LA DOMENICA aprile 12 II di...II di Pasqua LA DOMENICA PARROCCHIA SAN GENESIO MARTIRE IN DAIRAGO...

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II di Pasqua LA DOMENICA PARROCCHIA SAN GENESIO MARTIRE IN DAIRAGO (MI) A nno VII / Num. 333 12 aprile 2015 Diocesi di Milano - Zona Pastorale IV - Decanato di Castano Primo PAPA FRANCES CO Udienza generale mercoledì 8 aprile 2015 La famiglia - 9. I bambini (II) Cari fratelli e sorelle, buongiorno. Nelle catechesi sulla famiglia com- pletiamo oggi la riflessione sui bambini, che sono il frutto più bello della benedizione che il Creatore ha dato all’uomo e alla donna. Ab- biamo già parlato del grande dono che sono i bambini, oggi dobbia- mo purtroppo parlare delle “storie di passione” che vivono molti di loro. Tanti bambini fin dall’inizio sono rifiutati, abbandonati, derubati della loro infanzia e del loro futuro. Qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi, che è stato un errore farli venire al mondo. Questo è vergognoso! Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe, per fa- vore! I bambini non sono mai “un errore”. La loro fame non è un errore, come non lo è la loro povertà, la loro fragilità, il loro abban- dono – tanti bambini abbandonati per le strade; e non lo è neppure la loro ignoranza o la loro incapacità – tanti bambini che non sanno cosa è una scuola. Semmai, questi sono motivi per amarli di più, con maggiore generosità. Che ne facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo e dei diritti del bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti? Coloro che hanno il compito di governare, di educare, ma direi tutti gli adulti, siamo responsabili dei bambini e di fare ciascuno ciò che può per cambiare questa situazione. Mi riferisco alla “passione” dei bambini. Ogni bambino emarginato, abbandonato, che vive per stra- da mendicando e con ogni genere di espedienti, senza scuola, senza cure mediche, è un grido che sale a Dio e che accusa il sistema che noi adulti abbiamo costruito. E purtroppo questi bambini sono preda dei delinquenti, che li sfruttano per indegni traffici o commerci, o addestrandoli alla guerra e alla violenza. Ma anche nei Paesi cosid- detti ricchi tanti bambini vivono drammi che li segnano in modo pesante, a causa della crisi della famiglia, dei vuoti educativi e di con- dizioni di vita a volte disumane. In ogni caso sono infanzie violate nel corpo e nell’anima. Ma nessuno di questi bambini è dimenticato dal Gesù è la pietra diventata testata d’angolo! Credere per vedere T ommaso fa la stessa esperienza che ave- vano fatto gli altri discepoli: vedere di per- sona Gesù. Pertanto il rimprovero di Gesù si riferisce al rifiuto di Tommaso di credere alla testimonianza della comunità, esigendo un’espe- rienza personale, separata dal gruppo. Tommaso cercava un contatto con Gesù simile a quello che aveva prima della morte di lui; ma l’adesione non si dà al Gesù del passato, ma al Gesù del presen- te. Lo stesso Gesù di prima si manifesta vivo nella comunità per mezzo della sua azione in essa e in ciascuno dei suoi membri. L’esperienza di Tom- maso non è un modello; Gesù gliela concede per evitare che si perda uno di coloro che il Padre gli ha affidato. Tommaso ha invertito i termini: senza ascoltare gli altri discepoli, né percepire la nuova realtà creatrice per mezzo dello Spirito, vuole in- contrarsi con Gesù; ma Gesù non lo si incontra che nella nuova realtà di amore esistente nella co- munità. L’esperienza dell’amore di Gesù durante la sua vita aveva fondato la fede incipiente dei di- scepoli; la presenza dell’amore nella comunità, la gloria che egli le comunica, frutto della sua morte esaltazione, dimostra che Gesù è vivo e presen- te in essa, che ha vinto la morte. L’esperienza di questo amore (senza aver visto) è quella che porta alla fede in Gesù vivo; accettandolo come norma di vita, il discepolo avrà l’esperienza/visione per- sonale di Gesù. Non è dunque l’esperienza stra- ordinaria l’autentico fondamento della fede: la sua base solida e permanente è invece l’esperienza e la pratica dell’amore tra i fratelli, sull’esempio e per la forza dell’amore di Gesù in noi. Sacramento del Battesimo 14/6 - 5/7 - 20/9 - 18/10 - 22/11

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II di Pasqua

LA DOMENICAPARROCCHIA SAN GENESIO MARTIRE IN DAIRAGO (MI)

Anno VII / Num. 33312 aprile 2015

Diocesi di Milano - Zona Pastorale IV - Decanato di Castano Primo

PAPA FRANCESCO

Udienza generalemercoledì 8 aprile 2015

La famiglia - 9. I bambini (II)Cari fratelli e sorelle, buongiorno.Nelle catechesi sulla famiglia com-

pletiamo oggi la riflessione sui bambini, che sono il frutto più bello della benedizione che il Creatore ha dato all’uomo e alla donna. Ab-biamo già parlato del grande dono che sono i bambini, oggi dobbia-mo purtroppo parlare delle “storie di passione” che vivono molti di loro.Tanti bambini fin dall’inizio sono rifiutati, abbandonati, derubati della loro infanzia e del loro futuro. Qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi, che è stato un errore farli venire al mondo. Questo è vergognoso! Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe, per fa-vore! I bambini non sono mai “un errore”. La loro fame non è un errore, come non lo è la loro povertà, la loro fragilità, il loro abban-dono – tanti bambini abbandonati per le strade; e non lo è neppure la loro ignoranza o la loro incapacità – tanti bambini che non sanno cosa è una scuola. Semmai, questi sono motivi per amarli di più, con maggiore generosità. Che ne facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo e dei diritti del bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti?Coloro che hanno il compito di governare, di educare, ma direi tutti gli adulti, siamo responsabili dei bambini e di fare ciascuno ciò che può per cambiare questa situazione. Mi riferisco alla “passione” dei bambini. Ogni bambino emarginato, abbandonato, che vive per stra-da mendicando e con ogni genere di espedienti, senza scuola, senza cure mediche, è un grido che sale a Dio e che accusa il sistema che noi adulti abbiamo costruito. E purtroppo questi bambini sono preda dei delinquenti, che li sfruttano per indegni traffici o commerci, o addestrandoli alla guerra e alla violenza. Ma anche nei Paesi cosid-detti ricchi tanti bambini vivono drammi che li segnano in modo pesante, a causa della crisi della famiglia, dei vuoti educativi e di con-dizioni di vita a volte disumane. In ogni caso sono infanzie violate nel corpo e nell’anima. Ma nessuno di questi bambini è dimenticato dal

Gesù è la pietra diventata testata d’angolo!Credere per vedere

Tommaso fa la stessa esperienza che ave-vano fatto gli altri discepoli: vedere di per-sona Gesù. Pertanto il rimprovero di Gesù

si riferisce al rifiuto di Tommaso di credere alla testimonianza della comunità, esigendo un’espe-rienza personale, separata dal gruppo. Tommaso cercava un contatto con Gesù simile a quello che aveva prima della morte di lui; ma l’adesione non si dà al Gesù del passato, ma al Gesù del presen-te. Lo stesso Gesù di prima si manifesta vivo nella comunità per mezzo della sua azione in essa e in ciascuno dei suoi membri. L’esperienza di Tom-maso non è un modello; Gesù gliela concede per evitare che si perda uno di coloro che il Padre gli ha affidato. Tommaso ha invertito i termini: senza ascoltare gli altri discepoli, né percepire la nuova realtà creatrice per mezzo dello Spirito, vuole in-contrarsi con Gesù; ma Gesù non lo si incontra che nella nuova realtà di amore esistente nella co-munità. L’esperienza dell’amore di Gesù durante la sua vita aveva fondato la fede incipiente dei di-scepoli; la presenza dell’amore nella comunità, la gloria che egli le comunica, frutto della sua morte esaltazione, dimostra che Gesù è vivo e presen-te in essa, che ha vinto la morte. L’esperienza di questo amore (senza aver visto) è quella che porta alla fede in Gesù vivo; accettandolo come norma di vita, il discepolo avrà l’esperienza/visione per-sonale di Gesù. Non è dunque l’esperienza stra-ordinaria l’autentico fondamento della fede: la sua base solida e permanente è invece l’esperienza e la pratica dell’amore tra i fratelli, sull’esempio e per la forza dell’amore di Gesù in noi.

Sacramento del Battesimo14/6 - 5/7 - 20/9 - 18/10 - 22/11

Vita dell’ORATORIO... verso l’Oratorio estivo 2015

Tutti i ragazzi che hanno partecipato lungo l’anno al cammino di educazione alla fede trovano nell’Oratorio Estivo il momento conclusivo di festa, gioco, amicizia fra loro e con il Signore Gesù. Le giornate passate insieme, secon-do la logica del vangelo, sono il naturale sbocco di un anno trascorso all’insegna dell’impegno a conoscere Gesù

per vivere da fratelli.

L’Oratorio estivo non è quindi da pensare come una lunga ‘ricreazione’ di tipo scolastico, né l’ozioso trastullarsi dei senza voglia, e neppure come il tempo perso del ‘faccio quello che voglio’ dei senza regole...

Perché sia un tempo QUALITATIVAMENTE ricco e fecondo, cominciamo dagli ADULTI.1. Le iscrizioni si terranno per TUTTI - così come è stato a tutti segnalato fin dal settembre 2014 - nella serata di

martedì 19 maggio, alle ore 21, nel salone del cinema dell’Oratorio. Eccezionalmente, proprio e solo per chi assolutamente non potesse in quella data, sarà dato modo di iscriversi anche nei giorni seguenti. Le iscrizioni si chiuderanno comunque TASSATIVAMENTE sabato 30 maggio.

2. L’Oratorio estivo - come tutto il resto della vita parrocchiale - è ‘fatto’ e sostenuto dalla comunità intera. Non ab-biamo delle persone stipendiate per questo servizio!!! Abbiamo bisogno di TANTE persone volontarie, per molteplici servizi, senza i quali NON potremo garantire la presenza per tutti i ragazzi!!! Solo qualche sprovveduto può ignorare che c’è bisogno di gestire la sorveglianza, la pulizia degli ambienti esterni ed in-terni, la pulizia e l’igiene dei ‘servizi’, la collaborazione al baretto, una attenzione privilegiata ai giochi per i più piccoli...

3. Per il servizio MENSA, vorremmo autogestirci, per offrire cibo cucinato fresco ogni giorno. Chiediamo la collabora-zione di tanti per tutto ciò che c’è bisogno per gestire il pranzo (dal cucinare, al preparare la tavola, servire, pulire gli ambienti, le stoviglie, ecc. ecc.).

Se molte persone daranno il loro contributo, anche breve e per poco, riusciremo a fare molto e meglio. Se tutto cadrà sulle spalle di pochi, poco si farà e qualche volta - purtroppo - anche male!!!!

Che nessuno venga poi a lamentarsi!!!!Eccoci, dunque, al termine dell’Udienza Generale di Papa Francesco in Piazza san Pietro, mercoledì 8 aprile, ‘cuore’ della tre giorni che abbiamo trascorso a Roma.L’altro momento altamente significativo l’abbiamo vissuto martedì mattina, nella basilica di san Pietro per la Messa per tutti i ragazzi della Diocesi presenti al pellegri-naggio in vista della professione di fede, e presieduta dal Card. Angelo Comastri.Il nostro gruppo ha poi vissuto alcuni momenti molto particolari come la visita alla Basilica di San Paolo fuori le mura e al complesso abbaziale di san Paolo alle Tre Fontane, luogo del martirio dell’Apostolo.La cosiddetta ‘Roma imperiale’ e un’occhia-tina ai ‘palazzi del potere’ hanno riempito gli altri momenti liberi, insieme alla visita ad altri monumenti e ad alcune delle centi-naia di chiese di cui è ricca Roma. Speriamo che questa ‘tre giorni’ lasci un se-gno indelebile nel cuore dei nostri ragazzi.

II DOMENICA DI PASQUA (12 aprile 2015)

Dagli Atti degli Apostoli (4, 8-24a)In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul be-neficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconosceva-no come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consul-tarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non pos-siamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». Li richiamarono e ordinarono loro di non parla-re in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli pu-nire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorifi-cavano Dio per l’accaduto. L’uomo infatti nel quale era avvenu-to questo miracolo della guarigione aveva più di quarant’anni. Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio.

Lettera di san Paolo ai Colossesi (2, 8-15)Fratelli, fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione uma-na, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Prin-cipato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con

la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risu-scitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.

Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 19-31)

In quel tempo. La sera di quel giorno, il primo della set-timana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Det-to questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Ven-ne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tom-maso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi di-scepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, creden-do, abbiate la vita nel suo nome.

Padre che è nei cieli! Nessuna delle loro lacrime va perduta! Come neppure va perduta la nostra responsabilità, la responsabilità sociale delle persone, di ognuno di noi, e dei Paesi.Una volta Gesù rimproverò i suoi discepoli perché allontanavano i bambini che i genitori gli portavano, perché li benedicesse. È commovente la narrazio-ne evangelica: «Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: “Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appar-tiene il regno dei cieli”. E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là» (Mt 19,13-15). Che bella questa fiducia dei genitori, e questa risposta di Gesù! Come vorrei che questa pagina diventasse la storia normale di tutti i bambini! È vero che grazie a Dio i bambini con gravi difficoltà trovano molto spesso genitori straordinari, pronti ad ogni sacrificio e ad ogni generosità. Ma questi genitori non dovrebbero essere lasciati soli! Dovremmo accompagnare la loro fatica, ma anche offrire loro momenti di gioia condivisa e di allegria spensierata, perché non siano presi solo dalla routine terapeutica.

Sante Messe dal 13 al 19 aprile 2015

Casa parrocchiale: tel. 0331 43 12 14 don Paolo: 347 27 91 736

O Dio, che ami l’innocenza e la ridoni, avvinci a te i cuori

dei tuoi servi; tu, che ci hai libera-to dalle tenebre dello spirito, non lasciarci allontanare più dalla tua luce. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore. AMEN.

Ricordo sempre che i giorni utili per se-

gnare le intenzioni delle Messe sono il lunedì e il giovedì mattina.

Preghiera per il Sinodo sulla famiglia

Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero,

a voi con fiducia ci rivolgiamo.Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche.Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione.Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio.Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

Lunedì 13 Feria propria

8.30 Martedì 14 Feria propria 8.30 Fam. Mazzucchelli - Bonzi, leg. / Marchiotto - Olgiati - Mantovani - Biolo, leg. Mercoledì 15 Feria propria

8.30 Colombo Pietro e AmbrogioGiovedì 16 Feria propria

8.30 Venerina VidaliVenerdì 17 Feria propria

8.30 Salvicchi Giovanni e AngelaSabato 18 Memoria - S. Galdino, vescovo

8.30 18.00 Famiglie Olgiati e Colombo / Olgiati Giuseppe / Fam. Villa - Puricelli / Calloni Angelo Pietro e Brunini Cherubina / Travaini Giuseppe e Ciapparella Raffaele / Olgiati Augusto / Olgiati Carlo, Branca Gianfranca e famiglia Domenica 19 III di Pasqua 8.30 Gallazzi Luigi e Colombo Maria Bambina / Mocchetti Giuseppina / Carlo e Antonietta Tosetti 10.30 Famiglia Brigatti / Provasi Vincenzo / Villa Gino e Comerio Enrica / Giuseppe, Giovanni e Pinuccio Colombo, Felicita Ferrario e Giuseppina Provasi / Branca Edoardina e Calcaterra Giulio 18.00 Provasi Pierina e Colombo Speroni Aquilino / Stefani Nello e Maria Bortolaso / Fam. Alli Remo / Mattiolo Pietro, Albertin Luciana Ada, Petronella Igor e Ivan Ciak

Lezionario Ambrosiano

Festivo: anno unicoFeriale: anno I, II settimanaLiturgia delle ore: II settimana

Quando si tratta dei bambini, in ogni caso, non si dovrebbero senti-re quelle formule da difesa legale d’ufficio, tipo: “dopo tutto, noi non siamo un ente di beneficenza”; oppure: “nel proprio privato, ognuno è libero di fare ciò che vuole”; o anche: “ci spiace, non possiamo farci nul-la”. Queste parole non servono quando si tratta dei bambini.Troppo spesso sui bambini ricadono gli effetti di vite logorate da un lavo-ro precario e malpagato, da orari insostenibili, da trasporti inefficienti… Ma i bambini pagano anche il prezzo di unioni immature e di separazio-ni irresponsabili: essi sono le prime vittime; subiscono gli esiti della cul-tura dei diritti soggettivi esasperati, e ne diventano poi i figli più precoci. Spesso assorbono violenza che non sono in grado di “smaltire”, e sotto gli occhi dei grandi sono costretti ad assuefarsi al degrado.

APPUNTAMENTILunedì 13 - (ore 21.00, in chiesa): Tradizionale celebrazione del Rosario per la Madonna di Fatima.Sabato 18 - (ore 10.00): Gruppo NazaretDomenica 19 - (ore 16.00): Celebrazione comunitaria del Sacramento del Battesimo.Lunedì 20 - (ore 21.00, in casa parrocchiale): Incontro della Commissione Liturgica.Giovedì 23 - (ore 21.00, in casa parrocchiale): Incontro della Commissione Battesimi.Lunedì 27 - (ore 21.00, in oratorio): Incontro delle Catechiste