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IL PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE 2016/2017

La scuola, oggi, deve affrontare la realtà di una società che è diventata multietnica; questa richiesta nuova di integrazione degli alunni stranieri, sempre più pressante, si affianca a uno sforzo che la Scuola italiana affronta da almeno trent’anni, rivolto all’integrazione degli alunni con disabilità e, più recentemente, ai cosiddetti alunni BES, cioè portatori di Bisogni Educativi Speciali. Con questa ulteriore attenzione a bisogni che non dipendono esclusivamente da deficit intellettivi, la scuola ha espresso chiaramente la sua vocazione inclusiva. Il termine “inclusione” ha, perciò, sostituito, integrandolo, il termine “integrazione”: mentre con integrazione si fa riferimento a un’azione mirata al singolo alunno, con un approccio compensatorio che mira a intervenire in ambito educativo con un intervento di tipo specialistico, soprattutto affidato ai docenti di sostegno, il termine inclusione punta a un’azione globale che coinvolga tutte le componenti scolastiche (dal DS alle famiglie), per intervenire innanzitutto sul contesto (scolastico, sociale, familiare), per la risoluzione di problemi non solo legati all’apprendimento ma anche alla sfera educativa, sociale e personale degli alunni, con pratiche che da “straordinarie” diventano “ordinarie” nell’azione scolastica.Una scuola “inclusiva” si dimostra attenta e rispettosa nei confronti delle diversità, in tutte le forme, e punta a realizzare un processo educativo che insegni, in primis, a vivere le differenze non come ostacolo alla comunicazione o alla realizzazione personale di ciascuno (intesa prima come successo scolastico, poi come piena integrazione nella società) ma come risorsa e ricchezza per ampliare la gamma e la qualità delle conoscenze; ha come obiettivo primario il riconoscimento della rilevanza di una piena e soddisfacente partecipazione alla vita scolastica da parte di tutti i soggetti, ognuno con i suoi bisogni “speciali”.Nell’ambito di una dimensione inclusiva la scuola progetterà percorsi didattici ed educativi che risultino parimenti “valorizzanti” per tutti gli alunni, a prescindere da abilità, genere, lingua, provenienza, cultura, offrendo a ciascuno “pari opportunità” e modulando i propri interventi, anche valutativi, in modo da evidenziare e premiare l’impegno e il progresso di ognuno a partire dalla propria situazione di partenza.La direttiva del 27/12/12 “Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana e si inserisce nel percorso di inclusione scolastica e di realizzazione del diritto all’apprendimento per tutti gli studenti in situazione di difficoltà. L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di un deficit. In ogni classe sono presenti alunni che prevedono attenzione per differenti motivazioni: svantaggio culturale e sociale, Disturbi Specifici di Apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà dovute a cultura e lingua diversa. Questa area di svantaggio rappresenta qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo o di apprendimento, indipendente dall’eziologia, che necessita di educazione speciale. Ogni alunno con continuità, o per determinati periodi, può manifestare difficoltà fisiche, biologiche, psicologiche, familiari, sociali, ambientali rispetto alle quali è necessario che la scuola offra una risposta adeguata e personalizzata.

I RIFERIMENTI NORMATIVI

Dal 1977 con la Legge 517 in Italia si è stabilito il principio dell’inclusione per tutti gli alunni disabili.

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La Legge 104 del 1992 fissa i principi per una buona qualità dell’integrazione scolastica e diviene il punto di riferimento normativo. La Legge individua la Diagnosi Funzionale (DF), il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e il Piano Educativo Individualizzato (PEI) come strumenti necessari alla effettiva integrazione degli alunni con disabilità.

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Il DPR del 24 febbraio 1994, precisa che tali documenti, redatti in collaborazione con il SSN, e coi familiari degli alunni, hanno lo scopo di individuare le potenzialità funzionali dell’alunno con disabilità e sulla base di queste costruire adeguati percorsi di autonomia, di socializzazione e di apprendimento.

IL DPR 275/99 stabilisce che “nell’esercizio dell’autonomia didattica le istituzioni scolastiche (...) possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l’ altro: l’attivazione di percorsi didattici individualizzati.”

Nell’agosto 2009 vengono emanate dal MIUR le “Linee guida sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità”.Le direttive impartite si muovono nell'ambito della legislazione primaria e secondaria vigente e mirano a innalzare il livello qualitativo degli interventi formativi ed educativi sugli alunni portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.La prima parte delle Linee Guida consta in una panoramica sui principi generali, individuabili tanto nell’ordinamento italiano quanto in quello internazionale, concernenti l’integrazione scolastica. La prima parte presenta inoltre l’orientamento nella concezione di disabilità, raccolta in particolare dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano con la Legge 18/2009. Si va infatti affermando il “modello sociale della disabilità”, secondo cui la disabilità è dovuta dall’interazione fra il deficit di funzionamento della persona e il contesto sociale.Quest’ultimo assume dunque, in questa prospettiva, carattere determinante per definire il grado della Qualità della Vita delle persone con disabilità. In linea con questi principi si trova l’ICF, l’International Classification of Functioning, che si propone come un modello di classificazione bio-psico-sociale decisamente attento all’interazione fra la capacità di funzionamento di una persona e il contesto sociale, culturale e personale in cui essa vive.La seconda parte entra nelle pratiche scolastiche, individuando problematiche e proposte di intervento concernenti vari aspetti e soggetti istituzionali coinvolti nel processo di integrazione. In particolare, si riconosce la responsabilità educativa di tutto il personale della scuola e si ribadisce la necessità della corretta e puntuale progettazione individualizzata per l’alunno con disabilità, in accordo con gli Enti Locali, l’ASL e le famiglie.

Nel 2010 la Legge 170 stabilisce l’obbligo di redigere un Piano Didattico Personalizzato per gli alunni che presentano una diagnosi clinica di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA).

Con la Direttiva MIUR del 27.12.12 e la Circolare Ministeriale n.8 del 6 Marzo 2013, il diritto a un Piano Didattico Personalizzato, viene esteso a tutti gli alunni che presentano bisogni che possono incidere sul rendimento scolastico. (Bisogni Educativi Speciali).

Per perseguire la “politica per l’inclusione”, la Direttiva fornisce indicazioni alle istituzioni scolastiche, che dovrebbero esplicitarsi, a livello di singole scuole, in alcune azioni strategiche di seguito sintetizzate.

Fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, i compiti del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES. A tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, AEC, assistenti alla comunicazione, docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola), in modo da assicurare all’interno del corpo docente il trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi. Tale Gruppo di lavoro assume la denominazione di Gruppo di lavoro per l’inclusione (in sigla GLI) e costituisce l’interfaccia della rete dei CTS e dei servizi sociali e sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.).Il Gruppo, coordinato dal Dirigente scolastico o da un suo delegato, potrà avvalersi della consulenza e/o supervisione di esperti esterni o interni, anche attraverso accordi con soggetti istituzionali o del privato sociale.All’inizio di ogni anno scolastico il Gruppo propone al Collegio dei Docenti una programmazione degli obiettivi da perseguire e delle attività da porre in essere, che confluisce nel Piano annuale per l’Inclusività; al termine dell’anno scolastico, il Collegio procede alla verifica dei risultati raggiunti.

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La rilevazione, il monitoraggio e la valutazione del grado di inclusività della scuola sono finalizzate ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi. Da tali azioni si potranno inoltre desumere indicatori realistici sui quali fondare piani di miglioramento organizzativo e culturale. A tal fine possono essere adottati sia strumenti strutturati reperibili in rete [come l’”Index per l’inclusione”], sia concordati a livello territoriale. Ci si potrà inoltre avvalere dell’approccio fondato sul modello ICF dell’OMS e dei relativi concetti di barriere e facilitatori.

Da quanto premesso nasce il Piano Annuale per l’Inclusione 2016/2017 che si propone di:• Favorire un clima di accoglienza e inclusione nei confronti dei nuovi studenti e delle loro famiglie, del nuovo personale scolastico.• Definire pratiche condivise tra scuola e famiglia;• Sostenere gli alunni con BES nella fase di adattamento al nuovo ambiente e in tutto il

percorso di studi;• Favorire il successo scolastico e formativo e prevenire blocchi nell'apprendimento di questi studenti, agevolandone la piena inclusione sociale.• Adottare piani di formazione che prevedano l'utilizzo di metodologie didattiche creative;• Promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglia ed enti territoriali coinvolti (comune, Asl, provincia, regione, enti di formazione, ...).• Definire buone pratiche comuni all' interno dell'istituto;• Delineare prassi condivise di carattere: amministrativo e burocratico (documentazione necessaria); comunicativo e relazionale (prima conoscenza); educativo–didattico (assegnazione, accoglienza, coinvolgimento del consiglio di classe).

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Rientrano nei Bisogni Educativi Speciali:1) LE DISABILITÀ (LEGGE 104/92). La Documentazione comprende:▪ Il Verbale di Accertamento della situazione di disabilità▪ La Diagnosi Funzionale▪ Il Profilo Dinamico Funzionale▪ Il Piano Educativo Individualizzato2) I DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI: DSA, ADHD, Disturbo Oppositivo Provocatorio DOP, Borderline cognitivo, Disturbo del Linguaggio DL, Deficit delle abilità non verbali, Deficit della coordinazione motoria (Disprassia), Disturbo della condotta in adolescenza (L. 170/2010 con presenza di certificazione sanitaria o in attesa di approfondimento diagnostico).La Documentazione comprende:▪ Relazione clinica che includa la codifica diagnostica (ICD-10), il percorso di valutazione

effettuato, le indicazioni di intervento, i riferimenti relativi alla presa in carico, l’indicazione dei test e dei punteggi ottenuti. La diagnosi di DSA, può essere effettuata, dalle UONPIA delle strutture pubbliche e private accreditate (secondo i criteri previsti dalle Linee di Indirizzo regionali e dalla Consensus Conference nazionale per i DSA del 2007) ed è necessaria la presenza di un’equipe con competenze specifiche che includa il neuropsichiatra infantile, lo psicologo e il terapista del linguaggio. Affinché la certificazione di DSA possa essere considerata valida per i benefici di legge, essa deve evidenziare chiaramente che la diagnosi è avvenuta secondo quanto sopra indicato.

▪ Piano Didattico Personalizzato per DSA3) LO SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO: alunni seguiti dal servizio famiglia-minori, situazioni segnalate dalla famiglia, rilevazioni del Team docenti attraverso osservazione diretta.La Documentazione comprende:▪ Eventuale segnalazione Servizio Famiglia-Minori▪ Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti▪ Dichiarazione di Adesione Famiglia▪ Piano Didattico Personalizzato BES4) LO SVANTAGGIO LINGUISTICO E CULTURALE: alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non hanno ancora acquisito le adeguate competenze linguistiche.La Documentazione comprende:▪ Indicazioni Commissione Intercultura o Protocollo di Accoglienza Alunni Stranieri▪ Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti/Consiglio di Classe▪ Dichiarazione di Adesione Famiglia▪ Piano Didattico Personalizzato BES

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5) IL DISAGIO COMPORTAMENTALE/RELAZIONALE: alunni con funzionamento problematico, definito in base al danno vissuto effettivamente dall’alunno, prodotto su altri e sull’ambiente (senza certificazione sanitaria)La Documentazione comprende:▪ Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti/Consiglio di Classe▪ Dichiarazione di Adesione Famiglia▪ Piano Didattico Personalizzato BESLe situazioni di svantaggio socio-economico e culturale vengono considerate nella misura in cui costituiscono un ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale, sociale dell’alunno e generano scarso funzionamento adattivo, con conseguente peggioramento della sua immagine sociale.

A. Rilevazione dei BES presenti: n°1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 7

➢ minorati vista /➢ minorati udito /➢ Psicofisici 7

2. disturbi evolutivi specifici➢ DSA 5➢ ADHD/DOP➢ Borderline cognitivo 1➢ Altro

3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)➢ Socio-economico➢ Linguistico-culturale 1➢ Disagio comportamentale/relazionale 5➢ Altro

Totali 19% su popolazione scolastica

N° PEI redatti dai GLHO 7N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria

5N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione 7

B. Risorse professionali specifiche

Prevalentemente utilizzate in… Sì / NoInsegnanti di sostegno Attività individualizzate

e di piccolo gruppoSì

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

No

AEC Attività individualizzate e di piccolo gruppo

No

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

No

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo

No

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

No

Funzioni strumentali / coordinamento SìReferenti di Istituto (disabilità, DSA,

BES)Sì

Psicopedagogisti e affini esterni/interni NoDocenti tutor/mentor No

Altro:Altro:

Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità

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C. Coinvolgimento docenti curricolari

Attraverso… Sì / No

Coordinatori di classe e simili

Partecipazione a GLI NoRapporti con famiglie SìTutoraggio alunni SìProgetti didattico-educativi a prevalente NoAltro:

Docenti con specifica formazione

Partecipazione a GLI SìRapporti con famiglie SìTutoraggio alunni SìProgetti didattico-educativi a prevalente NoAltro:

Altri docenti

Partecipazione a GLI NoRapporti con famiglie SìTutoraggio alunni SìProgetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

NoAltro:

D. Coinvolgimento personale ATA

Assistenza alunni disabili NoProgetti di inclusione / laboratori integrati

NoAltro:

E. Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia NoCoinvolgimento in progetti di inclusione

NoCoinvolgimento in attività di promozione della comunità NoAltro:

F. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità NoAccordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili NoProcedure condivise di intervento sulla disabilità NoProcedure condivise di intervento su disagio e simili SìProgetti territoriali integrati SìProgetti integrati a livello di singola scuola

NoRapporti con CTS / CTI SìAltro:

G. Rapporti con privato sociale e volontariato

Progetti territoriali integrati SìProgetti integrati a livello di singola scuola

SìProgetti a livello di reti di scuole Sì

H. Formazione docenti

Strategie e metodologie educativo- didattiche / gestione della classe

NoDidattica speciale e progetti educativo- didattici a prevalente SiDidattica interculturale / italiano L2 NoPsicologia e psicopatologia dell’età evolutiva (compresi DSA, NoProgetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…)

No

Altro:

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Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*:

0 1 2 3 4Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo

XPossibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti XAdozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;

XOrganizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola

XOrganizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti; XRuolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative;

XSviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi; XValorizzazione delle risorse esistenti XAcquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione XAttenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

X

Altro:Altro:* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimoAdattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

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Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.)

La scuola attua una politica di promozione dell’inclusione condivisa da tutto il personale, definendo le strutture organizzative, di coordinamento e di referenza, interna ed esterna, degli interventi educativo- didattici rivolti alla disabilità e al disagio scolastico. Sensibilizza e coinvolge la famiglia elaborando progetti condivisi, facilitando i contatti con i servizi territoriali e stimolando la comunicazione tra tutti i soggetti, interni ed esterni, coinvolti nella progettualità inclusiva.

CONSIGLIO DI CLASSEIl Consiglio di Classe:

o Individua gli alunni con Bisogni Educativi Speciali per i quali redige e adotta il Piano Didattico Personalizzato. In presenza di certificazione di disabilità redige e adotta il Piano Educativo Individualizzato con la presenza del docente di sostegno.

o Definisce gli interventi educativi e didattici, le strategie e le metodologie più idonee per la partecipazione e la piena realizzazione degli alunni con BES nel contesto scolastico di apprendimento.

o Informa il Dirigente Scolastico e i referenti sugli alunni con BES individuatio Collabora alla raccolta e analisi dei datio Incontra le famiglie

GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLHI)

Presieduto dal Dirigente scolastico è costituito dal referente dei docenti di sostegno, dai docenti di sostegno, dai coordinatori di classe, dalle FFSS.Compiti e funzioni del GLHI:

o Rilevazione dei BES, monitoraggio e valutazione.o Raccolta e documentazione degli interventi educativo-didattici.o Consulenza e supporto su strategie e metodologie.o Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai GLH operativi.o Elaborazione del PAIo Raccordo con CTS, CTI e servizi sanitari e sociali territoriali.

GRUPPO DI LAVORO HANDICAP (GLH)

Presieduto dal Dirigente Scolastico è costituito dal referente dei docenti di sostegno e dai docenti di sostegno, dall’ASL territoriale, dai genitori degli alunni con disabilità e, ove richiesti, da operatori specialistici.Compiti e funzioni del GLH:

o Analizza il percorso didattico-educativo e di integrazione dei singoli alunni con disabilitào Cura i rapporti con l’ASL territoriale e le Associazioni coinvolteo Formula proposte di tipo organizzativo e/o progettuale per il miglioramento

dell’integrazione degli alunni con disabilità.

GRUPPO DI LAVORO HANDICAP OPERATIVO (GLHO)Presieduto dal Dirigente Scolastico è costituito dal Consiglio di Classe e, ove necessario, dall’ASL e/o da altro personale che opera con l’alunno disabile.Compiti e funzioni del GLHO:

o Progettazione e verifica del PEIo Stesura e verifica del PDPo Individuazione e programmazione delle modalità operative, delle strategie, degli

interventi e degli strumenti necessari all’integrazione degli alunni con BES

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COLLEGIO DEI DOCENTIo Discute e delibera il PAIo Discute e delibera gli obiettivi e le attività proposte dal GLI che confluiscono nel PAIo Verifica i risultati ottenuti

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnantiLa formazione dei docenti curriculari e di sostegno prevede l’attivazione di corsi di formazione sulle tematiche dell’inclusione e sulla disabilità:

o Psicopatologia dell’età evolutiva.o L2o Metodologie di gestione della classeo Formazione su ADHD, disabilità intellettiveo Autismoo Didattica speciale a tematica inclusivao Valutazione dei percorsi di apprendimento degli alunni con BES

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;

Le strategie di valutazione coerenti con la prassi inclusiva terranno conto delle difficoltà specifiche di ciascun alunno, puntando a evidenziare i punti di forza e sottolineando con chiarezza i progressi nel percorso formativo. La valutazione si baserà su:

Osservazioni in ingresso per una valutazione iniziale

Osservazioni in itinere programmate, con verifiche debitamente predisposte

Valutazione finale che sia alla base della successiva progettazione didattica

Elaborazione di griglie condivise

La valutazione come prassi inclusiva dovrà fondamentalmente verificare il raggiungimento degli standard previsti di indipendenza personale e di responsabilità sociale. La valutazione, nelle forme e con le modalità previste dalle disposizioni in vigore, è riferita a: Comportamento, Contenuti disciplinari, Attività svolte sulla base del PEI; essa è espressa con voto in decimi, secondo le modalità e le condizioni indicate nel POF.I comportamenti osservabili possono riguardare:

Prestazioni in ambito disciplinare

Lavoro in autonomia

Rispetto delle consegne

Partecipazione al dialogo educativo

Livello di autostima e di benessere a scuola

La rilevazione di conoscenze, abilità, competenze relative ai contenuti disciplinari avverrà nelle forme e con le modalità previste dalla normativa vigente. Le verifiche potranno essere:

Comuni

Adattate

Differenziate sulla base del PEI o PDP

La valutazione nella prassi inclusiva dovrà predisporre modalità per misurare anche le attività alternative previste dal PEI o dal PDP, rilevandone la ricaduta su ciascuna disciplina del curriculo.

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Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuolaLe diverse figure professionali collaborano e interagiscono all’interno della scuola.Docenti di sostegno:Supportano i docenti di classe in attività inclusive come l’apprendimento cooperativo, attività di tutoring, attività individuali per potenziare abilità e conoscenze utili al processo di inclusioneSostegno linguistico L2:Attiva percorsi di apprendimento/approfondimento della lingua italiana secondo i bisogni degli alunni in accordo con i docenti della classe.Tutti i soggetti coinvolti organizzano azioni attraverso metodologie funzionali all’inclusione e al successo della persona anche attraverso attività laboratoriali (saper come fare a...), cooperative learning, peer tutoring, attività individualizzate.Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti

o Coinvolgimento di Associazioni operanti sul territorio per la realizzazione di sportello di ascolto, consulenza, educazione alla socio-affettività per alunni, famiglie, personale scolastico

o Collaborazione con il personale dell’ASL territoriale e le Associazioni per progettazione integrata, finalizzata al recupero di varie forme di disagio e all’inclusione.

o Raccordo con CTS/CTIRuolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative

La famiglia, come prima titolare del compito educativo, viene chiamata a condividere la responsabilità formativa relativa al ragazzo, attraverso un coinvolgimento attivo nelle pratiche inerenti l’inclusività.

Insieme alla scuola, la famiglia ha un ruolo di fondamentale importanza nella presa in carico delle problematiche dell'alunno. Essa ha il compito di:

sostenere la motivazione e l’impegno del figlio nel lavoro scolastico e domestico; verificare regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati; verificare che venga portato a scuola il materiale richiesto; stimolare l’acquisizione di autonomia nella gestione dei tempi di studio,

dell’impegno scolastico e delle relazioni con i docenti; considerare non soltanto l'aspetto valutativo, ma anche quello formativo delle singole

discipline.

Il contributo familiare è determinante sia in fase di progettazione che di realizzazione degli interventi inclusivi e si esplica attraverso:

la condivisione degli obiettivi da raggiungere e delle scelte effettuate per perseguirli; il coinvolgimento nell’approvazione del PEI e PDP e la sottoscrizione, all'interno di

quest'ultimo, del Patto di Corresponsabilità; la partecipazione a incontri periodici di GLI per individuare bisogni e aspettative

di carattere generale riguardanti l’intero Istituto; la partecipazione a incontri con il Consiglio di classe e/o Specialisti delle sedi ASL

territorialmente competenti per monitorare i processi e individuare azioni di miglioramento per l'inclusione.

La scuola deve garantire alla famiglia comunicazioni chiare e puntuali, con riferimento alle difficoltà e al tipo di progettazione educativo/didattica del Consiglio di Classe/Team dei docenti.

La scuola si assume l'impegno, con professionalità e costanza, di informare la famiglia:

sulle strategie didattiche che di volta in volta la scuola progetta per un apprendimento quanto più possibile sereno e inclusivo;

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Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi;ACCOGLIENZAl’accoglienza di studenti con BES all’inizio del percorso scolastico l’accoglienza di studenti con BES in corso d’annoil passaggio di informazioni relative a studenti con BES da un ordine di scuola all’altroCURRICOLOLa definizione del curricolo è differenziata in base alla specificità del disagio, i Consigli di Classe pianificheranno un percorso formativo che nella maggior parte di casi è perfettamente rispondente agli obiettivi ministeriali ma si differenzia negli strumenti e nelle metodologie. Nei casi più gravi si stabilirà un piano che preveda, una volta concluso il ciclo di studi, un'attestazione di competenze.ATTIVITÀ

attività adattata rispetto al compito comune (in classe) attività differenziata con materiale predisposto (in classe) affiancamento / guida nell’attività comune (in classe) attività di approfondimento / recupero a gruppi dentro la classe o per classi parallele attività di approfondimento / recupero individuale tutoraggio tra pari (in classe o fuori) lavori di gruppo tra pari in classe attività di piccolo gruppo fuori dalla classe affiancamento / guida nell’attività individuale fuori dalla classe e nello studio attività individuale autonoma attività alternativa, laboratori

specifici Progetti specifici: per l’inclusione degli alunni stranieri: “Divento Italiano Imparando l’Italiano” per alunni provenienti da contesti socio-economici deprivati e con difficoltà

relazionali, finalizzati ad evitare la dispersione e l’abbandono scolastico per alunni con DSA: “Sportello DSA”

CONTENUTI comuni alternativi ridotti facilitati

SPAZI organizzazione dello spazio aula. attività da svolgere in ambienti diversi dall’aula. spazi attrezzati luoghi extrascuola

TEMPI tempi aggiuntivi per l’esecuzione delle attività

MATERIALI/STRUMENTI materiale predisposto, concreto, visivo, vocale, sonoro, musicale testi adattati, testi specifici, calcolatrice, formulari …. mappe, video, lavagna interattiva, computer, ausili, software

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RISULTATI ATTESI* comportamenti osservabili che testimoniano il grado di raggiungimento dell’obiettivo

La dicitura risultati attesi * è stata scelta per suggerire la rilevazione di comportamenti che rivelano l’acquisizione di conoscenze, abilità, competenze riconoscibili come risultato degli interventi e dei percorsi personalizzati e rispondenti ai bisogni formativi precedentemente rilevati.Valorizzazione delle risorse esistentiLa scuola prevede di valorizzare le risorse esistenti, tramite progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva, anche attraverso la partecipazione a reti di scuole.Nell’organizzazione delle attività di inclusione si utilizzano:- risorse professionali esterne messe a disposizione dagli Enti Locali e dal Ministero;- risorse professionali operanti sul territorio;- risorse economiche dell’Istituto;- risorse professionali interne all’Istituto (docenti con titoli specifici e competenze attinenti alla finalità inclusiva)

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusioneL’eterogeneità dei soggetti con BES e la molteplicità delle risposte possibili richiede l’articolazione di un progetto globale che valorizzi prioritariamente le risorse della comunità scolastica e definisca la richiesta di risorse aggiuntive per la realizzazione di interventi mirati.L’Istituto si propone di:

o assegnare docenti alla realizzazione di progetti di inclusione e personalizzazione degli apprendimenti;

o utilizzare risorse per corsi di formazione sulla didattica inclusiva al fine di ottimizzare gli interventi su tutti gli alunni;

o utilizzare risorse umane e strutturali per favorire la promozione del successo formativo degli alunni stranieri e per corsi di alfabetizzazione;

o definire nuove intese con i servizi socio-sanitari;o costituire reti di scuole sul tema dell’inclusività;o interfacciarsi con i CTS/CTI per relazioni d’intesa;o coinvolgere associazioni e agenzie formative presenti sul territorio

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.La scuola per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali si propone di:

o coinvolgere le famiglie nella fase di inserimento iniziale;o predisporre uno sportello di ascolto di supporto agli alunni stranieri, ADHD e con

disturbi nel comportamento e alle loro famiglieo interfacciarsi con le scuole di provenienza per la realizzazione di una continuità

formativa che coinvolga le famiglie e gli educatori anche attraverso la realizzazione di progetti specifici

o favorire il confronto tra docenti dei diversi segmenti per il bilancio delle competenze.L’Istituto partecipa da tempo al progetto di alternanza scuola-lavoro e attua attività di orientamento lavorativo e universitario in uscita, con particolare riferimento alle classi terminali al fine di:

o costruire un progetto di vita in cui il lavoro e l’autonomia siano le basi di un reale inserimento sociale

o far emergere le potenzialità della personao avviare una progettualità in grado di ridurre l’assistenzialismoo incrementare le possibilità del futuro inserimento lavorativo

I documenti relativi ai BES (PEI, PDP) sono accolti e condivisi con le scuole di provenienza (scuola secondaria di I grado), in modo da assicurare un’azione sinergica dell’intervento