La didattica per la scuola di tutti e di ciascuno - Luino

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Bisogni educativi speciali: INCLUSIONE SCOLASTICA PER TUTTI Attilio MILO

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Le slide utilizzate da Attilio Milo durante l'incontro del 27 marzo 2014 a Luino (VA) nel quadro della formazione BES dell'USR Lombardia.

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Bisogni educativi speciali:

INCLUSIONE SCOLASTICA PER TUTTI

Attilio MILO

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2 USR Lombardia – Formazione BES

Attilio MILO

Su una parete della nostra scuola c'è scritto grande: I CARE."Me ne importa, mi sta a cuore". Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto.

Don Lorenzo Milani

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La logica di fondo

Ripensare la scuola

Indicazioni Nazionali

Direttiva B.E.S.

Riorganizzare le risorse (umane, materiali, professionali) in un quadro coerente e sistematico secondo una logica

processuale focalizzata sul soggetto che apprende

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4 USR Lombardia – Formazione BES

Il curricolo

Articolazioni

Finalità generali: competenze chiave europee

Discipline Traguardi di sviluppo delle

competenze Obiettivi di apprendimento valutazione Certificazione delle

competenze

Problemi

Conoscenza che cambia Conoscenza che proviene

dall’extrascuola Prescrittività dei traguardi Processi di apprendimento

cambiati Nuove tecnologie Famiglie diverse

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Ivar Lovaaspadre dell’applicazione dell’ABA all’autismo

Se un bambino non Se un bambino non impara dal modoimpara dal modocon cui stiamo con cui stiamo

insegnandoinsegnandodobbiamo trovaredobbiamo trovareun modo migliore un modo migliore

per insegnareper insegnare

DSA, BES, ADHD, PDP, ...

L'introduzione di queste sigle nella scuola italiana ha avuto

soprattutto l'effetto di far riflettere sull'efficacia

dell'insegnamento

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LA SITUAZIONE

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SI È PASSATI DA

ESCLUSIONE SEPARAZIONE

INTEGRAZIONE INCLUSIONE

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DIDATTICA INCLUSIVA

La scuola inclusiva nasce con l’intento di sostenere gli studenti durante il percorso scolastico, attraverso l’acquisizione di un metodo di studio autonomo ed efficace che deve essere accompagnato da una partecipazione attiva e da un lavoro costante sia a scuola che a casa.

Con l'aiuto corretto lo studente deve lavorare sulle sue difficoltà specifiche, potenziando al massimo le sue capacità. Così potrà trovare il "suo" metodo di studio (con l'utilizzo di tutti gli strumenti possibili) che lo aiuterà ad affrontare l'apprendimento nel modo più sereno possibile dandogli la possibilità di studiare esattamente come tutti gli altri ragazzi.

Lavorando sulla motivazione, sull’autostima e sulla fiducia si potrà raggiungere un buon livello di una autonomia scolastica.

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INTEGRAZIONE INCLUSIONE

Gli alunni con disabilità si trovano inseriti in un contesto sempre più variegato, dove la discriminante tradizionale – alunni con/senza disabilità – non rispecchia la complessa realtà delle nostre classi.

Ormai, alla luce dell’ICF, la scuola deve superare il momento sanitario certificativo, per effettuare una descrizione dei bisogni educativi degli alunni con disabilità, tenendo conto del contesto culturale ed ambientale nel quale essi vivono, per formulare progetti didattici inclusivi ponendo in prima linea i fattori “favorenti”, costituiti dalla formazione dei docenti curricolari, e dalle nuove tecnologie, per superare le barriere costituite dai deficit intellettivi, sensoriali e fisici degli alunni e dal contesto formato da classi troppo numerose e da una mancata formazione iniziale ed obbligatoria in servizio dei docenti curricolari.

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Valorizzazione di linguaggi comunicativi diversi dal codice scritto (linguaggio iconografico, parlato), utilizzando mediatori didattici quali immagini, disegni e riepiloghi a voce.

Utilizzare schemi e mappe concettuali. Insegnamento dell’uso di dispositivi extratestuali per lo studio (titolo,

paragrafi, immagini). Promuovere inferenze, integrazioni e collegamenti tra le conoscenze e

le discipline.

Dividere gli obiettivi di un compito in sotto obiettivi; offrire anticipatamente schemi grafici relativi all’argomento di studio

per orientare l’alunno nella discriminazione delle informazioni essenziali;

privilegiare l’apprendimento dall’esperienza e la didattica laboratoriale; promuovere processi metacognitivi per sollecitare nell’alunno l’autocontrollo e l’autovalutazione dei propri processi di apprendimento; promuovere l’apprendimento collaborativo.

Metodologia della didattica inclusiva

Modalità di gestione delle attività didattiche

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Superare il concetto di lezione tradizionale

Dai quesiti proposti dalla C.M. 101/2011 emerge che nel 76% delle scuole (hanno partecipato alla rilevazione 4.436 istituzioni scolastiche tra istituti comprensivi e circoli didattici per un totale di 60.084 classi) la modalità didattica più diffusa è la lezione frontale.

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Anche nell’ultima indagine internazionale sull’insegnamento e l’apprendimento (TALIS, Teaching And Learning International Survey) emerge una certa predilezione per i metodi tradizionali d’insegnamento contraddistinti da lezioni frontali e da un insegnamento di stampo verbale. Evidentemente le conquiste della scienze cognitive non sembrano ancora aver trovato uno spazio adeguato nelle pratiche di tutti i giorni.

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Attività svolte più frequentemente in classe Attività svolte più frequentemente in classe secondo le risposte di 15enni in UKsecondo le risposte di 15enni in UK

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Modalità di apprendimento preferite Modalità di apprendimento preferite secondo lo stesso campione di secondo lo stesso campione di

studentistudenti

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Strumenti di lavoro “classici”Strumenti di lavoro “classici”Single-functionSingle-function devicesdevices

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Nuove tecnologie didatticheNuove tecnologie didatticheMulti-function devicesMulti-function devices

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10%di quello

che leggiamo

20%di quello che sentiamo

30%di quello che vediamo

50%di quello che sentiamo e vediamo

70%di quello che discutiamo con altri

80%di quello di cui abbiamo esperienza personale

90%di quello che insegnamo ad altri

RIUSCIAMO A RICORDARE IL

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NUOVI MODI DI INSEGNARE –-------------> NUOVI MODI DI IMPARARE

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Gli esseri umani sono esseri sociali.Si radunano in gruppi, trovano terapeutico essere ascoltati, traggono energie l’uno dall’altro, e cercano reciprocità. Nei gruppi, viene dedicato tempo e energie a compiti che stancherebbero velocemente se si dovesse lavorare da soli.Infatti, una delle forme più crudeli di punizione che si può infliggere a un individuo è lasciarlo in totale solitudine.

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www.apprendimentocooperativo.it

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quanto è lungo il 1000

quanto pesa nelle mani un 100 rispetto a un 10 o a un 1000

LEARNING BY DOING

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“fare” il teorema di Pitagora

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Scuola

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Per gli studenti con problemi di memorizzazione e che faticano a prendere appunti, fornite gli appunti o gli schemi delle lezioni già preparati e magari affiancate al ragazzo con DSA un compagno che possa scrivere gli appunti per lui (ma su sua indicazione e non al posto suo)

Alternate fasi di concentrazione nel lavoro (sia scrittura sia lettura sia ascolto sia verbalizzazione) con fasi di “decompressione”.Questi suggerimenti, utili per tutti gli allievi, sono indispensabili per quelli cui viene richiesto uno sforzo supplementare di attenzione e di concentrazione, come nel caso degli allievi con DSA.

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Attilio MILO

Un buon supporto a questo tipo di didattica è costituito dall’uso del computer e dei software didattici per la realizzazione di mappe concettuali, calcoli matematici, lettura dei testi.....L’introduzione del computer nella scuola, presenta grandi vantaggi specie nelle giovani generazioni non solo per il supporto allo studio che possono dare attraverso gli specifici software didattici ma anche perché consente di utilizzare metodologie di ricerca delle fonti e apprendimento (internet, Wikipedia, Motori di ricerca, ecc.) molto più dinamiche rispetto al libro di testo.La differenza fondamentale tra questi due approcci risiede nel fatto che il libro di testo fornisce una “verità” che deve essere accettata e studiata in maniera acritica, mentre la ricerca dell’informazione tra varie fonti nel mare magnum di internet costringe ad una scelta e, quindi, ad un atto consapevole di cosa si vuole studiare.Lo studente da soggetto passivo dello studio diventa soggetto attivo al punto da crearsi lui stesso le fonti da cui apprendere.

N U O V E T E C N O L O G I E

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Attilio MILO

Un buon supporto a questo tipo di didattica è costituito dall’uso del computer e dei software didattici per la realizzazione di mappe concettuali, calcoli matematici, lettura dei testi.....L’introduzione del computer nella scuola, presenta grandi vantaggi specie nelle giovani generazioni non solo per il supporto allo studio che possono dare attraverso gli specifici software didattici ma anche perché consente di utilizzare metodologie di ricerca delle fonti e apprendimento (internet, Wikipedia, Motori di ricerca, ecc.) molto più dinamiche rispetto al libro di testo.La differenza fondamentale tra questi due approcci risiede nel fatto che il libro di testo fornisce una “verità” che deve essere accettata e studiata in maniera acritica, mentre la ricerca dell’informazione tra varie fonti nel mare magnum di internet costringe ad una scelta e, quindi, ad un atto consapevole di cosa si vuole studiare.Lo studente da soggetto passivo dello studio diventa soggetto attivo al punto da crearsi lui stesso le fonti da cui apprendere.

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GENERAZIONE DIGITALE vs GENERAZIONE CARTACEA

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La prima finalità dell’insegnamento è stata formulata da Montaigneè meglio una testa ben fatta che una testa ben piena

Meglio una testa ben fatta, che sa immaginare, mescolare i saperi, collaborare e condividere,che una testa piena di nozioni.

Michel Eyquem de Montaigne (1533 – 1592) filosofo,

scrittore e politico francese

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Una “testa ben fatta” significa che invece di accumulare il sapere è molto più importante disporre allo stesso tempo di:• un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi;• principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro senso.

Questo pieno impiego richiede il libero esercizio della facoltà più diffusa e più viva dell’infanzia e dell’adolescenza, la curiosità, che troppo spesso l’insegnamento spegne e che, al contrario, si tratta di stimolare o di risvegliare, se sopita. Si tratta subito di incoraggiare, di spronare l’attitudine indagatrice, e di orientarla sui problemi fondamentali della nostra stessa condizione e del nostro tempo.

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La nostra cultura non solo privilegia l’accumulo di conoscenze (che tra l’altro diventano rapidamente obsolete!), ma tende a scoraggiare il confronto con la realtà.Gli studenti operano una netta distinzione: da una parte ci sono i libri e le conoscenze meccaniche da acquisire per superare le verifiche (attività terribilmente noiosa e deprimente), dall’altra c’è il mondo dell’esperienza e dei problemi reali (discuterne è interessante!)

Purtroppo, il nostro sistema d’istruzione ancora troppo spesso incoraggia la formazione di una intelligenza di tipo scolastico, centrata sulla memorizzazione di conoscenze utili solo per le verifiche!

Alla domanda “Perché studiare?”, allora, si può rispondere dicendo che lo studio dovrebbe essere finalizzato alla formazione di una “testa ben fatta”, capace di comprendere sia il mondo esterno (naturale e sociale) sia quello interno, che riguarda il sé.

Attilio MILO

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Attilio MILO

Etimologicamente il termine deriva dal verbo latino educĕre (cioè «trarre fuori, "tirar fuori" o "tirar fuori ciò che sta dentro"), derivante dall'unione di ē- (“da, fuori da”) e dūcĕre ("condurre").Secondo altri, deriva dal verbo latino educare ("trarre fuori, allevare").

Di certo nulla a che vederecon “riempire”

E D U C A Z I O N E

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A scuolaseguo la lezione, evidenzio, cerchio, scrivo note magari aiutato dall'insegnante.Se è presente la LIM potrebbe essere d'aiutoil libro digitale; questo permette all'insegnante di indicare, visivamente, cosa evidenziare.

Attilio MILO

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A casa,gli alunni con DSA

potrebbero leggere le parti evidenziate a scuola con l'ausilio della sintesi vocale

Blah, Blah,..

Blah, blah

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Successivamente, senza dover scrivere nulla, riportare le parti salienti del testo in una mappa completa di immagini da poter essere usata anche come traccia per l'interrogazione

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«Nell'ambito scolastico tra i mediatori più significativi ed incisivi sull'allievo […] sono proprio il clima e il tono educativi, creati dalla qualità dei rapporti interpersonali»(Larocca, Pedagogia generale, Verona, Libreria editrice universitaria, 2000, p.208)

Il mediatore didattico si colloca nello spazio tra il soggetto e l'oggetto d'apprendimento. L’insegnante, attraverso il dialogo egli stesso diviene mediatore, facilitando la comprensione e sollecitando gli alunni ad elaborare personalmente ed attivamente il sapere. Come afferma Girelli, «è mediazione didattica tutto ciò che intenzionalmente l'insegnante mette in atto per favorire l'apprendimento degli alunni».

Chi vuole attraversare un piccolo fiume o un ruscello senza bagnarsi mette i piedi sulle pietre che affiorano dall'acqua; allo stesso modo, chi vuole superare i problemi che si incontrano quando in classe c'è un bambino con bisogni educativi speciali deve appoggiarsi ai mediatori, ovvero quegli strumenti che, lavorando in sinergia e collegati l'uno all'altro, permettono l'integrazione.

Andrea CANEVARO

Cosa sono i "mediatori didattici"?

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Attilio MILO

I mediatori sono strumenti attraverso i quali il docente pone l'attenzione alla “zona intermedia” tra insegnamento e apprendimento, che risulta utile sia all'allievo sia all'insegnante: per l'allievo significa avere l'opportunità di elaborare personalmente ed attivamente il sapere, mentre all'insegnante permette di non correre il rischio di imporre il proprio insegnamento e il proprio stile di apprendimento agli allievi.I mediatori didattici sono di diverso tipo:● attivi, come per esempio la visita guidata o il computer;● iconici, come illustrazioni, foto, carte geografiche, cartoline;● mediatori analogici, come per esempio drammatizzazioni, gioco dei ruoli;● mediatori simbolici come per esempio conversazioni o discussioni riguardanti

una attività proposta in classe, la videoscrittura, la lezione verbale.Variare il più possibile i mediatori per andare incontro ai diversi stili di apprendimento, cercando di proporre testi “autentici”, perché ritenuti più motivanti, che trattino temi interessanti e significativi adeguati alla loro età ed attinenti al loro vissuto. “Smontare” l'attività didattica nelle sue componenti, articolandola in fasi per facilitare, guidare e stimolare la comprensione e la riflessione.

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Bisogna passare da metodologie dove l’attore principale risulta essere l’insegnante, a metodologie dove gli attori siano i ragazzi e il docente diventi sempre più il regista del processo di apprendimento. È per questo che dovremmo cambiare il modello di insegnamento- apprendimento, da uno di tipo individualistico-competitivo ad un altro di tipo collaborativo-democratico (John Dewey, 1916).

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Partendo da un'esperienza trentennale in questo campo,

Erickson ha elaborato 7 punti chiave, che aiuteranno tutti gli

insegnanti a impostare il proprio lavoro in modo da favorire la

partecipazione attiva di ogni alunno.

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Attilio MILO

Attraverso l'apprendimento cooperativo ciascun componente

del gruppo, con le sue caratteristiche peculiari e speciali,

può contribuire all'apprendimento di tutti e può diventare

risorsa (e strumento compensativo) per gli altri.

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Attilio MILO

Partendo dai materiali pensati per la classe, è possibile

adattare e semplificare i libri di testo, le schede per le

esercitazioni, le schede di aiuto disciplinare, i percorsi

laboratoriali, ecc., adeguandoli alle abilità e alle esigenze di

ciascuno studente.

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Questi strumenti aiutano a fare collegamenti logici, a

ricavare parole-chiave e concetti fondamentali, a ordinare

la presentazione degli argomenti. Non sono necessariamente

legati a un intervento di recupero o sostegno, e per questo

motivo ben si prestano a una didattica rivolta all'intera

classe.

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Per facilitare gli apprendimenti, favorendo al contempo il

lavoro di tutti all’interno del gruppo classe, è fondamentale

anche potenziare e consolidare i processi cognitivi:

memoria, attenzione, concentrazione, relazioni visuo-

spaziali-temporali, logica e processi cognitivo-motivazionali.

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La didattica metacognitiva sviluppa nell'alunno la

consapevolezza di quello che sta facendo, del perché lo fa,

di quando è opportuno farlo e in quali condizioni,

rendendolo gestore diretto dei propri processi cognitivi.

Rappresenta le basi di un metodo di studio efficace per ogni

alunno.

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Realizzare una scuola inclusiva significa anche rivolgere

particolare attenzione agli aspetti emotivo-relazionali,

aiutando tutti gli alunni a imparare a vivere bene con se

stessi e con gli altri, migliorando la propria autostima, il

proprio benessere emotivo e le proprie capacità relazionali.

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Il feedback sui risultati è uno strumento di eccezionale

importanza non solo ai fini dell'apprendimento, ma anche e

soprattutto per lo sviluppo di una buona immagine di sé e

della motivazione necessaria per raggiungere il successo

scolastico. Riveste un ruolo primario nella didattica

curricolare, strategico in quella speciale.

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mi è capitato spesso, in questo periodo, di ricevere lettere o telefonate da qualcuno di voi. La domanda che mi viene rivolta con maggiore insistenza è: “Come facciamo a insegnare, in tempi come questi?”. I sottintesi alla domanda sono molti: il ritorno del “maestro unico”; classi sempre più affollate; bambini e bambine che provengono da altre culture e lingue e non sanno l’italiano etc.Anch’io, come voi, soprattutto nei primi anni della mia attività di maestro, mi ponevo interrogativi analoghi. Ho cominciato ad insegnare subito dopo la guerra. Le classi erano molto numerose. Capitava anche di avere bambini e bambine di età diverse....Il mio augurio per il nuovo anno scolastico è questo: NON SENTITEVI MAI DA SOLE E DA SOLI! Prima di tutto ci sono i bambini e le bambine, che devono essere nonostante tutto al centro del vostro lavoro e che, vedrete, non finiranno mai di sorprendervi. Poi ci sono altre e altri che, come voi, si stanno chiedendo in giro per l’Italia quale sia ancora il senso di questo bellissimo mestiere.…Poi ci sono anche i genitori e le zie e i nonni dei vostri alunni e delle vostre alunne, che possono darvi una mano, se saprete, anche insieme a loro, rendere la scuola un luogo accogliente e bello, in cui ciascuno abbia il piacere e la felicità di entrare e restare assieme ad altri.Non dimenticate che davanti al maestro e alla maestra passa sempre il futuro. Non solo quello della scuola, ma quello di un intero Paese: che ha alla sua base un testo fondamentale e ricchissimo, la Costituzione, che può essere il vostro primo strumento di lavoro.Siate orgogliosi dell’importanza del vostro mestiere e pretendete che esso venga riconosciuto per quel moltissimo che vale. Un abbraccio grande.

Mario Lodi

Care maestre e cari maestri,

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E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin,

o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa

importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un

ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri

della qualità che il loro contributo conferisce

all'insieme. Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire

tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante

come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica.

"DIARIO DI SCUOLA“ Daniel Pennac - 2007

Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia.

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