Io Come Autore 50

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Anno 2 N. 50 / MAGGIO 2012 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. autore 50 numero In copertina, foto di DAVIDE GASPERINI o Il socialnetwork per la cultura è già on-line raggiungici ora! Dove nessuno ti troverà…. il mito della Lanterna… ….quando gli adolescenti urlano il proprio dolore

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Rivista dedicata agli autori

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Anno 2 N. 50 / mAggio 2012 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.i. : 07193470965-REA: mi-1942227.iscr. Tribunale di milano n. 324 del 10.6.2011.

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raggiungici ora!

● Dove nessuno ti troverà…. ● il mito della Lanterna… ● ….quando gli adolescenti urlano il proprio dolore

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2❥ Titolo della foto: Framment

davide gasperinifotografo.

davide gasperini è nato a Cesena nel 1968, vive ed opera a Cesenatico.Lavora nel settore della produzione di accessori per l’abbigliamento.Si è dedicato, fin da giovane e da autodidatta, ad attività artistiche di vario genere: la pittura su vetro, la scultura in legno, la realizzazione di costumi immaginari con materiali di riciclaggio.dopo una esperienza di lavoro come modello per nudi artistici ha iniziato ad interessarsi alla fotografia ed in particolare allo studio del nudo maschile.dal 2005 al 2009 ha realizzato, come fotografo, varie brochure per lo stilista milanese, Claudio Merazzi. nel novembre 2010 pubblica il suo primo libro fotografico “Non vedo niente ma sento lontano” che viene presentato, insieme ad alcune stampe su canvas, a Milano nello spazio “Pier pour hom”.nel 2011 pubblica il secondo libro fotografico “Ombre e polvere”.

nel lavoro di davide gasperini il corpo maschile talvolta si riduce a segno, quasi uno schizzo su una carta antica (come in “Boy on the street” , “Il pensiero”, “Angoscia” o nel “Muro”), altre volte ha la potenza plastica di una scultura (come in “Atletic”, “La disperazione”, “Il contatto” o “La schiena”). in altri casi l’artista utilizza il nudo per evocare concetti politici, sociali o culturali (come in “La democrazia”, in “Espiazione” o nel tenerissimo “La famiglia”).sempre il linguaggio è poetico e sensuale, la composizione è attenta ed equilibrata, la concretezza del corpo si fa sogno di perfezione e bellezza a volte sfibrandosi altre emergendo, in controluce, da un buio profondo.

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iorubriche

giulia Martani | 6BenzinaJim tatano | 12Il mistero della lanterna

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pennellate di parole | 8di Giovanna VanniniL’angolo della poesia | 10di Rossana de Grisantistra le righe degli autori | 14di Michela Lainon solo pietre | 16di Natale Barcapenne e tulipani | 20di Giuseppe RaudinoBook To Movie | 22di Giorgio Ginellioroscopo dell’amore | 30di Federica Farinieventi | 32Eventi per i vostri cinque sensi

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editoriale

Sì, beh, molti di voi si stanno godendo questi ultimi giorni di aprile, che promettono – e finalmente – il sole. Bravi, fate

bene, se potete avete tutto il mio appoggio. Lasciatevi bacia-re dai raggi, meglio ancora se su un terrazzo, in giardino, al

mare, perché no! Ma buttate anche un occhio a questo nume-ro, ve lo consiglio. Perché le novità non mancano. Maggio è alle porte (e ricordatevi che tra poco c’è anche la festa della mamma!) e per questo mese, il più bello dell’anno secondo il mio modesto parere, va salutato al meglio ancora prima che

inizi. Su questo numero trovate l’oroscopo. Un po’ particola-re, un po’ spiritoso, vi strapperà almeno un sorriso. Ritrovate la poesia, la pittura, una bellissima recensione. E poi c’è una coppia di autori tutta nuova. La prima affronta il tema dell’a-

dolescenza, quando questa è davvero difficile, quando cova dentro di se’ soprusi, abusi, e li esprime nei modi più impen-sabili. Il secondo parla di sogni, di segni, di come l’inconscio

sia un elemento che tutti dovremmo tener molto di più in considerazione. Nel mezzo, un’altra puntata del nostro diret-

tore dedicata al booKTomovie

non mi resta che augurarvi una buonissima lettura!sabrina Carrozza

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Ho ventisette anni e sono un’au-trice emergente mantovana,

laureanda in Giurisprudenza. Ho sempre amato scrivere, fin dall’infanzia, tant’è che non ho un ricordo preciso di quando ho ini-ziato… ho cominciato dapprima disegnando fumetti, seppur stiliz-zati, poi crescendo sono passata ai racconti. La scrittura è il mio modo preferito di esprimermi, mi permet-te di tradurre in parole emozioni e sentimenti, trasformandoli in sto-rie. Scrivere per me è un’urgenza, un bisogno quasi fisico, che spesso ha la priorità su tutto il resto…mio malgrado! Credo nel potere catar-tico della letteratura, infatti amo citare una celebre frase di Mario Vargas Llosa: «Uno scrittore ha il vantaggio di poter trasformare un fallimento in materia letteraria, e questo è un sollievo. La scrittura è una vendetta, una rivincita sulla vita». Nel 2011 ho pubblicato il mio pri-mo libro, la raccolta di racconti noir “Nero ma non troppo”, con Edizioni Sensoinverso. Il mano-scritto in realtà “giaceva” già da tempo nel cassetto, trattandosi di storie che ho scritto nel corso di differenti anni e in periodi diversi della mia vita. A febbraio 2012 è uscito il mio pri-mo romanzo, “Benzina”, edito da Lettere Animate, una giovanissima

casa editrice che ho trovato navi-gando sul web.

Consiglio la lettura a tutti, ma so-prattutto ad adolescenti e inse-gnanti, per sensibilizzarli su una tematica purtroppo molto attuale, ovvero il bullismo tra i banchi di scuola. In particolar modo quello al femminile, che considero anco-ra più subdolo e perciò pericoloso.Potete trovare altre informazioni sulla mia pagina Facebook, in par-ticolare nelle fan page dedicate ai miei libri, “Benzina” e “Nero ma non troppo”. ●

Adolescenze che urlano

Autrice

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numero

50Giulia Martani

Benzina La protagonista di “Benzina” è Ila-ria Torre, una ragazzina di quindici anni dolce, seria e studiosa. Eppu-re, come apprendiamo dalle prime righe del romanzo, ha commesso un atto gravissimo: ha dato fuoco alla scuola usando una tanica di benzina.Dal carcere minorile la giovane racconta al lettore le ragioni che l’hanno indotta al (folle?) gesto, in un susseguirsi di vicende amare dal ritmo incalzante, talvolta vela-te di una sottile ironia. Ilaria con la sua confessione getta luce su cupi e insospettabili spac-cati dei giovani d’oggi, si scoprirà che l’atto criminoso non è altro che la reazione estrema a una lunga e devastante serie di soprusi che la ragazzina ha subito da parte di compagne di scuola e insegnanti, nonché a una cocente delusione d’amore.

Titolo: BenzinaAutore: Giulia MartaniEditore: Lettere Animate Editore ISBN: 8897801048Formato: Ebook e CartaceoAnno di pubblicazione: 2012Codice EAN: 9788897801061

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Malinconici pensieri si persero tra i ceppi incandescenti. Nella gelida mattina di neve in arrivo, nel silenzio della casa si sedet-te davanti al caminetto. Si sentiva solo il crepitio del legno che bruciava e il sibilo lieve delle lingue di fuoco andanti su per la cappa. Dalle fessure delle finestre il vento fischiava ininterrotto.

Mettersi a fare bilanci di vita gli fece paura. Si limitò a costatazioni amare, a ripercor-rere un passato non proprio come avreb-be voluto, a porsi davanti al futuro, con un enorme interrogativo. E basta…

Nel bricco riscaldò il caffè avanzato del pri-mo mattino e lo macchiò con due dita di latte, tornando a sorseggiarlo sulla stessa sedia dinanzi alla fiamma.

Quella fonte naturale di calore, gli intiepi-diva il volto e le mani appassite. Così si per-cepiva, fuori e dentro in uguale misura. Un fiore, una pianta sempre poco annaffiata, una forzata sopravvivenza sulla terra.

I colori, che nella bocca del focolare si al-ternavano, si fecero notare; c’era il nero dei ceppi in bruciatura, il giallo contornato di scuro della fiamma che saliva,e il ros-so accesso delle braci in continua crescita. Intorno buio, con la fuliggine polverosa e grassa a ricoprire l’interno della cappa, fin dove non più si vedeva, fino al comignolo sul tetto.Ecco, se avesse dovuto paragonare la sua anima a un’immagine, a un qualcosa, l’a-

pennellate di parole

...memorie d’inverno…

Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una par-tecipazione ad un antolo-gia, ha intra-preso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la cono-scerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capola-vori di varie correnti arti-stiche.

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vrebbe paragonata al caminetto…un buco nero nel buio quando den-tro nulla brucia, un buco rischiarato da lingue calde, leggiadre o deboli, a seconda delle forze che dentro si consumano, quando la legna incan-descente fa il suo lavoro.Dove trovassero posto i sogni, le illu-sioni, le aspettative non lo focalizza-va. Forse nascoste nella cenere calda che ancora resta, dopo che il fuoco si spegne…

Giovanna Vannininu

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Si scosse, sentendosi in dovere con se stesso, di mettersi al riparo da quel rimuginare.

Quel silenzio fatto di calore, fiamma e pensieri, ora l’opprimeva. Nel giub-botto pesante e nel cappello, trovò la spinta per lasciarsi andare al vento, che ogni cosa spazza…

giovanna vannini

vincent van gogh - 1888La sedia di gauguinolio su tela Museum van goghamsterdam

vincent van gogh - 1888La sedia di vincentolio su telaNational Gallery,Londra

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Rossana De Grisantis

Profumo di danza

Passi leggiadrimai dimenticatiprofumano di danzacome rosa scarlattadi velluto cangiante.... Un balloè il mio paradisocome vento discretoche mormoratra capelli di setae occhi di luna.Soltanto il mio cuoreardee niente più.

rossana de grisantis nasce il 28 giugno 1969 in un piccolo centro della provincia di Bari, turi. Cresce in una famiglia in cui saldi sono i valori di sacrifi-cio, onestà e lealtà. Bimba sen-sibile e ricettiva, assorbe nel bene e nel male ogni sfumatu-ra dell’ambiente in cui vive.

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l’angolo della poesia

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Per una strana magia all’età di circa 15 anni ho iniziato a scrivere versi (di poco conto) seguendo un richia-mo interiore e dall’allora non ho più smesso di scrivere. Tant’è che ora la-voro come giornalista per un giorna-le on-line, continuo a scrivere poesie (stavolta un po’ significative) che per gelosia non pubblico, scrivo sul il mio blog che si chiama Flatus Vocis, e ho pubblicato diversi racconti su varie ri-viste e due romanzi, il primo dei quali all’età di 25 anni.

Ho deciso di scrivere il mio primo li-bro, che poteva chiamarsi tale, a cir-ca 20 anni perché mi ero stancato di essere l’unico lettore dei miei scritti. Ma la vera spinta è arrivata quando, per i casi della mia vita, capitò tra le mani dei miei amici la bozza del mio primo romanzo intitolato Il Magico Giardino, e grazie alle loro critiche più che positive, da lì a poco, il sogno si materializzò fino a quando divenne realtà, una splendida realtà.

Ho fatto tutto da me. Da totale ine-sperto e profano stavo per incappare in quei editori a pagamento, piaga del panorama culturale, ma grazie alla mia ostinazione a non pagare per ot-tenere un contratto, mi sono informa-to meglio sul web. Poi ho inviato il mio libro a diversi editori fino a quando mi è arrivata una proposta contrattuale

che mi ha aperto nuovo orizzonti in questo campo, e solo a pensarci ades-so mi tremano ancora le mani.

I miei libri nascono da una idea feb-brile, oserei dire ossessiva, un’imma-gine vivida che mi affascina e da lì inizia un ricamo lento e costante nel tessere una trama intorno a quell’im-magine che sempre più prende forma e si dilata fino a diventare un’opera vera e propria.

Mi definisco una persona comune, “uno dei tanti, ma non come tanti” come ho scritto altrove, con nessun particolare talento, se non quello di seguire i propri desideri al di là delle enormi difficoltà quotidiane.

Un mio motto (tra i tanti) che vorrei consigliare a me stesso e tutti quelli che incontro nel mio cammino è una frase di Benjamin Franklin, ovvero: “Scrivi qualcosa degna d’esser letta; fa’ qualcosa degna d’esser scritta.”

quando i sogni sono rivelatori

Autore

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numero

50Jim Tatano

Il Mito della Lanterna

Il romanzo d’avventura “Il Mito della Lanterna” si apre con la descrizione di un vivido sogno che infastidisce i pensieri del protagonista (Giorgio Araldi speaker radiofonico e giorna-lista) ed in esso vi è l’invito a trovare una misteriosa “Lanterna”. Il sogno è costellato da molti simboli onirici ed esoterici. Grazie alle figure che l’af-fiancano (per esempio, lo zio filosofo Massimo Siro, o la fidanzata libraia Virginia Astrea o il poeta esoterista Thomas Benjamin Royston) riesce a decodificare un crittogramma, trova-re indizi per caso e intuizione, supera-re ostacoli psicologici e infine svelare il messaggio nascosto nel sogno per scoprire il valore simbolico e morale della “Lanterna” che cambierà la sua vita interiore per sempre. Il romanzo Il Mito della Lanterna verrà editato dalla casa editrice non a pagamento Edizoni Il Ciliegio.

Facebook fanpage: Jim TatanoTwitter: @jimtatanoBlog Flatus Vocis:jimtatano.blog.espresso.repubblica.it

ps: il libro è in uscita per il pros-simo giugno edito dalla casa edi-trice comasca edizioni il Ciliegio. Jim tatano ha esordito nella nar-rativa nel 2009 con “Il magico giardino”.

Questo è il suo secondo romanzo.

Vivo per le mille piccole cose che la vita tenta d’evitare o ignorare. Ho un fortissimo legame con i miei amici, familiare, non mi piacciono le etichette, i pregiudizi, e le cose che offrono un nido velato alla vio-lenza fisica e psicologia.

Inviterei a leggere il mio nuovo libro per riscoprire un lato del-la letteratura nascosta, indiretta, che al suo interno cela la passione semplice della scrittura, il fascino di parlare con delle parole che an-cora conservano il loro significato originale, e offrire un vero miste-ro su cui riflettere. ●

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i personaggi dei libri non sono mai totalmente inventati, gli scritto-

ri prendono spunto da se stessi, dai loro cari, da personaggi storici e ma-gari da uno sconosciuto incrociato per strada. La pastora, protagonista di dove nessuno ti troverà, ultimo libro della scrittrice spagnola alicia Giménez-Bartlett, è un personag-gio realmente esistito, la sua è una figura controversa e ambigua che ha alimentato le leggende popolari della Spagna franchista e oltre.

Teresa Pia Meseguer, la Pastora come tutti la chiamavano, nasce nel 1917 a Vallibona in Spagna ed è l’ultima fi-glia di una numerosa famiglia conta-dina.A causa di una malformazione, una forma di pseudo ermafroditismo, nes-suno riesce a comprendere bene qua-le sia il suo sesso. In assenza di un medico e soprattutto per risparmiar-le il servizio militare la sua famiglia decide di registrarla come femmina, e come tale si comporterà per tutta la sua infanzia. Nonostante tutti la considerino una ragazza è chiaro fin da subito che Teresa non sia come le altre bambine del paese, infatti il fi-sico robusto e i peli superflui alimen-tano pettegolezzi che farebbero male a chiunque, specialmente ad un bam-bino! Fin da piccola ha dovuto subire continue umiliazioni e le prese in giro degli altri bambini “Teresot, Tere-sot, cos’hai sotto le gonne tere-sot?” Per questi motivi ha imparato

Mi chiamo Michela, 35 anni, leggo da quando sono una bambina e se è possibile amoi libri anche da prima...

La pastora

Titolo: Dove nessuno ti troveràAutore: Alicia Giménez-BartlettEditore: Sellerio ISBN: 9788838925757Pagine: 480 - € 16,00

Tra le righedegli autori

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numero

50Michela Lai

a vivere in solitudine nei monti occu-pandosi delle pecore, cosa che le ha fatto guadagnare il soprannome di Pastora.Durante la Guerra civile spagnola la Pastora non sembra preoccuparsi troppo per i pericoli e la vita di sten-ti che le lotte armate portano inevi-tabilmente con loro e sembra non avere alcuna preferenza per le due fazioni: i Nacionales ed i Republica-nos. Alla fine della guerra cambierà idea, dopo la vit-toria di Francisco Franco, a causa di una terribile umi-liazione ad opera di un gruppo di agenti della Guardia Civil che l’avevano co-stretta a denudarsi per vedere con i loro occhi se fosse una donna o un uomo, la Pastora si unisce ai guerriglieri partigia-ni, i Maquis che vivo-no nascosti nelle motagne.

Nessuno come lei conosce i sentie-ri e i nascondigli più sicuri, nessu-no è abile più di lei a procurarsi il cibo e trovare riparo. Proprio allora, per meglio adattarsi alla vita in clan-destinità, la Pastora lascerà i panni femminili e assumerà l’identità di un uomo, Florencio, nome di guerra Durruti.

Nei panni di un uomo la Pastora ri-esce finalmente a trovare una vera identità, ad avere uno scopo e a sen-tirsi parte di un progetto. Impara a leggere e a scrivere perché, come le insegnano i partigiani, coi libri si fan-no le rivoluzioni: “Ma cosa c’entra-no i libri se la gente ride di me?” – “C’entrano Pastora, c’entra-no. nel partito ti insegnano che

le persone, tutte le persone, hanno una dignità e meritano rispetto, e questo si impara sui libri, lì si impara la li-bertà.”

La resistenza pur-troppo non ebbe fortuna e la Pastora rimase sola fino al 5 marzo del 1960 quando, grazie ad una soffiata, la po-lizia l’arrestò ac-cusandola di una

trentina di omicidi.

Nel libro che la Pastora fosse una donna o uomo, un sanguinario assas-sino o un partigiano che combatte per la libertà non ha una grande im-portanza, quello che viene fuori più di ogni altra cosa è la sua solitudine: è stata sola come donna e fondamen-talmente, nonostante abbia raggiun-to una maggiore consapevolezza è stato solo anche come uomo. ●

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Anemospilià, Cnosso, Akrotiri, AtlantideDue allucinanti scoperte archeologiche avvalorano l’ipotesi se-condo cui i Cretesi dell’Età del Bronzo (Minoici, III-II millennio a.C.), durante le crisi sismiche,  avrebbero compiuto  sacrifici umani per placare l’ira degli dei. Ad Anemospilià, tra le rovine di un tempio, sono stati trovati gli

scheletri di quattro esseri umani. Uno scheletro, in parte combusto, apparte-neva a un diciottenne. Giaceva su una piattaforma rialzata, riverso sul fianco sinistro, con un coltello cerimoniale tra le costole.Sembra che il giovane sia stato pu-gnalato a morte dopo essere stato le-gato come un capretto. Gli altri sche-letri erano quelli di persone decedute subito dopo a causa del crollo dell’e-dificio, dovuto a una violenta scossa. Uno era quello di un trentenne alto un metro e ottanta, che portava un anel-lo di ferro e argento al dito mignolo della mano sinistra, e un sigillo inciso legato al polso. Forse quest’uomo era un sacerdote. Tutto lascia credere che sia stato lui a compiere l’omicidio. Il terzo scheletro denotava la presenza sulla scena del delitto di una donna di 28 anni, probabile sacerdotessa. Il quarto era quello di un uomo rima-sto schiacciato sotto le macerie men-tre portava via un vaso di terracotta contenente del sangue. Alcune altre ossa umane suggerisco-

no un episodio se possibile più raccapricciante. Nella Casa Nord a Cnosso alcuni bambini sarebbero stati scannati, macellati e forse mangiati per ragioni rituali. Queste testimonianze hanno alterato profondamente l’immagi-ne tradizionale dei Minoici, che era quella di una popolazione pacifica, che viveva serenamente, immersa in una natura lussu-reggiante e prodiga di doni, sotto un cielo sempre azzurro; che possedeva una visione del mondo improntata al buongusto e alla

atene, Museo archeologico nazionale.“Pescatore con filze di pesce”, pittura mu-rale. Proveniente dall’antica città di Akro-tiri a thera-santorini.

Non solo vecchie pietre

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Natale Barca

Natale Barca è uno scrittore e saggista che ha al suo attivo un significativo numero di testi che trattano di storia e civiltà dei po-poli antichi.Il suo campo di indagine si estende dall’Europa mediterranea al Saha-ra orientale e all’Asia Occidentale, in un arco di tempo che abbraccia dalla preistoria alla storia antica(www.natalebarca.it).blog: http://natalebarca.blogspot.it

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gioia di vivere, che sapeva reagire alle catastrofi con una forza mo-rale, un saper fare e un’inventiva rari e ammirevoli. Resta il fatto che la Civiltà Minoica superava in eccellenza i contem-poranei ambienti culturali della regione egea, tanto da poterli in-fluenzare pesantemente. Lo dimostrano le contaminazioni minoiche subite dalla Civiltà Micenea e dalla Civiltà Cicladica. Voglio soffer-marmi su queste ultime.

I Cicladici erano trasportatori marittimi e intrattenevano con i Mi-noici  intensi rapporti commerciali. Quelli che abitavano ad Akro-tiri, una città situata nell’isola di Thera-Santorini, avrebbero ab-bracciato i modelli minoici in un modo così convinto da smarrire

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la loro identità originaria e “minoizzarsi”. Non si può d’altra parte esclude-re che Aktotiri non fosse una città cicladica che si era convertita alla Civiltà Minoica, ma una colonia dei Minoici. Ad Akrotiri sono stato col-pito  dal fatto che vi era-no edifici a tre o quattro piani, serviti da una rete fognale e contenenti stu-pende pitture murali. Avevo già visto meraviglie nel Palazzo di Cnosso, nel Palazzo di Festo e nel Museo di Iraklio, perciò ero preparato. Ancora oggi, però, mi fa impressione considerare che i Palazzi minoici sono stati datati a partire dall’inizio del II mil-lennio a.C. e che Akrotiri cessò di esistere nell’ultimo quarto del sec. XVII a.C.! A fermare l’orologio della Storia, ad Akrotiri, fu una tremenda eruzione vulcanica. La città, dopo essere stata gra-

Atene, Museo Archeologico Nazionale. “Antilopi”, pittura murale.Proveniente dall’antica città di Akrotiri a Thera-Santorini.

Le rovine del santuario minoico di anemospilià a Creta. Circa 1700 a.C.

di Natale BarcaNon solo vecchie pietre

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vemente danneggiata da un sisma,  rimase seppellita sotto uno strato di tefra, Non fu invece coinvolta nel disfacimento dell’edi-ficio vulcanico, seguito all’eruzione; l’enorme frana trascinò con sé, negli abissi marini, i 2/3 dell’isola, con città e villaggi. Se-condo alcuni, Santorini sarebbe ciò che rimane del mitico con-tinente scomparso di cui parla il filosofo greco Platone (sec. IV a.C.) nei suoi Dialoghi; sembra però che non sia così, nel qual caso Atlantide rimarrebbe un mito. Secondo altri, l’apocalisse vulcanica di Santorini avrebbe suscitato una tsunami e questa si sarebbe riversata sul versan-te settentrionale di Creta, spaz-zando via città e villaggi, porti e magazzini, flotte da guerra e barche di pescatori. Quanto è successo di recente a Fukushi-ma in Giappone dimostra che questa ipotesi è verosimile.

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Atene, Museo Archeologico Nazionale. “La flottiglia”, pittura murale. Proveniente dall’antica città di Akroti-ri a thera-santorini.

Akrotiri, Thera-Santorini. Veduta panoramica del sito archeologico.

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diciamocelo pure: gli insegnanti sono costretti a leggere un’enorme quantità di pagine scritte dagli stu-denti, e non sempre il contenuto è piacevolissimo.Quando studiavo all’università ho dovu-to scrivere innumerevoli tesine (o paper, come venivano chiamati per darsi un tono più interessante e scientifico) riguardan-ti materie che spaziavano dal primo al quinto anno; ho dovuto frequentare, poi, un paio di laboratori di scrittura, tra cui quella giornalistica, e infine ho scritto una tesi di oltre centocinquanta pagine. Più tardi ho scoperto che i paper non erano una pratica comune nel mondo ac-cademico italiano. A quanto pare erano i miei professori illuminati dal contatto

con realtà internazionali che ci allenava-no alla scrittura con quello stratagemma del lavoro extra (sì perché gli esami, sia orali che scritti, si dovevano fare comun-que).Non so come vadano adesso le cose in Italia, ma presumo che siano peggiorate, perché le facoltà sono sempre più affolla-te, il personale docente si tiene al minimo e sembra impossibile leggere migliaia di tesine tra la fine delle lezioni e i primi appelli d’esame. In più, per la laurea di primo livello non è più richiesta quella consistente lunghezza che Umberto Eco stimava tra le 100 e le 400 pagine nel suo saggio Come scrivere una tesi di laurea.In Olanda devo leggere settimanalmente una quantità di papers, essays, reports, e theses che da soli basterebbero ad al-terare il tasso alcolico di un elefante. Gli studenti riflettono producono, scrivono (purtroppo non sempre in quest’ordine) senza sosta e sono insaziabili: vogliono sapere cosa ne pensi, come possono mi-gliorare, come si può intavolare una di-scussione su quello che hanno scritto. Gli effetti variano tra il narcotizzante all’al-terazione psicofisica simile a quella cau-sata dai cannabinoidi.

Ad ogni modo, sarà davvero pesante per i professori, eppure esercitare la scrittu-ra con regolarità è l’unico modo per rag-giungere una perfetta padronanza della lingua scritta, che è poi ciò che fa la dif-

Paper, tesi, tesine: la giusta ricetta per un promiscuo rapporto tra scrittura e università

Penne e tulipani:appunti di scrittura mediatica

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num

ero50 di Giuseppe Raudino

Giuseppe Raudino è docente di Teoria dei Media presso l’Università di Scienze Applicate Hanze di Groningen, Olanda.Lavora anche come giornalista freelance e ha pubblicato diverse opere di narrativa.Il suo romanzo L’isola del tempo è disponibile su Lulu.com e la sua home page è www.raudino.webs.com

ferenza in molti lavori, soprattutto nel campo della comunicazione.Impossibile produrre un testo (di qualu-que genere) senza una pratica costante.Scrivere, scrivere, scrivere... senza mo-derazione. Questa è la via da seguire all’università per futuri laureati pronti a competere adeguatamente. La pove-ra controparte dovrà dunque leggere, leggere e leggere senza sosta. Si perdo-nerà, dunque, se alcuni docenti hanno sviluppano una capacità di “lettura auto-matica” per preservare la propria vista e non essere costretti cambiare gli occhia-li da lettura due volte l’anno. Questa ca-pacità consiste nello scorrere il testo con lo sguardo a caccia di parole chiave che, una volta stanate, fanno inconsciamen-te soffermare sulla frase che le contiene per una frazione infinitesimale di secon-do. Maggiore l’esperienza, maggiore la velocità con cui si trovano queste parole

chiave.Di solito il professore la fa sempre franca con lo studente anche se si tratta di di-scutere a fondo un testo “scansionato” in siffatto modo. Esiste, tuttavia, un modo per verificare se tale lettura sia stata ap-plicata o meno: basta inserire una ricetta da cucina nella tesina e confonderla tra paragrafi di sociologia e riflessioni sulla letteratura scientifica. Di solito, trecento grammi di farina non sono degni di di-ventare una parola chiave.

Di una cosa, però, vorrei avvisare lo stu-dente: che non pensi che sia uno solo il professore a praticare questo tipo di let-tura, visto che c’è chi giura di aver inse-rito la stessa ricetta per anni in tutte le tesine senza essere mai stato accusato di monotonia e ripetitività. ●

giuseppe raudino

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Acento anni dalla morte di Bram Stoker, i vampiri continuano a popolare le notti, sia sulla car-

ta stampata (ergo in formato elettro-nico) che sugli schermi (cinematogra-fici e televisivi), passando dall’essere dai tratti terribili e degenerati per ar-rivare a trasformarsi in creature cari-ne e rispettabili come li esige la socie-tà moderna. Siamo d’accordo: il loro potenziale trasformista impone anche questa capacità di mutare, ma il rischio è che esagerando possano perdere l’a-lienità che sta alla base della loro ra-gion d’esistere.

Se tralasciamo don Augustin Calmet, abate di Senones che nel 1749 scrive un “Trattato sulle apparizioni degli spi-riti, fantasmi corporei, angeli, demoni e vampiri di Slesia e Moravia”, e pochi al-tri poemi romantici prodotti del XVII se-colo, il primo vampiro letterario è quello di John William Polidori, scrittore e medi-co britannico vissuto tra la fine del ‘700 e la prima metà dell’800. Suo, infatti, è il primo racconto della letteratura moder-na pubblicato nel 1891, “The Vampyre” (Il vampiro), nel quale finalmente si assiste alla prima trasformazione: da essere folk-loristico a demone aristocratico. La stessa genesi di questo racconto è mito: scritto nelle nottate del maggio 1816 che l’autore passò assieme a Lord Byron e Mary Shelley alla villa Diodati, è la seconda opera assun-ta a notorietà dopo il Frankestein, scritto appunto dalla Shelley. Se l’opera di Polidori

Vampirandia

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non è approdata al cinema, lo è almeno la nottata alla villa, con il film “Gothic” del 1986 per la regia di Ken Russell.Il secondo tentativo letterario arriva dall’Irlanda a opera di Jo-seph Sheridan Le Fanu che nel 1872 scrive un’altro racconto destinato a divenire famoso e a contribuire alla creazione dell’ar-chetipo: “Carmilla” una vampira saffica, sensuale e fascinosa, forse troppo complessa e morbosa per quei tempi, ma che ha aggiunto importanti elementi di cui hanno dovuto tener conto tutti coloro che si sono cimentati con le figure dei

vampiri in ambito letterario.

Ma il vero, importante e fondamen-tale, passo letterario successivo è però da attribuire a un altro irlan-

dese, direttore economico di un tea-tro londinese che si dilettava a fare lo scrittore: Bram Stoker scrive nel 1987 il suo “Dracula”, mettendo tra l’altro la parola fine al romanzo go-tico, ma donando al genere cinema-tografico un serbatoio inesauribile per le pellicole dei secoli a venire. A cominciare dal nome – per quasi un secolo non si è parlato più di vam-piri ma bensì di Dracula – per finire all’archetipo definitivo: Stoker inne-sta elementi moderni su quelli fol-cloristici, modificandoli e piegandoli alle sue necessità narrative.

La nascente arte cinematografica non poteva evitare di cogliere l’invi-to di una figura letteraria così cari-ca di aspetti psicologici e sociologici come Dracula e Van Helsing, il suo cacciatore.

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La lunga sequela di film inizia nel 1922, con “Nosferatu il vampiro” (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens) di Friedrich Wilhelm Murnau, considerato uno dei ca-pisaldi del cinema espressionista; un film tratto dall’opera di Stoker, ma che per pro-blemi riferiti ai diritti legali dell’opera ha dovuto subire delle significative modifiche sia nei personaggi che nell’ambientazione. Nonostante ciò il film fu comunque accu-sato di violazione del copyright e tutte le pellicole furono distrutte; solo grazie al re-gista che la trafugò, una copia è arrivata ai giorni nostri.

Tra gli anni ’30 e ’60 il vampiro si trasforma in una figura quasi “famigliare” grazie agli attori che lo hanno impersonato e che in alcuni casi gli sono rimasti legati indissolu-bilmente. Due nomi per tutti: Bela Lugosi e Christopher Lee. Un trentennio di pellico-le in cui la Universal Studios e la Hammer si passano il testimone attingendo a man bassa dal personaggio di Stoker, puntan-

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do sul binomio dei temi della morte e del sesso, unendoli a quello dell’ambi-guità: i temi preferi-ti dall’adolescenza di chiunque, in tutti i tem-pi della storia dell’uomo.Nell’epoca della seduzio-ne, nel trentennio succes-sivo, la figura di Dracula di-viene sempre più intrigante e si assiste a una sua ulterio-re trasformazione: il rappor-to con l’Altro, visto nell’ottica dall’analisi freudiana, che finché ha retto ci ha dato vampiri - anzi Dracu-la – con forti caratteristiche sessuali e dominatrici. Così come ci ha dato letture più o meno fedeli dell’opera di Stoker, tra cui spiccano la ver-sione del 1969 di Jesús Franco (“Il conte Dracula”, Count Dracula), una produzione europea con Christopher Lee ovviamente nei panni Dracula e Herbert Lom in quelli del cacciato-re Van Helsing, e quella del 1992 di Francis Ford Coppola (“Dracula di Bram Stoker”, Bram Stoker’s Dracu-la).Fin qui tutto nei canoni, ma il mondo comincia a cambiare, il XX secolo fi-nisce e con lui anche Dracula rischia di andare in pensione. SI prova a ri-proporlo ribaltando la frittata con il “Van Helsing” di Stephen Sommers del 2004, con Hugh Jackman (Van Helsing) e Richard Roxburgh (Dracu-la), ma la palla è già stata passata ad altri. Ai giovani. Che hanno bisogno di avvicinare il vampiro e interagire con la sua alienità, comprenderla, assimilarla. Perché dopotutto anche

sangue saffiCoLa figura della vampira creata da Le Fanu è stata anch’essa oggetto di alcu-ni adattamenti cinematografici a comin-ciare dagli anni ’30 fino alla fine del XX secolo. E di lei se ne può trovare trac-cia anche in film del XXI secolo, non più come personaggio del racconto gotico, ma come caratteristica peculiare di al-cuni vampiri di genere femminile.

1932 - La strana avventura di David Gray, (Vampyr - Der Traum des Allan Grey) di Carl Theodor Dreyer.1960 - Il sangue e la rosa (Et mourir de plaisir) di Roger Vadim.1970 - Vampiri amanti (The Vampire Lo-vers) di Roy Ward Baker.1971 - Mircalla, l’amante immortale (Lust for a Vampire) di Jimmy Sangster.1971 - Le figlie di Dracula (Twins of Evil) di John Hough.

loro, come i vampiri, sono esseri ambigui, in perenne ricerca di uno specchio che li possa riflettere.Ed ecco che ar-rivano i vampiri che rilasciano interviste, che possono vivere

sotto i raggi del sole, si specchiano, ri-

coprono cariche sociali, anzi riescono perfino a diventare so-

cialmente utili. È l’epoca di Ann Rice, di Stephenie Meyer e di Lisa Smith. Donne. Che, come al solito, hanno ca-pito prima di tutti che il vento stava per cambiare.

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iL priMo trentennio1922 - Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens) di Friedrich Wilhelm Murnau.1931 - Dracula di Tod Browning, con Bela Lugosi.1931 - Dracula di George Melford, con Carlos Villarías.1936 - La figlia di Dracula (Dracula’s Daughter) Lambert Hillyer, con Gloria Holden.1943 - Il Figlio di Dracula (Son of Dracula) di Robert Siodmak, con Lon Chaney.1944 - Al di là del mistero (House of Frankenstein) di Erle C. Kenton, con John Carradine (Dracula) e Boris Karloff (Frankenstein).1945 - La casa degli orrori (House of Dracula) di Erle C. Kenton, con John Carradine.1948 - Il cervello di Frankenstein (Bud Abbott and Lou Costello Meet Frankenstein) di Charles Barton, con Bela Lugosi.1958 - Dracula il vampiro (Dracula) di Terence Fisher, con Christopher Lee.1960 - Le spose di Dracula (The Brides of Dracula) di Terence Fisher, con David Peel (Barone Meinster) e Peter Cushing (J. Van Helsing).

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L’evoLuzione1966 - Dracula, principe delle tenebre (Dracula: Prince of Darkness) di Terence Fisher, con Christopher Lee.1967 - Per favore, non mordermi sul collo! (Dance of the Vampires) di Roman Polanski, con Ferdy Mayne (Conte Von Krolock). 1968 - Le amanti di Dracula (Dracula Has Risen from the Grave) di Freddie Francis, con Christopher Lee.1969 - Il conte Dracula (Count Dracula) di Jesús Franco, con Christopher Lee (Dracula) e Herbert Lom (Van Helsing).1970 - Una messa per Dracula (Taste the Blood of Dracula) di Peter Sasdy, con Christopher Lee.1970 - Il marchio di Dracula (Scars of Dracula) di Roy Ward Baker, con Christopher Lee.1972 - Dracula colpisce ancora! (Dracula A.D. 1972) di Alan Gibson, con Christopher Lee.1973 - I satanici riti di Dracula (The Satanic Rites of Dracula) di Alan Gibson, con Christopher Lee.1974 - La leggenda dei 7 vampiri d’oro (The Legend of the 7 Golden Vampires) di Roy Ward Baker, con John Forbes-Robertson (Dracula) e Peter Cushing1976 - Dracula padre e figlio (Dracula père et fils) di Edouard Molinaro, con Christopher Lee.1979 - Dracula di John Badham, con Frank Langella (Dracula) e Laurence Olivier (Van Helsing).1979 - Nosferatu, il principe della notte (Nosferatu: Phantom der Nacht) di Werner Herzog, con Klaus Kinski.

La fine di un Mito

1992 - Dracula di Bram Stoker (Bram Stoker’s Dracula) di Francis Ford Coppola.2000 - Dracula’s Legacy Il fascino del male (Dracula 2000) di Patrick Lussier.2004 - Van Helsing di Stephen Sommers, con Hugh Jackman (Van Helsing) e Richard Roxburgh (Dracula).

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arieteVelli astrali maggio in amore, creatività e in-

contri. Venere, in com-pleto Gemelli, prepara il

vostro eros per un festoso e ma-lizioso party di compleanno. Sal-vate la qualità, e non fate solo in-digestioni di quantità. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: bacio sulla bocca! ♥

toroVaccini stellari benia-mini di Madama sor-te-in-ciel: con Giove

in fronte, meglio del famoso sole, il vostro

amore si scaglierà in incon-tri ricchi di abbondante positività. Vacanze romane? Fuga su isola deserta? Gita in vela? Dalla cima dell’Olimpo si mormora: roman-ticherie! ♥

CancroChele delle stelle eros

in tarantella. Petali d’amore? Forma sma-

gliante? Marte estetista in Vergine offre a prezzi stracciati un restauro delle vostre pizzicanti chele. Fregole da frizzanti incon-tri, un’oliva tira l’altra. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: frizzy love! ♥

gemelliPoppanti del firma-mento in amore par-tita a tennis. Vene-

re cotta lessa come un martellante spasimante:

eros appassionato con incon-tri da… cen’èpertuttiigusti! Solo qualche contrattempo. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: amare-amore! ♥

LeoneNel mese di maggio capigliature feline da amore smagliante,

stile televendita. Drib-bling fantasista di Ve-

nere attaccante in Gemel-li: amore gioviale che duetta con geniale. Urano dice sì all’eros-re-styling. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: amore angelicato! ♥

vergineFanciulle stellari mo-dalità Cindy Lauper: le ragazze si vogliono

divertire. Incontri libe-ri e spensierati, complice

free drink Marte in bibita ghiac-ciata Vergine. Ex vedove, allegre come mai. Venere amore litiga-rello con moroso Gemelli, per voi poco Romeo e molto Don Rodrigo. Dalla cima dell’Olimpo si mormo-ra: promessi sposi? ♥

L’oroscopo dell’Amore

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50di Federica Farini

CapricornoCapre della volta ce-leste in giro-giro-ton-

do. Amore in tintarella dopo il pallore invernale:

uscite e divertitevi. Folate di in-contri nuovi di zecca. Svecchia-menti di eros tutto spiano. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: bo-ogie-woogie! ♥

acquarioAcquai stellari frin-guelli di fresca frasca per il mese di maggio.

Impregnati di amore da Venere stre-gatta in

Gemelli e Nettuno principe azzurro nel vostro mosso domici-lio, trascorrerete il tempo a so-gnare ad occhi aperti con i neuro-ni persi tra le nuvole. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: La Bella addormentata? ♥

BilanciaPese stellari in amo-re twist scatenato per

il mese di maggio. Eros onda beata di sorella mag-

giore Venere, apripista in Gemelli. Imbellettatevi e svincolatevi alla conquista dei rospi da baciare. Dalla cima dell’Olimpo si mormo-ra: e vissero felici e contenti! ♥

pesciPinne celesti amore sovvertitore per il cie-lo di maggio. Marte, ri-

belle in famiglia Vergine, rischierà di far evaporare

l’eros, facendo scappare la vostra metà con il vicino-a di casa. Salva-re l’aplomb. Dalla cima dell’Olim-po si mormora: peace and love! ♥

sagittarioArchi delle stelle in amore-telenovela per il mese di maggio. Stiz-

za generata da partner Venere Gemelli, vivace e

flirtante: basta-che-respiri. Dram-mi alla Otello meglio di no. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: li-bertà! ♥

scorpionePungiglioni della vol-ta celeste in amore strillante. Per conte-nere la frittata di biz-

ze astrali, chef Marte in leccornia Vergine as-

sicurerà incontri impepati, sa-poriti come il buffet di un hap-py-hour. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: legeresse! ♥

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi

per non Morire di Mafia

26 aprile - 6 maggio 2012Teatro Biondo, Palermo

“Per non morire di mafia”, è il titolo di quello che può sembrare il promemoria del “perfetto magistrato”, impegnato da oltre trent’anni nella lotta alla criminalità organizzata. sebastiano Lo Monaco sarà l’interprete, con un monologo scritto da pietro grasso. Più che uno spettacolo si può parlare di ritratto, quello di un uomo che ha dedicato la vita quasi unicamente per uno scopo. Non mancherà un piccolo tri-buto a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.il costo del biglietto varia dai 10 ai 30 euro. Lo spettacolo andrà in scena alle ore 21 nei giorni del 26, 27, 28 aprile e del 4 e 5 maggio; il 28 e 29 aprile e il 2, 3, 5 e 6 maggio alle ore 17.

per informazioni www.teatrobiondo.it

Ascolta!

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50I nostri eventi per i vostri 5 sensi

torneo internazionaLe di sCherMa in arMatura12-13 maggio 2012Casei gerola, pavia

Correva l’estate dell’Anno del Signore 1416 e nuova-mente Lancellotto Beccaria, allievo di Fiore de’ Liberi, Si-gnore di Casei dal 1410, ve-niva meno alla parola data: aveva giurato sui Santi Van-geli e sulle teste dei suoi fi-gli perenne fedeltà a Filippo Maria Visconti Duca di Mila-no ed aveva in cambio otte-nuto l’infeudazione di questa terra, insieme a quelle di Sil-vano e Serravalle. Ma intanto tramava nell’ombra contro il suo ignaro Signore col Duca di Ferrara e col Malatesta e col Marchese di Monferrato. Quasi 600 anni dopo il borgo di Casei rivive, nella I° edi-

zione di Casei Medievale i fatti della battaglia tra il Conte di Carmagnola e Lancellotto Beccaria. Protagonisti di quella stagione tra la fine ‘300 e l’inizio del ‘500 che vide le scorre-rie dei capitani di ventura italiani protagonisti di tanta della storia che attraverso il nostro paese.

per informazioni: caseimedievale.it

Osserva!

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi11° sagra deL CinghiaLe

dal 21 aprile al 1° maggioPONTASSIEVE, (FI) - MONTELOrO

Nel cuore della Toscana, degustazione di piatti tipici Toscani. Primi piatti tradizionali, carne alla brace.E soprattutto…CinghiaLe a voLonta’!

per informazioni: IL CIRCOLO A.R.C.I. MONTELORO e G.S. IL GRUGNO, 0558363000 - 0558309582 - 0556599006in programma, inoltre: domenica 29 aprile - Raduno di auto d’epocaMartedi 1 Maggio - Mercatino dell’Antiquariato

festivaL dei narCisifino a martedì 1 maggio 2012

Fivizzano (MS)Villa La Pescigola ospita la più grande fioritura del narciso in un parco

privato italiano! Un mare ondeggiante di oltre 150.000 narcisi di 400 varietà e diversi colori e tulipani accoglieranno i visitatori: alcuni profumatissimi, altri di matrice molto antica, nonché nuovissime specie dai colori rosa, co-rallo e salmone, dispersi in ondate coloratissime lungo i prati o disposte a ri-evocare “le broderies” settecentesche sulle terrazze del giardino all’italiana. Unica in Italia la splendida rievocazione dello scomparso labirinto con oltre 50.000 narcisi in pieno fiore. aperto ogni sabato e domenica dalle 10:00 alle 19:00. visite nei gior-ni feriali su prenotazione. ristorazione su prenotazione con piatti tipici della Lunigiana. L’area Ispirazione Naturale propone soluzioni in-telligenti per ornare gli spazi verdi. Per una ventata di aria fresca!

Gusta!

Annusa!

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi

2 maggio - ore 17,00piemonte Librivia s. tommaso 18, torino La sorpresa di ranoCChia,La nuova app per ragazzi

Edizioni Lina Brun porta la qualità dei suoi libri per bambini su iPad e iPhone e sui dispositivi Android. Si comincia con La sorpresa di Ranoc-chia, un breve racconto che vede come protagoniste Veronica e una simpatica rana. È la prima applicazione della famiglia “KaleidoTales”, che permette di vedere i testi contemporaneamente in due delle 7 lin-gue presenti. La lettura è resa più stimolante dall’audio madrelingua, dalle animazioni automatiche con cui il bambino può interagire, da

effetti sonori di varia natura che stimolano le facoltà mo-torie, visive e uditive. Oltre ad ascoltare il racconto i pic-coli potranno disegnare e co-lorare le tavole e i personag-gi e memorizzare il frutto del loro impegno, per mostrarlo agli amici e condividerlo sui social network. Destinata ai lettori dai 2 ai 15 anni, pre-senta brevi avventure diver-tenti e istruttive e piccoli saggi in diverse lingue (ita-liano, francese, inglese, te-desco, spagnolo, rumeno, portoghese).

Tocca!

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www.iocome.it

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Si ringrazia per la collaborazione alle rubriche:Natale BarcaFederica Farini (oroscopo)Rossana De Grisantis Giorgio GinelliMichela Lai Giulia MartaniGiuseppe RaudinoJim TatanoGiovanna Vannini

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