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La collezione storica dei modelli di strutture vegetali dell’Orto Botanico di Napoli G. SIBILIo 1 , V. rocco 2 , B. MenaLe 1 , M. r. Barone LuMaGa 1 1 orto Botanico di napoli, università degli Studi di napoli Federico II, Via Foria 223, 80139 napoli. 2 Via a. Manganario 89, 84126 Salerno. [email protected] Riassunto. I modelli Brendel di strutture vegetali utilizzati alla fine dell’ottocento per la didattica nell’orto Botanico di napoli sono stati recente- mente recuperati da uno stato di parziale abbando- no, assemblati ed esposti, con l’ausilio di pannelli illustrativi, in vetrine collocate nelle aule didattiche dell’orto Botanico di napoli e del dipartimento di Biologia dell’università di napoli Federico II. La realizzazione di un cd-roM multimediale ha inol- tre permesso di incrementare ulteriormente la frui- zione e la valorizzazione dei modelli. Il cd-roM include, per ciascuna specie riprodotta dai modelli, foto in natura delle piante coltivate nell’orto Botanico di napoli. Le immagini sono accompa- gnate da schede didattiche per facilitare la com- prensione del modello illustrato e il riconoscimento della pianta in natura. Abstract. Models reproducing plant structures used for educational purposes at the Botanical Garden of naples in the 19 th century have been recently recovered from a state of partial abandon- ment, assembled and exposed. the models together with illustrative panels have been placed in show- cases in the classrooms of the Botanical Garden of naples and of the department of Biology at university of naples Federico II. Moreover, mod- els have been presented in a multimedia cd-roM that allows to improve their valorisation and fruition. For each species reproduced in the models, the cd-roM shows photos in the field of plants cultivated in the Botanical Garden of naples. the images are accompanied by explanatory texts to make easier the understanding of the illustrated models and the identification of the plants. Key words: Botanical Garden of naples, Brendel, Scientific models delpinoa 50-51: 85-92. 2008-2009 IntroduzIone Gli elementi strutturali fondamentali per la comprensione della biologia vegetale e della botanica sistematica venivano studiati in pas- sato attraverso il disegno e la produzione di oggetti a tre dimensioni; questi ultimi, ancor più del disegno, assicuravano una riproduzione della forma reale di parti di fiori, frutti e altri organi vegetali. La produzione di modelli tridi- mensionali, oltre a mostrare le strutture anato- miche così come potevano presentarsi nel mondo reale, permettevano di vederle ingran- dite, ma soprattutto ne permettevano l’osserva- zione indipendentemente dalla disponibilità in natura dei soggetti originali (ad esempio al ter- mine della fioritura di una data specie). Il materiale utilizzato per tali modelli era soprat- tutto la cartapesta, la cera, il gesso, il vetro, la ceramica (FIorInI et al. 2007). oggi vengono utilizzati per lo studio delle specie vegetali i dati che derivano da analisi molecolari, fisiologiche e micromorfologiche. tuttavia ancora oggi l’analisi macromorfologi- ca rappresenta il principale strumento di iden- tificazione delle specie vegetali. L’orto Botanico di napoli dell’università degli Studi napoli Federico II, fin dai primi momenti della sua nascita, agli inizi dell’otto- cento, dedicò grande attenzione alla didattica (de Luca 1992). durante la direzione di Mi- chele tenore (de Luca 2008-2009), in carica dal 1810 al 1861, venne realizzata, a cura di alfredo dehnhardt (de Luca 2008-2009), una collezione pomologica in cera, costituita da 150 pezzi rappresentanti ciascuno un frutto. di tali modelli attualmente non resta che un solo campione: la riproduzione di un cono femmi- nile di Encephalarthos horridus (Jacq.) Lehm. (cataLano 1958).

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La collezione storica dei modelli di strutture vegetali

dell’Orto Botanico di Napoli

G. SIBILIo1, V. rocco2, B. MenaLe1, M. r. Barone LuMaGa1

1orto Botanico di napoli, università degli Studi di napoli Federico II, Via Foria 223, 80139 napoli. 2Via a. Manganario 89, 84126 Salerno. [email protected]

Riassunto. I modelli Brendel di strutture vegetaliutilizzati alla fine dell’ottocento per la didatticanell’orto Botanico di napoli sono stati recente-mente recuperati da uno stato di parziale abbando-no, assemblati ed esposti, con l’ausilio di pannelliillustrativi, in vetrine collocate nelle aule didattichedell’orto Botanico di napoli e del dipartimento diBiologia dell’università di napoli Federico II. Larealizzazione di un cd-roM multimediale ha inol-tre permesso di incrementare ulteriormente la frui-zione e la valorizzazione dei modelli. Il cd-roMinclude, per ciascuna specie riprodotta dai modelli,foto in natura delle piante coltivate nell’ortoBotanico di napoli. Le immagini sono accompa-gnate da schede didattiche per facilitare la com-prensione del modello illustrato e il riconoscimentodella pianta in natura.

Abstract. Models reproducing plant structuresused for educational purposes at the BotanicalGarden of naples in the 19th century have beenrecently recovered from a state of partial abandon-ment, assembled and exposed. the models togetherwith illustrative panels have been placed in show-cases in the classrooms of the Botanical Garden ofnaples and of the department of Biology atuniversity of naples Federico II. Moreover, mod-els have been presented in a multimedia cd-roMthat allows to improve their valorisation andfruition. For each species reproduced in the models,the cd-roM shows photos in the field of plantscultivated in the Botanical Garden of naples. theimages are accompanied by explanatory texts tomake easier the understanding of the illustratedmodels and the identification of the plants.

Key words: Botanical Garden of naples, Brendel, Scientific models

delpinoa 50-51: 85-92. 2008-2009

IntroduzIone

Gli elementi strutturali fondamentali per lacomprensione della biologia vegetale e dellabotanica sistematica venivano studiati in pas-sato attraverso il disegno e la produzione dioggetti a tre dimensioni; questi ultimi, ancorpiù del disegno, assicuravano una riproduzionedella forma reale di parti di fiori, frutti e altriorgani vegetali. La produzione di modelli tridi-mensionali, oltre a mostrare le strutture anato-miche così come potevano presentarsi nelmondo reale, permettevano di vederle ingran-dite, ma soprattutto ne permettevano l’osserva-zione indipendentemente dalla disponibilità innatura dei soggetti originali (ad esempio al ter-mine della fioritura di una data specie). Ilmateriale utilizzato per tali modelli era soprat-tutto la cartapesta, la cera, il gesso, il vetro, laceramica (FIorInI et al. 2007).

oggi vengono utilizzati per lo studio dellespecie vegetali i dati che derivano da analisimolecolari, fisiologiche e micromorfologiche.tuttavia ancora oggi l’analisi macromorfologi-ca rappresenta il principale strumento di iden-tificazione delle specie vegetali.

L’orto Botanico di napoli dell’universitàdegli Studi napoli Federico II, fin dai primimomenti della sua nascita, agli inizi dell’otto-cento, dedicò grande attenzione alla didattica(de Luca 1992). durante la direzione di Mi-chele tenore (de Luca 2008-2009), in caricadal 1810 al 1861, venne realizzata, a cura dialfredo dehnhardt (de Luca 2008-2009), unacollezione pomologica in cera, costituita da150 pezzi rappresentanti ciascuno un frutto. ditali modelli attualmente non resta che un solocampione: la riproduzione di un cono femmi-nile di Encephalarthos horridus (Jacq.) Lehm.(cataLano 1958).

un’altra importante collezione conservatapresso l’orto Botanico di napoli si riferisce ai“Modelli di fiori e altri organi vegetali” realiz-zati dalla ditta Brendel di Berlino (BrendeL

1893, 1894). tale collezione è attualmente for-mata da 109 elementi, per la maggior parteriproducenti strutture fiorali; solo alcuni esem-plari riproducono strutture vegetative. alcunimodelli rappresentano funghi, alghe, muschi,crittogame vascolari. Molti modelli presentanoun buono stato di conservazione; di questi, 23risultano danneggiati in modo più o menograve a causa del logorio dei materiali dovutoal tempo e al loro prolungato utilizzo comesupporti didattici.

I modelli conservati presso l’orto Botanicodovrebbero appartenere alle serie più anticadella produzione Brendel; infatti, presentanobasi dipinte di nero, mentre risulta che i model-li prodotti ai primi del novecento venisseromontati su basi in legno chiare e rifinite convernici trasparenti (FIorInI et al. 2007).

La serie conservata presso l’orto Botanicodi napoli è di buona fattura, con una particola-re attenzione alla riproduzione di dettagli ecolori, tipica dei modelli realizzati per le strut-ture universitarie. Purtroppo non è stato possi-bile ritrovare atti, bolle di acquisto o note diinventario che permettessero di conoscere lemodalità di acquisizione dei modelli da partedell’orto Botanico di napoli.

al fine di rendere nuovamente fruibile lacollezione Brendel, preservando allo stessotempo i centenari campioni, si è pensato diadottare un approccio multimediale, che con-sentisse di apprezzarne la bellezza e allo stes-so tempo l’utilità didattico scientifica.

La maggior parte dei progetti multimedialiinerenti il patrimonio museale ha lo scopo diprodurre materiale didattico da utilizzare inattività di istruzione pubblica, scolastica e uni-versitaria, e di garantire la massima accessibi-lità ad oggetti che nello stesso tempo necessi-tano di un’attenta conservazione. Se in passatosolo grandi strutture culturali potevano accede-re alla tecnologia per diffondere il propriopatrimonio culturale, oggi internet e i prodottimultimediali consentono anche a piccoli museidi utilizzare la tecnologia necessaria per darevisibilità alle proprie risorse, e promuovere in

tal modo cultura e turismo. La divulgazione museologica deve tener

conto del differente bagaglio culturale dei frui-tori, accostando alla componente educativauna componente di intrattenimento. un ulte-riore elemento cruciale della divulgazionemuseologica, reale e virtuale, è l’interattivitàdegli oggetti esposti con i visitatori. nella rea-lizzazione di un prodotto multimediale, e quin-di virtuale, tale interattività può essere di duetipi: interattività culturale e interattività di tipomentale, mentre l’interattività di tipo fisico è almomento prerogativa solo della realtà museale(carreraS 2005).

alla luce di quanto detto, un prodotto mul-timediale deve seguire una serie di principi dibase ormai consolidati. Innanzitutto il conte-nuto di un prodotto WeB o multimediale nondeve necessariamente essere equivalente alcontenuto reale, ma al contrario includere soloparte delle informazioni, quelle ad esempionon accessibili.

nella realizzazione del cd-roM multime-diale dei Modelli Brendel si è cercato di crea-re un prodotto in grado di attrarre una pluralitàdi pubblico svincolando al massimo i contenu-ti didattici dal supporto tecnologico.

rIordIno deLLa coLLezIone

La prima fase dell’attività di controllo emanutenzione della collezione è stata dedicataal riordino e al lavoro di catalogazione; i cam-pioni sono stati fotografati ed è stato realizzatoun database. di ogni modello sono stati ripor-tati all’interno del database i metadati necessa-ri per un corretto utilizzo della collezione, qua-li lo stato di conservazione del campione e leanomalie riscontrate. La Fig. 1 riporta unaschermata tipo della maschera del database cheinclude una foto a bassa definizione del model-lo e il link ad una foto ad elevata risoluzione.

I modelli sono stati assemblati ed esposti,con l’ausilio di alcuni pannelli didattici, in ve-trine collocate nelle aule didattiche dell’ortoBotanico di napoli e del dipartimento di Bio-logia dell’università degli Studi di napoli Fe-derico II. La loro presenza in tali ambienti co-stituisce un importante ausilio didattico.

nella disposizione dei modelli relativi ai

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Fig. 1 - Schermata della maschera relativa al modello della foglia metamorfosata di Dionea muscipula; adestra, la foto ad alta risoluzione.

Fig. 2 - Pannello relativo ai modelli che riproducono fiore e radici austoriali di Cuscuta trifolii Bab.

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fiori si è tenuto conto del sistema di classi-ficazione proposto da arthur cronquist (cron-quISt 1981, 1988). La disposizione dei modelliha tenuto conto, inoltre, di tematiche relativealla morfologia generale e all’anatomia dellestrutture vegetali riprodotte: foglie metamorfo-sate, struttura di ovari e ovuli, sezioni di fusti,etc.

alcuni pannelli sono stati affiancati ai mo-delli che descrivono le piante caratterizzate dapresenza di organi metamorfosati (Fig. 2). Ipannelli, di dimensione 30 x 24 cm, sono staticreati con il programma di grafica adobe Pho-toshop. Le foto utilizzate nei pannelli sono sta-te realizzate, di norma, su piante presenti nellearee espositive dell’orto Botanico. altre im-magini riportate nei pannelli sono state esegui-te a mano utilizzando la tecnica dell’acquerel-lo.

una prima serie di tre pannelli descrive lepiante insettivore caratterizzate da foglie meta-morfosate specializzate per la cattura di insetti

o piccoli animali: Dionea muscipula J. ellis,Nepenthes distillatoria L., Drosera rotundifo-

lia L. un altro pannello descrive le piante pa-rassite appartenenti al genere Cuscuta L. I fustidi queste piante formano radici austoriali chesi legano a piante ospiti dalle quali estraggonola linfa elaborata.

una seconda serie, composta da tre pannel-li, è dedicata alla presentazione della tematicarelativa alla fillotassi. tra i modelli di manifat-tura Brendel in esposizione sono inclusi due e-semplari a forma di cilindro trasparente che ri-producono l’andamento delle ortostiche lungoun asse caulinare (Fig. 3). tali campioni sonoaffiancati nell’esposizione da modelli che de-scrivono vari schemi relativi alla organizzazio-ne delle infiorescenze.

I pannelli sono stati realizzati facendo rife-rimento a testi di botanica generale e sistemati-ca (cronquISt 1981, 1988; Judd et al. 2005;tonzIG & Marrè 1983; PIGnattI 1982; raVen

et al. 2005; StraSBurGer et al. 2006).

Fig. 3 - Pannello relativo ai modelli che descrivono la disposizione delle foglie e degli elementi fiorali.

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reaLIzzazIone deL cd-roM

Il cd-roM multimediale ha lo scopo direndere nuovamente fruibili i modelli Brendelper gli scopi didattici per i quali erano staticoncepiti alla fine dell’ottocento (Fig. 4).

nel cd-roM sono stati selezionati i mo-delli della collezione che rappresentano fiori,plantule e foglie metamorfosate escludendo lerappresentazioni di strutture a carattere sche-matico. Le foto dei modelli sono state integra-te con schede botaniche, foto in natura delleentità rappresentate e, in alcuni casi, immaginidi microscopia elettronica a scansione di gra-nuli di polline. L’intento è stato quello di evi-denziare l’elevato valore didattico dei modellie di aggiungere ai caratteri macromorfologici,classicamente alla base della sistematica, ca-ratteri micromorfologici che, insieme ai datiricavati dagli studi molecolari, sono utilizzatiper le analisi filogenetiche.

Le foto di ciascun modello sono accompa-gnate da una scheda illustrativa che riporta in-formazioni sintetiche con l’intento di fornireelementi utili per la comprensione del modelloproposto; le schede sono state realizzate facen-do riferimento a testi di botanica generale e si-stematica (cronquISt 1981, 1988; Judd et al.

2005; tonzIG & Marrè 1983; PIGnattI 1982;raVen et al. 2005; StraSBurGer et al. 2006).

nella progettazione del cd-roM è statoadottato un linguaggio di programmazionecompatibile con il WeB. In particolare si èscelto il linguaggio html che, sebbene possasembrare parzialmente superato, è facile dagestire e soprattutto da fruire, non richiedendocomplicate fasi di installazione. Infatti, un’ap-plicazione software che richieda l’uso di per-sonal computer potenti o l’installazione di plu-

gin accessori può scoraggiare gli utenti menoesperti. I plugin in particolare richiedono sem-pre l’accesso a una rete internet per essere cari-cati e sono spesso non desiderati dall’utente,costretto ad installare del software aggiuntivosenza avere la possibilità di valutare preventi-vamente la qualità dei contenuti offerti. analo-gamente il layout delle pagine segue schemilineari; così, selezionando le voci da un sem-plice menù, è possibile visualizzare i contenu-ti nella finestra principale. Si è ridotto all’indi-spensabile il numero di collegamenti iperte-stuali e la necessità di scorrere le pagine verti-calmente, così come si è preferito non utilizza-re effetti di animazione come il roll-over. ciòal fine di non disorientare gli utenti menoesperti (SIBILIo & MenaLe 2005; SIBILIo et al.

2011). L’uso del linguaggio html inoltre hapredisposto i contenuti multimediali del cd-roM ad una semplice e rapida pubblicazionein rete. tale pubblicazione è prevista al termi-ne della distribuzione dei cd stessi

IL cd-roM dedicato ai Modelli BotaniciBrendel dell’orto Botanico di napoli, oltre adillustrare attraverso le immagini la bellezza e ilvalore scientifico dei modelli in scala, ha an-che lo scopo di stimolare processi di apprendi-mento interattivo da parte del pubblico fruito-re.

Il cd-roM è diviso in varie sezioni. una èdedicata alla storia dei modelli Brendel e inparticolare a quelli partenopei; due pagine illu-strano rispettivamente la storia delle Manifat-ture Brendel in Germania e dei modelli botani-ci a napoli. un’altra sezione è dedicata agliapprofondimenti; oltre alla presenza di unglossario, si è ritenuto utile fornire dei cennisulla Botanica Sistematica e sul concetto dispecie. Infine, la sezione principale del cd-

Fig. 4 - Immagine di copertina del cd-roM deiModelli Botanici Brendel dell’orto Bota-nico di napoli. un modello di fiore diNymphaea al centro è accostato ad una fo-to in natura (in alto a sinistra) e al partico-lare di un granulo di polline osservato almicroscopio elettronico a scansione (inbasso a destra).

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roM è dedicata alla descrizione dei modelliBrendel.

Le diverse piante rappresentate dai modellipresentano forme biologiche e caratteristicheecologiche disparate. ciascun modello è statoassociato ad una foto della pianta in natura. Intal modo si può apprezzare la qualità del mo-dello e allo stesso tempo superare la standar-dizzazione di forme ad esso associata (Fig. 5).In alcune schede sono inoltre inserite immagi-ni a scansione dei granuli di polline (Fig. 6).ciò ha unito il mondo delle macrostrutture conla realtà delle microstrutture, sconosciuta aipiù.

I modelli vengono presentati al pubblico at-traverso due chiavi di lettura: l’utente può sce-

gliere se sfogliare i modelli elencati in ordinealfabetico oppure utilizzare delle chiavi tema-tiche che presuppongono un maggiore livellodi interattività e di conoscenze di base. In talmodo si potrà decidere di consultare i modellirelativi a parti metamorfosate della pianta op-pure quelli dedicati alle strutture riproduttivedella pianta. Infine, i modelli risultano orga-nizzati anche in funzione della presenza disimmetrie fiorali e della organizzazione delleinfiorescenze. attraverso le chiavi tematiche siraggiunge una scheda descrittiva del modello.La scheda riporta il nome scientifico della spe-cie riprodotta dal modello. Segue l’inquadra-mento sistematico secondo il sistema di classi-ficazione di cronquISt (1981, 1988). ciascu-na scheda è corredata da una foto e da una de-scrizione che evidenziano gli elementi che ca-ratterizzano la struttura riprodotta. Segue la de-scrizione della specie con riferimento alla fe-nologia e alla distribuzione. ogni scheda ècompletata dai riferimenti bibliografici.

tutti i termini botanici sono introdotti attra-verso un glossario; il differente colore con cuitali termini sono riportati nella scheda sottin-tende il carattere ipertestuale e la possibilità diaccedere alla spiegazione. La possibilità di ac-cedere alla foto del fiore o alla immagine deigranuli di polline realizzata col microscopio e-lettronico a scansione è segnalata da due pul-santi posizionati sul lato destro della pagina.un esempio di scheda è illustrato nella Fig. 7.

concLuSIonI

I modelli Brendel costituiscono preziosiesempi delle tecniche di studio della botanicagenerale e sistematica alla fine dell’ottocento,ma il trascorrere del tempo li ha resi delicati enon più idonei alla manipolazione richiesta dalloro utilizzo a scopo didattico. Grazie alla mul-timedialità, questi oggetti possono svolgere unruolo educativo anche a distanza, entrando informa virtuale in un numero notevole di istitu-ti scolastici.

L’uso delle tecnologie interattive nei museisi combina con l’evoluzione dei musei nellasocietà. questi non devono essere visti comesemplici custodi delle opere del passato e meriluoghi di visita, ma luoghi di partecipazione.

Fig. 5 - due specie vegetali (a: Digitalis purpurea

L., b: Linum usitatissimum L.) a confrontocon i rispettivi modelli Brendel (sulla de-stra).

Fig. 6 - Foto di due piante acquatiche (a: Nuphar

lutea (L.) Sm., b: Cabomba aquatica

aubl.) affiancate dalle immagini al micro-scopio elettronico a scansione dei rispetti-vi granuli pollinici.

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a

b

a

b

In tal senso la multimedialità, soprattutto se in-terattiva, costituisce una risorsa interpretativapromettente per il patrimonio artistico e mu-seale (eVanS & Sterry 1999).

L’accesso alla tecnologia informatica puòrappresentare un fattore limitante il successodei progetti di divulgazione che si basino sutecnologie multimediali; l’uso dei personalcomputer e delle risorse di rete (WeB) è anco-ra una prerogativa di aree economicamentesviluppate, e anche all’interno di uno stessoPaese vi possono essere differenze significa-tive. alla luce di queste differenze, l’uso di un

cd-roM multimediale è risultato essere lostrumento più idoneo alla valorizzazione deiModelli Brendel. questo tipo di prodotto puòdiventare un prezioso strumento anche nelleaule informatiche scolastiche che siano privedi accesso alla rete. d’altro canto la sua distri-buzione è stata veicolata primariamente agliinsegnanti di diverso ordine e grado, in modotale che i modelli possano essere illustrati agliallievi durante un preciso momento della pro-grammazione scolastica ed essere quindicontestualizzati, ad esempio, alle lezioni diBotanica.

Fig. 7 - esempio di scheda descrittiva.

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Letteratura cItata

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Pubblicato nel mese di dicembre 2013

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