Io come autore 75

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75 numero autore Il Gioco della Twitteratura Milano in nero: “Lady Noire” “E qualcosa rimane” di Nicoletta Bortolotti Anno 3 N. 75 / LUGLIO 2013 - Periodico - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. www.iocome.it Il socialnetwork per la cultura è già on-line raggiungici ora! Pier Paolo Pasolini

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Rivista dedicata agli autori

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autore

● Il Gioco della Twitteratura

● Milano in nero: “Lady Noire”

● “E qualcosa rimane” di Nicoletta Bortolotti

Anno 3 N. 75 / luglio 2013 - Periodico - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.i. : 07193470965-REA: Mi-1942227.iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

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● Pier Paolo Pasolini ●

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Nicoletta Bortolotti | 10E qualcosa rimaneIsabella Pesarini | 28Inno alla vita dalle tinte noir

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rubricheL’apprendista libraio | 4Stefano AmatoMedeo Strip | 4Eleonora GramignaPennellate di parole | 6Giovanna VanniniIl Romanzo Classico | 16di Linda BertasiSpeciale Twitteratura | 20a cura di Daniela VillaInformazione Letteraria | 26di Federica FerrettiL’angolo della poesia | 32Natalia Bondarenko Eventi | 34a cura della redazione

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editorialeLeggere. Rileggere. Giocare rileg-gendo. Riscrivere leggendo. Capire riscrivendo.

Parte tutto da un gesto, per molti ele-mentare, per molti altri una rarità (ri-cordiamo che in Italia solo il 15% circa della popolazione legge almeno un libro al mese… ma questi dati erano agli albori della crisi, ora sarà pure peggio).

La lettura, almeno per questo 15% scarso, è un senso aggiuntivo, che si affianca a mani, bocca, naso, orecchie e occhi, sfruttando questi ultimi per conoscere il mondo, indagarlo, esplorarlo, scoprirne spazi remoti e riflet-tere sui suoi angoli meno illuminati. E’ un senso potente, capace di farci vivere mondi lontani nel tempo, respirare atmosfere esotiche, desiderare il sapore di cibi mai provati (ucciderei per sapere che gusto ha davvero la Burrobirra!). Pensiamo allora a quanto possa essere efficace la sua forza gnoseologica applicata al presente, al contemporaneo, al mondo che ci cir-conda, alla quotidiano.

In queste pagine troverete l’esempio di un gruppo di “folli” che della lettura hanno fatto un gioco. Con i giochi i bambini simulano le esperienze cogni-tive, si allenano alla vita. Con questo gioco per adulti i lettori si allenano a conoscere il mondo, rileggendolo e riscrivendolo. Perché così dovrebbe essere da sempre, ma anche perché troppo spesso ci scordiamo di farlo. Meno male che ogni tanto c’è ancora qualcuno che ha voglia di scendere in cortile, chiamare a raccolta gli amici e iniziare a giocare… che poi tutti gli altri arrivano un attimo.

Buon gioco, buona lettura!

Daniela Villa

rubriche

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Stefano Amato

Stefano Amato ha pubblicatoalcuni racconti e romanzi.Lavora in una libreria.

l’apprendista libraio

medeo strip Di livello

http://apprendistalibraio.blogspot.it/

www.stefanoamato.com

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Eleonora Gramigna

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Incontri ravvicinati con i clienti(e non solo) di una libreria di provincia

Solo la casa editrice Cliente: “Ce l’hai l’ultimo di Baricco? L’ho già comprato l’altro giorno a Catania, ma il titolo non me lo ricordo. So solo che la casa editrice è Mondadori.”

Io: “Veramente l’ultimo di Baricco è pubblicato da Feltrinelli.”

Cliente: “Ti dico che l’ho appena comprato! A meno che nelle librerie Mondadori non vendano anche i libri delle altre case editrici, ma mi sembra strano.”

http://apprendistalibraio.blogspot.it/2011/12/solo-la-casa-editrice.html

https://www.facebook.com/disegni.porta.accanto

Ironica al punto giusto, spiritosa quanto basta e un pizzico sbadata, Eleonora adora viaggiare, l’arte e la musica rock.Un po’ sopra le righe, non le piace passare inosservata; ha avuto le più svariate esperienze lavorative, ma non ha mai smesso di disegnare, né di aspirare d’essere un’artista.

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Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una par-tecipazione ad un antolo-gia, ha intra-preso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la cono-scerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capola-vori di varie correnti arti-stiche.

pennellate di parole

Odori d’infanzia“Vesti la giubba e la faccia in farina…” 

Quando il trucco del volto si frantumava sotto la spugnetta imbevuta di struccante a buon mercato, la romanza partiva. Sere di smorfie ripetute le sue, corpo in lin-guaggio, volto in instancabile movimento, perché la maschera rappresentata giun-gesse ogni volta con identica intensità fino all’ultima poltroncina dell’ultima fila, dove seduto in attesa di riso, l’ennesimo adulto bambino fremeva.  

“Ridi pagliaccio”- proseguiva la romanza - cantata con impeto accorato dal tenore di indubbia fama. Era in quel preciso attimo che la collezioni di odori d’infanzia riempiva le sue narici…

…Odore di sugo di carne, a impregnare le stanze di casa la domenica mattina, odore bianco di borotalco, ad asciugare il suo pic-colo corpo dopo il bagno del giorno di festa, odore di zucchero, burro e cannella, da in-contrarsi sulla porta dell’antica pasticceria del quartiere, odore in puzzo di naftalina, che inevitabile accompagnava la prima usci-ta invernale del capellino della nonna, odore in fragranza di acqua di colonia, la “411”, spruzzata tra le forcine del biondo chignon della zia zitella. Quando l’odore acre e pungente del sigaro toscano di suo padre si confondeva tra una lacrima e un sorriso, la musica sfumava, net-tato era il volto, riposto l’abito di scena. Davanti a un bicchiere di vino, confidenziali attimi con la sua malinconia…

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Giovanna Vannininum

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Pablo Picasso, L’attore, 1904-1905, olio su telaMetropolitan Museum Of Art New York

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Un voto tutto social per il concorso!

Nei Libri con Medeo, il primo concorso per tutti gli amanti della lettura.

Leggete e votate le opere che preferite. Solo gli autori più votati arriveranno in finale e potranno essere pubblicati.

I vincitori saranno pubblicati gratuitamente da Diamond Editrice.

Fatti leggere!

Mediapartners In collaborazione conCon il patrocinio di

Votazioni aperte fino al 30 giugno 2013.Regolamento sul sito www.medeo.it

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Nicoletta Bortolotti, autrice di numerosi romanzi e redattrice

di una collana per ragazzi di

Mondadori, ci regala una chiacchierata in cui presenta “E qualcosa rimane”.

La intervista per noi Laura Orsolini.

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75Nicoletta Bortolotti Autrice

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Ho visto il video su youtube nel quale presenti il tuo libro, mo-strando la stanza dove scrivi. Trovo che condividere con i let-tori e con tutti quelli che voglio-no vedere il luogo preciso dove ti fermi e racconti le tue storie sia un’apertura notevole, che av-vicina molto l’autore col lettore. A me ha fatto piacere vederlo. Le forme di comunicazione tra autore e lettore sono cambiate. La distanza è diminuita?Facebook, Twitter, blog, Youtube… Effettivamente hanno accorciato molto le distanze fra autore e let-tore. Non mi è sembrato vero, per esempio, di poter chiedere l’amici-zia e seguire autori che stimo e am-miro. Inoltre i social network per-mettono agli autori di “fidelizzare” i lettori che entrano a far parte del-la loro community. Un altro mezzo per avvicinare l’autore ai suoi let-tori e viceversa sono i banchetti fir-ma-copia, meno formali rispetto a una presentazione ufficiale dove lo scrittore parla e l’uditorio ascolta. Nel banchetto, di concezione un po’ anglosassone, l’autore propone il proprio prodotto a ogni lettore che entra in libreria, parla con lui, c’è uno scambio di esperienze a tu per tu.Troppa vicinanza fra lettore e auto-re però, secondo me, può comporta-re anche dei limiti. A volte io stes-sa, quando leggo un romanzo che magari mi coinvolge molto, amo immaginare l’autore quasi come un personaggio della sua opera, inti-mamente connesso e in sintonia con ciò che scrive. Se il personaggio-autore si discosta troppo dalla sua creazione può deludere. O a volte prevarica e mette in ombra il testo. Su Facebook compaiono tanti “au-tori” che sono troppo “personaggi”, venditori di se stessi, e troppo poco scrittori… Insomma in rete screma-re le perle dalla fuffa non è facile!

Scrivi soprattutto in treno. Leg-gendo il romanzo ho avuto la net-ta sensazione di essere in treno anch’io, su un mezzo di traspor-to veloce che attraversa la vita di Margherita e della sua fami-glia. Le immagini dei ricordi si susseguono nitide e veloci, sono pennellate di colore e luce che delineano immagini precise che si soffermano il tempo necessa-rio per far nascere l’emozione nel cuore del lettore… Scrivo in treno perché, fra lavoro, famiglia, bambini, non ho molto tempo da dedicare alla scrittura e cerco di “ottimizzare” quelle tre ore al giorno trascorse sui binari per andare al lavoro. Il treno è diven-tato la mia “casa viaggiante”. Del resto la scrittura è un viaggio. L’im-portante è avere un punto di par-tenza anche se non sempre conosci il punto di arrivo.Vorrei a questo proposito citare qualche riga di “E qualcosa rima-ne”:Io e te in treno. Percorriamo la pia-nura che nelle prime colline antici-pa l’Appennino. Il mare è appena un desiderio.Un bambino nella pancia della ter-ra, coperta di viti e cipressi.Siamo sedute dalla stessa parte del-lo scompartimento.Guardi fuori dal finestrino e io guar-do il contorno familiare della tua te-sta. Capelli. Con gli anni cambiano il taglio, il colore e la consistenza, ma la forma che imprimono alla te-sta è immutabile. Sono i tuoi capel-li, ora, a dirmi che sei proprio tu. Quante volte ho osservato la tua te-sta da dietro, mentre contemplavi il mondo fuori dal finestrino della macchina. Vista da dietro, la testa di qualcuno che conosci è indifesa e intenta a un orizzonte che non vedi. Mi viene voglia di farti qualcosa, tipo quando eravamo piccole.Un impulso irresistibile.

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All’interno del romanzo è impossibile non identifi-carsi nella storia, in una parte del carattere di al-meno uno dei personag-gi. Ho sorriso quando ho letto che Margherita ama fare colazione in albergo, “vale la pena di dormire in albergo solo per la co-lazione” io lo sostengo da una vita...In realtà, credo ci sia un po’ di Margherita e un po’ di Viola, in tutte noi, nono-stante le due sorelle del ro-manzo abbiano un caratte-re apparentemente opposto e si definiscano ancora una in rapporto all’altra. Anzi in tutti noi, perché questo li-bro è piaciuto sorprenden-temente anche a molti uo-mini…

“E qualcosa rimane” è una storia sensibile che tocca in particolare l’ani-mo delle donne. Io lo pro-porrei agli uomini come manuale d’istruzioni, un po’ come quello che trovi nei mobili dell’Ikea. Un manuale utile per capire come siamo dentro, come ci spegniamo piano piano quando veniamo deluse dall’amore, mi riferisco alle donne del romanzo che, chi più chi meno, si sono “spente” a causa di un amore che ha ingan-nato le loro aspettative…La madre di Viola e Mar-gherita non ha mai smesso di amare il marito da cui si

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Titolo: E qualcosa rimaneAutore: Nicoletta BortolottiEditore: Sperling & KupferAnno: 2012Pagine: 181ISBN cartaceo: 9788820051846Prezzo di copertina: € 17,90ISBN eBook: 9788873395423Prezzo di copertina: € 9,99

E qualcosa rimane

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Nicoletta Bortolotti

è separata, Viola rincorre l’amore e poi lo fugge, Margherita si ritrova a vivere un amore precario come il lavoro. In apparenza, è vero, sem-brerebbe che le donne del romanzo si siano “spente” a causa di un amo-re che ha ingannato le loro aspet-tative. Ma forse la frase potrebbe anche essere capovolta, forse sono le aspettative che ingannano l’a-more... Ogni membro della fami-glia misura con un “felicitometro” il proprio grado di felicità e a un cer-to punto Margherita dice: la felicità non sempre rende felici.

Un amore da lontano non è un amore da meno. Su questa fra-se si fonda tutto il mio matri-monio. È bello sapere che an-che altri amano in maniera non convenzionale… “Sono dovuta starti lontana molto tempo per riuscire a trovare chi ero” Viola confessa a Margherita. Mi viene in mente anche una canzone di Jovanotti che tratta lo stesso ar-gomento e dice “mi devo allon-tanare da te, per vederti tutta intera”… Nel romanzo Marghe-rita e mamma amano come cani, Viola e papà come gatti. Come si fa a mantenere un equilibrio tra chi ama come un cane e chi ama come un gatto? Come si resiste alla mancanza?A volte, invece di studiare com-plesse teorie socio-psicologiche per comprendere il comportamento umano, basterebbe osservare un po’ meglio gli animali. Nel libro ci sono frequenti paragoni col mondo ani-male e tutti noi siamo un po’ cani, bisognosi d’amore e dipendenti, e un po’ gatti, gelosi della propria li-bertà. Non esiste un modo d’amare “politicamente corretto” perché a

volte vi sono amori in cui si è vicini ma ci sente soli e amori in cui si è lontani ma ci si sente intimamente connessi. Il problema è che cani e gatti, nel mondo umano, si attrag-gono e succede spesso che chi è di-pendente scelga un partner più in-dipendente, proprio per integrare in se stesso la parte che manca. E per alcuni anni funziona. I cani di-ventano un po’ più gatti e i gatti un po’ più cani. Finché però tornano in superficie le proprie caratteristi-che originarie e i cani si riscoprono cani (“ecco, non mi ha mai amato veramente”) e i gatti si riscoprono gatti (“mi manca l’aria, ho bisogno di cercarla altrove...”). è a questo punto che si saggia la vera tenuta di un rapporto.

Parliamo di “pianti di copertu-ra”. Il padre di Margherita e Vio-la dice “nessun problema in fa-miglia, i problemi si creano solo parlandone”. Quando si parla in famiglia si tende a trattenere le lacrime e fingere che non ci sia nulla che non va, soprattutto se non è vero. Perché nel nucleo fa-migliare fatichiamo così tanto a esternare le emozioni, e faccia-mo meno fatica a esprimerle col partner o con gli amici?Ho letto un bellissimo libro della psicoterapeuta Silvia Vegetti Fin-zi, intitolato “Noi due sconosciuti”. Si raccontano storie di quotidia-na follia dove i genitori non sanno chi sono veramente i figli e le cop-pie scoprono aspetti l’uno dell’altro che mai avrebbero immaginato. Ma molti per anni non tentano neanche di sapere, di conoscere veramente le persone con cui vivono. E questo per il timore di esprimere emozio-ni autentiche e di essere profon-

E qualcosa rimane

FB: https://www.facebook.com/EQualcosaRimane?fref=ts

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damente feriti. Coloro che amiamo di più infatti possono ferirci di più. In questi casi, non voler conoscere l’altro può essere una scusa per non voler conoscere se stessi.

Nel libro Margherita e Viola, le due sorelle, si vogliono bene ma sono diverse. Margherita soffre la mancanza della sorella. Nella vita le relazioni interpersonali non vanno mai come vorremmo. Qual è secondo te la ricetta “ma-dre” per accettare i compromes-si?Accettare i compromessi. Senza film ideali, senza la schiavitù di un progetto che abbiamo in testa e che indica quale sarebbe un amore ide-ale, una sorella ideale, una madre o un padre ideali, un’amica o un ami-co ideale. Il segreto penso che sia accettare le imperfezioni della re-altà come dice Margherita quando racconta a Viola dei suoi bambini:Quando i figli erano neonati, mi am-mazzavo di fatica, ma mi sentivo bene perché impegnata totalmente nel fare e ancora ignara del risulta-to. Se i bambini fossero torte, Viola, questa è la fase in cui le madri si di-vertono a impastare e a mescolare gli ingredienti, senza alcuna ricetta che indichi le giuste percentuali. E un giorno i figli sono grandi, la torta esce dal forno, e le madri finalmen-te l’assaggiano. Ne valutano pregi e difetti. Scoprono che forse avreb-bero potuto mettere più zucchero e meno cioccolato, amalgamare me-glio il burro con le uova, ridurre i tempi di cottura. Ma ormai quello che è fatto è fatto, tornare indie-tro non si può. Ormai quel dolce è uscito così, un po’ bruciacchiato ai lati, o in certi punti ancora un tan-tino crudo, non abbastanza gustoso

o dal sapore troppo deciso. E allora alle madri non basterà tutta la vita per accettare le piccole grandi im-perfezioni della loro torta e per dire ugualmente al mondo, per dire a tutti quelli che cercheranno di con-vincerle del contrario, questa torta è buonissima, amo questa torta in qualunque modo sia venuta, perché è mia, l’ho fatta io, è l’unica torta che ho, l’unica per cui è valsa la pena di restare qui e respirare.

La tua è una scrittura che mi per-metto di definire lirica nel senso etimologico dell’aggettivo, per-ché in tantissimi momenti i sen-timenti prendono il sopravvento sulle parole, che si trasformano in poesia… Adoro la poesia, ne ho letta molta e penso che leggere poesia aiuti mol-to a migliorare la propria scrittura, a rifuggire dalle banalità e dai cli-ché. Quando troppe parole appiatti-scono un sentimento o un concetto, un’immagine permette una com-prensione più profonda. A patto che lo stile sia sempre nitido, aderente alla storia, mai troppo pesante o ri-cercato.

Parliamo un po’ di pettinature. All’inizio di ogni capitolo, insie-me a un riassunto degli avveni-menti storici importanti e non che sono successi, viene citata la pettinatura dei protagonisti. Ci spieghi il ruolo della pettina-tura in questa storia?I protagonisti maturano e crescono, ci sono tre generazioni di donne e di uomini presenti nel romanzo dagli anni ‘50 a oggi. Cambiano i governi e cambia il loro taglio di capelli. La pettinatura non è solo espressione della moda, ma è un indice profon-

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E qualcosa rimane

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Nicoletta Bortolotti

do dello spirito dei tempi: negli or-dinati e moralisti anni ‘50 la madre ha il carrè e il padre la riga da una parte. Negli anni ‘70 la madre por-ta uno chignon disordinato, Viola e Margherita i capelli corti e il padre è diventato capellone. Oggi ai geni-tori si sono imbiancati i capelli, Mar-gherita cerca nel carré della madre quella sicurezza che un’epoca incer-ta non offre più.

Un altro dei tanti temi interes-santi che vengono toccati nel ro-manzo è quello della libertà che viene definita crudele: “La li-bertà è crudele e non guarda in faccia a nessuno” e ancora “per cambiare devi tradire qualcuno”. Insomma fare quello che si vuole è doloroso…Oggi la libertà è molto enfatizzata e in parte è giusto che sia così, perché la vera libertà si è conquistata nella storia con molto sangue. Ma i gatti la amano e i cani no. Viola ama la sua libertà, Margherita non sa che farsene, perché teme la solitudine. E allora c’è libertà e libertà, dipen-de da quanto ognuno di noi è in gra-do di “sopportarla”. Per conquistare la libertà di crescere bisogna avere la forza di attuare un vero e proprio tradimento. Il primo grande tradi-mento avviene nei confronti della madre, quando il figlio adolescente chiude la porta della propria camera e non la mette più a parte dei suoi segreti. Tutti i successivi tradimenti saranno una replica più o meno riu-scita di questo. A volte per crescere si tradiscono amici che non ci cor-rispondono più, si tradiscono luoghi in cui non stiamo più bene, si tradi-scono parti di noi stessi che non ci appartengono più.

Laura Orsolini

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Il petalo cremisi e il bianco“Attento. Tieni a posto la testa: ti ser-virà. La città in cui ti conduco è vasta e intricata, e tu non ci sei mai stato prima. Puoi immaginare, da altre sto-rie che hai letto, di conoscerla bene, ma quelle storie ti hanno illuso, acco-gliendoti come un amico, trattandoti come se fossi uno del posto. La verità è che tu sei un alieno, in tutto e per tutto, arrivato da un altro tempo e da un altro luogo.”

Questo, l’inizio trascinante de “Il pe-talo cremisi e il bianco” che vado a illustrarvi per il nostro consueto ap-puntamento.

Michel Faber ha confezionato per noi il più grande romanzo vittoriano del ventunesimo secolo, pubblicato per la prima volta nel 2002, prima in In-ghilterra e poi in America. Un feno-meno editoriale che ha conquistato lettori e critici in egual misura, tra-dotto in ventidue paesi, e riproposto su pellicola.

Il romanzo racconta l’ascesa di Sugar, giovanissima prostituta, che diviene l’amante di un industriale dei cosme-tici: William Rackam. In men che non si dica riuscirà a riscattare il proprio destino prendendo servizio alle di-pendenze di William come governan-te della figlia, la piccola Sophie. Qui la donna farà la ‘conoscenza’ della giovane e bellissima moglie, Agnes,

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il romanzo classico

Linda Bertasi vive nella provincia di Ferrara. Appassionata di storia eletteratura, pubblica il suo primo romanzo “Destino di un amore” nel 2010 acui fa seguito “ Il rifugio” nel 2011 che le è valso il secondo premio alXXIII premio letterario Valle Senio 2012.

Per conoscerla megliowww.lindabertasi.it

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ero

di Linda Bertasi

affetta da una singolare forma di pazzia che la condurrà giorno dopo giorno sempre più lontana dai suoi affetti e famigliari.

La storia è cruda, rude, violenta e affascinante. Ci ritroviamo a fare il tifo per Sugar, dotata di una cul-tura letteraria invidiabile malgra-do l’estrazione sociale. Cultura che sfoggia con moderazione e al momento opportuno, affascinando clienti prima e amante poi. Singo-lare è anche la sua descrizione fi-sica: ci ritroviamo di fronte a una donna non bella nel senso lato del termine, una donna affetta da psoriasi che le traccia il corpo, da secchezza alle mani e alle labbra che tendono a squamarsi. Ci ritro-viamo affascinati e conquistati da Sugar al pari di William e della pic-cola Sophie che viene avviata sul-le strade del sapere dalla donna e condotta dalla sua mano sapiente.

In egual modo arriviamo a dete-stare William per il suo carattere freddo e calcolatore, passionale e trasgressivo, per la sua inequivo-cabile debolezza che si trasforma inevitabilmente in cinismo e cinici saranno i pensieri di Sugar sul suo Pigmalione quando imparerà a co-noscerne a fondo vizi e virtù.

Il rapporto tra i due è altalenan-te, non si comprende se si amino o dipendano semplicemente l’uno dall’altra, arrivando alle volte a strumentalizzarsi a vicenda.

Sugar è per Faber la realizzazione

di tutti i dogmi maschili con la sua intelligenza, la sua affidabilità, la totale assenza di gelosia e il suo essere amante sfrenata. Si nota qui il chiaro intento dell’autore di rappresentare in maniera ironica i modelli femminili sui cui si basava la società del diciannovesimo se-colo e, forse, non così lontani dai nostri. Autore e lettore sono ac-comunati da un patto secondo cui l’oggetto è certamente storico ma il punto di vista dell’osservatore è moderno anzi, come sostengono alcuni, postmoderno.

L’occhio clinico di Faber non de-morde neppure nelle scene di sesso pur non scadendo mai nella porno-grafia, il suo acume nel descrivere l’ambientazione (un lavoro costa-togli venti lunghi anni di ricerche e dieci di stesura per riuscire a riprodurre quanto più fedelmente possibile lo stile di vita nei sobbor-ghi della Londra ottocentesca).

I personaggi sono creati ad arte per affascinare e infastidire, pur notando una certa paradossalità in alcune situazioni piuttosto in-verosimili considerato il periodo storico. Un signorotto londinese avrebbe mai preso sotto la sua ala, prima, e in casa, poi, una prostitu-ta dei bassifondi?

Lo stile di Faber è originale e ac-cattivante. Per accentuare la par-tecipazione del lettore e coinvol-gerlo ulteriormente, l’autore gli indirizza una serie di avvertenze, in una specie di dialogo/monologo

➜segue

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il romanzo classico

TRAMALondra 1875. Dall’esile candela della sua stanza, nel bordello della terribile Mrs Castaway, Sugar, una prostituta di dicianno-ve anni, la più desiderata in città, cerca la via per sottrarre il proprio corpo e l’anima al fango delle strade. L’occasione arri-va con Willian Rackam, giovane erede di una grande fortuna. L’uomo ne verrà conquistato e ammaliato e non esiterà a strap-pare l’amante dai luridi vicoli malfamati, accogliendola nella propria dimora sotto le mentite spoglie di governante. Michel Faber ci guida nella scalata di Sugar, dai bassifondi fino allo splendore delle classi alte della società vittoriana, dove violia-mo l’intimità di personaggi terribili e fragili, come l’angelica e fragile Agnes, moglie di Rackam. Personaggi indimenticabili come l’eco di queste pagine.

abilmente costruito. Personalmen-te ho amato come pochi romanzi al mondo l’originalità e la particolarità del primo capitolo: un’intera pagina a tu per tu con il lettore, pieno di av-vertimenti, ragguagli, riflessioni.

I temi affrontati da Faber sono mol-teplici: lo snobismo, la differenza tra classi sociali, la cultura, i dogmi, gli stereotipi fatti per essere distrutti e rimodellati e le infinite sfaccettature dell’animo umano, luci e ombre del nostro “io”.

Faber ha scritto un romanzo che uni-sce alla sapienza di uno sguardo con-temporaneo la forza ipnotica delle grandi storie ottocentesche.Un romanzo che consiglio a tutti e che, sono certa, entrerà di diritto nelle vostre librerie come un piccolo cimelio, non mi resta che augurarvi buona lettura e buon proseguimen-to per le vie maleodoranti di Silver Street. ●

di Linda Bertasi

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2020

Nell’ultima giornata del Festival della Letteratura di Milano, alla vigilia del lancio di #Corsari, Paolo Costa, Hassan Bogdan Pautàss e Pierluigi Vaccaneo hanno condotto un’esercitazione di twitting analogico.

La Twitteratura è un gioco e in quanto tale ha le sue regole: come la maggior parte dei giochi, presuppone il raggiungimento di un obiettivo, potenzialmente semplice, tramite l’utilizzo di limiti non necessari che ne complicano la riuscita. In questo caso il gioco è la rilettura tramite la riscrittura di un testo esistente (inizialmente fu Queneau, poi Pavese e ora Pasolini) con il limite, tutt’altro che banale, di utilizzare 140 ca-ratteri al massimo. Come in molti giochi ci sono dei “capitani”, quelli che furono i “titani” per #Leucò e che ora sono i “corsari” per Pasolini, che coordinano o suggeriscono le strategie di gioco ai giocatori: ogni due giorni infatti un corsaro lancia degli spunti di riflessione tratti dal-lo scritto corsaro del momento, su cui l’intera comunità di giocatori si sfiderà a suon di tweet. La prova analogica suggerita, nella sua immediatezza, rende chiare da subito le difficoltà del gioco, ma altrettanto tempestivamente catapulta i giocatori nel pieno della partita. Carta e penna alla mano, riassume-re un testo dopo una prima lettura non è così facile, men che meno lo è in così poche lettere. C’è chi morsica il tappo della penna in attesa d’ispirazione, chi scrive e cancella, chi scrive e lamenta la brevità del-lo spazio a disposizione, chi fissa il foglio bianco in pieno blocco dello scrittore e chi consegna il compito con aria soddisfatta. Risultato: venti scrittori diversi per venti riassunti diversi. Quanto basta però per ren-dere l’idea delle possibili declinazioni del twitting: c’è chi si affida alle parole dell’autore e le trascrive fedelmente, chi riassume con precisa sintesi, chi fa una parafrasi letterale e chi ne fa una creativa, chi sce-glie la via della riscrittura personale e chi scrive del suo scrivere in una meta-riscrittura. Tutto questo dalla sola lettura di una pagina di Pavese. Non stupisce che a meno di ventiquattr’ore dal suo lancio, l’hashtag corsari sia entrato di prepotenza nei Trending Topics di Twitter. Quali sono gli spunti di riflessione che questi trend devono suggerirci? Abbia-mo avuto la fortuna di fare una lunga chiacchierata con Paolo Costa al ritorno dal viaggio con i suoi due compagni d’avventura da Katowice, alla cui facoltà di letteratura italiana era giunta voce di quel che “era stato fatto” a Cesare Pavese su Twitter, e ci siamo fatti raccontare di questo progetto dall’apparenza folle.

Il gioco della Twitteratura

speciale a cura di Daniela Villa

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Pierluigi Vaccaneo e ilTweetbook di Leucò

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Paolo Costa: Il progetto Leucò, ini-ziato a gennaio 2013 e conclusosi ad aprile, ci ha costretto a fare i conti con quello che è accaduto in questi mesi: la creazione di una vera e pro-pria comunità. Di recente si parla tanto di esperienze “collaborative” legate alla letteratura, in particola-re per la scrittura collaborativa, i cui casi si sprecano sia in Italia che all’e-stero. In Italia tra i primi ci sono stati quelli del collettivo di Wu Ming, se-guiti dall’esperienza di scrittura in-dustriale collettiva, come il recente romanzo Il territorio nemico edito da Minimum Fax, risultato dell’opera di centoquindici autori. Quello che cer-chiamo di fare noi è una “riscrittura collaborativa”: non vogliamo scrive-re un’opera letteraria nuova, ma vo-gliamo riscrivere un’opera letteraria

preesistente leggendola insieme, uti-lizzando la riscrittura come uno stru-mento di lettura, in particolare avva-lendoci di Twitter.

Dall’esperienza di Leucò abbiamo stimato che chi partecipa al gioco (in quel caso si parlava di almeno 280 persone) deve rileggere il testo come minimo quattro o cinque volte. Que-sto significa che abbiamo convinto quasi trecento persone a prendere in mano un romanzo difficile come “Dialoghi con Leucò” di Pavese e non solo a leggerlo, ma a rileggendolo tutte queste volte. Già questo risulta-

Twitting analogico di Paolo Costa e Hassan Bogdan Pautàss

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to è stato incredibile per noi e per i giocatori stessi. Questi progetti che utilizzano piat-taforme web, social network per fare un lavoro collaborativo sulla letteratura, sia esso scrittura o ri-scrittura, funzionano se la comunità che li sostiene è una comunità vera, e questo è stato il nostro primo tra-guardo: quello che si è creato è una comunità reale di persone che quo-tidianamente interagiscono. E an-che la nostra, come tutte le comuni-tà, è stratificata: c’è un nucleo, che nel caso di #Leucò era costituito dai ventisette Titani, ora per Pasolini sono i venticinque Corsari, un pic-colo network di persone particolar-mente coinvolte che interagiscono intensamente, si scambiano punti di vista, link, suggerimenti. Attorno a questi nuclei si costituisce poi la co-munità vera e propria dei “riscritto-ri”, che partecipano dall’inizio alla

Il gioco della Twitteratura specialefine al progetto riscrivendo con uno o più tweet. Le declinazioni del twit-ting sono varie: si va dai grafomani ai timidi, passando per l’approccio sperimentale all’esibizionismo. A noi questa pluralità di approcci è molto piaciuta. All’indomani della chiusura della riscrittura di #Leucò c’è stato un vuoto molto ingombrante per tut-ti i partecipanti, tanto che ci siamo inventati un #Leucò/00 che ci per-mettesse di proseguire per un’altra settimana in decompressione pro-gressiva, per scambiarsi finalmente impressioni ed emozioni su questa esperienza collettiva. Attorno a que-sta comunità però si è sviluppata una rete ancora più ampia e dalla portata difficilmente stimabile con precisio-ne, che riguarda tutti coloro che non partecipano direttamente al proget-to ma che lo seguono, che leggono, che si incuriosiscono. TweetReach, uno dei servizi più utilizzati per cal-

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Il gioco della Twitteratura

colare l’audience di Twitter, calcola che #Leucò abbia raggiunto un baci-no di circa un milione di utenti; per quanto, a nostro avviso, questa stima vada ridimensionata, crediamo di po-ter calcolare che la nostra comunità “estesa” conti effettivamente alcune migliaia di utenti.

A prescindere dai numeri, il proget-to di Leucò ha suscitato diversi in-teressi, tanto che l’attuale #corsari ha da subito destato l’attenzione di Rai Scuola e Rai Letteratura. Con quest’ultima sfida abbiamo voluto dare a questa operazione un significa-to particolare, che non è tanto quello di portare alla ribalta certi temi, ma-gari datati (discutere oggi di aborto nei termini in cui se ne discuteva nel ’74 non è poi forse così interessan-te): il messaggio chiave secondo noi è che Pasolini era un intellettuale

che si metteva in gioco, si sporcava le mani con i temi del suo tempo, as-sumendo spesso posizioni scomode che facevano discutere la sua socie-tà. Quello che vogliamo dire con l’o-perazione sugli Scritti Corsari è che oggi non c’è una figura come Pasoli-ni: aldilà dei temi, quello che manca ai nostri giorni è una figura di poe-ta e intellettuale come Pasolini, che con il solo strumento della ragione accendeva queste discussioni. Oggi non solo in Italia non c’è una figura così, ma Pasolini è spesso oggetto di rimozione, un personaggio scomodo che si cerca di accantonare. E questo ci porta necessariamente a una do-manda: come reagirebbe la società attuale a un nuovo Pasolini? Il rischio probabilmente, a differenza di quel che accadde negli anni Settanta, sa-rebbe quello di “normalizzarlo” e ve-derlo sfilare in tv ad “Amici”, oppure

Pier Paolo Pasolini

➜segue

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di “espellerlo”. A tal proposito sia-mo molto interessati a capire quale sarà la posizione del Corriere della Sera, che quarant’anni fa ha dato voce e spazio agli Scritti Corsari in prima pagina.

Lungo il nostro percorso ad un certo punto ci siamo imbattuti nel gruppo U10, che ha sviluppato una piattaforma per l’impaginazione dei tweet tematici, coniugando testo e immagini per produrre un tweetbo-ok cartaceo. Per #Leucò sono sta-ti scritti circa 45mila tweet in tre mesi, selezionati e organizzati poi nell’apposito “scontrino” tweetbo-ok. Per Pasolini il team ha messo a punto una nuova release della piat-taforma con delle funzionalità inte-grate e vedremo a fine luglio quel che i corsari avranno prodotto.

speciale Il gioco della Twitteratura

http://twitteratura.it/https://twitter.com/PasoliniPPhttps://twitter.com/search?q=%23Corsari&src=hash

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Il gioco della Twitteratura

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Informazione letteraria

Casa Editrice Rupe Mutevole

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Come inizia l’avventura lettera-ria di Cimar?La nascita di un impegno lettera-rio, credetemi, è sempre una ricer-ca analitica, un prodotto espressi-vo, che ha origine, senza che lo si voglia far nascere per forza, quan-do si vogliono esporre i disperati drammi di vita, quando si cerca di aver pietà del prossimo, quando si tenta di sanare alcuni dubbi che tormentano gli animi.Le ragioni iniziali della mia avven-tura letteraria, che mi hanno spinto a scrivere, erano molteplici e le più importanti erano segrete, soprat-tutto questa forse: mettere qualcu-no al riparo dall’ingiustizia domi-nante. Nell’espressione letteraria, tra la poesia espressa in immagini e la prosa espressa in concetti, pur essendo esse della stessa natura e del medesimo valore estetico, ho preferito dare più importanza alla lirica poetica, rappresentata in ver-si canori, che deliziano il cuore e l’anima con la loro magia e la loro forza emotiva.

www.rupemutevole.it

Un giornalista che diventa poe-ta…Un giornalista sociologico, come lo scrivente, che indaga fondamental-mente sulle problematiche socio-culturali emergenti, che assillano i ceti sociali deboli contro la super-bia prevaricante dei “palazzi” di po-tere e delle “caste” privilegiate, si trasforma psicologicamente in un poeta, in quanto si rende interpre-te del malessere sociale e si ispira, con componimenti in versi ritmici, ai malumori, che serpeggiano nel sottobosco della convivenza civile. La poesia è l’arte di dipingere in versi le cose, in modo che si muova-no gli effetti di chi legge o ascolta, affinché ne nasca diletto. Il poeta non inventa la poesia, perché essa è da qualche parte ed è là da tempo immemorabile: egli non fa che sco-prirla ed esplicitarla.

L’avventura di “Eco Da Internet”So già che il successo in Internet del mio viaggio avventuroso dipende in ugual misura da due fattori deter-minanti, la fortuna e la virtù, ossia

L’avventura di “eco da internet” del poeta giornalista Vito Cimmarusti Cimar

Per la Collana ormai cult di Rupe Mutevole, Echi da internet, che ha appena ricevuto la seconda segnalazione su Donna Moderna da Alessandra Appiano, presentiamo l’intervista ad un eco sui generis.

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la fantasia della storia e la moralità delle opere. So pure che un percor-so letterario, fondato sull’inventiva, richiede una percentuale di geniale ispirazione e un’altra di sudata fa-tica.Sono su una strada soleggiata e mi sento in una disposizione d’animo avventurosa e romantica, che mi rende infinitamente felice. Il mon-do mattutino, che mi si stende da-vanti, mi appare, come se lo vedessi la prima volta. Tutto ciò che scorgo mi dà l’impressione piacevole di af-fettuosità, di bontà, di gioventù.Nel mio cammino letterario, corre-re l’avventura di “Eco da Internet” significa rompere la trama poetica vissuta nel passato per verificare, se questa rottura non solo valga la pena, ma sia soprattutto autorizza-ta dalla ragione letteraria.

Progetti letterari futuriGrazie alla mia fertile mente inven-tiva, che Dio mi ha donato, sto lavo-rando su ben tre progetti letterari differenziati: 1) Un’ulteriore silloge poetica “Sulle vibranti ali del cuo-re” 2) Un romanzo narrativo di tipo autobiografico “L’ardente giovinez-za” 3)Una raccolta di saggi socio-logici (pubblicati in giornali vari) “Petali Di Alabastro”.

www.rupemutevole.it

Titolo: I dolci occhi dell’amore. Liriche amoroseAutore: Vito CimmarustiEditore: Rupe MutevoleCollana: Echi da internetAnno: 2012Pagine: 66ISBN: 9788865911679

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La scrittura è entrata nella mia vita dall’osservazione, durante una fase di lavoro che mi ha portato al pendo-larismo per parecchie ore al giorno. Ho iniziato a scrivere appena dopo gli studi universitari, durante la ri-cerca della professione adatta alla mia preparazione accademica. Ve-devo e osservavo: la frenesia di una metropoli sempre di corsa come Mi-lano, mia città natale e tutt’ora di residenza, le proposte sempre in au-mento di molteplici eventi, proposte sempre più accattivanti, una città dove si ha sempre qualcosa da fare, lasciando poco spazio alla rifles-sione. Così sembrerebbe.

A poco più di vent’anni mi sono chiesta dove correvano tutte queste persone, sveglie dall’alba e sempre impegnate: col lavoro, con la pa-lestra, con lo shopping, con gli eventi di qualsivoglia tipo, sempre più preda dello stress e di una vita che non è più vita, ma una corsa sen-za una destinazione duratura. Volevo comunicare queste riflessioni ai più, da qui è nata l’idea che ha dato vita al romanzo “Lady Noire”. Po-trebbe mai succedere che la routine quotidiana fosse improvvisamente spezzata da un incontro non previsto? Potrebbe quindi uscire la vera personalità, magari nascosta, di ognuno di noi, senza più condiziona-menti morali e sociali? Il romanzo inizia proprio col più surreale degli incontri, nel luogo dove fare incontri è statisticamente impossibile: la metropolitana milanese, crocevia di spostamenti, ma non di relazioni umane.La scelta del genere noir con sfumature che vanno decisamente verso il thriller si è sviluppata nel corso della scrittura della vicenda. Tuttavia “Lady Noire” non è solo un noir, un thriller. “Lady Noire” è un romanzo sociale: di denuncia dei numerosi luoghi comuni dietro ai quali molte persone decidono di nascondersi, probabilmente per uniformarsi e non affrontare la possibilità della critica, in realtà questa un’opportunità di crescita personale; delle vetrine luccicanti dei negozi più sfarzosi, che tolgono l’attenzione e il panorama di un’opera d’arte d’eccezione; dell’eccesso di superficialità e consumismo ostentati senza limiti, con l’illusione di coprire le proprie insicurezze. “Lady Noire” è il romanzo degli opposti, del bianco e del nero, del buono e del cattivo, della luce

Autrice L’inno alla vita dalle tinte noir

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Isabella Pesarini num

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e dell’oscurità che abitano entrambe nell’anima di ognuno di noi, come un’allegoria dell’eterna lotta dei due poli opposti lungo il cam-mino dell’equilibrio, la vita. “Lady Noire” è una mappa delle vie di Milano, vie ricche di storia e di arte, sarebbe sufficiente alzare gli occhi da terra e prendere coraggio per guardare verso il cielo che ci accorgeremmo tutti di quanto Milano sia una città elegante, sontuo-sa, preziosa, che non si svela agli occhi delle masse non interessate, ma solo a chi si lascia andare alla propria curiosità. “Lady Noire” non è solo un romanzo di narrativa, tra le pagine è scritta anche una poesia, che riassume e completa la vicenda. “Lady Noire” è un ro-manzo d’amore, visto nei suoi molteplici aspetti: dall’ossessione alla purezza, dalla gelosia al lasciar andare la persona amata, dalla follia alla semplicità. “Lady Noire” è un romanzo surreale, dove l’atmo-sfera di sogni, di doppi specchi, reali e immaginati, del velo di Maya da superare fa da contorno indispensabile alle azioni contenute nel libro.

“Lady Noire” non è solo un romanzo noir, “Lady Noire” è soprattutto un inno alla vita.

Una volta finito di scrivere il romanzo, è iniziata la vera avventura nel mondo dell’editoria, un’avventura a tutti gli effetti. Ho scelto di partecipare a fiere, festival, eventi del settore per conoscere di per-sona tutti i protagonisti del panorama: editori, autori, agenti di co-municazione, appassionati, gestori di locali che sfidano le abitudini consolidate dei consumatori per portare la cultura nella conviviali-tà. Provenendo da un settore decisamente diverso, l’ingegneria, ho dovuto faticare circa quattro anni prima di trovare un editore serio, ovvero non a pagamento, e allo stesso tempo tanto folle da investire la propria professione nella cultura. L’editore di “Lady Noire”, Ar-duino Sacco, vanta un catalogo di migliaia di titoli, opportunamente selezionati e curati.

L’avventura editoriale ha contribuito a modellare la mia esperienza in questo ambito, ad affrontare i problemi senza farsi sopraffare, a trasformare le difficoltà in opportunità, di crescita personale e pro-fessionale. La scrittura e l’ingegneria sono due mondi apparente-mente ostili, in realtà sono semplicemente esigenti, perciò prima di trovare il proprio posto è necessario studiare, rimettersi in discus-sione, aggiornarsi, perseguire queste passioni. Un po’ come la vita, dove nulla è scritto, dove tutto è incerto, come questi ultimi anni hanno sottolineato.Ricerca e curiosità mi hanno sempre accompagnato, la meta di que-sta ricerca la costruisco giorno per giorno.

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ESTRATTO DA “LADy NOIRE”

Le stavo davanti, lei era seduta pro-prio di fronte a me, e non l’avevo no-tata per tutta la durata del viaggio. Sto proprio invecchiando. Era una donna molto elegante, sulla trenti-na, lunghi capelli neri lisci oltre le spalle, sguardo di ghiaccio, l’azzurro dei suoi occhi così chiaro. La pelle era color perla. Tutta la figura aveva un portamento assai fiero, sicuro di sé, cosa che avevo sempre sognato di possedere, ma che non ero mai ri-uscito ad acquisire.Non dissi una parola e la lasciai pas-sare.“Scusi, Madame, le è caduta una piu-ma, credo dalla sua sciarpa”.Io che parlavo in francese? E che mi mettevo a raccogliere piume di struzzo?“La tenga, così non si scorderà di me”. Le sue labbra scarlatte rideva-no. No, dolce visione, stai sicura che non ti dimenticherò …Lei aveva ragione: non mi sono più liberato di quella donna, un dolce in-contro in metropolitana che ben pre-sto sarebbe diventato la mia rovina.

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Autrice

Titolo: Lady NoireAutore: Isabella PesariniEditore: Arduino Sacco EditoreAnno: 2011 - Pagine: 273ISBN (cartaceo): 9788863545623Prezzo di copertina: € 19,90

Isabella Pesarini

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Titolo: Viaggio nei sogni metropolitaniAutore: Isabella PesariniEditore: ARPANetAnno: 2012Pagine: 173ISBN eBook: APN 8874260799Prezzo di copertina: € 4,50

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Ma, credimi… che sia ubriaca o malata,l’anima russa non sente l’impurità della pioggia,non cambia direzione quando le strade sono

più di due, quando i ponti sono crollati el’orizzonte si macchia di sangue, non sente

la neve prendere a schiaffi la pelle –lo spietato sbiancante dei sogni proibiti.

Credimi,soltanto il dindon[dare] delle campane fuori moda

capace di sconquassare il corpo con la loro potenzae la parola di un vocabolario sovrumano,

balbettata,recitata,

massacrata,appesa alla stessa corda e sbattuta contro il bronzo

la fanno guarire. E, credimi…almeno per un attimo,

la fanno sentire viva prima di morire.

l’angolo della poesia

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Tra romanzo e poesia Confidenze confidenziali rac-conta in modo graffiante e ironico la vita di una don-na senza volto ma di cui viene facile immaginare gli occhi. Occhi attenti, disincantati, che lasciano intra-vedere profondità nelle quali siamo invitati a entrare. E non ci si può sottrarre, le parole della Bondarenko non si limitano a invitarci, ci portano dentro, sempli-cemente. Parole come piccole pallottole non estrai-bili. Per sempre. Nello stesso tempo comprendiamo però che uscire non è sempre facile e, forse, aggiun-go io, si finisce per non averne voglia, e allora si pro-segue questo viaggio fino in fondo, nonostante tutto, accanto alla protagonista, sorretti dalla sua forza e, insieme, dalla sua tagliente ironia.

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Natalia BondarenkoNatalia Bondarenko è nata nel 1961 a Kiev in una famiglia d’artisti. Nel 1990 si trasferisce in Italia, a Milano. Da vent’an-ni vive e lavora a Udine.

Nella sua lingua madre ha scritto sceneggiature, poesie, rac-conti e romanzi. In italiano scrive solo da una decina anni, ri-scuotendo un notevole successo, e ha tradotto opere poetiche e narrative di autori russi e ucraini. È risultata vincitrice e finalista in vari concorsi tra i quali “Parole e Poesia”(2009) e “Scrivere Altrove” (2012). Nel 2011 le viene conferito il diplo-ma di merito al 18° Concorso Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia”.

Suoi lavori sono inseriti nelle antologie di diverse case editri-ci e in varie riviste nazionali e internazionali. In Italiano ha pubblicato Profanerie private (Guarnerio Editore) L’amore del giglio (Samuele Editore), Terra altrui (Samuele Editore).Seconda classificata all’edizione 2013 del Premio Baghetta, presentato all’interno della seconda edizione del Festival della Letteratura di Milano.

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi Ascolta la montagna!

LA LOMBARDIA E LE ALPI Nel 150° anno di fondazione del Club Alpino Italiano Spazio OberdanMilano

Fino al 7 luglio 2013Una rassegna senza precedenti dedica-ta alle montagne della Lombardia, alle sue genti e al loro rapporto con le real-tà metropolitane, per raccontare e far rivivere il lungo sviluppo dell’alpinismo in Lombardia dall’Ottocento ai giorni nostri. La mostra è promossa dall’As-sessorato alla Cultura della Provincia Anselmo Fiorelli, capostipite di una di-nastia di guide della Valmasino di Mi-lano con il patrocinio della Presidenza generale del CAI. Grazie alla collabora-zione delle numerose Sezioni lombar-de del CAI verranno esposti documenti rari, cimeli di spedizioni extra-europee, libri e pubblicazioni storiche, cartogra-fie, dipinti e panorami d’epoca, modelli-ni di rifugi lombardi, fotografie storiche e moderne, attrezzi alpinistici d’ogni tipo e moltissimi altri materiali, provenienti anche da collezioni private.

Per informazioni: www.provincia.milano.it

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi num

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75 Tocca le collisioni culturali! COLLISIONICreature selvagge 2013

Barolo - CN

Dal 5 al 9 luglio 2013

Torna anche quest’anno il fe-stival di letteratura e musica in collina Collisioni, manifestazio-ne che ha radunato nelle Lan-ghe lo scorso anno oltre ottan-tamila spettatori ed è diventata nel giro di pochissimi anni uno dei principali festival di musica e letteratura a livello europeo, e un punto di riferimento per alcune delle maggiori pop-star internazionali che hanno scelto il fe-stival come unica tappa italiana dei loro tour mondiali. Tra gli ospiti, molti con date esclusive in Italia, ci sono Elton John, Jamiroquai, Fabri Fibra, Gianna Nannin, Elio e Le Storie Tese, David Grossman, Ian McEwan, Michael Chabon, David Sedaris, Valerio Massimo Man-fredi, Oliviero Toscani, Daria Bignardi, Serena Dandini, Ascanio Ce-lestini, Luciana Littizzetto, Maurizio Lastrico, Paola Mastrocola, Margherita Hack, Massimo Carlotto, Giuliano Sangiorgi, Giuseppe Tornatore e altro ancora.

Per informazioni: www.collisioni.it

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi Annusa la fragranza dell’opera umana! PICCOLE OPERE UMANELa fragrante espressione di un’intelligenza possibile

Delizia Estense del Verginese - Portomaggiore – FE

Fino al 28 luglio 2013

Elisa Mucchi (ideazione e concept) così descrive il percorso fotografico: “Il progetto Piccole Opere Umane si genera dalla riflessione sul tema del sacro; sacro che non richiama ad alcun credo religioso, ma apre ri-flessioni e propone possibili sguardi e letture del corpo nel suo muoversi e nel rapporto con l’ambiente […] Dove sta la bellezza? Può richiedere uno sforzo cercare di vedere il dettaglio, forse la bellezza può rimanere nella dimensione più allargata e universale ed il dettaglio può chiudere bloccare il flusso di energia così come può fare il concetto. Questa una possibile proposta e lettura, ma la questione si apre solamente ed accet-ta il rischio del suo scorrere”. Progetto espositivo di Alessandro Passe-rini e Giulia Pesarin.

Per informazioni: www.atlantide.net

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75 Gusta l’ultima cena!

CENACOLO VINCIANO GRATUITO

Museo Cenacolo VincianoMILANO

Fino al 18 dicembre 2013

Al Cenacolo di sera, senza pagare il biglietto d’ingresso. Un evento che si ripeterà da giugno a dicembre una volta al mese, grazie a Eni. Che conferma così, dopo le ormai classiche mostre di Natale a Palazzo Mari-no (l’ultima quella di Georges de La Tour), il suo impegno nella cultura e la sua passione per i Maestri del passato. Ed è il capolavoro di uno dei più grandi che turisti e milanesi potranno ammirare, prenotandosi per tempo, nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie, eccezionalmen-te aperto dalle 19 alle 22.30. La fragilità dell’Ultima Cena di Leonardo (non un affresco ma pittura su muro) è nota: la regola dell’ingresso di 30 visitatori, ogni 15 minuti, sarà rispettata anche nelle sei serate. Que-ste le date: 22 giugno, 13 luglio, 21 agosto, 25 settembre, 27 novembre e 18 dicembre. Le prenotazioni per le prime due sono aperte al numero 02.92800360.

Per informazioni: http://www.vivaticket.it/?op=cenacoloVinciano

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I nostri eventi! Guarda le stelle!

SOTTO LE STELLE DEL CINEMA

Piazza MaggioreBOLOGNA

Fino al 30 luglio 2013Tutte le sere, appena fa buio, alle ore 22, si illumina uno degli schermi più grandi d’Europa, per risplendere dei migliori restauri e delle mi-gliori copie dei classici che hanno fatto la storia del cinema. Quest’an-no a far la parte del leone le grandi attrici e i grandi attori: Anna Ma-gnani (nei quarant’anni dalla scomparsa), Burt Lancaster (centenario della nascita), Gian Maria Volonté (ottant’anni dalla nascita), Jack Ni-cholson, Jerry Lewis e figure di registi-attori come Charles Chaplin, Orson Welles e Vittorio De Sica. Proposta dalla Fondazione Cineteca di Bologna, ospita anche una serata-evento che intreccia il cartellone della XXVII edizione del festival Il Cinema Ritrovato, in programma da sabato 29 giugno a sabato 6 luglio.

Per informazioni:www.cinetecadibologna.it/sottolestelledelcinema2013

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Page 39: Io come autore 75

Il nuovo portale per i lettori curiosi che non si accontentano di scegliere un libro solo dalla

copertina: scegli tra i titoli quelli che ti interessano, scarica gli estratti delle prime pagine e le sfogli dove

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● Pier Paolo Pasolini ●

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75Io Come AutoreÈ una rivista di EbooksErvicE srl

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