Informare Luglio 2015 | Luigi Di Maio: «L'Italia deve ripartire dal lavoro»

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LUIGI DI MAIO AMBIENTE Calvi Risorta, la discarica abusiva più grande d’Europa CULTURA La luce vince l’ombra: il grande riscatto di Casal di Principe SPECIALE EVENTI Jovanotti e Sorrentino alla Federico II di Napoli Minervini: il ricordo di Giorgio Napolitano e Stefano Rodotà Ph. A. Ocone / Fotogram Pinetamare ANNO 10° - NUMERO 147 - LUGLIO 2015 MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE Vicepresidente della Camera dei Deputati « Tagli agli sprechi e investimenti giusti: l’Italia deve ripartire dal lavoro »

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Un numero intenso, ricco di esclusive, speciali, interviste ed eventi. La copertina di questo mese appartiene a Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera dei Deputati con il quale abbiamo affrontato i temi che più scaldano il Paese in questi giorni...

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LUIGI DI MAIO

AMBIENTECalvi Risorta, la discarica abusiva più grande d’Europa

CULTURALa luce vince l’ombra: il grande riscatto di Casal di Principe

SPECIALE EVENTIJovanotti e Sorrentino alla Federico II di Napoli

Minervini: il ricordo di Giorgio Napolitano e Stefano Rodotà

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ANNO 10° - NUMERO 147 - LUGLIO 2015

MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE

Vicepresidente della Camera dei Deputati

«Tagli agli sprechi e investimenti giusti:

l’Italia deve ripartire dal lavoro»

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di S. M. Capua Vetere N° 678

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INTERVISTE

SPECIALI

LITORALE DOMITIO & AGRO AVERSANO

EVENTI

GLI ULTIMI DATI SULLA BALNEABILITÀ 7PONTE A MARE: ECCELLENZA ITALIANA 8LA DISCARICA ABUSIVA DI CALVI RISORTA 10COME TI ADOTTO UN TESCHIO 18

LA LUCE VINCE L'OMBRA: IL RISCATTO DI CASALE 11TANTI AUGURI FEDERICO II 12IN MEMORIA DI GUSTAVO MINERVINI 13MOSTRA ROCK AL PAN DI NAPOLI 23ITRI E LA SUA INFIORATA 35

PROMOZIONE DEL TERRITORIOCAPUA E MAC TERRA DI LAVORO 16-17

SPORTL'IDENTIKIT DI MAURIZIO SARRI 33

MONDRAGONE 28CASTEL VOLTURNO 30-31

LUIGI DI MAIO: L'ITALIA RIPARTA DAL LAVORO 4-5-6 J. DELLA RAGIONE: IL NUOVO SINDACO DI BACOLI 15F. FUCCI: BUONA AMMINISTRAZIONE A POMEZIA 19 G. RUBINACCI: RIAG, IL MADE IN ITALY NEL MONDO 20L. GARGIULO: L'ARTE TRA MUSICA E PITTURA 22 NOGARO: CORAGGIO MORALE E IMPAVIDITÀ 26 B. ZOCCOLA: SOGNO LA NORMALITÀ 28

RUBRICHE da 36 a 38

TURISMO in collaborazione con THAILANDIA: TERRA RICCA DI CONTRASTI 32

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MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE4Intervista in esclusiva al Vicepresidente della Camera dei Deputati

Luigi di Maio «L’Italia ha bisogno di normalità. È questa l’idea di Paese che dobbiamo

creare: tagli agli sprechi della spesa pubblica e investimenti in settori che portano nuovi posti di lavoro»

di Fabio Corsaro - Ph. Antonio Ocone e Gino Spera

Se una politica è congestionata da scan-dali e demagogia, se la stessa diventa il feticcio di numerose lobby, se la storia ci

racconta che Stato e Mafia si ritrovano in uno stesso processo con sentenza comune in tribu-nale, la conseguenza sociale non può essere altro che una maturazione di una totale disaffezione dell’attività politica nei cittadini di questo Paese, che pare abbia smarrito il carattere della normal-ità. Il Movimento 5 Stelle è nato da un’attività propedeutica di Beppe Grillo ed oggi rappresenta la prima forza d’opposizione al Parlamento, van-tando un totale di 127 seggi, di cui 91 alla Camera e 36 al Senato. La mancata identificazione in un leader permette ai componenti del Movimento di esserne i protagonisti assoluti. Luigi Di Maio è un volto rappresentativo dei 5 Stelle, capace a 26 anni di diventare Vicepresidente della Camera dei Deputati, cosciente delle proprie potenzial-ità sviluppate con uno studio approfondito della materia tanto da qualificare la politica come una “cosa semplice”. Da oltre due anni presiede

e conduce i lavori della Camera. Lo ab-biamo incontrato nel suo ufficio in quel di

Palazzo Montecitorio per un’intervista in esclusiva, intensa, durata circa un’ora, durante la quale abbiamo affrontato le tematiche che più scaldano il Paese nell’ultimo periodo: dal galoppare in-cessante della corruzione all’ipocrisia e all’incapacità dell’Europa di ge-

stire il fenomeno migratorio imponente che l’Italia deve af-frontare, dai dati allarmanti dell’astensionismo alla necessità

e all’importanza di legiferare il reddito di cittadinanza, dal decreto della buona scuola al futuro della Campania e di quello che una volta chia-mavano Bel Paese.

Per il M5S la nuova legge Anticorruzi-one è incompleta e inadeguata: cosa

serve e cosa pro-ponete per fermare il

galoppare del fenom-eno corruttivo?

«Per noi, tutti quelli che sono condannati per corruzione o sono stati coinvolti in inchieste di corruzione non dovrebbero più continuare a fare politica e non potrebbero più prendere appalti dalla pubblica amministrazione. Ma

questo la legge Anticorruzione attuale non lo prevede; come non prevede per il falso in bilan-cio le intercettazioni telefoniche. In merito, si è espressa la Cassazione che ha qualificato il rein-serimento del falso in bilancio come reato trop-po tenue. Non abbiamo votato questo disegno di legge perché era evidente che se tu non dai un daspo ai corrotti, evitando che questi possano stare nella pubblica amministrazione, ti ritrovi in situazioni come l’Expo. A Milano sono coin-volti gli stessi personaggi che erano coinvolti nel ‘97 in Tangentopoli. Che cosa proponiamo noi? Permettiamo le intercettazioni telefoniche per il falso in bilancio, che non deve avere at-tenuanti, e permettiamo alle forze dell’ordine di usufruire del cosiddetto agente provocatore. In sistemi corruttibili è importante che le forze dell’ordine possano provocare sotto copertura pubblici amministratori e verificare se sono tentati dal fenomeno di corruttela oppure no. Altrimenti, possiamo alzare le pene quanto vogliamo, ma non abbiamo gli strumenti per dare le pene ai colpevoli perché non riusciamo ad individuarli.» In termini di immigrazione, l’Europa non adempie ai patti stipulati nelle Conven-zioni di Ginevra e Dublino e nel Trattato di Lisbona. Come spieghi questo mancato rispetto di misure etico-politiche presta-bilite? Inoltre, l’Europa spesso finanzia la costruzioni di muri fisici che dividono Paesi e addirittura continenti. Siamo di fronte ad un’Europa ipocrita e/o inca-pace?«Raccontiamoci le cose come stanno. Secondo l’agenzia Frontex, dovrebbero arrivare solo nel 2015 tra i 600.000 e gli 800.000 migranti in Italia, in pratica arriva un nuovo Molise ogni anno. Come ci risponde l’Europa di fronte a questa emergenza? I Paesi europei ci mandano soldi ma il discorso è che a noi l’emergenza im-migrazione in Italia è costata 600 milioni di euro l’anno scorso e l’Unione Europea ci manda 180 milioni all’anno. Quindi sono anche pochi. Ma la risposta non sono i soldi. Com’è possibile pensare che un Paese come l’Italia che ha una pubblica amministrazione che fatica a rilasci-are un certificato di residenza, possa la stessa sobbarcarsi 800 mila domande d’asilo da eva-dere, secondo l’UE, in 3 mesi? È logico invece che ci impiega 2-3 anni. Che cosa succede nel frattempo? Che i richiedenti asilo che devono avere ovviamente un soggiorno, in quanto non li possiamo lasciare per strada, cominciano a

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L’estate ormai ci ha spalancato le sue porte e, come ogni anno in questo periodo, il litorale domitio vive nella consapevolezza delle sue gran-di potenzialità e nel disincanto di un mondo il-lusorio. Il destino di questi territori è senz’altro dipinto di uno sviluppo inevitabile, nonostante le numerose difficoltà e i processi di crescita farrag-inosi. Abbiamo grandi notizie per quanto riguar-da il nostro mare; infatti, secondo l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania, le nostre acque risultano eccellenti in termini di balneazione (la classificazione var-ia in base alla qualità dell’acqua che può essere “scarsa”, “sufficiente”, “buona”, “eccellente”). Su 42 punti di campionamento, la provincia di Ca-serta vanta 39 siti balneabili, di cui 28 (71%) in stato eccellente ed 8 (20%) in buone condizioni. Inoltre, la Campania è la quarta regione d’Italia, e la prima del Mezzogiorno, a vantare il mag-gior numero di zone a bandiera blu (14). Infine, la nostra regione oggi ha 407 km (95%) di costa balneabile, quando nel 2011 questo dato era pari a 309 km (81%). Ma se da un lato possiamo goderci questi risultati soddisfacenti in termini ambientali, nell’entroterra casertano dobbiamo far fronte ad un altro scempio procurato ad una terra ormai stuprata, nuda e stanca d’essere sca-vata perché madre incolpevole di fusti dal tanfo infernale e liquido percolante. C’era tutto questo nascosto sotto 25 ettari di terreno a Calvi Risorta. Una cittadella a 10 metri di profondità, costruita su strati di cemento, rifiuti industriali e vasche di liquidi tossici. Questo eco-disastro è lo specchio di una politica recentemente passata capace di investire solo 8 milioni a dispetto dei 140 messi

L’editorialedi Fabio Corsaro

scappare dai centri di accoglienza, dai punti in-dividuati per farli stazionare, iniziano a diven-tare dei fantasmi sul territorio, molto spesso si macchiano di reati e contribuiscono ad un dis-ordine totale non della società italiana ma del fenomeno migratorio. Non potendolo gestire noi, dovremmo chiedere agli altri Paesi una cosa: arrivano 100 migranti in un mese in Ita-lia? 97 se li dividono loro, 3 se li divide l’Italia, i quali riusciamo ad individuare da dove ven-gono, se possono restare o se devono essere rim-patriati. Su questo l’Europa è sorda e sono sordi quei Paesi che dicono di aver promosso lo spiri-to dell’Unione Europea, come la Francia. Questo è assurdo, è inaccettabile e quello di cui io ac-cuso il Presidente del Consiglio è che ancora non è andato a sbattere i pugni sul tavolo, a minac-ciare l’Europa di non mandargli più i 9 miliardi di euro all’anno che versiamo regolarmente sul loro conto. Allora, tratteniamo 3-4 miliardi e ci gestiamo tutto il fenomeno migratorio, ma noi così non possiamo affrontarla la questione, per-ché non abbiamo una struttura preparata, non abbiamo neanche gli spazi. È chiaro allora per-

a disposizione dal Fondo Europeo per il ripris-tino dei siti contaminati della regione. E c’è chi continua ancora a far politica, chi intende “eliminare” il Corpo Forestale dello Stato e chi dirotta i soldi per le bonifiche altrove. Ma queste terre non sono fatte solo di paesi chimici. C’è chi ad un passato “stereotipizzante” risponde con la cultura. È l’esempio di Casal di Principe, dove è iniziata “la luce vince l’ombra”, la mostra per la quale opere degli Uffizi e del Museo di Capodimonte vi saranno esposte fino ad ottobre. La presenza di personalità del cali-bro di Saviano e Franceschini all’inaugurazione dell’evento sintetizzano l’importanza e il pres-tigio della mostra. Nel nostro piccolo, invece, venerdì 10 luglio alle ore 18.00 inaugureremo la mostra d’arte per-manente presso la nostra sede, orami diventato un vero e proprio centro culturale. Ulteriori in-formazioni le troverete sul nostro nuovo sito, aggiornato e con un look diverso. Concludo dicendo che la scelta di porre in co-pertina Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera, esponente del Movimento 5 Stelle, è per la grande disponibilità dimostrata nei nos-tri confronti, oltre al valore politico e personale che questo giovane campano sta dimostrando a carattere nazionale occupando appena a 28 anni la carica istituzionale di Vice Presidente della Camera. Pertanto per l’ennesima volta, alle sterili strumentalizzazioni di alcuni, rispon-diamo con la nostra storia: siamo e restiamo, come periodico Informare, fermamente apar-titici, non certo apolitici, e certamente singo-larmente abbiamo le nostre opinioni, in pieno rispetto della nostra espressione del concetto di democrazia, come prevede la nostra Costituzi-one e come da sempre abbiamo dimostrato.

ché il regolamento di Dublino non sia mai stato cambiato: ci mangiavano tutti sull’emergenza immigrazione, anche i governi precedenti. In-oltre, credo sia necessario cambiare la politica estera, troppo aggressiva soprattutto nella ven-dita delle armi. Noi dobbiamo stabilizzare, non contribuire al disordine, in regioni come la Lib-ia e le altre zone dell’Africa o dell’Asia in guerra. La politica estera cambia se i paesi capiscono i danni che stanno facendo con le loro industrie belliche e con la loro voracità per il petrolio e per le risorse naturali». I dati dell’astensionismo in Italia sono al-larmanti: in Campania è andato al voto l’11% in meno di elettori rispetto a 5 anni fa. Credi sia una questione di disaffezione politica?«Oggi l’italiano medio si relaziona con la po-litica con un tg di cui il 60% degli spazi sono occupati dal Presidente del Consiglio dei Min-istri, con dei talk in cui il 40% degli spazi sono occupati dal partito del premier, quindi ci ritro-viamo in una situazione in cui la maggior parte

del tempo il cittadino ha la percezione di quello che sta facendo la politica da Matteo Renzi o dal PD. Ciò che cosa produce? L’effetto che io ho sempre rimproverato a Matteo Renzi: dire che le cose vanno meglio quando le famiglie italiane sanno bene che stanno andando peggio. Questo spread tra le parole della politica e la realtà dei fatti ha creato un allontanamento dalla politica sempre maggiore perché se le più alte cariche istituzionali di questo Paese ti raccontano una realtà che non è vera, tu a un certo punto smetti di ascoltarli perché ci si rifiuta di farsi prendere in giro. Noi abbiamo fatto quello che potevamo, abbiamo cercato di coinvolgere il più possibile i cittadini ma è dura con un governo che non racconta più la realtà alle persone. Quindi, la causa dell’astensionismo è questa: la politica dimentica i veri problemi del popolo italiano ed è vero perché la maggior parte delle persone che stanno in Parlamento guadagnano 15 mila euro al mese e chi guadagna questi soldi non li ricorda neanche più quali sono i problemi della sua vita precedente, figuriamoci i problemi che attanagliano la realtà di ogni giorno».

Quanto manca per vedervi al governo di una città metropolitana, di una regione o del Paese?«Noi abbiamo avuto un grande successo a queste elezioni regionali perché come ben sapete abbiamo una sola lista di 25 candidati e ci scon-travamo con liste di 200 candidati, non abbia-mo finanziamenti pubblici, non abbiamo alcun tipo di portatori di voti alla De Mita o ad altri e non ci proponiamo con i soliti vecchi schemi. Abbiamo raccolto € 20.000 di finanziamento privato, cioè dei cittadini che hanno dato un contributo, con quelli abbiamo fatto campagna elettorale in Campania, a differenza di Caldoro e De Luca che hanno speso oltre un milione di euro e nonostante ciò li abbiamo quasi presi, essendo lì a pochi punti percentuali. Che cosa manca? Manca sicuramente la consapevolezza nei cittadini che siamo in grado di governare. Le amministrative se prima erano il nostro tallone d’Achille ora abbiamo dimostrato di potercela gi-ocare anche qui, confermandoci intorno al 20% perché le persone hanno cominciato a vedere come governiamo in altri comuni. La vera sfida sicuramente sarà quella per le città metropoli-tane, il prossimo anno, quando andranno al voto

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MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE6Milano, Roma, dato che Marino è in procinto di dimettersi, Napoli, Salerno, Bologna, Torino… l’anno prossimo sarà un appuntamento eletto-rale importante. La cosa sicura è che noi oggi non solo stiamo am-ministrando bene ma stiamo riparando i guai che hanno fatto quelli di prima, tagliando la sp-esa pubblica inutile e facendo investimenti e ri-parando ciò che hanno cambiato quei partiti che dicevano di saper governare».

Il fatto di non avere un leader a livello na-zionale è un aspetto positivo o negativo a tuo avviso?«Questo ce lo devono dire le persone ma secondo me è un valore aggiunto perché il Movimento ha candidato sconosciuti alle regioni e nonostante questo siamo la prima forza politica in Liguria, a Napoli, a Bari, a Genova e questi sconosciuti diventeranno i volti nuovi del Movimento. Quindi io penso al movimento come un’unica for-za politica che invece di schierare il leader schi-era una comunità di persone che la rappresenta e secondo me questo darà un valore aggiunto a lungo andare perché non crea dipendenza».

Renzi ha definito incos-tituzionale e come assisten-zialismo il vostro ambito reddito di cittadinanza, misura politico-economica adottata in tutta Europa tranne dall’Italia e dalla Grecia. Cosa senti di rispondergli?«In questo Paese è sempre incostituzionale quello che aiuta le persone mentre è costituzionale ciò che le distrugge come la legge Fornero. Assisten-zialismo significa dare soldi senza far fare nulla ad una persona ed esiste già: si chiama cassa in-tegrazione. Evidentemente Renzi o non si è letto la nostra proposta di legge e non mi stupirebbe, o agisce in malafede. Per noi il reddito di cittadinanza significa dare ai 9 milioni di cittadini sotto la soglia di povertà, che secondo l’ISTAT è di € 780 al mese e noi li diamo a chi non li guadagna o chi ne guadagna di meno, quindi a compensativo. Chi usufruisce del reddito dovrà fare lavori di pubblica utilità 8 ore a settimana e il resto della settimana glielo impegniamo per fare un corso di formazione per i lavori che servono all’Italia, non il lavoro dei tuoi sogni. Oggi all’Italia servono informatici, agricoltori e artigiani. Entro un anno ti propon-go 3 lavori e se non li accetti perdi il reddito di cittadinanza. Questo avviene in forme diverse in tutta Europa. Ma in Europa per esempio non c’è il reato di falsa dichiarazione in reddito di cittadinanza. Noi in-vece si, lo abbiamo istituito tanto che si rischiano 6 anni di galera se non aggiorni il tuo stato pat-rimoniale e di reddito rispetto alla dichiarazione. Abbiamo insomma istituito una legge perfezion-ata su quello che avviene in Europa da 20 anni. Questa è una misura di modernità dell’approccio al lavoro. Lo Stato col reddito di cittadinanza ti viene ad aiutare quando perdi il posto di lavoro: ciò vale per un giovane ma anche per un 50enne che perde il posto di lavoro e ha difficoltà a rimet-tersi in gioco per mezzo della sua età».

In merito al decreto della “Buona Scuola”, quali sono i cavilli che hanno scatenato l’insurrezione di molti?«Noi non proponiamo niente di nuovo. Sono 3 i problemi principali che attanagliano il mondo della scuola: l’edilizia scolastica, il cambio degli insegnanti ogni anno e le classi pollaio. Questi 3 problemi si risolvono mettendoci soldi e assumendo con un piano quinquennale tutti i pre-cari. Tutto ciò nella riforma della “Buona Scuola” non esiste: prendono i 4 miliardi che vengono da-gli ultimi 5 anni di investimenti e li spacciano per nuovi. In sostanza il governo attuale non ci mette nulla. Quindi ci sono meno soldi per l’edilizia sco-lastica. Inoltre, si assumono solo 48.000 precari rispetto ai 200.000 presenti. Perché Renzi ha fatto questo? Perché deve giustificare il fatto che lui non mette più un euro nella scuola pubblica. Nel documento ufficiale di economia e finanza firmato dal governo c’è il -0,3% di investimenti nella scuola. Quindi c’è un negativo che deve es-sere compensato con i soldi privati alla scuola, perché a Scampia nessuno mai investirà mentre nelle scuole già belle ci sarà qualcuno che ne ap-profitterà. La cosa peggiore di questa riforma è

che garantisce degli sgravi fis-cali per le famiglie che iscriver-anno i propri figli in una scuola privata. È una follia. È da questo decreto che è inizi-ato il declino di Renzi perché il mondo della scuola è un mondo

di cultura: non lo prendi in giro con la lavagna su cui racconti le balle. Ciò che ha raccontato lui non c’è scritto nel disegno di legge e questo dirigenti, presidi, professori lo sanno».

Che futuro ti aspetti per l’Italia e per la tua Campania?«Noi siamo il Paese in cui bisogna fare quelle cose normali che nessuno ha mai fatto. Io sono qui con questo Movimento non per portare chissà quale stravolgimento per la nazione ma per por-tare quelle 20 cose che nessuno ha mai fatto e che stiamo iniziando a fare nei comuni dove gover-niamo. In questo Paese la riscossione fiscale non deve essere più usuraria ma coscienziosa.

È finita l’epoca del carbone e del petrolio: la sci-enza ci dice che nel 2050 tutto il petrolio del pi-aneta finirà e noi che siamo il Paese ad energia rinnovabile per antonomasia deve ambire a fun-zionare quasi tutto con energie rinnovabili. Se ci diciamo questo noi rilanciamo l’edilizia perché c’è tutto il patrimonio edilizio privato e pubblico da ristrutturare. Significa renderlo più efficiente energeticamente, abbassando del 30% la bolletta energetica degli italiani. C’è bisogno di un reddito di cittadinanza per poter dare una speranza a tutti, come succede in Europa. Dove li prendiamo i soldi? Noi abbiamo da effi-cientare un bilancio dello Stato che è pari ad 800 miliardi di euro. Per il reddito di cittadinanza servono 17 miliardi di euro, il 2% di tutto il bi-lancio dello Stato. Per mettere a posto le pensioni serve lo 0,5% del bilancio complessivo. Ogni spesa che fa lo Stato in termini di beni e servizi (penne, telefoni, cartelline, ecc) costa 130 mil-iardi di euro all’anno. Se noi centralizziamo le spese potremmo risparmiare 40 miliardi di euro. Bisogna ottimizzare la spesa pubblica. Bisogna limitare le spese militari, le pensioni e gli stipendi d’oro; bisogna mettere una tassa sul pedaggio autostradale che in Italia è il più alto d’Europa a concessioni autostradali che pagano le tasse più basse d’Europa, nonché l’1%, mentre a noi ci au-mentano il pedaggio ogni anno. Ci sono da fare inoltre gli investimenti nell’efficientamento energetico. Ogni miliardo sp-eso in questo campo 12.000 posti di lavoro, ogni miliardo invece speso per trivellazioni petrolif-ere porta 500 posti di lavoro. Se si cominciano a fare investimenti nel posto giusto si creano posti nuovi di lavoro. Tagliandoci gli stipendi abbiamo raccolto un fon-do da 10 milioni di euro da cui, entro fine giugno, attingeranno per nascere 8.000 imprese inno-vative. Noi in un mese facciamo nascere 16.000 posti di lavoro in settori biologici, agroalimenta-ri, informatica e per fine anno noi vogliamo pre-sentare i primi 1000 cittadini italiani che erano disoccupati e che oggi hanno un posto di lavoro grazie al taglio degli stipendi dei parlamentari. È questa l’idea di Paese che dobbiamo creare: tagli agli sprechi e fare investimenti giusti».

«€ 780, formazione per uno sbocco occupazion-ale e lavori pubblici gra-tis: questo è il reddito di

cittadinanza»

La redazione di Informare incontra Di Maio alla Camera dei Deputati:da sx, Luigi Di Domenico, Gino Spera, Valeria Vitale, Luigi Di Maio, Marcella Panetta, Fabio Corsaro e Giancarlo Palmese

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Come tutti gli anni, pubblichiamo i dati ufficiali forniti dall’ARPAC.E’ indispensabile affiancare alla lettura dei dati, la consultazione delle mappe interattive, dis-ponibili al sito:

http://balneazione.arpacampania.it/balneazione

La pubblicazione dei dati sullo stato delle acque di balneazione risponde all'esigenza di fornire in tempi rapidi alle istituzioni e all'utenza i dati sulla qualità del mare che emergono dall'attività di monitoraggio condotta dall'ARPAC in ogni stagione balneare. A partire dalla stagione bal-neare 2010 il controllo della qualità delle acque destinate alla balneazione segue i criteri fissati dal decreto ministeriale 30 marzo 2010 che at-tua i principi e le finalità del d.lgs 116/2008 di recepimento delle norme comunitarie.La balneabilità delle zone costiere per la sta-gione balneare 2015 è stata definita ai sensi della nuova norma, con la delibera regionale n. 779 del 30.12.2014 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 3 del 12/01/2015) sulla base dei controlli eseguiti da ARPAC dal 1° aprile al 30 settembre delle ultime quattro sta-gioni balneari (2011-2012-2013-2014).Il giudizio di idoneità di inizio stagione balneare, espresso in delibera, deriva dall'analisi statis-tica degli ultimi quattro anni di monitoraggio in base agli esiti analitici di due parametri bat-teriologici: Escherichia coli ed Enterococchi in-testinali. Tali parametri sono stati considerati dall'organizzazione Mondiale della Sanità indi-catori di contaminazione fecale più specifici ris-petto a quelli ricercati con la vecchia normativa.Le acque di balneazione sono state così classi-ficate secondo le classi di qualità previste dalla norma: Scarsa, Sufficiente, Buona, Eccellente e riportate in forma tabellare negli allegati della suddetta delibera regionale. Relativamente alla classe in cui ricade ogni acqua sono previste diverse modalità di gestione e monitoraggio e l'eventuale adozione di misure di risanamento mirate alla tutela della salute dei bagnanti. Le acque "non idonee alla Balneazione", ad inizio stagione balneare 2015, sono quelle che risultano di qualità "scarsa". di Angelo Morlando

= scarsa

= sufficiente

= buona

= eccellente

= scarsa= punti di campionamento balneabile

= punti di campionamento non balneabile

GLI ULTIMI DATI SULLA BALNEABILITÀ

ZONA PESCOPAGANO, DESTRA VOLTURNO: ECCELLENTE

ZONA PINETAMARE FINO A LAGO PATRIA:ECCELLENTE

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Tra le eccellenze del litorale domitio, non poche e non relegate ad un unico settore, "Informare" questo mese pone l’attenzione sull’ormai rino-mato caseificio "Ponte a Mare", situato sulla Via Domitiana, tra Pinetamare e Castel Volturno. Fondato oltre 40 anni fa dal signor Vincenzo Paolo, oggi rappresenta un fiore all’occhiello per le imprese di Castel Volturno, nonché uno dei migliori caseifici in Italia. In occasione di un evento ricreativo-promozionale che ha coinvolto la scolaresca dell’American School di Gricignano, abbiamo incontrato Gianfranco Paolo, figlio del fondatore dell’azienda e suo attuale gestore, in collaborazione con suo fratello. Ci traccia brevemente la storia del suo ca-seificio?«Mio padre si trasferì qui nel 1972, quindi il caseificio esiste da circa 43 anni. Nel corso del tempo abbiamo avuto degli alti e bassi, periodi d’oro e periodi difficili. Nel ’97 la gestione è pas-sata a me e a mio fratello e negli anni abbiamo apportato modifiche alla vecchia politica azien-dale, attraverso innovazioni, nostre intuizioni, diverse strategie di mercato che alla fine ci han-no dato ragione».Quali sono state le linee guida che non avete mai abbandonato riguardo la ges-tione dell’azienda? Qual è il segreto del vostro successo?«Abbiamo sempre perseguito la linea della qualità: l’attenzione, la cura, la scelta scrupo-losa dei prodotti, la selezione delle aziende cui dare fiducia. Tutto questo è alla base: la differ-enza la fa chi trasforma il prodotto in azienda, il cosiddetto "casaro", che in questo caso sono io. E i riconoscimenti sono arrivati: il primo, rice-vuto dalla rivista "Gambero Rosso", che ha definito la nostra mozzarella la migliore d’Italia, è arrivato nel 2008 ma non ce lo siamo goduto appieno… fare imprenditoria sana in questo ter-ritorio non è facile».Perché non siete riusciti a godervi questo riconoscimento? Cos’è accaduto in quel periodo?«Proprio nel 2008 abbiamo avuto problemi con la camorra. Mi sequestrarono, mi fecero la richiesta estorsiva. E da quel momento la mia famiglia e l’azienda hanno intrapreso un difficile percorso, un periodo buio non facile a descriver-si. Ne ha risentito ogni aspetto delle nostre vite. All’inizio la mentalità di queste zone, purtroppo

CASEIFICIO "PONTE A MARE" DI CASTEL VOLTURNO:

UNA CONSOLIDATA ECCELLENZA ITALIANA

‘abituate’ alle logiche camorristiche e omertose, non ci ha affatto aiutato. Sembrava fossimo noi nel torto…ma le forze dell’ordine ci hanno sup-portato. E pian piano le cose sono cambiate: nel 2011 abbiamo fondato l’associazione anti-racket “Nel regno dei casalesi”- Consumo critico antiracket – Pago chi non paga. Successivamente sono nate I Love Pinetamare, l’AssoCommercianti etc… sono stato una sorta di goccia che ha fatto traboccare il vaso, dando il via ad un percorso che è andato avanti bene e che oggi vede Castel Volturno immersa in un’altra "aria": la risposta dello Stato ha fatto sì che la differenza attualmente si senta eccome, e chi sta sul territorio da 40 anni lo sa. In quest’ultimo periodo c’è un nuovo clima. La strada da fare è ancora lunga ma abbiamo almeno cominciato a percorrerla».Riguardo l’evento che ha coinvolto l’American School di Gricignano: è la pri-ma volta che lo organizzate? Avete coin-volto anche scuole italiane?«E’ il terzo anno consecutivo, ma non con la stessa scuola. Abbiamo coinvolto scolaresche italiane ma devo dire che purtroppo gli alunni nostrani sono molto più indisciplinati, quasi ingestibili. Sotto quest’aspetto dovremmo pren-dere esempio da altri».Altri eventi in programma? Curate molto l’area comunicazionale – promozionale?«Si, siamo pieni di eventi: dalle visite guidate di turisti giapponesi in azienda, al presenziare con i nostri stand a manifestazioni di ogni tipo a Napoli e non solo. Tanti personaggi dello sport e dello spettacolo vengono a trovarci regolar-mente confermando la loro predilezione per i nostri prodotti. Abbiamo varie recensioni su tes-tate come "La Repubblica", e da tutto ciò posso dire che la prima cosa in questo lavoro è inve-stire sul prodotto… il resto viene da sé. Facciamo consegne in tutta Italia: ci contattano attraverso il sito web e in 24/36 ore recapitiamo la mozzarella a destinazione».Ringraziando il signor Paolo, concludiamo os-servando che se questa realtà imprenditoriale non è un’autentica eccellenza italiana, sfidiamo chiunque, specie in territori difficili come Castel Volturno, a trovarne altre degne di essere defi-nite tali.

di Valeria Vitale

Fase di lavorazione della mozzarella

Incontro con i bambini dell'American School di Gricignano

Gianfranco Paolo, gestore dell'azienda Ponte a Mare

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che si snoda nella vallata al centro di una conur-bazione di ventunomila abitanti, tra tre Comuni che poco sembrano fregarsene di questo orrore ambientale. Pignataro Maggiore, Calvi Risorta e Sparanise. Un triangolo che racchiude intere colline di rifiuti probabilmente tossici, ma poi nessuno partecipa alle giornate di lotta e denun-cia.Un corto circuito pericolosissimo che accresce la componibilità di un quadro camorristico unico nel suo genere.La discarica rinvenuta a Calvi Risorta non è figlia di uno sversamento casuale e disomoge-neo, anzi, si tratta di uno dei luoghi di depo-sizione abusiva più strategici e meglio struttu-rati del Mezzogiorno: fosse scavate in maniera sistematica a distanza sempre uguale l’una dall’altra. Quasi tutte con una profondità di 9/10 metri e con la presenza inquietante di strati di concrezione cementizia a distanziare la tipologia di veleni deposti. Veri e propri palazzi di due piani, scavati nel ter-reno tufaceo di Calvi Risorta e riempiti di ogni scarto della vicina industria Pozzi - Ginori e del colosso Iplave, il più grande sito di produzione di vernici e solventi del Sud, fino alla fine degli anni ’80. Già, quell’enorme parco industriale dismesso, abbandonato gradualmente dai primi anni ’90. Un mastodonte apparso nei primis-simi anni ’60, su terreni che fino ad allora non conoscevano altro che frutta piena di zucchero e verdura coltivata ad acqua purissima e sole caldo. Fu la rivoluzione, fu il passaggio dalla pelle scot-tata per le ore passate nei campi, alla tuta blu e la possibilità di fare mutui e comprare mac-chine familiari che, da queste parti, non erano proprio di casa prima che arrivassero gli hangar della Pozzi. Ma fu anche il primo caso di polo in-dustriale tra i più grandi d’Italia a non avere un depuratore per le acque della lavorazione. Forse il primo campanello d’allarme che suonava tra i corridoi fittissimi della Pozzi-Iplave. Ma non solo. Quella straordinaria e improvvisa trasformazione dell’economia casertana, nas-condeva anche la difficile gestione degli scarti di produzione. Tonnellate di scarti solidi e liquidi da smaltire. Oggi, siamo giunti a una produzione di 140 milioni di tonnellate di rifiuti industriali all’anno e, almeno il 30% dell’attività comples-siva degli scarti in circolazione e in fase di trat-tamento, sarebbe sotto un regime agghiacciante di evasione fiscale.Dalla discarica della ex Pozzi, arriva un dato in-contestabile: lo smaltimento ha sempre avuto come caratteristica fondante l’illiceità della ges-tione, una metodologia di smaltimento che si reggeva su una sistematica violazione delle più elementari norme ambientali e di salvaguardia della tutela pubblica.Dal 1978, anno della prima segnalazione dei ri-

fiuti intombati nella zona Pozzi, fino a sei anni fa, l’area immediatamente a ridosso del parco industriale sembra essere stata sempre un grande invaso per la deposizione degli scarti di produzione.Ma non solo la Pozzi, anche industrie europee e grandi poli produttivi italiani avrebbero sversato rifiuti pericolosi in quell’area. Proprio nel 1978 si registrò un’intossicazione collettiva di agricoltori che stavano raccoglien-do delle pesche in quella zona. Il drammatico episodio venne messo al centro di una denuncia del comandate dei Carabinieri di Sparanise, Gi-useppe Clemente. Alla Pozzi venne comminata una multa irrisoria di duecentocinquantamila lire per violazione dell’articolo 675 del codice penale. Fu la prima traccia, la prima avvisaglia di un sistema illegale di sversamento.E’ quella la prima segnalazione del disastro Poz-zi. Da allora, ma si ritiene che gli sversamenti siano iniziati molto prima del ’78, nessuno ha mai pensato di avviare un controllo sistematico e scientifico di quella zona, nonostante le denunce e le perizie. Una in particolare è datata 1998 e porta la firma dell’ingegnere Pietro Martino, incaricato dall’allora sindaco Antonio Capar-co di trovare risposta alla strana conformazione di quel terreno.Martino compilò una relazione precisissima che parlava già di rifiuti pericolosi nei primi strati del terreno. Il documento rimase fermo per anni, decenni, nelle scrivanie istituzionali verso le quali il sindaco Caparco aveva indirizzato la relazione. Oggi Calvi Risorta è finita nell’elenco dei Co-muni sotto protocollo “Terra dei Fuochi” per la presenza della discarica abusiva di materiale industriale più grande d’Europa.I giornalisti lo denunciavano da anni, il silenzio degli altri ha lasciato che si sversasse in quella zona per tre decenni. Forse la discarica della ex Pozzi è figlia più dell’omertà di questo popolo che di un delirio sinergico tra imprenditoria de-viata e camorra.

di Salvatore Minieri

CALVI RISORTALa discarica abusiva più grande d'EuropaQuesto è un posto che accoglie teatranti. Person-aggi pratici del gioco, della simulazione plateale. Nascondere, per contratto scenico, lo stato reale delle cose. Lo facevano affamati attori delle os-cure compagnie teatrali di duemila anni fa, nel teatro della vicina Cales, l’antica e nobile Calvi Risorta degli Ausoni. Hanno continuato a farlo in molti, fino a lunedì 15 giugno di quest’anno. Quella data è il primo vero muro che ha diviso due epoche: quando si faceva teatro per soprav-vivere, e la paga era un solo pasto nelle tabernae riservate ai guitti, e oggi, epoca in cui un teatro fatto di interviste pedisseque e superficiali co-municati stampa, serve a distrarre da una città sepolta che di certo non contiene i resti dello charme nobiliare di popoli eleganti e dialetti av-volgenti, ma plastica, fusti che emanano tanfo infernale e rifiuti industriali nascosti sotto 25 et-tari di terreno. Un paese chimico, una cittadella a 10 metri di profondità, costruita su strati di cemento e vasche di liquidi tossici.Calvi Risorta, provincia di Caserta, perla di un’archeologia mai rilanciata, ma solo chiacch-ierata in 40 anni di campagne elettorali. Calvi Risorta che credeva ancora di essere eco di attori passati qui per recitare grasse atellane, si scopre eccellenza tossica, paese di primati chimici e tu-morali.«Qui sotto? - affermava col fiato fiaccato dal cal-do, il generale Sergio Costa della Forestale nei primi giorni di scavo - forse ci sono due milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi». Poi le ruspe e gli scarponi militari che affonda-vano nelle collinette di terra schiumosa e puz-zolente. Eccola la discarica abusiva di rifiuti industriali più grande d’Europa, un moloch sotterraneo

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Una delle ultime pubblicazione dell'ISPRA è la numero 120 del gennaio 2015. Il documento è stato approvato dal Consiglio Federale delle Agenzie Ambientali e rappresenta il prodotto finale delle attività svolte dal Gruppo di Lavoro interagenziale Fitodepurazione – Area di attività “Monitoraggio e controlli ambientali”. La coor-dinatrice è la dott.ssa Silvana Salvati dell'ISPRA - Dipartimento Tutela delle Acque Interne e Ma-rine, mentre gli autori appartengono all'ISPRA e alle ARPA Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Puglia. E' una pubblicazione a cui tengo molto personalmente, perchè credo tantissimo nella fitodepurazione e se fosse stata applicata già dagli '70, quando erano già note quasi tutte le caratteristiche del sistema, oggi non dovremmo pagare dazi enormi nel campo ambientale.Questa guida approfondisce la tematica dei controlli nei sistemi di fitodepurazione che trat-tano reflui urbani e domestici, provenienti da insediamenti inferiori a 2.000 Abitanti Equiv-alenti (A.E.). Per tali potenzialità, spesso non risulta economicamente conveniente effettuare il collettamento dei reflui ed il loro recapito in depuratori convenzionali di taglia maggiore.In merito, è giusto fare un approfondimen-to normativo: la legge nazionale (D.Lgs. n. 152/2006) prevede espressamente il rispetto di norme di emissione per insediamenti inferiori a 2.000 A.E. ma demanda alle Regioni il compito di stabilire o meno limiti tabellari allo scarico o di ricorrere alla definizione di soglie di abbat-timento per classi di potenzialità. In Campa-nia, non sono stati presi ancora provvedimenti, mentre altre regione come le Marche, la Lom-bardia e l'Emilia Romagna hanno legiferato in merito e hanno specificato le caratteristiche tec-niche degli impianti al di sotto dei 200 A.E. Normare tali potenzialità è fondamentale, per-ché sarà possibile confrontare realisticamente gli studi di fattibilità con varie opzioni. Non sempre è conveniente fare chilometri di fognat-ura per servire poche centinai di abitazioni. Se si vuole, si può migliorare.Per saperne di più:- www.isprambiente.gov.it/it

ATTIVITÀ DI CONTROLLO

NEI SISTEMI DI FITODEPURAZIONE

di Angelo Morlando

Si sono finalmente aperte le porte di Re-start, il sito museale di Casal di Principe, e tanti sono stati gli ospiti di eccezione che tra venerdì 19 e domenica 21 giugno, hanno raggiunto il paese per visitare la mostra La luce vince l'ombra.Alla conferenza stampa, secondo le direttive del Ministero dei Beni Culturali, sono giunti a Casal di Principe giornalisti provenienti da tutta Europa, per raccontare nel mondo la grande storia di rinascita che in questi mesi si sta scrivendo in queste terre da sempre mar-toriate dall’immagine nefasta della criminalità organizzata. Il primo ospite è stato lo stesso ministro Dario Franceschini che ha descritto l'iniziativa come "un'opera di grande intelligenza, coraggio e orgoglio che non riguarda solo la Campania ma tutta l'Italia. Una storia di riscatto", continua il ministro, "in un luogo così simbolico che ha messo insieme tante forze: dai volontari alle forze dell'ordine, alle imprese che hanno deciso di sostenere questa grandiosa rinascita". Ospiti dell'ex villa sequestrata a un boss dei casalesi, sono stati il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca che ha affermato di essere "felice ed orgoglioso di visitare questa meravigliosa mostra che contribuisce in modo importante ad affermare la legalità, crea una grande attrazione culturale per il territorio, mobilita energie creative. La camorra si sconfigge con la prevenzione e la repressione, con la creazione di posti di lavoro ma anche riscattando l’immagine dei territori e delle comunità con iniziative come La Luce vince l’ombra". A fare eco alle parole del ministro dei beni cul-turali e del neo presidente della regione è il sin-daco di Napoli, Luigi De Magistris, che pure si ritiene orgoglioso dell'iniziativa e aggiunge: «La vera novità è che qui a Casal di Principe si sta unendo non solo la Campania che dice «no»

alle mafie, ma anche quella che dice «si» ad un futuro fatto di legalità e che lavora ogni giorno per questo».

Ma l'ospite che forse ha commosso di più il pop-olo casalese è stato Roberto Saviano, giunto a Casale in occasione dell'apertura della mostra il 21 giugno. Invitato a riscrivere una nuova sto-ria di Casale che finalmente concerni la luce del risveglio e dell'arte a discapito dell’ombra della violenza camorristica, il giovane scrittore e gior-nalista esprime il suo ringraziamento al popolo casalese per "avermi accolto come non sono mai stato accolto". Saviano decide di incontrare e parlare con gli ambasciatori di questo progetto (giovani vo-lontari che lavoreranno nel museo per tutta la durata della mostra, comunicando il senso della rinascita testimoniato da un intera comunità): “La bellezza di questa mostra non è solo sim-bolica, ma ha un suo indiscutibile valore artis-tico, questa è la vera vittoria, ed è un serbatoio di forza e coraggio a cui attingere nei momenti di sconforto, sia collettivo che personale”.

di Filomena Diana

LA LUCE VINCE L'OMBRA: il grande riscatto di

Casal di Principe

Roberto Saviano con gliambasciatori della mostra

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“La Parola Creatività è una parola che guardo con un po’ di sospetto” così il cantautore di Cortona dà inizio al dibattito. “Preferisco di gran lunga la pa-rola Invenzione. Mi piace pensare che l’universo sia stato già creato e che noi possiamo semplice-mente riassemblare le cose in combinazioni infi-nite. Il senso è nell’invenzione, in particolare nel mondo dell’arte.” La parola Creatività passa il testimone ad un’altra parola chiave: Contamina-zione. “Questa parola mi fa subito pensare ad una malattia. Un’altra parola strana, non sostituibile con nulla, la mia vita è contaminazione. Io non ho imparato a mischiare le cose, sono nato mischi-andole, infatti il mio primo lavoro è stato il D.J., una persona che mischia due cose per crearne una terza”. Il seminario va avanti e pian piano prende la forma di una vera e propria lezione, la cui materia principale, ovviamente, è la musica e i suoi linguaggi. L’industria culturale è sviluppo, è economia. L’arte non è solo un momento di di-vertimento e svago ma è anche un’opportunità di produzione, per questo la riapertura dello stadio S. Paolo ai concerti rappresenta un momento cru-ciale per la crescita della nostra città. “Quando è arrivata la notizia per me fu una grande emozione, L’ultima volta per me fu pro-prio al concerto di Pino Daniele, mio carissimo amico, come ospite insieme a Raiz. Quando ho

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TANTI AUGURI FEDERICO II

saputo che la mia data si poteva fare al San Paolo sono stato davvero felice. L’idea che una città come Napoli non avesse un palazzo dello sport da utilizzare anche come tempio della mu-sica e dei concerti mi faceva male, anche perché Napoli non è una provincia ma una delle più grandi capitali d’Europa”. Facendo una rifles-sione sul compianto Pino Daniele, Jovanotti racconta: “Il primo concerto che ho visto in vita mia da pagante, nel 1981, è sta proprio quello di Pino. Lo andai a vedere perché in quel momento della mia vita ero totalmente esterofilo e Pino mi pose davanti la sua portata internazionale. Io sono stato più che un suo fan, un allievo. Ad un certo punto ci fu la benedizione: Pino accettò di fare il tour in trio con me ed Eros Ramazzotti. Quest’ultimo era già molto amico di Pino e già avevano fatto un tour internazionale insieme, il loro manager cercava un’idea per riutilizzare quel format e riproporlo alla ribalta. Si decise di fare un trio e Ramazzotti propose me. Pino è stato un mio affezionatissimo amico, lui mi ascoltava e mi commentava con intelligenza. Ci scambiavamo insegnamenti, i miei erano istin-tivi mentre i suoi erano studiati. Lui era pazzo della musica”. L’aula Coviello del palazzo di Giurisprudenza è stata frequentata negli anni da alunni, amici, in-segnanti e segretari. Una cosa è certa: un professore così, nell’aula Coviello, non c’è mai stato.

di Salvatore De MarcoFoto di Renato Esposito Newfotosud

Voce tremante ed occhi lucidi: questo è Paolo Sor-rentino con indosso la toga accademica propria di chi sa di esser una persona riconosciuta ed impor-tante nell'attesa di ricevere la laurea ad honorem in filologia romanza da Gaetano Manfredi, Ret-tore dell'Università Federico II di Napoli. L'aula Magna appare gremita di persone del mondo uni-versitario e studenti che sorridenti ascoltano con senso di ammirazione e appartenenza il discorso del premio Nobel Paolo Sorrentino: “Tornare alla Federico II così come tornare nella mia amata città -dice Sorrentino - è un emozione fantastica, molto più della notte degli Oscar. Lì c’è una platea piena di cinema e mi trovo più a mio agio, l’Università mi incute un timore rev-erenziale, infatti a suo tempo non riuscii a lau-

rearmi". Sorrentino sottolinea poi la differenza che intercorre tra il registra e lo spettatore, tra lo scrittore e il lettore: i primi tentano di stupire i secondi si lasciano stupire. A tal proposito dichi-ara: “La necessità di meravigliare è una necessità infantile e immatura. È quello che fanno i bam-bini davanti ai genitori, provano a sbalordirli nel salotto di casa per diventare indelebili ai loro occhi ed è esattamente quello che fanno attori e registi. Per me ha senso fare film, ha senso scri-vere libri affinché posso coltivare il desiderio e l’illusione di sbalordire il prossimo”. Parole, pause e intercalari tutti volti a descrivere il sottile confine che separa il mondo reale da quello cinematografico, un mondo all'interno del quale Sorrentino ha potuto dare vita alle paure più remote, alle ansie della propria giovinezza, ai ricordi di anni ormai passati, all’incapacità di esprimere ciò che prova personalmente ma che poi rende magico e palpabile rivestendo i person-aggi e gli attori in maniera magistrale: “Quando vedo i miei attori muoversi così bene come avrei voluto muovere io a 18 anni , quando li vedo par-lare, amare, piangere come avrei voluto fare io a 18 anni sto bene, l'ansia svanisce e mi illudo -il tempo di un ciak -che la loro spensieratezza sia la mia”. Queste parole dimostrano quanto per Sorrentino scrivere un libro o dirigere un film si codifichi non come la necessità di inventare posti, luoghi e per-sone fine a se stessi, bensì quanto sia importante essere, dire e pensare ciò che per tutta la vita non si è riusciti a fare perché magari troppo impegnati a recitare un parte non propria.

di Martina Giugliano

Tanti eventi e tanti personaggi per festeggiare i 791 anni della Federico II, l'università più anziana del mondo. Due personaggi su tutti hanno animato questa “festa di compleanno”: Il cantautore Jovanotti e il regista, premio No-bel, Paolo Sorrentino.

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4 Aprile 2015, muore Gustavo Minervini. Forse questo nome ai più non dirà niente, a mag-gior ragione è importante capire chi è e cosa ha fatto. Minervini è stato un avvocato, studioso e parlamentare napoletano, impegnato politica-mente negli anni di piombo della finanza italiana, gli anni 80. Anche se si è appassionati di calcio è opportuno conoscerlo, in quanto è stato am-ministratore giudiziario della procura per il Cal-cio Napoli durante il periodo del fallimento. In ultimo è stato avvocato e consulente del banco di Napoli durante il periodo della privatizzazione delle banche, voluto dalla Banca d’Italia, per poi diventare presidente della Fondazione Banco di Napoli. Proprio nell’ultima sede che l’ha visto protagonista, la Fondazione, è stato celebrato l’evento commemorativo in sua memoria. Un evento per soli ricercatori in quanto, tralasciando i familiari, sono accorsi professori universitari e ospiti di gran prestigio che, partendo dall’operato di Minervini, hanno avviato grandi riflessioni economiche e giurisprudenziali. “Innanzitutto parliamo di un grande studioso, ma non solo”, così Stefano Rodotà ha iniziato il suo ricordo. “Proprio in questa grandezza vanno ricercati i motivi che hanno fatto di lui un grande parla-mentare. Gustavo era consapevole della respon-sabilità che c’era nel mettere il sapere al servizio dell’istituzione pubblica. Quando creammo la sinistra indipendente abbiamo goduto di una straordinaria libertà e decidemmo di fare inter-venire anche Minervini, ogni attività che si svolga in piena libertà gratifica le persone. Lui amava

IN MEMORIA DI GUSTAVO MINERVINI

BLOCK PARTY

confrontarsi su tutto con tutti e ricopriva un peso assoluto nella V commissione. Quando prendeva la parola tutti lo ascoltavano con massima atten-zione e vi assicuro che aveva un peso non indiffer-ente ciò che diceva. Il grande insegnamento che mi ha lasciato con il suo stile è che non c’è buona politica senza buona cultura. Momento emblema-tico della sua esperienza fu quando lesse in aula i 1000 nomi degli appartenenti alla lista P2, sa-peva che in quel momento era accaduto qualcosa che non poteva essere scritto, come lui soleva fare, ma doveva essere declamato. Se ad oggi io dovessi indicare un parlamentare da prendere come modello indicherei sicuramente lui, per la cultura e per la serietà nell’intraprendere le fun-zioni pubbliche. Elementi che oggi scarseggiano.” Altro ospite d’onore è stato l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intimo con-oscente di Minervini, che ha offerto il suo person-ale ricordo. “Oggi non potevo non esserci” Ecco le prime parole dell’ex presidente, “Conoscevo Minervini dai tempi del liceo e già all’epoca era un ragazzo brillante. Non è mai stato comunista, bensì un democratico di sinistra. Pur continu-ando la sua carriera extra universitaria decise di unirsi alla sinistra indipendente, dando alla sua carriera in parlamento un taglio decisamente fi-nanziario, occupandosi delle attività creditizie e bancarie. Importante fu il suo Articolo 8 nella legge dell’86’ riguardo la parità di trattamento creditizio ai clienti delle diverse regioni d’Italia. Parliamo di un grande meridionalista, ma soprat-tutto di un grande uomo.” Gustavo Minervini è stato l’ultimo grande esempio di professionalità politica proveniente dal mezzogiorno d’Italia, un esempio che ancora oggi dovrebbe essere seguito come emblema di insediamento culturale all’interno di una politica che sembra scarseg-giare, non solo culturalmente, sempre di più.“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore” (Costituzione Italiana, art. 54)

di Salvatore De MarcoFoto di NewFotoSud - Alessandro Pone

Il parco San Gaetano Errico è un’oasi verde di ricreazione di Secondigliano, dove si è svolto il Block Party, festa folkloristica ispirata diretta-mente dal quartiere Bronx di New York, ma riv-isitata in chiave napoletana dal Larsec, laborato-rio di riscossa secondiglianese, associazione non profit che ha come mission principale la riqualifi-cazione territoriale attraverso manifestazioni cul-turali e artistiche a sostegno del senso civico e del rispetto ambientale. Nel parco gremito da gente accorsa da tutto il quartiere era presente anche l'assessore ai giovani Alessandra Clemente che ha sponsorizzato il progetto includendolo nella rassegna “giugno giovani”. Alla manifes-tazione hanno partecipato gruppi musicali com-posti da giovani appartenenti a vari generi, jazz, percussioni africane, pop e musica d'autore.«Abbiamo ricreato l'atmosfera che si trova di solito nei grandi parchi d'Europa fondendola con l'idea di Block Party proveniente dal Bronx di New York, quindi unire l'atmosfera del quar-tiere con quella folk, quindi Europa e America insieme - ha dichiarato uno dei fondatori del Lar-sec, Vincenzo Strino - l'idea di fondo è quella di sensibilizzare la cittadinanza del quartiere sulla qualità di questo parco che è splendido, quindi perché non valorizzare le eccellenze di Secon-digliano visto che già ci sono?».Oltre al Larsec hanno partecipato attraverso au-tofinanziamento anche associazioni molto note come “Adda Passà a Nuttata”, “L’Agorà Partenopea”, “Cosdam”, “Endless Project” e “Scampia Rugby”, tutte operanti nell’area nord in quartieri a rischio.

di Vincenzo Barbato

Stefano Rodotà e Giorgio Napolitano ricordano Gustavo Minervini, avvocato e parlamentare illustre.

A Secondigliano il folk si mescola alla vita del quartiere

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JOSI G. DELLA RAGIONE: il sindaco più giovane della Campania

e la rinascita dell'area Flegrea

NAPOLI CITTA'

Ecosostenibile

Il 14 giugno resterà per la città di Bacoli una data memorabile, da annoverare tra gli straordinari avvenimenti che possono cambiare un'intera re-altà territoriale. Parallelamente alla vittoria di Giuseppe Pugliese a Monte di Procida e di Rosa Capuozzo a Quarto, Bacoli elegge il ventottenne Josi Gerardo della Ragione, sindaco più giovane della Campania.L'evento è sentito come un vero e proprio punto di svolta per la politica dell'area flegrea. Come comincia il tuo interesse politico?«Ero rappresentante di istituto al mio liceo Sen-eca di Bacoli e già all'epoca quando facevamo manifestazioni studentesche decisi di non opera-re solamente nella scuola ma di stare tra i miei concittadini. Poi ho frequentato l'Università e fondai, con alcuni amici che ancora oggi mi af-fiancano, un blog di denuncia: freebacoli. Segnalavamo le anomalie del territorio per una corretta informazione, cercavamo risposte dai cittadini e via via quello che facevamo comin-ciava ad avere una grossa eco mediatica. Già all'epoca ricevemmo le prima minacce. Nel 2010 divenni consigliere comunale di opposizione. Cercavamo indipendenza rispetto ai partiti rac-chiusi nei piatti schemi della vecchia politica». In cosa consiste il tuo distacco dalla vec-chia politica?«La novità sta nel fatto che noi ci muoviamo su una triplice attività: istituzionale (in qualità di rappresentate comunale), popolare (attraverso l'associazione) e mediatica (grazie al blog). Ab-biamo fatto tante battaglie insistendo sui temi di ambiente e beni archeologici e a poco a poco siamo riusciti ad avere una presa sul popolo. La nostra rivoluzione è cominciata sul web».Come è stato possibile ottenere una vitto-ria così radicale tanto da riuscire a spaz-zare via gli ex rappresentati politici?«Abbiamo pensato di andare al vertice della politica per cacciare via le precedenti amminis-trazioni e interrompere il clima di mortorio che si era creato nella nostra città. Presentammo lo scorso anno la nostra candidatura storica (mai nessuno l'aveva presentata un anno prima) e

abbiamo costituito una strategia di cinque liste civiche il ché ci ha permesso di mettere in campo oltre settanta candidati consiglieri e di sfidare anche le altre coalizioni, senza compromessi con altri partiti. La grande impresa è essere riusciti a portare alle urne oltre il 70% dei cittadini di Bacoli e al ballottaggio il 60, quando, in realtà limitrofe, è andato a votare il 38 per cento dei cit-tadini». La tua vittoria la definisci per i cittadini? Cosa vuol dire?«La mia proclamazione è per i cittadini, la mia battaglia non è nominale ma di contenuto. Oltre 4.000 abitanti erano presenti alla proclamazione in piazza: un plebiscito di gente, amici e simpa-tizzanti che entrano nel comune, appropriandosi di un bene che è loro. Il popolo si è auto votato e si è ripresa la fascia tricolore». Quali sono le maggiori criticità che la nuo-va giunta deve affrontare?«Sono tante, ma siamo consapevoli del fatto che se non ci fossero state la gente non ci avrebbe scelto. Ci sono problemi enormi in termini di dis-occupazione giovanile, ancor più gravi in una terra che non riesce a trasformare la bellezza in ricchezza, problemi relativi alla viabilità, all'inquinamento, ma il problema principale era l'apatia, la rassegnazione; e queste le abbiamo sconfitte!».Come dialoga Bacoli con i paesi limitrofi?«Ottimamente, c'è un comune entusiasmo che ci permette di rinascere insieme». Da sindaco più giovane della regione, ai giovani sfiduciati dalla politica cosa senti di dire? «Voglio dire a tutti i giovani impegnati per il cambiamento che bisogna smettere di utilizzare le elezioni soltanto come momento di rappresen-tanza, bisogna strutturare e fare strategia elet-torale, la volontà di cambiare deve essere comu-nicata. Il territorio lo viviamo noi e noi dobbiamo cambiarlo. Se si capisce questo la città stessa ti da una mano. Le rivoluzioni partono dai comuni, se il miglioramento non proviene dal basso sarà sempre una sconfitta». di Filomena Diana

Energie pulite per una città intelligente è questo lo slogan che ha fatto da sfondo ad un intero evento in nome del rispetto dell'ambiente e dell'uomo, organizzato presso Quartiere In-telligente a Montesanto dall'Associazione Dema e Green Italia al fine di offrire strumenti di riflessione che possano contribuire ad attivare il protagonismo dei cittadini e spingerli fuori da una dimensione di attesa. Quartiere Intelligente è il luogo dove sperimentare le diverse declinazi-oni della città ecologica, operando tra cittadini e aziende, divulgando una nuova cultura ambien-tale e tecnologica sensibile alle tematiche del rici-clo, del risparmio energentico, sharing economy e della ricerca artistica contemporanea. In mer-ito agli obiettivi esposti in essere nel quartiere intelligente abbiamo intervistato Maria Cristina Di Stasio, presidente Associazione Montesanto. Quali sono le attività promosse dal quar-tiere intelligente?«Le attività del Quartiere Intelligente compren-dono tutte quelle pratiche che mirano ad una scelta ecosostenibile del “pensare”, del “fare” e del “condividere” che possono migliorare la qualità sociale ed ambientale di una città, generando nuove economie della sostenibilità. Far rinascere uno spazio degradato in un'area strategica, recuperare ad usi sociali, economici, ricreativi e culturale un frammento di urbanità significa tanto e attraverso la spinta del Q.I. queste arie desuete possono diventare un avam-posto della città intelligente inclusiva e sosteni-bile del futuro». Perché puntare proprio sul quartiere Montesanto? «Montesanto è un quartiere hub della città di Napoli. È un importante nodo di mobilità ur-bana: in questo quartiere denso e ricco di vari-età umana di ogni estrazione si trova il perché del nostro impegno. Puntare su Montesanto è al centro della strategia del Q.I, porsi al centro di un processo di rigenerazione urbana open source, che estende la sua progettualità oltre i suoi spazi per coinvolgere tutta l’aria significa che il degrado non deve schiacciare la bellezza della città. In particolare, uno dei principali obiettivi consiste nel progetto di rigenerazione della scala e degli spazi urbani circostanti che spesso sono stati scenari di inciviltà e degrado.L’evento in nome dell’ambiente e di una soci-età sostenibile è stata ricca di personalità im-portanti come Carmine Maturo, Coordinatore Green Italia Campania, Massimo Bruno, capo relazioni esterne ENEL, e Andrea Poggio, vi-cedirettore di Legambiente, tutti concordi nell’affermare che per vivere bene, in una città che rispetti l’uomo e le proprie esigenze bisogna agire nel bene della collettività pensando sempre al miglioramento di tutte le aree pubbliche. Ecco il motivo per il quale c’è bisogno dell’impegno di tutti per cambiare le cose e costruire assieme un modello di città più vivibile, più sostenibile ed intelligente». di Martina Giugliano

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L’Assessorato alla Cultura di Capua, il Museo di Arte Contemporanea e Cittadella dell’Arte ‘Terra di Lavoro’ (MAC) e il Centro Unesco di Caserta hanno organizzato un programma molto intenso di attività per il mese di giugno e per il 4 luglio, quando la Città e i suoi Artisti* sono stati ospitati e promossi all’Expo in virtù di un accordo cul-turale e commerciale siglato con il gruppo ban-cario Intesa Sanpaolo Banco di Napoli.

Il 7 giugno, alla XXVI edizione della mostra in-ternazionale di pittura che si è tenuta a Forchia, in provincia di Benevento, gli Artisti del MAC Enrico Servadei e Nicola Badia si sono ag-giudicati rispettivamente il II e il III posto nelle sezioni ‘opere da studio’ ed ‘estemporanea’. Il 15 giugno, nello splendido cortile di Palazzo Lanza, nell’ambito dell’evento ‘Capua, il luogo della lingua’ è stato presentato il libro ‘Petra narrat’ a cura della Prof. Jolanda Caprigli-one, Assessore alla Cultura di Capua e Presi-dente del Centro Unesco di Caserta, e dell’On. Antimo Cesaro, Deputato della Repubblica. Alla manifestazione hanno partecipato il Dr. Carmine Antropoli, Sindaco di Capua e l’Ambasciatore Lucio Alberto Savoia, Seg-retario Generale della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. Il 27 giugno si è tenuto l’evento ‘Notte bian-ca a Capua’. Sono state presentate: la mostra ‘Last finds…’ a cura degli Artisti Marco Ab-bamondi e Stefano Ciannella; la mostra di design ‘Occhio e malocchio’ a cura delle Prof. della SUN Jolanda Capriglione e Danila Jaca-zzi; la mostra d’arte ‘Capua abbraccia i suoi Artisti’ a cura degli Architetti Alessandro Ciambrone e Angelo di Rienzo, e la mostra ‘Capua fra identità storica e visioni con-temporanee’ con le foto dell’Arch. Ludovico Mascia. La manifestazione è stata organizzata

CAPUA E GLI ARTISTI DEL MAC CITTADELLA

DELL’ARTE ALL’EXPOArch. Alessandro Ciambrone, MAC, direttore artistico

[email protected]. Ludovico Mascia, MAC, design and communication

[email protected]

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in partnership con ‘Nessundorma’ (gruppo Scout di Capua), il magazine di promozione cul-turale Informare e l’associazione Officina Vol-turno. Le mostre sono state presentate anche il 4 luglio all’Expo, con alcune novità: il video ‘I Love Capua’ elaborato gratuitamente per la città dalla società Alphalab Creative Media Studio (CMS) e la mostra fotografica ‘Capua la Splen-dida’ del Maestro Franco Cucciardi. È stato inoltre organizzato un evento per il 10 luglio nella sede di Informare – Officina Voltur-no a Pinetamare, per inaugurare la mostra d’Arte degli Artisti del MAC ‘Terra di Lavoro’ alla pre-senza dei rappresentanti istituzionali delle città di Capua e di Castel Volturno, dei presidenti delle associazioni del territorio, degli allievi delle scu-ole e dei cittadini.

*Livio Marino Atellano, Angelo Baccanico, Nicola Badia, Renato Botte, Sara Carusone, Al-fredo Cordova, Francesco Costanzo, Evan De Vilde, Mario Giacobone, Tina Lattarulo, Pina Magro, Gabriele Marino, Leonardo Martellucci, Rosanna Montanaro, Germaine Muller, Ivan Pili, Anna Pozzuoli, Livia Raucci, Enrico Servadei.

Inaugurazione della mostra degli Artisti del MAC Cittadella dell’Arte Venerdì 10 luglio 2015 ore 18-20 Sede di Informare, Pinetamare

Foto di Ludovico Mascia: pag. 16 Capua - pag. 17 Presentazione del libro 'Petra Narrat', Capua, Palazzo Lanza 14 giugno 2015

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Scampia è una zona di Napoli conosciuta in tut-to il mondo per essere una delle aree più degra-date e a rischio per ogni giovane in cui cresce, sembra quasi un destino certo quello di essere adescati dalla camorra o finire in brutti giri. In realtà non è così. Scampia è composta da gente professionale ed onesta, che è sempre pronta a rimboccarsi le maniche e tirare fuori il meglio dai bambini e dai ragazzi che vi abitano, anche senza l’aiuto sia morale e sia economico dello Stato. Oggi parliamo di una storia di riscossa, dove i bambini ridono e attraverso forme artis-tiche imparano non solo cos’è la legalità, anche come approcciarsi al prossimo.Le famiglie infatti sono state ben liete di parte-cipare al laboratorio Bell’ e Buono. Il progetto, iniziato venerdì 12 giugno, consiste in una serie di laboratori di espressività e didattico-educa-tivi che coinvolgono i giovani dai 14 a 16 anni con problemi di integrazione, disadattamento scolastico e situazioni di svantaggio familiare e sociale, alle quali, da sola, la scuola non può far fronte. “Uno di questi ragazzi, figlio di carcerati, durante una scenetta ha esclamato - ti sei preso, i miei soldi ora chiamo la poli-zia - ti sembra normale? Qui siamo a Scampia e a quel ragazzo la polizia gli ha arrestato il padre, lui però aveva capito. Se ne salviamo anche solo uno di questi bambini, abbiamo fatto tanto”. Ce l’ha dichiarato Lucia Precchia, priscomotricista e coordinatrice del laboratorio Bell’ e Buono.Attraverso la Musica, pittura, teatro e insieme ad altre arti, si rappresenta un'occasione di riscatto che coinvolge i bambini e le famiglie del quartiere di Napoli. Il tutto è stato promo-

All’interno del circolo di eventi “Caffè on the road” viene (ri)presentato un libro uscito nel Maggio 2010. “Assalto al PM”, è questo il ti-tolo del libro scritto da Luigi De Magistris in cui egli stesso, in prima persona, narra le vicende che lo hanno visto da protagonista, da magistrato e da imputato. L’intero scritto gira intorno alla vicenda personale di un magistrato, ma innan-zitutto di un uomo, che viene espropriato della propria carriera, interrompendo, tra le altre cose, una dinastia di magistrati. «Mio padre era con-trario al trasferimento siccome era venuto a sapere del mio operato in Calabria e gli venne detto: tuo figlio lo uccidono, o fisicamente o pro-fessionalmente. Sono stato fortunato perché nel mio periodo la mafia non ammazzava fisica-mente, non perché fosse più debole, al contrario. Il mio è stato un omicidio professionale». Ricordando la sua esperienza da magistrato, l’odierno Sindaco di Napoli, racconta: «Il prob-lema reale è che nello Stato vive L’Anti-Stato, il quale si riversa su tutti gli organi che formano il primo, tra questi la magistratura. Io sono stato il magistrato più verbalizzato della storia d’Italia, sono stato ascoltato ben cento volte. Ci sono verbali che riguardano anche Giorgio Napolitano, ministri, senatori. Tante per-sone che hanno lavorato con me hanno pagato un prezzo altissimo perché avevano scelto di schierarsi! In Calabria io lavoravo dalla mat-tina alla sera. Seppi tramite mezzo stampa che l’allora ministro della giustizia, Clemente Mastella, richiese il mio trasferimento. Iniziò, così, un associazionismo spontaneo della gente mosso a tutela del mantenimento del mio in-carico in Calabria. Raccolsero centomila firme per dire –No- al trasferimento di un magistra-to! La questione è nella scelta. Le persone della Calabria, come scrissi in una lettera a Giorgio Napolitano, avevano deciso di schierarsi, lo Stato no». Infine, De Magistris ricorda la causa del suo omicidio professionale, ampliamente spiegata nel libro: «Il processo durò tre mesi. Io venni condannato e trasferito con censura per incompatibilità funzionale. Dovevo partire dalla Calabria, dove avevo svolto un ottimo lavoro, e mi veniva strappata la toga. Nicola Mancino, vicepresidente del con-

ASSALTO AL PM: UN LIBRO DI LUIGI DE MAGISTRIS

SCAMPIA - Nasce il progetto BELL’ E BUONO per insegnare LEGALITÀ ai bambini

sso dalla fondazione Valenzi e sovvenzionato dal dipartimento della gioventù; il coordinamento del laboratorio è stato affidato a Lucia Precchia, psicomotricista, ai suoi 12 collaboratori che gra-tuitamente si formano e operano per assicurare una corretta integrazione dei bambini immersi in un ambiente sociale apparentemente ostile e degradato.La dottoressa Precchia ha inoltre affermato a proposito della partnership del comune di Napoli: “Il comune di Napoli è miope e non ha sponsorizzato l’iniziativa e per ora i soldi dal ministero ancora devono arrivare, ci siamo au-tofinanziati su tutto. Stiamo colmando nel nos-tro piccolo un vuoto istituzionale”.Vuoto colmato anche dal preside dell'istituto Paolo Vattimiello che ha messo a disposizione dell’associazione la scuola come sede operativa, la vice preside Paola Cortellessa, la presidentessa della fondazione Valenzi, Lucia Valenzi e Margh-erita Dini Ciacci, presidentessa di Unicef Campa-nia, che ha sponsorizzato moralmente e cultural-mente l'iniziativa.

di Vincenzo Barbato

Da sx, Margherita Dini Ciacci, Paolo Vattimiello, Lucia Precchia e Lucia Valenzi

siglio superiore della magistratura, leggendo la sentenza non aveva il coraggio di guardarmi. Tutto questo perché? Non avevo avvisato a fine

Marzo 2007 il mio procuratore della Repubblica che stavo per mandare un’informazione di ga-ranzia al coordinatore regionale di Forza Italia, senatore, avvocato, indagato in un’inchiesta molto delicata. Non lo avviso perché in alcune intercettazioni era uscito il suo nome ed era, tra l’altro, amico del senatore. Dovevo difendere l’indagine, per questo non lo avvisai. Questa è stata la mia grande colpa».Sono vari gli in-segnamenti che possiamo trarre dalle parole di Luigi De Magistris. Innanzitutto che la mafia (o lo Stato) non uccide solo col tritolo. L’importante è non perdere mai la linea del proprio pensiero, anche di fronte ai vari scossoni. Per citare le pa-role del sindaco: “Ho perso, ma non mi sono perso”.

di Salvatore De Marco

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FABIO FUCCILa buona amministrazione del Sindaco di Pomezia: «Da 200 mln di debiti a 4 mln d'attivo»

LE DONNE DEL VINO

DELLA CAMPANIA

Fino al 2012 Pomezia era una cittadina con circa 200 milioni di debiti, quasi al tracollo finanzi-ario. Adesso può vantare 4 milioni in attivo nei bilanci comunali. Un cambiamento sostanziale nell’amministrazione ha reso questo possibile, e indubbiamente l’onestà del primo cittadino e della sua squadra ha fatto la differenza. Ma non solo, perché per raggiungere tali sorprendenti e tangi-bili risultati l’onestà non basta: occorre anche la concreta capacità di governare. Abbiamo quindi intervistato il Sindaco del Movimento 5 Stelle Fa-bio Fucci, che è riuscito a coniugare questi due as-petti fondamentali e a raggiungere per la sua città i suddetti, importanti traguardi.

Da quanto tempo è Sindaco di Pomezia? Come ha iniziato il suo percorso politico?«Sono Sindaco da 2 anni. Prima sono stato Con-sigliere Comunale a Pomezia dal 2011 al 2013. La mia esperienza politica nasce invece nel 2007, quando presi parte al primo V-Day di Beppe Grillo. Mi sono ‘formato sul campo’, lavorando sempre sulle tematiche di maggior interesse per la cittadinanza».

Quali sono state le sue prime azioni am-ministrative da Sindaco? Su cosa ha priori-tariamente lavorato?«In primis sulla riduzione degli stipendi ai di-rigenti: abbiamo risparmiato 600 mila euro in questo modo ed è stato il primo segnale forte per la cittadinanza. Un altro atto importante è sta-to mandare a gara pubblica tutti i servizi per i cittadini: abbiamo recuperato 2 milioni di euro all’anno. Il denaro è stato così investito in opere pubbliche, ad esempio sulla manutenzione delle strade, un problema sentito dalla gente, altri 5 milioni in servizi sociali. Il primo anno è stato di preparazione, durante il secondo anno sono ar-rivati tanti successi».

Sappiamo che il successo più grande è sta-to trasformare Pomezia da cittadina quasi al tracollo finanziario in cittadina con 4 milioni di euro all’attivo.

Come si è arrivati a tale risultato?«Semplicemente mettendo in ordine i conti, chiu-dendo per esempio una municipalizzata che cos-tava tantissimo, tagliando le spese inutili e di af-fitto. Dal 2012 al 2014 siamo riusciti a invertire la rotta. Ora lavoriamo al potenziamento delle entrate: stiamo cercando di arginare il problema dell’evasione fiscale, che si combatte anche cre-ando più servizi di orientamento al cittadino, sp-esso disorientato in merito ai pagamenti e senza un punto di riferimento informativo affidabile».

Come vede il futuro di Pomezia e il suo come Sindaco? Cosa può dire a chi crede che sia impossibile cambiare in meglio le cose?«Ad oggi penso solo ai prossimi 3 anni in cui gov-erneremo. Sarà un lavoro duro, ma in futuro cer-tamente più semplice e gratificante per noi e per i cittadini. A chi non crede sia possibile migliorare le cose dico di non scoraggiarsi, di guardare agli esempi positivi e di uscire dalla mentalità che ac-costa la politica alla corruzione: il politico incor-ruttibile dovrebbe essere la normalità e come tale va considerato».

di Valeria Vitale

Lunedì 22 giugno nella suggestiva atmosfera del Circolo Canottieri di Napoli si è svolto il grande evento delle Donne del Vino della Campania, Sorsi di Lune ovvero il vino come occasione di incontro, confronto e convivialità: un grande appuntamento dedicato alla cultura del bere e al sodalizio rosa che vede insieme più di 50 donne tra vignaiole, ristoratrici, enotecarie, chef e som-melier, alla sua quinta edizione. La serata a scopo benefico a favore della ONLUS “Un dono per Val-entino”, associazione che sostiene e promuove le cure integrate per i bambini nefropatici, è stata aperta dalla moderatrice Santa di Salvo con un confronto ed approfondimento “Cibo e Vino, energie del futuro” in linea con i temi rilanciati da Expo Milano 2015. Il convegno ha goduto della partecipazione di straordinarie donne del mondo della cultura come la presenza della scrittrice di fama internazionale Sveva Casati Modigli-ani, nel cui ultimo libro “La vigna di Angelica” si rivivono storie di produttrici di vino del nostro Paese, intraprendenti e coraggiose, e Anna Ma-ria Colao, professoressa di endocrinologia e on-cologia molecolare, premiata dall’Associazione Donne del Vino come “Donna del Fare nel 2013” ed è inserita nella lista dei 100 migliori scienziati al mondo. Prezioso il contributo della giornalista di enogastronomia e scrittrice Licia Granello, la cui ultima fatica è stato un vademecum studiato e ricercato dei migliori artigiani del gusto e del vero cibo di qualità “I sapori d’Italia dalla A alla Z” edito da Feltrinelli, Bianca D’Angelo, Asses-sore uscente delle politiche sociali della Regione Campania, Sabina Martusciello, professore Associato di Design, direttrice del Master Di-aeta Mediterranea: LANDesign ali-ment-azione, Giuseppe Orefice presidente Slow Food Cam-pania e Marco Rossi esperto di Brand Mar-keting. Alle 20:30 invece si è aperta la Grande Degustazione con un percorso eno gastronomico a più voci che lascia parlare territori, sapori ed esperienze diverse. Il tema comune è “La cucina di tradizione, garanzia del futuro”.

di Rossella Bicco

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Foto di Francesco Speranza

RIAG La famiglia Rubinacci si ritaglia uno spazio tra le eccellenze aziendali che fanno imprenditoria sul territorio campano, più precisamente nella zona ASI di Giugliano - Qualiano. La passione e la dedizione al lavoro permettono alla Riag, che produce profili in legno per serra-menti misti alluminio/legno, di essere tra i leader del mercato di riferimento regionale, nonostante sia l’azienda più giovane subentrata in questo tipo di commercio. L’esperienza lavorativa e le capacità artigiane di Giovanni si sono incastrare in qualche gene che ha trasmesso ai suoi figli, oggi titolari di un’impresa che vanta una storia evolutiva da sempre destinata allo sviluppo, al cambiamento e all’innovazione. Fautori di questa crescita reputazionale sono, appunto, i fratelli Rubinacci: Angela, Iolanda e soprattutto Giuseppe, che ci racconta la vita di un’azienda di famiglia con 15 dipendenti, oc-cupante un terreno di 7.500 mq, che fa della flessibilità il proprio "Credo", capace di soprav-vivere ed adeguarsi ai cambiamenti del mercato globale, agli imprevisti comportati dall’euro e ad un territorio che non riesce nemmeno a ga-rantire il servizio di illuminazione e gli impianti adeguati per fruire del gas, a causa del totale disinteresse delle istituzioni. In merito, però, Gi-useppe si sente fiducioso con l’ascesa in regione di Vincenzo De Luca in quanto, a suo parere, gli è parso intenzionato alla risoluzione delle prob-lematiche intrise in quella zona industriale a cav-allo tra due città.

Giuseppe, raccontaci della Riag e della sua storia… Il fondatore dell’azienda è mio padre che dà vita a questa realtà nel 1970. Lui faceva cornici per semilavorati per quadri e falegnameria. Nel ‘74 già fa un passo in avanti passando dallo stabile di Secondigliano a quello di Casalnuovo, per poi investire in macchinari che lo aiutassero per fare più produzione e avere un prodotto più perfor-mante, permettendogli di aumentare il numero dei dipendenti. Nel 1980 arriva ad acquistare un terreno nella zona industriale di Qualiano per es-igenze di logistica, di produzione e anche perché c’era molta richiesta. Ciò che produceva era di altissima qualità quindi c’era molta domanda do-vuta anche al boom dei mercati americani e dei mercati esteri in generale. Oggi io e le mie sorelle rappresentiamo la seconda generazione, che in-iziò con me nel 1997 quado allora mi occupavo esclusivamente di produzione

Quindi, dalla globalizzazione avete riscon-trato risultati favorevoli?Sì, perché con la lira c’era molta convenienza ad acquistare in Italia e inoltre, la patria della cor-nice a livello artigianale, quello della foglia oro, era Napoli. Era qui l’arte di questo tipo artigiana-to. Questo periodo positivo è durato fino al 2002, quando poi con l’Euro tutto è cambiato.

Ciò vi ha spinti ad evolvervi ed aprirvi ad altri mercati?Sì. A cavallo degli anni 2000, inizia il rallenta-mento forte della cornice dovuto a più fattori come quello della moneta unica, per la quale il mercato americano, che era il mercato trainante, non trova più convenienza ad acquistare qui per-ché l’euro era molto più forte rispetto al dollaro e poi molte aziende italiane ed europee trasloca-vano dove la manodopera costava di meno. Da lì, abbiamo avvertito la necessità di evolverci. Facendo diverse indagini, ho capito che c’era un mercato molto fiorente che era quello del mondo dei serramenti, dove era in forte crescita una gamma di prodotti che era il serramento allu-minio-legno, un serramento misto dove viene messa una cornice di legno nell’appartamento e

per preservare questa cornice in legno viene mes-so un cartierino di alluminio che poi rappresenta la struttura portante. Questo rendeva l’infisso di una gamma molto alta e poi per il legno erano tutte essenze pregiate: frassino, rovere, ciliegio, il top delle essenze per la qualità del legno. Avevo una difficoltà iniziale che era la verniciatura, in quanto avevo dei potenziali clienti che mi rich-iedevano la barra in legno tinta. In quel caso, gra-zie ad una collaborazione che decisi di stringere con un cliente, riuscì a fare un accordo che mi consentiva di affrontare il mercato.

Come riuscite a coinvolgere i giovani ar-chitetti e quali progetti e mostre ci sono in futuro?Abbiamo fatto una convenzione con la Facoltà di Architettura di Aversa: infatti, con noi abbiamo una tirocinante che sta preparando la tesi, ma questo è solo l’inizio perché a breve stipuleremo convenzioni più estese per coinvolgere sempre più ragazzi. Abbiamo anche ricevuto ragazzi in visita guidata, laureandi della Federico II. Per quanto riguarda le esposizioni, Arkeda è una mostra - convengo del settore per profes-sionisti, ingegneri, architetti che si terrà il pros-simo novembre alla Mostra d’Oltremare. Ho già opzionato uno spazio tutto mio da 16 mq dove sarò presente con dei pezzi particolari, nuovi in termini di design. Avremo una nuova collezione composta da una quindicina di pezzi: l’obiettivo è di esaltare il made in Italy, creando qualcosa di nuovo ed immettendosi in nuovi mercati.

di Fabio CorsaroFoto di Carmine Colurcio

l'eccellenza del made in italy nel mondo

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Che Napoli sia stata ed è tutt’oggi la culla di culture, artisti e tradizioni è un fatto assai noto; essa è una città d’arte, in ogni suo angolo, in ogni sua piccola parte. Ma non sempre tutta la sua bellezza artistica è conosciuta, così come non sempre tutti gli artisti di cui è madre ci sono noti. Dalla letteratura alla musica, passando per la pittura, molte sono le pre-senze che hanno imparato tanto da questa città, ed hanno dato altrettanto sullo scenario nazionale ed internazionale. E’ proprio del binomio musica – pittura di cui vogliamo parlavi, ed in particolare di Luciano Gargiulo, un “concentrato d’arte” ricco di riconoscimenti, pittore e musicista napoletano del’900. Tante le sue iniziative, i suoi impegni nell’arte e nella musica che risulta senz’altro ridu-ttivo chiamarlo così. Artista poliedrico, Luciano Gargiulo ci racconta di lui in un’intervista esclusiva e di come la prima e la quinta arte riescono legarsi nel suo modus operandi. Maestro, mentre ci racconta qualcosa della sua vita, possiamo ripercorrere insieme i vari momenti che l’hanno scandita, legan-dolo alla musica per tutti questi anni?«Beh, se dovessi definire la mia vita in una frase, direi senz’altro che essa è un insieme di coinciden-ze. Insieme a mio fratello Renato, trovai questa passione per la musica, inizialmente usando de-gli strumenti musicali giocattolo da cui eravamo molto affascinati; poi mio padre regalò a me una batteria e a mio fratello una fisarmonica. Ricordo che ero curiosissimo di sentire le note delle can-zoni che conoscevo, e passavo moltissimo tempo a cercare di decifrare come potessi riprodurre tali suoni sullo strumento. Tutto questo fino a quando

Luciano GargiuloL' ARTE TRA MUSICA E PITTURA

non iniziai a prendere lezioni da un maestro, che all’età di 8 anni mi portava con sé a matrimoni, come mascotte. Così fino a quando mio padre mi regalò una batteria usata, iniziai a lavorare come batterista, e contemporaneamente alla musica in-iziavo ad avvicinarmi al disegno. Insomma la mia vita si è interamente sviluppata, fino ad arrivare ad oggi all’età di 64 anni, coltivando queste due passioni: la musica e la pittura». A quale delle due è più legato, o sente più vicina in qualche modo?«Quale delle due mettere l’una davanti l’altra non saprei, entrambe completano me stesso, ed entrambe mi comunicano infinite sensazioni. A questo punto ci sarebbe molto da raccontare. Mi ritrovo all’età di quattordici anni con Mario Mu-sella, il cantante degli Showmen, che frequentava casa mia, insieme a James Senese ed Enzo Avita-bile; casa mia era conosciuta come “la casa dei maestri”. Intanto ho frequentato il liceo artistico, la facoltà di architettura, ed ho sempre continuato a suonare, trovandomi poi nel circuito dei grandi musicisti, nel mondo dello spettacolo, con person-aggi importanti». Per quanto riguarda la sua carriera di pit-tore, invece cosa ci racconta?«Mi sono ritrovato accanto a grandi maestri, ho fatto una mostra al Vittoriano nel 2000. In segui-to sono stato invitato da Vittorio Sgarbi alla Bi-ennale di Venezia, e quest’anno prenderò parte a “Spoleto Arte”, un festival organizzato sempre da Vittorio Sgarbi». Quali posizioni attribuisce alla pittura ed alla musica all’interno della sua vita?«Esse sono senz’altro delle cose vitali. Potrei quasi definirle come degli alimenti naturali che carat-terizzano la mia vita. Non un lavoro, o un mestiere che porta ad essere assatanato ed a non cogliere l’essenza e la spiritualità di noi come essere viven-ti». A quale quadro risulta essere più legato?«Io amo i miei quadri così come amo i miei figli. Nessuno di essi mi è più caro, e viceversa. Questo perché ho sempre fatto della pittura una passione e non un lavoro. Probabilmente il quadro che pre-senterò a Spoleto Arte è un lavoro a cui tengo mol-to, forse perché mostra il mio essere napoletano, e in quanto tale sono legato alla cultura napolet-ana ed i suoi eterni personaggi, quali Eduardo De Filippo». Per concludere, un consiglio per i ragazzi che si avvicinano all’arte, alla pittura ed alla musica.«Premettendo che io apprendo molto di più dai giovani che dai miei coetanei, dico ai miei alunni, ai ragazzi che si avvicinano al mondo dell’arte, ma in generale al mondo adulto, di non perdere mai il sorriso, dovranno essere sempre sorridenti verso la vita, e nelle avversità. Bisogna sempre cercare di esaltare il lato migliore delle cose».

di Concetta Coppola, Vincenzo Capasso

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Un evento imperdibile tra musica ed emozioni. Pino Daniele e i Pink Floyd protagonisti delle espo-sizioni nelle sale del PANLa quinta edizione di Rock!, Mostra Internazi-onale sulla Musica e i suoi linguaggi, ha aperto i battenti al Palazzo delle Arti di Napoli lo scorso 6 Giugno e proseguirà fino al 19 Luglio. Gadget, fotografie rare, vinili e non solo in oltre 2.000 metri quadrati distribuiti tra atrio, secondo pi-ano e area loft. Si può ammirare la sezione dedi-cata ai Pink Floyd, con le immagini inedite di Jacques Boumendil, direttore della fotografia dell’evento dell’Ottobre ‘71 “Pink Floyd Live At Pompeii”. Al secondo piano invece, tutto ciò che riguarda Pino Daniele con la sezione ‘Pino! I mille colori del Lazzaro Felice’. Inoltre la kermesse propone in anteprima “Animated Album Covers – Copertine Animate” di Juan Betancourt, e la sezione “The Sound of Music – Storia delle Macchine Parlanti e delle Radio”. I live e gli incontri che rendono ancor più interessante questa mostra che ormai si è conquistata un posto importante tra gli eventi cittadini, si svolgono in un’apposita area al sec-ondo piano. Per saperne di più abbiamo interv-istato il giornalista Michelangelo Iossa, uno dei due fondatori e curatori della Mostra insieme a Carmine Aymone. Michelangelo, compli-menti per aver dato vita a tutto questo per il quinto anno consecutivo. Ci traccia un bilancio di queste prime settimane?«Quest’anno la mostra è l’evento centrale di questo periodo in città, posta tra il Maggio dei Monumenti e “L’Estate a Napoli”. Nonostante il caldo abbiamo già superato le 4.000 presenze tra pubblico cittadino, visitatori che arrivano da fuori città, e turisti. Il picco delle visite si concen-tra tra il mercoledì e il sabato, quando ci sono gli appuntamenti tematici e gli eventi live».Quali sono stati finora gli eventi più sig-nificativi? E quali le differenze con le prec-edenti edizioni?«Sicuramente il concerto di Phil Palmer e della moglie Numa, e il loro toccante omaggio a Pino Daniele il 6/6, la consegna del Premio ‘Rock! Legend’ al regista Adrian Maben il 10/6, e la pre-sentazione del disco ‘Palepolitana’ degli Osanna

MOSTRA ROCK IL VIAGGIOFRANZESENola. Il viaggio di Aniello e Antonio Franzese parte dal famoso scambio di bandiere di una festa fatta di competizione e sano agonismo: la festa dei gigli. Lo scambio di bandiere è il momento in cui un Giglio, in questo caso il giglio PANET-TIERE sito in Piazza Principe Umberto, è ancora un embrione da plasmare nelle mani dei “Maes-tri di festa” che come presidenti di una squadra di calcio si iscrivono al campionato dell’anno successivo ricevendo il testimone dalla paranza dell’anno precedente. Partita un anno fa, la “par-anza” Franzese, da embrione è stata quest’anno una crisalide della festa di Nola e dei nolani. I ca-porali, il braccio destro dei Franzese, sono Cos-tantino Di Lorenzo (detto “O’Ritratto”) e Ciro Di Lorenzo (detto “La Roccia”). Mentre i “cul-latori collano” per le strade di Nola l’obelisco di speranze e tradizioni nolane i movimenti sinuosi vengono accompagnati dalla Cappelluccio’s Band composta da: il capitano sassofonista Francesco Cappelluccio, alla tastiera Daniele Esposito, al rullante Francesco Ruggiero e ai piatti Salva-tore Di Maio. Alla voce Alberto di Maiolo e Enzo Marseglia. Un team tra passato presente e futuro di questa terra. Negli anni la festa si è candidata a sfogo agonistico, un sano manifestarsi della forza nolana e dei nolani. Spogliato o vestito (nella foto di Rosaria Parisi) il giglio Franzese è maestoso, ricco. Cammina quatto per la città e volteggia, volteggia sempre. “Nella fede e nella speranza così iniziò la festa” questo è il motto che va di pari passo con le iniziative del Giglio PANETTIERE che quest’anno ha dato spazio ai malati e le varie associazioni mettendoli al centro della festa. La festa dei gigli porta oggi un ondata di tradizione senza intralciare l’entusiasmo dei giovani, senza sfiorire l’altruismo napoletano, senza perdere il gusto per le cose equilibrate. Lo stesso equilibrio che i “cullatori” cercano nel guidare il giglio.

di Giovanni Imperatrice

il 20/6. Quest’anno rispetto alle scorse edizioni si può parlare di un ‘bilancio di commozione’ maggiore, scaturita perlopiù dagli scatti inediti di Boumendil in anteprima mondiale, e dalla visione delle chitarre originali di Pino Daniele e dei cartelloni dei suoi tour, che hanno ipnotizza-to tanti visitatori tra cui il Sindaco De Magistris. Gli oggetti dell’artista sono stati presi in prestito dagli assortimenti privati di Vincenzo Calenda e Francesco De Martino, i maggiori collezionisti al mondo di Pino Daniele».Quali saranno invece gli eventi più impor-tanti del mese di Luglio?«Segnalo l’evento ‘Rock and Food’ del 2 Luglio, in collaborazione con il Consolato Generale U.S.A. per l’italia Meridionale, con le performance live a tema di Martina Striano & Soul Town. Il 3 Luglio avrà luogo il workshop “Gente Distratta”, dedi-cato alla concezione delle donne nelle canzoni di Pino Daniele: ci sarà Maria Grazia Liccardo in collaborazione con ‘Le Kassandre’ e ‘Librincirco-lo’. E il 10 Luglio avremo il live di Ernesto Vitolo, storico tastierista di Pino, con i Demonilla».Grazie a Carmine Aymone e a Michelangelo Iossa il rock a Napoli è più vivo che mai. Auguriamo a tutti una buona Mostra Rock!5. Stay tuned, stay Rock. di Valeria Vitale

Foto di Gabriele Arenare

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Dopo cinque giorni di gare è "Ops I did it again del cuore impavido", noto come Ronny, il cane più bello del mondo. E' un bearded collie di Olga Klimova (Russia) di tre anni. Si tratta di una razza inglese dal mantello fluente dal colore grigio-ardesia e fulvo-rossiccio, nero. E' sociev-ole, intelligente e facilmente addestrabile. A decretarlo i giudici del World Dog Show 2015, la più prestigiosa e attesa esposizione canina a livello mondiale, organizzata dall’Ente Nazion-ale della Cinofilia Italiana (ENCI) e sponsoriz-zata da Royal Canin Italia. La manifestazione, tornata a Milano dopo 15 anni, ha visto la partecipazione di oltre 30.000 cani iscritti, di cui oltre 8.000 provenienti dall’Italia, seguita, per numero di partecipanti, dalla Francia con circa 1.700 e dalla Russia con quasi 1.500 cani.

“Abbiamo ricevuto apprezzamenti da esposi-tori e visitatori per l’elevato livello tecnico e per l’organizzazione che ha permesso di offrire un ambiente accogliente”, ha riferito Dino Muto, Presidente di ENCI. “Ci tengo a ringraziare la Fédération Cynologique Internationale – ha proseguito - e in particolare Rafael de Santiago per aver creduto in noi e per averci accompa-gnato in questo cammino. Gli anni di impegno sono stati pienamente ripagati e per questo desidero ringraziare tutto il Consiglio di Am-ministrazione di ENCI per la fiducia accorda-tami e tutto lo staff, con il quale ho condiviso ogni passo di questa mondiale memorabile, che spero possa ripetersi a Milano prima dei pros-simi quindici anni.”

Durante questa settimana Milanese, Foof, il primo museo del cane in Italia e in Europa, è

Essere imprenditore richiede un gran corag-gio e soprattutto richiede una qualità non co-mune: essere un sognatore.Nel caso di Gino Pellegrino ci troviamo di fronte a un sognatore di lusso, più o meno un utopista, ma con i piedi ben piantati nella concretezza delle esigenze del quotidiano e so-prattutto un utopista che si misura ogni giorno con il ‘sarcasmo’ incredulo del mondo che lo circonda e che ora, invece, comincia a capire la straordinarietà delle sue idee, delle sue inizia-tive.

Ha cominciato laureandosi in Architettura: bel mestiere quello dell’architetto che, se ben fatto, trasforma spazi vuoti in dimensioni del buon vivere, ma a lui non bastava. Ecco al-lora che inventa (letteralmente) una ‘cosa’ che non c’è, un’impresa senza precedenti con cui confrontarsi o scontrarsi: il Museo del cane. E dove va a farlo? In una landa bellissima, ma solitaria ai piedi del Monte Massico, la cam-pagna luminosa e fertile che circonda Mon-dragone. Diventa un must per le domeniche di famiglie e bambini, per alunni in gita, per gli amanti dei cani o anche solo (si fa per dire …) per quanti amano conoscere un bell’esempio di bioarchitettura che accoglie cani felici. Ven-gono da tutta Europa per il suo Foof, ma non gli basta.Un giorno gli parlo degli splendidi spazi del-lo Hyppokampos a CasteVolturno, un luogo straordinario curato con amore e dedizione da Sergio Pagnozzi, ma ormai vittima, insieme a Sergio, della malastella (esiste!). Il luogo t’incanta: laghetti circondati da profumati eu-calipti, bungalows in legno che si specchiano nell’acqua, un albergo, strutture per feste, convegni. Gino s’innamora, studia le ‘carte’ con i suoi tecnici, le potenzialità enormi le in-tuisce da solo e si lancia nella nuova avventura dell’Ecoparco del Mediterraneo. Nome nuovo, vita nuova, ma ben dentro la storia ormai più che decennale dello Hyppokampos. L’albergo prende il nome di un’altra sua ‘creatura’ caser-

Il Foof di Mondragone

a Milano...

ESSERE IMPRENDITORE…

tana (che Trip Advisor loda a piene mani), il Plana Hotel, e diventa ‘Plana Resort’ con pic-cole modifiche, ma soprattutto con un’ottima cucina e spazio wellness fra la grande piscina e il laghetto delle papere.E noi abituati ai profumi degli eucalipti e de-gli oleandri? Tutto ok: le macchine continu-ano a restare fuori da questo luogo incantato, le passeggiate si possono alternare a un po’ di sci nautico o a una bella cavalcata nei prati retrostanti, il riposo da weekend è assicurato anche da qualche canoa o da una delle tante sdraio a portata di un fresco cocktail.Non era facile soprattutto se si pensa che tutto questo accade a CastelVolturno, bella e dannata da una cattiva quanto immeritata fama della quale finalmente si sta liberando. Ma sì, è stato ancora una volta lungimirante Gino che si è fatto incantare da questa cit-tadina alla foce del Volturno, a 20 minuti da Napoli, pronta per il nuovo porto turistico e per il rilancio dei cantieri navali fino a non molto tempo fa vanto della costa campana.Gino ha una marcia in più anche perché ha una moglie ‘più’ (dietro il successo di un uomo c’è sempre …): ha cultura, sa cogliere le occasioni con ponderata prudenza pari al coraggio e all’entusiasmo.

di Jolanda Capriglione

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Il Palazzo delle Arti di Napoli ha ospitato, fino alla data del 22 giugno, la mostra conclusiva del pro-getto Picture of Life, promosso dall'azienda Mon-frotto e nato con l'Associazione Jonathan Onlus e la collaborazione del Centro Giustizia Minorile di Napoli, che è consistito in due mesi di preparazi-one teorica e pratica all'uso di macchine fotogra-fiche professionali e alla capacità di fare della fotografia mezzo di comunicazione e rivendicazi-one di identità sociale da parte dei partecipanti, venti ragazzi provenienti da zone altamente deg-radate socialmente e colpevoli di reati penali. Le pareti bianche del grande spazio dedicato a tale mostra, presso il PAN, sono state partecipi silen-ziose ma suggerenti dell'importanza dei quadret-ti in bianco e nero a loro affissi, grazie alle storie di redenzione desiderata e coraggio di rimettersi in gioco con tutti se stessi, di impegno nel sociale e di voglia di riscatto che solo la fotografia è rius-cita a catturare nelle sfumature giuste e perfette, regalando chiaramente anche gli stati d'animo dei fotografanti.I soggetti scelti sono stati, principalmente: ville e terreni confiscati ai boss di Casal di Principe, ora divenuti centri d'assistenza; l'ex Ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi, odierno Polo Archivistico Sanitario A.S.L. Napoli 1 Centro; l'Ospedale Psichiatrico Giudizi-ario Sant'Eframo, occupato dal collettivo Cau "Je so pazz". Le fotografie, inoltre, sono state presentazioni di scene di sincero e puro lavoro d'assistenza, in particolare al mondo degli au-tistici, e consequenziali sono le immagini che ritraggono la lotta all'isolamento sociale di tali ragazzi, condotta dall'associazione "La Forza Del

PICTURE OF LIFE: LA FOTOGRAFIA COME STRADA VERSO IL CAMBIAMENTO DI VITA

stato protagonista della cultura canina con un proprio stand all’avanguardia ed un’esposizione di collari d’epoca ospitati nello stand dell’ENCI.

“Siamo molto orgogliosi di essere stati invitati direttamente dall’ENCI a partecipare con la nostra collezione al WDS 2015” ha commentato l’Architetto Vito Luigi Pellegrino, Direttore del Foof. “La possibilità di incontrare e far con-oscere la nostra struttura a migliaia di appas-sionati e proprietari di cani provenienti da tut-to il mondo, è stato uno dei principali motivi di soddisfazione. Molto apprezzata dai visitatori è stata la nostra collezione di collari d’epoca per il loro valore storico e culturale, che fanno parte della nostra esposizione permanente. Grande interesse –continua - ha suscitato l’innovazione della nostra struttura, unica nel suo genere, totalmente incentrata sul rapporto tra cane e uomo. La manifestazione ci ha for-nito la possibilità di farci conoscere nel mondo, di diffondere l'importanza del rispetto del cane attraverso la nostra Carta dei Diritti del Cane.”

Anche al World Dog Show, il parco-museo del cane Foof, si conferma un’eccellenza italiana, che nasce dal genio dei suoi fondatori e cresce grazie al lavoro costante dei suoi collabora-tori, in un territorio difficile ma ricchissimo di risorse quale la provincia di Caserta. Il testimone passa ora alla Russia che nel 2016 ospiterà il World Dog Show a Mosca.

di Maria Rosaria Race

...per il World DOG SHOW

Silenzio", a cui collaborano più di cento famiglie e operatori qualificati e che ha come sede il bene confiscato alla famiglia Schiavone, edificio che è stato poi ribattezzato come "Centro sociale per ragazzi autistici"; Infine, ma non per mi-nore importanza, ci sono da ricordare gli scatti riguardanti "L'ETIKET - agenzia di comunica-zione sociale" e l'attività imprenditoriale NCO - "Nuova cucina organizzata", che si occupa della trasformazione e conseguente e possibile vendita di prodotti di terreni confiscati alla camorra, ma che è anche organizzata in pizzeria, catering e ristorante, ed è garante di possibilità lavorativa per persone svantaggiate. Ciò che viene rac-chiuso con semplici 'click', presenta in realtà una contrapposizione piena di significato allegorico fra il passato e il presente: da un lato, abbiamo il passato del tempo, il passato dei luoghi immor-talati e intristiti dalle loro utilità, il passato della vita di ragazzi che l'hanno macchiata di crimini e sbagli; dall'altro, c'è invece il presente, la tras-formazione di quei luoghi in qualcosa di colorato, importante e attivo, e il presente dei cuori dei fo-tografi presi in considerazione, rullino pulsante di questo bellissimo progetto.Il presente di questi ragazzi che si sono sen-titi soli, magari incompresi, che hanno preso coscienza del loro passato e che sono riusciti a trasformarlo in un qualcosa che resterà così, che continuerà a migliorarsi nel futuro.Questi ragazzi, che hanno scelto di cambiare.

di Caterina Piantieri

San Cipriano d'Aversa villa del fratello del boss Bardellino sequestrata alla camorra.

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L’Associazione Volontari di Castel Volturno organizza giochi e Musica a servizio dei cittadini.

Come due volti della stessa medaglia, come il nero viscoso e il bianco puro, da sempre la criminal-ità organizzata e la Chiesa sono intricate in una contrapposizione netta, giustificata dalla promul-gazione degli ideali stessi di una e dell'altra: vio-lenza per la prima, con tutto ciò ad esso legato; solidarietà, perdono, perseguimento del gaudio e tanti altri insegnamenti improntati alla placidità d'animo e la purezza di cuore. Al giorno d'oggi, sono tante le testimonianze attive di opposizione e resistenza ai tentacoli moventi della malavita nella nostra società, ma anche tante le parole vuote e stanche che le persone continuano a sentirsi dire in rassicurazione alla realtà malsana in cui viviamo. Parole lasciate a fluttuare in modo silenzioso, che non cadono in azioni, e parole che servono a riempire la paura delle persone e il disagio. Queste parole di sicuro non sono quelle che Sua Eccellenza Monsignor Nogaro, Vescovo Emerito di Caserta, ha utilizzato per rispondere alle domande che costituiscono l'intervista che segue, tenutasi in occasione della presentazione del libro "Ali spezzate" di Paolo Miggiano.Le sue dichiarazioni sono complementari al modo convinto in cui si è eretto, fin dal primo momento, in difesa dei più deboli e al suo non essere capace di impegnarsi in una retorica scialba, per quanto riguarda la lotta alla malavita e l'indirizzare le persone verso il giusto. Le sue parole, vere ma anche speranzose, hanno la voce saggia e forte di un animo pulito e così sincero da rendere chiara la strada giusta da seguire, ora che c'è sempre di più una perdizione generalizzata.

Dopo periodi in cui alcuni prelati hanno evitato di affrontare il tema della camor-ra, la morte di Don Peppino Diana ha fatto sì che l'atteggiamento della Chiesa cambiasse in modo importante. Qual è l'odierno?«Ho pubblicato un libretto su don Peppino Diana che considero il mio testamento spirituale, in cui sostengo la tesi della necessità di riconoscimento di Diana, da parte della Chiesa, come vero mar-tire della vita, la vita data per gli altri. Essendo stato l'ultimo teste al processo di Don Peppino Diana, sono più che convinto che la camorra abbia scelto di colpire lui perché è sempre stato il simbolo della legalità, e affermo che è oggi il vessillo di gloria della Chiesa e della società».Con gli insegnamenti di Falcone, Borsel-lino, Diana, Patriciello, i giovani hanno avuto motivo di rigetto della criminal-ità organizzata. Qual è l'aspettativa che ripone in loro?«Oggi che c'è un riscatto nei giovani, una legal-ità diffusa e la volontà di lotta e impegno morale per dare un nuovo volto di giustizia alla nostra società. Il sistema in cui ci troviamo è corrotto e i giovani devono sapere di avere un compito, una missione, che consiste nella salvezza per sé stessi e per gli altri. Gridare contro la realtà è uno sfogo lecito, ma inevitabile è andare contro corrente ed esaltare i valori autentici della vita e non riempire ancora il silenzio di parole vuote e stanche».

di Caterina Piantieri

S.E. NOGARO PREDICA

CORAGGIO MORALE E

IMPAVIDITÀ

“ASPETTANDO L’ESTATE”

L’estate è ormai arrivata e il quartiere Scatoz-za del comune di Castel Volturno è stato ben pronto ad accoglierla con l’evento “Aspettando l’Estate”, organizzato dall’Associazione Volon-tari di Castel Volturno. Sono passati solo pochi mesi dall’inaugurazione della nuova villetta in località Scatozza completamente ripristinata e messa a nuovo e, nonostante il poco tempo a disposizione, sono stati numerosi gli eventi or-ganizzati e le giornate di ritrovo per bambini che hanno coinvolto gran parte della cittadinanza residente nel quartiere. Un classico esempio di come un gruppo di cittadini, uniti per la realiz-zazione di un fine comune, riescano a fare qual-cosa di utile per il territorio trasformando un parco abbandonato in un centro di aggregazione per famiglie e ragazzini. Due sono gli eventi che hanno permesso e permetteranno ai cittadini di passare qualche ora in armonia e poter usu-fruire liberamente del bene comune. Il primo è organizzato “Aspettando L’estate” , una gior-nata dove l’associazione a messo a disposizione giochi gonfiabili per bambini , musica live e an-imazione. Il secondo evento è in programma il 31 Agosto presso il centro storico del paese e sarà denominato “Arrivederci Estate”, ove avrà luogo l’estrazione di una lotteria a premi a cui potrà prendere parte l’intera cittadinanza e il ricavato sarà destinato alla realizzazione un “Campo di Bocce “ pubblico. Inoltre è importante ricordare che l 'Associazione Volontari di Castel Volturno, avvalendosi della disponibilità e la preparazione di un volontario, mette a disposizione la propria sede per impartire lezioni d'inglese. Tutte le per-sone possono recarsi tranquillamente alla nuova sede o chiedere informazioni contattando la pa-gina Facebook dell’associazione, la quale è nata con il solo scopo di rendere il proprio territorio migliore grazie al contributo di tutta la cittadi-nanza e presta la propria opera completamente in forma gratuita, volta alla realizzazione e al ripristino di zone abbandonate per donarle alla comunità.

di Vincenzo Lo Cascio

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“Un’insidia subdola, inquietante, che provoca situazioni sociali e familiari laceranti, patologie, infiltrazioni criminali. Un’insidia che non nasce da sola, ma è provocata dai modelli negativi dell’arricchimento rapido e per sorte, veicolati con grandissima forza dalla pubblicità e dai me-dia”: (Marco Filippeschi, Lega delle Autonomie). Il gioco d’azzardo è una attività ludica e, così definita, sembra cosa innocua. Chi lo pratica punta all’ottenimento di un pre-mio, pur consapevole che parteciparvi significa rischiare una somma di danaro, che la perizia del giocatore non è richiesta e la vincita, eventuale, è dovuta esclusivamente al caso. Già nel quarto millennio a. C. gli egiziani, coi loro dadi, in arabo “az-hard”, lo praticavano, seguiti da Cinesi, In-diani, Giapponesi. Nella Roma imperiale furono certamente giocatori patologici Nerone e Ca-ligola. Il ritrovamento di dadi truccati evidenzia anche la propensione dei giocatori a barare. Le scommesse sui cavalli, definite lo sport dei re, e le lotterie si incontrano nel XVI secolo, mentre la roulette la si deve nientemeno che al filosofo Blaise Pascal; su quella, forse, faceva girare i suoi pensieri. Oggi, e da oltre un secolo, imperversano le slot-machine, nate nel 1895 in America. In tempi di crisi, che è anche crisi di valori, in una società in debito di speranza, cresce la voglia di semplifi-cazioni miracolistiche. La consapevolezza del problema non è generale e il ruolo perverso dello Stato, che lucra in entrate fiscali, ma si prepara a spendere molto di più per fronteggiare le pa-tologie che ne derivano e i danni sociali e umani complementari, contribuiscono alla crescita es-ponenziale delle occasioni di incontro col gioco anche per le giovani generazioni. Statisticamente il giocatore patologico tipico è maschio, coniugato, ha la licenza media, la-voratore dipendente e gioca sulle slot-machine. Non presenta, normalmente, caratteristiche so-matiche di età, di sesso o di classe sociale che lo rendano riconoscibile. Dal punto di vista psico-logico è, tuttavia, individuabile dalla struttura narcisistica della sua personalità, che sotto una scorza di boria nasconde una bassissima autosti-ma. Una pratica così diffusa del gioco d’azzardo, così evidentemente patogenetica, segnala lo

scadimento di modelli culturali e tende ancor più a scardinare, in un Paese che proprio non ne avrebbe bisogno, la difesa della legalità. Nel mondo dell’azzardo c’è un’infiltrazione mala-vitosa di eccezionali dimensioni. In provincia di Caserta le risorse destinate al gioco d’azzardo superano un miliardo e cento milioni di €. Una somma che sfiora il 9% del PIL prodotto nell’area. La spesa pro-capite destinata al gioco d’azzardo, tra le più alte d’Italia, è di circa 1300 € l’anno. Ovviamente le medie dicono poco sull’entità delle risorse che i giocatori abitu-ali e patologici destinano al loro vizio, visto che essi, per fortuna, non sono la totalità della pop-olazione. L’ approccio al problema è inadeguato e frutto di sottovalutazione. Sento spesso dire «ho il vizio del gioco»; ma se di vizio si trattasse, essendo esso un comporta-mento deliberatamente messo in atto, dunque, volontario, anche se criticato in riferimento a connotati moralistici negativi, potrebbe essere interrotto in qualsiasi momento. Pochi si rendo-no conto che il passaggio dal vizio alla malattia è facile e, spesso, ineluttabile. Basta verificare anche pochi sintomi per scoprire la malattia.

Se giorno dopo giorno cresce il bisogno di giocare per mantenere lo stesso livello di eccitamento; se non giocare procura nervosismo, ansia e persino tremori, come nelle astinenze da droghe; se la presunzione di potere smettere quando si vuole diventa evidentemente una chimera, allora non ci son più dubbi: siamo alla malattia. Negli ambienti scientifici si tende a ritenere che ci siano fattori predisponenti che andreb-bero individuati e disinnescati sui banchi delle elementari. Si tratta di fattori biologici, anche ereditari; ambientali, quali valori familiari, am-biente, esempi e fattori psicologici, ricercabili nell’autopunizione e nel bisogno di fuga ed ec-citazione. Ormai, c’è una letteratura tanto vasta quanto ignorata sul tema, i malati da gioco crescono, i danni sociali sono immensi; spero, ma non ci credo, che si cominci tutti a rendersi conto della portata e della gravità del problema e prima fra tutti lo Stato biscazziere e stupido che per pren-dere qualche miliardo, si destina a spenderne molti di più e a perdere altra parte di una già re-siduale credibilità.

di Carlo Comes

MALATI DI SLOT

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Un incontro toccante quello con il vicesindaco di Mondragone, Benedetto Zoccola, assessore alle politiche ambientali in un territorio dove non è sempre facile esercitare questo ruolo. Ma Bene-detto non è solo un assessore “coraggioso” di un paese in cui vi è ancora una vasta concentrazione di criminalità organizzata, soprattutto se si pensa alla sua vita privata. Dal 10 settembre 2013 è vit-tima di minacce e intimidazioni da parte della camorra locale. “Colpevole” solo di voler dare avvio ad una considerevole lottizzazione di un terreno ereditato dal nonno; Benedetto viene fer-mato quella sera di settembre da un suo presunto estorsore che gli chiede l’esorbitante cifra di 50 mila euro. Nonostante diverse percosse e av-vertimenti, senza nemmeno esitare un istante l’assessore decide di denunciare tutto ai carabi-nieri e con l’aiuto delle intercettazioni ambientali riesce a far arrestare uno dei suoi strozzini per il reato di estorsione. Questa potrebbe sembrare la conclusione di una vicenda spiacevole, e invece no, nel raccontarsi lo conferma anche Bened-etto: “Pensavo di vivere una favola, invece era realtà!”, sono circa due anni che la sua vita non è più la stessa. Vive sotto scorta, in questi due lunghi anni ha ricevuto diversi avvertimenti, l’ultimo dei quali è avvenuto con l'esplosione di una bomba davanti alla sua abitazione.

In seguito alle diverse minacce e intimi-dazioni di cui sei stato vittima hai rice-vuto solidarietà da parte dei cittadini? C’è una coscienza civica di denuncia tra le persone o Mondragone vive ancora in un clima di omertà?«Una buona parte dei cittadini mi ha mostrato solidarietà, anche se molte persone rimangono ancora alla finestra a guardare, non capendo che questi non sono problemi che riguardano il singolo ma appartengono alla collettività. La libera iniziativa economica rientra a pieno tito-lo nella nostra Costituzione, e non deve svolgersi in contrasto con la libertà e sicurezza umana».Le istituzioni ti sono vicine o ti senti solo?«Il sistema in cui mi sono immesso è un sistema

abbastanza delicato, ma le istituzioni sono co-munque presenti. Certo, si tratta di un sistema farraginoso, la legge sui testimoni di giustizia è una legge che è datata di venti anni, poi la stessa legge dei testimoni è usata anche per i collabo-ratori di giustizia, e a mio parere i testimoni di giustizia sono un qualcosa di diverso rispetto ai collaboratori di giustizia. I nostri politici dovrebbero un po’ rivedere alcune cose.»Se potessi tornare indietro?«Probabilmente, oggi ti dico che chiederei ai carabinieri di pagare il “pizzo” che il mio es-torsore mi aveva chiesto, in modo da non farlo più condannare per tentata estorsione ma per estorsione.»Da assessore alle politiche ambientali, se dovessi fare una storia amministrativa sulla gestione dei rifiuti, quali sono le dif-ferenze tra ieri ed oggi?«Una differenza fondamentale è che in passato lavoravano 80 netturbini nella città di Mon-dragone, 80 per così dire perché 20 lavora-vano e 60 rimanevano a casa, oggi, invece, su 43 netturbini, 43 dipendenti vanno a lavorare. Precedentemente durante il periodo dell’Eco 4 c’era un numero di operatori ecologici che era sovradimensionato perché la politica insieme alla camorra avevano effettuato delle scelte al-quanto infelici e avevano reso la nostra città in-vivibile. Oggi non possiamo parlare di una città pulitissima ma siamo sulla buona strada».I cittadini mondragonesi fanno la differ-enziata?«Ci sono alcune zone della città che per cultu-ra non ancora fanno la differenziata. Proprio in questi giorni ai Palazzi Cirio, una delle zone critiche della città, abbiamo istituito il servizio di sorveglianza ambientale per incentivare i cittadini extracomunitari e non. Abbiamo effet-tuato anche una traduzione del calendario dei rifiuti in lingua rumena, bulgara ed ucraina per cercare di dare anche a loro la possibilità di ris-pettare le regole».Con l’avvento dell’estate quali sono le dif-ficoltà per la raccolta differenziata?«È sintomatico che ogni estate ci sia un calo della raccolta differenziata, perché spesso il vil-leggiante che viene in vacanza per un periodo breve non è sempre predisposto a seguire le regole. Su base annuale, però, nel 2014 ci siamo difesi abbastanza bene».Quali sono i costi del servizio e quali i cos-ti di smaltimento?«Per quanto riguarda il costo del servizio noi attualmente paghiamo circa 3 milioni di euro per la raccolta. In primis dobbiamo parlare di produzione di secco, partiamo dalle 13 mila tonnellate nel 2008, fino ad arrivare alle 9 mila tonnellate nel 2013, oggi siamo a 7 mila tonnel-late. Quindi, in un anno e mezzo abbiamo ridot-to 2 mila tonnellate, che in sostanza sono 400 mila euro di smaltimento in meno come secco.

Quest’anno risparmiamo circa 800 mila euro rispetto all’anno scorso, verrà ribaltato sui cit-tadini un risparmio di circa il 20%. Il capitolo rifiuti l’anno scorso era di circa 5.800.000 oggi è di circa 4.900.000».Come tutelare l’ambiente e come sensibi-lizzare i cittadini?«L’ambiente va tutelato con delle politiche am-bientali serie. È fondamentale una stretta col-laborazione tra istituzioni e cittadini per miglio-rare le cose».Cosa sogni per Mondragone e cosa ti as-petti per il tuo futuro?«Sogno una normalità per la mia città e per la mia persona. Vorrei che la mia città potesse of-frirmi questa normalità che desidero».

di Marcella PanettaFoto di Valentina Panetta

BENEDETTO ZOCCOLA SOGNA LA NORMALITÀ

Grande successo di pubblico per lo spettacolo di fine anno de La Diva Dance Academy diretta da Marcella e Valentina Panetta, tenutosi il 2 giugno presso il Cine-teatro Ariston di Mondragone. Una splendida realtà tra le più complete sulla scena coreutica del proprio territorio. Il primo atto, dedicato all’intramontabile e colorato Musi-cal “Grease”, narra la storia d’amore tra Danny Zuko, e Sandy Olsson. Il secondo atto ha visto come protagonista la diplomanda Il-enia Romano accompagnata dal ballerino ospite Paolo Aprile nel suo passo d’addio “L’altra metà del cielo”, nato da un’idea delle due maestre con le musiche di Vasco Rossi. Lo spettacolo si è concluso con un terzo atto coinvolgente ed entusiasmante, grazie alle coreografie di hip hop, latino americano e tango, dal titolo “Fusion”. La serata è stata presentata da Rosario Spina e allietata dalle due cantanti Alessandra Bene e Susy Federico. Ad appassionare il pub-blico oltre alle coreografie spettacolari sono state anche le scenografie e i costumi accuratamente scelti dalle due maestre Marcella e Valentina Panetta, nonché l’interpretazione e l’impegno di tutti gli allievi. Le due maestre ringraziano tutti coloro che sono intervenuti allo spettacolo e ricordano che durante l’estate La Diva Dance Academy sarà protagonista in diversi eventi che si terranno nella città di Mondragone, per-tanto per rimanere informati basta seguire la pagina Facebook: LaDiva DanceAcademy.

di Fulvio Mele

LA DIVA DANCE ACADEMY

Debutto vincente per

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Ho chiesto in forma ufficiale all’assessore al Bilancio del Comune di Castel Volturno, Gi-useppe Scialla, la situazione economica iner-ente la farmacia comunale. La stessa farmacia, da contratto dovrebbe versare una percentuale abbastanza consistente sugli utili annuali (15% - 20% non ricordo con precisione… ho cercato inutilmente sul sito la convenzione, visto che è una parteci-pata comunale, ma sembra che non ci sia ciò che cercavo), oltre a fare azioni di promozione sociale e non certo prevalente-mente commerciale come avviene. In-oltre, la società In-cofarma (gestisce le forniture alle far-macie) ha in essere svariate azioni legali promosse contro di loro dall’ordine dei farmacisti.

Ma leggendo con attenzione ciò che risponde il gentile assessore, e dai grafici che mi invia in allegato, i cit-tadini è giusto che sappiano che la far-macia comunale NON PAGA UN EURO AL COMUNE, e non sappiamo nemmeno se il per-sonale all’interno sia stato scelto tra i cittadini e professionisti castellani.

Questa è la risposta ricevuta adesso dall'assessore Scialla:

CASTEL VOLTURNO, LA FARMACIA COMUNALE NON PAGA UN EURO AL COMUNE...

RANDAGISMO a C. Volturnointerviene il CRIUVIl Comune di Castel Volturno con l’assessore e vice sindaco Rosalba Scafuro ha deciso di intraprendere una forte collaborazione con il C.R.I.U.V. (Centro di Riferimento Regionale di Igiene Urbana Veterinaria), con l’intento di diminuire il numero dei cani randagi presenti sul territorio. Si tratta di una vera e propria emergenza perché i cani vaganti sul territorio possono rappresentare un potenziale rischio di aggressione per le persone, essere causa di incidenti stradali, infatti, secondo il Ministero della Salute, ogni anno si registrano centinaia di incidenti stradali, anche mortali, causati da animali randagi, possono alimentare il fenom-eno del randagismo, in quanto non sterilizzati e spesso notevolmente prolifici ed infine pos-sono essere causa di degrado ed inquinamento ambientale. Sul territorio di Castel Volturno già la dott.ssa Dorothea Friz ha proposto metodi e soluzioni per combattere il fenomeno del randagismo. La veterinaria tedesca della LEGA PRO ANIMALE ha mostrato come la sterilizzazione e l’identificazione/registrazione dei cani e dei gatti possano ridurre in modo permanente il numero degli animali e tutelare la loro sicurezza e quella pubblica. Ha, infatti, dichiarato: “Ci vuole più collaborazione da parte delle Istituzioni. I Comuni devono capire che i fondi stanziati per i canili possono, in-vece, essere sfruttati per la sterilizzazione dei cani patronali. Solo in questo modo possiamo avere una diminuzione del randagismo e un più attento controllo sulle nascite”. Un punto sul quale è sicuramente d’accordo anche il vice sindaco Scafuro, che ci ha informati sulla situ-azione attuale in cui verte il territorio e sulla nuova collaborazione con il C.R.I.U.V.Che cos’è il C.R.I.U.V. e come nasce questa col-laborazione con il comune di Castel Volturno?La collaborazione con il C.R.I.U.V. nasce dall’esigenza di intervenire su un problema, quello dei cani randagi, che riguarda il nostro

“Caro Tommaso, in allegato ti inoltro il tabula-to che mi sono fatto produrre dalla Ragioneria inerente i rapporti con la Incofarma. Come potrai evincere, il saldo tra ciò che ci hanno retrocesso (+€8.000) e ciò che siamo stati obbligati a versare (-€8.000) è pari a €

0,00!!! Pertanto, dal punto di vista puramente finanziario e patrimo-niale, la farmacia comunale non produce alcun vantaggio. (So, però, che l'assessore ai servizi sociali - Rosalba Scafuro - in relazione

alla nostra partecipazi-one intende farsi retro-cedere servizi e prodotti da distribuire gratuita-mente a soggetti svan-taggiati o in situazione di bisogno. Per quanto attiene, invece, al tema

generale della partecipazione ad Inco.Farma SpA, l'assessore Paola Coen Salmon ha la del-ega specifica e può darti esaurienti ragguagli.) Un abbraccio. Peppe Scialla

Ho preferito non chiedere nulla sia all’assessore Scafuro sia all’assessore Coen, per-ché sono eventuali azioni da mettere in essere in futuro… quello che interessava era sapere che il saldo con la Farmacia Comunale è uguale a € 0,00.

di Tommaso Morlando

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Questo mese Informare ha incontrato Giuseppe Ammaliato e Francesco Pezone, rispettiva-mente presidente e vicepresidente di I Love Pinetamare, associazione sempre attiva sul territorio in termini di recupero e decoro urbano.

Ormai localmente siete una realtà affer-mata e conosciuta: riscontrate nelle vos-tre attività la partecipazione dei cittadini che desiderate? «Mio malgrado no. L’associazione ormai da 2 anni sta cercando di far nascere in ogni cittadi-no il senso di appartenenza al territorio. Ci ren-diamo conto però che è una strada lunga e che molte persone sono stanche dei problemi legati a Pinetamare. Può sembrare un paradosso, ma l’obbiettivo della associazione è chiuderla per-ché l’associazione è presente laddove manca lo Stato e il giorno che il territorio non avrà più bisogno di noi a livello urbanistico ci concen-treremo su altro». Quali sono i progetti che avete a breve e a lungo termine? «Come progetti a breve abbiamo l’insegna che identifichi dalla domitiana l’entrata a Pineta-mare e tutto ciò comprenderà anche la bonifica dell’area in cui verrà posta. Poi dobbiamo ulti-mare i lavori del campo di calcetto (zona ex ip-pocampo), un progetto che terminerà a fine lug-lio in modo tale da fare anche l’inaugurazione all’inizio di agosto. Il campetto sarà destinato ai ragazzi che intendono usufruirne gratui-tamente. Anche se a lui non piace apparire, ci piace sottolineare che questo progetto è stato fi-nanziato completamente da Marek Hamsik, ma è doveroso inserirlo e renderlo partecipe. Stia-mo valutando altri progetti e quando verificher-emo la fattibilità di questi li renderemo noti». Come mai quest’anno per l’organizzazione dell’August Fest non siete riusciti ad ac-cordarvi con l’Ass Commercianti? Quali problemi sono sorti? «Avendo l’Associazione Commercianti ritrovato stabilità da quando ha alla presidenza Agostino

Marchesano, che ha fatto l’August Fest per 3 edizioni in maniera egregia, non vediamo la ne-cessità di spendere le nostre forze laddove non ce n’è bisogno». Qual’è stata la cosa più significativa che secondo te ha fatto l’associazione in tutto il suo periodo di attività? «Abbiamo risvegliato nelle persone il senso di appartenenza al territorio che si era comple-tamente assopito e siamo riusciti ad andare avanti anche grazie alla forza di partecipazione delle persone presenti nella nostra associazi-one. Mi faceva piacere inoltre aggiungere che l’associazione è riuscita ad entrare nel registro regionale delle associazioni di promozione so-ciale del territorio e grazie a questo abbiamo ac-cesso al 5x1000 quindi chiunque volesse donare il proprio 5x1000 all’associazione lo può fare e per ulteriori dettagli ci si può collegare sulla pa-gina Facebook I Love Pinetamare».

di Antonio Portaro

Attività e progetti dell’Ass.

territorio. La C.R.I.U.V. ha già operato sul ter-ritorio di Napoli dove si è abbassato notevol-mente il numero dei cani per strada, grazie ad un progetto durato qualche anno.Il randagismo a Castel Volturno. Qual è la situ-azione attuale?Si tratta di una situazione che stiamo af-frontando, nel senso che il responsabile del C.R.I.U.V. il dott. Caputo è venuto a Castel Volturno, prima ci ha informati sulle modalità con le quali andava approcciato il problema, poi con i veterinari dell’A.S.L. ha avuto inizio una presa in carico dei cani presenti sul terri-torio. Inoltre, ci sono stati segnalati anche veri e propri branchi, già alcuni di loro sono stati sottoposti alla sterilizzazione. Quindi già sono attivi sul territorio?Si, già sono attivi sul territorio, la situazione sarà sicuramente incrementata dopo il peri-odo estivo. Deve essere ripresa e continuata durante tutto l’anno.È necessaria una campagna di sensibilizzazi-one per i cittadini?Una campagna di non abbandono è sicura-mente necessaria. Una delle nostre intenzioni è quello di iniziare un lavoro proficuo e contin-uativo per quanto riguarda l’adozione dei cani, e quindi un’informazione che sia rivolta ai cit-tadini, ma anche di rapporti con associazioni che sono attive sul territorio. Il nostro intento è quello di abbassare il numero dei cani rand-agi con la sterilizzazione e con l’adozione, ci impegniamo anche a diminuire il numero dei cani nei canili, se riusciamo in questo sicura-mente si abbasserà anche la quota che noi, come Comune, versiamo ai canili.

di Marcella PanettaFoto di Valentina Panetta

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MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE32

Questo mese abbiamo discusso con Cristina della Freedays Viaggi della sua esperienza «indi-menticabile» in Thailandia, vissuta tra le strade della caotica Bangkok ed un massaggio rilassante sull'isola di Ko Samet, passando per i mercati ti-pici della zona e le lunghe contrattazioni con i commercianti del posto...

Cristina, raccontami la tua esperienza in Thailandia...«Desideravo molto conoscere la località, in quanto mi allettava ed affascinava, soprattutto per essere un Paese ricco di contrasti. Ad esem-pio, una città nuova come Bangkok ha tantis-sime sfaccettature, dalla presenza veramente forte della religione allo sfarzo incredibile; mentre poi ci sono scorci della città dove prev-ale la povertà e anche un po’ di sporcizia. Questo contrasto fortissimo presente me lo aspettavo ma viverlo in prima persona è stato ancora più forte ed inaspettato».

Cosa ti ha colpito di più?«In particolare mi ha colpito il popolo perché sono persone di una solarità e un’accoglienza in-credibili ,sono veramente molto disponibili. Allo stesso tempo mi ha colpito un po’ l’economicità della vita per la qualità che ti dà, ad esempio una cena particolare a base di pesce come aragoste ti costa pochissimo. E’ una vacanza particolare che vivi spendendo poco e questo è fondamen-tale quando fai un viaggio del genere».

E la cosa che invece ti ha emozionato di più che ti conserverai per sempre dentro?«Quello che mi è piaciuto di più è stata Bangkok come città, l’escursione ai templi ed il Buddha sdraiato; quell’ enorme ammasso d’oro mi è ri-

masto veramente impresso. Poi come ti dicevo prima ho notato tantissimo questo contrasto tra il lusso sfrenato degli hotel, la forte presenza di oro e di smeraldi nei vari templi che davano imponenza e ciò che poi c’è al di fuori di questo, nonché anche tanta povertà».

Che differenze hai riscontrato tra il nos-tro mondo occidentale e la loro realtà?«In realtà, a differenza di come me l’aspettavo, l’ho trovata una realtà abbastanza occidentale. Una differenza sostanziale che ci tengo a sot-tolineare è che seguono molto la loro religione però non ho notato questo attaccamento così esagerato, soprattutto nelle località di mare. Nel centro città invece è presentissimo Buddha sotto qualsiasi aspetto ma non è una presenza invadente. Questo attaccamento alla religione e la sua presenza in tutte le cose però avviene in maniera molto discreta ed anche simpatica senza finire nell’esagerazione».

Potresti paragonare Bangkok, la più grande città della Thailandia, a qualche

THAILANDIA, IL FASCINO DI UNA TERRA

RICCA DI CONTRASTI

Alessandro, Freedays Viaggi

metropoli europea?«Potrebbe assomigliare ad Istanbul come pre-senza di contrasti per la mentalità aperta alle altre culture e pronta all’ospitalità».

Mi dai tre validi motivi per i quali i nostri lettori devono visitare la Thailandia?«Il primo è perché si scopre un luogo affasci-nante, particolare in ogni sfaccettatura e, ap-punto, ricco di contrasti. Secondo, perché è una meta da scegliere se si vuole fare una vacanza di mare stupenda dato che ha della mete balneari spettacolari; io sono stata sull’isola di Ko Samet opposta a Bangkok: un luogo incontaminato e selvaggio allo stato puro, è stato un momento di relax assoluto accompagnato da un mas-saggio tipico thailandese, che fa parte proprio della loro cultura. Terzo, perché sono molto belli i mercati tipici che vendono prodotti locali. Io ne ho visitato uno molto caratteristico chia-mato Chatuchak, diviso in 15mila bancarelle. Lì la cosa più bella è stata la contrattazione: loro contrattano finchè non vendono ed hanno pro-prio la voglia di parlare ed interagire chieden-doti da dove vieni e cosa fai. Sono presenti poi quei grandissimi centri commerciali che vendo-no il lusso tra smeraldi e diamanti particolari. Un’esperienza, insomma, indimenticabile».

di Fabio Corsaro

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MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE 33

Il management di una società si sottopone ad una cosmesi identitaria ogni qualvolta cambiano i tempi, i progetti e le conseguenti ambizioni. Lo sa bene De Laurentiis, da impavido imprendi-tore qual è. È passato da un concetto di interna-zionalizzazione della società a ripudiare l'idea di esterofilia. È vero però che solo gli stupidi non

cambiano idea ma ammettere di trasformare mentalità dopo aver ricevuto tanti no da allenatori stranieri potrebbe apparire un

po’ come la storia della volpe che non arriva all'uva perché acerba. L'Europa League non

farà gola a molti ma arrivati fino in fondo tut-ti vogliono vincerla. L'eliminazione col Dnipro

è una ferita ancora aperta che stenta a cicatriz-zarsi. Neppure un uomo di coppe come Benitez è riuscito a portare il Napoli sul tetto d'Europa. Ed allora ci si affida ad un commissario, oltre che tecnico può sembrare straordinario, pro-prio per la sua diversità da chi lo ha preceduto in panca. La banca, invece, era il posto di lavoro di Maurizio Sarri che si occupava precisamente di finanza interbancaria. Posto sicuro, inglese dis-creto e in giro per l'Europa, ma il richiamo della passione del pallone era troppo forte. 25 anni di

allenatore e 15 da calciatore fanno 40 di calcio e di consapevolezza di un mondo che non

dovrebbe avere più troppi segreti. Il

sano provin-cialismo

MAURIZIO SARRIIl riflesso del provincialismo italiano ambito da De Laurentiis

italiano di cui parla De Laurentiis rispecchia le stime di Mister Sarri, capace di apprezzare non solo il gioco di Sacchi ma pure quello del Fog-gia di Zeman e del Chievo di Delneri. A lui non importa se ti chiami Higuain o Zapata, se non dai il massimo sei fuori dai giochi. La difesa a 4 è la base da cui partire e far ripartire il Napoli, reduce da una stagione disastrosa in termini di reti subiti: 54 in 38 sfide, con una media di un gol e mezzo a partita. La mentalità deve essere quella giusta. Anche la faccia tosta non deve mancare. Quelle di cui fa ben volentieri a meno Sarri sono le maschere; ai padroni della sincerità servono a poco. La semplicità è inoltre un'altra sua caratteristica: la tuta che indossa durante le partite ne è l'emblema. È un tipo di vecchio stampo, diverso dai suoi colleghi ma più affida-bile di molti altri. È pure l'uomo degli schemi su calci da fermo, tallone d'Achille degli Azzurri. Napoli potrebbe essere la sua più grande occa-sione e per Napoli lui potrebbe essere la sorpresa in grado magari di lasciare un segno indelebile nella storia della società. È lecito però pensare che possa anche rappresentare un traghettatore dato il contratto annuale stipulato col Presiden-te. Magari l'intenzione potrebbe essere quella di affidarsi poi ad un uomo che abbia esperienza in palcoscenici europei. O forse il progetto del Napoli acquisisce questo ridimensionamento che però può dare i suoi frutti attraverso il la-voro con i giovani e soprattutto con gli italiani. Il mercato è volto ad accontentare le esigenze di Sarri per permettergli di disporre in campo un'impeccabile 4-3-1-2. Intanto Reina è già tor-nato. Quando i grandi amori fanno giri immensi e poi ritornano... Valdifiori pure, emerso agli occhi di tutti a 29 anni. Ma meglio tardi che mai pren-dersi le chiavi del centrocampo di una grande squadra come il Napoli. La spesa ad Empoli pare non sia ancora finita: nel mirino del nuovo ds Gi-untoli ci sono Hysaj e soprattutto Saponara. Le voci di corridoio si amplificano sempre quando siamo in periodo di calciomercato, rischiando a volte di illudere i tifosi e disincantarli. Il Napoli ha bisogno di ripartire dalle sue certezze da inte-grare con grandi promesse. Siamo in una piazza pretenziosa e impaziente. C'è chi li chiama difetti e chi invece non aspetta altro che vincere.

di Fabio Corsaro

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MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE34

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La Polonia è presente all’Expo di Milano con un padiglione, che la contraddistingue. Motivo con-duttore è la natura ed il riciclo e sono state riutiliz-zate nell’occasione delle cassette di legno già usate per la frutta e la verdura.A Varsavia il Parco Lazienki, vero polmone di verde per la città, è una delle mete preferite dai cit-tadini e dai turisti che scelgono di visitare la capi-tale. Il verde è stato fondamentale per ricostruire la città distrutta nell’ultimo evento bellico. Spet-tacolari i giardini pensili su alcuni luoghi pubblici, come quelli della Biblioteca dell’Università con i suoi originali 2000 metri quadrati di verde attrez-zato sul tetto con passerelle, ponti e pergolati. Pro-prio per questo amore per il verde, il padiglione della Polonia è stato previsto come un frutteto con filari di alberi di mele, di cui il Paese è leader. I visitatori possono così raccogliere personalmente sul tetto i frutti dagli alberi. Il tema dell'Expo ha affascinato la Nazione e lo slogan che è stato scelto per i visitatori non a caso è: “Abbiate ogni

LA POLONIA E L’AMBIENTE IN MOSTRA ALL’ 2015

speranza o voi che entrate". La direttrice dell'Ente del Turismo della Polonia a Roma, Malgorzata Furdal, ricorda che quest'anno Varsavia, città in continua evoluzione, e Cracovia, che rimane la città storica per eccellenza, saranno protagoniste. La Polonia, nell’ambito dell’Expo ha dedicato una settimana al turismo per ritrovare quel gusto che il comunismo aveva cancellato. E’ stato un ap-proccio moderno e interattivo a caratterizzare la presentazione di città e regioni, intervenute con prodotti di interesse turistico, adatti ad ogni tipo di viaggiatore: tavoli multimediali, installazioni per visite virtuali e vedute tridimensionali hanno affascinato i visitatori. L’atmosfera è risultata viva e interessante grazie anche alla partecipazione di diversi gruppi musicali e artistici, provenienti da diverse regioni della Polonia, che hanno coinvolto il pubblico presente, movimentando lo spazio an-tistante al Padiglione e Piazza Gramsci di Milano. Alcune immagini della nazione rimarranno sui tram decorati di Milano fino al 30 settembre, così

da offrire dei validi elementi per pro-gettare una bella vacanza polacca.

Gli aspetti culturali, emersi durante queste particolari

giornate, sono facil-mente inseribili in

un contesto più ampio, non

solo limi-tato agli

spazi

cittadini di Varsavia, Cracovia, Wroclaw, Danzica o Lublino, ma nel verde infinito della natura, tra parchi nazionali e paesaggistici che offrono nu-merose possibilità agli amanti del riposo e del tu-rismo attivo. La nuova pista ciclabile Greenvelo, che offre l’opportunità di esplorare in maniera at-tenta e nello stesso tempo rilassante diverse regio-ni della parte orientale del Paese, è un’alternativa valida alle belle e fugaci vacanze weekend, così da poter vivere le città in maniera diversa e silen-ziosa, lentamente, seguendo i propri ritmi. Sono state numerose le persone che hanno iniziato una visita virtuale di queste zone della Polonia in sella ad una delle biciclette, installate appositamente per poter iniziare a sognare luoghi sempre nuovi e interessanti. La Polonia e l'Italia sono unite da antichi legami. Il 72% dei turisti viaggia nel paese in maniera au-tonoma, mentre tutti gli altri giungono tramite tour operator. Custode della tradizione e guardi-ana del passato, ma con uno sguardo vivace sul contemporaneo, Cracovia, città a misura d’uomo con le sue atmosfere mitteleuropee, regala l’esperienza più sincera della Polonia a chi vi si av-vicina per la prima volta. Sulla collina del Wawel sorge il castello, antica residenza dei re polacchi, oggi meta obbligata di chiunque visiti Cracovia. Nel raggio di poco più di un chilometro sorge la Piazza del Mercato vero e proprio centro storico, meta di passeggiate e del turismo più tradizionale con i suoi monumenti come la cattedrale gotica di Santa Maria e il Fondaco dei Tessuti. Nei mo-menti di relax ci si può sedere a bere un caffè o un bicchiere di vino magari ascoltando musica dal vivo. Nel quartiere ebraico di Kazimierz vi sono innumerevoli piccoli locali, alcuni dei quali or-ganizzano spesso serate a tema, altri sono luoghi di ritrovo e fanno del quartiere la meta più classi-ca della vita notturna in città. A Kazimierz si tiene come ogni anno in giugno il Festival della cultura ebraica più noto d’ Europa, giunto alla sua ven-ticinquesima edizione. A pochi passi dalla Piazza del Mercato si snoda il “quartiere universitario” di Cracovia la cui sede, fondata nel 1364, è ospitata nel maestoso palazzo neo-gotico del Collegium Novum.

di Harry Di Prisco

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L'edizione moderna dell'Infiorata Itrana nasce dall'antichissima tradizione di addobbare tratti di strada dei vari quartieri con fiori, la maggior parte ginestre, nella giornata del Corpus Domini.L’evento, organizzato dalla Pro Loco di Itri, in collaborazione col Comune di Itri, la Provincia di Latina, la Regione Lazio, La Comunità Mon-tana dei Monti Aurunci, il Parco Regionale dei Monti Aurunci e il portale turistico informativo ItriEventi, richiama ogni anno nel pittoresco centro aurunco numerosi visitatori e turisti dall’intera Regione Lazio e dal nord della Campa-nia, con l’intento di assistere alla composizione dei meravigliosi e profumati tappeti floreali en plein air.Molti gli artisti, italiani e internazionali, e i gio-vani esordienti che anche quest’anno si cimen-teranno con l’inconsueta “tavolozza” composta di petali di fiori. Ben 22 saranno i tappeti, della dimensione 4 x 7 metri, realizzati in via della Re-pubblica, mentre altri “quadri” sono previsti nei quartieri storici de I Visinali (lungo Corso Appio Claudio lato Roma), Piazza San Angelo, Largo Staurenghi e Largo Luigina Sinapi.

Come consuetudine parteciperanno gli alunni delle scuole elementari e medie, i bambini della scuola dell’ infanzia “Maria Regina Immacolata” e gli studenti dell’istituto agrario San Benedetto di Itri. La manifestazione vede partecipi anche le numerose associazioni presenti sul territorio, come La Milizia dei Folli, Archimente, l’Azione Cattolica della parrocchia di S. Michele Arcan-gelo, il Comitato Sant’Angelo e La Croce Rossa Italiana comitato locale di Itri.Abbiamo voluto dare voce al giovanissimo Presi-dente della Pro Loco, Mattia Punzo che in con-tinuità con il passato, così ci racconta questa manifestazione:“Silenzi, fiori, colori, profumi, sorrisi...queste le cose che mi balzano alla mente pensando all'Infiorata Itrana.Il Silenzio nella sera del sabato, quando i maes-tri infioratori si mettono all'opera e con pas-sione restituiscono sull'asfalto i loro bozzetti, che verranno "colorati" la mattina seguente.I Fiori che vengono selezionati, tagliati e sud-

ITRI E LASUA INFIORATA

divisi per colore nelle giornate di preparazione all'evento, occasioni di incontro in cui bambini, giovani e adulti contribuiscono alla realizzazi-one della manifestazione.I Colori e I Profumi dei fiori che invadono l'intero paese nella giornata di domenica quando i quartieri, abbelliti con i quadri dell'infiorata, si preparano ad accogliere il Corpus Domini che in processione percorre le vie di Itri.I Sorrisi degli artisti che a fine giornata am-mirano soddisfatti il loro lavoro, dei passanti e dei turisti che con stupore si soffermano ad os-servare queste insolite opere d'arte.Siamo giunti alla 29esima Edizione dell'Infiorata Itrana, un evento che nel corso degli anni è magicamente riuscito a coinvolgere sempre più persone ed associazioni operanti sul territorio.”

di Tommaso Morlando,Salvatore Deodato e Barbara Giardiello

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MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE36MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE

Salve amici lettori, questa volta affronteremo un problema che coinvolge tutte le fasce di età e tutti gli stati sociali ed i generi. Parleremo del fumo e dei dan-ni correlati all’interno della nostra bocca, e non solo.L’abitudine di fumare sigarette è un grave danno che ogni soggetto produce a carico di diversi distretti dell’organismo. Spesso si ritiene che il danno mag-giore sia un danno respiratorio per cui se al mattino non abbiamo la classica tosse riteniamo che il danno perpetrato al nostro organismo sia insignificante.Mai valutazione è stata più errata: primo perché l’esame diagnostico corretto per valutare la capac-ità respiratoria è la spirometria, ma solo con l’aiuto di una radiografia del torace e di una visita da uno specialista si può valutare il proprio stato di salute respiratoria reale.Naturalmente, come in tutte le malattie che ci afflig-gono, ci sono elementi che possono fare la differenza rispetto ad una patologia e cioè: la predisposizione genetica per presenza all’interno della famiglia di problematiche d’organo, l’ambiente di lavoro, l’area, le abitudini di vita oltre alla struttura fisica personale. Tornando agli effetti del fumo all’interno della nos-tra bocca , sono pubblicati studi che hanno rilevato che chi fuma quotidianamente dalle 7 alle 10 siga-rette sostiene uno stato di infiammazione cronico dei tessuti gengivali che si riflette sull’osso, elemento di sostegno dei denti, e su tutti i tessuti presenti, mu-cosa delle guance, lingua e gengive. Su questi tessuti naturalmente uno stato di infiammazione cronico può determinare un terreno favorevole allo sviluppo di patologie acute o croniche.Per intenderci, dalla semplice gengivite al cancro della bocca. A questo proposito volevo ricordare che il tumore dei tessuti orali è l’ottava causa di morte nel mondo, per cui non è una patologia rara e le terapie, prevalente-mente chirurgiche, sono sufficientemente devastanti da un punto di vista estetico, incidendo sulla qualità

OLIO DI PALMA I DANNI DEL FUMO ALLA NOSTRA BOCCA

É l’ingrediente più discusso del momento. É stato oggetto di una puntata di Report e di proposte di boicottaggio. Ma perché quest’ingrediente molto usato nelle preparazioni dolciarie, ma anche nei saponi, è cosi discusso? Innanzitutto, il suo im-piego è di largo uso nei prodotti da forno e nelle creme perché fornisce una certa quantità di sostanze grasse ed ha tra gli oli vegetali la com-posizione più simile al burro; cioè è ricco di acidi grassi saturi che sono semisolidi e danno con-sistenza ai vari prodotti. Da non trascurare la ragione principale, nonché il costo basso rispetto al burro e la resistenza all’irrancidimento e alle alte temperature. Come si ottiene questo costo basso? Principalmente, tramite lo sfruttamento delle piantagioni nel Sud-Est asiatico, in primis la Malesia e l’Indonesia, sottopagando i lavoratori delle piantagioni e deforestando le foreste pluviali, causando anche un danno ambientale con aumen-to dei gas serra. Quindi il problema è di tipo etico, nutrizionale e ambientale. L’olio di palma non è né cancerogeno né tossico: il suo problema è legato alle quantità che se ne ingeriscono anche inconsapevolmente o perché le aziende in etichetta ne dichiarano genericamente “Oli Vegetali” (ma sono state ob-bligate di recente a dichiararlo specificamente) o perché non si leggono attentamente le stesse eti-chette. Gli acidi grassi saturi che contiente sono ritenuti le causa dell’innalzamento nel sangue dei trigliceridi e del cosiddetto colesterolo cattivo, re-sponsabile dell’insorgenza dell’aterosclerosi coro-narica e quindi dell’ischemia miocardica. C’è da dire anche che non esiste un alternativa sos-tenibile all’olio di palma. Basti pensare che da un ettaro di palme da olio si ottengono quasi cinque volte l’olio che produce un ettaro coltivato a piante di arachidi, e ben sette volte quello di un ettaro di girasoli. Senza contare tutte le conseguenze che l’estensione delle colture comporterebbe sui con-sumi d’acqua, di fertilizzanti, di pesticidi. O se volessimo, come chiedono alcuni, sostitu-irlo col burro: siamo consapevoli che l’impatto ambientale sarebbe ancora più drastico? Il mio consiglio è di leggere le etichette e di farne un uso consapevole e razionale, soprattutto per quanto riguarda i bambini.

di Luigi Di Domenico

Approfondimento su un ingrediente discusso

di vita. Nella bocca di un fumatore medio troviamo sempre uno stato di infiammazione gengivale cron-ico che si riconosce con un microsanguinamento , con una secchezza delle mucose e della lingua, con fenomeni di alitosi saltuari. Il primo passo per migliorare il proprio stato di sa-lute generale e odontoiatrico, passa dalla presa di coscienza che questa abitudine del fumo 8 volte su dieci viene interrotta bruscamente su indicazione di un medico per una grave patologia sopraggiunta. Pertanto basterebbe già riflettere su questo per sa-pere che, indipendentemente dalla nostra volontà, saremo costretti a smettere di fumare, per cui è sem-plice l’osservazione che il nostro destino è nelle nos-tre mani e solo noi possiamo essere artefici del nostro benessere.I danni che il fumo produce sono subdoli e poco evidenti, e mi riferisco prevalentemente ai danni sul distretto vascolare, per cui con il passare dell’età e associata ad una patologia della nostra epoca, l’ipertensione arteriosa, il rischio di accidenti vas-colari diventa sempre più probabile. Inoltre. nelle donne vi sono diversi organi bersaglio che le espon-gono maggiormente a rischio di patologie di una certa gravità.Pertanto, una volta compreso quanti danni possiamo subire e che ognuno di noi rischia molto ogni volta che accende una sigaretta, l’invito è quello di rivolg-ersi a quelle strutture che possono aiutarci a mettere in atto il proposito di smettere di fumare. Da un punto di vista odontoiatrico il fumo incide negativamente oltre che sui tessuti di supporto e sulle mucose, anche sulle possibilità di sostituzione di elementi dentari persi con gli impianti. Infatti uno dei fattori che maggiormente possono condizionare la prognosi di un impianto è l’abitudine del fumo, de-terminando il fallimento nel 30% dei casi nei primi due anni e sino al 40% nei primi cinque anni.In conclusione, oltre al danno economico legato al costo delle sigarette, quando fumiamo, ci rendiamo disponibili a contrarre più facilmente altre malattie, riduciamo considerevolmente le possibilità di suc-cesso degli impianti, facilitiamo l’insorgere e /o il peggioramento della malattia parodontale aprendo la porta alla possibilità del cancro orale.Meditate fumatori , meditate!Per ulteriori informazioni:

[email protected] Dott. Carmelo Pulella

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MAGAZINE DI PROMOZIONE CULTURALE 37

NOTIZIE FISCALI FLASH

RUBRICA CURATA DALLO STUDIO DI COMMERCIALISTI DI

ANTONIETTA MORLANDO

PIAZZA VITTORIA, 680121 NAPOLI

TEL: 081 032 44 00 / 081 032 44 82

RUBRICA CURATA DALL’AVVOCATO PENALISTA

FABIO RUSSO

INFO: 347 6595190EMAIL: [email protected]

FISCO NEWS di Antonella Morlando

Internet: cookie con scrollIl garante della privacy, illustrando la normativa sulle tutele per chi naviga in rete diventata op-erativa il 4 giugno 2015, ha chiarito che basta lo scroll della pagina a consentire all'uso dei cookie.

Imprese a tasso zero: la nuova forma di autoimprenditorialitàEsce di scena l'autoimprenditorialità e fa posto alle "Nuove imprese a tasso zero". La misura si rivolgerà non solo ai giovani fino a 35 anni, ma anche alle donne indipendentemente

dall'età, si estenderà all'intero territorio nazion-ale e non prevedrà più l'erogazione di contributi a fondo perduto, ma solo la concessione di mu-tui agevolati a tasso zero, per investimenti fino a 1,5 milioni di euro. Il finanziamento dovrà es-sere restituito in otto anni e dovrà essere assis-tito dalle garanzie previste dal codice civile e da privilegio speciale.

Lotta all'evasione: si alza la soglia del con-tanteMontecitorio dice si all'innalzamento della soglia dei pagamenti in contante. Non si sa ancora di quanto aumenterà il limite, oggi fissato a 1.000 euro, il via libera è stato dato. Un via libera co-munque subordinato a un maggiore ricorso ai pagamenti elettronici.

Misure di sostegno al reddito: l'assegno di ricollocabilitàArriva l'assegno di ricollocazione per i disoccu-pati, sarà graduato in funzione del profilo per-sonale di occupabilità, potrà essere utilizzato per ottenere un servizio di assistenza intensivo nella ricerca di un posto di lavoro presso i centri per l'impiego o in un'agenzia privata accreditata. Il "pacchetto" comprenderà l'affiancamento di un tutor all'eventuale riqualificazione in funzione degli sbocchi professionali offerti dal mercato. È un anticipazione di quanto prevede lo schema di decreto legislativo, approvato dal consiglio dei ministri, che, in attuazione del Jobs Act, riordina la normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive.

il DIRITTO di Fabio Russo

Quotidianamente siamo bombardati da tel-efonate, alcune molto fastidiose, da parte di op-eratori che ci propongono offerte e promozioni di ogni sorta. Capita pertanto sempre più frequente-mente di accettare telefonicamente l'erogazione di un servizio, come la somministrazione di en-ergia elettrica o la linea telefonica. Solitamente quando ciò avviene l'operatore vi informa che la telefonata verrà registrata, spiegandovi che il vostro consenso avrà valore vincolate. Si parla in questi casi di contratti a distanza, ov-vero stipulati fuori dalla sede della società che offre il servizio acquistato. La pratica è prevista dalla legge, tuttavia deve avvenire mediante il rispetto di una serie di presupposti che sono ana-liticamente esposti nel Codice del Consumo.

Tra le varie disposizioni che dobbiamo tener presente quando abbiamo concluso un contratto tramite registrazione telefonica ricordiamo:L'art. 49 comma 1° del Codice del Consumo il quale stabilisce che : "Prima che il consumatore sia vincolato da un contratto a distanza o nego-ziato fuori dei locali commerciali o da una cor-rispondente offerta, il professionista fornisce al consumatore le informazioni seguenti, in mani-era chiara e comprensibile: (...)In particolare la lettera h) prevede che : "in caso di sussistenza di un diritto di recesso, le condizioni, i termini e le procedure per eserci-tare tale diritto conformemente all'articolo 54, comma 1, nonché il modulo tipo di recesso di cui all'allegato I, parte B" ;Dunque occorre innanzi tutto che il professioni-sta informi in maniera molto chiara il consuma-tore in ordine a tutte le condizioni del contratto, soprattutto per quanto attinene al diritto di re-cesso e alle modalità per esercitarlo. Il successivo Art. 50. stabilisce che " Per quanto riguarda i contratti negoziati fuori di locali com-merciali il professionista fornisce al consumatore le informazioni di cui all'articolo 49, comma 1, su supporto cartaceo"Questo significa che la registrazione telefonica deve necessariamente essere seguita da un con-tratto cartaceo affinchè il consumatore sia messo in condizione di prendere visione di tutti i ter-mini del servizio acquistato anticipati a telefono. Laddove non fossero rispettati questi precetti il codice del Consumo contempa una serie di con-seguenze:

L'art. 53 stabilisce che: " Se in violazione dell'articolo 49, comma 1, lettera h), il profession-ista non fornisce al consumatore le informazioni sul diritto di recesso, il periodo di recesso termi-na dodici mesi dopo la fine del periodo di recesso iniziale, come determinato a norma dell'articolo 52, comma 2."L'art. 57 , invece, al comma 4 stabilisce che: Il consumatore non sostiene alcun costo per:a) la prestazione di servizi (...) quando:1) il professionista ha omesso di fornire in-formazioni in conformità all'articolo 49, comma 1, lettere h) ed l); Concludo ricordando che quando viene suggella-to un accordo mediante registrazione telefonica è diritto del consumatore riceverne una copia in modo da poter conoscere effettivamente quale fu l'oggetto della telefonata e quali furono le in-formazioni fornite dall'operatore. Sovente infatti gli operatori parlano in maniera molto rapida e non si preoccupano di soffermarsi sugli aspetti più importanti, anzi è pratica diffusa sottacere molte informazioni proprio per indurre lo sprov-veduto utente a prestare il consenso.

CONTRATTI A DISTANZA E REGISTRAZIONI TELEFONICHE

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F COME FOTOGRAFIA

VIVERE IL VERDE

Bellissime, generose, seducenti, ma anche un pochino esigenti e capricciose, questa bellissi-ma pianta trova le sue zone tipiche in Italia ed in particolare sono: le zone dei laghi del Nord, la Lucchesia, i Castelli Romani, l'area di Napoli e della Penisola Sorrentina. Partendo da piante in vaso, l'impianto può es-sere fatto in qualsiasi periodo dell'anno, in-fatti lo spostamento dal vaso al terreno, senza danneggiare la zolla, non costituisce un'azione

di Rosario Maisto

di Antonio Ocone, Fotogram Pinetamare

Finalmente è estate, la stagione più bel-la dell’anno, nella quale in ogni uscita l’apparecchio fotografico ci tiene sempre com-pagnia.Dopo che nei mesi scorsi abbiamo parlato delle emozioni che ci danno le nostre fotografie e degli strumenti con i quali possiamo realiz-zare una buona immagine, riordiniamo un po’ le idee su come organizzarci per portare a casa bei ricordi. Preparare l’apparecchio fotografico: caricare le batterie della fotocamera, salvare le immagini contenute nella scheda di memoria sul pc nonché su DVD o Hard Disk esterno e svuotarla per poter scattare nuove foto.Se la fotocamera non viene utilizzata da molto tempo è bene effettuare una serie di scatti di prova per assicurarsi che tutto funzioni bene. Controllate che la risoluzione sia impostata al valore massimo e che il bilanciamento del bi-

LA CAMELIA

traumatica. Potendo scegliere, conviene però evitare il periodo più caldo dell'anno (giugno-settembre), durante il quale le camelie, che amano climi più freschi, potrebbero avere qualche sofferenza, l'esposizione ideale è la mezz'ombra, ma in zone collinari dove la tem-peratura estiva non è eccessiva, la camelia può essere posizionata anche in pieno sole, in aree molto ventilate conviene scegliere una po-sizione riparata. Se la si può mettere in giardino, in piena ter-ra, è sufficiente scavare una buca non troppo grande e metterla a dimora, se il terreno è ar-gilloso, dunque compatto e poco drenante, si dovrà creare una buca decisamente più grande e migliorare la struttura del terreno miscelan-do la terra con torba e terriccio aggiungendo eventualmente materiale drenante. Ricordiamoci che bisogna bagnare molto bene la pianta, per permettere alla terra di compat-tarsi, per essere sicuri di aver innaffiato bene,

conviene lasciare intorno alla buca un bordo di terra, per i primi tempi, e riempire d'acqua due o tre volte fino all'altezza del bordo. Le camelie si devono potare al termine della fioritura, conviene infatti privarsi degli ultimi fiori e potare, questo permetterà di svilupparsi maggiormente e donare alla pianta uno svilup-po più accestito e armonioso, questa potatura non sarà ne eccessiva ne drastica e andrà valu-tata in funzione dello sviluppo attuale della pi-anta. Nella cultura orientale la camelia è il sim-bolo della devozione eterna tra gli innamo-rati. La sublime danza del petalo e del calice che percorrono il ciclo vitale congiuntamente rappresentano alla perfezione la persistenza dell’amore e la devozione reciproca.

Per ulteriori chiarimenti o semplici curiosità non esitate a contattarmi:[email protected]

anco sia su “auto”. E’ anche opportuno dare un'occhiata al menù della fotocamera per ve-dere le caratteristiche particolari del proprio apparecchio, e nel caso ci siano dei dubbi dare un’occhiata al manuale di istruzioni. Anche in tempo di digitali alcune precauzi-oni, quali una buona luce e la mano ben ferma sono condizioni irrinunciabili per realizzare una bella immagine. Prima di scattare è buo-na regola osservare bene la scena e comporre l’inquadratura giusta, utilizzando lo zoom dell’apparecchio. La luce, tranne che nelle foto d’effetto, è bene che sia alle spalle di chi fotografa in modo da illuminare bene la scena da riprendere. Per evitare il mosso, cosa che osservando la foto sul display si vede difficilmente, è sempre bene tenere l’apparecchio ben fermo con le due mani, questa precauzione è valida soprattutto quando si scattano foto con il telefonino. In caso di luce scarsa, nell’impossibilità di uti-lizzare un cavalletto è bene trovare un punto d’appoggio per stabilizzare la ripresa.

Ricordiamoci che quando il soggetto lo rich-iede, la fotocamera può e deve essere utilizzata in verticale. Quando si scattano foto ai bimbi, ci vuole pazienza e bisogna aspettare il momento giusto per lo scatto. Per avere una resa più nat-urale è bene posizionarsi alla loro altezza, così si evitano quelle brutte foto fatte dall’alto nelle quali i piccoli appaiono “schiacciati”.Dopo lo scatto, le foto vanno archiviate in mani-era sicura su supporti di qualità, ma il metodo più sicuro per garantire la durata nel tempo dei nostri ricordi rimane sempre quello di selezion-are e stampare le foto più belle. Solo così le potremo materialmente condivi-dere con gli altri e di certo le ritroveremo sem-pre negli album dei nostri ricordi.

di Rosario Maisto

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