INFORMAZIONE LOCALE APRILE

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R ecessione economica. Il quadro re- gionale è questo e viene conferma- to da uno studio della CGIA di Mestre (associazione che raggruppa artigiani e piccoli imprenditori), analizzando i dati forniti dalla Banca d’Italia sull’aiuto che molti nostri corregionali hanno chiesto alle varie banche esistenti sul territorio. Secondo tale studio, gli umbri hanno con gli istituti di credito un debito di 6 miliar- di e 843 milioni di euro che, nella sola provincia di Perugia, è pari a 5 miliardi e 100 milioni. Da ciò è emerso che ogni fa- miglia umbra ha un debito di 17.564 euro e che, rispetto al 2008, si è avuto un au- mento del 29,7%. Bisogna precisare che l’indebitamento degli umbri è molto mol- to inferiore rispetto alla media nazionale, dove il denaro dovuto è di circa 20mila euro per nucleo familiare. Se si analizzano poi i crediti nei confronti delle aziende, il quadro pone seri inter- rogativi. Nella nostra regione il 70% dei presiti loro erogati sono andati alle grandi imprese che, sempre secondo la CGIA, non meritano tutto questa fiducia, visto che le grandi imprese detengono il 76,4% delle sofferenze bancarie e sono obbliga- te in futuro a restituire alle banche umbre qualcosa come un miliardo e 607 milio- ni di euro, facendo così tuonare l’Asso- ciazione Bancaria Italiana umbra che ha affermato che sono stati dati più soldi di quelli che vengono incassati, che in Umbria sono effettuati pochissimi inve- stimenti e vi è un grandissimo problema Mensile gratuito di informazione Autorizzazione del Tribunale di Perugia n. 27 del 01/10/2008 Direttore responsabile Giovanni Codovini - Stampa Digital Editor S.r.l. Anno V - N. 4 Aprile 2012 INTELLIGENZA ARTIFICIALE RAGAZZI DI FEDE FILIERA UMBRA BENI CULTURALI QUANTO COSTA IL DENARO Il credito al consumo e mutui nel territorio Le piacevoli ed istruve giornate orga- nizzate dal Fai - Fondo ambiente italiano - in tua Italia ed anche ad Umberde, nonché l’adesione del nostro giornale al “Manifesto della cultura”, pubblicato da “Il Sole 24Ore”, ci offrono l’occasione per una riflessione sullo status dei “beni culturali” nella nostra cià, sulle possibili strategie e sulle modalità di conservazio- ne-valorizzazione degli stessi. L’idea cen- trale, espressa peraltro dal “Manifesto” - e dallo stesso Presidente della Repubblica -, ruota intorno alla convinzione che se vogliamo più sviluppo bisogna saper va- lorizzare la risorsa della cultura. E qui, nella nostra cià, fin dal secondo dopo- guerra, l’aenzione di ogni amministra- zione ai giacimen culturali è sempre sta- ta alta e pregevole. I luoghi della nostra identà e memoria sono stai conserva e resi fruibili e molssima socializzazione è passata araverso essi. Ora si traa di lavorare su alcune specificità e approfon- dimen, sull’iniziava pubblico-privato, nonché sul markeng territoriale per rendere appebili in termini economici le nostre risorse, lasciando magari da parte una certa foga del cambiamento a tu i cos che ha coperto e/o penalizzato alcu- ne opere della nostra storia, adesso non più visibili. Ci riferiamo alla presenza nel- la cià di opere di archeologia industriale che hanno raccontato la nostra storia del- la modernizzazione (gli opifici della zona tabacchi; il mulino di Rossini, la draga sul Tevere; il compendio ex fornace) oppure a patrimoni di valore primario (la diga di epoca romana sul Tevere, oggi coperta e falciata dalle ruspe, ma forse ancora recuperabile in tra). Queste puntua- lizzazioni ci portano a lanciare - qui le specificità e gli approfondimen cui si di- ceva - il progeo, grande ma essenziale, di ricognizione e catalogazione dei nostri beni culturali, conosciu e ancora soo la polvere ( tra l’altro avremmo per tale la- voro omi giovani laurea che sono una risorsa non sfruata), ma anche la risco- perta - già dal nostro giornale lanciata - dell’Umberde soerranea, affascinante e ricca di interrogavi e, forse, foriera di nuove opportunità turische e commer- ciali.

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IL MENSILE DI UMBERTIDE E DELL'ALTA VALLE DEL TEVERE

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Recessione economica. Il quadro re-gionale è questo e viene conferma-

to da uno studio della CGIA di Mestre (associazione che raggruppa artigiani e piccoli imprenditori), analizzando i dati forniti dalla Banca d’Italia sull’aiuto che molti nostri corregionali hanno chiesto alle varie banche esistenti sul territorio. Secondo tale studio, gli umbri hanno con gli istituti di credito un debito di 6 miliar-di e 843 milioni di euro che, nella sola provincia di Perugia, è pari a 5 miliardi e 100 milioni. Da ciò è emerso che ogni fa-miglia umbra ha un debito di 17.564 euro e che, rispetto al 2008, si è avuto un au-mento del 29,7%. Bisogna precisare che l’indebitamento degli umbri è molto mol-to inferiore rispetto alla media nazionale, dove il denaro dovuto è di circa 20mila euro per nucleo familiare.Se si analizzano poi i crediti nei confronti delle aziende, il quadro pone seri inter-rogativi. Nella nostra regione il 70% dei presiti loro erogati sono andati alle grandi imprese che, sempre secondo la CGIA, non meritano tutto questa fiducia, visto che le grandi imprese detengono il 76,4% delle sofferenze bancarie e sono obbliga-te in futuro a restituire alle banche umbre qualcosa come un miliardo e 607 milio-

ni di euro, facendo così tuonare l’Asso-ciazione Bancaria Italiana umbra che ha affermato che sono stati dati più soldi di quelli che vengono incassati, che in Umbria sono effettuati pochissimi inve-stimenti e vi è un grandissimo problema

Mensile gratuito di informazioneAutorizzazione del Tribunale di Perugia n. 27 del 01/10/2008 Direttore responsabile Giovanni Codovini - Stampa Digital Editor S.r.l.

Anno V - N. 4 Aprile 2012

INTELLIGENZA ARTIFICIALE RAGAZZI DI FEDE FILIERA UMBRA

BENI CULTURALI QUANTO COSTA IL DENAROIl credito al consumo e mutui nel territorio

Le piacevoli ed istruttive giornate orga-nizzate dal Fai - Fondo ambiente italiano - in tutta Italia ed anche ad Umbertide, nonché l’adesione del nostro giornale al “Manifesto della cultura”, pubblicato da “Il Sole 24Ore”, ci offrono l’occasione per una riflessione sullo status dei “beni culturali” nella nostra città, sulle possibili strategie e sulle modalità di conservazio-ne-valorizzazione degli stessi. L’idea cen-trale, espressa peraltro dal “Manifesto” - e dallo stesso Presidente della Repubblica -, ruota intorno alla convinzione che se vogliamo più sviluppo bisogna saper va-lorizzare la risorsa della cultura. E qui, nella nostra città, fin dal secondo dopo-guerra, l’attenzione di ogni amministra-zione ai giacimenti culturali è sempre sta-ta alta e pregevole. I luoghi della nostra identità e memoria sono stai conservati e resi fruibili e moltissima socializzazione è passata attraverso essi. Ora si tratta di lavorare su alcune specificità e approfon-dimenti, sull’iniziativa pubblico-privato, nonché sul marketing territoriale per rendere appetibili in termini economici le nostre risorse, lasciando magari da parte una certa foga del cambiamento a tutti i costi che ha coperto e/o penalizzato alcu-ne opere della nostra storia, adesso non più visibili. Ci riferiamo alla presenza nel-la città di opere di archeologia industriale che hanno raccontato la nostra storia del-la modernizzazione (gli opifici della zona tabacchi; il mulino di Rossini, la draga sul Tevere; il compendio ex fornace) oppure a patrimoni di valore primario (la diga di epoca romana sul Tevere, oggi coperta e falciata dalle ruspe, ma forse ancora recuperabile in tratti). Queste puntua-lizzazioni ci portano a lanciare - qui le specificità e gli approfondimenti cui si di-ceva - il progetto, grande ma essenziale, di ricognizione e catalogazione dei nostri beni culturali, conosciuti e ancora sotto la polvere ( tra l’altro avremmo per tale la-voro ottimi giovani laureati che sono una risorsa non sfruttata), ma anche la risco-perta - già dal nostro giornale lanciata - dell’Umbertide sotterranea, affascinante e ricca di interrogativi e, forse, foriera di nuove opportunità turistiche e commer-ciali.

Un ambiente caldo ed accogliente dove potrete gustare le migliori CARNI ALLA BRACE e le invitanti PIZZE cotte nel tradizionale

FORNO A LEGNA

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come quello della mancanza di liquidità nelle aziende locali. Soprattutto gli istituti bancari dell’Umbria tengono a precisare che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno finanziario a chi lo avesse chie-sto, al fine di incentivare le aziende terri-toriali ad incrementare i loro investimenti e, di conseguenza, di far girare l’econo-mia locale. L’ABI regionale ha inoltre spiegato che il problema riscontrato con le grandi imprese non si registra con i pri-vati cittadini, ligi a restituire i soldi con-cessi dalle banche. Sul fatto dell’eroga-zione smodata nei confronti delle grandi imprese si sono mossi piccoli imprendi-tori e artigiani che, accodandosi alla pro-testa della Confesercenti Umbria, hanno chiesto agli istituti di credito di concedere prestiti anche a loro, dato che oggi si de-vono solo accontentare del restante 30% delle concessioni e molte volte si vedono negare ciò che richiedono.Un caso illuminante al riguardo ci viene da una notizia che ha destato molto scal-pore in questi giorni; la battaglia dell’im-prenditore umbertidese Guido Tartabini contro gli istituti creditizi locali, accusati dallo stesso di anatocismo, cioè il calcolo degli interessi sugli interessi e, di conse-guenza, rei della chiusura della sua ditta. Insomma i cittadini sono alle prese con il costo del denaro. Per tale ragione abbia-mo interpellato alcuni istituti di credito del territorio - il presente articolo è solo una prima parte di una più larga inchiesta - concentrando l’attenzione sul costo del credito al consumo e sul costo dei mutui per la casa. In questo contesto abbiamo interpellato per primo un istituto di cre-dito molto radicato nel territorio (altri ne seguiranno), come la Banca di credito cooperativo di Matignana e Perugia. Incominciamo dalle aziende. Come vi

ponete nei confronti degli imprenditori che chiedono un finanziamento ora che vige il sistema Basilea 3? Che cosa si-gnifica per una banca, obbligata ad ap-plicare Basilea 3, circoscrivere il rap-porto diretto e fiduciario con il cliente?«Gli assorbimenti patrimoniali e la sem-pre più stringente normativa sono un vin-colo rigido per tutti gli Istituti di Credito, ma le banche di credito cooperativo rie-scono comunque a privilegiare sempre il rapporto personale e la collaborazione diretta con l’impresa dando risposte di-rette e di persona, non con e-mail e non tramite gestori esterni come i grandi grup-pi. L’atteggiamento comunque prudente della nostra banca ci spinge in ogni caso a frazionare il rischio, riuscendo così ad erogare credito meno concentrato ma a più attività e famiglie».Passiamo al credito al consumo. Il credito per l’acquisto di beni e servizi quanto, in realtà, costa al consumato-re finale (ci riferiamo al TAEG - Tasso Annuo Effettivo Globale -)? Fissiamo due casi: prestito personale e cessione del quinto dello stipendio.«Nel I° caso: i tassi si muovono da un

tasso annuo nominale (T.a.n.) minimo del 7,95% fino a 11,95%; il taeg è però variabile a seconda della sottoscrizione facoltativa delle polizza c.p.i che innal-za il t.a.e.g fino a circa il 13%. Per le cessioni il costo assicurativo, che rappre-senta la vera forma di garanzia, è molto più alto, mentre il T.a.n parte da circa il 5,00/ 5,50%». Il mutuo per la casa. Facciamo un esempio di costi per 100.000 euro in venti anni. «Il ns. mutuo giovani Soci prevede uno spread di 2,90% che si riduce al 2,70% in caso di sottoscrizione di polizza c.p.i., finanziabile dalla Banca. Può essere sot-toscritto nella forma modulare, lasciando la facoltà solo al cliente e dopo periodi predeterminati, di scegliere tra tasso fisso o variabile, rimanendo invariato lo spre-ad fissato con atto notarile alla stipula del mutuo». Da ultimo le carte di pagamento. Le vo-stre offerte e i costi espliciti ed occulti delle carte di credito, carte di debito e carte pre-pagate. «La Carta di credito da un costo minimo di 15,00€ fino a 100,00€ a seconda della tipologia e del fido. La Carta di debito può essere gratuita a pacchetto su alcuni c./c. fino ad un massimo annuo di 18,00€. La Carta ricaribile Tasca circuito Visa ha un costo di emissione di € 5,00 e 2,00€ per ogni singola ricarica».

Alessandro Minestrini

L’Inchiesta

GIOIELLERIAUMBERTIDE - V.LE PATRIOTI. 4

TEL. 075 9413784

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l’IntervistaGIULIANELLA COLETTI: INTELLIGENZA ARTIFICIALE

La protagonista del nostro incontro è Giulianella Coletti, professore ordi-

nario alla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università di Perugia, dove insegna “Calcolo del-le probabilità e Statistica matematica”, “Teoria delle Decisioni” e “Probabilità e Statistica”, coordina un dottorato di ricerca e dirige il Master in Sistemi e Tecnologie per la Sicurezza dell’Informa-zione e della Comunicazione. Passione e dedizione verso un lavoro che non accetta compromessi fanno di lei una donna di scienza animata dalla voglia di trasmet-tere competenze ai suoi allievi. Con oltre 130 articoli alle spalle e la prestigiosa partecipazione nel comitato scientifico dell’Indam (l’ente di ricerca italiano dei matematici) quale unico componente femminile, la nostra concittadina è cu-ratrice di numerosi libri ed autrice del testo ‘Probabilistic Logic in a Coherent Setting’, presente, oltre che in tutte le università, nella biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America.Quali sono i punti salienti della sua car-riera?«Mi sono laureata in Matematica a Perugia. Sono stata prima borsista, poi professore incaricato e successivamente associato di Analisi Matematica. Nell’89 ho vinto un concorso nazionale come professore ordinario e l’anno successi-vo sono andata ad insegnare Matematica Finanziaria a Palermo per tre anni, du-rante i quali tenevo anche il corso di Cibernetica e Teoria dell’Informazione a Perugia. La mia attività scientifica ri-guarda più o meno quest’ultimo ambito: faccio modelli per il trattamento della Conoscenza Parziale e per le Decisioni. Lavoro a stretto contatto con informatici, perché questi modelli sono utilizzati nei sistemi intelligenti di ausilio alle decisio-ni, cioè programmi che lavorano come

esperti, capaci di imparare».Intelligenza Artificiale?«Esatto. Un sistema intelligente non fa altro che mimare un esperto. Un siste-ma per l’aiuto alla diagnosi medica, ad esempio, ha a disposizione dei database ben organizzati da cui estrae conoscenza, un modello per gestire l’incertezza, un modello decisionale e uno di analisi del rischio. Sono modelli simili a quelli che utilizza o dovrebbe utilizzare un medico , solo matematizzati e quindi trattabili da una macchina. Una macchina può essere di grande aiuto, perché dice: ‘se ti com-porti così, questo sarà ciò che ottieni’, con questo grado di certezza. Può per esempio suggerire quali esami sia inutile fare per-ché non capaci di aumentare la certezza di una patologia in modo consistente».La sua carriera ha influenzato la sua vita privata?«Totalmente. Ho fatto la matematica e la mamma escludendo quasi tutto il resto. La mia fortuna è che mi diverto a lavora-re. L’ambito di ricerca in cui mi muovo è molto dinamico e porta ad avere contatti continui, ad essere presente in molti con-vegni, a tenere ritmi elevati costanti: si può solo decidere di essere dentro o fuori, non il ritmo da tenere. Quando i miei fi-gli erano piccoli lavoravo anche la notte e tuttora trascorro gran parte del fine set-timana a lavorare. Però non c’e’ niente di più appagante che scoprire come le cose sono realmente, vederle con chiarezza».È stata mai esclusa perché donna?«No. Al solito bisogna dimostrare di es-sere più brava degli uomini, ma il vero problema è tenere il ritmo e quindi ci possono essere delle donne che non ce la fanno, visto che ancora la società delega loro molte cose».Cosa ci dice dei finanziamenti alla Ricerca?«Il mio tipo di Ricerca non richiede tan-

tissimi fondi ma oggi si impiega più tem-po a reperire risorse che a portare avanti i progetti stessi. Questo è meno diverten-te. All’università ho dato la mia vita. Ho portato avanti incarichi sottraendo tempo ai miei figli, inoltre ho cresciuto persone bravissime che sono costrette a fare un altro mestiere o andare all’estero. E’ un impoverimento secco, quello italiano. Anche negli altri paesi i giovani espatria-no, ma altrettanti sono quelli che entrano. È giusto che i giovani si muovano però questo vuol dire tagliarli fuori. Forse si è deciso di ridimensionare l’università nel modo peggiore, perché i tagli fatti indi-stintamente portano anche alla chiusura dei centri d’eccellenza».Quindi ritiene giusto fare un distinguo tra i centri più o meno virtuosi.«Sì, anche se avrebbero dovuto illustrare prima i criteri con cui si viene giudicati. E’ giusto valutare e, se è il caso, addirittu-ra licenziare. Ma con criteri chiari e con-sapevolezza».Nel 2010 ha presieduto la commissio-ne di laurea (triennale in Informatica, ndr) di Raffaele Sollecito mentre era ancora in carcere a Perugia.«Sì, recentemente è venuto anche a salu-tarci e a ringraziarci, ma noi abbiamo solo fatto il nostro dovere».Come ha vissuto quel momento?«Quel giorno nel piazzale del carcere c’erano giornalisti e Televisioni ovunque. L’impatto è stato più che altro all’arrivo e quando abbiamo dovuto passare i con-trolli della sicurezza. Una volta dentro la stanza il candidato ha iniziato a parlare della sua tesi, noi l’abbiamo valutata ed è andato tutto come doveva andare. credo che anche lui si sia dimenticato di dove fosse. Noi eravamo stati tutti suoi docenti, non era di fronte a persone estranee».

Barbara Castelletti

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È la più amata dagli italiani e la più esportata nel mondo. La pizza è il

simbolo della nostra tradizione culinaria e il prodotto più rappresentativo del made in Italy. Alta, sottile, condita e non: le varian-ti sono infinite. Per scoprire i segreti che si nascondono dietro a questo gustoso piatto, quello vero, cucinato a regola d’arte, ab-biamo incontrato la famiglia Peverini, ti-tolare della Pizzeria Planet di Umbertide, che da anni si dedica alla preparazione della pizza con amore e passione.

“Planet” un nome davvero curioso. Come mai avete scelto questo nome?«Il nome “Planet" nasce dall’idea di voler creare un vero e proprio “pianeta” della pizza. Dal 1997 questo nome risuona in gran parte della Valtiberina e in particolar modo a Città di Castello, dove siamo stati presenti con la nostra attività per quasi 10 anni.»Come descrivereste gli “ingredienti” del vostro successo?«Il principale motivo di successo della nostra pizza è certamente l’impasto, frut-to di un’attenta ricerca e selezione di fari-ne speciali e di alta qualità, lavorate con un metodo tutto nostro di produzione che rende la nostra pizza veramente unica. La produzione artigianale è il nostro chiodo fisso, per questo ogni singolo prodotto è realizzato in modo esclusivo!»Perché avete scelto proprio Umbertide, come sede della vostra attività?«Nel 2006 abbiamo deciso di portare la

IL PIANETA DELLA PIZZALe Aziende Informano

nostra passione per la pizza anche ad Umbertide, il nostro paese di residenza, e dobbiamo sinceramente dire che i risul-tati sono stati ottimi. Abbiamo cercato di creare un locale che fosse in grado di rac-cogliere tutte le esigenze ed infatti da noi potete scegliere di gustare la pizza sia al piatto che a spicchio, a casa vostra o nel nostro gradevole salotto interno. Ma…non solo pizza! Da “Planet” potete trovare anche piadine, senza grassi animali, torte al testo, bruschette, gran misto di frittura, dolci e tanto altro. Il tutto rigorosamente all’insegna della tradizione artigianale.»Un menù davvero completo, che si ar-ricchirà di una gustosa novità, non è vero?«Sì, ultimo arrivato in casa “Planet”, ma sicuramente non meno importante, è il gelato artigianale. Finalmente, dopo tan-te richieste, abbiamo pensato di portare questa novità che cercheremo di proporre con ampio assortimento di gusti, serviti in modo tradizionale o in sfiziose coppe gelato, da gustare sia all’interno del no-

stro locale climatizzato che all’aperto, comodamente seduti ai tavoli. Perciò, che altro dire…vi aspettiamo nel “Pianeta” dell’Artigianale!»E a noi non resta che lasciarci deliziare.

Eva Giacchè

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Si è svolto giovedì sera 1 Marzo all’In-dian Cultural Center di Bangkok

(Thailandia), la performance di danza “Corpo solo corpi” eseguita dall’OPLAS /CENTRO REGIONALE DELLA DANZA UMBRIA nell’ambito delle “Manohra Series”, incontri culturali di collaborazione artistica interdisciplinare fra l’Indian Cultural Centre e la Friends-of-the-Arts Foundation di Bangkok. L’idea di questa serata è nata da un sug-gerimento dell’OPLAS che ha voluto in qualche modo dar so-stegno all’International Dance Festival di Bangkok che nella scorsa edizione 2011 ha subi-to notevoli disagi a causa delle inondazioni di cui ha sofferto la Thailandia fra novembre e di-cembre, con quasi 1000 vittime e danni incalcolabili a strutture pubbliche e private: i proventi della serata sono stati devoluti alle vittime delle inondazioni. La performance “Corpo solo corpi” è stata presentata come anteprima di un lavoro core-ografico che verrà sviluppato nel corso del 2012: a Bangok, assieme all’OPLAS, si sono esibiti altri artisti fra cui i danzatori della UBDC ( Urban Bones Dance Companny ), ed il vincitore della competizione nazionale “More than Dance”.

La serata è stata l’occasione per presen-tare al pubblico il lavoro conclusivo di tre giorni di workshop di danza contem-poranea tenuto dai maestri Luca Bruni e Mario Ferrari, a cui hanno partecipato numerosi studenti e professionisti che vi-vono a Bangkok. Sia il workshop che la performance hanno avuto il privilegio di avere come accompagnamento la musica dal vivo di due musicisti indiani messi a disposizione dall’Ambasciata Indiana,

Ustad Vasi Ahmad Khan Ustad Matloob Hussain Khan ( tabla e citar ). A rendere ancora più prestigiosa la serata è stata la presenza dell’Ambasciatore dell’India in Thailandia, S.E. Anil Wadhwa, che ha fatto gli onori di casa, e l’Ambasciatore di Italia S.E. Michelangelo Pipan accom-pagnato dalla consorte i quali, dopo l’ese-cuzione coreografica, si sono intrattenuti a lungo con i due direttori dell’OPLAS per complimentarsi del lavoro svolto.La serata è senza dubbio riuscita nel mi-gliore dei modi grazie non solo agli artisti che si sono esibiti, ma anche - e soprattut-to - grazie alla straordinaria disponibili-tà della direttrice dell’Indian Cultural

Center ( Sig.ra Renuka Narayana ) che ha completamente aperto le porte della strut-tura da lei diretta a beneficio di tutti coloro appassionati di danza che sono intervenu-ti: se certi paesi asiatici sono palesemente proiettati verso il futuro più di quanto lo sia tutta l’Europa messa insieme, è senza dubbio anche per questo atteggiamento positivo di accoglienza ed ospitalità che una volta era anche la forza trainante del vecchio continente. In questo spazio tea-

trale ricavato al 27° piano di uno dei tanti grattacieli della capitale thailandese ( la finestra dell’In-dia su Bangkok, come lo ha de-finito la Sig.ra Renuka!) si sono riunite ben dodici diverse na-zionalità per un solo incontro di danza che si è concluso con uno straordinario boato di applausi e urla! Una particolare nota di me-rito va infine attribuita alla Sig.ra Vararom Pachimsawat, diret-trice artistica della Friends-of-the-Arts Foundation grazie al cui incessante impegno tutto è stato possibile: la Sig.ra Pachimsawat da anni è protagonista di inizia-

tive che hanno come scopo la promozio-ne e la diffusione dell’arte della danza in Thailandia, ed è un punto di riferimento per tutti coloro che praticano quest’arte sia nella capitale che nelle diverse provin-ce del paese. Fondatrice dell’Internatio-nal Dance Festival, durante tutto l’anno realizza iniziative analoghe a quella che ha visto protagonista l’OPLAS / CRDU, sostenendo progetti che spesso hanno come scopo quello di sostenere i giovani nei loro percorsi didattici e formativi così come nelle loro esperienze professionali.

Francesco Corbucci

L'OPLAS ALL'INDIAN CULTURAL CENTER DI BANGKOKLa Piazza

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Ristorazione e turismo: queste le due parole che accompagnano la lunga

storia del Ristorante Poggiomanente. Un luogo dove l’amore per la cucina del ter-ritorio si esprime in una gastronomia mo-derna ma genuina, un locale dallo charme unico, dalla lunga tradizione gastronomi-ca capace di fondersi sapientemente con il gusto e la bellezza del territorio in cui è immerso: L’Alta Valle del tevere. Abbiamo incontrato i proprietari, la fa-miglia Cancian, per consocere al meglio questo affascinante punto di riferimento per gli amanti della buona cucina.Come definireste, con una vostra personale descrizione il Ristorante “Poggiomanente”? «Il nostro è un ristorante di lunga tradizio-ne, dal sapore rustico e allo stesso tempo raffinato, le cui sale sono ricavate nelle cantine di un’antica stazione di posta del 1500. Un locale in linea con l’evoluzione delle abitudini alimentari e con le nuove esigenze di budget, in grado di elaborare sempre nuove proposte.»

Una lunga storia che è ricca di ricono-scimenti. «Sì, da quando è stato fondato, nel 1988, il ristorante ha ricevuto una serie di im-portanti riconoscimenti di merito. Premio Civiltà del Lavoro, nel ’97, segnalazione nella Guida Veronelli 2004 e nella Guida Class 2010 dei migliori 1200 ristoranti d’Italia. Inoltre è stato più volte visitato dall’Accademia della Cucina che ha sem-pre attribuito punteggi elevati, sia per la cucina che per l’ottimo rapporto qualità-

Le Aziende informanoPOGGIOMANENTE, TRA TRADIZIONE E TURISMO

prezzo. Riconosimenti che ci rendono veramente orgogliosi. Una soddisfazione data anche e soprattutto dalla presenza, tra i nostri clienti, di personaggi di fama internazionale: Ralph Fiennens, Renato Zero, Francesco de Gregori, Carmen Lasorella, Vittori Sgarbi, Jimmy Ghione (l'ultimo in ordine di tempo) e anco-ra, Arnaldo Forlani, Francesco Cossiga, Walter Veltroni, sono alcuni dei nomi noti che abbiamo avuto il piacere di ospitare.»Un locale che è sempre al passo con i tempi, qual è il vostro segreto?«Crediamo sia importante seguire le esigenze dei nostri clienti, per questo al nostro ricco menù, affianchiamo sempre nuove e diverse proposte. Per esempio abbiamo da poco introdotto una parte del menù dedicata interamente a “Piatti uni-ci e spuntini”, per chi non vuole un pasto completo, perché ha fretta o deve tornare al lavoro, ma non vuole rinunciare alla comodità e al comfort di sedersi a tavo-la, di fronte ad un buon piatto, ben curato

ad un prezzo contenuto. Forse è proprio questo il segreto dei nostri piatti: materie prima di ottima qualità, presentate sem-pre con la massima cura, perché dopotutto anche l’occhio vuole la sua parte. Senza dimenticare le proposte legate alle festi-vità. In occasione della Pasqua abbiamo, infatti, elaborato un menù dedicato, con piatti della tradizione, mantenendo anche la possibilità, che teniamo a sottolineare, di ordinare dal menù alla carta.»

Ma il vostro è un servizio a 360°, che non si ferma solo al ristorante, vero?«Nel Country Hotel Poggiomanente è in-fatti possibile organizzare banchetti, ce-rimonie, convegni ed eventi vari, in una cornice davvero elegante. La sala, chiusa da vetrate, climatizzata in ogni stagione è immersa in un giardino curatissimo dove è possibile pranzare in mezzo al verde e godere di rilassnati apertivi nell’area pi-scina.Quindi banqueting e non solo…«Poggiomanente si distingue an-che nell’ambito della ricettività con il Country Hotel: un antico mulino del 1600 finemente ristrutturato che offre camere dotate di ogni comfort e una colazione a buffet, ricca e varia, con tutta la bontà di squisite torte fatte in casa. Il tutto unito ad un ambiente curatissimo, dalla piscina all’incantevole giardino. Un’offerta com-pleta, testimoniata non a caso dal confe-rimento all'Agriturismo Poggiomanente delle “5 SPIGHE”, che corrispondono alle 5 stelle alberghiere, quindi la massi-ma valutazione per un agriturismo.»Un’attività completa, in grado di abbrac-ciare tutti i vari ambiti nel settore della ristorazione e del turismo. Un’attività per ogni richiesta ed esigenza.

Eva Giacchè

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aveva un anno e mezzo e frequenta il li-ceo scientifico. «Qui i valori religiosi che vivo sono minori rispetto a come li avrei vissuti se fossi stato in Algeria. Non rie-sco sempre ad andare in moschea il ve-nerdì perché ho scuola e altri impegni. Tuttavia non ho mai incontrato problemi, anche nel ramadan non sono mai stato giudicato dai miei coetanei, piuttosto am-mirato». Sostiene il musulmano 27 enne Said Belkchach:«L’essere credenti dipen-de da come i genitori ti educano: l’Islam non s’impone, s’insegna. Purtroppo tanti sono i pregiudizi sulla nostra religione che viene associata al terrorismo e allo svilimento della donna. Prego 5 volte al giorno e vivendo qui da 20 anni non ho mai avuto problemi di integrazione. Chi arriva da poco e non conosce la lingua invece può avere difficoltà». E le ragaz-ze come vivono le norme della propria religione qui da noi? Afferma una venti-duenne marocchina:«Dopo l’adolescenza si dovrebbe mettere il velo. Ma una donna deve sentirselo da dentro, metterlo per co-strizione non ha senso. Anch’io un giorno lo metterò. Credo che possa essere visto come segno di discriminazione a secon-da del luogo in cui sei. Nelle grandi città, ma anche a Perugia, è più normale vedere ragazze portare il velo. Nei piccoli paesi invece può costituire un problema soprat-tutto per il lavoro: tra una donna con il velo e una senza si preferisce assumere quella senza».Queste sono solo alcune delle opinioni di giovani che vivono quo-tidianamente la religiosità. Lungi dall’es-sere esaustive speriamo ispirino confron-to e riflessione.

Annalisa Bargelli

RAGAZZI DI FEDE

L’analisi del rapporto religione-mondo giovanile è molto complessa e varie-

gata. Piuttosto che riflettere su un argo-mento così delicato spesso si preferisce accettarlo come un dogma, oppure rifiu-tarlo. La società contemporanea è perme-ata da un soggettivismo che porta al non accettare integralmente la religione ma a scegliere ciò che è ritenuto utile a soddi-sfare le proprie esigenze personali: alcune pratiche vengono seguite, altre rifiutate. Alla domanda: “Sei credente?” la mag-gior parte risponde “credo in Dio ma non nella chiesa”. Sembrerebbe svilupparsi quindi una sorta di religione “fai da te” che non si rispecchia completamente in una specifica istituzione o tradizione. C’è tuttavia chi, giunto al bivio del “credere” o “non credere”, si è fermato a meditare e ha scelto la fede. Morena, Erika, Giorgia, Stefano, Luca, Alessio e Romina sono dei ragazzi tra i 21 e i 28 anni che frequenta-no la parrocchia di S. Maria della Pietà ad Umbertide. Decido di parlare con loro e vengo accolta nel convento delle Clarisse di Montone dove stanno praticando “La settimana della convivenza”. Spiega Morena Marcaccioli: «Siamo qui in 8 ra-gazzi per vivere la quotidianità insieme e con Gesù. Ognuno svolge le proprie at-tività quotidiane, c’è chi va all’Universi-tà, chi lavora. Ma ci ritroviamo insieme quando possibile per i pasti e per dormire. Alle 7:30 del mattino c’è la preghiera del-le lodi con le monache, alle 19:00 i vespri e la serata si conclude con la preghiera». In una lavagna appoggiata al muro leggo: “Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme…fratelli nella felicità erano un cuore e un’anima sola”. Padre Francesco afferma: «In un momen-to come questo in cui si tende a far ruota-re tutto attorno al proprio mondo questa

settimana è una sorta di scuola per la vita. Condividere la tua giornata con altri as-sumendoti delle responsabilità ti mette a contatto con il mondo dell’altro. Occorre imparare a costruire delle relazioni sin-cere ed è la fede che unisce il tutto». Ma qual è stata la motivazione che li ha spinti a credere? Dice Erika Palmieri: «Per me è stato un continuo scoprire una realtà che fuori dalla parrocchia non trovavo, fatta di amicizia e di un’atmosfera felice. Ora ho imparato a chiamare quest’atmosfera Gesù. Campeggi e ritiri sono momenti molto forti di crescita personale che por-ta a vedere la vita in un’ottica cristiana». Stefano Caprini: «Ho sempre frequenta-to la chiesa fin da piccolo. Poi sono stato in Kazakistan e ho visto bambini che pur non avendo niente avevano tanta felicità negli occhi. Ho sentito la presenza del Signore e ciò mi ha aiutato a continuare il mio percorso». È possibile che la vo-stra fede vi divida dagli altri coetanei non credenti? Afferma Giorgia Gabbolini: «Io non sento differenza tra il fuori e il dentro la parrocchia. L’amore che ho conosciuto è un amore universale da donare agli altri, non vedo due mondi a confronto ma re-altà che si possono unire, costruendo un ponte». Interviene padre Francesco: «Chi vive l’esperienza di fede ha una respon-sabilità in più nei confronti degli altri. Non creare una distanza ma dei momenti di incontro, questo ci insegna la Chiesa». Quello della fede è un valore che basa molta della sua esistenza sulla tradizione. Il fatto che l’Italia sia un paese a maggio-ranza cattolica influisce molto sull’accet-tazione di tale religione da parte dei più. Ma cosa dire di chi professa un’altra reli-gione lontano dal proprio paese d’origi-ne? Mehdi Belal, musulmano sunnita di 17 anni, abita ad Umbertide da quando

Società Civile

NICCHIOBBE CARBURANTI sncNICCHIOBBE CARBURANTI snc

di Nicola Sonaglia

e Luca Ubbidini

strada Tiberina Km 119 Umbertide (PG) tel 075 9420011

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come italiani”, ma che italiani non sono affatto e che invece co-stano all’econo-mia nazionale ben 60 miliardi di euro all’an-no. Una “pra-tica” questa, che finisce per danneggiare le vere imprese agricole di casa nostra, ma che disorienta ed “inganna” anche i consuma-tori, i quali non possono consapevolmen-te acquistare produzioni agroalimentari realmente “tricolori”. Hanno partecipato all’evento anche 300 imprenditori agri-coli umbri, rappresentanti di circa 40 tra Comuni umbri e Istituzioni del territo-rio, a cominciare da Province e Camere di Commercio e soprattutto la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, intervenuta in Piazza Montecitorio a pie-no sostegno dell’iniziativa.

Luca PanichiPresidente Coldiretti Perugia

COLDIRETTI: PER UNA FILIERA TUTTA ITALIANAIn questo difficile momento economico,

il settore agricolo è uno dei pochi mo-tori dell’economia reale, grazie anche alla multifunzionalità delle imprese agricole, produttrici di cibo ma anche di servizi per la collettività. La situazione economica globale non sta risparmiando le imprese agricole locali, alle prese con uno scarso potere contrattuale all’interno della filiera agroalimentare, con prodotti agricoli sot-topagati senza alcun beneficio per i con-sumatori e con un aumento ormai insoste-nibile dei costi di produzione. Coldiretti è comunque impegnata nell’interpretare la congiuntura economica attuale, come opportunità per proporre un Progetto a favore delle imprese e dei consumato-ri. La fondazione di una filiera agricola tutta italiana, riconoscibile perché porta la firma degli agricoltori italiani, capace di assicurare alimenti di qualità al giu-sto prezzo per i consumatori e una giusta remunerazione ai produttori. Anche in Umbria, il progetto per la filiera agricola tutta italiana, sta trovando concretezza, come dimostra il crescente successo del-le iniziative di “filiera corta” nei Mercati e nei Punti aziendali accreditati di Campagna Amica, cui si stanno aggiun-

gendo le Botteghe di Campagna Amica, un nuovo e moderno canale commercia-le dei prodotti agroalimentari. Oltre che un’opportunità di diversificazione del red-dito per le imprese agricole, con la vendi-ta diretta si promuovono prodotti locali del territorio, che non devono percorrere grandi distanze prima di finire sulle tavo-le, a prezzi accessibili. Se verdura e frutta sono le più acquistate nei mercati, sono tanti altri i prodotti proposti ai consuma-tori, direttamente dalle aziende agricole: olio extravergine di oliva, vini, formaggi, salumi, marmellate, legumi, cereali, ma anche piante e fiori. Coldiretti prosegue quindi, nella sua azione volta al legame del cibo Made in Umbria, con il territo-rio, le aziende agricole e i consumatori, valorizzando quelle produzioni di qualità, in grado di “raccontare” pure la cultura, la storia e le tradizioni dei luoghi di produ-zione. Proprio per difendere il vero Made in Italy, che oggi viene indicato come una fondamentale leva competitiva per lo svi-luppo, anche l’Umbria è stata protagoni-sta a metà marzo a Roma, della mobilita-zione della Coldiretti. Obiettivo, quello di contrastare “l’italian sounding”, ovve-ro quei prodotti con nomi che “suonano

Approfondimento

Via Garibaldi, 14, Umbertide (PG) Tel. 38919337

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Il Pungolo

L’urbanistica – il nome deriva dal la-tino “urbs” che significa “città” - è

“l’insieme delle misure tecniche, ammi-nistrative, economiche finalizzate al con-trollo e all’organizzazione dell’habitat ur-bano”. Così recita l’enciclopedia Treccani e così lo riportiamo paro, paro. In pratica è la disciplina che organizza la progettazio-ne dello spazio fisico della città in relazio-ne al territorio ed ai bisogni della popola-zione. È relativamente giovane, essendo nata negli ultimi anni del 1800, quando si determinò il fenomeno dell’urbanesimo a seguito della rivoluzione industriale. Le condizioni di vita di queste persone, costrette a vivere in quelle che oggi si chiamerebbero “baraccopoli”, erano ve-ramente dure, sia dal punto di vista della semplice sopravvivenza sia, e soprattutto, per le condizioni igieniche derivate dalla mancanza di fogne e dalla promiscuità. Da qui la necessità di una organizzazione territoriale che ponesse fine o, comunque, limitasse questo enorme problema. Oggi l’urbanistica, sia che riguardi i grandi ag-glomerati urbani che realtà con poche mi-gliaia di abitanti, è l’elemento essenziale ed imprescindibile per l’organizzazione del territorio e, in una società comples-sa come quella moderna, deve porre la massima attenzione ai bisogni della po-polazione conciliando quelli attuali con quelli di un prevedibile futuro. La nostra Umbertide, che fino all’immediato do-poguerra era limitata al centro storico o poco più, dagli anni ’50 in poi ha iniziato ad allargarsi notevolmente a seguito delle sempre maggiori possibilità di lavoro che poteva offrire ed al conseguente abbando-no delle campagne. La zona compresa fra via Roma e via Fratta e che comprende, quindi, via Unità d’Italia e Via U. Ranieri,

URBANISTICAè l’esempio tangibile di idee chiare in fat-to di urbanizzazione. Sono quattro strade parallele, larghe una decina di metri (solo via Roma è più stretta ma c’era già), che permettono il traffico anche con auto par-cheggiate su entrambi i lati, fiancheggiate da marciapiedi di quasi tre metri ( qua e là sconnessi, ma questo è un altro discorso), e collegate fra loro da traverse altrettanto ampie e comode. Ed anche le abitazioni hanno il loro non piccolo spazio privato. Se pensiamo che questo progetto è stato fatto e portato a termine in anni in cui, se passava un’auto, i bambini correvano a guardarla, i mezzi usuali di trasporto era-no per le (poche) merci, cavalli ed asini, e le persone si sentivano ricche se possede-vano una bici, beh, dobbiamo proprio ri-conoscere che gli amministratori di allora ne hanno avuta di lungimiranza, affidan-do - davvero pionieri - l’elaborazione del piano urbanistico all’architetto Narciso Mariotti! Forse era un’altra epoca. Si era appena usciti dalla guerra e c’era una gran voglia di fare e di fare bene, ancora lon-

tani da quella speculazione edilizia che è stata la rovina di tante nostre grandi città. Col passare degli anni anche a Umbertide l’urbanistica ha subito una notevole evo-

luzione e quello che è successo è sotto i nostri occhi. Oggi Umbertide sta affron-tando una nuova pagina con il piano PUC 2. Si tratta della risistemazione della zona dietro la ferrovia (ne abbiamo accennato nel numero di novembre 2010), ed i lavori sono già iniziati con la profonda ristrut-turazione del sottopasso ferroviario. Non abbiamo dubbi che una volta completato, il progetto porterà un nuovo elegante e funzionale quartiere alla nostra città e sia-mo sicuri che i progettisti non si sono fer-mati alla soluzione di problemi immediati ma, da buoni urbanisti, avranno avuto ben chiaro quali potrebbero essere le esigen-ze della nuova zona fra qualche decina di anni e certamente sarà un quartiere a mi-sura di persona. Noi lo speriamo, anche se ancora lo sappiamo solo in parte dopo la presentazione del secondo stralcio av-venuta alla FA.MO qualche settimana fa, ma avremmo potuto averne una idea chia-ra con la semplice proiezione pubblica di un video virtuale. È stato fatto, e si può vedere nel sito del comune, per i lavori ef-fettuati sotto la Rocca: www.comune.um-bertide.pg.it/Rimanere-informati/video. Solo che in quest’ultimo caso il video è apparso DOPO l’inaugurazione. Certo, sarebbe stato meglio che fosse apparso PRIMA dell’inizio dei lavori ma tant’è. Meglio tardi che mai! …O no?

Alvaro Gragnoli

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LA FISTICIOLA(sbirciata nel passato, grazie alle te-stimonianze di Mario Distrutti, Emilio Panzarola, Giuseppe Tarragoni e Margherita Tosti)

Per Pasqua in ogni rione si fa a gara per solennizzare nel modo più degno

la celebrazione, ripetendo, a cura delle nuove generazioni, antiche tradizioni di cui non si conosce l’origine e che mai po-tranno finire. Ad introdurre nel clima di devozione e buonumore è toccato, come sempre, alla fragranza delle torte al for-maggio ed al via vai ciarliero nei dintorni di ogni forno.A Santa Croce c’è particolare concitazio-ne nei preparativi, per non venir meno al ruolo primario acquisito di diritto, sia perché nella chiesa di San Bernardino ri-posa tutto l’anno il Cristo morto, il pro-tagonista, sia perché nella piazza con le tre chiese inizia e finisce la processione. Da giorni i ragazzi, quelli in procinto di mettere i calzoni lunghi, aiutati dagli adolescenti nel rispetto di una rigorosa gerarchia, sono impegnati nella gara fra i rioni per creare la “fisticiola” più bella, che consiste nell’allestimento di un alta-rino in onore di Cristo, della Madonna Addolorata e dei Santi. I più grandicelli, che già osano avventurarsi lungo le spon-de del Tevere, hanno raccolto abbondante edera e frasche nel patollo; gli altri por-tano da casa quadretti di immagini sacre e lumini, per abbellire ogni posto che si presti allo scopo. Con la scala a pioli del comune ci si arrampica per decorare le basi delle nicchie affrescate sulla faccia-ta della chiesa di San Francesco. I mez-zani, in attesa di far carriera in cima alla scala, lustrano il legno delle porte e degli arredi della chiesa di San Bernardino con la nafta fornita da Orlando Caldari. I più piccoli si preparano a montare gli altarini sotto casa: qualche santino tra candele e

fiori, sistemati su tavolini nobilitati dalla coperta buona. Guerriero Starnini, che lavora alla ceramica, ha restaurato l’edi-cola della Madonna accanto alla bottega da idraulico dei Romitelli che, con l’aiuto di Toni, lo stagnino di fronte, hanno siste-mato l’infisso. Ad un boschetto di fronde è assegnato il compito di occultare l’an-golo fra le chiese, che una sbarra di ferro dovrebbe proteggere dall’uso quotidiano come orinatoio; se alla vista è risparmia-to lo spettacolo, alle narici non sfugge la pungente inalazione, terapeutica contro il raffreddore. Ma l’opera più maestosa consiste nell’addobbare l’arco sopra la por-ta della Caminella, cercando di emulare in tono minore gli avi, che per l’occasione montavano un’imponente impalcatura in legno con scale per salire e scendere, in modo da far toccare ai fedeli il dipinto. Ci vuole tutta la buona volontà di Santa Pupa per mantenere in equilibrio Pippo e compagni, che si spostano come scim-mie sulla soglia larga appena un paio di piedi, tra l’ammirazione dei curiosi. Ma alla fine il risultato sarà ancora una volta strabiliante, più bello dell’anno preceden-te: un sontuoso altare pensile, con festoni d’edera, la croce di legno al centro, affian-cata da immagini sacre, illuminate dalle fiammelle fumose che scaturiscono dagli stracci immersi nella nafta dei barattoli.Finalmente è arrivata la sera del Venerdì Santo. La gente sciama dalle case per il giro dei sepolcri e delle botteghe. Nei primi, odore funereo dei fiori recisi; sito di nafta e di fumo di ceri nella chiesa di san Bernardino; sbalorditive nella chiesi-na delle monache le cocce con cupolette di germogli di grano, bianchi per essere cresciuti al buio, rese luminescenti dalla fiammella celata all’interno. Nei secondi, ghirlande profane di salcicce e parate di prosciutti nelle macellerie, in acerrima

gara di attrattiva, con la sorpresa viven-te – agnelli o vitellini o porchetti – con cui Didi strabilia i bambini. Per una volta l’ha spuntata Vincenzo, nella macelleria di Bebi in cima alla Piaggiola, sisteman-do in un salottino di vimini quattro agnelli scuoiati, la testiciola reclinata, in relax su altrettante poltroncine! La gente si raduna in piazza san Francesco per la processio-ne. I ragazzi della fisticiola azzardano una timida questua – “date niente pe’ la fisti-ciola?” – approfittando del buon cuore del popolo. La gente sfila in una processione su cui aleggia il dramma della crocifissio-ne, lasciando momentaneamente vuota e silenziosa la piazza, in attesa del ritorno; in aria si respira la mestizia della morte in un misto di incenso, cera, nafta e fiori. Per passare il tempo, qualche timido botto di potassa lacera la quiete del lutto. Canti funerei annunciano il ritorno del catafal-co, che rientra nel suo giaciglio. Con la conclusione della cerimonia, si diffonde un clima di sollievo che diventa euforia, nella consapevolezza che il peggio sia passato e che la resurrezione sia ormai questione di ore. Anche la questua diven-ta più spavalda, favorendo l’incursione di infiltrati. La colletta alla Caminella come ogni anno si volatilizzerà, per portare ef-fimera abbondanza nelle case più misere, con la disperazione dei più fortunati, giu-stificatamente gabbati. Anche Montino, il tuttofare della Confraternita, ha problemi di rendicontazione della parte preponde-rante delle spese, riferita ad approvvigio-namenti non documentati di vino. Alla richiesta di spiegazioni da parte del se-gretario contabile da consegnare al prete di Romeggio, proporrà la solita disinvolta registrazione – “Spese varie! Spese va-rie!” – che ispirerà la gestione di ben più consistenti fondi neri in troppi templi del potere del terzo millennio.

Mario Tosti

Nero Fratta

Tende da interni ed esterni

Via della Repubblica, 13 - Umbertide (PG) Tel. /Fax 075 941 1737 Cell. 339 7011758

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GEOTERMIA, L'UMBRIA PUNTA SU UMBERTIDE

Zoom

Slogan del manifesto dei giovani avisini di umbertide si è aggiudicato come mani-

L'AVIS È UNA RETE CHE CI UNISCEfesto dell’anno.L’iniziativa promossa dall’Avis provinciale di Perugia ha riscontrato un grande successo tra i gio-vani delle Avis provinciali, in occasione del 51° con-vegno dell’Avis provinciale di Perugia che si è svolto a Gubbio sabato 24 marzo L’Avis di Umbertide si è aggiudicata il primo posto come migliore manifesto. Con grande soddisfazione la presidente Fiorella Belia e tutto il consiglio dell’Avis ringraziano tutti i ragazzi.Elenco dei ragazzi che han-no realizzato la rete:Romitelli Andrea, Luca Minelli, Daria Bottaccioli,

Carlo Romeggini, Eugenia Cecchetti,

Giorgia Fanelli, Sofia Donini, Lorenza Cavalaglio, Letizia Violini, Fabio Galgliardini, Valentina Monsignori, Anna Fondacci, Martina Cecchetti, Mario Ranaldi, Noemi Polimanti, Ilaria Monsignori, Alessia Sciaboni Alunno, Gabriele Fossi, Ragni Martina, Cecchetti Luca, Becchetti Fabio Maria, Annalisa Marioli, Diego Bonomo, Diego Simonetti, Annalisa Bargelli, Martina Radicchi.

C’è anche Umbertide tra le quattro aree di interesse individuate dalla

Regione per lo sviluppo della geotermia. Già nel 2006 la Regione aveva conces-so al Comune un finanziamento pari a 120mila euro per lo studio dell’acquifero dell’area dell’ex molino Gamboni, dove oggi è nata la centrale idroelettrica, al fine di progettare e realizzare un intervento pi-lota per la valorizzazione delle risorse ge-otermiche. Durante la realizzazione della centrale fu infatti scoperto a 90 metri di profondità un pozzo di acqua di tempe-ratura intorno ai 38 gradi che oggi viene utilizzato per il riscaldamento del molino. Il pozzo potrebbe però essere impiegato anche per altri usi, come ad esempio per

il turismo termale, cosa che si cercherà di capire attraverso uno studio delle poten-zialità geotermiche e geotermali dell’Um-bria che sarà attuato nel corso del 2012 e che la Regione ha affidato ai Dipartimenti di Scienze della Terra delle Università di Perugia e di Pisa. «Abbiamo deciso di puntare su una politica energetica che va-lorizzi al massimo le fonti rinnovabili - ha dichiarato l’assessore regionale all’Am-biente Silvano Rometti - Un impegno che ha già prodotto risultati concreti, tanto che l’Umbria presenta le performance più alte per lo sviluppo del fotovoltaico a livello nazionale. La geotermia - ha pro-seguito - è una delle cinque fonti rinnova-bili che intendiamo utilizzare visto che il

suo impiego offre benefici sia in termini economici che ambientali, poiché il costo dell’energia prodotta, sotto forma di elet-tricità e calore, è sensibilmente minore rispetto a quello degli impianti alimentati da combustibili tradizionali». La prima parte del progetto è dedicata alla carat-terizzazione geologica, idrogeologica e idrogeochimica degli acquiferi del settore occidentale dell’Umbria e delle aree limi-trofe mentre nella seconda fase verranno presi in considerazione i casi di studio ri-tenuti particolarmente significativi.

Luca Bruni

viale Europa 1,  tel 075 941 05 44Montecastelli, Umbertide

DEAARMI

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Mente & CorpoCALCOLOSI URINARIA

Dr Tiziani ci può definire la calcolosi urinaria e la sua incidenza?«È una affezione caratterizzata dalla for-mazione di piccole dal greco “ pietre ” all’interno della via escretrice urinaria (rene - uretere - vescica), costituite da piccole concrezioni “ cristalli “presenti normalmente nella via urinaria che pre-cipitano e si aggregano fra loro. In Italia si stima che, sia essa primitiva o recidiva, colpisca circa 250.000 persone all’anno. Il picco di incidenza si colloca tra la terza e la quarta decade di vita con predilezione per il sesso maschile (rapporto 3:1), fatta eccezione per il calcolo di struvite (in-fettivo), appannaggio principalmente del sesso femminile»Quali sono i fattori che possono in-fluenzare la presenza di calcoli?«Possono essere fattori organici e funzio-nali. Fattori organici: malformazioni (rene a ferro di cavallo, stenosi del giunto pielo - ureterale, ureterocele, etc) oppure acqui-siti (stenosi ureterali, inginocchiamenti ureterali, diverticoli vescicali, ipertrofia prostatica, etc). Fattori funzionali sono endocrini e metabolici. Endocrini: iper-paratiroidismo. Metabolici: ipercalciuria, iperuricosuria, iperossaluria, cistinuria), altri fattori possono essere condizioni am-bientali e stili di vita, dieta ricca di pro-teine, elevata assunzione di vitamina c, scarsa assunzione di liquidi, inoltre fattori genetici e familiari (la probabilità di svi-luppare una litiasi dell’apparato urinario è tre volte maggiore nelle persone che hanno parenti affetti da calcolosi), anche se tengo a precisare che non è stata indi-viduata una chiara trasmissione genetica dai genitori alla prole se non in rari casi»Dr Tiziani quali sono i sintomi?«In genere non vi sono problemi per i piccoli calcoli (si stima che calcoli di dia-metro inferiore a 6 mm vengano espulsi spontaneamente nel 12% dei casi se pre-senti nel terzo superiore dell’uretere, nel

22% se presenti nel terzo medio e nel 45% se presenti nel terzo inferiore dell’uretere) , nel 20-30% dei casi il calcolo da segno di se con uno o più sintomi come: colica renale, bruciore durante la minzione, biso-gno impellente di urinare, macroematuria, urine torbide e maleodoranti (infezione), febbre con brividi , anuria (solo in caso di alterata funzionalità renale o quando uno dei due reni sia funzionalmente escluso o assente)» Quali esami si deve eseguire?«L’ecotomografia renale e vescicale con-sente in prima istanza di evidenziare i calcoli come immagini iperecogene con sbarramento acustico posteriore (cono d’ombra), i limiti di essa sono quelli che non permette di evidenziare agevolmente quei calcoli situati a livello del tratto lom-bare o iliaco dell’uretere a meno che non

vi siano segni indiretti come la dilatazio-ne della via urinaria a monte del calcolo (ureteroidronefrosi). La radiografia diret-ta dell’addome ci permette di evidenziare la sede e le dimensioni dei calcoli radio-pachi, quando non sono visibili all’esa-me ecografico, non è utile per i calcoli radiotrasparenti (acido urico e cistina). L’urografia (previa somministrazione di mezzo di contrasto iodato) ci permette di valutare la funzionalità renale e la mor-fologia dell’intero apparato urinario. La Tac spirale (senza mezzo di contrasto) è l’indagine strumentale dotata della più

alta sensibilità e specificità nella diagno-si della litiasi urinaria, tuttavia l’impiego routinario è limitato dall’alto costo della metodica. L’analisi chimico-fisica dei cal-coli o dei frammenti litiasici al fine di un corretto regime dietetico-terapeutico»Qual è la terapia?«I calcoli al di sotto dei 5-6 mm di diame-tro vengono in genere espulsi spontanea-mente (con eventuale presenza di colica) sempre che non vi siano alterazioni della morfologia della via escretrice, viceversa se le coliche sono subentranti, se compare infezione urinaria, se il calcolo non pro-gredisce (perché le sue dimensioni sono superiori ai 7 mm di diametro), è neces-sario intervenire con trattamenti più o meno invasivi (litotrissia extracorporea, litotrissia endoscopica, litotrissia percuta-nea) ovviamente la scelta di essi è basata su precise indicazioni» Dr Tiziani esiste una prevenzione della litiasi urinaria?«È possibile prevenire sia la formazione di calcoli che le recidive attuando delle semplici norme igienico-dietetiche per esempio: assumere 2 - 3 litri di liquidi al giorno , modificare la dieta con minore apporto proteico e di grassi (acidificanti) e ricca di verdura e frutta (alcalinizzan-ti) per cercare di mantenere l’equilibrio metabolico dell’organismo, l’assunzio-ne di farmaci è indicata solo dopo aver eseguito un’ accurato studio metabolico (esami emato-chimici e delle urine delle 24 ore). Il citrato (sale alcalino) presente nelle urine rappresenta una delle più im-portanti difese verso la formazione della litiasi urinaria (esso è in grado di inibire la cristallizzazione, la crescita e la aggrega-zione dei sali disciolti nell’urina),inoltre è importante individuare l’anomalia morfologico-metabolica per prevenire le recidive».

Eva Giacchè

L A B O R A T O R I O A R T I G I A N O

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L’ORA SESTA RISTORANTE…DOVE ARMONIA E GUSTO SI SPOSANO NELLA CREAZIONE DI PIATTI UNICI E RAFFINATI

Locato in un posto da fiaba, un luo-go senza tempo dove i secoli hanno affinato l’arte del vivere e dell’abita-re. E’ presso l’Abbazia San Faustino di Bagnolo di Pietralunga che sorge L’Ora Sesta.

Ristorante che sa unire passione, gu-sto, bellezza ed eleganza per offrire sempre l’eccellenza del prodotto stu-diata in ogni minimo particolare.Il tutto reso possibile dallo Chef D’Ami-co Ciro, Team Manager dell’Asso-ciazione Cuochi Salernitani, vincitori della Medaglia d’Oro presso le “Inter-nazionali d’Italia Esposizione Culina-ria 2012” svoltasi a Marina di Carrara il 07 Marzo 2012, con oltre 400 Chef e Team che vi hanno partecipato, pro-venienti da tutti Italia.Il Ristorante L’Ora Sesta, il cui nome

prende spunto dal più antico Orologio Solare cui i Monaci fin dai tempi Me-dievali facevano riferimento, è locato nel cuore di un’Abbazia del XIII seco-lo ricca di Storia, che contribuisce in parte a crearne quell’atmosfera che il cliente fin da subito percepisce. Par-te fondamentale è anche la cura e l’eleganza nell’arredamento, seguito attentamente sia dallo Staff ma so-prattutto dall’Ing. Dubbini Claudio di Bergamo, proprietario della Struttura.

Le proposte della cucina sono Na-zionali e Internazionali, tenendo cura anche di molti prodotti che offre il ter-ritorio Umbro, sia rivisitati che non, in chiave moderna avvalendosi di tec-niche innovative. Nonostante la lonta-nanza dal Mare L’Ora Sesta propone anche svariati tipi di Menù interamen-te a base di pesce, con Vini accurata-mente abbinati.La Cantina è ancora in piena fase di allestimento ma già vanta dalla pro-pria parte nomi quali Argiolas della Cantina Turriga, Cevaro della Sala Cantina Antinori noto per essere uno dei migliori Vini Bianchi Umbri, Planeta Santa Cecilia e Muffato della Sala Sau-vignon Blanc, ed entro la fine dell’an-no 2012 decanterà ben oltre 100 tra le più importanti etichette Nazionali.

L’Ora Sesta è il posto ideale non solo per organizzare feste ed eventi. Ma lo è soprattutto per organizzare una serata. Che sia tra amici o speciale, dall’aperitivo al dopo cena…e per-ché no da concludere il tutto in una delle nostre splendide Camere.Nonostante l’eleganza e la pregiata attenzione dedicata al tutto, i prez-zi sono alla portata di chiunque. Per non privare nessuno del piacere di un sapore intenso che si concentri su lingua e palato.Concludo citando un famosa frase dello Chef Gualtiero marchesi “Così come per saper suonare Chopin devi conoscere bene la musica, per saper cucinare un pesce devi conoscere la qualità della sua carne”

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RaccontiEventi

imprese che sono impegnate in una com-petizione sempre più aspra - ha aggiun-to - e la funzione stessa della costruenda piastra logistica è messa in discussione da queste carenze. Tutti argomenti che riguardano anche la Valtiberina toscana ed il proprio collegamento con Arezzo, l’alta velocità l’A1, i porti del Tirreno. Allo studio preliminare della ferrovia Arezzo-Sansepolcro, deve corrispon-dere un analoga previsione per la tratta Sansepolcro-Città di Castello. Così come sarà prioritario avviare il Project per la realizzazione della E78 e la trasformazio-ne in autostrada della E45. Sul tema delle infrastrutture, rientra la riqualificazione dei centri storici quali aree commerciali naturali, nonché del recupero delle aree dismesse che possono divenire anch’esse strategiche». C’è poi il capitolo credito: «Da una parte - ha detto ancora - si deve puntare a facilitare l’accesso al credito delle imprese, anche organizzate in Reti, dall’altra creare maggiori opportunità in materia di riduzione dei costi del credito destinato agli investimenti delle imprese in ambiti come la ricerca e sviluppo o l’espansione in nuovi mercati, e strumenti in grado di smobilizzare i creditiverso la PA, sul modello di quello presentato qual-che settimana fa in Comune che per altro, a nostro avviso, sarebbe da focalizzare maggiormente».

Martino Naga

Imprenditori, associazioni e cittadini in-sieme nel tentativo di dare una risposta

alla crisi globale, entrando nello specifico della realtà locale e superando il limite dell’appoggio finanziario puro e semplice come viatico per fronteggiare la difficol-tà. È questa l’idea alla base degli “Stati generali dell’economia”: cinque appunta-menti che con cadenza settimanale hanno caratterizzato i mesi di febbraio e marzo a Città di Castello. «Da tempo avvertiamo la necessità di una camera di compensa-zione per le molteplici tematiche che inve-stono il territorio - ha dichiarato il sinda-co Luciano Bacchetta - Gli Stati generali sono pensati come un luogo comune dove socializzare cifre, progetti e visioni, guar-dando al domani, che comunque arriverà. Gli Stati generali sono stati chiamati così perché nessuno si deve sentire escluso da un confronto e da una assunzione di re-sponsabilità comune a istituzioni, cittadi-ni e politica. Ci aspettiamo idee e prospet-tive. Alcune saranno declinate da esperti e studiosi, altre affidate al libero contributo delle varie sensibilità. La crisi, infatti, ha intaccato anche punti di riferimento e modelli prima inossidabili, proveremo a pensarne altri a partire dagli strumenti pubblici al servizio delle imprese, per in-vertire tendenza negativa, fino ad arrivare alle prospettive del terziario nella cultura e del turismo». E sono tanti i soggetti che hanno preso parte al “Think tank” voluto da Bacchetta: dai docenti universitari ai rappresentanti delle associazioni di cate-

goria, passando per amministratori regio-nali e provinciali fino a onorevoli e im-prenditori (ma non l’Ordine professionale dei commercialisti, che ha protestato). «Si parte da un concetto di base: la necessità di confrontarci sulle azioni di sviluppo economico sostenibili non ragionando per settori economici distinti (artigianato, industria, commercio, turismo, agricol-tura), ma avendo come obiettivo l’intero comparto delle attività economiche» ha detto Fiorenzo Luchetti, presidente di Confindustria, a nome anche di Cna, Confapi e Confartigianato «Oramai anche realtà come la nostra hanno la necessità di avviare progetti di marketing del territo-rio che orientino enti, associazioni, sog-getti pubblici e privati, nella valorizzazio-ne di quegli elementi capaci di produrre sviluppo, occupazione, competitività e posizionamenti di prodotti e servizi più premianti, facendo leva sulle connota-zioni tipiche dei nostri comprensori». Per l’imprenditore è necessario che vengano definite le linee di azione e di interven-to di promozione del territorio nelle sue caratteristiche materiali (infrastrutture) ed immateriali, insieme a un miglioramento delle condizioni per lo sviluppo delle ri-sorse esistenti e si promuovano le qualità attrattive del territorio attraverso una “co-operazione interistituzionale” di vallata, coordinandosi con le aree limitrofe, in-terne ed esterne all’Umbria. «La criticità rappresentata dalla carenza di strutture viarie adeguate, sta mortificando le nostre

STATI GENERALI DELL'ECONOMIA

Tel. 075 941 53 61Umbertide

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Page 20: INFORMAZIONE LOCALE APRILE

certo dal padre Braccio, combatteva al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia; qui ricevette in dono una Spina della Corona del Cristo, la portò in dono a Montone e ne decretò la festa il Lunedì dell'Angelo. La leggenda racconta che la spina fiorisse il Venerdì Santo emanando un dolcissimo profumo. Il richiamo della reliquia era talmente grande, i pellegrini tanto numerosi, che nei primi anni del ‘600, per motivi di ordine pubblico, fu or-dinata una seconda ostensione. Dal 1798, quando la chiesa di S. Francesco fu incen-diata, la Spina nel suo prezioso reliquia-rio è custodita dalle suore del Convento di S. Agnese. Se ne festeggia l’ostensione il Lunedì dell’Angelo e la penultima do-menica di Agosto in un clima intriso di religiosità popolare e storia. Il Reliquiario della Santa Spina è visitabile durante tutto il pomeriggio presso la Chiesa Collegiata.

DONAZIONE DELLA SANTA SPINALe sacre spine sono il simbolo estremo

della passione di Gesù Cristo, segno di una regalità autentica, paradossale ri-spetto a quelle umane. La storia della co-rona di Cristo è densa di suggestioni. Il ritrovamento delle reliquie della passione è attribuito a Sant’Elena, madre dell'Im-peratore Costantino, la quale durante un pellegrinaggio sul Golgota, rinvenne la croce e i chiodi della crocifissione. La co-rona di spine sembrerebbe non far parte del ritrovamento. Tuttavia le prime spine di cui si ha notizia sono quelle donate da S.Elena nel 323 a Roma, provenienti da Gerusalemme dove la corona restò cer-tamente fino al IV secolo, presenza con-fermata da S. Paolino da Nola. Fino al

1200, le notizie sono frammentarie e non sempre attendibili. Nel 1204 la corona di Cristo era venerata a Costantinopoli nella cappella di Santa Maria del Faro. Da que-sto momento la reliquia divenne oggetto di trattative e scambio. Nella cristianità del XIII secolo, grande manifestazione di devozione e fonte di grande prestigio è il possesso di reliquie, pertanto la corsa al collezionismo da parte di re, stati, città, creò un vero e proprio mercato capace di far lievitare i prezzi di quelle più rare e, cosa di non minor conto, capace di fa-vorire le falsificazioni. L'Imperatore di Costantinopoli, Baldovino II, per far fron-te alle spese di guerra, ottenne un prestito dai veneziani offrendo in pegno la Corona

di spine; alla scadenza del pegno Luigi IX di Francia, il re santo, offrì a Baldovino II il riscatto per la Corona che in questo modo sa-rebbe stata trasportata in Francia. I veneziani non accettarono di buon grado l’idea di essersi fatti sfuggi-re di mano una tale insigne reliquia e dopo lunghe trattative ottennero che la Corona fosse trasportata a Venezia, perchè la città godesse dei benefici, seppur temporanei, della sua presenza: la protezione, i favori, il prestigio. Trasportati infine a Parigi, in una solenne pro-cessione penitenziale, il re a piedi nudi e vestito da penitente con-segna la corona all’arcivescovo. Al glorioso reliquiario San Luigi fece erigere, nel 1248, la Sainte-Chapelle, e non perse l’occasione di associare la gloria del re a quella di Dio. La corona è oggi custodita a Notre Dame ed è un serto senza spine. Tra il 1470 e il 1477 Carlo Fortebracci, conte di Montone, per le sue virtù militari, ereditate di

Voci Territoriali

Lettura del "Proclama" del Gran Gonfaloniero, arrivo del Conte Carlo Fortebraccio e i suoi soldati a cavallo e Corteo Storico della Donazione della Santa Spina, accompagnatodai Tamburi e le Chiarine del Castello.Il Reliquiario della Santa Spina è visitabile durantetutto il pomeriggio presso la Chiesa Collegiata.

Messa solenne celebrata da S. E. il Vescovo di Cittàdi Castello Mons. Domenico Cancian.

Mercato medievale dei mestieranti del contado di Montone e dei Castelli vicini.

"Viaggio alla scoperta di Braccio Fortebraccio nel suggestivoborgo medievale di Montone"visita teatralizzata itinerante in costume a cura di Sistema Museo.

Gli Arcieri Aries Montone e gli arcieri di Assisi e Spello, rendono omaggio alla corte dei Fortebracci con un grandioso torneo.

“D’IMPROVVISO”Video installazione di Fabio GaleottiDal 6 al 9 Aprile 2012Orario: 10,00-13,00 e 16,00-20,00Inaugurazione 6 Aprile ore 17,30 con la partecipazione di Catia Torrioli.

ore 10,30

ore 15,00

ore 11,30

ore 15,30 e ore 17,30

ore 16,30

Piazza Fortebraccio

Chiesa Collegiata

Piazza Fortebraccio

Piazza Fortebraccio

Piazzale San Francesco

Auditorium San Fedele

“Dame e cavalieri alla corte di Braccio Fortebraccio”Laboratorio creativo per bambini a cura di Sistema MuseoOrario d’apertura del museo: 10,30-13,00 e 15,30-18,00per info e prenotazioni Tel/ Fax 075 9306535 (venerdì, sabato e domenica)[email protected] - cell: 328 9676306

Museo Comunale di San Francesco

Eventi collaterali

Come arrivare a Montone 1. In auto: Superstrada E45 Cesena-Orte (uscita Montone); A1 Autostrada del Sole, uscita casello di Arezzo, si prosegue con la SS. 473; SS. 423 e 73 bis da Pesaro e Urbino; SS. 255 da S. Marino; SS. Flaminia e 257 da Fano.2. In treno: Linea FF.SS. Firenze-Roma; stazione di Arezzo poi si prosegue per Città di Castello con autobus; Linea FCU Sansepolcro - Terni in coincidenza a Terni con le FF.SS., attraversa tutta l'Alta Valle del Tevere.3. In aereo: Aeroporto Regionale di Sant'Egidio (Perugia) a 45 km, Aeroporto di Fiumicino (Roma) a 220 km e Aeroporto di Firenze a 130 km.

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Piazza FortebraccioChiesa Collegiata - Convento S. AgneseChiesa di San Francesco - Museo comunale

Per informazioni: PRO LOCO MONTONESEVia San Francesco, 1 - 06014 MONTONE (PG)Tel. 075.9307079 - Fax 075.9307121

www. montone.info - [email protected]

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23

Per approfondimenti o solo per curiosità sulla città e sulle varie manifestazioni che si svolgono a Montone visita il sito

www.montonein.it

Celebrazione dell’antica Contea di Braccio da Montone

Lunedì dell'Angelo

MONTONE AssociazionePro LocoMont

con il Patrocinio del Comune di Montone

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www.comunemontone.itwww.montonein.it

Donazione della

Aprile 20129

Page 21: INFORMAZIONE LOCALE APRILE

Area ex Fat e vecchio ospedale: punti di forza o di debolezza per Città di Castello? Un dilemma che ormai accompagna il Tifernate da tanto, forse troppo, tempo. Da un lato l’esecutivo targato Bacchetta è riuscito a farsi strappare in via definiti-va l’ok per la partenza dei lavori nell’area una volta dedicata alla lavorazione del tabacco. Nei giorni scorsi, infatti, il vice sindaco Michele Bettarelli è stato a Roma, insieme all’ingegner Federico Calderini, responsabile del settore ur-banistico, all’ingegner Luciano Tortoioli per la Regione Umbria, al progettista Tiziano Sarteanesi e al geometra Marcello Caraffini (in rappresentanza della proprietà Fintab) dove ha illustrato ai tec-nici la variante sulle aree ex Fat, Fintab e Piazza dell’Archeologia. «Concluso l’iter amministrativo interno al nostro ente - ha aggiunto - per entrare nella piena operativi-tà abbiamo dovuto ricevere il via libera da parte del Ministero. Una volta ottenuto questo documento, possiamo cominciare a dare vita al progetto, visto che abbiamo già in mano tutte le autorizzazioni, com-presa quella della Soprintendenza. A que-sto punto - ha spiegato ancora Bettarelli - potremo compiere un atto fondamentale per la città, vale a dire la piena attuazione del progetto Contratto di Quartiere II, il programma di risanamento dell’area rappresentata dai rioni storici di Prato e Mattonata». Tra le modifiche che la variante porterà all’impianto progettuale originario, la più importante è la riduzio-ne della cubatura, inizialmente prevista a 25 mila, che sarà definitivamente portata

a 13 mila metri cubi segnando un impor-tante balzo all’indietro. I due nuovi edi-fici abitativi - la cui costruzione inizierà in autunno - prevedono la realizzazione di 28 appartamenti (dai 100 ai 70 metri qua-drati ciascuno) nei piani superiori men-tre a piano terra verranno realizzati circa 1000 metri quadrati ad uso commercia-le. Edifici che saranno elevati con altez-ze compatibili agli immobili circostanti (10,70 altezza massima). Nella parte ini-ziale dell’area ex Fat sarà realizzata la

piazza dell’Archeologia. Sotto, invece, i parcheggi ai quali si potrà accedere da viale Franchetti (Frontoni) anche in que-sto caso tralasciando l’iniziale idea della galleria. Il progetto prevede, inoltre, per la piazza dell’Archeologia la copertura di una parte, mentre quella che ospita i rude-ri (zona anfiteatro) sarà destinata a verde pubblico. «È un progetto che tiene conto delle istanze avanzate dai cittadini - ha affermato il sindaco Luciano Bacchetta - tra cui una riduzione dei volumi di cir-

ca il cinquanta per cento». E tante erano state le critiche su questa zona della città che si sono registrate nel tempo, a partire dall’appello del giornalista e scrittore, ex consigliere Rai e parlamentare Vittorio Emiliani, presidente del Comitato per la Bellezza, associazione cui aderiscono Fai, Italia Nostra, Legambiente e Wwf, che chiedeva un concorso internazio-nale di idee deve essere presa seriamente in considerazione. Per Italia Nostra, in-vece, la soluzione possibile era quella di

realizzare un parco archeologico e un museo nel quale raccogliere reperti che non trovano definitiva e doverosa collocazione. Chiusa la partita sull’area ex Fat, rimane aperta quella del vecchio ospeda-le. Nei giorni scorsi, fra il primo cittadino e l’esponente regiona-le dell’ Idv Oliviero Dottorini, c’è stata una accesa polemica sul recupero dello stabile. Il con-sigliere di Palazzo Cesaroni ha mosso precise accuse verso l’ese-cutivo tifernate. Secca la risposta di Bacchetta, che ha precisato come la struttura ancora non sia di proprietà del Comune, ma del-

la Regione «Si attivi - ha controbattuto il sindaco - perché il bando di vendita ven-ga pubblicato e il vecchio ospedale possa avere una chance sulla base delle destina-zioni prescritte nel piano regolatore e di una scala di utilizzo adeguata alle dimen-sioni dell’immobile».

Martino Naga

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Page 22: INFORMAZIONE LOCALE APRILE

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Page 23: INFORMAZIONE LOCALE APRILE

LA PROVINCIA AVVIA LA FORMAZIONE DEI DISOCCUPATIDieci percorsi formativi integrati che

attraverso l’alternanza tra studio e la-voro puntano ad accrescere le competen-ze professionali di oltre 120 disoccupati. È quanto si propongono i corsi di forma-zione approvati dalla Provincia di Perugia e finanziati con le risorse del Fondo Sociale Europeo, presentati in occasione di una conferenza stampa svoltasi presso la Sala Pagliacci, alla presenza del presi-dente Marco Vinicio Guasticchi, del vice Aviano Rossi con delega alle politiche del lavoro e servizi alle imprese, formazione professionale e del dirigente del servizio politiche attive del lavoro, formazione e istruzione Michele Fiscella. I lavori, coordinati dal responsabile dell’Ufficio programmazione interventi formativi e politiche attive del lavoro Fabrizio Ponti, hanno visto anche la partecipazione delle agenzie formative impegnate nell’attua-zione dei progetti che hanno obiettivi, percorsi formativi e destinatari e le date di avvio dei relativi bandi. «Sul fronte della formazione professionale la nostra Amministrazione ha voltato pagina, par-tendo proprio dalle attuali necessità for-mative espresse dal sistema economico che deve inserire giovani nel mercato del lavoro ma anche ricollocare un numero sempre maggiore di lavoratori che han-no perso l’impiego - ha commentato il presidente della provincia Guasticchi - la nostra strategia d’azione è stata quella di concentrarci su corsi con una diretta ap-plicabilità nel mondo del lavoro poiché costruiti sulla base delle esigenze espres-se dalle imprese del territorio che posso-no disporre immediatamente di personale già formato». Il vice presidente Rossi, nel ricordare i dati del Rapporto trimestrale dei servizi per il lavoro e la formazione professionale, ha sottolineato come nel nostro territorio provinciale, di fronte agli

oltre 40mila contratti di lavoro avviati, si è registrato un numero leggermente infe-

riore di cessazioni. «Se la nostra econo-mia sta reagendo, seppure con fatica, è grazie anche al contributo determinante della Provincia di Perugia, poiché oltre il 20% dei nuovi contratti avviati sono stati sottoscritti da persone che hanno usufru-ito dei servizi dei Centri per l’Impiego tra cui lo strumento di politica attiva più efficace, è rappresentato proprio dalla formazione professionale – ha continua-to Rossi - mai come in questo particolare momento, i servizi della Provincia sono fondamentali per la stabilità della nostra realtà economica».

Laura Nuti

I corsiNel dettaglio, come spiegato da Fiscella, que-sto intervento destinato a disoccupati iscritti ai Centri per l’Impiego della Provincia di Perugia di età superiore ai 18 anni rientra dell’ambito dell’Avviso Pubblico per la re-alizzazione di percorsi formativi integrati per l’inserimento lavorativo – Anno 2011 – POR Umbria FSE 2007-2013 Obiettivo “Competitività Regionale e Occupazione” – Asse II “Occupabilità” scaduto il 30 set-tembre 2011. Quest’ultimo, in particolare, prevedeva il finanziamento di percorsi inte-grati di 300 ore con un tirocinio da svolger-si all’interno di una impresa della durata di

quattro mesi, per determinati profili professio-nali individuati in settori ad alta potenzialità occupazionale predefiniti dalla Provincia di Perugia. Complessivamente, sono pervenute 124 proposte distribuite tra i vari settori e ne sono state finanziate 20, due per comparto. I settori, i profili e le agenzie formative che at-tueranno i progetti sono le seguenti: Ambiente ed energie - EGEA Tecnico Esperto/a in Gestione Energetica ed Ambientale (Associazione Forma.Azione s.r.l.); Servizi di informazione e comunicazione - Sviluppatore di applicazioni Enterprise 2.0, cloud e mobi-li in Java e .net (Zefiro Sistemi e Formazione s.r.l.); Artigianato artistico - Tecnico speciali-sta d’arte orafa (Confartigianato Formazione C.N.I.P.A. Umbria); Servizi alle imprese - Esperto in contrattualistica e negoziazio-ne d’impresa (C.A.R. –Centro di supporto amministrativi alla ricerca- Università degli Studi di Perugia); Turismo, enogastronomia e beni culturali - Animatore enogastronomi-co del territorio (ATS Università degli Studi di Perugia - Consorzio BIM - Università dei sapori - KPS Advising); Edilizia e costruzio-ni - Operaio nel restauro architettonico: for-mazione integrata professionalizzante (Scuola Edile di Perugia); Attività finanziarie, assicu-rative e immobiliari - Consulente tecnico, eco-nomico e finanziario (Innovazione Terziario s.c.a.r.l.); Attività manifatturiere - Tecnico di produzione dell’industria meccanica (ATS SFCU Sistemi Formativi Confindustria Umbria Soc. Cons. a.r.l. - Associazione CNOS FAP Regione Umbria); Servizi alla persona e per il miglioramento della qualità della vita – NIDO-Nuove Iniziative Dirette all’Occupazio-ne (Associazione Forma.Azione s.r.l.); Servizi commerciali e alle vendite - Responsabile se-greteria ufficio export nelle aziende vitivinico-le (ATI Associazione SMILE Umbria - Centro Studi Turistici - CESCOT Umbria). I rela-tivi bandi sono disponibili sul portale della Provincia di Perugia.

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Direttore responsabile:Giovanni Codovini

Redazione:Annalisa BargelliAlessandra BiadettiMassimo BifolchiLuca BruniCristina CaponeriBarbara CastellettiStefano ColettiFrancesco CorbucciEva GiacchèAlvaro GragnoliLorenzo Lepri

Grafica e Impaginazione:Digital Editor s.r.l.

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