Io Come Autore 57

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numero 57 autore Il socialnetwork per la cultura è già on-line raggiungici ora! Concorso “nei libri con Medeo”: iscrizioni in chiusura Rinascere con la scrittura: ecco Elvira Orsini Ritrovarsi nella memoria con Jolanda Buccella Pennellate di P arole: ricordi e speranze CONCORSO LETTERARIO!! Sfoderate il vostro romanzo: arriva il Nei Libri con Medeo! www.iocome.it Anno 2 N. 57 / OTTOBRE 2012 - Periodico - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

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Rivista dedicata agli autori

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Il socialnetworkper la cultura

è già on-line

raggiungici ora!

● Concorso “nei libri con Medeo”: iscrizioni in chiusura ● Rinascere con la scrittura: ecco Elvira Orsini ● Ritrovarsi nella memoria con Jolanda Buccella ● Pennellate di Parole: ricordi e speranze

concorsoletterario!!Sfoderate il vostro romanzo: arriva il

Nei Libri con Medeo!

www.iocome.it

Anno 2 N. 57 / ottobre 2012 - Periodico - editore e Proprietario: ebookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-reA: MI-1942227.Iscr. tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

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Elvira Orsini | 8Il Crocefisso - Storiadi fame e d’amiciziaJolanda Buccella | 14Fortuna, il buco delle vite

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Pennellate di paroleGiovanna Vannini | 6Informazione Letteraria | 12Claudia Capogreco

il Vortex | 18di Giorgio GinelliNon solo pietre | 22di Natale BarcaL’angolo della poesiaPaola Concilio | 27Eventi | 30a cura della redazione

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editorialeCi sto facendo l’abitudine: qualcuno parla di qualcosa accaduto tempo fa, che siano giorni o anni poco con-ta, e subito nella mia testa scatta un meccanismo, curioso ma ben oliato, per cui sfoglio mentalmente un diario virtuale e mi do pace solo quando ho collocato nel tempo e nello spazio ciò di cui si parla, con un margine d’errore trascurabile.è più forte di me. La mia memoria fa a gara con gli appunti sulle agende quando si tratta di tirar fuori da qualche cassetto impolverato un ricordo, una discussio-ne, una serata, un sorso di vino bevuto in compagnia. E raramen-te sbaglia. Ma non provate a chiedermi il numero di telefono di casa mia: credo che nemmeno sotto tortura riuscirei a memoriz-zarlo. La mia testa funziona così: efficientissima quando si tratta di richiamare parti di vita, identica a quella di un pesce rosso con numeri e dati. In questo numero di Io Come Autore la memoria s’insinua in ogni pagina: quella quasi proustiana nelle Pennellate di Parole, che da un’immagine richiama ricordi di tempi passati e plasma speranze per il futuro; quella rigorosa della storia, ricostruita e interpreta-ta attraverso le tracce, che non sono “solo vecchie pietre”, lascia-te da civiltà scomparse; o quella che serve per ritrovarsi, riper-correndo strade e scelte tortuose che hanno portato al presente e che vanno rilette per trovare una nuova consapevolezza di sé, come nel romanzo di una delle autrici che presentiamo. Ci auguriamo che questo giro tra le memorie possa stimolare la vostra, in qualunque modo essa funzioni... e se i risultati non do-vessero essere eccellenti, non preoccupatevi: i nostri arretrati sono sempre online per un ripasso!

Daniela Villa

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Concorso letterario Prima edizione

Medeo Social Network della Cultura, con il patro-cinio di Fondazione Per Leggere – Biblioteche Sud Ovest Milano – e Diamond Editrice, indice la prima edizione del CONCORSO LETTERARIO NEI LIBRI CON MEDEO riservato ai romanzi inediti.

Opere ammesse: • Romanzi inediti, di autori italiani o stranieri maggiori di 18 anni, scritti

in italiano, liberi da diritti, non pubblicati in nessuna forma da alcuna società editoriale o di self publishing;

• Alla categoria “Medeo Young” potranno essere ammessi gli autori di età compresa tra i 18 e i 26 anni (farà fede l’età compiuta al momento dell’invio del materiale);

• Alla categoria “Medeo Senior” potranno essere ammessi gli autori di età superiore ai 26 anni (farà fede l’età compiuta al momento dell’invio del materiale).

Come partecipare: • Inviare via mail a [email protected] la propria candidatura (vedi do-

manda di iscrizione) corredata di biografia dell’autore (800/1000 battu-te max), sinossi dell’opera (800/1000 battute max), file in formato rtf e pdf delle prime 40 cartelle* del romanzo e indicando a quale delle due categorie si intende iscriversi. Non saranno accettati testi manoscritti o dattiloscritti. I partecipanti, sottoscrivendo la domanda di partecipa-zione, si assumono la piena responsabilità della natura inedita, non dif-famatoria, non oscena né frutto di plagio della propria opera. Non sono previste quote di iscrizione. Per tutto lo svolgimento del concorso tutti i lettori potranno segnalare eventuali non conformità delle opere parte-cipanti e l’organizzazione, valutate le segnalazioni, si riserva il diritto di eliminare dal concorso i romanzi considerati non conformi alle suddette richieste;

• Iscriversi al social network www.medeo.it con i dati corrispondenti a quelli indicati nella domanda di partecipazione;

• I partecipanti dovranno inviare il materiale richiesto e aver sottoscrit-to l’iscrizione al social network www.medeo.it entro il 31.10.2012. Gli autori ammessi riceveranno un’apposita email di conferma entro il 12.11.2012.

*Cartella: ogni cartella deve essere composta indicativamente di 30 ri-ghe di 60 battute circa, per un massimo di 2000 battute a cartella, spazi vuoti compresi.

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“Nei libri con Medeo”

Come avvengono le votazioni:• Dal 15.11.2012 nella sezione Sondaggi del sito www.medeo.it saranno

disponibili i due elenchi (uno per categoria) degli autori partecipanti nonché le prime 40 cartelle dei relativi romanzi. Gli utenti del social network Medeo potranno leggere gli estratti delle opere e saranno liberi di dare il proprio voto (un voto a utente per ciascuna categoria, per un massimo di due voti a utente) all’estratto preferito.

• Solo gli autori dei libri che per ogni categoria avranno ricevuto almeno 250 voti entro il 31.01.2013 (o comunque dei primi 15 libri più votati entro la stessa data) passeranno alla seconda fase del concorso. Entro il 04.02.2013, su segnalazione della redazione, gli autori contattati do-vranno inviare in redazione il romanzo per intero (sempre in formato rtf e pdf), che non verrà pubblicato in alcun caso ma solo esaminato dalla giuria. In questa seconda fase una giuria qualificata, con giurati selezionati da Fondazione Per Leggere e Diamond Editrice, leggerà per intero le opere ammesse alla seconda fase e decreterà un vincito-re per ciascuna categoria. Il romanzo primo classificato per ciascuna categoria verrà pubblicato in formato eBook da Diamond Editrice nel corso del 2013.

• La premiazione ufficiale si svolgerà nel mese di marzo 2013, data e luogo da definirsi.

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Centellinando i pensieri lo sguardo mi cad-de sulla ribaltina del trumeau, dove una foto in cornice d’argento lavorata a sbal-zo, ritraeva i miei genitori a Venezia. Ram-mentai con quanta segretezza mia madre avesse confezionato quel viaggio, regalo di compleanno per i sessant’anni del babbo. Tre giorni, tra calle, campielli e ponti vene-ziani, organizzati dalla mamma nei minimi dettagli; biglietti ferroviari di prima classe, soggiorno in una pensione al terzo piano di un antico palazzo, un po’ fuori dai soliti cir-cuiti turistici. Dulcis in fundo il pranzo di compleanno del babbo, prenotato sull’Isola di Burano, in un tipico ristorantino di quelli che costeggiano il canale. Il babbo non era per le improvvisate, spe-cialmente di quel genere, ma piacevol-mente si lasciò condurre dalla mamma tra “scae e scaete”, tra canali e fondamenta della magica città lagunare, traghettandosi interessato da un’isola all’altra, scoprendo un modo nuovo di intendere e trascorrere il tempo libero. Per mia madre fu un successo. Lei che con la mente e con l’anima sempre viaggiava.Riposi la foto, e con gli occhi ancora im-mersi nei volti sorridenti dei miei, rimasi ad augurarmi di condividere un giorno con un qualcuno ancora da trovare, identiche emozioni...

Giovanna Vannini

“Scae e scaete…”

Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una par-tecipazione ad un antolo-gia, ha intra-preso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la cono-scerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capola-vori di varie correnti arti-stiche.

pennellate di parole

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Giovanna Vannininu

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John Singer Sargent, Strada in Venezia 1882

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Conosciamo Elvira Orsini con il suo romanzo d’esordio

Cosa ti ha portato a scrivere? Per me scrivere significa met-tere sulla carta uno stato d’ani-mo. Ho iniziato circa 15 anni fa, quando il bisogno di vivere una sorta di vita parallela, di fuggire da una quotidianità a tratti in-sopportabile è diventato irrefre-nabile. Per tanto tempo non mi sono mai chiesta perché, invece di parlare con un’amica, passas-si le notti a picchiettare sui ta-sti. è stato come rinascere, non lo so spiegare.Quando hai deciso di scrivere il tuo primo libro? Il titolo del mio primo romanzo è “Il Crocefisso - Storia di fame e d’amicizia”, edito da Laura Ca-pone Editore, Milano, copyright 2011. è il primo libro che pubbli-co, ma non il primo che scrivo. Proprio con questo testo, a cui ho iniziato a lavorare circa 10 anni fa, ho scoperto fino a che punto la scrittura fosse diventa-ta fondamentale per me. Avevo perso all’improvviso una perso-na cara e stavo rielaborando un dolore profondo. Così, traendo ispirazione da un mondo che co-nosco molto bene, ho iniziato un percorso che mi ha regalato la gioia di costruire una storia sem-plice, popolata di personaggi nei quali chiunque può ritrovarsi, indipendentemente dal periodo

Autrice

storico o dalla condizione socia-le cui appartiene. Il Crocefisso, che nella storia ha un ruolo cen-trale, non ha una vera valenza religiosa, come può essere in-teso nel senso più tradizionale; esso rappresenta la forza che abbiamo in noi, l’amore che do-vrebbe guidarci e darci confor-to. I bambini protagonisti dell’o-pera, in virtù del tempo loro concesso, riescono a vedere con occhi puri oltre quelle simbolo-gie coniate per le false esigenze dell’uomo. Ecco allora che, per i due piccoli, il Crocefisso assume un valore profondo che per tutta la loro vita costituirà un rifugio dove riparare, qualcosa da non rinnegare mai.È stato facile trovare un Edi-tore, ti sei affidata a un agen-te letterario? Descrivi il tuo percorso per arrivare alla pubblicazione.Non mi sono affidata ad un

La scrittura come rinascita, il

ricordo come punto di partenza

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numero

57Elvira Orsiniagente letterario, perché non avevo mai pensato di pubblica-re. Sebbene il mondo dell’edi-toria non sia dei più accessibi-li, l’incontro con il mio editore (Laura Capone Editore) è stato semplicissimo. Stavo curiosan-do in Internet quando per caso mi sono imbattuta in questa giovane casa editrice, che di-chiarava apertamente di esse-re all’inizio della sua avventura e non prometteva miracoli, ma che avrebbe lavorato seriamen-te nell’ambito delle sue possi-bilità. Tra tanti editori a paga-mento (naturalmente la Laura Capone Editore non lo è) e tan-ti che promettono mari e mon-ti, questa casa editrice mi ha colpita. L’ho contattata e vi ho trovato un mondo di gente se-ria che agisce con trasparenza e correttezza. Sono molto felice di aver pubblicato con loro.Come nascono i tuoi libri?Quando scrivo, parlo di senti-menti comuni a tutti. Ci tengo però a sottolineare che “Il Cro-cefisso” non è un romanzo au-tobiografico, anche se ho pre-so spunto da figure realmente esistite per creare la storia, partendo da una realtà a me conosciuta e familiare. Non im-porta se i vari Giovanni o Ma-ria - alcuni “miei” personaggi - siano davvero esistiti, con le loro mancanze e le loro virtù. Io desideravo semplicemente far rivivere un mondo non certo facile, che ho addirittura esa-sperato per rendere ancor più evidenti quei valori che oggi, troppo spesso, non sappiamo ritrovare, né tanto meno ap-

prezzare. La complicità dei due bambini protagonisti, quel loro “non avere” e “non chiedere”, la capacità di vivere appieno, nel senso vero della parola, quanto la vita sapeva donar loro, che agli occhi dei più era una mise-ria ma diventava un tesoro per il loro piccolo cuore; ecco, tut-to ciò rendeva partecipe anche me. Scrivendo, pagina dopo pa-gina, mi sentivo come arricchi-ta, non saprei spiegare perché, le emozioni si possono solo tra-smettere ed io spero di averlo fatto! Come la sensazione di ter-ra bagnata di pioggia, di fronde mosse dal vento, di fantasia che corre dove noi vogliamo... per gioia... o nostalgia.Come ti descriveresti?Sono una persona abbastanza introversa ma non scontrosa, semplicemente non amo appari-re e manifestare le mie emozio-

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Elvira Orsinini; mi si creda, appena il libro è stato pubblicato non è stato semplice, per me, gestire la nuova situazione. Poi tutto si è rivelato meraviglioso, un’espe-rienza unica. Come ciliegina sulla torta, la Provincia di Perugia, ritenendo “Il Crocefisso - Storia di fame e d’amicizia” un testo dal forte valore socio-culturale, proprio per gli argomenti in esso trat-tati, ha concesso il Patrocinio all’opera, il che è stato per me, ovviamente, un grande onore. Inoltre, vorrei segnalare che in data 26 Maggio 2012, in occa-sione dell’inaugurazione del-la “Biblioteca Internazionale - Lingue e letterature del mon-do”, facente parte del progetto “Biblioteche dei libri salvati”, sono stata invitata a Bettona (PG) per intervenire alla pre-sentazione ufficiale del libro. Il tuo motto personale?Vivi per… Non ho un motto personale, ma VIVO PER… difendere i de-boli! Nel mio caso si tratta de-gli animali, che amo ed aiuto come posso, quotidianamente ed instancabilmente. Nel video promozionale realizzato per “Il Crocefisso” (facilmente repe-ribile su YouTube digitando il titolo completo del libro nella barra di ricerca) in cui sono evi-denziati i punti salienti del ro-manzo, la vera protagonista è la mia splendida Lara, compagna di vita a quattro zampe che mi ha lasciata di recente, essendo ormai vecchina e stanca. Anco-ra adesso è come se non se ne fosse mai andata, gli anni che

abbiamo passato insieme sono un ricordo indelebile d’amore reciproco che nessuno, mai, po-trà cancellare. Guardo il video ed il mio dolore si attenua un po’. Solo chi ama gli animali, o quanto meno ha del rispetto per loro, saprà capire.Perché dovrei acquistare il tuo libro?Perché dovresti comprare il mio libro? Proverò a spiegarte-lo: in un mondo dove è più im-portante apparire che essere, dove fare la velina è la massi-ma ambizione di molte ragazze, dove la bellezza sembra essere di fondamentale importanza e per denaro non si guarda più in faccia a nessuno, “Il Crocefis-so” aiuta a comprendere qua-li siano i veri valori della vita; che in un corpo imperfetto può nascondersi un tesoro, che sba-gliare appartiene ad ognuno di noi, ma ci si può riscattare, quando lo si vuole. Ma soprattutto che se sappiamo apprezzare quanto abbiamo, possiamo ancora essere felici, pur non avendo molto, proprio come i due bambini protagoni-sti dimostrano continuamente, anche con le loro scarpe rigide e scomode come tavolette, del-le tavolette gialle! ●

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Storia di fame e d’amicizia

Estratto dal libro “[…] Il mio universo s’era ricom-posto e non c’era niente, in quel momento, che non fosse super-fluo. Non eravamo più i bambini d’un tempo, ma l’amore che ci legava era lo stesso, inossidabile come l’acciaio. Mi sentivo forte, inespugnabile nella mia roccafor-te fatta di presunzione, vegliata da quel Padreterno con cui spes-so venivo ai ferri corti, ma che non rinnegavo mai. Mi sentivo forte, perché sapevano ancora bastarmi le tavolette gialle. […]”

Il crocefIssostoria di fame e d’amiciziaAutore: elvira orsinieditore: laura capone editoreAnno: 2011PAGIne: 158IsBn cartaceo: 9788897226154PreZZo cartaceo: € 10,00IsBn eBook: 9788897226178PreZZo eBook: € 2,99

Luisa è una donna che riper-corre il proprio passato doloro-so per affrontare il presente, in un momento in cui è sopraffatta dalla paura. Paura di perdere sua figlia, in procinto di anda-re a studiare fuori, in un’altra città, dove le distanze saran-no accentuate; paura di veder-la allontanarsi definitivamente dietro un muro troppo alto, co-struito su incomprensioni e fra-si non dette. La donna raccon-ta con freschezza linguistica e dettagliata minuzia la propria vita, partendo dai vividi ricordi dell’infanzia trascorsa in un pa-ese umbro con le sue tante vi-cende semplici ed umane, con i suoi scorci campestri, ed i suoi inossidabili valori. Tra qualche rimpianto, tra lacrime e sorrisi, Luisa cerca di guadagnarsi così una possibilità di riscatto, per potersi sentire una donna ed una madre migliore.

www.facebook.com/pages/IL-CROCE-FISSO-Storia-di-fame-e-damicizia-di-Elvira-Orsini/207257972683853

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Al suo esordio Sara De Bartolo, scrit-trice calabrese, propone una storia avvincente e carica di emozioni, che coinvolge il lettore portandolo alla scoperta di passioni travolgenti.Il romanzo “La voce del silenzio” è una riflessione attenta sulle diver-se forme che l’amore può assumere nella vita di ognuno di noi.Il racconto, dal linguaggio semplice e diretto, mostra come, spesso, tale sentimento universale non è facile da incontrare, provare e coltivare.Quello che la De Bartolo propone è un viaggio estremamente accurato alla scoperta di un sentimento in-timo, profondo e autentico, l’unico che può produrre quella naturale fu-sione di due individui, trasformando-li in un’unità. Il protagonista della storia è Giulia-no de Sisci, un famoso compositore e maestro d’orchestra, da sempre tormentato dal buio che sovrasta la sua anima.Non riesce a trovare pace nella mu-sica, nel successo raggiunto con sa-crificio e neanche nella nascita del figlio, Mirko, che tuttavia ha alleg-gerito il peso di un matrimonio, or-mai privo di passione, con la moglie Cecilia.Giuliano è un uomo che inventa l’amore, quello che non ha mai ri-cevuto nella sua vita; costruisce un

Per conoscere l’amore a volte è necessario inventarlo

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La Bottega Editoriale

Un’Agenzia letteraria che offre servizi per l’editoria, la

comunicazione e il giornalismo.

Supporta gli autori per approdare alla pubblicazione (attraverso la

valutazione degli inediti, l’editing, la rappresentanza presso gli

editori, ecc.) e alla sua successiva diffusione (attraverso il

marketing editoriale: promozione stampa, organizzazioni di eventi

letterari, ecc.).

Collabora, inoltre, con le case editrici nell’affrontare i serrati ritmi del mercato editoriale.

È anche editore di due riviste on-line: Bottega Scriptamanent e Direfarescrivere, mensili dedicati

a recensioni librarie, articoli e approfondimenti culturali e

di attualità.

In Un libro da raccontare diamo spazio ai migliori libri scelti per

Io come autore.Il direttore di, La Bottega Editoriale èil giornalista e saggista Fulvio Mazza.

Consigliato da

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La voce del silenzio

rifugio immaginario, un’isola su cui approda ogni volta che si sente sof-focato dalla realtà, una privata dife-sa contro un fato che non gli ha mai concesso l’affetto tanto sperato.Da lungo tempo ormai solo il silen-zio, suo intimo e unico amico, è in grado di consolarlo e di accogliere lo sfogo verso quell’infelicità nasco-sta e mai mostrata.Fino al momento in cui quello che si è solo osato immaginare diventa realtà e ci si accorge che un desti-no, dapprima avverso, devia il suo corso e si incanala verso qualcosa che è troppo forte per essere osta-colato: il grande amore.Diverse sono le storie che s’intrec-ciano in questo racconto rivelando legami inaspettati; per compren-derli bisogna lasciarsi trasportare dal testo che solo alla fine svela tut-ti i retroscena.Sarà Mirko a indagare sul misterio-so passato del padre, con l’aiuto di Carmen Ileru, una giovane investi-gatrice che, grazie al ritrovamento di un ciondolo d’oro a forma di mez-zaluna, arriverà a capo delle vicen-de. Da questo rinvenimento casuale partiranno le indagini, che consen-tiranno ai due ragazzi di ricostruire un pezzo delle loro esistenze, che scopriranno essere, inaspettata-mente, intrecciate.

Claudia Capogreco

Titolo: lA voce del sIlenZIoAutore: sArA de BArToloeditore: cITTA’ del sole edIZIonIAnno di pubblicazione: 2011IsBn: 9788873514312Pagine: 224Prezzo: € 13

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Il romanzo narra la complicata sto-ria di una quarantenne che per amo-re ha lasciato l’Italia e si è trasferita con il suo compagno, un affascinan-te medico dal passato tormentato, in Ruanda a pochi giorni dall’inizio del genocidio dei Tutsi del 1994. Le intricate vicende del destino la por-teranno a vivere i suoi ultimi giorni in prigione e quando verrà decisa la sua condanna a morte, la donna ri-percorrerà il lungo e tortuoso cam-mino delle sue vite passate. Perché Fortuna in realtà non è il suo vero nome, prima ha prestato il suo vol-to e le sue emozioni ad altre due donne. Così all’improvviso la sua memoria la riporta in dietro di mol-ti anni, alle Quattrovie, il paesino del profondo sud dell’Italia dove è nata un lontano mese di giugno de-gli anni Cinquanta. Ora è di nuovo J. Rizzutelli, la bambina con i capel-li rossi come l’inferno e una brutta malformazione alla colonna verte-brale che tutti, per ignoranza, chia-mavano il buco della vita. Vive an-cora nella casa del portone verde e accanto a lei c’è l’amatissima nonna Umberta Prima, l’unica persona che la incoraggiava continuamente a su-perare i suoi limiti e a lottare per la sua felicità. Umberta era tutto il suo mondo, con lei viveva un rapporto simbiotico e il dolore mostruoso che ha provato, quando l’ha persa per sempre è ancora così vivo e radica-

Un viaggio nel tempo e nella memoria per ritrovarsi: ecco il romanzo di Jolanda Buccella

Cosa ti ha portato a scrivere?Scrivo da quando ho imparato a farlo grazie alla mia amatissima maestra delle scuole elementa-ri la signorina Lucia che pur-troppo ora non c’è più. Scrivere mi ha sempre dato un profondo senso di libertà, è meraviglioso plasmare un personaggio rega-largli un nome, un volto, un ca-rattere ben delineato e farlo vi-vere nel luogo che si preferisce, una località esotica, una grande e affollata metropoli del mondo o un posto ancora inesplorato e selvaggio.

Fortuna, il buco delle vite

Sul sito della casa editrice www.ciessedizioni.it potrete trovare le prime venti pagine da leggere http://www.ciessedizioni.it/fortuna/

Jolanda Buccella Autrice

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57 Fortuna, il buco delle vite to nella sua anima. Non deve sprecare

gli ultimi preziosi secondi della sua esi-stenza, lasciandosi trasportare dalla di-sperazione per quel lutto che non ha mai avuto il coraggio di dimenticare, così ripone ancora una volta la piccola J. in un angolino nascosto della sua memoria e si rifugia in Piccoletta, la povera bar-bona che per dieci lunghissimi anni ha cercato di resistere alla fame e al freddo degli inverni romani più rigidi, soltanto per poter arrivare a quell’appuntamento che è fondamentale nella vita di tutte le donne. L’appuntamento con l’amore, che ha gli occhi profondi e lucenti come due olive nere di Nadir, un medico ruandese che è stato costretto all’esilio, per non soccombere al regime che ormai da anni stritola il suo Paese. In un primo momen-to il rapporto tra Nadir e Piccoletta non è per niente facile, la donna dopo aver vis-suto a lungo per strada e sperimentato quanto possa essere grande l’indifferen-za e la ferocia umana, non riesce più a fidarsi di nessuno. Ma il dottore con una pazienza certosina riesce a conquistare la sua amicizia e a entrare lentamente nel suo cuore. Poco alla volta la donna trova la forza per raccontargli del terri-bile rapporto che da bambina aveva avu-to con sua madre Anita, una bellissima ex ballerina classica che non aveva mai accettato la sua disabilità, della dispe-razione della sua adolescenza divisa tra un digiuno che l’aveva quasi portata alla morte e delle abbuffate senza controllo che avevano rischiato di farla esplodere e persino di come era arrivata a ridur-si a quella vita di stenti e privazioni per strada. Quando anche Nadir avrà il co-

raggio di parlare del suo passato ruandese, degli anni che ha tra-scorso in carcere e del suo lungo esilio in Italia, il rapporto tra i due subirà una completa evoluzione… e Piccoletta avrà la possibilità di rinascere ancora e di diventare Fortuna, l’unica donna che forse avrebbe sempre voluto essere.

Sul sito della casa editrice www.ciessedizioni.it potrete trovare le prime venti pagine da leggere http://www.ciessedizioni.it/fortuna/ 15

Jolanda Buccella

forTunA, Il Buco delle vITeAutore: jolAndA BuccellAeditore: cIesse edIZIonIAnno: 2012PAGIne: 592IsBn cartaceo: 9788866600442PreZZo cartaceo: € 22.00 IsBn cartaceo: 978886600459PreZZo cartaceo: € 8.00

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Jolanda Buccella Autrice Quando hai deciso di scrivere il tuo primo libro?Ho cominciato a scrivere Fortu-na, il buco delle vite nel luglio del 2007, all’inizio erano sol-tanto un mucchietto di pensieri confusi gettati su un foglio im-macolato poi ha preso forma, si è evoluto ed è diventato un ro-manzo di 592 pagine tutte da leggere con il fiato sospeso fino alla fine.

è stato facile trovare un Editore, ti sei affidato ad un agente let-terario? Descrivi il tuo percorso per arrivare alla pubblicazione.Non è stato affatto facile trova-re qualcuno che credesse nella forza emotiva del mio romanzo, sono un signor nessuno perciò prima di arrivare alla pubblica-

zione ho dovuto penare, poi fi-nalmente nel dicembre del 2011 ho scoperto per caso la Ciesse edizioni di Carlo Santi ho man-dato il manoscritto e il 12 marzo del 2012 è arrivata la tanto ago-gnata proposta editoriale, quan-do ho aperto la mail e ho letto che erano interessati alla mia Fortuna sono quasi impazzita dalla gioia.

Come nascono i tuoi libri?Fortuna è il mio primo romanzo ed è nato per caso. Spero che ac-cada così anche per i miei pros-simi libri, lascio fare alla sponta-neità della mia immaginazione. Voglio che sia sempre libera di creare ciò che desidera senza al-cuna imposizione da parte della mia volontà.

Come ti descriveresti?Sono una donna che vive di forti passioni, credo che la vita sen-za passioni sarebbe soltanto un passaggio inutile su questa Ter-ra, ho un caratteraccio lunatico e a volte anche un tantino acido, quando non mi fido mi chiudo a riccio ma a chi riesce a conqui-stare la mia fiducia sono dispo-sta a regalare un pezzo impor-tante del mio cuore.

Il tuo motto personale?NON ABBIATE PAURA!!!

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Jolanda BuccellaIn realtà è il motto di Karol Wojt-yla un uomo meraviglioso che ho amato e che amerò per sempre ma è diventato anche un po’ mio da quando i nostri percorsi si sono incrociati. Ogni tanto quan-do ho timore di qualcosa o sono un po’ giù di morale lo ripeto più volte ad alta voce e va subito me-glio.

Vivi per…Vivo per la mia famiglia, vorrei re-galare ai miei genitori tante sod-disfazioni per ripagarli almeno in parte degli innumerevoli sacrifici che hanno fatto per me, senza di loro io non sarei niente. Vivo per la scrittura, vivo per la speranza di conoscere un uomo buono e ge-neroso che sappia amarmi sem-plicemente per quella che sono e vivo per il Milan... la mia passione più grande dopo la scrittura.

Perché dovrei acquistare la tua opera?Perché credo di aver dato vita a una bella storia che non ha niente da invidiare a quelle scritte dagli esordienti che pubblicano Mon-dadori o Einaudi. Tutte le perso-ne che l’hanno già letto mi han-no detto che sono riuscita a farle emozionare e riflettere, proprio quello che speravo di fare mentre trascorrevo le mie giornate a scri-vere davanti al pc.

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il vortex

Il nuovo prof di scienze non sapeva dov’era la fregatura, ma di sicuro l’avrebbe scoperto entro la mattina-ta.Quando aveva accettato l’incarico e aveva messo la spunta sulla casel-la “accetti di insegnare nelle nuove colonie” non si era aspettato certo di finire in quel buco. Quella gente era maleducata, ignorante, puzzava e per di più non avevano delle at-trezzature all’altezza della situazio-ne. Non capiva cosa fossero venuti a fare in quel luogo, e forse non capi-va nemmeno cosa ci facesse lui. Ma tant’è… Erano molte le ragioni per-ché uno finiva a insegnare nelle co-lonie. L’aspetto della tecnologia non era secondario. Almeno per lui, che era abituato a coinvolgere i suoi stu-denti in modo diretto e immergerli in esperienze simulate che rasenta-vano il fantastico. Oggi parliamo di vulcani, e zap! dentro una caldera. Il ciclo del carbonio, e plop! ecco una proiezione tridimensionale dal-la fotosintesi alla respirazione, nella quale alcuni studenti assumevano il ruolo di fotoni provenienti dal sole, altri di molecole di anidride carbo-

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Una porta che doveva essere spinta o tirata… Forse era una delle poche volte che ne vedeva una nella sua vita, in quanto da secoli venivano usate barriere a energia...

Lezione di Scienze

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di Giorgio Ginellinica, alcuni di acqua e altri ancora di glucosio, mentre l’aula si era trasfor-mata in un verde tappeto di cloro-filla; e in quel momento gli studenti erano i fotoni e le molecole.Insomma: per lui fare lezione era im-mergersi con gli studenti all’interno dell’esperienza. Ma quello che ora vedeva davanti a sé era una diste-sa di corpi emaciati, accovacciati in banchi sgangherati, con sguardi tra l’ostile e l’ansioso, che aspettavano di capire come comportarsi con lui. Ma soprattutto l’aula era spoglia, con i muri scrostati e nessuna strut-tura di quelle che normalmente lui utilizzava per amplificare le sue pro-iezioni mentali. Fece un profondo respiro, trattenen-dosi dal buttare fuori tutto il fiato di colpo, e fece segno a quello più vici-no alla porta di alzarsi per chiuderla. Una porta che doveva essere spinta o tirata… Forse era una delle poche volte che ne vedeva una nella sua vita, in quanto da secoli venivano usate barriere a energia per separa-re e chiudere i locali.Fermo appena dopo aver varcato la soglia della stanza, fece girare ra-pidamente lo sguardo intorno per valutare l’attrezzatura di cui l’aula era dotata: due scrivanie affiancate fra loro, sulle quali trovavano posto delle strutture appoggiate sul piano e dalle quali partivano dei cavi che si spandevano in differenti direzio-ni. Alcuni collegavano altri oggetti che stavano su una delle scrivanie, mentre altri scendevano sotto il pia-no per poi risalire attraversando la parete vicina a un pannello bianco

che ricopriva una buona porzione della parete stessa. Poco distante, agganciato a una struttura fissata al soffitto, pendeva un dispositivo con una lente puntata verso il grande pannello bianco. Altri cavi sparivano nei muri attraverso piastre dove era-no fissati un certo tipo di connetto-ri che aveva potuto vedere solo nei musei, nelle teche dove si tenevano i cimeli degli albori della prima rivolu-zione tecnologica. In qualche modo, dunque, tutti quei dispositivi erano collegati fra loro; doveva solo capire quali erano le connessioni principali e quale dei dispositivi era quello che azionava tutto il sistema. Nel silen-zio generale della classe si avvicinò a sbirciare tutto l’insieme. Da giovane aveva avuto modo di utilizzare del-le vecchie strutture simili a quelle, più che altro per ragioni di curiosità, non certo per praticità. Fu grato del-la sua giovanile curiosità.Le loro strutture moderne non ave-vano certo bisogno di essere attiva-re, nemmeno con i comandi vocali. Semplicemente, se chi doveva utiliz-zarle si avvicinava, loro si animavano e tutto procedeva attraverso sempli-ci comandi mentali. Come è normale che sia un sistema: se devo alzare un arto per aprire uno sportello, mica devo pensare consciamente di met-tere in modo la dozzina di muscoli coinvolti e di ruotare dei gradi neces-sari le relative articolazioni. Fa tutto il sistema nervoso senza che uno ne sia cosciente. E così è per tutte le at-trezzature che si devono usare per svolgere qualsiasi tipo di lavoro.Ma lì non sarebbe stato così; siamo

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di Giorgio Ginelli

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il vortex numero

57nelle colonie, si disse il prof. è per questa ragione che gli indigeni non sono ancora in grado di esse-re utilizzati nella società moderna. La loro integrazione deve avvenire per gradi, a partire dall’istruzione. La scuola su quella sperduta colo-nia era ancora a livelli che poteva-no essere definiti preistorici. Si do-veva agire per gradi, migliorando pian piano lo stadio raggiunto con le loro sole forze e integrandolo a poco a poco con la nuova tecnolo-gia. Non si poteva dare loro tutta la conoscenza in una sola volta; il progetto sarebbe durato qualche generazione.Diede un’ultimo sguardo sconso-lato all’insieme delle attrezzatu-re e allungò un arto verso quello che ricordava essere il pulsante di accensione dell’unità centrale di

quel sistema. Con un altro arto im-pugnò un oggetto dotato di tanti piccoli tasti appoggiato sul piano della scrivania e lo punto verso il dispositivo agganciato al soffitto, che sembrava un’antico proietto-re di un paio di secoli prima. Usò gli altri due arti superiori per avvi-cinare la poltroncina e sedersi, in attesa che il sistema si avviasse. Arrotolò la coda sotto la scrivania, ma non poté evitare che le ultime vertebre caudali spuntassero fuo-ri. I terrestri, intanto, continuavano a guardarlo intimoriti. Il nuovo prof di scienze si chiedeva quan-to sarebbe durato il loro atteggia-mento mite e sottomesso. Sperava il più a lungo possibile, perché la puzza della loro paura per adesso era ancora sopportabile. ●

Affrettati, le iscrizioni sono aperte fino al 31 ottobre 2012!

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Concorso letterario Prima edizione

“Nei libri con Medeo” Concorso letterario riservato ai romanzi inediti

a votare saranno gli utenti del social network Medeo!

Affrettati, le iscrizioni sono aperte fino al 31 ottobre 2012!

Sei uno scrittore?IScrIvItI al social network per la cultura Medeo.it e manda il modulo di iscrizione entro il 31.10.2012. Se hai meno di 26 anni potrai partecipare nella categoria Medeo Young, altrimenti iscriviti alla categoria Medeo Senior.

Sei un lettore?IScrIvItI al social network per la cultura Medeo.it e potrai leggere e vo-tare gli estratti dei romanzi in concorso. I più votati dagli utenti del social network arriveranno alla fase conclusiva del concorso in cui una giuria decreterà il vincitore per ogni categoria.

Il concorso è organizzato con il patrocinio di Fondazione Per Leggere - Biblioteche Sud Ovest Milano, e con la collaborazione di Diamond Editrice.

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La partecipazione è gratuita!

Il primo classificato in ogni categoria sarà pubblicato daDiamond Editrice!

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IMPATTI ChE uCCIDONO

Un impatto cosmico potrebbe essere responsabile della cancella-zione di un’antica civiltà. Sarebbe avvenuto intorno al 2000 a.C., scatenando un’apocalisse nello spazio fisico oggi corrispondente al sud dell’Iraq. A quei tempi, la costa settentrionale del Golfo Persico e il suo entroterra erano disseminati di città e villaggi. I loro abitanti

erano per la maggior parte Sume-ri e per la parte restante Accadi. I Sumeri appartenevano al ceppo linguistico indoeuropeo. Essi chia-mavano il loro paese Ki-en-gi. Gli Accadi, invece, erano di stirpe se-mitica. Erano principalmente diffu-si nel nord e nel centro dell’Iraq, e chiamavano il sud dell’Iraq Šumer (si pronuncia Shumer). Molto tem-po dopo che questi popoli erano usciti di scena, Ki-en-gi/Šumer fu chiamato Mesopotamia meridio-nale, dal nome MESÓS POTAMÓS, “Terra fra i fiumi”, dato dai Gre-ci alla regione percorsa dal Tigri, dall’Eufrate e dai loro affluenti. Gli archeologi hanno dimostrato che i

Sumeri inventarono la scrittura cuneiforme sullo scorcio del IV mil-lennio a.C., più o meno nello stesso periodo in cui gli Egizi inven-tavano la scrittura geroglifica. Da quei bravi agricoltori che erano, essi trasformarono in una campagna ben irrigata e prodiga di rac-colti una regione che era da poco emersa dalle acque a causa dell’a-vanzamento della linea di costa. Con ogni probabilità, questo popolo era straniero, perché in depositi sottostanti alle prime testimonian-ze che li riguardano sono stati trovati toponimi e nomi di persona che appartengono a una lingua non indoeuropea, associati ad altre testimonianze.Le “altre testimonianze” lasciano intuire che i predecessori dei Su-meri erano già passati dalla società tribale a un’organizzazione so-ciale più complessa, la città-stato, governata da un re. Uno dei topo-nimi considerati sopra, infatti, è Eridu e identifica la città più antica del mondo e la culla della regalità mesopotamica. Per qualcuno, la zona d’origine dei Sumeri andrebbe cercata nelle regioni attorno al Mar Nero, per qualcun altro nell’altopiano iranico, se non addirittu-ra più a est. Pure l’origine degli Accadi è incerta: sembra che questo

Non solo vecchie pietre

Mappa del Vicino Oriente Antico

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popolo si sia stabilito in Mesopotamia intorno al 2600 a.C., prove-nendo dal Deserto Arabico o dal nord dei Monti Zagros. I Sumeri e gli Accadi erano popoli distinti, ma che appartenevano alla stessa civiltà, alla cui formazione avevano concorso alla pari. Grazie alle fonti scritte in alfabeto cuneiforme e ai ritrovamenti archeologici associati, è oggi possibile seguire l’evoluzione della Civiltà Sumero-Accadica in tutte le sue fasi: Protodinastico, Impero Accadico, Do-minazione Gutea, III Dinastia di Ur. Il Periodo Protodinastico vide le città-stato dei Sumeri guerreggiare fra loro per i motivi più diversi fino a quando il re di Uruk riuscì a estendere la propria sovranità a tutto il Paese di Šumer. Intorno al 2350 a.C. quel re fu definitivamente sconfitto in guerra da un altro re, che non era sumero come lui, ma accade. è allora che l’ethnos accadico divenne dominante e che il Regno di Šumer si

ImPATTI che uccIdono. IPoTesI sul collAsso dI unA cIvIlTàAutore: nATAle BArcAIsBn brossura: 9788889359525editore: Il rAmo d’oro edITore Anno: 2012PAGIne: 403 con illustrazioni a coloriPreZZo: 16.00 € scoPrI Il Book TrAIler: http://vimeo.com/29769200

Natale Barca è uno scrittore e saggista che ha al suo attivo un significativo numero di testi che trattano di storia e civiltà dei po-poli antichi.Il suo campo di indagine si estende dall’Europa mediterranea al Saha-ra orientale e all’Asia Occidentale, in un arco di tempo che abbraccia dalla preistoria alla storia antica(www.natalebarca.it).blog: http://natalebarca.blogspot.it

Natale Barca

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di Natale BarcaNon solo vecchie pietre

trasformò nel Regno di Šumer e Akkad, che aveva come capitale Akkad. Akkad, o Agade, è un sito di localizzazione incerta; secondo alcuni, an-drebbe cercato vicino alla moderna città di Baghdad. Il fondatore del Re-gno di Šumer e Akkad si chiamava Sargon (Sargon I, Sargon Il Grande) ed era un conquistatore. Egli estese la propria sovranità a tutte le terre comprese fra le rive settentrionali del Golfo Persico, i Monti Zagros, la catena dei Tauro e il Mare Mediterraneo, pertanto non solo a tutta la Mesopotamia, ma anche alla Susiana (moderno Khuzistan), alla Siria interna e al Levante meridionale. L’insieme dei suoi domini è oggi consi-derato come il primo Impero Universale della Storia. L’Impero Accadico fu governato da un’unica dinastia, quella di Sargon e dei suoi discen-denti. Intorno al 2150 a.C. crollò sotto l’urto di un’invasione straniera. Gli invasori provenivano dall’altopiano iranico, si chiamavano Gutei ed erano pastori nomadi. Non sapevano come si fa a governare uno Stato

centralizzato e finirono per rico-noscere alle città-sumere margi-ni crescenti di autonomia. Una di quelle città era Lagash ed era go-vernata da Gudea, un personag-gio di grande spessore, pacifica-tore e costruttore di templi.

Ad un certo momento le città su-mere si ribellarono e, sotto la gui-da del re di Uruk, riuscirono a ri-conquistare la libertà. In seguito, venuta meno l’egemonia di Uruk, Ur-Nammu, re di Ur, fondò un Im-pero, che abbracciava la Mesopo-tamia meridionale e la Susiana, ma includeva nella propria sfera d’influenza anche il resto della Mesopotamia, nonché la Siria in-terna. Sotto i regni di Ur Nammu e dei suoi successori (III Dinastia di Ur), la cultura dei Sumeri fu recuperata e toccò l’apice della

propria traiettoria vitale, tanto che questo periodo è oggi chiamato Ri-nascimento Sumero. In principio l’Impero di Ur fu grande e magnifico; lo dimostrano i ruderi di molti templi e palazzi dell’Iraq meridionale, fra cui la ziqqurat (piramide a gradoni) di Ur.

Stendardo di ur

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Poi andò in crisi e si contrasse via via fino a trasformarsi nel Regno di Ur, che abbracciava solo la città di Ur e il territorio circostante.Una delle cause della crisi fu la crescente infiltrazione di gruppi semitici dal nord. Per tentare di rimuoverla, uno dei sovrani di Ur fece costruire un lungo muro attraverso il bassopiano mesopotamico. Si giunse così al 2004 a.C., data tradizionalmente indicata come quella del definitivo tra-collo della III Dinastia di Ur.La causa del collasso viene di solito individuata in un’invasione militare, che avrebbe portato al saccheggio e alla distruzione di Ur, e al massacro dei suoi abitanti.Recentemente questa versione dei fatti è stata messa in dubbio dalla scoperta di un’ampia depressione dai margini sopraelevati, avvenuta nel 2001 a Umm al-Binni, una località situata nell’estremo sud dell’Iraq.La struttura geologica considerata è emersa dal terreno sotto la ditta-tura di Saddam Hussein, in occasione del prosciugamento di una vasta palude. Secondo il suo scopritore, Sharad Master, un geologo dell’Uni-versità di Witwatersrand a Joannesburg (Sudafrica), potrebbe essere un cratere d’impatto e potrebbe essersi formata fra 4.000 e 1.000 anni fa. Da notare che la caduta di Ur è datata 2004 a.C. Non si può perciò esclu-dere che il cratere di Umm al-Binn si sia formato negli stessi anni della caduta di Ur. In tal caso si avrebbe che la vera causa di quell’evento non sarebbe stata un’invasione militare straniera, ma andrebbe ravvisa-ta negli effetti catastrofici dell’impatto con la superficie terrestre di un grosso meteorite. L’impatto avvenne in mare, perché allora Umm al-Binni era un punto del fondale marino nel nord del Golfo Persico; ed ebbe le stesse conseguen-ze meccaniche e radioattive dello scoppio di una bomba atomica. Innan-zitutto vi furono forti scosse di terremoto e una tsunami; quest’ultima si riversò sulle coste della Mesopotamia meridionale, sommergendole. In-tanto una enorme colonna di vapore, gas, ceneri e polveri di roccia fran-

Ziqqurat di ur

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Cratere di umm al Binniimmagine Googleheart

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tumata si sollevava in cielo fino a grande altezza. Nelle ore successive le polveri ricaddero al suolo, ricoprendolo come un sudario. Intanto il cli-ma si inaridiva, la siccità trasformava i campi coltivati in distese di sab-bia e la furia del vento sollevava grandi polveroni. Le polveri cadute al suolo erano radioattive; avvelenarono le acque e le piante, e uccisero gli animali e gli uomini contaminati, o li fecero ammalare gravemente. Fra le donne incinte, quelle che erano state esposte alle radiazioni partori-

rono creature deformi. La sopravvenuta sterilità dei campi e il peggioramento del clima rovinarono l’economia agricola. So-pravvenne così la carestia. La mancanza di cibo e le malattie indebolirono la po-polazione, la quale, proprio per questo, non fu in grado di resistere efficacemen-te agli invasori stranieri, e ne fu travolta. Gli invasori erano gli Elamiti, nemici sto-rici dei Sumeri. Essi calarono in massa dall’altopiano iranico insieme con i loro alleati, presero Ur e rovesciarono dal tro-no il sovrano locale. Ur fu saccheggiata e incendiata. Il perimento di questa città segnò la fine di un’epoca e della stessa Civiltà Sumero-Accadica.è bene sottolineare che non possiamo dire che tutto questo è accaduto vera-mente. Al tempo stesso va notato che lo

scorcio del III millennio a.C. fu connotato da una misteriosa serie di di-sastri anche in tutta l’area che abbraccia la regione egeo-anatolica, la Siria interna, il Levante meridionale e l’Egitto. Di queste altre catastrofi si ha un’evidenza archeologica e parla la Bibbia con riferimento all’Apo-calisse di Sodoma e Gomorra. Il cratere di Umm al-Binni fa pensare che una parte della verità storica possa non essere venuta ancora a galla e che ci si possa trovare davanti a un mistero del passato che si proietta come un’ombra sull’avvenire del Pianeta.La vera causa del collasso della Civiltà Sumero-Accadica può essere sta-ta qualcosa di imprevedibile e di sconvolgente, un evento raro, ma non unico; qualcosa di simile si era già verificato più volte: lo dimostrano i molti crateri d’impatto individuati sulla superficie terrestre. Un evento con cui l’Umanità potrebbe dovere fare i conti di nuovo e che potrebbe segnare il suo destino.

di Natale BarcaNon solo vecchie pietre

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Cuore o MenteCom’è contorto l’essere umano:il cuore vuole una cosa e la mente un’altra.Non coincidono,non cercano un accordo,sono destinati a combattere tra loro.Una lotta continua,una lotta destinata a non finire,cuore e mente in continuo contrasto,in continuo sorpasso,una lotta che durerà fino alla fine dei giorni.O solo mente o solo cuore non può esiste,la parola pace non si conosce,l’uomo quando decideràdi esser normalee di stare in pace con se stesso?

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Paola Concilio

Paola Concilio nasce a Mercato San Severino, in provincia di Salerno, il 10-10-1994. Da poco partecipa a concorsi letterari, vincendo già vari premi e pubblicazioni. ha ricevuto i compli-menti da parte di artisti come Mogol e Carotenuto. Oltre che alla poesia si dedica anche al giornalismo.

l’angolo della poesia

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi Ascolta l’aperitivo!

APERITIVO IN CONCERTORitmi del nostro tempoTeatro Manzoni - MILANO

Dal 28 ottobre 2012 al 3 marzo 2013Riparte il 28 ottobre “Aperitivo in Concerto”, la rassegna di musica di qualità che giunge alla sua ven-tottesima edizione. Cartellone come sempre molto ricco: dodici eventi, di cui due pri-me mondiali, quattro prime eu-ropee e cinque italiane. Come da tradizione, si cercherà nella mol-teplicità delle nuove musiche una chiave di lettura della nostra con-temporaneità. Si parte con clari-nettista Archie Shepp. In particolare quest’anno il cartel-lone sarà in larga parte dedicato a quell’afrocentrismo che ha ca-ratterizzato gran parte della mu-sica improvvisata afroamericana a partire dagli anni Sessanta. Un momento importante nella cultu-ra del secolo scorso che, sin dai suoi albori, ha trovato, nella risco-perta di un antichissimo e lacera-

to continente, nuovi stimoli per la creatività, in Europa come nel Nuovo Mondo. Il Ventesimo secolo, in cui il jazz ha fatto da araldo e da battistrada per una riscoperta e un riconoscimento della cultura africana, ha assistito alla dilagante influenza esercitata dalle mol-teplici tradizioni africane, soprattutto, ma non solo, in ogni ambito musicale.

Per Informazioni: www.aperitivoinconcerto.com

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi numero

57 Tocca la cultura!

MILANO BOOK FAIRSalone Internazionale del libro Parco esposizioni Novegro - Segrate (MI)

Dal 26 al 29 ottobre 2012Un evento innovativo e alternativo alle so-lite Mostre del settore: l’Organizzazione ha voluto creare una kermesse dedicata inte-ramente al libro e alle nuove edizioni di-gitali, favorendo le famiglie e gli studenti. L’ingresso sarà gratuito e faciliterà il visita-tore a poter visionare l’ampia vetrina edi-toriale e il lettore appassionato che avrà la possibilità oltre di acquistare libri attuali, di incontrare Autori, Scrittori e Personag-gi della Cultura. Saranno presenti Ospi-ti d’Onore che ritireranno il Premio NUX alla Carriera tra cui: Daniel Maximin, De-smond O’Grady e Adrian Munteanu, Davide Capuozzo. Sono previsti dei Convegni Internazionali di altissimo livello, dalla Storia Russa a Dante Alighieri, dalle Culture Africane alla realtà della Massoneria. E poi ancora novità per le Scuole: ci sarà un contributo spese per il trasferimento in Bus navetta da/per la Fiera Internazionale del Li-bro di Milano; questo bonus faciliterà la visita di tutte le scuole di ordine e grado, già accreditate sul sito. La Fiera Internazionale del Libro di Milano vuole avere come suo unico protagonista “il libro”, è per questo motivo che tutte le iniziative proposte dall’organizzatore ed editori, sono orientate a facilitare e a conquistare, il dialogo con il pubblico, sia abolendo il peso di un biglietto d’ingresso, e sia isti-tuendo un servizio di trasporto gratuito per i visitatori alla Fiera, da piazza San Babila - Milano Centro e Stazione Centrale. La Fiera del Libro apre le proprie porte agli spiriti innamorati della carta stam-pata, alle persone amanti della Cultura, ai giovani attratti dall’inno-vazione tecnologica, a chi vuole leggere bene …

Per informazioni: www.milanobookfair.com

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi Gustati il viaggio!

DETOuRFestival Internazionale del Cinema di ViaggioCinema PORTOastraPADOVA

Dal 18 al 21 ottobre 2012Il cinema di viaggio sarà protagonista a Padova, che sul tema inau-gura il primo Festival inter-nazionale. In programma dal 18 al 21 ottobre, Detour – Festival Internazionale del Cinema di Viaggio - punta a esplorare le mille anime del viaggiare: la scoperta e l’esplo-razione, la spiritualità, storie sull’inseguimento e sull’essere seguiti. In rassegna film dei ge-neri più diversi, dal dramma al road movie fino alla fantascien-za. Tra le sezioni c’è quella di Omaggio all’autore che, come ha anticipato il direttore artisti-co Marco Segato, è dedicata al regista Werner Herzog. Il festi-val sarà occasione per presentare alcuni dei suoi film documentari ancora poco visti come “Cave of Forgotten Dreams”, documentario in 3D sulle pitture rupestri nella grotta di Chauvet.

Per informazioni: www.detourfilmfestival.com

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi numero

57 Guarda a un passo!

A uN PASSO DA DEGAS. DegasCapolavori del Museo d’Orsay”Palazzina della Società Promotrice delle Belle ArtiTORINO

Dal 18 ottobre 2012 al 27 gennaio 201380 opere in tutto, tra cui le celebri “Ritratto di famiglia”, “Jeantaud”, “Linet”, che confermano la collabo-razione tra Parigi e il capoluogo pie-montese e garantiscono scambi dura-turi tra le due città. Tra le opere in esposizione, non solo quadri, ma an-che disegni e sculture. Altro aspetto degno di nota, la possibilità di poter ammirare buona parte dei temi della produzione artistica: l’ambiente fami-liare, l’esperienza italiana, il mondo parigino degli artisti, della musica e del caffè, il paesaggio, i cavalli, le bal-lerine e il nudo femminile. Ad aprire la mostra due ritratti: l’Autoritratto del giovane artista e quello del non-no Hilaire de Gas. All’esperienza ita-liana di quegli anni si collega anche “Ritratto di famiglia” (La Famiglia Bellelli, 1858-1869), opera che solo in rarissime occasioni ha lasciato il museo parigino, anche a causa delle sue grandi dimensioni (2 x 2,5 metri). Si tratta di uno dei capolavori più conosciuti e apprezzati dell’intera opera di Degas. A questi si aggiungono molti quadri riguardanti l’attività iniziale, nella quale molta attenzione era dedicata alla copia dei grandi maestri del passato, tra cui anche Duerer, Rembrandt, Goya, mentre tra gli artisti del suo tempo guarda soprattutto a Ingres.

Per informazioni: www.mostradegas.it

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi Annusa un gusto unico!

82^ FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTuFO BIANCO D’ALBA

ALBA (CN)Dal 6 ottobre al 18 novembre 2012Kermesse prestigiosissima dedicata quest’anno al connubio tra i grandi divi del cinema e il Tuber magnatum Pico, il tartufo bianco d’Alba. Filo conduttore dell’edizione 2012 della kermesse è il rapporto tra il tar-tufo bianco di Alba e il mondo del cinema. Un legame iniziato nel 1949, quando il ristoratore albese Giacomo Morra viene incaricato da un ricco avvocato torinese di far avere all’attrice Rita Hayworth un tartufo di due chili. Da quel momento in poi il tartufo bianco di Alba è stato gustato e amato innumerevoli personaggi del jet-set internazionale, da Marilyn Monroe a Alfred Hitchock (che soggiornò ad Alba nel 1959), Ugo Tognazzi, Sophia Loren, Gerard Depardieu, Bruce Willis, Alain Delon, Nicole Kidman, e molti altri. Durante la fiera daranno vita a menù speciali con ricette a tema ispirate ai divi del cinema.Oltre al cinema, la Fiera ha ovviamente in agenda tutti i suoi tradizionali appuntamenti. Come i laboratori di analisi sensoriale e di cucina (con il tartufo bianco come protagonista ma anche le altre eccellenze delle Langhe, i vini e i formaggi), il Salotto dei Gusti e dei Profumi nella Piaz-za del Duomo (con la Nocciola piemontese Igp, il cioccolato artigianale, vini e spumanti), il Palio degli asini, il Baccanale del Tartufo (festa in co-stumi medievali in programma il 20 ottobre), la cerimonia folkloristica dell’investitura del Podestà, e ovviamente il Mercato mondiale del tartu-fo bianco d’Alba (aperto ogni sabato e domenica dalle 9 alle 20 per tutta la durata della Fiera).

Per informazioni: www.fieradeltartufo.org

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concorsoletterario!!Sfoderate il vostro romanzo: arriva il

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57Io Come AutoreÈ una rivista di EbooksErvicE srl

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Si ringrazia per la collaborazione:Natale BarcaJolanda BuccellaClaudia CapogrecoPaola ConcilioGiorgio GinelliElvira OrsiniGiovanna Vannini

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