INTRODUZIONE ALLA LETTURA DEL CARME D’ILDEBRANDO …

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA SeLLF Sezione di Linguistica, Letteratura e Filologia CARLA CUCINA INTRODUZIONE ALLA LETTURA DEL CARME D’ILDEBRANDO: NOTE E MATERIALI DISPENSA DEL CORSO DI FILOLOGIA GERMANICA Nuova edizione con GLOSSARIO Macerata 2016 stampato in proprio

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA

SeLLF – Sezione di Linguistica, Letteratura e Filologia

CARLA CUCINA

INTRODUZIONE ALLA LETTURA DEL

CARME D’ILDEBRANDO:

NOTE E MATERIALI

DISPENSA DEL CORSO DI

FILOLOGIA GERMANICA

Nuova edizione con GLOSSARIO

Macerata 2016 stampato in proprio

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1. Il testo manoscritto del Carme d’Ildebrando.

Il Carme d’Ildebrando (Hildebrandslied) è preservato in forma

frammentaria e in unica copia entro i fogli di risguardo del 2o Cod.

theol. Nr. 54 di Kassel (principio del IX secolo). Scoperto all’inizio

del secolo XVIII, fu pubblicato per la prima volta da Eckhardt nel

1729 come racconto in prosa. Solo nel 1812, l’edizione di Jakob e

Wilhelm Grimm – congiunta per i frammenti di Hildebrandslied e

Wessobrunner Gebet (Preghiera di Wessobrunn) – restituisce al

testo la forma metrica e avvia la complessa analisi formale cui il

carme è tuttora sottoposto.

Il carme risulta copiato entro l’ambiente fuldense in minuscola

carolina da due mani diverse. La densità degli errori (soprattutto

attribuibili alla prima mano), insieme alla circostanza della

copiatura entro spazi non appositamente predisposti nel codice,

nonché alla forma mutila e talvolta apparentemente abbreviata del

testo, lasciano pensare che la preservazione del Carme

d’Ildebrando unicamente sia da attribuire a una lezione di scuola, a

un esercizio di scrittura che affianca l’allievo (il primo scriba) al

maestro.

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Testo manoscritto del Carme di Ildebrando

(prima parte: Kassel, Universitätsbibliothek, LMB, 2° Ms. theol. 54, f. 1r).

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Testo manoscritto del Carme di Ildebrando

(seconda parte: Kassel, Universitätsbibliothek, LMB, 2° Ms. theol. 54, f. 76v).

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2. Il testo del Carme d’Ildebrando.

Ik gihôrta ½at seggen,

½at sih urhêttun ænon muotîn

Hiltibrant enti Hađubrant untar heriun tuêm.

Sunufatarungo iro saro rihtun,

5 garutun sê iro gû½hamun, gurtun sih iro suert ana,

helidos, ubar hringâ, dô sie tô dero hiltiu ritun.

Hiltibrant gimahalta, [Heribrantes sunu,] her uuas hêrôro man,

ferahes frôtôro ; her fragên gistuont

fôhêm uuortum, wer sîn fater wâri

10 fireo in folche, . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . «eddo welîhhes cnuosles dû sîs;

ibu dû mî ênan sagês, ik mî dê ôdre uuêt,

chind, in chunincrîche: chûd ist mir al irmindeot.»

Hadubrant gimahalta, Hiltibrantes sunu:

15 «Dat sagêtun mî ûsere liuti,

alte anti frôte, dea êrhina wârun,

dat Hiltibrant hætti mîn fater: ih heittu Hadubrant.

Forn her ôstar giweit flôh her Ôtachres nîd

hina miti Theotrîhhe enti sînero degano filu.

20 Her furlaet in lante luttila sitten

prût in bûre, barn unwahsan,

3. Ms. hiltibraht, come anche 7, 14, 30, 36, 45. – 6. Ms. ringa. – 9. Ms. per a

causa di errata lettura della runa per w (l’errore si ripete per ogni w del testo).

– 13. mir] Ms. min. – 14. Ms. ha½ubraht. – 18. Ms. gihueit.

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arbeo laosa. Her raet ôstar hina,

[det] sîd Dêtrîhhe darbâ gistuontun

fateres mînes; dat uuas sô friuntlaos man!

25 Her was Ôtachre ummet irri,

degano dechisto miti Deotrîchhe;

her was eo folches at ente, imo was eo fehta ti leop.

Chûd was her. . . chônnêm mannum.

ni wâniu ih iû lîb habbe.»

30 «Wêttu irmingot, [quad Hiltibrant,] obana ab hevane,

dat dû neo dana halt mit sus sippan man

dinc ni gileitôs.»

Want her dô ar arme wuntane baugâ,

cheisuringu gitân, sô imo se der chuning gap,

35 Hûneo truhtîn: «dat ih dir it nû bi huldî gibu.»

Hadubrant gimahalta, Hiltibrantes sunu:

«mit gêru scal man geba infâhan

ort widar orte.

Dû bist dir, altêr Hûn, ummet spâhêr,

40 spenis mih mit dînêm wortun, wili mih dînu speru werpan.

Pist alsô gialtêt man, sô dû êwîn inwit fuortôs.

Dat sagêtun mî sêolîdante

westar ubar wentilsêo, dat inan wîc furnam:

tôt ist Hiltibrant, Heribrantes suno.»

22. Ms. hera& ostar hina d& 23. Ms. gistuontum. – 24. Ms. fatereres. – 25.

Ms. unmettirri. – 26. Ms. unti deotrichhe darba gistontun (le ultime due parole

copiate di nuovo dal v. 23). – 27. Ms. wuas eo feh&a. – 30. Ms. w&tu. – 40. Ms.

wuortun. – 41. Ms. gialt&; fortos. – 43. Inan] Ms. man.

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45 Hiltibrant gimahalta, Heribrantes suno:

«wela gisihu ih in dînêm hrustim,

dat dû habês hême hêrron gôten,

dat dû noh bi desemo rîche reccheo ni wurti.»

«Welaga nû, waltant got», [quad Hiltibrant,] «wêwurt skihit.

50 Ih wallôta sumaro enti wintro sehstic ur lante,

dâr man mih eo scerita in folc sceotantero:

sô man mir at burc ênîgeru banun ni gifasta.

Nû scal mih suâsat chind suertu hauwan,

bretôn mit sînu billiu, eddo ih imo ti banin werdan.

55 Doh maht dû nû aodlîhho, ibu dir dîn ellen taoc,

in sus hêremo man hrusti giwinnan,

rauba birahanen, ibu dû dâr ênîc reht habês.»

«Der sî doh nû argôsto» [quad Hiltibrant] «ôstarliuto,

der dir nû wîges warne, nû dih es sô wel lustit,

60 gûdea gimeinûn: niuse dê môtti,

werdar sih hiutu dero hregilo rûmen muotti,

êr dô desero brunnôno bêdero uualtan.»

Dô lêttun se ærist asckim scrîtan,

scarpên scûrim, dat in dêm sciltim stônt.

65 Dô stôptun tô samane staimbort chludun,

heuwun harmlîcco huîtte scilti,

unti im iro lintûn luttilo wurtun,

giwigan miti wâbnum . . . . . . . . . . .

45. Ms. heri¾tes. – 57. Ms. bihrahanen. – 61. Ms. hrumen. – 65. Ms.

stoptü. – 66. Ms. hewun. 68. Ms. wabnü.

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3. La traduzione del Carme d’Ildebrando.

Questo ho udito raccontare,

che si scontrarono in singolar tenzone

Ildebrando e Adubrando fra gli eserciti.

Il figlio e il padre le loro armature aggiustarono,

prepararono le loro vesti di guerra (i.e. corazze), si cinsero le spade, 5

gli eroi, sopra gli anelli (i.e. cotta di maglia), e quindi alla battaglia cavalcarono.

Ildebrando parlò, [figlio di Eribrando,] - egli era uomo più anziano,

della vita più esperto-; egli a domandare cominciò

con poche parole, chi suo padre fosse

degli uomini nella schiera, …………… 10

…………… «oppure di quale stirpe tu sia.

Se tu uno me ne dici, io (da me) gli altri conoscerò,

figliolo, nel regno del re: nota mi è tutta la schiera armata.»

Adubrando parlò, figlio di Ildebrando:

«Questo mi dissero le nostre genti, 15

antiche e sagge, che prima vivevano,

che Ildebrando si sarebbe chiamato mio padre; io mi chiamo Adubrando.

Un tempo egli verso oriente partì - fuggiva l’odio di Odoacre, -

insieme a Teodorico e a molti suoi seguaci.

Egli lasciò in patria indifesa risiedere 20

la moglie nelle sue stanze, il figlio non ancora cresciuto,

di eredità privo. Egli cavalcò in direzione dell’oriente,

allorché Teodorico bisogno ebbe

di mio padre; era un uomo così privo di amici!

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Egli era con Odoacre senza misura adirato, 25

il più amato dei seguaci (che erano) con Teodorico.

Egli era sempre alla testa dell’esercito: a lui fu sempre la lotta molto cara.

Noto era egli … agli arditi guerrieri;

io non credo che ormai vita abbia.»

«Prendo a testimone il potente dio» [disse Ildebrando] «dall’alto del cielo, 30

che tu finora giammai con un così stretto parente

hai ingaggiato un duello.»

Svolse egli allora dal braccio i ritorti anelli

fatti d’oro, che a lui il re aveva dato,

il signore degli Unni: «Ecco, a te questo ora dono in segno di benevolenza.» 35

Adubrando parlò, figlio di Ildebrando:

«Con la lancia si devono ricevere i doni,

punta contro punta.

Tu sei, vecchio unno, senza misura scaltro,

mi alletti con le tue parole, vuoi con la tua lancia colpirmi. 40

Così sei invecchiato, perpetrando continui inganni.

Questo mi dissero coloro che viaggiano per mare

verso occidente sul Mare dei Vandali (i.e. Mediterraneo), che lui la lotta rapì:

morto è Ildebrando, figlio di Eribrando.»

Ildebrando parlò, figlio di Eribrando: 45

«Bene io vedo dalla tua corazza

che tu hai in patria un buon signore,

che tu da questo regno ancora non fosti bandito.»

«Ahimé ora, potente dio», [disse Ildebrando,] «il doloroso destino si compie.

Io errai per sessanta estati ed inverni fuori dalla patria, 50

là sempre mi si designò nella schiera degli arcieri (i.e. guerrieri scelti):

ma nessuno presso alcuna città mi arrecò morte.

Ora il mio proprio figlio con la spada mi colpirà,

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abbatterà con il suo brando, oppure io a lui diverrò causa di morte.

Quindi puoi tu facilmente, se ti basta il coraggio, 55

a un così antico guerriero conquistare l’armatura,

derubare le spoglie, se tu ne hai qualche diritto.»

«Colui sarebbe invero ora il più vile», [disse Ildebrando,] «delle genti d’Oriente,

che a te ora negasse la lotta, ora che ciò così tanto brami,

il mutuo combattimento: tenti colui che può, 60

quello dei due che oggi possa gloriarsi di (op. abbandonare) queste armature,

finché entrambe queste corazze possegga».

Allora lasciarono dapprima volare le lance,

con violenti rovesci che sugli scudi si abbattevano.

Allora s’avvicinarono l’un l’altro, gli scudi della battaglia ruppero (?), 65

colpirono rabbiosamente gli splendenti scudi,

finché i loro scudi di tiglio piccoli divennero,

distrutti dalle spade …………….

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4. Analoghi del Carme d’Ildebrando.

4.1. Il Canto di morte d’Ildebrando (dalla Ásmundar saga

kappabana).

Nella islandese Saga di Ásmundr l’uccisore-del-guerriero

(secolo XIV) troviamo sviluppato il motivo dello scontro armato

fra congiunti nelle figure di Hildibrandr e Ásmundr, fratelli per

parte di madre. Sconfitto infine dall’eroe eponimo della saga,

prima di morire Hildibrandr ricorda le sue passate imprese e i

guerrieri che ha sconfitto durante la sua lunga e gloriosa carriera.

Il Canto di morte d’Ildebrando è un breve componimento

di sei strofe inserito in questo punto del racconto (cap. 8). Di più

antica origine (data probabilmente dal secolo XII), esso rievoca,

tramite l’espediente narrativo della descrizione dello scudo

istoriato appartenuto a Hildibrandr, tutti gli eroi contro i quali

Hildibrand risultò vittorioso. La rilevanza del Canto per la

tradizione connessa al Carme d’Ildebrando tedesco antico risiede

nella menzione, fra i guerrieri uccisi, anche del figlio dello stesso

Hildibrandr. Si legge dunque nella strofe 4:

Liggr þar inn svási sonr at hôfði

eptirerfingi er ec eiga gat;

óviliandi aldrs syniðag.

“Giace lì il mio proprio amato figlio presso il mio capo,

il futuro erede che per me avevo avuto;

contro la mia volontà l’ho privato della vita.”

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Si tratta dunque di un indizio interessante al fine di

ipotizzare una conclusione tragica per il nostro Carme. Elementi

significativi di raccordo delle due tradizioni risultano particolar-

mente l’accenno alla non volontarietà dell’azione di Hildibrandr

contro il proprio figlio, nonché la somiglianza del sintagma a.isl.

inn svási sonr rispetto all’aat. suâsat chind (cfr. HL 53).

4.2. Saxo Grammaticus, Gesta Danorum.

Nel libro VII (IX:2-X:1) dei suoi Gesta Danorum Saxo

narra la storia dei due fratellastri Hildigerus e Haldanus. Il nucleo

drammatico della vicenda consiste qui nella inconciliabilità fra le

leggi della faida familiare e del comitatus. Hildigerus, sfidato a

duello da Haldanus, tenta di evitare la lotta, dilaniato tra la

possibilità di vendicare il proprio padre (ucciso in passato dal

padre di Haldanus) e la carità fraterna. Per il suo onore di

guerriero egli non può, tuttavia, evitare lo scontro; solo in punto

di morte, rivelerà poi a Haldanus i loro legami di sangue.

A parte il consueto sviluppo del motivo del duello fra

congiunti inconsapevoli della loro parentela, troviamo anche nel

resoconto di Saxo il riferimento alla uccisione del proprio figlio

da parte di Hildigerus morente, affidato a una breve elegia in

esametri latini. Questo il passo rilevante (la cornice narrativa è

ancora la descrizione dello scudo dell’eroe):

… medioxima nati

illita conspicuo species cælamine constat,

cui manus hæc cursum metæ vitalis ademit.

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Unicus hic nobis heres erat, una paterni

cura animi superoque datus solamine matri.

“ … in mezzo al quadro

dentro a un rilievo stupendo è ritratto mio figlio

cui questa mano ha troncato il corso degli anni.

Non avevo altri eredi, era l’unico pensiero nel cuore del padre,

l’unica gioia, un regalo celeste a sua madre.”

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APPENDICE

Nozioni di metrica germanica antica

Il verso lungo germanico, caratteristico dell’epica antica, è

formato da due emistichi o cola, connessi fra loro attraverso

l’allitterazione.

L’unità minore del verso risulta, dunque, l’emistichio (o

colon), il quale a sua volta è formato da due misure portatrici di

un accento forte ( ) e talvolta di un accento secondario ( ). Il

numero delle sillabe atone ( ) può invece variare all’interno di

ogni misura, ed è per questo che il verso germanico – estraneo

all’isosillabismo del metro classico – viene detto ‘libero’.

In base alla disposizione delle sillabe atone rispetto a

quelle toniche nell’emistichio, si distinguono cinque tipi

principali di colon, individuati e descritti da E. Sievers (gli

esempi sono tratti dal Carme d’Ildebrando):

tipo A HL 35a Hûneo truhtîn

tipo B HL 39a dû bist dir, altêr Hûn

tipo C HL 26b miti Deotrîchhe

tipo D HL 21b barn unwahsan

tipo E HL 24b dat uuas sô friuntlaos man

I cinque tipi fondamentali possono avere molte varianti, a

seconda della disposizione e del numero delle sillabe atone che

possono aggiungersi a ogni misura. I tipi A, D, E, inoltre,

possono essere preceduti da un segmento atono iniziale che è

detto ‘anacrusi’ e che può essere composto da svariate sillabe.

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Le varianti con ampliamento delle parti atone – sia interne

alle misure del colon, sia in anacrusi – vengono dette

‘ipermetriche’.

Talvolta l’ampliamento riguarda l’aggiunta di una intera

misura. In tali casi, in cui risulta dunque accresciuto anche il

numero delle sillabe toniche dell’emistichio, si parla di cola

‘espansi’.

I due cola del verso sono uniti fra loro tramite

l’allitterazione. Questa consiste nella ripresa dello stesso

fonema iniziale di parola in corrispondenza delle sillabe toniche

del verso. Si può avere ripresa di un fonema consonantico

semplice (/b/, /m/, etc.), di gruppi consonantici (sp, st, sk), o di

vocali; in quest’ultimo caso l’allitterazione è indipendente dal

timbro e dalla quantità.

I ritmi di ripresa più comuni nei due cola del verso

germanico sono quelli di tipo 2 + 1 (due fonemi allitteranti nel

primo colon e uno nel secondo) e 1 + 1 (un fonema allitterante

nel primo colon e uno nel secondo). La situazione risulta tuttavia

variabile, soprattutto nei casi di versi espansi.

L’allitterazione può venire sempre individuata con facilità,

poiché si basa sul fonema iniziale della parola che reca il primo

accento metrico del secondo emistichio del verso.

Nella tradizione poetica germanica più antica, che risponde

più direttamente ai moduli compositivi dell’oralità, il ritmo

metrico coincide sostanzialmente con il ritmo di frase, sicché la

pausa di senso si colloca normalmente alla fine del verso. È

questo lo stadio rappresentato anche dal Carme d’Ildebrando,

mentre le fasi successive della produzione poetica germanica –

generalmente ispirate a fonti latino-cristiane – mostrano la

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tendenza a opporre le pause metriche alla segmentazione

sintattica, così che il periodo comincia con il colon b e si produce

un forte enjambement a negare autonomia semantica al verso

lungo (per l’ambiente tedesco, si veda ad esempio l’andamento

metrico del poema sassone antico Heliand).

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NOTA BIBLIOGRAFICA

Il testo del Hildebrandslied si basa sostanzialmente, con

alcune lievi modifiche, sulla edizione di E. von Steinmeyer, in

Die kleineren althochdeutschen Sprachdenkmäler, Berlin 1916

(rist. Berlin-Zürich 1963), pp. 1 sgg.

Per il Canto di morte di Hildibrandr si faccia riferimento

alla edizione Neckel-Kuhn dell’Edda (Edda. Die Lieder des

Codex Regius nebst verwandten Denkmälern, hrsg. von G.

Neckel, 5. Verbesserte Auflage von H. Kuhn, I. Text, Heidelberg

1983, pp. 313-314).

Il passo dei Gesta Danorum di Saxo Grammaticus (cfr. ed.

J. Olrik - H. Ræder, Saxonis Grammatici Gesta Danorum,

Hafniae 1931, p. 204) è stato proposto nella traduzione italiana di

Ludovica Koch da Sassone Grammatico, Gesta dei re e degli eroi

danesi, Torino 1993, p. 368.

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GLOSSARIO

a

ab prep. + dat. ‘da’ HL 30

æn, en agg. ‘uno, singolo’; ænon dat. F. sg. HL 2; enan acc. M. sg. HL 12

ærist avv. ‘prima, dapprima’ HL 63

al agg. ‘tutto’ acc. Nt. sg. HL 13

also avv. ‘così’ HL 41

alt agg. ‘anziano, vecchio’; alte nom. M. pl. HL 16; alter nom. M. sg. fl. ft. HL

39

alten vb. db. ‘invecchiare’; gialtet part.pret. HL 41

ana avv. ‘su, sopra’ HL 5

anti, enti cong. ‘e’

aodlihho avv. ‘facilmente’ HL 55

ar, ur prep. + dat. ‘da, via da’ HL 33, 50

arbeo v. erbi

argosto agg. ‘vile, vigliacco’; superl. nom. M. sg. HL 58

arm sost. M. ‘braccio’; arme dat. sg. HL 33

ask sost. M. ‘frassino, asta, lancia’; askim dat. pl. HL 63

at prep. + dat. ‘a’ HL 27, 52

b

bana sost. F. ‘morte’; banun acc. sg. HL 52

bano sost. M. ‘uccisore’; banin dat. sg. HL 54

barn sost. Nt. ‘bambino, figlio’; acc. sg. HL 21

baug, boug sost. M. ‘bracciale, armilla’; bauga acc. pl. HL 33

bede, beide agg. ‘entrambi, ambedue’; bedero gen. pl. HL 62

bi prep. + dat. ‘per, in, presso’ HL 35, 48

bil sost. Nt. ‘spada’; billiu strum. sg. HL 54

birahanen vb. db. ‘impossessarsi di, catturare’; inf. HL 57

bist v. sîn

breton vb. db. ‘abbattere, colpire, uccidere’; inf. HL 54

brunna sost. F. ‘corazza’; brunnono gen. pl. HL 62

burc, burg sost. F. ‘castello, fortificazione; città’; burc dat. sg. HL 52

būr sost. Nt. ‘casa, dimora; camera’; bure dat. sg. HL 21

c

cheisuring sost. M. ‘moneta imperiale’; cheisuringu strum.sg. HL 34

chind sost. Nt. ‘bambino, ragazzo, figlio’; nom.sg. HL 13, 53

*chlioban (=klioban), vb. ft. II cl. ‘spaccare’; chludun pret. ind. 3 pl. HL 65

cnuosal sost. Nt. ‘stirpe’ (sass.a. knōsal); cnuosles gen. sg. HL 11

*chon (=kuon) agg. ‘audace, ardito, valoroso’; chonnem dat. pl. HL 28

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chud agg. ‘noto, conosciuto’; nom. sg. fl. ft. HL 13, 28

chuninc-richi (kuning-rīhhi) sost. Nt. ‘regno’; chunincriche dat. sg. HL 13

chuning sost. M. ‘re’; nom.sg. HL 34

d, ð, th

dana avv. ‘poi, in seguito; da allora’ HL 31

dar, thar avv. ‘là, dove’ HL 51, 57

darba sost. F. pl. ‘bisogno, mancanza’; nom. HL 23

dat, ðat pron. dim. e art. determ. nom./acc. Nt. sg. ‘ciò, questo’ HL 1, 15 35, 42,

64; cong. dichiarativa o causale ‘che, giacché’ HL 2, 17, 24, 31, 43, 47, 48

de particella relativa ‘che, chi’ HL 60

dea v. der

dechisto agg. superlativo hapax ‘molto amato, il più amato’ (il grado positivo non

è attestato)

degan sost. M. ‘seguace, guerriero’; degano gen. pl. HL 19, 26

dem v. der

der pron./agg. dim. e art. determ. ‘questo, quello; il’; der nom. M. sg. HL 34, 58;

des gen. Nt. sg. HL 23; dero dat. F. sg. HL 6; dero gen. pl. HL 61; dem dat. pl.

HL 64; de acc. pl. HL 12

der pron. rel. ‘che, il quale’; der nom. M. sg. HL 59; dea nom. M. pl. HL 16

des v. der

desemo v. deser

deser pron./agg. dimostrativo raff. ‘questo’; desemo dat. Nt. sg. HL 48; desero

gen. pl. HL 62

dih, dir v. du

din agg. poss. ‘tuo’; din nom. Nt. sg. HL 55; dinu strum. Nt. sg. HL 40; dinem

dat. pl. HL 40, 46

dinc sost. Nt. ‘cosa, causa, lite, contesa’; acc. sg. HL 32

do avv. e cong. ‘allora; quando, mentre’ HL 6, 33, 63, 65

doh cong. ‘ma, però, comunque’ HL 55, 58

du pron. pers. 2 sg. ‘tu’; nom. HL 11, 12, 31, 39, 41, 47, 48, 55, 57; dir dat. HL

35, 55, 59; dih acc. HL 59

e

eddo, erdo cong. ‘o, oppure’ HL 11, 54, 62

ellen sost. Nt. ‘coraggio’; nom. sg. HL 55

enan v. æn.

enic, enig agg. indef. ‘qualche, alcuno’; enic acc. Nt. sg. HL 57; enigeru dat. F.

sg. HL 52

enti sost. Nt. ‘limite, estremità’; ente dat. sg. HL 27

enti, anti, unti cong. ‘e’ HL 3, 16, 19, 67

eo, iu avv. ‘sempre’ HL 27, 29, 51

erbi sost. Nt. ‘eredità’; arbeo gen. pl. HL 22

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erdo v. eddo

erhina avv. ‘prima, anticamente’ HL 16

es v. her

ewin agg. ‘eterno’; acc. Nt. sg. HL 41

f

fater sost. M. ‘padre’; nom. sg. HL 9, 17; fateres gen. sg. HL 24

fehta sost. F. ‘lotta, combattimento’; nom. sg. HL 27

ferah sost. Nt. ‘vita’; gen.sg. ferahes HL 8

filu agg. indecl. / Nt. avverb. ‘molto’ HL 19

fireo v. firihas

firihas sost. M. pl. ‘uomini’; fireo gen. HL 10

fliohan vb. ft. II cl. ‘fuggire’; pret. ind. 3 sg. floh HL 18

floh v. fliohan

*fōh agg. ‘poco, scarso’; fohem dat. Nt. pl. HL 9

folc, folch sost. Nt. ‘popolo, schiera’; folc acc. sg. HL 51; folches gen. sg. HL 27;

folche dat. sg. HL 10

forn avv. ‘prima, in passato, un tempo’ HL 18

fortos v. fuoren

fragen vb.db. ‘chiedere, domandare’; inf. HL 8

friuntlaos agg. ‘privo di amici’; nom. M. sg. HL 24

frōt, fruot agg. ‘saggio, sapiente, esperto’; frote nom. M. pl. HL 16; frotoro

compar. nom. M. sg. HL 8

fuoren vb. db. ‘condurre; perpetrare; tramare’; fortos pret. ind. 2 sg. HL 41

furlaet v. fur-lāzan

fur-lāzan vb. ft. VII cl. ‘lasciare, abbandonare’; furlaet pret.ind. 3 sg. HL 20

fur-neman vb. ft. IV cl. ‘portar via’; furnam pret.ind. 3 sg. HL 43

g

gap v. geban

gar(a)wen vb. db. ‘preparare, approntare’; garutun pret. ind. 3 pl. HL 5

geba sost. F. ‘dono’; geba acc. sg. HL 37

geban vb. ft. V cl. ‘dare’; gibu pres.ind. 1 sg. HL 35; gap pret.ind. 3 sg. HL 34

ger sost. M. ‘lancia’; geru strum.sg. HL 37

gi-altet v. alten

gibu v. geban

gi-fasten vb. db. ‘legare, serrare; afferrare, ghermire’; gifasta pret.ind. 3 sg. HL

52

gi-hōren vb. db. ‘sentire’; gihorta pret.ind. 1 sg. HL 1

gi-leiten vb. db. ‘sostenere (una procedura legale), condurre (una causa)’;

gileitos pret.ind. 2 sg. HL 32

gi-mahalen vb. db. ‘parlare solennemente, prendere la parola’; gimahalta

pret.ind. 3 sg. HL 7, 14, 36, 45

Page 21: INTRODUZIONE ALLA LETTURA DEL CARME D’ILDEBRANDO …

21

gimeinun agg. ‘comune, reciproco’; gen. F.sg. HL 60

gisehan vb. ft. V cl. ‘vedere’; gisihu pres.ind. 1 sg. HL 46

gi-stantan vb. ft. VI cl. ‘cominciare (+ inf.); esserci, sussistere’; gistuont

pret.ind. 3 sg. HL 8; gistuontun pret.ind. 3pl. (darba gistantan + gen. = ‘esserci

bisogno di’) HL 23

gi-tan v. tuon

giweit v. gi-wīzan, -wizzan

gi-wīhan vb. ft. I cl. ‘colpire; combattere’; giwigan part. pret. HL 68

gi-winnan vb. ft. III cl. ‘vincere; conquistare’; inf. HL 56

gi-wīzan, -wizzan (sass.a. gi-wītan) vb. ft. I cl., ‘partire, andare’; giweit pret.ind.

3sg. HL 18

got sost. M. ‘dio’; nom.sg. HL 49

goten v. guot

guot agg. ‘buono’; goten acc. M.sg. HL 47

gud, gund sost. F ‘combattimento’; gudea gen.sg. HL 60

gund-hamo sost. M. ‘veste da battaglia, corazza, armatura’; guðhamun acc. pl.

HL 5

gurten vb. db. ‘cingere’; gurtun pret. ind. 3pl. HL 5

h

haben vb. db. ‘avere’; habes pres.ind. 2sg. HL 47, 57; habbe pres. ott. 3sg. HL 29

Hadubrant, Haðubrant nome proprio M. ‘Adubrando’; nom. HL 3, 14, 17, 36

hætti v. heizzan

halt avv. ‘più’ HL 31

harmlicco avv. ‘dolorosamente’ HL 66

hauwan vb. ft. VII cl. ‘colpire, tagliare’; inf. HL 53; heuwun pret.ind. 3pl. HL 66

heizzan, heizen vb.ft. VII cl. ‘chiamare, chiamarsi’; heittu pres.ind. 1sg. HL 17;

hætti pret. ott. 3sg. HL 17

helid sost. M. ‘eroe’; helidos nom.pl. HL 6

heima (sass. a. hēm) sost. F./Nt. ‘casa, patria’; heme dat. sg. HL 47

her pron. pers. ‘egli’; nom. M. sg. HL 7, 8, 18, 20, 22, 25, 27, 28, 33; imo dat. M.

sg. HL 27, 34, 54; inan acc. M. sg. HL 43; it acc. Nt. sg. HL 35; es gen. Nt. sg.

HL 59

hēr agg. ‘grigio, vecchio’; hēremo dat. M. sg. HL 56; hērōro compar. nom. M.

sg. HL 7

heri sost. Nt. ‘schiera, esercito’; heriun dat. pl. HL 3

Heribrant nome proprio M. ‘Eribrando’; gen. Heribrantes HL 7, 44, 45

hērōro v. hēr

hērro sost. M. (forma sostantivata dal compar. hēroro) ‘signore, padrone’; herron

acc. sg. HL 47

*heuan sost. M. hapax ‘cielo’ (cfr. sass.a heᵬun, ags. heofon, ata. himil); heuane

dat. sg. HL 30

heuwun v. hauwan

Page 22: INTRODUZIONE ALLA LETTURA DEL CARME D’ILDEBRANDO …

22

Hiltibrant nome proprio M. ‘Ildebrando’; Hiltibrantes gen.; HL 3, 7, 14, 17, 30,

36, 44, 45, 49, 58

hiltia sost. F. ‘battaglia’; hiltiu strum./dat. sg. HL 6

hina avv. ‘da qui, da questo luogo, via’ HL 19, 22

hiutu avv. ‘oggi’ HL 61

hregil sost. Nt. ‘armi, vesti, spoglie’; hregilo gen.pl. HL 61

hrust sost. F. ‘armi, armatura’; hrusti acc. pl. HL 56; hrustim dat. pl. HL 46

hulda sost. F. ‘benevolenza, grazia’; huldi dat.sg. HL 35

huitte v. hwiz

Hun sost. M. ‘Unno’; nom. sg. HL 39; Huneo gen. pl. HL 35

hwīz agg. ‘bianco, splendente’; huitte acc. M. pl. HL 66

i

ibu cong. ‘se’ HL 12, 55, 57

ih, ik pron. pers. ‘io’; nom. HL 1, 12, 17, 29, 35, 46, 50, 54; mi, mir dat. HL 12,

13, 15, 42, 52; mih acc. HL 40, 51, 53

im v. sie

imo, inan v. her

in prep. + dat./acc. ‘in’ HL 10, 13, 20, 21, 46, 51, 56, 64

infahan vb. ft. VII cl. ‘ricevere, accettare’; inf. HL 37

inwit sost. Nt. hapax ‘inganno, dolo’; acc.sg. HL 41

irmin-deot sost. M. ‘grande/potente popolo’; nom.sg. HL 13

irmin-got sost. M. ‘grande/potente dio’; acc.sg. HL 30

iro v. sie

irri agg. ‘irato’; nom. M. sg. fl. ft. HL 25

ist v. sîn

it v. her

iu v. eo

l

lant sost. Nt. ‘terra, paese; patria’; lante dat. sg. HL 20, 50

laosa v. lōs

lazzan vb. ft. VII cl. ‘lasciare’; lettun pret.ind. 3 pl. HL 63

leop agg. ‘caro, amato’; nom. F. sg. HL 27

lettun v. lazzan

līb sost. Nt. ‘vita’; lib acc. sg. HL 29

linta sost. F. ‘tiglio, scudo’; lintun nom. pl. HL 67

liut sost. M. ‘gente, uomini’; liuti nom. pl. HL 15

lōs agg. ‘privo’; laosa acc. Nt. sg. HL 22

lusten vb. db. ‘piacere’; lustit pres.ind. 3 sg. HL 59

luzzil (sass. a. luttil) agg. ‘piccolo’; luttila acc. Nt. sg. fl. ft. HL 20; luttilo nom. F.

pl. HL 67

Page 23: INTRODUZIONE ALLA LETTURA DEL CARME D’ILDEBRANDO …

23

m

magan vb. pret-pres. ‘potere’; maht pres.ind. 2sg. HL 55

man sost. M. ‘uomo’; nom. sg. HL 7, 24, 41; man dat.sg. HL 31, 56; mannum

dat. pl. HL 28

man pron. indef. ‘si’ HL 37, 51, 52

mi, mir, mih v. ih

mīn agg./pron. poss. ‘mio’; nom. M. sg. HL 17; mines gen. M. sg. HL 24

mit, miti prep. + dat./strum. ‘con’ HL 19, 26, 31, 37, 40, 54, 68

*motti sost. F. ‘scontro, duello’; muotin dat. sg. HL 2

muotin v. *motti

muozzan vb. pret.-pres. ‘potere, dovere’; motti, muotti pres.ind. 3sg. HL 60, 61

n

neo, ni avv. ‘mai’ HL 31, 32, 48, 52

ni avv. ‘non’ HL 29

nīd sost. M. ‘odio’; nid acc. sg. HL 18

niusen vb. db. ‘tentare, sforzarsi di, riuscire’; niuse pres.ott. 3sg. HL 60

noh avv. ‘ancora’ HL 48

nu avv. ‘ora’ HL 35, 49, 53, 55, 58, 59

o

obana avv. ‘su, sopra; da sopra’ HL 30

odre v. andar, ander

andar, ander pron. indef. ‘altro’; odre acc. M. pl. HL 12

ort sost. M. ‘punta’; nom. sg. HL 38; orte dat. sg. HL 38

ostar avv. ‘verso est’ HL 18, 22

ostar-liut sost. M. ‘genti d’Oriente (= Ostrogoti?)’; ostarliuto gen. pl. HL 58

Othacr nome proprio M. ‘Odoacre’; Othacres gen. HL 18; Othacre dat. HL 25

p

pist v. sîn

prut, brūt sost. F. ‘sposa’; prut gen. sg.

q

quedan vb.ft. V cl. ‘dire, parlare’; quad pret.ind. 3sg. HL 30, 49, 58

r

ræt v. rītan

raub sost. M. ‘spoglie di guerra, bottino’; rauba acc. pl. HL 57

reccheo sost. M. ‘bandito, esule’; nom.sg. HL 48

reht sost. Nt. ‘diritto’; acc.sg. HL 57

richi sost. Nt. ‘regno’; riche dat.sg. HL 48

Page 24: INTRODUZIONE ALLA LETTURA DEL CARME D’ILDEBRANDO …

24

rihten vb. db. ‘aggiustare, sistemare’; rihtun pret.ind. 3pl. HL 4

ring, hring sost. M. ‘anello; (pl.) cotta di maglia’; ringa acc. pl. HL 6

rītan vb. ft. I cl. ‘cavalcare’; ræt (reit) pret.ind. 3sg. HL 22; ritun pret.ind. 3pl.

HL 6

rumen, hrumen vb. db. ‘privarsi’; inf. HL 61

s

saro sost. Nt. ‘armi, armatura’; acc. pl. HL 4

sagen vb. db. ‘dire’; seggen inf. HL 1; sages pres.ind. 2sg. HL 12; sagetun

pret.ind. 3pl. HL 15, 42

se v. sie

seggen v. sagen

sehstig numer. ‘sessanta’ HL 50

seolidanti sost. M. ‘navigante’ (part. pres. sost. < seo ‘mare’ + part. pres. līdan,

vb. ft. I cl. ‘andare’); seolidante nom.pl. HL 42

si v. sîn

sid avv. ‘poi, in seguito’; cong. ‘da quando’ HL 23

sie, se pron.pers. ‘essi’; nom.pl. HL 5, 6, 63; se acc.pl. HL 34; iro gen.pl. HL 4,

5, 67; im dat.pl. HL 67

sih pron. rifl. ‘si’ HL 2, 5, 61

sîn vb. anomalo ‘essere’; pist pres.ind. 2sg. HL 39, 41; ist pres.ind. 3sg. HL 13,

44; sis pres. ott. 2sg. HL 11; si pres.ott. 3sg. HL 58

sīn agg. poss. ‘suo’; nom. M. sg. HL 9; sinu strum.sg HL 54; sinero gen. pl. HL

19

sippi agg. ‘familiare, parente’; sippan dat. M. sg. HL 31

sis v. sîn

sitten, sizzen vb. ft. V cl., ‘stare, rimanere’; inf. HL 20

scal, skal v. sculan

sculan vb. pret.-pres. ‘dovere’; scal pres.ind. 3sg. HL 37, 53

scarp, skarpf agg. ‘tagliente, acuto’; scarpen dat. M. pl. HL 64

skehan vb. ft. V cl. ‘accadere, sopraggiungere, compiersi’; skihit pres.ind. 3sg.

HL 49

sceotant sost. M. ‘arciere, lanciatore’ (part.pres.sost. < skiozan, vb. ft. II cl.

‘scagliare’); sceotantero gen. pl. HL 51

scerian, skerian vb. db. ‘ordinare, assegnare’; scerita pret.ind. 3sg HL 51

skihit v. skehan

scilt, skilt sost. M. ‘scudo’; scilti acc. pl. HL 66; sciltim dat. pl. HL 64

scritan vb. ft. VII cl. ‘volare’; inf. HL 63

scur, skur sost. M. ‘raffica, grandinata’; scurim dat. pl. HL 64

so avv. ‘così, ugualmente’ HL 24, 59; cong. ‘come, che, pure’ HL 34, 41, 52

spāhi agg. ‘accorto, scaltro, astuto’; spaher nom. M. sg. fl.ft. HL 39

spanan vb. ft. VI cl. ‘ingannare, sviare’; spenis pres.ind. 2sg. HL 40

spenis v. spanan

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sper sost. Nt. ‘lancia’; speru strum.sg. HL 40

staim-bort sost. Nt. ‘tavola da battaglia, scudo (decorato)’; acc.pl. HL 65

stantan vb.ft. VI cl. ‘stare’; stont pret.ind. 3sg. HL 64

stont v. stantan

*stopian, stuofen vb. db. ‘avanzare, incedere, scendere’; stoptun pret.ind. 3pl. HL

65

suas, swās agg. ‘proprio’; suasat nom. Nt. sg. fl. ft. HL 53

suert, swert sost. Nt. ‘spada’; suert acc.pl. HL 5; suertu strum.sg. HL 53

sumar sost. M. ‘estate’; sumaro gen.pl. HL 50

sunu, suno sost. M. ‘figlio’; nom.sg. HL 7, 14, 36, 44, 45

sunufatarungo sost. M. ‘padre e figlio’; nom. duale?/gen.pl. HL 4

sus avv. ‘così, tanto’ HL 31, 56

t

taoc v. tugan

ti avv. ‘troppo’ HL 27

to, ti prep. + dat. ‘a’ HL 6, 54

to samane avv. ‘insieme’ HL 65

tot agg. ‘morto’; nom. M. sg. fl.ft. HL 44

truhtin sost. M. ‘signore, capo della schiera’; nom.sg. 35

tue, zwei numer. ‘due’; tuem dat. HL 3

tugan vb. pret.-pres. ‘bastare, servire’; taoc pres.ind. 3sg. HL 55

tuon vb. anomalo ‘fare’; gitan part. pret. HL 34

u

ubar prep. + acc. ‘sopra’ HL 6, 43

ummet(t) avv. ‘senza misura, oltremodo’ HL 25, 39

unsar, unser agg. poss. ‘nostro’; usere nom. M. pl. HL 15

untar prep. + dat. ‘tra, fra’ HL 3

unti v. anti, enti

un-uuahsan agg. ‘non (ancora) cresciuto’ (un + part. pret. di wahsan vb. ft. VI

cl.) HL 21

ur v. ar

*ur-heizzan vb. ft. VII cl. ‘chiamar fuori, sfidare’ (sass.a. ur-hētian); urhettun

pret.ind. 3pl. HL 2

urhettun v. *ur-heizzan

usere v. unsar

w, uu

wabnum v. wafan

wafan sost. Nt. ‘armi’; wabnum dat. pl. HL 68

wallon vb. db. ‘vagare, errare’; wallota pret.ind. 1sg. HL 50

Page 26: INTRODUZIONE ALLA LETTURA DEL CARME D’ILDEBRANDO …

26

waltan, uualtan vb. ft. VII cl. ‘impadronirsi’; uualtan inf. HL 62; waltant part.

pres. agg. ‘potente’ HL 49

uuaniu v. wānen

wānen, uuanen vb. db. ‘pensare, credere, ritenere’; uuaniu pres.ind. 1sg. HL 29

want v. wintan

wari, warun, was, uuas v. wesan

warnon, warnen vb. db. ‘rifiutare, evitare’; warne pres.ott. 3sg. HL 59

weizzen vb. db. ‘chiamare a testimone’; *wettu pres.ind. 1sg HL 30

wel, wela avv. ‘bene’ HL 46, 59

welaga interiezione ‘ahimé!’ HL 49

welīh, hwelīh pron./agg. ‘quale (dei due), quale’; welihhes gen. Nt. sg. HL 11

wellan, wollen vb. pret.-pres. ‘volere’; wili pres.ind. 2sg. HL 40

Wentilseo sost. M. ‘mare dei Vandali, Mediterraneo’; acc.sg. HL 43

wer pron.interr. ‘chi?’; nom. M. sg. HL 9

werdan vb. ft. III cl. ‘divenire, diventare’; werdan inf. HL 54; wurti pret.ind.

2sg. HL 48; wurtun pret.ind. 3pl. HL 67

werdar pron.interr. ‘chi dei due?’ HL 61

werfan, werpan vb. ft. III cl. ‘lanciare, colpire’; werpan inf. HL 40

wesan vb. ft. V cl. ‘essere’; was, uuas pret.ind. 3sg. HL 7, 24, 25, 27, 28; warun

pret.ind. 3pl. HL 16; wari pret.ott. 3sg. HL 9

westar avv. ‘a ovest’ HL 43

wettu v. weizzen e wizzan

wizzan vb. pret.-pres. ‘sapere, conoscere’ (sass. a. witan); wettu pres.ind. 2sg HL

30

wewurt sost. F. ‘destino avverso, sciagura’; nom.sg. HL 49

wic, wig sost. M. ‘guerra, conflitto’; wic nom.sg. HL 43; wiges gen.sg. HL 59

widar prep. + dat. ‘contro’ HL 38

wili v. wellan

wintan vb. ft. III cl. ‘volgere, torcere’; want pret.ind. 3sg. HL 33; wuntane part.

pret. acc. M. pl. HL 33

wintar sost. M. ‘inverno’; wintro gen.pl. HL 50

wort, uuort sost. Nt. ‘parola’; uuortum, wortun dat.pl. HL 9, 40

wuntane v. wintan

wurti, wurtun v. werdan