Intervista a Roberto Papini, anima di un grande progetto...

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Intervista a Roberto Papini, anima di un grande progetto tutto da raccontare Arting159 tratta opere storicizzate e seleziona i migliori artisti contemporanei al fine di portarli al di là dei confini di stato Rossella Di Marco presenta Roberto Papini. ARTING159 tratta opere storicizzate e seleziona i migliori artisti contemporanei per la propria associazione, al fine di portarli al di là dei confini di stato: da Shangai, Parigi, a Miami, Hong Kong. Se l’arte é una scintilla non sorprende che Roberto Papini ne abbia fermata una, nella sua grande galleria di quadri e di ispirazioni, chiedendole di diventare la madre di un progetto che è la somma di tutte le arti possibili, dai dipinti ai disegni, dalle fotografie digitali al teatro. Passato un anno il progetto é divenuto una casa dell’arte che ha già una storia da raccontare. - Come comincia… Da una rabbia insopportabile. Dai pittori che dipingono in una cantina per andare ad esporre nei ristorantini e nei bar. Dai poeti che scrivono sulle panchine, dal teatro che soffre. Dal mondo infinito dell’arte che non va nelle piazze con gli striscioni per farsi notare. Meglio piangere che procurarsi questa mortificazione. - Allora é una protesta? Lo é. Non c’è un minimo di tutela. Lo stereotipo dice che gli artisti sono tutti matti, ingovernabili. Ma noi non vogliamo perdere la nostra libertà, vorremmo un po’ di visibilità, un meccanismo capace di comunicare con la gente e di far vedere o sentire quello che facciamo. Se l’arte è una condivisione e non un fatto privato, perché nessuno se ne occupa? - Lei , oltre ad essere un gallerista è anche un imprenditore, ama l’arte ma non può sottrarsi ad iniziative che si riflettono sui mercati. Sono due interessi che possono andare d’accordo? Dovrebbero, perché no? Io come imprenditore vorrei sapere qual é il fatturato dell’arte a Milano piuttosto che a Roma. Ma tutto avviene in silenzio, in un’insoppor- tabile solitudine. Non si sa quanti siano i pittori, gli scrittori, i poeti. I censimenti ci chiedono se abbiamo due o tre balconi, non se siamo scultori o pittori. - C’é una soluzione? In teoria non sarebbe difficile metter giù un elenco. In pratica l’arte vive al buio, il mondo è guidato in una strada senza espressione, vogliamo ricordare la fine che ha fatto in Italia la danza? - Il suo progetto ha un’anima culturale? Assolutamente sì. Non faremo i miracoli ma proviamo a fare dei passi avanti. Assie- me a critici d’arte e a curatori, due anni fa abbiamo fondato Arting159, in via Volta, 8 a Milano e recentemente a Lissone (MB) abbiamo trovato una sede di 400 metri quadri, perfetta per happening con catering, cabaret, musica dal vivo e per ammira- re opere storicizzate e artisti che si dedicano all’arte moderna contemporanea. - Grande... Sì, è un bello spazio. Abbiamo aperto le porte agli artisti e soprattutto abbiamo creato un’immagine inedita. Non c’é un’arte diversa dall’altra, c’é solo l’Arte. All’Ar- ting159 possono aderire tutti. - Perché si chiama Arting? Per indicare un’arte in movimento. L’arte non é mai ferma, é come l’espressione di un viso. - E 159? Sembra qualcosa di complicato, il numero di una casa o qualche numero per giocare all’enalotto. Non é così: 1 è l’universalità, 5 é l’umanità con i suoi cinque sensi, 9 è il multiplo di 3: il passato, il presente e il futuro. E’ un forte riferimento alla compat- tezza dell’arte nel tempo, un modo per dire che l’arte é stata, é e sarà. - Tutti possono venire con i loro lavori nella galleria di Lissone? Ci siamo posti questa domanda sin dall’inizio. La risposta è che viviamo a contatto con l’arte ventiquattro ore su ventiquattro perché è la nostra passione. Quindi ogni lavoro passa al setaccio di un comitato di dieci membri, tra critici, curatori e periti dell’arte che decide le opere da esporre. - Cos’è l’arte? Un’ideologia, la scienza delle idee e delle sensazioni. la galleria della cultura Appassionato fin da bambino di arte, Roberto Papini dal 2010 presiede e coordina Arting159, galleria d’arte e associazione culturale. Collezionista, capace di spaziare tra i dipinti, la scultura e i disegni, l’imprenditore milanese è sempre a contatto con le gallerie e gli artisti di tutto il mondo ed è molto attento ai pittori emergenti. Arting159 prevede una commissione tecnica formata da curatori di musei, critici, professori universitari di architettura e design e di profes- sionisti addetti ai lavori che scelgono per l’associazione gli artisti migliori, che si contraddistinguono per lo stile, il tratto, le forme e i con- tenuti delle proprie tele. Per Roberto Papini è importante dare spazio specie ai giovani che molto spesso vengono sottovalutati solo perché poco conosciuti. L’arte vive ovunque, occorre cercarla e scoprirla, dando la possibilità a tutti di mettersi in gioco. Perché l’arte è cultura, da un senso alla vita e riempie i vuoti dell’anima. www.arting159.com r o b e r t o p a p i n i

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Intervista a Roberto Papini, anima di un grande progetto tutto da raccontare

Arting159 tratta opere storicizzate e seleziona i migliori artisti contemporanei al fine di portarli al di là dei confini di stato

Rossella Di Marco presenta Roberto Papini. ARTING159 tratta opere storicizzate e seleziona i migliori artisti contemporanei per la propria associazione, al fine di portarli al di là dei confini di stato: da Shangai, Parigi, a Miami, Hong Kong.Se l’arte é una scintilla non sorprende che Roberto Papini ne abbia fermata una, nella sua grande galleria di quadri e di ispirazioni, chiedendole di diventare la madre di un progetto che è la somma di tutte le arti possibili, dai dipinti ai disegni, dalle fotografie digitali al teatro. Passato un anno il progetto é divenuto una casa dell’arte che ha già una storia da raccontare.

- Come comincia…

Da una rabbia insopportabile. Dai pittori che dipingono in una cantina per andare ad esporre nei ristorantini e nei bar. Dai poeti che scrivono sulle panchine, dal teatro che soffre. Dal mondo infinito dell’arte che non va nelle piazze con gli striscioni per farsi notare. Meglio piangere che procurarsi questa mortificazione.

- Allora é una protesta?

Lo é. Non c’è un minimo di tutela. Lo stereotipo dice che gli artisti sono tutti matti, ingovernabili. Ma noi non vogliamo perdere la nostra libertà, vorremmo un po’ di visibilità, un meccanismo capace di comunicare con la gente e di far vedere o sentire quello che facciamo.Se l’arte è una condivisione e non un fatto privato, perché nessuno se ne occupa?

- Lei , oltre ad essere un gallerista è anche un imprenditore, ama l’arte ma non può sottrarsi ad iniziative che si riflettono sui mercati. Sono due interessi che possono andare d’accordo?

Dovrebbero, perché no? Io come imprenditore vorrei sapere qual é il fatturato dell’arte a Milano piuttosto che a Roma. Ma tutto avviene in silenzio, in un’insoppor-tabile solitudine. Non si sa quanti siano i pittori, gli scrittori, i poeti. I censimenti ci chiedono se abbiamo due o tre balconi, non se siamo scultori o pittori.

- C’é una soluzione?

In teoria non sarebbe difficile metter giù un elenco. In pratica l’arte vive al buio, il mondo è guidato in una strada senza espressione, vogliamo ricordare la fine che ha fatto in Italia la danza?

- Il suo progetto ha un’anima culturale?

Assolutamente sì. Non faremo i miracoli ma proviamo a fare dei passi avanti. Assie-me a critici d’arte e a curatori, due anni fa abbiamo fondato Arting159, in via Volta, 8 a Milano e recentemente a Lissone (MB) abbiamo trovato una sede di 400 metri quadri, perfetta per happening con catering, cabaret, musica dal vivo e per ammira-re opere storicizzate e artisti che si dedicano all’arte moderna contemporanea.

- Grande...

Sì, è un bello spazio. Abbiamo aperto le porte agli artisti e soprattutto abbiamo creato un’immagine inedita. Non c’é un’arte diversa dall’altra, c’é solo l’Arte. All’Ar-ting159 possono aderire tutti.

- Perché si chiama Arting?

Per indicare un’arte in movimento. L’arte non é mai ferma, é come l’espressione di un viso.

- E 159?

Sembra qualcosa di complicato, il numero di una casa o qualche numero per giocare all’enalotto. Non é così: 1 è l’universalità, 5 é l’umanità con i suoi cinque sensi, 9 è il multiplo di 3: il passato, il presente e il futuro. E’ un forte riferimento alla compat-tezza dell’arte nel tempo, un modo per dire che l’arte é stata, é e sarà.

- Tutti possono venire con i loro lavori nella galleria di Lissone?

Ci siamo posti questa domanda sin dall’inizio. La risposta è che viviamo a contatto con l’arte ventiquattro ore su ventiquattro perché è la nostra passione. Quindi ogni lavoro passa al setaccio di un comitato di dieci membri, tra critici, curatori e periti dell’arte che decide le opere da esporre.

- Cos’è l’arte?

Un’ideologia, la scienza delle idee e delle sensazioni.

la galleria della cultura

Appassionato fin da bambino di arte, Roberto Papini dal 2010 presiede e coordina Arting159, galleria d’arte e associazione culturale. Collezionista, capace di spaziare tra i dipinti, la scultura e i disegni, l’imprenditore milanese è sempre a contatto con le gallerie e gli artisti di tutto il mondo

ed è molto attento ai pittori emergenti.Arting159 prevede una commissione tecnica formata da curatori di musei, critici, professori universitari di architettura e design e di profes-sionisti addetti ai lavori che scelgono per l’associazione gli artisti migliori, che si contraddistinguono per lo stile, il tratto, le forme e i con-tenuti delle proprie tele. Per Roberto Papini è importante dare spazio specie ai giovani che molto spesso vengono sottovalutati solo perché poco conosciuti. L’arte vive ovunque, occorre cercarla e scoprirla, dando la possibilità a tutti di mettersi in gioco. Perché l’arte è cultura, da un senso alla vita e riempie i vuoti dell’anima. www.arting159.com

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