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1 LA CONTRAFFAZIONE A N A A A N AGROALIMENTARE AG A M A A VADEMECUM PER IL CONSUMATORE Conoscere il problema per affrontarlo meglio

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LA CONTRAFFAZIONELA CONTRAFFAZIONELA CONTRAFFAZIONELA CONTRAFFAZIONELA CONTRAFFAZIONELA CONTRAFFAZIONELA CONTRAFFAZIONEAGROALIMENTAREAGROALIMENTAREAGROALIMENTAREAGROALIMENTAREAGROALIMENTAREAGROALIMENTAREVADEMECUM PER IL CONSUMATORE

Conoscere il problema per affrontarlo meglio

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Progetto IO SONO ORIGINALE

finanziato da

Ministero dello Sviluppo Economico

Direzione Generale per la lotta alla contraffazione

Ufficio Italiano Brevetti e Marchi

realizzato dalle Associazioni dei Consumatori del CNCU

con la collaborazione di Federalimentare e Coldiretti

vademecum a cura di Movimento Difesa del Cittadino

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INDICE

COS’È LA CONTRAFFAZIONE

COME DIFENDERSI

LE BUONE REGOLE

LA CONTRAFFAZIONE NEL SETTORE AGROALIMENTARE E IL FENOMENO DELL’ITALIAN SOUNDING ALL’ESTERO

COSA RIENTRA NELLA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE? LE DUE TIPOLOGIE DEL FENOMENO

I PRINCIPALI CASI DI CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE

LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO (PACCHETTO QUALITÀ-SANZIONI E TUTELE-TRACCIABILITÀ DEGLI ALIMENTIREGOLAMENTO COMUNITARIO SULL’ETICHETTATURA -ORIGINE DELLE CARNI)

I DANNI PROVOCATI DALLA CONTRAFFAZIONE

VADEMECUM: COME EVITARE LA CONTRAFFAZIONE COSA FARE DI FRONTE AL CONTRAFFATTOA CHI RIVOLGERSI PER TUTELARSI

SCHEDE DELLE ETICHETTATURE DI 12 PRODOTTI AGROALIMENTARI: COSA È UTILE CONTROLLARE IN ETICHETTA

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COS’È LA CONTRAFFAZIONECon il termine “contraffare” si intende la riproduzione di un bene in maniera tale che venga

scambiato per l’originale ovvero produrre, importare, vendere o impiegare prodotti o servizi

coperti da proprietà intellettuale. La contraffazione è un fenomeno antichissimo che riguar-

da molti settori merceologici. La commercializzazione di prodotti contraffatti incide sulla

sicurezza e la salute dei consumatori ma anche sull’economia del Paese poiché l’imitazione

fraudolenta di un prodotto può anche provocare deviazioni del traffi co commerciale e feno-

meni di concorrenza sleale (producendo gravissimo danno allo sviluppo della ricerca e alla

capacità di innovazione).

COME DIFENDERSILa vendita di merce contraffatta avviene attraverso differenti canali di distribuzione, nei

quali la contraffazione non è sempre evidente. Spesso può compiersi attraverso mercati

esterni alla distribuzione regolare, come le bancarelle o le spiagge, oppure tramite

internet ed, infi ne, all’interno di negozi appartenenti alla distribuzione regolare. Questo

vademecum fornisce pratici consigli per difendersi dal pericolo di acquistare inconsape-

volmente merce contraffatta.

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LE BUONE REGOLELA CONTRAFFAZIONE NON È SEMPRE EVIDENTE.

PER EVITARE DI ACQUISTARE INCONSAPEVOLMENTE MERCE CONTRAFFATTA

È TUTTAVIA IMPORTANTE SEGUIRE ALCUNE SEMPLICI REGOLE DI BASE:

controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati (l’etichetta è la loro “carta

d’identità”) e diffi dare di quelli con scritte poco chiare o privi delle indicazioni d’origine

(laddove obbligatorie) e del “marchio CE” o dei marchi DOP/IGP/BIO per i prodotti

a denominazione; le etichette più corrette sono quelle che garantiscono la migliore

conoscenza del prodotto: trasparenza del marchio, processo produttivo, luogo di produzione

e caratteristiche;

acquistare solo prodotti in confezioni e con imballaggi integri, con il nome del

produttore, assicurandosi della loro provenienza e di eventuali marchi di qualità o

certifi cazione;

valutare il giusto rapporto qualità/prezzo: un prezzo troppo basso può essere invitante

ma potrebbe essere anche indice di scarsa qualità; può sembrare un’occasione e invece

si compra un prodotto che non dura, e si deteriora molto prima dell’originale;

prestare cautela per le vendite effettuate “porta a porta”: se non si ricevono notizie

precise sull’identità e sui recapiti (telefono, domicilio ecc.) del venditore, è possibile che

si tratti di prodotti contraffatti;

porre attenzione all’acquisto di prodotti proposti su internet o da programmi televisivi,

soprattutto nei casi in cui non sia prevista la possibilità di prendere visione della merce

prima dell’acquisto e restituirla una volta ricevuta.

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LA CONTRAFFAZIONE NEL SETTORE AGROALIMENTARE E IL FENOMENO DELL’ITALIAN SOUNDING ALL’ESTEROI NUMERI DELLA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE

Nel 2013 i Carabinieri per la Tutela della Salute hanno effettuato sequestri per un valore di

oltre 440 milioni di euro ed elevato sanzioni per oltre 17 milioni di euro1. A questi seque-

stri si aggiungono quelli dell’Agenzia delle Dogane (nel 2012 circa 4 milioni di euro il valore

delle operazioni2) alle frontiere e di tutti gli istituti preposti al controllo della fi liera agroa-

limentare. E ancora: nel corso del 2013 i Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari hanno

operato controlli su “3.121 aziende agroalimentari, sequestri su 9,5 mila tonnellate di prodotti

ed oltre 3 milioni di etichette/packaging iIlegali” 3.

Si tratta di prodotti adulterati, sofisticati, falsi e contraffatti. Molte volte dietro questo

business del taroccato si nasconde la criminalità organizzata: secondo il 2° Rapporto “Agro-

mafi e” sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti/Eurispes il volume d’affari

complessivo dell’agromafi a sale a circa 14 miliardi di euro nel 2013, con un aumento

record del 12% rispetto ai due anni precedenti.

L’ITALIAN SOUNDING

Spostandosi all’estero esistono forme imitative del prodotto italiano – non sempre di natura

fraudolenta né necessariamente pericolose per la salute – che possono trarre in inganno il

consumatore fi nale e che comunque incidono sulle potenzialità di export delle imprese ita-

liane. Questo fenomeno è generalmente noto come Italian Sounding, espressione che faItalian Sounding, espressione che faItalian Sounding,

riferimento all’imitazione di un prodotto/denominazione/marchio attraverso un richiamo

1 Fonte: Ministero della Salute, Vigilanza e controllo degli alimenti in Italia, Anno 2013.2 Fonte: Movimento Difesa del Cittadino e Legambiente, Italia a Tavola 2013.3 Fonte: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 e Federazione associazioni consumatori europee, Rapporto “Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile”, 2014, cit.

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nel nome e/o nella grafi ca alla presunta italianità che non trova fondamento nel prodotto

stesso.

L’Italian Sounding – che a differenza della contraffazione propriamente detta è diffi cilmenteItalian Sounding – che a differenza della contraffazione propriamente detta è diffi cilmenteItalian Sounding

sanzionabile legalmente proprio perché nei vari mercati in cui viene attuato, si adottano

comportamenti consentiti e non contrari alla legge – spesso si avvale dell’esperienza e delle

conoscenze produttive portate dagli emigranti italiani. Il fenomeno è infatti maggiormente

diffuso proprio nei Paesi che hanno rappresentato le tradizionali mete storiche di migrazione

e dove le comunità italiane sono più radicate. La presenza di prodotti imitativi costituisce

una delle principali cause della ridotta incidenza dell’export italiano sul fatturato perché

consente ad alcune aziende locali di avere un vantaggio competitivo che non meritano, pro-

ducendo a prezzi più bassi ma collocando il prodotto su fasce superiori di prezzo grazie al

richiamo all’italianità.

A titolo esemplifi cativo, la più comune fattispecie del fenomeno ha riguardato, all’inizio delle

emigrazioni, l’impianto di aziende con le stesse produzioni realizzate in Italia da parte degli

espatriati nei nuovi Paesi; poi, nel corso del tempo, sono stati creati nuovi prodotti con marchi

che richiamano nomi italiani. In molti casi, i discendenti di emigrati italiani hanno semplice-

mente usato (o tuttora usano) il loro cognome italiano come un marchio per i prodotti che,

di fatto, non hanno più alcuna relazione con quelli originali.

Nella Relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare della Commissione parla-

mentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione si legge che a livello mondiale, si mentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione si legge che a livello mondiale, si mentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione

stima che il giro d’affari dell’Italian Sounding superi i 60 miliardi di euro l’anno (164 milioni

di euro al giorno), cifra di oltre 2 volte superiore rispetto all’attuale valore delle esportazioni

italiane di prodotti agroalimentari (26 miliardi di euro nel 2013).

Secondo la Relazione, Nord America ed Europa, rappresentano “la culla” dell’Relazione, Nord America ed Europa, rappresentano “la culla” dell’Relazione Italian Sounding:

nel continente nord americano si sviluppano complessivamente 24 miliardi di euro di fatturato,

in confronto a un export di prodotti alimentari autentici pari a circa 3 miliardi di euro.

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In generale, l’attività di contraffazione dei prodotti alimentari, unitamente al fenomeno del-

l’Italian Sounding evidenzia un giro d’affari stimato estremamente rilevante:Italian Sounding evidenzia un giro d’affari stimato estremamente rilevante:Italian Sounding

• mondo: circa 60 miliardi di euro (poco meno della metà del fatturato dei prodotti originali

e più di due volte l’export italiano);

• europa: ben 22 miliardi di euro (contro un export di 13 miliardi di euro per i prodotti

originali) 4.

COSA RIENTRA NELLA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE?LE DUE TIPOLOGIE DEL FENOMENO

Contraffare un prodotto alimentare signifi ca: spacciare per originale (ad esempio una Dop)

o di qualità superiore un prodotto che possiede in realtà caratteristiche diverse, solitamente

di minore qualità se non nocive e/o illecite.

La contraffazione alimentare può essere di due tipi

1. Falsifi cazione, adulterazione o sofi sticazione dell’alimento.

Si tratta della creazione di un alimento composto da sostanze diverse per qualità o

quantità da quelle che normalmente concorrono a formarlo o modifi cato attraverso la

sostituzione, la sottrazione, l’addizione di elementi che normalmente lo compongono.

L’art. 5 della legge 283/1962 (Disciplina igienica della produzione e della vendita delle

sostanze alimentari) vieta di impiegare nella preparazione o distribuire per il consumo

sostanze alimentari mescolate a sostanze di qualità inferiore o comunque trattate in

modo da variarne la composizione naturale: sono vietate adulterazioni e variazioni

compositive degli alimenti.

4 CNAC, “Priorità in materia di lotta alla contraffazione” Novembre 2011, cit.; Direzione Generale per la lotta alla Contraffazione – UIBM, Ministero Sviluppo Economico, Rapporto IPERICO 2014: La lotta alla Contraffazione in Italia nel settore Agroalimentare 2009-2012.

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2. Falsificazione del marchio o dell’indicazione di provenienza geografica o della

denominazione di origine.

Si tratta dell’apposizione di un dato falso sull’alimento o sulla sua confezione, ovvero

dell’abusiva riproduzione del brevetto secondo il quale l’alimento stesso è prodotto.

Questo tipo di contraffazione risulta maggiormente diffuso all’estero e spesso collegato

al fenomeno imitativo dell’Italian Sounding.

I PRINCIPALI CASI DI CONTRAFFAZIONE ALIMENTAREI prodotti più contraffatti sono paradossalmente i prodotti più rappresentativi della qualità

della produzione agroalimentare italiana, ingrato riconoscimento delle eccellenze produttive

del nostro Paese che, però, testimonia anche l’alto livello di business intorno al falso cibo.

I prodotti maggiormente “violati” ed oggetto di contraffazione risultano5:

Vini:

• ottenuti dalla fermentazione di zuccheri di natura diversa da quelli dell’uva (pratica

vietata in Italia ma ammessa in altri paesi dell’UE);

• aggiunta di coloranti;

• aggiunta di alcol metilico (metanolo) per aumentarne la gradazione;

• aggiunta di conservanti antiossidanti illegali come acido borico e acido salicilico;

• aggiunta di aromatizzanti;

• aggiunta di antigelo (glicole dietilenico) per aumentarne la morbidezza ed il corpo;

• qualità inferiore a quella dichiarata in etichetta;

• eccesso di anidride solforosa o gradazione alcolica inferiore a quella prevista.

5 Fonte: Comando Carabinieri per la tutela della salute - Pubblicazione “Le frodi alimentari”, 2011; Direzione Generale per la lotta alla Contraffazione – UIBM, Ministero Sviluppo Economica Rapporto IPERICO 2014: La lotta alla Contraffazione in Italia nel settore Agroalimentare 2009-2012.

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Oli:

• olio extravergine contenente oli raffi nati, sia di oliva che di semi;

• oli con tenori analitici non rispondenti ai requisiti previsti dai regolamenti comunitari;

• oli di semi variamente colorati che possono venire spacciati per oli di oliva.

Miele:

• aggiunta di zuccheri di altra origine;

• vendita di un miele di una origine botanica diversa da quella dichiarata;

• vendita di mieli extracomunitari per mieli italiani.

Formaggi:

• aggiunta di grassi, soprattutto margarina, per ottenere la quantità lipidica richiesta da

quel particolare formaggio che si vuole ottenere;

• aggiunta di fecola o di farina di patate o di amidi per aumentarne il peso;

• aggiunta di pectine e gomme viniliche ai formaggi molli per conferire maggiore com-

pattezza;

• aggiunta di formaldeide ai formaggi duri a scopo disinfettante per mascherare difetti di

lavorazione dovuti all’utilizzo di latte scadente;

• vendita di formaggi di provenienza diversa, e magari estera, come tipici o a Denominazione

di Origine Protetta DOP;

• formaggi pecorini contenenti percentuali più o meno elevate di latte vaccino;

• formaggi ottenuti con latte in polvere ricostituito (consentito in altri Paesi);

• attribuzione della designazione di formaggio Doc a formaggi comuni;

• aggiunta di sostanze coloranti o minerali.

Mozzarella:

• impiego di “caseine industriali magre” o di “latte in polvere ad uso zootecnico”;

• nelle mozzarelle a denominazione di origine tipica o protetta o garantita vengono im-

piegate cagliate di origine estera (cagliate lettoni, ungheresi, polacche o di altri Paesi UE);

• mozzarelle di bufala contenenti percentuali più o meno elevate di latte vaccino.

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Latte:

• annacquamento;

• tenore di grasso differente rispetto a quello dichiarato in etichetta;

• aggiunta di acqua ossigenata per ridurre una carica batterica elevata;

• commercializzazione di latte per neonati contenente proteine di soia geneticamente

modifi cata;

• trattamenti di risanamento non consentiti;

• utilizzo di latte inacidito neutralizzato con l’aggiunta di alcali;

• latte fresco ottenuto da latti precedentemente pastorizzati;

• utilizzo di latte in polvere ricostituito (con latte in polvere per uso zootecnico);

• latte pastorizzato più volte;

• utilizzo improprio di diciture come “naturale”, “bio”, “eco”, evocanti il metodo di produzione

biologico in prodotti invece del tutto convenzionali.

I PRINCIPALI CASI DI ITALIAN SOUNDING

Alla contraffazione vera e propria si aggiungono i tanti casi di Italian Sounding. Tra questi, Italian Sounding. Tra questi, Italian Sounding

nel primo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italianel primo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italianel primo di Eurispes/Coldiretti alcuni vengono Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia di Eurispes/Coldiretti alcuni vengono Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia

individuati, ad esempio:

imitazioni di Parmigiano Reggiano o Grana Padano venduti legalmente come Parmesan

(USA), Parmesanito (Argentina), Parmesao (Brasile) o Parma (Spagna) ;

imitazione dell’Aceto Balsamico di Modena IGP;

la pasta viene imitata nel mondo con i seguenti nomi: spaghetti napoletana, pasta

milanesa, tagliatelle e capellini milaneza prodotti in Portogallo, linguine Ronzoni, linguine Ronzoni, risotto

tuscan ed altri ancora;

Pompeian Olive Oil è il nome di un olio prodotto nel Maryland;

Cambozola tedesco ricorda il Gorgonzola milanese;

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condimenti di salsa: pomodori pelati ‘grown domestically in the Usa’ o i pomodorini

di collina cinesi e la salsa Bolognese dall’Australia;

il caffè Trieste Italian Roast Espresso prodotto in California con confezione tricolore.

Il Rapporto Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile, a cura di Adiconsum, Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile, a cura di Adiconsum, Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile

del Centro Studi Consumi 2.0 e della Federazione associazioni consumatori europee in un

paragrafo dal titolo La contraffazione: il Made in Italy e l’Italian sounding ripercorre talian sounding ripercorre talian sounding casi

eclatanti. Il Rapporto ricorda la prima condanna penale per falso Made in Italy contro il

concentrato di pomodoro cinese ricostituito con acqua e commercializzato come tale o i

folcloristici wine e cheese kit (pacchetti “fai da te”, venduti online, per riprodurre a casa vini

blasonati e formaggi tipici italiani).

Nel Rapporto sono presenti proposte a contrasto dei fenomeni di contraffazione e del-

l’Italian Sounding. In particolare, viene proposto di agire “sulla leva normativa, sugli accor-

di internazionali per la tutela della correttezza nei rapporti commerciali, sull’informazione

del consumatore, sulla certifi cazione, sulla repressione operata dalle forze dell’ordine sul

mercato reale quanto su quello “virtuale” esercitato via Internet”. Il Rapporto segnala come mercato reale quanto su quello “virtuale” esercitato via Internet”. Il Rapporto segnala come mercato reale quanto su quello “virtuale” esercitato via Internet”.

interessanti anche iniziative quali “Italcheck, basata sulla certifi cazione offerta da Agroqua-

lità (società per la certifi cazione della qualità nell’agroalimentare, ndr): lità (società per la certifi cazione della qualità nell’agroalimentare, ndr): lità tramite il QR code

(Quick Response Code, il codice bidimensionale contente informazioni decodifi cate dagli

smartphone,ndr) riportato sul prodotto il consumatore dotato di smartphone viene messo smartphone,ndr) riportato sul prodotto il consumatore dotato di smartphone viene messo smartphone,ndr)

in grado di verifi care in tempo reale, da qualsiasi parte del mondo e nella sua lingua, la

vantata italianità del prodotto e la tracciabilità della fi liera”.

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LA NORMATIVA DI RIFERIMENTOIL PACCHETTO QUALITÀ

Il 3 gennaio 2013 è entrato in vigore il regolamento (UE) 1151/2012 sui regimi di qualità dei

prodotti agricoli e alimentari, il cd “Pacchetto Qualità”. Si tratta di una riforma del sistema

delle qualità agroalimentari europee con procedure di registrazione più celeri, nuovi regimi

di qualità e meccanismi di protezione.

Nel regolamento troviamo le seguenti defi nizioni:

denominazione di origine: identifi ca un prodotto originario di un luogo, regione o di un Paese

determinati, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusiva-

mente ad un particolare ambiente geografi co e ai suoi intrinseci fattori naturali e umani; e le

cui fasi di produzione si svolgono nella zona geografi ca delimitata;

indicazione geografi ca: identifi ca un prodotto originario di un determinato luogo, regione

o Paese alla cui origine geografi ca sono essenzialmente attribuibili una data qualità, la

reputazione o altre caratteristiche e la cui produzione si svolge per almeno una delle sue

fasi nella zona geografi ca delimitata;

specialità tradizionale garantita: identifi ca un prodotto o un alimento ottenuto con un

metodo di produzione, trasformazione o una composizione che corrispondono a una pratica

tradizionale per tale prodotto o alimento o ottenuto da materie prime o ingredienti utilizzati

tradizionalmente. Affi nché un nome sia registrato come specialità tradizionale garantita,

esso deve: essere stato utilizzato tradizionalmente in riferimento al prodotto specifi co; o

designare il carattere tradizionale o la specifi cità del prodotto.

Secondo il Rapporto 2014 sulle produzioni agroalimentari italiane DOP, IGP e STG della Fon-

dazione Qualivita e Ismea, l’Italia rimane leader mondiale del comparto per numero di

produzioni certifi cate, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue, di cui 161 DOP, 106 IGP, 2 STG (dati

30.11.2014). Un volume prodotto pari a 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per

un valore pari a circa 2,4 miliardi di euro con un aumento del 5%; un fatturato alla produzione di

6,6 miliardi di euro e al consumo di circa 13 miliardi di euro (anno produzione 2013).

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ALCUNE TRA LE PRINCIPALI NOVITÀ DEL “PACCHETTO QUALITÀ”:

l’istituzione di un regime sulle indicazioni facoltative di qualità, tra cui la denominazione

prodotto di montagna;

un sistema di tutela tra cui l’introduzione della protezione ex offi cio, ovvero il principio

che gli Stati membri sono tenuti ad adottare le misure necessarie alla tutela delle indi-

cazioni geografi che designando le Autorità responsabili di adottare le misure di prote-

zione. Quindi non è più necessaria una denuncia di parte affi nché si attivi il processozione. Quindi non è più necessaria una denuncia di parte affi nché si attivi il processo

di protezione su un prodotto riconosciuto a livello comunitario6.

Sanzioni e tutele

Già il d.lgs. 297/2004 prevedeva sanzioni amministrative pecuniarie per condotte di con- pecuniarie per condotte di con- pecuniarie per condotte di con-

traffazione e di usurpazione di DOP o di IGP regolarmente registrate, di uso di indicazioni

false o ingannevoli sulla provenienza, origine, natura e qualità essenziali dei prodotti alimen-

tari, per i produttori: la sanzione amministrativa pecuniaria prevista era di 50.000 euro.

La successiva legge 99/2009, all’art. 15 ha apportato modifi che agli articoli 473, 474, 517

del CP e ha introdotto i nuovi articoli 474-bis, 474-ter, 474-quater, 517-ter, 517-quater e 517-

quinquies: nello specifi co il nuovo art. 517-quater prevede l’introduzione del delitto di con-

traffazione di indicazioni geografi che o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari,

punito con la reclusione fi no a 2 anni e con la multa fi no a 20.000 euro.

La legge vieta di adulterare o corrompere acque o sostanze destinate all’alimentazione ren-

dendole pericolose per la salute pubblica e di contraffare, in modo pericoloso per la salute

pubblica, sostanze alimentari destinate al commercio. Tale delitto è previsto dall’art. 440 CP

ed è punito con: la reclusione da tre a dieci anni;

6 Fonte: Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Scheda Pacchetto Qualità, www.politicheagricole.it

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e le seguenti pene accessorie:

• la pubblicazione della sentenza di condanna su uno o più quotidiani a diffusione nazionale;

• l’interdizione da cinque a dieci anni dalla professione, industria, commercio o mestiere

nel cui ambito è stato commesso il delitto, vale a dire il divieto di esercitare tale profes-

sione, industria, attività commerciale, mestiere.

Tali condotte (adulterazione o corruzione di sostanze) vengono punite come contraffazione

alimentare a danno della salute pubblica, se commesse prima che gli alimenti vengano

distribuiti per il consumo; mentre una volta entrati in commercio scattano in aggiunta anche

le incriminazioni per reati contro la persona, quali lesioni personali e omicidio.

Visto che per “alimenti” si intendono sostanze direttamente commestibili, o atte a diventare

tali mediante i processi di preparazione (cottura, stagionatura, messa a conserva, ecc.), sono

sostanze destinate all’alimentazione anche gli animali da allevamento destinati al consumo

alimentare, una volta macellati.

È vietato inoltre detenere per il commercio, porre in commercio, distribuire per il commer-

cio tali alimenti contraffatti in modo pericoloso per la salute pubblica: si tratta di un reato

previsto dall’art. 442 CP, che viene punito con:

• la reclusione da tre a dieci anni se si tratta di alimenti destinati al commercio;

nonché con le seguenti pene accessorie:

• la pubblicazione della sentenza di condanna su uno o più quotidiani a diffusione nazionale;

• l’interdizione da cinque a dieci anni dalla professione, industria, commercio o mestiere

nel cui ambito è stato commesso il delitto.

In casi di particolare gravità possono anche essere imposte:

• la chiusura dello stabilimento o dell’esercizio;

• e la revoca della licenza.

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LA TRACCIABILITÀ DEGLI ALIMENTI

La tracciabilità degli alimenti nasce come uno strumento di sicurezza alimentare.

Tracciare signifi ca descrivere il percorso di una materia prima o di un lotto di produzione

attraverso i passaggi da un’entità commerciale a un’altra, all’interno della fi liera produttiva.

In sostanza, parallelamente al fl usso di merci avviene un fl usso di informazioni che vengono

registrate e conservate a ogni passaggio.

Il regolamento (CE) 178/2002 introduce infatti la cosiddetta “procedura di rintracciabilità”,

defi nendola come “la possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, di un man-

gime, di un animale destinato alla produzione alimentare o di una sostanza destinata o atta

ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime attraverso tutte le fasi della produzione,

della trasformazione e della distribuzione”.

Ciascun passaggio di mano da un operatore della fi liera ad un altro deve vedere la regi-

strazione degli alimenti o essere accompagnato dalla registrazione dei prodotti in ingresso,

consentendo all’azienda che commercializza il prodotto fi nito di poter risalire alle materie

prime di origine.

L’azienda che commercializza il prodotto fi nale è obbligata inoltre a “creare” dei codici distintivi

per ciascun lotto di produzione che viene immesso sul mercato, contenenti informazioni

sulla data di produzione e sugli ingredienti utilizzati; inoltre, l’assegnazione di ciascun lotto ai

distributori fi nali (ad esempio i supermercati) viene registrata.

Dal 1° gennaio 2006, con l’entrata in vigore del “Pacchetto Igiene”, l’obbligo della rintraccia-

bilità è stato esteso a tutti i prodotti agroalimentari. I requisiti minimi per l’applicazione della

rintracciabilità da parte degli operatori del settore alimentare sono specifi cati nell’Accordo

del 28 luglio 2005 tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome (“Linee Guida ai fi ni della

rintracciabilità degli alimenti e dei mangimi per fi ni di sanità pubblica”). Con il regolamento

di esecuzione (UE) 931/2011 - in vigore da luglio 2012 – la Commissione ha fi ssato dei requisiti

specifi ci in materia di rintracciabilità riguardo agli alimenti di origine animale.

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Nel maggio 2013 la Commissione Europea ha adottato la proposta di riforma del Pacchetto

Igiene “Smarter Rules for Safer Foods”. Secondo l’esecutivo UE “Il pacchetto normativo

risponde alla necessità di semplifi care la legislazione e adottare norme più intelligenti che

permettano di ridurre gli oneri amministrativi per gli operatori come pure la complessità

della regolamentazione vigente”. In particolare, si prevedono novità in merito ai controlli della regolamentazione vigente”. In particolare, si prevedono novità in merito ai controlli della regolamentazione vigente”.

uffi ciali, alla sanità animale e delle piante e regole più semplici per la commercializzazione

delle sementi e di altro materiale riproduttivo vegetale.

La Commissione UE prevede che il pacchetto normativo entrerà in vigore nel 2016.

IL REGOLAMENTO COMUNITARIO SULL’ETICHETTATURA

Un’importante novità in materia di etichette alimentari è stata introdotta con la pubblicazio-

ne - sulla Gazzetta Uffi ciale dell’Unione europea del 22 novembre 2011 - del regolamento

(UE) 1169/2011 sulle informazioni alimentari ai consumatori, che introduce l’obbligo di

indicare le informazioni nutrizionali fondamentali e di impatto sulla salute (obbligatorie a

partire dal 13 dicembre 2016), impone l’evidenziazione della presenza di allergeni, preve-

de il divieto di indicazioni fuorvianti e una dimensione minima dei caratteri per rendere

le etichette più facilmente leggibili. Viene inoltre esteso l’obbligo di indicare in etichetta

l’origine delle carni suine, ovine, caprine e del pollame, siano esse fresche, refrigerate o

congelate. Il regolamento si applica a tutti i prodotti destinati e somministrati al consumatore

fi nale ma non ai prodotti preimballati nei punti vendita.

Il regolamento, prevedendo un percorso a tappe, affi da alla Commissione Europea il compito

di verifi care i costi e l’opportunità di estendere l’indicazione obbligatoria del Paese di origine

o del luogo di provenienza per le carni utilizzate come ingrediente (2 anni), per le tipologie di

carne per cui ancora non è obbligatorio indicare il Paese di origine e per il latte e derivati del

latte e altre categorie di prodotti alimentari.

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Si sintetizzano di seguito alcune delle principali novità introdotte dal regolamento, da tenere

presente durante l’acquisto dei prodotti:

• la dichiarazione nutrizionale obbligatoria, il contenuto energetico e le percentuali

di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, dovranno essere indi-

cate insieme e nel medesimo campo visivo sull’imballaggio, e se del caso, in una tabella

comprensibile. Tutte le informazioni dovranno essere espresse per 100 g o per 100 ml e

potranno, inoltre, essere espresse anche per porzione. Tra i prodotti esentati ci sarà il vino.

• l’evidenziazione della presenza di allergeni: le sostanze allergeniche saranno eviden-

ziate (con colori diversi o indicate in grassetto) nella lista degli ingredienti per consen-

tire al consumatore di individuarle più facilmente. Le informazioni sugli allergeni

dovranno essere fornite anche per i cibi non imballati, ad esempio quelli somministrati

nei ristoranti o nelle mense.

• il divieto alle indicazioni fuorvianti sulle confezioni: i consumatori non devono essere

fuorviati dalla presentazione degli imballaggi alimentari, riguardo all’aspetto, alla

descrizione e alla presentazione grafi ca, che saranno resi più comprensibili. Riguardo

all’imitazione dei cibi, è stato previsto che gli alimenti simili ad altri, ma prodotti con

ingredienti diversi, dovranno essere facilmente identificabili. Il pesce che sembra

costituito da un unico pezzo, ma che in realtà è ottenuto dalla combinazione di più parti

di pesce, attuata mediante altri ingredienti, tra cui additivi ed enzimi alimentari, dovrà

essere indicato come “pesce ricomposto”.

• una dimensione minima per rendere leggibili le etichette: salve le disposizioni sul

metrologico, le diciture obbligatorie sulle etichette dovranno avere caratteri tipografi ci

minimi non inferiori a 1,2 mm (prendendo come riferimento la “x” minuscola), oppure

0,9 mm se le confezioni presentano una superfi cie inferiore a 80 cm2. Se la superfi cie

della confezione è inferiore a 10 cm2, l’etichetta potrà riportare solo le informazioni

principali (denominazione di vendita, allergeni, peso netto, termine minimo di conser-

vazione, ecc.) disposte nella posizione più favorevole.

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• la scadenza degli alimenti: la data di scadenza dovrà essere presente anche sui

prodotti confezionati singolarmente, ma facenti parte di un imballaggio multiplo.

• origine: l’indicazione del Paese d’origine o del luogo di provenienza è obbligatoria nel

caso in cui l’omissione di tale indicazione possa indurre in errore il consumatore. Si sot-

tolinea che per “origine” si intende il luogo dove il prodotto ha subito l’ultima trasforma-

zione sostanziale e per “provenienza” qualunque luogo indicato come quello da cui

proviene l’alimento, ma che non è il Paese d’origine. Con l’applicazione dell’art. 26 (Paese

d’origine o luogo di provenienza) l’”Italian Sounding” di origine europea dovrebbe

essere arginato dell’obbligo di indicazione dell’origine, per i casi in cui le informazioni

(anche visive) che accompagnano l’alimento potrebbero indurre in errore il consumatore

riguardo all’effettiva provenienza del prodotto.

Le norme sono entrate in vigore dal 13 dicembre 2014, mentre per la dichiarazione nutri-

zionale obbligatoria dal 13 dicembre 2016. L’indicazione dell’origine e per le carni di specie

suina, ovina, caprina e di volatili fresche o congelate è divenuta obbligatoria a partire dal 1°

aprile 2015.

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LE INFORMAZIONI OBBLIGATORIE SECONDO IL NUOVO REGOLAMENTO (UE) 1169/2011

• denominazione dell’alimento; “carne ricomposta” e “pesce ricomposto” sono due tra le nuove indicazioni specifi che che accompagnano la denominazione. Indicano prodotti che possono sembrare costituiti da un unico pezzo ma che in realtà sono frutto dell’unione di diverse parti attuata grazie ad altri

ingredienti tra cui additivi ed enzimi alimentari;

• elenco degli ingredienti;tante le novità nella lista degli ingredienti. Tra le principali: tutti gli ingredienti presenti sotto forma di nanomateriali ingegnerizzati sono indicati con la dicitura “nano”; per gli oli e grassi

vegetali si indica l’origine dell’olio stesso (olio di semi di arachide, olio di palma, ecc...);

• qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico elencato che provochi allergie o intolleranze;

nella lista degli ingredienti gli allergeni sono enfatizzati con caratteri distinti per colore, forma, ecc...;

• quantità di taluni ingredienti o categorie di ingredienti;l’indicazione della quantità di un ingrediente o di una categoria di ingredienti utilizzati nella fabbricazione o nelle preparazione di un alimento è richiesta in una serie di casi, ad esempio quando l’ingrediente fi gura nella denominazione dell’alimento o è generalmente associato

a tale denominazione dal consumatore;

• quantità netta dell’alimento;

• termine minimo di conservazione o data di scadenza;

• condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d’impiego;

• nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare;l’operatore del settore alimentare responsabile delle informazioni sugli alimenti è l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto o, se tale operatore

non è stabilito nell’Unione, l’importatore nel mercato dell’Unione;

• Paese d’origine o il luogo di provenienza;obbligatori nel caso in cui l’omissione possa indurre in errore il consumatore in merito al

Paese d’origine o al luogo di provenienza reali dell’alimento;

• istruzioni per l’uso, per i casi in cui la loro omissione renderebbe diffi cile un uso

adeguato dell’alimento;

• per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume, il titolo alcolometrico

volumico effettivo;

• dichiarazione nutrizionale;

(in applicazione dal 13 dicembre 2016).ORIGINE DELLE CARNI

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ORIGINI DELLE CARNI

A seguito del regolamento (CE) n. 1337/2013 dal 1° aprile 2015 si applicano

le novità per quanto riguarda l’indicazione del paese di origine o del luogo

di provenienza delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della

specie suina, ovina, caprina e di volatili.

In particolare, se le carni sono state ottenute da animali nati, allevati e macellati in un unico

Stato membro o Paese terzo è consentita l’indicazione “Origine: (nome dello Stato membro o

del Paese terzo)”. In caso contrario è necessario distinguere il luogo di allevamento da quel-

lo di macellazione, indicando il nome dello Stato membro o del Paese terzo in cui l’animale

è stato allevato e macellato (“Allevato in: ...”; “Macellato in:...”). Si tratta di indicazioni che

seguono criteri diversi in base alla specie di animale:

• suini: nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età superiore a 6 mesi, il nome dello

Stato membro o del Paese terzo in cui si è svolto l’ultimo periodo di allevamento di

almeno 4 mesi; nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età inferiore a 6 mesi e con un

peso a vivo di almeno 80 kg, il luogo in cui si è svolto l’allevamento dopo che l’animale

ha raggiunto i 30 kg; nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età inferiore a 6 mesi e

con un peso a vivo inferiore a 80 kg, il nome dello Stato membro o del Paese terzo in cui

ha avuto luogo l’intero periodo di allevamento;

• ovini e caprini: il nome dello Stato membro o del Paese terzo in cui si è svolto l’ultimo

periodo di allevamento di almeno 6 mesi, o, nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età

inferiore a 6 mesi, il luogo in cui ha avuto luogo l’intero periodo di allevamento;

• volatili: il nome dello Stato membro o del Paese terzo in cui si è svolto l’ultimo periodo

di allevamento di almeno un mese, o, nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età

inferiore a un mese, il luogo in cui si è realizzato l’intero periodo di allevamento dopo

che l’animale è stato immesso all’ingrasso.

Qualora il periodo di allevamento previsto non sia stato raggiunto in nessuno degli Stati

membri né dei Paesi terzi in cui l’animale è stato allevato, l’indicazione è sostituita da

“Allevato in: vari Stati membri dell’UE” o, nel caso in cui le carni o gli animali siano stati

importati nell’Unione, da “Allevati in: vari Paesi extra UE” o ”Allevati in: vari paesi dell’UE

e Paesi extra UE”.

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I DANNI PROVOCATI DALLA CONTRAFFAZIONE La contraffazione alimentare genera danni economici al consumatore, alle imprese, allo

Stato, ma anche alla salute pubblica, dal momento che possono essere distribuiti alimenti

che contengono sostanze nocive.

Infatti, nel caso di frode sull’origine e la provenienza di un alimento, quest’ultimo può non

essere necessariamente tossico, mentre in caso di frode sulle qualità dell’alimento e di

contraffazione delle sostanze che concorrono a formarlo, i consumatori si trovano davanti a

sostanze potenzialmente nocive.

Il prodotto alimentare è contraffatto se:

• è realizzato senza rispettare standard di sicurezza, qualità ed effi cacia;

• utilizza ingredienti corretti, ma di provenienza ignota;

• taluni ingredienti importanti possono essere assenti, o possono essere sostituiti con

ingredienti meno costosi.

Il prodotto alimentare contraffatto può essere gravemente nocivo per la salute.

Di particolare rilevanza è il danno di immagine che si ripercuote sui diversi operatori e

ambiti della produzione agroalimentare di qualità, dai consumatori ai produttori. Il danno in

questione “si realizza attraverso la probabile delusione delle attese di qualità e di specifi cità

del gusto che i consumatori proveranno. L’acquisto di un prodotto di cattiva qualità avrà in

molti casi l’effetto di scoraggiare l’acquisto anche dei prodotti alimentari e dei vini “originali” 7.

La distribuzione dei prodotti contraffatti avviene per lo più attraverso due canali: il circuito

clandestino ed il circuito commerciale abituale.

Circuito clandestino: si organizza, per definizione, al di fuori del mercato regolare,

o non autorizzato.

nocivo

7 Fonte: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 e Federazione associazioni consumatori europee, Rapporto “Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile”, 2014, cit.

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Circuito commerciale: si tratta del mercato di canali di vendita dei prodotti originali,

dove spesso i prodotti falsi contraffatti vengono posti accanto a quelli genuini. In questo

canale i rischi per i consumatori sono maggiori, in quanto proprio il fatto che si tratta di

canali uffi ciali di vendita rappresenta per questi ultimi un indice di affi dabilità sull’origi-

nalità del prodotto.

Sicurezza alimentare e ambiente sono due realtà strettamente correlate, in quanto è

dalla natura che derivano le materie prime della fi liera agroalimentare. Danni ambientali,

quali sversamenti di rifi uti tossici, inquinamento delle risorse idriche, hanno diretto effetto

sul livello di sicurezza del cibo. Ma è vero anche il contrario. Pensiamo alla vendita proibita

di prodotti ittici sotto misura, oppure all’impiego di sostanze chimiche vietate e inquinanti in

agricoltura. Questi sono alcuni dei danni che attività illegali nel settore alimentare possono

apportare all’ambiente.

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VADEMECUMCome evitare la contraffazione

• conoscere e leggere attentamente le etichette;

• prestare attenzione alla provenienza;

• fare attenzione al rapporto qualità/prezzo;

• essere cauti negli acquisti fuori dai locali commerciali, verifi cando che il venditore

sia autorizzato e sempre identifi cabile in modo trasparente;

• se acquistiamo un prodotto Dop, Igp, Stg o biologico controllare che sia sempre

presente il logo europeo di riferimento;

• collaborare con gli organismi competenti sul controllo per segnalare anomalie.

COSA FARE DI FRONTE AL CONTRAFFATTOIl primo passo verso una tutela del cittadino dalla contraffazione di tutti i prodotti è una

chiara conoscenza dei propri diritti e poteri. “La politica europea per i consumatori fa grande

affi damento sul concetto di “consumer empowerment” come strumento elettivo di pro-

tezione dei loro diritti e interessi legittimi”, si legge nel Rapporto Sicurezza Agroalimentare:

motore di sviluppo sostenibile8motore di sviluppo sostenibile8motore di sviluppo sostenibile . Quali sono i poteri che fanno capo al cittadino? “Il potere

di scelta nell’acquisto degli alimenti, il potere di segnalare prodotti e pratiche non conformi

alla legge, il potere di citare in giudizio il produttore o venditore che gli cagioni un danno o lo

faccia oggetto di una frode“.

8 Fonte: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 e Federazione associazioni consumatori europee.

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E’ dalla consapevolezza di questi poteri e dalla conoscenza dei prodotti e del mercato che

partono le strategie di autotutela per il consumatore. Ad esempio, è importante sapere

come un prezzo troppo basso per un prodotto possa essere un campanello di allarme per

il consumatore. “Se un prodotto si trova sullo scaffale abitualmente in vendita ad un prezzo

molto inferiore al costo medio di produzione per la sua categoria - si legge nel già citato

Rapporto Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile - Rapporto Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile - Rapporto probabilmente si tratta

di un prodotto scadente, quando non di un prodotto addirittura illegale (contraffatto,

adulterato, sofi sticato). A prescindere dai costi di pubblicità, distribuzione, packaging ed

altri costi comprimibili, sui cui è possibile realizzare un certo risparmio per mantenere un

prezzo di vendita competitivo, vi è una soglia sotto la quale il prezzo di vendita non copre le

spese di produzione e distribuzione in condizioni normali, con materie prime, procedure di

lavorazione, impianti e personale “a norma”.

Se si acquista un prodotto sospetto, ad esempio con una etichetta evidentemente falsifi cata

oppure confezioni con rigonfi amenti e con presenza all’interno di indicatori di marcescenza

(ad esempio muffa), la prima cosa da fare è non consumarlo.

Infi ne, è necessario contattare subito le autorità sanitarie (vedi recapiti Asl, NAF e NAS a

pagg 27-28) competenti e non gettare la confezione del prodotto ai fi ni della identifi cazio-

ne del lotto e quindi alla possibilità per le istituzioni a procedere a delle azioni di richiamo o

di ritiro del prodotto.

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A CHI RIVOLGERSI PER TUTELARSINel caso in cui l’acquirente abbia il ragionevole dubbio di aver inconsapevolmente acquistato

un prodotto falso, potrà segnalare il fatto alle Autorità o chiedere quali siano le caratteristiche

di un prodotto originale e ricevere indicazioni su come comportarsi di fronte a un prodotto

contraffatto.

La segnalazione potrà essere effettuata ai seguenti soggetti:

Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione-UIBM Ministero dello Sviluppo Economico

> CALL CENTER +39 06 4705 5800 +39 06 4705 5750

Dal lunedì al venerdì, dalle 9,00 alle 17,00 [email protected]

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E’ necessario abilitare JavaScript per vederlo.

> LINEA DIRETTA ANTICONTRAFFAZIONE

+39 06 4705 3800 +39 06 4705 3539

Dal lunedì al venerdì, dalle 9,00 alle 17,00

[email protected]

> SALA PUBBLICO

Dal lunedì al venerdì, dalle 9,30 alle 13,30.

Per appuntamenti pomeridiani contattare il Call Center.

> Per maggiori informazioni consultare il WEB ai seguenti indirizzi:

www.mise.gov.it

www.uibm.gov.it

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Agenzie delle Dogane

> PROGETTO F.A.L.S.T.A.F.F.

Elaborato ed avviato a partire dal 2004, il progetto FALSTAFF mira a promuovere la cir-

colazione di merci originali, conformi per qualità e per sicurezza, al fi ne di assicurare la

libera concorrenza del mercato. Il team del progetto FALSTAFF può essere contattato al

seguente indirizzo:

[email protected]

Comando Carabinieri per la Tutela della Salute - (N.A.S.) Nuclei Antisofi sticazioni e Sanità (presso il Ministero della Salute)

Caratteristica fondamentale del reparto è la dipendenza funzionale dal Ministro della Salute in

virtù della quale i militari appartenenti al reparto hanno - per decreto - i poteri degli Ispettori

Sanitari; poteri che ne legittimano l’operato in tutti quei luoghi ove vi è produzione, sommi-

nistrazione, deposito o vendita di prodotti destinati all’alimentazione umana.

> N.A.S. sul territorio:

Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Milano Italia settentrionale:

+39 06 59944 319

Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma Italia centrale:

+39 06 59947 111

Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli Italia meridionale:

+39 06 59944 340

Per conoscere i Comandi distribuiti sul territorio italiano visitare il seguente link:

www.carabinieri.it/cittadino/tutela/salute/organizzazione-e-compiti/n-a-s-sul-territorio

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Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari - (N.A.C.)

Nuclei Antifrodi Carabinieri (presso il Mipaaf)

E’ il Reparto specializzato dell’Arma deputato al contrasto della “criminalità in agricoltura”,

in ogni sua forma nel settore agricolo e alimentare, a tutela sia degli operatori economici

sia dei consumatori.

Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari pone a disposizione del cittadino

personale specializzato in grado di soddisfare le richieste di settore al numero verde:

800 020320, in funzione 24 su 24.

Corpo Forestale dello Stato - (N.A.F.) Nucleo Agroalimentare e Forestale (presso il Mipaaf)

Le attività di indagine e controllo sono coordinate a livello centrale dalla Divisione

2^dell’Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato con il Nucleo Agroalimentare

e Forestale (N.A.F.), una struttura centrale altamente specializzata nel contrasto alla

criminalità in ambito agroalimentare e alla contraffazione dei prodotti di qualità.

Email di contatto:

[email protected]

Dipartimenti di Prevenzione delle A.S.L.

In relazione alle attività ispettive del S.S.N., i Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione ed

i Servizi Veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle A.S.L. svolgono attività ispettiva sui

diversi operatori lungo la fi liera agroalimentare dai produttori primari, al dettaglio ai trasporti.

Il cittadino può rivolgersi presso gli Uffi ci competenti della propria A.S.L. territoriale.

Guardia di Finanza

> Progetto S.I.A.C.

Il Sistema Informativo Anti-Contraffazione (S.I.A.C.) è una progettualità co-fi nanziata dalla

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Commissione Europea ed affidata dal Ministero dell’Interno alla Guardia di Finanza, a

conferma del ruolo di centralità del Corpo nello specifi co comparto operativo.

L’iniziativa ha preso le mosse dalla maturata consapevolezza che per fronteggiare un

fenomeno illecito multidimensionale e trasversale come quello della contraffazione è

necessario “fare sistema” fra tutte le componenti istituzionali e gli attori impegnati nella

lotta all’ “industria del falso”. Partendo da questo presupposto, il progetto è stato realizzato

come una piattaforma telematica plurifunzionale composta da diversi applicativi che assolvono

le funzioni di:

• informazione per i consumatori;

• cooperazione tra gli attori istituzionali e, in particolare, tra le Forze di Polizia e tra queste

e le Polizie Municipali;

• collaborazione tra le componenti istituzionali e le aziende.

Il sito web del Sistema Informativo Anti Contraffazione è curato dal personale del Nucleo

Speciale Tutela Mercati, alle dipendenze del Comando Reparti Speciali della Guardia di Finanza.

È possibile contattare la redazione del S.I.A.C. all’indirizzo:

080 5882221 [email protected]

Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (presso il Mipaaf)

Il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei

prodotti agroalimentari ha competenze in materia di:

• prevenzione e repressione delle infrazioni nella preparazione e nel commercio dei

prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione per il settore primario;

• vigilanza sulle produzioni di qualità registrata che discendono da normativa comunitaria

e nazionale;

• programmi di controllo per contrastare l’irregolare commercializzazione dei prodotti

agroalimentari introdotti da Stati membri o Paesi terzi e i fenomeni fraudolenti che

generano situazioni di concorrenza sleale tra gli operatori a supporto degli interventi a

sostegno delle produzioni colpite da crisi di mercato.

• Contatti: Segreteria

06 46656610 [email protected]

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ALLEGATO

SCHEDE DELLE ETICHETTATURE DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI

COSA È UTILE CONTROLLARE IN ETICHETTA

Sulla base di quanto citato in precedenza sulla normativa vigente (regolamento (UE)

1169/2011), questa sezione sintetizza le principali caratteristiche delle etichette di alcuni

prodotti agroalimentari di consumo “abituale”. Le specifi che riportate seguono l’attuale

applicazione della normativa vigente, in attesa che gli ulteriori effetti della norma siano resi

applicativi da recepimenti nazionali e da atti di esecuzione europei.

12 schede dedicate al singolo prodotto, riportano informazioni utili ai consumatori durante

l’acquisto, da controllare sull’etichetta delle confezioni, quali indicazioni obbligatorie,

specifi che sulle denominazioni degli alimenti, certifi cazioni e indicazioni geografi che.

• Bevande spiritose (a base di spirito)

• Prodotto biologico

• Carni suine

• Cioccolato

• Conserve

• Dolci

• Formaggi

• Pane

• Pasta

• Salumi

• Succhi di frutta

Valore nutrizionale %Valore energetico kcal 70.6 3.5Carboidrati g 10.4 2.1Proteine g 2.7 0.5Grassi g 2.1 0.9Fibre alimentari g 2 8

Valore nutrizionale %Valore energetico kcal 70.6 3.5Carboidrati g 10.4 2.1Proteine g 2.7 0.5Grassi g 2.1 0.9Fibre alimentari g 2 8

Valore nutrizionale %Valore energetico kcal 70.6 3.5Carboidrati g 10.4 2.1Proteine g 2.7 0.5Grassi g 2.1 0.9Fibre alimentari g 2 8

Nome dell’alimento

Prodotto a:Località

Data di scadenza

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BEVANDE SPIRITOSE(A BASE DI SPIRITO)

Le bevande spiritose rappresentano prodotti di eccellenza del panorama agroalimentare

italiano e fanno parte di una cultura incentrata sulla qualità e sul consumo responsabile.

Per defi nizione, hanno caratteristiche organolettiche particolari e un titolo alcolometrico

minimo di 15% vol.; le bevande spiritose sono prodotte sia direttamente mediante distilla-

zione, macerazione o aggiunta di aromi, sia mediante miscelazione di una bevanda spiritosa

con un’altra bevanda, con alcol etilico di origine agricola o con taluni distillati. La normativa

di riferimento per le bevande spiritose è il regolamento (CE) n. 110/2008 che contiene

una classifi cazione per categoria (rum, acquavite, vodka, ecc.) e per Indicazione geografi ca

(Grappa, Brandy italiano, Cognac, ecc.). Le bevande spiritose sono soggette all’accisa sul-

l’alcol etilico ai sensi del Testo Unico accise. Per poter essere commercializzate in bottiglia

devono essere munite di apposito contrassegno fi scale.

Denominazione di vendita

Le bevande spiritose possono essere commercializzate se rientranti in una delle 46 cate-

gorie di cui all’allegato II del regolamento (CE) 110/2008. I prodotti che non soddisfano le

specifiche di una delle suddette categorie, vengono commercializzati con la generica

denominazione “bevanda spiritosa”. Le denominazioni di vendita possono essere completate

o sostituite da una indicazione geografi ca, purché ciò non induca in errore i consumatori.

Etichettatura e presentazione

Le bevande spiritose sono soggette alle norme generali in materia di presentazione ed

etichettatura dei prodotti alimentari. Tuttavia esistono specifi che norme di etichettatura e

di presentazione.

Indicazioni obbligatorie oltre alle specifi che previsioni del regolamento (CE) 110/2008 e

fi no all’entrata in vigore del regolamento (UE) n. 1169/2011:

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• denominazione di vendita;

• titolo alcolometrico volumico espresso in % vol. qualora sia superiore a 1,2% vol.

• volume nominale;

• nome o ragione sociale o marchio depositato e la sede o del fabbricante o del confezio-

natore o di un venditore stabilito nell’UE;

• sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento (al momento della redazione

indicazione facoltativa);

• sostanze allergizzanti, intese come ingrediente utilizzato. Sono specifi catamente escluse

dall’obbligo nel caso delle bevande spiritose: i cereali contenti glutine, il siero di latte, la

frutta a guscio, qualora siano utilizzati per la produzione del distillato o dell’alcole di

origine agricola;

• dicitura per identifi care il lotto di produzione e che ne consenta la rintracciabilità;

• luogo di origine o di provenienza, nel caso in cui l’omissione possa indurre in errore

l’acquirente circa l’origine o la provenienza del prodotto;

• ai sensi del regolamento (UE) 1169/2011 l’elenco degli ingredienti o la dichiarazione

nutrizionale obbligatoria, non sono obbligatorie per le bevande con contenuto alcolico

superiore all’1,2 % in volume.

La durata di invecchiamento o l’età può essere precisata soltanto se l’invecchiamento è

avvenuto sotto un controllo fi scale o equivalente. Con il regolamento (CE) 178/2002 viene

predisposto un sistema generale per la rintracciabilità degli alimenti e per poter procedere,

se necessario, a ritiri mirati e precisi o fornire informazioni ai consumatori o ai funzionari

responsabili dei controlli.

Indicazioni geografi che

L’indicazione geografi ca identifi ca una bevanda spiritosa come originaria del territorio di un

Paese, di una regione o di una località di detto territorio, quando una determinata qualità,

rinomanza o altra caratteristica della bevanda spiritosa sia essenzialmente attribuibile alla

sua origine geografi ca. Le indicazioni geografi che italiane più rinomate sono la Grappa e il

Brandy italiano.

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• “Grappa”: denominazione esclusivamente riservata all’acquavite di vinaccia ottenuta

da materie prime ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia, distillata in impianti

ubicati sul territorio nazionale. L’ imbottigliamento obbligatorio sarà previsto a partire

dal 1° gennaio 2015 (DM. 19 giugno 2014). Il termine “Grappa” può essere completato

dal riferimento dal nome di un vitigno, ai nomi di non più di due vitigni, al nome di un

vino DOC, DOCG o IGT, al metodo di distillazione, continuo o discontinuo, e al tipo di

alambicco. E’ consentito l’uso dei termini, “vecchia” o “invecchiata” per la grappa sotto-

posta ad invecchiamento almeno 12 mesi oppure l’uso dei termini “riserva” o “stravec-

chia” per la grappa invecchiata almeno 18 mesi, entrambe sotto vigilanza fi scale.

• “Brandy italiano”: denominazione riservata al brandy ottenuto in Italia dalla distillazione

di vino proveniente da uve coltivate e vinifi cate nel territorio nazionale. Per poter essere

immesso in consumo il “Brandy italiano” deve avere un titolo alcolometrico non inferiore

a 38% in volume e deve maturare, in regime di sorveglianza fi scale, per almeno 12 mesi

in botti di legno di quercia o 6 se la capienza delle botti non è superiore a 1.000 litri.

PRODOTTO BIOLOGICODefi nizione di prodotto biologico

Tutti i prodotti che rispettano le norme previste dai regolamenti (CE) 834/07 e (CE)

889/08. La produzione biologica può essere definita “un sistema globale di gestione

dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori

pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali,

l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione

confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e

procedimenti naturali”, come si legge nello stesso regolamento naturali”, come si legge nello stesso regolamento naturali (CE) 834/07.

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Etichetta dei prodotti biologici

Riporta la cosiddetta “Euro-leaf”, il logo europeo che si deve apporre ai prodotti confezionati

ed etichettati. Solo quei prodotti con una percentuale prodotto di origine agricola bio di

almeno il 95% possono dotarsi di questa etichetta. Accanto al logo si trova il codice

dell’organismo di controllo autorizzato dal Mi.P.A.A.F e un’indicazione del luogo in cui sono

state coltivate le materie prime agricole di cui il prodotto è composto (Agricoltura Ue;

Agricoltura non Ue, Agricoltura Ue/non Ue).

CARNI SUINEA partire dal 1° aprile 2015 nuove norme di indicazione dell’origine in etichetta sono pre-

viste per le carni suine.

Indicazioni obbligatorie:

• denominazione commerciale come la specie, categoria e taglio;

• lotto;

• data di scadenza;

• modalità di conservazione;

• ragione sociale e sede dello stabilimento (quest’ultima al momento della redazione

indicazione facoltativa);

• marchio sanitario identifi cativo dello stabilimento di selezione e confezionamento.

CIOCCOLATOI principali riferimenti normativi per l’etichettatura del cioccolato sono: direttiva (CE)

2000/36, recepita in Italia con d.lgs. 178/2003 e le regole generali di etichettatura fi ssate

dal d.lgs. 109/92 ora aggiornato con il regolamento (UE) 1169/2011.

Indicazioni:

• denominazione legale di vendita che indica l’esatta tipologia di

cioccolato che si sta acquistando (cioccolato, cioccolato al latte,

cioccolato bianco, gianduia, pralina, ecc.);

• termine “superiore” è una delle espressioni relative a criteri di qualità (ve ne sono altre

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quali ad esempio: fi ne, fi nissimo, extra, ecc.) che possono essere utilizzate quando il

contenuto degli ingredienti principali è aumentato rispetto alla ricetta base;

• per alcuni tipi di cioccolato l’espressione “cacao ...% minimo” indica il tenore di sostanza

secca di cacao;

• lista degli ingredienti che indica i componenti del prodotto elencati in ordine ponderale

decrescente;

• nome o ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile

delle informazioni di etichettatura;

• modalità di conservazione più idonee al prodotto;

• termine minimo di conservazione, ovvero la data fi no alla quale il prodotto conserva le

sue proprietà specifi che in adeguate condizioni di conservazione;

• peso.

CONSERVEIndicazioni obbligatorie:

• denominazione commerciale;

• lotto;

• lista degli ingredienti;

• termine minimo di conservazione;

• modalità di conservazione se necessarie;

• ragione sociale e sede dello stabilimento (quest’ultima al momento della redazione

indicazione facoltativa).

Denominazioni di vendita:

• “Confettura”: preparato di almeno il 35% di frutta in generale;

• “Confettura extra”: preparato di almeno il 45% di frutta in generale;

• “Marmellata”: preparato ottenuto dagli agrumi con una percentuale minima di frutta

del 20%;

• “Gelatina”: prodotto a base di succo di frutta e/o estratto acquoso con almeno il 35%

dello stesso;

• “Tonno” oppure “conserva di tonno”: solo per il tonno in scatola. Deve essere integrata

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dall’indicazione del mezzo di copertura utilizzato (es. “all’olio di oliva” , “al naturale”,

“all’olio vegetale”). La denominazione può riportare anche un riferimento alla presen-

tazione commerciale del prodotto (es. intero, pezzi) alle condizioni previste dal regola-

mento (CEE) 1536/92.

NOTE

Nel caso di sottoaceti e sottoli è bene ricordare che l’acqua, la salamoia e l’aceto sono

considerati liquido di governo, ovvero liquido accessorio ai soli fi ni della conservazione del

prodotto. La quantità dovrà essere quindi espressa in etichetta relativamente al valore totale

e alla quantità del prodotto sgocciolato. L’olio di oliva non è considerato liquido di governo, ma

facoltativamente si può indicare la doppia quantità.

DOLCIIndicazioni obbligatorie:

• denominazione legale di vendita o una descrizione del prodotto;

• lista degli ingredienti in ordine ponderale decrescente;

• nome o ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile

delle informazioni di etichettatura;

• menzione facoltativa che indica le modalità di conservazione più idonee al prodotto;

• termine minimo di conservazione;

• peso.

NOTE

I principali riferimenti normativi per l’etichettatura dei dolci sono: il decreto 22/07/2005

Ministeri Attività Produttive e Politiche Agricole e Forestali - che disciplina la produzione

e la vendita di taluni prodotti dolciari da forno: panettoni, pandori, colombe, savoiardi, ama-

retti e amaretti morbidi - e le regole generali di etichettatura fi ssate dal d.lgs. 109/92 ora

aggiornato con il regolamento (UE) 1169/2011.

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I prodotti venduti direttamente nei laboratori possono essere commercializzati senza eti-

chetta, purché sul banco di vendita sia presente un cartello che indichi la denominazione

di vendita e la lista degli ingredienti. Tali indicazioni possono essere legittimamente fornite

anche attraverso un registro dei singoli prodotti esposto nel punto vendita e disponibile

alla consultazione da parte dei clienti.

FORMAGGIEsistono moltissime tipologie di formaggi e altrettante denominazioni secondo la classifi ca-

zione in base alla consistenza della pasta, alla percentuale di grasso presente, alla materia

prima e alla stagionatura.

Indicazioni obbligatorie:

• denominazione di vendita;

• lotto;

• nome e sede del responsabile della commercializzazione;

• marchio sanitario;

• data di scadenza o termine minimo di conservazione ;

• quantità.

NOTE

I formaggi freschi a pasta fi lata possono essere posti in vendita solo se appositamente pre-

confezionati all’origine, a meno che non vengano venduti direttamente presso il caseifi cio.

PANEDenominazione di vendita (legge 580/67)

• “Pane” : prodotto ottenuto dalla cottura totale o parziale di una pasta conveniente-

mente lievitata, preparata con sfarinati di grano, acqua e lievito, con o senza aggiunta

di sale comune. La legge defi nisce la denominazione anche in base alle caratteristiche

della farina impiegata, ad esempio “pane di tipo 00”, “pane di tipo 0”, “pane semolato”,

ecc... A queste diciture si può aggiungere la denominazione commerciale.

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NOTE

Il pane speciale deve essere posto in vendita con diciture che indichino l’ingrediente aggiunto.

Nel caso che più ingredienti siano stati aggiunti, le diciture devono indicare questi in ordine

decrescente di quantità presente riferita a peso. E’ vietata la vendita di pane speciale con la

generica denominazione di pane condito, ingrassato o migliorato.

Il pane venduto sfuso e fresco è esentato dall’obbligo dell’indicazione del termine minimo di con-

servazione, perché si considera venga consumato entro le 24 ore successive alla fabbricazione.

PASTADenominazioni di vendita (d.P.R.187/2001):

• “Pasta di semola di grano duro” e “Pasta di semolato di grano duro”: prodotti ottenuti

dalla trafi lazione, laminazione e conseguente essiccamento di impasti preparati rispet-

tivamente ed esclusivamente con semola di grano duro ed acqua oppure con semolato

di grano duro ed acqua;

• “Pasta di semola integrale di grano duro”: prodotto ottenuto dalla trafi lazione, lamina-

zione e conseguente essiccamento di impasto preparato esclusivamente con semola

integrale di grano duro ed acqua;

• “Pasta all’uovo”: prodotto ottenuto esclusivamente con semola e almeno quattro uova

intere di gallina, prive di guscio, per un peso complessivo non inferiore a 200 g di uovo

per ogni kg di semola. Le uova possono essere sostituite da una corrispondente quantità

di ovoprodotto liquido fabbricato esclusivamente con uova intere di gallina.

NOTE

Quelle elencate sono le “denominazioni di vendita”, sempre obbligatorie in etichetta. Le de-

nominazioni commerciali, con cui invece si suole defi nire la pasta (come fusilli, spaghetti,

tagliatelle, ecc..) sono facoltative.

Sulle confezioni di pasta si trova il termine minimo di conservazione mentre per le paste

fresche, sia vendute sfuse che confezionate, è necessario un termine più perentorio, ovvero

la data di scadenza.

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SALUMII salumi sono prodotti a base di carne, spesso insaccati in budelli naturali o artifi ciali.

Indicazioni obbligatorie:

• denominazione di vendita;

• nome, ragione sociale e indirizzo dell’operatore del settore alimentare;

• elenco degli ingredienti, in ordine decrescente in base alla presenza

ponderale dell’ingrediente nei prodotti;

• termine minimo di conservazione o data di scadenza;

• marchio sanitario identifi cativo dello stabilimento di selezione e confezionamento;

• lotto;

• modalità di conservazione.

NOTE

Solo per i salumi DOP esiste l’obbligo di origine della materia prima da una zona ben defi nita

nei disciplinari di produzione.

SUCCHI E NETTARI DI FRUTTAPer i succhi e i nettari di frutta è bene conoscere le differenze fra le varie denominazioni:

• “Succo di frutta”: il prodotto, ottenuto dalla parte commestibile della frutta sana e

matura, fresca o conservata con il freddo, appartenente ad una o più specie e avente il

colore, l’aroma e il gusto caratteristici dei succhi di frutta da cui proviene;

• “Succo di frutta da concentrato”: prodotto ottenuto restituendo al succo di frutta

concentrato l’acqua estratta dal succo al momento della concentrazione nonchè, se del

caso, gli aromi, la polpa e le cellule specie persi nel processo di concentrazione del succo

in questione;

• “Nettare di frutta”: si ottiene aggiungendo acqua al succo o alla purea di frutta , anche

concentrati . E’ facoltativo aggiungere zuccheri o miele agli stessi prodotti fino a un

massimo del 20% del peso totale . Il nettare di frutta deve avere un tenore minimo di

succo e/o purea , che va dal 25 al 50% . Il tenore effettivo di succo e/o purea deve

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fi gurare nell’etichettatura dei nettari di frutta con l’indicazione “ frutta.. % minimo”;

• “Succo e polpa di frutta “: nettari di frutta ottenuti esclusivamente da purea di frutta;

• dicitura “ a base di succo/i concentrato/i“: accompagna la denominazione di vendita

di succhi e nettari ottenuti da concentrati;

• dicitura “ da concentrato”: ugualmente consentita per i suddetti prodotti, che possono

contenere anche purea di frutta;

• dicitura “parzialmente a base di succo concentrato “ o “parzialmente da concentrato”:

nel caso di miscele di prodotti ottenuti utilizzando parzialmente prodotti da concentrato;

• la denominazione di vendita è costituita dall’indicazione della frutta utilizzata, in

ordine decrescente di volume dei succhi o delle puree di frutta, come riportata nel-

l’elenco degli ingredienti: quando il prodotto è fabbricato con due o più specie di frutta

(eccezione per il limone e la limetta);

• dicitura “più specie di frutta”: se le specie di frutta utilizzate sono tre o più l’indicazione

della frutta utilizzata può essere così sostituita o da un’indicazione simile o da quella

relativa al numero delle specie utilizzate.

VINOIl vino è uno dei prodotti più rappresentativi della tradizionale qualità italiana e il comparto

ha una grande rilevanza nell’economia agroalimentare. Si tratta di un prodotto molto

complesso così come lo sono le etichette, ricche di informazioni e differenziate in base

alle diverse denominazioni.

Indicazioni obbligatorie:

• denominazione di vendita;

• identifi cazione dell’imbottigliatore o del produttore e venditore nel caso di vini spumanti;

• importatore nel caso dei vini importati;

• tenore zuccherino , nel caso di vini spumanti;

• volume nominale;

• provenienza;

• titolo alcolometrico;

• lotto;

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• presenza di sostanze allergizzanti;

• modalità di conservazione.

Modalità di indicazione della provenienza obbligatoria (regolamento (CE) 607/2009):

• vini senza Denominazione di Origine Protetta o indicazione geografi ca protetta: “vino

di (...)” oppure “prodotto in (...)”, oppure “prodotto di (...)”, o con termini equivalenti com-

pletati dal nome dello Stato membro o del Paese terzo nel cui territorio le uve sono

state vendemmiate e vinifi cate;

• miscele di vini originarie di diversi Stati: “vino della Comunità europea” o termini

equivalenti, oppure “miscela di vini di diversi Paesi della Comunità europea”;

• vini ottenuti da una miscela di vini originari di più Paesi terzi: “miscela di vini di diversi

Paesi non appartenenti alla Comunità europea” o “miscela di vini di ...” completati dai

nomi dei Paesi terzi;

• vini vinifi cati in uno Stato membro a partire da uve vendemmiate in un altro Stato

membro: “vino della Comunità europea” o termini equivalenti, oppure “vino ottenuto

in (...) da uve vendemmiate in ...”, completato dal nome degli Stati membri in causa;

• vini vinifi cati in un Paese terzo con uve vendemmiate in un altro paese terzo: “vino

ottenuto in (...) da uve vendemmiate in (...)”, con il nome dei Paesi terzi di cui trattasi;

• vini spumanti senza denominazioni di origine: “vino di (...)” oppure “prodotto in (...)”,

oppure “prodotto di (...)”, oppure “sekt di (...)”, o con termini equivalenti completati dal

nome dello Stato membro o del Paese terzo nel cui territorio le uve sono state vendem-

miate e vinifi cate. Si possono utilizzare anche i termini “prodotto in (...)”;

• vini a Denominazione di Origine Protetta o a Indicazione Geografi ca Protetta: “vino

di (...)” oppure “prodotto in (...)”, oppure “prodotto di (...)”, o con termini equivalenti,

completata dal nome dello Stato membro o del Paese terzo nel cui territorio le uve sono

state vendemmiate e vinifi cate;

• vini a Denominazioni di Origine Protette o le Indicazioni Geografiche Protette

transfrontalieri: solo il nome di uno o più Stati membri o Paesi terzi.

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• storage method.

Mandatory method for indicating provenance(Commission Regulation (EC) 607/2009):

• for non-PDO or PGI wines,the indication is done with the words ‘wine of (...)’, ‘produced

in (...)’, or ‘product of (...)’, or expressed in equivalent terms, supplemented by the name

of the Member State or third country where the grapes are harvested and turned into

wine in that territory;

• blends of wine from different States: “wine from the European Community” or

equivalent term, or “blend of wines from several countries in the European Community; “

• wines obtained from a blend of wines from more than one third country:“blend of

wines from several non-European Community countries” or “blend of wines from ...”

supplemented by the names of the third countries;

• wines produced in a Member State from grapes harvested in another Member State

‘European Community wine’, or expressed in equivalent terms, or ‘ wine obtained in (...)

from grapes harvested in (...)’, supplemented by the names of the Member States

concerned;

• wines made in a third country from grapes harvested in another third country:

‘wine obtained in (...) from grapes harvested in (...)’ citing the names of the third coun-

tries in question;

• sparkling wines without name of origin:‘wine of (...)’, ‘produced in (...)’, ‘product of

(...)’or ‘sekt of (...)’, or expressed in equivalent terms supplemented by the name of the

Member State or third country name where the grapes are harvested and turned into

wine in that territory. The wording “”produced in (...)” may also be used;

• wines with Protected Designation of Origin or Protected Geographical Indication:

‘wine of (...)’, ‘produced in (...)’ or product of (...)’, or expressed in equivalent terms,

supplemented by the name of the Member State or third country name where the

grapes are harvested and turned into wine in that territory;

• transborder Protected Designation of Origin or Protected Geographical Indication:

only the name of one or more Member State(s) or third country(ies) shall be mentioned.

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must be indicated on the fruit drink label with the indication “minimum... % fruit”;

• “Fruit juice and pulp:“ fruit drinks obtained exclusively from fruit purée;

• the wording “from juice/concentrate”: accompanies the sales name of juices and

drinks obtained from concentrates;

• the wording “from concentrate” is also allowed for the aforementioned products,

that may also contain fruit purée;

• the wording “partially from concentrated juice” or “partially from concentrate:”

In the case of blends of products obtained partially utilizing products from concentrate

• the sales name is composed by the indication of the fruit utilized, in descending

order of the predominance of the juices or fruit purées, as indicated in the list of

ingredients: if the product is made with one or 2 types of fruit (except for lemon and

lime);

• the wording “several kinds of fruit”:if the types of fruit utilized are 3 or more, the

indication of the fruit utilized may be replaced by this wording, by a similar indication

or by that of the number of types utilized.

WINEWine is one of the most representative products of Italian traditional quality and the sector

plays an important role in the agri-food economy. It is a very complex product as are the

labels, rich in information and differentiated on the basis of the different names.

Mandatory indications

• sales name;

• identifi cation of the bottler or producer and vendor in case of sparkling wines;

• importer in the case of imported wines;

• sugar content, in the case of sparkling wines;

• nominal volume;

• provenance;

• alcoholic strength;

• lot;

• presence of allergens;

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SALAMISalamis are meat-based products, often packaged in natural or artifi cial casings.

Mandatory indications

• sales name;

• name , company name and address of the food sector operator;

• list of ingredients, in the descending order of predominance of the ingredients in the

products;

• date of minimum durability or use by date;

• identifi cation mark of the selection and packaging plant;

• lot;

• storage method.

NOTE

Indication of the origin of the raw material from a well-defi ned area in the production

guidelines is mandatory only for PDO salami.

FRUIT JUICES AND DRINKSFor fruit juices and drinks, one should know the differences between the various names:

• “Fruit juice:”the product, obtained from the edible part of healthy and ripe fruit,

fresh or chilled, belonging to one or more types with the color, aroma and taste

characteristic of juices from the fruit from which it comes;

• “Fruit juice from concentrate”: a product obtained by reconstituting the concentrated

fruit juice with the water extracted at the time of its concentration as well as, if it is the

case, the fl avouring, pulp and cell types lost in the concentration process of the juice in

question;

• “Fruit drink”: obtained by adding water to fruit juice or purée, even concentrated.

The addition of sugar or honey to these products up to a maximum of 20% of the

total weight is optional. The fruit drink must have a minimum amount of juice and/

or purée, that ranges from 25 to 50%. The effective amount of juice and/or purée

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NOTE

Special bread must be placed on the market with the wording that indicates theadded

ingredient. If more than one ingredient has been added, the wording mustindicate this in

a descending order of predominance based on the quantity in proportion to total weight.

The sale of special bread with the generic name of seasoned, fattened or improved bread

is prohibited.

Fresh bread sold in bulk is exempt from the obligation to indicate the date of minimum du-

rability because it is assumed that it will be consumed within 24 hours following baking.

PASTASales name (Presidential Decree 187/2001)

• “Durum wheat semolina pasta” e “Durum granular wheat pasta”:

products obtained from the extrusion, rolling and subsequent drying of the dough prepa-

red respectively andexclusively with: durum wheat semolina and water or with durum

granular wheat and water;

• “Whole durum wheat pasta”: product obtained from the extrusion, rolling and subse-

quent drying of the dough prepared exclusively with whole durum wheat semolina and

water;

• “Egg pasta:” product made exclusively with semolina and at least 4 whole chicken

eggs, without the shell, for a total weight not less than 200 g of egg per kilogram of

semolina. The eggs may be replaced with an equivalent amount of liquid egg product

made exclusively with whole chicken eggs.

NOTE

Those listed are the “sales names,” always mandatory on the label. The commercial names

with which pasta is usually defi ned (such as fusilli, spaghetti, tagliatelle, etc.) are optional;

On the packages of pasta, there is the date of minimum durability while for fresh pasta, both

sold in bulk and packaged, a more specifi c date is required, the use by date.

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of the individual products affixed in the sales outlet and available for consultation by

customers.

CHEESEThere are many types of cheese and just as many names according to the classifi cation

based on the texture, percentage of fat, raw material and aging. The mandatory information

includes.

Mandatory indications

• sales name;

• lot;

• name and location of the company responsible for sales;

• identifi cation mark of the production and packaging plant;

• use by date and date of minimum durability;

• quantity.

NOTE

Fresh cheese made with the “pasta fi lata” method may be sold only if specially prepackaged

at the origin, unless they are sold directly at the cheese factory.

BREADSales name (law 580/67)

• “Bread:”a product obtained from the total or partial cooking of an appropriatelyraised

dough, prepared with grain fl our, water and yeast, with or without the additionof table

salt. The law defi nes the name also on the basis of the type of fl our utilized, for example zed, for example zed, for

“Type 00 bread,” “Type 0 bread,” “semolato bread”, etc. The commercial name may be

added to this wording.

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also make reference to the commercial presentation of the product (e.g. entire, in

pieces) at the conditions established by Council Regulation (EEC) no. 1536/92.

NOTE

For pickled foodstuffs and foodstuffs preserved in oil, one should remember that water,

brine and vinegar are considered preserving liquids, that is the ancillary liquid only for the

purpose of preserving the product. The quantity must therefore be expressed on the label

relative to the total value and to the quantity of the drained product. Olive oil is not considered

a preserving liquid, but it is optional to indicate the double quantity.

SWEETSMandatory indications:

• the legal sales name or a description of the product;

• the list of ingredients in descending order of predominance;

• name or company name and the address of the food sector operator responsible for the

labeling information;

• the optional indication of the most suitable storage method for the product;

• the date of minimum durability;

• the weight.

NOTE

The main records guidelines for the labeling of sweets are: Decree22/07/2005Mi-

nistries of Economic Development and agricultural, food and forestry policies - that regu-

latethe production and sale of certain baked sweets: panettoni, pandori, colombe, savoiardi,

amarettiand amaretti morbidi - and the general labeling rules established byLegislative

Decree 109/92 now updated with Regulation (EU) 1169/2011.

The products sold directly in the shops where the goods are made may be sold withoutlabel

as long as there is a sign on the sales counter indicating the sales name and thelist of

ingredients. These indications may be legitimately provided also through a register

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fi ne, extra fi ne, extra, etc.) that may be utilized when the content of the main ingredients

is higher than the basic recipe;

• for some types of chocolate, the expression “minimum cocoa ...%” indicates the amount

of dry cocoa matter;

• the list of ingredients that indicates the components of the product listed in a descen-

ding order of predominance;

• name or company name and address of the food sector operator responsible for the

labeling information;

• the most suitable means for storing the product;

• the term date of minimum durability, that is the date until which the productmaintains

its specifi c properties at adequate storage conditions;

• the weight.

PRESERVED FOODSTUFFSMandatory indications

• sales name;

• lot;

• list of ingredients;

• date of minimum durability;

• storage methods is necessary;

• storage methods is necessary;

Sales name

• “Jam”: prepared with at least 35% fruit in general;

• “Extra jam”:prepared with at least 45% fruit in general;

• “Marmalade”:a preparation obtained from citrus fruits with a 20% minimum

percentage of fruit;

• “Jelly”: a product made from fruit juice and/or aqueous extract with at least 35% of

the same;

• “Tuna or “canned tuna”: only for canned tuna. It must be integrated by the indication of for canned tuna. It must be integrated by the indication of for canned tuna. It must be integrated by the indication of

the packing medium utilized (e.g. “olive oil,” “water,” “vegetable oil”). The name may

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Organic product label

recognized by the label with the so-called “Euro-leaf,” the European logo that must be af-

fi xed to packaged and labeled products. Only those products with at least 95% of the

product with an organic agricultural origin may carry this label. Alongside the logo, there

is the code of the control body authorized by the Italian Ministry of agricultural, food and forestry

policies- and the indication of the place in which the agricultural raw materials of which the pro-

duct is composed were grown (EU Agriculture; non-EU agriculture, EU/non-EU agriculture).

SWINE MEATSAs of 1 April 2015, new regulations on the indication of origin on labels shall be required for

swine products.

Mandatory indications:

• sales names such as species, category and cut;

• lot;

• date of minimum durability;

• method of storage;

• company name and location of the production plant;

• dentifi cation mark of the selection and packaging plant.

CHOCOLATEThe main regulatory guidelines for the label of chocolate are the following: Directive (EC)

2000/36, transposed in Italy with Legislative Decree 12/6/2003,no. 178 and the general

labeling rules established by Legislative Decree 109/92 now updated with the Regulation

(EU) 1169/2011.

Indications

• the legal sales name that indicates the exact typeof chocolate

that the consumer is buying (chocolate, milk chocolate, white

chocolate, gianduja, praline, etc.);

• the term “superior” is an expression relative to quality criteria (there are others such as:

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• “Grappa”:a name reserved exclusively for the grape marc spirit made from raw

materials obtained from grapes produced and vintaged in Italy, distilled in distilleries

located in the country. The mandatory bottling shall be required as of 1 January 2015

(Ministerial Decree 19 June 2014). The term “Grappa” may be completed by the

reference to the name of a varietal, the names of not more than two varietals, the

name of a PDO, GPDO or TGI, the distillation method, continuous or discontinuous and

the type of still. The use of the terms “old” or “aged” is allowed for grappa that has been

aged for at least 12 months or the use of the terms “reserve” or “stravecchia” for grappa

that has been aged at least 18 months, both under fi scal supervision.

• “Italian brandy”: a name reserved for brandy obtained in Italy from the distillation of

wine coming from grapes grown and vintaged in the country. To be placed in the market

for consumption, “Italian brandy” must have an alcohol strength no lower than 38% by

volume and must age, under fi scal supervision, for at least 12 months in oak casks or 6

months if the capacity of the casks does not exceed 1000 litres.

ORGANIC PRODUCTDefi nition of organic product:

All products that meet the standards established by Council Regulations (EC) 834/07 and

889/08. Organic production may be defi ned as “an overall system of farm management and

food production that combines best environmental practices, a high level of biodiversity, the

preservation of natural resources, the application of high animal welfare standards and a

production method in line with the preference of certain consumers for products produced

using natural substances and processes,” as is stated in Regulation CE) 834/07.

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• sales name;

• alcoholic strength expressed in % vol. whenever it is greater than 1.2% vol.;

• nominal volume;

• name or company name or registered brand and the headquarters of the manufacturer

or packager or vendor established in the EU ;

• location of the production or packaging plant (at the writing of this report, indication was

optional);

• allergens, understood as an ingredient utilized. These are specifi cally excluded from the

obligation in case of spirit drinks: grains containing gluten, whey, nuts, whenever used

for the production of the distillate or alcohol of agricultural origin;

• wording for identifying the production lot that allows its traceability;

• place of origin or provenance, in the case in which the omission may mislead the consu-

mer regarding the origin or provenance of the product;

• ursuant to Regulation 1169/2011, the list of ingredients or mandatory nutritional

declaration are not mandatory for drinks with an alcohol content greater than 1.2% by

volume.

The duration of the aging or age may be specifi ed only if the aging has been done under

fi scal control or equivalent. Regulation (CE) no. 178/2002 lays down a general system for

the traceability of foodstuffs and in order to proceed with, if necessary, targeted, precise

recalls or provide information to consumers or offi cials in charge of monitoring.

Geographical indications

The geographical indication identifi es a spirit drink as originating in an area or region of a

country or a location inside said territory, when a determined quality, reputation or other

characteristic of the spirit drink is essentially attributable to its geographical origin. The

most famous Italian geographical indications are Grappa and Italian brandy.

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SPIRIT DRINKS(SPIRIT BASED)

Spirit drinks are products of excellence in the Italian agri-food panorama and are part of

the culture centered around quality and responsible consumption. By defi nition, they have

special organoleptic characteristics and a minimum of 15% alcohol strength by volume.

Spirit drinks are produced both directly through distillation, maceration or the addition of

fl avourings, and through the blending of a spirit drink with another drink, ethyl alcohol of

agricultural origin and/or distillates of agricultural origin, and/or spirit drinks. The regula-

tory guideline for spirit drinks is Regulation (CE) no. 110/2008 that contains a classifi cation

by category (Grappa, Italian brandy, Cognac, etc.). Spirit drinks are subject to excise duties

on ethyl alcohol pursuant to the Unifi ed Law on excise duties. In order to be sold in bottles,

they must have the special tax stamp affi xed.

Sales name

Spirit drinks may be sold if they are listed in one of the 46 categories in Annex II to Regu-

lation (CE) 110/2008. The products that do not meet the specifi cations of one of the afo-

rementioned categories are sold with the generic name “spirit drink.” The sales names may

be supplemented or replaced by a geographical indication as long as they do not mislead

consumers.

Labeling and presentation

Spirit drinks are subject to general regulations on the presentation and labeling of foodstuffs.

However, the regulation provides for specifi c labeling and presentation rules.

Mandatory indications(in addition to the specifi c provisions in regulation(EU) no.

1169/2011:

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ADDENDUMAGRIFOOD PRODUCTS LABELING DATA SHEETS

WHAT YOU SHOULD CHECK ON THE LABEL

Based on the aforementioned information regarding regulations in force (regulation [EU]

1169/2011), this section summarizes the main characteristics of labels on several agri-food

products regularly consumed. The indicated specifi cations follow the current application

of legislation in force, while awaiting that further effects of the regulations are rendered

effective by national transpositions and European implementing laws.

12 data sheets dedicated to individual products, indicate information useful for consumers

during the purchase, to be checked on the packaging label, such as mandatory indications,

specifi cations on the names of the foods, certifi cations and geographical indications.

• Spirit drinks (spirit based)

• Organic product

• Swine meats

• Chocolate

• Preserved foodstuffs

• Sweets

• Cheese

• Bread

• Pasta

• Salami

• Fruit juices

Nutritional Value %Energy Value kcal 70.6 3.5Carbohydrates g 10.4 2.1Protein g 2.7 0.5Fats g 2.1 0.9Fiber g 2 8

%Energy Value kcal 70.6 3.5Carbohydrates g 10.4 2.1Protein g 2.7 0.5Fats g 2.1 0.9Fiber g 2 8

%Energy Value kcal 70.6 3.5Carbohydrates g 10.4 2.1Protein g 2.7 0.5Fats g 2.1 0.9Fiber g 2 8

Food name

Made in:Locality

Best Before

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The initiative was launched based on the acquired awareness that in order to tackle the mul-

tidimensional and transversal illicit phenomena and such as counterfeiting and fraud, it was

necessary to “create a system” among the institutional components and players working in

the fi ght against the “fraudulent product industry.” Starting from this premise, the project

was created as a multifunctional telematics platform comprising several applications that

perform the following functions:

• information for consumers;

• collaboration between institutional players and, in particular the police forces, and

among these, Municipal Police Forces;

• collaboration between the institutional components and companies.

The Sistema Informativo Anti Contraffazione/Anti-Fraud Information System website is

administered by the staff of the Nucleo Speciale Tutela Mercati/ Special Market Protection

Squad, under the command of the Special Division Command of the Guardia di Finanza.

You can contact the S.I.A.C. staff at the address:

+39 080 5882221 [email protected] or call the number

Central Inspector Department the protection of quality and suppression of fraud (at the Mipaaf)

The Central Inspector Department for the protection of quality and suppression of fraud in

agrifood products has jurisdiction in matters relating to the following:

• prevention and suppression of violations in the preparation and sale of agri-food

products and production means for the primary sector;

• oversight of registered quality production that derive from community and national

legislation;

• monitoring programs to fight the illegal sale of agri-food products brought in by

Member States or third-party countries and fraud that generates unfair competition

between operators and support and assistance in operations supporting production

hit by market crises.

• Contacts:

+39 0646656610 [email protected]

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in every aspect in the agricultural and food sectors, for the protection of both business

operators and consumers

The Carabinieri Agricultural and Food Policies Unit places specialized personnel at the

disposal of consumers for help in all matters relating to the sector at the toll-free number:

800 020320 in operation 24 hours a day.

Corpo Forestale dello Stato/State Forestry Service - (N.A.F.) Agri-food and Forest Squad (at the Mipaaf)

Investigative and control operations are coordinated at the central level by the 2nd Division of

the Inspector General of the Corpo forestale dello Stato with the Agri-food and Forest Squad

(N.A.F.), a highly specialized central unit active in the fi ght against crime in the agri-food fi eld

and the counterfeiting of quality products.

Contact email:

[email protected]

Local Health Authority Prevention Departments

Regarding the inspection operations of the National Health Service, the Food Hygiene

and Nutrition Departments and the Veterinary Departments of the Local Health Authority

prevention Departments conduct inspections of diverse operators along the agri-food pro-

duction chain from primary producers to retailers to transport. Consumers may contact the

competent Offi ces at their local Health Authority.

Guardia di Finanza

>S.I.A.C. Project

The Sistema Informativo Anti-Contraffazione/Anti-Fraud Information System (S.I.A.C.) is a

project co-funded by the European Commission and assigned to the Guardia di Finanza by

the Ministry of the Interior, in confi rmation of the central role played by the Corps in the

specifi c operating sector.

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Customs Agencies

>F.A.L.S.T.A.F.F. PROJECT

Created and launched in 2004, project FALSTAFF aims at promoting the circulation of

genuine goods, conforming in quality and safety, in order to ensure free-market

competition. The project FALSTAFF team can be contacted at the following address:

[email protected]

Carabinieri Health Protection Unit - (N.A.S.) Anti-contamination and Health Squads (at the Ministry of Health)

The fundamental characteristic of the unit is its role within the Ministry of Health in which

the military personnel have the power - by decree -to act as Health Inspectors; powers that

legitimize its operations in all those places where there is the production, serving, storage or

sale of products destined for human consumption.

> N.A.S. throughout the country:

Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Milano Northern Italy:

+39 06 59944 319

Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma Central Italy:

+39 06 59947 111

Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli Southern Italy

+39 06 59944 340

To fi nd the closest unit to you, visit the following link: To fi nd the closest unit to you, visit the following link: T

www.carabinieri.it/cittadino/tutela/salute/organizzazione-e-compiti/n-a-s-sul-territorio

Carabinieri Agricultural and Food Policies Unit - (N.A.C.)

Carabinieri Antifraud Squad (at the Mipaaf)

This is a specialized unit within the Carabinieri with the task of fi ghting “crime in agriculture,”

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WHO TO CONTACT TO PROTECT YOUSELFIf a buyer has reasonable doubt that he/she has unknowingly purchased a counterfeit pro-

duct, he/she can report the fact to the authorities or ask what the characteristics of the

genuine product are and receive indications on how to conduct himself/herself after having

purchased a counterfeit product.

Reports can also made to the following:

Directorate General for the Fight against Counterfeiting - I.P.T.O. Ministry of Economic Development

>CALL CENTER +39 06 4705 5800 +39 06 4705 5750

From Monday to Friday from 9:00 to 17:00 [email protected]

>ANTI-COUNTERFEITING

+39 06 4705 3800 +39 06 4705 3539 +39 06 4705 3539

From Monday to Friday from 9:00 to 17:00

[email protected]

>INFORMATION CENTRE

From Monday to Friday from 9:30 to 13:30.

For afternoon appointments, contact the Call Center.

>For more information, consult theWEB at the following addresses:

www.mise.gov.it

www.uibm.gov.it

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The awareness of these powers and the knowledge of products and the market are the

starting point for self protection strategies for consumers. For example, it is important to

know how too low a price for product should be a cause for alarm for the consumer.“If

a product on the store shelf has a price much lower than the average production cost for

this category - states the aforementioned report Agrifood Security: states the aforementioned report Agrifood Security: states the aforementioned reporta driving force behind

sustainable development’ - it is probably a poor quality product, or even an illegal pro-

duct (counterfeited, adulterated, contaminated). Regardless of advertising, distribution,

packaging and other costs that a company can cut to keep a competitive sales price, there

is a threshold below which the sales price does not cover production and distribution costs

under normal conditions, with raw materials, manufacturing processes, plants and person-

nel “up to standards.”

If you purchase a suspicious product, for example with a clearly falsifi ed label or bloated

packages or with signs of decay (for example, mold), the fi rst thing to do is not to eat it.

Lastly, you must immediately contact the competent health authorities (see contact

information Asl, Naf e Nas to pagg 27-28), and not throw the packaged product away in

order to allow identifi cation of the lot and therefore making it possible for authorities to

proceed with recall or product withdrawal actions.

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GUIDELINESHow to avoid counterfeit goods

• understand and carefully read the labels;

• pay attention to the provenance;

• pay attention to the quality/price ratio;

• use caution in door-to-door, online and street vendor purchases. It is important

that the vendor is always identifi ed in a transparent manner;

• if you purchase a PDO, PGI, TSG or organic product, you should always check that

the European reference logo is on the product;

• work together with the competent control bodies by reporting anomalies;

WHAT TO DO IN CASE OF COUNTERFEIT GOODSThe fi rst step towards protecting consumers from the counterfeiting of all products is the

clear understanding of their rights and powers. European policy for consumers relies stron-

gly on the concept of consumer empowerment “as an elective tool for protecting their

legitimate rights and interests, states the report Agrifood Security: a driving force behind

sustainable development8.What powers do consumers have? “The power to choose the

food they buy, the power to report products and practices that violate the law, the power to

sue the producer or seller that causes damage or commits fraud against them.“

8 Source: prepared by Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 and the Federation of European consumer associations.

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Clandestine circuit:this is organized, by definition, outside the regular market, or

unauthorized.

Sales circuit:this is the sales market channel of genuine products, where counterfeit

products are sold alongside genuine ones. In this channel, the risk for consumers is

greater because it is precisely the fact that the offi cial sales channels are trusted to sell

genuine products.

Food safety and environment are 2 strictly correlated aspectsbecause the raw materials

of the agri-food production chain are taken from the environment. Environmental damage,

such as the leakage of toxic waste and pollution of water resources, have a direct effect

on the level of food safety. But the opposite is also true. Think about the banned sale of

undersized fi sh products or the use of forbidden and polluting chemical substances in agri-

culture. This is some of the damage that illegal activity in the food sector may wreak upon

the environment.

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DAMAGE CAUSED BY COUNTERFEITINGFood fraud generates economic damage to consumers, businesses, the State, but also to

public health since foods containing harmful substances may be placed on the market.

In fact, in case of fraud regarding the origin are provenance of a foodstuff, the latter may not

necessarily be toxic while in the case of fraud regarding the quality of the foodstuff and the

counterfeiting of substances used to produce it, consumers may fi nd themselves faced with

potentially harmful substances.

The foodstuff has been counterfeited if:

• it has been made without compliance with safety, quality and effi cacy standards;

• it may utilize correct ingredients but from unknown provenance;

• some important ingredients may be missing or may have been replaced with less

expensive ones.

The counterfeit foodstuff may be seriously harmful to your health.

Damage to reputation is particularly signifi cant as regards different quality operators and

fi elds of agrifood production, from consumers to producers. The damage in question “occurs

due to the likely failure of the product to meet quality and taste expectations of consumers.

Buying a poor quality product will in many cases discourage the consumer from also buying

genuine” foods and wines”.7

The distribution of counterfeit products occurs mainly through 2 channels: the clandestine

circuit and the usual sales circuit.

7 Source: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 and Federation of European consumer associations Report “Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile/Agri-food Safety: a driving force behind sustainable development”, 2014, cit.

nocive

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ORIGIN OF MEATS

Subsequent to Regulation (CE) no. 1337/2013 as of 1 April 2015, the new

provisions began as regards the indication of the country of originor place

of provenance of fresh, chilled or frozen swine, sheep, goat and poultry

meats.

In particular, if the meat has been obtained from animals born, reared and slaughtered in a

single Member State or third country, the indication reads “Origin: (Member State or third

country name)”.

Otherwise, it is necessary to distinguish the place where it was reared from that where it

was slaughtered, as follows (“Reared in: ...”; “Slaughtered in:...”). These indications follow

different criteria based on the animal species:

• swine:in case the animal slaughtered is older than 6 months, the Member State

or third country in which the last rearing period of at least 4 months took place; in

the case the animal slaughtered is younger than 6 months and with a live weight of

at least 80 kg, the place in which the rearing took place after the animal reached

30 kg; in case the animal slaughtered is younger than 6 months with a live weight

less than 80 kg, the Member State or third country name in which the entire rearing

period took place;

• sheep and goats:the Member State or third country in which the last rearing period

of at least 6 months took place or, in case the animal is slaughtered younger than 6

months, the Member State or third country in which the whole rearing period took place;

• poultry:the Member State or third country in which the last rearing period of at least

one month took place or, in case the animal is slaughtered younger than one month,

the Member State or third country in which the whole rearing period after the animal

was placed for fattening took place.

Where the rearing period referred to in point (a) is not attained in any of the Members States

or third countries where the animal was reared, the indication referred to in point (a) shall

be replaced by ‘Reared in: several Member States of the EU’ or, where the meat or the

animals have been imported into the Union, by ‘Reared in: several non-EU countries’ or

‘Reared in: several EU and non-EU countries.’

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MANDATORY INFORMATION IN ACCORDANCE WITH THE NEW REGULATION (EU) 1169/2011

• name of the food;“formed meat”and “formed fi sh”are two of the new specifi c indications that accompany the name. The indicate products which may give the impression they are madeof a whole piece of meat or fi sh but are actually consists of different pieces that are combined together by

other ingredients including food additives and food enzymes

• list of ingredients;there are many new aspects in the list of ingredients. The main ones include thefollowing:all ingredients in the form of engineered nano materials must be indicatedwith the wording“nano;” for vegetable oils and fats, the origin of the oil itself must be indicated (peanut oil,

palm oil, etc.);

• any ingredient or processing aid listed that causes allergies or intolerances;

in the list of ingredients, allergens are emphasized with fonts distinguished by color, shape, etc;

• the quantity of certain ingredients or ingredient categories;the indication of the quantity of an ingredient or category of ingredients utilized in the making or preparation of a food is required in a number of cases, for example when the ingredient is

included in the name of the food or generally associated to said name by the consumer;

• net quantity of the food;

• the date of minimum durability or use by date;

• any special stores conditions and/or conditions of use;

• name or company name and address of the food business operator; the food business operator responsible for the food information is the operator withwhosename or business name the product is marketed or, if said operator isnot established

in the Union, the importer in the Union market;

• country of origin or place of provenance;mandatory in the event in which the omission may mislead the consumer regarding the

actual country of origin or place of provenance of the food;

• instructions for use where it would be diffi cult to make appropriate use of the food

in the absence of such instructions;

• with respect to beverages that contain more than 1.2% of alcohol by volume , the actual

alcoholic strength by volume;

• nutrition declaration;

in effect as of 13 December 2016.

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• origin:The indication of the country of origin or place of providence is mandatory in

the case in which the omission of said indication may mislead the consumer. We

emphasize that “origin” intends the place where the product underwent the final

substantial transformation and “provenance” as any place indicated such as that from

which the foodstuff comes, but is not the country of origin. With the application of

art. 26 (Country of origin or place of provenance)“Italian Soundingof European

origin should be stamped for those cases in which information (also visual) that ac

companied the foodstuff could lead the consumer into error as regards the effective

provenance of the product”.

The regulations has started on 13 December 2014, while for the mandatory nutritional de-

claration the date is 13 December 2016. The indication of the origin and for swine, ovine,

goat and fresh or frozen poultry meat shall become effective starting on 1 April 2015.

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The new aspects introduced include the following:

• the mandatory nutrition declaration, energy content and percentages of fat,

saturated fat, carbohydrate, sugar, protein and saltmust be indicated together and

in the same visual fi eld on the packaging, if appropriate, in an easy-to-read chart. All

the information must be expressed per 100 g or per 100 mL and may, in addition, be

expressed per portion. Wine will be among the exempt products.

• highlighting the presence of allergens:the new regulation establishes different ways

for indicating the allergenic substances that must be highlighted (in different colors or in

bold print) in the list of ingredients to allow the consumer to more easily identify them

in the foodstuffs. The new rules also establish that the information on allergens must be

provided for non-prepacked foods, for example those sold in by mass caterers.

•the prohibition of misleading indications on packages:consumers must not be

misled by the presentation of food packaging, regarding appearance, description and

graphic layout, that must be made more easily understood. Regarding food imitation, it

has been established that food similar to others, but produced with different ingredients,

must be easily identifi able. Fish that seems to be a single piece but is actually obtained

from the combination of several fi sh parts, obtained through the use of other ingredients

among which additives and food enzymes, must be indicated as “formed fi sh.”

•a minimum size for making labels legible: without prejudice to the metrology, the

mandatory wording on labels must have minimum font sizes no less than 1.2 mm (taking

as reference the lowercase “x”), or 0.9 mm if the packages have a surface area of less

than 80 cm2. If the package surface area is less than 10 cm2, the package may indicate

only the main information (sales name, allergens, net weight, date of minimum

durability, etc.) placed in the most favorable position.

• date of minimum durability for foodstuffs: the use by or best before date must also

be on individually packaged products even if they are part of a multiple package.

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In May 2013, the European Commission adopted the proposal for the reform of the Health

Package “Smarter Rules for Safer Foods.” According to the EU executive “the regulatory

package responds to the need to simplify legislation and adopt smarter rules that make it

possible to reduce administrative costs for operators as well as simplifying the regulatory

environment.” In particular, new aspects regarding offi cial inspections, animal and plant

health and simpler rules for placing seeds and other vegetable reproductive material on the

market have been established.

The EU Commission foresees that the regulatory package will take effect in 2016.

THE COMMUNITY REGULATION ON LABELING

Important new aspects on food labeling were introduced with the publication of Regulation

(EU) 1169/2011 on the provision of food information to consumers in the Offi cial Gazette of

the European Union on 22 November 2011. Said regulation introduced the obligation to indi-

cate basic nutrition information and impact on health (mandatory as of 13 December 2016),

requiring the highlighting of any allergens, establishes the prohibition of any misleading

indications and a minimum font size to make the labels easier to read. Furthermore, the

obligation to indicate the origin of foodstuffs on labels was extended to swine, sheep,

goat, and poultry meat, whether they are fresh, chilled or frozen. The regulation applies to

all products intended for use and administered to the fi nal consumer but not to prepackaged

products in the sales outlet.

The Regulation, having established transitional stages, assigns the European Commission

the task of verifying the costs and appropriateness of extending the mandatory indication

of the country of origin or place of provenance for meat utilized as an ingredient (2 years),

the type of meat for which it is still not mandatory to indicate the country of origin and milk

and milk byproducts and other categories of foodstuffs.

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TRACEABILITY OF FOODSTUFFS

The traceability of foodstuffs was established as a tool for food safety.

To trace signifi es the description of the path of a raw material or production lot through

the passage from one business entity to another, within the production chain. Essentially,

parallel to the fl ow of goods, there is a fl ow of information that is recorded and stored at

every passage.

Reg. (EC) 178/2002 lays down the so-called “traceability procedure,” defi ning it as the “pos-

sibility of reconstructing and following the path of a foodstuff, feed or animal intended for

food production or a substance intended for or capable of becoming part of a foodstuff or

feed through all the production, transformation and distribution steps.”

Each passage from the hand of one operator in the production chain to another requires the

registration of the foodstuff or it must be accompanied by the registration of the incoming

products, allowing the company that places the fi nished product on the market to be able to

go back to the origin of the raw materials.

The company that places the fi nal product on the market is obliged also to “create” distin-

ctive codes for each production lot that is placed on the market, containing information on

the production date and ingredients used; moreover, the delivery of each lot to the fi nal

distributors (for example, supermarkets) shall be registered.

From 1 January 2006, with the entry into force of the “Health Package,” the obligation of

traceability was extended to all food sector operators. The minimum requirements for the

application of traceability by food sector operators were specifi ed in the Agreement on 28

July 2005 between the Government, Regions and Autonomous Provinces (“Guidelines for

the purpose of tracing foodstuffs and feed for the purpose of public health”). With Imple-

menting Regulation (EU) 931/2011 - in effect since July 2012 – the Commission set the

specifi c requirements on the matter of traceability as regards food of animal origin.

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and the following ancillary punishment:

•publication of the guilty sentence in one or more nationally distributed newspapers;

•interdiction for a period from 5 to 10 years from the profession, industry, trade or job in

the sphere in which the crime was committed, that is to say the prohibition of exercising

said profession, industry, trade activity, job.

Said conduct (adulteration or corrupting of substances) is punished as food fraud to the

detriment of public health, if committed prior to the food products being distributed for

consumption; while once the products have been made available for sale, charges for crimes

against the person, such as personal injury and homicide, shall apply.

Since “foodstuffs” are intended as directly edible substances, or capable of becoming such

through preparation processes (cooking, curing, canning, etc.), farm animals intended for

consumption, once slaughtered, become substances for food consumption.

It is also prohibited to hold for sale, place on the market, distribute for sale said foodstuffs

counterfeited in such a way as to be dangerous for the public health: this is a crime established

by Art. 442 PC, that is punished with:

•3 to 10 years in prison if the foodstuffs are intended for sale;

as well as the following ancillary punishment:

•publication of the guilty sentence in one or more nationally distributed newspapers;

•linterdiction for a period from 5 to 10 years from the profession, industry, trade or job in

which sphere the crime was committed.

and in especially serious cases, the following may also be imposed:

• the closure of the manufacturing plant or business;

•and revocation of the license.!

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HERE ARE SOME OF THE MAIN NEW ASPECTS OF THE “QUALITY PACKAGE:”

the establishment of a scheme on the optional indication of quality, among which the

designation as mountain product;

a protection system among which provide for ex offi cio protection, or the principle

that Member States have clear obligation to take the appropriate measures to prevent

or stop the unlawful use of GIs, designating the Authorities that are responsible for

taking these steps in accordance with procedures determined by each individual

Member States. Therefore, it is no longer necessary for a complaint to be fi led for the

protection process to be implemented for a product recognized at the community protection process to be implemented for a product recognized at the community6 level level.

Fines and safeguards

Legislative Decree 297/2004 already established pecuniary administrative pecuniary administrative sanctions for sanctions for sanctions for

counterfeiting and usurpation of properly registered PDO or PGI, utilization of false or mi-

sleading indications regarding provenance, origin, nature and essential qualities of foodstuffs.

For manufacturers: the pecuniary administrative sanction was set at 50,000 euros.

The subsequent law 99/2009, at Art. 15 made changes to articles 473, 474, 517 of the Penal

Code and introduced the new articles 474-bis, 474-ter, 474-quater, 517-ter, 517-quater and

517- quinquies: specifi cally, the new art. 517-quater provided for the introduction of the

crime of counterfeiting of geographical indications or designation of origin of agri-food

products, punished with up to 2 years in prison and a fi ne up to 20,000 euros.

The law prohibits the adulteration or corrupting of water or substances to be used in food

products making them dangerous for public health and counterfeiting, in a way that is dan-

gerous for public health, foodstuffs intended for sale. Said crime is established in Art. 440

PC and is punished with: 3 to 10 years in prison;

6 Source: Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Quality Package Datasheet, www.politicheagricole.it

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REGULATORY REFERENCESTHE QUALITY PACKAGE

On 3 January 2013, regulation (EU) 1151/2012 on quality schemes for agricultural pro-

ducts and foodstuffs, the so-called “Quality Package”, entered into force. This was the

reform of the European agri-food quality system with faster registration procedures, new

quality schemes and protection mechanisms.

The following defi nitions are found in the Regulation:

designation of origin:identifi es a product originating in a specifi c place, region or country,

whose quality or characteristics are essentially or exclusively due to a particular geographical

environment with its inherent natural and human factors; the production steps of which all

take place in the defi ned geographical area;

geographical indication: identifi es a product originating in a specifi c place, region or coun-

try, whose given quality, reputation or other characteristic is essentially attributable to its

geographical origin and at least one of the production steps of which take place in the

defi ned geographical area;

traditional specialities guaranteed: identifi es a product or foodstuffs obtained from a

mode of production, processing or composition corresponding to traditional practice for

that product or foodstuff, or is produced from raw materials or ingredients that are those

traditionally used. For a name to be registered as a traditional speciality guaranteed, it shall

have been traditionally used to refer to the specifi c product; or identify the traditional

character or specifi c character of the product.

According to the 2014 report on Italian PDO, PGI, TSG agri-food production prepared by the

Fondazione Qualivita and Ismea, Italy remains the global leader in the fi eld for the num-

ber of certifi ed products, with 269 products listed in the EU registered, of which 161 PDO,

106 PGI and two TSG (data as at 30.11.2014). Total production amounts to 1.27 million tons, of

which more than one third exported for a value of circa €2.4 billion, up 5%; €6.6 billion in

turnover at production and circa €13 billion in turnover at retail (2013 production).

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sauce condiments, worthy of note are peeled tomatoes ‘growndomestically in the

Usa,’ the Chinese hillside little tomatoes and Bolognese sauce in Australia;

Trieste Italian roast espresso coffee is produced inCalifornia in a package with the

colors of the Italian fl ag.

The report Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile/Agrifood safety: a

driving force behind sustainable development,” prepared by Adiconsum, the Centro Studi driving force behind sustainable development,” prepared by Adiconsum, the Centro Studi driving force behind sustainable development,”

Consumi 2.0 and the Federation of European consumer associations in a section named

Fraud: Made in Italy and Italian sounding lists Italian sounding lists Italian soundingegregious cases. The Report mentions the

fi rst criminal conviction for fake Made in Italy products against a Chinese tomato paste

reconstituted with water or folkloristic wine and cheese kits (do-it-yourself kits, sold online,

to reproduce famous wines and typical Italian cheeses at home).

The Report puts forward proposalsto fi ght fraud andItalian Sounding.In particular, it

proposes to “use regulations, international agreements for the protection of correctness

in trade relations, consumer information, certifi cation, repression carried out by police for-

ces in the real market as well as the virtual one on the Internet.” The Report also indicates

interesting initiatives such as“Italcheck, based on certifi cation offered by Agroqualità (a

company for quality certification in the agri-food industry, editor’s note): through the

Quick Response Code (the two-dimensional code containing information that can be read

by smart phones, editor’s note) indicated on the product, the consumer with phone can

verify in real time, in any part of the world and in his own language, whether the product is

truly Italian and the traceability of the production chain”.

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Milk:

• watering down;

• fat content different than that declared on the label;

• addition of hydrogen peroxide to reduce high bacterial content;

• marketing of milk for newborns containing genetically modifi ed soy protein;

• rehabilitation treatments not permitted;

• use of soured milk neutralized with the addition of alkalis;

• fresh milk obtained from previously pasteurized milk;

• use of reconstituted powdered milk (with powdered milk for zootechnical use);

• milk that has been pasteurized more than once;

• improper use of wording such as “natural,” “organic” or “eco” that infers organicproduction

methods in products for products that are entirely conventional.

THE MAIN CASES OF ITALIAN SOUNDING

In addition to true counterfeiting, there are many examples of Italian Sounding. T Italian Sounding. T Italian Soundinghe fi rst

Report on agri-food crimes in Italy/Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia prepared by

Eurispes Coldiretti identifi es several, for example:

Imitations of Parmigiano Reggiano or Grana Padano sold legally as Parmesan (USA),

Parmesanito (Argentina), Parmesao (Brazil) or Parma (Spain);

imitation of imitation of Balsamic Vinegar of Modena PGI;

pasta is imitated in the world with the following names: spaghetti napoletana,pasta

milanesa, tagliatelle and capellini milaneza produced in Portugal, Ronzoni linguine,

risotto tuscan and many others;

Pompeian olive oil is the name of an oil produced in Maryland;

German Cambozola calls to mind Milanese Gorgonzola;

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•excess sulfur dioxide or alcohol level lower than that required.

• extra-virgin oil containing refi ned oils, both olive and seed oils;

• oils with analytical values that do not meet requirements established by community

regulations;

•seed oils variously colored that may be sold as olive oil.

Honey:

•addition of sugars of other origin;

• sale of honey with a botanical origin different than the one declared;

• sale of non-European community honey as Italian honey.

Cheese:

•addition of fat, especially margarine, to obtain the quantity of lipids required by that

particular cheese that the manufacturer wants to obtain;

• addition of potato starch or fl our to increase the weight;

• addition of pectin and vinyl gum to soft cheeses to give them greater compactness;

• addition of formaldehyde to hard cheeses as a disinfectant to mask manufacturing

defects due to the use of poor quality milk;

• sale of cheeses with different provenance, perhaps foreign, as typical or Protected

Designation of Origin PDO;

• sheep cheese containing more or less high percentages of cow’s milk;

• cheese obtained with reconstituted powdered milk (permitted in some countries);

• attributing the name of PDO cheese to common cheeses;

• addition of coloring or mineral substances.

Mozzarella:

• use of “low-fat industrial casein” or “powdered milk for zootechnical use;”

• in mozzarella with typical, protected or guaranteed name of origin curds of foreign

origin are used (Lithuanian, Hungarian, Polish curds or from other EU countries);

• buffalo-milk mozzarella containing varying percentages of cow’s milk.

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2. Falsifi cation of the brand or indication of the geographical origin or name of origin.

This is the affi xing of false data on a food product or its package, or the illegal reproduction

of a patented product according to which the food product itself is produced.

This type of food fraud is more widespread abroad and is often related to the phenomenon

ofItalian Sounding.

THE MAIN CASES OF FOOD FRAUDThe most counterfeited product are paradoxically the products that are the most represen-

tative of Italian agri-food production quality, a thankless acknowledgment of the production

excellence of our country which, however, also testifi es to the high level of business around

imitation food products.

The most “abused” products and targeted by counterfeiters are the following5:

Wines:

• obtained from the fermentation of sugars other than those from grapes (procedure

prohibited in Italy but allowed in other EU countries);

• addition of coloring;

• addition of methyl alcohol (methanol) to increase alcohol content;

• addition of illegal antioxidant rising preservatives such as boric and salicylic acids;

•addition of fl avorings;

Oils:

•addition of antifreeze (diethylene glycol) smoothness and body;

• quality inferior than that stated on the label;

5 Source: Carabinieri Health Protection Unit - Publication “Food fraud”, 2011; Directorate General for the fi ght against Counterfeiting – UIBM, Ministry of Economic Development, Report IPERICO 2014: The fi ght against counterfeiting in Italy in the agri-food sector 2009-2012.

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that is extremely high:

• Globally: approximately €60 billion (a little less than half of the turnover of genuine

products and more than twice the amount of Italian exports);

• Europe: €22 billion (compared to €13 billion in exports of genuine products)4.

WHAT DOES FOOD FRAUD INCLUDE?THE 2 TYPES OF THE PHENOMENON

Counterfeiting a food product means passing off a product which in reality has different

characteristics, usually of lower quality or even harmful and/or illicit as genuine (a PDO) or

as having superior quality.

There are 2 types of food counterfeiting

1. Falsifi cation or adulteration of the food product.

This is the creation of a food product with ingredients that are different in quality or

quantity than those normally used to create it or modifi ed through the substitution,

subtraction, addition of elements that normally compose it.

Art. 5 Law 283/1962(Health regulations regarding the production and sale of food

stuffs) prohibits the use of foodstuffs mixed with others of inferior quality or inany way

treated in order to change the natural composition in the preparation or distribution

for consumption: adulteration and variation of the components of thefoodstuffs are

prohibited.

4 CNAC, Priorities in the fight against counterfeiting” n 2011, cit.; Directorate General for the fight against Counterfeiting– UIBM, Ministry of Economic Development, Report IPERICO 2014: The fi ght against Counterfeiting in Italy in theAgri-food sector 2009-2012.

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L’Italian Sounding – ’Italian Sounding – ’Italian Soundingunlike true counterfeiting - is diffi cult to sanction criminally because

in the various markets in which it is used, manufacturers act within legal bounds - often

availing themselves of the experience and production know how of Italian immigrants. In

fact, the phenomenon is more widespread in countries in which large numbers of Italian

immigrants settled and where they are more deeply rooted. The presence of imitation

products is one of the main causes of the reduction of Italian exports as a percentage

of turnover because it allows local companies to obtain a competitive advantage that they

do not deserve, producing at lower costs but placing the product in the upper price range

thanks to the Italian sounding name.

For example, the most common type of this phenomenon has been, at the start of emigration,

the setting up of companies with the same production done in Italy by expatriates in the

new countries. Subsequently, over time, new products have been created with brands that

sound like Italian names. In many cases, the descendents of Italian émigrés have simply

used (or still use) their Italian last name as a brand for products which, in fact, no longer have

any relation to the original ones.

The Relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare della Commissione parlamen-

tare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione/Report on fraud in the agrifood sector by

the Parliamentary investigative committee on counterfeiting phenomena states that at the

global level it is estimated that the turnover for Italian Sounding exceeds 60 billion euros

per year(164 million euros per day), a fi gure that is more than 2 times the current value of

Italian agri-food product exports (26 billion euros in 2013).

According to the Report, North America and Europe are “hotbeds” of Italian Sounding: in Italian Sounding: in Italian Sounding

North America, overall turnover stands at 24 billion euros compared to circa 3 billion euros

for genuine food product exports.

The counterfeiting of food products, together with Italian Sounding has an estimated turnover

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COUNTERFEITING IN THE AGRIFOOD SECTOR AND THE PHENOMENON OF ITALIAN SOUNDING ABROADFOOD FRAUD NUMBERS

In 2013, the Carabinieri’s Health Protection Unit confi scated goods worth more than 440

millon euros and issued more than 17 million euros in fines1. To these confiscated

products,one must also add those seized by Customs (in 2012 approximately 4 million euros2)

at the borders and by all the agencies in charge of monitoring the agrifood chain. And fur-

ther still: in 2013, the Carabinieri’s Agri-Food Policy Unit inspected “3.121 agrifood compagnie

and seized 9.5 tonnes of products and more than 3 million labels/illegal packaging”. and seized 9.5 tonnes of products and more than 3 million labels/illegal packaging”. and seized 9.5 tonnes of products and more than 3 million labels/illegal packaging”3

These were adulterated, fake and counterfeit products. Very often organized crime is behind

this fraudulent business: according to the “2° Agromafi as” report prepared by Coldiretti/

Eurispes, the agromafi as’ total sales volume reached circa 14 billion euros in 2013, with a

record 12% increase compared to the previous 2 years.

ITALIAN SOUNDING

On the foreign side, there are imitations of Italian products - not always fraudulent nor

necessarily dangerous for your health - that may fool the fi nal consumer and at any rate

negatively affect the export potential of Italian companies. This phenomenon is generally

known as Italian Sounding, an expression that refers to the imitation of a product/name/ Italian Sounding, an expression that refers to the imitation of a product/name/ Italian Sounding,

brand using an Italian sounding name and/or graphics that lead the consumer to believe the

product is Italian whereas the product itself is not.

1 Source: Ministry of Health, Oversight and control of foodstuffs in Italy, 2013.2 Source: Movimento Difesa del Cittadino and Legambiente, Italia a Tavola 2013.3 Source: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 and Federation of European consumer associations Report “Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile/Agri-food Safety: a driving force behind sustainable development”, 2014, cit.

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GOOD RULESCOUNTERFEITING IS NOT ALWAYS CLEAR.

TO AVOID UNKNOWINGLY PURCHASING COUNTERFEIT

GOODS ONE MUST ABOVE ALL FOLLOW SEVERAL SIMPLE BASIC RULES:

always carefully read the labelsof purchased products (their label is their “identity

card”) and be wary of those with unclear writing or without indication of wherethey

were manufactured (where mandatory) and the “CE brand” or PDO/PGI/ORG brands

for products with geographical indications; the most correct labels arethose that

guarantee the highest degree of product information: brand transparency, produc-

tion process, production location and characteristics;

purchase only products in integral packages or packaging,with the producer’s name,

making sure where they come from and any quality brands or certifi cation;

evaluate the correct quality/price ratiotoo low of a price may be enticing but it could

also indicate poor quality; it may seem like a good deal but rather you;

use caution in purchases from door-to-door vendors: if they do not provide you with

their exact name and contact information, their products may well be counterfeit;

use caution in purchases outside of stores, verifying that the seller is always identifi able

in a transparent manner.

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WHAT IS COUNTERFEITINGThe word “counterfeiting” signifi es the reproduction of a good in such a manner that it is

mistaken for the genuine product, or manufacturing, importing, selling or using products or

services protected by intellectual property rights. Counterfeiting is an ancient phenomenon

that affects many merchandise sectors. The sale of counterfeit products affects the safety

and health of consumers but also has effects on a country’s economy because the frau-

dulent imitation of a product may also cause the deviation of trade and the phenomenon

of unfair competition (cause serious damage to the research development and innovation

capacity).

HOW TO PROTECT YOURSELFThe sale of counterfeit goods is done through different distribution channels in which the

counterfeiting is not always clear. It often occurs through markets outside the regular

distribution chain such as street stands or beach vendors or through the Internet and

even in stores belonging to the regular distribution chain. This handbook provides practi-

cal advice for defending yourself from the danger of unknowingly purchasing counterfeit

goods.

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CONTENTS

WHAT IS COUNTERFEITING

HOW TO PROTECT YOURSELF

GOOD RULES

COUNTERFEITING IN THE AGRIFOOD SECTOR AND THE PHENOMENON OF ITALIAN SOUNDING ABROAD

WHAT DOES FOOD FRAUD INCLUDE? THE 2 TYPES OF THE PHENOMENON

MAIN CASES OF FOOD FRAUD

REGULATORY REFERENCES (PACKAGE QUALITY - FINES AND SAFEGUARDS - FOOD TRACEABILITY EU REGULATIONS ON LABELING - ORIGIN OF MEATS)

DAMAGE CAUSED BY COUNTERFEITING

GUIDELINES: HOW TO AVOID COUNTERFEIT GOODS WHAT TO DO IN CASE OF COUNTERFEIT GOODSWHO TO CONTACT TO PROTECT YOURSELF

LABELLING CHART FOR 12 AGRIFOOD PRODUCTS WHAT TO CHECK ON THE LABEL

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IO SONO ORIGINALE Project

with funding from the Ministry of Economic Development

Directorate General for the Fight against Counterfeiting

Italian Patent and Trademark Office

produced by the Consumer Associations of CNCU

in collaboration with Federalimentare and Coldiretti

guidelines edited by the Movimento Difesa del Cittadino

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COUNTERFEITING COUNTERFEITING COUNTERFEITING COUNTERFEITING COUNTERFEITING COUNTERFEITINGIN AGRIFOOD IN AGRIFOOD IN AGRIFOOD IN AGRIFOODCONSUMER GUIDELINES

Know the problem to deal with it better