi ed una valigia. Altro luogo in cuiqualcuno si è sentito in dovere di buttare la spaz-zatura è via Perano, la lunga via che collega Ca-stelverde a Villaggio Prenestino passando per ilfosso, dove si trova un angolo pieno di immon-dizia e materassi. Qua, per cercare di bloccareil fenomeno, il comitato di quartiere di Castelver-de ha dovuto affiggere un cartello che invita lepersone ad utilizzare gli appositi cassonetti del-l'immondizia o ad usufruire dello smaltimento dirifiuti ingombranti messo a disposizione dall'AMA.L'ultima tappa del nostro breve ma emblemati-co tour è a Lunghezza. Proprio dietro la ferma-ta dell'autobus di fronte alla stazione si possonoammirare giornali ammuffiti, bottiglie, buste diplastica, lattine ed ombrelli rotti abbandonati aibordi del guardrail e sul pendio del campo retro-stante.

Purtroppo queste mini discariche crescono ingrandezza (e in numero) perché se esiste chinon pensa due volte prima di gettare l'immondi-zia per strada, sicuramente ci sarà chi non si fascrupoli a buttare dove ormai è già "lecito". Vi-sta la situazione poi, non è poi tanto raro imbat-tersi in cartelli con su scritto "non è una discari-ca" che alcuni cittadini attaccano alle recinzioniper evitare che i passanti lancino rifiuti. A quan-to pare però questo non basta perché c'è anchechi, colto in flagrante, risponde in malo modo onel migliore dei casi fa finta di non aver né sen-tito né visto. CRISTINA CORI

UN TOUR TRA LE MINI DISCARICHE CHE GIAC-CIONO INDISTURBATE TRA I QUARTIERI DI CA-STELVERDE, LUNGHEZZA E VILLAGGIO PRE-NESTINO.

ANCORA UNA DISCARICA DI FRONTE AD UNA

SCUOLA NELL'VIII MUNICIPIO. I CAMION

CHE LAVORANO PER LA REALIZZAZIONE DEL

NUOVO CANTIERE SCARICANO DETRITI E RI-FIUTI TOSSICI DEVASTANDO UNA VALLE,MENTRE GLI ALUNNI DELLA "FALCONE" RE-STANO SCONFORTATI A GUARDARE.

VILLA ALFONSINA, LO SCEMPIO CONTINUA

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TORRI NUMERO 5 ANNO IV 19

Nella serata del 12 marzo, i Carabinie-ri del Nucleo Operativo della Compa-

gnia di Frascati hanno sequestrato un opi-ficio gestito da cinesi, arrestando i due ti-tolati per riduzione in schiavitù, favoreg-giamento dell'immigrazione clandestina eistigazione alla corruzione per aver tenta-to di corrompere i militari intervenuti.

Nei giorni precedenti i militari, dopo averricevuto alcune segnalazioni di abitanti delquartiere che avevano notato uno stranovia vai di furgoni che caricavano e scarica-vano merce, hanno eseguito alcuni servi-zi di osservazione in località Tor Bella Mo-naca, nei pressi di un capannone. I Cara-binieri allora hanno fatto scattare il blitz:all'interno del capannone sono state iden-tificate 12 persone, tra le quali tre clande-stine, che lavoravano in precarie condizio-ni igienico sanitarie, producendo capi d'ab-bigliamento da donna per griffe italiane.

Gli operai, che hanno raccontato ai mi-litari di lavorare fino a 18 ore al giorno, nel-

le brevi pause dal lavoro mangiavano edormivano negli stessi locali. Durante i con-trolli i due titolari, entrambi cinesi, un uo-mo 31enne con precedenti penali per fa-voreggiamento dell'immigrazione clande-stina e una donna 28enne, hanno iniziatoa raccogliere soldi tra gli operai da offrireai militari per farli desistere dal controllo.I locali sono stati sequestrati mentre i duearrestati sono stati tradotti in carcere e ri-sponderanno di "riduzione in schiavitù, fa-voreggiamento dell'immigrazione clande-stina e istigazione alla corruzione". Sono

in corso ulteriori indagini dei Carabinieriper accertare eventuali responsabilità pe-nali di altre ditte che commissionavano la-vori all'opificio gestito dai cinesi.

Il sequestro odierno è solo l'ultimo diuna lunga serie portato a termine dai mi-litari del Gruppo di Frascati nell'area sud-est della Capitale.

TORRE MAURA.

Raggiunto da un'ordinanza di sfrattominaccia il suicidio

LA CRISI CHE COLPISCE SEMPRE PIÙ LE FA-MIGLIE SI FA SEMPRE PIÙ SENTIRE E SEMPREPIÙ DI FREQUENTE SI ARRIVA A COMPIEREGESTI ESTREMI.

Un uomo raggiunto dall'ordinanza di sfrat-to si barrica in casa e minaccia il suici-

dio. É quanto è successo il 4 marzo scorsoall'altezza di via Casilina 1072, nel quartie-re di Torre Maura. L'uomo ha tenuto col fia-to mozzato un intero palazzo minacciandodi far esplodere tutto con delle bombole agas. Grazie all'intervento di cinque squadredi vigili del fuoco e dell' Italgas, che ha chiu-so il gas all'intero stabile, si è potuta evita-re la tragedia. L'uomo poi è stato portato viadalle forze dell'ordine

É la storia di una famiglia, come ce ne so-no tante in questo periodo, che non riesco-no ad arrivare a fine mese e nel nostro mu-nicipio la media di persone con un disagiosocio economico è di 73,6 su 100 (fonte Cen-sis) con un tasso di disoccupazione che va-ria tra il 21 e il 28 % per gli uomini per ar-rivare a toccare punte del 36% per le don-ne (fonte Camera del Lavoro, Roma).

E queste percentuali sembrano destinatea salire. Complice una crisi che non da tre-gua sono sempre di più le famiglie raggiun-te da ingiunzioni di sfratto.

Secondo la Cgil infatti la città col maggiornumero di sfratti è Roma e , sempre secon-do le stime elaborate dall'ufficio politiche abi-tative della Cgile nel gennaio scorso , neiprossimi 5 anni il numero degli sfratti permorosità potrebbe aumentare da 200 miladell'ultimo quinquienno a 250 milla. Per lostudio, ad aggravare la situazione, è ancheil mancato inserimento nel "milleproroghe"della sospensione degli sfratti per le "fascedeboli di popolazione".Si rischia così un au-mento delle famiglie povere e che quel ge-sto estremo di un uomo disperato non ri-manga una sporadica eccezione.

IN SEGUITO A NUMEROSI EPISODI VANDA-LICI AI DANNI DELL'ATAC E DEI PASSEG-GERI, FERMATI I RESPONSABILI: TRE RA-GAZZINI PER I QUALI LA DISTRUZIONE DEL-L'AUTOBUS DELLA LINEA 20 ERA IL PASSA-TEMPO PREFERITO.

Tra le disfunzioni che segnanoTor Bella Monaca, spicca in

controtendenza la linea 20 del-l'Atac: una linea il cui servizio è ilpiù efficiente della zona. A caden-ze regolari, e con una frequenzadi passaggio elevata, la linea col-lega il critico quartie-re con Tor Vergata,le sue facoltà univer-sitarie e il suo Policli-nico. Eppure, nean-che il puntuale ser-vizio offerto, ha ri-sparmiato la linea daun serie di aggressio-ni vandaliche che siripetono da qualchetempo.

Vetri rotti, sedili di-velti o danneggiati, estintori svuotati, mi-nacce ai conducenti e la preoccupazione deicittadini che di quella linea si servono quo-tidianamente, hanno dato il via alla ricercadei teppisti, coordinata dalla Questura diRoma e dalla società ATAC. In seguito aiprimi episodi, la dirigenza della società ditrasporto ha deliberato la presenza di alcu-ne guardie giurate a bordo dei mezzi presidi mira. Il costante controllo e la prontez-za delle volanti presenti sul luogo hannoportato ad identificare gli artefici degli attivandalici. L'8 marzo sono stati fermati trebaby teppisti, due di quattordici e uno ditredici anni.

Salivano alla fermata di via dell'Archeo-logia e davano sfogo alla loro inclinazionedistruttiva, provocando all'azienda un dan-no di circa trentamila euro, per i quali si stavalutando la richiesta di risarcimento. Nelfrattempo però sono immediatamente scat-tate le denunce, rispettivamente in Questu-ra e presso il Tribunale dei minori. Ma co-me sostenuto da Angelica Priolo, studen-tessa all'università di Tor Vergata: "Il pro-blema non è legato a questi episodi, mastrutturale. Fermati questi tre ragazzini, fra

un mese ce ne saranno altri. Bisogna agi-re a livello culturale, altrimenti in ambien-ti come questo il bene pubblico ne farà sem-pre le spese". Una punta di soddisfazionein più traspare invece dalle parole delle per-sone più adulte, come Giuliano Volpetti,

operaio di Tor Vergata: "Final-mente li hanno presi. Non puòessere che si deve temere an-che a bordo dei mezzi pubbli-ci, è un'indecenza. Più di unavolta ho visto sedili rotti, obli-teratrici sradicate. Finalmen-te qualcuno è intervenuto".

I danni ai veicoli dell'Atac

ammontano a circa 30.000 euro, per i qua-li l' azienda sta valutando di chiedere il ri-sarcimento.Oltre al danneggiamento deimateriali aziendali, infatti, ci sono anchequelli provocati dall'interruzione del servi-zio. LUCIA BRAICO

Tor Bella Monaca. Sequestrato dai carabinieri opificio cinese.

GRAZIANI EDITOREDIRETTORE RESPONSABILE FEDERICA GRAZIANI

STAMPA FOTOLITO MOGGIOStrada Galli 5, 00100 Villa Adriana (RM)

REDAZIONE VIA MONTEPAGANO, 5000132 - CASTELVERDE (RM)

tel. 0622460838 - [email protected]: La Fiera dell’Est

Grafica PIXEL scarl - Impaginazione Alessio Carta

TUTTE LE COLLABORAZIONI SONO GRATUITE SALVO DIVERSI ACCORDI SCRITTI

TOR BELLA MONACA ASSALTO AL 20

ICarabinieri della Stazione Roma Tor Bella Mo-naca hanno arrestato, il 3 marzo, un 33enne ro-

mano, con precedenti e sottoposto alla misura del-la sorveglianza speciale, con le accuse di estor-sione, maltrattamenti in famiglia e resistenza apubblico ufficiale. Da alcuni mesi l'uomo avevapreso il vizio di minacciare e malmenare la madre62enne per ottenere delle somme di denaro. Du-rante l'ennesima aggressione, le grida della don-na hanno attirato l'attenzione di alcuni vicini chehanno immediatamente avvisato il 112. All'arrivodei Carabinieri, il 33enne stava ancora strattonan-do la povera madre in lacrime: alla vista dei mili-tari, l'uomo ha mollato la presa sulla 62enne rivol-gendo le sue particolari attenzioni nei confronti deiCarabinieri. Dopo una breve colluttazione, i mili-tari sono riusciti ad immobilizzarlo e ad accompa-gnarlo in caserma, dove è stato trattenuto in atte-sa del rito direttissimo. Per sua madre solo tantospavento e qualche lieve escoriazione.

TOR BELLA MONACA

PICCHIA LA MADRE PER AVERE SOLDI

Giuliano Volpetti e Angelica Priolo

Page 20: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

TORRINUMERO 5 ANNO IV20

Éla storia incredibile di una donna nor-male, di una madre che si ritrova a"tirar su" i propri figli praticamente da

sola. Senza una casa. Vive in una roulotte,con il frigorifero e la lavatrice in "giardino".Costretta a lavare i piatti in una fontanella.

É la storia di Daniela, una donna come tan-te che dopo che il divorzio s'è ritrovata a do-ver affrontare tutto praticamente da sola.Dieci anni fa si separa dal marito. Non ha unacasa perchè per tutti gli anni in cuiè stata sposata ha girovagato perl'Italia e per il mondo seguendo glispostamenti di lavoro dell'ex coniu-ge. L'unica cosa che le resta di quel-la vita è la roulotte in cui vive: po-chissimi metri quadri per tre perso-ne. La roulotte è dell'ex marito co-sì come il terreno in cui è parcheg-giata. " L'unica cosa che vorrei è unacasa - spiega - non tanto per me,ma per i miei figli. Ora sono grandied in tre qui non ci si può stare". Una came-ra minuscola dove dormono i due ragazzi elei, Daniela, che dorme su una cassapanca.Ma non può fare altrimenti. "Lavoro saltua-riamente, e come me mia figlia. Non possia-mo permetterci un affitto. Il mio ex maritodovrebbe dare 500 euro per i figli, non li damai. Dice che non c'è lavoro e neanche i sol-

di". Dieci anni sono un'eternità, soprattuttoper i due figli. La maggiore, ormai adulta, siricorda ancora di quando da bambina un'ami-ca le disse: "Mamma non vuole che vengo agiocare con gli zingari". Un'infanzia stravol-

ta e vissuta a metà, soloperchè non si ha una ca-sa. Come se non bastas-se, Daniela non ha nem-meno i famosi 10 punti ingraduatoria (è il punteggiomassimo necessario peraver "diritto" ad una casa)perchè non ha avuto unosfratto esecutivo e mai loavrà, perchè non abita inuna casa, non può essere

sfrattata, ma in una roulotte "concessagli"dall'ex marito.

"La mia vita è stata tutt'altro che facile, imomenti bui sono stati tanti, troppi. Ho avu-to paura anche di rivolgermi agli assistentisociali in passato, temevo che mi portasse-ro via i figli. Ora sono più grandi e se primain qualche maniera qui dentro si sopravvive-

va ora non è proprio più possibile". Le Torri che stanno per essere abbattute

sono a poca distanza da qui, Daniela le guar-da e dice: "E pensare che io e i miei figli nonabbiamo nemmeno mezzo appartamento.Quanti abusivi ci sono nelle case popolari,quante persone che non pagano nemmenoquel poco d'affitto che devono pagare. Io nonsgarrerei di un giorno!". E nonostante il la-voro saltuario, nonostante fosse stata con-sapevole che mai avrebbe potuto permetter-si l'affitto, ha provato a cercare casa. "Unacamera e una cucina a 450 euro al mese è ilprezzo più basso che ho trovato. Io però nonme lo posso permettere".

Cosa chiede? Una casa, null'altro. Per i suoifigli. Una vita normale, non essere scambia-ta per una "zingara" nè lei nè i suoi figli. E'per questo che lotta ogni giorno, questa lasua unica ambizione. E la speranza le si riac-cende ancora di più quando inconta il consi-gliere Vendetti: "Un angelo. Eravamo anda-te con mia figlia al casting per il film che ver-rà girato a Tor Bella Monaca e mi ha subitoaiutato e rincuorato. Mi ha indicato un assi-tente sociale al quale mi sono rivolta: unapersona fantastica".

Una casa dovrebbe essere un diritto fon-damentale, ma sempre più spesso un' uto-pia per molte, troppe persone. ELENA BRUNI

"Sono favorevolissima al masterplan" tuona Coralli-na Livio, presidente del comitato inquilini dell' R6

e continua "sono arrabbiata perchè questo comparto nonviene abbattuto e rifatto". Abita qui da 30 anni, pratica-mente da quando è sorto il comparto e ne conosce benei difetti. Quando entrò ad abitarci ancora non erafinito. "Avevano promesso che ci avrebbe rifattol'androne e gli esterni. Da 30 anni è tutto rima-sto com'era. Anzi nel tempo è peggiorato tutto".

Il comparto (l'insieme di palazzine) è compo-sto da 6 edifici (a 4 piani), 24 scale, per un tota-le di 410 famiglie che ci abitano. Più di mille per-sone. Un insieme di case che presentano i segnidell'abbandono e di una manutenzione che nonbasta o che, forse, viene fatta male: "Le terrazze sonostate rifatte nove anni fa ma già ci ripiove dentro". Ma an-che qui i problemi "congeniti" non mancano: "Non abbia-

mo finestre lungo lescale e le stesse sca-le sono rivestite digomma. Quelle chedovrebbero esserele porte anticendiosono inutilizzabili".Così il rischio è al-to: se si propaga unincendio non c'è al-cuna via di fuga. Ed

è per questo che è così arrabbiata: "Quandoc'è stata la presentazione del progetto pressol'università di Tor Vergata non ho visto il mio

comparto incluso nel piano. Ho chiesto perchè ed eccoche si è risolto l'arcano. Questo comparto inizialmenteera sorto per darlo ai privati. Poi il Comune con un mu-

tuo l'ha acquistato ma ad oggi il mutuo non è ancora sta-to estinto e quindi l' R6 appartiene di fatto alle banche.E di quando il mutuo verrà estinto nessuno ci ha saputorispondere".

Per Corallina, che vede nel progetto di riqualificazioneun modo per cambiare le cose che non funzionano a TorBella Monaca, questa è un'ingiustizia. "Ad una casa mi-gliore abbiamo diritto anche noi" tuona. E sarebbe que-sto anche un modo per fronteggiare i delinquenti : "Se inuna palazzina di 16 appartamenti c'è qualche delinquen-te, il resto delle persone per bene riuscirebbe a non soc-combergli come purtroppo oggi accade. In alcune torriquesto invece accade. I delinquenti si uniscono e la bra-va gente non riesce a fronteggiarli ed è costretta a subi-re o a far finta di nulla".

Un quartiere che è diviso sul progetto di riqualificazio-ne che sembra sempre più concretizzarsi. ELENA BRUNI

DANIELA DE CRISTOFARI VIVE ORMAI DA DIECI ANNI CON I SUOI DUE FIGLI IN UNA ROULOTTE IN VIA SAN BIAGIOPLATANI. CHIEDE SOLO DI POTER AVERE UNA CASA NORMALE.

Daniela, dieci anni in una roulotte

C'È CHI VIENE "TRAVOLTO" DAL MASTERPLAN E PER QUESTO È ARRABBIATO. C'È CHI INVECE COME IL PRESIDENTE DEL COMITATO INQUILINI DELL' R6, CORALLINA LIVIO, NEL PRO-GETTO DI RIQUALIFICAZIONE NON RIENTRA. E INVECE VORREBBE CHE IL COMPARTO FOSSE DEMOLITO E RICOSTRUITO.

R6 IN MANO ALLE BANCHE

Page 21: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

TORRI NUMERO 5 ANNO IV 21

Le ultime case popolari costruite con

i contributi del Comune di Roma so-

no quelle del quartiere di Torre Mau-

ra. Risalgono alla metà degli anni Settan-

ta. Così riporta il Presidente del Comitato

degli Inquilini Isveur d Torre Maura, Begat-

tini.

A seguito delle continue richieste di in-

tervento fatte alla Romeo, società che ge-

stisce il patrimonio immobiliare di Roma e

conseguentemente alle continue inadem-

pienze, i cittadini attraverso il Sindacato

Asia hanno inviato numerose lettere di dif-

fida.

La Romeo dovrebbe, secondo quanto de-

scritto a proposito delle competenze, in-

ventariare il patrimonio immobiliare del Co-

mune di Roma, gestire l'amministrazione e

la contabilità dei contratti di locazione, re-

cuperare le morosità e i contenziosi, gesti-

re la manutenzione tecnica per guasti del-

le singole abitazioni e degli spazi comuni,

garantire la manutenzione straordinaria per

l'adeguamento delle abitazioni, nonché as-

sicurare la riqualificazione ambientale e la

valorizzazione di tutti gli immobili.

"Solo chiacchiere" dicono i condomini del-

le palazzine Isveur di via delle Cincie.

Mancata manutenzione delle abitazioni,

della gestione di pulizia delle scale e degli

spazi antistanti ai palazzi e dei giardini. Co-

sì ai condomini non resta che a turno farsi

operatori ecologici, giardinieri, e quanto ser-

ve per conferire un minimo di decoro al luo-

go dove vivono.

Si, perché trattandosi di palazzine popo-

lari e sotto la gestione della società Romeo

non hanno diritto alla pulizia dell'Ama e de-

vono affidarsi per la manutenzione degli im-

mobili alla società multi servizi. La Romeo

sembra però non preoccuparsi delle condi-

zioni imbarazzanti in cui i cittadini versano

e nel mese di gennaio, adempiendo alla sua

competenza di riscossione delle morosità,

ha inviato raccomandate all'impazzata pur

non ottemperando a tutto il resto.

Maria Luli, condomina della palazzina c

di via delle Cincie numero 20, a seguito del-

lo scoppio di una parete che divide il suo

appartamento da quello della signora Lu-

cia Contu, che le ha procurato una frattu-

ra all'interno del muro, ha subito chiamato

il numero di pronto intervento della Romeo

(800 911 119), chiedendone l'immediata

visione. Sono passate già un paio di setti-

mane e "nessuno si è visto" ci dice e con-

tinua "ho paura che la parete ci cada ad-

dosso. Finché non verranno continuerò a

chiamarli tutti i giorni, ma quando verrà a

trovarmi mio fratello se non dovessero es-

sere ancora intervenuti provvederò da me".

Come molti altri condomini hanno già fat-

to. Perché di fronte al pericolo, gli abitanti

delle case popolari hanno dovuto fronteg-

giare da soli alle spese di ristrutturazione

di immobili di 35 anni fa. Pur pagando gli

oneri e le spese accessorie. Maria, infatti,

commenta: "Io ho pagato sempre tutto e

non ho mai chiesto un solo intervento ma

con le crepe dappertutto per problemi strut-

turali davvero non mi aspettavo che non in-

tervenissero. I costi rivolgendoci ai privati

sono troppo alti". La signora Contu, inve-

ce, dice: "Dopo il botto evito di stare con i

nipoti nel soggiorno, se

dovesse venir giù il mu-

ro mentre ci sono i bam-

bini?".Ma non sono le uni-

che, il signor Nicola Spa-

da all'interno dello stes-

so stabile, nella sua ca-

mera da letto oltre ad

avere un'infiltrazione che

corre lungo tutta la pa-

rete sino ad una presa elettrica, ha un mu-

ro completamente aperto dove si possono

vedere i mattoni in tufo. Stessa situazione

per i muri della cucina del signor Peppino

Fuggiani che non ha chiesto neanche l'in-

tervento della Romeo: "Il bagno completa-

mente mangiato dall'umidità l'ho rifatto da

solo perché oltre a me creava problemi al

condomino del piano inferiore". Mentre per

i coniugi Antonio Luchetta e Alda Filomeno,

dopo aver rifatto la pavimentazione di una

parte dell'appartamento al costo di un mi-

lione e mezzo delle vecchie lire, in seguito

ai rigonfiamenti, oggi c'è la lotta contro le

pareti distrutte dalle infiltrazioni e scoppia-

te dalle crepe. Davanti ci hanno messo de-

gli armadi come sostegno. La signora è ve-

ramente adirata e dice: "Ce ne siamo oc-

cupati sempre noi delle ristrutturazioni ma

oggi che siamo anziani li ho chiamati per

via delle pareti, il geometra è venuto due

mesi fa ha guardato e non è più tornato.

Quando se ne occupava il Comune delle abi-

tazioni le cose andavano

meglio ma da quando c'è

la Romeo non si capisce

più niente".

Stesso vale per le can-

tine condominiali in segui-

to alla rottura di un tubo

per l'irrigazione dei giar-

dini. Intervennero i Vigili

del Fuoco che hanno prov-

veduto a mettere un palo provvisorio per

contenere la perdita d'acqua. Sono passa-

ti mesi dall'accaduto, la perdita bloccata dal

palo ha corso lungo le pareti delle cantine

sottostanti e ora sono completamente di-

strutte.E si potrebbe continuare all'infinito.

Di chi il compito di garantire la vivibilità del-

le case popolari se la Romeo che dovrebbe

occuparsene continuerà a non farlo?

STEFANIA PANETTA

Il 16 agosto 2010 in una farmacia di via delleRondini, nel quartiere di Torre Maura, avviene

una rapina. Accade però che il titolare di fronteal malvivente agitato, ansioso e munito di pisto-la, con lo stupore dei presenti gli spara. Natural-mente il rapinatore, un ragazzo di 22 anni, è im-mediatamente soc-corso e successiva-mente arrestato.

Il farmacista ave-va già subìto ben ot-to rapine nel corso divent'anni di attività enel tempo aveva prov-veduto a tutelarsi da solo.

Il 3 gennaio 2011 in via dei Colombi, invece,ad essere derubata è una banca. L'intento delrapinatore in questione questa volta è osteggia-to dall'addetto alla sicurezza che attraverso unmessaggio in chat ha potuto avvisare la poliziadi quanto stava avvenendo.

Sono i primi di marzo del 2011 e la storia siripete. Vittima è la farmacia di via Enrico Giglio-li. L'uomo a volto coperto si avvicina alla cassae intima la dottoressa farmacista di consegnar-li l'incasso, armato di taglierino. Con spintoni trala gente si è poi dato alla fuga. La rapina è com-piuta. Solo alcuni tra i più clamorosi e recenti at-tentati alla sicurezza pubblica che segnano il de-stino di un quartiere dell'ottava circoscrizione.Un nuovo atto di criminalità che lascia l'amaroin bocca tra i cittadini che non si sentono tutela-ti dalle forze dell'ordine. La dottoressa della Far-macia Giglioli ancora scossa si dice delusa "Per-

ché il quartiere non è sufficientemente sorveglia-to. Abbiamo già subìto un'altra rapina e questa

volta le forze dell'ordine sono ar-rivate dopo mezz'ora". Ma la dot-toressa non sembra la sola a pen-sarla in questo modo. Il signor Vin-cenzo, abitante di Torre Maura,commenta: "Sicurezza zero. Nonsi vede una guardia. Berlusconidice che le strade sono più sicurema qui non si vede nessuno. Sivedono solo quando vogliono i vo-ti". Mentre Pasquale ironizzandosull'argomento dice: "La sicurez-za è scarsa. I vigili probabilmentenon fanno più parte dell'organicosicurezza di Roma". E ancora il si-gnor Giovanni: "Si faccia un giroe veda se incontra un vigile o unapattuglia". Sante, invece, conclu-de sintetizzando: "Il quartiere è la-sciato all'abbandono". Per non par-lare delle paure dei commercian-ti che si sottraggono a qualsiasipossibile dichiarazione per pauradi eventuali ripercussioni.

Un unico Commissariato di Polizia e un uni-co Comando dei Carabinieri con sede a Frasca-ti, non sono sufficienti a soddisfare le richiestedi intervento.

Per i cittadini questa non è una soluzione masolo la giustificazione ad una totale assenza diintervento dell'amministrazione che non inten-de correre ai ripari. STEFANIA PANETTA

I RESIDENTI USANO IL FAI DA TE PER RISOLVERE I VARI PROBLEMI

CAUSATI DALLA CATTIVA GESTIONE DELLA ROMEO.

RAPINE, VIGILI ASSENTI E UN SOLO COMMISSARIATO DI POLIZIA PER L'INTERO VIII MUNICIPIO.

Antonio Lucchetta, Filomena Alda, Peppino Fug-giani, lucia Contu, Maria Luli e Nicola Spada

Case Isveur di Torre Maura: "Solo chiacchiere"

CRESCE L'INSICUREZZA A TORRE MAURA

Page 22: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

TORRINUMERO 5 ANNO IV22

AUTO AI BORDI DELLA CARREGGIATA, PAS-SI CARRABILI OVUNQUE, UN TRATTO PRIVO

DI MARCIAPIEDE, BUCHE E RADICI CHE AF-FIORANO. C’È TUTTO TRANNE LA STRADA

Il quartiere di Grotte Celoni, un tempo

noto come Tor Bella Monaca Vecchia,

da qualche anno ha acquistato una pro-

pria identità. La situazione però non sem-

bra migliorata di molto. Almeno secondo i

pareri degli abitanti e della condizione og-

gettiva di alcune importanti arterie di col-

legamento.

Una passeggiata per via Acquaroni per

comprende il motivo di tanti lamenti: già

all'incrocio con via del Fuoco Sacro vi è una

buca di dimensioni esagerate. Una delle tan-

te. E purtroppo una delle tante anche lun-

go via Acquaroni. Crateri? Forse la defini-

zione più gettonata. In pochi vogliono par-

larne. Sembra una presa in giro solo discu-

terne. "Tanto le cose non cambiano" ci di-

ce un manovale straniero che abita in zo-

na già da qualche anno"è molto trafficata

e con tutti questi cancelli non sai dove par-

cheggiare". Ma va di fretta: deve spostare

l'auto che da fastidio. "Camminare a piedi

è un' impresa" ci dice una signora anziana

affannata con il carrello della spesa "non ci

sono i marciapiedi e l'asfalto rialzato è pe-

ricoloso": le radici dei pini ai lati della stra-

da hanno provocato un sollevamento del

manto. Asfalto crepato. Irregolare. Rischio-

so. E poi le buche, tante, anche lungo il bre-

ve tratto di strada che possiede il marcia-

piede. Tombini sprofondati a causa degli

strati di asfalto sovrapposti per rattoppare

le falle. Creano più danni che altro. Proble-

mi non solo per i pedoni. I motociclisti de-

vono prestare non poca attenzione per evi-

tare di cadere. Quando piove, poi, ogni bu-

ca diventa un laghetto artificiale.

"Anni fa abbiamo rinnovato il locale - ci

racconta la titolare del Bar Kennedy - ma

non fuori perché dovevano fare il marcia-

piede. Inoltre abbiamo lasciato parte della

strada qui di fronte, dove abitiamo, per per-

mettere ai clienti di parcheggiare. Mi infa-

stidisce quando la mattina un cliente lascia

l'auto qua davanti per fare colazione e i vi-

gili passano e fanno loro la contravvenzio-

ne. Un bel disagio per noi esercenti. Poi le

buche: la manutenzione si occupa solo del-

le parte centrale tralasciando i lati. Sosten-

gono non sia compito loro. Dobbiamo far-

lo noi perché è nostro, anche se l'abbiamo

ceduto, ogni responsabilità è nostra. C'è an-

che la fermata dell'autobus! Il traffico? Cer-

to, senza marciapiedi si cammina in mez-

zo la strada e si crea il caos. Sono vent'an-

ni che hanno stanziato i fondi. Dove sono?"

Sarà una percezione degli abitanti. Sarà

un'idea di chi la percorre per andare a scuo-

la o al lavoro. O solo di chi ci capita per ca-

so. Ma la situazione non è delle più rosee.

JESSICA SANTINI

Quando ad alimentare il traffico è la

mancanza di rispetto delle persone e

la mancanza di controllo delle autorità com-

petenti la situazione crea irritazione.

Come in via Ercole Marelli, zona Villag-

gio Breda dove ci sono due scuole: la Ni-

cola Calipari, con classi elementari e ma-

terne, e la succursale della Scuola Media

Montello. Proprio durante

l'orario d'ingresso e di usci-

ta degli alunni di quest'ul-

tima si evidenzia il caos: ge-

nitori e conoscenti che si ap-

prestano a prendere i ra-

gazzi spesso posteggiano le

loro automobili in doppia fila. "Anch'io ho

parcheggiato sul marciapiede - ci dice un

nonno venuto a prendere il proprio nipoti-

no a scuola - ma non davanti il cancello co-

me fanno in tanti. Di solito di fronte alle

scuole ci sono degli anziani che, su man-

dato dell'amministrazione, aiutano i ragaz-

zini ad attraversare la strada e tengono a

bada i genitori prepotenti che vorrebbero

parcheggiare ovunque. Qui invece..nem-

meno l'ombra".

"I ragazzi non possono nem-

meno uscire dal portone. Una

volta è arrivata un' ambulanza

perché qualcuno si è sentito ma-

le. Non è riuscita ad entrare per

le auto lasciate davanti il cancel-

lo. Vergognoso. C'è un grande parcheggio

a Grotte Celoni. Perché non usarlo? ", ci di-

ce una mamma che ci avvicina incuriosita

e con tanta voglia di sfogare la rabbia. "

Sono due anni che vengo a prendere mio

figlio a scuola ma non ho mai visto un vi-

gile urbano controllare. Quando ci siamo

permessi di creare una transenna umana

lungo il marciapiede per evitare che po-

steggiassero sopra, ci hanno aggirato e ce

l'hanno lasciata comunque. Mandandoci

anche a quel paese".

Non ci sono stati mai incidenti. Le auto-

mobili che transitano non corrono e lascia-

no attraversare. I ragazzi sono prudenti,

anche perché ci sono i genitori. Ma non c'è

un servizio scuolabus: quindi o qualcuno li

aspetta o vanno da soli con l'autobus; il

capolinea dello 053 è lì vicino.

Quindi tante automobili, tanti bambini

impazienti di tornare a casa, uguale traffi-

co. Anche perché contemporaneamente c'è

l'uscita di un'altra scuola lì vicino, in via di

Grotte Celoni , la sede principale della Scuo-

la Media Statale Donatello. E le due stra-

de convergono creando un ingorgo da pas-

so d'uomo. Questo tutti i giorni. Dal lune-

dì al venerdì. Più volte al giorno.

Proposte? " Vigili per smaltire il traffico

e per far parcheggiare correttamente - ci

dice sempre la mamma arrabbiata - e ma-

gari fare uscire gli alunni delle due scuole

a un quarto d'ora di differenza".

Ci vuole poco, no? JESSICA SANTINI

CON LA CAMPANELLA INIZIA IL CAOS

Lo Slalom di via Acquaroni

VENERDÌ 4 MARZO, VINTI 100 MILA EURO AL GRATTI E VINCI

PRESSO LA TABACCHERIA "TABACCHI E NON SOLO" DEL CENTRO

COMMERCIALE LE TORRI.

Ormai viene considerata da tutti una tabaccheria baciata dal-

la fortuna: già nel settembre del 2008 c'era stata un'altra

grossa vincita, ben 500.000 euro. Il proprietario Luigi Perini è contentissimo perchè il premio

è finita in mano a due signore del quartiere: "Sono due clienti abituali, credo siano due sorel-

le o due cognate di Torre Angela. Il biglietto fortunato è stato acquistatto venerdì mattina. So-

no veramente felice che questo gruzzolo sia piovuto su un territorio che fortunato proprio non

è. Anche la scorsa volta quando sono stati vinti 500mila euro credo che il ragazzo fosse del

quartiere".

Dopo queste vincite corpose il giro di affari aumenta: "Certamente la vincita che c'è stata tre

anni fa ha avuto un eco più forte, ma anche questa ha causato un incremento dei clienti". Ed

è un via vai di clienti in cerca di un gratta e vinci o di una schedina fortunata. La speranza è di

poter dare una svolta alla propria vita, soprattutto per chi vive in questo quartiere che non of-

fre troppe possibilità per realizzare i propri sogni. Ma in fondo è la speranza di tanti, di chi vi-

ve qui come di chi vive altrove. ELENA BRUNI

TOR BELLA MONACA BACIATA DALLA FORTUNA

VIA ERCOLE MARELLI, VILLAGGIO BREDA. L'USCITA DELLA SCUOLACREA LA FILA. TROVARE UNA SOLUZIONE È POSSIBILE

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TORRI NUMERO 5 ANNO IV 23

Sono all'incirca le 14 dell'11 marzoscorso, quando entriamo nelle cor-sie del Pronto Soccorso del Poli-

clinico Casilino.Le porte d'entrata si aprono e si chiu-

dono. Un via vai di infermieri, medici,e parenti le popolano.

Lungo il corridoio alcune barelle so-no vuote mentre altre sono occupate.Una da una ragazza che dorme vesti-ta, l'altra da un giovane che ha avutoun incidente nella mattinata, i parentisono intorno a lui. La madre gli ha por-tato da mangiare. Non li avviciniamo.Parliamo però con un signore di 88 an-ni e una donna di 85. L'uomo si trova lìperché dopo essere svenuto sull'auto-bus il conducente ha contattato il 118per chiederne l'immediato intervento.L'anziano signore non ricorda nulla diquanto gli è accaduto. Ci dice di trovar-si lì da diverse ore. È seduto su una se-dia a rotelle con due "farfalle" tra le ve-ne degli avambracci, destro e sinistro.Gli hanno fatto prelievi del sangue edelle urine. Ne attende gli esiti. Si la-menta di essere stanco di starsene lì maafferma che gli "hanno fatto tante co-se", per dire che sono stati meticolosinel soccorso. Accanto a lui siede la si-gnora. È un po' frastornata. Tutta lanotte ha avuto dei forti capogiro, così,al mattino la figlia ha deciso di farla vi-sitare. Le hanno misurato la pressione,fatto un prelievo del sangue e come glialtri aspetta di conoscere la prognosi.Anche lei vorrebbe tornare a casa masa che il tempo d'attesa sarà ancora lun-go. In fondo al corridoio c'è un'altra an-ziana signora, anche lei sulla sedia arotelle, ha una flebo nel braccio mentredormiente se ne sta ripiegata su se stes-sa, con la testa in avanti penzoloni. Na-turalmente non la svegliamo. Entria-mo poi in una camera dove ci sono seipazienti. Due di loro dormono. Un al-tro è seduto sulla barella ed è in unostato confusionale. Non riesce a rispon-dere a nessuna delle domande che glifacciamo.

Il signor Dino è invece sveglio. Nelcorso della notte ha avuto un incidenteautomobilistico. E' ancora scioccato. Nel-l'impatto si è fratturato un braccio e hasbattuto la testa. Vorrebbe andarsene

ma i medici attendono il risultato del-la T.A.C. cranica, per sapere se ha ri-portato danni a livello cerebrale.

È lì da circa dieci ore e non sa anco-ra nulla. L'ultimo signore con cui par-liamo è Luigino Franzini. È l'unico checomprende cosa stiamo facendo. Il per-

ché di tutte le nostre domande. È pron-to a dirci che le condizioni sono vergo-gnose. Non è possibile starsene in unastanza in sei persone, senza potersi cam-biare, avere un pigiama, qualche ogget-to personale per far passare quelle in-terminabili ore. Non lamenta un'ina-

dempienza da parte del personale ospe-daliero ma della struttura in sé, dellasanità italiana. Dell'impossibilità di ri-posare veramente su una barella postain prossimità della porta con i piedi ri-volti verso l'uscita, come lui si trova. Èindignato. Mentre il signor Franzinicommenta ci avvisano che l'orario di vi-sita è terminato. Lo ringraziamo salu-tiamo e lasciamo il traffico della corsiadel Pronto Soccorso di Torre Maura.

STEFANIA PANETTA

Viale di Torre Maura ospita la sede

distaccata dell'Istituto primario "Cor-

rado Corradi".

Una struttura che si affaccia sullo stra-

done nella sua forma regolare e che ac-

coglie quotidianamente i bambini del quar-

tiere.

Ma la sua posizione geografica e l'as-

senza di alcuni basilari miglioramenti strut-

turali fanno della scuola un mondo non

molto ospitale. Le buche che come cica-

trici segnano il marciapiede antistante il

cancello sono il primo ostacolo che i bam-

bini devono superare. Proprio perché pos-

sibile causa di incidenti, l'amministrazio-

ne scolastica ha fortemente sollecitato l'in-

tervento pubblico atto a risanare le ferite

della struttura. Ma i solleciti di varia natu-

ra sono stati spesso ignorati.

Grazie però alla passione, alla costan-

za e alla testardaggine di Luigina Conti,

insegnante da lungo tempo, alcune mi-

gliorie sono state apportate. La signora

Conti si è più volte esposta a livello per-

sonale e dando fondo alle conoscenze nu-

trite a livello amministrativo. Grazie alla

sua tenacia sono arrivate rassicurazioni da

parte dell'amministrazione pubblica sul-

l'effettiva presenza di un fondo di cinque-

mila euro destinato alla realizzazione di

una copertura che riparerebbe la scuola

dall'esposizione impietosa del sole, altro

grosso ostacolo alle serene mattinate sco-

lastiche. "Purtroppo però tali fondi sono

congelati, perché non si riesce a indire i

bandi per le gare utili alla realizzazione dei

lavori" spiega la Conti. Sempre lo stesso

problema.

Tra i progetti messi a punto dai dirigen-

ti, inoltre, c'è anche la realizzazione di uno

spazio da adibire a teatro, da costruirsi su

basi strutturali preesistenti. "Non sappia-

mo se quei cinquemila euro saranno suf-

ficienti. Il progetto però è valido e conti-

nuerò ad avanzare le mie richieste legitti-

me" conclude l' insegnante. LUCIA BRAICO

Flash di un mattino in corsia

NEL QUARTIERE DI TORRE MAURA LA PICCOLA SCUOLA CUOCE AL SOLE

TESTIMONIANZE DEI PAZIENTI

DEL PRONTO SOCCORSO DEL

POLICLINICO CASILINO

LA SOFFERENZA PROVOCATA DAI TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA AFFLIGGE LE SCUOLE IN PRIMIS. L'ISTITUTO CORRADO CORRA-DI, SU VIALE DI TORRE MAURA, ACCUSA LE BUCHE DEL MANTO DEL MARCIAPIEDE E SOFFRE IL CALDO. NEL FRATTEMPO I FON-DI DISPONIBILI RESTANO CONGELATI.

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TORRINUMERO 5 ANNO IV24

DOPO IL CASILINO 900 E ALTRI PICCOLI

INSEDIAMENTI SMANTELLATI, SORGONO

PICCOLI ACCAMPAMENTI IN VARIE ZONE

DELLA CITTÀ. VIA DI TORRE SPACCATA NE

ACCOGLIEVA UNO FINO A NON MOLTI GIOR-NI FA. LA MATTINA DELL'11 MARZO, PUN-TUALE, LO SGOMBERO.

Aridosso di via di Torre Spaccata, aipiedi di un' inutilizzata struttura cheospitava l'Halfon, produttrice di ca-

pi d'abbigliamento, è sorto nelle ultime set-timane un mini accampamento rom, for-se in seguito allo smantellamento dei piùgrandi campi delle periferie romane.

Il presidio è stato messo in piedi, allabuona, dagli stessi nomadi. Qualche ten-da da campeggio, cartoni composti in mo-do da servire da riparo, indumenti appesiad asciugare e cumuli di immondizia ne co-stituiscono lo scenario. Un'espressione au-tonoma rispetto alla previsione progettua-le della giunta comunale di realizzare unnuovo campo, forse proprio a Torre Spac-cata.

Forse perché trop-po visibile, forse per-ché scomodo o solo perdecoro pubblico, la mat-tina dell'11 marzo ilpiccolo campo è statoperò sgomberato inmodo coatto. Squadredella polizia municipale hanno provvedutoa liberare velocemente il campo sorto a ri-dosso della strada, attenendosi di certo adun' ordinanza municipale. L'intervento inmassa dei vigili è riuscito nel suo intento,ma il problema reale rimane inalterato. Elo sanno bene gli stessi agenti della Poliziamunicipale, che per evitare che poco dopol'intervento il campo fosse nuovamente oc-cupato, hanno provveduto a far scavare alsuo interno tante mini buche a intervalliregolari. Tutto questo laborioso scavare ov-

viamente servirà a ostacolare l'occupazio-ne di quel solo piccolo terreno, tanto è ve-ro che dopo poche ore i nomadi sgombe-rati erano già in cerca della migliore siste-mazione, possibilmente più vicino a quel-la appena abbandonata.

Ad abitare il campo erano circa una tren-tina di persone, tutte provenienti dalla Ro-mania. Maschi, donne (molte delle quali in-

cinte), qualche bambino, evidentementesottratto alla formazione scolastica. Con-ducendo una vita arrangiata ma non dolo-rosa, a detta loro, queste persone dallo spi-rito nomade chiedono solo un'area dovepoter creare il loro punto di riferimento.Una vita passata a trascinare incessante-mente carrelli colmi della propria esisten-za è dura anche per i nomadi.

Nomadi, morto un campo se ne fa un altro

Ishuara, una donna di diciassette anni

“Èda sei anni che vivo in Italia, sempre aRoma. Sono venuta qui con la mia fa-miglia, viviamo tutti insieme, noi ed al-

tri, che contribuiscono a formare una grande fa-miglia allargata. Abbiamo deciso di venire qui, dilasciare la Romania, perché credevamo che la mi-seria vissuta lì potevamo lasciarcela alle spalle. Pe-

rò non è stato così. La gente nomade nonpiace a nessuno, neanche ai paesi a cui ap-parteniamo. Abbiamo deciso di vivere in modo diverso, eora non è neanche più una decisione. Nasciamo così, pernoi è normale. Poi ti trovi invece ad affrontare la vita deglialtri, che non ti accettano. Per i grandi questo non è un pro-blema, sappiamo cosa vogliamo, chi siamo. I bambini in-vece possono subire delle crisi, soprattutto se sono messia contatto con altri bambini italiani. Si vedono diversi, e si

chiedono perché.Per noi grandi invece è più facile.Ma tu non sei grande, hai solo diciassette anni!Sono grande, proprio perché ho diciassette anni. Sono sposata

e aspetto mio figlio. Però non so come crescerà. È sempre più dif-ficile. Non so se vorrò continuare a vivere così, per ora questa è lamia vita, non immagino altro. L'unico problema è trovare un po'di pace, senza più essere cacciati da un posto, all'altro, dall'altroancora.

In Romania si stava meglio, da questo punto di vista?Anche in Romania molta gente non ci accetta, ma quella era la

nostra casa, nessuno poteva cacciarci. Però facevamo sempre la

stessa vita. Lavoretti, alcuni suonano qualche stru-mento. Qui ci cacciano da un momento all'altro. Tuvivi la tua vita tranquillo, vai a letto, dormi e il mat-tino ti ritrovi la municipale, cattiva, che ti ordina diandare via. E se tu non ti sposti è uguale, loro por-tano via tutto, poi recintano le aree. Ed è semprecosì. Non è molto bello essere mandati via in quelmodo, mentre vivi la tua vita, o dormi …

E qui a Roma cosa fate per sopravvivere?Commerciamo, suoniamo, raccogliamo cose che poi vendiamo,

alcuni chiedono aiuto alla gente per strada, è normale! Però riu-sciamo sempre a sopravvivere, a mangiare. Stiamo bene, voglia-mo solo che nessuno ci cacci più.

Vi capita di subire violenze fisiche da parte della gente?A me non è mai capitato. Noi stiamo tra di noi. E poi credo che

le persone non si vogliano avvicinare a noi, è come se avesseropaura. Stanno lontane, e noi stiamo lontani, così non capita qua-si mai. Poi ogni tanto qualcuno ti dice qualcosa di brutto, mentrechiedi aiuto, ma non importa, non è violenza.

E ora dove andrete?Non lo so, sempre qui intorno però. Siamo qui, c'è tutta la no-

stra roba, c'è spazio e allora stiamo qui. Gli altri ora staranno giàrioccupando forse la zona dalla quale ci hanno cacciati. Sappiamoche funziona così, l'unica cosa è che non possiamo continuare ineterno. Senza un posto anche le famiglie possono non riuscire asopravvivere. Se non sappiamo dove andare corriamo il rischio didisgregarci. In questo modo sarà vero che non avremo più nien-te, saremo veramente poveri! LUCIA BRAICO

TRA GLI ABITANTI DEL PICCOLO CAMPO, MOLTO RESTII A PARLARE E A FARSI IMMORTALARE, ISHUARA, RAGAZZA DI 17 ANNI, SPOSATA, IN-CINTA DI QUATTRO MESI E ANALFABETA, CHE LONTANO DALLA SUA GENTE CI RACCONTA UN PO' DELLA SUA STORIA.

A VIA DEL TORRACCIO DI TORRENOVA, NEL QUARTIERE DI TORRE ANGELA, NON CI SARÀ NES-SUNA FERMATA METROPOLITANA. IL PROGETTO DELLA LINEA C GIÀ DA TEMPO È STATO MO-DIFICATO E IL SERVIZIO CHE COLLEGHERÀ IL QUARTIERE PERIFERICO DELL' VIII MUNICI-PIO, LUNGO LA CASILINA, AL CENTRO, NON FERMERÀ IN QUESTO PUNTO LA SUA CORSA.

All'incirca sette anni fa iniziarono i lavori per la costru-zione della Linea C ed allora nel progetto c'era la sta-

zione metropolitana di via del Torraccio di Torrenova. Og-gi quel progetto è stato modificato e il sogno dei cittadi-ni del quartier di Torre Angela non sarà realizzato.Proprio lì dove il servizio del trasporto pubblico èspesso accusato di essere carente e difficoltoso.

Vittorio Alveti, consigliere PD, ed ex assessoreai lavori pubblici, ci ha spiegato che inizialmenteper la stazione metro di via del Torraccio di Torre-nova era prevista una fermata "a raso", cioè allostesso livello della strada e non in galleria. Con con-seguente chiusura della stessa via ed impedito accessoda quel punto alla via Casilina. Ciò avrebbe creato nonpochi problemi. Nel caso della fermata a raso la perico-losità dell'incrocio avrebbe destato diverse preoccupazione, e nel caso fosse stata fattain galleria avrebbe necessitato di uno spazio molto grande. Considerando la prossimitàdelle stazioni di Torre Gaia e di Torrenova si è ritenuto più opportuno eliminarla.

La presenza dei cantieri continuano ad ingannare molti dei cittadini del quartiere e invia del Torraccio di Torrenova non si dicono d'accordo. Roberto commenta: "Sono nero,per una volta che avevamo disposizione un servizio vero sotto casa, niente da fare. Sa-remo costretti a prendere la macchina per raggiungere la metro, considerando che gliautobus non passano. Inoltre era un'occasione per i commercianti".

Mentre Alessandro, dice: "Si sapeva già da quando dissero che l'avrebbero fatta, cheno era vero. In questi anni è stata una falsa speranza". Laurent, invece, dice non saper-ne nulla, "vedendo i cantieri era convinto stessero continuando a lavorare per la ferma-ta" e continua "è un vero peccato sapere di aver subìto tutti questi lavori e questo tram-busto senza uno scopo vantaggioso per noi residenti di Torre Angela".

Per quanto riguarda il cantiere gli operai (che rifiutano di farsi fotografare) dicono "stia-mo costruendo parcheggi", ma tra loro c'è chi dice "ogni giorno dicono una cosa diver-sa", intanto nessun responsabile è lì per darci una risposta. STEFANIA PANETTA

NESSUNA METRO PER TORRE ANGELA

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TORRI NUMERO 5 ANNO IV 25

Elementi che potrebbero esse-re motore per una riqualifi-cazione reale che passa an-

che dal turismo culturale. Nasco-sti agli occhi e all'interesse dei cit-tadini, o maestosi nell'evidenza deldegrado che li segna, i beni artisti-ci dell' VIII municipio sembranonon esistere. Dalla Torre di TorreSpaccata, alla bellezza archeologi-co - paesaggistica di San Vittorino,alle catacombe di S. Zotico, al Ca-stello di Torrenova, con la Chiesadi S. Clemente annessa. L'elenco ètanto ricco quanto sconosciuto al-la popolazione cittadina. Per que-sto la Fiera dell'Est ha raccolto laproposta di individuare e descri-vere i siti, le opere e le struttureche potrebbero generare, oltre adun interesse di natura storica e cul-turale da parte della popolazione,anche un meccanismo di visibilitàall'interno di un circuito allargatodi turismo artistico e culturale. Tut-ta Roma è un museo a cielo apertoe l'ottavo municipio sarebbe, se va-lorizzato, interessante quanto al-tre aree, facendo leva su elementiche potrebbero essere il motoretrainante per una riqualificazionereale che passa anche dal turismoculturale.

CHIESA DI SAN CLEMENTE, UNA PERLA A LUNGO CONTESA

Il quartiere di Torrenova dà il benve-nuto ai suoi visitatori già al primo col-po d'occhio. Su via Casilina si erge mae-stoso il castello storico, risalente al Cin-quecento, appartenuto agli Aldobran-dini prima, ai Cenci, ai Borghese e in-fine ai Migliorelli.

Si tratta di un grande complesso che,seppur trascurato nell'aspetto, mostrala bellezza e l'interesse che suscitanole architetture storiche. Torri, un gros-so giardino, costruzioni separate dalnucleo centrale, e una proprietà terrie-ra che si estende tutto intorno costitui-scono la tenuta, insieme naturalmen-te alla Chiesa di S. Clemente, cinque-centesca anch'essa. È intorno a questache da anni è aper-ta una disputa trail comune di Romae gli eredi.

Una chiesa chenon è stata anco-ra sconsacrata, sep-pur chiusa da tem-po ormai immemo-re. La cessazionedi rituali liturgiciè avvenuta in se-guito alla decisione della famiglia ere-de di chiudere la chiesa e vendere laproprietà. In effetti parte del castello,ad oggi abitato da molte famiglie, è sta-to venduto. Ma la decisione di privareil quartiere di un bene religioso, arti-stico e architettonico non è mai piaciu-ta alla popolazione. "Ricordo quandoandavo in quella chiesa. Però ormai iricordi sono vaghi. È talmente tantotempo che è chiusa" dichiara malinco-nica Agata Cristelli. Già, perché unavolta chiusa, non è stato più possibileper la cittadinanza tornare a far visi-

ta alla Chiesa, anche solo per puro pia-cere estetico.

Ciò che più preoccupa la popolazio-ne interessata, ma che dovrebbe aller-tare tutti, è lo stato di abbandono in cuiversa la struttura. Un abbandono e unatrascuratezza chenon avranno avu-to pietà e rispet-to per le opered'arte contenuteal suo interno. Lepareti della chie-sa sono affresca-te di dipinti reli-giosi risalenti adiversi secoli fa,che l'umidità e lapolvere stannocondannando ad una triste fine. Le ul-time immagini disponibili delle operepittoriche, ma anche scultoree, presen-ti all'interno della chiesa, risalgono al1991.

Già da queste testimonianze emer-ge evidente lo stato critico degli affre-schi, delle cornici e della pareti. E sitratta di immagini di venti anni fa. Iltempo trascorso avrà senz'altro peggio-rato il loro stato, la cui conservazione,oltre che da fattori fisici e meteorologi-ci, è ulteriormente peggiorato dalla pre-senza di piccoli animali (come i piccio-ni) che indisturbati entrano ed esconodalle finestre prive di vetri o dalle cre-pe presenti sulle pareti.

La curiosità della gente circa il de-stino e le condizioni della "loro" chiesa

è forte. "Cosa nefaranno? Pensi, ioin quel castello ciandavo a scuola ecome me moltepersone che anco-ra vivono qui. Equella era la no-stra chiesa, lì an-davamo a prega-re" testimonia lasignora Teresa

Spataro. I ricordi di Elio Pelliccione so-no meno vivi, ma l'interesse circa il de-stino dell'opera architettonica è robu-sto come quello di tutti. Pare però chel'attesa circa la conoscenza del suo fu-turo uso stia per finire. Infatti questisono i giorni caldi della trattativa chepotrebbe finalmente chiudere il conten-zioso tra il Comune e gli eredi del ca-stello.

Proprio perché in una fase delicata,i proprietari ritengono opportuno tene-re ancora riservati i termini della trat-tativa che dovrebbe concludersi con una

pacifica prelazione da parte dell'ammi-nistrazione pubblica. Ciò che realmen-te si ignora è l'uso che si deciderà difarne a livello pubblico. "Farne un mu-seo, un centro espositivo che mostri ol-tre ai suoi tesori anche altre opere del

municipio che po-trebbero trovareasilo" è il fortedesiderio di Elia-na Grasso, stu-dentessa.

Comunque siconcluderà l trat-tativa, resta losgomento riguar-do al tempo cheè dovuto passa-re affinché il co-

mune prelevasse un bene di così tantautilità culturale, che in periferie soffe-renti potrebbe determinare una svoltaa livello di qualificazione territoriale.Reperire tutti gli eredi e trovare uncompromesso vantaggioso per tutti è

stato solo uno dei motivi di tale ritar-do. "Spesso esigenze politiche sono lavera causa di disinteresse verso taliforme di riqualificazione che non por-tano un diretto tornaconto elettorale",spiega Romano Amato, ex assessore aiBeni Culturali. Le politiche conseguen-ti sono le stesse conosciute da altri quar-tieri e che vedono tutte come protago-nista la totale elusione dell'art. 11 pre-visto dal piano di attuazione urbanisti-ca. In base a tale norma, la riqualifica-zione edilizia di un'area deve necessa-riamente essere preceduta dalla rea-lizzazione di servizi alla popolazione.

Tra questi figura senz'altro un faci-le accesso e soprattutto l'offerta di siticulturali. La chiesa di San Clementepotrebbe essere uno di questi. Privi dicentri di commemorazione, la memo-ria si perde nel tempo. "Non ricordo be-ne l'interno della chiesa, ricordo solocosa ho provato quando ho capito chenon ci sarei più potuta entrare" diceClara Ferrara. "Quando ero più giova-ne non sapevo dell'importanza artisti-ca di questo posto. Solo ora mi rendoconto del fatto che il nostro municipionon è poi così povero. Bisogna valoriz-zare le bellezze che abbiamo a disposi-zione" è il monito di Alessio Mancino.

LUCIA BRAICO

L' VIII MUNICIPIO, TRA RUDERI, SCEMPI E MOSTRI URBANI CELA

NUMEROSI TESORI STORICI, ARCHEOLOGICI, ARTISTICI DIMENTICATI

A ABBANDONATI COME IL TERRITORIO CUI APPARTENGONO.

L'ARTE BUTTATA DA PARTE

Teresa Spataroe Elio Pelliccione

Page 26: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

TORRINUMERO 5 ANNO IV26

Continua il dramma per i cittadini diGiardinetti, ogni giorno alle prese conle difficoltà della strada piena di bu-

che, senza marciapiedi e spesso prive di il-luminazione.

Via di Giardinetti, strada principale, è sta-ta fonte di accese polemiche politiche a li-vello locale. Fabrizio Cremonesi, consiglie-re Pd, a tal proposito dice "E' il momentoche questa amministrazione decida di met-terci mano in via definitiva. Da un punto divista strutturale. Seguendo un progetto cheguardi al futuro. Ci sono un milione di eu-ro stanziati per la riqualificazione della stra-da ormai in giacenza da anni e ancora nonsi fa nulla".

Qualcuno in consiglio dice che quei sol-di non bastano ma come suggeriva Vitto-rio Alveti, consigliere Pd, l'operazione do-vrebbe essere pensata a stralcio in mododa cominciare ad avviare almeno una par-te del lavoro, garantendo una maggiorepercorribilità e vivibilità per i pedoni, per lemacchine e per i residenti.

E via dei Giardinetti non sarebbe l'unicaa necessitare di manutenzione. Sono viaGiovanni Duprè, via del Magnolino e viaAlenda che fanno gridare "orrore". Il signorWalter, abitante del quartiere, ci raccontache nei giorni scorsi una donna anziana per-correndo via Giovanni Duprè, al calar delsole e con scarsa illuminazione artificiale, ècaduta fratturandosi una gamba e riportan-do escoriazioni sulle mani e sul volto. "E'una vergogna. Le abbiamo consigliato di fa-re una denuncia al comune " aggiunge.

Il signor Loreto a proposito di GiovanniDuprè dice "La luce non sempre si accen-de la sera, qui. E' pericoloso. Ci si può faremale". Ma c'è anche chi come Marco ci fanotare come la condizione disastrata delmanto stradale rechi danni nel tempo an-che alle macchine: "Qui hanno tutti gli am-

mortizzatori rotti. Invece di rifare l'interoasfalto vengono e mettono le toppette.Riempiono i buchi, ma poi quelli si riapro-no. La peggiore è via del Magnolino, ci so-no certi crateri! Ma la storia è la stessa pervia Alenda". Diversa, invece, è la situazio-ne di via Giuseppe Maggiolino. L'asfalto, qui,è stato rifatto di recente con la nuova se-gnaletica orizzontale. Anche se ironia delleironie questa sembra essere l'unica via adaver goduto di ben due rifacimenti nel cor-so di un paio d'anni. E' sempre Walter a dir-ci che dopo averla riparata hanno dovutofare dei lavori di altro genere ed è stato ne-cessario rompere l'asfalto, così dopo averfinito hanno dovuto nuovamente ripristina-re il manto stradale. Ma ci chiediamo nonpotevano farli prima questi lavori? Con ilbeneficio del dubbio, supponiamo che l'esi-genza sia nata in un secondo momento.

Via del Maggiolino non è la sola ad es-sere stata rimessa a nuovo, tra le fortuna-te c'è via degli Orafi. La signora Anna, al-lora ci dice "Pietà e misericordia per que-ste strade di Giardinetti. Sono pochissimele strade decenti. Così per camminare unpo' con la mia amica facciamo sempre lostesso giro. Percorriamo via degli Orafi cheha i marciapiedi, giriamo per via di TorinoSano, usciamo su via Carlo Santarelli e ciaddentriamo nel parchetto comunale. E'l'unico modo per stare all'aria aperta sen-za rischiare di essere investiti o di cadere".Che possa diventare un itinerario turistico?

STEFANIA PANETTA

I cittadini di Giardinetti invocano "pietà e misericordia"!BUCHE, SCARSA ILLUMINAZIONE E MARCIAPIEDI FANTASMA SONO I PADRONI IDISCUSSI DI QUEST’ANGOLO DI OTTAVO

LE PIOGGE DEI GIORNI PASSATI HANNO CAUSATO L'ALLAGAMENTO DELLA GROSSA STRADA DI TOR-RENOVA. LA CHIUSURA AL TRAFFICO, LOGICA CONSEGUENZA, HA PROVOCATO MOLTI DISAGI.

VIA LAERTE COME VENEZIA

Semplicemente Sagaro!Un percorso in salita, che passo

dopo passo ha portato il marchioSagaro a sedere insieme ai più gran-

di parrucchieri d'Europa.Gaetano, grazie alla partnership Z.One,

ha potuto creare i must della moda a Lon-dra ma anche a New York. E' stato protago-

nista della creazione di uno stile nuovo e origi-nale, soprattutto per quanto riguarda le colora-

zioni e i tagli. Gaetano ha curato per la RAI le stile di molte stardella televisione, del cinema e della musica. Unsuccesso quindi che anche lo show business ha ri-conosciuto. Questo però non ha cambiato Gaetano,che ha mantenuto la sua semplicità e cordialità. Unamoda adatta a tutti, che parte dal basso fino ad ar-rivare alla vetta più alta. Una filosofia quella di Sagaro che vuole, sì una don-na elegante e femminile, ma con un pizzico di stra-vaganza e unicità. Mai banale, sempre al passocon i tempi e originale. Per questo Gaetano e Catherine propongono ta-gli e tinte che vogliono donare alla donna unabellezza semplice ma allo stesso tempo sofi-sticata. Perché ogni donna da Sagaro è spe-

ciale. E dove c'è Sagaro c'è spettacolo!

Piove e Roma si allaga. È successo un'al-tra volta, come tutte le volte e le aree

interessate sono sempre le stesse. Le pe-riferie trascurate sono le protagoniste deipiù frequenti disagi legati alla pioggia, maiparsimoniosa nei confronti della capitale. Afarne le spese, in seguito alle ultime preci-pitazioni che hanno colpito la città all'iniziodel mese, è stata via Laerte, che affiancavia di Torrenova, chiusa al traffico nei gior-ni successivi alle precipitazioni. Via Laertescorre lunga accanto a grosse distese diaree non edificate e incolte, attraversate dauna marana che in quel tratto è rimasta acielo aperto. "Quando eravamo piccoli noidicevano che quest'acqua veniva da Fra-scati, che era buona. Ora non lo so più",confessa Luigi Magliocca, abitante del quar-tiere. Forse è proprio questo sprazzo di "na-tura" la causa dei frequenti allagamenti del-la strada. Gli spazi aperti lungo la stradasono infatti ricoperti di numerosi canneti,che indisturbati continuano a proliferare. Latotale assenza di manutenzione dell'areapuò essere infatti segnalata proprio dal pro-blema dei canneti. "Le canne ormai morte,non rimosse, vengono trasportate via dal-l'acqua della marana che si gonfia con lepiogge. In questo modo vanno ad otturarei canali di scarico posti ai bordi della stra-da, ostruendo il passaggio dell'acqua che siaccumula sull'asfalto". E i segni sono evi-denti, anche in assenza di pioggia. La su-perficie dei marciapiedi mostra strani segniche potrebbero essere facilmente l'esito del-l'azione dell'abbondante acqua piovana.Questo almeno è il parere di Valerio Figlio-lo, pensionato.

Il disagio che l'allagamento comporta,con la conseguente chiusura della strada altraffico, è facilmente intuibile. Via Laerte ri-

congiunge due grossi quartieri del munici-pio, Torrenova e Torre Angela. Il traffico èdiscreto e il percorso è comodo per gli abi-tanti di entrambe le aree. E proprio gli abi-tanti sono quelli che più di altri si fanno ca-rico del problema frequente, che potrebbeessere facilmente evitabile per mezzo di un

po' più di cura da parte dell'amministrazio-ne pubblica.

A farne le spese soprattutto i lavoratoriche erano soliti percorrere il tratto, che sitrovano costretti a percorsi alternativi nonpianificati, e forse poco utili. Questo è ac-caduto a Iemgon Anton e Popa Vasilica, abi-tanti da anni di Torrenova, d'origine rome-na, muratori, che il mattino della chiusuradella strada hanno comunque rischiato diperdere il lavoro a causa del loro ritardo. Ecome loro tanti altri, a cui non resta per ilfuturo che sperare nel bel tempo perpetuo.La rimozione delle canne è un evento piùimprobabile. LUCIA BRAICO

IL PARCO DOVE CRESCONO RIFIUTI

Pochi spazi verdi, altrettanto pochi spazi di socialità: Tor Bel-la Monaca è un quartiere sofferente, perché privo del neces-sario, sia a livello strutturale che di interesse politico e am-ministrativo. Infatti solo il totale disinteresse per l'effettivo benessere del-la cittadinanza potrebbe essere l'unica ragionevole spiegazio-ne per cui, anche se a volte presenti, i servizi, gli spazi e lestrutture sono segnati da degrado e incuria. Ai piedi del BestWestern Hotel se ne può osservare un esempio: quello chesarebbe potuto essere un luogo di incontro e socialità non èaltro che un giardino di rifiuti. Ma si sa, pulire costa fatica.Molto meglio abbattere tutto e ricostruire da capo!LUCIA BRAICO

Iemgo Anton, Luigi Magliocca e Popa Vasilica

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CASILINO NUMERO 5 ANNO IV 27

In seguito all'incendio che distrusseil casotto in ferro al centro della Ca-silina (incrocio Borghesiana), molti

senza fissa dimora hanno pensato be-ne di appostarsi sotto al ponte che divi-de la via Casilina da via Borghesiana.

Una casa improvvisata fatta di car-toni, materassi sbattuti a terra, fornel-li qua e là e una discarica a cielo aper-to che inonda il fosso sottostante di ri-fiuti. L'appostamento è stato una scel-ta tattica non indifferente: nessuno puòvederli dalla strada, e solo i vicini, fino-ra molto tolleranti, sanno della presen-za di questo nucleo di persone. Tra l'odo-re acre della plastica bruciata e dellapuzza di stantio, incontriamo Admir,romeno di 45 anni.

È in Italia da dodici anni, a Roma dacinque, e soltanto da un mese ha occu-pato lo spazio sotto invito di un amico.Decide di concederci la sua attenzionein cambio di due sigarette e racconta la

sua storia con una malinconia che citrasporta. Non soffre per la mancanzadella sua patria, ma per aver perso unlavoro da muratore per via di una frat-tura al ginocchio. Da allora tutto si ècomplicato; non sente l'esigenza di unacasa vera e propria, ma il fatto di tro-vare ostilità da parte dei suoi stessi com-pagni lo turba non poco.

Questi infatti, pur di trovare un tor-naconto personale, l'hanno spesso pri-vato del mezzo più prezioso per muo-versi, il suo bastone da passeggio. "Melo rubano per fingersi invalidi ed anda-re dalle suore a prendere qualcosa damangiare - dice - Ce l'ho in particolarecon i bulgari, sono loro i più cattivi neimiei confronti, con i vicini italiani nonho mai avuto problemi".

Parla come se quella fosse la sua ve-ra dimora, chiama in causa il manualedella buona convivenza ed ironizza sul-la sua situazione; il suo motto, lo affer-ma lui stesso è "io non do noia a te, tunon dai noia a me!". Scavalchiamo ilmuro che ci porta alle abitazioni adia-centi ed incrociamo la famiglia Valle-coccia: ammettono di aver paura perl'eventualità che possa succedere qual-cosa di inaspettato durante la notte, edichiarano di aver chiamato più voltele forze dell'ordine a seguito di liti tranomadi verificatasi proprio dietro il lo-ro giardino. Uno di loro è stato minac-ciato con un'arma da fuoco appena sce-so dalla macchina, la figlia invece, a se-guito di un furto alla sua automobile, èstata seguita da due malintenzionati fi-no al cancello, i quali hanno desistitonon appena intravista la figura impo-nente di un amico che l'aveva accompa-gnata.

Dicono di non avere paura per i "re-sidenti" di fianco, ma per tutti queglielementi esterni a cui fa gola il luogo ri-parato dei nomadi pacifici. Un'altra fa-miglia che costeggia l'accampamento è

la Mastrocola: la signora Paola raccon-ta di aver instaurato un rapporto con isignori abusivi, concede spesso loro be-ni alimentari in eccesso, coperte e ma-glioni del marito inutilizzati e dice dinon aver mai avuto problemi, a partela sporcizia.

Non si sente minacciata dalla loro

presenza, ma da tutti quei rifiuti checrescono di giorno in giorno sotto i suoiocchi. Lo stesso Admir, alzando le ma-ni di fronte alla quantità mostruosa didetriti nel fosso, afferma di aver prova-to qualche volta a liberarsene.

La questione è anche un altra: il sen-so civico per la pulizia non sarà certo

una virtù per i nomadi collocati in que-sto piccolo terreno, ma il fatto che si siariuscito ad instaurare un clima abba-stanza sereno, tra residenti in regola enon, fa ben sperare che sia ancora pos-sibile credere nell'integrazione, anchese la strada è ancora molto lunga....

CLAUDIA DELLA VERDE

Ne avevamo parlato più volte di quel-la strana villa in via Mesoraca, tra-versa di via Borghesiana, all'altez-

za del civico 350. In passato il presidente Evangelisti del

consorzio di Colle Aperto ne aveva denun-ciato il degrado. I cittadini oggi però han-no ancora paura di parlare.

Non è infatti difficile intuire il perchè ditanta omertà a riguardo: appena imboc-cata la strada incontriamo due signori checi avvisano di stare attenti per via dei sog-getti pericolosi che circolano nel quartie-re. "Sono quasi tutti armati" dice uno diloro; "Una volta ho assistito da molto lon-tano ad una sparatoria, un regolamento diconti tra loro probabilmente, da cui ho sa-puto essere uscito anche un morto; nes-suno però, a distanza di un anno ne ha piùparlato, così come nessuno ha idea di co-me sia andata a finire quella storia".

Il terrorismo psicologico a cui è sotto-posta la cittadinanza del quartiere non ècosa da poco. Anche una signora, che la-sciamo nell'anonimato, ci ha indicato i luo-ghi più pericolosi, dove solo in pochi han-no accesso. Via Contessa Entellina è un'al-tra tra le zone off limits. Il bar, frequenta-to unicamente da nomadi di varie etnie, èun punto d'incontro per lo spaccio e per gliaffari interni tra loro. La gente residentenelle vie limitrofe ha timore di uscire la se-ra per fare una passeggiata, ma la colpanon viene attribuita soltanto ai nomadi: unragazzo se la prende con gli italiani stes-si, che pur di fare affari e far gonfiare leproprie tasche, approfittano della situazio-ne affittando la propria bottega, il garage,o uno scantinato inutilizzato, a immigratidisposti a tutto pur di avere un alloggio. Sitratta, nella maggior parte dei casi, di "abi-tazioni" di bassa metratura, affittati a nu-clei familiari non al di sotto di cinque per-sone.

Il problema, come al solito, non nascee muore con gli immigrati, ma si estendead una parte di residenti italiani che nonhanno ancora appreso il significato delleparole "civiltà", "legalità" e "integrazione".

CLAUDIA DELLA VERDE

I nostri vicini abitano sotto il ponteUN ALLOGGIO PROVVISORIO CHE SI È TRAMUTATO IN DIMORA A TEMPO INDETERMINATO; QUESTA LA SITUAZIONE

DI ALCUNI SENZA TETTO BULGARI E ROMENI, I QUALI HANNO DECISO DI APPOSTARSI SOTTO AL PONTE CHE DIVIDE

VIA BORGHESIANA DA VIA CASILINA.

DA VIA MESORACA I NOMADI CONTROLLANO IL QUARTIERE

IN UNA PARALLELA DI VIA BORGHESIANA, I NOMADI HANNO IL MONOPOLIO DELLE ABITAZIONI. TUTTI SANNO QUAL È LA FAMIGLIA

CHE HA IL QUARTIERE IN MANO, MA LA PAURA DI PARLARE È GRANDE PER VIA DI EVENTUALI RITORSIONI.

Page 28: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

CASILINONUMERO 5 ANNO IV28

Éuna storia che ha del surreale quel-

la che vede come protagonisti i mem-

bri della famiglia Gubbiotti/ Piroddi

/ Raimondi, costretti a vivere da anni sot-

to la pressione di continui interventi lega-

li per allontanarli dall'abitazione che occu-

parono nell'aprile del

1982.

La signora Raimondi

prende coraggio e deci-

de di liberarsi di un pe-

so che l'angoscia da tem-

po: lo sfratto imminente

a cui sarà sottoposta tut-

ta la sua famiglia. Parte

dall'inizio, quando, con i

suoi figli ancora piccolis-

simi, decide di occupare

un casale abbandonato

sotto consiglio dell'ami-

co Cencio Ponzio, ades-

so deceduto, per poter

garantire un tetto sicuro

ai suoi cari. Non passa

neanche un mese e mez-

zo che il signor Antonio

Arena viene a reclamare il suo terreno, af-

fermando di essere l'unico proprietario.

Non finisce qua però. Dopo poco tempo

anche i Casamonica si fanno avanti recla-

mando la proprietà del casale e del terre-

no circostante. Gli occupanti decidono quin-

di di chiedere consiglio al dipartimento dei

vigili per aver chiarezza sulla questione.

Nel frattempo i Casamonica si preparano,

attraverso vie legali, ad attaccare la fami-

glia per impossessarsi del "proprio terre-

no". La causa, chiusa nel 1996 con la "vit-

toria" della famiglia Gubbiotti, non mise

però una pietra sopra la faccenda: proprio

quando tutto sembrava andare per il me-

glio, ecco che il signor Arena vende il ter-

reno al Comune, percependo una liquidità

pari a 650mila euro.

Agli atti risulta un particolare assai stra-

no: nel momento della vendita, il terreno

risultava appartenere alla contessa Rossi-

ni Renata, la quale avrebbe venduto ini-

zialmente al consorzio vivaistico, apparte-

nente tra gli altri ad un membro della fa-

miglia Casamonica. Nel frattempo, la so-

cietà Maril (appartenente alla signora Pas-

sone, moglie di Arena) avvia un procedi-

mento giudiziario per il rilascio del casale,

occupato a loro dire, senza titolo. Il signor

Arena, a questo punto, si appella al fatto

che la cessione al Comune riguardava esclu-

sivamente alcune particelle che non inclu-

devano il casale.

La particella 28r, su cui insiste il casale,

risulta infatti ceduta al Comune, mentre il

casale stesso rimane di proprietà della so-

cietà Maril (Arena). Sotto consiglio del le-

gale della famiglia, che ha seguito la cau-

sa dei Gubbiotti/Piroddi dal 2003 (anno in

cui la società Maril ha insistito per riappro-

priarsi dell'appezzamento), gli occupanti

non acconsentiranno all'invito delle forze

dell'ordine e non abbandoneranno lo sta-

bile il giorno 15 marzo 2011, dietro con-

cessione di un altro rinvio, che ha differi-

to la data dello sfratto. L'alternativa per la

famiglia, al momento, sarebbe la strada,

in quanto gli stessi servizi sociali non han-

no trovato una soluzione per il minore al-

l'interno del nucleo.

Altra nota dolente riguarda la buona usci-

ta: nell'ultima causa, risalente al 2003, il

legale aveva cercato una soluzione bona-

ria al fine di poter ottenere un ristoro alter-

nativo, proposta chiaramente non accolta

dalla controparte. Tra documenti anomali,

carte confuse e atti poco chiari la signora

Raimondi non perde la speranza e la voglia

di credere ancora nella legge. La famiglia

fa appello anche al comitato di Borghesia-

na 2, a cui ha spiegato la questione per cer-

care di sensibilizzare, attraverso tutti i mez-

zi possibili, le istituzioni competenti.

L'avvocato dei signori Gubbiotti si è ri-

volto anche al primo cittadino, nella spe-

ranza di essere ascoltato. Considerato il

fatto che la famiglia non possiede i mezzi

per pagare un affitto (si ricorda che i nu-

clei familiari sono due) ed affrontare i co-

sti per il loro mantenimento, essendo di-

soccupati, queste persone chiedono al sin-

daco di Roma e all'amministrazione del mu-

nicipio VIII di intervenire prima del 10 mag-

gio, data in cui i residenti saranno chiama-

ti ad uscire dall'appartamento.

CLAUDIA DELLA VERDE

I COMITATI DI FINOCCHIO RIUNITI PERLA BENEFICENZA... E L'UNITÀ D'ITALIA

Un avviso di sfratto lungo 30 anniNELL'APRILE 1982 DUE FAMIGLIE OCCUPANO UN CASALE ABBANDONATO

A BORGHESIANA TRA VIA LENTINI E VIA BRONTE E NE FANNO LA LORO CASA. A DISTANZA DI QUASI TRENT'ANNI QUESTE STESSE PERSONE SARANNO COSTRETTE

AD ABBANDONARLO. RACCONTA I DETTAGLI DI QUESTA STORIA, TRA FACCENDE

LEGALI CHE SEMBRANO NON AVERE MAI FINE ED UN FUTURO SEMPRE PIÙ PRECARIO, LA SIGNORA RENATA RAIMONDI LA QUALE SI FA PORTAVOCE DI UN INCUBO

DA CUI TUTTA LA SUA FAMIGLIA VORREBBE USCIRE.

Al termine di un lungo servizio di osser-

vazione e di un rocambolesco insegui-

mento lungo le trafficatissime vie della pe-

riferia sud est della capitale, il 10 marzo, i

Carabinieri del Nucleo Investigativo di Fra-

scati hanno tratto in arresto un cittadino al-

banese trentenne incensurato colto nell'at-

to di cedere ad un italiano quarantatreen-

ne pregiudicato circa un etto di cocaina.

Da tempo i militari avevano attenziona-

to il piazzale antistante un bar sito lungo la

via Casale del Finocchio avendo il sospetto

che si trattasse di uno dei "centri" di spac-

cio della zona fintanto che, ieri pomeriggio,

hanno notato l'albanese che, a bordo della

propria autovettura, controllava il piazzale

con fare sospetto. Poco dopo è giunto l'ac-

quirente che, salito accanto all'albanese gli

ha dato due mazzette di banconote rice-

vendo in cambio gli involucri contenti la co-

caina.

L'italiano è stato subito bloccato e con-

dotto presso la caserma di Frascati. L'alba-

nese ha invece tentato la fuga correndo co-

me un folle lungo la via Casale del Finoc-

chio inseguito dai Carabinieri. Giunto all'in-

crocio con la via Del Fosso Di Valpignola,

nelle campagne che separano i Castelli ro-

mani dalla periferia della Capitale, l'albane-

se ha perso il controllo della macchina an-

dando ad impattare a folle velocità contro

il muro di cinta di un'abitazione. Non pago

è uscito, illeso, dalla vettura ed ha tentato

la fuga a piedi per le campagne dove è sta-

to, però, immediatamente raggiunto dai Ca-

rabinieri che non l'avevano mai perso di vi-

sta. I due uomini sono stati posti a dispo-

sizione dell'Autorità Giudiziaria Romana.

AFinocchio il centro anziani di via Mas-

sa Silani, in collaborazione con i comi-

tati, ha accolto con piacere l'occasione di

aiutare il prossimo. In questo caso una don-

na che, lasciata dal marito, si è ritrovata

senza alcun sussidio e fatica a vivere sola

con le proprie forze. Il quartiere ha mostra-

to particolare solidarietà alla signora, ed ha

cercato i fondi per la compilazione di un mo-

dellino Inps di trecento euro da consegna-

re direttamente nelle mani della donna.

In occasione della cessione del modulo,

la beneficiaria è stata invitata alla festa di

carnevale presso il centro anziani. Molti cit-

tadini del quartiere si sono inoltre adope-

rati nella colletta per i beni alimentari da

regalare. Questa è la dimostrazione del fat-

to che fare bene unisce anche coloro che la

pensano in maniera opposta. I comitati di

Finocchio, dopo aver appreso che non è poi

così male l'idea di condivisione, hanno in-

fine organizzato una festa in piazza Serru-

le il giorno 17 marzo, in occasione dei cen-

tocinquanta anni d'unità d'Italia. Un avvi-

cinamento simbolico che apre la strada a

nuovi dialoghi; tra questi "l'Italia è unita,

nel piccolo facciamolo anche noi!"

CLAUDIA DELLA VERDE

FINOCCHIO. SEQUESTRATI

125 GRAMMI DI COCAINA

Page 29: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

CASILINO NUMERO 5 ANNO IV 29

Il territorio del Casilino, da un punto di

vista urbanistico ha mantenuto le ca-

ratteristiche tipiche dell'agro romano fi-

no agli anni '60.

Successivamente si è verificata un' espan-

sione urbanistica incontrollata che ha com-

portato la nascita di diverse aree insediati-

ve di cui la maggior parte sono sorte al di

fuori dei piani regolatori. Tutto ciò ha reso

successivamente difficile la realizzazione

delle principali infrastrutture e servizi indi-

spensabili, quali la rete idrica e fognature,

strade asfaltate e illuminate, servizi sociali

indispensabili alla vita comunitaria. Negli

anni sessanta il quadro dell'abusivismo re-

gistra un sensibile aumento e oltre a favo-

rire gli operai nella costruzione della pro-

pria abitazione, favorisce anche un' azione

speculativa.

Si è assistito alla nascita di tante piccole

società che acquistano intere aziende agri-

cole, realizzando su di esse alcune opere

d'urbanizzazione e favorendo così l'aumen-

to del costo del terreno. L'abusivismo com-

merciale e urbanistico è ancora oggi un pro-

blema in gran parte irrisolto: si è passati da

un abusivismo di necessità ad un cambio di

destinazione d'uso.

CASILINO. 800 ETTARI DI TERRITORIO IN CUI GRAN

PARTE DELLE AREE INSEDIATIVE, SONO SORTE AL DI

FUORI DEI PIANI REGOLATORI.

Dall'abusivismo di necessità al cambio di destinazione d'uso

LA SOLITUDINE DELLA PERIFERIA

PARLA ANTONELLA APRILE, RESPONSABILE DEL

MOVIMENTO NAZIONALE, L'ITALIA DEI DIRIT-TI, CHE LEI STESSA RAPPRESENTA IN VIII MU-NICIPIO. QUESTO MOVIMENTO NASCE NEL NO-VEMBRE 2006 E SI OCCUPA DELLE PROBLEMA-TICHE LEGATE ALLA TUTELA E ALLA DIFESA DEI

DIRITTI DEI CITTADINI.

Quali sono le principali problematicheche scaturiscono dai fenomeni di abu-sivismo?

Purtroppo l'abusivismo è una tra le prin-

cipali cause di degrado del nostro munici-

pio, molto spesso legato alla corruzione da

parte di chi sarebbe deputato invece a con-

trollare. Le principali problematiche sono in

primis il degrado del territorio, in alcune zo-

ne di assoluto pregio ambientale, interes-

sato da opere edili realizzate senza control-

lo e in secondo luogo il malcontento di chi

vorrebbe costruire legalmente e non può

per via dei vincoli e vede sorgere case abu-

sive contro le quali nulla si fa.

Quali sono i provvedimenti che an-

drebbero presi a riguardo? Il 22 luglio del 2008 dal Consiglio Regio-

nale del Lazio è stata approvata la legge

sulla "vigilanza sull' attività urbanistico -

edilizia" che prevede la creazione

di una banca dati sull'abusivismo,

sanzioni pesanti per chi costruisce

abusivamente, l'istituzione di un

fondo a rotazione a sostegno del

l'attività dei comuni che vogliono

abbattere manufatti abusivi ed al-

tre importanti norme. Altrettanto importan-

te è il rispetto della legalità in materia di vi-

gilanza e di sanzionamento.

Quale sarebbe la soluzione da voiproposta come movimento?

L'Italia dei Diritti si batte da tempo per la

rotazione intermunicipale dei vigili urbani e

dei dipendenti degli uffici tecnici comunali

di Roma, proprio al fine di ridurre sensibil-

mente le possibilità di perpetrare reati e il-

leciti e di instaurare legami di omertà e di

favoreggiamento con il territorio. Con il no-

stro movimento intendiamo inoltre

contribuire a restituire ai cittadini fi-

ducia nelle istituzioni e sensibilizzar-

li , al rispetto del territorio e quindi

a denunciare anche tramite il nostro

movimento situazioni di abuso edi-

lizio di cui vengono a conoscenza, o

di soprusi subiti da parte di chi invece avreb-

be il dovere di tutelare loro ed il territorio.

"Il territorio è diventato una merce, vale

non perché possiamo viverlo, ma solo in

quanto può essere occupato, prezzato, can-

nibalizzato". "Sa indignarsi solo chi è capa-

ce di speranza", scriveva Seneca. E noi sap-

piamo ancora indignarci. CATIA DEMONTE

Sono diversi anni che sentiamo parlare di progetti di rivalutazione del

territorio e di sgombero campi abusivi. Tanta demagogia attorno a

questi argomenti e pochi fatti. Un vociferare astratto, piccoli interventi il

cui massimo risultato è stato quello di spostare le varie problematiche da

una zona ad un'altra, se non addirittura di aggravarle maggiormente.

Intanto la periferia romana rimane sempre e comunque il "centro di

gravità permanente" del disagio. E' sufficiente inoltrarsi nel cuore di bor-

gate come Finocchio per ritrovarsi di fronte a delle vere e proprie disca-

riche a cielo aperto. Rifiuti di ogni genere popolano i bordi delle strade:

residui di mobilia varia, sacchetti colmi di spazzatura e come se non ba-

stasse tantissima plastica. Ne è un esempio, Via Sant'Alessio in Aspro-

monte , zona Finocchio, costeggiata da un'enormità di rifiuti di ogni ge-

nere. Inoltre nello stesso territorio sono presenti diversi campi abusivi,

privi di ogni tipo di presidio igenico - sanitario e di qualsiasi forma di con-

trollo di sicurezza.

I cittadini sono esausti e chiedono di essere riconosciuti come tali da

chi di dovere: "La periferia fa parte del Comune di Roma - interviene Do-

nato De Simone - non si tratta di una zona a parte. Cosa si aspettano i

politici dai cittadini se sono i primi a dimenticarli?". Ed ancora, Giovanni

Villaffane, commerciante della zona: "C'è degrado in tutta la zona, la de-

linquenza cresce sempre più così come i furti e lo spaccio". Anche Marco

Borioni, che lavora in zona lamenta le condizioni di degrado in cui versa-

no quartieri come Borghesiana e Finocchio: " Le strutture sono comple-

tamente carenti, le strade sono impraticabili ed inoltre vi sono talmente

tante baracche che pare di trovarsi all'interno di vere e proprie favelas."

Della stessa opinione infine anche Fabio D'Uffizi, negoziante della zona:

"Non colpevolizzo gli stranieri, ma piuttosto chiedo un maggior controllo

da parte delle forze dell'ordine. Inoltre io sono anche arrabbiato con l'Ama

in quanto devo pagare per poi non ricevere alcun servizio."

CATIA DEMONTE

IL TERRITORIO ORMAI E' DIVENTATO UNA MERCE

LA PAROLA ALL'URBANISTA. PARLA PAOLO BERDINI, URBANISTA E CONSIGLIERE NAZIONALE WWF

Molte aree del Casilino sono sorte gra-zie all'abusivismo di necessità …

Si. In questo momento l'abusivismo di

necessità è completamente scomparso, chi

doveva farsi casa lo ha fatto fino agli anni

'80. Questo tipo di fenomeno è oggi estin-

to anche se in passato ha portato a delle

conseguenze negative come il fatto che tut-

ta la collettività, a sue spese, ha dovuto por-

tare giustamente in queste zone i servizi ci-

vili perchè Borghesiana e Finocchio erano

territori quasi del tutto disabitati fino agli

anni '70. Quindi in quegli anni si è dovuta

affrontare a ragione questa grande spesa a

carico della collettività".

Come è stata sanata la situazionedell'epoca?

"La situazione dell'epoca è stata sanata

attraverso i condoni e da allora ce ne sono

stati 3: il primo nel 1985, attraverso la leg-

ge n°47, in base alla quale chi ave-

va costruito prima del 1983 pote-

va condonare e la maggioranza

delle abitazioni di questo territo-

rio risalgono, per costruzione, a

quel periodo. Successivamente c

'è stato un altro condono nel 1994

ed ancora nel 2003".

Che tipo di abusivismo esiste ogginel Casilino?

L'unico tipo di abusivismo che esiste og-

gi nel territorio di Borghesiana e Finocchio

è quello che riguarda il cambio di destina-

zione d'uso. Questo c'è e lo posso testimo-

niare. Oggi ci troviamo in questa fase, os-

sia è finito il cosiddetto abusivismo di ne-

cessità per dare spazio ad un altro fenome-

no ossia quello che si concretizza nell' ag-

girare la legge perchè così chi lo fa guada-

gna di più.

Perchè in questa zone man-ca il concetto della piazza?

Sono zone nate abusivamente,

per cui, in questi casi, si denota una

volontà di voler sfruttare per inte-

ro tutto lo spazio a disposizione per

costruire.

Come è cambiata la viabilità nel tem-po in queste zone?

Escluso qualche piccolo dettaglio, l'im-

pianto urbanistico è rimasto quello origina-

rio. Come fa a sopportare il peso tutte que-

ste persone che sono andate a vivere in zo-

na? Si tratta di un impianto di una città che

non prevedeva un' espansione, quindi sa-

rebbe auspicabile l'apporto di diverse mo-

difiche a livello urbanistico. CATIA DEMONTE

DEGRADO E CAMPI ABUSIVI , UNA SINFONIA CHE RISUONA DA TROPPO TEMPO.

Donato De Simone,FabioD'uffizi,GiovanniVillafane eMarcoBorioni

Page 30: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

CASILINONUMERO 5 ANNO IV30

Se fino a 30 anni fa la povertà nel ter-

ritorio del Casilino parlava esclusi-

vamente la lingua italiana, oggi as-

sistiamo, in risposta all'ondata migratoria

che ha interessato la zona, alla formazio-

ne di una nuova categoria di persone di-

sagiate economicamente.

I cittadini stranieri residenti sono 26.861,

pari al 12% della popolazione totale del

Municipio. I quartieri di Borghesiana e Fi-

nocchio, insieme a Torre Angela, raccolgo-

no più della metà della popolazione stra-

niera stanziata nell' VIII Municipio e la co-

munità più numerosa

è quella romena con il

38,1% dei cittadini stra-

nieri presenti, seguita

da quelle cinese (6%),

bangladesi (5,2%) ed

albanese (4,9%). Cir-

ca il 16% della popo-

lazione straniera è di

età compresa fra gli 0

e i 14 anni.

La maggior parte del-

la popolazione migran-

te vive in situazioni di

precarietà e di irregolarità, in alloggi poco

dignitosi e sovraffollati, con deboli legami

familiari e relazionali su cui poter contare.

Per quanto attiene il tessuto economico ed

imprenditoriale, il territorio Casilino vede

le presenza di aziende commerciali di gran-

di dimensioni e di aziende manifatturiere

di medie dimensioni che si avvalgono del

lavoro extra-comunitario, ma nel comples-

so, emerge un tessuto produttivo ed im-

prenditoriale, anche se articolato, struttu-

ralmente debole, che neppure i diversi in-

terventi di sviluppo locale, messi in cam-

po negli ultimi anni, sono riusciti a raffor-

zare e qualificare in modo adeguato. Ci tro-

viamo in presenza della più grave crisi eco-

nomica mondiale degli ultimi 60 anni ed i

cittadini del Casilino si sentono privi di pun-

ti di aggregazione sociale, essendo passa-

ti dalle borgate degli anni '50-'70 alla me-

tropoli. L'esclusione sociale, la fragilità e la

rottura dei legami sociali che la caratteriz-

za, comporta la formazione di una catego-

ria delle cosiddette "nuove povertà".

Quartieri come Borghesiana e Finocchio

vengono dunque ad essere portavoce di

questo disagio: l'instabilità nel lavoro, nel-

la famiglia, nelle relazioni sociali è ciò che

accomuna i "nuovi poveri" all'interno di

queste borgate che sempre più esprimono

la necessità di sentire soddisfatti questi bi-

sogni sociali. CATIA DEMONTE

"Io sono venuto a Roma nel 1983 e sono circa 30 anni che opero nella zo-na. La Casa del Povero si occupa di accogliere donne con figli che si tro-

vano in difficoltà economica, offrendo loro vitto e alloggio per il tempo a loro ne-cessario per arginare la situazione. Si tratta di donne straniere che sono rima-ste sole con il proprio figlio e che non hanno un posto dove andare.

Non manca poi chi all'ora di pranzo o di cena viene qui per cercare un pa-sto caldo. In questo caso sono soprattutto uomini stranieri o anziani a cui noioffriamo il nostro aiuto. Devo dire che nella zona, le persone più colpite dallapovertà sono gli stranieri al momento. Inoltre vorrei precisare, che nella mia co-munità non è mai mancato nulla, in quanto le persone del posto si sono sem-pre resi disponibili nella donazione di quanto serve per il mantenimento dellanostra struttura. Ci sono persone che a tutte le ore portano cibo e vestiti e aqueste voglio porgere uno speciale ringraziamento". CATIA DEMONTE

Com'è nata l'idea degli "incontri col panda"?Dall'esigenza di creare in municipio VIII un luogo d'informazione e confronto su temi di vita-

le importanza per il nostro futuro, insieme ad ospiti di riconosciuta competenza, cui domanda-re possibili soluzioni alle criticità.

A distanza di un anno dall'avvio della vostra attività, quali sono gli obiettivi raggiuntie quali i rammarichi?

Grazie soprattutto agli "incontri col panda" abbiamo avuto il privilegio di conoscere, oltre allosplendido ambiente della Biblioteca Borghesiana, diretta da Silvio Cinque, decine di cittadinisensibili all'ambiente e di metterci "in rete" con loro.

D'altro canto però, sebbene gli argomenti proposti fossero d'importanza globale e insieme lo-cale e avrebbero offerto notevoli spunti al dibattito politico comunale, si è registrato un quasi to-tale disinteresse da parte dei politici del municipio VIII e del Comune di Roma, nonostante i ri-petuti inviti. Si pensi che in ben nove occasioni, soltanto nell'ultima abbiamo avuto il piacere diveder apparire un consigliere municipale. Dobbiamo inoltre registrare una scarsa attenzione evisibilità riservataci dall'informazione locale, in molti casi attenta a descrivere gli effetti del de-grado che affligge il territorio, ma forse meno attenta alle sue cause.

I vostri progetti futuri?Saremo impegnati nella campagna referendaria per l'acqua pubblica e contro il nucleare. Sa-

remo al fianco dei comitati che si oppongono alle folli cementificazioni di Tor Bella Monaca, Grot-te Celoni, Fontana Candida, Torre Spaccata, Borghesiana, Rocca Cencia, che peraltro abbia-mo graficizzato in un suggestivo documento visitabile sul nostro sito www.wwfborghesiana.org.Stiamo preparando il Panda Reporter, un dossier fotografico sul degrado degli spazi verdi nelnostro municipio. Ma il panda è noto animale godereccio, che sarà lieto di invitarvi a piacevoliscampagnate domenicali, dal mese di aprile, alla scoperta di aziende agricole del territorio, dioasi WWF e del comune a 5 stelle di Corchiano in provincia di Viterbo. Per Info www.wwfborghesiana.orgCLAUDIA DELLA VERDE

Olga Ottaviani, operatrice Caritas ù, col-labora attivamente nella Casa del Povero.

"Il primo approccio per quanto concer-ne l'accoglienza è quello di chiedere che ti-po di difficoltà hanno. La maggior parte so-no donne straniere provenienti da Uganda,Russia, Polonia e Romania. Questa è la re-altà adesso. La problematica che accomu-na queste donne è quella di avere dei figlicon uomini che non se ne curano, quindidonne sole nella maggior parte dei casi.Qualora vi sia un uomo, hanno spesso conquest'ultimo un contrasto oppure è inter-venuta una separazione. I bambini vengo-no normalmente inseriti nelle scuole delquartiere. Le donne che vengono qui si ap-poggiano alla nostra struttura a volte perdiverso tempo, mentre in alcuni casi ci so-no persone che in due o tre mesi che risol-vono la situazione. C'è anche chi sta quicon noi da sei anni. Si presta accoglienzadunque fino a che la problematica non vie-ne risolta perchè ciò che a noi sta a cuoreè la serenità dei bambini che insieme allemamme vengono ospitati". CATIA DEMONTE

A TU PER TU CON LA POVERTÀ

Due storie di vita a confronto. Due mam-me dignitose e piene di speranza.

COSTANTIIN FLORICA:"Io sono rumena, ho un figlio che è qua

con me ed una figlia che è rimasta nel miopaese. Sto aspettando il risarcimento diun incidente, avuto quando ero incinta dimio figlio più piccolo, per poter ritornarenel mio paese. Sono quasi tre anni chesono ospite in questa casa, lavoro tre vol-te a settimana e faccio la donna delle pu-lizie. I soldi che guadagno ovviamentenon sarebbero sufficienti per mantener-mi e pagare un affitto, quindi li utilizzotutti per comprare le cose di cui ha biso-gno mio figlio. Con il risarcimento dell'in-cidente potrei comprarmi una casa al miopaese per poi prendermi cura della miafamiglia e dei miei figli".

Gertrude Namuli:"Io vengo dall'Uganda, sono in Italia da

10 anni e in questo centro da due anniperchè noi non abbiamo una casa. Anco-ra non ho potuto inserire mio figlio a scuo-la quindi non appena questo sarà possi-bile voglio andare a cercare un lavoro. Ilmio desiderio in questo momento è quel-lo di poter mandare mio figlio a scuola ecercare un lavoro per potermi rendere in-dipendente" CATIA DEMONTE

DA SEMPRE IMPEGNATO NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ, PADRE SERAFINO, RESPONSABI-LE DELLA CASA DEL POVERO A BORGHESIANA.

ABBIAMO PARLATO CON SIMONE PAOLETTI E PAOLO AMARISSE, RESPONSABILI WWF BOR-GHESIANA. AD UN ANNO DALL'AVVIO DEL LORO PROGETTO IN BIBLIOTECA, RACCONTANO LA

PROPRIA ESPERIENZA, RIPERCORRENDO LE TAPPE DEL LORO LAVORO ED I TRAGUARDI ANCO-RA DA RAGGIUNGERE.

PADRE SERAFINO, UNA LANTERNA NELL'OSCURITÀ

UN ANNO COL PANDA

I nuovi poveri, dalla borgata alla metropoliIL BRACCIO DESTRODI PADRE SERAFINO

tel. [email protected]

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CON NOI

Page 31: La Fiera dell'est - num. 5 del 19/03/2011

CASILINO NUMERO 5 ANNO IV 31

Pensiline bollenti sulla strada Ca-silina all'altezza di via Vermici-no; i pendolari che decidono di spo-

starsi con i mezzi pubblici si pentonoamaramente di aver fattoquesta scelta.

Incontriamo alla ferma-ta del 106 la signora Anto-nietta Vespe che raccontadi aver pensato di percor-rere due km a piedi, piut-tosto che continuare adaspettare l'autobus.

A lamentare il disservi-zio, non solo riguardante itempi d'attesa, è la signo-ra Clelia Tomassi, la qua-le dichiara che i pochi mez-zi che passano sono sprov-visti di macchinetta oblite-ratrice e chi non ha una pen-na incorre nel pericolo diuna multa pur se in possesso del titolodi viaggio. Spostandoci in un'altra fer-mata ci accorgiamo che la storia noncambia. Nancy Pizzi, pendolare abitua-le, afferma: "In questa zona siamo di-menticati totalmente per ciò che riguar-da i collegamenti; per arrivare ad Ana-gnina ci metto ore; ore che sembranogiorni considerato il delirio che viene a

crearsi lamattina".

Ad ascol-tarla e adaggiungereun suo pa-rere anchela signoraFilomenaF a l l a c e :"La matti-na è impos-sibile muo-versi. Glia u t o b u ssembranodei carri be-

stiame dato il cattivo odore e il sovraf-follamento. Il punto è che noi cittadinisiamo comunque costretti a prenderliper la totale assenza di altri collega-menti". Percorriamo un altro tratto diCasilina e ci imbattiamo in una madreche va a prendere i propri figli a scuo-la con il 511.

Lei è la signora Marianna Lacatusu

ed è costretta a muoversi solo con il ser-vizio pubblico per mancanza di un mez-zo proprio. Lacatuso racconta: "Tutti igiorni uso l'autobus per portare e an-dare a prendere i miei figli a scuola, tut-ti i giorni la stessa storia: tempi lun-ghissimi di attesa dovuti alla mancan-za di mezzi; dovrebbero inserire qual-che linea in più". Un malcontento mol-to diffuso dunque, che non si limita aduna sola linea, ma ad una moltitudinedi percorsi che vanno ad incrociarsi sul-la Casilina. Avevamo già parlato dello054, unico collegamento alla stazionedi Colle Mattia e del fatto che non aspet-tasse mai i pendolari che scendevanodai treni.

Ebbene la stessa cosa avviene per il106, l'autobus con cui si intendeva so-stituire la metro, che percorre tutta laCasilina da Giardinetti a Pantano. Do-po la segnalazione di un cittadino sia-mo andati a verificare e quello che ab-biamo visto è stato chiaro: il 106, cosìcome lo 054 non aspetta i suoi passeg-geri. CLAUDIA DELLA VERDE

I CITTADINI PROVANO AD ESSERE PAZIENTI, MA L'ATAC NON FA DEL SUO MEGLIO

PER MIGLIORARE IL SERVIZIO. BASTA AVVICINARSI AD UNA DELLE FERMATE DEL-LE LINEE 055, 054, 051, 511 E 106 PER CAPIRE QUANTO LE PERSONE SI SIA-NO STANCATE DI ATTENDERE.

Mezzi pubblici, il viaggio della speranza

Il centro anziani di via Massa Silani a Borghesiana si pre-

senta ad oggi come un luogo angusto e fatiscente, no-

nostante le ripetute richieste di un cambio di sede, presen-

tate in Municipio, da parte del suo presidente Enrico di Pie-

tro a nome di tutti i consociati. "Il centro "Pierino Emili"- di-

chiara il Sig. Di Pietro - presenta diverse problematiche.

L'edificio è vecchio, questo è un centro nato nel 1986 ed

inoltre è assolutamente insufficiente la struttura per il nu-

mero degli iscritti. Abbiamo solo due bagni ed un prefabbri-

cato esterno adibito a ciò, che con il tempo è diventato inu-

tilizzabile.

In particolar modo ho dovuto fare personalmente dei la-

vori per sopperire al guasto delle toilette. Ci è stata cam-

biata la caldaia due anni fa, ma, prima di vedere realizzato

questo intervento, siamo dovuti rimanere al freddo, tanto

che dovetti scrivere una lettera al Municipio, in cui prospet-

tavo la chiusura del centro, per inagibilità a causa della man-

canza di riscaldamento. Noi siamo totalmente dimenticati,

tutte le migliorie che abbiamo apportato a questo centro so-

no state effettuate attraverso i nostri sacrifici insieme agli

associati. Abbiamo predisposto le inferriate e i cancelli di

protezione alla porta principale in quanto ogni settimana eravamo

bersaglio da parte di qualche ladruncolo che si introduceva all'in-

terno dei locali. Per quanto riguarda il piazzale esterno e per po-

terlo utilizzare come spazio all'aperto, abbiamo

sostenuto una spesa di 2.500 euro per poter

avere delle tende. Noi chiediamo dei nuovi lo-

cali per fare funzionare al meglio il nostro cen-

tro che è punto di incontro per numerosi an-

ziani del posto". Anche i suoi consociati chie-

dono nuova sede. Giuseppe Strabioli dichiara:

"Sono tanti anni che sono iscritto e vorrei ave-

re un nuovo

centro, più ac-

cogliente e

spazioso di

questo. Sia-

mo tanti iscrit-

ti e per noi

questo è un

punto di ritro-

vo importan-

te". Attilio

Sca r f agna

continua: "I bagni non funzionano ed il centro è troppo

piccolo rispetto agli iscritti che ci sono." E al Municipio questi pro-

blemi li conoscono bene. Aspettiamo che gli impegni presi diven-

tino fatti e non solo parole. CATIA DEMONTE

IL CENTRO ANZIANI “PIERINO EMILI” CHIEDE ASCOLTO

SONO DIVERSI ANNI CHE IL CENTRO ANZIANI "PIERINO EMILI" CHIEDE UNA NUOVA SEDE. AD OGGI ANCORA NESSUNA RISPOSTA DAL MUNICIPIO.

Filomena Fallace,Marianna Lacatusu eNancy Pizzi

Strade a grattachecca, illuminazione as-

sente, tombini che straripano con due

gocce d'acqua al suolo, barriere architet-

toniche che impediscono il passaggio dei

pedoni, ma soprattutto dei disabili, marcia-

piedi assenti e conseguente sicurezza che

latita.

Questi sono alcuni dei motivi che hanno

spinto i residenti di Finocchio a lanciare una

provocazione al presiden-

te: "Perchè non viene ad

abitare da noi? Le paghia-

mo l'affitto". Il presiden-

te del comitato di quar-

tiere Valerio Valentino(nella foto a destra) rac-

conta che nell'ultima as-

semblea è stato questo il

tema affrontato da colo-

ro che vedono riqualifica-

re solo le zone in cui risie-

dono i politici dell'ottava

circoscrizione. Una con-

ferma arriva dall'opposizione con Massi-mo Rossi, capogruppo dell' Italia dei Va-

lori che si aggrega al coro cittadino e rac-

conta : "Il cavallo di battaglia del PdL per

vincere le elezioni è stata proprio la sicu-

rezza; a distanza di tempo dalla vittoria

elettorale ci sentiamo molto presi in giro,

la sicurezza a Finocchio non esiste.

Circa un mese fa abbiamo votato una

mozione per la riasfaltatura di via Fontana

Candida, ma ci son voluti tre anni di lette-

re dei cittadini al presidente Lorenzotti per

far muovere qualcosa". Prosegue poi par-

lando dei lavori eseguiti sul territorio: "Il

centro destra in questi tre anni ha solo pen-

sato a soddisfare le esigenze di due zone,

quella del presidente che è Borghesiana,

Ponte di Nona, zona abitata da altri consi-

glieri e Lunghezza, residenza del presiden-

te del consiglio municipale; in due anni so-

lo questi quartieri sono stati portati in con-

siglio. I cittadini di Finocchio e Pantano so-

no finiti tutti nel dimenticatoio. Le uniche

proposte per gli altri quartieri sono arriva-

te dall'opposizione".

Rendiamo poi partecipe Rossi della pro-

testa cittadina e della provocazione al pre-

sidente; la risposta, abbastanza attesa è

stata: "Se può servire a qualcosa, parteci-

però alla colletta". CLAUDIA DELLA VERDE

"SCOLLETTIAMO PER IL PRESIDENTE?"

I CITTADINI DI FINOCCHIO SONO STUFI DEL

TOTALE DISINTERESSE DA PARTE DEL MUNICI-PIO, A TAL PUNTO CHE NELL'ULTIMO INCON-TRO PER DISCUTERE SULLE PROBLEMATICHE

DEL QUARTIERE HANNO LANCIATO UNA PRO-POSTA: "AFFITTIAMO UNA CASA A LORENZOT-TI IN ZONA FINOCCHIO, MAGARI SMETTERÀ DI

RIQUALIFICARE SOLO BORGHESIANA".

A sinistra Enrico Di Pietro e GiuseppeStrabioli. Sopra Attilio Scarfagna insieme agliassociati del centro anziani

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