INFORMAZIONE LOCALE - febbraio 2012

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Iniziamo con questo numero un’inda- gine sulle energie rinnovabili, a partire dall’energia eolica, della quale abbiamo esempi nel territorio come Fossato di Vico e S. Giustino. Già nel nostro Co- mune si era parlato di avvalersi di que- sto tipo di energia e ci fu, nel novembre 2010, un’interrogazione al Consiglio co- munale, da parte del Pdl, sulla questione. Per capire i termini di un tema pubblico e strategico ci avvaliamo del contributo di esperti e professionisti della nostra città. In questo caso interviene Giulio Mariotti, giovane ingegnere, laureato con una tesi sull’eolico di Fossato, nonché professio- nista nel campo dei sistemi energetici. Le stime più attendibili riguardo ai con- sumi di energia nel mondo parlano di “drammatica crescita” come conseguen- za dello sviluppo industriale che ha ca- ratterizzato questi ultimi secoli. Dai dati desumibili dai rapporti di due importanti organismi, quali l’Agenzia Internaziona- le dell’ Energia - IEA e Greenpeace (rap- porti riferiti all’inizio del 3°millennio), si desume che la domanda mondiale solo di energia elettrica crescerà da qui al 2020 con una percentuale annua media del 2%. La risorsa fossile (petrolio,carbone,ecc.), unitamente a quella nucleare, copre ad oggi quasi interamente la richiesta mon- diale di energia, ma con drastiche conse- guenze ambientali. Secondo i dati forniti dall’ Illinois Institute of Technology’s di Chicago «il mondo nuoterà ancora nel petrolio nel 2020», ma «un declino più o meno rapido del ricorso al petrolio si avrà dopo il 2030-2040». Si presenta la neces- sità quindi di sviluppare tecnologie sem- pre più efficienti per lo sfruttamento delle Mensile gratuito di informazione Autorizzazione del Tribunale di Perugia n. 27 del 01/10/2008 Direttore responsabile Giovanni Codovini - Stampa Digital Editor S.r.l. Anno V - N. 2 Febbraio 2012 RICICLANDO BENEFICENZA LIBERALIZZAZIONI FRATELLI COLTELLI VIA COL VENTO É possibile produrre energia eolica nel territorio? Siamo alle solite. Campanilismo e persona- lismi infuriano nel nostro territorio, incapa- ce di darsi una vera strategia. L’ennesimo caso nasce dalle polemiche sul futuro della gestione dei rifiuti, che la dice lunga sulla volontà della locale classe dirigente politica riguardo la costruzione di un territorio forte come l’Alta Valle del Tevere. A peggiorare la situazione, oltre una vicenda giudiziaria ancora in corso, è che la questione è tutta interna al partito di maggioranza, il Pd. In- somma, la scena è quella abituale: fratelli coltelli. Ricostruiamo i fatti. Il mese scorso inizia le prime rasoiate Domenico Duranti, consigliere provinciale Pd di Città di Castel- lo, chiedendo le dimissioni del sindaco di Umbertide Giulietti da presidente dell’Ati (Ambito territoriale integrato), dove si deci- de la politica territoriale dei servizi, tra cui i rifiuti. Il motivo è la decisione del Comu- ne di Umbertide di uscire dall’azionariato di Sogepu (società pubblica partecipata dal Comune di Umbertide). Secondo Duranti, la scelta di uscire da Sogepu rende incom- patibile Giulietti alla guida di chi gestisce l’organizzazione dei rifiuti, proprio in un territorio dove Sogepu serve quasi tutto l’Alto Tevere (tranne Umbertide). Effetti- vamente, il comune di Umbertide esce per propria scelta da Sogepu che, nel frattempo, ha un contenzioso amministrativo con Ge- senu (l’altro operatore nei rifiuti che ha in gestione Umbertide). L’ultima coltellata è recente: un gruppo del Pd di Città di Castel- lo accusa Giulietti di non aver mai condivi- so anche nel settore dei rifiuti una politica di cooperazione a livello di ambito, preferendo il rapporto con la Gesenu a discapito di So- gepu. Giulietti risponde ufficialmente e, for- te della sentenza di primo grado del T.A.R. Umbria che rigetta le richieste di Sogepu sulla regolarità della gara di affidamento dello smaltimento dei rifiuti ad Umbertide, sferza una contro rasoiata: il comune di Um- bertide decide, con gara pubblica, esclusiva- mente sulla base dei costi e della qualità del servizio fornito, non in base alla società di gestione, anche se del territorio. La parola ora spetta - processualmente - al Consiglio di Stato; alla politica locale invece spetta maggiore ragionevolezza, dovendo ricorda- re che essa si fa se non da fratelli perlomeno senza coltelli. Via Romeggio, 520/A Loc. Polgeto - Umbertide (PG) Tel. 075 9411149 - 3345407484

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il mensile di Umbertide

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Iniziamo con questo numero un’inda-gine sulle energie rinnovabili, a partire dall’energia eolica, della quale abbiamo esempi nel territorio come Fossato di Vico e S. Giustino. Già nel nostro Co-mune si era parlato di avvalersi di que-sto tipo di energia e ci fu, nel novembre 2010, un’interrogazione al Consiglio co-munale, da parte del Pdl, sulla questione. Per capire i termini di un tema pubblico e

strategico ci avvaliamo del contributo di esperti e professionisti della nostra città. In questo caso interviene Giulio Mariotti, giovane ingegnere, laureato con una tesi sull’eolico di Fossato, nonché professio-nista nel campo dei sistemi energetici. Le stime più attendibili riguardo ai con-sumi di energia nel mondo parlano di “drammatica crescita” come conseguen-za dello sviluppo industriale che ha ca-ratterizzato questi ultimi secoli. Dai dati desumibili dai rapporti di due importanti organismi, quali l’Agenzia Internaziona-le dell’ Energia - IEA e Greenpeace (rap-porti riferiti all’inizio del 3°millennio), si desume che la domanda mondiale solo di energia elettrica crescerà da qui al 2020 con una percentuale annua media del 2%. La risorsa fossile (petrolio,carbone,ecc.), unitamente a quella nucleare, copre ad oggi quasi interamente la richiesta mon-diale di energia, ma con drastiche conse-guenze ambientali. Secondo i dati forniti dall’ Illinois Institute of Technology’s di Chicago «il mondo nuoterà ancora nel petrolio nel 2020», ma «un declino più o meno rapido del ricorso al petrolio si avrà dopo il 2030-2040». Si presenta la neces-sità quindi di sviluppare tecnologie sem-pre più efficienti per lo sfruttamento delle

Mensile gratuito di informazioneAutorizzazione del Tribunale di Perugia n. 27 del 01/10/2008 Direttore responsabile Giovanni Codovini - Stampa Digital Editor S.r.l.

Anno V - N. 2 Febbraio 2012

RICICLANDO BENEFICENZA LIBERALIZZAZIONI

FRATELLI COLTELLI VIA COL VENTOÉ possibile produrre energia eolica nel territorio?Siamo alle solite. Campanilismo e persona-

lismi infuriano nel nostro territorio, incapa-ce di darsi una vera strategia. L’ennesimo caso nasce dalle polemiche sul futuro della gestione dei rifiuti, che la dice lunga sulla volontà della locale classe dirigente politica riguardo la costruzione di un territorio forte come l’Alta Valle del Tevere. A peggiorare la situazione, oltre una vicenda giudiziaria ancora in corso, è che la questione è tutta interna al partito di maggioranza, il Pd. In-somma, la scena è quella abituale: fratelli coltelli. Ricostruiamo i fatti. Il mese scorso inizia le prime rasoiate Domenico Duranti, consigliere provinciale Pd di Città di Castel-lo, chiedendo le dimissioni del sindaco di Umbertide Giulietti da presidente dell’Ati (Ambito territoriale integrato), dove si deci-de la politica territoriale dei servizi, tra cui i rifiuti. Il motivo è la decisione del Comu-ne di Umbertide di uscire dall’azionariato di Sogepu (società pubblica partecipata dal Comune di Umbertide). Secondo Duranti, la scelta di uscire da Sogepu rende incom-patibile Giulietti alla guida di chi gestisce l’organizzazione dei rifiuti, proprio in un territorio dove Sogepu serve quasi tutto l’Alto Tevere (tranne Umbertide). Effetti-vamente, il comune di Umbertide esce per propria scelta da Sogepu che, nel frattempo, ha un contenzioso amministrativo con Ge-senu (l’altro operatore nei rifiuti che ha in gestione Umbertide). L’ultima coltellata è recente: un gruppo del Pd di Città di Castel-lo accusa Giulietti di non aver mai condivi-so anche nel settore dei rifiuti una politica di cooperazione a livello di ambito, preferendo il rapporto con la Gesenu a discapito di So-gepu. Giulietti risponde ufficialmente e, for-te della sentenza di primo grado del T.A.R. Umbria che rigetta le richieste di Sogepu sulla regolarità della gara di affidamento dello smaltimento dei rifiuti ad Umbertide, sferza una contro rasoiata: il comune di Um-bertide decide, con gara pubblica, esclusiva-mente sulla base dei costi e della qualità del servizio fornito, non in base alla società di gestione, anche se del territorio. La parola ora spetta - processualmente - al Consiglio di Stato; alla politica locale invece spetta maggiore ragionevolezza, dovendo ricorda-re che essa si fa se non da fratelli perlomeno senza coltelli. Via Romeggio, 520/A Loc. Polgeto - Umbertide (PG)

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L’Inchiesta

cosiddette “fonti energetiche alternative”. Allo stato attuale, tra le fonti energetiche alternative a livello mondiale, quella eo-lica risulta essere la più appetibile sia per la sua ampia disponibilità, sia per la sua omogenea distribuzione sul pianeta, ma soprattutto per il grado di efficienza tec-nica (rendimento) raggiunto nel suo sfrut-tamento. L’ostacolo più grande, a volte addirittura insormontabile a causa degli elevatissimi costi di indagine, è costitu-ito dallo studio della risorsa eolica. Per “Studio della Risorsa Eolica” si intende l’insieme di analisi e di procedure volte a determinare, con un grado di “certezza” che sia “economicamente accettabile”, la potenziale disponibilità energetica in un sito prima dell’installazione delle turbi-ne eoliche. Risulta infatti determinante, ai fini dell’analisi di fattibilità di un progetto eolico, la determinazione della produzione (in termini monetari dell’utile previsto) ottenibile dall’installazione stes-sa. Ed è inconfutabile che, aumentando l’ “incertezza” su questo dato, cresce il “ri-schio” di “non ritorno” del capitale inve-stito. Da questa considerazione economi-ca emerge la necessità che gli Studi della Risorsa Eolica siano quanto più realistici possibile e questo può richiedere anni di monitoraggi; ciò risulta piuttosto difficol-toso essendo il vento, in un determinato sito, un fenomeno caratterizzato tanto da variabili deterministiche (basate su modelli numerici fisico-matematici) che stocastiche (basate su modelli statistici).

Basti infatti considerare che l’utilizzo, per uno stesso sito esaminato, di diversi metodi di studio della risorsa, non condu-

ce generalmente agli stessi risultati se non da un punto di vista meramente qualita-tivo. Ad esempio, se il grado di certezza delle previsioni riguardanti la produzione mediamente ottenibile in siti caratterizzati da terreni pianeggianti (si pensi al Nord Europa, Stati Uniti, Canada) può, ad oggi, conside-rarsi sufficientemente alto, o comunque tale da consentire agli in-vestitori una valuta-zione economica del progetto con un fattore di rischio poco rilevan-te, questo non avviene in siti caratterizzati da orografia complessa del territorio (Sud Eu-ropa quindi Italia), nei quali tale fattore può raggiungere valori su-periori al 30%. Se da un lato sottostimare di tanto la produzione energetica di un sito può determinare l’accantonamento di un progetto in realtà valido in termini di ritorno economico dell’investimento e di utile perseguibile, dall’altro la sovrastima eccessiva di questa grandezza può porta-re a realizzare progetti assolutamente non vantaggiosi. Questo fatto ha influenzato negativamente le installazioni eoliche nei Paesi del Sud Europa (fatta eccezione per la Spagna che ad oggi con l’energia eo-lica riesce a soddisfare il 16% circa del fabbisogno nazionale ed il 35-38% con la somma di tutte le energie rinnovabili, il tutto negli ultimi 4 anni!). Attualmente esistono due principali (in realtà ne esi-stono numerosi) tipi di strutture in grado di sfruttare energia eolica: ad asse oriz-zontale (tradizionali), ad asse verticale (Savonius e Darreius, per citarne due). Le prime sono quelle facilmente riconoscibi-li nel parco eolico di Cima Mutali di Fos-sato di Vico, visibili dalla strada Flaminia per andare a Fabriano. Tale parco eoli-co, il primo in Umbria, è stato progettato nel 1999 e poi acquistato da Sorgenia nel 2003. È costituito da due aerogenerato-ri da 750 kWh ciascuno per un totale di 1,5 Megawattora, con una produzione di energia annua stimata di circa 3.000.000 kWh (ore di funzionamento annue stima-te 2000). Per avere un’idea delle dimen-sioni: altezza colonna 45m, diametro alla base 3m, diametro rotore (pale) 44m, anche se tutto sommato dalla strada non sembrano poi così grandi… Questo è il prezzo da pagare, sotto l’aspetto dell’im-

patto ambientale, per avere una riduzione annua di quasi 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2). Recentemente nel comune di San Giustino è stato accol-

to il ricorso della Sovrintendenza contro il progetto per la costruzione di un parco eo-lico per soddisfare il fabbisogno di circa 50000 abitanti molto simile a quello di Fossato. Anche questo è ubicato lungo la dorsale appenninica. L’impatto ambien-tale ha trasformato gli addetti ai lavori in tanti Don Chisciotte davvero pronti a combattere contro i mulini a vento! (o contro lo sviluppo tecnologico?) Anche se per il momento per il fotovoltaico c’è stata clemenza (si pensi ai vecchi campi di fru-mento trasformati in pannelli), nonostante il rendimento molto più basso. L’ultima invenzione, ancora in fase di sperimenta-zione, è il MagLev: una sola megaturbi-na che sfrutta la levitazione magnetica (attrito ridotto pressoché a zero), in grado di produrre fino a un milione di kWh di potenza, con un rendimento del 99% con-tro un 40-50% di un ottimo aerogenera-tore “standard”, oltre a ridottissimi costi di manutenzione, lunga durata nel tempo ed intercettazione di venti da molto deboli a molto forti (1,5-40m/s).Il vero proble-ma per le installazioni eoliche rimangono comunque i costi di ricerca e di messa in opera, nella nostra realtà locale anche la complessità orografica del territorio non aiuta. Parlando da tecnico auspico che la nostra società non tema lo sviluppo tecnologico in tal senso, spostando il giu-dizio ad un livello politico-burocratico ci rendiamo conto delle difficoltà che vi sono e che spesso ci creiamo.

Giulio Mariotti

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l’IntervistaALESSIO BURZIGOTTI: L'ARTE CHE SI TRAMANDA

Inventare e creare gioielli è senza dub-bio un’arte che, come ci dimostra Ales-

sio Burzigotti, trentaseienne umbertidese, non manca di dare i suoi frutti anche nel nostro territorio. Una passione quella di Alessio che nasce fin da bambino quando, come ci racconta, scendeva sotto casa nel laboratorio di oreficeria della sua fami-glia, in cui la madre Franca iniziò la sua attività di artigiana orafa nel 1979, dando vita alla gioielleria Burzigotti, oggi in via Garibaldi ad Umbertide. È quindi nella bottega familiare, aiutando i propri geni-tori, che Alessio decide di fare della sua arte un mestiere, intraprendendo un per-corso di formazione specifico: «All’età di 14 anni mi sono trasferito ad Arezzo dove ho vissuto al convitto nazionale per 5 anni. La mattina frequentavo l’Istitu-to Statale d’Arte nella sezione oreficeria e il pomeriggio lavoravo presso alcune botteghe orafe per approfondire le anti-che tecniche di lavorazione dei metalli preziosi. Una volta conseguito il diploma di maturità, ho vissuto per 6 anni in Pie-monte, precisamente a Valenza, ritenuta da sempre la patria mondiale del gioiel-lo artigianale. In quel periodo ho lavora-to presso alcuni laboratori orafi facendo l’esperienza professionale più importan-te della mia vita, in quanto qui realizza-vo pezzi unici per importantissime griff della gioielleria mondiale del calibro di Tiffany, Bulgari, Casa Damiani, Chopard, Pasquale Bruni e altri ancora. A Valenza ho inoltre conseguito il diploma di esper-to conoscitore di pietre preziose diaman-ti e perle presso l’Istituto Gemmologico Italiano». Ad oggi, sei diventato titolare di un’oreficeria nel centro di Perugia. Quando e come è nata questa attivi-tà e di cosa ti occupi nello specifico? «Nell’aprile 2000, rilevando un antico laboratorio orafo in via Alessi, ho iniziato a produrre gioielli unici e fare assistenza

per alcune gioiellerie locali e fuori regio-ne - Toscana, Lazio e Marche. Nel 2008 mi sono trasferito in via Oberdan nell’at-tuale laboratorio orafo che gestisco con la mia compagna Alessandra. La mia attività primaria consiste nel realizzare gioielli su richiesta del cliente che viene nel mio la-boratorio con un’idea, con una foto o con un disegno da trasformare in un gioiello unico e inimitabile». Ricapitolando, il tuo percorso ti ha portato a studiare e lavorare per molti anni in diverse cit-tà d’Italia, eppure, nel tuo caso, punto di partenza e di arrivo coincidono: hai riportato le tue competenze nel nostro territorio. Formarsi lontano da casa e poter tornare a lavorare nei propri luoghi, è quindi per te motivo di sod-

disfazione e sfida? E soprattutto, cosa significa portare avanti un’attività di artigianato in un periodo di crisi gene-rale come quello che stiamo vivendo?«In questo periodo storico certamente non è facile aprire una attività come la mia, anche se mi sto rendendo sempre più con-to che la professionalità e la serietà alla distanza pagano sempre: se si fa il proprio mestiere con passione e voglia di fare si può superare qualsiasi ostacolo, all’ap-parenza insormontabile. Formarsi lonta-no da casa è stato per me un motivo di soddisfazione, sfida e orgoglio personale

potendo dimostrare, con le mie creazioni, quanto appreso nel lungo periodo di for-mazione professionale lontano dalla mia terra natale. Ma, secondo la regola ”nes-suno è profeta in patria”, gran parte del mio lavoro lo eseguo fuori regione -To-scana, Lazio, Marche». I tuoi prodotti di qualità, in quanto di valore e unici, hanno dei destinatari particolari? «Ov-viamente sì … sono gioielli destinati ad una “nicchia” di persone che amano il gusto di indossare un pezzo unico e irri-petibile nella sua forma e che non amano le cose scontate e banali». Quali sono le difficoltà che incontri nel tuo settore?«Le uniche difficoltà che si incontrano nel settore orafo, come in tanti altri set-tori, sono legate ai costi di gestione di un’azienda. E visto che viviamo in un paese di parole dove tutti si sciacquano la bocca con la famosa frase: “bisogna aiutare l’imprenditoria giovanile”, sareb-be meglio passare ai fatti per far si che qualche giovane volenteroso inizi a fare l’imprenditore». Un’ultima curiosità. In quanto artigiano avrai senz’altro una spiccata creatività: qual è il gioiello che preferisci forgiare? «La mia produzione nasce ispirandosi in parte alle forme ele-ganti e complicate della gioielleria degli anni ‘40-’50, in parte all’estro e alla biz-zarria degli anni ‘70- ‘80. Pesci, polpi, rane, serpenti diventano pietre e metallo per ornare mani e collo di chi non ama le scelte scontate, ma apprezza la fattura fine e la cura dei dettagli e degli accor-gimenti tecnici. Molti gioielli vengono prodotti come modelli unici, altri modelli della produzione vengono assemblati solo in limitatissimi esemplari. Il gioiello che preferisco forgiare è sempre quello che all’apparenza sembra impossibile da far venire alla luce». Cristina Caponeri

Via f.lli Ramaccioni 5 - 06010 Promano di C. di Castello (PG) - Tel. 075 8683006

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La Piazza

Adriano Giubilei dal maggio 2010 è il presidente degli Istituti Riuniti di Be-

neficenza di Umbertide, organismo pre-sente nel nostro territorio dal 1909, ispi-rato dalla legge n. 6972 del 17/07/1890 e che gestisce la “Residenza Balducci”.L’II. RR. BB gode anche di un proprio Consiglio d’Amministrazione costituito da 5 membri, eletti dal Consiglio comu-nale, che rimangono in carica per 4 anni e che non possono essere riconfermati dopo due mandati consecutivi. Incontria-mo il presidente Giubilei per una panora-mica degli Istituti.La “Residenza Balducci” è diventa-ta appieno un’istituzione cittadina. Ci può dire da quando essa è presente sul nostro territorio e quali sono i progetti più importanti realizzati fino ad oggi? Chi sono i destinatari maggiormente ricorrenti dei vostri servizi?«Il primo stralcio della “Residenza Protetta Balduc-ci” è stato inaugurato nel dicembre 2003 e destinato ad ospitare anziani non auto-sufficienti. Nel 2008 è stata completata con il secondo stralcio della residenza, per un totale di 34 ospiti, e con apparta-menti di residenzialità sociale destinati ad anziani autosufficienti. L’offerta è stata ulteriormente ampliata con l’apertura di altri servizi destinati alla nostra comunità, in particolare con due centri diurni; il pri-mo destinato a persone affette da malattia di Alzheimer, inaugurato ad aprile 2011, e il secondo destinato a centro socio ri-abilitativo per minori affetti da autismo, nell’ottobre 2011. La struttura ospita poi da alcuni anni un laboratorio di stimola-zione cognitiva per malati di Alzheimer, realizzato grazie alla collaborazione con l’associazione AMA Umbria. Infine par-tecipa ad un progetto di cooperazione in-ternazionale con l’associazione “Smile Train Italia ONLUS”, progetto realizzato in collaborazione tra Regione Umbria,

ASL 1 e Comune di Umbertide, e destina-to, in particolare,ad interventi su bambini affetti da labiopalatoschisi (comunemente chiamato labbro leporino) o portatori di esiti di ferite da armi da guerra». Il lavo-ro dell’istituto è più promozionale o soltanto assistenziale? «Il nostro Istituto svolge un’attività che è prevalentemente di tipo assistenziale in convenzione con l’ASL 1. È una comunità che si impegna per ricre-are condizioni di vita e un ambiente il più familiare possibile. Per questo la struttura

si definisce una “comunità aperta” ed attua programmi di promozione sociale, in antite-si con l’idea, non sempre superata, che sia un luogo staccato dalla società civile, dotato di regole proprie e che sia un luogo chiu-so di ricovero». Come valuta il rapporto tra i nostri concittadini e la beneficen-za? Quali sono, o saranno, i rapporti con le associazioni benefiche umberti-desi? «Esiste da tempo un buon rappor-to con molte delle realtà associative del nostro territorio. In alcuni locali della nostra struttura abbiamo realizzato quel-la che abbiamo voluto chiamare la “Casa del volontariato”, un luogo che ospita le sedi dell’associazione sportiva disabili La Pantera, dell’Associazione cardiopatici dell’Alta valle del Tevere, la Croce Rossa Italiana. È nostra intenzione consolidare questi rapporti e restiamo aperti a qualsia-si iniziativa che voglia mettere in relazio-

ne reciproche esperienze e potenzialità».Gli obiettivi degli interventi di beneficen-za sono cambiati in questi ultimi anni? «È in atto un trend in cui l’invecchiamen-to demografico rappresenta un processo strutturale e ciò comporta il dilatarsi di un’area di fragilità sociale accompagnata da un accresciuto bisogno di cura. Questo ha comportato un importante mutamento nella struttura organizzativa delle Resi-denze Protette, che si sono trasformate da residenze a prevalente componente socia-le a luoghi di cura per anziani disabili gra-vi. Una moderna Residenza Protetta deve innanzitutto privilegiare la qualità come sistema di governo.Il raggiungimento di livelli adeguati di qualità costituisce un impegno costante dei sistemi socio-sani-tari moderni. Ed è per questo motivo che è in atto nel nostro Istituto un percorso organizzativo per il raggiungimento del requisito dell’accreditamento istituziona-le, requisito indispensabile per il mante-nimento del regime di convenzionamento con il Sistema Sanitario Nazionale». Ci può esporre i progetti futuri che l’Isti-tuto da lei guidato vuol realizzare? «Più che di progetti, io parlerei di obiettivi per il futuro; e gli obiettivi sono rappre-sentati soprattutto dalla possibilità di far sì che tutti i servizi e le opportunità che nel corso degli anni sono stati messi a di-sposizione della comunità locale possano essere mantenuti. Le risorse disponibili, i progressivi tagli al sistema di welfare, a fronte di necessità sempre crescenti, met-tono a rischio il mantenimento del buon livello dei servizi raggiunto negli anni. Il nostro progetto è che questo luogo pos-sa continuare ad essere vivo, pulsante, e sempre di più luogo di riferimento dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari del territorio».

Alessandro Minestrini

ISTITUTI RIUNITI DI BENEFICENZA: UNA RISORSA

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20 TRATTAMENTI CORPO: solo 10 pagati - 10 sono OMAGGIO

compreso ANALISI ESTETICA GLOBALE COMPUTERIZZATA

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BIANCHINI ENERGY: 100% RINNOVABILEIl DibattitoNuova GenerazioneLe Aziende Informano

Le Fonti energetiche rinnovabili stanno vivendo una stagione in costante crescita, assumendo sempre maggior importanza nella produzione energetica. Per capire e conoscere meglio questo settore, abbiamo incontrato Andrea Morbidelli, responsa-bile della Bianchini Energy, un’azienda nata, proprio, per soddisfare le esigenze del mercato delle energie rinnovabili.Innanzitutto, come nasce Bianchini Energy e perchè la scelta di specializ-zarvi nel rinnovabile?«La Bianchini Energy nasce nel 2007 dal-la volontà del Gruppo Bianchini di inve-stire nel campo delle energie rinnovabili, basandosi sulla pluriennale conoscenza ed esperienza maturata nel settore degli infis-si. Questa intuizione, nasce da un'attenta analisi del mercato del fotovoltaico italia-no che, anch'esso molto giovane e pronto a valorizzare aziende strutturate, affida-bili e dinamiche, ha permesso alla Bian-chini Energy di integrare l’esperienza e il know-how nella produzione di serramenti con una costante ricerca delle migliori tecnologie e dei migliori materiali nel set-tore delle energie alternative. L’azienda, sin dall'inizio, ha deciso di strutturarsi internamente con tecnici specializzati con il compito preciso di seguire tutte le fasi della lavorazione: dalla progettazione su misura, alla cura delle pratiche burocrati-che, fino alla messa in posa dell'impianto realizzato su misura, per arrivare alla fase post-vendita controllando periodicamente la funzionalità dell’impianto. La costante attenzione nel realizzare progetti architet-tonici attenti sia alle differenti esigenze energetiche che all’impatto estetico, ren-dono Bianchini Energy unica nel settore. Sin dai primi anni l’azienda ha dimostra-to di conoscere il mercato di riferimento divenendo una delle realtà di maggior rilievo nelle regioni del centro Italia. Um-bria, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio e Marche sono le regioni in cui, ad oggi, è presente capillarmente per soddisfare le esigenze nel mercato del pubblico, del privato e dell’industria».Cosa s'intende precisamente con Grup-po Bianchini?«Il Gruppo Bianchini nasce negli anni 70 con l'azienda Bianchini Infissi. La fortuna-ta intuizione di realizzare infissi in allumi-nio già nei primi anni 80 ha portato l'azien-da alla ribalta in questo settore, ponendo le basi di un sicuro successo negli anni a venire. La solidità dell'azienda le ha per-messo nel tempo di portare avanti progetti collaterali creando così un gruppo sinergi-co che può offrire al cliente una altissima qualità del servizio e dei prodotti».

Ci può descrivere la mission della Bian-chini Energy?«Offrire ai nostri clienti un servizio di altissima qualità, garantire la massima affidabilità degli impianti e una indi-scussa conoscenza dei materiali, sono gli elementi che ci caratterizzano. Per poter realizzare tutto questo, abbiamo deciso di offrire un servizio che si basasse su progetti studiati ad hoc per ogni cliente, realizzando impianti energetici funzionali alle esigenze di ogni cliente e garantendo-ne la massima resa per tutta la loro durata. Inoltre, la scelta di essere sempre al fian-co dei nostri clienti fino allo smaltimento dell’impianto, è uno dei plus di maggior

valore. Ci facciamo carico delle loro pre-occupazioni garantendo una costante pro-duttività dell'impianto». Un'azienda che segue, quindi, la co-stante evoluzione del settore. «Sì, infatti la nostra Vision è quella di sensibilizzare i clienti alla causa delle zero emissioni. Il risparmio energetico è solo il primo passo. Ci facciamo promo-tori di una sensibilizzazione nel cambiare i comportamenti nell’ambito del consumo energetico. In questi anni stiamo lavo-rando per modificare la percezione che i

nostri clienti hanno del mondo che li cir-conda e della natura, intesa come fonte primaria dalla quale attingere l’energia necessaria. Per fare questo, Bianchini Energy è sempre in continua evoluzione nei servizi che propone. Quello che fac-ciamo è esplorare nuovi settori energetici, proponendo nuove soluzioni integrate. La scelta di allargare l’offerta dei servizi al settore eolico e geotermico ne sono la più importante testimonianza. Tutto questo ha lo scopo di offrire ai nostri clienti un ser-vizio di altissima qualità e all’avanguar-dia rispetto alle scelte ecologiche.Quali sono le caratteristiche che diffe-renziano Bianchini Energy rispetto alla concorrenza?«Sicuramente la nostra professionalità e competenza che prevede un'alta cono-scenza dei materiali e collaborazioni uni-versitarie anche a livello europeo. Ma non solo, il cliente che si affida a Bianchini Energy ottiene una reale garanzia sull'in-vestimento - dato che questo viene garan-tito per tutta la vita dell'impianto. Inoltre siamo in grado di offrire un'assistenza post vendita specializzata (dal telecon-trollo a distanza 24h su 24, al lavaggio dell'impianto) e lo smaltimento a fine vita dell'impianto fotovoltaico completamente GRATUITO.Quale pensa sarà il futuro delle rinno-vabili?«Per il futuro ci stiamo preparando ad af-frontare nuove sfide legate sia alla produ-zione di energia con altri Sistemi innova-tivi, che allo sviluppo della MOBILITA’ SOSTENIBILE».

Eva Giacchè

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coefficiente di ponderazione. Sommando tutte le quantità ottenute, si avrà la quan-tità totale di rifiuti riciclati che, se entro il 31 dicembre 2012 raggiungerà i 300

chilogrammi, darà diritto ad un incentivo economico pari a 30 euro che verrà eroga-to direttamente dal Comune di Umbertide in un unica soluzione entro i primi mesi del 2013. Per partecipare all’iniziativa, riservata agli intestatari della tassa sui ri-fiuti del Comune di Umbertide nella cate-goria “civile abitazione”, basta richiedere, gratuitamente, l’Officina Ecologica Card e ricordarsi di portarla con sé ogni volta che si va al centro di raccolta, aperto nel periodo invernale (dal 31 ottobre al 27 marzo) il lunedì, martedì e venerdì dalle 14 alle 17, il mercoledì dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 17, e il sabato e la domenica dalle 8 alle 12.

Laura Nuti

ECCO COME RISPARMIARE RICICLANDO

MULTE E PARCHEGGI

Società Civile

La Polemica

I rifiuti non sono più soltanto un proble-ma ma anche, e soprattutto, una risorsa

da cui trarre vantaggi e benefici in termi-ni ambientali ed economici. Lo sa bene il Comune di Umbertide che, insieme a Ge-senu, ha promosso l’Officina Ecologica Card, una sorta di carta di credito per-sonale in grado di trasformare i rifiuti in

denaro. L‘iniziativa è stata promossa da Gesenu e dal Comune di Umbertide. «Si tratta di un sistema che consentirà di pre-miare i cittadini più virtuosi nella raccolta differenziata dei rifiuti con sconti sulla Tarsu che comunque resta tra le più bas-se dell’Umbria – ha spiegato il sindaco Giulietti – ogni umbertidese potrà ri-chiedere la card su cui verrà registrata la quantità di rifiuti conferiti ogni volta che si recherà all’officina ecologica e, al rag-giungimento dei 300 kg ponderati, usu-fruirà di un contributo di 30 euro che equivale ad un 20- 25% di sconto, se si considera che per un appartamento di 100 mq si pagano circa 125 euro all’anno, tas-se obbligatorie escluse». Il meccanismo è semplice quanto efficace: basta portare al centro di raccolta di via Madonna

del Moro i rifiuti riciclabili, il quantita-tivo verrà registrato in un’apposita tessera magnetica personale e, al raggiungimen-to dei 300 chili ponderati, si otterrà uno sconto sulla tassa sui rifiuti pari a 30 euro, praticamente il 20- 25% di quello che si paga annualmente ad Umbertide per un’abitazione civile di 100 mq. Ad ogni tipologia di rifiuto è associato un coeffi-ciente di ponderazione, stabilito in base all’importanza economica del materiale, alle effettive possibilità di recupero e alle esigenze ecologiche volte ad evitare la di-spersione di rifiuti particolarmente inqui-nanti. I coefficienti di ponderazione sono così stabiliti: carta e cartone 1,0; bottiglie in vetro, plastica e lattine 0,5; ingombranti non ferrosi (divani, materassi, sedie, tavo-li, persiane, tapparelle) 0,1; ingombranti ferrosi (esclusi i RAEE, cioè elettrodo-mestici ed elettronica) 0,4;legno 0,4; RUP

(pile, farmaci, batterie, olii usati) 1,0. Per calcolare la quantità ponderata si molti-plica la quantità di rifiuto per il proprio

Riceviamo e pubblichiamo“Occorre maggior senso civico”: è questo il commento di Galmacci, coordinatore del PdL di Umbertide, in merito al rispet-to delle modalità di parcheggio e accesso al Centro Storico. “Dopo lo “scippo” dei parcheggi sotto la Rocca gli esercizi com-merciali del Centro hanno visto ridursi al lumicino il numero di clienti, tanto da re-clamare interventi a loro sostegno. E’ que-sto il vero nocciolo del problema: favorire e agevolare l’accesso in centro delle per-sone, in modo da “rivitalizzare” il cuore del paese. È difficile da spiegare anche il comportamento di chi occupa per diverse ore alcuni parcheggi, sottraendoli così ad altri avventori e impedendo l’alternanza degli stessi. Vuoi per dimenticanza, vuoi per una sorta di pigrizia, molto spesso ac-

cade che le auto in divieto siano addirit-tura di proprietà di commercianti locali; è qui che occorrerebbe maggior senso civi-co. Dovrebbero essere proprio loro a dare il “buon esempio” andando a parcheggia-re altrove, lasciando così la disponibilità ad altri. Va anche detto e riconosciuto che i nostri vigili si sono dati un bel da fare nel ricordare agli automobilisti il rispetto del parcheggio in piazza Mazzini e in Piaz-za XXV Aprile; infatti di recente hanno apposto a terra anche cartel-li segnaletici, ma pare che questi vengano ignorati. Troppi sono gli automobilisti che

non espongono il disco, lo manometto-no o protraggono la sosta ben oltre l’ora indicata; sacrosanto perciò il ricorso alle multe in tutto il perimetro del centro sto-rico, compresa piazza San Francesco che già dispone di un comodo parcheggio in-spiegabilmente non utilizzato.

Vittorio GalmacciPresidente Circolo PdL Umbertide

DEAARMI

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Le Aziende InformanoBUON COMPLEANNO ZIBÙ!

sponda sinistra del Tevere, rendendo più sicure le vie della Piaggiola e del Boc-caiolo. In quegli anni, il convento venne visitato da Orazio Monaldi, vescovo di Gubbio dal 1639 al 1643, una visita testi-moniata dallo stemma vescovile scolpito su pietra arenaria, che oggi abbiamo la fortuna di conservare appeso ad una delle nostre pareti. Dopo il 1787 il convento venne chiuso e i locali divennero sede del Comune, al piano superiore si insediaro-no le scuole, che vi rimasero fino ai primi anni del novecento».Come definireste il vostro locale e come la vostra cucina?«Ci piace definire il nostro Zibù come un ristorante per tutti i gusti, perché è il luo-go ideale dove trascorrere un pranzo in famiglia, una cenetta romantica, momen-ti spensierati a tavola con gli amici ma anche per sottolineare eventi importanti (battesimi, comunioni, lauree ecc…). Il tutto unito ad una cucina tradizionale, dai sapori autentici, arricchita da un piz-zico di modernità. I nostri piatti sono il frutto di ingredienti genuini, provenien-ti esclusivamente da produttori locali, e dell’amore verso la cucina umbra e um-bertidese in particolare».Avete dei piatti particolari molto ri-chiesti dalla clientela?«Il nostro menù varia – più o meno ogni due mesi – in base alla reperibilità delle materie prime. Ma i nostri clienti sono particolarmente affezionati a due piatti, che infatti cerchiamo di proprorre costan-temente. Lo stinco di vitello, che segue una cottura molto lenta, proprio per far sprigionare tutto il gusto e gli aromi della carne; e i ravioli ripieni di amatriciana, dall’inconfondibile sapore».Quali sono invece i vostri piatti preferiti?«Diciamo che ci piace sperimentare ma i nostri gusti rispecchiano un po’ quello che è lo stile della nostra cucina, cioè piatti tradizionali ma con un tocco creati-vo. Come le “Gocce sull’anatra” - gnoc-chi al sugo di anatra con sotto uno spec-chio di finocchio - o il particolare gusto del filetto di suino al miele di castagno e pas dosè».Potete rivelarci la ri-cetta del vostro suc-cesso?«Sicuramente, alla base di tutto, c’è una forte passione per il nostro lavoro che ci spinge quotidiana-mente a dare il massi-mo. Ci sono i giovani e dinamici compo-nenti del nostro staff (Raffaele Fontana, Francesco Borselli-ni e l'ultimo acquisto

Nel cuore di Umbertide, tra i vicoli del suo centro storico, si aprono le por-

te del Ristorante Zibù, un locale unico ed innovativo, che a solo un anno dalla sua apertura, è riuscito a guadagnarsi un po-sto di tutto rispetto nel panorama gastro-nomico del nostro territorio. E il merito va soprattutto alla passione e al talento dei suoi due giovani proprietari, Martina Cardinali e Lorenzo Cantoni, estroso chef del ristorante. Li abbiamo raggiunti per scoprire come è nata la loro idea e cosa si nasconde dietro al loro successo. Basta una prima occhiata al locale per capire che dietro a lo Zibù c’è qualcosa di specia-le, un’atmosfera accogliente e tranquilla, un ambiente, di un rustico elegante, estre-mamente curato, arredato con un tocco di modernità, che non ne nasconde però il sapore squisitamente antico.Martina e Lorenzo, raccontateci come è nato il vostro progetto.«Zibù nasce dal progetto di restituire ad Umbertide, uno spazio storico che i no-stri nonni e i nostri genitori custodiscono nella memoria dei loro cuori. Zibù, dagli anni ’30 agli anni ’50, era infatti un luogo dedicato a serate piene di musica e di balli,

dove si parlava di sport, dove ci si riuniva per discutere di politica, dove i ragazzi an-davano a giocare. Era la voglia di ripartire dopo il buio della guerra. Ed è stato anche la sede de la “Sportiva”, con il suo biliar-do e uno dei primi televisori di Umberti-de, dove tutti insieme si guardava “Lascia o raddoppia”. Ed è proprio da qui che è partito il nostro progetto: creare un risto-rante che fosse anche una riscoperta per il nostro paese. Un modo per far rivivere le sensazioni, gli entusiasmi, le speranze di un tempo».Quindi si può dire che Zibù sia un risto-rante intriso di storia.«La storia di questo posto è davvero sug-gestiva e risale addirittura al 1608, quan-do venne adibito a convento femminile che aveva anche una notevole importanza di difesa, poiché chiudeva un tratto della

Davide Fusco - "Fufù"), che ogni giorno contribuiscono a creare l’atmosfera unica di Zibù. E poi c’è la particolare cura che poniamo nella scelta degli ingredienti, la-vorati con speciale attenzione all’interno della nostra cucina».Voi siete due giovani che hanno deciso di investire tutto in questa attività. Una scel-ta controcorrente - visti i tempi - e soprat-tutto coraggiosa. Quali sono le difficoltà che avete incontrato?«Abbiamo voluto investire in quello in cui credevamo, nella riscoperta delle nostre radici, nei sapori del nostro territorio. En-trambi siamo umbertidesi e dopo gli anni di esperienza in giro per l’Italia e anche all’estero di Lorenzo, abbiamo deciso di gettare le radici del nostro futuro proprio qui, ad Umbertide, dove siamo nati e dove ci siamo conosciuti. Certo, gestire un’at-tività non è mai semplice ed è innegabi-le che le difficoltà ci sono state e ci sono tutt’ora ma ci sono anche tante soddisfa-zioni che ci aiutano a far passare tutto il resto in secondo piano». Tra poco festeggerete il primo anno di attività. Cosa avete in programma?«Sì, il 16 marzo sarà il primo compleanno de lo Zibù e per questo stiamo organiz-zando una serata davvero speciale, con un menù dedicato che stiamo mettendo a pun-to proprio in questi giorni».

Non resta che lasciarci deliziare.

Eva Giacchè

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Il PungoloDROGA: UNA TRAGEDIA UMBRA

Nell’articolo di fondo del mese di gennaio è stato affrontato il proble-

ma della droga in Umbria. Vogliamo qui riprendere il discorso perché un ben tri-ste primato appartiene al territorio della nostra Provincia. Il numero di morti per “overdose”, nel 2011, ha raggiunto il numero di 26, concentrati in prevalenza nel comune di Perugia e pochi altri limi-trofi. Se consideriamo che la popolazio-ne dell’intera provincia conta meno di 700.000 abitanti e quella dei centri inte-ressati a questa piaga si può valutare in poco più di 200.000, è facile capire che si tratta di una percentuale altissima. Questo mentre in tutta Italia c’è stato un calo no-tevole dei decessi – circa il 23% in meno nel 2010 rispetto al 2009- (Fonte: Rela-zione annuale al parlamento sulle tossico-dipendenze anno 2011 relativo agli anni 2009/2010). Nella nostra provincia c’è stato invece un incremento e nella prima settimana di dicembre, ben cinque sono stati i decessi a causa della droga. Il Sin-daco di Perugia Boccali ha dichiarato che “cinque morti per droga in una settimana sono un prezzo inaccettabile”. Ci permetta di dissentire Sig. Sindaco: anche un solo morto, e senza limiti temporali, è una cosa inaccettabile. Sono dati che dovrebbero farci rizzare i capelli in testa mentre inve-ce passano nella quasi totale indifferenza, senza alcuna considerazione o pena per la famiglia cui è toccata una simile tragedia. Intanto, e sempre più spesso, le notizie di cronaca riportano di arresti e di sequestri di droga nell’Alta Valle del Tevere per quantità veramente preoccupanti. Si tratta di decine di chili delle droghe più svaria-te, in prevalenza cocaina e cannabis, e vi-sto i risultati non possiamo certo illuderci che siano solo in transito. E’ evidente che molta parte di queste sostanze si fermano a Perugia e dintorni, e per dintorni non

possiamo far finta che siano solo quelli della periferia della città. Oggi le distanza non esistono più a livello planetario fi-guriamoci a livello regionale. Chi vuole rifornirsi non deve far altro che chiedere, anzi spesso non è neanche necessario vi-

sto che la offrono ad ogni angolo di stra-da come si evince dal sito: http://forum.politicainrete.net/umbria/41460-perugia-la-disneyland-della-droga.html e come conferma il sostituto procuratore della repubblica Manuela Comodi in una inter-vista rilasciata al mensile “L’Altra Pagi-na” e pubblicata nel numero di dicembre “….l’Umbria ha la più alta percentuale di morti per overdose in rapporto alla popolazione ed è una piazza frequen-tatissima dai tossicodipendenti di tutta Italia.. perché la sostanza è qualitativa-mente migliore, ha il prezzo più basso, è più facile rifornirsi, la quantità dispo-nibile è maggiore…”. Questo nonostan-te l’impegno e l’abnegazione delle forze

dell’ordine che, pur mettendocela tutta, e ne hanno data ulteriore dimostrazione ai primi di febbraio arrestando 20 traffican-ti che rifornivano il mercato di Perugia, riescono a sequestrarne solo una minima parte. La quantità maggiore, purtroppo, va a rifornire un mercato già fin troppo vasto ed in mano a mercanti senza scrupo-li come dimostrato anche da una inchiesta televisiva de “LA 7”. È andata in onda l'8 febbraio con una intervista al sindaco Boccali e con la presentazione di filmati raggelanti in cui compaiono coinvolti so-prattutto giovani e giovanissimi. D’altra parte cosa aspettarsi da chi commercia con la vita degli altri? Il loro unico scopo sono i soldi ed il target migliore, perché più facile da raggiungere, sono proprio i giovani, meglio se molto giovani perché più facilmente circuibili e continuamente spinti, come sono, a inseguire simboli il cui l’unico valore è quello di non avere alcun valore. E quali sono gli ambienti frequentati dai giovani? Li conosciamo e, qualche volta, ce li accompagniamo anche, ma anche le scuole devono essere tenute d’occhio dato che le frequentano tutti e visto che in alcune grandi città ven-gono addirittura controllate dalle forze dell’ordine affiancate da cani antidroga. Il 22 dicembre, a Umbertide, sono stati sequestrati circa 4 kg di hashis. Dubitia-mo che il possessore intendesse utilizzare la sostanza per rendere più confortevole la stalla del bue e dell’asinello. Perciò teniamo continuamente gli occhi aperti sui nostri figli, informiamoli sui perico-li che corrono (ed in questo proprio la scuola può avere un compito importante), rendiamoli il più possibile consapevoli e responsabili, e proviamo a dire un NO deciso quando lo riteniamo necessario e opportuno.

Alvaro Gragnoli

GIOIELLERIAUMBERTIDE - V.LE PATRIOTI. 4

TEL. 075 9413784

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Il Dibattito

Prima Parte. La parola alle associazioni.

Il pesante andamento dell’economia ed il crollo dei consumi, ha condotto a tal pun-to di gravità la già stagnante situazione in cui versano le imprese da far invocare la dichiarazione di un vero e proprio “stato di crisi”. In un contesto già difficilissimo si è inserito il provvedimento sulla libera-lizzazione di orari ed aperture il cui unico effetto certo è l’aumento dei costi, non sostenibile dalle piccole attività, mentre tutti da dimostrare sono i benefici eco-nomici. Sempre aperti, 24 ore su 24 per 365 giorni, è una condizione insostenibile per le piccole attività che saranno stret-te nella morsa tra la rinuncia al diritto al riposo e alla vita familiare, e la rinuncia all’attività con il conseguente impoveri-mento della pluralità distributiva, che è una delle ricchezze del nostro territorio. Non siamo pregiudizialmente contrari a maggiori aperture a patto che queste siano accompagnate da politiche di so-stegno ai consumi (come ad es. maggiori flussi turistici da un lato, maggior potere d’acquisto dall’altro). A fronte dell’au-mento delle aliquote contributive e, nella seconda metà dell’anno, quello dell’Iva che deprimerà ulteriormente i consumi, esiste il rischio concreto di chiusura per tante attività che già in questo momento non sono in grado di far fronte agli impe-gni finanziari ed il cui accesso al credito bancario risulta difficile se non impossibi-le. La prevista deregolamentazione delle vendite straordinarie (promozioni, liqui-dazioni, saldi e vendite sottocosto) sono un errore. Nei vari settori commerciali, lo sconto “sempre” e “senza alcuna regola”, determinerà un’inevitabile caduta di qua-lità ed un’ineludibile perdita di trasparen-za delle offerte, incentivando fortemente l’importazione di prodotti tramite canali paralleli e, ancora una volta, rappresente-rà un vantaggio competitivo per gli outlet

SERRANDE APERTE: LIBERALIZZAZIONI IN CITTÀed i potenti monomarca. Inoltre, l’aboli-zione di ogni norma del “sottocosto” non farà altro che realizzare una concorrenza sleale da parte delle grandi catene distri-butive. Con una lettera del 03/01/2012, la Confcommercio ha inoltrato formalmente all’Amministrazione Comunale alcune richieste di misure atte ad incidere sul-lo stato di crisi, tra cui : moratoria delle scadenze da gennaio a giugno 2012 con la restituzione in 24 rate, senza interessi, a partire da gennaio 2013; corretta ap-plicazione della tassa sui rifiuti al fine di eliminare le penalizzazioni ai danni delle imprese che pagano il “vuoto” per “pie-no”. Infatti, si dovrebbe tener conto, ad esempio, sia della reale quantità prodotta che della reale occupazione nelle strutture ricettive; interventi per regolamentare il mercato degli affitti commerciali

Patrizia CasetiPresidente ConfCommercio di Umbertide

Nel centro storico di Umbertide così come in tutta Umbria vediamo sempre più spesso comparire cartelli con su scrit-to “vendesi” o “affittasi” e le serrande abbassarsi; queste spiegano molto meglio dei numeri la profondità della crisi che investe le imprese del commercio. Si sta minando il tradizionale modello commer-ciale degli esercizi di vicinato integrati con il tessuto territoriale e cittadino e così facendo rischia di venir meno, per colpa di una liberalizzazione selvaggia e senza regole, l’intero sistema distributivo ca-pace di garantire vivacità e vivibilità del territorio e in grado di tramandare cultu-ra, esperienza, sicurezza e servizio. Nel corso dell’ultimo decennio si è affermata una filosofia ed una politica sbagliata che ha portato a voler “modernizzare” la rete distributiva, immettendo dosi massicce di grande distribuzione ed ora, appunto anche, una liberalizzazione degli orari. L’attuale e gravissima crisi economica ci

dovrebbe aver insegnato che un’econo-mia senza regole può solo produrre dan-ni, a volte devastanti. I negozi cittadini, sono più di un registratore di cassa, sono parti vitali ed essenziali di un essere vivo e pulsante, la città. Una liberalizzazione senza regole con aperture 24 ore su 24, rischia di fare terra bruciata, non solo di tanti negozi ma della stessa qualità delle nostre città e quindi della vita di tutti noi.Aumenterà, inevitabilmente, il rischio di chiusura per i piccoli esercenti che fati-cheranno ulteriormente a reggere il passo dei colossi della grande distribuzione in quanto nel 2012 si prevede un’ulteriore contrazione dei consumi. L’idea di tene-re aperte le attività commerciali 24 ore su 24, significa solamente diminuzione degli acquisti e crescita dei costi. Va invece ri-affermato con decisione che qualunque cosa si pensi dei negozi di vicinato, la loro presenza oltre che utile è un poten-te antidoto all’imbarbarimento della vita di tante strade cittadine e costituiscono un presidio per la sicurezza e la vivibili-tà dei centri storici offrendo un servizio sociale agli anziani residenti che sono in continuo aumento, causa l’invecchia-mento costante della popolazione. Nel solo biennio 2010/2011 hanno chiuso in Umbria circa 3.000 negozi con una per-dita secca di occupati superiore alle 9.000 unità. Umbertide in particolare, anche se i dati non sono definitivi, ha visto chiudere una ventina di imprese con una perdita di occupati quantificabile in circa 50 unità.Questi numeri, da soli, fotografano me-glio di qualunque parola il forte momen-to di difficoltà del settore commerciale al quale vanno date risposte serie come maggiore accesso al credito, rilancio dei consumi e abbattimento del costo del la-voro e soprattutto abbassamento del cari-co fiscale oggi tra i più alti d’Europa.

Amedeo FiorucciDirettore ConfEsercenti Umbertide

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Nero FrattaERA TUTTA RICCIA

La scomparsa di Guerriero Massetti ci dà lo spunto per ricordare, in occasione della “Giornata della memoria”, la ferita inflittagli dalla guerra. Il testo è tratto da: Mario Tosti, “Il nostro Calvario”, Petruzzi Editore, 2005.Sui monti di Pietralunga alcuni boscaio-li del paese, fra cui Guerriero, che lassù sono andati a tagliare traverse ed a pesare il carbone, a buon’ora hanno visto passare un paio di ricognitori che planavano ser-peggiando verso Umbertide… Succesiva-mente ve dono degli arei, come moscerini, girare in tondo, sulla verticale di Monte Acu to, il monte di Umbertide, che da las-sù, nelle gior nate limpide come questa, si scorge bene. Sono le 9 e 35…Alle 9 e 44 due ordigni colpiscono la casa di Bruno (Villarini), il sarto che si sta sca-picollando con le sue scolare giù per le scale. La Gigina (Mischianti), sulla cin-quantina, l’uni ca attempata del gruppo, lascia passare gli altri che possono corre-re più veloci: “Fuggite voialtri che siete più giovini e avete più da cam pà’!”. Sua figlia la scavalca, insieme alle ami che, te-nendo in braccio Anna Paola, la nipote del fidanzato: un ba tuffolo di capelli ricci che stava per portare all’asilo: tenera antici-pazione dell’essere mam ma. Sono arrivati all’ultima rampa di scale, quando l’apo-calisse sopra di loro cresce fino al parossi-smo: le bombe hanno centrato la casa, che precipita seppellendo tutti nel buio della morte. Per loro tutto è finito! Cessano di vivere la Giulia, la Ce cilia, la Ida, la Rina, la Violina, la piccolissima Anna Paola; e Bruno. [...] Nel pomeriggio, il viaggio da Gubbio verso casa dei ragazzi seminari-sti è stato interminabile; alla stazione per Pie tralunga la scorta di carbone è finita; si è cercato di alimentare la locomotiva a legna. Qui è salito anche Guerriero, sce-so nel fondovalle per caricare le traverse

nei vagoni del trenino; ha conferma del bom bardamento del paese. Il treno riesce a rimettersi in marcia, ma arriva un’ispe-zione militare. Guerriero, per sfuggire al controllo, scende a Cam poreggiano [...] Arriva ad Umbertide a sera ed apprende che la figlia Anna Paola è rimasta sepol-ta. Disperato, comincia a scavare... Sono passati sette giorni. Stanotte un’amica ha sognato l’Ida (Mischianti) che le chiede-va di andare giù in paese la mattina pre-sto. Lei ha obbedito: è venuta in fondo al Corso, dove amici e famigliari stanno sca-vando. L’han no fer mata dei militari chie-

dendole cosa cercasse. Lei li ha convinti, esponendo il motivo della sua pre senza. L’hanno lasciata avvicinarsi ai piedi delle ma cerie, proprio mentre stavano portan-do fuori dai sassi il corpo straziato della sua amica. Dopo di lei hanno cavato tutti gli altri della sar toria, uno dietro l’altro: tutti morti in fondo alle sca le, dove for-se sono rimasti paralizzati dalla pau ra di uscire nell’inferno o interrotti nella loro fuga disperata. Vicino alla Ida è stata tro-vata Anna Paola, la fio lina di Guerriero.

Tocca proprio al bab bo, che ha piccona-to per tutti questi giorni, estrar re il corpo della figlia: “… era ‘na bella fio la… tut ta riccia, pora cocca!”. L’ha portata al cimi-tero dentro una piccola cassa appoggiata al manubrio della bicicletta. È il 2 maggio 1944. La nonna Mischianti è intatta, con una pietra in bocca, morta per lo sposta-mento d’aria. Il nonno è stato proprio di-laniato, un pezzo qua ed uno là. È stato ri-conosciuto dagli stivaletti di cuoio, simili a ghette, rimasti calzati ai piedi.È stato portato alla luce il corpo della Cici (Cecilia Boldrini); il fidanzato Armando (Villarini), – pen savano già al matrimo-nio aspettando solo che la guerra finisse – appena saputo del disastro era venuto da Roma per aiutare a cercarla. I geni-tori, Bruto e l’Annita, l’hanno portata al cimitero; l’han no posata sul tavolo di pietra per lavarla pri ma di seppellirla; ha un ematoma sulla tempia e pic cole bru-ciature su una gamba. Accanto a lei han-no trovato la Violina. È vestita di nero, perché in famiglia portano il lutto del pa-dre, morto a luglio dell’anno scorso. Ha ancora il ditale al dito. La sua mamma non l’hanno avvertita: è molto malata. È toccato alla Nella (Palazzetti), una vicina di casa, pulirla e por tarla al camposan-to con una cassa su un carretto. Bruno è stato l’ultimo del gruppo ad essere ritro-vato, vicino al ferro da stiro. Aveva gui-dato la corsa a precipizio per le scale. È tutto bruciacchia to. Lo zio Cesarino lo ha portato al cimitero con un carrettino. La mamma di Bruno ha aspettato invano la sua riapparizione ai Cappuccini di Mon-tone, sempre meno confortata dalla spe-ranza che il figlio fosse fuggito con le sue scolare, pro prio per il terrore che aveva dei bombardamenti. Purtroppo non è stato così.

Mario Tosti

LISETTI SRLLISETTI SRLe-mail : [email protected]

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Riflessioni

Con la bagnarola – la "Prinze" – del Maestro Lamberto, eravamo arrivati

tardi in albergo, a Lodi, dove avremmo pernottato per essere puntuali, l’indoma-ni, al raduno in piazza del Duomo a Mila-no per l’Assemblea nazionale dell’AVIS del 1967. Al ristorante avevano già chiuso la cucina ed i camerieri stavano apparec-chiando per le colazioni. Si convinsero a darci quello che potevano: un vassoio di formaggi, michette e barbera. Assuefatti al solito pecorino nostrano, ci abbuffam-mo con grana, gorgonzola e taleggio, tan-to da assicurarci un sonno assetato: Lam-berto e Mario in una stanza, Brunello ed io in un’altra. La mattina confluimmo nel serpentone di labari rossi che sfilò verso Piazza Castello e ritorno, con la gente che applaudiva dai marciapiedi. All'Assem-blea partecipò il ministro Mariotti, per esporre i principi dell’omonima legge di trasformazione degli ospedali da istituti di assistenza e beneficenza ad enti pub-blici. Si aveva la sensazione di vivere un momento storico di una nazione che stava costruendo uno Stato esemplare, secondo i principi della giovane costituzione. Con l’euforia per aver partecipato ad un evento importante, ci votammo al secondo impe-gno fondamentale della giornata, secondo la prassi consolidata della combriccola: mangiare al ristorante! Eravamo in uno stato di grazia quando, dopo il lauto pran-zo, ci ritrovammo a gironzolare in Piazza Duomo. Evidentemente avevamo le ca-ratteristiche degli sprovveduti scesi dalle campagne: preda ideale per una frotta di fotografi, che proposero di immortalarci con i piccioni, loro complici, come am-maestrati nello svolazzarci intorno e nel posarsi addosso. L'offerta non si poteva rifiutare: una foto ci avrebbe ricordato per sempre la storica spedizione all'estero. Lamberto provò a piegare a fisarmonica il

SPEDIZIONE A MILANOcorpo da gigante, nel chinarsi per contrac-cambiare la cortesia agli uccelli; gli altri lo imitarono. Click: eravamo entrati nella storia! Ci invitarono nei sotterranei della piazza. Una segretaria chiese informazio-ni, che prontamente fornimmo; lei com-pilò fogli in più copie, smanettò su una calcolatrice a manovella, che emise il re-sponso. Mario, calandosi nel ruolo di am-ministratore della Sezione AVIS, sbiancò alla vista dell’importo, che scoprimmo essere il risultato di diverse fotografie scattate da vari fotografi. Lamberto, ripre-

sosi prontamente dal colpo basso, si chinò fino a infilare la testa dentro la gattaiola, incombendo sulla contabile; con modi de-cisi che non lasciavano trasparire la sua preoccupazione, spalleggiato da Mario che aveva insinuato anche lui la testa ol-tre il vetro sotto quella dell’amico, pro-spettò l'intervento di un "ghisa" se non ci fosse stato presentato il giusto conto per un paio di scatti come massimo. Allertati dal pallore della ragazza, si accostarono vari reporter per reclamare le loro ragioni. Brunello ed io, in silenzio, trattenevamo il fiato nelle retrovie. Andò a finire che dovemmo accettare il compromesso di

un conto salato ma non sfacciato, conso-landoci per aver imparato la lezione: non avremmo accettato più foto per il futuro, così come le caramelle, da sconosciuti.Riprendemmo la strada verso sud, in si-lenzio, guardando con stupore e disprezzo strani capelloni ai margini dei viali; dentro di noi il rammarico di essere stati gabba-ti, ma la consolazione di aver ceduto con l’onore delle armi. Lasciata la metropoli, riprendemmo pigolo, raccontandoci quel-la giornata che non avremmo mai dimen-ticato: per esserci stati, in piazza, a Mila-no e per lo scampato pericolo. Lasciatici dietro la pianura padana, rivisti i sereni cipressi della Toscana, scavalcato lo Sco-petone, le chiacchiere diventarono eufo-riche: che sollievo essere a casa! Dopo Lamberto e Mario, è toccato a Brunello andarsene via. Per me lui resta in mille episodi vissuti insieme. Nella memoria collettiva sarebbe giusto ricordare il dot-tor Giancarlo Bruni come uno degli ultimi esemplari dell’epopea della missione me-dica, anche per aver sempre rinunciato a qualsiasi compenso diverso dallo stipen-dio. Questa sua virtù serve a capire quanto sia fondato sostenere che abbia costituito un punto di riferimento fondamentale per far conquistare e mantenere all’ospedale di Umbertide il giusto ruolo nell’ambito del servizio sanitario pubblico: grazie al suo costante impegno nell’aggiornarsi, con lo stesso acume e dedizione di quan-do volò negli anni dell'Università; per l'affidabilità e l’equilibrio in corsia; per essere nostrano. Un rammarico: avrebbe meritato più riconoscente collocazione negli organigrammi, sebbene non avesse l’indole dell’arrampicatore.

Mario Tosti

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Mente & Corpo

tazione delle dimensioni e della morfolo-gia della ghiandola), possono permettere l’individuazione precoce della patologia»Quali sono gli interventi chirurgici?«L’adenomectomia prostatica transvesci-cale è l’intervento chirurgico tradiziona-le: si esegue con incisione addominale (ombelico-pubica) ed è riservato alle prostate grosse (con peso superiore a 100 gr) e a pazienti con condizioni generali discrete. La resezione prostatica transu-retrale o TURP (endoscopica), cioè senza taglio, viene riservata a prostate di picco-le/medie dimensioni. Altri tipi di inter-venti sono la disostruzione laser (LasP), la termoterapia trans uretrale con micro-onde (TUMT),la resezione-vaporizzazio-ne transuretrale. Tali interventi sono mi-nimamente fastidiosi per il paziente , non tutti però sono allo stesso modo efficaci e vanno considerati “sperimentali”»Dr. Tiziani, una domanda che vie-ne spesso chiesta dai pazienti prima dell’intervento è se la terapia chirur-gica dell’ipertrofia prostatica benigna modifichi in qualche modo la propria "virilità".«L’intervento chirurgico alla prostata, sia esso eseguito per via endoscopica o per via tradizionale, non modifica le proprie prestazioni sessuali in quanto non coin-volge le strutture nervose e vascolari de-putate all’erezione. Viceversa l’interven-to può modificare il meccanismo della eiaculazione, determinando la cosiddetta “eiaculazione retrograda” (il liquido se-minale anzichè essere espulso all’esterno refluisce in vescica e quindi eliminato con le urine). Per tale motivo i pazienti più giovani è bene che siano ben infor-mati della possibilità di crioconservare il liquido seminale prima di effettuare l’in-tervento».

Eva Giacchè

Dr. Tiziani che cosa è l’adenoma pro-statico?«Quando si parla di “aumento di volume della prostata dell’anziano”, si usa una terminologia non corretta perché con l’età non si ingrossa la prostata ma un piccolo gruppo di ghiandole poste vicino al ca-nale uretrale (uretra prostatica), pertanto all’interno della prostata cresce una “nuo-va ghiandola” che comprime la prostata vera verso l’esterno, qualche volta rag-giungendo le dimensioni di una arancia, restringendone il canale uretrale»Esiste una correlazione tra adenoma e carcinoma prostatico?«Adenoma e carcinoma non sono corre-lati e si ritrovano su zone diverse della ghiandola. Pertanto non si deve opera-re l'adenoma per prevenire il cancro, in quanto la porzione periferica della prosta-ta resta e quindi a rischio di sviluppare il carcinoma»Quali sono i sintomi?«Negli stadi iniziali i sintomi di tipo “ir-ritativo” predominano su quelli di tipo “ostruttivo”. I sintomi “irritativi” sono: pollachiuria (bisogno frequente di urina-re), nicturia (alzarsi due o più volte per notte), urgenza minzionale (bisogno im-pellente di urinare). I sintomi “ostruttivi” sono: disuria (difficoltà alla minzione), getto urinario debole, sgocciolamento post-minzionale, sensazione di incomple-to svuotamento vescicale»Con il persistere della ostruzione quali complicanze si possono avere?«Fra le trabecole della parete vescicale per ispessimento del muscolo detrusore si approfondano delle depressioni (diver-ticoli), la vescica perde la sua capacità contrattile e inizia la fase dello scom-penso caratterizzata dalla comparsa di un abbondante residuo post-minzionale di urina con ripercussione sulle alte vie uri-

narie ureteroidronefrosi (dilatazione della via urinaria) con complicanze infettive, calcoli di struvite (infettivi) e di funzio-nalità renale» Dr Tiziani, a quale età è necessario effet-tuare visite periodiche per la prostata?«Dopo i 50 anni il controllo periodico annuale del PSA ( prostate specific anti-gen ), glicoproteina prodotta dell’epitelio ghiandolare della prostata ,è di fondamen-tale importanza. In un soggetto adulto sano il valore è compreso in un intervallo

di normalità da 0.0 ng/ml a 4.0 ng/ml, ma il livello sierico può variare in corso di patologie flogistiche (prostatiti acute e croniche), nell’ipertrofia prostatica beni-gna e in situazioni del tutto normali come, per esempio una DRE (esplorazione digi-to rettale), quando il PSA è elevato è ne-cessaria una o più biopsie per confermare o eliminare il sospetto di carcinoma. Nel caso della eteroplasia prostatica ripetute misure del PSA hanno un’indiscutibile valore prognostico (previsione della gua-rigione) e diagnostico (stima delle even-tuali lesioni metastatiche), l’esplorazione prostatica transrettale (scopo della proce-dura è la percezione tattile di irregolarità, nodosità, aumento di consistenza e in-grandimenti della ghiandola) ed una eco-grafia prostatica transrettale (per la valu-

IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA

sempre considerato come principio fondamentale del suo intervento la centralità della persona

proprie difficoltà cercando di ridurle.

rapporto con se stessi e con gli altri.

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relazionali e sociali.

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Page 15: INFORMAZIONE LOCALE - febbraio 2012

Eventi

Fino a sabato 10 marzoL'ha detto la televisione - apparecchi, arredi e immagini intorno alla televisio-ne degli anni '50Cinema Metropolis, Piazza Carlo Marx, Umbertide, Ingresso gratuito

Sabato 18 febbraioIn abiti d'epoca - visita teatralizzata con protagonisti i partecipanti ai quali sarà fornito l'abito d'epoca.Pinacoteca Comunale Percorsi d'Inver-no - Città di Castelloinfo: tel.075 8522655

Sabato 18 febbraioHai sentito di... - testo e regia di Daniele Franci. Centro teatrale europeo Etoile di Reggio Emilia.Teatro dei Riuniti - Umbertide ore 21,15 info: 075 9412697

Sabato 18 febbraioFesta di carnevale Salone di Cristo Risorto, Umbertide - dalle ore 15.00

Domenica 19 febbraioFesta di Carnevale in piazzaCentro Storico - Città di Castello

Domenica 19 febbraioRetrò - mercatino di cose vecchie ed antiche.Piazza Matteotti - C. di Castello

Domenica 19 febbraioMuseo in maschera - festa di carnevale per bambini dai 5 ai 10 anni.Pinacoteca Comunale Città di Castello

Martedì 21 febbraioCarneval puffi - Festa in maschera per tutti bambini organizzata in collabora-zione con "Lucignolo". Dalle ore 15.30Sala La Ripa - Hotel RioUmbertide - ingresso gratuito

Venerdì 24 - Sabato 25 febbraioStagione di Prosa Coppelia Junior Bal-letto.Teatro Comunale - Città di Castello, ore 21.00

Sabato 25 febbraio12 ovvero LA PAROLA AI GIURATI - di Reginald Rose, Regia di Diego Ciarlo-ni. Teatro C.L.A.E.T. di Ancona.Teatro dei Riuniti - Umbertide ore 21,15 info: 075 9412697

Domenica 26 febbraio

Teatro ragazzi - La domenica a teatro: Il castellaccio L'uovo di Zorba liberamente tratto da "Storia di una gabbianella e il gat-to che le insegnò a volare" di Luis Sepul-veda.Teatro degli illuminati - Città di Castello - ore 17

Domenica 26 febbraioI concerti della domenica - A. Maria Vec-cia e Ezdra Alunni, piano.Palazzo Bufalini, Città di Castello ore 18

Sabato 3 marzoLA RIDICULA HISTORIA DIPULCINEL-LA - Testo e Regia di FrancescoFacciolli. Teatro Scaramante di Bastia Umbra.Teatro dei Riuniti - Umbertide ore 21,15 info: 075 9412697

Sabato 3 marzoLegio Felix - From Baires to ParisTeatro San Fedele - Montone ore 21 - Info Tel. 3391154535 - 339454337

Chiuso in redazione il 14/02/2012.Si declina ogni responsabilità per inesat-tezze e/o imprecisioni. Per segnalazioni contattare la redazione a: [email protected]

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