La Casa d'oro - oudesporen.nl · poterono entrare nella sala delle nozze perché la porta era ormai...

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La casa d’oro – come l’uomo può avvicinarsi a DIO

est, tre verso sud, tre ad ovest e tre anord. Nel centro dell’accampamento,veniva ogni volta eretta una casa, lacasa d’oro, una costruzione compo-sta di oro, d’argento e di tappeti.

Questa era l’abitazione, la casadi DIO.

È evidente che quelle tende scurenon si intonavano con quella bellacasa, come pure i loro abitanti nonandavano bene insieme a Dio! Poichéda un lato c’era un Dio santo e giusto,e dall’altro c’erano le famiglie umanecoi loro intrighi e litigi. Se avessimopotuto ascoltare e vedere ciò cheaccadeva nell’interno di quelle tendee investigare i pensieri che riempi-vano quei cuori… cosa avremmo vi-sto e sentito? Esattamente quello chetroviamo nel nostro cuore: egoismo,orgoglio, pensieri malvagi, antipatie ea volte anche odio.

Potremmo chiederci che scopoavesse questa casa d’oro, quest’abita-

Già nei tempi remoti dell’AnticoTestamento, Dio aveva il desi-

derio di avvicinarsi agli uomini. Perquesto motivo, si fece costruire dalpopolo d’Israele un’abitazione, unacasa d’oro.

Questa casa d’oro si trovava circon-data da migliaia di tende. Non eranobelle tende dai colori vivaci; erano letende grigie e nere di un popolo no-made nel deserto. E non si trattava diun piccolo popolo o di una sola tribù,ma di un popolo numeroso, com-posto da dodici tribù, che contava al-cuni milioni di persone. Era il popolod’Israele.

Ad ogni spostamento, si formavaun corteo interminabile di uomini,donne e bambini, accompagnati dalloro bestiame. Ogni volta che sifermavano, piantavano le loro tendeformando un enorme accampamentosempre disposto esattamente in unquadrato. Tre tribù accampate verso

Il cortile, dove si trovavano “l’altare degli olocausti” peroffrire dei sacrifici, la “conca di rame”, dove i servitori di

Dio dovevano lavarsi le mani e i piedi prima di ogni servizioall’altare o al santuario, e il “Tabernacolo” o “la casa di

Dio” con le quattro coperture. Ecco dove Dio abitava. Gliuomini che vivevano intorno, erano dei peccatori come noi.

zione di Dio, in mezzo a quella gente,e perché Dio volesse avere a che farecon tali uomini. Perché non se ne stain cielo e non abbandona gli uomini alloro destino?

No! Dio vuole scendere su questaterra e per questo si è fatto edificareuna casa d’oro. Dio vuole abitare inmezzo agli uomini, in mezzo alle suecreature, e desidera che gli uominiabitino vicino a Lui.

Essi sono BENVENUTI pressoDIO. Poiché DIO è AMORE.

Il fatto che Dio volesse abitare vici-no agli uomini, non era solo validoallora per il popolo d’Israele, ma èvalido anche per il nostro tempo e frapoco sarà anche valido per il nuovocielo e la nuova terra. In rapporto conquesto periodo futuro, leggiamo neiprimi versi del capitolo 21 del-l’Apocalisse: «Ecco il tabernacolo diDio con gli uomini! Egli abiterà conloro…»

Gli Israeliti dovevano costruirequella “casa” d’oro perché tale era il

desiderio di Dio: «Essi mi faranno unsantuario e io abiterò in mezzo aloro» (Esodo 25:8). Però quella casanon poteva essere costruita secondoil pensiero umano. Dio stesso avevafatto vedere a Mosè, il conduttore delpopolo d’Israele, durante i 40 giorniche trascorse nella presenza di Diosul monte Sinai (Esodo 24:18) il mo-dello della casa (Esodo 25:9). Eccoperché nella descrizione dei parti-colari della costruzione viene soventericordato che le cose furono fatte«come il Signore aveva ordinato aMosè» (Esodo 39 e 40). Infatti quellacasa fu costruita secondo concetti in-usuali che non sarebbero mai venutiin mente a nessun uomo.

Consideriamo ora alcuni partico-lari di questa costruzione. Da

lontano si poteva solamente scorgereil recinto formato da cortine di linoappese a delle colonne. Le sue di-mensioni erano: cento cubiti di lun-ghezza e cinquanta cubiti di larghezza(Esodo 27:9 e 12). Un cubito ebreomisurava circa 50 cm. Dunque il cor-

La casa di Dio era recinta di cortine bianche di lino fino. Ciò ci parladel fatto che la casa di Dio doveva essere nettamente separata dal-

l’ambiente esterno. La purezza e la santità di Dio non permettevanoall’uomo colpevole di avvicinarsi senz’altro. Nondimeno c’era

un’ingresso, una porta larga. Perché un Israelita potesse passareattraverso questa porta, doveva portare un sacrificio.

tile all’interno del recinto misuravacirca 50 per 25 metri. Al di sopra del-le cortine del recinto si vedeva spun-tare il tetto della casa, alta dieci cubiti,che si trovava nell’interno del cortile.

Sia dal punto di vista artistico chearchitettonico, non c’era certo nulladi spettacolare in quella costruzione.Ma non c’è da stupirsi perché nellecose che concernono Dio non vi èmai nulla di appariscente per l’uomo.Chi non è ancora venuto nella pre-senza di Dio, non può capire le cose ele parole che concernono Dio. Anzi,come sta scritto nella Bibbia (1 Corin-zi 1:18 e 23), queste cose sono perlui una pazzia. Difatti, quando il Si-gnore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, erasu questa terra, gli uomini non trova-rono nulla di particolare in Lui: «Nonaveva forma né bellezza da attirare inostri sguardi, né aspetto tale dapiacerci… era spregiato, e noi nonne facemmo stima alcuna» (Isaia53:2–3).

L’esperienza che ogni credente hafatto può riassumersi in questi termi-

ni: Prima non vedevo niente di attra-ente in Gesù Cristo; adesso, invece,dopo averlo conosciuto, mi apparesempre più grande e più glorioso.

Più ci avviciniamo al recinto, piùsiamo impressionati. Le cortine

di lino bianco si stagliano contro letende grigie e tetre che sono tutt’at-torno, e ci danno già un’impressionedella purezza e della santità che regnanell’interno. Il recinto ha un’altezzaconsiderevole di 2,5 m ! Questo signi-fica che nessuno poteva vederenell’interno.

Normalmente l’uomo, di per sé,non può avvicinarsi a Dio, e questo èsolenne! C’è stato un solo uomo sullaterra che nel suo essere intero erasenza macchia alcuna, senza peccato,perfettamente bianco, come queicandidi tendoni. Si tratta di GesùCristo, l’Uomo perfetto e puro!

Molte persone vorrebbero seguireCristo, il che sarebbe un buon propo-nimento. Però la prima cosa che Diovuole insegnarci attraverso questa

Il primo oggetto che si incontrava entrando nel cortileera l’altare di rame. Qui venivano offerti dei sacrificiper il peccato, olocausti, oblazioni, azioni di grazia.

casa, anzi già tramite il recinto, è chenoi uomini impuri, in un mondo mal-vagio, contrastiamo completamente– come quelle tende scure – con lasua purezza. Quindi, nello stato in cuisiamo non possiamo avvicinarci aDio, e non ci è possibile seguire ilSignore Gesù. La sua purezza, le sueperfezioni fanno risaltare ancora dipiù la sozzura del nostro essere.

Noi uomini siamo tutti macchiati,contaminati dal peccato. «Non c’ènessuno che pratichi la bontà, …con le loro lingue hanno tramatofrode… affinché tutto il mondo siariconosciuto colpevole di fronte aDio; … tutti hanno peccato e sonoprivi della gloria di Dio…» (leggi Ro-mani 3:10–23).

Questa è la prima cosa che dobbia-mo riconoscere.

Caro lettore, sei pronto a rico-noscere sinceramente la tua colpa e avenire a Dio così come sei, nello statoin cui ti trovi? Facendo questo passo,avrai accesso presso Dio.

Infatti, al lato est del recinto vi eraun’entrata, a significare che vi è

un’entrata per il peccatore, una portaaperta!

A motivo dei nostri peccati do-vremmo rimanere tutti fuori, lontanida Dio nella perdizione eterna. Maecco che interviene il miracolo dellagrazia: Dio ha una porta aperta perchiunque. Questa porta meravigliosaè la buona novella del Vangelo!

La porta che l’amore di Dio haaperta è abbastanza grande perchétutti quelli che vogliono, possano en-trare. L’entrata è libera, tutti sonobenvenuti. Dio è un Salvatore che«vuole che tutti gli uomini siano sal-vati» (1 Timoteo 2:3–4). Nel capitolo22 dell’Apocalisse al verso 17 ci viendetto che “chi vuole” può venire.

L’accesso è facile; persino un bam-bino può entrare. Giovani e anzianisono i benvenuti. Ma c’è sola unaporta!

Il Signore Gesù stesso ha spiegato,mentre era sulla terra, che cos’è que-

La conca di rame era posta tra l’altare e iltabernacolo. I sacerdoti dovevano lavarsi le mani e ipiedi prima di ogni servizio all’altare o al santuario.

sta porta. Egli ha detto: «IO SONOLA PORTA; se uno entra per me,sarà salvato» (Giovanni 10:9).

Per mezzo di Lui abbiamo dunqueaccesso al Padre, come sta scritto inEfesini 2:18 e 3:12. Lui solo è il Sal-vatore. Non è come si sente diresovente: Ognuno ha la sua religione,l’importante è credere. No, c’è unasola possibilità per essere salvati: «In-fatti c’è un solo Dio e anche un solomediatore fra Dio e gli uomini,Cristo Gesù uomo» (1 Timoteo 2:5).

Unicamente per mezzo di Lui ab-biamo accesso alla casa del Padre.

La Bibbia ci dice pure che la portaun giorno verrà chiusa. Anche

per l’arca di Noè ci fu un giorno in cuiDio chiuse la porta (Genesi 7:16–23).

Le cinque vergini stolte, nella para-bola dell’evangelo di Matteo capitolo25, arrivarono troppo tardi e nonpoterono entrare nella sala dellenozze perché la porta era ormai statachiusa.

Ci sono solo due possibilità: o den-tro o fuori.

Dentro = salvato, nella gioia pertutta l’eternità.

Fuori = perduto, nelle pene enell’oscurità per tutta l’eternità.

Questa è la grande differenza fra lavita e la morte, fra la luce e le tenebreeterne.

Caro lettore, o ti trovi dentro tra-mite la fede nel Signore Gesù

Cristo, o sei ancora fuori. Bada peròche la porta può chiudersi improvvi-samente. Ciò avviene al momentodella morte – che può raggiungerci daun momento all’altro – oppure al ri-torno del Signore, secondo la suapromessa (Giovanni 14:3). Questoavvenimento è imminente. LeggiApocalisse 22:20. Allora la tua sortesarà definitiva: o sarai per sempredentro, o per sempre fuori.

Puoi immaginare che cosa significatrovarsi davanti ad una porta chiusache non si aprirà mai più? Nelle tene-

Togliendo le coperte, si vede l’interno del Luogo Santo. Le pareti,alte dieci cubiti, erano rivestite di oro. Entrando, si vedevano a

destra la tavola dei pani, a sinistra, il candelabro di oro, davanti alvelo che separava il Luogo Santo dal Luogo Santissimo l’altare dioro dei profumi. Non c’erano né finestre, né pavimento. Il Luogo

Santo era illuminato dalle lampade del candelabro.

bre di fuori vi sarà «il pianto e lostridor dei denti» (Matteo 25:30). Esarai anche roso dal rimorso: perchémai non sono entrato quando ne ave-vo avuto l’occasione?!

Da che parte ti trovi attualmente?La risposta è semplice: Sono già den-tro oppure sono ancora fuori.

Hai il coraggio di chiederti sincera-mente quale delle due risposte corri-sponde al tuo stato? Adesso la porta èancora aperta. Il Signore Gesù haancora le braccia aperte per acco-glierti, e ti invita a venire a Lui cosìcome sei al fine di ricevere il perdono.

Dio – conoscendo in anticipo ipiani di Satana che non aspi-

rano ad altro che a rovinare tutto ciòche viene da Dio e a trascinare dietroa sé gli uomini nelle pene eterne – giàmolto tempo prima, aveva in serbopresso di sé un piano di grazia per lasalvezza dell’uomo. Solo Dio potevaimmaginare una tale cosa. Egli è ilDio santo che non può non condan-nare il peccato. «Dio è luce» (1 Gio-

vanni 1:5), quindi deve giudicare gliuomini in giustizia e condannarli.

Ma facendo così non potrebbe ma-nifestare il suo amore. Perché se daun lato Dio è luce, dall’altro «Dio èamore» (1 Giovanni 4:8). Questoamore lo ha spinto a sviluppare unpiano così grande: l’Unigenito Figliodi Dio doveva scendere sulla terra,prendere un corpo umano, e subire lamorte sotto il giudizio di Dio al postodei peccatori colpevoli.

Gli animali che venivano offerti insacrificio, durante il tempo dell’An-tico Testamento, erano una pallidafigura del diletto Figlio di Dio che ungiorno sarebbe venuto sulla terra persoffrire e subire il supplizio della cro-cifissione sotto i colpi della giustacondanna di Dio contro i nostri pec-cati dei quali si era caricato. Perché«senza spargimento di sangue, nonc’è perdono» (Ebrei 9:22).

Ti sei già soffermato un istante perconsiderare ciò che accadde su quellacroce? Il Santo, il Giusto, l’Innocente

Ecco il Luogo Santissimo, senza la parete posteriore, dove sitrovava solamente “l’arca” col suo coperchio, “il propiziatorio”.Solo il sommo sacerdote poteva entrarvi una volta all’anno col

sangue del sacrificio, e Mosè, che era in una posizione particolare.Il propiziatorio era il luogo d’incontro di Dio con gli uomini.

fu sottoposto a indicibili sofferenze ealla morte. È come sostituto cheCristo ha patito queste sofferenze.Ma sostituto di chi? Di tutti gli uomi-ni?

Migliaia di persone sono indiffe-renti rispetto alla croce e vivonospensieratamente, come persone perbene, oppure nel peccato; non vedo-no la necessità di avere un sostituto equindi vanno verso la perdizione eter-na. Altri sono stati toccati o anchecommossi considerando le sofferenzedi Cristo, ma non sono venuti a Dioconvinti del loro stato di peccato e dicolpa.

Gesù Cristo è morto sulla crocequale sostituto di tutti coloro che han-no riconosciuto di essere dei pecca-tori perduti e hanno accettato perfede la sua opera redentrice.

Ma tutto questo come si sperimen-ta?

Caro lettore, vieni a Gesù e diglicon tutta sincerità: «Signore Gesù, sodi avere peccato e quindi di avere me-

ritato il giudizio che tu hai subìto allacroce al mio posto. Credo in Te epongo la mia fiducia nell’opera chehai compiuto alla croce. Grazie, Si-gnore, per quanto hai fatto per me.»

Se fai questo passo, Dio in quellostesso istante ti perdona, e il sanguedi Gesù cancella tutta la tua colpa; tusei salvato, salvato per l’eternità. Seiriconciliato con Dio e hai libero ac-cesso presso di Lui!

© Copyright delle fotografie:Schulthe & Gerth Medien, D-Asslar

Quando la costruzione della casa di Dio fu completata secondoil piano di Dio, ecco che la gloria di Dio vi scese per abitarvi.

La nuvola era un segno della presenza di Dio.

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