Io Come Autore 21

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autore www.iocome.it 21 numero In copertina Francesca R. Di Biagio 100% free 100% free Schiavizzami e pagami! 9 anni dentro Reportage d’arte Finalisti Pagina UNO Anno 1 N. 21 / SETTEMBRE 2011 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. La mia Cina Intervista a Francesca Di Biagio

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Rivista dedicata agli autori

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autorewww.iocome.it

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In copertina Francesca R. Di Biagio

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Schiavizzami e pagami!

9 anni dentro

Reportage d’arte

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La mia CinaIntervista a Francesca Di Biagio

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IN COPERTINAFRANCESCA ROMANA DI BIAGIOGiornalista Professionista.

Francesca Romana Di Biagio è una giornalista professionista per carta stampata e televisione. Scrive di cultura e costume per Il Giornale, Panorama Economy, ed è autrice della rubrica “Made in China”, per Espansione, il mensile economico del quotidiano Il Giornale. Ha curato e condotto vari programmi per Class Cnbc, Mediaset e Mediolanum Channel. È stata caporedattore del femminile GOO!. Nel 2009, ha realizzato il reportage televisivo, “Un ponte in rosa”, patrocinato dal Senato e dedicato al rapporto tra internazionalizzazione e crescita professionale femminile. Ha collaborato al progetto Italia degli innovatori, promosso dal Ministero della pubblica amministrazione e innovazione e dal Commissariato italiano per l’Expo 2010 di Shanghai.

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in copertina Francesca R. Di Biagio

Francesca Romana Di Biagio

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iorubricheLibri con la D maiuscola | 6di Patrizia Bellinelli

I Love Berlino | 12Schiavizzami e pagami, please!

L’intervista a Francesca Di Biagio | 14La mia Cina

Concorso letterario DEd’A edizioni | 24Reportage d’arte | 26

Alessandro Cascio | 8Nove anni dentro

Tommaso Nuti | 30La voce dell’immaginario

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editoriale

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Libri con la D maiuscola | 6di Patrizia Bellinelli

I Love Berlino | 12Schiavizzami e pagami, please!

L’intervista a Francesca Di Biagio | 14La mia Cina

Concorso letterario DEd’A edizioni | 24Reportage d’arte | 26

Alessandro Cascio | 8Nove anni dentro

Tommaso Nuti | 30La voce dell’immaginario

Avevamo già parlato di cambio d’e-quilibri e in questi giorni le news con-fermano le nostre visioni. La Cina, prima acquirente del debito Usa si sta proponendo come investi-tore per il vecchio continente; confermando che l’Asia sta diventan-do il motore mondiale e prima o poi forse ci dovremmo sottomettere alla pax cinese; così come ci siamo sotto-messi a quella americana. Non è ancora un giro di vite consoli-dato ma certo non si possono non no-tare questi, neanche poi tanto debo-li, segnali. Il futuro è la Cina? C’è una certa contraddizione nel vede-re che parte del popolo cinese emi-gra verso la vecchia Europa; mentre l’altra parte se la compra pezzo per pezzo; ma forse fa tutto parte di un fantasmagorico piano di conquista; perché oggi ragazzi, chi le prede siamo noi! Da leoni ad agnelli. Raccontare la Cina comporta sempre il rischio di banalizzare la situazione; forse per la fragilità del nostro punto di vista; per questo ce la siamo fatta raccontare da Francesca Di Biagio, che in Cina ci ha vissuto davvero.

Il punto di vista in questo caso, è quello di una professionista della comunicazione giornalistica, che ha esplorato la terra di Mao in ambi-to alla collaborazione del progetto “Italia degli innovatori”. Attraverso i suoi occhi, scopriremo l’attua-lità di questa terra affrontando diversi temi, tra cui le pari oppor-tunità; la questione giovani e ovvia-mente una parte delle responsabilità del governo cinese in ambito sociale, ovvero la loro politica di protezione ambientale. Parlare di diritti umani, in quest’occasione non è stato possi-bile; ma indirettamente vi vogliamo far riflettere sulla totalità del mondo cinese; perciò fate attenzione an-che alle cose non dette; perché anche i silenzi hanno i loro diver-si significati.

Buona Lettura!M. B.

Marika Barbanti

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ero21libri con la

D maiuscola.

Il segnalibro rosa di Open AR.S.

Patrizia BellinelliNata a Torino nel 1976, Laureata in Giurisprudenza all’Università di Tori-no, dopo quasi 10 anni come pratican-te avvocato in studi legali, grazie ad un uomo speciale, ha deciso di ascoltare il richiamo di alcune sue grandi passioni: la lettura e la scrittura. Ha fondato il blog Open AR.S.-A spasso tra i libri, in cui le emozioni della parola si fondo-no con quelle della fotografia: perché i libri si leggono, si recensiscono, si ascoltano e si osservano con profondo rispetto. Organizza e cura eventi cultu-rali ed un canale web tematico dedica-to a libri e lettori.

Approfondimento e recensione sul blog: www.openars.it/?p=1029sezione Osservato speciale. www.aspassotrailibri.it

Da un anno e mezzo scrivo le recen-sioni dei libri che leggo e da quando ho deciso di farlo ho pensato, forse con presunzione, che qualsiasi opera potesse essere recensita. “Che pensiero banale, mi sono detta”.

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di Patrizia Bellinelli

Ho avuto tra le mani questo libro qualche mese fa, in occasione di un incontro in cui ho potuto conoscere la persona che oggi, per me, è una grande amica, la scrittrice Barba-ra Garlaschelli. L’ho divorato in un paio di sere e mi sono ricreduta: non è vero, alcu-ni libri non possono essere recensiti! Libri devastanti e ironici allo stesso tempo, che il lettore ha fatto suoi, parola dopo parola, sospiro dopo sospiro, ma che per la loro for-za dirompente che possiedono non possono essere relegati in poche righe di recensione. Difficile in questo caso per il lettore mettere le emozioni nero su bianco. Mi è capitato questo quando ho voltato l’ul-tima pagina di Sirena: un libro che mi ha fagocitato e respinto nello stesso momento. Un’autobiografia che rapisce, annienta l’i-dea più superficiale e diffusa di sofferenza, e che nello stesso battito di ciglia regala al lettore la più naturale e inaspettata delle risate. Un romanzo che respinge quando si pensa di dover trovare una giustificazio-ne agli eventi, o quando lo si vuole leggere con gli occhi della malinconia. Leggi e pen-si: “Questo libro racconta un dramma, non posso che provare tristezza e compassione”. Sbagliato! Sirena non è tristezza e compas-sione: è il grido incessante con cui si riven-dica l’essere e non il sembrare, l’io e non l’ombra di ciò che è stato.Una vita si trasforma nel tempo di un tuffo e il dolore, la paura e il senso di vuoto si ac-compagnano a una rinascita e a un’afferma-zione dell’io che sono un pugno nello stoma-co al pessimismo, uno schiaffo sonoro allo smarrimento e al pietismo. Sirena è la forza dirompente di un corpo stremato dai dolo-ri e dalle operazioni, la rabbia di un’anima sincera che lotta con se stessa, mai contro: è questa la sottile differenza sulla quale si annida la consapevolezza di poter rinascere.

Acquisita questa consapevolezza, Barbara Garlaschelli è diventata la donna splendida e la scrittrice di successo che è oggi: il con-dizionamento di quel vortice d’acqua che vo-leva annientarla non l’ha sopraffatta.Dimenticavo, la sedia a rotelle… Lascio che sia lei a parlarvene! Sirena può essere solo letto, non raccontato.

Incipit“Prima è l’acqua, poi lo schianto, poi il do-lore. Poi è di nuovo acqua. È come se una corrente ad alta tensione ti stesse attraver-sando il corpo che non riesci più a domina-re. Galleggi come una bottiglia con dentro il messaggio. Se è un sogno, è un brutto so-gno. Se è la realtà, pensi, sono morta, per-ché attorno continua a essere solo acqua. Voci, risate, movimenti ti arrivano attutiti. Sono vicini, ma è come se fossero un altro mondo. Tu ancora non lo sai, ma hai attra-versato una soglia e ora sei da un’altra par-te. Non respiri, sei lucida. Senti il sapore del sangue, ma non respiri. L’aria nei polmoni si sta esaurendo, ma non respiri. Se respiri, sei morta. Ascolti il tuo corpo. Sta urlando. Non respiri”.

Sirena. Mezzo pesante in movimento di Barbara Garlaschelli,

Isbn 978-88 8451-408-8

Pagine 144 • € 10,00

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“Cosa stai facendo?” mi chiede mia nonna al telefono. “Sto scrivendo tremila bat-

tute per Io Come Autore”.“Cos’è, una rivista comica?”“No” le rispondo, “vuol dire che devo colpire tremila volte i tasti del Pc”.Quelli giusti, che mescolati assieme pos-sano convincere la gente a comprare i miei romanzi, ma ne ho già spese tre-centotrentanove, di battute, e non ho ancora concluso un cazzo. Nonna crede di dover morire da un mo-mento all’altro sin dagli anni ’90 e vive ogni giorno come se fosse l’ultimo: ov-vero piange, si dispera, saluta sempre tutti come se non dovesse più rivederli e alla sera, dopo aver fatto testamento, cade in un sonno profondo con in mano le palline del suo rosario. Rosario è un badante messicano che le hanno mandato quelli dell’assi-stenza anziani.

Riattacco il telefono, ci metterà un po’ per richiamare: è lenta la nonna, è l’e-sempio dell’ironia divina che ci rallen-ta proprio quando dovremmo avere più fretta di vivere. E io sono ancora a novecentonovanta-cinque battute e non vi ho detto nulla di me e della mia scrittura.

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Autori

“Vi svegliate in una Chicago buia e piovosa in un bilocale di periferia al suono di una odiosa melodia. Il vostro vicino di casa vi augura una buona giornata nonostante abbiate una faccia che mostra disgusto per ogni minuto della vostra esisten-za. Lavorate in un discount pieno di veleni con animali sorridenti in confezioni 3 x 2. Il capo vi urla di tornare a lavoro, che i “5 minu-ti di pausa” si chiamerebbero “10 minuti di pausa” se durassero 10 minuti. La donna che vedete, non la vedete ormai da tempo. Il vo-stro stomaco rumoreggia, la vostra mente anche. Tutto questo, tra poco, sarà solo il passato. RESPIRATE, QUELLA RABBIA NON TI PORTERA’ NULLA DI BUONO, SE NON TE NE LIBERE-RAI IN FRETTA. Venerdì ci sarà un Touch and Splat. Prendete l’ auto, attraversate il de-serto con due amici e siate liberi, finalmente”.

Touch and splaT

nove anni denTroNon è un romanzo per vecchi

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9www.iocome.it

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978

-88-

9035

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Alessandro CascioDiventerò ricco un giorno, col videopoker, se riuscirò a capire perché mi danno due carte invece di cinque.

Mi viene l’ansia, il mio mental coach dice che è nel mio dna, dice che certe persone hanno paure primitive, questo forse serve a spiegare la mia fobia dei brontosauri o dei bisonti delle steppe. Ho iniziato a scrivere racconti che avevo nove anni e da allora ho conti-nuato su questa strada: nel senso che scrivo come un bambino di nove anni.

Con la stessa capacità fiabesca inten-do, anche se i temi sono diversi. Ades-so scrivo di pistole, sesso, religione, ma in modo dissacrante, di sangue, di vite sull’orlo del precipizio e di “femmes fatale”. Non sono di certo gli stessi argomenti che avevo da bambino: a nove anni non sapevo il francese. Il miei primi romanzi uscirono con Il Foglio, ma li ritirai presto perché avevo intenzione di fare altro nella vita. Capii che “altro” era faticoso e sottopagato così mi misi a scrivere che sì è fatico-so e sottopagato, ma almeno puoi farlo in casa tra un videopoker e un episodio di Californication. Diventerò ricco un giorno, col videopoker, se riuscirò a capire perché mi danno due carte invece di cinque.Entrai alla Scuola Comics di Roma e l’anno dopo passai le selezioni per la

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Autori 21Alessandro Cascio

Alessandro Cascio

scuola di sceneggiatura BC Network. Mi dovetti trasferire dall’amata Sici-lia alla grande città e il giorno della mia partenza, mentre la nave lascia-va il porto, salutai per l’ultima volta quei baffuti mangiacannoli col fucile in spalla e le coppole in testa e quelle prosperose e lagnose lavandaie vestite di nero, anche loro baffute.

Studiai con docenti come Mario Moni-celli, la scrittrice Francesca Marciano, gli sceneggiatori Costantini, Capone e Suso Cecchi D’Amico. Scrissi sceneg-giature per un regista locale e tornai a pubblicare nel 2010 con la casa editri-ce Historica i romanzi Touch and splat e Noi sotto il sole di Santiago con le prefazioni rispettivamente di Ernesto Gastaldi (C’era una volta in America) e Vincenzo Mollica.

Vi racconterei di quella volta che riu-scii a scoprire come fare i milioni con uno spago e uno stuzzicadenti ma sono centosettantacinque battute oltre il limite impostomi di tremila, sarà per un’altra volta.

E poi ho mia nonna al telefono. Cre-de che questa sia la volta buona. Is

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€ 7,90

Noi sotto il Sole di Santiago è un soffio, NOUS, che attraversa le vene, le arterie, muove quel che resta del tuo essere vivente tra-sportandolo alla ragionevolezza della natura. “Noi siamo ciò che ci circonda”, siamo i beni che posse-diamo, siamo il telecomando, “ di-ventiamo la nostra auto e portiamo nel cuore l’odio per chi ne ha graf-fiato la fiancata con una chiave”, tutti legati fra noi e inermi di fron-te a un oscuro destino.

noi soTTo il sole di sanTiago

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I B rlinointegrazione multiculturale

S ch i a v i z z am i e p a gam i , p l ea se !

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di Medea

I B rlinoS ch i a v i z z am i e p a gam i , p l ea se !

Il problema di Berlino è che ci lavora-no tonnellate di ragazzetti neo-laurea-ti, senza esperienza, che fanno stage o mini-lavori per 400 euro al mese.Il problema è che questi ragazzi voglio-

no fare carriera, ma se gli chiedi di portare a termine un lavo-

ro serio, ti guardano con la stessa espressione che si fa normalmente quando cer-chi di comprendere un testo

di Achille Bonito Oliva, sen-za però aver assunto LSD.

È un’orda di forza lavoro a basso prezzo, che vuole far carriera senza avere esperienza e che cerca di arri-vare ai buoni posti, senza imparare nulla. Per questo motivo cercano la via preferenziale: lo schiavismo.

A volte si assistono a scene di servili-smo al limite del fantozziano: un ragaz-zino, economista rampante ed esperto (il che significa in media una laurea triennale e uno stage trimestrale alle spalle), parla solo e unicamente coi superiori, evitando i colleghi come la peste. I superiori drizzano le anten-nine e comprendono che il tipo è da spremere come un limone di Sorrento,

fino a che non ci fanno un bel limoncel-lo casareccio. Il ragazzetto sarà dunque invitato sempre a pranzo con loro, potrà ave-re l’onore di sedersi al tavolo dei capireparto. Non solo: avrà l’onore di rispondere alle mail personali dei capi anche al week-end, di pulirgli l’auto, di correre avanti e indietro per gli uffici con carte da firmare, di lavorare ogni giorno dalle 9 fino alle 22!

Dopo un paio di mesi, arriva un nuo-vo ragazzetto, carne fresca e nel pieno delle sue forze. Il primo picco-lino, ormai allo stremo, viene mandato via, perché il suo stage è terminato.

Va via con la coda tra le gambe, cerca di organizzare con i colleghi una sera-ta d’addio, ma visto che aveva sempre spifferato al capo tutto quello che gli altri impiegati facevano e dicevano, i colleghi gli danno appuntamento in un locale sperduto in periferia, in mezzo a neo-nazisti. Lui andrà lì da solo, mentre tutti, perfino i capirepar-to col nuovo schiavetto, si stanno di-vertendo a un afterwork in qualche lo-cale fighetto del centro, ballando tutti insieme musica anni ’80.

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ero l’intervista

La miaCinaFrancesca Romana Di Biagio è una giornalista professio-nista per carta stampata e televisione. Scrive di cultura e costume per Il Giornale, Panorama Economy, ed è autrice della rubrica “Made in China”, per Espansione, il mensile economico del quotidiano Il Giornale. Ha curato e condot-to vari programmi per Class Cnbc, Mediaset e Mediola-num Channel. È stata caporedattore del femminile GOO!. Nel 2009, ha realizzato il reportage televisivo, “Un ponte in rosa”, patrocinato dal Senato e dedicato al rapporto tra internazionalizzazione e crescita professionale femminile. Ha collaborato al progetto Italia degli innovatori, promosso dal Ministero della pubblica amministrazione e innovazione e dal Commissariato italiano per l’Expo 2010 di Shanghai.

Chi è Francesca

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a Francesca R. Di Biagio

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Vivere in CinaUsi e costumi della cultura tradizionale cineseIn Cina convivono modernità e tradizio-ne, avanguardia e arretratezza. Spesso si incontrano persone per strada che cantano, suonano, esercitano il tai chi, o trasportano merci su vecchie barche (e non di rado sono donne). Ho avuto la fortuna di vivere a Shanghai tra il 2008 e 2010, prima, durante e dopo il grande evento dell’Expo 2010 che ha modificato completamente la fisiono-mia della città e ha rappresentato per il Paese una svolta straordinaria a li-vello di immagine planetaria.

Nella Cina che ho visto, appena sono arrivata, i grandi hotel sorgevano ac-canto a baracche fatiscenti, cumuli di immondizia e bancarelle che vendeva-no frutta, o spiedini di carne. A poco a poco (e con questo intendo nel giro di qualche mese), ho assistito a grandi cambiamenti: le costruzioni pericolan-ti sono state fatte brillare, con esplo-

sioni dal botto assordante che ho spes-so sentito mentre ero in casa. Al loro posto, sono sorti grattacieli avveniristi e in vista dell’Expo le autorità hanno imposto alla popolazione nuovi stili di vita, più simili a quelli dei turisti oc-cidentali in arrivo: divieto di girare in pigiama, sputare per terra o ruttare.

La cultura cinese è distante anni luce dalla nostra e nel mio libro “Orientar-si in Cina”, descrivo degli episodi re-ali e buffi, legati a incomprensioni di ogni genere. Bisogna però riconoscere ai Cinesi un grande spirito di adatta-mento, metamorfosi e adeguamento a nuove situazioni. Sotto questo profilo hanno molto da insegnarci.

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ero l’intervista

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La Cina non conosce crisi, per ora. Se-condo stime economiche internaziona-li, quest’anno il Pil del Paese crescerà del 9-9,5%, l’export salirà del 10% e isalari del 10%. La ricchezza non risie-de più soltanto nelle grandi città, ma sta raggiungendo anche i centri mino-ri. Le opportunità di business più pro-mettenti, per noi italiani, riguardano, senza dubbio, il settore del lusso (la cui crescita è prevista intorno all’11% nel 2011). I Cinesi identificano l’Italia come la patria dello stile e adorano i nostri marchi di moda, articoli di ar-redamento e gioielli. Il consumatore cinese ricco non ha limiti di spesa, ha meno di 45 anni ed è propenso a spe-rimentare il canale della vendita via Internet. Una strategia seguita da al-cuni nostri marchi è la quotazione sul-le piazze asiatiche, come nel caso di

Business In CinaQuali sono i settori trainanti dell’economia Cinese? Quale opportunità di business ci sono?

Prada e del piemontese Miroglio. Un altro settore interessante è quello del-le energie rinnovabili, per la fornitura di attrezzature, componenti per il sola-re (il 98% della strumentazione è im-portata dall’Occidente) e prodotti ad alta tecnologia per la green economy. Va considerato che l’ambiente è tra le priorità del Piano quinquennale 2011-2015 della Cina. Anche il comparto sa-nitario riserva buone opportunità per le nostre imprese, per la vendita di ap-parecchiature e tecnologia. Senza di-menticare, infine, l’agro-alimentare: i cinesi sono sempre più sedotti dal cibo italiano. Attenzione però: prima di in-trodurre sul mercato un nuovo prodot-to è bene condurre approfonditi studi di marketing e predisporre un’articola-ta rete distributiva. L’improvvisazione in Cina non paga, anzi costa cara.

a Francesca R. Di Biagio

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Nel 2009 ho realizzato a Shang-hai il reportage televisivo “Un ponte in rosa”, patrocinato dal Senato e dedicato a donne italia-ne e cinesi che lavorano in Cina per nostre aziende. L’intento era quello di sondare il rapporto tra internazionalizzazione ed eman-cipazione femminile. Mi sono trovata a Shanghai per lavoro e lì mi sono chiesta: cosa offre la Cina alle donne italiane, me compresa? Sorprendentemente, ho notato che la Cina da tempo riconosce alle donne molto più spazio nella società e nella fa-miglia di quanto faccia l’Italia. Non a caso Mao Tze Tung defini-va l’universo femminile “l’altra metà del cielo”. In tv ho notato una forte presenza femminile, sia a livello giornalistico, che po-litico. Non è poi difficile trova-re donne che svolgono mestieri manuali, che nel nostro Paese sono prerogativa degli uomini.

Questa mia impressione è stata confermata dalle intervistate di nazionalità cinese, le quali han-no ammesso, con totale onestà, di non aver mai riscontrato diffi-coltà professionali per il fatto di essere donne. Una simile parità di diritti, tuttavia, si scontra con un grande problema che la Cina sta tentando di risolvere: la di-sparità di educazione scolastica e accesso al lavoro che permane tra le province e le città.

Le Cinesi hanno profonda ammi-razione per lo stile di vita occi-dentale, che cercano di emulare a tutti i costi: vorrebbero essere come noi italiane e si sforzano di imitarci, il che non sempre è un bene. Quanto alle donne italia-ne che lavorano in Cina, posso dire che sono molto in gamba e hanno una marcia in più, perché ogni giorno si confrontano con una cultura diversa.

Donne e lavoro

a Francesca R. Di Biagio 21num

ero l’intervista

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GiovaniLa Cina è un Paese fatto da gio-vani. Almeno per ora, perché presto la popolazione invecchie-rà, anche a causa della politica del figlio unico. Molti ragazzi studiano all’estero, sono deter-minati e ambiziosi; amano lavo-rare in proprio e inventano nuovi business servendosi di Internet. La Cina poi dedica molte risor-se economiche alla formazione universitaria. Anche i giovani italiani si fanno sempre più spa-zio nella Cina contemporanea, grazie a brillanti idee e a for-mule d’investimento innovative. Nei miei reportage giornalistici e nel mio libro ho parlato della storia di Palmiro Petrini: un for-naio di Tivoli che oggi è divenu-to un grande imprenditore della panetteria e ristorazione. Il suo

successo è dovuto all’avere im-portato per primo in Cina la fari-na per la pizza e avere insegna-to ai Cinesi a fare la Margherita e la Quattro stagioni. Città come Shanghai, Pechino, Hong Kong sono piene di giovani architetti, che progettano edifici e locali, come Samuele Martelli e il suo socio, Giambattista Burdo, di ri-storatori, general manager, che gestiscono filiali di nostre azien-de e anche di studenti che stu-diano il cinese, perché, lungimi-ranti, hanno capito che il futuro economico è in Oriente.La Cina è adatta ai giovani anche per il suo stile di vita dinamico e spesso stressante. Insomma, per vivere lì ci vuole un certo fisico e l’età giusta.

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Nella foto:Samuele Martelli

e Giambattista Burdo

Nella foto:Palmiro Petrinifornaio di Tivoli

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A Shanghai (ma anche Pechino e Hong Kong) non ci si annoia di certo. I giovani che arrivano lì per lavoro, il primo anno dormono in media 4 ore a notte: escono tutte le sere e la mat-tina si svegliano presto per andare in ufficio. Discoteche, locali, ristoranti e feste sono una tentazione continua e- guarda caso – gran parte della mo-vida notturna è gestita da italiani, che hanno esportato in Cina la moda dell’happy hour, del Carnevale e Fer-ragosto e che organizzano serate a tema. I locali di Shanghai sono tal-volta sorprendenti: posizionati al 50° o 80° piano di grattacieli e iper tec-nologici. Frequentare posti e gente è anche un modo per socializzare, fare nuove amicizie e stringere contatti professionali. Le idee più geniali in Cina nascono ai tavolini dei bar e i vari social network (Asmallworld in primis) segnalano sempre miriadi di iniziative, che animano le notti cine-si. Il giorno non è da meno, con sva-ghi che vanno dagli ottimi e poco cari massaggi, allo shopping, manicure e prestazioni estetiche a buon prezzo. Senza contare i numerosi concerti, inaugurazioni di mostre ed eventi culturali. Il da fare non manca, ma dopo un anno in Cina, in molti accu-sano la stanchezza da iperattività. Comprensibilmente.

NightLifea Francesca R. Di Biagio

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AnimaliHo sempre adorato gli animali e la prima parola che ho pronunciato da piccola è stata “gatto”. Sono rima-sta quindi scioccata nel vedere nei supermercati cinesi tartarughe ma-rine che sguazzavano nei banchi del pesce, in attesa di essere messe in un sacchetto e poi cucinate, nell’os-servare panda sporchi e sofferenti, relegati in celle di due metri quadra-ti negli zoo e uccellini infilzati in uno spiedino e serviti ai passanti. Anco-ra più scandalizzata di me lo è sta-ta una nota sinologa francese che è

stata espulsa dal Paese, senza possibilità di rien-tro, per aver mollato un ceffone a un poliziotto che aveva picchiato un micio.La Cina non ha mai pre-

stato grande attenzione a natura, fauna e ambien-te, ma qualcosa ora sta

cambiando. Per fortuna. Il dodicesimo Piano quin-

quennale 2011-2015 indica tra gli obbiettivi primari la ri-duzione del consumo energeti-co del 16%, l’aumento dell’uso dei carburanti non fossili e in-terventi per l’incremento degli

spazi verdi. Lo Stato intende investire circa 7,4 mila miliardi di dollari nel settore delle energie rinnovabili. Soddisfacente l’andamento dell’eolico, che nel 2009 ha rappresentato circa 1/3 della nuova capacità installata a livello globale (con una crescita del 35% annuo dal 2004). Nei prossimi tre anni si prevedono le stesse dinamiche di avanzamento anche per il fotovoltaico. E, proba-bilmente, presto cambierà anche la sensibilità della popolazione verso gli amici a quattro zampe e l’habitat in cui vivono. 

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Il libroOrientarsi in Cina

Vivere la Cina nel quotidiano. Le sfide da affrontare, le oppor-tunità da cogliere, i lavori da gestire e inventare. I consigli per muoversi al meglio in un grande Paese in continua evoluzione. Questo il contenuto del libro “Orientarsi in Cina”, di Francesca Romana Di Biagio e Matteo Donelli, Aliberti Editori, per la col-lana di Pierluigi Celli, in libreria a 16 euro.

Francesca Romana Di Biagio, giornalista e Matteo Donelli, ma-nager internazionale, riportano la loro esperienza in una Shang-hai dai mille volti, piena di con-traddizioni, sorprese, emozio-ni e possibilità di affermazione professionale. Senza la pretesa di essere sinologi, né storici, ma semplicemente Italiani all’este-ro, gli autori tracciano un rac-conto del loro vissuto in Oriente e raccolgono interessanti storie di nostri connazionali. Con una narrazione fresca, sincera e di-vertente di uno spaccato moder-no della Cina che si apre verso l’Italia, il volume è adatto per accompagnare ogni trasferta nella terra del Dragone. Più o meno lunga che sia.

a Francesca R. Di Biagio

Matteo Donelli e Francesca Romana Di Biagio Prezzo: € 16,00

ISB

N: 9

7888

7424

6724

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concorso letterario

idenTikiT di Jacopo orso Tosco – BrasaTo di viTe in salsa di provinciaPer votare Jacopo Orso

http://www.dedaedizioni.com/index.php?option=com_content&view=category&id=48&Itemid=130

ToscoJacopo Orso

Sghembo modo di cam-

minare, occhi stretti tipici del buon dormiente

Guardiano di museo d’arte

Londra

Parlare da solo ad alta voce

Qualsiasi cosa possa

stimolare un tentativo oppure una

rinuncia, sotto qualsiasi forma e linguaggio

Trovare prima di

cercare

È un

buon romanzo, bizzarro e instabile

Jacopo Orso Tosco

Vota orso

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DEd’A edizioni

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Molto spesso le persone inadatte o troppo adatte alla vita si mettono a scrivere. Io penso che lo si faccia per offrire al mondo, spesso pochi gatti, in rari casi numerose perso-ne, un attestato di esistenza.

La realtà, anche quando è amara, scontrosa, tende a provocare. Lo scrittore reagisce a questa provocazione con un’altra provocazione. Si potrebbe defini-re un tentativo di dialogo.

Vista sotto questa ottica qualsiasi letteratura, anche la più nichilista, è comunque un gesto di speranza e, al tempo stesso, politica.

idenTikiT di Jacopo orso Tosco – BrasaTo di viTe in salsa di provincia

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Raccontaci come e perché sei diventato uno scrittore

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Jacopo Orso Tosco

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La mostra Personale di Niccoò Pizzorno si e svolta in un ambiente accolgliente e raffinato, l’Atelier di SARAH GISMONDI in Via San Vincenzo 26\1a a Genova una vera “Bottega delle idee” come la stessa Sarah ama definirlo, oltre alla mostra Niccolò ha collaborato con Sarah, Eli-sabetta e Alessandro (formando il trio “LoGiCo”) alla creazione di una linea di gioielli che hanno chiamato “OLTRE” la quale è ispirata alle sue ultime creazio-ni in plexiglass: anelli, collane braccia-li, orecchini. Infine, l’artista ha dipinto a mano ogni singolo pezzo in modo da garantirne l’unicità.

“Niccolò Pizzorno, giovane artista emer-gente genovese, con un già ben solido background ricco di mostre ed esposi-zioni (tra le più recenti ricordiamo quel-le di Roma e Ferrara) ha proposto con questa personale un interessante ex-cursus all’interno del suo “fare” artisti-co: dagli esordi al periodo più recente, dalle illustrazioni su carta con tecnica mista alle ultime illustrazioni rivisitate, “rese altro” e inserite su nuovi e diversi supporti, dalla ritrattistica più “acca-demica” a una nuova concezione di ri-tratto che diventa ora, quadro simboli-co carico di significati e contenuti, ora opera seriale e mitizzata, ora raffigura-zione contaminata da stili differenti tra loro, solo apparentemente inconcilia-

Mostra Personale di NICCOLÒ PIZZORNO

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reportage d’arte

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Nuovo astratto (Jim Morrison)

plexiglass 100x100cm

Autoritratto

reportage d’arte

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bili. L’iter creativo di Pizzorno risulta sempre in crescendo dal punto di vista ideativo e giunge, infine, in una con-tinua sperimentazione, alle particolari installazioni dalle soluzioni originali ove regnano l’artificio della luce a led e della stampa digitale e la fluidità dei dipinti e dei colori riportati su plexi-glass, quasi fossero acqua.

L’esposizione era suddivisa idealmente in sei parti per facilitare la “lettura” e la comprensione di questo percorso alla scoperta di un giovane artista, già così eclettico, poliedrico e prolifico.Lo sfondo si fondeva con i vari livel-li sovrapposti, con il ritratto virtuale, con la croce, con la figura umana da tergo fino a divenire una sola opera. Un collàges contemporaneo che pur essendo tale, era anche un mosaico di reminescenze di svariata natura: pic-coli riquadri con rami bianchi, una sorta di albero della vita, uniti tra loro come gli omini di Keith Haring e lar-ghe campiture di colori caldi e freddi come un quadro di Braque. Tutto, in questo pannello, oscillava tra reale e irreale, tra dimensione tangibile, vera, prospettica e dimensione impalpabile, di fantasia e senza schemi, tra vita e morte, tra sacro e profano, tra linee squadrate e linee curve in un connu-bio che aveva del magico e del magne-tico”.

Valentina Isola

1 - Ricordiamo per voi2 - Osama Bin Laden ritratto da un’insieme di schermi amoled3 - Nuovo astratto plexiglass 120x80 cm

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http://chinaccia.wordpress.com/2011/08/

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Nasco nel 1979 a Bologna, nel 1993 mi trasferisco a Firenze. Il mondo della comunicazione “globale” at-

traverso la musica mi ha sempre affa-scinato. Mi ci ritrovo un po’ per caso, dopo alcu-ne esperienze controverse e impacciate con alcuni gruppi per cui facevo il paro-liere. Nel 1994 inizio a seguire il mondo della radio e delle discoteche. Il fa-scino di una comunicazione che avve-niva senza farsi vedere, soltanto con la voce, è sicuramente un qualcosa che mi ha stregato. Già qualche anno prima le mitiche tra-smissioni di Videomusic introducevano lo stesso concetto che mi aveva affasci-nato: non vedevi le facce dei Vj, sen-tivi solo le voci fra un video e l’altro che riuscivano a spiegarti “cosa, come, chi”. Probabilmente ce l’avevo nel sangue fin da allora. Ho iniziato a fare radio nel 1999, come fonico in una piccola emittente locale a Firenze. La classica gavetta piena di emozioni e idee, di sensazione che tutti possano ascoltarti e che tu possa portare il tuo contributo dal nulla. Pochi mezzi e tan-

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Autori

la voce dell’immaginarioUniversi paralleli prendono vita col suono delle parole

Un romanzo ironico e tagliente sugli anni ’80. I quasi 15 anni di distanza da quel mondo sfavillante fanno la differenza e svelano i trucchi di un tipo di moda e di musica persi rispetto alle nuove tecnologie che stanno arrivando. Si crea un dialogo continuo e serrato fra due generazioni, rappresentate da Diamante, una promoter di un’agenzia di spettacolo e da Francesco, impacciato speaker di una radio locale. I ruoli dei due protagonisti si scambieranno velocemente fino a un capovolgimento estremo sotto la pioggia battente del finale. Una pioggia simbolo dell´età che avanza, e che scioglierà tutti insieme i trucchi trasgressivi dei patetici nostalgici dell´“epoca” ’80.

Bacia la pioggiaIs

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Pagine 198 • € 15,00

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31www.iocome.it

Tommaso Nuti

ta creatività, era una delle ultime radio che si faceva ancora “con le mani”, tra cassette, vinili, minidisc e persino delle bobine. L’mp3 iniziò ad arrivare proprio in quegli anni, i computer quasi era-no dei nemici dei programmatori radiofonici.

Sono le atmosfere che ho voluto ripor-tare anche nel mio primo romanzo, così come quelle degli anni successivi in cui lavoro in discoteca come Dj in svariati locali a Firenze a partire dal 2000, fino a due anni in animazione in alcuni vil-laggi turistici.

In quell’ambiente lavoro come foni-co per il cabaret dei villaggi, realiz-ziamo alcuni spettacoli tra cui la riedi-zione di Se il tempo fosse un gambero, classico degli anni ’80, che tuttora in alcuni suoi spezzoni utilizzo come sigle dei miei programmi in radio.

Nel 2005 mi appassiono anche al teatro comico, scrivendo alcuni testi per cabaret e collaborando come fonico e autore per spettacoli del cabarettista Christian Vertucci. Per alcuni anni mi occupo anche di musica e di collezioni-smo in vinile, gestendo il negozio di di-schi “Arlecchino Graymalkin records”. Torno a lavorare in radio nel 2007, adot-tando il nome d’arte di “Zanna” nel-la webradio di Sandro Veronesi Radio Gas. È il ritorno a un certo tipo di radio libera che non pensavo nem-meno esistesse più. Una seconda giovinezza radiofonica dove gli speaker sono liberi autori di se stessi e, soprattutto, scelgono la musica personalmente. Mi butto sul rock. Sem-

brerebbe una contraddizione o un tra-dimento, in realtà è un ampliarsi delle mie conoscenze e della mia concezione di comunicazione radiofonica.

Dal 2007 al 2009 conduco e sono auto-re di molti programmi diversi tra loro. Quello che mi da più soddisfazione è in coppia con un’altra speaker, Lisa San-ti: Spaghetti 12 km. È un format radio-comico dove lavoro anche come autore di scenette e personaggi, dando libero sfogo alla creatività nella distruzione dei principali canoni del rock. Si crea un’empatia molto forte e una serie di tormentoni e di gag che merite-rebbero un romanzo a sé.

Nell’inverno del 2009 approdo a Radio Toscana in una parentesi come fonico e l’anno dopo ritorno finalmente al mi-crofono nella webradio Radio Stonata, finalmente alla conduzione di quello che io ritengo il mio orario, la mattina presto. Creo e conduco un magazine chiamato non a caso Ridammi la radio legandomi a una canzone di Vasco Ros-si, ma soprattutto alla voglia di ricomin-ciare a parlare a un microfono e di ri-dare la voglia dell’ascolto della radio la mattina presto a chi è connesso dall’al-tra parte. Da Gennaio 2011 “Ridammi la radio” viene ritrasmesso anche in fm su Radio Azzurra 88 Rete Liguria.

Tommaso Nuti

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