Italia digitale, tra il dire e il fare c’è di mezzo... (Executive Summary)

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Settembre 2013 Osservatorio Agenda Digitale Executive Summary Italia Digitale: tra il dire e il FARE c'è di mezzo…

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"Italia digitale, tra il dire e il fare c’è di mezzo..." http://www.osservatori.net/dati-e-pubblicazioni/dettaglio/journal_content/56_INSTANCE_VP56/10402/1385981 La School of Management del Politecnico di Milano ha condotto uno studio per valutare quanto ci costa la mancata attuazione dei punti dell’Agenda Digitale. L’obiettivo dell’Agenda Digitale è l’”efficienza”, ma di inefficienza si parla finora se consideriamo che i ritardi che si stanno sommando comportano pesanti ripercussioni sulle casse del Paese. Quasi un milardo di euro le perdite stimate per ogni mese di ritardo nell’Agenda. Perchè? - la fatturazione elettronica verso la PA permetterebbe un risparmio di 1,1 miliardi di euro l’anno; - la sanità digitalizzata ricaverebbe risparmi per 6,5 miliardi di euro l’anno; - il ricorso al Cloud vale 1 miliardo di euro in tre anni e lo sviluppo di negoziazioni online (eProcurement) varrebbe 5 miliardi di euro ogni anno; - la riduzione dei pagamenti in contante permetterebbe risparmi fino a 5 miliardi di euro, se si incrementasse la quota di pagamenti elettronici dall’attuale 20% al 30% del totale, sommando poi i benefici della conservazione elettronica degli archivi fiscali, che snellirebbe i controlli, ottenendo fino a 10 miliardi di risparmio dall’ evazione fiscale mancata. Lo stato di pending in cui si trovano queste attività comporta mancati risparmi fino a 995 milioni di euro. Quale la soluzione per interrompere questo torpore burocratico e dirigenziale? "oltre a leggi e piani pluriennali, servono poteri straordinari a manager che ripensino l’organizzazione e la concezione delle diverse strutture per sfruttare appieno le potenzialità all’ICT e valorizzare le migliori professionalità".

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Settembre 2013

OsservatorioAgenda Digitale

Executive Summary

Italia Digitale: tra il dire e il FARE c'è di mezzo…

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1. La Fatturazione Elettronica verso la PA in Italia: a che punto siamo e che cosa serve ancora 13

2. Sanità Digitale in Italia: stato dell’arte, prospettive e interventi da attuare 29

3. eGovernment 39

4. L’eProcurement nella PA italiana 55

5. Il Cloud per la Pubblica Amministrazione 65

6. Il ruolo dell’eCommerce nel rilancio economico italiano 77

7. L’Italia e i pagamenti elettronici nel mondo consumer 91

8. Inclusione digitale: civiltà e innovazione finalmente insieme 105

9. L’Italia e le Start-Up 113

10. Innovazione digitale e lotta all’evasione fiscale 123

Editoriali 133

Executive Summary 3

Nota metodologica 147

Il Gruppo di lavoro 149

Gli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano e l’Agenda Digitale 151

Sommario

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Executive Summary

Agenda Digitale è “ristrutturazione del Paese”

È possibile per l’Italia fare a meno dell’Agenda Digitale? La nostra convinzione è che questa sia la vera domanda da porsi, invece che cercare di spiegare perché debba essere adottata. La nostra convinzione è che essa rappresenti una scelta ob-bligata – non un optional – se il nostro Paese vuole rimanere nel novero di quelli a maggior sviluppo e uscire da quella logica di mero contenimento del debito, che sta erodendo la nostra economia e che non potrà – se prolungata – non avere impatti anche sul fronte sociale.

La denominazione Agenda Digitale, tratta dal linguaggio dell’Ue, è purtroppo (come risulta da molte indagini demoscopiche) incomprensibile ai più e potenzial-mente fuorviante, perché può far pensare a una tematica di natura specialistica. Ma essa significa ristrutturazione del Paese.

Agenda Digitale è ristrutturazione della PA, per ridurne i costi ma ancor più per trasformarla da freno all’economia a strumento di promozione dello sviluppo, approfittando delle potenzialità offerte dalla tecnologia per ripensarne integral-mente l’organizzazione.

Agenda Digitale significa spingere le imprese che non lo stanno già facendo – so-prattutto quelle meno esposte alla competizione mondiale, ma non per questo meno rilevanti per il buon funzionamento della nostra economia – ad adottare in modo convinto i nuovi strumenti di gestione che la tecnologia mette a disposizio-ne e a incorporare il “nuovo” nei beni e nei servizi che esse producono. Significa evitare che nei prossimi anni molte di esse muoiano, perché incapaci di comu-nicare e di interagire con il resto del sistema (un problema analogo a quello di chi un secolo fa continuava a usare la carrozza in un’era in cui si diffondevano le automobili e si moltiplicavano le strade asfaltate).

Agenda Digitale significa stimolare, direttamente o attraverso la domanda addi-zionale che si viene a creare, la nascita di nuove imprese: non solo start-up tecno-logiche, che rappresentano una componente importante; ma imprese che, in quasi tutti i settori (e in primo luogo nei servizi), colgano le grandissime opportunità

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Executive Summary

offerte dall’ICT di ripensare l’output e i business model tradizionali.

Agenda Digitale significa creare le condizioni per la messa a punto di un assetto del-le infrastrutture di comunicazione in linea con quello delle economie più avanzate. Un obiettivo non facile, perché sono le imprese che devono effettuare i più grossi investimenti e possono essere scoraggiate a farli dall’inasprirsi della concorrenza e dalle difficoltà finanziarie; perché molteplici sono i decisori pubblici in materia (go-verno, parlamento e authority), non sempre allineati fra loro; perché carenti sono le risorse pubbliche per superare il cosiddetto digital divide, cioè la penalizzazione a macchia di leopardo di diverse aree del Paese, dalla quale – in prospettiva – deriva il rischio di una loro desertificazione al crescere della centralità della Rete.

Agenda Digitale è anche cultura digitale. In un paese in cui la consapevolezza del ruolo dell’innovazione digitale e dei suoi molteplici benefici è ancora così ridotta – e non solo nelle fasce sociali e culturali più deboli – è necessaria una profonda azione di alfabetizzazione digitale in tutte le componenti della società (inclusi ma-nager, imprenditori, politici, giornalisti), che passa attraverso molteplici misure: campagne di comunicazione sui mass media, incentivi per i programmi di forma-zione volti ad aumentare le competenze sul digitale nei manager, imprenditori e funzionari pubblici italiani, azioni per spingere la penetrazione di Internet nelle famiglie.

Ambiti principali

Creazione di infrastrutture

e cultura

Agenda Digitale

Aumentare l’efficienza ella PA

Semplificare la relazione tra PA, cittadini e imprese

Aumentare gli investimenti in ICT da parte delle imprese

Favorire lo sviluppo dei mercati digitali

Stimolare la nascita di Start-Up Hi-Tech

Combattere l’evasione fiscale

Innovazione digitale nella PA

Innovazione digitale nelle

imprese

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Executive Summary

Non sono solo i soldi che mancano e, comunque, essi non rappresentano (almeno per il momento) il problema più grave. Gli ostacoli maggiori vengono a nostro avviso: • dall’inerzia, in buona parte legata alla scarsa sensibilità dell’opinione pubblica

nei riguardi di queste tematiche, quasi ignorate ad esempio in occasione delle ultime elezioni;

• dalla resistenza al cambiamento di chi – in un sistema più ordinato e trasparen-te – teme (soprattutto nell’ambito della PA) di perdere il potere che gli deriva dall’enorme discrezionalità o teme (nell’ambito delle imprese e/o delle persone) di non avere più facili vie di fuga dal fisco e dagli obblighi previdenziali.

Altri ostacoli, per il momento sottotraccia, potrebbero nascere da forme di neo-luddismo. Un’Agenda Digitale applicata seriamente avrebbe probabilmente nella fase iniziale, prima del manifestarsi dei vantaggi, conseguenze occupazionali ne-gative. Perché metterebbe in luce l’inconsistenza di molte posizioni di lavoro, in particolare nella PA, con problemi non facili (e spesso insolubili) di ricollocazione delle persone. Perché comunque permetterebbe di accrescere sensibilmente i livel-li di attività senza aumentare il numero di dipendenti o addirittura (come accadu-to nell’importante esperienza dell’INPS) senza sostituire quelli in uscita per limiti di età, nell’ambito pubblico e in quello privato. Perché potrebbe accentuare, anche in assenza di licenziamenti, il fenomeno di sottoccupazione già presente in diverse realtà: un fenomeno visibile a occhio nudo nelle banche, piene di filiali semivuo-te per le trasformazioni nei comportamenti indotte dalla diffusione dell’internet banking e dei bancomat. Perché, favorendo una maggiore equità fiscale e previ-denziale (obiettivo di grande rilevanza sociale ed economica), potrebbe mettere fuori mercato – come in parte già accaduto in questi anni – una serie di imprese marginali, che sopravvivevano solamente grazie al risparmio sugli oneri fiscali e previdenziali.

Perché l’”Osservatorio Agenda Digitale” della School of Management del Politecnico di Milano?

Nacque nel 1999 il primo degli Osservatori ICT&Management del Politecnico, sul tema – allora fortemente innovativo – dell’e-commerce B2C. Da allora ne sono sorti almeno altri trenta, sempre con la logica di: • studiare i fenomeni e le opportunità emergenti;• mettere a disposizione dei protagonisti dei processi innovativi – i produttori,

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Executive Summary

gli utilizzatori, i provider di servizi e i fornitori di tecnologie – una sede indi-pendente di confronto delle proprie esperienze e delle proprie esigenze;

• mappare le scelte effettuate – nel nostro Paese e all’estero – a livello di business model e di assetti organizzativi, evidenziando quelle di maggiore successo;

• fornire strumenti operativi per la valutazione delle convenienze;• stimolare l’adozione delle nuove tecnologie nelle imprese esistenti;• stimolare la nascita di start-up.

È per sfruttare l’esperienza e la conoscenza maturata in ormai quattordici anni di attività e la potenza di fuoco del gruppo di ricercatori (ormai più di 60) che opera negli Osservatori, che abbiamo ritenuto importante quasi due anni orso-no costituire, con l’aiuto di una serie di sponsor, che hanno creduto in un’ini-ziativa che non offre loro vantaggi diretti di immagine, l’Osservatorio Agenda Digitale.

Un Osservatorio trasversale rispetto agli altri, perché cerca di individuare i princi-pali punti di attacco per la realizzazione dell’Agenda e di aggiornarli con una certa continuità, ma che adotta lo stesso approccio metodologico, basato su: • visione sistemica, per non rischiare di enfatizzare solo una componente (che per

qualche ragione attrae maggiormente l’attenzione) e per non perdere di vista le relazioni chiave tra tutte le diverse componenti;

• attenzione ai numeri, alla misurazione oggettiva dei reali benefici, sia per dare il giusto peso alle diverse componenti, sia per poter monitorare gli effetti delle diverse misure nel tempo;

• analisi empirica, che pone la comprensione di quello che realmente accade nella realtà – attraverso case study e survey – al centro delle nostre valutazioni.

Un Osservatorio che vuole fornire una misura delle ricadute potenziali, per il bi-lancio dello Stato e per il sistema delle imprese. Ma che vuole anche monitorare concretamente nel tempo l’impatto delle diverse misure messe in atto a livello politico, per favorire un confronto concreto, basato su best e worst practice, e per misurare – attraverso i più opportuni indicatori – gli impatti. Noi siamo profondamente convinti e lo abbiamo scritto in più occasioni dell’e-norme salto di qualità che si otterrebbe attraverso una condivisione completa dei dati (con la dovuta attenzione alla privacy), ad esempio, fra le diverse com-ponenti della PA: una condivisione che Francesco Caio sta cercando di pro-muovere concretamente e finalmente – ci auguriamo – con risultati a breve termine.

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Executive Summary

I benefici dell’Agenda Digitale

Sintetizziamo brevemente in questo paragrafo i principali benefici che abbiamo stimato nel corso di questa prima edizione dell’Osservatorio e che saranno più approfonditamente descritti nei capitoli del Rapporto. Questi vantaggi, teoricamente conseguibili per lo Stato e per le imprese, in termi-ni di minori costi e di maggiore efficacia, possono apparire talora esorbitanti. Noi siamo convinti che siano corretti, ma che nel breve termine essi siano:• controbilanciati – almeno in parte e soprattutto nell’ambito della PA – dal-

la permanenza all’interno delle risorse rese esuberanti dalla realizzazione dell’Agenda: una permanenza costosa, se non accompagnata dall’individua-zione di impieghi alternativi non fittizi delle stesse;

• poco visibili, soprattutto nell’ambito delle imprese, se i grandi numeri sono il frutto di vantaggi unitari piccoli, ma con una grandissima frequenza di occorrenza.

Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione, una spinta all’innovazione digitale può produrre benefici per 35 miliardi di euro al Bilancio dello Stato in ter-mini di maggiore qualità a costi minori, grazie a un miglioramento dell’efficienza della PA, e di una più equa distribuzione degli oneri fiscali, grazie a misure che combattano l’evasione fiscale. Nel dettaglio è possibile stimare:• 5 miliardi di risparmi per saving negoziali, nell’ipotesi di aumentare la diffusio-

ne dall’attuale 5% al 30% dell’eProcurement nella PA, capace di ridurre i costi di acquisto di beni e servizi;

• 15 miliardi di euro di risparmi per saving di processo, nell’ipotesi della ridu-zione costi del personale del 10% grazie alla digitalizzazione dei processi della PA (amministrazione, sanità, scuola, giustizia. ecc), capace di aumentarne la produttività;

• 10 miliardi di euro di recupero da evasione fiscale nell’ipotesi che tutte le im-prese adottino la conservazione sostitutiva di documenti fiscali, che raddoppia la produttività dei controlli dell’Agenzia delle Entrate;

• altri 5 Miliardi di euro di recupero da evasione fiscale, nell’ipotesi di un aumen-to dal 20% al 30% della penetrazione dei pagamenti elettronici consumer, utili a ridurre l’evasione su IVA e imposte sui redditi.

L’innovazione digitale nella Pubblica Amministrazione inoltre può portare bene-fici alle imprese per un totale di 25 miliardi di euro grazie a una semplificazione

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Executive Summary

della relazione tra PA, imprese e cittadini, nell’ipotesi che si concretizzino le se-guenti azioni:• 23 miliardi di euro l’anno di recupero di produttività grazie alla digitalizzazio-

ne dei processi di interfaccia tra PA e Imprese, che possono ridurre di un terzo i costi della burocrazia sostenuti dalle imprese;

• 2 miliardi di euro l’anno di minori oneri finanziari grazie ai Pagamenti elet-tronici della PA, che abilita il pagamento dei fornitori nei tempi prescritti dalla Direttiva 2011/7/UE, riducendo del 50% i costi legati a ritardi di processo.

Ma non è tutto. L’innovazione digitale delle imprese può portare ulteriori benefici al sistema economico. Tra gli esempi principali si possono stimare:• 6 miliardi di minori costi, nell’ipotesi che passi dall’attuale 5% al 15% la digita-

lizzazione dei processi commerciali tra imprese (fatturazione elettronica estesa o eCommerce B2b), che riduce i costi e aumenta la produttività;

• 3 miliardi di euro l’anno di risparmi per le famiglie dalla crescita dei mercati digitali, nell’ipotesi che passi dall’attuale 2,6% al 10% l’utilizzo dell’eCommerce B2c, che comporterebbe un beneficio pari a 1500 euro per famiglia l’anno;

• +0,2% di crescita PIL l’anno dalla nascita di Start Up Hi-Tech, nell’ipotesi che siano stanziati 300 milioni di euro l’anno in fondi Seed, con impatto sulla cre-scita del PIL nel lungo termine (se l’investimento è ripetuto nel tempo l’incre-mento del PIL diviene stabile);

• +1,5% anno di aumento della produttività del lavoro grazie alla digitalizzazio-ne dei processi aziendali, che porterebbe a eliminare 30 miliardi di documenti cartacei e risparmiare 7 miliardi di ore-lavoro “a scarso valore aggiunto” in 10 anni.

La scarsità di risorse a disposizione e, soprattutto, l’urgenza di conseguire ri-sultati concreti impone, un approccio sistemico e al tempo stesso pragmatico. Gli sforzi andranno da subito concentrati su quegli ambiti che consentono di re-cuperare velocemente risorse da reinvestire in quella rivoluzione digitale che do-vrà portare a una vera e propria “ristrutturazione” del Paese.

Qualche nota di metodo

Se Agenda Digitale significa “ristrutturazione del Paese” – superando le iner-zie e le resistenze al cambiamento – è dal cuore del potere, dal governo e dal parlamento, che dovranno essere poste in atto con grande celerità misure re-

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Executive Summary

almente adeguate a mettere in moto il processo di ristrutturazione stesso. Noi evidenzieremo in questa chiusura solamente due punti, importanti per il loro carattere di generalità.

Il primo punto, a nostro avviso, riguarda la riorganizzazione e la ristruttura-zione della PA. La logica da seguire non può essere quella di procedere sola-mente con leggi (peraltro importantissime quelle volte alla semplificazione e alla rimozione delle incrostazioni nell’ambito della PA stessa) e con piani plu-riennali, ma – analogamente a quanto si fa per il turnaround di un’impresa – è necessario conferire poteri straordinari a manager (di provenienza preferibil-mente interna ma scelti con una forte attenzione alla capacità di leadership e di innovazione), che ripensino l’organizzazione e prima ancora la concezione delle diverse strutture, le ridisegnino in maniera da poter sfruttare appieno (all’interno e nei rapporti con le imprese e con i cittadini) le potenzialità of-ferte dall’ICT e valorizzino le professionalità migliori. Le esperienze, ad esempio di INPS e Poste Italiane, mostrano chiaramente come questo sia possibile. È importante poi che ci sia un regista, al di sopra delle diverse strutture, che limiti le sovrapposizioni, eviti i buchi di competenze e favorisca la massima possibilità di interrelazione fra le diverse strutture pubbliche: centrali, regio-nali e locali.

Il secondo punto riguarda proprio il rapporto fra i diversi livelli della PA: un tema che va al di là dell’Agenda Digitale, ma che può condizionarne for-temente il successo. Il decentramento a livello regionale e/o locale di tutta una serie di decisioni, volto – nelle intenzioni originarie a responsabilizzare tutte le diverse componenti del sistema e a valorizzare le potenzialità connes-se con le specifiche peculiarità dei territori, ha avuto sinora più conseguenze negative – la moltiplicazione ad esempio delle spese della PA – che vantaggi. Noi riteniamo che la soluzione non sia quella di riportare tutte le decisioni al centro, ma di ristabilire una corretta gerarchia delle decisioni e una vera responsabilizzazione, con l’assoluto rispetto dei budget – non con il ripiana-mento ex-post dei buchi di bilancio – da parte delle entità locali.

In sintesi, occorre un approccio che sia contemporaneamente top down e bottom up, che risponda a obiettivi macro, ma che si concretizzi in una molte-plicità di interventi micro: un approccio che coinvolga molti soggetti – all’in-terno del mondo pubblico, nelle imprese e nei cittadini – e che faccia com-

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Executive Summary

Giuliano NociMariano CorsoUmberto Bertelè Alessandro Perego Andrea Rangone

prendere che l’Agenda Digitale non è un tema tecnico per pochi, ma la chiave del rilancio per molti.

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Nota metodologica

Gli obiettivi della Ricerca

L’Osservatorio Agenda Digitale vuole essere un punto di riferimento per lo svi-luppo dell’Agenda Digitale Italiana. Il principale “strumento” con cui questo Osservatorio ha voluto affrontare l’ambiziosa missione che si è dato è stato quel-lo di mettere a fattor comune la conoscenza costruita in tanti anni di Ricerca applicata e di indagini sul campo sviluppate dagli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano. Questa base di conoscenze e competenze consente oggi di disporre di un insieme di dati, informazioni e modelli probabil-mente unici nel loro genere per capacità di lettura sistemica delle opportunità del Digitale per il nostro Paese.

L’Osservatorio Agenda Digitale si è posto, quindi, i seguenti obiettivi:• leggere criticamente le molteplici opportunità del digitale per inquadrarle

in un modello di riferimento integrato e strutturato per affrontare l’Agenda Digitale italiana;

• identificare in modo concreto, spesso anche quantitativamente, l’impatto deri-vante dall’applicazione dell’innovazione digitale su processi, relazioni e quadro normativo nel nostro Paese;

• comunicare periodicamente e diffusamente i risultati di quanto emerso dalle letture sistemiche sviluppate, puntando alla condivisione dei risultati sia con i Partner sia con le istituzioni politiche e private che hanno accompagnato l’Os-servatorio fin dal suo nascere;

• mettere a disposizione dei “decision maker” di livello politico, istituzionale e aziendale i risultati dell’applicazione dei modelli di stima degli impatti della digitalizzazione nel nostro Paese, su imprese, PA, cittadini e sulle molteplici relazioni che li legano tra loro.

La metodologia adottata

In prima battuta, l’Osservatorio ha condotto una profonda analisi della letteratu-ra esistente, per inquadrare il fenomeno dell’Agenda Digitale a ogni livello (euro-peo, nazionale, regionale).

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Nota metodologica

La conseguente lettura critica e incrociata su tre assi – gli obiettivi di sviluppo da perseguire, le opportunità offerte dall’innovazione introdotta dagli “strumen-ti digitali” e gli impatti su processi e scenari dei diversi “strumenti digitali” – ha permesso di sviluppare un framework di riferimento attraverso cui leggere il fenomeno dell’Agenda Digitale per il Sistema Paese. Di conseguenza, sono state individuate le aree prioritarie per il Paese su cui intervenire con puntuali appro-fondimenti di analisi.

Più nel dettaglio, l’Osservatorio ha provveduto, da un lato, a collezionare e ri-leggere analiticamente e in chiave sistemica dati, informazioni e risultati prove-nienti dalle numerose Ricerche “verticali”, condotte nel corso degli anni dagli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano, sui temi im-pattati dall’Agenda Digitale. Dall’altro, quanto prodotto è stato portato all’atten-zione della community ampia dei veri “decisori” dell’agenda digitale: i politici, le istituzioni e i vertici delle principali imprese dell’offerta ICT nel nostro Paese.

Il valore aggiunto dell’Osservatorio Agenda Digitale è stato dunque quello di ca-lare all’interno di una visione olistica sia le profonde competenze acquisite at-traverso Ricerche come quelle condotte dagli Osservatori sull’eCommerce, sui Pagamenti Elettronici, sulla Fatturazione Elettronica, sull’ICT in Sanità o sulle Start-Up (per un approfondimento, si rimanda alla sezione “Gli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano e l’Agenda Digitale”, in calce a questo rapporto), sia l’esito del continuo confronto con i principali stakehol-der dell’Agenda Digitale italiana (ai quali sono stati dedicati Workshop riservati e incontri pubblici, con il duplice intento di stimolare discussioni costruttive e di tenere alto il grado di sensibilizzazione verso l’importanza di una consapevole evoluzione Digitale per il futuro del nostro Paese).

Claudio Rorato

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Il Gruppo di lavoro

Umberto BertelèMariano CorsoGiuliano NociAlessandro PeregoAndrea Rangone

Paolo CattiClaudio RoratoElisa Santorsola

Si ringraziano per il lavoro svolto e la collaborazione:Michele Benedetti, Chiara Borea, Giovanni Calabria, Clara Carnevaletti, Andrea Cavallaro, Isabella Gandini, Luca Gastaldi, Stefano Mainetti, Daniele Marazzi, David Melazzi, Riccardo Mangiaracina, Alessandro Piva, Valentina Pontiggia, Valeria Portale, Beatrice Rossi, Chiara Sgarbossa.

Si ringraziano, per averci accompagnato durante le fasi del lavoro, partecipando attivamente alle occasioni pubbliche di presentazione:senatrice Linda Lanzillotta, deputato Marco Meloni, deputato Antonio Palmieri, Elena Tabet dell’Agenzia per l’Italia Digitale

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Gli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano e l’Agenda Digitale

Numerosi Osservatori della School of Management trattano temi centrali per l’Agenda Digitale e hanno quindi costituito un fondamentale riferimento per la ricerca di questo osservatorio.

Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence

L’Osservatorio permanente sui Big Data Analytics & Business Intelligence nasce con l’intento di evidenziare il valore strategico che le metodologie di Business Intelligence e Big Data Analytics svolgono nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione, ponendo in luce i potenziali vantaggi relativi alla competitività, alla redditività, alla tempestività e all’aumento di efficacia nei processi decisionali.

Osservatorio Cloud & ICT as a Service

L’Osservatorio Cloud & ICT as a Service affronta il profondo processo di trasfor-mazione dei modelli di offerta ICT e supporta le organizzazioni, Pubbliche e pri-vate, nell’analisi e nella valutazione degli impatti organizzativi e architetturali. L’obiettivo dell’Osservatorio è duplice: affiancare i CIO e gli IT Executives nel processo di evoluzione della gestione e dello sviluppo di applicazioni e infrastrut-ture ICT generato dalla diffusione dei nuovi modelli di offerta ICT; costituire un punto di riferimento per lo sviluppo della cultura dell’innovazione dei modelli di offerta ICT, favorendo l’incontro e lo sviluppo di una community tra domanda e offerta di tecnologie ICT.

Osservatorio eCommerce B2c

L’Osservatorio eCommerce B2c è nato nel 1999 con l’intento di studiare appro-fonditamente e criticamente l’impatto delle nuove tecnologie Internet sui canali

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Gli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano e l’Agenda Digitale

di vendita e di interazione diretta tra le imprese e il consumatore finale. Più preci-samente l’Osservatorio si pone tre obiettivi: monitorare l’evoluzione del commer-cio elettronico in Italia attraverso la stima del valore di mercato, l’identificazione dei trend e la comprensione dei modelli di business di riferimento; discutere cri-ticamente le opportunità di sviluppo dell’eCommerce B2c nel nostro Paese anche sulla base del confronto con lo scenario internazionale; esplorare le frontiere del commercio elettronico, identificando e analizzando i fenomeni emergenti.

Osservatorio eGovernment

L’Osservatorio eGovernment ha l’obiettivo di supportare il processo di innovazio-ne in atto nella Pubblica Amministrazione italiana attraverso l’individuazione, l’analisi e l’elaborazione di modelli interpretativi delle strategie, delle iniziative e dei progetti di ammodernamento della Pubblica Amministrazione. L’iniziativa muove dai risultati derivanti dall’attenta e costante analisi dei cambiamenti che hanno interessato la Pubblica Amministrazione nel corso dell’ultimo decennio e del panorama attuale in continua evoluzione, dove la ricerca di sinergie tra realtà pubbliche e private sta diventando un’esigenza oltre che un’opportuni-tà per traguardare gli obiettivi di miglioramento e innovazione della Pubblica Amministrazione italiana.

Osservatorio eProcurement nella PA

L’Osservatorio eProcurement nella PA analizza la diffusione e gli impatti dell’e-Procurement nella Pubblica Amministrazione italiana, con particolare attenzio-ne ai benefici da esso apportati nella gestione della spesa pubblica. Intento ultimo dell’Osservatorio è quello di inquadrare le opportunità dell’eProcurement nel più ampio percorso verso l’adozione consapevole di soluzioni “Procure-to-Pay” a sup-porto degli acquisti della PA italiana.

Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione

L’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano nasce con l’obiettivo generale di dimo-

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Gli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano e l’Agenda Digitale

strare il valore legato all’adozione di processi di fatturazione elettronica e più in generale della digitalizzazione dell’intero ciclo ordine-pagamento tra organiz-zazioni pubbliche e private. Nel contempo, l’Osservatorio intende contribuire a muovere il Sistema Paese verso una più significativa e matura adozione degli strumenti della digitalizzazione, sia nei processi interni sia in quelli che caratte-rizzano le diverse e molteplici relazioni di business esistenti tra clienti e fornitori.

Osservatorio ICT & Professionisti

L’Osservatorio ICT & Professionisti nasce con lo scopo di verificare dove si trova-no e dove stanno andando le Professioni dal punto di vista della diffusione delle tecnologie informatiche e della propensione a effettuare investimenti in queste aree. Il ruolo di alcune Professioni a diretto contatto con il mondo dell’impresa – Avvocati, Commercialisti, Consulenti del Lavoro – diventa infatti ancora più strategico in un contesto in cui l’alfabetizzazione informatica, l’adeguamento del-le tecnologie e il ridisegno dei processi lavorativi a più elevato contenuto informa-tico sta investendo il mondo della PA, dell’impresa e dei cittadini.

Osservatorio ICT Accessibile e Disabilità

L’Osservatorio ICT Accessibile e Disabilità, che la School of Management del Politecnico di Milano ha istituito insieme alla Fondazione ASPHI Onlus, si pone la missione di sensibilizzare le imprese, i technology/solution provider e la “comu-nità” in senso lato – istituzioni, Pubblica Amministrazione, decisori – sui temi dell’accessibilità delle applicazioni ICT ai disabili, per evitare – o almeno ridurre – i rischi di potenziali “digital divide”.

Osservatorio ICT in Sanità

L’Osservatorio ICT in Sanità si pone l’obiettivo di analizzare quale sia l’effetti-vo ruolo delle tecnologie a supporto e a garanzia dell’integrazione dei processi, dell’innovazione e della coerenza tra strategia e sistema azienda. In questi ulti-mi anni nel settore della Sanità si avverte la tendenza ad un crescente utilizzo dell’ICT a supporto delle attività, in particolare a supporto della ricerca medica, delle pratiche cliniche, dell’assistenza ai cittadini-utenti e, più in generale, a sup-

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Gli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano e l’Agenda Digitale

porto di tutti i processi manageriali. Non sempre tale tendenza è però accompa-gnata da una reale consapevolezza da parte dei vertici delle aziende sanitarie della strategicità delle ICT e del ruolo che il responsabile a capo di tale settore deve giocare.

Osservatorio Internet of Things

L’Osservatorio Internet of Things nasce per rispondere al crescente interesse di aziende appartenenti a diversi settori sulle opportunità derivanti dalla possibilità di rendere “intelligenti” gli oggetti dell’esperienza quotidiana. Tale innovazione è spesso inquadrata nell’ampio spettro delle iniziative “Smart City”. L’Osservatorio si propone di indagare le potenzialità dell’Internet of Things in un contesto ca-ratterizzato da poca chiarezza sullo stato dell’arte delle applicazioni, sui benefici abilitati e sull’evoluzione attesa del mercato.

Osservatorio Mobile Payment & Commerce

L’Osservatorio Mobile Payment & Commerce studia i sistemi innovativi di paga-mento, concentrandosi in particolare sul Mobile Payment e sul Mobile Commerce. L’Osservatorio distingue, inoltre, tra contesto di utilizzo Remote e Proximity: il “Remote” include situazioni d’uso in cui vi è “distanza” tra il cliente e l’esercente (o il dispositivo afferibile all’esercente), mentre il “Proximity” include le situazio-ni d’uso in cui il cliente (il suo dispositivo cellulare) e l’esercente (o il dispositivo afferibile all’esercente) sono nelle immediate vicinanze.

Osservatorio Start-Up Digitali

L’Osservatorio sulle Start-Up Digitali nasce in un momento storico in cui, quan-do va bene, il Paese dimostra di riuscire a crescere di qualche decimo di punto percentuale e, quando va male, di contrarsi del 2%. Questo contesto evidenzia chiaramente che il nostro futuro ce lo dobbiamo inventare, attraverso la nuova imprenditorialità, con un modello che sappia fare emergere nuovamente le no-stre tipiche e storicamente riconosciute attitudini imprenditoriali, applicandole a nuovi settori e in particolare a quelli hi-tech. L’Osservatorio si pone dunque l’in-tento ultimo di contribuire ad avviare il nostro Paese – inerziale – nella direzione

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Osservatori ICT & Management | School of Management del Politecnico di Milano 155

Gli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano e l’Agenda Digitale

giusta, e creare un ecosistema in grado di generare un circolo virtuoso tra le sue diverse componenti: sistema formativo/universitario, sistema di comunicazione/media, sistema finanziario, sistema politico.

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