I.P Via Orti - Fondazione Moscati · 2012. 10. 31. · Anno europeo del disabile A cura della...

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Anno europeo del disabile A cura della Fondazione S. Giuseppe Moscati - Onlus • Allegato a Tempi n. 34/35 del 21 agosto 2003 Via Orti Via Orti E S P E R I E N Z E D I S A L U T E I.P. La vertigine Mani di Annetta, 2002

Transcript of I.P Via Orti - Fondazione Moscati · 2012. 10. 31. · Anno europeo del disabile A cura della...

  • Anno europeo del disabile

    A cura della Fondazione S. Giuseppe Moscati - Onlus • Allegato a Tempi n. 34/35 del 21 agosto 2003

    Via OrtiVia OrtiE S P E R I E N Z E D I S A L U T E

    I.P.

    La vertigine

    Mani di Annetta, 2002

  • Via Orti Editoriale

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    Appunto IconograficoLetizia Fornasieri, una delle più sorprendenti presenze

    dell’ arte figurativa nel panorama milanese, nelle

    immagini di questo numero di Via Orti ci regala la gioia

    e la profonda riflessione della sua più recente produ-

    zione programmaticamente titolata in mostra

    “Dentro/fuori/lontano”. Il dentro che è nelle sue stan-

    ze, chiuse agli altri e dunque apparentemente rassicu-

    ranti in angoli e oggetti familiari, è certo bellissimo;

    quanto il fuori nella rappresentazione dei suoi ormai

    famosi sgargianti e arancioni tram e bus di una Milano

    trafficata e “rumorosa”; quanto il lontano, nella medi-

    tazione figurativa di altri bus squarciati dal tragico

    confronto israelo-palestinese. Ma qui facciamo la

    nostra scelta per l’ incontro con le cose, i muri, le persone che li vivono e che,

    entrambi, abitualmente accostiamo e apparentemente ignoriamo, Sono vice-

    versa il richiamo al senso delle stesse, le “ore” della vita delle stesse, gli

    “angoli” della casa ove giriamo tutti i giorni “pietra che i costruttori hanno

    scartato, vera testata d’ angolo”. E, soprattutto, il gesto che cerca significato

    ed ha significato : soffermiamoci, in copertina, sulle “Mani di Annetta” che

    mostrano un ‘ abilità segreta nel fare e nel far danzare il piatto che crea o su

    “Annetta con la palla rossa”, quasi un mondo nelle nostre mani. Spiegano, le

    parole della stessa Letizia Fornasieri : “Non decido io gli aspetti del reale da

    cui essere colpita; le cose, le situazioni, così come si dispongono nella giorna-

    ta sono l’ invito quotidiano cui rispondere. Così nell’ ottobre 2001 mentre mi

    trovavo in una sala d’ attesa, ad un tratto, mi colpirono le mani, ferme, delle

    persone che aspettavano il proprio turno… Quel momento segna l’ inizio del

    mio più recente lavoro, costituito da figure, persone, colte nell’ istante dello

    svolgimento di un’ azione, la più banale, la più quotidiana”.

    (G.B.A.)

    Il fatto che spiega la ragione dell’impegno cristiano per i disabili, è accaduto circa duemila anni fa. Non è

    stato un fatto ordinario, di quelli che accadono o possono accadere tutti i giorni. Anche se Colui che l’ha

    compiuto, ha agito con naturalezza e spontaneità. Si capisce, è stato Gesù il Cristo a compierlo, il quale

    era Dio e uomo. Quindi, per Lui, l’atto d’amore infinito per un altro uomo, è naturale, nel senso che è

    espressione della sua natura umano-divina.

    Avvenne così, semplicemente. Era un giorno di grande festa a Gerusalemme. Anche il Tem-

    pio della città santa aveva una piscina. La piscina di Siloe. E lì avvenne il “fatto” (Lc 13,4;

    Gv 9,7). Davvero fortunato quel paralitico. Quello che Gesù il Cristo fece per lui è noto da duemila anni.

    di Giancarlo Tettamanti

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    2002

    Handicap:segno di contraddizione

  • Editoriale Via Orti

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    La gente, a differenza dei critici di Gesù, rilevava con soddisfazione che Egli non si limitava ad insegnare

    l’amore per Dio e per il prossimo con le parole, ma amava il Padre e ogni uomo con i fatti.

    Il Vangelo può essere letto anche e soprattutto dal punto di vista dell’amore di Gesù per l’uomo che soffre

    a causa di deficienze fisiche, malattie gravi, tare morali, e quindi constatare come alla prima vista di questi

    casi, Lui si muove con immediatezza e semplicità. Di fronte al caso del paralitico sdraiato sull’orlo della

    piscina, Gesù ha soltanto chiesto a quell’uomo: “Vuoi guarire?”, poi, ha espresso la sua volontà di Figlio

    di Dio in perfetta comunione con la volontà e la potenza del Padre, rivolte alla vita e alla salvezza dell’uo-

    mo “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”.

    Gesù ha chiesto agli ammalati, ai ciechi, ed a chiunque altro ch’era in stato di necessità, soltanto un atto

    di fede in Dio Padre, e in Lui, Figlio di Dio.

    Oggi, 2003, l’avvenimento di duemila anni fa ci ritorna alla mente, e, in occasione dell’Anno Europeo dei

    Disabili, la pubblicazione “ViaOrti” della Fondazione San Giuseppe Moscati vuole evidenziare il problema

    del disagio e dello svantaggio dato dall’handicap guardandolo alla luce, non soltanto dei bisogni che cia-

    scun disabile porta con sé, non soltanto dal punto di vista della necessità di un'attenzione forte verso il

    portatore di handicap, attenzione che resta ancora incompiuta, ma soprattutto alla luce della dignità

    umana che il limite fisico e psicologico, il limite umano che l’handicap comporta, non possono né ridurre,

    né scalfire.

    L’handicappato ci sollecita più che mai ad una riflessione sul valore della persona e delle sue relazioni in

    una dimensione in cui il sociale, lo specialistico, il tecnico devono essere percepiti e vissuti in un orizzonte

    di impegno civile ed etico.

    L’handicappato non è un disadattato: lo diventa se ciò che lo circonda (famiglia, ambiente, comunità) non

    gli consentono di sviluppare al massimo le sue potenzialità. Egli è una persona e in quanto tale, ha una

    sua dignità, è portatore di diritti e di doveri, è un valore in sé e non per concessione altrui. Purtroppo,

    nella realtà, incontra ancora non pochi ostacoli, in parte dovuti a condizioni oggettive, in parte riducibili a

    insufficienti possibilità personali e strutturali.

    Ogni persona, ognuno di noi, anela ad un bene sempre più grande: in quest’ottica occorre operare. Il

    portatore di handicap ha il diritto di percepire il suo presente e il suo futuro attraverso dinamiche personali

    e sociali che gli garantiscano un’esistenza impegnata e costantemente orientata. Ha il diritto di sentirsi

    accolto, sostenuto, di trovare motivi concreti di speranza. E’ quindi necessario trovare tutti gli strumenti

    necessari per aiutare al meglio le persone soggette a svantaggio fisico, psicologico e sociale. Si tratta di

    identificare obiettivi al fine di sostanziare e articolare ulteriormente non solo la rete dei servizi, ma anche

    l’azione formativa e informativa sul contesto culturale e socio-politico.

    Ecco: è in quest’ottica che si muove la Fondazione San Giuseppe Moscati. Accanto all’impegno per lenire

    lo svantaggio nell’indipendenza fisica e per migliorare l’autonomia nella cura delle persone anziane e nelle

    attività quotidiane, vuole contribuire, con la testimonianza ideale e operativa, a promuovere uno sforzo

    senza riserve anche di carattere culturale per scardinare con la logica evangelica i parametri dell’egoismo,

    dell’utilitarismo, dell’edonismo che sorreggono l’emarginazione, la delega deresponsabilizzante e la retori-

    ca pietistica caratterizzanti ancora l’attuale contesto sociale.

    Sono trascorsi venti secoli da quando Gesù ha compiuto ogni giorno interventi per ridare salute ed effi-

    cienza agli uomini che non ne avevano. In questi duemila anni di storia del cristianesimo, l’iniziativa per le

    persone in difficoltà è come un filone ininterrotto formato da tanti fili quante sono le forme, le modalità,

    le iniziative d’intervento: la Fondazione e l’Ambulatorio Polispecialistico “San Giuseppe Moscati” sono

    parti integranti di questo filone.

  • Via Orti Approfondimenti

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    La sfidadella cronicità

    La sfidadella cronicità

    Venerdì 13 giugno presso l’Università

    degli Studi di Milano, nell’ambito del Con-

    vegno Nazionale di Medicina e Persona, si è svolta

    una sessione dal titolo “la sfida della cronicità”.

    Tale incontro è stato da me moderato con estremo

    coinvolgimento e soddisfazione.

    Tra gli altri interventi ho potuto

    apprezzare quello del nostro

    Direttore Sanitario, il Dott. Luciano Lazzaroni. Vor-

    rei di seguito esprimere alcune considerazioni sul

    tema svolto che possano essere utile spunto per un

    dibattito tra tutti gli operatori sanitari.

    Chi è il malato cronico?

    di Andrea FranzettiPresidente della Fondazione Moscati

    V diventa una palpabile nuova condizione di vita.Perché?!Non è rispondendo noi a questo quesito che cam-

    biamo la storia di chi soffre ( non ne saremmo

    neanche capaci), ma permettendo che questo grido

    sia sempre condiviso e rivolto alla vita possiamo

    riconoscerne timidamente il senso.

    Quindi il principale problema da porsi, il compito di

    chi assiste, è quello di una accoglienza, di una com-

    pagnia, di un farsi carico condividendo questa

    domanda: perché?!

    Se saremo seri rispetto a questo potremmo allora

    cercar di trovare soluzioni adeguate alla sofferenza

    Accoglienza e condivisione sono

    il compito e la responsabilità degli

    operatori sanitari che si occupano

    di chi non può guarire

    E’ una persona che non può più guarire!

    Così in un momento della propria vita, qualunque

    età uno abbia, qualunque esperienza abbia fatto,

    uno si rende conto di non guarire più, che la sua

    vita e quella di chi gli sta insieme è e resterà segna-

    ta da un limite fisico inesorabile, fino alla fine.

    Quasi un preludio della fine.

    Questa esperienza diventa per l’uomo possibile

    disperazione, sconforto, non senso, abbandono di

    tutto e di tutti… oppure , per alcuni, pur dentro la

    contraddizione, perché nessuno desidera essere

    malato, occasione per un senso da scoprire per la

    propria vita. È una sfida che viene rinnovata con

    l’approfondirsi delle nostre domande.

    La domanda aperta su tutto e di fronte a tutti

    ed all’esistenza handicappata di chi è affetto da

    potologie croniche perché intuiremo ciò che l’uomo

    chiede e cerca veramente dietro ogni richiesta,

    anche quella più banale o noiosa.

    Il titolo del convegno era : “Limiti, risorse e nuove

    opportunità in sanità.”

    Penso che chi ha a cuore l’assistere un malato cro-

    nico si rende anche conto che nella cura di queste

    patologie difficilmente si guadagna, anzi spesso

    economicamente si perde. La responsabilità rispetto

    alle risorse da impiegare ed i costi relativi è ormai

    condizione, certo da non esasperare, ma da consi-

    derare come parte della consistenza professionale

    di ogni operatore sanitario. È necessario quindi che

    inizi una cultura di opere grandi e piccole dentro il

    mondo sanitario ed assistenziale, pubblico e priva-

    to, che inizi ad esprimere l’amore alla persona come

    attenzione a tutti i fattori in gioco nella sua cura,

    anche quelli economici. Rispetto a noi stessi ed agli

    altri abbiamo proprio una responsabilità infinita!

  • Approfondimenti Via Orti

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    l perché si invecchia resta sempre una domanda

    senza risposta. Occorre un modo di pensare ed

    operare che ridoni agli operatori la centralità nell'e-

    voluzione culturale e pratica del-l'assistenza all'an-

    ziano. La risposta del Servizio Sanitario Nazionale,

    all'invecchiamento della popolazione dovrebbe

    essere guidato, dalle conoscenze acquisite in campo

    biologico e clinico dell'"Human aging", che risente

    dell'interazione tra fattori genetici e ambientali.

    I bisogni dell'anziano, soprattutto dell'ultraottan-

    tenne, non sono gli stessi del giovane.

    Secondo l' O.M.S. la prevenzione e la riduzione

    della disabilità dovrebbero rappresentare gli obbiet-

    tivi fondamentali della Geriatria. La produzione di

    una buona assistenza sanitaria richiede:

    1) Risorse economiche, umane e culturali.

    2) Procedure idonee per realizzare gli obbiettivi

    3) Risultati misurabili.

    Per quanto riguarda le risorse, la spesa destinata

    alle strutture ospedaliere, continua a prevalere. La

    popolazione ultranovantenne è aumentata però di

    sette volte negli ultimi 40 anni, e aumenterà anco-

    ra; essa ha esigenze particolari.

    I farmaci rappresentano il 12% circa del totale della

    spesa pubblica sanitaria (15% circa in Francia e Ger-

    mania). Sicuramente si potrebbe risparmiare appli-

    cando correttamente linee guida e le esistenti valu-

    tazioni del rapporto costo-beneficio dei farmaci uti-

    lizzati: gli anziani sono infatti grandi consumatori di

    pillole. Molti problemi medici dell'anziano continua-

    no ad essere affrontati con i soli farmaci; la terapia

    non farmacologia non è ancora molto conosciuta, e

    pertanto poco applicata, soprattutto nelle Residen-

    ze per Anziani. Il settore sociale dovrebbe svolgere

    con più proprietà le sue funzioni, evitando soprat-

    tutto l'abbandono sociale e la solitudine, indicatori

    dell'efficienza dei servizi con tale tipologia.

    La spesa assistenziale, al contrario di quella sanitaria

    grava pesantemente sulle famiglie: sarà probabil-

    mente necessario per il futuro un'integrazione assi-

    curativa contro i rischi della disabilità e della non

    autosufficienza, come è già successo in altre nazioni

    europee. L'assistenza domiciliare (solo il 9% degli

    anziani la riceve, mentre il 2% risiede in strutture di

    ricovero) attualmente è gestita prevalentemente dal

    settore pubblico; non è sempre soddisfacente, tanto

    da spingere le famiglie a soluzioni estemporanee,

    ricorrendo all'aiuto di lavoratori extracomunitari.

    L'assistenza extraospedaliera, rimane da definire nei

    metodi e nelle risorse per adeguarla alle esigenze

    dei più vecchi. La prevenzione è un punto cruciale,

    ancora ignorato nella pratica geriatria; richiede l'in-

    dividuazione dell'anziano fragile,

    che è il target primario dell'impe-

    gno geriatrico; l'applicazione di

    metodologie basate su tecnologie, informatizzazio-

    ne, organizzazione e cultura specifica, è indispensa-

    bile per ottenere risultati positivi. Anche il vigente

    Ordinamento Universitario del Corso di Laurea in

    Medicina e Chirurgia, non ha previsto tra obbiettivi

    formativi, il problema dell'anziano fragile e del disa-

    bile.

    Il numero degli anziani fragili, ospiti di strutture e

    residenze è destinato ad aumentare in Italia, così

    come la spesa conseguente, creando la necessità di

    disporre di procedure clinico-terapeutiche adatte

    alla "long terme care", orfana di cultura e di inte-

    resse.

    Le proiezioni consentono di stimare i disabili

    1.200.000 nel 2000, ed 1.900.000 nel 2020; è faci-

    le pertanto prevedere problemi gestionali, se non si

    ricorrerà a soluzioni nazionali e tecnicamente avan-

    zate, ma anche economicamente plausibili, in grado

    di gestire con equità le risorse disponibili.

    E' dimostrato che la prevalenza della disabilità può

    ridursi e che è possibile conservare le funzioni e la

    salute nell'anziano ricorrendo ad adeguati aggiusta-

    menti ambientali, sociali, economici e culturali.

    Cronicità e disabilitàCronicità e disabilità

    I

    di Luciano LazzaroniDirettore Sanitario della Fondazione Moscati

  • Via Orti Approfondimenti

    uando si parla di disabilità una serie di

    parole chiave si sovrappongono, si intrec-

    ciano: malattia, terapia, azioni professio-

    nali, formazione professionale degli operatori che

    con la disabilità lavorano, vivono, convivono,

    sopravvivono. La condizione di disabi-

    lità ha trovato da sempre nella società

    dei sentimenti contrastanti che con

    essa si sono modificati, evoluti; un tempo la

    società allontanava l'idea del disabile, lo nascon-

    deva a sè e agli altri quasi fosse una vergogna,

    ora alla persona disabile sono riconosciuti diritti e

    assistenza. Le politiche sociali riconoscono la con-

    dizione di disabilità, promuovono l'integrazione

    della persona disabile e il riconoscimento dei suoi

    diritti: la legge n. 68/1999 definisce le norme per

    il diritto al lavoro dei disabili. Finalità del legislato-

    re è quella di promuovere l'inserimento e l'inte-

    grazione lavorativa della persona disabile nel

    mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e

    Q

    di Nadia Simonelli

    La disabilità:esperienza di dono

    La disabilità:esperienza di dono

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  • Approfondimenti Via Orti

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    di collocamento mirato.

    La condizione di disabilità si presenta in modo

    dirompente nella vita del soggetto e, soprattutto,

    di coloro che lo hanno caro, poichè pone le perso-

    ne in una condizione di impotenza di fronte ad

    una situazione che stravolge tutta la vita delle per-

    sone coinvolte. Disabilità quindi non implica

    "solamente" la sfera medica, ma riguarda anche e

    soprattutto le relazioni dell'individuo, i suoi rap-

    porti, la sua rete sociale e la sua memoria; è pro-

    prio su questi punti, spesso trascurati sui quali si

    concentra questa riflessione.

    La condizione di disabilità coinvolge e sconvolge

    le persone che fanno parte della vita dell'indivi-

    duo: richiede una partecipazione al soddisfaci-

    mento di bisogni che eccedono la cura quotidia-

    na; il concetto di rete denota una metafora, cioè

    un'immagine della struttura delle relazioni facenti

    capo ad un soggetto; le reti sociali sono qualcosa

    di diverso da un semplice insieme di rapporti. Esse

    rappresentano un sistema di rapporti in cui i lega-

    mi fra due o fra tutti i membri si ritiene influenzi-

    no il comportamento dell'individuo; in una situa-

    zione di disabilità le reti divengono spesso sistemi

    di aiuto reciproco per lo scambio di risorse; dal

    punto di vista affettivo, esse forniscono nutrimen-

    to emozionale, contribuiscono a dar corpo alla

    stima di sè e a sentimenti di valore e si mettono a

    disposizione per quanto riguarda un interessa-

    mento reciproco. Il lavoro dell'operatore si esplica

    quindi all'interno del concetto di rete: costruire

    legami significativi, aiutare la persona a mantene-

    re le proprie relazioni, in una parola, "aver cura

    dell'altro"; la famiglia, gli amici, le reti primarie

    diventano luogo del dono, l'ambito in cui ci si

    prende cura dell'altro. Tuttavia accade che alcuni

    bisogni sono troppo gravosi e la famiglia si rivolge

    a istituzioni che possono assolvere in parte o in

    toto la funzione di cura. Lia Sanicola parla di cure

    di comunità nell'esperienza del lavoro sociale

    intendendo un intervento che esprime qualcosa di

    più e si riferisce al sostegno relazionale che le reti

    sociali posono offrire ad un soggetto in difficoltà

    non solo quando egli vive nel suo ambiente natu-

    rale, ma anche quando egli, per necessità, è

    costretto in un altro ambiente, ad esempio l'ospe-

    dale o la casa di riposo.

    Sempre Lia Sanicola propone l'offerta di cure

    comunitarie fin dal momento della presa in carico

    in diversi momenti:

    - contrattando con le famiglie il mantenimento di

    spazi di vita;

    - attivando spazi di vita comunitaria che vadano

    oltre l'ambito familiare come ad esempio il volon-

    tariato, le associazioni che operano all'esterno

    dell'istituzione;

    - chiedendo agli enti che propongono l'istituzio-

    nalizzazione di farsi essi stessi garanti del fatto

    che il legame comunitario venga mantenuto;

    - valorizzando la specificità delle opere non-profit;

    Concludendo, vogliamo evidenziare ulteriormente

    quanto il rapporto con l'altro, l'attenzione, sia un

    desiderio innato in ogni uomo e come questo

    possa rappresentare una cura nel rapporto con la

    persona disabile.

  • Via Orti Fondazione

    0 8

    l 23 marzo ci ha lasciato un nostro grande

    amico e un operoso artefice della Fondazio-

    ne: Gianni Giannattasio.

    La nostra è stata una allegra compagnia trenten-

    nale, che si è fatta quasi quotidiana dal 1987 con

    l’avvio del progetto di realizzazione della Fonda-

    zione San Giuseppe

    Moscati – costituitasi il

    29 marzo del 1988 – e

    con la sua successiva personale partecipazione

    come consigliere di amministrazione e, dal 1994,

    come vice-presidente operativo al mio fianco fino

    al 2000. Non intendo fare un panegirico di Gian-

    ni, ma dire semplicemente di lui quello che in

    lunghi anni di convivenza ci ha testimoniato: era

    una persona retta, aperta a qualsiasi ragionato

    confronto, fedele al “dovere” inteso non come

    esito e, quindi, affermazione di un’autosufficien-

    za, ma come coscienza del fine ultimo e quindi di

    una dipendenza. Amico generoso, era tipicamen-

    te sua una espressione che mi rivolgeva negli ulti-

    mi anni, quando, dopo i primi tempi difficili, la

    Fondazione prosperava, grazie al suo instancabile

    contributo: “che fortuna che hai!”, volendomi

    burlescamente attribuire i meriti di un successo

    che condividevamo. Amico sincero, di un’amicizia

    non sentimentale, ma profondamente convinto

    che la compagnia era indispensabile per un ade-

    guato cammino morale. Anche dopo aver lasciato

    insieme la guida della Fondazione ad amici più

    giovani, ma già esperti dell’opera, ha continuato

    a seguirne le vicende, spesso richiamato a contri-

    buire, con la sua esperienza, alle decisioni più

    importanti.

    La malattia ha dato i suoi primi segnali nel mag-

    gio-giugno dello scorso anno: al progressivo

    aggravamento dei sintomi si sono poi aggiunti i

    disagi delle terapie e dei ripetuti ricoveri, soppor-

    tati da Gianni con il suo spiccato umorismo, ma

    anche con una serena disponibilità ad affidarsi a

    ciò che gli capitava come cammino al vero signifi-

    cato della vita. Il tutto, voglio aggiungere, aiutato

    anche dalla affettuosa attenzione di medici amici

    che lo hanno curato fino alla fine. Nei nostri

    periodici incontri in questi ultimi tempi, quando

    eravamo soli, spesso mi diceva, sorridente “…ma

    sai, ….io sono pronto….”, ritenendosi completa-

    mente appagato dal regalo di una vita compiuta-

    mente vissuta.

    di Angiolino BigoniPresidente Onorario della Fondazione Moscati

    I

    Ricordo di GianniGiannattasio

    Ricordo di GianniGiannattasio

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    2001

  • TUTTI NE PARLANO: LA MUTUA SANITARIATempo fa si diceva “è della mutua” per indicare un servizio sanitario dibassa efficienza ed efficacia.Oggi invece le mutue sanitarie rappresentano lapiù importante via d’uscita da una situazione sanitaria nazionale ormaiarenata a causa di risorse economiche dedicate sempre più ridotte.Così quando diciamo “è della mutua” dobbiamo iniziare a capire di cosa sitratta realmente.Una mutua nasce da un gruppo di persone (soci) che decidono di intrapren-dere insieme un’azione di mutuo soccorso partendo dall’esigenza di soddisfa-re il loro bisogno di “sanità” e allargando poi questa possibilità a tutti.I soci sottoscrivono ogni anno le quote associative permettendo all’attività diassistenza della mutua di crescere e di migliorarsi.La mutua sanitaria nasce e cresce basandosi sui valori di solidarietà e sussi-diarietà. Infatti, al contrario delle assicurazioni sanitarie, quando un socio èaccettato non può più essere abbandonato, qualunque malattia lo colpisca oqualunque bisogno abbia; solo il socio può decidere di uscire dalla mutua,mentre con le polizze assicurative anche la società assicuratrice al terminedell’anno può recedere dal contratto e questo avviene di solito quando l’assi-stito “costa troppo”.La mutua risponde, innanzitutto, ad un bisogno sociale: per questo è favoritadal punto di vista fiscale con la possibilità di detrazioni.La mutua decide poi di convenzionarsi per i suoi soci con realtà sanitarie osocio assistenziali che ritiene adeguate alle prestazioni richieste.Gli assistiti della mutua essendo soci possono loro stessi giudicare le conven-zioni ed i servizi offerti per confermarli, migliorarli o cambiarli quando nonvengono più ritenuti idonei. È possibile anche verificare il livello di prestazio-ni che la mutua propone anche prima di aderirvi, controllando la qualità deicentri e dei professionisti con cui è convenzionata ed anche proponendo diattivare convenzioni con chi si ritiene opportuno, secondo l’esperienza perso-nale di ciascuno.Anche le quote annuali associative sono sottoposte al giudizio del consigliodella mutua che, ogni anno, le dove ritenere adeguate al livello di assistenzapercepito.La mutua sanitaria è quindi un’opera in cui tutti sono protagonisti nellasolidarietà e nella sussidiarietà.È proprio “roba della mutua” quella che oggi riteniamo essere un passoimportante nella ricerca di “buone risorse” in ambito sanitario e socio assi-stenziale.

    Andrea FranzettiPresidente

  • SPECIALE FONDAZIONE MOASCATI

    Obiettivo Salute, Società di Mutuo Soccorso che opera nel campo dell’assistenza sanitariaintegrativa, in seguito alla convenzione con la Fondazione Moscati, ha individuato, pertutti gli utenti dei servizi sanitari della Fondazione, un efficace strumento di tutela sanita-ria, a condizioni particolarmente vantaggiose, denominato “SPECIALE MOSCATI”.Il pacchetto prevede il rimborso delle spese per ricoveri dovuti a Grandi Interventi Chirur-gici e il rimborso per gli esami di laboratorio, la diagnostica strumentale e le visite speciali-stiche. Le prestazioni di diagnostica e specialistica ambulatoriale, comprendono gli esamistrumentali (radiografie, ecografie, doppler, esami cardiologici, tac, risonanza magnetica,ecc.), tutti gli esami di laboratorio, ogni tipo di visita specialistica ed altre prestazionimediche ambulatoriali come piccoli interventi chirurgici e medicazioni.

    Grazie alla convenzione con la Fondazione Moscati e associandosi ad ObiettivoSalute, Lei e i suoi familiari potrete ottenere il rimborso delle spese effettivamentesostenute secondo quanto previsto dal pacchetto “Speciale Moscati”.

    I principali vantaggi offerti da una Mutua rispetto ad un’analoga polizza sanitaria sono:- Risparmio fiscale: può detrarre il contributo alla mutua nella misura del 19%, fino a € 1.291,00, in aggiunta alla eventuale detrazione delle polizze vita.- Diritto alla continuità di assistenza: il sottoscrittore delle prestazioni è più che uncliente, un socio: non c’è infatti possibilità per la Mutua di recedere dal contratto in essere,mentre il socio può decidere ogni anno se rinnovare la sua quota associativa;- Libertà di scegliere dove farsi curare grazie anche alle numerose convenzioni con realtàospedaliere, case di cura, centri diagnostici e laboratori.

    Attivare direttamente la copertura è facile!Compila e sottoscrivi il Coupon di Attivazione in allegato, il Regolamento e il modulo Privacyscaricandoli dal sito Internet cliccando su “Speciale MOSCATI” ed effettua il pagamento del-l’importo relativo al pacchetto prescelto tramite bonifico sulle seguenti coordinate bancarie:

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    CAUSALE: PACCHETTO “SPECIALE MOSCATI”

    Rispedisci i documenti firmati in originale e copia del bonifico effettuato direttamentead Obiettivo Salute – Via Venegoni, 94 – 20025 Legnano (MI).

    Per maggiori informazioni chiama subito il numero verde 800.990.290 (orario ufficidalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.30) oppure scrivici all’indirizzo [email protected]

    ATTENZIONE- Le malattie pregresse non sono coperte;- L’iscrizione è consentita a chi ha meno di 60 anni di età;- L’elenco delle strutture convenzionate e dei Grandi Interventi Chirurgici ammessi sonovisibili sul sito www.obiettivosalute.org

    Obiettivo Salute

  • Pacchetto baseInclude la copertura spese per Grandi Interventi Chirurgici ed i servizi offerti dal pacchetto "Pronto Assistence".

    Pacchetto medioInclude il Pacchetto Base ed, in aggiunta, la copertura delle spese per Visite Specialistiche, Analisi di Laboratorio ed Indagine Dagnostiche.

    Pacchetto ampioInclude il Pacchetto Medio ed, in aggiunta, la copertura delle spese per RicoveriGenerici.

    Durata annuale Base Medio Ampio

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    Famiglia di 2 persone € 300 € 720 € 1.060

    Famiglia di 3 persone € 428 € 1.026 € 1.511

    Famiglia di 4 persone € 570 € 1.296 € 2.014

    Famiglia di 5 persone € 675 € 1.620 € 2.385

    Famiglia di 6 persone € 810 € 1.944 € 2.862

    Famiglia di 7 persone € 893 € 2.142 € 3.154

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    CHIEDEdi attivare la Protezione “Speciale Moscati” e di essere ammesso quale socio della Società di Mutuo Soccorso«Obiettivo Salute» con sede a Milano in Via Melchiorre Gioia 181, insieme al proprio nucleo familiare sotto

    elencato, i cui componenti maggiorenni sottoscrivono la presente ai medesimi effetti. Il sottoscritto dichiaraaltresì di esercitare la potestà genitoriale /tutela sui componenti minorenni della propria famiglia. Nel caso di

    non ammissione le quote anticipate, così come sono state versate, verranno retrocesse al sottoscritto.

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  • News Via Orti

    0 9

    Il ritorno delle malattie infettive

    Il ritorno delle malattie infettive

    epidemia di polmonite atipica da coro-

    navirus sembra essere quasi risolta gra-

    zie ad un grande sforzo internazionale di rileva-

    zione e di contenimento. Certamente almeno due

    casi sono giunti in Italia, sono stati ricoverati pres-

    so l’Ospedale “L.Sacco” di Milano ed in essi gli

    esami hanno mostrato senza dubbio la presenza

    del virus.

    Questo ha riportato l’attenzione, come periodica-

    mente accade, sulle malattie infettive. Il nuovo

    virus (SARS CoV), come Ebola ed altri germi, è

    contenuto ma non scomparso, e potrebbe causa-

    re, dice l’OMS, epidemie in futuro anche in Paesi

    diversi da quelli da cui è partito. Inoltre la SARS

    ha distolto l’attenzione da due piccole epidemie,

    L’ per certi versi preoccupanti, di influenza aviaria,verificatesi in quei giorni ad Hong Kong ed inOlanda. La Fondazione San Giuseppe Moscati ha

    scelto di avvalersi della consulenza del Dr. Ame-

    deo Capetti, specialista infettivologo in ruolo

    presso la 1° Divisione di Malattie Infettive dell’O-

    spedale “L.Sacco”, che ha seguito personalmente

    i casi di SARS italiana citati. La consulenza spa-

    zierà dalle malattie tropicali e relative vaccinazioni

    alle epatiti, alle malattie infettive italiane (morsi di

    zecca, mononucleosi acuta e cronica, toxopla-

    smosi, broncopolmoniti, infezioni complicate o

    ricorrenti dei vari organi, ecc.), alle infezioni inte-

    stinali ed alle febbri di natura non identificata.

    AGUS Giovanni Battista Chirurgia vascolare

    ALETTI Leandro Ginecologia

    ANCONA Teresa Psicologia

    BALLARDINI Giovanni Gastroenterologia

    BIGONI Angiolino Otorinolaringoiatria

    BIGONI Antonio Giudo Otorinolaringoiatria

    BIGONI Marco Ortopedia

    BOZZANI Alberto Gastroenterologia

    BOZZO Gabriella Ginecologia

    BUTTARO Anna Dietologia

    CARUGO Stefano Cardiologia

    CASALICCHIO Emanuela Logopedia

    CASATI Luca Otorinolaringoiatria

    CENTEMERI Roberto Posturologia

    CIPOLLINI Tito Chirurgia plastica

    CROCI Simonetta Dermatologia

    DE MARTINI Mario Cardiologia

    DE SIMONI Mario Ecotomografia

    DI GENNARO Salvatore Ecotomografia

    DRAGONETTI Alberto Otorinolaringoiatria

    FABBRI Annamaria Fisiatria

    FERRARI Alberto Cardiologia

    FERRARIO Laura Virginia Medicina Interna

    FORCELLINI PIerantonio Odontoiatria

    FOSCHI Diego Chirurgia

    FRANZETTI Andrea Otorinolaringoiatria

    GARBETTA Francesca Romana Endocrinologia

    GRIECO Antonio Cardiologia

    IMBASCIATI Enrico Nefrologia

    LA PLACA Giacomo Otorinolaringoiatria

    LAZZARONI Luciano Gerontologia

    MALTAGLIATI Angela Allergologia

    MANDRESSI Alberto Urologia

    MAPELLI Sergio Ortopedia

    MARTINA Elisabetta Oculistica

    MELOTTI Emanuela Dermatologia

    MONTEMERLO Massimo Cardiologia

    MONTI Luca Otorinolaringoiatria

    NASSIVERA Cristina Oculistica

    NUCCI Raoul Giuseppe Otorinolaringoiatria

    ORMELLESE Giorgio Otorinolaringoiatria

    PAGNACCO Elena Posturologia

    PARONZINI Alberto Ortopedia

    PATERLINI Giuseppe Pediatria

    PUGLIESE Raffaele Chirurgia

    RANDELLI Pietro Ortopedia

    RICCI Pietro Oculistica

    RIGHINI Paolo Carlo Maria Chirirgia Vascolare

    ROSSI Alessandro Luigi Odontoiatria

    SABBADINI Maria Grazia Reumatologia

    SARCINA Antonio Chirurgia vascolare

    SCARABELLI Gabriele Dermatologia

    SCARFONE Giovanna Ginecologia

    SCHWEIZER Fiammetta Oculistica

    SONATO Augusta Dietologia

    TEL Aldo Gastroenterologia

    VALLI Giorgio Neurologia

    VIGNALI Giorgio Neurologia

    ZAGRA Luigi Ortopedia

    ZANASI Giulio Gastroenterologia

    ZORZOLI Cesare Chirurgia vascolare

    Collaborano con la Fondazione Moscati

  • Via Orti Scienza Medica

    1 0

    Vertigine: il primo

    affrontovolta cause patogenetiche differenti.

    Importante per la diagnostica ORL se si sospetta

    una vertigine di origine periferica ( labirintosi,

    malattia di Menière, vertigine posizionale, …)

    risultano essere gli esami audiologici e l’esame

    otovestibolare (OTV).

    Il nistagmo può essere registrato anche con mag-

    gior precisione mediante una Elettronistagmogra-

    fia (ENG).

    Un esame ABR ( potenziali evocati del tronco

    encefalico) è invece importante per evidenziare

    patologie del nervo acustico e vestibolare come

    neurinomi, neutiti, ecc…

    Solo molto raramente è necessario eseguire una

    TAC o una RM della regione encefalica e della

    fossa cranica posteriore.

    Bisogna saper poi differenziare una vertigine da

    una pseudovertigine che è invece una sensazione

    di mente confusa, di vuoto, di instabilità, fre-

    quente in disturbi di origine neurologica. Impor-

    tanti sono anche tutte le sensazioni di disequili-

    brio associate alle cefalee o emicranie, spesso

    dovute a problematiche di origine microcircolato-

    ria. Tutti i medici che affrontano il problema del-

    l’equilibrio devono anche tener presente nella

    diagnosi differenziale patologie sistemiche come:

    sclerosi multipla, epilessia, disturbi endocrini

    come diabete o ipotiroidismo, ecc…

    E’ a volte importante considerare tutti i farmaci

    che il paziente assume perché il disturbo vertigi-

    noso potrebbe essere un effetto collaterale di tali

    terapie. Nell’anziano spesso lo sbilanciamento è

    invece dovuto a problemi di natura articolare-pro-

    priocettiva , cataratta, ipoacusia, neuropatie

    Vertigine: il primo

    affrontol sintomo vertiginoso non definisce che un

    insieme di sensazioni allucinatorie che devo-

    no essere decifrate per poter stabilire un corretto

    iter diagnostico e quindi terapeutico.

    Dopo il medico di medicina genera-

    le, solitamente il paziente vertigino-

    so viene visitato dallo specialista

    otorinolaringoiatra o dal neurologo.

    Infatti la maggior parte delle cause della vertigine

    deriva da patologie dell’apparato vestibolare peri-

    ferico e centrale.

    Non dobbiamo però dimenticare che l’equilibrio

    dipende anche da numerosi sensori periferici

    (occhi, propriocettori del collo e del rachide, …) e

    da un sistema di “decodificazione centrale, il

    tronco encefalico ed il cervello, che può essere

    influenzato anche da fattori di tipo circolatorio.

    La sinergia tra gli specialisti che seguiranno l’iter

    diagnostico è allora decisiva, anche per non ese-

    guire o ripetere esami inutilmente e per arrivare

    ad una diagnosi certa nel minor tempo possibile.

    Esistono dei segni semeiologici che possono esse-

    re importanti nell’indirizzare alla diagnosi.

    Il nistagmo (movimento orizzontale, rotatorio o

    verticale degli occhi) è fondamentale per sospet-

    tare un danno centrale o periferico del vestibolo,

    oppure in sua assenza durante le crisi, una cupo-

    lolitiasi del labirinto (Vertigine Parossistica Posizio-

    nale Benigna) che è facilmente risolvibile con

    delle “manovre liberatorie “ che esegue l’otorino.

    L’associazione ad altri segni come la deviazione

    degli indici all’indicazione o la deviazione della

    marcia, esprime delle sindromi vertiginose dette

    armoniche o disarmoniche che indicano a loro

    I

    di Giovanni B. Agus

    Ore

    12,

    15,

    2001

  • Scienza Medica Via Orti

    1 1

    distali, ecc… Infine non dobbiamo dimenticare la

    sintomatologia vertiginosa associata a stati di

    depressione, stress, o a disturbi psichici anche più

    gravi. Appare quindi chiaro come il problema

    terapeutico sia direttamente legato ad una accu-

    rata e corretta diagnosi che diventa un punto

    decisivo nell’affronto della patologia vertiginosa.

    Possiamo anzi sostenere che terapie sintomatiche

    eseguite prima di giungere ad una diagnosi spes-

    so la rendono difficile o impossibile e che terapie

    somministrate senza un razionale in modo empiri-

    co spesso si rivelano dannose.

    Andrea Franzetti, Antonio Bigoni, Raul Nucci,

    Giacomo La Placca (L’ equipe specialistica ORL

    della Fondazione per la vestibologia);

    Giorgio Valli , neurologo;

    Pietro Ricci, oculista.

    Vertigini Vertigo: la parola latina – che peraltro anche in

    inglese indica la vertigine – rappresenta in assolu-

    to il sintomo medico più comune nella popolazio-

    ne sopra i settanta anni. La vertigine è in realtà

    comune anche sotto questa età.

    Un celebre film di Hitchcock, Vertigo appunto,

    mostra più volte con precisione la sintomatologia

    vertiginosa del suo protagonista James Stewart

    alle prese con la bellissima Kim Novak, la donna

    che visse due volte (questo fu il titolo dell’ edizio-

    ne italiana del film). Con lo straordinario “effetto

    di distorsione”, quando Stewart guarda nella

    tromba delle scale di un campanile (“effetto

    zoom” : tutto prima si allontana e poi si ha la

    repentina proiezione in avanti), la crisi vertiginosa

    del protagonista gli impedisce di salvare la donna

    dall’ atto di buttarsi dall’ alto del campanile.

    Vertigine dunque, condizione comune ed anche

    spesso considerata “malattia” per se stessa assai

    diffusa. Ma quali cause possono provocare que-

    sta vera e propria disabilità ? Quali i medici spe-

    cialisti in gioco per diagnosi e terapie altrettanto

    numerose quanto differenti caso per caso?

  • Via Orti Scienza Medica

    1 2

    Ore

    16

    .00,

    19

    92

  • Scienza Medica Via Orti

    1 3

    L’insufficienza cerebro-vascola-re “Vertebro-basilare”Di G. B. Agus, chirurgo vascolare e angiologo

    Un terzo circa di tutti i 200.000 EcoColorDoppler

    eseguiti in un anno negli ambulatori pubblici

    della Lombardia per studiare la circolazione arte-

    riosa del nostro cervello sono effettuati per il

    sospetto di insufficiente irrorazione sanguigna

    della parte posteriore del cervello (definita

    appunto “vertebro-basilare”). E’ ormai noto il

    principio di studiare la circolazione con l’ effetto

    Doppler unito alla visione ecografica dei vasi san-

    guigni, meglio se a colori.

    Questo imprescindibile esame diagnostico non

    invasivo caratterizza la specializzazione angiologi-

    ca, ma lo specialista rimane protagonista nell’

    ascoltare e visitare il paziente per comprendere i

    sintomi ed i segni della possibile malattia.

    La vertigine è spesso il sintomo di un insufficien-

    te arrivo di sangue alla base del cranio e del cer-

    vello. Può essere causata dalla malattia più diffu-

    sa del mondo occidentale, l’ aterosclerosi, che

    restringe, chiude o embolizza i nostri vasi sangui-

    gni; o può essere determinata da una compres-

    sione dall’ esterno delle arterie vertebrali che

    decorrono nel nostro collo, in parte dentro le

    vertebre cervicali . Così si comprende come la

    comune artrosi, un’ improvvisa rotazione del

    capo, una improvvida manipolazione, possono

    anch’ esse generare un’ insufficiente irrorazione

    della parte posteriore del cervello deputata a

    importanti funzioni intellettive, uditive, visive e

    motorie. Fatta la diagnosi , in prospettiva multi-

    disciplinare, l’ angiologo ha diverse armi farmaco-

    logiche a disposizione ed il chirurgo vascolare,

    selettivamente, può ripristinare la circolazione

    compromessa mediante disostruzione del vaso

    colpito o bypass dello stesso.

    Una nuova opportunità diagnostica : la stabilometriaDi R. Centemeri, posturologo

    La stabilometria é un esame strumentale con il

    quale é possibile studiare la funzione, fisiologica

    o patologica, dei meccanismi che presiedono

    all'attivazione-inibizione dei muscoli fasici. Per

    capire ciò bisogna cercare di focalizzare la propria

    attenzione sulle oscillazioni del nostro corpo

    allorché restiamo fermi, in piedi, ad occhi chiusi.

    attraverso questa esperienza è infatti possibile

    rendersi conto che in una simile circostanza non

    siamo immobili ma oscilliamo. L'oscillazione è la

    tendenza, per effetto della forza di gravità del-

    l'ambiente in cui viviamo, del nostro corpo a

    cadere verso terra e la reazione, per contrazione

    dei muscoli scheletrici, a non cadere. Pertanto è

    possibile, studiando la proiezione del centro di

    gravità del corpo sul suolo, valutare l'efficacia di

    questo meccanismo antigravitazionale ed anche

    l'influenza dei recettori che ci permettono di

    orientarci nell'ambiente di vita: occhio, orecchio,

    piede, sulla facilitazione-inibizione dei muscoli

    scheletrici. La stabilometria permette inoltre di

    monitorare andamento del quadro clinico in

    modo non invasivo e di verificare se le strategie

    terapeutiche consigliate, dall'applicazione di

    plantari propriocettivi al trattamento manipolati-

    vo osteopatico o all'applicazione di diottri sferici

    o piani, sono favorevoli o meno al miglioramento

    del disturbo principali.

    Presso la Fondazione Moscati più Specialisti e

    Medici di Medicina Generale che trattano la

    problematica vertiginosa si sono paragonati a

    fondo per definire delle strategie diagnostiche e

    terapeutiche comuni ed indirizzate in modo per-

    sonalizzato ad ogni singolo Paziente.

    Riteniamo indispensabile che il primo livello

    dello studio diagnostico sia eseguito dallo spe-

    cialista Otorinolaringoiatra che una volta inqua-

    drato il problema indirizzerà il Paziente ad altri

    specialisti o ad altri esami più approfonditi ese-

    guibili sempre presso il Poliambulatorio della

    Fondazione S. G. Moscati.

  • Via Orti Testimonianze

    1 4

    Ci sono stati raccontati vari episodi della sua vita

    dai quali è emersa la figura di un uomo, un medi-

    co, un santo che ha incontrato Cristo, che si è

    lasciato afferrare e abbandonandosi a lui è riusci-

    to a permeare di questa presenza tutta la realtà

    che ha incontrato.

    Ha curato i malati guardando a loro

    non come a delle creature che aveva-

    no solo bisogno di medicine ma li ha

    abbracciati con uno sguardo più gran-

    de che arrivava al bisogno delle anime

    con loro pregava e spesso consigliava

    loro la confessione.

    Un viaggio per recuperare Un viaggio per recuperare Nel mese di aprile ci è stata data l’occa-

    sione di fare un pellegrinaggio a Napoli

    per conoscere meglio, visitando i posti

    dove ha vissuto e operato il santo di cui

    la nostra casa di riposo porta il nome

    “San Giuseppe Moscati”.

    La gita a Napoli è stata un’esperienza positiva in piùaspetti, iniziando dai preparativi -per il viaggio fino

    ai saluti finali. Siamo riusciti ad organizzare unviaggio in treno molto simpatico, dove ognuno ha

    portato qualcosa, come cibarie e bibite, da dividerecon tutti, creando uno spirito di gruppo che a volte,nell’ambito lavorativo, è difficile da creare e mante-nere. Ho avuto modo di approfondire i rapporti con i

    miei colleghi e non solo; tutte le figure lavorativeerano rimaste a casa e tutti ridevano, scherzavanoe parlavano liberamente. Mi ricordo l’allegria e la

    spontaneità di alcuni dottori nel fare delle simpati-che scenette che hanno movimentato le nostre sera-te; tutto ciò mi ha permesso di rivalutare e stimaremaggiormente alcune persone. La vacanza non è

    stata solo svago e divertimento, ma anche cultura;ho avuto la possibilità di visitare chiese e monumen-ti di una bella città italiana, ma in particolare, hoavuto l’occasione di potermi avvicinare alla figura

    di San Giuseppe Moscati, vedendo il luogo in cuisono state riposte le sue reliquie, il suo studio e sen-tendo il racconto della sua storia di Santo che cono-scevo marginalmente. Al ritorno a Milano ero stan-ca, ma felice di aver passato dei giorni insieme ai

    “miei amici della Fondazione Moscati”; quindi possoconcludere dicendo che questa vacanza napoletana

    rimarrà sempre tra i miei ricordi più belli.

    Cioffi Rita Aurelia

    Siamo grati alla Fondazione che ciha regalato la possibilità di conosce-re i luoghi dove S. G. Moscati ha vis-suto e dove ha largamente donato achiunque si rivolgesse a Lui, la sua

    notevole preparazione professionalee la carità di un cuore innamoratodi Dio.Visitando la cappella a Luidedicata nella Chiesa del Gesù, sitocca con mano quanto sia amatodal popolo napoletano che lo ha

    visto chinarsi sui più poveri con lastessa cura con la quale seguiva ipiù illustri personaggi che a Lui si

    erano rivolti.Non si può lasciare Napoli senzainterrogarci sul nostro modo di

    accostare i nostri ospiti.

    Marcella

  • Testimonianze Via Orti

    1 5

    l’origine del nostro operatol’origine del nostro operatoAi suoi allievi insegnava con la vita come vivere di

    fronte alla sofferenza e al mistero dell’esistenza,

    credeva che Cristo può trasformare una realtà

    negativa come la sofferenza, la malattia e persino

    la morte in un’occasione di bene.

    Abbiamo ripercorso i suoi passi ci siamo tuffati

    nella sua opera, con lui ci siamo inginocchiati

    davanti a Dio, abbiamo chiesto perdono per la

    nostra fragilità e inadeguatezza al compito grande

    che ci ha chiamato a compiere e toccando le sue

    mani abbiamo chiesto il suo aiuto per ricominciare

    il nostro lavoro con rinnovato entusiasmo.

    Mi piace terminare citando le parole di San Gio-

    vanni Moscati tratte da una lettera scritta al Dott.

    A. Guerricchio suo assistente medico:

    “Non la scienza, ma la carità ha trasformato il

    mondo in alcuni periodi; e solo pochissimi uomini

    sono passati alla storia per la scienza, ma tutti

    potranno rimanere imperituri; simbolo dell’eter-

    nità della vita, in cui la morte non è che una

    tappa, una metamorfosi per un più ascenso, se si

    dedicheranno al bene.” E questo è per ognuno di

    noi in qualsiasi ruolo siamo.

    Testimonianza di Maria Teresa Volpi

    L’esperienza del viaggio a Napoli in visita al medico San Giuseppe Moscati,sicuramente è stata un’occasione per conoscerci tra di noi, al di fuori del-l’ambito lavorativo oltre che il desiderio personale di vedere la Persona, latomba, la statua, le stanze, lo studio, e tutti i ringraziamenti delle persone

    miracolate. È stata una crescita interiore unita allo svago.Sarebbe stato un dono conoscere personalmente una Persona così, per

    coglierne suggerimenti, umiltà, pazienza, solidarietà e a seguito di autocri-tica, cercare di migliorare alcuni atteggiamenti che sul lavoro o nella quo-tidianità non si attuano. Personalmente questo Santo mi ha portato tanta

    fortuna e ha fatto sì che, dopo sei anni di disoccupazione, e tanta preoccu-pazione e sfiducia nel futuro, io abbia potuto vedere la luce.

    Non vuole essere retorica, ma vi assicuro che sono esperienze che vannovissute. Questo viaggio è stato interessante anche per altre visite come: lecattedrali, S. Gennaro, i quadri del Caravaggio e la stessa città di Napoli,

    con i suoi pro e i suoi contro, ma pur sempre solare.

    Angela Scarlino

  • Annetta con la palla rossa, 2002

    VIA ORTI - ESPERIENZE DI SALUTE • A CURA DELLA FONDAZIONE S. GIUSEPPE MOSCATI-ONLUS Allegato a TEMPI n. 34/35

    del 21 agosto 2001 • Fondazione San Giuseppe Moscati - Onlus • Via Orti, 27 - 20122 Milano • tel. 02/55187239 - fax 02/5517754. Hanno collabora-

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